Prefazione: I
Introduzione: 1
Letture di progetti:
a - Spazi non da abitare, ma per mostrare un modo di abitare. Allestimenti alla Triennale. 21
b - Il progetto di allestimento come struttura semiotica: la mostra "Architettura misura dell'uomo". 23
c - Le strutture espositive quali strumento per materializzare l'astrattezza. C.Eames: la mostra "Mathematica",1961. 25
d - La comunicazione attraverso la percezione spaziale: il labirinto Montecatini. 27
e - L'architetto delle esposizioni quale tecnico delle costruzioni mentali. Il Salone della Vittoria, VI Triennale 1936. 29
Letture di progetti:
2.a - Estrapolazioni di senso. 58
2.b - Scelte allestitive e selezione di valori: l'intervento di Carlo Scarpa a Palazzo Abatellis. 60
2.c - L'ambientamento attraverso l'immagine evocativa: la mostra "Vie d'acqua da Milano al mare". 64
2.d - Rappresentazioni e manipolazioni ostensive. 66
3 - Tecniche di comunicazione e progresso culturale. Modalità espositive e conoscenza. 69
Letture di progetti:
3.a - L'allestimento museale quale condizione dell'approccio tra opera e fruitore. 95
3.b - Scienza e musei. 100
3.c - L'immagine espoitiva quale strumento del rinnovamento museale. 103
La comunicazione a livelli percettivi differenziati.
Bibliografia 137
Introduzione
Comunicazione e architettura dell'allestimento.
Questa ricerca si pone l'obiettivo di studiare crescente dal punto di vista culturale, tanto da
l'allestimento analizzandolo nella sua ragion renderlo tutt'altro che effimero nei suoi effetti ,
d'essere, ovvero il suo essere uno strumento sia per i fruitori che per gli operatori: l'allesti-
per la veicolazione di valori ed idee, una attività mento, anche se effimero, come tradizional-
progettuale il cui risultato non è soltanto un mente si intende, costruisce esperienze della
nuovo oggetto ma l'esperienza conoscitiva stes- conoscenza e non solo l'oggetto della comuni-
sa, che si attua nell'esposizione con strumenti cazione.
architettonici ed in maniera fortemente aderen- Già nel 1929 Mies van der Rohe affermava che
te alle modalità richieste dai nostri tempi. il compito futuro delle esposizioni sarebbe
L'allestimento è stato spesso posto in secondo stato quello di intensificare la nostra vita.1 Ogni
piano dalla critica architettonica, che lo ha spes- esposizione tende a realizzare un'esperienza
so interpretato secondo un'ottica riduttiva, tal- conoscitiva, cogliendo direttamente la compo-
volta quale un processo immediato e senza nente dinamica, e questa esperienza riflette i
mediazioni di disporsi dei materiali, oppure caratteri della ritualità moderna che il conveni-
quale funzione semplicemente tecnica e neu- re di "cose" e pubblico in uno spazio progettato
trale, una sorta di traduzione tridimensionale ed per comunicare presuppone e stimola. La cul-
asettica del catalogo, un'attività fondamental- tura dell'allestimento è pertanto una cultura
mente di supporto e secondaria nei confronti complessa e composita, radicata e sostanziata
dell'ordinamento. Molto spesso progetti di alle- dal contesto in cui si manifesta, che va indagata
stimento appaiono nei testi di storia dell'archi- nella molteplicità delle sue implicazioni.
tettura , analizzati nei soli aspetti oggettuali, for- Una nuova consapevolezza culturale ci obbliga
mali o costruttivi, quasi esclusivamente per oggi a considerare, terminate con la fine delle
quella componente di anticipazione ad essi ideologie anche le certezze artistiche relative
intrinseca, quel ruolo di avanguardia da essi all'autonomia ed alla globalità di una poetica,
ricoperto con naturalezza grazie alla consape- l'architettura come l'elemento che forma la
volezza del carattere effimero della propria esi- scena, fissa ma anche mutevole e partecipe,
stenza nei confronti delle più durature architet- della vita degli uomini, di cui è necessario com-
ture di pietra. prendere i bisogni ed i comportamenti. In que-
Tuttavia l'allestimento è un fenomeno molto st'ottica che pone al centro dell'attenzione l'uo-
più complesso, risultato della confluenza di mo, anche l'architettura dell'allestimento va
contributi molteplici, ed i risultati dell'operare in osservata senza perdere di vista il suo fine
questo campo hanno un'importanza sempre comunicazionale ed il suo effetto formativo.
4
Letteratura possa essere mai sostituita, tuttavia ge solo il ruolo di progetto di supporto dei
è innegabile che le esposizioni sono un feno- materiali da esporre, di cui consente la migliore
meno di grande coinvolgimento per le masse, e più chiara visione. Allo stesso modo è ridutti-
che molto spesso possono vivere il primo va una certa visione che vede affidata la parte
approccio ad un problema od una tematica cul- comunicativa del progetto di allestimento ad
turale proprio attraverso la visita ad una mostra una sorta di applicazione della grafica alla archi-
od un museo, anche grazie al largo effetto di tettura, senza nulla togliere all'importanza della
risonanza svolto attorno a questi eventi dagli grafica stessa, terreno di sperimentazioni
altri mezzi di comunicazione, che ne potenzia- importantissime e di fondamentali teorizzazioni
no l'efficacia anticipandone in parte i contenuti, sulla comunicazione visiva, cui questo studio è
creando così l'attesa, e contribuendo a pro- debitore.
trarne la memoria. Ogni esposizione nasce dalla fusione di diverse
Avendo coscienza del grosso ruolo culturale figure professionali, che tutte partecipano alla
svolto da questi eventi, bisogna quindi conside- costruzione dei significati ed alla loro comunica-
rare che l'allestimento partecipa alla costruzio- zione. Secondo quest'ottica l'allestimento deve
ne di questi fenomeni in maniera attiva e non, essere visto come vera e propria struttura
come talvolta appare, solo in fase di ultima con- semiotica dell'esposizione, nell'articolazione dei
cretizzazione. L'efficacia comunicativa di un'e- rapporti tra significanti e significati, e l'esposizio-
sposizione non dipende soltanto dal lavoro fon- ne quale la traduzione in evento comunicativo
damentale del curatore e quindi dall'ordina- di un tema.
mento, nei cui confronti l'allestimento non svol- I documenti e le testimonianze con i quali si
1 2
6
costruisce una mostra non possono condensa- La mostra è quindi un mezzo di comunicazione
re in sé e trasmettere tutti i significati di cui una che si avvale e si esplica attraverso la sintesi di
mostra vuole farsi portatrice, tutt'al più essi altri linguaggi: quello degli oggetti, quello dell'ar-
possono dialogare con il solo studioso, che può chitettura, quello scritto e verbale, quello
riconoscere in essi i valori contenuti. Nella audiovisivo, quello della teatralità : lo spazio
maggior parte dei casi sono le relazioni tra gli della mostra è quindi uno spazio scenico di tipo
oggetti, instaurate dal lavoro comune di curato- rivelatorio, al di fuori del quale la capacità
re e allestitore, che estraggono e selezionano i comunicativa degli oggetti sarebbe radicalmen-
significati e li combinano tra loro nella costru- te diversa.
zione del senso dell'esperienza espositiva. Nella tradizione museale del passato il rapporto
Allestire non è quindi solo un'operazione di tra l'oggetto, quasi sempre artistico, ed il visita-
accrochage, finalizzata a favorire la migliore e tore non era mediato da molti accorgimenti
più accattivante visione degli oggetti esposti, ma allestitivi, se non l'inquadramento temporale e
un'articolazione di essi su di un tessuto connet- la ricerca di una visione e di un'illuminazione
tivo in ragione di un dato messaggio. ottimali. Questo atteggiamento era dovuto al
Il significato degli oggetti cambia in funzione del fatto che l'oggetto artistico veniva individuato
modo in cui vengono collocati ed esposti; para- come unicum irripetibile ed emblematico, la cui
dossalmente sarebbe possibile realizzare due funzione era essenzialmente quella di trasmet-
mostre diverse utilizzando gli stessi documenti, tere le emozioni dall'artefice al fruitore: una
ma intessendo tra essi relazioni diverse e foca- specie di flash cognitivo ed emozionale, un hor-
lizzando l'attenzione su aspetti diversi: una col- tus conclusus relazionale tra l'artista, noto o
lezione di vasi attici, ad esempio, potrebbe ser- ignoto, ed il suo pubblico.
vire a comunicare un punto saliente dell'evolu- Questa pretesa idealistica è stata ampliata dalla
zione delle arti decorative o potrebbe essere volontà di accedere ai significati che stanno die-
usata per testimoniare abitudini di vita e miti tro le cose e che le collocano in un contesto
dell'antica Grecia, attraverso le immagini che vi culturale più ampio. Non è più l'oggetto espo-
sono raffigurate. sto ad essere un bene culturale unico di per sé,
In questo caso si costruisce un racconto nel ma lo è semmai il messaggio che trasmette
racconto: estrapolare la documentazione di un (per cui la riproduzione potrebbe essere anche
immagine vascolare è come raccontare al più importante dell'originale, perchè offre la
tempo stesso il racconto raffigurato originaria- possibilità di essere interpretata e manipolata).
mente ed il racconto di colui che fece il vaso. Si è passati da una visione statica ad una rela-
3- J. Dubout, caricatura delle esposizioni coloniali
3
zionale: nel caso dell'oggetto artistico, ad esem-
pio, perché l'artista possa trasmettere il proprio
vissuto secondo il suo assetto interno, è neces-
sario che l'oggetto esista; perché invece il frui-
tore comprenda questo messaggio è necessa-
rio che l'oggetto "appaia", in veste adeguata al
tempo dell'esposizione. Da qui scaturisce la
necessità dell'allestimento quale struttura
ostensivo-rivelatoria, in tal senso esibire significa
fornire di significato in senso didattico-comuni-
cazionale.
Questo meccanismo è ancora più evidente nel
caso in cui la mostra non sia incentrata su
oggetti la cui fruizione passa principalmente
attraverso il canale visivo: basta pensare ad
esposizioni a soggetto scientifico o tese alla
comunicazione di un tema di carattere pretta-
mente teorico. In tal caso l'oggetto necessita di
essere ridotto a segno per essere fruito, di
essere corredato di una serie di artifici, proget-
tati dall'allestitore, in grado di permetterne la
comprensione o addirittura di materializzarne
l'astrattezza.
XII Triennale, affermava che " un'esposizione del tema trattato, attraverso le testimonianze
non deve essere un libro squinternato per le degli oggetti esposti e le connessioni tra essi
pareti e le teche delle varie sale" 4, come invece indotte e supportate dall'allestimento.
spesso accade, con la sola aggiunta di una mag- Il sapere che ne deriva è di tipo diverso, rispet-
giore attenzione alla grafica. to a quello acquisito attraverso, ad esempio, il
Potrebbe essere legittimo chiedersi perché sce- libro: il sapere collegato alla carta stampata
gliere la mostra come canale di comunicazione implica logica, successione, storia, obiettività,
e preferirlo a canali di comunicazione di impat- valori che sono stati mutuati dalle prime esposi-
to più forte e immediato: da un certo punto di zioni museali; il mondo della visione cinestetica,
vista le informazioni che si possono dare attra- cui appartiene la mostra, tende invece a rag-
verso un documentario televisivo di trenta giungere i visitatori attraverso la sintesi, la con-
minuti sono forse più accessibili ed inequivoca- temporaneità, il racconto, l'immaginazione, la
bili di quelle ottenibili da un percorso espositi- gratifica immediata ed una rapida risposta emo-
vo di due ore. Ma ci sono delle caratteristiche tiva.
peculiari e non surrogabili che confermano la Un recente scritto di Frans Schouten5 , docente
validità di questo strumento di trasmissione di di Comunicazione Museale in Olanda, affronta
valori: la prima e la più ovvia è data dal con- in maniera analitica e scientifica lo studio delle
fronto con l'originale, tuttora di importanza modalità di apprendimento peculiari alle espo-
fondamentale sebbene ci si trovi nell'era della sizioni museali, sostenendo l'opportunità di
riproducibilità; la mostra inoltre, consentendo avvalersi delle più recenti scoperte degli studio-
un'esperienza diretta dei suoi materiali, induce si di pedagogia; in particolare si sofferma su
ad atteggiamenti di attenzione, valutazione, alcune acquisizioni sui meccanismi cerebrali: è
fascinazione, ad un processo di valorizzazione noto che l'emisfero sinistro del nostro cervello
delle fonti di qualsiasi forma di sapere. è deputato alle funzioni analitiche, mentre all'e-
L'esposizione persegue una modalità comunica- misfero destro è affidata la capacità di sintesi,
tiva sua propria, essendo un evento cui il visita- secondo l'autore è appunto a quest'ultima
tore partecipa, vedendo coinvolti e stimolati parte che si deve indirizzare il lavoro di curatori
tutti i suoi sensi dinamicamente. L'esposizione ed allestitori per accrescere l'efficacia delle
costituisce un'esperienza conoscitiva durante la esposizioni, luogo di accelerazione della comu-
quale in un tempo ben preciso e limitato, e che nicazione.
spesso non concede, come il libro, ritorni, lo Studi come questi sono piuttosto numerosi e
spettatore si costruisce un'immagine sintetica testimoniano la consapevolezza della necessità,
4- Esposizione Universale di Parigi, 1878. Pallone Aerostatico.
da parte dello studioso e dell'operatore nel quali, così come avviene nella mostra, il lettore
campo dell'allestimento, di assorbire il contribu- si può muovere liberamente, costruendosi dei
to di altre discipline, quali la pedagogia, la socio- canali privilegiati ed adeguando il messaggio,
logia, la scienza della comunicazione, al fine di che, seppure uguale per tutti, è intrinseco ai
progettare in maniera globale, partecipando a documenti, alle proprie personali aspettative.
tutti gli aspetti del fenomeno espositivo.
La cultura dell'allestimento si nutre quindi della
La mostra ha visto evolvere la sua struttura contaminazione tra le più diverse aree discipli-
logica da raccolta di cose in ordine cronologico, nari e tra le più diverse tecniche, anche quelle
che si proponevano nella loro oggettività al tradizionalmente estranee al mondo dell'archi-
riconoscimento da parte dello studioso, ad tettura, per istituire un nuovo rapporto tra
interpretazione degli stessi documenti, che di 4
volta in volta sono esposti secondo una lettura
legata ad un contesto culturale specifico.
Contemporaneamente a questa mutazione
concettuale corrisponde l'esigenza di vedere
l'allestimento quale il luogo concettuale della
mediazione comunicativa tra il sito, i materiali
da esporre ed il pubblico, di conseguenza l'alle-
stimento costituisce la logica temporale e spet-
tacolare del testo espositivo, ricorrendo a tutti
gli strumenti di comunicazione che la tecnologia
gli può mettere a disposizione. In questa lettura
lo spazio allestito è il luogo fisico che svolge il
ruolo di sintesi di una comunicazione tempora-
le multimediale.
L'attualità e quindi l'importanza di questo tipo
di comunicazione è evidenziata anche con la
similitudine a ciò che avviene in quelli che si
prefigurano come i mezzi di comunicazione che
caratterizzeranno il nostro immediato futuro,
quali ad esempio gli ipertesti multimediali, nei
10
architettura quale una delle forme di questa cul- Politecnico di Milano, ma un particolare ringra-
tura. ziamento va al Prof. Filippo Alison che mi ha
Di fondamentale importanza è stato il contribu- guidato con costanti e preziose indicazioni e
to del Prof. Domenico de Masi, che nell'intervi- che soprattutto mi ha trasmesso l'attenzione a
sta che segue mi ha aiutato ad individuare dei coniugare gli aspetti più intrinseci ed oggettuali
punti nodali delle questioni successivamente del progetto di architettura, e nello specifico di
trattate. questo studio del progetto di allestimento, con
E' doveroso inoltre ringraziare tutti coloro che aspetti e risvolti di carattere sociale e culturale,
con indicazioni e suggerimenti mi hanno assisti- ponendo al centro l'uomo come motore e
to nella conduzione di questo studio, a partire destinatario del nostro operare.
dai docenti del Dottorato di Ricerca in
Arredamento ed Architettura degli Interni del
5,6- Carlo Scarpa, studi di pannelli per le Gallerie dell' Accademia.
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Note:
1."Zum thema: Austellungen", saggio pubblicato nel 1928
sulla rivista Die Form.
2. N.Postman, Tecnopoly, Bollati Boringhieri, 1993.
3. A.Pica in R.Aloi, Esposizioni, 1961, pag.VI.
4.E.N.Rogers, in Casabella n.261, 1961.
5. Frans Schouten, Visitor Perception: the right approa-
chn in Exhibition design as an educational tool,
Reinwardt studies in Museology, n°1, Reinwardt
Academy, Leiden , Netherlands, 1983.
Conversazione con il Prof. Domenico de Masi.
Il ruolo dell'allestimento nello scenario contemporaneo dei fenomeni di comunicazione.
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La nostra società è caratterizzata da una sem- mentiamo la nostra esistenza sono oggi sette o
pre maggiore educazione e sensibilità ai valori otto:
visivi, conseguente anche alle modificazioni - in primo luogo l'intellettualizzazione, che signi-
introdotte dai moderni mezzi di comunicazione fica che noi esprimiamo sempre più noi stessi
che indubbiamente privilegiano l'immagine alla attraverso forme molto più intellettualizzate
parola. L'allestimento è una dimensione dell'ar- che in passato. Lo stesso tempo libero, prima
chitettura finalizzata alla comunicazione attra- fatto di lotte, battaglie sociali, oggi è fatto di
verso la visione diretta di immagini e cose e cinema, televisione, internet, ecc.; ancora di più
dove lo spazio allestito svolge appunto il ruolo il tempo di lavoro, prima si lavorava di più
di luogo di sintesi di una comunicazione multi- soprattutto con i bicipiti, mentre oggi tutti i
mediale. Si può ritenere che, proprio per que- lavori esecutivi, faticosi, nocivi, banali e ripetitivi
ste modalità di approccio, le esposizioni siano sono affidati alle macchine, per cui oggi c'è più
un luogo di diffusione e socializzazione della bisogno di intellettuali. Tra le attività cosiddette
cultura molto aderente alle necessità contem- intellettuali oggi si privilegiano quelle creative,
poranee? (G.C.) anziché la gioia di rivedere una cosa che già si
conosceva si preferisce la gioia di esplorare una
cosa nuova;
Innanzitutto io penso che ci siano stati due - un'altra dimensione emergente è quella dell'e-
mezzi di comunicazione, il cinema e la televisio- tica: chiediamo sempre maggiore affidabilità agli
ne, che hanno privilegiato l'immagine alla paro- altri, alle persone con cui siamo in relazione
la, ma oggi invece si va verso la multimedialità, come alle organizzazioni;
in cui la caratteristica è che nessuno dei mezzi - un'altra dimensione è l'estetica, dal momento
espressivi prevarica sull'altro, ma di volta in che la tecnologia ha quasi esaurito la sua forza,
volta prende la prevalenza quello più efficace nel senso che l'ha portata alle estreme conse-
allo scopo. Non c'è più una deterministica pre- guenze: un orologio è più preciso di quello che
valenza di uno sull'altro. ci serve, un aereo è più veloce di quanto ci
Il secondo punto è che per capire quanto le serve, ecc.. Da ciò deriva che l'importanza e la
mostre siano un luogo di diffusione e socializza- forza delle cose non è più data dalla pratica uti-
zione della cultura nella società contempora- lità, ma ogni cosa si carica pertanto di valori
nea, bisogna capire dove va la società contem- estetici;
poranea e quali sono le sue necessità. I valori - poi c'è la dimensione dell'emotività: la società
emergenti sui quali noi in qualche modo speri- industriale per duecento anni ha privilegiato la
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dimensione razionale, con l'illuminismo, la sotto uno dei nostri sensi, ad esempio la vista,
società postindustriale recupera l'emotività che non ci interessa necessariamente che cada
insieme alla razionalità da quel mix che è la anche sotto il palato e l'olfatto; la vista sta
creatività; diventando una specie di senso onnivoro
- un'altra dimensione importante è il recupero rispetto a tutti gli altri sensi. Per cui oggi si pos-
della femminizzazione, che non vuol dire sol- sono fare virtualmente cose che prima richie-
tanto vedere le donne al posto degli uomini nei devano necessariamente la compresenza fisica,
posti rilevanti, ma vuol dire il recupero di tutti ad esempio questa intervista la stiamo facendo
quei valori cosiddetti femminili che prima erano vicini, ma si poteva tranquillamente fare per
ritenuti deteriori, mentre oggi sono ritenuti telefono o per posta elettronica.
centrali nella società che li ha ampiamente Il problema è: una mostra può assumere questi
recuperati nella sua cultura; valori emergenti? Credo proprio di sì , tutti....l'e-
- un'altra dimensione è quella della soggettività, motività, ad esempio: le mostre per definizione
la società industriale era andata avanti molto danno molta forza all'emotività attraverso le
per grossi blocchi, per classi sociali, per movi- animazioni, l'interattività. Credo che una mostra
menti, istituzioni, mentre la società postindu- possa far propri i valori della società postindu-
striale restituisce importanza al singolo; striale, molto più di quello che avveniva nella
- un'altra dimensione importante è la destruttu- società industriale, caratterizzata da standardiz-
razione del tempo e dello spazio e quindi la zazione, specializzazione, concentrazione. Certo
non necessità di legarsi ad un luogo per vedere la mostra per definizione presuppone una con-
una determinata cosa, in questo senso già lo centrazione di oggetti e di personalità da vede-
spazio espositivo è un controsenso, oggi uno re e questo è un po' un controsenso oggi.
spazio espositivo dovrebbe esprimersi attraver- (D. de M.)
so collegamenti televisivi, radio, internet in col-
legamento diretto: come nel caso, ad esempio, Questo legame con l'originale, le testimonianze
della mostra del Perseo a Firenze che può esse- concrete, le fonti....
re vista completamente in Internet, vedendo in
progress il restauro della statua; ... la mostra multimediale oggi non lo rende più
- un'altra dimensione è la qualità della vita, cui così necessario. La gente si concentra a
diamo sempre più attenzione; Venezia a Palazzo Grassi poi anche per altri
- un'altra dimensione cui diamo sempre più valori, come il nomadismo culturale. La mostra
importanza è la virtualità: se una cosa cade è più un pretesto attrattivo, cui sono legati
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anche interessi economici. Per esempio per un verso l'immaginazione, la gratifica immediata,
autore che voglia mostrare tutta la sua produ- l'emotività, la suggestione?
zione non conviene più fare una mostra, ma
fare un CDRom o creare un sito su Internet. Abbiamo avuto un periodo preindustriale
molto basato sull'emotività, una fase prescienti-
La tendenza alla smaterializzazione legata all'uso fica in cui anche la medicina era fondamental-
dei nuovi strumenti dovrebbe quindi cambiare mente basata sulla magia. Poi con l'Illuminismo
il senso della mostra.... abbiamo avuto un forte impulso alla razionalità.
Credo che nella società postindustriale quello
Infatti la mostra per antonomasia è materializ- che sta andando avanti è proprio una sintesi
zata e quindi rispetto a questi aspetti è un po' forte di emotività e razionalità: un computer
arretrata. non può dare emozioni senza un atteggiamento
fortemente razionale con cui lo si manovri, e
Però oggi le mostre tendono a dare più impor- non può dare razionalità senza un impulso
tanza ai contenuti teorici che non alle testimo- emotivo. Le due cose vanno quindi molto più
nianze concrete presentate... insieme che non in passato, si sta verificando
una sintesi di emotività e razionalità. Questo
Sì , sono ormai delle monografie ad alto tasso comporta che io da una mostra voglio sì l'e-
di intellettualità, oppure l'occasione per una mozione, ma voglio anche essere accresciuto
revisione critica di un oggetto o per un lancio nella parte conoscitiva.
economico, come nel caso delle quattro
mostre recentemente tenute a Vienna, poi a Però la conoscenza avviene in maniera gratifi-
Parigi, Venezia e New York sulla Wiener cante dal punto di vista estetico ed emotivo...
Werkstatte, in cui sono stati presentati al gran-
de numero una serie di mobili. Questo perché la qualità della vita è migliore e
si cerca di ridurre la fatica per una determinata
Si può sostenere che il ruolo crescente della cosa: se ad esempio con l'interattività apprendo
dimensione estetica nell'attenzione del pubblico meglio non vedo perché non si dovrebbe
sia tale da modificare i meccanismi tradizionali usare; l'interattività scarica la fatica che dovreb-
della conoscenza, la logica, la successione, l'o- be fare l'osservatore su chi ha allestito la
biettività, l'approccio analitico, in favore di un mostra, che si accolla l'onere di organizzare le
approccio alla conoscenza più sintetico, attra- cose in maniera che il visitatore faccia meno
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fatica. La mostra oggi è in concorrenza con che lo interessano e quelle che invece non lo
tante altre cose piacevoli, per cui se non si interessano.
rende piacevole a sua volta, la gente non ci va. La mostra richiede da parte di chi la allestisce
La mostra è un bell'esempio di ibridazione del una fatica enorme: l'individuazione di un per-
tempo libero con quello di lavoro, sono sem- corso logico con delle sue giustificazioni, che
pre più le attività in cui non c'è una netta spesso esclude altri percorsi ed altre giustifica-
distinzione tra tempo di lavoro e tempo libero. zioni; diviene un percorso critico, talvolta un
Quella struttura scissa, forte, che era tipica della urlo, una prepotenza, per cui si esclude un
società industriale, tra tempo della fabbrica e autore piuttosto che un altro, dando luogo poi
tempo libero, oggi è abbastanza superata. La a critiche, a un dibattito, anche ad una messa in
mostra consente una sorta di lavoro moderno, scena; perché una caratteristica della mostra è
quello che io definisco ozio creativo, che è pro- la sua breve durata per cui uno l'ha vista o non
duzione e accrescimento al tempo stesso. l'ha vista. Resta solo il catalogo, che è una sorta
di vademecum anche ostentativo, che non un
L'allestimento contemporaneo si sforza di tra- supporto vero e proprio per coloro che visita-
durre le potenzialità di questo approccio alla no la mostra.
conoscenza in un assetto spaziale, esperibile Quindi la mostra ha vari motivi per essere più
esteticamente. La maggiore attenzione riservata appetibile di un museo, che sta lì e ci si può
da parte del pubblico alle mostre rispetto ai sempre andare. Io visito molti musei in tutto il
musei, al di là della maggiore attualità dei temi mondo, ma il museo più vicino a casa mia non
trattati, è secondo lei condizionata anche da un l'ho mai visto.
diverso atteggiamento allestitivo?
Indubbiamente il carattere effimero delle
Non c'è il minimo dubbio. Il museo è un mostre gioca a loro vantaggio, anche in questo
magazzino, un ripostiglio prestigioso ma sempre senso, inducendo ad una necessità di andare a
un ripostiglio, dove le cose sono accatastate visitarle perché non si ripresenta più l'occasione
senza nessi logici se non superficialissimi, come e contemporaneamente giustifica da parte degli
quello cronologico o quello delle dimensioni, allestitori degli atteggiamenti più forti.
per cui una statua grossa va in una sala grossa
ed una piccola in una stanza piccola. Il lavoro di Si dovrebbero allestire i musei come se fossero
interpretazione sta tutto al visitatore che si mostre, taluni musei monografici, come il
deve costruire il percorso scegliendo le cose Museo Picasso, divengono delle mostre.
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...anche perché nascono molti musei su temi equestre; perché le emozioni che da un museo
nuovi, ad esempio la scienza o la tecnica, che dovrebbero essere prese gratuitamente?
non hanno più il legame con l'oggetto, così Quindi si immette il museo nel circolo del
come avveniva per l'opera d'arte per cui basta- marketing, il museo deve capire qual è il suo
va semplicemente mettere, secondo una visio- pubblico naturale e deve saperlo attrarre. Tutto
ne oggi superata, il visitatore in contatto con la questo ha una sua logica perché se si attrae di
testimonianza per poi lasciare che il rapporto più si fanno più soldi e i soldi servono per la
nasca semplicemente tra loro, ma sono musei conservazione. Inoltre il museo ha una funzione
dove è fondamentale comunicare delle idee, pedagogica che gli è assegnata dallo stato e
dei processi logici, teorici, per cui una necessità deve svolgerla, in primo luogo attirando il tar-
più sentita è proprio quella di una più attenta get che si è imposto. Se un museo è soprattut-
comunicazione. to diretto agli stranieri, oppure ai giovani del
Le strutture museali stanno comunque cercan- liceo classico quel target va raggiunto. Prima nel
do di modificare le proprie strutture allestitive museo ci andava solo lo specialista studioso od
per indurre il pubblico, oggi quanto mai etero- il borghese che voleva far vedere di sapere più
geneo, a passare da un atteggiamento contem- di quello che sapeva. Oggi c'è una grande
plativo ad uno più partecipativo. Ciò è collega- massa di persone acculturate, più preparate a
to al fatto che il museo oggi tende a valorizzare gustare un'opera e che però vuole di più, anche
il suo ruolo di luogo di trasmissione dei beni in termini di comfort. Il museo è chiamato ad
culturali, le conoscenze, piuttosto che di con- addolcire i difetti che derivano dalla sua stessa
servazione dei beni materiali, le testimonianze? natura di magazzino, dove le cose sono spaesa-
E' questo che caratterizza l'idea contemporanea te.
di museo ed in che misura tende a trasformare
il suo ruolo nella società? Il rapporto con la tecnologia è importantissimo
sia perché ovviamente essa consente di avere
Io credo che alla base ci sia soprattutto un strumenti sempre più sofisticati che aumentano
motivo economico, i musei costano molto e gli l'efficacia della comunicazione e le possibilità di
si assegna anche un ruolo di restituzione: un interazione con il pubblico, sia perché è essa
bene culturale è un fatto da fruire, da delle stessa oggetto di molte mostre e musei nascen-
emozioni, ma le emozioni oggi costano e si ti. L'aspetto più interessante sembra essere la
paga per comprare emozioni quando si va al capacità dell'allestimento di metabolizzare l'ap-
cinema o si legge un romanzo o si va al circo porto della tecnologia in un' esperienza comun-
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que di carattere estetico, creando un linguaggio va. Pensiamo a Bob Wilson che quando deve
a base tecnologica, ma a vertice estetico. fare una mostra impiega mesi per allestirla, per-
Questo legame tra tecnologia ed estetica ai fini ché alla fine l'allestimento è la mostra. Si posso-
della comunicazione in che misura deriva da un no poi fare delle cose splendide a Castel
rapporto più ampio tra questi due poli che dell'Ovo, come in una sede ad hoc come il
caratterizza la nostra cultura? Beaubourg. In questi giorni del Summit sulle
Comunicazioni a Castel dell'Ovo Renzo Piano
McLuhan sosteneva che il mezzo è il messaggio, ci ha mostrato che è un Beaubourg pensato da
un mezzo tecnologico è esso stesso portatore uno che non pensava di farci delle mostre e dei
di valori ed espressioni e quindi è ovvio che se congressi. Decontestualizzi ed hai un nuovo
io faccio un museo a bassissima tenuta tecnolo- spazio, è la capacità dei mezzi più attuali ado-
gica ho espresso dei valori, ad esempio voglio perati nell'allestimento.
creare una conformità estetica tra l'esposizione
di oggetti di uso contadino con una primitività Nell'allestimento il rapporto tra architetto alle-
delle strutture allestitive. Delle volte si vuole stitore, opera e destinatari, è sede di equilibri
creare una simmetria tra quello che si mostra e complessi. In che misura lei crede che la pre-
come lo si mostra, delle volte sembra un con- senza della creatività individuale, chiaramente
trosenso mostrare degli oggetti con grossa leggibile, sia di ostacolo o invece di aiuto rispet-
enfasi mediologica, delle volte invece l'oggetto to alle necessità di essere a servizio dell'opera?
si presta ad essere ipermostrato, come la stessa La presenza evidente dell'autore indubbiamen-
scienza che ha una sua vistosità , come nel te serve anche a creare un effetto di risonanza
Museo dell'Elettricità a Roma. attorno all'evento-mostra, ma ai fini della
comunicazione la presenza del designer come
Oggi c'è un uso della tecnologia ai fini dell'este- dovrebbe manifestarsi?
tica. La tecnologia è divenuta strumento di una
serie di forme di espressione artistica, tanto che Ci può essere il caso in cui le cose che si
si pone il problema di adeguare i luoghi dell'e- mostrano sono più deboli del designer che le
sposizione per ospitare queste nuove forme di mostra. La mostra sulla Montecatini di
produzione artistica... Castiglioni del 1964 resterà più famosa per chi
l'ha mostrata che non per gli oggetti che sono
Sì , c'è però un numero bassissimo di persone stati mostrati. In questo modo l'industria paga il
che ha preso atto di questa situazione innovati- prezzo di volere essere ridondante e di rivol-
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gersi a qualcuno che strumentalizza l'occasione tradire la propria funzione che è ancillare nei
per farne un'opera propria. C'è il caso in cui il confronti dell'opera, così come in un'opera liri-
designer è sufficientemente umile da mettersi a ca l'orchestra è ancillare nei confronti dei can-
servizio dell'oggetto mostrato. E' ovvio che tanti: mentre in un'opera sinfonica l'orchestra è
questo avviene più frequentemente nel caso di tutto, in un'opera lirica è una parte, insieme ai
una mostra d'arte che non in una mostra sui cantanti, alla scenografia ed alla regia, allora è
prodotti petroliferi che necessitano maggior- molto più difficile dirigere l'orchestra. Se non
mente di una figura come Castiglioni, che però c'è equilibrio tra le parti nasce uno squilibrio
fa sì che tra gli addetti ai lavori questa mostra che è sintomo di un delirio di onnipotenza del
resti celebre non per le cose che furono design che vediamo continuamente.
mostrate, ma per come furono mostrate.
Probabilmente occorrerebbe che il designer si Questo oggi succede anche per una crisi del-
mettesse totalmente a disposizione dell'osser- l'architettura che tende a diventare allestimen-
vatore per fare tre o quattro cose: che ci vada- to, anche l'architettura tende a sottolineare di
no quanti più spettatori è possibile, di quel più l' esigenza di essere comunicata...
determinato target, che siano messi nella con-
dizione di capire il più possibile le cose che Sì , anche se ci sono sempre state nella storia
vedono, di ricordarle ed amarle il più possibile architetture che hanno prevaricato sui loro
o di odiarle, se la mostra per esempio è una contenuti, come il Palazzo di Giustizia a Roma
mostra sulla violenza. Credo che i designer o come in tutte le volte in cui il voler dire pre-
dovrebbero avere un atteggiamento molto vale sulla utilità, anche in certe forme di mini-
umile e la grandezza consisterebbe nel modo di malismo esasperato.
esercitare questa umiltà. Mi piace molto l'alle-
stimento di Scarpa a Castelvecchio però credo Talvolta il rapporto tra il valore dell'azione
che alla fine uno ricordi più l'allestimento che le comunicativa tende a prevalere sui contenuti
opere. La stessa cosa ha fatto Wright al della comunicazione stessa...
Guggheneim, è chiaro che ha fatto un'opera
straordinaria, ma quando si va a vedere una L'architetto che fa un allestimento dovrebbe
mostra si è più attratti dal contesto architetto- capire molto bene prima gli scopi dell'operazio-
nico. ne, fare un'azione di marketing, per riuscire a
Talvolta l'allestimento è solo un'occasione per il trasmettere le emozioni di cui abbiamo detto
designer di mostrare sé stesso, ma questo è un prima. L'allestimento si esprime col linguaggio
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b - Il progetto di allestimento come struttura semiotica:
la mostra "Architettura, misura dell'uomo".
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umano) o i limiti delle nostre capacità fisiche alla Caprarola ed alla "promenade architectura-
(gli stessi sedili di Aalto in rapporto alla figura di le" della Ville Savoy, sottolinea i valori espressivi
donna che salta un ostacolo). Il visitatore, muo- dell'architettura nell'unità spazio-tempo. E' que-
vendosi liberamente, diventa l'elemento attiva- sto un esempio quindi di allestimento come
tore del racconto della mostra, accostando le luogo in cui la comunicazione si attua tramite la
immagini e cogliendo le interpretazioni suggeri- percezione cinetica di uno spazio animato da
te dagli allestitori: ad esempio la sequenza che, immagini, non tanto significanti singolarmente,
partendo dal pannello a pavimento con la ma grazie al loro confronto: ogni immagine è
rampa della Harvard University di Gropius, sale una parola di questo racconto ed il loro rap-
attraverso l'immagine del giocatore di golf, fino porto visivo e spaziale ne costituisce la sintassi.
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c - Le strutture espositive quali strumento per materializzare l'astrattezza.
C. Eames : la mostra "Mathematica", 1961.
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comunicato con altri mezzi che ne trasmettono materia da esporre, così come Eames ha sem-
la logica, ma non la sottile e intrinseca eleganza. pre fatto in tutte le mostre che ha curato, tra-
Questo progetto è un esempio di come l'alle- sferendo in esse tutta l'esperienza accumulata
stimento possa svolgere non solo il ruolo di nel campo della comunicazione preparando
supporto nella lettura di materiale documenta- materiale documentario, filmati modelli, da pre-
rio, ma anche di materializzazione e comunica- sentare in mostre o conferenze, anticipando di
zione in forme tridimensionali od immagini di alcuni decenni un approccio al lavoro oggi favo-
concetti astratti e quindi di costruzione degli rito dai moderni mezzi di comunicazione e da
stessi documenti oggetto della comunicazione. una concezione contemporanea di produttività
Ovviamente un tale approccio richiede che l'al- dove lavoro ed idee sono "in corso" insieme.
lestitore entri profondamente nel merito della
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d - La comunicazione attraverso la percezione spaziale: il labirinto Montecatini.
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In un noto saggio sull'allestimento italiano tra le una poesia: momento lirico. L'architetto aveva
due guerre 1 , Marcello Fagiolo definisce l'archi- risolto così con i suoi mezzi una vecchia idea
tetto-allestitore quale "tecnico delle costruzioni futurista che poi era divenuta un tema domi-
mentali, in grado di organizzare lo spazio psico- nante delle avanguardie europee: Noi porremo
logico della visione e talvolta di intuire i mecca- lo spettatore al centro del quadro".
nismi e gli stimoli dell'attenzione, catturando
l'osservatore con la tecnica della sorpresa, che
prosegue la tradizione della meraviglia barocca
costruita a colpi di scena".
Questa visione dell'attività dell'architetto allesti-
tore gli attribuisce anche la capacita di sussume- 23
re in uno spazio un messaggio, attraverso la
modulazione delle sue qualità proprie, la pro-
porzione, la luce, il ritmo.
Ciò è propio quanto hanno fatto Marcello
Nizzoli ed Edoardo Persico nel Salone della
Vittoria alla Triennale del 1936. Non è lo spa-
zio tradizionale di una mostra, dove si presen-
tano degli oggetti, ma uno spazio-idea, che
deve suscitare nel visitatore la suggestione volu-
ta, attraverso non la sua contemplazione, ma la
sua fruizione cinestetica, dai disegni preparatori
è infatti evidente la volontà di non realizzare
semplicemente uno spazio scultoreo e monu-
mentale, ma uno spazio che includesse l'uomo,
il quale per quanto annichilito e suggestionato
dai valori scultorei e dalla monumentalità, da
significato e senso alla stessa spazialità con la
sua presenza.
A proposito di esso scriveva il contemporaneo
Giolli2: "Entrando si è presi da un atmosfera
inattesa, come se si entrasse in un quadro, o in
24- M. Nizzoli, G. Palanti, E. Persico, VI Triennale, 1936.
Bozzetto del progetto vincitore per il Salone d'Onore.
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Note:
1- Marcello Fagiolo, Genesi di un linguaggio. L'astrazione
magica di Albini e la "via italiana" al design ed alle esposi-
zioni.
2- R.Giolli, VI Triennale di Milano. La Sala Della Vittoria,
in Casabella, 1936, n.102-103.
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1- Portato comunicativo dell'allestimento
e portati comunicativi dell'architettura e del design.
1.1 Centralità della funzione cominicativa nell'allestimento.
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L'importanza sempre crescente che la comuni- comunicati sono stati compiuti negli ultimi cin-
cazione assume nella nostra epoca si riflette su quanta anni numerosi e notissimi studi, con
tutti gli aspetti della vita contemporanea e non approcci ed esiti spesso molto distanti, che
solo su quelle aree ad essa più strettamente vanno dalla analisi sociologica del fenomeno
collegate, come, in ambito architettonico sono artistico condotta da A.Hauser nella sua "Storia
l'allestimento e la museografia, che sono pro- sociale dell'arte"1 , che lega indissolubilmente
priamente destinate alla comunicazione dei l'interpretazione del fenomeno estetico alla
valori e dei contenuti insiti nelle cose da espor- società che lo produce, agli studi iconologici di
re, ma anche su quelle aree che finora si erano E.Gombrich o di E.Panofsky2 , che contrappon-
focalizzate sull'oggetto nella sua concretezza gono il soggetto dell'opera a quelli che sono i
quale risultato dell'attività operativa e quindi suoi contenuti formali, alle teorie purovisibiliste
quale fine ultimo e sostegno dello sforzo creati- di Fiedler3 , che sottolineano la specificità del
vo, come l'architettura ed il design. contenuto dell'opera d'arte non esprimibile con
E' fondamentale sottolineare che vi è una com- altro linguaggio che quello estetico, seguite
ponente di comunicazione in ogni tipo di dallo strutturalismo, che attraverso gli studi di
manufatto architettonico, a qualsiasi scala, ma Eco4, De Saussure5, portò all'elaborazione di
mentre l'architettura ed il design comunicano alcune metodologie per la verifica semiotica del
contenuti propri con un codice proprio, l'allesti- fatto architettonico, individuando dei contenuti
mento comunica con un codice compositivo specifici ed un sistema di segni attraverso i quali
contenuti eterogenei, legati di volta in volta agli essi venivano veicolati.
argomenti che trattano le esposizioni. In anni più recenti, poi, sono stati forniti interes-
Il legame tra architettura e comunicazione non santi contributi dall'analisi dei segni architettoni-
è una problematica recente, poiché sempre ci condotta negli Stati Uniti da Kevin Linch6,
l'architettura è stata ritenuta, quale forma di Robert Venturi7, Denise Scott Brown, che in
espressione estetica, portatrice di significati e da opposizione al più rigido strutturalismo euro-
sempre è stata utilizzata per trasmettere dei peo indagano la dimensione della comunicazio-
valori, così come nell'indagine storica è stata ne di massa del fenomeno architettonico.
analizzata per riconoscere contenuti culturali Anche le più recenti teorie della progettazione
propri delle epoche e degli autori che l'hanno legate al neoclassicismo postmoderno, nel
prodotta. recuperare il valore al di là della storia di alcuni
Circa il rapporto tra l'architettura ed i suoi con- elementi basilari dell'architettura, sottolineano
tenuti e le modalità in cui questi ultimi vengono la capacità di costruire un codice basato appun-
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to sulla capacità di questi elementi di costruire geneo rispetto alla sua natura, legato al tema da
una rete di presenze comunicative e significati- trattare, che costituisce contemporaneamente
ve, recuperandone la dimensione comunicativa una condizione di necessità che giustifica il pro-
all'interno del tessuto urbano. In tutti questi getto, ma anche un elemento strumentale di
atteggiamenti diversi rispetto al problema della libertà espressiva e creativa, poiché il progetto
comunicazione nell'architettura, da quelli più non può prescindere da esso, ma in suo nome
aperti a cogliere condizionamenti di carattere può sperimentare le vie più diverse della
socioculturale più ampio a quelli più rigorosa- conformazione spaziale, giungendo anche legit-
mente chiusi nello specifico disciplinare archi- timamente a superare il confine della realtà
tettonico, resta comunque chiara la priorità dello spazio e della consistenza materica verso
conformativa e spaziale del fare architettura, una virtualità che può talvolta essere più effica-
legata alla necessità di obbedire ad esigenze di ce ai fini della comunicazione. Abbiamo già
carattere funzionale, dove al termine funzione visto che il buon allestimento non travalica i
sono state date in tempi diversi interpretazioni contenuti e non è indifferente ai destinatari
più o meno estese, da una rigida interpretazio- della mostra, ma svolge nei loro confronti una
ne efficientistica del termine, a quella, più con- funzione ancillare, per quanto dotato di auto-
temporanea, estesa a cogliere parametri di nomia espressiva propria e per quanto possa
ordine culturale e psicologico. Ad ogni modo il essere legittimamente legato ad una particolare
senso dell'architettura ruota attorno alla sua poetica od un particolare atteggiamento cultu-
spazialità abitabile, dove il termine "abitare" è rale.Nell'allestimento si materializza una partico-
inteso in senso heideggeriano, quale estensione lare declinazione del rapporto forma-funzione,
della vita mentale dell'uomo nel suo spazio, che dove la funzione cui è destinato lo spazio alle-
così diventa proprio. L'allestimento è una stito non è senz'altro quella dell'abitabilità, e
dimensione particolare dell'architettura e come nemmeno semplicemente la capacità di conte-
tale ad esso appartengono tutte le considera- nere le cose da esporre e di renderle visibili nel
zioni relative alla spazialità architettonica ed alla modo migliore possibile, ma è piuttosto la
sua capacità di trasmettere significati che sono capacità di formulare e di trasmettere un mes-
sia prettamente estetici o spaziali, che legati al saggio, intesa non in modo meramente efficien-
contesto socioculturale di cui sono espressione. tistico, ma comprensivo di tutte le complicazio-
Ma oltre questi aspetti che sono comuni all'ar- ni culturali derivanti dal fatto peculiare che que-
chitettura ed al design, l'allestimento trova fon- sta comunicazione si esplica fondamentalmente
damento in altro da sé, in un contenuto etero- sul piano estetico e spaziale.
1.2- Il ruolo della comunicazione nella cultura architettonica contemporanea.
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Allo stesso modo i disegni di Leon Krier sono della necessità di un recupero del rapporto con
l'unica materializzazione possibile di una città la tradizione storica che costituisce le nostre
ideale, quale la sua Atlantis rappresenta, capace fondamenta culturali.
di cancellare quelli che egli ritiene i misfatti di Negli Stati Uniti, invece, il Postmodern, si mani-
oltre mezzo secolo di International Style in una festa in maniera molto diversa, sia per l'assenza
sorta di ricostruzione poetica e mitica della di un rapporto reale e non virtuale con il passa-
società antica, socialmente armoniosa, estetica- to, sia perché questa fase della produzione
mente perfetta, posta in evidente continuità architettonica è stata protagonista, al contrario
con la tradizione storica europea. che in Europa, di un momento di grande fecon-
Questi esempi, citati sinora, sono comunque dità operativa, facendosi immagine di una serie
espressioni colte della necessità avvertita dalla di grosse operazioni commerciali, dove appun-
cultura europea di trasformare un momento di to il ruolo della comunicatività e della risonanza
crisi dell'operatività in un necessario ripensa- assumono un'importanza rilevante.
mento sui modi e le teorie del disegno archi- Il discorso dell'architettura di "facciata" ha avuto
tettonico e urbano degli ultimi cinquanta anni e lì un senso del tutto diverso da quello che può
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27- Security Marine Bank, Wisconsin, 1971.
28- Un immagine del paesaggio urbano di Las Vegas.
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1.3- Il design nella fase postindustriale: prodotto e/o messaggio.
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Così come per l'architettura, anche per il desi- cultura, tali da portare a concezioni radicalmen-
gn, le trasformazioni indotte dal passaggio della te diverse del senso stesso dell'oggetto di desi-
nostra cultura alla fase cosiddetta postindustria- gn e, soprattutto, ognuno di questi cambiamen-
le, hanno rappresentato un'importanza sempre ti non può essere considerato indipendente-
maggiore ricoperta dall'istanza della comunica- mente dagli altri.
zione rispetto alle altre componenti che con- Il maggiore ruolo svolto dalla componente
fluiscono alla definizione completa dell'oggetto: comunicazione nell'ambito della definizione di
il progetto, la produzione ed il consumo9. E' un progetto di design ha un rapporto che è
oggi possibile osservare una variazione nei rap- insieme di causa ed effetto con alcuni aspetti
porti reciproci tra queste componenti e nel che contraddistinguono il nostro contesto cul-
ruolo che ciascuna svolge all'interno della glo- turale. In primo luogo il pluralismo, la poliedri-
balità del progetto. Caduto il feticismo del pro- cità di valori semantici atta ad accontentare una
getto quale unica sede in cui si prevedevano e grande varietà di esigenze e di gusto, fenome-
risolvevano tutte le problematiche relative alla no che contraddistingue il design piuttosto che
realizzazione di un prodotto e superate tutte le l'architettura, dove si esercita un maggiore indi-
barriere tecniche relative alla produzione, l'og- vidualismo sia da parte dei progettisti che da
getto di design ha bisogno di investire maggior- parte dei consumatori, i quali ultimi vedono il
mente sulla propria immagine e sulla comunica- campo degli oggetti d'arredo come una sfera in
zione dei valori ad essa collegati per raggiunge- cui costruirsi un mondo a parte, isolato e
re la sfera del consumo. distante da quello della collettività, in cui eserci-
Il campo del design si presta maggiormente, tare liberamente il proprio gusto e cercare in
rispetto all'architettura, ad osservare i cambia- tal modo anche un'evasione dal reale.
menti indotti sulle modalità di progettazione e Indubbiamente l'avanzatissima capacità da parte
di produzione dalle trasformazioni generali che del mondo della produzione di soddisfare facil-
investono la cultura di un dato momento: esso mente qualsiasi richiesta prestazionale fa sì che,
è infatti un settore per sua natura più stretta- date queste per scontate, gli oggetti vengano
mente legato alla "forza delle cose", ai cambia- scelti in base piuttosto alla loro immagine este-
menti che intervengono nella società, tali da tica: abbiamo già osservato come la crescente
modificare gli atteggiamenti degli utenti finali, a importanza data al fattore estetico sia una
quelli che intervengono nel campo delle tecno- caratteristica della cultura contemporanea, che
logie, tali da condizionare le modalità produtti- ha pertanto superato una visione riduttiva del
ve, a quelli più profondi che intervengono nella parametro della funzionalità, inglobando in essa
31,32- F.Alison, pannelli realizzati per una mostra sugli arredi di
F.Ll.Wright, New York, 1989.
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fattori psicologici, culturali e, appunto, estetici. gli oggetti e non identificandosi affatto con il
ciò ha comportato anche un superamento, per know-how posto alla base dei suoi prodotti,
dirla con Vattimo, del valore del nuovo assolu- ma esclusivamente con l'immagine di cui sono
to, ed una maggiore attenzione ad esplorare e portatori.
far propri valori provenienti da un passato più A tal punto si ci pone l'interrogativo se sia più
o meno recente ed ancora significativi ed attua- importante il prodotto od il messaggio, se un
li. messaggio "utile" giustifichi un prodotto "inutile"
D'altro canto, però, il prevalere della comunica- o viceversa, soprattutto considerando l'enorme
zione su altri aspetti ha come conseguenza una mole di prodotti che le aziende emanano in
necessità da parte dei progettisti e delle azien- occasione dei grossi eventi fieristici o per farne
de ad indurre attraverso l'immagine il bisogno circolare l'immagine sui canali editoriali, già
di ciò che propongono, che in genere non sca- sapendo in partenza di non fondare su questi
turisce da una domanda, ma necessita di crearla oggetti di vita breve la sussistenza della propria
attraverso la promozione. Ci sono alcune struttura produttiva.
aziende, è il caso di Driade, ad esempio, che Il bene della vera utilità, che risiede nella con-
fanno dell'attività promozionale il perno della temporanea sostanzialità del messaggio e del
loro attività , demandando ad altre aziende prodotto nei suoi connotati formali e funzionali,
esterne il compito di produrre materialmente sembra essere offuscato dalla ridondanza di
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fenomeni di design che sono di mera "comuni- terno, anche se essa comunque riesce a tra-
cazione". Un oggetto dovrebbe essere pensato smettere attraverso l'uso i propri valori.
per il suo uso, il che non significa riduttivamen- L'allestimento invece tende ad evidenziare i
te privilegiare la funzione, ma coniugare la processi culturali che soggiacciono alla sua rico-
conformazione all'uso che si propone, rispon- struzione in modo da suscitare nuove consape-
dendo a bisogni culturali, di carattere comples- volezze.
so e reali. Quando invece un oggetto è pensa- Nell'allestimento di una mostra di design, per-
to solo come strumento per trasmettere un'im- tanto, convivono la consistenza concreta degli
magine, allora, per quanto forte è il suo impat- oggetti da esporre ed un'immagine astratta
to, è solo un'icona che "consuma", per dirla con della comunicazione, che è lo strumento attra-
Dorfles, molto velocemente il suo portato verso il quale si indagano aspetti e contenuti
informativo e di novità. soggiacenti agli oggetti stessi.
La chiarezza comunicativa di un progetto di
design rende riconoscibili nella conformazione i
contenuti metaprogettuali ed il messaggio cul-
turale connesso. La differenza tra come ciò
venga comunicato nel design e nell'allestimento
si può rilevare proprio osservando una mostra
di design.
Gli oggetti comunicano sé stessi attraverso la Note:
propria conformazione, ma soprattutto attra- 1- Arnold Hauser, Social History of Art, Londra 1951.
verso l'uso, ed è per questo che trasmettere i 2- E.Panofsky, Idea. Contributo alla storia dell'estetica, La
valori di un oggetto significa soprattutto ripro- Nuova Italia, Firenze, 1952.
3- K.Fiedler, Sull'origine dell'attività artistica.
porlo all'uso. L'allestimento tende a rendere
4- U.Eco, La struttura assente, Bompiani, Milano, 1968.
leggibili al pubblico i contenuti metaprogettuali 5- F.De Saussure, Corso di linguistica generale, Laterza,
presenti in quegli oggetti ed a renderne espliciti Bari, 1967.
i valori anche a chi non li conosce e conden- 6- Kevin Linch, L'immagine della città , Marsilio, Padova,
sando nel breve spazio temporale di una 1964.
7- Robert Venturi, Complexity and contraddiction in
mostra l'esperienza negata dell'uso. Non neces-
architecture, New York, 1966.
sariamente l'uso di una poltroncina di Wright, 8- Gillo Dorfles, Simbolo, Comunicazione, Consumo,
per esempio, presuppone la conoscenza dei 1962.
processi culturali che vi sono condensati all'in- 9- Renato De Fusco, Storia del Design, Laterza.
2- Interpretazione, Oggettività e Soggettività.
2.1- Processo interpretativo del messaggio connesso alla mostra.
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La prima fase di un progetto di allestimento si Anche il tema su cui verte la mostra consente
fonda sempre su una necessaria interpretazione vari gradi di libertà ai processi di interpretazio-
del messaggio da comunicare, del ruolo e dei ne: a seconda che la mostra sia una semplice
valori insiti agli oggetti da esporre. Le testimo- presentazione di oggetti nelle loro caratteristi-
nianze di cui si sostanzia una mostra non sono che materiali, oppure si ponga l'obiettivo di
suscettibili di un'interpretazione univoca, ma trattare un tema astratto, in quest'ultimo caso il
risentono di una serie complessa di influenze, grado di soggettività è massimo, poichè è l'alle-
che derivano dalle scelte compiute sia dal cura- stimento stesso che costituisce il "significante",
tore che dall'architetto allestitore, e che poi rimandando al "significato", attraverso meccani-
hanno effetti diversi sul pubblico, costituito da smi più o meno allusivi e simbolici.
individui distinti l'uno dall'altro per motivazioni,
interessi e referenti culturali. La necessità ed ineluttabilità di questo proces-
Come abbiamo già detto il tipo di comunica- so di attribuzione di senso è tanto più ovvia
zione perseguibile attraverso il medium-mostra quanto più si considera la non oggettività del
è peculiare in quanto la visita ad un'esposizione messaggio connesso a qualsivoglia bene cultura-
rappresenta un evento, un esperienza conosci- le, opera d'arte od anche merce oggetto di
tiva che coinvolge tutti i sensi del visitatore, scambio.
richiedendogli non solo attenzione ed analisi, E' chiaro ormai, attraverso l'analisi dell'evoluzio-
ma anche stimolandone l'immaginazione. ne del pensiero dialettico novecentesco, che si
Ogni oggetto, immagine, scritta, interagisce con fa luce una tendenza dissolutiva del concetto di
le aspettative ed il background del visitatore, oggettività, che lo schema dialettico ereditato
che pertanto, al di là di una tensione all'univer- dal pensiero hegeliano non riesce più a control-
salità del messaggio perseguita da chi allestisce lare. Si apre l'analisi del riappropriarsi delle con-
la mostra, attribuisce ad essi un'interesse ed un dizioni di possibilità, di ciò che sta alle spalle
significato soggettivi. Una successione di input dell'ovvio-obiettivo e che lo determina come
colpisce il visitatore durante il percorso, e tanto tale. Lasciandosi alle spalle la logica della diffe-
più il percorso è libero, tanto più complesso renza, il pensiero cosiddetto debole prosegue
diviene il fenomeno dell'interpretazione, poichè con una logica inscritta nella situazione aderen-
ad una trama del discorso imbastita dall'allesti- te ai nostri orizzonti storico-culturali. Secondo
tore si sovrappongono le infinite linee seguite questa visione l'essere non è, piuttosto accade,
dai singoli visitatori o da gruppi di essi accomu- è , per dirla con Vattimo, tras-missione, invio. Il
nati da un approccio omogeneo. mondo si esperisce in orizzonti che sono
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l'interpretazione.
Il fenomeno delle esposizioni, visto come uno
dei luoghi di scambio di informazioni più vitale
ed aderente ai tempi, non è immune da questo
meccanismo ed è necessario che se ne tenga
conto dal momento della prima ideazione di un
allestimento sino alla stesura dell'ultima didasca-
lia.
Il processo selettivo ed interpretativo dei docu-
menti in base ai quali si costruisce una mostra
quegli allestimenti poco protagonisti, che pur
non è racchiuso esclusivamente nel lavoro a
essendo
34 protesi ostensive, come ogni protesi
priori del curatore o del comitato scientifico, e
non risente quindi solo della politica culturale di
queste figure.
Ogni gesto dell'architetto allestitore, in maniera
più o meno lampante a seconda di quanto sia
visibile l'allestimento stesso, contribuisce all'at-
tribuzione di importanza e di significato ai sin-
goli documenti ed alla tessitura del filo logico o
emozionale che li collega e che costituisce la
narrazione connessa a qualsiasi mostra, da quel-
la di carattere più spiccatamente culturale a
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quella di carattere meramente merceologico.
Il riconoscimento di questi significati avviene
sempre in un punto mediano del piano che
congiunge le intenzioni programmatiche degli
organizzatori, le scelte poetiche dell'architetto
allestitore e le aspettative del visitatore.
In qualsiasi punto di questo piano si può con-
cretizzare un allestimento esemplare per effica-
cia comunicativa. Anche se una posizione critica
piuttosto diffusa tende a valutare positivamente
36- La statua di Cangrande della Scala vista dal cortile.
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ben fatta, risultino invisibili, è altrettanto legitti- particolare tra i diversi di cui ogni opera può
mo il caso in cui l'allestitore adoperi sè stesso essere veicolatrice.
come artificio espositivo, regista e attore con- Già la lettura dei valori formali di un quadro o
temporaneamente, giungendo anche a servirsi di una scultura viene resa più facile da un alle-
del proprio prestigio personale per accrescere stimento sapiente: pensiamo ad esempio al
la risonanza della mostra stessa. modo sensibile in cui Carlo Scarpa ha allestito i
suoi musei, declinando in vario e sapiente
Gli oggetti di cui si sostanzia una mostra sono modo il rapporto tra figura e sfondo, figura e
segni strumentali alla veicolazione di un messag- cornice, figura e luce; addirittura Scarpa in alcu-
gio di carattere culturale, ma anche emozionale. ni casi giunge magistralmente ad allestire in
La lettura di tali significati non è sempre imme- modo da favorire la più intensa percezione del-
diata, non sempre degli oggetti o delle opere l'opera, e poi a servirsi dell'opera allestita per
sono inseriti nell'ambito di una mostra per mostrare in maniera significativa l'architettura
comunicare ciò che è connesso alla loro pura 36
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ospite, come ad esempio ha realizzato a mio spesso avviene, il contenuto della mostra non è
giudizio nel caso della statua di Cangrande a dato dagli oggetti o le opere in sè, nella loro
Castelvecchio, realizzando così due e più livelli consistenza fisica, ma da pensieri, teorie, che si
di allestimento e di comunicazione. servono di tali oggetti od opere per essere pre-
Ogni più semplice gesto ostensivo racchiude in sentificati e comunicati.
sè un momento interpretativo: la scelta di una I documenti vanno prima selezionati e poi si
particolare prospettiva, del tipo di illuminazione, sceglie di mettere in luce per ciascuno di essi
il privilegiare un particolare tipo di visione deri- quei determinati aspetti che sono funzionali al
vano sempre da un'attribuzione di maggiore messaggio che si vuole dare. Dopo questa fase
importanza ad un aspetto piuttosto che a un una serie infinita di possibilità interpretative
altro, e da una decisione, da parte dell'allestito- deriva dal modo in cui i documenti sono posti
re, del modo in cui vada letta quella particolare in relazione reciproca, una relazione che non
opera. può fare a meno di stabilire un rapporto di
Se si considera poi che lo scopo di una mostra 37
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come una sedia, nel momento in cui viene sulla consapevolezza della necessità di far capi-
posta su di un piedistallo ed esposta in un re cosa erano quegli oggetti, a cosa servivano,
museo, come ad esempio nel caso della colle- come si usavano e da chi.
zione di design all'ultimo piano del MoMA di Nel momento in cui viene esposto, ogni ogget-
New York, assurge al ruolo di opera d'arte, to subisce un passaggio dal ruolo di oggetto
verrà contemplata per i suoi valori plastici, e funzionale a quello di monumento ( da mone-
forse potrà sfuggire al visitatore l'importanza re), oggetto di scambio informativo.
che quell'oggetto può avere avuto nel cambiare L'allestimento è il terreno su cui avviene questo
alcuni atteggiamenti della vita domestica, o per scambio. Esso svolge il compito di ricostruire
il suo basso costo che ha fatto sì che potesse nella percezione del visitatore il contesto,
trovar posto in qualsiasi casa, o per la radicale anche solo culturale, da cui gli oggetti esposti
innovazione della sua produzione. Una volta sono stati sradicati, anche attraverso l'illusione,
posto sul piedistallo, l'oggetto si astrae dalla l'allusione, la virtualità, che però rende quegli
realtà da cui proviene, diviene strumento per il oggetti più veri.
riconoscimento di altri significati e può finire col Al polo opposto, la didascalia rappresenta il
divenire un oggetto di culto. modo più noioso per il visitatore e più astratto
I tradizionali musei di arredamento sono un di colmare questo divario tra il contesto in cui
valido esempio di come l'allestimento cerchi di l'oggetto del mostrare è stato creato e quello
ridurre l'effetto dello spaesamento: la via più in cui viene fruito culturalmente: dal momento
percorsa è stata quella delle ricostruzioni di che una mostra non è un libro, il buon allesti-
interni con dovizia di particolari, addirittura con mento è quello che riduce al minimo la neces-
tanto di manichini in costume, un atteggiamen- sità di ricorrere alle didascalie per la compren-
to forse disneyano, ma che comunque si fonda sione del messaggio connesso alla mostra.
40 41
42- C. Scarpa, Studio dei percorsi per le Gallerie dell'Accademia, 1945.
53
L'allestimento progetta quindi il "riappaesamen- te ordinative ed allestitive, sia dagli occhi di chi
to" dei documenti esposti attribuendogli un guarda.
significato composito, che in parte appartiene Portando alle conseguenze estreme questa
ad essi strutturalmente, in parte deriva da una osservazione si potrebbe giungere all'idea della
lettura strumentale al messaggio complessivo conservazione dei musei nell'assetto in cui sono
della mostra, in parte ancora al significato diver- nati quale monumento della visione del sapere
so che ad essi attribuisce il contesto culturale che li ha generati. Ma la stessa consapevolezza
cambiato, ed in parte, in maniera più o meno del fatto che un modo di esporre è anche un
incontrollabile, al senso che ad essi i singoli visi- modo di conoscere e di ritenere nella memo-
tatori attribuiscono. ria, ci impone di tener conto della necessità di
In alcuni casi lo spaesamento è strumentale: adeguare i sistemi espositivi alle necessità varia-
l'allestitore adopera l'estraneità di un elemento bili che derivano dall'evoluzione delle discipline
ad un contesto per creare una rottura, per e delle modalità del sapere, pena la perdita
risvegliare l'attenzione, altresì adopera l'estra- della loro efficacia.
neità del contesto rispetto ad un elemento per Se ciò che conta di più è il messaggio, rispetto
rendere più forte il significato di quest'ultimo. alla forma dell'espressione, bisogna saperlo
esprimere in un linguaggio diverso in un conte-
Lo spaesamento comporta una diversità di let- sto diverso.
Per analizzare il vasto campo delle strumenta-
tura dello stesso documento-monumento: non
possiamo non considerare che a distanza di
molti anni, o di molti chilometri, od alla luce di
culture diverse, un fenomeno ci appare sotto
una luce diversa, riconosciamo in esso significati
42
diversi. Croce sosteneva che lo storia è sempre
storia contemporanea, poichè in ogni epoca
viene riletta in maniera coerente alla cultura
che la caratterizza. Allo stesso modo potrem-
mo dire che le mostre ed i musei forniscono
dei beni culturali oggetto di esposizione una
lettura sempre contemporanea e fortemente
contestualizzata, sia che ciò sia determinato
dalle politiche culturali che presiedono alle scel-
2.4- Parallelo con i parametri fondamentali della comunicazione vsiva
individuati da G.Anceschi.
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zioni allestitive, particolarmente illuminante è la Il punto di vista del designer implica il contesto
riflessione sulle categorie e le modulazioni della di un insieme di informazioni da elaborare, di
comunicazione visiva, introdotte da Anceschi, un ventaglio di mezzi da impiegare ed uno
nel suo libro "L'oggetto della raffigurazione"1 , spettatore da raggiungere attraverso un insieme
che pur essendo riferite principalmente alla gra- di espedienti e dispositivi dell'esposizione.
fica, possono essere estese ad ogni ambito Lo spettatore, davanti al progetto realizzato,
creativo che privilegia la vista per la sua fruizio- non vede in alcun modo il designer che è
ne, senza escludere però gli altri canali. nascosto dietro. Se lo vede vuol dire che egli si
Davanti ad una configurazione, l'addetto ai è più o meno consapevolmente messo in
lavori, il designer o l'architetto, penserà a deci- mostra con un suo stile peculiare. Ha utilizzato
frare quali tecniche, quali materiali, quali espe- sè stesso come espediente espositivo, confe-
dienti sono stati messi in opera per realizzarla. Il rendo autorevolezza o ancora distanza critica al
suo pensare a per chi il progetto è stato fatto comunicato. Ad esempio l'allestimento di una
sarà strettamente legato al pensiero su come è mostra come "Imago" di Leon Krier è più la
stato fatto. Sarà diviso tra il desiderio di impa- concretizzazione di un'immagine architettonica
rare come tecnicamente l'altro designer è riu- ideale che non una vera e propria struttura
scito a disegnare e quello di capire se e come ostensiva, ancillare nei confronti del contenuto
questi è riuscito a rappresentare ciò che dove- della mostra stessa.
va raffigurare. Questa tensione tra due atteggia- Molte volte la presenza fortemente caratteriz-
menti diversi caratterizza tutta la produzione di zata dell'architetto allestitore serve a comunica-
testi ed articoli sul progetto dell'allestimento. re il prestigio culturale della mostra e dell'ente
Anceschi distingue un primo livello, degli effetti organizzatore e rientra tra quelle che potrem-
o dei risultati, da un secondo livello, dei proce- mo definire attività culturali parallele e promo-
dimenti. Si tratta di guardare lo stesso esempla- zionali.
re da due punti di vista che sono quello dell'a- In molti casi il designer sparisce, come il buratti-
nalizzatore o semiologo e del catalizzatore o naio dietro le quinte, assorbito nel quadro della
semiurgo. Nel primo caso è la prospettiva del convenzione rappresentativa.
destinatario, nel secondo quella del destinatore. Al momento della fruizione lo spettatore è
E' necessario però che il destinatore si ponga apparentemente solo e prova la sensazione di
anche nelle vesti del destinatario perchè acqui- trovarsi nella realtà raffigurata, esplorandone il
sisca un distacco critico che dia efficacia alla sua modello strutturale e predisponendosi ad agire
opera. in base ad esso. Come chi porta gli occhiali
43,44- Leon Krier, Mostra "Imago", Pianta dell'allestimento realizzato ad
Amsterdam, Niewe Klerk, 1991 e schizzi degli "edifici" disegnati per l'e-
sposizione.
55
dopo un pò di tempo non si accorge più di be essere la tipologia delle opzioni teoriche
portarli, lo spettatore interloquisce in diretta dell'operatività.
con l'oggetto della rappresentazione. L'oggetto Le manipolazioni sull'oggetto sono strumentali
im mostra, cioè, sembra coincidere con ciò che alla trasmissione del senso, al servizio dell'ur-
di esso è stato mostrato, includendo il modo in genza di mostrare ciò che interessa di esso,
cui è stato mostrato. come artifici retorici o dispositivi registici.
Sul versante della ricezione, le strutture superfi- La quantità di segni il cui significato deve essere
ciali del "mostrato" appaiono tutt'uno con le appreso, o viene dato come appreso presso il
strutture più profonde dell'oggetto della rap- destinatario, cresce e contemporaneamente
presentazione, sembra anzi che siano esse a cresce la precisione. A ciò è collegata inequivo-
determinare le prime. cabilmente una perdita di immediatezza inter-
Abbiamo osservato che l'oggetto mostrato pretativa per lo spettatore. Come tale si inten-
subisce uno spaesamento: Anceschi lo definisce de la sensazione di avere afferrato o meno il
"stacco anaforico". Una serie di convenzioni senso della scena, l'effetto di naturalità, una
rappresentative modificano l'oggetto esposto maggiore o minore efficacia dell'illusione refe-
al fine comunicazionale. Tali convenzioni sono renziale.
forme assunte dall'atto istitutivo che consiste Anceschi distingue le manipolazioni necessarie
nella presa dell'oggetto e nel suo innalzamento da quelle attive. Le prime sono quelle minime
al di sopra del contesto. indispensabili per mostrare, in esse il persegui-
Indagare tali convenzioni rappresentative signifi- mento di determinate finalità comunicative si
ca costruire accanto alla tassonomia degli realizza per così dire automaticamente, una
esemplari e dei casi empirici, quella che potreb- volta scelto un determinato procedimento rap-
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56
presentativo. Sono manipolazioni necessarie la rio le parti o le componenti o gli aspetti rilevan-
scelta di un determinato tipo di illuminazione, ti dell'oggetto. Si parte da un polo di massima
di percorso, di teca, di basamento, ecc. passività ricettiva ad un massimo di attività
Una volta attestato il quadro convenzionale sul manipolatoria: l'oggetto da vedere staticamente
piano della necessarietà, si verifica la possibilità dietro un cristallo ed il modello tridimensionale
di ulteriori interventi intenzionali, circoscritti e da poter toccare e prendere in mano, com-
localizzati, messi in atto ad hoc. piendo degli esperimenti.
Le manipolazioni attive sono un'autentica rego- Il primo e più semplice passo è quello della
la basata sul principio informazionale del con- ricerca della vista vantaggiosa. Successivamente
trasto. Esse operano sull'attenzione dello spet- si agisce sul modello per metterlo in posa, in
tatore, pertanto Anceschi le definisce appellati- modo che sia visto ciò che va visto. In un grado
ve. Allo scopo di sottolineare quegli aspetti o successivo si agisce sul modello in modo da
quelle parti dell'oggetto/evento/processo da vedere "come è fatto dentro", analizzarlo nei
rappresentare che sono essenziali alla comuni- suoi aspetti non percepibili ad una visione
cazione, è possibile l'impiego di mezzi che atti- superficiale. Ancora di più si può agire sul
rano e pilotano l'attenzione del destinatario. modello sezionandolo, fisicamente o metafori-
Comincia qui la dimensione retorica della rap- camente, per comprendere come si costituisce.
presentazione. Sono operazioni compiute sul Parallelamente a questi procedimenti sull'ogget-
corpo dell'oggetto della rappresentazione in to, appartengono alla famiglia delle manipola-
funzione di attirare, guidare e indirizzare lo zioni ostensive i procedimenti di pilotaggio
sguardo ed il pensiero dello spettatore. dello sguardo del destinatario.
Manovre esibizioniste che mettono in moto Le manipolazioni distintive o comparative inter-
una "sindrome scopofila" presso il destinatario. vengono sull'oggetto modificandolo topologica-
Le manipolazioni attive si dividono in ostensive mente, agendo sul modo in cui esso si dà
e distintivo-comparative, a seconda che specia- all'apparenza. Sono azioni che prendono non
lizzano direttamente il gesto anaforico del più l'oggetto intero, ma una sua parte e la
mostrare oppure che lo trasformino in modifi- distaccano dal resto, rendendo questa parte il
cazioni dell'oggetto, rendendo la parte investita vero "comunicato". Ad esempio:
esplicitamente diversa dal resto e quindi distin- -contrasto di scala,
guibile. -contrasto attributivo, ad esempio l'attributo
Le manipolazioni ostensive sono quel tipo di cromatico o di texture,
procedimenti per offrire alla vista del destinata- -l'introduzione di segni aggiuntivi che sono
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58
La mostra autobiografica presentata da Achille pale: la sedia con braccioli Castiglia è soprattut-
Castiglioni nel 1984 a Vienna è un esempio di to impilabile, pertanto ne mette una sull'altra a
come il modo di esporre un oggetto può costi- formare una pila alta 4 metri; il sedile Primate
tuire una forma di interpretazione dei significati viene inserito in un pannello traforato dove
dell'oggetto stesso. viene inserito anche il profilo del suo utilizzato-
E' questo un allestimento particolare, poiché si re, per mostrarne appunto l'uso, e l'immagine
tratta di una mostra autobiografica ed inoltre viene poi ribaltata come in una carta da gioco;
itinerante, per cui il progetto espositivo si con- un trittico tutto dorato racchiude poi la lampa-
centra sulla presentazione dei singoli documenti da Arco, il giradischi Brionvega, la lampada
e non sullo spazio allestito. Taccia, quegli oggetti che nel consumo hanno
Con un'autoironia che lo contraddistingue, assunto il valore di status symbol. Ancora il
Castiglioni cerca un modo per presentare ogni portapiante Albero viene inserito in una grande
oggetto estrapolandone la caratteristica princi- bottiglia come il rametto nella bottiglia di grap-
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45,46,47- A.Castiglioni, Mostra autobiografica al Museo di Arte
Applicata, Vienna 1984.
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2.b - Scelte allestitive e selezione di valori:
l'intervento di Carlo Scarpa a Palazzo Abatellis.
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ficati fondamentali.
Indubbiamente in questo caso si poneva il pro-
blema di non soffocare l'architettura preesisten-
te sovraccaricandola con un'eccessiva quantità
di opere, il che oltre a negare alle singole opere
il necessario spazio vitale afferente, tende a
sminuzzare lo spazio architettonico e a distrug-
gerne la misura. E' stata quindi fondamentale in
questo caso un'accurata selezione delle opere
svolta in accordo con il direttore del museo.
Dopo di che, Scarpa ha dato prova della sua
nota capacità di comprensione dei fatti visivi e
di interpretazione dei valori intrinseci di ogni
48,49,50 - C. Scarpa, Museo di Palazzo Abatellis, Palermo.
Il busto di Eleonora d'Aragona
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singola opera, che si compie consapevolmente pensato per la singola opera diventi anche stru-
o inconsapevolmente ogni volta che si espone mento per l'orientamento ed il proporziona-
una cosa, che si sceglie una visuale o un grado mento dello spazio architettonico.
di illuminazione. Scarpa è talmente attento a Questa, come tante altre soluzioni espositive
questo processo che ogni opera è esposta in scarpiane, è fortemente contraddistinta dalla
un modo suo proprio, senza curarsi dell'unifor- creatività individuale e da una incisiva presenza
mità dei supporti adoperati, per quanto ricon- dell'architetto nel processo interpretativo del-
ducibili ad un unica matrice progettuale per le l'opera, tuttavia messe a servizio della lettura e
modalità dell'approccio e per l'attenzione ai della comprensione dell'opera stessa in un con-
valori materici. Queste continue sospensioni di testo diverso e per un pubblico nuovo.
continuità tra un'opera e l'altra mirano ad un
isolamento strumentale all'interpretazione del
significato di ogni opera.
Un esempio efficace è dato dall'invenzione
adoperata per il busto di Eleonora d'Aragona
nella sala del Laurana al piano terra.
Innanzitutto il busto viene riportato all'altezza
appropriata tramite un supporto di legno. Il
marmo poggia su di un massello di ebano a
sezione ellittica, con cui evita però di fare corpo
grazie ad un sottile cuscinetto d'aria interposto
ed al contrasto cromatico.
Allo stesso tempo però la forma armoniosa del
supporto evita quel senso di resezione tipico
dei busti. Per permettere la lettura delle forme
le pareti retrostanti la vista frontale e quella
laterale sono ricoperte, per la sola altezza
necessaria, da pannelli di stucco verde scuro.
Tutto l'insieme, dai due fronti, costituisce un
duplice polo visivo per le infilate degli ambienti
espositivi che convergono in questa sala d'an-
golo, facendo in modo che il sistema espositivo
51- C. Scarpa, Museo di Palazzo Abatellis, Palermo, Pianta del piano
terreno con appunti per la sistemazione delle opere.
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2.c - L'ambientamento attraverso l'immagine evocativa:
la mostra "Vie d'acqua da Milano al mare".
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2.d - Rappresentazioni e manipolazioni ostensive.
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L'allestimento per la sezione "Casa e scuola" come solitamente avviene, ma "dentro", attuan-
alla XII Triennale del 1960, ad opera di Achille do questa trasposizione grazie ad un artificio
Castiglioni ed Anna Castelli affronta il compito allestitivo.
di trasferire tramite la struttura espositiva nello In maniera più semplice Gandolfi, Nizzoli e Pea
spazio della mostra un oggetto, quale la città, avevano risolto il problema di illustrare l'urbani-
che non può essere rappresentato direttamen- stica all'VIII Triennale attraverso delle passerel-
te, ma deve essere alluso tramite varie forme di le aeree che permettessero di camminare al di
rappresentazione. sopra delle planimetrie e l'uso di gigantografie,
Questo problema è stato affrontato ogni qual- abbastanza innovative per l'epoca, che cercano
volta nella storia sia stata fatta una mostra sul- di portare il visitatore sul posto.
l'architettura o sull'urbanistica, una mostra cioè L'allestimento però può concretizzare nella sua
dove non si possono confrontare direttamente architettura il linguaggio dell'architettura che
le opere ma solo le loro riproduzioni, che per deve comunicare e questo avviene naturalmen-
l'appunto subiscono una serie di "manipolazioni te nel caso di mostre autobiografiche, come la
ostensive", per utilizzare una definizione di mostra allestita nel 1947 al MoMA da Mies van
Anceschi. der Rohe con Philip Johnson sulla sua stessa
In questi casi non si pone il problema di rispet- opera: in questo caso le pareti che sostengono
tare l'originale, così come accade nelle mostre le gigantografie dividono lo spazio in ambiti
d'arte, ad esempio, ma è fondamentale trasferi- tematici dinamicamente confluenti l'uno nell'al-
re i concetti ad un pubblico che, quando non è tro così come avviene negli spazi da lui proget-
costituito da addetti ai lavori, ha scarsa familia- tati. In questo modo quindi la stessa qualità
rità di lettura dei documenti presentati ed a dello spazio dell'allestimento diviene una sotto-
tale scopo è necessario operare sui documenti lineatura dei contenuti della mostra.
con vari tipi di artifici ostensivi. Un altro modo per trasferire l'architettura in
In questo progetto di Castiglioni i luoghi esposi- uno spazio espositivo è invece quello di astrarla
tivi erano apparentemente scavati nel suolo: un attraverso l'utilizzo di modelli non realistici, ma
plastico della Città di Milano era sistemato in strutturali, e di riproduzioni fotografiche non
modo da potere essere visto prima dall'alto e tese a ricondurre l'architettura sul posto, ma a
poi, nei particolari, scendendovi al di sotto e porre l'attenzione del visitatore sui dettagli,
cogliendo vari scorci della città attraverso dei sulle proporzioni e sui principi che l'hanno
periscopi: è un modo questo di porre il visita- informata. E' quanto sceglie di fare Paolo
tore non "di fronte" ai documenti presentati, Portoghesi nella Mostra Critica delle opere
56- A.Castiglioni, "Casa e scuola", XII Triennale, 1960, Il plastico di
Milano, visibile sia dall'alto che "dall'interno" tramite periscopi.
57,58- E.Cerutti, V.Gandolfi, C.Pea, VIII Triennale, 1947, Mostra dell'ur-
banistica e diorama del QT8.
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59- L.Mies van der Rohe e Philip Johnson, "The Architecture of Mies
van der Rohe", Museum of Modern Art, N.Y., 1947.
60 -P.Portoghesi, Mostra critica delle opere michelangiolesche, Palazzo
delle Esposizioni, Roma, 1964.
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3 - Tecniche di comunicazione e progresso culturale.
Modalità espositive e conoscenza.
3.1 - Origini del mostrare: consapevolezza delle potenzialità espressive
ed effetto comunicativo delle strumentazioni espositive.
"Mentre San Bernardo si indigna - "Che cosa l'oro ha da spartire con il santuario?"-
Suger chiede che tutti gli splendidi abiti ed i vasi sacri acquistati sotto la sua
amministrazione siano portati nella chiesa (...).
Niente gli sembrava più ingiustificato che impedire ai curiosi l'accesso agli oggetti sacri:
voleva esporre le sue reliquie quanto più nobilmente possibile e metterle bene in mostra,
con la sola preoccupazione di evitare lo scempio ed il baccano". 1
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L'allestimento, quale arte del mostrare, non zione di opere d'arte avviene vedendo talvolta
può, come abbiamo visto nel capitolo prece- prevalere il valore cultuale, talvolta il valore
dente, essere privo di influenza su ciò che è espositivo dell'opera stessa. Nel primo caso,
mostrato. Le modalità di un'esposizione, anche che è quello riguardante le forme più primitive
letteraria, contribuiscono alla definizione del di esposizione, è più importante che l'opera
senso, del contenuto dell'esposizione stessa. esista, che non il fatto che venga vista. Con l'e-
Allo stesso modo si può dire che le modalità mancipazione sia della produzione che dell'e-
della presentazione possono essere influenzate sposizione dell'arte dall'ambito del rituale, l'e-
dalla concezione dello scopo dell'azione del sponibilità delle opere aumenta e condiziona
mostrare da parte di colui che espone o più in diversamente anche l'operare artistico: il pas-
generale del contesto culturale in cui quel parti- saggio dal primo genere di ricezione al secondo
colare fenomeno si manifesta. determina l'evoluzione storica della ricezione
Per chiarire questo rapporto di reciproca artistica in generale e quindi dei modi dell'e-
dipendenza è utile indagare le origini della pra- sporre. Con i vari metodi di riproduzione tecni-
tica del mostrare, che è fortemente radicata ca delle opere d'arte, il loro valore espositivo è
nella storia dell'uomo, come dimostrano i più cresciuto al punto da cancellarne il valore cul-
recenti studi di paleoantropologia culturale, che tuale e da arricchirne sostanzialmente di signifi-
indicano come nell'antropologia del sacro si cato la funzione stessa.
possano ricercare le motivazioni che hanno Innanzitutto nella tomba si può rintracciare il
condotto alla formazione ed alla conservazione primo esempio dell'uso di oggetti quali docu-
di artefatti con la finalità di una comunicazione menti del valore, della posizione sociale della
culturale. persona cui sono appartenuti, nella realizzazio-
E' possibile rintracciare idealmente una linea ne del suo monumento (da monere, ricordare).
evolutiva che congiunge diverse manifestazioni In questo caso non c'è intenzionalità comunica-
della cultura umana in cui si mostrano degli tiva nell'ostensione degli oggetti, che tuttavia
artefatti con un fine comunicazionale; tuttavia comunicano per la loro stessa presenza.
da situazioni originarie in cui la comunicazione Allo stesso modo una raccolta di manufatti
avviene senza la consapevolezza della necessità destinati ad un utilizzo sacro era già un piccolo
dell'allestimento, si passa a situazioni in cui la museo, che comunicando sé stesso, comunica-
consapevolezza dell'uso strumentale dell'allesti- va il senso complesso dei significati connessi a
mento stesso si rende sempre più caratteriz- quegli oggetti. Anche nell'età cristiana le "reli-
zante. Secondo la lezione di Benjamin2 , la rice- quie" ebbero in Europa un valore superiore a
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66- Casa di Sir John Soane, Sezione longitudinale.
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individuo per un uso privato può essere ordina- agli argomenti trattati e quindi modellata sulla
ta secondo criteri soggettivi ed esposta senza concezione enciclopedica e sistematizzante del
una grande considerazione per la comprensio- sapere che informava la cultura dell'epoca.
ne di essa da parte di chi la osserva, ma nel Tale idea di documentazione, più finalizzata alla
momento in cui viene acquisita dalla collettività didattica che alla conoscenza, ha generato il
per un uso pubblico si giunge alla convinzione museo ottocentesco, dove non ci si può limita-
che dovesse divenire lo strumento didattico re a contemplare e a godere delle opere d'arte,
per una necessaria educazione del popolo. Da né ad entrare in rapporto con lo specifico di
questo momento è presente una maggiore ognuna, ma dove è necessario ordinare, classifi-
consapevolezza nell'uso delle strumentazioni care e sistematizzare il sapere. Di questa con-
allestitive al fine di una più efficace comunica- cezione totalizzante sono testimonianza elo-
zione, sempre coerentemente all'idea maturata quente sia l'organizzazione planimetrica in sale,
al tempo del ruolo di tale forma comunicativa e la cui successione è la rigida parafrasi dell'evolu-
della conoscenza stessa. Alla luce di ciò ogni zione ideale dell'arte o della scienza, sia il crite-
collezione doveva divenire esaustiva rispetto rio allestitivo basato su una semplice successio-
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67 - Casa di Sir John Soane, Sezione sulla Breakfast Room.
68 - Casa di Sir John Soane, Picture Room.
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lo strumento per vedere meglio la vita. museale che all'interno di gallerie ed esposizioni
Lo stesso criterio classificatorio, finalizzato più temporanee, ricrea uno spazio di stampo bor-
alla conoscenza della storia dell'arte che dell'ar- ghese, legato alla tradizione della pinacoteca
te stessa, così come della storia naturale che classica o del deposito di antiquariato e lavora
della scienza stessa, che improntava le guide al servizio dell'esaltazione e della sottolineatura
ottocentesche era preso come tracciato ordi- del prestigio e della novità della mostra, così
natore nell'esposizione museale: la divisione in come della sacralità del museo. La logica che
sale, la successione delle stesse, il criterio cro- informava la concezione espositiva, basti vedere
nologico di distribuzione delle opere in ordina- i disegni di Samuel Morse per le sale del Louvre
ta successione, erano criteri espositivi più fina- del 1823, era puramente quantitativa. I quadri si
lizzati a consentire la ricostruzione mentale di accumulavano sulle pareti uno accanto all'altro,
una scolastica mappatura delle tendenze e delle occupando ogni più piccola porzione di spazio,
periodizzazioni, così come accademicamente senza una particolare attenzione per la perce-
erano intese, che non a guidare ad un rapporto zione della singola opera, il visitatore era porta-
diretto e partecipe con l'opera d'arte, che è poi to piuttosto a cogliere un'impressione del tutto.
il fine vero per cui non ci si accontenta di stu- Con l'avvento delle prime esposizioni universali,
diare la storia dell'arte attraverso i libri e le particolarmente con i padiglioni di Courbet e
riproduzioni, ma si cerca di "cogliere l'aura" 3 Manet all'Expo del 1867, si distingue un'esposi-
attraverso il rapporto diretto con gli originali zione basata sulla linearità, proiezione di una
nelle mostre e nei musei. sequenza o un periodo della produzione di un
Nell'ottocento l'allestimento, sia nell'ambito artista. E' comunque lo storicismo ad informare
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71 - Le Corbusier, Musée Mondiale, 1929.
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Le avanguardie storiche, così come introduco- Esposizione di Berlino del 1923, è uno spazio
no grandi innovazioni nella concezione stessa parallelepipedo in cui le sei pareti, compresi
dell'operatività in campo artistico, generano pavimento e soffitto, partecipano alla confor-
degli spostamenti in avanti anche nel campo mazione dell'opera, realizzata in situ, realizzan-
dell'allestimento. Per la prima volta al Salon do un'opera che è contemporaneamente un
d'Automne del 1905 il gruppo dei Fauves intro- allestimento artistico ed un'opera d'arte
duce la discriminante cromatica nell'allestimen- ambientale pura, che sfrutta le energie dello
to delle loro opere, servendosene come stru- spazio, delle forme e dei colori, per raggiungere
mento per polarizzare l'attenzione del pubblico lo spettatore senza una ulteriore focalità fun-
verso le proprie specificità tematiche. zionale e figurale.
Negli anni successivi il confine imposto dalla Nel successivo allestimento di una galleria a
cornice viene infranto, rendendo più indiscerni- Dresda, del 1926, Lisitskij individua ancora più
bile il limite tra arte e allestimento. Nel 1923 chiaramente le potenzialità dell'azione del
Ivan Puni, nella mostra Der Sturm a Berlino, mostrare nella comprensione del prodotto arti-
distribuisce le opere liberamente sulle pareti stico: le pareti di questo ambiente sono rivesti-
della sala, invadendo lo spazio delle porte, delle te da un sistema di asticelle che determinano
finestre, persino dei soffitti, con disegni, numeri, delle rientranze e delle sporgenze atte ad acco-
scritte e forme geometriche. In tal modo la gliere i singoli quadri, in accordo alla tradizione
struttura muraria viene attivata in un gioco che delle icone russe, chiuse in cornici dinamiche
traduce nello spazio i risultati delle ricerche che ne attivano e regolano la visione; lo spetta-
sulla percezione e sulle alterazioni ottiche con- tore così si trova a rendersi conto dell'impor-
temporaneamente visibili nelle opere grafiche tanza della sua posizione nella determinazione
degli artisti russi, o nella poesia ideogrammata dell'asse ottico e quindi della percezione dell'o-
di Mallarmé, o nelle architetture tipografiche di pera.
Depero o Lisitskij. Lo spazio è però ancora vincolato dalla rigidità
Lo stesso Lisitskij porta alle estreme conse- dell'involucro murario, non considerando l'av-
guenze il trapasso dello spazio allestito da sem- vento delle strutture in cemento e ferro che
plice invaso atto a contenere le opere ad ele- hanno relativizzato il ruolo del muro.
mento partecipe dell'operazione artistica, L'annullamento della funzione di supporto del
basandosi sull'idea che lo spazio allestito potes- muro e la sua svalorizzazione nell'ambito dell'al-
se essere, nella sua totalità , significante 4. lestimento, ha creato una concezione spaziale
L'Ambiente dei Proun, realizzato per la Grande nuova, basata su collocazioni libere dei quadri e
72 - W.Gropius, Mostra dei materiali non ferrosi, 1934.
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73 - Fortunato Depero, Padiglione del Libro, III Biennale di Monza,
Villa Reale.
74 - El Lisickij, Secondo ambiente per Mostre, Niedersachsische
Landesgalerie, Hannover, 1927.
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delle sculture nel vuoto, passando da una rap- mente per assolvere con efficacia e permeabi-
presentazione prevalentemente bidimensionale lità al ruolo di luoghi di comunicazione di massa
ad una prevalentemente tridimensionale. E' che hanno assunto nel novecento. Importanti
ovvia l'influenza del cubismo su questa visione ricerche sono state svolte a tale proposito, ma
dinamico-temporale, che caratterizza gli allesti- hanno avuto maggiore peso nell'ambito della
menti prodotti dal Bauhaus, valga per tutti il riflessione teorica di quanto siano state prese in
caso della "Mostra dei materiali non ferrosi" ela- considerazione in ambito operativo dagli stessi
borata da Gropius nel 1934, dove le strutture architetti che si occupano dell'arte di esporre.
di metallo, di tubo di rame, si articolano nello
spazio e sono percorribili e percepibili autono- 73
83
"L'amore per l'arte" è un testo fondamentale, uni il sentimento di appartenenza e presso gli
scritto nel 1969 da P.Bourdieu e A.Darbel 6, altri quello dell'esclusione. Un reale processo di
due sociologi francesi che hanno condotto una democratizzazione della cultura non può essere
ricerca per sondare i meccanismi di accesso alla intrapreso se non tenendo conto delle acquisi-
fruizione dei beni culturali ed i comportamenti zioni di queste ricerche anche da parte di chi si
del pubblico nei confronti delle esposizioni di occupa del progetto di questi luoghi di diffusio-
opere d'arte. Partendo comunque dall'assunto ne della cultura.
che la condizione indispensabile per l'accesso Il novecento è stato il secolo in cui queste isti-
all'arte è data dalla frequenza precoce e da una tuzioni hanno cercato di acquistare una nuova
consistente educazione, la ricerca indica che le identità, superando l'immagine statica e separa-
leggi che regolano la ricezione delle opere d'ar- ta dalla realtà vissuta che avevano acquisito nel
te - caso esemplificativo e particolare delle leggi secolo precedente, dove l'arte così come altre
che presiedono alla diffusione di qualunque manifestazioni della cultura erano state, pratica-
contenuto culturale insito in qualsiasi specie di mente e metaforicamente, relegate alla "dome-
documento - sono complesse ed influenzate da nica della vita", mentre gli altri momenti dell'esi-
vari fattori che non possono essere ignorati stenza erano riservati all'inseguimento di un
trincerandosi dietro l'ideologia gratificante e progresso, così efficientisticamente inteso dalla
paternalistica della "buona volontà culturale", cultura che caratterizzò la prima fase dell'indu-
che ha nel tempo in qualche modo giustificato strializzazione.
la scarsa attenzione che nel mondo dei musei e Nell'ambito del succitato saggio, il museo tradi-
delle esposizioni si è avuta per tutti quegli zionale, e per estensione le mostre di carattere
accorgimenti che possono facilitare l'approccio culturale e non merceologico, seppure visto
dei visitatori ai beni culturali. Secondo questo come momento costitutivo dell'identità nazio-
stesso atteggiamento, l'"amore per l'arte" è il nale e culturale, viene caratterizzato mediante
marchio d'elezione che separa come una bar- un'analisi delle sue funzioni sociali:
riera invisibile ed invalicabile coloro, pochi, che - la separazione, il museo ha accentuato, nel
hanno ricevuto la "grazia culturale", da coloro, i suo processo di crescita e di sviluppo fino alle
più, che ne sono stati esclusi. I musei e le espo- più recenti contestazioni, il suo carattere di
sizioni, nella prassi corrente, tradiscono fin nei corpo separato rispetto alla vita, gli oggetti
più piccoli dettagli della loro morfologia e della esposti sono strappati alla loro funzione origi-
loro organizzazione, la derivazione da un simile naria, al loro inserimento sociale, eliminando le
pregiudizio e la tendenza a rafforzare presso gli tracce umane che ne completano il significato,
84
porto con le opere di tipo contemplativo, avvi- zione, si possono determinare comportamenti
cinandosi invece a quella di luogo di incontro, ed atteggiamenti diversi da parte del pubblico,
di comunicazione, strutturato in modo da favo- che sempre a causa delle trasformazioni della
rire una dimensione partecipativa del pubblico. società di massa, è divenuto non solo più
Un arricchimento delle condizioni di accesso e numeroso, ma anche più diversificato per inte-
di fruibilità, modificando le regole costitutive ed ressi: al pubblico motivato per necessità di stu-
ordinative, ha progressivamente favorito la dio o per volontà di approfondimento, si affian-
caratterizzazione delle esposizioni quali luoghi ca un nuovo pubblico, caratterizzato per un
deputati allo scambio ed alla comunicazione accesso acritico e passivo ai beni culturali, che
culturale. La dimensione di massa dell'attuale vengono consumati "senza appetito e senza
forma di fruizione della cultura ha necessaria- resistenza" 9, nell'ambito dei consumi del tempo
mente accelerato il processo di revisione delle libero e del turismo. Il bisogno di conoscenza
forme espositive, cui sono stati principalmente tuttavia, "a differenza dei bisogni primari si
sensibili gli allestimenti temporanei, che tra accresce man mano che si soddisfa, poiché,
tutte le dimensioni dell'architettura sono la più ogni nuova appropriazione tende a rafforzare la
incline alla sperimentazione; ma attualmente padronanza degli strumenti di appropriazione e,
anche le forme espositive museali, ferme suo tramite, le soddisfazioni connesse ad una
restando le esigenze di tutela e di conservazio- nuova appropriazione; dall'altro lato la coscien-
ne, si manifestano più attente ai bisogni del za della privazione tende a decrescere man
pubblico e disponibili a continue modificazioni mano che cresce la privazione" 10.
nell'ordinamento così come nell'allestimento, Questa consapevolezza è stata colta prima dal
al fine di rispondere con più efficacia al princi- mondo delle grandi esposizioni, caratterizzate
pale scopo della comunicazione, cercando di fortemente da un atteggiamento propagandisti-
annullare il senso di esclusione che il museo co, legato alla loro natura commerciale, e dove
tradizionale suscitava in coloro che non dispo- la dimensione intrinsecamente più giocosa e
nevano "dei codici necessari per orientarsi nel divertente ha permesso un approccio più libero
labirinto delle sale e per decifrare i messaggi dalla reverenza nei confronti delle cose espo-
non verbali che costituiscono la selezione e la ste, fino all'esasperazione di questi atteggiamen-
punteggiatura nello spazio di oggetti in tre ti che ha portato le grandi esposizioni mondiali
dimensioni". dal dopoguerra ad oggi a divenire dei gigante-
Modificando le caratteristiche delle esposizioni, schi luna park, dove l'esigenza di attrarre era
la qualità dell'offerta ed i modi della presenta- più forte di qualsiasi altra istanza. Il mondo delle
86
esposizioni di carattere culturale, che unisce a ti, il silenzio religioso che si impone ai visitatori,
questa eredità quella della museografia tradizio- l'ascetismo puritano delle attrezzature, sempre
nale, si muove in questa direzione con passi più rare e poco confortevoli, il rifiuto quasi sistema-
lenti ma più ponderati e consapevoli, nondime- tico di ogni didattica, la solennità grandiosa del-
no attraverso una sempre maggiore attenzione l'ornamento e del decoro ... tutto sembra fatto
alle modalità dell'approccio del pubblico ha per ricordare che il passaggio dal mondo profa-
generato esempi che sono delle pietre miliari no al mondo sacro presuppone una vera meta-
nell'evoluzione della comunicazione non verba- morfosi, una conversione radicale degli spiriti"
12
le, non scritta, ma mediata attraverso gli oggetti, . Kant diceva che "il bello è ciò che piace
lo spazio, la luce, il colore ed altri mezzi, di cui senza concetto", mentre i nostri sociologi fran-
l'allestimento è il luogo fenomenologico. cesi tendono a stabilire sperimentalmente che
Gli allestimenti al servizio dell'arte hanno lunga- piace ciò di cui si ha il concetto, o più esatta-
mente risentito di una concezione idealistica mente, che solo ciò di cui si ha il concetto può
della fruizione dell'arte stessa, avvalorata da piacere.
teorici dell'arte o studiosi della cultura e del Questa lezione interessa chi si occupa di allesti-
comportamento, che hanno giustificato l'idea mento nella misura in cui indica la necessità di
che la possibilità di comprensione risieda nel- considerare i bisogni dei destinatari del proprio
l'occhio del visitatore eletto: "In generale, scrive operare, che in sostanza è suggerire una forma
Francastel, bisogna constatare che, se l'esistenza di comprensione, tenendo presente che:
di uomini con cattivo orecchio è generalmente - le modalità di presentazione discendono da
riconosciuta, tutti si ritengono in grado di vede- un'idea precedente del tipo di rapporto che si
re spontaneamente e correttamente le forme. intende instaurare tra le cose esposte ed i visi-
Tuttavia ciò è ben lontano dal corrispondere al tatori;
vero, ed il gran numero di uomini intelligenti - che all'evoluzione delle teorie e delle tecniche
che non vedono le forme ed i colori è sconcer- espositive corrisponde un mutamento del
tante, mentre altri, poco colti vedono giusto" 11. senso dell'esposizione, così come del museo, e
Queste posizioni teoriche non chiedono altro del ruolo che si propongono nella società;
ai luoghi ed agli strumenti dove e con cui si - che l'attenzione al diversificarsi del tipo di
pratica questo culto artistico ( perché visto pubblico in relazione alle trasformazioni della
così è una sorta di religione) che la possibilità società di massa ha comportato una diversifica-
di mettere i fedeli nell'adeguata disposizione zione ed un arricchimento delle tecniche e
per ricevere la grazia: "l'intoccabilità degli ogget- delle modalità espositive, compresa la tendenza
3.4- Allestimento museale e allestimento di mostre temporanee:
valore tematico e temporaneità.
87
91
ne stessa, quando in un oggetto o in un'archi- poranea che non è più fatta per essere vista,
tettura la riconoscibilità dei simboli in esso con- ma esercita soltanto la magia della scomparsa.
tenuti, l'appartenenza al contesto culturale, alla Nel momento in cui l'efficacia della comunica-
famiglia di immagini da cui deriva, sono sostitu- zione, l'iper realismo dei suoi strumenti, riesco-
tivi rispetto alla consistenza del progetto stesso. no ad oggettivizzare e spiegare ogni cosa, il
L'estasi della comunicazione, secondo ruolo allusivo dell'allestimento viene meno,
Baudrillard, è oscena, è l'oscenità del troppo così come viene impedito l'esercizio dell'imma-
visibile, di ciò che è interamente solubile nel- ginazione per collegare le cose esposte alle
l'informazione e nella comunicazione. Una visi- realtà cui fanno riferimento, ai valori culturali di
bilità omogenea e senza ostacoli produce una cui sono testimonianza. Secondo la definizione
fascinazione, una "passione disincarnata di uno di Voltaire17, l'immaginazione riesce a colmare
sguardo senza oggetto, di una sguardo senza ciò che non possiamo vedere, ma se possiamo
immagine". vedere tutto, non possiamo più immaginare
L'allestimento, come architettura della comuni- nulla.
cazione, non può non riflettere questi aspetti,
seppure con maggiore coerenza rispetto all'ar-
chitettura tout court che non ha nella comuni-
cazione la sua ragion d'essere. Tuttavia la ricer-
ca della riconoscibilità, di un'immagine forte,
memorabile, che possa sfondare il muro dell'in-
differenza che deriva dalla sovrabbondanza di
informazioni, ha reso sempre più spettacolari gli
allestimenti, nel tentativo di suscitare un inte-
resse che non sempre preesiste alla mostra,
che tra gli altri compiti deve svolgere quello
dell'induzione al consumo, seppure di tipo cul-
turale. Da molto tempo ormai le mostre intese
come spettacoli mediatici hanno oltrepassato la
soglia della stupefazione. Nel momento in cui
nulla o quasi è in grado di agire in questo
senso, non resta che rifiutare qualsiasi seduzio-
ne dello sguardo, come accade all'arte contem-
94
Note:
1- 1. E.Panofsky, L'abbé Suger de Saint-Denis , in
Architecture gothique et pensée scolastique , trad.
P.Bordieu, Paris, ed. de Minui, 1967, p.30.
2- Walter Benjamin, L'opera d'arte nell'epoca della sua
riproducibilità tecnica, Einaudi, 1966, pag.27.
3- Walter Benjamin, op. cit., pag.23.
4- E.Lisitskij, Ambiente dei Proun, da "G1", Berlino, Luglio
1923.
5- Konrad Fiedler, Sull'origine dell'attività artistica, 1887.
6- P.Bourdieu, A.Darbel, L'amore per l'arte. I musei d'ar-
te europi ed il loro pubblico, Guaraldi, 1972.
7- cfr. J.Dubuffet, Asphyxiante culture, 1968: "la cultura
tende a prendere il posto che fu una volta della religio-
ne.....è in nome della cultura che oggi si mobilita, che si
predicano le crociate. E' essa che ricopre oggi il ruolo di
oppio dei popoli."
8- Duncan F.Cameron, The museum: a temple or the
forum? , in Cultures, XVI, n°1, 1968, Editions de la
Baconniere.
9- Pierre Gaudibert, Musée d'art moderne, animation et
contestation, 1970.
10- Bourdieu, Darbel, op. cit., cap.3, pag.161.
11- P.Francastel, Problèmes de la sociologie de l'art,
Parigi 1960, t.II, p.279.
12- Bourdieu, Darbel, op. cit., p.168.
13- cfr. a tale proposito Eilean Hooper-Greehill, Il museo
come esperienza e come immagine, atti del convegno
"Pratiche innovative di gestione e valorizzazione dei
musei d'arte in Europa", Torino, ottobre 1998.
14- vedi a tale proposito la definizione di "homo aesthe-
ticus" fatta dal filosofo tedesco Wolfgang Welsh, Die
Aktualitat des Asthetischen, Wilelm Fink, Munchen, 1993.
15- J.Baudrillard, L'altro visto da sè, Costa & Nolan, 1987.
16- J.Baudrillard,op. cit..
17- Voltaire, Imagination , in Diderot, D'Alembert,
Encyclopédie, ou Dictionnaire raisonné des sciences, des
artes et des métiers, par una société de gens de lettres,
Briasson, David, Le Breton, Durand, Paris 1765, vol.III.
3.a - L'allestimento museale quale condizione dell'approccio tra opera e fruitore.
95
Anche il rapporto dell'architettura con l'esterno ca di vicinanza tra opera e fruitore, sebbene
subisce delle modificazioni in tal senso: la scala collocato, a differenza di quelli miesiani, in un
monumentale che segna il passaggio dalla stra- contesto naturale, ad Helsinger in Danimarca, la
da e metaforicamente dalla realtà quotidiana città dove è ambientato l'Amleto di
allo spazio sacrale del museo, viene sostituita Shakespeare: il museo Lousiana, che prende il
dal parterre di cemento che dalla strada conti- nome da un edificio in stile centroamericano
nua nell'atrio, separati da una parete vetrata che è nei pressi. L'involucro è costruito da una
che permette una continua visione dall'interno struttura modulare in legno e vetro, articolata
verso l'esterno e viceversa. Pensiamo ai proget- tra gli alberi e caratterizzata da una certa
ti museali di Mies van der Rohe, realizzati e attenzione al rapporto con l'esterno e, come
non: lo spazio è fluido, non monumentale, ma spesso avviene nelle architetture nordiche, con
proporzionato sull'uomo, l'architettura, nella la luce naturale rarefatta, intensificata da luci
conformazione spaziale come nel dettaglio, artificiali concentrate sulle opere. Non vi sono
spinge ad una maggiore familiarità con l'opera evidenti accorgimenti espositivi, ma ogni opera
esposta, la trasparenza e la permeabilità tra ha il suo spazio vitale: la sensazione apparente
interno ed esterno confonde continuamente lo che si riceve è quella di un certo abbandono, di
spazio raccolto dell'esposizione con quello una certa casualità e normalità, è un allestimen-
dinamico della strada, sottolineando la prossi- to che induce alla calma, non certo ad uno
mità anche culturale tra una realtà e l'altra. stato di fervore estetico, ma anche ad un rap-
Un altro museo d'arte contemporanea mi sem- porto di prossimità e comprensione con l'ope-
bra esemplificare nell'allestimento questa ricer- ra d'arte che è proprio dell'arte contempora-
76- Leon von Klenze, Glyptothek, Monaco di Baviera, 1816-30, La sala
romana prima della seconda guerra mondiale
77- Mies van der Rohe, progetto di un museo per una piccola città,
1942
78- Mies van der Rohe, Museo del XX secolo a Berlino, 1963
97
76
nea.
77 78
98
79 80
79,80,81- Museo Louisiana, Helsinger, Danimarca.
99
100
101
103
tiva ad un programma in continua evoluzione. una navata centrale a tutta altezza e da cinque
Il Museo di Scienze Naturali di Parigi è stato piani di gallerie circostanti, hanno costruito una
realizzato nel 1889 da Jules André, ed era seconda struttura metallica per organizzare i
destinato a raccogliere le migliaia di esemplari percorsi orizzontali e verticali e per sostenere
di animali portati a Parigi dagli studiosi e dagli l'impianto espositivo. L'allestimento è a dir
esploratori e che non trovavano più posto nelle poco spettacolare, senza però nulla togliere alla
piccole gallerie realizzate nel giardino reale da scientificità dell'ordinamento. Ad esso hanno
Luigi XII. Secondo i principi del tempo il museo collaborato lo scenografo René Allio e Pontus
fu ordinato secondo la logica classificatoria del Hulten, già responsabile del Museo Nazionale
positivismo imperante, gli animali impagliati e gli d'Arte Moderna di Parigi e direttore artistico di
scheletri si succedevano secondo un'ordine Palazzo Grassi. E' un esempio efficacissimo di
geografico e cronologico su piedistalli di legno, 85
104
105
te alla trattazione di vari argomenti collegati al tacolarità rende questo allestimento particolar-
tema centrale dell'evoluzione, dalla trasforma- mente aderente alle necessità culturali contem-
zione degli organismi viventi durante le ere ter- poranee: la comunicazione avviene innanzitutto
restri, alle teorie evoluzioniste, agli effetti del- attraverso un'immagine espositiva forte, l'atten-
l'uomo sull'ambiente, e così via. Ogni tema zione è catturata attraverso l'impatto estetico, il
consente di essere affrontato in maniera super- che è fondamentale nell'approccio con il pub-
ficiale, limitandosi a subire la fascinazione dell'al- blico attuale, che non è costituito da soli stu-
lestimento, così come può essere approfondi- diosi, ma da una massa enormemente diversifi-
to in maniera più rigorosa, anche grazie alla cata per interessi e aspettative. Ciò non vuol
possibilità di interagire con terminali elettronici dire che il museo è una sorta di circo, dove le
collegati agli archivi ed ai laboratori di ricerca mirabilia sono contemplate solo per la curiosità
del museo. Questa sintesi di scientificità e spet- che suscitano, ma l'impatto estetico ed emozio-
88 89
90- Grand Galerie, L'ambiente marino.
106
nale è l'anticamera di una struttura scientifica mento, che si autodefinisce "architetto di espe-
rigorosa ma duttile, resa però comunicativa dal- rienze", proprio perchè i suoi progetti espositivi
l'allestimento, in grado di cancellare la fatica sono finalizzati alla costruzione di un' esperien-
notoriamente connessa al museo tradizionale, za conoscitiva attraverso la modellazione dello
che è la causa dell'abbandono. spazio ed il progetto dell'allestimento, condotti
Il senso di questa operazione è riassunto in una attraverso una stretta collaborazione con cura-
lapide posta all'ingresso che recita: "Conservare tori e direttori scientifici. Per fare ciò egli ricorre
è trasformare", per permettere ai musei di con- a tutti i più sofisticati sistemi che la tecnologia
tinuare il loro ruolo è necessario adeguare il mette a disposizione: da un sistema di aspira-
loro modo di porsi nei confronti del pubblico zione che elimina il pulviscolo dall'aria e che ha
che cambia e della cultura stessa in continua permesso di togliere gli scheletri dalle teche,
trasformazione. Questo fenomeno di rinnova- all'uso di schermi interattivi che mostrano gli
mento attraverso un'immagine espositiva più animali nel loro habitat, al ricorso a vari video
attraente non è un caso isolato, ma interessa che trasmettono filmati di commento alle testi-
diversi musei nel mondo, soprattutto musei monianze esposte ed a terminali sui quali i visi-
scientifici, che sono quelli che più hanno risenti- 90
to dell'obsolescenza di un'ordinamento basato
sul modello enciclopedico senza alcuna atten-
zione comunicativa, forse perchè privi di quel
richiamo che l'opera d'arte riesce comunque ad
esercitare, indipendentemente dalle condizioni
ostensive.
Anche il Museo di Storia Naturale di Londra ha
subito una serie di trasformazioni negli stru-
menti espositivi, tese ad attrarre maggiormente
il pubblico e a metterlo in condizione di capire
di più, anche se rispetto a quanto è avvenuto a
Parigi, è stata data più attenzione all'efficacia
che non all'estetica. Interessanti trasformazioni
sono state apportate al Museo Americano di
Storia Naturale di New York, ad opera di Ralph
Appelbaum, architetto specializzato in allesti-
4 - Tecnica, estetica e progresso tecnologico.
4.1 - Non neutralità degli strumenti di comunicazione.
Ripercussioni emergenti: la prevaricazione del mezzo.
109
L'allestimento, all'interno del processo di ogni strumento espressivo adoperato non può
conformazione di una spazialità significante, si essere considerato quale significante in sé stes-
avvale di tecniche diverse, che aldilà di quelle so, ma per il contributo che reca alla costruzio-
propriamente architettoniche, sono spesso ne dello spazio ostensivo.
anche mutuate da campi disciplinari diversi, tal- Soprattutto negli ultimi cinquanta anni l'allesti-
volta affini, come la scenografia, talvolta più mento è stato, più di qualsiasi altra dimensione
distanti, come il cinema o la televisione, fino dell'architettura, pronto ad adeguarsi ai sempre
all'andare a prendere in prestito artifici ed più rapidi e sconvolgenti progressi fatti dalla
invenzioni dai più disparati settori dell'universo tecnologia nelle sue più diverse applicazioni, ma
meccanizzato. Il rapporto tra allestimento e anche sempre disponibile a sperimentare un
progresso tecnologico, pertanto, è particolar- uso diverso di materiali e tecniche più consueti,
mente stretto e può essere fonte di osservazio- sostenuto dalla necessità di inventare una mac-
ni significative per la comprensione del fenome- china ostensiva espressiva. La sensibilità che gli
no stesso dell'allestimento. E' importante sotto- architetti allestitori hanno mostrato nel cogliere
lineare però che, indipendentemente dalle tec- le potenzialità offerte dalla tecnologia non si è
niche adoperate, l'allestimento le coinvolge in manifestata solo sul mero piano delle strumen-
un processo di comunicazione che si esplica tazioni e delle tecniche operative, ma anche, in
esteticamente, e inoltre la componente più modo più interessante, cogliendo le opportu-
importante, caratterizzante e propria della nità che le nuove tecnologie hanno offerto nel
comunicazione non è né quella esclusivamente modificare il senso delle operazioni progettuali.
visiva, né quella verbale, né quella grafica o Pur nei limiti del suo ruolo, ogni strumento od
sonora ecc., valutate singolarmente in rapporto artificio adoperato non è neutrale né indifferen-
alla rispettiva efficacia, ma la complessità data te ai contenuti del messaggio da trasmettere né
dall'intera spazialità comprensiva di tutte le sue all'interpretazione che di essi dà l'architetto
componenti, che solo attraverso la reciproca allestitore; esso contribuisce non solo alla tra-
interazione riescono a costruire questo feno- smissione, ma anche alla definizione del senso.
meno di suggestione spaziale, esperito dal visi- Possiamo infatti notare un progressivo cambia-
tatore esteticamente. mento di significato della mostra da presenta-
Di conseguenza l'importanza dei vari mezzi di zione di oggetti concreti a luogo di diffusione di
comunicazione adoperati nei diversi contesti messaggi, man mano che al suo interno hanno
culturali e temporali è subordinata alla parteci- trovato maggiore spazio i moderni mezzi di
pazione a questo processo di comunicazione; comunicazione.
110
In un accezione più generale si può dire che zioni sociali e politiche, ha intensificato in misu-
qualsiasi strumento di comunicazione introduce ra straordinaria la consapevolezza della respon-
delle modificazioni nell'espressione del messag- sabilità umana " 2. Oltre a questo effetto di
gio e nella percezione di esso da parte del ampliamento e diffusione delle conoscenze e
destinatario, tali da renderlo partecipe della quindi di una partecipazione più collettiva degli
definizione del senso del contenuto della individui alla vita culturale e sociale, sul piano
comunicazione stessa. specifico dell'approccio alla realtà delle cose, la
I grandi studiosi di teoria della comunicazione, sempre maggiore capacità dei mezzi di comuni-
da Marshall McLuhan a Walter Ong, fino ai più cazione di riprodurre la realtà che si vuole
vicini a noi come Negroponte, ci hanno inse- comunicare ha reso in parte inutile il processo
gnato il principio di non neutralità dei media. di astrazione e di teorizzazione della realtà
Nel suo fondamentale saggio del 1964 1 , legato alla cultura cosiddetta tipografica, non
McLuhan sostiene che ogni mezzo di comuni- ancora modificata dal prevalere dei media elet-
cazione può essere visto come un estensione trici ed elettronici.
del sistema nervoso centrale dell'uomo, che gli
permette di ampliare e potenziare la propria Questa capacità dei mezzi di comunicazione di
capacità di entrare in comunicazione con realtà influenzare la cultura che li ha prodotti è tal-
ed idee più distanti, e di intensificare il risultato mente incisiva che, applicandola come criterio
di questi scambi. Questa capacità dell'uomo, di lettura all'intera storia umana, lo studioso
sempre crescente dal punto di vista quantitati- delle comunicazioni W.J.Ong3 individua quattro
vo, di comunicare con i propri simili indipen- fondamentali periodi in cui suddividere la storia
dentemente da difficoltà di ordine pratico dell'uomo in funzione dei principali mezzi di
modifica nel tempo anche le modalità di rea- comunicazione adoperati: l'età della cultura
zione agli eventi ed alle notizie. In particolare la orale, l'età chirografica, l'età tipografica e l'età
nostra epoca, caratterizzata da mezzi di comu- dei media elettrici ed elettronici, mostrando le
nicazione sempre più rapidi ed efficienti, ha modificazioni introdotte dai principali strumenti
annullato il concetto di distanza, trasformando il adoperati sull'assetto della società e sulla cultu-
nostro mondo in poco più che un villaggio, ra nelle singole fasi. La prima età è necessaria-
riducendo il senso di appartenenza a realtà mente caratterizzata da una grande importanza
geografiche e culturali particolari. "L'elettricità dell'esercizio della memoria, per facilitare la
ha ridotto il globo a poco più che un villaggio e, quale la cultura trasmessa è fortemente legata
riunendo con repentina implosione tutte le fun- alla tradizione, segnata da una maggiore ridon-
111
danza rispetto alla quantità di informazione, il nella memoria. Inoltre i nuovi media favorisco-
che è stato contemporaneamente causa di una no il prevalere crescente dell'immagine sulla
grande lentezza nei cambiamenti della società. parola, attraverso una comunicazione più
Successivamente l'invenzione della scrittura ha immediata ed efficace, ma anche più acritica.
posto la memoria in secondo piano rispetto alla Questi fattori sembrano favorire una maggiore
conoscenza ed alla sperimentazione, favorendo diffusione delle conoscenze dal punto di vista
la nascita di nuove discipline come la filosofia, quantitativo, al costo però di una maggiore
anche se il sapere era ancora privilegio di pochi, superficialità dal punto di vista qualitativo, il che
trasmesso essenzialmente dagli esponenti del ha generato un enorme stuolo di detrattori e di
potere religioso. Solo l'invenzione della stampa scettici riguardo al reale progresso apportato
ha portato con sé un irreversibile processo di dai nuovi media. Ma, seppure è innegabile un
laicizzazione della cultura ed una enorme diffu- uso strumentale e fine a sé stesso di molti
sione della stessa, unitamente alla nascita delle mezzi, quali, talvolta, il cinema o la televisione,
culture nazionali, dovuta all'abbandono della lin- adoperati per la loro spettacolarità senza atten-
gua latina nelle pubblicazioni; la grande disponi- zione verso il loro potenziale di una comunica-
bilità di pubblicazioni sui diversi argomenti ha zione specifica, non si può sottovalutare l'im-
causato inoltre una più netta differenziazione portanza di questi strumenti al fine di un mag-
delle varie discipline, destinate a diversi tipi di giore coinvolgimento di un numero sempre
lettori. crescente nonché diversificato di individui nei
L'età in cui viviamo oggi è invece caratterizzata processi di diffusione della cultura. Inoltre oggi i
dal prevalere dei mezzi di comunicazione prima media elettronici, rispetto agli immediati prede-
elettrici e poi elettronici, le cui conseguenze cessori, hanno la peculiarità di permettere una
sulla cultura e sui rapporti tra l'uomo e la cono- maggiore attenzione ai bisogni dei destinatari:
scenza (che tra l'altro tende a divenire informa- l'interattività, che costituisce la loro principale
zione) abbiamo già accennato in precedenza: la caratteristica, consente l'edizione di messaggi
velocità di trasmissione dei messaggi, la simulta- diversi in funzione dei diversi interessi dei frui-
neità tra evento e notizia, la riduzione delle tori, favorendo così un reale processo di par-
distanze fisiche e temporali, un vero e proprio tecipazione del destinatario all'atto della comu-
bombardamento di notizie ed informazioni, cui nicazione, di cui non è più solo passivo fruitore.
i destinatari tendono a divenire sempre più Anche se questa potenzialità non è ancora pie-
indifferenti e che pertanto necessitano di sem- namente sfruttata, proprio l'allestimento è un
pre maggiore ridondanza per sortire un effetto campo in cui può dare esiti molto significativi.
112
Abbiamo visto quindi che la scelta di uno stru- il messaggio legato alla mostra in un'unica,
mento di comunicazione non è priva di conse- anche se poliedrica, immagine espositiva.
guenze sia sulla definizione del senso della E' facile pertanto immaginare le conseguenze
comunicazione stessa, sia sulla percezione che dell'adozione dei nuovi media in campo allesti-
si vuole ottenere da parte del destinatario. In tivo in merito ad una maggiore efficacia, ma
base a questa capacità di ogni mezzo di comu- soprattutto per la loro collaborazione alla for-
nicazione innovativo di introdurre nuove pro- mazione di quel senso di comunicazione sinteti-
porzioni nell'interpretazione del messaggio vei- ca e partecipativa intrinsecamente connesso
colato e nelle reazioni del destinatario, alla spazialità architettonica.
McLuhan sostiene che "il medium è messag- Parimenti però bisogna considerare il rischio,
gio"4, ovvero è parte attiva del contenuto stes- ampiamente discusso da studiosi di varia forma-
so del messaggio. zione, dell'equivocare il progresso tecnologico
Ciò appare più evidente oggi, nel momento in come progresso tout court. Non bisogna
cui la rivoluzione operata dall'elettricità ha confondere la reale portata innovativa di un
modificato il concetto di ordine e di sequenza mezzo di comunicazione con l'effetto di novità
intrinsecamente connesso alla meccanizzazione, e di curiosità che accresce solo apparentemen-
introducendo la istantaneità ed una nuova te l'attenzione, anche se è proprio del progetto
disponibilità verso la causalità. di allestimento fare leva sulla capacità di richia-
Il cinema è un esempio di questo processo, mo di alcuni artifici adoperati per creare un
poiché nasce originariamente come una sempli- effetto di risonanza attorno al messaggio da tra-
ce sequenza di immagini, ma poi, con la sempli- smettere. Quasi sempre nella nostra epoca le
ce accelerazione della componente meccanica, innovazioni tecnologiche nascono prima che sia
ci ha indotti a passare dal mondo della sequen- stata concepita l'idea della loro utilizzazione e
za e delle connessioni a quello della configura- spesso vengono usate in maniera non propria,
zione e della struttura creativa, ritornando così ma con modalità che appartengono ancora ai
alla forma onnicomprensiva dell'icona. vecchi mezzi: ad esempio, dal punto di vista
Nell'allestimento l'adozione dei media elettroni- della conformazione, le prime carrozze ferro-
ci ha accellerato il passaggio dello spazio della viarie sono state disegnate in modo identico a
mostra da una sequenza ordinata di testimo- quelle trainate da cavalli, oppure, dal punto di
nianze alla tensione a costruire uno spazio ricco vista della concezione, i primi films sonori altro
di stimoli provenienti contemporaneamente da non erano che film muti con un sottofondo
più direzioni, ma tesi a restituire unitariamente musicale e pochi discorsi non integrati con la
113
scena rappresentata, allo stesso modo oggi, dal intervengono nella percezione sensoriale"6 . La
punto di vista dell'uso, i sempre più diffusi tecnologia non apporta quindi dei cambiamenti
CDRom spesso sono semplicemente libri tra- solo dal punto di vista degli effetti e dell'effica-
scritti nel linguaggio del computer, raramente cia, ma introduce nuovi parametri anche in
hanno la struttura composita ed interagibile del campo estetico, modificando il linguaggio e le
reale ipertesto multimediale, che offre un modalità percettive.
approccio radicalmente diverso alla lettura. Anche sul piano dell'efficacia, inoltre, occorre
Spesso la tecnologia diviene pretestuosa e fine fare delle distinzioni, poiché la semplice mag-
a sé stessa, le modalità del suo manifestarsi giore quantità e intensità di informazione non
divengono prevalenti sul fine e sul senso della può essere fraintesa come maggiore compren-
loro utilità e del loro uso. In questo istante sione. L'informazione è priva di impegno, ricca
nasce la tecnocrazia, per usare una definizione di dati vendibili. La società tecnologica è carat-
del noto studioso americano di ecologia dei terizzata (come ci ha già fatto notare
media, Neil Postman, che nel suo saggio Baudrillard) da un eccesso di informazioni effi-
Technopoly, La resa della cultura alla tecnolo- mere, legate agli interessi del momento, ma tali
gia,5 afferma che l'immodestia tecnologica è un da saturare le nostre capacità percettive ed i
acuto pericolo del tecnopolio, definito quale lo nostri meccanismi critici. Il fenomeno dell'allesti-
stadio in cui la tecnologia, autoleggittimantesi mento è perfettamente calato in questa dimen-
ed autoperpetrantesi, rende irrilevante il sione, anche per la sua tendenza a riguardare
mondo del pensiero tradizionale. sempre più da vicino, come abbiamo visto nel
Su questo problema del rapporto tra comuni- capitolo precedente, il mondo dell'evasione, del
cazione e tecnologia, già McLuhan aveva fatto divertimento, del tempo libero, dove maggior-
una considerazione importante ai fini del nostro mente si ricorre alla ridondanza per catturare
discorso, affermando che: "Gli effetti della tec- l'attenzione, non motivata da un interesse pree-
nologia non si verificano infatti al livello delle sistente. La tecnologia, proprio per l'immagina-
opinioni e dei concetti, ma alterano costante- rio ad essa connesso e per la sua capacità, tal-
mente, e senza incontrare resistenza, le reazioni volta reale e talvolta apparente, di facilitare e
sensoriali o le forme di percezione. Soltanto rendere più intenso lo scambio di informazioni
l'artista ( quello autentico) può essere in grado gioca un ruolo fondamentale in questo ambito.
di fronteggiare impunemente la tecnologia, e Il mondo delle Esposizioni Universali è stato il
questo perché la sua esperienza lo rende in primo a mostrarsi sensibile all'evoluzione della
qualche modo consapevole dei mutamenti che tecnologia ed alla ricchezza dei mezzi espressivi
114
che essa metteva a disposizione sul piano alle- consumo. Le esposizioni universali possono
stitivo. Riprendendo la lezione che ci offre essere viste come un dispositivo attuato dalla
Alberto Abruzzese in un recente saggio7 , le civiltà industriale per mettere in scena sé stessa
Esposizioni Universali, sono da considerarsi un e per attuare una rete di connessione tra
significativo oggetto di studio per la loro "uni- campi, saperi e poteri diversi, accomunati dal-
versalità", data secondo il sociologo dalla capa- l'appartenenza alla società dei consumi di
cità di ricostruire un universo significativo in cui massa, entrata prima in quella che Abruzzese
ogni elemento esposto tende a rinascere in definisce "dimensione televisiva", successiva-
forma inedita, ma soprattutto per il contributo mente superata dal potere di comando, sele-
che hanno dato alla genesi di nuovi linguaggi zione e memoria del computer, sancendo così
dell'industria culturale contemporanea, con una il passaggio dalla condizione moderna a quella
dimensione dell'immaginario straordinariamente postmoderna.
innovativa, ma comunque legata all'estetica del
4.2 - L'uso nell'allestimento di tecnologie e tecniche provenienti
da altri ambiti della comunicazione.
115
L'allestimento nel tempo ha fatto ricorso agli re, anche se è semplice a prodursi, la seconda
strumenti più diversi per raggiungere i suoi al contrario è complicata a prodursi, ma è eco-
obiettivi, tra cui la grafica, la fotografia, varie nomica per i fruitori;
tecniche di elaborazione di immagini bidimen- - la prima raggiunge i destinatari a piccole dosi
sionali, fino all'uso dei più sofisticati strumenti e lentamente, la seconda in dosi massicce ed ha
adoperati in campo scenografico o cinemato- diffusione rapidissima;
grafico, oggi potenziati infinitamente dal contri- - la prima è pensata per minoranze con interes-
buto dell'elettronica. Come abbiamo già accen- si specializzati, mentre la seconda per una mag-
nato, si è passati progressivamente da una mag- gioranza indistinta.
giore presenza ad una progressiva assenza del- Confrontando l'allestimento ai fattori generali
l'oggetto da esporre, relativa al passaggio dagli appena delineati, lo si può paragonare, dal
strumenti tradizionali dell'allestimento alle punto di vista delle modalità comunicative, alla
nuove forme mediatiche, cui corrisponde ini- stampa nelle fasi in cui ha fatto uso soprattutto
zialmente una maggiore attenzione dedicata alla della grafica e delle immagini bidimensionali e si
presentazione dei singoli oggetti nelle loro è concentrato attorno agli oggetti da presenta-
caratteristiche materiche, visive, plastiche, sosti- re, mentre è più vicino ai modi ed agli effetti
tuita progressivamente da una tensione a dei nuovi media nel momento in cui affida la
costruire soprattutto un'esperienza unitaria che trasmissione del messaggio alla complessità
desse maggiore rilevanza al messaggio globale dello spazio animato da stimoli multisensoriali,
connesso alla mostra. così come sempre più spesso è avvenuto negli
Gli studi sulla comunicazione prima citati, con- allestimenti progettati negli ultimi trent'anni.
frontando la comunicazione che avviene attra- La tecnologia nell'allestimento è presente in
verso la stampa con quella attuata dai nuovi due dimensioni: nell'ambito delle strumentazio-
media, rilevano alcune differenze fondamentali: ni allestitive e nel divenire essa stessa oggetto
- mentre la prima richiede una certa prepara- della comunicazione.
zione, la seconda non ne ha bisogno; Nel primo caso è interessante notare il conti-
- la prima si esplica per lo più in maniera indivi- nuo scambio di tecniche e tecnologie tra l'alle-
duale, mentre la seconda è destinata più alla stimento ed i campi operativi confinanti, quali il
collettività; teatro, il cinema, la televisione, il mondo dei
- la prima consente riletture e ripensamenti, la divertimenti, ecc. Questa poliedricità di mate-
seconda viene assorbita in maniera più acritica; riali e strumenti adoperati, alla continua ricerca
- la prima non è molto economica per il fruito- di invenzioni che possano aumentare l'efficacia
116
comunicativa dell'esposizione, è una caratteristi- oggetto non solo è segno dei tempi, ma in par-
ca che distingue l'allestimento da altre dimen- ticolare stabilisce un particolare punto di incon-
sioni dell'architettura, per quanto una certa tro tra questo mondo e quello della configura-
contaminazione tra campi diversi sia una zione estetica, non solo perché la tecnologia ha
costante della cultura contemporanea. Oltre a generato forme nuove di espressione estetica,
ciò l' ampio uso di strumenti derivati dalla ma soprattutto perché in campo allestitivo
moderna ricerca tecnologica contribuisce in anche un contenuto di carattere scientifico o
modo specifico all'espressività, portandosi die- tecnico viene comunque comunicato attraverso
tro un repertorio figurativo e delle modalità di un immagine estetica, in modo quindi sintetico
approccio propri, ma familiari al grande pubbli- piuttosto che analitico, emozionale piuttosto
co, al punto da costituire una potenzialità in più che ragionato, il che ancora una volta costitui-
per relazionarsi al continuo diversificarsi degli sce una specificità propria dell'allestimento
interessi dei destinatari. quale mezzo di comunicazione, che lo rende
Anche il ruolo della tecnologia e della scienza particolarmente attuale in un'epoca quale quel-
quale oggetto di grande attenzione nella cultura la odierna in cui è ampiamente riconosciuto in
contemporanea si traduce in campo allestitivo tutti i campi del sapere il ruolo della dimensio-
in un fenomeno degno di interesse: il crescente ne estetica, a fronte dell'efficacia, dell'utilità,
numero di esposizioni temporanee e perma- della razionalità produttiva o speculativa.
nenti aventi la scienza e la tecnologia come
4.3 - Effetto comunicativo per opera delle immagini e della spazialità architettonica.
117
Nella forma più essenziale l'allestimento comu- cui contribuisce anche l'uso di tecniche all'avan-
nica attraverso le immagini ed una spazialità guardia per l'epoca, frutto di un'invenzione fina-
che, appunto ai fini della comunicazione, può lizzata appunto alla comunicazione.
configurarsi in assetti non usuali, ma fortemente La suggestione di una forma quale la spirale
espressivi, anche in maniera simbolica, del tema ritorna anche in una mostra di presentazione di
trattato. In questo caso anche l'azione di un prodotto di carattere commerciale quale la
mutuare tecniche di realizzazione o di illumina- Mostra del Raion alla Fiera di Milano del 1939,
zione fondamentalmente appartenenti alla sce- dove nella sala allestita da Bianchetti e Pea il
nografia piuttosto che alla tradizione dell'archi- materiale viene usato proprio per creare delle
tettura degli interni, è strumentale alla priorità forme che esaltano le sue stesse potenzialità
di creare uno spazio scenico comunicativo, la 91
cui fruizione dinamica ponga il visitatore in con-
tatto con il tema trattato.
Nel caso in cui il tema non consiste in un
oggetto da esporre ma in un'idea da rappre-
sentare è più evidente la potenzialità dello spa-
zio a divenire racconto attraverso l'allestimento:
nella Sala d'Icaro di Giuseppe Pagano una gran-
de spirale in lamiera di acciaio rappresenta la
aspirazione alla conquista del cielo da parte di
Icaro, sottolineata dall'effetto della luce prove-
niente dall'alto. In questo caso quindi le poten-
zialità del materiale sono sfruttate per creare
una suggestione spaziale simbolica dei contenu-
ti della mostra stessa. Coerentemente con l'ap-
proccio tipico del tempo tra visitatori e spazio
della mostra (basta pensare al grande numero
di allestimenti realizzati in quegli anni incentrati
su temi propri della retorica fascista), lo spetta-
tore vive lo spazio della mostra come uno spa-
zio sacrale, che esercita una forte suggestione
attraverso una componente di monumentalità,
92- A.Bianchetti, C. Pea, Mostra del Raion, Fiera di Milano, 1939 .
93- A. e P.Castiglioni, Padiglione Montecatini, Fiera di Milano,
1961, Volta di ingresso.
118
(come del resto aveva fatto Gropius nella I grandi cappelli di tessuto elastico che adoperò
Mostra dei Materiali non Ferrosi). In questo nella Sezione Industrial Design alla X Triennale
caso anche è chiaramente leggibile la volontà di del 1954, non sono solo un'invenzione efficace
comunicare delle osservazioni di carattere tec- per risolvere il problema della diffusione della
nico, quali la struttura della fibra, o la sua elasti- luce, sia naturale che artificiale, ma anche uno
cità, attraverso una forma che le esprima simu- strumento per individuare nello spazio degli
landole sinteticamente. ambiti tematici attraverso un artificio semplice
Achille Castiglioni ci ha fornito numerosi esem- che però crea un'immagine espositiva molto
pi di allestimento dove l'architetto ricorre a forte: in questo caso l'immagine spaziale è stru-
delle invenzioni per comunicare attraverso mento dell'organizzazione logica della comuni-
immagini bidimensionali e tridimensionali i con- cazione.
tenuti o la logica sottesi alla mostra, utilizzando Sempre gli apparecchi illuminanti sono la chiave
la potenzialità dei materiali ed un loro uso dell'allestimento realizzato nella sala del
innovativo rispetto a quello consueto, per crea- Polipropilene alla Fiera di Milano del '62, dove
re effetti scenici espressivi. dei semplici fogli di questo materiale costrui-
92 93
94- A.Castiglioni, X Triennale, Milano, 1954, Sezione Industrial Design.
95,96- A. e P.Castiglioni, Padiglione Montecatini, Fiera di Milano, 1962,
Sala del Polipropilene.
119
94
120
97
4.4 - Spazio reale spazio virtuale.
La mostra spettacolo.
121
lizzazione dello spazio attraverso superfici spec- di socializzazione del dibattito culturale.
chianti sono tecniche prese a prestito dal Gli esempi visti finora prevedono un uso della
mondo degli effetti speciali, solo che in campo tecnologia teso comunque alla costruzione di
espositivo vengono usati per creare spazi per- spazialità fisiche, per quanto alterate nella per-
corribili e che attraverso l'essere esperiti fisica- cezione dall'adozione di particolari invenzioni
mente, e non solo guardati, esercitano il loro allestitive. A partire dalla fine degli anni '50 si
forte potere di suggestione sul visitatore, dato assiste ad un'adozione sempre più diffusa degli
dall'essere in bilico tra realtà fisica ed illusione strumenti audiovisivi che man mano la tecnica
ottica. metteva a disposizione, a partire da semplici
Nella mostra "Chimica: un domani più sicuro", proiezioni, passando per varie forme di multivi-
Castiglioni costruisce con due superfici spec- sione, fino ai più attuali sistemi multimediali.
chianti l'una sull'altra un pozzo senza fondo in Attraverso l'uso di tali tecniche si verifica una
cui convergono, affacciandosi, i visitatori che vi progressiva virtualizzazione dello spazio: lo spa-
leggono all'interno delle frasi riassuntive del zio fisico vede trasformare i propri confini
senso della mostra, che ovviamente si ripetono materiali, quando non scompare totalmente nel
infinite volte, creando un effetto di eco visivo, buio, mentre lo spazio percepibile si espande al
intenzione che si legge chiaramente dai disegni di là dei confini dello spazio fisico, che può
preparatori dello stesso Castiglioni. essere pertanto modificato ai fini della comuni-
Anche la struttura volutamente disorientante cazione liberandolo dai limiti della sua condizio-
del Caleidoscopio alla XIII Triennale utilizza la ne preesistente all'intervento allestitivo.
virtualità delle superfici specchianti, che unita a Gli strumenti multimediali hanno offerto per-
quella delle proiezioni mutevoli, crea una spa- tanto non solamente l'opportunità di offrire dei
zialità deformata, non reale, che non appartiene documenti di più facile interpretazione e di
alla spazialità architettonica, di cui ha perso le maggiore impatto sul pubblico, ma sono dive-
coordinate, ma che è strumentale a rappresen- nuti lo strumento per la costruzione dello spa-
tare il disordine, la poliedricità, la confusione di zio e per la sua attivazione, in un modo che è
direzioni della società che la mostra stessa peculiare dell'allestimento, la cui spazialità non
vuole descrivere. E' interessante notare che la è tanto destinata alla vita, quanto alla comuni-
spazialità di questi allestimenti non può prescin- cazione e che pertanto può leggittimamente
dere, per avere un senso, dalla presenza delle subire processi di modificazione anche solo vir-
persone al loro interno. In questa epoca infatti tuali.
le mostre divengono un momento importante Questa doppia potenzialità della tecnologia
98,99- A. e P.Castiglioni, Fiera di Milano, 1967, Padiglione Montecatini,
sezione "Chimica, un domani più sicuro"
100,101- V.Gregotti, P.Brivio, L.Meneghetti, G.Stoppino, XIII Triennale,
Milano, 1964. Il Caleidoscopio, studio di sezione e veduta.
122
98 100
99 101
102- C.Eames, sequenza di immagini tratte dal film "Traveling Boy",1950
103- C.Eames, immagini dal film "A Communications Primer", 1953
123
102 103
104- C.Eames, uno dei pannelli elaborati per la mostra sulla
Comunicazione alla Università della Georgia, 1953.
105- C.Eames, immagini dal film "The information machine: creative
man and the data processor".
124
applicata alla comunicazione di farsi contempo- dato dall'opera vastissima di Charles Eames,
raneamente strumento per l'attivazione dello che insieme alla moglie Ray ha curato numerosi
spazio e strumento per l'elaborazione dei allestimenti sui più vari temi, occupandosi con-
documenti da presentare è dimostrata dal fatto temporaneamente della presentazione degli
che in molti casi l'architetto allestitore si è argomenti, in cui cercava di entrare il più possi-
occupato in prima persona di entrambi gli bile, e nella progettazione degli strumenti alle-
aspetti, sebbene con la collaborazione di altre stitivi e dello spazio, mostrando sempre una
figure professionali, collegandoli in un'unica ricettiva curiosità per tutte le innovazioni di
concezione comunicativa ed in un'immagine volta in volta proposte dalla tecnica delle
espositiva unitaria. comunicazioni.
Un esempio illustre di tale atteggiamento è Inizialmente erano lavori non destinati alle
104 105
106- C.Eames, mostra "A Computer Perspective", 197.
107,108- C.Eames, modelli per la disposizione degli schermi per il
Padiglione USA all'Esposizione Nazionale Americana, Mosca 1959.
125
106
126
109 110
127
111
a Le Corbusier, che fa del Padiglione Philips
progettato per l'Esposizione di Bruxelles del
1958, un contenitore per " uno spettacolo
nuovo, fatto di giochi elettronici, luci, colori,
ritmi, immagini, suoni "8 riuscendo ad utilizzare
le proiezioni multiple e gli effetti sonori per
dare una nuova dimensione all'allestimento,
scegliendo di non fare una presentazione di
oggetti o prodotti, ma di una serie di immagini
sul tema della vita moderna e pertanto crea
uno spazio creato per permettere un'esperien- 112
128
contenuto della mostra e lo spazio è progetta- senti le proiezioni, che guidano con il loro
to per permettere la visione della proiezione, ritmo di successione il percorso dei visitatori.
mentre non si può dire che la proiezione di Nella sezione delle Poste Tedesche ed in quella
immagini sia un mezzo per la caratterizzazione delle Ferrovie Tedesche le proiezioni interagi-
dello spazio in senso espressivo. scono con gli altri mezzi di comunicazione, quali
Nel caso della mostra sulla Scienza tenutasi a la grafica applicata alle superfici sia verticali che
Seattle nel 1962, Eames progetta un teatro a orizzontali, o gli effetti luminosi e sonori, senza
pianta ellittica, con un pavimento di moquette che l'uno prevalga sugli altri, creando un effica-
su cui direttamente siede il pubblico per assi- ce esempio di multimedialità nell'allestimento.
stere alla proiezione di un film, dal titolo "The Così come ha progressivamente modificato
House of Science", preparato da Eames stesso.
Le caratteristiche dello spazio, il suo essere
quasi completamente buio, il pavimento non
sonoro, fanno sì che tutta l'attenzione sia con-
centrata sulle immagini proiettate e sugli effetti
113
sonori. Mentre il padiglione Philips è uno spet-
tacolo-mostra in cui tra spazialità e strumenti
multimediali vi è uno stretto rapporto di inter-
dipendenza, questo spazio di Eames è subordi-
nato alla visione dello spettacolo.
Allestimenti di questo genere sono frequenti in
tutti gli anni '60 e '70, in cui le proiezioni costi-
tuiscono un'innovazione aderente alle necessità
di una comunicazione di massa, diretta ad un
pubblico eterogeneo e frettoloso. L'Esposizione
Internazionale dei Trasporti di Monaco di
Baviera, nel 1965, presenta un largo uso di stru-
menti multimediali. Il padiglione Olandese, alle-
stito da Benno Wissing, è un esempio di quello
"stile del buio" per cui lo spazio fisico scompare,
se non per il ruolo di risonanza svolto da alcu-
ne superfici specchianti, mentre restano pre-
114- Benno Wissing, Esposizione Internazionale dei Trasporti, Monaco,
1965, Il Padiglione Olandese.
115- G.Weber, H.Gebhard, W.Boresch, Esposizione Internazionale dei
Trasporti, Monaci, 1965, sezione "Traffico su strada".
129
114
115
4.5 - L'ingresso dell'elettronica.
Possibilità di interazione.
130
tutti gli aspetti della vita dell'uomo, l'elettronica diverso. E' significativo a tal proposito notare
ha fortemente modificato anche il campo del- che sempre più frequentemente accade che il
l'allestimento, dove si è presentata sia quale catalogo sotto forma di libro venga sostituito
strumento operativo tale da consentire effetti da un CDRom: attraverso l'uso del computer
comunicativi sempre più efficaci, sia come così come non c'è più una sola mostra, indivi-
oggetto di culto, portatrice di un immaginario duata dal percorso stabilito da allestitore e
ad essa connesso. curatore, ma varie mostre a seconda della
L'elaborazione di immagini tramite il computer varietà di interessi del pubblico, anche il catalo-
è stata un fondamentale strumento per la rea- go, che è contemporaneamente guida e
lizzazione di allestimenti multimediali, a partire memoria dell'esperienza mostra, deve essere
dall'organizzazione della proiezione di immagini uno strumento duttile al variare delle necessità
in multivisione, di cui il Padiglione Cecoslovacco dei fruitori.
di J.Svoboda, presentato a Montreal nel 1967 Oltre che come strumento il computer è dive-
rappresenta uno dei primi e più riusciti esempi. nuto spesso l'oggetto di molti allestimenti,
Oggi la presenza di terminali adoperabili dai mostrando come, a seconda dei contesti cultu-
visitatori all'interno delle mostre rappresenta, rali e temporali, ad esso siano legate forme
come abbiamo visto nel caso della Grand espressive particolari e che quindi è stato uno
Galerie a Parigi, un sistema per stabilire un rap- strumento di modificazione degli stessi mecca-
porto attivo e partecipativo tra i contenuti della nismi di percezione.
mostra e i visitatori, che possono approfondire Uno dei più celebri allestimenti incentrati sull'u-
gli argomenti che maggiormente li interessano so del computer sulla vita contemporanea è il
in un rapporto individuale e di volta in volta Padiglione IBM presentato da Eames e Saarinen
116 117
118,119- C.Eames, Fiera Mondiale di New York, 1965, Padiglione IBM,
Gli schermi all'interno del teatro ovoidale.
120- C.Eames, La foresta di alberi metallici nel Padiglione IBM.
121- C.Eames nel suo studio con il plastico del Padiglione IBM.
131
alla Fiera di New York del 1965, la cui proget- no posto su di una tribuna, che una volta piena
tazione ebbe inizio nel 1961, utilizzando inoltre si solleva e li trasporta all'interno di un teatro
filmati e materiale comunicativo elaborato da ovoidale sospeso sulle cime degli alberi in
Eames in tutta la sua carriera. Agli occhi dei visi- acciaio. In questo teatro ha luogo una proiezio-
tatori innanzitutto si presenta una foresta di ne simultanea di filmati, dal significativo titolo
alberi in acciaio, divisa in aree dedicate all'illu- "Think", sui tredici schermi di forma diversa,
strazione dei singoli temi, attraverso macchine mentre un oratore introduce i vari argomenti.
che possono essere manipolate dal pubblico E' evidentissima la volontà di utilizzare la tecno-
come dei giochi, unitamente a pannelli esplicati- logia in maniera stupefacente, al fine di trasmet-
vi dei vari argomenti; l'aspetto è più quello di tere le altrettanto stupefacenti possibilità di uti-
un Luna Park, che non di una mostra didattica. lizzo della stessa: è il modo più diretto di tra-
Alla fine di questo percorso i visitatori prendo- smettere dei contenuti ad un pubblico di
118 120
119 121
132
massa, che in un allestimento del genere riceve sottesa per esprimere il senso che il suo uso
infiniti stimoli, talvolta ridondanti, un'eccesso di può introdurre nella vita dell'uomo e pertanto
informazione che però, presentandosi in manie- ricorre ad un'immagine radicata nella cultura,
ra ludica, piacevole, accattivante, riesce ad inte- quella dello studio di San Gerolamo, cui imme-
ressare il pubblico ad un argomento di difficile diatamente si collega un senso di operosità
approccio, sebbene sorretto dalla curiosità produttiva nella quiete domestica. La tecnologia
nascente attorno ad un mondo, quello del quindi è presente in maniera significativa ma
computer, che sembrava promettere, allora non è ostentata: appartiene più al senso della
come ancora oggi, mirabilia. mostra che non alle sue modalità di realizzazio-
Questo modo di esporre la tecnologia attraver- ne.
so allestimenti ad alto tasso di sofisticazione
tecnologica è divenuto una costante sia nelle Indubbiamente il progresso tecnologico ha por-
mostre che nei musei sulla Scienza e la Tecnica, tato con sè anche la nascita di nuove forme di
segno forse di un'automatica tensione a stabili- espressione artistica, al punto che è leggittimo
re una similitudine formale tra contenuti e chiedersi se l'uso dei nuovi media abbia cam-
modalità espositive: a distanza di molti anni biato le modalità di fruizione dell'arte e se i
appare innegabile una certa derivazione della nuovi linguaggi da esso creati siano linguaggi a
Geode al Museo Parigino della Villette dal tea- sè stanti o integrabili nel panorama dei linguaggi
tro ovoidale di Eames. plastici o legati alle arti visive. Nell'allestimento
Culture diverse però producono allestimenti l'uso di immagini fotografiche, proiezioni, multi-
diversi, anche su temi simili: all'Esposizione di visioni, ecc., ha sottolineato lo svincolarsi della
Tsukuba del 1985, Achille Castiglioni, per espri- comunicazione dall'oggetto concreto concen-
mere il senso del lavoro telematico ricorre ad trandosi sui contenuti culturali ad esso connessi.
un immagine sintetica, fortemente riassuntiva di Ma anche in campo artistico si può dire che
significati ad essa connessa. Costruisce un dall'apparizione della fotografia il linguaggio arti-
modello in legno a scala reale dello studio di stico ha subito una serie di successive modifica-
San Gerolamo dipinto da Antonello da Messina zioni, svincolandosi dall'oggetto artistico e cer-
e colloca sulla scrivania un computer, colpito da cando un punto di incontro tra i vari linguaggi:
un raggio laser, che simbolizza la comunicazio- pittura, scultura, cinema, letteratura ecc.
ne a distanza. In questo caso a Castiglioni non In particolare l'uso delle proiezioni ha creato
interessa utilizzare la tecnologia per fare un delle forme di espressione che appartengono
panegirico della stessa, ma la utilizza in maniera ad un'area indefinita, di confine tra la sperimen-
122- C.Eames, Schizzi per il Padiglione IBM.
123,124- A.Fainsilber, Le Géode, Museo della Scienza alla Villette,Parigi
133
tazione creativa, l'allestimento ed anche la legame col cinema più stretto di quello che vi
didattica, poiché la videoarte cerca anche un sia con altre arti, in un certo senso le video
modo più agile e divertente di muoversi nel- installazioni sono un'ibridazione con la scultura,
l'ambito dell'informazione mediatica. Non a in molte di esse lo spettatore si trova coinvolto
caso le istituzioni museali che per prime hanno come l'attore in uno spazio teatrale, si può dire
accolto opere di video-arte, hanno avuto qual- che abita lo spazio dell'opera in un rapporto
che difficoltà ad individuare il settore di perti- che è più di partecipazione che di contempla-
nenza; il MoMA, ad esempio, quando ha aggre- zione dall'esterno. In questo senso il legame
gato alle sue collezioni alcune videoinstallazioni con l'allestimento si fa più stretto, non è chiara-
in un primo momento le ha inserite nel settore mente definito, in mostre di artisti contempor-
dedicato al cinema; ma in effetti non vi è un nei, quali Neumann, o Viola, o Wilson, il confi-
122 123
124
134
135
126
Note:
1- Marshall McLuhan, Gli strumenti del comunicare, Il
Saggiatore, Milano 1967.
2- Op.cit., p.11.
3- W.J.Ong, Interfaces of the word, Ithaca, Cornell
University Press, 1977; trad.it. Interfacce della parola,
Bologna, Il mulino, 1989.
4- M.McLuhan, op.cit., cap.1.
5- N.Postman, Technopoly, La resa della cultura alla tec-
nologia, Bollati Boringhieri, 1993.
6- M.McLuhan, op.cit., p.27.
7- A.Abruzzese, Estetiche del conflitto e del potere, in
QuaderniDi n°11/1990.
8- Le Corbusier, Le Poème Eectronique.
Bibliografia.
137
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