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Bauhaus, il cui nome completo era Staatliches Bauhaus, fu una scuola di architettura, arte e
design che operò in Germania dal 1919 al 1933, nel contesto storico-culturale della
Repubblica di Weimar. Ebbe sede a Weimar dal 1919 al 1925, a Dessau dal 1925 al 1932, e a
Berlino dal 1932 al 1933. Ideato da Walter Gropius, il termine Bauhaus richiamava la parola
medievale Bauhütte, indicante la loggia dei muratori.
Erede delle avanguardie anteguerra, non fu solo una scuola, ma rappresentò anche il punto
di riferimento fondamentale per tutti i movimenti d'innovazione nel campo del design e
dell'architettura legati al razionalismo e al funzionalismo, facenti parte del cosiddetto
movimento moderno. I suoi insegnanti, appartenenti a diverse nazionalità, furono figure di
primo piano della cultura europea e l'esperienza didattica della scuola influirà
profondamente sull'insegnamento artistico e tecnico fino ad oggi. La scuola interruppe le
sue attività con l'avvento del nazismo. Il Bauhaus è stato un momento cruciale nel dibattito
novecentesco del rapporto tra tecnologia e cultura. Attualmente l'azienda tedesca Tecta
produce riproduzioni di arredamento progettato in Bauhaus con l'aiuto di documenti
ufficiali.
Contesto storico
L'esperienza del Bauhaus ha i suoi antecedenti nel clima culturale che si era venuto a creare
da metà ottocento in Europa, soprattutto nei paesi anglosassoni, nel periodo storico
successivo alla Rivoluzione industriale, che aveva prodotto la meccanizzazione dei sistemi
produttivi, la crescita del proletariato e l'inizio di un processo di razionalizzazione e
riduzione dei prezzi delle merci. In Inghilterra, dove il governo aveva promosso una riforma
delle accademie e della formazione professionale nel senso di un maggiore coinvolgimento
dello studente nella fase progettuale, William Morris, influenzato dal pensiero di John
Ruskin, fondò laboratori che producevano artigianalmente sedie, tavoli, bicchieri, cucchiai,
brocche, mobili contenitori, cassapanche, decretando l'affermazione dello stile Arts and
Crafts.
I primi musei che raccolsero opere di arte applicata e industriale furono aperti in Inghilterra
e ad essi seguirono la fondazione in Germania del Museum für angewandte Kunst a Vienna e
del Kunstgewerbemuseum a Berlino.
La Prussia inviò in Inghilterra Hermann Muthesius per scoprire e studiare le ragioni del
successo economico inglese. Muthesius suggerì di integrare laboratori all'interno delle
scuole di artigianato artistico e cercò di stimolare la formazione di aziende-laboratori come i
Deutsche Werkstätten, suscitando la nascita del Deutscher Werkbund, volta a mettere
insieme le ragioni dell'arte con quelle dell'industria. Tra le scuole che vennero riformate
secondo i nuovi principi si ricordano l'Accademia di Düsseldorf di Peter Behrens, la Scuola di
artigianato artistico di Stoccarda di Otto Pankok, l'Accademia di Breslavia di Hans Poelzig,
l'Accademia di Berlino di Bruno Paul, la Scuola di artigianato artistico di Weimar diretta da
Henry van de Velde.
Storia
La Scuola d'arte applicata e l'Istituto superiore di Belle Arti di Weimar
Walter Gropius aveva atteso invano dal 1915 di poter dirigere la Scuola d'arte applicata
(Kunstgewerbeschule) di Weimar, che chiuse quando il suo fondatore e direttore Henry van
de Velde ne fu allontanato perché straniero. Tuttavia prima di andare via, van de Velde
indicò al Ministero come suoi successori proprio Gropius, Hermann Obrist o August Endell.
Nell'ottobre dello stesso anno Fritz Mackensen, che dirigeva l'Istituto superiore di belle arti
del Granducato di Sassonia, con una lettera invitò Gropius a dirigere la neonata sezione di
architettura della scuola. Nel carteggio fra i due tuttavia emergono molte divergenze circa la
forma che doveva avere il corso di architettura ed il rapporto dell'architettura con le arti
applicate ed i sistemi produttivi.
Nel gennaio del 1916 Gropius inviò al Ministero di Stato del Granducato di Sassonia a
Weimar una proposta per l'istituzione di un istituto scolastico come centro di consulenza
artistica per l'industria, il commercio e l'artigianato. Nell'ottobre del 1917 Fritz Mackensen,
direttore dell'istituto superiore di belle arti del Granducato di Sassonia insieme al corpo
insegnante elaborarono ed inviarono al Ministero un verbale contenente delle istanze circa
alcune proposte di riforma. Il dibattito si concluse nel 1919 con una soluzione di
compromesso: l'istituto statale del Bauhaus sarebbe nato dalla fusione dell'ex Istituto
superiore di belle arti e l'ex Scuola d'arte applicata del Granducato di Sassonia con l'aggiunta
di una sezione di architettura. Pertanto si riunivano in un unico istituto l'Accademia d'arte e
la Scuola di arti e mestieri.
Nella stesura del programma del Bauhaus, Gropius aveva tenuto conto dei risultati del
dibattito che aveva animato gli anni della guerra, fra lui e Fritz Mackensen, ma anche dei
contributi di Otto Bartning e del suo Programma di insegnamento per l'Architettura e le
Belle Arti impostato sui metodi e i processi dell'artigianato. Tuttavia i principi su cui si
basava il programma del Bauhaus del 1919 erano stati anticipati da Bruno Taut nel suo
programma sull'architettura per l'Arbeitsrat für Kunst pubblicato nel 1918. Taut era
convinto che l'unione profonda di tutte le discipline in una nuova arte del costruire avrebbe
portato una nuova unità culturale. Questa rielaborazione del concetto di Gesamtkunstwerk
era stata espressa anche dallo stesso Gropius in un opuscolo pubblicato quasi in
contemporanea con il programma della scuola.
Il già esistente Rat der Meister (Consiglio dei Maestri) proposto da Bartning divenne
l'effettivo Meisterrat, delle quali attività gli studenti erano sempre ben informati. Esso
nominava i maestri e gestiva le attività degli allievi, nel loro percorso da apprendista di
primo livello (Lehrling), ad apprendista di secondo livello (Geselle, dopo 3 anni) fino alla
nomina a giovani insegnanti (Jungmeister, dopo 6 anni). Dal 1922 si istituì il Bauhausrat che
vedeva la partecipazione al consiglio dei maestri tecnici, nonché dei rappresentanti degli
studenti e apprendisti di secondo livello, che tenevano inoltre anche una propria rivista.
A Weimar fu dato spazio all'organizzazione di feste, ideate anche per coinvolgere, ma con
scarso successo, la popolazione della città. Le principali furono la Festa della lanterna (in
occasione del compleanno di Gropius), la Festa del solstizio d'estate, la Festa degli aquiloni e
il Natale.
L'influenza del corso nella scuola fu importante, come dimostrano i lavori prodotti
successivamente nei laboratori, tra cui l'opera di Marcel Breuer e László Moholy-Nagy,
decretando la fine del "Bauhaus espressionista".
L'esposizione del 1923
Bauhaus, Haus am Horn, 1923.
L'esposizione fu organizzata successivamente alla richiesta fattane dal governo regionale nel
1922. Gropius dispose che tutti i laboratori avrebbero dovuto lavorare alla sua
organizzazione con la finalità principale di realizzare una casa modello che rispondesse alle
tecnologie più avanzate. La Haus am Horn, progettata architettonicamente da Georg
Muche, fu finanziata dall'imprenditore Adolf Sommerfeld, che ne ottenne i diritti.
Tra gli eventi organizzati durante l'esposizione sono rilevanti le conferenze tenute da
Gropius sul rapporto tra arte e tecnica, da Wassily Kandinsky sull'arte sintetica, da Jacobus
Oud, come ospite, sull'architettura olandese, e gli eventi musicali tenuti da Paul Hindemith,
Ferruccio Busoni, Ernst Krenek e Igor Stravinski, insieme agli spettacoli teatrali concepiti
dagli studenti come il "Cabaret meccanico" e il "Balletto triadico". Nel museo regionale
vennero esposti i dipinti realizzati da maestri e allievi, mentre nella scuola si esposero i
risultati dei laboratori e parallelamente fu anche organizzata una Mostra internazionale di
Architettura.
Tra gli allievi che avrebbero raggiunto una certa fama internazionale, in questo periodo,
c'era anche Alfredo Bortoluzzi.
Sotto la direzione di Hannes Meyer per un periodo di tempo l'ingresso al Bauhaus fu aperto
a tutti gli studenti che volessero entrarvi, senza seguire alcun criterio selettivo, ma i
problemi del sovraffollamento portarono alla decisione di stringere il numero degli studenti
a 150. Hannes Meyer avrebbe voluto "un tipo di insegnamento imperniato sulla sociologia,
l'economia e la psicologia", come dimostrano le riforme che avrebbe voluto applicare per il
semestre invernale 1930/1931: "allargamento dell'insegnamento", "abolizione dei pittori",
"pedagogia esclusivamente materialistica".
Il 5 maggio 1930 in seguito ad alcune manifestazioni del gruppo di studenti comunisti (che
rappresentava la maggioranza degli iscritti all'istituto) ci fu un colloquio tra il sindaco Hesse,
Hannes Meyer, il Dr. Grote e il provveditore agli studi Blum, nel quale si rafforzò l'idea che
l'allontanamento di Hannes Meyer, che aveva dato alla scuola un'impostazione
filocomunista, avrebbe risolto i conflitti tra gli studenti e tra l'istituzione e gli amministratori
di destra, soprattutto i sempre più numerosi nazionalsocialisti. Qualche settimana dopo
Hannes Meyer, osteggiato anche da docenti come Josef Albers e Wassily Kandinsky, fu
invitato dal sindaco a rassegnare le dimissioni.
Riguardo al suo successore Grote avrebbe voluto il ritorno di Gropius, che però declinò
l'invito, come l'architetto Otto Haesler, e ad accettare fu l'architetto Ludwig Mies van der
Rohe.
Con la nomina a Ministro degli interni e della pubblica istruzione di Wilhelm Frick, del partito
nazionalsocialista, nel 1930 iniziò la lotta all'arte e alla cultura moderna e contemporanea.
Nella vecchia sede del Bauhaus a Weimar, dove si era formata una scuola simile ad essa, fu
inviato l'architetto nazionalsocialista Paul Schultze-Naumburg per chiuderla e riformarla su
basi filonazista, eliminando persino le decorazioni parietali create da Oskar Schlemmer.
Inoltre vennero tolte tutte le opere moderne presenti nel Museo Regionale di Weimar,
comprese quelle acquistate dal Bauhaus. A Dessau i nazisti decisero la chiusura del Bauhaus,
cominciando con l'eliminazione dei contributi all'istituto e la pretesa che fossero licenziati i
docenti stranieri. Il 12 agosto 1932 il sindaco Hesse dovette mettere, su richiesta dei nazisti,
all'ordine del giorno la chiusura della scuola. A votare contro furono solo Hesse e i comunisti
mentre i socialdemocratici, che fino ad allora avevano sostenuto il Bauhaus, si astennero,
giustificandosi con la perdita di voti che sarebbe stata provocata dal cattivo giudizio che la
città aveva nei confronti dell'istituto. Il Bauhaus cessò le attività ufficialmente a fine
settembre 1932.
A Berlino con Mies van der Rohe (1932-1933) fino alla chiusura definitiva
A seguito della chiusura del Bauhaus a Dessau, Magdeburgo e Lipsia, due città allora guidate
da amministrazioni socialdemocratiche, furono le prime ad offrire alla scuola degli spazi per
una nuova sede, ma Mies decise di costituire a Berlino il privato "Libero istituto per
l'insegnamento e la ricerca", affittando una fabbrica di telefoni abbandonata. Dal punto di
vista economico la scuola si sarebbe sostenuta con le rette degli studenti, ancora una volta
aumentate, e i 30.000 marchi provenienti dalla vendita dei brevetti. Lo stipendio dei docenti
era assicurato dal contratto preso con la città di Dessau, valido fino al 1935.
La presa del potere del partito nazionalsocialista segnò però la fine anche dell'esperienza
berlinese. La procura della repubblica di Dessau aprì un'inchiesta sul sindaco Hesse, atta a
raccogliere prove che dimostrassero che il Bauhaus fosse un istituto bolscevico. A Berlino tra
i pacchi di libri, inviati dalla biblioteca della scuola di Dessau, furono trovate alcune riviste
comuniste, probabilmente messe lì per lo scopo dagli stessi nazionalsocialisti. Nonostante
l'11 aprile 1933 la Gestapo avesse perquisito la scuola decidendone la chiusura, Mies e gli
studenti fecero di tutto per riuscire a riaprirla. Alcuni di essi si iscrissero al Kampfbund,
azione consigliata dagli stessi Mies e Lilly Reich.
Entrata in vigore una legge secondo la quale anche le scuole private dovevano essere
sottoposte all'Intendenza scolastica provinciale, Mies richiese il permesso di aprire una
scuola d'arte e la risposta della Gestapo fu di rispettare alcune condizioni imposte dal
Ministero della cultura: licenziamento di Kandinsky e Hilberseimer, l'assenza di docenti
ebrei, la presenza di qualche docente presente all'interno del partito, programmi di studi
orientato in senso nazionalsocialista. Viste le condizioni poste e le difficoltà economiche,
dovute al mancato versamento delle rette degli studenti e alla perdita dei contratti con le
aziende produttrici su licenza dei prototipi della scuola, i docenti all'unanimità decisero di
chiudere definitivamente il Bauhaus il 19 luglio 1935.
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Kandinskij tenne dal 1922 un corso sul disegno analitico e sulla composizione cromatica,
seguendo i principi dell'analisi e della sintesi e dando importanza agli effetti del colore nelle
sovrapposizioni tra di essi e nella loro percezione. Gli esercizi di Vassily Kandinskij si possono
suddividere in quattro gruppi: sistemi di colore e sequenze, corrispondenza di colore e
forma, relazione fra colori, colori e spazio.
Con la direzione di Hannes Meyer, Paul Klee e Vassily Kandinskij riuscirono ad ottenere la
possibilità di condurre dei corsi di pittura. I risultati ebbero un'impronta surrealista,
influenzata dalla tecnica di Klee.
Corso "L'uomo"
Il corso tenuto da Oskar Schlemmer (sostituito nell'ultimo semestre da Xanti Schawinsky) fu
istituito da Hannes Meyer e condotto fino al 1930. Si divideva in tre parti:
Laboratori
Secondo la legislazione dell'epoca, gli apprendisti potevano essere formati solo da
maestri-artigiani, che Gropius provvide di fornire alla scuola, assieme a quell'attrezzatura,
eredità della precedente istituzione scolastica e sopravvissuta alla guerra.
I vecchi maestri Otto Dorfner e Helene Börner, con i rispettivi strumenti della legatoria e
della tessitoria, furono integrati al Bauhaus.
Nel 1920 il consiglio dei maestri deliberò che il corso propedeutico e quello di disegno
tecnico (tenuto da Gropius, per la parte teorica, e da Hannes Meyer per la parte pratica)
fossero obbligatori, che le ore di lavoro nei laboratori fossero sei al giorno e che si
mantenesse il modello d'insegnamento maestro-artista/maestro-artigiano.
Nel corso degli anni e a seconda dei direttori l'organizzazione dei corsi e il programma di
studi ha subito numerosi cambiamenti.
Quando Hannes Meyer divenne direttore dell'istituto emanò nuove direttive per i
laboratori, che, entrate in vigore dal 1º novembre 1928, prevedevano la massima
redditività, l'amministrazione autonoma di ogni cellula, la pedagogia produttiva.
Se Gropius e Meyer intendevano i laboratori come il passaggio necessario per arrivare allo
studio dell'architettura, Mies van der Rohe rovesciò completamente l'impianto
dell'insegnamento, rendendo corso propedeutico e laboratori non necessari di
frequentazione per lo studente che volesse direttamente approcciarsi all'architettura.
I primi passi di questo laboratorio a Weimar furono molto difficili a causa delle difficoltà
economiche e organizzative.
Esperienze positive si ebbero a partire dal 1920, quando Gropius entrò in contatto con Max
Krehan, un artigiano che dirigeva un proprio laboratorio di ceramica nel castello di
Dornburg.
Cinque studenti della scuola accettarono di lavorare nel laboratorio dell'artigiano per
almeno due anni, si trasferirono così a Dornburg, a quasi 30 km di distanza da Weimar,
conducendo una vita molto dura poiché dovevano procurarsi dal bosco le materie prime per
il laboratorio e dalla coltivazione di un piccolo pezzo di terra il cibo per sostenersi. Max
Krehan si occupò quindi dell'insegnamento pratico (tornitura, smaltatura, cottura), l'artista
Gerhard Marcks dell'insegnamento teorico, proponendo agli studenti esperimenti con
recipienti e lo studio della storia della ceramica.
Dal 1923 il laboratorio di Max Krehan fu rilevato dal Bauhaus e finalizzato alla produzione
mentre il laboratorio di Gerhard Marcks rimase autonomo.
Dal 1924 i due apprendisti di secondo livello Otto Lindig e Theodor Bogler assunsero
rispettivamente la direzione tecnica e quella commerciale del laboratorio.
Gropius aveva intenzione, sin dal 1923, di iniziare una produzione in serie di ceramiche ma
incontrò resistenze da parte di Max Krehahn e Gerhard Marcks; solo Bogler e Lindig
collaborarono con l'industria, e i primi oggetti ad essere prodotti furono i recipienti per la
cucina della casa-modello esposta nel 1923.
A causa delle difficoltà finanziarie del Bauhaus weimariano, il laboratorio chiuse e non fu
riaperto nella sede di Dessau.
A Weimar, tra il 1919 e il 1925, esistevano tre laboratori per il design d'interni:
Il laboratorio si occupò della verniciatura dei prodotti del laboratorio del mobile e dei
giocattoli realizzati (in grande quantità) dal laboratorio di scultura, di progetti cromatici per
edifici, di produzioni creative libere (come per l'esposizione del 1923).
Herbert Bayer nel 1923 realizzò la decorazione murale della scala secondaria dell'edificio
scolastico, seguendo i principi dell'arte di Kandinsky: associazione tra triangolo-giallo,
quadrato-rosso, cerchio-blu.
La progettazione e produzione degli oggetti fu collettiva, così come accadde per la famosa
lampada da tavolo disegnata inizialmente da K. J. Jucker e terminata da Wilhelm Wagenfeld,
messa in produzione dal 1924 e oggi ancora disponibile.
M. Breuer, Sedia Cesca, Model N. B32, 1928 - Sedia Wassily, Model N. B3, 1925-1927 -
Armchair, 1928-1929.
A Dessau la falegnameria fu diretta da Marcel Breuer e la dotazione tecnica del laboratorio
del metallo fu migliorata. Si conosce poco invece delle lezioni di Hinnerk Scheper tenute
durante il laboratorio di decorazione parietale, che realizzò prodotti sia per la scuola stessa
che per clienti privati.
Il laboratorio unico per l'Arredamento e le Rifiniture d'interni fu aperto il 1º luglio 1929, con
la direzione di Hannes Meyer, e posto sotto la direzione di Alfred Arndt. Questo constava di
varie sezioni, che ricordano i vecchi laboratori organizzati da Gropius:
Le realizzazioni migliori furono l'arredo per l'ufficio comunale del lavoro di Dessau e per la
"Volkswohnung", la "casa del popolo" esposta nel 1929, la poltrona progettata da Josef
Albers, lo sgabello pieghevole per il quartetto Bush, il guardaroba per scapoli (su ruote e
apribile sul fronte e sul retro) e la seduta per i lavoratori alla catena di montaggio disegnata
per l'"Hygienemuseum" di Dresda.
Le carte erano caratterizzate dall'utilizzo di tinte unite coperte da una leggera decorazione e
della rinuncia a motivi stampati.
Il laboratorio fino ad allora seguito da Alfred Arndt, con il direttore Ludwig Mies van der
Rohe dal 1931 fu affidato a Lilly Reich.
Il laboratorio realizzò sculture in gesso per edifici progettati da Gropius, lavori di intaglio per
casa Sommerfeld, maschere e marionette per il laboratorio teatrale, lapidi, un monumento
ai Caduti di marzo per Arnstadt e soprattutto giocattoli. Questi ultimi furono i prodotti di
maggior successo del Bauhaus, messi in commercio per la maggior parte dalla casa editrice
Pestalozzi-Fröbel. È fondamentale ricordare i giochi di Alma Buscher ed Eberhard
Schrammen, la scacchiera di Josef Hartwig, con pedine la cui forma rinvia direttamente alle
mosse consentite.
A Dessau il laboratorio, tenuto da Joost Schmidt, non ottenne notevoli risultati ma furono
importanti gli esperimenti fotografici degli studenti Loew ed Ehrlich.
Laboratorio di tessitura
Le richieste di iscrizione alla scuola da parte di esse arrivarono numerose ma si cercò di non
assegnare loro nemmeno la metà dei posti disponibili e quando non venivano respinte, le
attendeva un'unica "scelta": il laboratorio di tessitura. D'altro canto la partecipazione
maschile al laboratorio fu molto rara.
Gropius affidò l'insegnamento pratico a Helene Börner che ne stilò il programma: tessitura,
intreccio, ricamo a mano e a macchina, lavoro a uncinetto, macramè, e l'insegnamento
formale inizialmente a Johannes Itten e dal 1920 a Georg Muche che lasciò molta libertà alle
studentesse.
Il laboratorio collaborava con quello del mobile occupandosi dei rivestimenti e partecipò
all'esposizione della casa-modello con la produzione di tappeti.
Esso si specializzò nella tessitura e nella conoscenza completa delle tecniche di lavorazione
solo col tempo e soprattutto grazie al contributo di alcune allieve che frequentarono corsi di
specializzazione in altre scuole tedesche.
La produzione era caratterizzata da uno stile astratto, influenzato dalle lezioni di Johannes
Itten, Paul Klee, Wassily Kandinsky e László Moholy-Nagy, lontano dall'arazzo a sfondo
narrativo, allora ritornato alla moda con la diffusione dello Jugendstil.
Il tessuto realizzato da Anni Albers per l'auditorium della scuola del sindacato tedesco
ADGB, da un lato fonoassorbente, dall'altro riflettente la luce, testimonia lo sviluppo della
ricerca sui materiali (si sperimentarono la seta artificiale, la ciniglia e il cellophan). Altri
importanti risultati furono i tessuti per il rivestimento dei mobili in metallo e quelli filtranti la
luce, ideali per pareti e tende.
Poiché Gunta Stölzl aveva lasciato la scuola, Mies affidò la tessitoria all'arredatrice Lilly Reich
che nonostante si fosse occupata degli effetti dati dai tessuti in un ambiente, non aveva
abbastanza conoscenze tecniche.
Gli obiettivi del laboratorio furono la creazione di modelli per l'industria tessile, ricorrendo
anche al riutilizzo dei modelli utilizzati per la carta da parati e la realizzazione di collezioni
per il mercato.
Il laboratorio produsse un grande catalogo di tessuti per mobili e tendaggi molto economici,
presente su qualunque “studio di architettura al passo con i tempi”, come sostiene il
rappresentante generale del Bauhaus Heinrich König.
Laboratorio di grafica
Il laboratorio formava i suoi allievi nella silografia, l'incisione su rame e li impiegò nella
produzione di diverse opere tra cui la "Nuova grafica europea" (rimasta incompiuta) e lavori
su commissione dei maggiori artisti del tempo.
Nel 1923 fu fondata la casa editrice "Bauhaus-Verlag München-Berlin" che produsse tra le
diverse pubblicazioni la "Cartella dei Maestri" (1923) e il libro "Bauhaus 1919-1923".
Il laboratorio fu dotato di una sala per la composizione manuale, di una platina da stampa e
una rotativa.
Meyer nel 1928 istituì il laboratorio per la pubblicità, che fece dirigere da Joost Schimdt, che
tenne delle lezioni con il maestro di fotografia Walter Peterhans.
Joost Schmidt tenne un corso di pubblicità che si basava sulla combinazione di foto e testo e
sul disegno di forme tridimensionali prospetticamente precise. Lo seguivano esercizi non
solo sulla composizione della superficie ma anche sullo spazio tridimensionale. Solo dopo
aver seguito tutti questi processi gli studenti potevano passare alla progettazione di
manifesti.
Schmidt credeva che il problema pubblicità non poteva risolversi nella semplice
propaganda-persuasione ma che la pubblicità fosse comunicazione e informazione.
Gli studenti si occuparono della reclamizzazione dei prodotti realizzati dalle ditte Rasch e
Polytex in collaborazione con la scuola, ma anche dello stand del Bauhaus all'esposizione del
Werkbund a Breslavia, della mostra "Volkswohnung Bauhaus" a Dresda, degli apparecchi da
riscaldamento dell'azienda Junkers, della mostra pubblicitaria di Berlino, dello stand
dell'"industria conserviera tedesca" alla "Hygieneausstellung" a Dresda, dello stand della
ditta inglese Venestra, produttrice delle prime finestre in acciaio, alla fiera di Lipsia e
dell'importante mostra itinerante "Dieci anni di Bauhaus".
I lavori di questo laboratorio furono per la maggior parte delle nature morte, influenzate
dalla pittura "trompe-l'œil", e che possiedono titoli come "Lepre Morta", che ne fanno
assumere una “dimensione enigmatica”.
A Berlino il piano di studi strutturato in sette semestri non prevedeva l'apertura del
laboratorio di pubblicità per mancanza di docenti..
Sezione di architettura
Nel 1919 Gropius aveva richiesto al Ministero degli Interni la possibilità di far frequentare a
studenti interessati un corso alla Scuola per costruttori edili, ma le lungaggini burocratiche
lo portarono ad organizzare privatamente un corso di architettura.
Nel 1922 Gropius tenne lezioni di teoria dello spazio e assunse Emil Lange affinché dirigesse
il laboratorio di Architettura che in realtà non fu mai aperto.
Nonostante ciò i laboratori del Bauhaus collaborarono agli interni, all'arredo di progetti
affidati allo studio di Gropius come il teatro di Jena realizzato da Gropius e Meyer,
abbandonando i principi espressionisti e seguendo quelli di De Stijl.
A Weimar Adolf Meyer insegnò come docente straordinario ed Ernst Schumann tenne un
corso di disegno tecnico e di costruzioni.
Gropius fondò inoltre una cooperativa edilizia, composta da molti professori, che si potesse
occupare della progettazione di un sobborgo che ospitasse studenti e docenti. Il progetto
rimase solo sulle carte e i modelli esposti all'esposizione del 1923, poiché stato e comune
crearono molti ostacoli alla sua realizzazione. Principio fondamentale di questo progetto è la
standardizzazione, ben esplicato dal nome attribuito al progetto: "Gioco delle costruzioni in
grande".
Nel 1924 si formò un "gruppo di lavoro di architettura" composto da Muche, Breuer,
Molnar, per protesta alla mancata realizzazione del laboratorio di architettura.
Inoltre gli studenti si concentrarono nella progettazione della villa a Mentone della famiglia
Garavagno, della scuola del sindacato tedesco ADGB e dell'ampliamento del sobborgo
Törten.
Il progetto prevedeva che la vita degli abitanti si svolgesse in comune: le abitazioni furono
create per il singolo, presumendo l’abolizione del nucleo familiare, al centro del complesso
erano previsti gli spazi per lo sport e il tempo libero, agli estremi opposti erano sistemati il
complesso scolastico, immerso nel verde, e l’ospedale.
Il quartiere era orientato in direzione est-ovest e per il flusso di auto al suo interno si
trovarono delle soluzioni innovative, poiché si pensò a zone interamente pedonali e alla
canalizzazione del traffico su circonvallazioni e raccordi esterni.
Ludwig Mies van der Rohe, che diresse la scuola a partire dal 1930, diede molta importanza
dell'architettura, facendone l'insegnamento cardine dell'istituto.