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dell'architettura
contemporanea - Dellapiana,
Montanari
Storia Dell'architettura
Università degli Studi di Pavia (UNIPV)
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7.1 LA DIALETTICA ARTE, ARTIGIANATO E INDUSTRIA: ARTS & CRAFTS IN EUROPA E AMERICA
L’Art and Crafts Movement (movimento delle arti e artigianato) in Uk apre la strada a una
completa rilettura della società industriale che si compirà poi negli anni Venti del ‘900,
partendo da un punto di vista contrario ai risultati dell’industrializzazione. Non si tratta di una
posizione soltanto teorica: i suoi protagonisti collocano il dibattito e i suoi risultati nel contesto
moderno fato di professioni, commercio e progetto. Tali approcci si originano nell’Uk tardo-
vittoriana e nelle discussioni/azioni che si dipanano a partire dall’Arts and Crafts Exhibition
Society fondata a Londra nel 1887 (fig. 7.1) che esporrà l’anno successivo alla New Gallery a
Regent Street e poi con cadenza regolare riscontrando grande successo. L’analisi negativa
operata sui risultati dell’industrializzazione porta a ricercare da un lato l’innovazione del modo
in cui le cose vengono prodotte, dall’altro un cambiamento del gusto del pubblico, quindi
bisogna intervenire con una missione pedagogica ed educativa intervenendo su industria e
commercio.
Nel 1861 William Morris apre la Morris, Marshall, Faulkner & Co., un’azienda per la
produzione di oggetti di arte applicata, in società con l’architetto Philip Webb (che lo aveva
supportato nella realizzazione della sua casa) e con 2 tra i membri principali della Confraternita
dei Preraffaelliti cioè Dante Gabriele Rossetti e Edward C. Burne-Jones. Essi propongono
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Parte II – Il Novecento
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16.3 RICERCHE DALL’ALTRA PARTE DEL MONDO: AUSTRALIA E GIAPPONE TRA ECOLOGIA E
TRADIZIONE
Dell’immenso contesto naturale quasi incontaminato dell’AUSTRALIA, Glenn Murcutt
sottolinea la ricchezza e la forza della natura. Autore di centinaia di case e di poche altre opere,
la sua attività si svolge in uno studio senza collaboratori, isolato, eppure vince il Pritzker Price
nel 2002. La sua formazione si nutri di viaggi in Europa, interesse per Mise van der Rohe e per
le ricerche di Aalto e Utzon, ma i suoi riferimenti più diretti si rintracciano nei ripari
temporanei in foglie e corteccia di alberi degli aborigeni e nelle costruzioni rurali dei coloni
australiani; il suo metodo progettuale è definito funzionalismo ecologico e si basa sull’uso di
tecnologie povere e materiali semplici (ferro, legno, vetro, laterizio) secondo un disegno in
armonia con i caratteri del paesaggio locale. Murcutt pone attenzione ai fattori ambientali
utilizzando risorse rinnovabili; egli è espressione di quella ricerca che sarà poi definita
bioarchitettura, cioè un filone del progetto che segue la sostenibilità ambientale con
l’obiettivo di arrivare a progettare edifici passivi a bilancio energetico nullo/positivo. Inoltre
egli sviluppa la pratica dell’autocostruzione.
Dopo le prime case degli anni Sessanta e Settanta progettate in aderenza al linguaggio
miesiano, come casa Murcutt, con la casa Marie Short del 1975-80 (fig. 16.21) l’architetto
australiano recupera un edificio preesistente smontando e riutilizzando alcune parti in legno
locale e proponendo una copertura in lamiera, tipica dei granai circostanti; questo metodo di
risparmio e di aderenza al luogo viene poi sviluppano in decine di altre opere. Non ci sono però
regole fisse. Ad esempio casa Magney (1984/1999, fig. 16.22) ha struttura in acciaio e
privilegia l’affaccio sul Pacifico, mentre la casa presso le Blue Mountains del 2004-2008 è in
gran parte di legno recuperato sul posto e si chiude alla vista data la privacy della committenza.
Gli edifici di Marcutt si prestano a essere modificati nel tempo a seconda delle esigenze.
Un altro paese dove la natura e il paesaggio rivestono un ruolo di grande importanza, ma dove
ci sono dure tradizioni, è il GIAPPONE. Negli ultimi decenni è un paese che ha espresso una
cultura progettuale sempre più internazionale, spesso confusa nel caotico contesto delle grandi
città che attirano gli architetti più famosi. In questo contesto l’opera di Tadao Ando si presta a
essere un ponte ideale tra la tradizione e l’attualità. Autodidatta, esperienza da falegname e da
pugile, approfondisce la conoscenza dell’architettura tradizionale nelle città storiche di Nara e
Kyoto, ma è affascinato da Le Corbusier; le influenze reciproche tra MM e architettura
giapponese sono note (viaggi di Wright in Giappone porta in occidente le stampe e poi lui
realizza l’Imperial Hotel di Tokyo; anche Taut viaggia in Giappone e rimane colpito dalla villa
imperiale di Katsura del XVIII sec. fig. 16.24); i maestri del MM sono affascinati dalla
semplicità e
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