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La nascita del Movimento Moderno

Il Razionalismo in Architettura

Dopo la prima guerra mondiale l’Europa con decine di milioni di


morti, si trova a dover ricostruire quei valori indispensabili
per lo sviluppo di una società civile.
L’opera di ricostruzione morale coinvolge anche le arti e in
special modo l’architettura che è legata alla vita quotidiana delle
persone.
L’ultima esperienza architettonica prebellica è stata l’Art
Nouveau che ha cercato di superare il gusto classicista.

Partita con le esperienze di Horta, Wagner e Olbrich,


l’architettura Art Nouveau si è presto trasformata in vuoto
accademismo.
L’Art Nouveau all’iniziale liberazione delle inutili forme della
tradizione classicista, ha finito per sostituire la riproduzione di
forme sinuose e floreali, arbitrarie quanto le precedenti.
Così, quando le forme si mostrano slegate dai contenuti, cioè
dalla funzione, non hanno più senso.
Già l’architetto austriaco Adolf Loos si era scagliato contro
l’ornamento fine a se stesso e la sua posizione rappresenta
un punto di partenza per la cultura architettonica europea.
Il Deutscher Werkbund, Federazione tedesca del lavoro
L’esperienza razionalista degli anni venti parte da Loos e dai
gruppi di avanguardia che in Germania hanno già avviato
esperienze di progettazione con l’impiego dei moderni materiali
da costruzione e delle nuove tecnologie.

Invece tra le esperienze precedenti la Prima guerra mondiale


c’è quella della Deutscher Werkbund, fondata a Monaco nel
1907 dall’architetto tedesco Hermann Muthésius.

A questa federazione partecipano numerosi architetti,


intellettuali e progressisti industriali, impegnati per risanare la
storica frattura esistente tra arte, artigianato e industria, sulla
base delle analoghe esperienze inglesi di William Morris,
finalizzata alla produzione di oggetti di qualità.
Nell’ambito del Deutscher Werkbund ma anche di quelli che
sorgeranno successivamente in Austria, in Svizzera e in Svezia,
matureranno alcune personalità dell’architettura razionalista.

Tra questi l’architetto e designer tedesco Peter Behrens, che


nelle sue costruzioni in fase di progetto tiene conto:
1.  delle esigenze dei committenti,
2.  delle finalità funzionali, cioè della destinazione d’uso
dell’edificio,
3.  dell’ottimizzazione dei costi di realizzazione,
4.  della scelta dei migliori materiali,
5.  delle più efficaci tecniche costruttive
Fabbrica di turbine AEG, Peter Behrens,
1909, Berlino

Turbinenfabrik, fabbrica di turbine


Costruita nel 1909 a Berlino per conto della AEG, la più grande
industria elettromeccanica del tempo.
Per sottolineare simbolicamente l’importanza economica del
processo di industrializzazione che sta investendo la Germania,
Behrens da al manufatto industriale la solennità e l’imponenza
di un tempio.
Fabbrica di
turbine AEG,
Peter Behrens,
1909, Berlino

È la prima volta che l’architettura si interessa all’aspetto di una


fabbrica, il che suscita grande scalpore, lo stesso che suscitò in
pittura l’Espressionismo, che per la prima volta si interessava a
temi mai prima presi in considerazione.
Uno dei lati lunghi è scandito da vetrate inserite in una struttura
portante in acciaio, con il vantaggio di un’adeguata illuminazione
naturale e di velocità di costruzione.
Fabbrica di turbine AEG, Peter Behrens,
1909, Berlino

Nei due fronti, un massiccio frontone a profilo spezzato, che


aggetta dalla muratura sottostante creando un gioco di incastri
tra materiali differenti.
Sulla facciata un’altissima vetrata, anch’essa aggettante dal
piano parete, che con la sua trasparenza alleggerisce la
compatta massa muraria del timpano.
Vetrata e timpano risultano sullo stesso piano e disegnano un
fungo o un enorme vite.
Fabbrica di turbine AEG, Peter Behrens,
1909, Berlino

La forma imposta da esigenze funzionali, quali


l’illuminazione, diventa anche un motivo decorativo e
simbolico, la vite.
Si determina così la corrispondenza tra forma e funzione,
tema distintivo di Behrens e del Deutscher Werkbund.
L’International Style
È il ricco repertorio di esperienze maturato in Europa prima
della Prima guerra mondiale e che confluirà nella successiva
stagione razionalista.
Come già per le altre esperienze artistiche di avanguardia anche
per il razionalismo si avranno sviluppi diversi in funzione dei
diversi Paesi, delle diverse culture e dei non omogenei livelli
tecnologici maturati.
Elementi comuni a tutte le esperienze architettoniche del
Razionalismo sono:
•  identificazione tra forma e funzione,
•  volumi semplici e ben definiti,
•  preponderanza della linea e degli angoli retti,
• abolizione di ogni decorazione superflua e non strettamente
connessa alle esigenze funzionali,
• standardizzazione, impiego di elementi prefabbricati di
dimensioni sempre uguali o multiple.
Si darà origine così ad un’architettura nuova, accessibile e
democratica cioè uguale per tutti, espressione di una società
che, sopravvissuta all’abominio della guerra, vuole rompere ogni
continuità con il passato.
Villa Henry, Rob van’t Hoff, 1915-19, Huis ter Heide, Utrecht
Lovel House, Richard Neutra,
1927-29, Los Angeles
Padiglione De La Wart, Erich Mendelsohn e Serge Chermayeff, 1934-35, Bexhill-on-Sea, Sussex
Il Bauhaus (1919-1933)
Bauhaus, casa del costruire, rappresenta il Razionalismo
tedesco.
Fondato nel 1919 a Weimar dall’architetto, designer e urbanista
Walter Gropius, fu una palestra per diverse generazioni di
giovani artisti europei.
Un misto tra scuola, bottega artistica e laboratorio artigiano.
Incarna il simbolo della rinascita umana e morale della
Germania nel breve periodo che intercorre tra la sconfitta della
Prima guerra mondiale e l’avvento del nazismo.
Si forma dalla riunione dell’Accademia di Belle Arti e della
Kunstgewerbeschule di Weimar.
Il Bauhaus si propone di sviluppare ulteriormente le esperienze
del Deutscher Werkbund.
La sede di Weimar del Bauhaus
È una scuola pubblica con una forte presenza femminile, cosa
rara per il tempo.
Allievi e docenti studiano, vivono e lavorano insieme, un po’
come avveniva nelle scuole filosofiche dell’antica Grecia o in
alcune botteghe artigiane rinascimentali.
Ciascuno porta le proprie esperienze, insegnando e imparando,
confrontando le idee e praticando un’arte che sia utile e che
venga incontro ai bisogni della gente.
L’ideologia è quella socialista che dopo la guerra e il
conseguente crollo del mito borghese, vede nel socialismo la
soluzione a tutti i problemi di convivenza civile, progresso
morale e sviluppo economico.
Il programma del Bauhaus è
rappresentato da una xilografia del
pittore e grafico statunitense di origine
tedesca, Lyonel Feininger, impiegata
come copertina del manifesto
tecnico e ideologico della scuola.
L’illustrazione dai tratti decisi e
spigolosi, mostra una simbolica
cattedrale del futuro che, al posto
delle croci, ha tre stelle scintillanti di
luci.
È una cattedrale laica e socialista,
Ca=edrale del futuro, Lyonel una di quelle che, secondo Gropius, un
Feininger, coperOna per il primo giorno si innalzeranno verso il cielo
programma del Bauhaus, 1919, dalle mani di milioni di lavoratori, come
xilografia su carta rosa,
31,9x19,6cm, Museum of simbolo della nuova fede.
Modern Art, New York
Il Bauhaus è un’officina di
idee e di opere di pittura,
architettura, tessitura,
cartellonistica pubblicitaria,
urbanistica, industrial
design.
Nell’industrial design si
pongono le basi per la
produzione di arredi e
oggetti d’uso di qualità
artistica e formale, che
realizza il vecchio sogno
Set di qua=ro tavolini sovrapponibili, Josef
della Kunstgewerbeschule
Albers, 1927, legno di frassino colorato e di Vienna.
laccato, Josef e Anni Albers FoundaOon,
Bethany, USA
Teiera, Marianne Brandt, 1924, alluminio
argentato ed ebano, Museum of Modern
Art, New York

Gropius e gli altri insegnanti seguono gli allievi in tutte le fasi


creative: progettazione, sperimentazione sui materiali, sulle
forme e sui colori, realizzazione dei prototipi in officina, pronti
per essere messi in produzione dalle industrie.
Dal Bauhaus escono oggetti di arredamento in cui la purezza
della forma è in stretta relazione con la funzione e che sono
diventati punti di riferimento del gusto contemporaneo.
Poltrona Barcellona

Realizzata dall’architetto Mies van


der Rohe in occasione
dell’Esposizione internazionale di
Barcellona.

Ancora oggi in produzione, la sua


linea è attuale.

Poltrona Barcellona, Ludwig Mies van Priva dei braccioli è realizzata in una
der Rohe, 1929, acciaio piegato e esile struttura in acciaio piegata e
cromato a specchio, pelle a riquadri,
75x75x75cm, Museum of Modern Art, saldata a croce, i piani della seduta e
New York dello schienale sono realizzati con
cinghie di cuoio, coperte da 2
cuscini di pelle.
È inscrivibile in un cubo ideale di 75
cm di spigolo, si presenta di una
semplicità sconcertante ed è proprio
in ciò che sta la sua raffinatezza ed
intramontabilità.
La forma è disegnata esclusivamente
dalla funzione, essa non è legata al
gusto o alla cultura di una determinata
epoca ed è per questo che non
invecchierà mai.
Poltrona Barcellona, Ludwig Mies van
der Rohe, 1929, acciaio piegato e
cromato a specchio, pelle a riquadri,
75x75x75cm, Museum of Modern Art,
New York
Poltrona Vasilij
Molti dei primi allievi del Bauhaus
sono diventati poi maestri.

È il caso dell’architetto e designer


tedesco Marcel Breuer che ricopre la
carica di responsabile del settore
arredamento dal 1924 al 1928.

A lui dobbiamo la progettazione di


Poltrona Vasilij, Marcel Breuer, 1926, sedie e poltrone in tubolare metallico
acciaio tubolare cromato e tela,
79x70x72cm, Museum of Modern Art, che ancora oggi sono prodotte ed
New York imitate.

La più celebre poltrona è quella


dedicata all’amico Vasilij Kandinskij,
anch’egli insegnante al Bauhaus.
Si compone di sei elementi di
tubolare d’acciaio sagomato,
assemblati tra di loro a freddo
mediante viti cromate.
La seduta, la spalliera e i braccioli
sono realizzate con sette fasce di
tessuto di canapa cucito sul
tubolare stesso.
Il risulto è rigore formale e
Poltrona Vasilij, Marcel Breuer, 1926, funzionalità d’uso.
acciaio tubolare cromato e tela,
79x70x72cm, Museum of Modern Art, In linea con gli orientamenti socialisti
New York Breuer realizza un oggetto di design
elevato ma di prezzo contenuto e
quindi accessibili a tutti.
Nuova sede del Bauhaus, veduta
del blocco dei laboratori, Walter
Gropius, 1925-1926, Dessau

Sede di Dessau
Il Bauhaus richiama a Weimar studenti ed intellettuali da ogni
parte della Germania e dell’Europa, il che indispone i gretti
ambienti accademici che, convinti del bolscevismo della scuola,
le aizzano contro la borghesia del luogo.
Tanto che nel 1924 Gropius è costretto a trasferire il suo istituto
a Dessau, Germania centro-orientale.
Nuova sede del Bauhaus, veduta del
blocco dei laboratori, Walter Gropius,
1925-1926, Dessau

È una sconfitta dell’ideologia razionalista che, pur essendo


democratica, viene accusata di sovversione.
Il trasferimento del Bauhaus diventa l’occasione per Gropius per
progettare e arredare la nuova sede.
L’edificio a Dessau diventa il vero manifesto della scuola, si
realizza una delle prime architetture razionaliste, esempio di
equilibrio compositivo, di stretto legame tra forma e funzione, di
abilità tecnica nell’uso dei materiali.
Casa degli studenH

Laboratori Uffici amministraHvi

Nuova sede del Bauhaus,


veduta del blocco dei
laboratori, Walter Gropius,
1925-1926, Dessau
Aule
lezioni Laboratori
teoriche esercitazioni
praHche

La struttura è articolata in due volumi


principali costituiti da parallelepipedi.
In uno dei due volumi principali vi sono Aule
lezioni
le aule per le lezioni teoriche … teoriche
nell’altro i laboratori per le esercitazioni
pratiche.

Laboratori
esercitazioni
praHche
Il lungo corpo sospeso su pilastri
in calcestruzzo armato collega i due
settori, accoglie gli uffici.
Sotto questo ponte coperto passa la Uffici
strada di accesso al Bauhaus ed è
assimilabile ai contemporanei autogrill
autostradali.
Un basso corpo di fabbrica, adibito alle
riunioni, collega il resto della struttura …
Riunioni
Ostello

all’ostello, una palazzina di 5 piani con


le camere per studenti e docenti.
La planimetria, nel suo insieme, assume
la forma di tre «L» variamente
incastrate fra loro.
Veduta prospe^ca d’insieme della nuova sede del Bauhaus a
Dessau, Walter Gropius

I prospetti denunciano inequivocabilmente le funzioni che si


svolgono al loro interno.
Prospe^ laterali della nuova sede del Bauhaus a Dessau, Walter Gropius
Planimetria
piano terra

Planimetria
primo piano
Veduta dei laboratori
a_raverso la vetrata
della Sala mostre

Le aule e l’amministrazione hanno lunghe finestre a nastro


che percorrono orizzontalmente le facciate per l’intera
lunghezza.
La palazzina
dell’ostello è scandita
da finestre e
portefinestre a “L”, con
piccoli balconcini che
disegnano una sorta di
scacchiera.

Veduta dei balconi dell’ostello e degli atelier


Le pareti dei laboratori sono
sostituite da grandi vetrate che
consentono il massimo
soleggiamento.

Gli unici materiali visibili sono il


vetro che individua i vuoti, il ferro che
incornicia i vuoti degli infissi, e
l’intonaco bianco, che corrisponde ai
pieni della muratura.

Questo rigore richiama la bicromia


brunelleschiana, il bianco
dell’intonaco e il grigio della pietra
serena.

Angolo di vetro nel se_ore dei laboratori


Gli intenti di Gropius sono di
semplificare e geometrizzare
l’architettura per renderla pura
funzione. Di conseguenza non
esistono elementi decorativi se non
quelli necessari alla struttura.

Il valore estetico nasce dalla


razionale semplicità delle forme e dai
rapporti tra pieni e vuoti.

Gropius applica anche qui, come già


in altri progetti, l’angolo di vetro, cioè
finestrature e vetrate anche agli angoli
degli edifici che non sono più in
muratura.

Angolo di vetro nel se_ore dei laboratori


Ciò è stato possibile grazie all’impiego
del calcestruzzo armato cosicchè i
solai dei diversi piani si trasformano
in piastre libere, sorrette da pochi
pilastri arretrati rispetto alla facciata.

Le facciate così risultano libere e


svincolate da funzioni statiche
diventando diaframmi divisori che
possono essere liberamente disposti
secondo le necessità funzionali.
Un rivoluzionario modo di costruire,
chiamato “a pianta libera”, che
consente di arretrare i pilastri rispetto
alla facciata così da poter essere tutte
vetrate, anche negli spigoli.

Angolo di vetro nel se_ore dei laboratori


Scatole trasparenti che permettono
una migliore illuminazione e
condizioni abitative e lavorative.
Il vetro poi è simbolo
espressionista di chiarezza di
pensiero e di pulizia morale.

Utopisticamente i razionalisti tedeschi


sono convinti che le abitazioni di
cristallo avrebbero generato al loro
interno comportamenti giusti e
trasparenti.
Così nelle scuole pubbliche il sapere
sarebbe stato impartito in modo laico
e democratico, senza prevaricazioni e
forzature.
Angolo di vetro nel se_ore dei laboratori
Officine della di=a
Fagus, Walter
Gropius e Adolf
Meyer, 1911,
Sassonia

Anche nelle fabbriche l’utilizzo del vetro, secondo i razionalisti,


avrebbe evitato lo sfruttamento dei lavoratori.

Di questo Gropius ne era convinto sin dagli inizi del novecento,


quando insieme ad Adolf Meyer progetta le Officine della ditta
Fagus, utilizzando puri volumi vetrati.
La stagione di Dessau è per il
Bauhaus quella più proficua e
intensa.

Le sperimentazioni portate
avanti saranno fondamentali
per l’arte moderna, anche
come momento di liberazione
sociale e di
democratizzazione del gusto.

Nel 1928 Gropius lascia la


direzione della scuola e gli
Officine della di=a Fagus, parHcolare succede Hannes Meyer,
delle vetrate d’angolo, Walter Gropius e architetto svizzero di vedute
Adolf Meyer, Sassonia
socialiste.
Hannes Meyer sostiene che la progettazione architettonica
debba rispondere soprattutto ai bisogni sociali.

Intanto la società tedesca si sta orientando sempre più verso


destra, fino a che nel 1932 la situazione politica diventa
incompatibile con le idee di democrazia del Bauhaus.
La scuola viene chiusa e gli insegnanti licenziati.

Alcuni di loro provano a riaprire il Bauhaus a Berlino sotto la


direzione di Mies van der Rohe.
Il Bauhaus non sarà più finanziato dallo Stato ma dai proventi
delle vendite di oggetti prodotti al suo interno.
Nel 1933 il regime nazista, appena salito al potere decreta la
fine del Bauhaus e con esso muoiono le speranze
democratiche e si gettano le basi per quella che sarebbe stata
la lugubre esperienza del Terzo Reich di Hitler.

Il nuovo potere, definisce degenerata l’esperienza razionalista


e ne perseguita gli artefici che abbandonano il loro Paese,
lasciandolo in mano ad artisti mediocri e servi del regime.

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