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Parte Seconda
Mansioni dellOrdine
Le mansioni dell'Ordine, a livello generale, sono:
vigilanza e tutela dell'esercizio professionale;
repressione di abusi e mancanze degli iscritti.
A livello pi specifico l'Ordine e il Consiglio hanno funzione:
certificativa (l'iscrizione all'albo obbligatoria per l'esercizio della professione e il
Consiglio obbligato a certificare ci, a chiunque ne abbia interesse);
consultiva (il Consiglio d pareri su argomenti attinenti alla professione);
rappresentativa (in quanto eletto democraticamente, il Consiglio ha un mandato
rappresentativo per la tutela degli interessi della categoria);
designativa (il Consiglio designa colleghi tra gli iscritti per lo svolgimento di funzioni professionali su specifiche richieste: terna di professionisti per il collaudo,
nominativi per le commissioni d'esame di Stato, nominativi per la commissione
edilizia, nominativi per arbitrati, commissioni di concorso ecc.);
tributaria (il Consiglio ha il potere di imporre e riscuotere la tassa di iscrizione);
tariffaria (al Consiglio riconosciuta la funzione di esprimere parere sulla liquidazione degli onorari e delle spese degli iscritti in caso di contenzioso);
tutela dell'esercizio professionale (anche attraverso la vigilanza e denuncia
alle autorit dei casi di esercizio abusivo della professione di cui venga a conoscenza);
disciplinare (attraverso il nuovo Consiglio di disciplina, i cui componenti sono
nominati dal presidente del tribunale del circondario su nominativi proposti dal
Consiglio dell'ordine, avviene la vigilanza sul rispetto della deontologia professionale degli iscritti).
Le norme deontologiche
Le nuove norme deontologiche, in vigore dal 1 settembre 2009, aggiornano le precedenti, sulla scorta delle nuove leggi che regolano l'attivit professionale degli architetti, specificando meglio:
l'uso dei titoli derivanti dalla riforma degli Ordini, dettati dal d.P.R. 328/2001;
le modalit, sotto il profilo deontologico, dell'attivit svolta all'estero;
l'obbligo di un continuo aggiornamento tecnico e legislativo;
le regole da rispettare nei rapporti intercorrenti con colleghi, collaboratori, dipendenti e tirocinanti.
In attesa di nuove modifiche da parte del C.N.A.P.P.C. conseguenti la recentissima
riforma delle professioni, oggi il Codice deontologico degli architetti italiani suddiviso, con lievi differenze, per sezioni e settori. Quanto di seguito riportato riguarda gli
iscritti alla sez. A settore Architettura. Gli otto capitoli, suddivisi in 50 articoli, dopo un
preambolo sull'attivit professionale dell'architetto, trattano le seguenti problematiche
deontologiche:
Titolo I - Parte generale (art. 1)
Finalit e ambiti di applicazione del Codice, oltre alla disciplina da tenersi in caso di
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incarichi all'estero con committente straniero, nel qual caso, ove esista una diversa
disciplina deontologica, questa prevale su quella italiana, salvo che il committente sia
italiano.
Titolo II - Principi e doveri generali (dall'art. 2 all'art. 10)
Migliori e pi aggiornate precisazioni legate ai principali doveri dell'architetto nell'esercizio della professione, in quanto a lealt e correttezza, indipendenza, riservatezza,
competenza e aggiornamento professionale e rispetto di leggi e regolamenti; obbligo
di capacit patrimoniale per eventuali risarcimenti dovuti ad errori o negligenze previa
assicurazione contro i rischi professionali.
Titolo III - Rapporti esterni (dall'art. 11 all'art. 22)
Abbraccia e specifica meglio, rispetto al codice deontologico precedente, i rapporti
che l'architetto ha con i colleghi, l'Ordine, le istituzioni e i committenti, evidenziando i
casi di concorrenza sleale, il divieto di utilizzo di titoli non conseguiti, specificando
anche le modalit da porre in essere nel caso di sostituzione di un collega deceduto
o sospeso, nonch le attivit di assistenza a gare, concorsi, e partecipazione a commissioni e giurie, nonch alla partecipazione a campagne elettorali.
Titolo IV - Rapporti interni (artt. 23-24)
Disciplina dei rapporti con collaboratori, dipendenti e tirocinanti.
Titolo V - Esercizio professionale (dall'art. 25 all'art. 42)
Norme sull'esercizio professionale in relazione agli incarichi, ad eventuali conflitti di
interessi, a interferenze tra interessi economici e professione, alle modalit di accettazione di incarico, alla riservatezza da tenere, a subentri o sostituzioni di colleghi, ai
compensi e alle relative modalit di richiesta, all'esecuzione degli incarichi e ai relativi
standard prestazionali, a inadempimenti, a cessazioni e/o rinunce di incarico, a informative da dare al cliente sulla propria persona e sulle relative competenze e specializzazioni, oltre ai limiti e modalit di pubblicit dell'attivit professionale svolta.
Titolo VI - Potest disciplinare (dall'art. 43 all'art. 46)
Potest disciplinare dei Consigli degli Ordini provinciali, in relazione alle violazioni del
Codice deontologico da parte degli iscritti, e possibilit del Consiglio nazionale di
riformare o confermare queste decisioni.
Titolo VII - Sanzioni (art. 47)
Sanzioni previste in caso di violazioni alle norme deontologiche: avvertimento, censura, sospensione e cancellazione (radiazione).
Titolo VIII - Disposizioni transitorie e finali (dall'art. 48 all'art. 50)
Disposizioni transitorie, aggiornamento annuale del codice ed entrata in vigore delle
presenti norme a partire dal 1 settembre 2009.
N.B. Sul CD-Rom allegato sono inseriti i codici completi per architetti e per ingegneri, promulgati dai rispettivi Consigli nazionali.
Il Regolamento sulla riforma degli ordinamenti professionali (d.P.R. 137/2012)
A partire dal 15 dicembre 2012 sono cambiate le regole dei procedimenti disciplinari
e vengono istituiti, presso gli ordini territoriali i Consigli di Disciplina, i cui componenti sono nominati dal Presidente del Tribunale del circondario, su proposta degli
Ordini provinciali, con incompatibilit dei membri del Consiglio dell'ordine.
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Compito dei Consigli di Disciplina di ogni Ordine sar quello di gestire il regime sanzionatorio degli iscritti in caso di mancato rispetto delle norme deontologiche.
Gli iscritti all'Albo, infatti, sono vincolati a conformare il proprio comportamento a dette norme, e la trasgressione passibile di azione disciplinare, sanzionata con pene
graduate, a seconda della gravit, e previste nell'art. 45 della legge 2537/1925.
Le sanzioni previste sono:
avvertimento verbale;
censura, cio dichiarazione formalizzata;
sospensione temporanea;
radiazione, cio cancellazione dall'albo.
Liscritto sanzionato pu ricorrere contro le sanzioni al C.N.A.P.P.C., che operer in tal
senso attraverso il nuovo Consiglio di Disciplina nazionale, che potr esclusivamente
ribadire o diminuire la sanzione applicata a livello territoriale.
Il C.N.A.P.P.C. ha gi promulgato il regolamento dei Consigli di disciplina, che, succintamente fissa le seguenti regole:
Compiti e composizione dei Consigli di disciplina
I Consigli di disciplina svolgono compiti di valutazione preliminare, istruzione e decisione
delle questioni disciplinari riguardanti gli iscritti all'albo. Sono composti da un numero di
consiglieri pari a quello dei consiglieri dei corrispondenti Consigli dell'Ordine.
Nel Consiglio di disciplina prevista la suddivisione interna in collegi di disciplina,
composti ciascuno da tre consiglieri.
Incompatibilit e decadenza dalla carica
La carica di consigliere dei Consigli di disciplina dell'Ordine incompatibile con la
carica di consigliere dell'Ordine e con la carica di consigliere del Consiglio nazionale.
Nomina dei componenti
I componenti dei Consigli di disciplina dell'Ordine sono nominati dal Presidente del
Tribunale nel cui circondario ha sede il corrispondente Consiglio dell'Ordine, tra l'elenco
di nominativi redatto dal Consiglio dell'Ordine.
Gli iscritti all'Ordine che intendano partecipare alla selezione per la nomina a componente del Consiglio di disciplina devono presentare la loro candidatura nei 30 giorni
successivi all'insediamento del nuovo Consiglio dell'ordine.
Conflitti di interesse
Ogni componente del Collegio di disciplina che si trovi in conflitto di interessi ha
l'obbligo di astenersi dalla trattazione del procedimento che determina tale condizione, dandone immediata comunicazione al presidente del Consiglio di disciplina, che
proceder alla sostituzione del consigliere con altro componente.
N.B. Costituisce conflitto di interessi l'aver intrattenuto rapporti lavorativi o laver collaborato con il soggetto sottoposto a procedimento disciplinare o con il denunciante.
Disposizioni transitorie
Fino all'insediamento dei nuovi Consigli di disciplina, la funzione disciplinare svolta
dai Consigli dell'Ordine in conformit alle disposizioni vigenti.
Oltre ai Consigli di disciplina, altri aspetti che incidono sulle professioni di Architetto
e Ingegnere, introdotte dal D.P.R. 137/2012, succintamente sono:
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invariato l'obbligo di esame di Stato cosi come riportato dalla Costituzione all'art. 33;
nessun tirocinio obbligatorio per ingegneri e architetti;
obbligo di assicurazione professionale a partire da agosto 2013;
obbligo di formazione continua da agosto 2013 (in vigore dal 1/1/2014);
possibilit di pubblicit relativa all'attivit professionale.
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