Saper leggere
l’architettura
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Nel lontano 1948 Bruno Zevi pubblicò Saper vedere l’ar- sce dalla relazione di molti elementi, di non facile individua-
chitettura, un libro che ebbe un successo straordinario, non zione all’interno della fabbrica, se non da coloro che hanno
solo presso una larga parte del pubblico interessato ai pro- una grande esperienza e competenza. Dunque è necessario
blemi dell’arte in generale, e dell’architettura in particolare, un metodo rigoroso e condiviso, in assenza del quale si corre
ma che costituì soprattutto per moltissimi anni lo strumento il rischio di non comprendere la vera essenza del linguaggio
per la formazione di base di migliaia di studenti e giovani architettonico. Ecco perché riteniamo che oggi non sia più
architetti1. sufficiente saper vedere l’architettura, ma che occorra saperla
Zevi intitola il primo capitolo della sua opera L’ignoranza leggere ovvero decodificarla. Per raggiungere questo scopo
dell’architettura, muovendo dalla consapevolezza del disin- ci serviremo del disegno, impiegato come strumento opera-
teresse da parte dei media e dunque delle difficoltà del pub- tivo, e come mezzo critico. Ovviamente gli architetti hanno
blico per questa particolare forma di espressione artistica. utilizzato molte volte il disegno per condurre l’analisi grafica
Scrive: dell’architettura2. Infatti, solo il disegno può rappresentare
un’opera architettonica o uno spazio urbano in un grafico di
I quotidiani dedicano intere colonne ad un nuovo libro di Koestler modeste dimensioni, permettendo la scomposizione in diver-
o ad una esposizione di Burri, ma ignorano l’edificazione di un nuovo se rappresentazioni di più facile lettura così da selezionare,
palazzo, anche se è opera di un rinomato architetto. E se ogni giornale fra gli infiniti punti che costituiscono un edificio, quelli ca-
che si rispetti ha una cronaca sistematica della musica, del teatro, del
cinema, e per lo meno una colonna settimanale sulle arti, l’architettura
ratterizzanti l’opera.
resta nella stampa la grande dimenticata; come non esiste un’adeguata Questo metodo risulta sovente impiegato dagli architetti,
propaganda per diffondere la buona architettura, così non esistono anche se non in modo rigoroso, quando devono controllare,
strumenti efficaci per impedire la realizzazione di brutture edilizie. in fase di progettazione, aspetti particolari come i rappor-
La censura funziona per i films e per la letteratura, non per evitare ti spaziali, le volumetrie, le relazioni tra le diverse forme, o
scandali urbanistici ed architettonici, le cui conseguenze sono assai quelle fra la struttura portante e le forme stesse, e tutti gli altri
più gravi e più prolungate di quelle della pubblicazione di un romanzo
pornografico.
elementi che concorrono alla formazione del linguaggio ar-
chitettonico. In tutti questi casi, attraverso schizzi schematici
Condividendo la medesima consapevolezza, in questo o vere e proprie rappresentazioni geometriche, che analizza-
libro ci siamo dati il compito di insegnare a saper leggere no aspetti parziali di un’opera, il disegno diviene un vero e
l’architettura, assumendo il concetto di spazio architettonico proprio strumento di comprensione e quindi mezzo critico,
quale suo elemento fondante. con il quale è possibile sottoporre ad analisi opere architet-
Lo spazio architettonico è assai complesso poiché scaturi- 2 Vincenzo Fasolo, Analisi grafica dei valori architettonici. Lezioni del prof.
toniche o idee progettuali in fase di definizione. Identica me- di definire la forma attraverso una serie di disegni successivi
todologia può essere applicata all’analisi dell’architettura o che avvicinano alla forma definitiva. Quindi possiamo affer-
di spazi urbani già costruiti, quando si voglia procedere alla mare che l’architettura nasce con il disegno, e con il disegno
loro analisi, al fine di comprenderne il linguaggio. Per que- essa può essere analizzata e compresa, attraverso l’analisi
ste ragioni, riteniamo che l’analisi grafica debba affrancarsi puntuale dei suoi elementi costitutivi. Un modo di procede-
dall’empiricità del passato, per assumere i caratteri di una re utile non solo a tutti gli studenti che vogliono diventare
vera metodologia. architetti, ma anche per coloro che vogliono avere una com-
Questa possibilità, di passare dall’esperienza individuale prensione non superficiale dell’architettura contemporanea
ad una vera e propria metodologia scientifica, ci viene forni- e di quella del passato. Accanto all’analisi grafica, ci servi-
ta dai linguisti e in particolare dalla corrente strutturalista. remo anche di fotografie e di modelli virtuali, utilizzando il
Lo strutturalismo come è noto non è una scienza, bensì una contributo dell’informatica, che può aiutare a comprendere
metodologia operativa, che trae il suo nome dal concetto di meglio l’analisi grafica.
struttura o forma. L’analisi compiuta dallo strutturalista con- L’esperienza maturata in lunghi anni di insegnamento ci
siste nell’esaminare un determinato evento, scomponendolo conforta e ci assicura che l’utilizzazione del mezzo grafico
nelle sue parti costitutive al fine di classificarle per poi ricom- permette di ottenere risultati molto significativi, soprattutto
porlo in modo da comprendere le relazioni che legano reci- se colui che intende saper leggere l’architettura fa un piccolo
procamente le singole parti e ciascuna di queste con il tutto. sforzo per sperimentare direttamente il metodo proposto. Il
Sebbene a prima vista questa metodologia può sembrare una primo capitolo del libro sarà, perciò, dedicato all’esplicita-
riduzione ed un impoverimento della realtà, essa consente, zione e alla messa a punto della metodologia proposta, i suc-
attraverso la modellizzazione del fenomeno, di effettuare una cessivi capitoli saranno dedicati ai diversi linguaggi che ha
serie di osservazioni da diversi punti di vista, tali da far pro- assunto l’architettura nel corso dei secoli. Leggeremo perciò
gredire il livello di conoscenza, fino a raggiungere una visione le opere più significative di ciascuna epoca, partendo dalla
completa del fenomeno esaminato. classicità e arrivando fino all’architettura moderna e contem-
D’altro canto va ricordato che l’architettura, prima di poranea.
diventare opera concreta, prende forma attraverso il dise-
gno: infatti tutti i progettisti, dopo aver concepito mental- Mario Docci Emanuela Chiavoni
mente il proprio progetto, debbono visualizzarlo attraverso
il disegno. Questi sono schizzi di ideazione che hanno il fine Roma, novembre 2016
Saper leggere l’architettura
I. I fondamenti teorici dell’analisi grafica
Strutturalismo e modello grafico metodologia di analisi, con risultati assai interessanti. La pos-
sibilità di passare dalle esperienze individuali ad una vera e
Come è noto, il disegno consente di rappresentare un’ope- propria metodologia scientifica è stata fornita dai linguisti, e
ra architettonica o uno spazio urbano attraverso un grafico in modo particolare dalla corrente strutturalista.
di modeste dimensioni, nel quale sono riprodotti solo quei Lo strutturalismo non è una scienza, ma una metodologia
punti e quelle linee che caratterizzano l’opera. Si realizza così operativa, che trae il suo nome dal concetto di «struttura»,
un’immagine che riproduce solo alcuni degli aspetti più signi- o forma, con cui pare presentarsi ai nostri occhi un determi-
ficativi dell’«oggetto» prescelto; di esso è però possibile ese- nato fenomeno. Il metodo dello strutturalista consiste nell’e-
guire più disegni, che ne rappresentano ciascuno un diverso saminare tale fenomeno, scomponendolo nelle sue parti co-
aspetto. In altre parole, una realtà complessa e difficilmente stitutive per classificarle, e quindi nel ricomporle, in modo
leggibile può essere scomposta in diverse rappresentazioni di da comprendere le relazioni che le legano reciprocamente e
più facile lettura. Questo metodo risulta impiegato, anche se con il tutto. Pur essendo una riduzione e un impoverimento
in modo non rigoroso, da architetti e ingegneri, quando deb- della realtà, tale operazione consente, attraverso la model-
bano controllare, in fase di progettazione, aspetti particolari lizzazione del fenomeno, di effettuare una serie di osserva-
come i rapporti spaziali, le relazioni tra le diverse forme, o zioni da diversi punti di vista, tali da far progredire il livello
quelle fra la struttura portante e le forme stesse, e tutti gli altri di conoscenza fino a raggiungere una visione completa del
elementi tipici di ogni progettazione. In tutti questi casi, at- fenomeno esaminato. Si tratta, in altre parole, di ipotizzare
traverso schizzi schematici, o vere e proprie rappresentazioni una configurazione di un determinato evento e di verificare
geometriche, che analizzano aspetti parziali di un’opera, il e quindi modificare questa configurazione, man mano che la
disegno diviene un vero e proprio «strumento di compren- conoscenza si approfondisce.
sione» e quindi strumento critico, con il quale è possibile L’attività strutturalistica deve pertanto essere intesa come
sottoporre ad analisi le idee progettuali, prima che esse siano un processo atto ad eseguire la ricostruzione ideale di un fe-
trasformate in vero e proprio progetto. Identica metodolo- nomeno o di un’opera d’arte, in modo da evidenziarne le in-
gia viene applicata all’analisi di architetture o di spazi urbani time regole di funzionamento. La struttura così individuata si
già costruiti, allorquando si voglia procedere alla loro analisi configura come un «simulacro» dell’opera, ma un simulacro
storico-critica, per comprenderne la qualità storico-artistica. orientato, finalizzato, poiché l’oggetto imitato (cioè riprodot-
Questo modo di impiegare il disegno veniva usato, in pas- to dal modello strutturale) è tale da far apparire qualche cosa
sato, in modo empirico e ciascun disegnatore lo utilizzava che, diversamente, nella realtà resterebbe invisibile.
soggettivamente, senza seguire particolari regole. In questi Quali vantaggi possa portare lo strutturalismo agli studi
ultimi anni, l’analisi grafica si sta allontanando dall’empiricità dell’architettura e delle arti è stato mirabilmente esposto da
delle origini per assumere i caratteri di una vera e propria Cesare Brandi nel suo saggio Struttura e architettura:
6 I. I fondamenti teorici dell’analisi grafica
L’indagine sulla struttura di un’opera di arte figurativa deve par- fico per creare dei modelli di comprensione dell’«oggetto»
tirsi dagli elementi di percezione che l’opera contiene per ricostruire architettonico o della realtà urbana, al fine di poterli com-
la portata strutturale che essi hanno nel conio dell’immagine stessa.
prendere e analizzare, così come farebbe uno scienziato, che
Le indagini sulla spazialità, sul colore, sulla plasticità e così via, non
saranno allora dissezioni grammaticali e neppure sintattiche, ma dav- riproduce artificialmente nel suo laboratorio un determinato
vero strutturali se rivolte a dar conto dell’intuizione globale da cui fenomeno.
nacque l’opera. La conclusione della ricerca sarà data, come per ogni Il disegno, così inteso, si identifica con il concetto di mo-
ricerca strutturale, dall’aver reperito e consegnato insieme elementi tali dello, o meglio di modello grafico di comprensione. Si può
da poter permettere di restituire non già lo scheletro, ma il simulacro, dire, infatti, che un modello è tale quando è composto da un
il modello dell’opera.
insieme di elementi, che sono legati tra loro dalla stessa legge
con cui appaiono legati gli elementi costituenti lo spazio de-
Questi concetti, elaborati dagli strutturalisti, sono appli-
scritto dal modello stesso; esso, pertanto, non consiste nella
cabili nell’analisi grafica, quando questa viene impiegata per
riproduzione del fenomeno così come appare, ma costruisce
la lettura dell’ambiente o dell’architettura. Utilizzato in chia-
un’analogia atta ad evidenziare le leggi che regolano l’orga-
ve strutturalistica, il disegno diviene, come si è detto, un vero
nizzazione dell’organismo. Si tratta, quindi, di un processo
e proprio mezzo critico, con il quale è possibile analizzare
di riduzione della complessa realtà architettonica, tendente
l’opera attraverso la sua segmentazione e la rappresentazione
ad esaltarne i fatti significativi, evidenziandoli in uno schema.
degli elementi costitutivi di essa.
Anche il modello grafico, per essere tale, deve uniformarsi
La discretizzazione, o scomposizione per parti, dell’og-
ad alcuni principi fondamentali, che regolano la più generale
getto architettonico può essere sviluppata attraverso la
«teoria dei modelli».
scomposizione e la ricomposizione della «scatola» spaziale,
Il modello grafico deve tendere ad isolare alcuni aspetti
l’analisi dei suoi elementi costitutivi, la loro classificazione
dell’organismo architettonico o della porzione di città ana-
e descrizione e, infine, la verifica delle possibili regole che
lizzata, al fine di focalizzare l’attenzione su di un solo tipo di
sottendono alle diverse combinazioni fra gli elementi. Il di-
problema. Ad esempio, si potrà realizzare un modello grafico
segno, così strutturato e impiegato, evidenzia ed esalta, at-
che descriva solo le relazioni volumetriche (concatenazione
traverso la riduzione a schemi, le relazioni tra gli elementi
dei volumi (fig. 1) ignorando tutti gli altri elementi (finestre,
costitutivi dello spazio, che divengono veri e propri modelli
ingressi, cornicioni, marcapiani, ecc.); successivamente se ne
interpretativi della realtà. In altre parole, si usa il mezzo gra-
potrà eseguire uno che evidenzi il rapporto esistente tra «pie-
ni» e «vuoti» delle facciate; oppure un altro che analizzi il per-
corso destinato a consentire il passaggio dall’esterno all’inter-
Fig. 1. Villa Almerica-
Capra (Vicenza, no dell’organismo (fig. 2). Il modello sarà ripetuto tante volte,
1567-1569) di Andrea quanti sono gli aspetti significativi da analizzare, in modo da
Palladio: modello raggiungere la completa conoscenza dell’organismo.
grafico descrittivo dei
soli volumi e delle loro
relazioni.
AMBIENTE
COMPONENTE FORMALE
grado di soddisfare anche gli aspetti di carattere estetico. Per- STRUTTURA ELEMENTI
tanto il progettista deve operare sulle forme della struttura COSTITUTIVI
attraverso i suoi elementi costitutivi, per assicurare anche una
elevata qualità formale. Risulta quindi evidente che la qualità COMPONENTE
complessiva di uno spazio architettonico viene raggiunta solo
SPAZIALE
quando tutti gli aspetti concorrono al conseguimento di que-
sto fine ultimo. In linea teorica non dovrebbe potersi accet-
tare un’analisi volta ad esaminare uno solo di questi aspetti,
o che tendesse ad una netta separazione tra i vari aspetti.
Tuttavia, sul piano della pratica, è ammissibile operare ana- AMBIENTE
lisi distinte, purché se ne sia consapevoli e si proceda ad una
ricomposizione finale dei risultati. Si può dire pertanto che Fig. 3. Schema operativo per condurre l’analisi grafica di un’opera
architettonica. I quattro cerchi indicano le componenti che occorre analizzare
l’analisi grafica di un’opera architettonica è esaustiva quando separatamente: le frecce evidenziano le relazioni binarie tra le diverse
siano condotte le seguenti analisi: componenti da analizzare.
8 I. I fondamenti teorici dell’analisi grafica
l’analisi funzionale
B B K SC B
K K
L’analisi funzionale deve mettere in risalto l’organizzazione SC SC
distributiva degli spazi, i percorsi orizzontali e verticali che li
collegano, le superfici assegnate alle varie funzioni, l’illumi-
nazione naturale e l’orientamento, gli impianti tecnologici,
se di grande rilevanza, in relazione alla funzione dell’orga- K K B B
C
C S C C S
nismo. Walter Gropius (1883-1969), Ludwig Mies van der S
ZONE DI COLLEGAMENTO
AULE
LABORATORI
SERVIZI
PERCORSI
L’analisi funzionale 9
osservare, le linee continue e tratteggiate evidenziano i diver- tutte quelle chiese la cui pianta è assimilabile ad una figura
si tipi di percorsi. che ammette un centro (cerchio, quadrato, esagono, ecc.). Si
L’analisi funzionale non si esaurisce con il solo studio di può dire, pertanto, che si intende per tipo una costruzione
distribuzione degli spazi, ma deve prendere in esame l’illu- mentale, che consente di estrarre da una categoria di ogget-
minazione (fig. 6), l’orientamento (fig. 7) e anche altri aspetti ti tutte le caratteristiche che li accomunano. Ovviamente, si
di tipo funzionale particolarmente rilevanti, come la visibilità possono creare classi tipologiche riferite a diversi aspetti di
in un cinema o in un teatro. uno stesso fenomeno; in campo architettonico è possibile de-
Lo studio relativo all’organizzazione funzionale deve es- sumere tipologie relative sia ad aspetti formali (ad esempio,
sere connesso, per ragioni operative, con l’analisi tipologica, tutti gli edifici che impiegano uno stesso ordine architetto-
anche se quest’ultima ha finalità diverse. nico: dorico, ionico, corinzio) sia ad aspetti strutturali (ad
Nell’uso più corrente del termine, per «tipologia» si in- esempio, edifici con struttura portante in cemento armato,
tende lo studio dei tipi, che ha come finalità la ricerca, per oppure in muratura) sia infine all’organizzazione degli spazi
(ad esempio, chiese a pianta centrale, a croce latina, ecc.).
fini classificatori, condotta su oggetti (nel nostro caso archi-
Gli studi tipologici applicati all’architettura hanno privile-
tetture) che abbiano in comune una serie di caratteristiche.
giato quasi sempre l’aspetto relativo all’organizzazione spazia-
Ad esempio, si usa parlare di chiese a pianta centrale, per
le, cosicché ben si comprendono i rapporti che legano gli studi
N tipologici a quelli distributivi. Secondo alcuni studiosi, tutta
Fig. 6. Casa del Fascio (Como, la complessa gamma delle tipologie attualmente impiegate in
1936) di Giuseppe Terragni:
NO NE
studio dell’orientamento architettura (abitative, specialistiche, relative a edifici destina-
per ottenere la migliore esposizione ti ad attività lavorative, culturali, ecc.) deriverebbe, attraverso
delle facciate. successive elaborazioni e trasformazioni verificatesi nel tempo,
dalla cellula elementare primigenia, di forma probabilmente
O E
quadrata o rettangolare (delle dimensioni di circa m 6 x 6),
Fig. 7. Casa del Fascio (Como,
a sua volta derivata dalla capanna o dalla grotta dell’uomo
1936) di Giuseppe Terragni: analisi primitivo. Nelle figg. 8-9 sono riportate alcune classificazioni
SO SE
dell’illuminazione interna degli tipologiche relative a edifici abitativi.
ambienti in relazione all’esposizione
e alle diverse ore del giorno. Lo studio tipologico non deve limitarsi, però, alla sempli-
S
ce classificazione per tipi, ma deve tendere anche a ricono-
O - SO FACCIATA SU PIAZZA DELL’IMPERO scere le trasformazioni e l’evoluzione di essi nel tempo, così
S.I. 16.h41
da fornire anche una visione storica. Quando ciò avviene, la
E.
E .
S.
ricostruzione tipologica non è solo un’operazione concettua-
le a posteriori, ma può rivelare come il tipo sia qualche cosa
S.I.
a PIANTA PIANTE
20 palmi
PROSPETTO PROSPETTI
b
Fig. 9. Schema delle mutazioni tipologiche delle case a schiera in due diversi
centri urbani: a) Firenze; b) Roma. Come si può osservare, con il trascorrere
del tempo si passa dalla cellula base ad un piano di forma quadrata a forme
più complesse a più piani che si espandono anche in profondità, fino Fig. 10. Edificio in Vicolo del Cinque (Roma): studio delle trasformazioni
ad occupare tutto il lotto (da Gianfranco Caniggia e Gian Luigi Maffei, avvenute nel tempo in una unità edilizia; analisi delle relazioni tra tipo
Composizione architettonica e tipologia edilizia, Marsilio, Venezia 1979). edilizio in esame e la sua classe tipologica di appartenenza.
L’analisi della struttura portante 11
te al posto dei pilastri isolati risulta inoltre più vantaggioso I materiali impiegati nella costruzione degli elementi por-
sotto il profilo economico, soprattutto in quegli edifici ove tanti verticali sono rimasti per molto tempo la pietra e il mat-
occorre separare con pareti perimetrali i vari ambienti. tone, mentre in quella degli elementi orizzontali ha prevalso
Per molti secoli le strutture portanti realizzate con muri il legno e solo in casi particolari la pietra.
continui e con solai di copertura in travi di legno hanno co- L’adozione di questo sistema costruttivo condiziona no-
stituito il sistema predominante nelle costruzioni edilizie nel tevolmente la configurazione dello spazio, sia attraverso gli
mondo occidentale. In alcuni casi, dovendosi realizzare spa- elementi verticali sia attraverso quelli orizzontali. L’adozione
zi ampi o semiaperti (portici), l’elemento portante continuo di muri portanti e di travi in legno non consente di realizzare
(muro) lascia il posto al pilastro o alla colonna, dando luogo, spazi di qualsiasi forma e dimensione, come viceversa si può fa-
così, ad un elemento puntiforme alternato a quello continuo. re adottando una struttura portante in cemento armato. I muri
portanti continui non possono essere interrotti da grandi aper-
ture, se non si vuole compromettere la loro capacità portante;
in questo caso dunque le finestre e le porte non possono essere
molto ampie e la loro forma assume il caratteristico andamento
rettangolare, con il lato maggiore disposto verticalmente (figg.
15-16); inoltre il rapporto tra pieno e vuoto, nelle facciate, è
sempre a favore del pieno. Tale rapporto si inverte a favore del
vuoto quando, pur essendo stati adottati materiali tradizionali
come la pietra o il mattone, la struttura si realizza non già con
un muro continuo, ma con un’alternanza di elementi portanti
e parti portate, anche in materiali differenti. Ciò significa che
la parte portante «si specializza», assumendo una sezione mag-
giore o diversa nella zona in cui riceve il carico degli elementi
sovrastanti. In questo caso le pareti esterne, nelle parti non
sollecitate, possono accogliere finestre anche di grandi dimen-
sioni, dando luogo, così, a prospetti in cui le parti vuote sono
più ampie di quelle piene (fig. 17).
Questa tecnica costruttiva, che concentra i pesi verticali
in un numero limitato di punti, è tipica del periodo gotico:
nelle grandi cattedrali i pesi delle coperture sono concentrati
Fig. 15. Villa di papa Giulio III (Roma, 1553) di Giacomo Barozzi detto il
Vignola: analisi del rapporto tra i vuoti delle finestre e i pieni della facciata.
Fig. 16. Schema del posizionamento delle aperture sul prospetto della villa di
papa Giulio III. Si osservi il rigoroso rispetto dell’allineamento delle aperture Fig. 17. Casa del Fascio (Como, 1936) di Giuseppe Terragni: sezione, pianta
su degli assi verticali. e veduta di uno dei prospetti.
14 I. I fondamenti teorici dell’analisi grafica
(capriate), capaci di sostenere il manto di copertura di am- caratteristiche del Razionalismo) e una serie di spazi interni
bienti con luce di 15-20 metri; questo tipo di struttura viene flessibili e anche trasformabili nel tempo (pianta libera). Le
impiegato nella copertura delle chiese o di grandi sale (fig. 19). Corbusier (1887-1965) formulò, intorno agli anni Trenta, i
Un sistema costruttivo puntiforme che cerca di creare una principi fondamentali cui doveva ispirarsi la progettazione
netta separazione, nelle pareti, tra la parte portante e quella architettonica moderna (vedi Villa Savoye, pp. 159-163):
portata, è stato ripreso e sviluppato nei primi anni del XX – edificio sospeso dal suolo e sorretto da potenti pilastri
secolo con l’avvento del calcestruzzo armato. L’impiego di di sostegno (pilotis);
questo materiale consente di realizzare una ossatura portante – il tetto giardino;
(gabbia) costituita da pilastri di sezione molto ridotta: su di – la pianta libera;
essi poggiano delle travi, che a loro volta sostengono i solai. – la finestra a nastro;
Si ottiene così una struttura portante, che deve essere chiusa – la facciata libera.
perimetralmente da una parete portata, la quale non doven-
do svolgere funzioni statiche può essere forata liberamente. Tutto ciò fu possibile proprio grazie all’introduzione del
Le pareti divisorie interne sono tutte realizzate con tramezzi calcestruzzo armato. Le grandi capacità portanti di questo
non portanti (spessore 8-10 centimetri), che possono essere materiale e la possibilità di realizzare aggetti e luci libere di
posizionati a seconda delle necessità. notevoli dimensioni sono state e sono utilizzate per opera-
L’impiego di questo tipo di struttura ha influenzato no- re un completo capovolgimento nel linguaggio espressivo
tevolmente il linguaggio architettonico, il Razionalismo eu- dell’architettura.
ropeo in particolar modo. Infatti ha consentito di realizzare L’impiego dell’acciaio nella costruzione di strutture di
per la prima volta finestre ad andamento orizzontale (la fine- edifici consente di ottenere una struttura ancora più leggera
stra a nastro [vedi fig. 2] è una delle componenti formali più e dotata di maggiore capacità portante, a parità di sezioni,
Fig. 18. Ca’ d’Oro (Venezia), edificio realizzato per Marino Contarini nel Fig. 19. Chiesa di San Domenico (Siena): capriate lignee di sostegno della
1440. La facciata risulta notevolmente traforata e il suo peso è concentrato su copertura della grande navata.
alcune esili colonne.
L’analisi della struttura portante 15
3. Il sistema archivoltato
Parallelamente al sistema architravato, prima nel mondo Fig. 20. Schema grafico
etrusco e successivamente in quello romano, fu introdotto un di un arco in conci di
nuovo sistema strutturale, a cui viene dato il nome di sistema pietra.
archivoltato. Si compone di due elementi verticali, analoghi
a quelli impiegati nel sistema architravato, e di un arco che
raccorda i due elementi verticali, realizzato con elementi di
pietra (conci) a forma di cuneo (fig. 20).
Questo sistema si comporta, da un punto di vista stati- Fig. 21. Schema statico di un arco in
conci di pietra. Le spinte dei singoli
co, in modo assai diverso da quello architravato, poiché gli conci si combinano in una forza
elementi in pietra (in epoca romana è stato impiegato so- che si scarica sul piedritto con un
andamento inclinato.
prattutto il mattone) che costituiscono l’arco, anziché essere Per l’equilibrio dell’arco occorre
sottoposti a flessione, sono sollecitati a compressione. I pesi che la spinta del medesimo (F) e
verticali che gravano sull’arco vengono trasmessi dai vari ele- il peso proprio del piedritto (P) si
combinino dando luogo ad una forza
menti di pietra (conci) agli elementi portanti verticali, secon- risultante (R) che deve rimanere
do una direzione inclinata, come risulta dalla fig. 21: l’arco all’interno della base del piedritto.
trasmette dunque ai pilastri una spinta inclinata, che tende a
farli ruotare verso l’esterno (fig. 22). F
La possibilità di far lavorare tutti gli elementi in pietra a
compressione, consente di realizzare archi caratterizzati da P
una luce libera (tra i suoi piedritti) molto rilevante (nel caso
della costruzione di ponti si raggiungono anche i 50 metri R
di luce libera), così da superare i limiti imposti dal sistema
architravato; tale vantaggio è però in parte limitato dalla mag-
giore dimensione che occorre dare all’elemento verticale per
contrastare la spinta dell’arco.
Dall’evoluzione della struttura ad arco si sono in seguito
sviluppati i sistemi a volta, che hanno consentito di coprire
ambienti con piante poligonali.
Il modello grafico della struttura portante deve mettere
in risalto la tipologia della struttura impiegata; la fig. 23 ne
offre una sintetica esemplificazione. Per completare l’analisi,
occorre realizzare uno o più modelli grafici che esaminino
le relazioni tra struttura e spazio, e tra struttura ed elementi Fig. 22. Esemplificazione grafica della deformazione
subita da un arco sottoposto a spinte che non siano
costitutivi; la fig. 24 riporta un esempio di modello grafico sufficientemente contrastate dal peso proprio dei
finalizzato a tale scopo. piedritti.
16 I. I fondamenti teorici dell’analisi grafica
Fig. 23. Casa del Fascio (Como, 1936) di Giuseppe Terragni: Fig. 24. Modello grafico che
analisi grafica della struttura portante puntiforme in cemento evidenzia le relazioni fra struttura
armato. Il modello grafico evidenzia la distribuzione modulare portante ed elemento di facciata
degli elementi portanti verticali. di un edificio di civile abitazione.
L’analisi degli elementi costitutivi 17
propriata, in «elementi costitutivi». Definire rigorosamente consente quindi alla facciata di creare un maggiore o minore
attraverso quale metodologia si debba scomporre un orga- rapporto di continuità tra i due spazi.
nismo architettonico nei suoi elementi costitutivi comporte- Le facciate sono gli elementi che vengono percepiti per
rebbe una trattazione molto lunga e complessa, e soprattutto primi da chi proviene dall’esterno; ciò spiega il motivo per
occorrerebbe passare in rassegna le varie teorie che sono sta- cui spesso esse assumono un ruolo simbolico, di immagi-
te avanzate a questo proposito. Tale delicata questione può ne dell’organismo architettonico proiettata verso l’esterno.
tuttavia essere superata pragmaticamente, tenendo conto dei Questo loro ruolo è stato in massima parte esaltato in quei
fini che l’operazione di scomposizione di un’opera architet- periodi storici in cui si annetteva maggiore importanza allo
tonica si propone. In questa ottica è accettabile, pertanto, spazio esterno a scapito di quello interno. Accadeva così che
anche una scomposizione non molto rigorosa, poiché i be- l’edificio avesse una sola facciata: quella, appunto, rivolta
nefici che si otterranno saranno comunque apprezzabili. In verso lo spazio esterno, o meglio, verso la strada principale,
considerazione di ciò, è consigliabile analizzare innanzitutto considerando tale facciata come la più significativa.
quelle parti dell’organismo che maggiormente caratterizzano Va tuttavia ricordato che questo elemento di frontiera, se
e influenzano il linguaggio architettonico. da un lato costituisce l’immagine esterna dell’edificio, dall’al-
Si propone quindi l’analisi grafica dei seguenti elementi: tro serve a consentire la delimitazione di un equilibrato spa-
– elementi di chiusura laterale: facciate; zio interno, il che, come abbiamo visto, è uno degli scopi
– elementi di collegamento con il terreno: attacchi a terra; dell’architettura. In questa ottica, l’elemento facciata prende
– elementi di copertura: tetti, terrazze, collegamento fac- corpo e significato dalla relazione che si stabilisce tra la pa-
ciata-tetto; rete, elemento opaco e di chiusura, e la finestra, elemento
– elementi di raccordo tra le chiusure laterali: soluzioni trasparente e di comunicazione. Il diverso modo di correlare
d’angolo; questi due elementi determina concezioni diversissime nella
– elementi di collegamento esterno-interno: ingressi, atrii; progettazione delle facciate.
– elementi di collegamento verticale: scale, rampe. In generale, le finestre possono essere di forme geome-
triche semplici (quadrato, rettangolo, cerchio, ovale) o più
La storia dell’architettura ci mostra come ciascuno di complesse, risultanti dell’aggregazione (fig. 25) di più forme
questi elementi possa assumere diverse configurazioni che geometriche (ad esempio rettangoli e quadrati, rettangoli e
sono tuttavia riconducibili ad un numero limitato di tipi. L’o-
perazione analitica pertanto, oltre ad isolare un determinato
elemento, dovrà collocarlo, attraverso raffronti, nella classe
tipologica di appartenenza, stabilendo una vera e propria
classificazione.
cerchi, ecc.). Raramente la loro forma assume contorni liberi pera architettonica. Infatti, in alcuni edifici, finestre simili
come accadde nel periodo dell’espressionismo o del liberty vengono ripetute in senso orizzontale e verticale, secondo
nel passaggio tra il XIX e il XX secolo (fig. 26). leggi proporzionali, di ritmo e di simmetria; in altri, aperture
Solitamente esse sono inserite nella superficie del muro; di dimensioni e forme diverse vengono alternate al fine di
in altri casi, invece, non lo sono, ma esse stesse diventano indicare le varie funzioni degli ambienti che esse illuminano,
parete vetrata, che si integra con le parti piene della costru- oppure distribuite sulla parete, secondo leggi compositive
zione. In alcune opere, la finestra diventa una superficie con- basate sull’equilibrio ponderale.
tinua, trasparente, che costituisce la chiusura perimetrale di Esaminando con maggiore attenzione i diversi tipi di
tutto l’edificio (fig. 27). Variabile non è solo la forma dell’ele- finestre, si scopre che anche quelle classificate in base alla
mento finestra, ma anche la sua collocazione sulla superficie stessa forma geometrica possono apparire diverse, o perché
che costituisce il prospetto dell’edificio; muta allora il ruolo l’apertura è ottenuta mediante complicati disegni geometrici,
che tale elemento svolge e il significato che conferisce all’o- fino a divenire un traforo, oppure perché essa stessa diviene
Fig. 30. Prospetto di una casa a schiera medievale. Il posizionamento delle Fig. 31. Villa Bianca (Seveso, 1937) di Giuseppe Terragni: fronte principale
aperture non segue rigorosamente gli allineamenti verticali. della villa, caratterizzato da grandi aperture a prevalente andamento orizzontale.
L’analisi degli elementi costitutivi 21
campagna (piano naturale del suolo), zona riservata agli uo- ► Assenza di elementi di interposizione (attacco diretto)
mini, e il tempio, sopraelevato e di pertinenza della divinità.
La soluzione di appoggiare direttamente l’edificio sul piano
di campagna, senza l’interposizione di elementi mediatori, è
► Accentuazione delle dimensioni della parete nella zona tipica dei periodi storici in cui l’attenzione per la componente
a contatto con il suolo formale è meno accentuata (fig. 38). Molti edifici medievali e
Per raccordare l’edificio con il piano di campagna, la parte moderni adottano questa soluzione di attacco diretto al suolo
terminale della parete viene sagomata «a scarpa», in modo senza interporre altri elementi con funzioni di raccordo.
da sottolineare il maggiore sforzo a cui sono sottoposte le
membrature murarie (fig. 36a). In alcuni edifici l’andamen- ► Inserimento di pilastri che sollevano l’edificio dal suolo
to «a scarpa» viene sostituito da uno zoccolo basamentale
(che può investire anche tutto il piano terreno) o da un altro L’impiego del cemento armato nelle strutture portanti degli
elemento, che rafforza visivamente la parte a contatto con il edifici ha permesso, attraverso l’uso dei pilastri (pilotis), di
suolo (fig. 36b). In molti palazzi rinascimentali, questa fun- separare l’organismo architettonico dal suolo. Questa solu-
zione è svolta da un sedile che corre lungo tutta la facciata, zione, teorizzata da Le Corbusier e impiegata in molte sue
come nel caso di Palazzo Farnese (fig. 37). opere, consente di non interrompere la visione dell’ambiente
naturale con l’inserimento dell’edificio (fig. 39). L’analisi gra-
fica dell’elemento di collegamento con il terreno (attacco a
terra) può essere svolta esaminando sia le caratteristiche del
rapporto tra edificio e terreno, sia le componenti formali e
costruttive dell’elemento stesso. Nelle figg. 40-41 sono ripor-
tati alcuni esempi di analisi grafica relativi agli attacchi a terra.
si degli aspetti formali e costruttivi. Una ulteriore conferma ni costruttive), o escludere la conoscenza dell’elemento,
delle difficoltà che spesso si incontrano nell’individuazione limitandosi semplicemente ad affrontare il problema del
dell’elemento copertura, come parte sicuramente ricono- suo raccordo con le pareti verticali. In quest’ultimo caso
scibile e quindi scomponibile, ci è fornita dalla percezione l’ipotesi sulla copertura si può formulare in un secondo
visiva di esso; infatti non è sempre possibile avere la visione momento, deducendola dall’analisi del linguaggio adottato
diretta della copertura di un edificio, così come invece sono per l’intero edificio. È evidente che la prima soluzione si
sempre visibili la facciata o l’attacco a terra. La mancanza riferisce a fattori fenomenologici, che possono anche non
di percezione visiva pone l’osservatore di fronte alla ne- verificarsi affatto, mentre la seconda soluzione isola l’ele-
cessità di una scelta: o attribuire all’elemento una forma mento dall’insieme e si riferisce solo alla logica strutturale
del tutto ipotetica, deducendola da fattori ambientali o dell’organismo stesso; quest’ultima posizione analitica tro-
tipologici (dovuti all’uso corrente di determinate soluzio- va maggiore attendibilità.
Fig. 38. Esemplificazione di attacco a terra diretto. L’edificio appoggia Fig. 40. Villa Bianca (Seveso, 1937) di Giuseppe Terragni: modello grafico
direttamente al suolo senza elementi di mediazione. dell’attacco a terra.
Tra le diverse soluzioni adottate dai progettisti per risol- no, mettendo in risalto le superfici delle facciate come piani
vere il problema del collegamento tra due facciate, possiamo nello spazio e annullando una precisa percezione del volume,
individuare sei diverse tipologie (fig. 44). a causa della smaterializzazione degli angoli.
► Le due facciate si incontrano formando uno spigolo vivo ► Arrotondamento dell’angolo attraverso un raccordo
semicircolare convesso
Nessun elemento quindi ne sottolinea il passaggio. Si realiz-
za così uno spigolo puro, che non rafforza il perimetro del Consente la continuità tra le due facciate, ammorbidisce il
volume e lo sguardo dell’osservatore tende a uscire dal piano contorno del volume e lo rende percettivamente più com-
della facciata (fig. 44a). patto (fig. 44f).
L’attenzione dei progettisti non riguarda soltanto la so- Una soluzione molto raffinata è quella adottata da Biagio
luzione d’angolo del singolo edificio, ma anche il luogo e Rossetti (1447-1516) per il Palazzo dei Diamanti a Ferrara, do-
la posizione in cui l’edificio è collocato rispetto al contesto ve troviamo un angolo rafforzato da lesene e da un balcone che
urbano. Ogni angolo, infatti, deve avere un trattamento e costituisce un elemento di ricucitura tra le due facciate (fig. 47).
un’importanza formale diversi, a seconda delle direttrici del Nelle figg. 48-49 sono esemplificate alcune analisi grafi-
tessuto urbano e delle visuali stradali che lo mettono in re- che di soluzioni d’angolo.
lazione allo spazio pubblico. La casa d’angolo, o «casa di
cantonata», diviene diffusissima soprattutto nell’Ottocento,
in seguito all’adozione della maglia stradale a scacchiera, la 5. Elementi di collegamento esterno-interno: ingressi, atrii
quale consente di realizzare molti lotti angolari che si affac-
ciano su due o più vie. L’accesso allo spazio architettonico (ingresso) è una par-
ticolare forma di passaggio tra due realtà diverse, che pre-
senta aspetti materiali e simbolici. «La porta [...] costituisce
il limite tra il mondo esterno e il mondo domestico, nel caso
a d
b e
c f
Fig. 46. Casa Modello (Berlino, 1931) di Ludwig Mies van der Rohe: Fig. 47. Palazzo dei Diamanti (Ferrara, 1493) di Biagio Rossetti: soluzione
analisi grafica delle soluzioni d’angolo. Il movimento neoplastico, con la d’angolo particolarmente elaborata e raffinata per la presenza di una
scomposizione della scatola spaziale in piani, annulla l’angolo svuotandolo parasta angolare e di un balcone, che rafforzano anche da un punto di
del suo tradizionale significato. vista percettivo il passaggio tra le due facciate.
L’analisi degli elementi costitutivi 29
Fig. 48. Villa Bianca (Seveso, 1937) di Giuseppe Terragni: analisi grafica della Fig. 49. Casa del Fascio (Como, 1936) di Giuseppe Terragni: analisi grafica
soluzione d’angolo sul lato del soggiorno. della soluzione d’angolo a spigolo vivo.
30 I. I fondamenti teorici dell’analisi grafica
– l’approccio (elemento di mediazione, portici, scale, tet- In architettura si potranno così avere:
toia); – elementi di approccio (elementi di pre-limite): scalina-
– il passaggio vero e proprio (apertura nella parete, por- te, portici, portali, protiri, tettoie, ecc.;
tone); – elementi di passaggio (elementi-limite): portone, porta;
– l’aggregazione (elemento filtro, atrio, ingresso). – elementi di aggregazione (elementi post-limite): atrii,
vestiboli, ingressi.
Risulta facile far scaturire da quanto abbiamo detto una Nelle figg. 51-52 sono riportati alcuni esempi di analisi
classificazione dei modi di accedere nello spazio costruito, grafica dell’elemento di comunicazione (accesso).
tenendo conto del diverso modo di aggregare gli elementi che
compongono il passaggio.
6. Elementi di collegamento verticale: scale, rampe
Fig. 51. Casa del Fascio (Como, 1936) di Giuseppe Terragni: analisi grafica Fig. 52. Villa Bianca (Seveso, 1937) di Giuseppe Terragni: analisi
dell’elemento di collegamento tra esterno e interno (ingresso). Si osservi la dell’ingresso. Si osservi il posizionamento di quello principale, posto al
funzione di filtro e di indirizzo del pubblico svolta dall’atrio. centro di una parete vetrata senza nessuna accentuazione.
32 I. I fondamenti teorici dell’analisi grafica
Questo elemento, nato per svolgere la funzione di supe- (si pensi, a tale proposito, alla scala della Reggia di Caserta,
rare un dislivello, ha mantenuto inalterate nel corso dei seco- fig. 53) o le soluzioni rigidamente funzionali dell’edilizia mi-
li le sue componenti, modificando e perfezionando, invece, nore medievale.
soprattutto le soluzioni espressive, adattando le forme alle Una classificazione per tipi, relativa alle scale, può essere
tecniche costruttive e alla cultura delle varie epoche. Il varia- proposta, ponendo in evidenza l’uso, il sito, la forma.
re dei materiali e delle tecniche costruttive ha, di volta in vol-
ta, consentito di realizzare scale con differenti tipologie. La ► Classificazione in relazione all’uso
scala, come ogni altro elemento costitutivo di un organismo
architettonico, si struttura conformandosi alle scelte cultu- Si deve tener conto del diverso ruolo svolto da questo elemen-
rali e alle tendenze figurative e stilistiche delle varie epoche. to negli edifici pubblici, privati, a carattere monumentale, ecc.
In questa ottica si comprendono le soluzioni monumentali e (figg. 54a, b, c, d). Tra queste tipologie, troviamo, da un lato,
scenografiche dei palazzi nobiliari del Seicento e Settecento quelle finalizzate alla pura funzione di rapido collegamento
Fig. 53. Scalone d’onore dell’architetto Luigi Vanvitelli, Reggia di Caserta (1752).
L’analisi degli elementi costitutivi 33
– scale-cordonate: appartengono a questa categoria le Nella complessità dello spazio architettonico, le scale svol-
rampe a lieve pendenza, le cordonate, i piani inclinati, es- gono anche un altro ruolo: quello di consentire una fruizione
se sono finalizzate a realizzare un moto ascensionale lento e particolare delle qualità espressive dello spazio, permettendo
continuo (figg. 54m, n). anche di osservare la spazialità interna dell’edificio dal basso
verso l’alto e viceversa. Particolare attenzione a questo elemen-
to viene dedicata anche dagli architetti del movimento mo-
derno, che hanno cercato di utilizzarlo proprio dal punto di
vista percettivo. Sono significative, a tale proposito, le rampe
interne impiegate da Le Corbusier e Richard Meier, al fine di
creare una promenade architecturale che consenta visuali inter-
ne nuove e ricche di inedite potenzialità espressive (fig. 55).
Nella fig. 56 è riportato un esempio di analisi grafica di
un elemento di collegamento verticale.
Fig. 56. Villa Bianca (Seveso, 1937) di Giuseppe Terragni: analisi grafica
Fig. 55. Atheneum (New Harmony, Indiana, 1979) di Richard Meier: vista degli elementi di collegamento verticale. Nel modello sono evidenziate la
della promenade architecturale interna che consente di passare dal piano terra rampa esterna dell’ingresso di servizio e la scala interna di collegamento tra il
al primo piano seguendo un percorso che assomiglia ad una strada. piano terra e il primo piano.
L’analisi spaziale 35
sione con gli elementi costitutivi (facciate, coperture, ecc.), gono ad instaurarsi con il contesto. Risulta pertanto motivata
a verificare aspetti più complessi quali le relazioni tra spazio la impossibilità di smontare un monumento per rimontarlo in
interno e spazio esterno. Un esempio viene dato nella fig. 59, altro luogo o di alterare il suo contesto, modificando così uno
che si riferisce all’Istituto di Botanica dell’Università di Roma dei parametri che sostengono un delicato equilibrio.
(arch. Giuseppe Capponi, 1893-1936). L’analisi grafica delle relazioni esistenti tra organismo ar-
Un modello grafico, per poter evidenziare la relazione tra chitettonico e ambiente circostante deve essere condotta in
i diversi volumi che compongono l’organismo, deve segmen- modo tale da effettuare il controllo di alcuni parametri che
tare l’opera, mettendone in risalto gli elementi spaziali. Nella sono (fig. 61):
fig. 60 è riportata l’analisi grafica dell’Istituto di Matematica – relazioni sulla viabilità e dei percorsi esterni ed interni,
dell’Università di Roma (Giò Ponti, 1891-1979). relazioni tra le diverse emergenze architettoniche e il tessuto
minore, al fine di cogliere gli aspetti morfologici della parte
urbana analizzata;
– analisi delle visuali prospettiche, rapporto con gli spazi
analisi del rapporto tra architettura e contesto
a verde, profili altimetrici;
– analisi delle relazioni generali tra gli elementi del con-
La comprensione di un organismo architettonico non può testo.
essere completa se l’analisi avviene senza tener conto del con-
testo urbanistico o ambientale nel quale esso è inserito. Come Particolarmente utili si rivelano gli schizzi dal vero, tesi ad
accade per una parola, che può assumere significati diversi analizzare le visuali privilegiate, le relazioni tra gli elementi
a seconda della frase in cui è inserita, così per un organismo che strutturano lo spazio urbano, con particolare riferimento
architettonico il significato scaturisce dalle relazioni che ven- agli elementi di arredo.
Partenone(Atene)
1. Partenone (Atene)
1
1. Partenone (Atene) 41
1 2
Tav. 1.II
1. Sezione.
2. Fronte.
3. Prospetto laterale.
4. Pianta. 4
42 II. Analisi grafica
2 3
6
4 5
44 II. Analisi grafica
4
2. Propilei (Atene) 45
Tav. 2.I
1. Particolare del fronte
interno verso l’Acropoli.
2. Vista dal basso. 2
46 II. Analisi grafica
Tav. 2.II
1. Disegno della
ricostruzione grafica
dei Propilei
(da H. Luckenbach e
C. Adami).
2. Disegno della
ricostruzione grafica
dei Propilei (da J.
Kürschner).
2
2. Propilei (Atene) 47
Tav. 2.III
1. Sezione longitudinale.
2. Prospetto occidentale.
3. Pianta.
48 II. Analisi grafica
Tempiodella
3. Tempio della Fortuna
Fortuna Virile
Virile (Roma)
(Roma)
Tav. 3.I
1. Vista dall’alto del Tempio
della Fortuna Virile e del
Tempio di Vesta.
2. Veduta esterna. 2
3. Tempio della Fortuna Virile (Roma) 49
1 2
Tav. 3.II
1. Prospetto laterale.
2. Fronte.
3. Pianta.
4. Particolare dell’ordine architettonico.
4
50 II. Analisi grafica
3 4
4. Ordini architettonici romani e greci 51
7
Tav. 4.III. Raffronto tra gli ordini
greci e romani
1. Foro di Nerva (Roma): particolare 6
dell’ordine corinzio.
2. Monumento coragico di Lisicrate
(Atene): particolare dell’ordine
corinzio: 1) base; 2) fusto colonna;
3) capitello; 4) architrave; 5) fregio;
6) sottocornice; 7) gocciolatoio; 5
8) cimasa.
1 2
54 II. Analisi grafica
AnfiteatroFlavio
5. Anfiteatro Flavio (Roma)
(Roma)
Tav. 5.I
1. Vista dall’alto.
2
2. Veduta esterna.
5. Anfiteatro Flavio (Roma) 55
A
D
Tav. 5.II
1. Sezione sull’asse maggiore.
2. Pianta a quattro diversi livelli: A =
pianta del primo ordine; B = pianta del B
secondo ordine; C = pianta del terzo C
ordine; D = pianta del quarto ordine.
56 II. Analisi grafica
Tav. 5.III
1. Prospetto.
2. Dettaglio del prospetto del 3° e del
4° ordine architettonico.
3 3. Dettaglio del prospetto del 1° e del
2 2° ordine architettonico.
5. Anfiteatro Flavio (Roma) 57
Tav. 5.IV
1. Relazione tra i quattro centri che
generano le quattro circonferenze
dell’ovale. I quattro centri 1
individuano unitamente agli assi
quattro triangoli i cui lati sono in
rapporto 3/4/5.
58 II. Analisi grafica
1 2
4
2
1 3
Pantheon(Roma)
6. Pantheon (Roma)
Il Tempio primitivo, di cui si conservano fila di colonne corinzie. Due grandi nicchie
ancora delle tracce, fu costruito nel 27 a.C. semicircolari, nelle quali erano collocate le
da Marco Vipsanio Agrippa, genero dell’im- statue di Augusto e di Agrippa, inquadrano
peratore Augusto. Dopo un grande incendio i lati del grande portale che dà accesso allo
nell’80 d.C. fu prima restaurato e successiva- spazio interno. Il corpo cilindrico interno ha
mente ricostruito dall’imperatore Adriano un diametro di 43,21 metri (146 piedi ro-
nel 118-125 d.C. La grande scritta che an- mani) e l’altezza dal pavimento alla cupola
cora si può leggere sul frontone del pronao è pari al suo diametro, definendo uno spa-
(trabeazione) risale alla prima costruzione e zio interno centrale la cui altezza è pari alla
fu recuperata da Adriano. L’edificio si com- larghezza. Particolarmente interessante la
pone di un grande corpo cilindrico a cui è costruzione del cassettonato ricavato sull’in-
accostato un profondo pronao octastilo, sor- tradosso della cupola, che è stato realizzato
Tav. 6.I
montato da un timpano triangolare; il pro- per essere osservato da un punto centrale
nao è suddiviso in tre navate da una doppia del vano. 1. Vista dalla Piazza della Rotonda.
1
6. Pantheon (Roma) 61
Tav. 6.II
2
1. Sezione-prospetto.
2. Pianta.
62 II. Analisi grafica
Tav. 6.III
1. Dettaglio del prospetto interno.
2. Dettaglio della pianta.
6. Pantheon (Roma) 63
2 3
64 II. Analisi grafica
3 4
68 II. Analisi grafica
BasilicadidiMassenzio
7. Basilica Massenzioo dioCostantino
di Costantino (Roma)
(Roma)
Tav. 7.I
1. Veduta dello stato attuale della navata nord.
2, 3. Ricostruzione grafica del fronte
principale e del fianco porticato (da P.M.
Gauthier). La ricostruzione non corrisponde
agli ultimi contributi storici.
3
7. Basilica di Massenzio o di Costantino (Roma) 69
1 2
Tav. 7.II
1. Sezione longitudinale.
2. Sezione trasversale.
3. Pianta.
3
70 II. Analisi grafica
2
7. Basilica di Massenzio o di Costantino (Roma) 71
SantaSabina
8. Santa Sabina (Roma)
(Roma)
Tav. 8.II
1. Sezione longitudinale.
2. Pianta.
74 II. Analisi grafica
HaghiaSophia
9. Haghia Sophia (Istanbul)
(Istanbul)
L’imperatore Giustiniano decise di ricostrui lavoratori impiegati e creando fra le due una circa 6 metri più ribassata. Un ulteriore crol-
re la basilica di Haghia Sophia. Essa fu ini- sorta di competizione. L’impiego di tanta lo, in seguito al terremoto del 989, interessò
ziata nel 532 d.C. e fu inaugurata dallo stesso mano d’opera fa intuire anche uno scopo l’arcone ovest, posto all’ingresso della chie-
imperatore nel dicembre del 537. In quella sociale di questo cantiere che, in un periodo sa, e il corrispondente spicchio della cupola
occasione Giustiniano, vicino al Patriarca, di scarsa occupazione, darà lavoro per oltre centrale; proprio nel corso dei lavori di rico-
gridò: «Gloria a Dio, che mi ha ritenuto me- cinque anni a migliaia di addetti. struzione furono realizzati, vicino agli spigoli
ritevole di poter terminare quest’opera. O La parte centrale della basilica ha un delle facciate nord e sud, quei contrafforti
Salomone così ti ho superato». Frase, que- vano centrale di circa 31 metri di lato, sor- che ancora oggi deturpano con la loro mole
sta, in cui si coglie la fede dell’imperatore montato da una cupola emisferica; ad essa i due fronti. Anche questi contrafforti, tut-
ma anche il suo desiderio di essere ricordato si affiancano due vani semicircolari, coperti tavia, dimostrarono nel giro di pochi anni
per questa straordinaria opera. Innanzitutto con due semicalotte. Essa si presenta, per- la loro inutilità: nel 1346, infatti, un nuovo
scelse con estrema oculatezza il progettista, tanto, con un immenso vano dalla spazialità terremoto fece crollare parte dell’arcone est;
individuandolo in Antemio di Tralles, mate- avvolgente, che si dilata ulteriormente per anche in questo caso furono ricostruiti l’arco
matico e architetto greco, con cui collabo- mezzo di quattro esedre semicircolari poste e circa un quarto della cupola.
rerà come assistente Isidoro il Vecchio di nei vani semicircolari. Va ricordato che la cu-
Mileto. Ma non si limitò a scegliere uno degli pola subì un primo crollo nel 558 e fu inte-
architetti più famosi del suo tempo, perché ramente ricostruita nel 563; secondo le fonti
seguì personalmente l’andamento dei lavori storiche, in questa occasione venne realizzata
Tav. 9.I
e impose una rigida organizzazione al lavo- una copertura con una curvatura differente
ro, suddividendo in due squadre i diecimila da quella della cupola originaria, che era di 1. Vista dall’alto.
1
9. Haghia Sophia (Istanbul) 75
Tav. 9.II
2
1. Sezione longitudinale.
2. Pianta.
76 II. Analisi grafica
SanVitale
10. San
10. Vitale(Ravenna)
(Ravenna)
All’interno del recinto del Palazzo Imperiale, arcate, il secondo del quale funge da matro- un alto pulvino a tronco di piramide, su cui
sul luogo dove sorgeva un antico sacello, fu- neo. La concezione progettuale tende a ricer- è adagiato il sovrastante arco: l’inserimento
rono iniziati, probabilmente nell’anno 526, care una spazialità interna caratterizzata da dei pulvini crea una cesura tra l’arco e il capi-
i lavori di costruzione della basilica di San un ritmo serrato e da una visione dinamica, tello, sospendendo la sovrastante massa mu-
Vitale: la costruzione fu portata a termine tipica del linguaggio bizantino. L’eliminazio- raria, che sembra così levitare nell’aria. La
solo nel 547. L’impianto planimetrico è otta- ne di un’esedra consente di collegare il vano cupola che copre il vano centrale è realizzata
gonale: all’interno otto alti pilastri separano presbiterale al vano centrale, creando un asse con il metodo delle anfore in terracotta infi-
il vano centrale dal deambulatorio che lo cir- longitudinale che contrasta con la verticalità late una dentro l’altra a formare degli anelli
conda. I pilastri sono raccordati da esedre se- di quest’ultimo. Le colonne del vano centrale concentrici, che alleggeriscono il peso della
micircolari tripartite da un doppio ordine di sono sormontate da capitelli, sui quali poggia medesima.
Tav. 10.I
1. Vista dall’alto.
10. San Vitale (Ravenna) 79
1 2
Tav. 10.II
1. Prospetto verso il nartece.
2. Sezione in asse con l’abside.
3 3. Pianta con l’indicazione degli assi
principali.
80 II. Analisi grafica
3 4
82 II. Analisi grafica
Duomo(Modena)
11. Duomo
11. (Modena)
Tav. 11.I
1. Analisi del rapporto tra il Duomo
e il contesto urbano circostante (stato
2
attuale). Si noti l’addensarsi delle
costruzioni a ridosso del Duomo.
2. Facciata.
11. Duomo (Modena) 83
1 2
Tav. 11.II
1. Sezione longitudinale.
2. Sezione trasversale.
3. Pianta.
84 II. Analisi grafica
1 2
2
1
Sant’Ambrogio
12. Sant’Ambrogio
12. (Milano)
(Milano)
La basilica di Sant’Ambrogio fu iniziata nel pilastri compositi, ad eccezione della quarta, In facciata, il nartece è suddiviso da tre
IX secolo dal vescovo Ansperto, sul luogo che è coperta da una cupola sostenuta da un grandi archi a tutto sesto che realizzano un
ove sorgeva la primitiva costruzione paleo tiburio. Ad ogni campata della navata prin- portico al piano terra e una loggia al primo
cristiana fondata dal vescovo Ambrogio. cipale corrispondono due campate delle na- piano, caratterizzata dal sopralzo del gran-
Nel X secolo furono costruiti l’abside e il vate laterali. I grandi pilastri, che separano la de arcone centrale. La parete interna della
presbiterio, mentre il corpo principale della navata centrale da quelle laterali e che raccol- loggia è interrotta da tre grandi finestre cen-
chiesa e il quadriportico risultano compiuti gono i costoloni delle crociere, sono interca- tinate che illuminano l’interno della basilica.
nel 1080. lati da pilastri più piccoli che, raccordati da Il nartece costituisce lo sfondo del grande
L’impianto planimetrico della chiesa archi a tutto sesto, sostengono il sovrastante quadriportico che precede la basilica. Il qua-
risente probabilmente della presenza del matroneo. L’impiego delle volte a crociera fa driportico, di evidente derivazione paleo
primo edificio paleocristiano: la pianta è del sì che la massa muraria che separa la navata cristiana, ha dimensioni eccezionali – pari a
tipo basilicale a tre navate, con un presbite- centrale da quelle laterali risulti scandita in quelle della chiesa – e fungeva anche da sede
rio triabsidato impostato su una sottostante blocchi dai pilastri aggettanti dalla parete. La delle assemblee cittadine.
cripta. La navata principale si compone di luce, proveniente in prevalenza dai finestroni Il tiburio a pianta ottagonale, che masche-
quattro campate a pianta quadrata. della facciata, risultando radente ai pilastri, ra all’esterno la cupola sovrastante l’altare, fu
Ognuna di esse è coperta da una volta accentua il ritmo degli elementi di separazio- costruito dopo il crollo della terza campata e
a crociera con costoloni e sostenuta da alti ne tra le varie campate. risale al XII secolo, come anche il campanile.
Tav. 12.I
1. Veduta esterna.
1
12. Sant’Ambrogio (Milano) 87
Tav. 12.II
1. Sezione trasversale sulla cripta.
2
2. Pianta.
88 II. Analisi grafica
13. Il complesso di Piazza dei Miracoli (Pisa) 13. Il complesso di Piazza dei Miracoli (Pisa)
Il complesso monumentale di Piazza dei avviare un programma per la realizzazione di Nel 1174 fu iniziata la costruzione del
Miracoli a Pisa è costituito, oltre che dalla un nuovo complesso destinato alla vita reli- campanile a pianta circolare. Esso non fu
Cattedrale, anche dal Battistero, dalla Torre giosa. In un’area limitrofa alla zona urbaniz- disposto sull’asse Battistero-Cattedrale, se-
pendente e da altri edifici – il Camposanto zata, fu avviata, nel 1064, la costruzione della condo le probabili intenzioni del primo pro-
monumentale, la Canonica, l’Ospedale e il Cattedrale su progetto di Buscheto. L’edificio gettista, ma collocato su un asse che si alli-
Palazzo Episcopale – che risultano collegati fu consacrato nel 1118. Tra il 1125 e il 1150 nea alla Canonica, a una distanza dal centro
ai precedenti da relazioni intenzionali (assi la Cattedrale fu ampliata in lunghezza, con dell’abside della Cattedrale pari al diametro
visuali, allineamenti, distanze, ecc.). Studi la costruzione di una nuova facciata. Sull’as- del Battistero.
recenti hanno consentito di gettare nuova se principale della Cattedrale fu iniziata, nel
luce su questo complesso, mettendo in risal- 1154, la costruzione del Battistero a pianta cir-
to finalità progettuali e relazioni geometriche colare. Tra il nuovo edificio e l’originaria fac-
sconosciute fino a pochi anni fa. ciata della Cattedrale corre una distanza pari
Tav. 13.I
Nell’XI secolo, in fase di grande potenza alla lunghezza della Cattedrale; il diametro del
economica e politica, la città di Pisa decise di Battistero è pari alla metà di tale distanza. 1. Veduta esterna della Cattedrale.
1
90 II. Analisi grafica
Tav. 13.II
1. Vista d’insieme del complesso
di Piazza dei Miracoli.
2. Planimetria d’insieme.
13. Il complesso di Piazza dei Miracoli (Pisa) 91
1 2
Tav. 13.III
1. Facciata della Cattedrale. 3
2. Fianco destro della Cattedrale.
3. Pianta della Cattedrale con il livello
del piano terra (parte superiore del
disegno) e il livello del matroneo (parte
inferiore del disegno).
92 II. Analisi grafica
1 3
Tav. 13.IV
1. Sezione del
Battistero. Confronto
con il progetto originale
sulla sinistra.
2. Prospetto esterno del
Battistero. Confronto
4
con il progetto originale
sulla destra.
3. Facciata del
2 Battistero.
4. Pianta del Battistero.
13. Il complesso di Piazza dei Miracoli (Pisa) 93
Duomo(Orvieto)
14. Duomo
14. (Orvieto)
2
14. Duomo (Orvieto) 95
2
1
Tav. 14.II
1. Facciata.
2. Sezione trasversale.
3. Pianta.
3
96 II. Analisi grafica
PalazzoVecchio
15. Palazzo
15. Vecchio e Piazza
e Piazza delladella Signoria
Signoria (Firenze)
(Firenze)
Il XIII secolo a Firenze è caratterizzato da Sul corpo dell’edificio svetta una torre al-
una serie di grandi opere di trasformazione ta 94 metri, realizzata intorno al 1310: essa è
della città. Tra gli artefici di questo rinno- posta in posizione decentrata rispetto all’asse
vamento troviamo l’architetto Arnolfo di di simmetria della facciata principale, allo sco-
Cambio (ca. 1245-1302) che la tradizione po di segnalarla in asse con la via Vaccareccia
vuole progettista del centro politico e ammi- che costituisce uno degli accessi principali alla
nistrativo della città, Palazzo Vecchio, anche piazza. Nella seconda metà del XV secolo l’ar-
se non ci sono pervenuti documenti compro- chitetto Michelozzo eseguì una serie di lavori
vanti tale attribuzione. di trasformazione del cortile interno che si
Il Palazzo Vecchio, detto anche Palazzo conclusero, per opera del Vasari, tra il 1560 e
della Signoria o Palazzo del Popolo, fu co- il 1563, con la costruzione della scala di acces-
struito tra il 1299 (tre anni prima della morte so al Salone dei Cinquecento.
di Arnolfo) e il 1314. L’edificio è composto da
un blocco squadrato e compatto. Le facciate
sono realizzate in bugnato rustico di pietra, Tav. 15.I
con poche finestre costituite da un doppio 1. Palazzo Vecchio, facciata.
ordine di bifore con archi a tutto sesto; la 2. Planimetria dell’area intorno a
massa dell’edificio subisce una dilatazione in Piazza della Signoria. Si osservi la
corrispondenza dell’ultimo piano, costituito posizione del Palazzo Vecchio e la
da un ballatoio merlato (derivato dalle galle- Loggia dei Lanzi che collega due
rie di guardia dei castelli); il raccordo tra il spazi limitrofi.
ballatoio e il resto della facciata è realizzato 3. Planimetria di Piazza della
da una serie di profondi archetti pensili. Signoria.
3
15. Palazzo Vecchio e Piazza della Signoria (Firenze) 97
1 2
Tav. 15.II
1. Sezione trasversale.
3
2. Facciata principale.
3. Pianta del piano terra del Palazzo
Vecchio con annesso l’isolato in cui è
inserito l’edificio.
98 II. Analisi grafica
SanGimignano
16. San
16. Gimignano (Siena)
(Siena)
2
16. San Gimignano (Siena) 99
Tav. 16.II
1. Prospetto del palazzo comunale
affiancato dalla sua torre.
2. Prospetto di alcuni edifici su Piazza
della Cisterna (disegni ispirati da Città
antica in Toscana, di G. Fanelli).
3. Pianta del centro civico di San
Gimignano. Sono evidenziate la Piazza
del Duomo e quella della Cisterna.
4. Volumetria del centro civico di San
Gimignano. Si osservino le relazioni
spaziali tra le due piazze unite
angolarmente.
1 2
3
100 II. Analisi grafica
Casamedievale
17. Casa
17. medievale
1
17. Casa medievale 101
Tav. 17.II
1. Pianta di una casa-torre a Pisa.
2. Pianta di una casa medievale a Cluny.
102 II. Analisi grafica
Piazzadel
18. Piazza
18. delCampo
Campo (Siena)
(Siena)
La Piazza del Campo di Siena, che nella seguono esattamente il profilo convesso del- proprietà private. Alla fine dello stesso secolo,
sua disposizione attuale si configura come la piazza e confluiscono nel principale nodo oltre ai lavori destinati a diminuire la penden-
un emiciclo degradante, dalla caratteristica stradale cittadino, la croce del Travaglio (do- za del terreno, sul Campo viene costruita la
forma a mantello, è un perfetto esempio di ve converge anche la terza arteria importan- Dogana del Sale, dove sono ospitati anche i
armonizzazione tra esigenze imposte dalla te: la via dei Banchi di Sopra). Il Campo rap- magazzini annonari del Comune. Nel 1262
natura del terreno e gusto per la spazialità presenta dunque nel vero senso della parola viene pavimentata con lastre di pietra la parte
architettonica. La piazza, infatti, occupa la il baricentro della città. perimetrale della piazza, mentre la parte cen-
parte iniziale di un avvallamento incastonato La struttura attuale della piazza si defi- trale rimane in terra battuta (sarà pavimentata
tra due colline, sul cui crinale corrono due nisce attraverso un lungo processo che inizia a mattoni nel XIV secolo). Sulla fine del 1300
delle tre arterie principali della città, via di intorno alla metà del XII secolo (1169 circa) il Campo diventa il vero e proprio cuore della
Città e via dei Banchi di Sotto. Le due strade con l’acquisto da parte del Comune di alcune città, il suo centro politico e commerciale.
Tav. 18.I
1. Vista da Costarella dei Barbieri.
1
18. Piazza del Campo (Siena) 103
1 2
Casteldel
19. Castel
19. delMonte
Monte (Andria)
(Andria)
Tav. 19.I
1. Analisi del contesto. Si
osservi come il castello
domini il paesaggio.
2. Veduta esterna.
19. Castel del Monte (Andria) 105
1 2
3 4
Lacupola
20. La
20. cupoladidi Santa
Santa Maria
Maria del Fiore
del Fiore (Firenze)
(Firenze)
CappellaPazzi
21. Cappella
21. Pazzi (Firenze)
(Firenze)
La Cappella della famiglia Pazzi viene edi- te ad opera di Michelozzo o di Giuliano da cupola della cappella. Sull’asse dell’ingresso
ficata in un lungo arco temporale: Filippo Maiano. si apre il vano che ospita l’altare: è a pianta
Brunelleschi inizia la sua realizzazione tra il La cappella è inserita all’interno del quadrata, coperto da una volta emisferica.
1429 e il 1430 ma subisce un’interruzione dei chiostro della chiesa di Santa Croce, in una All’esterno, l’ingresso è preceduto da un
lavori, per ragioni economiche, sino al 1442; zona vincolata da una serie di strutture mura- porticato, sorretto da sei colonne corinzie
alla morte del progettista, nel 1446, deve rie preesistenti: il vano principale è costituito trabeate con un arco al centro; il portico è
essere ancora compiuta la cupola centrale, da un rettangolo che risulta dall’accostamen- aperto e coperto da una volta emisferica in
che viene ultimata nel 1459, unitamente alla to di due brevi tratti di volta a botte e da un corrispondenza dell’arco delle trabeazioni e
parte superiore della facciata, probabilmen- quadrato centrale sul quale è impostata la da due tratti di volta a botte ai lati.
Tav. 21.I
1. Veduta esterna. 1
21. Cappella Pazzi (Firenze) 109
1 2
Tav. 21.II
1. Facciata principale.
2. Sezione longitudinale.
3
3. Pianta.
110 II. Analisi grafica
1 2
22. Tempietto di San Pietro in Montorio (Roma) 22. Tempietto di San Pietro in Montorio (Roma)
Tav. 22.I
1. Prospetto.
2. Sezione.
3. Pianta a quota terreno. 3 4
4. Vista del tempietto dal portale
d’ingresso al cortile.
112 II. Analisi grafica
2 3 4 5
6
114 II. Analisi grafica
Piazzadel
23. Piazza
23. delCampidoglio
Campidoglio e Palazzi
e Palazzi capitolini
capitolini (Roma)(Roma)
La visita di Carlo V a papa Paolo III nel 1536 tino realizzò un podio per la statua equestre, Conservatori fu ricostruito e si iniziò anche la
determinò una serie di interventi straordinari che fu posta al centro della piazza in asse con costruzione di un secondo palazzo, posto di
sulla viabilità e sugli spazi pubblici della cit- il Palazzo Senatorio e di fronte al Palazzo dei fronte al primo in modo da delimitare la piazza
tà, atti a creare un percorso privilegiato per Conservatori. La statua equestre divenne il su tre lati. Michelangelo dispose questi ultimi
l’entrata a Roma dell’imperatore. In questa oc- fulcro di tutta la nuova sistemazione urbana. due edifici in posizione convergente rispetto
casione anche il Campidoglio avrebbe dovuto Nel 1539, quando terminarono questi pri- alla scalinata di accesso, al fine di fornire alla
assumere una fisionomia più consona all’avve- mi lavori, sulla piazza erano presenti il Palazzo piazza un aspetto illusionistico che ravvicina
nimento. Nel 1537 venne traslata in Campido- Senatorio, ancora di impianto tardo-medieva- il fronte del Palazzo Senatorio rispetto a chi
glio la statua di Marco Aurelio. Michelangelo le, disposto sul lato che fronteggia il Foro, e entra dalla scalinata principale e, viceversa,
(1475-1564) fu incaricato di studiare la siste- il Palazzo dei Conservatori, disposto sul lato dà un senso di maggiore profondità a chi ne
mazione complessiva della piazza, in relazio- ovest della piazza. Intorno al 1546 Michelan- esce. Il Palazzo dei Conservatori e il Palazzo
ne anche all’ubicazione della statua equestre. gelo riprese la sua attività in Campidoglio, Nuovo presentano un portico al piano terra e
Con ogni probabilità, fin da questo primo in- realizzando la facciata del Palazzo Senatorio, un ordine gigante, che abbraccia i due piani
tervento egli elaborò un progetto generale che sfondo della visuale principale, e innestandovi dell’edificio e termina con una trabeazione
interveniva sullo spazio urbano interessando una scala esterna frontale, a due rampe, che coronata da un cornicione sormontato da una
anche gli edifici limitrofi. L’architetto fioren- funge da raccordo con la piazza. Il Palazzo dei balaustra, con alcune statue.
Tav. 23.I
1. Veduta aerea
della Piazza del
Campidoglio. Si
osservi il raccordo
con la città a mezzo
della grande rampa in
primo piano.
1
23. Piazza del Campidoglio e Palazzi capitolini (Roma) 115
Tav. 23.II
1. Prospetto del Palazzo Senatorio.
2. Prospetto del Palazzo dei Conservatori.
116 II. Analisi grafica
Tav. 23.III
1. Analisi geometrica del disegno della
pavimentazione michelangiolesca.
2. Analisi dell’impostazione
prospettica della Piazza del
Campidoglio. Si osservi l’asse centrale
che connette Piazza Venezia a
Piazza del Campidoglio attraverso la
scalinata. La disposizione convergente
dei due palazzi laterali (Palazzo
Senatorio e Palazzo del Museo
Capitolino) determina un impianto
prospettico che riduce la profondità
della piazza per chi vi accede.
3. Planimetria del complesso di Piazza
del Campidoglio.
1 2
3
24. Villa Almerico-Capra (Vicenza) 117
3
118 II. Analisi grafica
Tav. 24.II
1. Prospetto principale e sezione a
confronto. Si evidenziano le relazioni
tra lo spazio interno e quello esterno.
2. Pianta del piano rialzato (sale
soggiorno).
24. Villa Almerico-Capra (Vicenza) 119
25. Chiesa del Redentore (Venezia) 25. Chiesa del Redentore (Venezia)
Tav. 25.I 1
1. Veduta esterna.
122 II. Analisi grafica
2 3
Tav. 25.II
1. Sezione longitudinale.
2. Prospetto laterale.
3. Fronte sul canale della Giudecca.
4. Pianta.
4
25. Chiesa del Redentore (Venezia) 123
1
2
3 4
124 II. Analisi grafica
BasilicadidiSan
26. Basilica
26. San Pietro
Pietro (Roma)
(Roma)
Dopo molti tentativi di costruire una nuova distinto come un abilissimo costruttore, come la soglia dei settanta anni. Egli avrebbe aspi-
basilica di San Pietro, finalmente papa Giulio suo nuovo aiuto. Nel 1520 Raffaello muore im- rato a tale incarico già alla morte di Raffaello.
II della Rovere, nel mese di aprile del 1506, provvisamente e dopo alcune incertezze, deri- Michelangelo, che non ha mai stimato Antonio
posò la prima pietra affidandone il progetto vanti anche dal sacco di Roma da parte dei Lan- da Sangallo il Giovane, ritorna idealmente al
all’architetto Donato Bramante. Il progetto zichenecchi nel 1527, papa Paolo III, nel 1536, progetto di Bramante: la sua pianta salvaguarda
bramantesco si caratterizza per un impianto nomina Antonio da Sangallo nuovo architetto l’essenziale di quella di Bramante, con i quat-
planimetrico della basilica a pianta centrale, della Fabbrica. Con la solida esperienza fatta tro piloni della cupola rinforzati e il perime-
composta da una croce greca inserita in un come aiuto di Raffaello, l’architetto elabora, tra tro esterno alla parte absidale completamente
quadrato; all’incrocio tra i due assi della croce il 1536 e il 1537, un nuovo progetto (documen- ridisegnato. Egli definisce un impianto basato
vi era un grande spazio coperto da una cupola tato anche da un bellissimo modello ligneo) che sul quadrato e sulla croce greca. Il perimetro
emisferica, mentre negli angoli del quadrato si risulta essere una sintesi tra il progetto di Bra- esterno viene delineato da una sinuosa continu-
elevavano quattro torri campanarie. mante e quello di Raffaello. Egli ripropone lo ità della parete, scandita da un ordine gigante
Nel 1514 Bramante muore senza lasciare schema centrale ma sostituisce la navata centra- sormontato da un attico. Inoltre, progetta una
un progetto ben definito. Papa Leone X nomi- le di Raffaello con un avancorpo-facciata, rac- grande cupola emisferica con un profilo legger-
na come suo successore Raffaello (1483-1520), cordato da un atrio al corpo centrale; la facciata mente rialzato. Alla morte di Michelangelo, nel
coadiuvato da fra Giocondo e Giuliano da San- era fiancheggiata da due altissimi campanili. In 1564, la realizzazione della cupola non è an-
gallo, che predispongono un nuovo progetto questi anni la costruzione della Fabbrica, sotto cora iniziata. Egli, infatti, aveva realizzato solo
che riutilizza nella parte del presbiterio quello la direzione di Antonio da Sangallo il Giovane, il tamburo. La direzione della basilica passa a
di Bramante ma trasforma l’impianto a croce procede rapidamente, tanto che quando Giacomo Della Porta (1532-1602), che attuerà
greca in un impianto basilicale. In seguito, fra egli muore, nel 1546, la Fabbrica era arri- il progetto della cupola michelangiolesca ma
Giocondo e Giuliano da Sangallo si trasferi- vata al piano d’imposta del tamburo. Nel con profondi cambiamenti sul piano della ge-
scono a Firenze e Raffaello sceglie Antonio da 1547 viene finalmente nominato architetto ometria complessiva, rialzando il profilo della
Sangallo il Giovane (1484-1546), che si era già Michelangelo, quando ormai ha superato cupola di oltre otto metri, pur mantenendone
gli aspetti formali e decorativi.
Nel 1607 viene bandito il concorso per
l’ampliamento della basilica e per la realizza-
zione della facciata, che vede come vincitore
Tav. 26.I
Carlo Maderno (1556-1629).
1. Vista della facciata.
1
26. Basilica di San Pietro (Roma) 125
1 3
126 II. Analisi grafica
2a 2b
1b
1a
4b
4a
26. Basilica di San Pietro (Roma) 127
2 3
128 II. Analisi grafica
PiazzaSan
27. Piazza
27. SanPietro
Pietro (Roma)
(Roma)
Il papa Alessandro VII, salito al soglio pon- silica; D) la basilica; E) il «Passetto», muro colonne sono allineate con il centro dell’e-
tificio nel 1655, avvia rapidamente un vasto difensivo sul quale correva il passaggio per miciclo, ad eccezione di quelle disposte in
programma volto al completamento dello raggiungere Castel Sant’Angelo; F) ala di prossimità delle testate, che seguono un al-
spazio antistante alla Basilica di San Pietro, la Paolo V, disposta anch’essa in modo obliquo. tro allineamento. Il diametro delle colonne
cui facciata era stata ultimata da alcuni anni. Dopo aver elaborato diverse soluzio- poste sul fronte esterno dell’emiciclo è più
Nel 1656 Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) ni, Bernini progetta una piazza ovale, con grande di quelle interne del 10%; questa
viene incaricato di elaborare un progetto. Lo due raccordi laterali che la connettono con differenza non è, però, quella che le colonne
spazio antistante la basilica si presentava con la basilica. Recenti studi fanno discendere avrebbero dovuto avere, se il loro diametro
le seguenti caratteristiche (cfr. Tav. 27.II.2): questo impianto da una rigorosa costruzio- fosse stato disposto, come vuole la logica, in
A) un gruppo di edifici, Cappella Sistina e ne geometrica e da considerazioni relative al modo tale che l’osservatore, posto nel centro
Sala Regia, disposti a ridosso della basilica tessuto urbano circostante. Bernini traccia dell’emiciclo, avesse l’impressione che le co-
ed allineati ad essa; B) un obelisco, posto 4 un nuovo asse della piazza, individuato dalla lonne esterne avessero le stesse dimensioni
metri a nord rispetto all’asse perpendicola- retta che congiunge l’obelisco con il centro di quelle interne: probabilmente questo ac-
re al centro della facciata della basilica (un della facciata della basilica; mentre l’asse corgimento è stato messo in atto per evitare
disassamento da attribuire probabilmente trasversale è individuato dalla normale a che le colonne, avendo tutte la stessa altezza,
alla volontà di lasciare libera la visuale prin- quest’ultimo, condotta per il centro dell’o- risultassero alcune troppo esili, altre troppo
cipale); C) un Palazzo Nuovo, disposto in belisco; prolunga poi la facciata del Palazzo tozze. Bernini adotta un ordine dorico, che si
posizione obliqua rispetto all’asse della ba- Nuovo e, dove questa retta incontra l’asse conclude con una trabeazione simile a quella
trasversale, fissa il centro dell’emiciclo nord. ionica, al disopra della quale è impostata una
Con un’operazione di ribaltamento simme- splendida balaustra con una serie di statue
trico intorno all’asse principale viene defini- poggianti su piedistalli (in tutto 140). La ba-
to anche l’emiciclo sud. laustra crea un tenue passaggio tra la zona in
La configurazione planimetrica della ombra del porticato e il fondo del cielo.
piazza è quella di un ovale canonico, in cui i Con questa piazza Bernini crea un grande
centri delle due circonferenze che delimita- invaso urbano, caratterizzato da una spaziali-
no l’asse maggiore sono, rispettivamente, l’u- tà «infinita», in linea con la cultura barocca,
no sull’estremità del diametro dell’altra. Per ma riesce anche a collegare la basilica con le
delimitare la porzione dell’emiciclo nord, strade della Roma seicentesca, realizzando la
Bernini si serve dell’allineamento determina- tanto desiderata continuità spaziale. Nel rea-
to dall’asse della via di Borgo, il cui prolun- lizzare il portico e i due corridori, egli mette
gamento determina l’asse del corridore nord in atto una serie di soluzioni architettoniche
e della Scala Regia. Questo allineamento de- molto originali e alcuni accorgimenti ottici
finisce quindi anche il raccordo tra emiciclo atti a creare uno spazio illusionistico.
nord e facciata della basilica. In questo caso I due lati che contengono i corridori si
il raccordo sud è ottenuto per ribaltamento divaricano man mano che si avvicinano alla
intorno all’asse principale di quello nord. facciata: ciò provoca, in chi si approssima ad
I due emicicli che perimetrano l’ovale so- essa, l’impressione che questa sia più vicina,
no composti da un porticato a tre campate, più bassa e più stretta della realtà, determi-
di cui quella centrale più ampia. Comples- nando un rapporto tra facciata e cupola mol-
sivamente i due emicicli comprendono ben to vicino all’intendimento di Michelangelo.
284 colonne e 88 pilastri. Generalmente le
1 Tav. 27.I
1. Pianta della piazza e del porticato.
C
27. Piazza San Pietro (Roma) 129
E
A
Tav. 27.II. Analisi grafica.
1. Particolare dell’ordine
architettonico del portico.
D B
2. Pianta della piazza prima
dell’intervento di Bernini:
A) Scala Regia e Cappella
Sistina. B) Obelisco. C)
Palazzo Nuovo. D) Basilica. 2
E) Passetto. F) Ala di Paolo
V.
3. Tracciamento
dell’emiciclo nord. Il
centro del semicerchio
è individuato
dall’intersezione tra l’asse
trasversale passante per
l’obelisco e l’allineamento
con la facciata est del
Palazzo Nuovo.
4. Tracciamento
dell’emiciclo sud ottenuto 3
per ribaltamento di quello
nord. Tracciamento
del corridore nord che
raccorda la piazza con la
facciata; l’allineamento è
dato dal prolungamento
della via dei Borghi.
5. Prospetto della testata
dell’emiciclo.
6. Sezione trasversale
del porticato.
1 4
5 6
130 II. Analisi grafica
28. Oratorio dei Filippini (Roma) 28. Oratorio dei Filippini (Roma)
Tav. 28.I
1. Vista dall’alto.
2. Planimetria dell’area intorno al complesso
dell’Oratorio con corso Vittorio Emanuele II 2
e lo spazio antistante l’edificio.
132 II. Analisi grafica
Tav. 28.II
1. Prospetto principale su
piazza della Chiesa Nuova.
2. Pianta dell’Oratorio
inserita all’interno del
2 complesso.
28. Oratorio dei Filippini (Roma) 133
Tav. 28.III
1. Sezione 1
longitudinale.
2. Pianta.
2
134 II. Analisi grafica
Sant’Ivoalla
29. Sant’Ivo
29. alla Sapienza
Sapienza (Roma)
(Roma)
1 2
Tav. 29.II
1. Schema planimetrico con disegno
della cupola e della lanterna e con
l’indicazione degli accessi al cortile e
alla chiesa.
2. Schema della pianta del cortile e
della chiesa.
3. Disegno della pianta della chiesa.
4 4. Planimetria dell’area in cui è
inserito il complesso della Sapienza.
138 II. Analisi grafica
Tav. 29.III
1. Particolare della pianta della chiesa
e del cortile.
2. Sezione longitudinale della chiesa e
del cortile.
29. Sant’Ivo alla Sapienza (Roma) 139
3
140 II. Analisi grafica
2
3
29. Sant’Ivo alla Sapienza (Roma) 141
1a
1b
SanCarlo
30. San
30. Carloalle
alle Quattro
Quattro Fontane
Fontane (Roma)
(Roma)
Nel 1634, l’Ordine dei Trinitari incarica spazio a disposizione per realizzare il chiostro te con una profonda gola. Queste apparenti
Francesco Borromini di realizzare il conven- è risolto in modo mirabile. L’impianto plani- trasgressioni consentono alle superfici di pul-
to presso le Quattro Fontane; inizia così un metrico rettangolare è negato, al piano terra, sare e di dialogare con la luce.
rapporto di lavoro che lo vedrà impegnato a dal raccordo convesso che elimina gli angoli, Nella costruzione della chiesa Borromini
più riprese, fino al termine della sua carriera avvicinando il perimetro a quello di un ot- si serve di una rigorosa geometria: l’adden-
artistica. La realizzazione del convento, con tagono allungato. Il porticato del chiostro è sarsi e il dilatarsi dello spazio interno porta
l’annesso chiostro, prosegue fino al 1637. sorretto da sei coppie di colonne binate, che lo sguardo del fedele a dirigersi verso l’alto,
Nell’anno successivo inizia la costruzione al piano terra sorreggono una trabeazione a dove la tensione interna si placa in una mi-
della chiesa, completata intorno al 1640, ad serliana, mentre al primo piano sono conclu- rabile cupola ellittica, incisa da un profondo
eccezione della facciata, che rimane allo stato se da una trabeazione semplice. La balaustra cassettonato, nel quale si alternano ottagoni,
rustico per mancanza di fondi: Borromini la della loggia del primo piano si fonde con la esagoni e croci, con un chiaro riferimento
riprogetterà nel 1664. Nel 1667, alla morte sottostante cornice, dal modesto aggetto, che simbolico dell’Ordine dei Trinitari.
dell’architetto, la facciata è ultimata nell’or- funge da separazione tra il portico e la loggia.
dine inferiore: i lavori saranno terminati nel Il Borromini usa gli ordini in modo nuovo,
1682 sotto la direzione del nipote Bernardo. introducendo molte varianti: ad esempio,
Già nella realizzazione del convento, e alla base delle colonne, un toro si raccorda
Tav. 30.I
soprattutto del piccolo chiostro, il Borromini all’altro attraverso l’inserimento di una scozia
rivela tutta la sua carica innovatrice. Il piccolo attica e la sottocornice è raccordata alla pare- 1. Vista dal basso.
1
30. San Carlo alle Quattro Fontane (Roma) 143
1 2
Tav. 30.II
1. Sezione longitudinale.
2. Sezione trasversale.
3. Pianta (ipografia). 3
144 II. Analisi grafica
1 2
3
4
30. San Carlo alle Quattro Fontane (Roma) 145
1 2
3
146 II. Analisi grafica
SantaMaria
31. Santa
31. Maria della
della Salute
Salute (Venezia)
(Venezia)
Tav. 31.I
1. Veduta esterna. 1
31. Santa Maria della Salute (Venezia) 147
Tav. 31.II
1. Facciata laterale.
2 2. Pianta.
148 II. Analisi grafica
1
Tav. 31.IV. Analisi grafica
1. Spaccato assonometrico
visto dal basso che evidenzia la
conformazione strutturale della
chiesa.
150 II. Analisi grafica
Scalinatadidi
32. Scalinata
32. Piazza
Piazza di Spagna
di Spagna (Roma)
(Roma)
Già dal XV secolo la zona compresa fra la me lo spettacolo di architettura più famoso Tav. 32.I
parte terminale di via Condotti e la sovra- del mondo. La suggestione di quest’opera è
1. Veduta esterna.
stante collina assunse un ruolo commerciale tutta da ricercare nella sua forma, che inter-
molto importante, per la presenza di molti preta la configurazione naturale del terreno 2. Sezione longitudinale.
alberghi e di case abitate da stranieri, richia- trasformandolo in spazio costruito mediante
mati in questa zona dalle rappresentanze dei la concavità di piani concatenati tra loro, riu-
governi spagnolo e francese. Nei primi anni scendo a riassumere l’irregolarità e l’asimme-
del XVII secolo l’area si struttura intorno a tria del luogo in un insieme unitario.
due distinti poli: nella parte alta della collina
si erge la chiesa di Trinità dei Monti, costruita
da Giacomo Della Porta (1585) in asse con
la sottostante via Condotti; mentre l’antistan-
te Piazza di Francia prende tale nome dalla
vicina Villa Medici, di proprietà del governo
francese; nella parte bassa un’ampia piazza,
Piazza di Spagna, si apre davanti alla residen-
za dell’ambasciatore spagnolo e ha al centro
la celebre fontana del Bernini, detta la Barcac-
cia. Il cardinale Mazzarino sentì la necessità
di raccordare i due poli costituiti da Piazza di
Francia e da Piazza di Spagna. Alla sua morte,
nel 1661, l’iniziativa fu riproposta grazie ad
un cospicuo lascito dell’addetto all’ambascia-
ta di Francia, Stefano Guiffer. Una serie di
indecisioni rinviarono l’inizio dei lavori, che
furono avviati sotto Innocenzo XIII. Tra il
1717 e il 1720 furono redatti numerosi pro-
getti da parte dei migliori architetti romani.
La scelta del papa si orientò sul progetto di
Francesco De Santis (1679-1731), che in parte
seguiva alcune soluzioni avanzate anche dal
progetto di Alessandro Specchi (1666-1729).
Il De Santis, tra il 1723 e il 1726, realizzò 1
quello che successivamente sarà definito co-
2
32. Scalinata di Piazza di Spagna (Roma) 151
Tav. 32.II
1. Prospetto della scalinata vista da
Piazza di Spagna.
2
2. Pianta.
152 II. Analisi grafica
PiazzaSant’Ignazio
33. Piazza
33. Sant’Ignazio (Roma)
(Roma)
L’architetto Filippo Raguzzini (ca. 1680- piazza antistante la chiesa di Sant’Ignazio, dalle strette vie laterali. Lo schema dell’in-
1771) inizia la propria attività a Beneven- realizzata nel Seicento dall’Algardi, median- tervento è basato su tre circonferenze quasi
to, in occasione del piano di ricostruzione te la costruzione di edifici destinati ad abi- tangenti, una maggiore e due minori: la mag-
della città, distrutta dal terremoto del 1702. tazioni civili sul lato opposto della chiesa. Il giore definisce la curvatura della facciata
Durante questi lavori conobbe il cardinale Raguzzini affronta questo delicato tema, che prospiciente la chiesa: mentre le due minori
Orsini che ben presto diventerà il suo pro- vede il dialogo tra un monumento esistente tracciano i due slarghi laterali all’edificio e
tettore. Nel 1721 il cardinale, divenuto poi e delle semplici abitazioni, dando prova di ne tagliano gli spigoli. Gli edifici del Raguz-
papa con il nome di Benedetto XIII, chiama sensibilità nel valutare il problema urbani- zini presentano facciate ben modulate, dove
a Roma Raguzzini e lo nomina architetto del stico. Egli contrappone alla monumentale l’incurvarsi delle membrature e il gioco sa-
popolo romano, in sostituzione di Alessan- facciata seicentesca una facciata ricurva di piente degli aggetti dei cornicioni nobilitano
dro Specchi. È lui, tra il 1726 e il 1728, a re- modeste proporzioni e realizza, con ciò, un l’impianto, tanto da riscattarne la modestia,
alizzare la sistemazione di Piazza Sant’Igna- salto di scala, che concorre a generare un ef- concorrendo a realizzare uno spazio urbano
zio. Il progetto prevede la sistemazione della fetto di sorpresa per chi entra nella piazza particolarmente significativo.
Tav. 33.I
1. Veduta dal basso.
1
33. Piazza Sant’Ignazio (Roma) 153
Tav. 33.II
1. Sviluppo delle facciate che
delimitano la piazza.
2. Pianta della piazza e degli edifici
che la delimitano e visualizzazione
delle geometrie compositive. 2
154 II. Analisi grafica
LeSaline
34. Le
34. SalineReali
Reali (Arc-et-Senans,
(Arc-et-Senans, Francia)
Francia)
Nella seconda metà del Settecento re Luigi il perimetro del semicerchio, sono dislocati zione di sale in Francia fino al 1865, quando
XV di Francia, a causa della scarsa produ- gli edifici industriali destinati alle officine e cessarono la loro produzione, dal momento
zione di sale, decide di realizzare una nuova agli alloggi degli operai. Le saline di Arc-et- che l’estrazione non era più economicamente
salina nella foresta di Chaux, in prossimità Senans hanno svolto un ruolo nella produ- remunerativa.
del villaggio di Arc-et-Senans, affidandone
l’incarico al noto architetto Claude-Nicolas
Ledoux (1736-1806). Ledoux elabora un
ambizioso progetto che cerca di integrare lo
stabilimento industriale, e i suoi uffici, con
le abitazioni dei dipendenti e i servizi. Il pro-
getto fornisce il primo importante contribu-
to al tentativo di contemperare le utopie so-
ciali del Settecento con la nuova visione della
città industriale dell’Ottocento.
Il primo progetto vede la città organiz-
zata secondo un grande cerchio: attorno al
suo perimetro sono dislocate le abitazioni, le
officine e l’ingresso; mentre la direzione e la
parte riservata alla produzione industriale è
posta sul diametro del cerchio. In seguito, il
progetto viene modificato per realizzare un
impianto basato su un semicerchio, chiuso
dal suo diametro, sul quale è posta al cen-
tro la Casa del Direttore, affiancata da due
grandi padiglioni destinati alla produzione
del sale. Sul lato opposto, al centro del se-
micerchio, si apre un monumentale ingresso
sostenuto da colonne, che si richiama ai Pro-
pilei. A fianco dell’ingresso, disposti lungo 1
Tav. 34.I
1. Studio geometrico sulla planimetria: analisi dei
rapporti tra spazio vuoto e spazio costruito.
2. Vista prospettica della Casa del Direttore e
dell’edificio destinato alla fabbricazione del sale.
2
34. Le Saline Reali (Arc-et-Senans, Francia) 155
Tav. 34.III
1. Prospetto
dell’edificio destinato
alla fabbricazione del
sale.
2. Prospetto di uno
degli edifici d’onore.
3. Planimetria generale
3 delle Saline.
34. Le Saline Reali (Arc-et-Senans, Francia) 157
Tav. 34.IV
1. Pianta di un edificio destinato ad
alloggiare operai.
2. Pianta dell’ingresso delle Saline.
158 II. Analisi grafica
Piazzadel
35. Piazza
35. delPopolo
Popolo (Roma)
(Roma)
Dopo una fase di profonda crisi, il miglio- questa piazza è documentato dagli interven- te all’esperienza di Piazza San Pietro, crea due
ramento delle condizioni economiche nella ti succedutisi nel tempo: intorno alla prima emicicli murari in laterizio ornati da sfingi e
Roma degli ultimi decenni del Settecento metà del Cinquecento si completò, con il statue, con al centro due fontane, decorate con
determina una notevole ripresa dell’attività tracciato di via del Babbuino, il «Tridente», gruppi di statue. L’emiciclo est è raccordato
edilizia. Diversi architetti sono protagoni- composto da quest’ultima e dalle vie del Cor- alla sovrastante collina del Pincio da una serie
sti del Neoclassicismo romano, ma su tutti so e Ripetta. Si ebbe così una struttura viaria di rampe intercalate da esedre e concluse da
campeggia la personalità di Giuseppe Vala- che, partendo idealmente dal centro della una mostra d’acqua, sul cui terrazzo è posto il
dier (1762-1839), le cui opere saranno ap- piazza, si irraggia verso il centro della città. belvedere. La parte della piazza posta davanti
prezzate in tutta Europa. L’opera di maggior I tre assi viari, inclinati tra loro di circa 25 alla Porta del Popolo e alla Chiesa di Santa
rilievo di Valadier è la sistemazione di Piazza gradi, si congiungono nel centro della piazza Maria del Popolo è regolarizzata dall’architet-
del Popolo, che ebbe un periodo di proget- che ha un andamento planimetrico a trape- to con due bassi edifici, che hanno la funzione
tazione molto lungo e laborioso. L’architetto zio, con il lato più corto coincidente con la di inquadrare l’accesso alla piazza stessa.
iniziò l’attività progettuale nel 1793: l’anno Porta del Popolo. Nel 1589, Domenico Fon- La realizzazione di Valadier pone a ful-
seguente, su un’incisione del Feoli, venne tana diede evidenza al punto centrale della cro della composizione il grande obelisco
pubblicata una stampa del primo progetto; piazza installandovi l’obelisco Flaminio, che egizio, riuscendo a fondere, con pochi ele-
una seconda versione venne elaborata duran- divenne così un fulcro visivo percepibile a menti nuovi, tutti gli episodi architettonici
te il periodo napoleonico, intorno al 1813; grande distanza. Anche Bernini contribuì ad preesistenti e conferendo alla piazza una for-
nel 1816, dopo la restaurazione del potere abbellire il fondale della piazza con una serie ma unitaria di grande efficacia.
pontificio, il progetto venne approvato e fi- di lavori sulla facciata interna della Porta del
nalmente i lavori ebbero inizio. Popolo (1655). La testata del Tridente venne
Il progetto di Valadier affronta il pro- ulteriormente valorizzata con la costruzio-
Tav. 35.I
blema di completare e configurare in modo ne delle due chiese gemelle di Santa Maria
adeguato alle nuove esigenze uno spazio ur- di Montesanto (1662-75) e Santa Maria dei 1. Pianta di Piazza del Popolo prima
bano di grande importanza, in quanto segna Miracoli (1675-79), iniziate su progetto di dell’intervento di Valadier.
l’ingresso a Roma per chi arriva dalla via Rainaldi e completate da Bernini. 2. Pianta di Piazza del Popolo dopo i lavori di
Flaminia. Il grande interesse riconosciuto a Il progetto di Valadier, ispirandosi in par- Valadier.
1 2
36. Villa Savoye (Poissy, Francia) 159
36. Villa Savoye (Poissy, Francia) 36. Villa Savoye (Poissy, Francia)
Nel 1918 Le Corbusier (C.E. Jeanneret, 1887- 1926 nei famosi Cinque punti di una nuova più immediato il contatto con la natura. La
1965) pubblica, insieme al pittore Amédée architettura: 1) i pilotis; 2) il tetto-giardino; struttura portante è arretrata rispetto al filo
Ozenfant, il volume Après le Cubism. Questo 3) la pianta libera; 4) la finestra in lunghezza; della facciata, che, di conseguenza, è libera
saggio costituisce l’atto di nascita del movi- 5) la facciata libera. da ogni vincolo.
mento purista. Successivamente, il Purismo La Villa Savoye si presenta come un cu- La spazialità interna di Villa Savoye è
avrà nella rivista «L’Esprit Nouveau», pubbli- bo stereometricamente ben definito, solle- caratterizzata dalla continuità realizzata dal
cata tra il 1920 e il 1925, il proprio organo vato dal suolo da una serie di pilotis in mo- collegamento a mezzo rampa (promenade ar-
ufficiale. Il ritorno alle forme pure degli ele- do da lasciare libera la visuale. Il tetto della chitecturale) tra i vari piani, che costituisce al
menti primari, cilindri, prismi, cubi, piramidi villa e la terrazza del primo piano sono dei tempo stesso una cesura ed un vero e proprio
e sfere, legati dalle leggi elementari della geo- giardini attrezzati e vivibili e costituiscono asse di simmetria della villa, consentendo vi-
metria, costituisce uno dei dettami del nuo- un’estensione della natura che si sovrap- suali insolite tra il piano terra, il primo e il
vo movimento. Le Corbusier vi aderisce con pone all’edificio. La realizzazione di una secondo piano; tra la terrazza del primo pia-
grande entusiasmo e le sue opere di questo struttura portante, costituita da una maglia no e l’interno, ecc.
periodo ne rappresentano un valido esempio. regolare di pilastri in cemento armato, con-
Nel 1929 Le Corbusier riceve l’incarico sente di suddividere con grande flessibilità
di progettare una villa a Poissy. In questo lo spazio interno (pianta libera). Le finestre Tav. 36.I
progetto egli trasferisce molte delle idee de- continue, che tagliano i quattro lati dell’edi-
rivanti dal dibattito purista e dalle sue perso- ficio, sono concepite per offrire una visuale 1. Pianta del piano terra.
nali riflessioni sull’architettura, tradotte nel panoramica degli ambienti interni e rendere 2. Pianta della copertura.
1 2
160 II. Analisi grafica
1 2
Tav. 36.II
3 1. Prospetto verso l’ingresso.
2. Sezione sulla rampa di collegamento
interno.
3. Pianta del primo piano.
36. Villa Savoye (Poissy, Francia) 161
3
162 II. Analisi grafica
1 2
4
36. Villa Savoye (Poissy, Francia) 163
CasaSchröder
37. Casa
37. Schröder (Utrecht,
(Utrecht, Olanda)
Olanda)
Il dibattito culturale iniziato nel 1917 in con un volume prossimo ad un cubo; la scato- sottolineare le relazioni tra le varie parti. Os-
Olanda dal movimento De Stijl, e che darà la spaziale è disarticolata per effetto dello slit- servando l’esterno dell’edificio, risulta molto
vita, nel 1924, al manifesto sull’«architettura tamento dei piani che delimitano le facciate. chiara l’influenza dello stile pittorico di Piet
neoplastica» redatto da Theo van Doesburg Le finestre non sono più ritagliate all’interno Mondrian che, come noto, fu anch’egli uno
(1883-1931), fu praticamente messo in at- della parete, ma è quest’ultima che si contrae dei promotori del movimento olandese. Tra le
to, e in certa misura anticipato, dall’edificio per lasciare posto ad esse; anche la copertura varie avanguardie europee, il movimento neo-
costruito a Utrecht nel 1923 dall’architetto diviene un piano semplicemente appoggiato a plastico fu, infatti, quello che riuscì a promuo-
Gerrit T. Rietveld (1888-1964). Quest’ul- quelli laterali. Lo spazio interno è delimitato vere una maggiore integrazione tra pittura e
timo, che aveva partecipato fin dall’inizio da esili pareti mobili, che possono configura- architettura, come dimostrano anche alcune
all’attività al movimento De Stijl, viene inca- re diverse soluzioni planimetriche: si realizza realizzazioni di van Doesburg.
ricato di progettare Casa Schröder, ubicata al così uno «spazio flessibile». Tutta la compo-
termine di una serie di case a schiera di tipo sizione è affidata al rapporto tra forme geo-
tradizionale. metriche semplici: quadrati, rettangoli, linee Tav. 37.I
Rietveld realizza un edificio a due piani rette; l’impiego di colori primari concorre a 1. Veduta esterna.
1
37. Casa Schröder (Utrecht, Olanda) 165
1 2 3
5 Tav. 37.II
6 1. Facciata verso l’ingresso.
2. Fianco destro.
3. Sezione trasversale.
4. Pianta del primo piano.
5. Pianta del piano terra.
6. Planimetria indicante l’ubicazione
della casa rispetto alle case preesistenti.
166 II. Analisi grafica
Casadelle
38. Casa
38. delleArmi
Armi e Accademia
e Accademia della della Scherma
Scherma (Roma)(Roma)
2
38. Casa delle Armi e Accademia della Scherma (Roma) 167
2
168 II. Analisi grafica
Tav. 38.III
1. Prospetto su viale delle Olimpiadi.
2. Pianta.
3. Sezione trasversale della palestra.
38. Casa delle Armi e Accademia della Scherma (Roma) 169
1
170 II. Analisi grafica
Cappelladidi
39. Cappella
39. Notre-Dame
Notre-Dame (Ronchamp,
(Ronchamp, Francia)
Francia)
Tav. 39.I
1. Planimetria dell’area in cui è inserita
la cappella.
2. Veduta laterale.
2
39. Cappella di Notre-Dame (Ronchamp, Francia) 171
Tav. 39.II
2
1. Fianco destro.
2. Pianta.
172 II. Analisi grafica
2
1
4a 4b 4c
39. Cappella di Notre-Dame (Ronchamp, Francia) 173
Guggenheim
40. Guggenheim
40. Museum
Museum (New
(New York,York,
Usa) Usa)
Tav. 40.I
1. Veduta esterna.
2
2. Veduta interna della cupola.
40. Guggenheim Museum (New York, Usa) 175
1 2
Tav. 40.II
1. Facciata principale.
2. Sezione trasversale.
3. Pianta del terzo livello.
4 4. Pianta del piano terra.
176 II. Analisi grafica
41. Palazzetto dello Sport (Roma) 41. Palazzetto dello Sport (Roma)
Tav. 41.I
1. Schema planimetrico.
2. Veduta dell’edificio dall’alto.
178 II. Analisi grafica
Tav. 41.II
1. Prospetto principale e sezione a
confronto. Si evidenziano le relazioni tra
lo spazio interno e quello esterno.
2. Prospetto.
3. Porzione di pianta.
41. Palazzetto dello Sport (Roma) 179
1 2
42. Atheneum (New Harmony, Indiana, Usa) 42. Atheneum (New Harmony, Indiana, Usa)
Il nome di questo edificio è in parte impro- Al piano terra l’Atheneum ha una serie di esperienze del Razionalismo europeo, ripren-
prio: si tratta in realtà del Museo Storico servizi e alcune sale di esposizione; al primo dendo quella ricerca che sul finire degli anni
della cittadina di New Harmony, fondata piano – cui si accede con una rampa conti- Cinquanta si era inaridita. Il suo linguaggio
nel 1814 da un gruppo di coloni guidati da nua di gusto lecorbuseriano – sono situati non ripropone pedissequamente i vecchi temi
George Rapp, il quale, secondo una credenza una sala per proiezioni e conferenze e locali del Razionalismo: anche un elemento come
popolare, avrebbe stabilito il luogo dell’inse- per mostre; la copertura piana è parzialmen- la rampa continua interna, di chiara ispira-
diamento su ispirazione divina. La piccola te praticabile. La costruzione è impostata zione lecorbuseriana, è riproposta in termini
città ha subìto un progressivo spopolamen- su una griglia modulare quadrata, che viene nuovi, assumendo la funzione di galleria di
to. Con la realizzazione di questo edificio, sottolineata sia dalla pavimentazione esterna collegamento tra diversi spazi. Il linguaggio
affidata all’architetto Richard Meier (1934), all’edificio, sia dal trattamento delle pareti razionalista è rinnovato anche mediante tagli
si è voluta creare una sorta di «preambolo» esterne; questa maglia è rotta in più punti da diagonali nella scatola muraria: per esempio,
alla città, ove conservare e offrire al visitatore una serie di «trasgressioni» che eliminano la il profilo della rampa di accesso esterna che
le memorie storiche locali. «banalità» dell’impianto. All’interno della raccorda l’edificio al livello del terreno prose-
L’edificio, realizzato nel 1979, sorge su maglia ortogonale, infatti, alcuni elementi, gue nella sovrastante facciata.
una modesta altura verdeggiante, lungo gli come la rampa esterna, subiscono una ro-
argini del fiume Wabash. L’area di fondazio- tazione di circa 15 gradi; la parete verso la
ne è stata sagomata in modo tale che, quando strada di accesso taglia l’angolo dell’edificio
le acque del fiume in primavera straripano, il a 45 gradi, realizzando un piano orientato in
Tav. 42.I
prato circostante si trasforma in un laghetto modo «anomalo». Meier in questo edificio,
in cui l’Atheneum si specchia. come in altre sue opere, si richiama alle prime 1. Veduta esterna.
1
182 II. Analisi grafica
1
43. Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto 185
Tav. 43.I
1. La piazza d’ingresso con le Pietre con
rivestimento di pietra gialla di Vicenza.
186 II. Analisi grafica
Tav. 43.II
1. Prospetto ovest.
2. Pianta del primo piano.
43. Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto 187
Tav. 43.III
1. Sezione trasversale.
2. Sezione est-ovest.
3. Sezione longitudinale.
188 II. Analisi grafica
Tav. 44.I
1. Planimetria dell’area.
2. Veduta esterna.
190 II. Analisi grafica
Tav. 44.II
2
1. Prospetto principale.
2. Pianta.
44. Chiesa del Dio Padre Misericordioso a Tor Tre Teste (Roma) 191
Tav. 44.III
1. Vista prospettica.
2. Sezione prospettica.
3. Sezione trasversale.
3
192 II. Analisi grafica
Auditorium
45. Auditorium
45. Parco
Parco della
della Musica
Musica (Roma)
(Roma)
Il complesso multifunzionale del Parco della mensioni che per caratteristiche acustiche e pleta sintonia con specialisti acustici. Anche
Musica è stato realizzato a Roma per acco- hanno anche ambienti di registrazione, spazi per questo motivo le pareti ed i soffitti sono
gliere eventi musicali e culturali. Il nuovo per conferenze, servizi, ecc. Il nuovo Parco ricoperti con pannelli in legno di ciliegio, che
polo sorge tra il 1994 e il 2002 su progetto della Musica, che è stato oggetto di bando di è un materiale con un’ottima rispondenza
di Renzo Piano (1937) ed è costituito da tre concorso nel 1992, ha anche ricucito e rivi- acustica. La struttura delle coperture delle
costruzioni indipendenti; ogni sala si trova talizzato l’area posta tra lo Stadio Flaminio, varie sale è stata realizzata con travi in legno
all’interno di un contenitore che somiglia ad i Parioli e il Villaggio Olimpico rendendola lamellare perché tali strutture consentono di
una cassa armonica ed è disposta intorno ad uno spazio collettivo funzionale. Il proget- ricoprire grandi luci. La finitura esterna delle
un vuoto in maniera simmetrica, spazio che tista, oltre a realizzare una sede fissa e rap- particolari coperture è in lastre di piombo
funziona come anfiteatro musicale all’aperto. presentativa per i concerti dell’Accademia preossidato.
Le tre sale sono di differenti dimensioni; la Nazionale di Santa Cecilia, ha voluto creare
più grande è la sala Santa Cecilia, la media una vera e propria città della musica. La for-
è la sala Sinopoli e la più piccola è la sala ma delle sale è stata progettata prevedendo Tav. 45.I
Petrassi. Le tre sale sono diverse sia per di- l’ascolto ottimale di quest’ultima, in com- 1. Planimetria generale.
1
45. Auditorium Parco della Musica (Roma) 193
Tav. 45.II
1. Profilo esterno da
via Pietro de Coubertin.
2. Vista esterna della sala
Santa Cecilia.
3. Veduta delle sale
dall’anfiteatro musicale.
3
194 II. Analisi grafica
Tav. 45.III
1. Sezione della sala Santa
Cecilia.
2 2. Pianta della sala Santa
Cecilia.
45. Auditorium Parco della Musica (Roma) 195
Tav. 45.IV
1. Prospetto laterale della sala Santa Cecilia.
2. Prospetto posteriore della sala Santa Cecilia.
3. Prospetto frontale della sala Santa Cecilia.
196 II. Analisi grafica
1
Tav. 45.VI. Analisi grafica
1. Esploso assonometrico che
evidenzia la struttura e gli
elementi di copertura.
2. Particolare dell’aggancio
dei pannelli di copertura con
la struttura verticale.
198 II. Analisi grafica
Museodell’Ara
46. Museo
46. dell’Ara Pacis
Pacis (Roma)
(Roma)
1
Tav. 46.I
1. Planimetria dell’area.
46. Museo dell’Ara Pacis (Roma) 199
3
Tav. 46.II
1. Prospetto su lungotevere in Augusta.
2. Prospetto su via di Ripetta.
3. Pianta.
200 II. Analisi grafica
3
2
Tav. 46.III
1. Veduta da via di Ripetta.
2. Veduta d’angolo tra lungotevere in Augusta e ponte Cavour.
3. Veduta da lungotevere in Augusta.
4. Sezione longitudinale.
5. Prospetto su ponte Cavour.
5
46. Museo dell’Ara Pacis (Roma) 201
Il Museo sorge sull’area del grande comples- all’auditorium, alle sale per convegni. Molto
so delle officine e dei padiglioni militari della efficace la soluzione del tetto a lamelle che
ex Caserma Montello al quartiere Flaminio, regolano la luce a seconda delle ore del gior-
da tempo non più utilizzata, ed è stato con- no: lo spazio del Museo imita l’irregolarità
cepito come campus interdisciplinare, una della natura e diventa esso stesso paesaggio.
fabbrica mirata a rappresentare la creatività Il progetto dichiara un’attenta lettura critica
contemporanea in tutti i suoi aspetti, dall’ar- del contesto e il rispetto per le preesistenze,
te all’architettura e al design, dalla moda alla ed esprime una forte capacità di integrazione
musica, dal cinema alla fotografia. con il tessuto urbano circostante; la comples-
Risale al 1998 il concorso internazionale sità delle sue forme si inserisce in un ambito
di idee per la realizzazione a Roma di un nuo- piuttosto regolare. Il materiale utilizzato è il
vo polo nazionale, culturale ed espositivo cemento a faccia vista; durante il cantiere fu
dedicato all’arte e all’architettura contempo- anche installata una centrale di betonaggio
ranee. Tale concorso è stato bandito dalla So- per offrire la continuità della produzione del 1
printendenza Speciale Arte Contemporanea, calcestruzzo e la qualità della composizione.
su incarico del Ministero per i Beni Culturali.
Le linee di indirizzo del concorso prevedeva-
no l’integrazione del nuovo progetto con il
contesto urbano del quartiere Flaminio e la
conservazione dell’edificio che affaccia su via
Guido Reni con il grande corpo a due piani
al confine con la chiesa; suggerivano inoltre
la creazione di spazi aperti lungo il perimetro
del progetto, con particolare attenzione all’il-
luminazione naturale e al controllo ambien-
tale. Il progetto vincitore fu quello dell’ar-
chitetta irachena Zaha Hadid (1950-2016)
che ha ideato uno spazio molto particolare
caratterizzato da superfici curve, trasparen-
ze, sovrapposizione di piani che prevede per
la sua osservazione la molteplicità di punti di
fuga. Il Museo ha numerosi accessi, nessuno
dei quali predomina rispetto all’altro; è uno
spazio completamente aperto, organico e flu-
ido, e visitandolo l’osservatore perde l’orien-
tamento. Grandi scale scure con pedate in
grigliato di metallo collegano i vari piani del
Museo. Gli spazi e le gallerie non hanno una
successione lineare chiara e sono probabil-
mente di difficile gestione per l’installazione
delle opere d’arte. Il nucleo più importante
è il grande spazio d’ingresso a tutta altezza 2 Tav. 47.I
dove è posto al centro un grande bancone
circolare e dal quale si entra alla caffetteria, 1. Schema planimetrico.
alla libreria, ai servizi e ai laboratori didattici, 2. Schizzo prospettico.
204 II. Analisi grafica
Tav. 47.II
1. Volumetria dell’edificio.
2. Pianta. 2
47. Museo nazionale delle Arti del XXI secolo (MAXXI) (Roma) 205
Tav. 47.III
1. Vista dell’interno dalla hall.
2. Puntualizzazioni di alcuni
elementi di raccordo tra le
pareti.
2
206 II. Analisi grafica
2a
2b
Piero Albisinni, Emanuela Chiavoni (a cura di), Sul disegno dell’archi- Laura De Carlo, Emanuela Chiavoni, Jessica Romor, Wissam Wah-
tettura. Esperienze e riflessioni, Aracne, Roma 2014. beh, Geometry and Symbols in Sant’Ivo alla Sapienza in Rome, in
Piero Albisinni, Laura De Carlo, Architettura disegno modello. Verso «Domes and Cupolas. An International Journal for Architecture,
un archivio digitale dell’opera di maestri del XX secolo, Gangemi, Engineering, Conservation and Culture», 1, 2014, pp. 65-75.
Roma 2011. Mario Docci, Disegno e analisi grafica. Con elementi di storia dell’arte,
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2009, a cura di Emma Mandelli, Gaia Lavoratti, Alinea, Firenze
2009, pp. 645-650.
Indice del volume
30. San Carlo alle Quattro Fontane (Roma) 142 41. Palazzetto dello Sport (Roma) 177
31. Santa Maria della Salute (Venezia) 146 42. Atheneum (New Harmony, Indiana, Usa) 181
32. Scalinata di Piazza di Spagna (Roma) 150 43. Museo d’Arte Moderna e Contemporanea
33. Piazza Sant’Ignazio (Roma) 152 di Trento e Rovereto 185
34. Le Saline Reali (Arc-et-Senans, Francia) 154 44. Chiesa del Dio Padre Misericordioso
35. Piazza del Popolo (Roma) 158 a Tor Tre Teste (Roma) 189
36. Villa Savoye (Poissy, Francia) 159 45. Auditorium Parco della Musica (Roma) 192
37. Casa Schröder (Utrecht, Olanda) 164 46. Museo dell’Ara Pacis (Roma) 198
38. Casa delle Armi e Accademia 47. Museo nazionale delle Arti del XXI secolo
della Scherma (Roma) 166 (MAXXI) (Roma) 203
39. Cappella di Notre-Dame (Ronchamp, Francia) 170
40. Guggenheim Museum (New York) 174 Bibliografia 209
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