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ARCHITETTURA DI VITTORIANO VIGANO’ 1949 – 1970

- Costruzione
costruzione = struttura + materia
.Valorizza gli elementi strutturali e l’involucro degli edifici (Istituto Marchiondi)
.Esibisce in modo franco la struttura, sia negli edifici che nei mobili
.Sperimentazione con acciaio e cemento armato
- Spazio, rapporto tra costruzione e le diverse scale del progetto
.La costruzione è centrale per definire lo spazio, la semplicità della costruzione determina
la .complessità dei materiali che la compongono
.Arredi dalle linee semplici -> spazio (involucro dell’arredo) e oggetto (aredo) si fondono
.Importanza del rapporto col contesto (es. la parata di luci posso leggerla solo in relazione al
contesto in cui si inseriva).

VITORIANO VIGANO’ ESPRIME LA CITTA’


Milano è orizzontale, sorge in pianura, e storicamente “non si può” costruire oltre i 108 m
(altezza della Madonnina del Duomo) -> Viganò si ribella e, traendo ispirazione dal padre
che già in precedenza aveva presentato un progetto per realizzare il campanile del Duomo,
realizza per omaggiarlo durante le festività natalizie la Parata di luci. Una torre di 160 m,
composta da impalcature con al suo interno lastre di vetro colorato che riflettevano la luce e
al passaggio del vento emettevano musica. L’intera opera è incentrata sulla ricerca di
altezza e libertà.
Centrale nei suoi lavori saranno anche i fruitori, soprattutto nei vari allestimenti di mostre
che realizzerà a Milano. Tutte le sue opere sono pensate in base a chi dovrà utilizzarle, i
fruitori portano a compimento lo spazio costruito.

MOSTRA A COME ARCHITETTURA


Composta da 4 nuclei attributivi:
-rapporto materia-spazio-luce, opere con volumi in cemento armato plasticamente
elaborati e inteferenza delle masse (casa la scala, istituto marchiondi, galleria del fiore,
galleria apollinaire, galleria schettini, galleria del grattacielo).
-parata di luci, progetto caratterizzato dalla tensione verticale, di transito damateria-spazio a
piani-superfici-colori.
-rapporto piani-superfici-colori, architetture rivolte alla scomposizione spaziale con
superfici colorate (colorificio attiva, teatro carlo felice, giardino crivelli, casa viganò, casa nel
centro storico di milano, galleria levi).
-rapporto diagrammi-intervalli-sequenze, architetture emancipate dalla consistenza
materica e dissolte nelle gabbie spaziali e nelle trasparenze (mollificio bresciano,
amliamento del politencnico di milano).
-rapporto paesaggio-sfondo-figura, architetture che si relazionano col paesaggio, oggetti
artistici su sfondi spaziali naturali (triennale di milano, parco sempione, zona stazione
garibaldi, trasformazione di rimini e salò).
MATERIA-SPAZIO-LUCE
-Galleria fiore, 1953. Inaugura la ricerca di V. V. sul tema espositivo, inaugura la serie degli
allestimenti per le varie gallerie dell zona di Brera
-Galleria schettini, 1955. Allestimento temporaneo con una struttura autonoma componibile
in acciaio con pannelli industriali in sughero che fanno da fondale alle opere, inserimento in
una sala storica.
-Galleria apollinaire, 1955. Gioco plastico per spazilizzare la pittura
-Istituto Marchiondi, 1953/1957. Riscatto del quartiere periferico e riscatto dei ragazzi
ospitati. Rappresenta il punto di incontro tra la tipologia abitativa dei palazzi e la tipologia
della fabbrica. L’intero lotto è progettato con griglie modulari.
-Casa la scala, 1956/1958. Realizzata su un declivio che degrada verso il Lago di Garda,
rapporto con il contesto simile a quello che c’è in casa fransworth di mies van de roeh.
L’opera dialoga con l’acqua del lago attraverso la scala esterna che connette la casa al
pontile, con l’orizzonte attraverso il loggiato aperto sulla parte più ampia della vista, con il
suolo attraverso il ditacco di quota con il piano della campagna (casa costruita su pilastri di
ferro).
-Galleria grattacielo, 1958. Valorizza lo spazio ottagonale voltato della sala, tutte le superfici
vengono trattate nello stesso modo, semplicità degli elementi espositivi
PARATA DI LUCI, 1962. Alla piazza del Duomo di Milano serve una presenza verticale,
Viganò allora in omaggio al padre Vico realizza un’opera per in natale del ’62. E’
un’architettura effimera, come nella tradizione barocca delle macchine sceniche per le feste
popolari e civili.
PIANI-SUPERFICI-COLORI
-Casa Viganò, 1956/1958. Luogo dell’abitare articolato in un gioco di incastri, ricerca di
spazio continuo e primario. Condensazione delle funzioni private e liberazione degli spazi
dello “stare insieme”.
DIAGRAMMI-INTERVALLI-SEQUENZE
-Mollificio bresciano, 1968/1981. Intersezione tra i volumi edificati e i caratteri dell’area
(ribassamento) per non avere un impatto troppo forte sul paesaggio. Il terreno era
caratterizzato da una naturale concavità in cui viene inserito l’edificio, quasi a colmare il
vuoto. L’intero lotto è progettato con griglie modulari.
-Ampliamento del Politecnico di Milano, 1974/1985. L’edificio è dominato da una
contraddizione perchè è rialzato dal terreno ma è anche inserito dentro questo
(ribassamento del patio). Viganò realizza una foresta, all’interno del patio ipogeo, con i
numerosi pilastri dipinti di nero e i vari livelli di accesso sfalsati -> promenade architecturale
che invece di salire scende.
Scale e camminamenti sono posti all’esterno, sulla facciata dell’edificio, mentre invece i
condotti dell’aria e gli impianti sono nascosti all’interno.
PAESAGGIO-SFONDO-FIGURA
-Parco Sempione e Palazzo della Triennale, 1978/1984. Viene mantenuto il vallo tra le
ferrovie e il palazzo dell’arte, che dovevano essere collegati da un ponte pedonale sospeso
in ferro.
La piazza è risolta a disco con centro nell’arco della pace. La piazza viene ribassata di 1 m per
esaltare l’arco e la prospettiva della vista. L’arredo è asimmetrico a causa della presenza di
linee tramviarie su un lato della piazza.
-Rimini, verde generale, 1974. L’artificio si naturalizza e l’elemento naturale diventa
attrezzatura di servizio. Scalinate che sembrano colate di cemento laviche -> scala
naturalizzata.
-Negozio Arteluce, 1961/1962. Il rapporto tra interno ed esterno è dato dalla vetrina, che
viene arretrata rispetto alla strada su cui si affaccia.

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