WALTER GROPIUS
Corso di Geometria Descrittiva – Walter Gropius
FRONTONE
La fabbrica come un tempio.
CONTRAFFORTI
Rafforzamento visivo degli
angoli per dare solidità ad
una struttura quasi
completamente trasparente.
SUPERFICI VETRATE
Fabbrica dell'A.E.G.
STRUTTURA IN ACCIAIO A
VISTA
IL DEUTSCHER WERKBUND
Anche Walter Gropius entrerà a far parte del Deutscher Werkbund e ne progetterà,
nel 1914, il padiglione-”fabbrica modello” per l'Esposizione di Colonia.
l'edificio si compone di più volumi su un impianto assiale e simmetrico, rotto
soltanto dal Padiglione dei Motori (il quale è affiancato da un lato da una statua
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Così recitava il volantino diffuso a Weimar nell’aprile del 1919, che conteneva il
Manifesto-programma di una nuova scuola fondata nella cittadina tedesca. Scelta
come capitale della Germania socialista nel disastroso dopoguerra, la città era
parsa adatta per costruirvi una scuola d’arte di concezione interamente nuova, IL
BAUHAUS, in linea con le aperture del momento sia nel campo artistico, sia in
quello della politica.
Gropius avrebbe diretto la scuola fino al 1928 e nelle sue intenzioni doveva
essere una comunità di lavoro simile a quelle dei costruttori di cattedrali, in
cui tutti i saperi, artistici e tecnici, intellettuali e manuali avrebbero
concorso, al medesimo livello, alla realizzazione dell'opera. Il traguardo, reale
e simbolico al tempo stesso, era un "costruire" (bauen) - da apprendere appunto
nella "casa dell'edilizia" (Bauhaus) -, che fosse essenzialmente mezzo per
trasformare la vita.
Nella prima formulazione del Bauhaus tutti gli studenti dovevano seguire un corso
semestrale propedeutico in cui studiavano i principi del colore e della forma,
venivano a contatto con numerosi materiali e erano incoraggiati a trovare una
propria via creativa. Dopo questo semestre la selezione sarebbe stata durissima.
Dopo i primi sei mesi, gli studenti rimasti dovevano frequentare dei laboratori
sul lavoro del legno, del metallo, del vetro, di tipografia, di tessitura, che
inizialmente venivano condotti da due insegnanti: uno di competenze pratiche, uno
di competenze teoriche.
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Nel 1924 la Scuola fu spostata nella sede più decentrata di Dessau. Ciò rese
possibile la costruzione di un edificio completamente nuovo, progettato dallo
stesso Gropius, che già in sé era un veicolo per i principi della scuola: la nuova
architettura basata su moduli cubici, estremamente logici e semplificati, era il
manifesto visibile della razionalità e dell’abbandono di ogni accademismo.
A questo punto la scuola cambiò anche parte dei suoi presupposti, aumentando lo
spazio dato al design e diminuendo quello dedicato a pittura e scultura. La figura
professionale che doveva uscirne era, secondo Gropius, “un tipo nuovo, assente in
precedenza, di collaboratore per l’industria, per i mestieri e la costruzione, che
al tempo stesso ha competenze di tecniche e di forma”.
Fu così che nacquero in quell’ambiente alcuni degli oggetti di design ancora oggi
più noti e prodotti.
Sedia Vassilij Barcelona di Mies van d.R. Lampada di Jucker Sedia Cantilever
Nonostante questa vocazione architettonica, il Bauhaus non ebbe un dipartimento di
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LA BAUHAUS A BERLINO
Nel 1930 essa venne trasferita in un ultimo tentativo di sopravvivenza a
Berlino;la direzione passò sotto la guida dell’architetto Ludwing Mies Van Der
Rohe (1886-1969), che la concepì come una scuola privata in grado si sostentarsi
grazie alla vendita di parte della produzione interna.
Tuttavia il Bauhaus sopravviveva con troppa forza per non risultare scomodo agli
occhi del Nazionalsocialismo. Le divisioni interne, dunque, non furono altro che
uno specchio esasperato di opposizioni politiche che, anno dopo anno, sottrassero
al Bauhaus la sua atmosfera di gioia, i mezzi di sostentamento e infine il
permesso stesso di mantenere aperto l’organismo.
Finiva così la scuola più famosa del ventesimo secolo: con una emigrazione di
massa dei talenti migliori verso gli Stati Uniti.
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