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Biografia
La casa natale di van Gogh a Zundert: Vincent nacque nella stanza sotto il tetto, dalla cui finestra sventola la bandiera
Esattamente l'anno dopo nacque un secondo figlio, il futuro artista, chiamato ancora Vincent Willem: ne seguiranno altri cinque, Anna Cornelia (1855-1930), Tho (1 maggio 1857 - 25 gennaio 1891), Elisabeth (1859-1936), Wilhelmina Jacoba (1862-1941) e Cornelis (1867-1900). Dal 1861 al 1864 Vincent frequent la scuola del paese e dal 1 ottobre un collegio della vicina Zevenbergen dove apprese il francese, l'inglese e il tedesco e l'arte del disegno. Dal 1866 frequent la scuola tecnica Hannik di Tilburg ma il 19 marzo 1868, a causa dello scarso rendimento nonch di problemi economici del padre, ritorn a Zundert
Nel 1873 venne trasferito nella filiale Goupil di Bruxelles e a maggio in quella di Londra. Durante il trasferimento nella capitale inglese si ferm per alcuni giorni a Parigi, rimanendo affascinato dalla bellezza della citt e dai fermenti culturali che la animavano: la visita del Louvre e delle esposizioni di quadri al Salon lo colpirono profondamente. A Londra disegn schizzi di scorci cittadini, che tuttavia non conserv (ne rimane solo uno, peraltro assai rovinato e scoperto nel 1977, raffigurante la casa dove visse). Nella pensione in cui alloggiava, si dichiar un giorno ad una figlia della proprietaria, Eugenia Loyer (e non Ursula come si era sempre creduto), che, gi fidanzata, lo respinse: caduto in una crisi depressiva, chiese ed ottenne di essere trasferito a L'Aja. Da questo momento inizi a trascurare il lavoro: a poco serv il ritorno a Londra, nel luglio del 1874, insieme con la sorella Anna. I suoi interessi cominciarono a indirizzarsi verso le tematiche religiose, che si approfondirono anche dopo il suo trasferimento a Parigi, nel maggio 1875: qui tuttavia frequent anche i musei, appassionandosi a Jean-Baptiste Camille Corot e alla pittura secentesca olandese. I dirigenti della Goupil erano sempre pi scontenti di lui, che nel Natale del 1875 lasci senza preavviso il lavoro, andando a trovare la famiglia, che allora risiedeva a Etten, un piccolo paese presso Breda. Vincent comprese tuttavia di non potere pi continuare la sua collaborazione in un'attivit che ormai sentiva profondamente estranea e si dimise dall'impiego il 1 aprile 1876.
Vincent van Gogh artistici, visitando i musei, il ghetto ebraico e continuando a esercitarsi nel disegno. Respinto agli esami di ammissione, dall'agosto del 1878 frequent un corso trimestrale di evangelizzazione in una scuola di Laeken, presso Bruxelles, la quale tuttavia non lo riconobbe idoneo a svolgere l'attivit di predicatore. Nonostante tutto, alla fine dell'anno si trasfer nella regione belga del Borinage, a Pturage: qui, povero tra i poveri, si prese cura dei malati e predic la Bibbia ai minatori. Autorizzato, nel gennaio del 1879, a predicare temporaneamente dalla Scuola di evangelizzazione di Bruxelles, si trasfer nel centro minerario di Wasmes, vivendo in una baracca: il suo zelo e la sua partecipazione, anche emotiva, all'estrema povert dei minatori apparvero eccessivi alla Scuola, che decise di
non rinnovargli l'incarico. Vincent continu tuttavia a svolgere quella che considerava una sua missione: si trasfer nel vicino paese di Cuesmes dove visse con un minatore del luogo e, pur indigente, cerc ancora di aiutare chi non stava in realt peggio di lui, arrivando a cedere il proprio letto ai malati o a curare di persona i feriti delle esplosioni usando come bende i suoi stessi vestiti. Leggeva i romanzi popolari che descrivevano la miseria delle popolazioni delle citt industriali, interruppe per qualche tempo la corrispondenza con il fratello Tho, che ora lavorava nella casa Goupil e lo disapprovava apertamente, cercando di distoglierlo da un'attivit che sembrava aggravare il suo delicato equilibrio psichico, e si spost frequentemente per il Belgio percorrendo a piedi centinaia di chilometri. Nel giugno 1880 arriv fino a Courrires, nel dipartimento del Passo di Calais, desiderando conoscere il pittore Jules Breton, che l abitava ed era da lui molto ammirato, ma poi s'intimid alla sola idea d'incontrarlo (nonch alla vista del "suo nuovo atelier...di un'inospitalit agghiacciante") e ritorn indietro, dormendo sulla paglia nei casolari abbandonati. In luglio riprese la corrispondenza con Tho che gli mand del denaro e lo incoraggi a indirizzare le sue generose pulsioni sociali religiose verso l'espressione artistica. Vincent accolse un suggerimento che non poteva lasciarlo indifferente e, nell'ottobre si stabil a Bruxelles dove, comprendendo di aver bisogno di una scuola di tecnica pittorica, s'iscrisse all'Accademia di Belle Arti.
Boccale e pere, olio su tela, 4,5x57,5 cm, 1881, Von der Heydt Museum, Wuppertal
A L'Aja ottenne l'incoraggiamento e i consigli del pittore Anton Mauve, cognato della madre, continu a disegnare sotto la sua guida e, per la prima volta, verso la fine del 1881, esegu nature morte dipinte a olio e figure all'acquarello: le nature morte con il Cavolo e gli zoccoli del Van Gogh Museum di Amsterdam e il Boccale e pere di Wuppertal sono tra i suoi primi lavori. In rotta con i genitori per la sua insistente ostinazione verso la cugina e per l'aperto distacco mostrato nei confronti della religione (venendo scacciato di casa dal padre il giorno di Natale), lasci Etten, rifiutando ogni loro aiuto economico, trasferendosi a L'Aja, vicino allo studio di Mauve, il quale, insieme con il fratello Tho, lo soccorse economicamente. Dopo pochi mesi, tuttavia, contrasti con il pittore - che avrebbe voluto, secondo i suoi sistemi didattici, che Vincent si esercitasse copiando calchi in gesso, mentre egli preferiva ispirarsi direttamente alla realt - portarono alla rottura tra i due. Del resto, van Gogh avr sempre molta difficolt a relazionarsi con gli altri pittori, pur stimati da lui: in questo periodo, l'unico pittore che mostrava considerazione per le sue possibilit era il connazionale Johan Hendrik Weissenbruch (1824-1903), artista gi noto ed apprezzato.
I mangiatori di patate, olio su tela, 82x114 cm, 1885, Van Gogh Museum, Amsterdam
ho voluto, lavorando, far capire che questa povera gente, che alla luce di una lampada mangia patate servendosi dal piatto
con le mani, ha zappato essa stessa la terra dove quelle patate sono cresciute; il quadro, dunque, evoca il lavoro manuale e lascia intendere che quei contadini hanno onestamente meritato di mangiare ci che mangiano. Ho voluto che facesse pensare a un modo di vivere completamente diverso dal nostro, di noi esseri civili. Non vorrei assolutamente che tutti si limitassero a trovarlo bello o pregevole
qui espressa la radice etica della sua vocazione di pittore: e aggiunse: [4]
So benissimo che la tela ha dei difetti ma, rendendomi conto che le teste che dipingo adesso sono sempre pi vigorose, oso affermare che I mangiatori di patate, insieme con le tele che dipinger in avvenire, resteranno
L'opera (della quale Vincent esegu anche una litografia) non piacque all'amico van Rappard, che non glielo nascose: ma van Gogh, pur consapevole dei difetti dell'opera, la difese apertamente: [5]
Anche se seguito a produrre opere nelle quali si potranno ritrovare difetti, volendole considerare con occhio critico, esse
avranno una vita propria e una ragione d'essere che supereranno i loro difetti, soprattutto per coloro che sapranno apprezzarne il carattere e lo spirito. Non mi lascer incantare facilmente, come si crede, nonostante tutti i miei errori. So perfettamente quale scopo perseguo; e sono fermamente convinto di essere, nonostante tutto, sulla buona strada, quando voglio dipingere ci che sento e sento ci che dipingo, per preoccuparmi di quello che gli altri dicono di me. Tuttavia, a volte questo mi avvelena la vita, e credo che molto probabilmente pi d'uno rimpianger un giorno quello che ha detto di me e di avermi ricoperto di ostilit e di indifferenza. Io paro i colpi isolandomi, al punto che non vedo letteralmente pi nessuno
Pre Tanguy, olio su tela, 92x75 cm, 1887, Muse Rodin, Parigi
Rubens superficiale, vuoto, ampolloso, e in conclusione, ampolloso come Giulio Romano o, peggio ancora, come i
pittori della decadenza. Nonostante questo, mi entusiasma, proprio perch il pittore che cerca di esprimere l'allegrezza, la serenit, il dolore, e rappresenta questi sentimenti in modo veritiero grazie alle sue combinazioni di colori
Un rigattiere di Nuenen acquist da sua madre una serie di dipinti rimasti nello studio, vendendoli a 10 centesimi l'uno e bruciando quelli che non gli sembravano commerciabili. Nel gennaio 1886, dopo aver frequentato un corso di disegno, si iscrisse ai corsi di pittura e disegno dell'cole des Beaux-Arts ma senza alcun successo: il 31 marzo venne respinto il suo lavoro presentato per accedere ai corsi d'insegnamento superiore, ma van Gogh si era gi trasferito a Parigi per seguire i corsi di pittura di Fernand Cormon, pittore accademico mediocre ma di successo, allo scopo di migliorare la sua tecnica e poter ritrarre dei modelli; in questo studio conobbe mile Bernard, Louis Anquetin e Toulouse-Lautrec. La capitale francese il centro della cultura mondiale: non c' che Parigi: per quanto difficile possa essere qui la vita, e anche se divenisse peggiore e pi dura, l'aria francese libera il cervello e fa bene, un mondo di bene. [7] Il fratello Tho vi era trasferito da sette anni per dirigere, a Montmartre, una piccola galleria d'arte per conto di Boussod e Valadon, i successori dell'impresa Goupil. Egli lo ospit nella sua casa, dove Vincent allest lo studio e dipinse vedute della capitale, e gli present i maggiori pittori impressionisti. Inizialmente, la loro pittura lo interess molto poco: [8]
Il ristorante della Sirne ad Asnires, olio su tela, 51,5x64 cm, 1887, Muse d'Orsay, Parigi
Ad Anversa non sapevo nemmeno che cosa fossero gli impressionisti: adesso li ho veduti e pur non facendo ancora parte
del loro clan ho molto ammirato alcuni dei loro quadri: un nudo di Degas, un paesaggio di Claude Monet [...] da quando ho veduto gli impressionisti, Le assicuro che n il Suo colore n il mio sono esattamente uguali alle loro teorie
e ribadir ancora la sua lontananza da quella pittura due anni dopo alla sorella: [9]
quando si vedono per la prima volta si rimane delusi: le loro opere sono brutte, disordinate, mal dipinte e mal disegnate, sono povere di colore e addirittura spregevoli. Questa la mia prima impressione quando sono venuto a Parigi
Per Vincent, l'arte moderna era rappresentata dalla scuola di Barbizon: oltre all'ormai classico Delacroix, egli ammirava Corot, Daumier, Troyon, Daubigny, Bastien Lepage e soprattutto Millet, che rappresentava per lui il vertice della pittura. L'importanza, che il suo iniziale dilettantismo e la sua inclinazione essenzialmente romantica, attribuiva al soggetto del dipinto e alla correttezza tecnica dell'esecuzione, gli faceva apprezzare perfino un Meissonier, lodatissimo a quel tempo e che pure era molto lontano dal suo spirito. Sapeva tuttavia che l'abilit tecnica non doveva essere il fine dell'arte ma solo il mezzo per poter esprimere quello che sentiva: quando non posso farlo in modo soddisfacente, mi sforzo di correggermi. Ma se il mio linguaggio non piace, ci mi lascia completamente indifferente. [10]
9 L'osservazione pi puntuale delle opere degli impressionisti gli fece comprendere l'originalit e i valori racchiusi in quella nuova concezione della visione: anche se non ader mai a quella scuola, perch egli intese sempre esprimere solo quello che aveva dentro la mente e il cuore, [11] guard con favore a Guillaumin e a Pissarro, e la sua tavolozza, fino a quel momento scura e terrosa, si schiar proprio grazie all'influsso della pittura impressionista e allegger i propri soggetti, tralasciando i temi sociali per i paesaggi e le nature morte; speriment anche l'accostamento dei colori complementari cimentandosi, nell' Interno di ristorante, con la tecnica puntinista inventata da Seurat. Con Bernard, suo grande amico all'epoca, and spesso a dipingere ad Asnires, il sobborgo che sorgeva sulle rive della Senna; espose suoi dipinti nella bottega di colori di pre Tanguy e, insieme con il gruppo del Petit boulevard di Anquetin, Bernard, Gauguin e Toulouse-Lautrec, nel caf Tambourin, gestito dall'ex-modella di Degas, l'italiana Agostina Segatori, con la quale, per qualche mese, ebbe una relazione.
I rapporti con il fratello Tho non erano sempre facili: pur volendosi molto bene, entrambi soffrivano di disturbi nervosi. Il carattere, generoso ma imprevedibile e collerico di Vincent, non gli rendeva agevole mantenere durevoli rapporti di amicizia; egli stesso si rendeva conto di non riuscire a non esprimere direttamente i propri sentimenti e a non manifestare con violenza le proprie opinioni: non riesco a starmene tranquillo, le mie idee fanno talmente parte di me stesso che, talora, mi sembra che mi prendano alla gola. [12] Il desiderio di conoscere il Mezzogiorno francese, dove c' pi colore, pi sole, [13] con la sua luce e i suoi colori mediterranei cos lontani dal cromatismo nordico, fu una buona occasione per porre fine a una convivenza divenuta difficile.
Arles (1888)
Trasferitosi ad Arles il 20 febbraio 1888, and ad alloggiare prima in albergo e poi, in maggio, affitt un appartamento di quattro stanze di una casa dalle mura gialle che si affacciava sulla piazza Lamartine, [14] ritratta in un quadro famoso. Produsse una tela dopo l'altra, come temesse che la sua ispirazione, esaltata dalla novit del nuovo modello del mondo provenzale, potesse abbandonarlo. Si sentiva trascinato dall'emozione, che egli identificava con la sincerit dei suoi sentimenti verso la natura: le emozioni che provava di fronte alla natura provenzale potevano essere cos forti da costringerlo a lavorare senza sosta, allo stesso
Vincent van Gogh modo per il quale non si possono fermare i pensieri, quando questi si sviluppano in una coerenta sequenza nella propria mente. [15] D'altra parte, affermava di mettere sulla tela non impressioni momentanee, ma immagini studiate a lungo e assimilate nel suo spirito attraverso una lunga e precedente osservazione del modello. Del modello naturale confessava di non poter fare a meno: non si sentiva in grado di inventare un soggetto anzi, per quanto riguarda le forme, aveva il terrore di allontanarsi dal verosimile [16] ma non aveva problemi a combinare diversamente i colori, accentuandone alcuni e semplificando altri. Scrisse alla sorella Wilhelmina: [17]
10
La natura di questo paesaggio meridionale non pu essere resa con precisione con la tavolozza di un Mauve, per esempio,
che appartiene al Nord e che un maestro e rimane un maestro del grigio. La tavolozza di oggi assolutamente colorata: celeste, arancione rosa, vermiglio, giallo vivissimo, verde chiaro, il rosso trasparente del vino, violetto. Ma, pur giocando con tutti questi colori, si finisce con il creare la calma, l'armonia
Al fratello confid [18] di aver abbandonato le tecniche utilizzate a Parigi, che risentivano dell'esperienza impressionista, per ribadire la visione romantica di Delacroix, non ritraendo fedelmente quello che gli sta di fronte ma ricercando il vigore dell'espressione attraverso il libero uso del colore. E all'amico pittore Bernard: [19]
Albicocchi in fiore, olio su tela, 65,5x80,5 cm, 1888, Van Gogh Museum, Amsterdam
Non seguo alcun sistema di pennellatura: picchio sulla tela a colpi irregolari che lascio tali e quali. Impasti, pezzi di tela
lasciati qua e l, angoli totalmente incompiuti, ripensamenti, brutalit: insomma, il risultato , sono portato a crederlo, piuttosto inquietante e irritante, per non fare la felicit delle persone con idee preconcette in fatto di tecnica [...] gli spazi, limitati da contorni espressi o no, ma in ogni caso sentiti, li riempo di toni ugualmente semplificati, nel senso che tutto ci che sar suolo parteciper di un unico tono violaceo, tutto il cielo avr una tonalit azzurra, le verzure saranno o dei verdi blu o dei verdi gialli, esagerando di proposito, in questo caso, le qualit gialle o blu
Sperimentava tecniche diverse, ora mettendo in risalto le forme circondandole di contorni scuri e pennellando lo sfondo a strati, per creare una struttura a traliccio, ora ondulando i contorni per accentuare la struttura delle forme, ora punteggiando con brevi pennellate e ora invece spremendo il colore dal tubetto direttamente sulla tela. Altre volte si convinceva di non disegnare pi il quadro con il carboncino. Non serve a niente; se si vuole un buon disegno, si deve eseguire direttamente con il colore. [20] Andando incontro a un desiderio di Vincent, nell'estate del 1888 Tho van Gogh contatt Gauguin, offrendo di pagargli il soggiorno ad Arles con il fratello e garantendogli l'acquisto di dodici suoi quadri ogni anno per 150 franchi. Gauguin, dopo qualche esitazione, accett, pensando di mettere da parte quanto gli era necessario per realizzare il suo desiderio di trasferirsi, di l a un anno, in Martinica.
Vincent van Gogh Il dramma di Arles Nell'attesa dell'arrivo di Gauguin, van Gogh si preoccup di arredare con qualche altro mobile l'appartamento e orn con propri quadri la camera da letto. Gli scrisse: [21]
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La camera di van Gogh, olio su tela, 72x90cm, 1888, Van Gogh Museum, Amsterdam
ho fatto, sempre come decorazione, un quadro della mia camera da letto, con i mobili in legno bianco, come sapete.
Ebbene, mi ha molto divertito fare questo interno senza niente, di una semplicit alla Seurat; a tinte piatte, ma date grossolanamente senza sciogliere il colore; i muri lilla pallido; il pavimento di un rosso qua e l rotto e sfumato; le sedie e il letto giallo cromo; i guanciali e le lenzuola verde limone molto pallido; la coperta rosso sangue, il tavolo da toilette arancione; la catinella blu; la finestra verde. Avrei voluto esprimere il riposo assoluto attraverso tutti questi toni cos diversi e tra i quali non vi che una piccola nota di bianco nello specchio incorniciato di nero, per mettere anche l dentro la quarta coppia di complementari
Eppure, vi chi ha visto [22] nel dipinto di questa camera da letto il desiderio mancato di rappresentare il sonno e il riposo: La tragedia della sua mente si avvicinava con segni di squilibrio e non gli permetteva n riposo n sonno. Nella camera abbandonata regna la calma, ma una calma senza speranza e senza piet. una camera vuota, ma non per caso. Essa abbandonata per sempre causa la partenza o la morte. I colori sono brillanti e puri, senza ombre, ma non suggeriscono gioia, anzi soltanto tristezza. un riposo nato dalla disperazione. Cos i colori rivelano l'animo dell'artista a sua insaputa. Non si rende conto di quel che sente, n nella sua lettera, n nella sua pittura, e perci il suo sentimento, la sua accorata umilt, espresso spontaneamente. Gauguin giunse ad Arles il 29 ottobre 1888. All'opposto di van Gogh, rimase subito deluso di Arles, il luogo pi sporco del Mezzogiorno, e della Provenza: Trovo tutto piccolo, meschino, i paesaggi e le persone; [23] il sogno di van Gogh di fondare un'associazione di pittori che perseguissero un'arte nuova lo lasciava scettico; quanto a s, egli contava soltanto di trasferirsi, non appena ne avesse avuto la possibilit, ai tropici; lo irritavano anche le abitudini disordinate di Vincent e la sua scarsa oculatezza nell'amministrare il denaro che avevano messo in comune.
12 Invece van Gogh manifestava un'aperta ammirazione per Gauguin, che considerava un artista superiore: riteneva che le proprie teorie artistiche fossero molto banali se confrontate con le sue e la propria resa pittorica sempre inferiore, persino grossolana, rispetto al modello naturale. Nelle sue memorie, [24] Gauguin volle attribuirsi, generalmente a torto, il merito di aver corretto la tavolozza di van Gogh:
Vincent, quando sono arrivato ad Arles, militava nella scuola neoimpressionista, anzi vi sguazzava, cosa che lo faceva
soffrire, non perch questa scuola, come tutte le scuole, sia cattiva, ma perch non corrispondeva alla sua natura cos impaziente e cos indipendente. Con tutti questi gialli sui violetti, tutto questo lavoro sui complementari -lavoro disordinato, d'altra parte - non riusciva a raggiungere che delle dolci armonie, incomplete e monotone; ci mancava lo squillo di tromba. Mi assunsi il compito di chiarirglielo, e mi fu facile, perch trovavo un terreno ricco e fecondo
Anche nella valutazione degli altri pittori, le loro opinioni divergevano: van Gogh ammirava Daumier, Daubigny, Flix Ziem, Thodore Rousseau, tutte persone che non posso vedere, e non apprezzava, contrariamente a Gauguin, Raffaello, Ingres, Degas: di Vincent, cervello disordinato, Gauguin non riusciva a spiegarsi n i principi critici n quelle che considerava contraddizioni fra i principi e la pittura realizzata, trovando anche in queste divergenze la radice del prossimo, drammatico conflitto.
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Nei primi giorni del dicembre 1888 Gauguin fece il ritratto di van Gogh, rappresentandolo nell'atto di dipingere girasoli. Vincent comment: Sono certamente io, ma io divenuto pazzo. Nelle sue memorie Gauguin scrive che quella sera stessa, al caff, i due pittori bevvero molto e improvvisamente Vincent scagli il suo bicchiere contro la sua testa, che Gauguin riusc appena a evitare: da quel momento Gauguin prese la decisione di partire da Arles. Seguirono giorni di tensione: anche una visita al museo di Montpellier per osservare le opere di Delacroix e di Courbet degener in litigio. L'episodio pi grave accadde il pomeriggio del 23 dicembre: van Gogh - la ricostruzione del fatto tuttavia controversa - avrebbe rincorso per strada Gauguin con un rasoio, rinunciando ad aggredirlo quando Gauguin si volt, affrontandolo. Tornato a casa, mentre Gauguin and ad alloggiare in albergo, preparandosi a lasciare Arles, van Gogh, in preda ad allucinazioni, si tagli met Vaso di girasoli, olio su tela, 92x73 cm, 1888, Neue Pinakothek, dell'orecchio sinistro, lo incart, lo consegn a Rachele, Mnich una prostituta del bordello che i due pittori erano soliti frequentare, e torn a dormire a casa sua. La mattina seguente venne fatto ricoverare dalla polizia in ospedale: ne usc il 7 gennaio 1889. Tuttavia, due storici di Amburgo, Hans Kaufmann e Rita Wildegans sostengono nel libro "Lorecchio di Van Gogh, Paul Gauguin e il patto del silenzio" che fu Gauguin a mutilare l'amico dopo la lite, mentre l'esperto francese Pascal Bonafoux sostiene che questa teoria clamorosamente errata [25] . Suoi buoni amici, in questi frangenti, furono il dottor Rey, il pastore Salles e il postino Roulin, del quale aveva fatto qualche mese prima un ritratto rimasto celebre: in questa occasione dipinse cinque versioni del ritratto della moglie Augustine, spedendone una a Gauguin, e dipinse anche se stesso, con l'orecchio bendato. Alternava periodi di serenit, nei quali era in grado di valutare lucidamente e ironicamente tutto quello che gli era successo, a momenti di ricadute nella malattia: il 9 febbraio, dopo una crisi nella quale credette che qualcuno volesse avvelenarlo, fu nuovamente ricoverato in ospedale. Uscito, vi fu ricondotto in marzo dalla polizia a seguito di una petizione firmata il 26 febbraio da ottanta cittadini di Arles. In ospedale, ricevette la visita di Signac, che ottenne il permesso di accompagnarlo nella sua casa gialla: Per tutto il giorno mi parl di pittura, di letteratura, di socialismo. La sera era un po' stanco. Tirava un maestrale spaventoso che forse lo aveva innervosito. Volle bere un litro di essenza di trementina che si trovava sul tavolo in camera. Era ora di rientrare all'ospedale. [26]
14 Il 17 aprile il fratello Tho si spos. Vincent scrisse alla sorella, come rassegnato di dover ormai convivere per sempre con la sua malattia: [27]
Augustine Roulin, olio su tela, 92x73 cm, 1889, Krller-Mller M., Otterlo
Leggo poco per aver tempo di riflettere. molto probabile che abbia ancora tanto da soffrire. E questo non mi va affatto, a
dire il vero, perch in nessun modo desidero il ruolo di martire [...] Prendo tutti i giorni il rimedio che l'incomparabile Dickens prescriveva contro il suicidio. Consiste in un bicchiere di vino, un boccone di pane e di formaggio e una pipa di tabacco
Mi sento decisamente incapace di ricominciare a riprendere un nuovo studio e di restarci solo, qui ad Arles [...] a te, a
Salles, a Rey io chiedo di fare in modo che alla fine del mese o all'inizio di maggio io possa andare come pensionato internato [...] se l'alcool stato certamente una delle pi grandi cause della mia follia, allora venuta molto lentamente e se ne andr molto lentamente, se se ne andr [...] Infine, bisogna prendere una posizione di fronte alle malattie del nostro tempo [...] io non avrei precisamente scelto la follia, se c'era da scegliere, ma una volta che le cose stanno cos, non vi si pu sfuggire. Tuttavia esister forse ancora la possibilit di lavorare con la pittura
L'8 maggio 1889 van Gogh, accompagnato dal pastore Salles, entr volontariamente nella Maison de sant di Saint-Paul-de-Mausole, un vecchio convento adibito a ospedale psichiatrico, a Saint-Rmy-de-Provence a venti chilometri da Arles.
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A Saint-Rmy-de-Provence (1889)
La diagnosi del direttore della clinica, il dottor Peyron, fu di epilessia. Oggi si ritiene che van Gogh soffrisse di psicosi epilettica o "latente epilessia mentale": preceduti dallo "stadio crepuscolare", egli subiva attacchi di panico e allucinazioni ai quali reagiva con atti di violenza e tentativi di suicidio, seguendo alla fine uno stato di torpore. Nei lunghi intervalli della malattia era in grado di comportarsi in modo del tutto normale. Nella clinica di Saint-Rmy non veniva praticata nessuna cura, a meno di definire cura i due bagni settimanali cui i pazienti erano sottoposti. Non se ne lamentava il pittore, che scriveva che osservando la realt della vita dei pazzi in questo serraglio, perdo il vago terrore, la paura della cosa e a poco a poco posso arrivare a considerare la pazzia una malattia come un'altra. [29] La finestra munita di sbarre guardava un giardino della clinica e, al di l di quello, i campi e, pi lontano, le montagne delle Alpilles, l'ultima catena delle Alpi francesi. Aveva a disposizione per lavorare un'altra camera vuota, poteva anche andare a dipingere fuori dal manicomio, accompagnato da un sorvegliante, e si manteneva in contatto epistolare con il fratello che gli spediva libri e giornali.
Osservo negli altri che anch'essi durante le crisi percepiscono suoni e voci strane come me e vedono le cose trasformate. E
questo mitiga l'orrore che conservavo delle crisi che ho avuto [...] oso credere che una volta che si sa quello che si , una volta che si ha coscienza del proprio stato e di poter essere soggetti a delle crisi, allora si pu fare qualcosa per non essere sorpresi dall'angoscia e dal terrore [...] Quelli che sono in questo luogo da molti anni, a mio parere soffrono di un completo afflosciamento. Il mio lavoro mi preserver in qualche misura da un tale pericolo (Lettera a Tho van Gogh, 25 maggio 1889)
A giugno cominci a dipingere cipressi: il cipresso bello come legno e come proporzioni, come un obelisco egiziano. E il verde di una qualit cos particolare. una macchia nera in un paesaggio assolato, ma una delle note pi interessanti, la pi difficile a essere dipinta che io conosca [30] e sped al fratello un gruppo di tele, che gli vennero lodate. Ad agosto sub un grave attacco, con allucinazioni e un tentativo di suicidio, dal quale si rimise a fatica a settembre, quando ricevette la notizia che due suoi dipinti, la Notte stellata e le Piante di iris, erano state esposte al Salon des Artistes Indpendants di Parigi. Nella Notte stellata van Gogh sembra allontanarsi decisamente dalla diretta osservazione della natura, per esprimere uno stato d'animo attraverso la libera fantasia, per liberare le proprie emozioni piuttosto che ricercare un aspetto nascosto del paesaggio. Ma in quella visione della luna, delle stelle e di fantasiose comete come se il cielo, passando attraverso i suoi gialli e i suoi azzurri, diventasse un irradiarsi di luci in moto per incutere un timor panico agli umani che sentono il mistero della natura. [31] E l'intento perseguito nel Oliveto con nuvola bianca, viene spiegato da Vincent al fratello come risultato di ricerca stilistica: [32]
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Oliveto con nuvola bianca, olio su tela, 73x92 cm, 1889, Museum of Modern Art, New York
Gli ulivi con la nuvola bianca e lo sfondo di montagne, cos come il sorgere della luna e l'effetto notturno, costituiscono
un'esagerazione dal punto di vista dell'esecuzione; le linee sono incisive come quelle degli antichi legni. L dove queste linee sono serrate e volute comincia il quadro, anche se pu sembrare esagerato. un po' quello che sentono Bernard e Gauguin. Non ricercano la forma esatta di un albero, ma vogliono assolutamente che sia definito se essa tonda o quadrata, e io d loro ragione, perch sono esasperato dalla perfezione fotografica e banale di certuni [...] io mi sento spinto a ricercare, se vuoi, uno stile, ma intendendo con questo un disegno pi maturo e pi intenzionale [...] gli studi disegnati con grandi linee nodose come nell'ultimo invio non erano quello che dovevano essere, ma voglio convincerti che nei paesaggi si continuer ad ammassare le cose mediante un disegno che cerca di esprimere il groviglio delle masse
A novembre ricevette l'invito a esporre sue tele all'associazione Les XX, a Bruxelles: accett, inviando sei quadri, due Girasoli, L'edera, Frutteto in fiore, Campo di grano all'alba e La vigna rossa.
17 Fu il pittore Bernard a invitare il critico d'arte Albert Aurier, redattore de Le Moderniste e ammiratore della letteratura simbolista, a interessarsi di van Gogh: questi pubblic allora sul Mercure de France del gennaio 1890 l'articolo Les Isols: Vincent van Gogh in cui analizz ed esalt entusiasticamente la sua pittura. Defin inizialmente la sua personalit:
Davanti al manicomio di Saint-Rmy, olio su tela, 58x45 cm, 1888, Muse d'Orsay, Parigi
La scelta dei soggetti, il rapporto costante delle annotazioni pi ardite, lo studio coscienzioso dei caratteri, la continua
ricerca del segno essenziale per ogni cosa, mille significativi particolari testimoniano irrefutabilmente la sua profonda e quasi infantile sincerit, il suo grande amore per la natura e per la verit, per la sua verit. Ci che caratterizza tutta la sua opera l'eccesso, l'eccesso della forza, l'eccesso della nervosit, la violenza dell'espressione. nella sua categorica affermazione della caratteristica delle cose, nella sua sovente temeraria semplificazione delle forme, nella sua insolenza nel guardare il sole in faccia, nella foga del suo disegno e del suo colore, fino ai pi piccoli particolari della sua tecnica, si rivela una personalit potente, maschia, audace, molto brutale ma a volte ingenuamente delicata. Questo, inoltre, si intuisce anche dalle esagerazioni quasi orgiastiche presenti in tutta la sua pittura: un esaltato, nemico della sobriet borghese e delle minuzie, una specie di gigante ebbro [...] un genio folle e terribile, spesso sublime, qualche volta grottesco, quasi sempre svelante qualcosa di patologico
In seguito, Aurier rintracci la sostanza della sua pittura nella poetica del simbolismo: van Gogh percepirebbe
le segrete caratteristiche delle linee e delle forme, ma pi ancora dei colori, le sfumature invisibili alle menti sane, le
magiche irradiazioni delle ombre [...] egli quasi sempre un simbolista [...] perch sente la continua necessit di rivestire le sue idee di forme precise, consistenti, tangibili, di involucri materiali e carnali. In tutti i suoi quadri, sotto questo involucro fisico, sotto questa carne trasparente, sotto questa materia cos materia, nascosta, per gli spiriti che la sanno cogliere, un'Idea [...]
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Notte stellata, olio su tela, 73x92 cm, 1889, Museum of Modern Art, New York
l'esecuzione vigorosa, esaltata, brutale, intensa. Il suo disegno rabbioso, potente, spesso maldestro e un po' grossolano,
esagera il carattere, lo semplifica, elimina abilmente i dettagli, attinge una sintesi magistrale, qualche volta il grande stile [...] il solo pittore che concepisca il cromatismo degli oggetti con questa intensit, con questa qualit da metallo prezioso
Non credeva che van Gogh potesse mai godere di un successo che pure avrebbe meritato:
quando anche la moda far s che i suoi quadri vengano comprati - cosa poco probabile - ai prezzi delle infamie di
Meissonier, non penso che tanta sincerit possa suscitare la tardiva ammirazione del grosso pubblico. Vincent van Gogh al contempo troppo semplice e troppo raffinato per lo spirito borghese contemporaneo. Sar completamente compreso soltanto dai suoi fratelli, gli artisti
Per quanto van Gogh potesse essere lusingato dalle lodi, giudic l'articolo pi un interessante pezzo di letteratura, piuttosto che un'analisi corretta della sua pittura. Al critico rispose direttamente [33] che le valutazioni sul suo cromatismo gli sembravano pi pertinenti se riferite a un pittore come Adolphe Monticelli e difese anche la pittura di Meissonier, per il quale espresse un'ammirazione senza limiti. Riguardo al suo presunto simbolismo, si espresse con il fratello [34] respingendo ogni sua adesione a quella corrente: mi cos cara la verit, mi cos caro cercare di fare il vero che credo di preferire rimanere un calzolaio piuttosto che un musicista con i colori. In ogni caso, l'articolo suscit interesse nell'ambiente artistico e durante la mostra dei XX a Bruxelles uno dei quadri inviati da van Gogh, La vigne rouge, dipinto l'anno prima ad Arles, fu acquistato il 14 febbraio per 400 franchi dalla pittrice belga Anne Boch, sorella del pittore Eugne, conosciuto da Vincent e fondatore del gruppo dei XX: il primo e unico dipinto venduto in vita da van Gogh.
La vigna rossa, olio su tela, 73x92 cm, 1888, Museo Pukin, Mosca
Vincent van Gogh Qualche giorno dopo si rec da solo ad Arles: al ritorno in clinica ebbe una grave e lunghissima crisi, dalla quale sembrava non potersi rimettere mai, tanto che fu lasciato a se stesso, libero di fare quel che voleva finch, ingeriti i colori, gli fu impedito di dipingere. Solo alla fine di aprile fu in grado di riprendersi e manifest allora [35] il suo desiderio di lasciare la clinica, vista la mancanza di benefici per la sua salute. Si era intanto aperta a Parigi, il 19 marzo, una mostra dei pittori indipendenti, inaugurata dal Presidente della Repubblica dimostrazione di quanto la moderna pittura impressionista, neo-impressionista e post-impressionista fosse ormai divenuta rispettabile - e van Gogh vi partecipava con dieci tele. erano esposti dipinti di Seurat, Signac, Toulouse-Lautrec, il doganiere Rousseau, Guillaumin, Dubois-Pillet, Tho van Rysselberghe, Anquetin, Lucien Pissarro, Henry van de Velde. Monet sostenne che le opere di van Gogh erano le cose migliori della mostra e anche Gauguin gli scrisse, congratulandosi: con soggetti ispirati alla natura, l siete il solo che pensa Decisa ormai la partenza - qui l'ambiente comincia a pesarmi pi di quanto possa esprimere: ho pazientato pi di un anno, ho bisogno d'aria, mi sento oppresso dalla noia e dal dolore [36] - i soggetti degli ultimi dipinti di Vincent a Saint-Rmy si alleggeriscono: sono rose e iris su un fondo uniforme, ora con un effetto dolce e armonioso per la combinazione dei verdi, rosa, violetti, ora con un effetto di complementari terribilmente disparati che si esaltano per la loro opposizione.
[37]
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Il 16 maggio 1890 Vincent lasci definitivamente Saint-Rmy per raggiungere il fratello a Parigi. Il direttore della clinica aveva rilasciato regolare autorizzazione e stilato l'ultima scheda. Rilevate le molte crisi avute dall'artista durante la sua permanenza, della durata ciascuna di alcune settimane - ma l'ultima di quasi due mesi - e i suoi tentativi di avvelenarsi con i colori e il petrolio, il dottor Peyron concludeva le sue osservazioni scrivendo: Guarito.
Ad Auvers-sur-Oise (1890)
Vincent arriv a Parigi il 17 maggio e conobbe per la prima volta il nipotino e la signora van Gogh, la quale trov il cognato un uomo forte, largo di spalle, con un colorito sano, un'espressione allegra e un'aria decisa. Pass tre giorni in casa del fratello, riesaminando i tanti suoi quadri che nel tempo gli aveva mandato, visit il Salon, dove rimase colpito da un Puvis de Chavannes, e una mostra d'arte giapponese. Poi, come convenuto, il 21 maggio part per stabilirsi a Auvers-sur-Oise, un villaggio a 30 chilometri da Parigi, dove risiedeva un medico amico di Tho, il dottor Paul-Ferdinand Gachet (1828-1909), che si sarebbe preso cura di lui.
20 Van Gogh prese alloggio nel caff-locanda gestito dai coniugi Ravoux, nella piazza del Municipio. Appariva abbastanza soddisfatto della nuova sistemazione: Auvers di una bellezza severa, e la campagna caratteristica e pittoresca. [38] Il sessantaduenne dottor Gachet, omeopata, darwinista, favorevole alla cremazione dei defunti - un'opinione scandalosa a quei tempi repubblicano, socialista e libero pensatore, era un personaggio molto noto a Auvers dove abitava in un villino che dominava il paese. Laureatosi a Montpellier in medicina generale e con un particolare interesse per la psichiatria, aveva a lungo esercitato a Parigi, dove aveva conosciuto molti artisti, da Victor Hugo a Gustave Courbet, da Manet a Renoir e a Czanne, e la sua casa conservava parecchie tele di impressionisti, oltre a una notevole quantit di soprammobili e oggetti vari che van Gogh chiamava nere anticaglie.
Era anche disegnatore, pittore - partecip a esposizioni firmandosi con lo pseudonimo di van Ryssel - e incisore dilettante: nella macchina della sua casa Czanne, Pissarro e Guillaumin avevano eseguito alcune incisioni e fu su suo consiglio che van Gogh esegu la sua unica acquaforte, rappresentante lo stesso dottor Gachet. La sua competenza nelle cose artistiche, certe comuni preferenze e anche il suo garbo e la sua natura fondamentalmente malinconica fecero presa sul pittore, che frequent spesso la sua casa, ritraendo due volte la figlia Marguerite e non mancando di fargli il ritratto, che replic in una seconda versione: [39]
Ritratto del dottor Gachet, olio su tela, 6857 cm, 1890, Collezione privata
lavoro al suo ritratto; la testa, con un berretto bianco, molto bionda, molto chiara; anche la carnagione delle mani molto
bianca, un frac blu e uno sfondo blu cobalto; appoggiato a una tavola rossa, sopra la quale c' un libro giallo e una pianta di digitale dai fiori purpurei [...] Gachet assolutamente fanatico di questo ritratto
[40]
Vorrei fare dei ritratti che tra un secolo, alla gente di quel tempo, sembrassero delle apparizioni. Non cerco di raggiungere
questo risultato attraverso la somiglianza fotografica, ma attraverso un'espressione appassionata, impiegando come mezzo di espressione e di esaltazione del carattere la nostra conoscenza e il nostro gusto moderno del colore
In giugno Tho e la famiglia gli fecero visita e progettarono la possibilit di affittare a Auvers una casa dove Vincent avrebbe potuto vivere insieme a qualche altro artista. La visita fu ricambiata da Vincent il 6 luglio a Parigi, dove incontr Toulouse-Lautrec e, per la prima volta, il critico d'arte Albert Aurier. In quei giorni Tho, oltre ad avere il figlio seriamente malato, era afflitto da problemi di lavoro: cos, Vincent prefer ritornare presto a Auvers, non sopportando il clima di tensione che percepiva nella famiglia del fratello.
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Cominciava a temere una nuova crisi, e l'eventualit lo rendeva particolarmente nervoso: ebbe una violenta lite con Gachet per motivi banali - gli rimproverava di non aver fatto incorniciare una tela di Guillaumin che il dottore teneva in casa - e scrisse al fratello: [41]
Campo di grano con volo di corvi, olio su tela, 50,3x103 cm, 1890, Van Gogh Museum, Amsterdam
Credo che non bisogna contare in alcun modo sul dottor Gachet. Mi sembra che sia pi malato di me, o almeno quanto
me. Ora, quando un cieco guida un altro cieco, non andranno a finire tutti e due nel fosso? Non so che dire. Certamente la mia ultima crisi, che fu terribile, fu in gran parte dovuta all'influenza di altri malati; e poi la prigione mi opprimeva e il dottor Peyron non ci faceva caso, lasciandomi vegetare in quell'ambiente profondamente corrotto
Dipinse il Paesaggio con cielo tempestoso, il Campo di grano con volo di corvi e Il giardino di Daubigny e scrisse:
[42]
Mi sono rimesso al lavoro, anche se il pennello mi casca quasi di mano e, sapendo perfettamente ci che volevo, ho ancora
dipinto tre grandi tele. Sono immense distese di grano sotto cieli tormentati, e non ho avuto difficolt per cercare di esprimere la mia tristezza, l'estrema solitudine
certo che egli non faceva nulla per alleviare la sua solitudine nonostante ne fosse oppresso: non frequent mai i non pochi pittori che soggiornavano a Auvers - uno di essi, l'olandese Anton Hirschig, alloggiava nel suo stesso albergo - anche se forse loro stessi, spaventati, lo evitavano, a causa della sua malattia. Per lo stesso Hirschig, egli aveva un'espressione assolutamente folle, con gli occhi infuocati, che non osavo guardare
Vincent van Gogh Il suicidio La sera del 27 luglio 1890, una domenica, dopo essere uscito per dipingere come al solito nelle campagne che circondavano il paese, rientr sofferente nella locanda e si rifugi subito nella sua camera: al Ravoux che, non vedendolo presentarsi per il pranzo, sal per accertarsi della sua salute e lo trov sdraiato sul letto, confess di essersi sparato un colpo di rivoltella al petto in un campo vicino. Al dottor Gachet che, non potendo estrargli il proiettile, si limit a fasciarlo ma gli esprimeva, per rincuorarlo, la sua speranza di salvarlo, rispose che egli aveva tentato coscientemente il suicidio e che, se fosse sopravvissuto, avrebbe dovuto riprovarci - volevo uccidermi, ma ho fatto cilecca - esclam; rifiut di dare spiegazioni del suo gesto ai gendarmi e, con il fratello Tho che, avvertito, era accorso la mattina dopo, Vincent pass tutto il 28 luglio, fumando la pipa e chiacchierando seduto sul letto: gli confid ancora che la sua tristezza non avr mai fine. Sembra che le sue ultime parole fossero: ora vorrei ritornare. [43] Poco dopo ebbe un accesso di soffocamento, poi perse conoscenza e mor quella notte stessa, verso l'1,30 del 29 luglio. In tasca gli trovarono una lettera non spedita a Tho, dove aveva scritto, tra l'altro: Vorrei scriverti molte cose ma ne sento l'inutilit ... per il mio lavoro io rischio la vita e ho compromesso a met la mia ragione ... .
Le tombe di Vincent e Tho van Gogh ad Auvers-sur-Oise
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In quanto suicida, il parroco di Auvers si rifiut di benedire la salma e il carro funebre fu fornito da un municipio vicino. Il 30 luglio la bara, rivestita da un drappo bianco e ricoperta di fiori gialli, fu calata in una fossa accanto al muro del piccolo cimitero di Auvers: assistevano Tho, che non smetteva di piangere, il dottor Gachet e i pochi amici giunti da Parigi: Lucien Pissarro, figlio di Camille, Emile Bernard, pre Tanguy. Pochi mesi dopo anche Tho van Gogh venne ricoverato in una clinica parigina per malattie mentali. Dopo un apparente miglioramento, si trasfer a Utrecht, dove mor il 25 gennaio 1891, a sei mesi di distanza dal fratello. Nel 1914 le sue spoglie, per volont della vedova, furono trasferite ad Auvers e tumulate accanto a quelle di Vincent.
Vincent van Gogh meridionale della Provenza, con la certezza della sua visione immobile e assolata, serviva al meglio al suo scopo. Cos, nella Pianura della Crau, dipinta nel giugno del 1888 ad Arles, i colori si distendono in zone compatte, susseguendosi in profondit,
[46]
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La pianura della Crau, olio su tela, 73 x 92 cm, 1888, Van Gogh Museum, Amsterdam
risultano a un tempo pi intensi e preziosi e pi calmi, di quella calma che propria della certezza alfine raggiunta. Se in
primo piano vi sono ancora i tocchi impressionistici, pi lontano le zone danno al motivo una consistenza e una chiarezza assoluta. I toni di giallo, dal limone all'arancio, appaiono interrotti da una zona di verde, si spingono all'orizzonte che alto ma lontano, cos da apparire infinito, contro il cielo di un verde azzurro tendente al grigio. L'arte di van Gogh, che era estremamente soggettiva, si fatta oggettiva, l'anima dell'artista si distaccata dal suo prodotto, si annullata nell'oggetto, l'ha reso stupendo per s, un'immagine da adorare
Ci si chiede perch egli abbia abbandonato la polemica sociale, pur mantenendo costante il suo impegno morale: o forse, se egli abbia realmente abbandonato quella polemica e non l'abbia invece trasformata in una ancora pi generale e radicale. Da Arles, nell'agosto 1888, scriveva [47] di essere tornato alle idee sostenute prima di trasferirsi a Parigi, ossia alla necessit di rendere con maggior forza la realt attraverso un uso arbitrario del colore: cos, il ritratto di un artista dovr essere s il pi fedele possibile quanto ai lineamenti, ma per esprimere che quell'artista sogna sogni grandiosi e lavora come l'usignolo canta, perch cos la sua natura, dovr esagerare il biondo dei capelli, arrivando fino al limone pallido, e come sfondo, anzich la banale parete di un appartamento, dipingere l'infinito, il turchino pi intenso e pi violento, in modo che la testa bionda illuminata sullo sfondo turchino cupo ottenga un effetto misterioso, come una stella nel profondo azzurro. In generale, egli si pone il problema di [48]
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Ritratto del postino Roulin, olio su tela, 69x63 cm, 1888, Museum of Fine Arts, Boston
dipingere degli uomini e delle donne con un non so che di eterno [...] mediante la vibrazione dei notri colori [...] il ritratto
con dentro il pensiero, l'anima del modello [...] esprimere l'amore di due innamorati con il matrimonio di due colori complementari, la loro mescolanza e i loro contrasti, le vibrazioni misteriose dei loro contrasti [...] esprimere la speranza con qualche stella. L'ardore di un essere con un'irradiazione di sole calante [...] non forse una cosa che esiste realmente?
ha capito che l'arte non deve essere uno strumento, ma un agente della trasformazione della societ e, pi a monte,
dell'esperienza che l'uomo fa del mondo. Nel generale attivismo, l'arte deve inserirsi come una forza attiva, ma di segno contrario: lampante scoperta della verit contro la crescente tendenza all'alienazione e alla mistificazione. Anche la tecnica della pittura deve mutare, opporsi alla tecnica meccanica dell'industria come un fare suscitato dalle forze profonde dell'essere: il fare etico dell'uomo contro il fare razionale della macchina. Non si tratta pi di rappresentare il mondo in modo superficiale o profondo: ogni segno di van Gogh un gesto con cui affronta la realt per cogliere e far proprio il suo contenuto essenziale, la vita
La vita che esprime nel modo pi immediato certamente quella data da un modello vivente, quale che sia, come il signor Joseph Roulin, il postino di Arles. La realt del suo modello indubitabile: un uomo biondo, dagli occhi azzurri e veste una divisa blu. Ma nella possibilit del pittore costruire mediante il colore quell'esistenza che, da oggetto indipendente, viene rifatto, rivivendo cos un'esistenza che propria solo in quanto stata ricreata dall'artista. Poich i colori dominanti del dipinto sono il blu e il giallo, il tavolo diviene verde in quanto la fusione dei due colori fondamentali, e il fondo bianco della parete, nel riflesso del blu della divisa, diviene celeste: la materia pittorica acquista un'esistenza autonoma, esasperata, quasi insopportabile: il quadro non rappresenta, . Il ritratto di Joseph Roulin non ha nulla di tragico in s: la tragedia sta nel vedere e vedersi [50]
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con cos lucida, perentoria evidenza. tragico riconoscere il nostro limite nel limite delle cose e non potersene liberare.
tragico, di fronte alla realt, non poterla contemplare, ma dover fare e fare con passione e con furia: lottare per impedire che la sua esistenza sopraffaccia e distrugga la nostra. L'arte diventa allora (avrebbe detto Pavese) il mestiere di vivere: ed questo mestiere della vita che van Gogh disperatamente contrappone al lavoro meccanico dell'industria, che non vita. La polemica iniziale non stata dunque abbandonata, ma portata a un livello pi profondo, dove non in gioco soltanto il contenuto, il soggetto, la tesi, ma la sostanza, l'esistenza dell'arte
Opere
1882 Ragazza in un bosco, Museo Krller-Mller di Otterlo Donne che portano sacchi di carbone, Museo Krller-Mller di Otterlo 1884 Tessitore al telaio, Museo Krller-Mller di Otterlo 1885 I mangiatori di patate, Van Gogh Museum di Amsterdam Paesaggio al tramonto, Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid Natura morta con Bibbia, Van Gogh Museum di Amsterdam
Natura morta con Bibbia 1885 olio su tela 65x78 cm Amsterdam, Van Gogh Museum
1886 Vaso di altee, Kunsthaus Zurich di Zurigo 1887 Restaurant de la Sirne ad Asnires, Museo d'Orsay, Parigi Un paio di scarpe, Van Gogh Museum di Amsterdam Due girasoli, Metropolitan Museum of Art di New York Giapponeseria: Oiran, Van Gogh Museum di Amsterdam L'Italiana, Muse d'Orsay di Parigi Fritillaria imperiale in un vaso di rame, Museo d'Orsay, Parigi Ritratto di pre Tanguy, Muse Rodin di Parigi
Vincent van Gogh 1888 Il ponte di Langlois, Museo Krller-Mller di Otterlo La Mousm seduta, National Gallery di Washington Seminatore al tramonto, Museo Krller-Mller di Otterlo Vaso di girasoli, Neue Pinakothek di Monaco Salici al tramonto, Museo Krller-Mller di Otterlo Il postino Joseph Roulin, Museum of Fine Arts di Boston Ritratto di Eugne Boch, Museo d'Orsay, Parigi Notte stellata sul Rodano, Museo d'Orsay, Parigi Ritratto di Milliet, Museo Krller-Mller di Otterlo Terrazza del caff la sera, Place du Forum, Arles, Museo Krller-Mller di Otterlo Il caff di notte, Art Gallery dell'Universit di Yale Les Alyscamps, Museo Krller-Mller di Otterlo La casa gialla, Van Gogh Museum di Amsterdam La camera di Vincent ad Arles, Van Gogh Museum di Amsterdam La sedia di Vincent, National Gallery di Londra La sedia di Gauguin, Van Gogh Museum di Amsterdam L'Arlesiana, Metropolitan Museum of Art di New York Spettatori nell'arena, Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo Autoritratto con l'orecchio bendato, Courtauld Gallery, Londra Ramo di mandorlo in fiore in un bicchiere, Van Gogh Museum di Amsterdam
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1889 La Berceuse, Museo Krller-Mller di Otterlo Ritratto del dottor Rey, Museo Pukin di Mosca Davanti al manicomio di Saint-Rmy, Museo d'Orsay, Parigi Il giardino di Saint-Paul, Collezione privata Lill, Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo Iris, Paul Getty Museum, Malibu Vaso con iris, Metropolitan Museum of Art di New York Natura morta con tavolo da disegno, pipa, cipolle e cera, Museo Krller-Mller di Otterlo Notte stellata, The Museum of Modern Art di New York Autoritratto, Museo d'Orsay, Parigi Corsia dell'ospedale di Arles, Collezione privata Campo di grano con cipressi, National Gallery di Londra Luna che sorge[51]
1890 La ronda dei carcerati, Museo Pukin di Mosca L'Arlesiana, Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma Ramo di mandorlo fiorito, Van Gogh Museum di Amsterdam Casolari con il tetto di paglia a Cardeville, Museo d'Orsay, Parigi Ritratto del dottor Gachet, Collezione privata Marguerite Gachet nel giardino, Museo d'Orsay, Parigi Marguerite Gachet al piano, Kunstmuseum di Basilea
La chiesa di Auvers, Museo d'Orsay, Parigi Campo di grano con volo di corvi, Van Gogh Museum di Amsterdam
Vincent van Gogh Il buon samaritano Casa bianca di notte[51] Strada con cipressi e cielo stellato[51]
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Filmografia
Sono una trentina i film e i telefilm dedicati al grande artista olandese. Il pi noto forse Brama di vivere, del 1956, di Vincente Minnelli con Kirk Douglas nel ruolo di van Gogh e Anthony Quinn in quello di Paul Gauguin. Nel film Vincent & Theo, del 1990, di Robert Altman, il personaggio del pittore interpretato da Tim Roth. Alain Resnais realizz nel 1946 il documentario Van Gogh e Van Gogh anche un film di Maurice Pialat, uscito nel 1991 e interpretato da Jacques Dutronc. Van Gogh rappresentato anche in uno degli otto episodi del film Sogni di Akira Kurosawa, intitolato Corvi e interpretato dal regista Martin Scorsese.
Musica
Don McLean, Vincent, canzone rifatta fra gli altri anche da Roberto Vecchioni (1971) Grigorij Samuilovi Frid, Lettere di van Gogh, opera in 2 parti per baritono, clarinetto, percussioni, piano e archi op. 69 (1975) Bertold Hummel, 8 frammenti di lettere di van Gogh per baritono e quartetto d'archi op. 84 (1985) Einojuhani Rautavaara, Vincent, opera in 3 atti (1986-1987) Einojuhani Rautavaara, Vincentiana, sinfonia n 6 (1992) Henri Dutilleux, Corrispondenze, per soprano e orchestra (2002-2004)
Curiosit
Sulla mutilazione di Van Gogh, ancora adesso le fonti sono discordanti. Il dottor Rey che lo cur ed il poliziotto che fu chiamato in soccorso dalle prostitute la notte fatale del 23 dicembre affermavano che l'orecchio era completamente mutilato (questa la versione anche di Gauguin, sebbene lui abbia rivisto l'amico solo quando esanime e gi fasciato); ma il figlio del dottor Gachet, cos come la moglie di Theo e Signac affermavano che si fosse tagliato soltanto il lobo. Secondo il dr.Rey, l'orecchio mutilato fu portato in ospedale con ritardo, troppo tardi per tentare una sutura. Il dottor Peyron di Saint-Remy, nel referto di ammissione di Vincent nel manicomio, scrisse che il paziente s'era mutilato "recidendosi l'orecchio". La prostituta Sien, dopo essersi separata da Vincent, torn sulla strada. Ad inizio del XX secolo contrasse un matrimonio di convenienza con un uomo altolocato "per dare ai suoi figli un nome"; poi, in preda all'alcool e alla depressione, si suicid annegandosi. Ad Auvers sur-Oise ancor oggi vivissimo il ricordo del soggiorno di Van Gogh. A tal proposito, gli stato dedicato un piccolo parco con una statua in bronzo scolpita da Ossip Zadkine. Inoltre, possibile ancor oggi identificare i luoghi dipinti dall'artista grazie a delle riproduzioni dei quadri stessi in loco.
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Bibliografia
A. Aurier, Les isols, in Mercure de France, 1890 J. B. de La Faille, L'poque franaise de van Gogh, Paris 1927 M. Tinti, Van Gogh, Bergamo 1933 G. L. Luzzatto, Vincent van Gogh, Modena 1936 L. Vitali, Vincent van Gogh pittore, Milano 1936 R. Franchi, Vincent van Gogh, Milano 1944 A. Parronchi, Van Gogh, Firenze 1949 L. Vitali, Vincent van Gogh, Milano 1952 M. Schapiro, Vincent van Gogh, New York 1952 F. Arcangeli, L'alfabeto di van Gogh, in Paragone, maggio 1952 M. Valsecchi, Van Gogh, Firenze 1957 Tutte le lettere di Vincent van Gogh, 3 voll., Milano 1959 L. Vinca Masini, Van Gogh, Firenze 1966 J. Rewald, Il Post-impressionismo. Da van Gogh a Gauguin, Firenze 1967 F. Russoli, Vincent van Gogh, in L'arte moderna, I, 1967 J. Leymarie, Qui tait van Gogh?, Gnve 1968 M. E. Tralbaut, Vincent van Gogh, le Mal Aim, Lausanne 1969 L. Venturi, Le vie dell'Impressionismo. Da Manet a Czanne, Torino 1970 G. C. Argan, L'arte moderna 1770/1970, Firenze 1970 P. Lecaldano, L'opera pittorica completa di van Gogh, 2 voll., Milano 1971 M. Bonicatti, Il caso Vincent Willem van Gogh, Torino 1977 A. Artaud, Van Gogh il suicidato della societ, Milano 1988 P. Bonafoux, Vincent van Gogh, Milano 1990 ISBN 88 45 03378 3 R. De Leeuw, Van Gogh, Firenze 1998 ISBN 88 09 76052 2 R. Hughes, Vincent van Gogh, Milano 2002 ISBN 88 17 87002 1 G. C. Argan e F. Ammiraglio, Vincent van Gogh, Milano 2005 ISBN 08 478 2729 1 M. Gayford, La Casa Gialla. Van Gogh, Gauguin: nove settimane turbolente ad Arles, Milano 2007 ISBN 88-6158-014-9
Altri progetti
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Collegamenti esterni
Le opere di van Gogh in Artcyclopedia [52] La luna di Van Gogh svelata dagli astronomi [53] Vincent Van Gogh di Giordano Bruno Guerri, podcast della trasmissione "Alle otto della sera" di Radio Rai2 [54]
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Note
[1] Il dipinto del Boughton conservato del Van Gogh Museum di Amsterdam e anche il testo del sermone, inviato da Vincent al fratello Tho, ci pervenuto [2] Lettera (402) a Tho van Gogh, aprile 1885 [3] Lettera (404) a Tho van Gogh, aprile 1885 [4] Lettera (409) a Tho van Gogh, maggio 1885 [5] Lettera (R 55) ad Anthon van Rappard, agosto 1885 [6] Lettera (444) a Tho van Gogh, gennaio 1886 [7] Lettera (459 a) a Horace Mann Levens, Parigi, autunno 1886 [8] Ivi [9] Lettera (W 4) a Wilhelmina, Arles, luglio 1888 [10] Lettera a van Rappard, aprile 1884 [11] Lettera (166) a Tho van Gogh, dicembre 1881 [12] Lettera (R 58) ad Anthon von Rappard, settembre 1885 [13] Lettera (W 1) a Wilhelmina van Gogh, Parigi, autunno 1887 [14] La casa non esiste pi: gravemente danneggiata da un bombardamento nel 1944, fu demolita [15] Cos esprime la sua frenesia compositiva nella lettera (504) a Tho van Gogh, luglio 1888 [16] Lettera (B 19) a Jules Bernard, Arles, ottobre 1888 [17] Lettera (W 3) da Arles, aprile 1888 [18] Lettera (520) a Theo van Gogh, Arle, agosto 1888 [19] Lettera (B 3) da Arles, aprile 1888 [20] [21] [22] [23] [24] [25] [26] [27] [28] [29] [30] [31] [32] [33] [34] [35] [36] [37] [38] [39] [40] [41] [42] [43] [44] [45] [46] [47] [48] [49] [50] [51] [52] [53] Lettera (539) a Tho van Gogh, Arles, settembre 1888 Lettera (B 22) Arles, ottobre 1888 L. Venturi, La via dell'Impressionismo, p. 322 Lettera (78) a Jules Bernard, dicembre 1888, in Lettres de Gauguin sa femme et ses amis, Paris 1946 Avant et auprs, Paris 1923 Fonte: ilGiornale (http:/ / www. ilgiornale. it/ a. pic1?ID=348626) In G. Coquiot, Vincent van Gogh, Paris 1924, p. 194 Lettera (W 11) a Wilhelmina, 30 aprile 1889 Lettera a Tho van Gogh, Arles, 21 aprile 1889 Lettera (591) a Tho van Gogh, 9 maggio 1889 Lettera (596) a Tho van Gogh, 25 giugno 1889 L. Venturi, La via dell'Impressionismo, p. 326 Lettere (607 e 613) settembre-ottobre 1889 Lettera ad Albert Aurier, 12 febbraio 1890 lettera (626) a Tho van Gogh, 12 febbraio 1890 Lettera (626) a Tho van Gogh, aprile 1890 Lettera (631) a Tho van Gogh, maggio 1890 Lettera (633) a Tho van Gogh, maggio 1890 Lettera (635) a Tho van Gogh, 21 maggio 1890 Lettera (638) a Tho van Gogh, 4 giugno 1890 Lettera (W 22) a Wilhelmina van Gogh, giugno 1890 Lettera (648) a Tho van Gogh, luglio 1890 Lettera (649) a Tho van Gogh, Auvers-surOise, luglio 1890 Lettera di Tho van Gogh alla moglie, 29 luglio 1890 L. Venturi, La via dell'impressionismo, p. 313 Lettera (W 1) a Wilhelmina van Gogh L. Venturi, ivi, p. 315 Lettera (520) a Tho van Gogh Lettera (531) a Tho van Gogh, settembre 1888 G. C. Argan, L'arte moderna, Firenze 1970, p. 157 G. C. Argan, cit., p. 161 http:/ / www. elapsus. it/ home1/ index. php/ scienza/ astronomia/ 63-tra-arte-e-astronomia-le-stelle-di-van-gogh http:/ / www. artcyclopedia. com/ artists/ van_gogh_vincent. html http:/ / www. repubblica. it/ online/ spettacoli_e_cultura/ vangogh/ vangogh/ vangogh. html
[54] http:/ / www. radio. rai. it/ radio2/ alleotto/ vangogh/ index. cfm
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