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ANALOGIA ANALOGY 3

GUD A magazine about Architecture, Design and Cities


Comitato Scientifico / Scientific Advisory Board
Atxu Aman - Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Madrid
Roberta Amirante - Università degli Studi di Napoli Federico II
Pepe Ballestreros - Escuela Superior de Arquitectura, Universidad Politécnica de Madrid
Guya Bertelli - Politecnico di Milano
Pilar Chias Navarro - Universitad de Alcalà
Christian Cristofari - Institut Universitaire de Technologie, Università di Corsica
Antonella di Luggo - Università degli Studi di Napoli Federico II
Agostino De Rosa, Università IUAV di Venezia
Alberto Diaspro - Istituto Italiano di Tecnologia - Università degli Studi di Genova
Newton D’souza - Florida International University
Francesca Fatta - Università Mediterranea di Reggio Calabria
Massimo Ferrari - Politecnico di Milano
Roberto Gargiani - École polytechnique fédérale de Lausanne
Paolo Giardiello - Università degli Studi di Napoli Federico II
Andrea Giordano - Università degli Studi di Padova
Andrea Grimaldi - Università degli studi di Roma La Sapienza
Hervé Grolier - École de Design Industriel, Animation et Jeu Vidéo RUBIKA
Michael Jakob - Haute École du Paysage, d’ingénierie et d’architecture de Genève
Carles Llop - Escuela Técnica Superior de Arquitectura del Vallés-Universitat Politècnica de Catalunya
Areti Markopoulou - Institute for Advanced Architecture of Catalonia
Luca Molinari - Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
Philippe Morel - École nationale supérieure d’architecture Paris-Malaquais
Carles Muro - Politecnico di Milano
Élodie Nourrigat - École Nationale Supérieure d’Architecture de Montpellier
Gabriele Pierluisi - École Nationale Supérieure d’Architecture de Versailles
Jörg Schroeder - Leibniz Unversität Hannover
Federico Soriano - Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Madrid
José Antonio Sosa - Escuela Superior de Arquitectura, Universidad de Las Palmas
Marco Trisciuoglio - Politecnico di Torino
Guillermo Vázquez Consuegra - architect, Sevilla

Direttore scientifico / Scientific Editor in chief


Niccolò Casiddu - Università degli Studi di Genova

Direttore responsabile / Editor in chief


Stefano Termanini

Vicedirettore / Associate Editor


Valter Scelsi - Università degli Studi di Genova

Comitato di indirizzo / Steering Board


Maria Linda Falcidieno, Manuel Gausa, Andrea Giachetta,
Enrico Molteni, Maria Benedetta Spadolini, Alessandro Valenti

Comitato editoriale / Editorial Board


Maria Elisabetta Ruggiero (coordinamento/coordinator)
Davide Servente, Beatrice Moretti, Luigi Mandraccio

Revisione testi / Texts Editing


Luigi Mandraccio

Progetto grafico e Layout / Graphic Project and Layout


Davide Servente, Beatrice Moretti
con Giulia Accomo, Giulia Ansaldi, Giada Buzzi, Fulvia Casagrande, Giovanna Castellano, Annalisa Croce,
Mara Cuccu, Giovanna Dagnino, El Shaymaa Daoud, Federica Marin, Giorgia Marullo, Giulia Mazzucco, Be-
atrice Merluzzi, Alessia Moi, Martina Pallavicini, Daniele Panozzo, Francesca Paoli, Beatrice Parisi, Emanuela
Revello, Valentina Ricci, Marta Rivarola, Jonathan Segura, Erika Tiella, Francesco Trucchi, Serena Zianni

Editore / Publisher
Stefano Termanini Editore,
Via Domenico Fiasella, 3, 16121 Genova
Autorizzazione del tribunale di Firenze n. 5513 in data 31.08.2006

GUD A magazine about Architecture, Design and Cities


Proporre alla riflessione dei nostri autori una riflessione sull’Analogia – così come la redazione ha fatto
per questo primo numero del 2021 di GUD Design, terzo della nuova serie – è stata premessa generosa di
conseguenze. In nuce così come ex post.

Analogia come modo della percezione, come sostrato, tela, riferimento costante, posto tra il “vecchio”,
presente come modello, e il “nuovo” che è chiamato a esistere dentro un tessuto di relazioni. Analogia
come linguaggio: ci mette nella condizione di parlare dell’ignoto, mentre ci induce a ragionare sul noto.
Analogia come riflesso della cultura “alta”, che si riverbera e attenua in una cultura più diffusa e popolare.
Che prende la via della moltiplicazione, non semplice produzione di multipli, priva di originalità, ma
riscoperta e, qualche volta, addirittura reinvenzione. Analogia come sviluppo di echi, rimandi, risonan-
ze. Esito (o recupero) dell’inesauribile suggestione del classico, fungibilità dentro la permanenza, eterno
ritorno e risemantizzazione degli archetipi.

Per il numero dedicato all’Analogia di GUD questa varietà – che più ancora che nei numeri precedenti
corrisponde a varietà delle scritture – trova spazio e disposizione in un rinnovato progetto grafico. Il nuo-
vo layout, che GUD si dà a partire da questo numero, ci pare anche più del precedente limpido e chiaro,
capace di dare risalto a immagini e disegni e di accomodarli nello spazio bianco della pagina, in armonia
con il testo e con la sua leggibilità.

Stefano Termanini

01
Le Corbusier. Bozze copertine Vers une Architecture.
Fondazione Le Corbusier.

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VERSO UNA COMPLESSITÀ
TEORIA E RAPPRESENTAZIONE IN LE CORBUSIER E ROBERT VENTURI

Domenico Pastore, Francesca Sisci

In 1966 the MoMA (Museum of Modern Arts), in collaboration with the Graham
Foundation for Advanced Studies in Chicago, published for the first time the book
Complexity and Contradiction in Architecture by Robert Venturi. In the introduction,
the historian Vincent Scully resolutely defines the book as the most important work on
how to make architecture after the book Vers une Architecture by Le Corbusier in 1923.
Scully also clarifies how deeply Venturi’s training and ideas were influenced by a deep
knowledge of the literature and the architecture of the Swiss architect. Nonetheless, his
theories appear to be opposite to those of Le Corbusier. In fact, to the noble purism of
individual buildings and the city as a whole, Venturi responds instead by accepting the
contradictions and complexity of urban experience at all levels. But Vers une Architecture
and Complexity and Contradiction in Architecture are both works realised by architects
who truly learnt from the architectures of the past. This concept immediately transpires
from the pages of the two books, which, as Scully points out, are complementary to each
other and essentially very similar.
Indeed, the two architects share a comprehensive and participatory knowledge of their
own Time, as well as of the ancient world; this awareness of the Present Time and its
ongoing needs and mutations has made them capable of Translating and Transforming
experiences into architectural work.
Starting from this reflection, the presented contribution realises a double path of an
analysis of the cited texts, aiming to highlight the similarities in the process of elaboration,
and communication of architectural theory of one of each.
Ultimately, the work we propose is an attempt to reread the architectural thought of
the two authors. The research follows the traces of what in their respective books
constitutes the immaterial dialogue between images and words, even more precisely
between gesture and word, that each of them has made to organize, write and conceive
their book.

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Introduzione determinante nel panorama internazionale dell’architettura, ma so-
Nel 1966 nella collana Art Papers on Architecture, realizzata dal prattutto quanto il loro agire come singoli individui tesi verso la
MoMA in collaborazione con la Graham Foundation for Advanced ricerca di un tentativo di superamento delle pratiche progettuali
Studies di Chicago, viene pubblicato per la prima volta il libro dominanti li abbia a posteriori resi suscettibili di un giudizio di
Complexity and Contradiction in Architecture di Robert Venturi. condanna o consacrazione.
Già in questa prima edizione il libro è accompagnato da una intro- Infatti prima ancora di rivolgere l’attenzione al contenuto dei loro
duzione dello storico Vincent Scully, il quale dopo poche battute lo testi teorici, vale la pena riflettere sul ruolo di architetto intellettua-
definisce senza esitazione il più importante scritto sul fare architet- le (Biraghi, 2019: 37-75) che sia Le Corbusier che Robert Venturi
tura dopo Vers une architecture di Le Corbusier del 1923 (Venturi, hanno assunto nel loro Tempo. È questo il primo territorio su cui
2002). Poco oltre, con una tipica narrativa americana: secca e limpi- andare a misurare le distanze che di volta in volta li avvicinano e
da, Scully chiarisce quanto la conoscenza della letteratura e dell’ar- allontanano.
chitettura di Le Corbusier abbia influenzato la formazione e le idee
di Venturi, benché le sue teorie appaiono contrapporsi a quelle del Com’è noto nel 1923, anno di apparizione della prima edizione
maestro svizzero. Infatti al nobile purismo dei singoli edifici tan- di Vers une architecture, Le Corbusier era ancora conosciuto solo
to quanto della città intera, Venturi risponde invece accettando le con il suo vero nome Charles-Edouard Jeanneret, lo pseudonimo
contraddizioni e la complessità dell’esperienza urbana a tutti i li- con cui poi diverrà universalmente famoso appariva saltuariamen-
velli. Ma Vers une architecture e Complexity and Contradiction in te come firma degli articoli sull’architettura e la città che redigeva
Architecture sono entrambe opere di architetti che hanno realmen- per la rivista L’Esprit Nouveau, da lui fondata insieme ad Amédée
te imparato dalle opere del passato, e questo lo si apprende diret- Ozenfat nel 1920, e che per una parte andranno a costituire i capi-
tamente dalle pagine dei due libri che, come Scully mette in luce, toli del libro (Arrigoni, 2015).
sono complementari l’uno all’altro e sostanzialmente molto simili. Se il libro-trattato di Le Corbusier arriva quand’egli è più un pittore
alla ricerca di una visione in grado di superare le delusioni cubiste
A partire da questa riflessione lo studio condotto costruisce un che non il vero e proprio architetto del poi; Robert Venturi assem-
doppio percorso di analisi dei testi citati, ponendosi come obiet- bla il suo Complexity and Contradiction in Architecture nell’arco
tivo la ricerca non tanto delle analogie formali, quanto delle ana- dei dieci anni successivi alla sua permanenza presso l’American
logie nel processo di elaborazione e comunicazione della teoria Academy in Rome, ordinando appunti redatti per le sue lezioni uni-
architettonica. versitarie nate soprattutto dalle esperienze giovanili. Ma l’idea della
Questo approccio si è ritenuto necessario in virtù della apparente pubblicazione di un libro contenente tutto quanto aveva appreso
distanza che i due manoscritti marcano tra loro – per epoca, com- dai viaggi nel Mediterraneo, nascerà proprio durante la stesura del-
posizione tipografica e scelte rappresentative – ma che a dispetto di le lettere che era solito inviare alla madre in quegli anni per renderla
ciò sono molto più vicini di quanto sembra. Le Corbusier e Robert partecipe di quanto lui stesse apprendendo riguardo l’architettura
Venturi strutturano i rispettivi documenti teorici basandosi sulla (Sessa, 2020).
traccia dell’esperienza umana, sarà infatti la percezione dell’archi- Dunque se nel paragrafo precedente è già stato messo in luce come
tettura e il suo valore costituente il pensiero architettonico a por- Vers une architecture e Complexity and Contradiction in Architecture
si come sottotraccia di entrambi i manoscritti. Per i due autori è siano da ritenersi l’“esito” del lungo percorso di formazione dei due
fondamentale il percorso di formazione, fatto di un sentito studio architetti – di fatto le osservazioni contenute nei due testi sono una
dell’architettura del passato, ma anche di viaggi alla volta delle ar- raccolta delle esperienze letterarie, di viaggio e didattiche che en-
chitetture conosciute sui libri. Il mondo greco e orientale saranno i trambi matureranno negli anni immediatamente precedenti – ora
capisaldi dei corpo a corpo con l’architettura che Le Corbusier con- possiamo aggiungere che questi due libri rappresentano al contem-
durrà nei suoi anni di apprendimento, le cui tracce sono ben evi- po l’avvio della loro vera e propria carriera professionale.
denti nel testo del 1923. Analogamente, e con una ulteriore distanza
geografica e culturale, Robert Venturi approderà in Europa per la Il desiderio che spinge prima Le Corbusier e poi Robert Venturi
prima volta nel 1948 per il suo American Grand Tour, subito dopo a cimentarsi in un tentativo di traduzione – quindi condivisione
aver conseguito il Bachelor of Arts presso la Princeton University; – delle esperienze personali in un libro, composto di testo ed im-
per poi tornare nel 1954 e restare fino al 1956 come studente dell’A- magini, può avere diverse origini ma quelle che troviamo possano
merican Academy in Rome. Questi saranno gli anni di studio ed coincidere tra i due autori sono da un lato una certa forma di ri-
esperienza dello spazio architettonico ed urbano più intensi, dal- fiuto all’abitudine, intesa come sguardo sulle cose e quindi come
le cui riflessioni, percezioni e suggestioni prenderà corpo la teoria approccio alla progettazione, e dall’altro un ostinato desiderio di
contenuta nel volume pubblicato nel 1966. rivendicare una indipendenza intellettuale. Questa comunanza
d’intenti ci svela una prima grande differenza tra i due architetti, di
Analogie e differenze cui però è necessario far presente che non è a loro stessi che questa
Le osservazioni preliminari fin qui esposte lasciano solo intravedere differenza compete ma quanto più al contesto in cui essi operano.
quanto profonde siano – forse inaspettatamente – le analogie tra Le Le Corbusier è un architetto nato e formatosi nel vecchio conti-
Corbusier e Robert Venturi. I due architetti operano a distanza di nente che si confronta con le Accademie e i retaggi di un modo
circa quaranta anni uno dall’altro, un periodo di tempo che, seppur di guardare alle Arti e al fare Architettura che in quel momento
breve, è sufficiente a demarcare una profonda evoluzione storica si basavano su sistemi talmente strutturati da arrivare, a suo pa-
tanto in senso generale quanto nel modo di pensare e fare architet- rere, al totale svuotamento di senso. Questo rivolgersi alla Storia
tura nel Novecento. Tale considerazione di tipo storico-contestuale come forma di deferimento della responsabilità individuale del
non può essere infatti tralasciata se si vuole rendere evidente come progettista, tipico delle blasonate accademie d’Arte o politecniche,
i due autori abbiano assunto, più o meno volontariamente, un ruolo è tutto ciò contro cui Le Corbusier si scaglierà finendo per essere

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contraccambiato nel sentimento (Casali, 2014). Robert Venturi è lo si evince non solo dal contenuto stesso del libro ma anche dal
un italo americano di seconda generazione cresciuto sotto l’egida titolo provvisorio che in una bozza della copertina egli sceglie:
progressista e tutt’altro che nostalgica della famiglia, in particolare Architecture ou Revolution [Fig. 1], lasciando così intendere quale
della madre. La sua libertà di pensiero e d’azione trovarono soste- sia per lui il valore dell’architettura (Le Corbusier, 2000: V -XII).
gno nell’enclave accademico dove lui stesso si formerà, la Princeton Robert Venturi per il suo Complexity and Contradiction sceglierà,
University, seppur essa stessa costituirà una eccezione nel panora- invece, un tono molto meno perentorio, seppur profondamente
ma americano a quel tempo diviso tra chi sosteneva senza riserve critico, strutturando in tal modo un testo aperto piuttosto che de-
l’affermazione dell’International Style come vero orizzonte dell’ar- finitivo. Nonostante questo nel suo A Gentle Manifesto apre il libro
chitettura della modernità, direttamente mutuato dalle esperienze servendosi di un linguaggio che non lascia dubbi su quale sia la
del Movimento Moderno, e chi in questa stessa corrente stilistica ci sua posizione rispetto ai dogmi che dal Movimento Moderno erano
vedeva per lo più una forma di speculazione edilizia a detrimento derivati. La sua aperta condanna, priva di forme di risentimento ma
della possibilità di affermazione di una vera e propria Architettura solo rivolta ad un desiderio di affermazione di una nuova possibili-
Americana, libera ed indipendente. Robert Venturi perseguirà il tà, sarà la qualità che più di altre decreterà il successo del suo libro.
suo desiderio di immaginare questa nuova architettura scegliendo Dunque Le Corbusier e Robert Venturi sono due architetti che co-
di svincolarsi da un qualsiasi percorso che potesse essere anche solo struiscono per fare teoria e fanno teoria per costruire, e per capirlo
in parte influenzato dall’accademismo tipico dell’École des Beaux- basta notare che entrambi scelgono di presentare la loro teoria ap-
Arts. A tale riguardo diventa importante ricordare la sua caparbia plicata come ultimo capitolo del libro.
volontà di continuare la formazione post-laurea presso l’American La redazione di un libro di teoria dell’architettura è una attività a
Academy in Rome, cosa che gli costerà ben due rifiuti prima della cui i due autori si applicano in prima persona, ovvero saranno loro
definitiva ammissione. A ben guardare, infatti, la stessa Accademia stessi a pensare, organizzare ed attuare le scelte stilistiche dei due
Americana a Roma ebbe come fondatore il famoso architetto del- volumi. Questo consente di poter riflettere sulle differenze e/o ana-
la East Coast Charles Follen McKim (1847-1909) che, insieme a logie che nello sguardo di Le Corbusier e Venturi possono essere
Frank Lloyd Wright (1867-1959), nel 1894 si rifiutò di proseguire colte.
i suoi studi in architettura a Parigi, sancendo in questo modo l’av- Con la pubblicazione di Vers une architecture viene definitivamente
vio all’autonomia dell’architettura moderna americana (Sessa, 2020; sancito il superamento del modello di trattato a cui ci si era abitua-
Rispoli, 2012). ti a partire dall’epoca rinascimentale, e si apre la stagione di quel-
Dunque se Le Corbusier e Robert Venturi condividono nel tem- li che sono stati definiti trattati-manifesto (Le Corbusier, 2000: V
peramento una forte necessità di autonomia e vitalità, in grado si -XII). Da qui in poi, infatti, prenderà avvio una stagione in cui il
smarcarsi da posizioni convenienti e convenzionali credendo invece concretizzarsi delle azioni progettuali saranno per lo più dall’im-
nella necessità di affermazione della propria visione artistica, sono maginazione al testo, anziché dell’immaginazione alla realtà. Uno
altresì accolti in maniera abbastanza diversa dall’ambiente culturale sviluppo, questo, piuttosto veloce e frutto di un progressivo isola-
ed accademico in cui operano. Entrambi esorteranno ad un rinno- mento intellettuale dell’architetto all’interno del processo storico,
vamento dello sguardo, della visione della Storia e del suo impiego, da cui deriverà anche il manifesto di Robert Venturi (Biraghi, 2019:
invitando ad osservare ogni cosa, anche la più banale o nota, con la 37-75). Infatti volendo evidenziare una importante differenza nei
meraviglia della scoperta e non mediante l’arroganza dell’accademia contenuti tra i due libri-manifesto possiamo dire che se Vers une
o l’avidità della legge del libero mercato. Ma se questo nel mondo architecture in parte si rifà alla tradizione ambendo a fornire un me-
americano, aperto e disposto ad accogliere differenze e asimmetrie, todo operativo ed inconfutabile, in Complexity and Contradiction in
non comporterà per Robert Venturi una emarginazione dai luoghi Architecture non troviamo traccia del concetto di metodo, ma piut-
della cultura per Le Corbusier, instancabile provocatore anche a sua tosto una serie di categorie da lui selezionate per rendere visibile
insaputa, costituirà la ragione per non essere accolto e riconosciuto – dunque condivisibile – il suo parere sull’architettura e come farla.
lì dove, nella non ancora Europa, la più salda tradizione si arrocca In definitiva entrambi i libri possono essere intesi come uno sforzo
e chiude. di esegesi da parte dell’autore del suo stesso pensiero. Questo impli-
ca che osservare le immagini attentamente selezionate dai due au-
I due libri tori in parte corrisponde ad immergersi nella loro immaginazione,
Tanto per Le Corbusier quanto per Robert Venturi l’agilità e la li- e qui, in quel territorio di apparente facile accessibilità, troviamo
bertà di pensiero si traducono in azione. Anche solo sfogliando Vers uno pensiero visuale che sorprende per sensibilità ed affinità anche
une architecture o Complexity and Contradiction in Architecture, nella differenza.
salta subito agli occhi quanto la stessa struttura che li compone sia La principale ragione per cui il pensiero sull’architettura di Le
specchio del modo di attraversare l’architettura dei due autori. Un Corbusier e Robert Venturi possono essere posti in contrapposizio-
aspetto, questo, che si è scelto di eleggere – anche per ragioni di ne è l’opposta dichiarata ricerca del senso di unità dell’architettura.
economia – come argomento attorno a cui costruire una riflessione In maniera semplicistica potremmo dire che se per il primo è vero
in grado di mettere in luce aspetti per lo più legati all’apparato ico- che la forza estetica dell’architettura risiede nella sua possibilità
nografico dei due libri. d’essere colta e compresa in un sol colpo d’occhio (Le Corbusier,
Entrambi si definiscono architetti operanti, il cui fine ultimo è quel- 2000: 137); per il secondo è vero il contrario, ovvero tanto più po-
lo di fare l’architettura, infatti la realizzazione di un testo teorico tente sarà l’opera tanto più la sua unitarietà sarà difficile da cogliere.
appare come una operazione volta a dimostrare ed avvallare una
idea di architettura. Per Le Corbusier questo assumerà un valore Ammettendo che l’immaginazione sia il luogo dove l’idea dell’ar-
che travalica il solo rinnovamento nell’ambito della disciplina ma chitettura trova la sua genesi, allora è interessante notare come nei
ha direttamente a che fare con la possibilità di trasformare la società casi di coincidenza di opere studiate e presentate da entrambi come
tramite la forza generatrice ed ordinatrice dell’architettura. Questo exempla nei loro libri, ci può essere quasi una sovrapposizione dello

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Fig. 1 Le Corbusier. Bozze copertine Vers une Architecture.
Fondazione Le Corbusier.

sguardo. Entrambi si rivolgono ad alcune opere di Michelangelo, di Robert Venturi è certo. La quasi perfetta coincidenza del punto
e per esse selezionano le stesse immagini dall’archivio Alinari- di ripresa è il motivo che ci fa supporre che quest’ultimo fosse a co-
Anderson. Le absidi di San Pietro e Porta Pia a Roma costituiscono noscenza dell’immagine contenuta in Vers une architecture, e che di
per i due architetti motivo di grande interesse. Dal montaggio delle essa ne aveva buona memoria. Volerla replicare, invece, è qualcosa
diverse pagine [Fig.2] si denota la tendenza dei due autori a fare che compete ad un sentire che in una certa misura accomuna lo
uso delle immagini, anche in relazione al testo, in maniera quasi sguardo sulle cose dei due architetti.
opposta. Se Robert Venturi tende a dedicare una buona parte del
foglio al testo e a delegare alle immagini un ruolo ausiliario in pic- Entrambi attingono dal patrimonio iconografico esistente, e a vol-
colo formato, Le Corbusier al contrario dedica alle immagini larga te a partire dalle stesse immagini ci dimostrano qualcosa riguardo
parte dell’impaginato relegando invece il testo quasi solo a forma di alla loro personale teoria dell’architettura. Entrambi fanno uso della
commento [Fig.3]. macchina fotografica, uno strumento del loro tempo, e mediante
essa collaborano a dar vita ad una rivoluzione dello sguardo in ar-
Oltre ad una differenza in termini di peso nell’impaginato tra testo chitettura in maniera quasi pionieristica.
ed immagini, possiamo rilevare una differente tensione tra i due Queste coincidenze, più o meno particolari, hanno il pregio di
autori nel ritaglio delle fotografie. Le Corbusier, come già in altre porre una questione rispetto al valore dell’immagine soprattutto in
occasioni (AA.VV., 1987), tende a creare visioni fotografiche molto architettura, infatti viene spontaneo domandarsi se non sia già in
ravvicinate benché di essa esiste la visione complessiva, come pos- esse insito un punto di vista a cui siamo noi a doverci allineare per
siamo vedere nelle stesse immagini scelte invece da Robert Venturi scorgere nell’architettura il suo insegnamento.
[Fig.4]
Un caso molto particolare è costituito dalle fotografie ritraenti il
Battistero di Pisa [Fig. 5]. Se in precedenza la coincidenza consiste-
va nella scelta della stessa immagine per la redazione del testo, qui
invece le fotografie sono da loro scattate, o almeno così possiamo
supporre, al momento per quella di Le Corbusier mentre per quella

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Fig. 2 Montaggio grafico ad opera degli autori. Absidi di San Pietro a Roma.
Fig. 3 Pagine esempio
Fig. 4 Montaggio grafico ad opera degli autori. Porta Pia a Roma.

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Fig. 5 Montaggio grafico ad opera degli autori. Battistero di Pisa.

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Riferimenti bibliografici
Conclusioni
Vers une architecture e Complexity and Contradiction in Architecture AA. VV. (1987). Le Corbusier. Il viaggio in Toscana (1907). Venezia: Cataloghi
custodiscono allo stesso tempo un diario di viaggio ed un trattato Marsilio.
teorico, più precisamente forse sono manoscritti teorici di esperien- Arrigoni, F. (2015). «Vers une architecture. Éditions Crès, Collection de “L’Es-
ze di viaggio visivo e spaziale. prit Nouveau”, Paris, 1923». Firenze Architettura, 2, 144-145.
Ciò che infatti accomuna i due architetti è l’attenta e partecipata
Biraghi, M., Damiani, G., (eds), (2009). Le parole dell’architettura. Un’antologia
conoscenza del loro Tempo, oltre che del mondo antico; questa con- di testi teorici e critici: 1945-2000. Torino: Einaudi Editore.
sapevolezza del Tempo Presente delle sue necessità e mutazioni in
atto li ha resi capaci di Tradurre e Trasformare l’esperienza in opera Biraghi, M. (2019). L’architetto come intellettuale. Torino: Giulio Einaudi Ed-
architettonica. itore.
La rilettura del pensiero architettonico di Le Corbusier e Robert Casali, V. (2014). Le Corbusier: Scritti e pensieri. Roma: Mancosu Editore.
Venturi qui presentata, in forma molto contratta, nasce da un ten-
Gresleri, G. (1984). Le Corbusier Viaggio in Oriente. Gli inediti di Charles
tativo di comprensione che passa dall’osservazione del loro modo di Edouard Jenneret fotografo e scrittore. Venezia: Marsilio Editori; Paris: Fon-
disporsi rispetto all’architettura e che si struttura seguendo le tracce dation Le Corbusier.
di ciò che nei rispettivi libri costituisce l’immateriale dialogo tra
immagini e parole, ancor più esattamente tra il gesto e la parola, che Jenks, C. (1977). The Language of Post-Modern Architecture. New York: Rizzoli.
ognuno di loro ha compiuto per organizzare, redigere e concepire il Le Corbusier, (2000). Verso una architettura, Tradotto dal francese da Pierlu-
proprio libro. Tale dialogo, inteso come “momento ordinatore” del igi Cerri, Pierluigi Nicolin e Carlo Fioroni. Milano: Longanesi [Le Corbusier
pensiero architettonico diviene perciò il luogo in cui prende vita (1923). Vers une Architecture. Parigi: Les Éditions G. Crès et Cie].
quel gesto necessario per tracciarne il corrispettivo segno. Moneo, R. (2005). Inquietudine teorica e strategia progettuale nell’opera di otto
In questo scarto del pensiero, dove alloggia la capacità di dare Vita architetti contemporanei, Tradotto da Stefano Giuliani. Milano: Electa [Mo-
alle Cose, si ritrova la stessa forza e capacità di interpretare e subli- neo, R. (2003). Inquietud teórica y strategia proyectual en la obra de ocho arqui-
mare l’esperienza visiva dell’architettura nei due artisti. tectos contemporáneos. New York-Barcelona: Actar Publishers].
Portoghesi, P. (1998). Dopo l’architettura moderna. Roma-Bari: Editori Lat-
erza.
Rispoli, E. R. (2012). Ponti sull’Atlantico. L’istitute for Architecture and Urban
Studies e le relazioni Italia-America (1967-1985). Macerata: Quodlibet.
Saint Girons, B. (2003). Fiat lux. Una filosofia del sublime, Tradotto dal fran-
cese da Carmelo Calì e Rita Messori. Palermo: Aesthetica edizioni [Saint Gi-
rons, B. (1993). Fiat lux. Une philosophie du sublime. Paris: Édima].
Scelsi, V. (2018). Opera analogica. Genova: Sagep Editori.
Sessa, R. (2020). Robert Venturi e l’Italia. Educazione, viaggi e primi progetti
1925-1966. Macerata: Quodlibet.
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to moderno, Tradotto da Chiara Guarnieri. Milano: Jaca Book [Turner, P.V.
(1987). The Education of Le Corbusier. Idéalisme & Mouvement moderne. Par-
is: Éditions Macula].
Venturi, R. (2002). Complessità e contraddizione in architettura, Tradot-
to dall’inglese da Raffaele Gorjux e Margherita Rossi Paulis. Bari: Edizioni
Dedalo. [Venturi, R. (1966). Complexity and contradiction in architecture.
New York: Museum of Modern Art].

Domenico Pastore
Architetto, Ph.D.
domenico.pastore@poliba.it

Francesca Sisci
Politecnico di Bari
francesca.sisci@poliba.it

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Eliot Elisofon, Woman & Crane, 1937
Revisori / Referees
Carlo Battini - Università di Genova
Nicola Canessa - Università di Genova
Alessandro Canevari - Architetto, PhD, Genova
Mara Capone - Università degli Studi di Napoli Federico II
Enrico Cicalò - Università degli Studi di Sassari
Edoardo Dotto - Università di Catania
Luca Emanueli - Università di Ferrara
Raffaella Fagnoni - Università IUAV di Venezia
Sara Favargiotti - Università di Trento
Davide Tommaso Ferrando - Università di Bolzano
Massimo Ferrari - Politecnico di Torino
Maddalena Ferretti - Università di Ancona
Guido Fiorato - Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova
Claudio Gambardella - Università della Campania Luigi Vanvitelli
Gaetano Ginex - Università Mediterranea di Reggio Calabria
Andrea Gritti - Politecnico di Milano
GUD 03.2021 Gianni Lobosco - Università di Ferrara
ANALOGIA ANALOGY Anna Orlando - Storica dell’arte, Genova
Stefano Termanini Editore, giugno 2021 Romolo Ottaviani - Università di Roma La Sapienza
www.stefanotermaninieditore.it Giacomo Pala - University of Innsbruck
Anna Maria Parodi - Università di Genova
Davide Rapp - Università di Genova
Ludovico Romagni - Università di Ascoli Piceno
Immagine di copertina Ruggero Torti - Università di Genova
Eliot Elisofon, Woman & Crane, 1937 Ornella Zerlenga - Università della Campania Luigi Vanvitelli

GUD A magazine about Architecture, Design and Cities


indice

01 Nota editoriale

02 ANALOGIA
Valter Scelsi

10 IL DEMONE DELL’ANALOGIA.
OVVERO AFFINITÀ E DIVERGENZE FRA IL COMPAGNO ARISTOTELE E NOI
Nicola Braghieri

20 FINGE VIDERE. DESCRIZIONI DI DESCRIZIONI INTORNO ALL’ALBERGO DEI POVERI DI GENOVA


Angelo Del Vecchio

28 TRA IMMAGINARIO E PROGETTO. SUTURA PER BIZZARRE ANALOGIE DOMESTICHE


Laura Arrighi

36 ANALOGIE TRA DESIGN E PROGETTO: DALLE ROVINE MEDITERRANEE ALL’ARCHITETTURA


NEOCLASSICA MITTELEUROPEA
Francesca Fatta

46 LA GRAMMATICA DEI PORTI. UNA MORFOLOGIA SPECIALE DI PAESAGGI ANALOGHI,


IL CASO DEL GRAIN ELEVATOR DI BUFFALO
Beatrice Moretti

56 DA TABULA LITTERARIA CUM CAPITULO AD ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO:


LA VOLIERA DI VARRONE A CASINUM
Silvana Errico

64 LA CITTÀ DELL’ANALOGON RATIONIS.


RAGIONE E ANALOGIA IN ALDO ROSSI E ALEXANDER GOTTLIEB BAUMGARTEN
Giovanni Galli

70 PROGETTARE CON L’ANALOGIA


Angelo Torre

74 VERSO UNA COMPLESSITÁ. TEORIA E RAPPRESENTAZIONE IN LE CORBUSIER E ROBERT VENTURI


Domenico Pastore, Francesca Verso

82 FRAMMENTI DI ANALOGIA
Valerio Paolo Mosco

88 LA MEMORIA COME LOCUS.


IL PROGETTO ATTRAVERSO LA RELAZIONE TRA OGGETTO E ARCHETIPO
Martina Crapolicchio, Rossella Gugliotta

94 IL MODELLO TIBURTINO.
ANALOGIE FONDATIVE NELLE ARCHITETTURE D’ACQUA CHE DISEGNANO IL PAESAGGIO DELL’ANIENE
Greta Allegretti, Sara Ghirardini

104 ANTE LITTERAM. ANALOGIE CONCETTUALI


Olga Starodubova

112 PROGNOSI QUOAD VITAM.


IL PROGETTO DELLE OPERE PROVVISIONALI COME PREVENZIONE DELLA DEVASTAZIONE
Maria Masi

120 APOLLO MITTELEUROPEO.


CASA E CITTÀ NELLA WEISSENHOF SIEDLUNG DI MIES VAN DER ROHE
Orsina Simona Pierini

132 TROIS DÔMES


Massimo Corradi

140 SULL’ANALOGIA. UN RAFFINATO AGGEGGIO NARRATIVO


Gabriella Lo Ricco

146 AFFINITIES AND ANALOGIES


€ 25,00 Andrew Kovacs

GUD A magazine about Architecture, Design and Cities

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