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ARTE NELLA FINE DEL SETTECENTO E OTTOCENTO

IL NEOCLASSICISMO

Nella Settecento la borghesia si afferma, chiede riforme sociali, si ribella all’aristocrazia inetta e
largamente privilegiata, provoca la rivoluzione. L’Illuminismo che vede nella ragione l’elemento di
uguaglianza fra gli uomini, determina una profonda modificazione nel modo di sentire l’arte ed il
significato dell’immagine. Nei confronti della scienza, che ormai ha avviato, con il metodo sperimentale,
un processo rivoluzionario di indagine della natura, l’arte si trova a dover qualificare il proprio campo,
differenziandosi nettamente dalla scienza stessa o rendendo «scientifiche» le proprie ricerche. Il
Neoclassicismo, è una corrente artistica caratterizzata dal recupero di antiche forme dell’arte greca e
romana, e si sviluppò dalla metà del XVIII secolo fino ai primi anni del XIX. L’arte neoclassica valuta
criticamente il tardo Barocco e il Rococò, li rifiuta perché espressioni della corte assolutista e formula
teorie sull’arte come scienza del bello. Lo stile neoclassico ebbe un grande impulso in seguito agli scavi
che in Italia riportarono alla luce le rovine delle antiche città romane di Ercolano (1738) e Pompei
(1748), alla pubblicazione di alcuni libri, come Le antichità di Atene (1762) degli archeologi inglesi
James Stuart e Nicholas Revett, nonché al recupero dei marmi di Elgin, traslati a Londra nel 1806.
Esaltando la "nobile semplicità e serena grandezza" dell'arte greco-romana, lo storico dell'arte tedesco
Johann Winckelmann spronò gli artisti a studiarne e imitarne le forme ideali ed eterne. Le sue idee
trovarono un'entusiastica accoglienza nei circoli internazionali di artisti che si raccolsero intorno a lui a
Roma verso il 1760.
La bellezza per il Neoclassicismo, nasce quando le immagini sono portatrici di idee «giuste» e sono
prodotte per scopi morali. Il concetto dell’arte come strumento di persuasione viene trasferito in
immagini che esaltano la nobiltà d’animo dei capi rivoluzionari e il loro sacrificio per il popolo.

Il Neoclassicismo, nato come espressione degli ideali patriottici ed eroici della rivoluzione francese,
diviene poi l’arte ufficiale dell’impero napoleonico. Le architetture recuperano il classicismo in quanto
espressione di rigore morale, purezza di forme, rifiuto di ogni decoratività superflua. Il popolo va
educato ai valori rivoluzionari validi e assoluti nel tempo, attraverso immagini «belle» in assoluto,
perfette nelle forme e prive di coinvolgimenti emotivi. Questa volta, rispetto al Barocco, si chiede
all’osservatore di essere attento e lucido razionalmente, di accogliere, con profonda e logica
convinzione, le idee di cui l’immagine è portatrice.

Architettura

L’architettura neoclassica si sviluppa particolarmente a Roma, Napoli e Milano, dove si realizzano


sistemazioni di vaste aree, quartieri e piazze. Gli elementi architettonici sono sempre ispirati ai modelli
classici; spesso però, a scapito dell’armonia dell’insieme, prevale il gusto per la monumentalità, con
l’ingigantimento dei basamenti, delle colonne, della massicce trabeazioni. Ci si riferisce non tanto al
mondo classico, quanto al periodo dell’Impero; per celebrare personaggi di grande importanza, come re
o imperatori, sempre seguendo l’esempio dato dalla civiltà romana, si costruiscono di nuovo gli archi di
trionfo. Su questi presupposti si sviluppa l’architettura del Neoclassicismo, che si diffonde in tutta
Europa.

Le chiese costruite in questo periodo sono in genere a pianta centrale, quasi sempre rotonda; hanno un
portico d’ingresso arricchito da colonne e completato dal timpano. Le colonne ripetono uno degli ordini
greci - dorico, ionico, corinzio - e sono appoggiate su di un alto zoccolo.

I palazzi privati, anche quelli destinati alle famiglie reali, hanno facciate molto allungate e racchiudono
il cortile all’interno. L’ingresso, in genere, è evidenziato dalla presenza di colonne che sostengono un

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balcone; uno scalone monumentale conduce al piano nobile, dove le numerose stanze allineate l’una dopo
l’altra danno il senso di una grande profondità. L’architetto, in questo periodo, comincia ad interessarsi
anche dell’arredamento interno, della sistemazione di caminetti, specchiere, oggetti decorativi; a
studiare i disegni per le porte interne ed esterne, per le imposte e anche per particolari fino ad ora
ritenuti insignificanti (maniglie, ferri ferma-tende, ecc.).

Anche le ville, costruite fuori città dalle famiglie della ricca borghesia imprenditoriale o dai nobili,
ricalcano in genere il modello del palazzo di città, ma sono circondate da giardini di stile inglese, con
prati, boschetti e finti ruderi per creare angoli suggestivi.

In Italia, gli architetti di maggiore rilievo del periodo neoclassico sono Luigi Vanvitelli e Giuseppe
Piermarini. Luigi Vanvitelli (1700-1773), di origine olandese, educato dal padre alla pittura, apprende
proprio nel dipingere ad amare le antiche e monumentali architetture classiche, solitamente ritratte
nelle vaste vedute di paesaggio. Il gusto per la grandiosità delle proporzioni e l’amore per le forme
classiche rimane vivo e presente in ogni sua opera: fra tutte va ricordata la Reggia di Caserta, iniziata
per Carlo di Borbone nel 1571, con un imponente scalone interno e un meraviglioso parco, ricco di
fontane, cascate e giochi d’acqua, ideato e realizzato sempre da Vanvitelli. Allievo di Vanvitelli a Roma e
poi suo collaboratore a Caserta è Giuseppe Piermarini (1734-1808), nato a Foligno, ma attivo
soprattutto in Lombardia, dove a Milano viene nominato «imperial regio architetto» dalla Corte
Arciducale. Rigoroso e originale interprete del neoclassicismo, Piermarini caratterizza le sue
architetture con superfici che si sviluppano in lunghezza, sulle quali la luce scorre senza violenti
contrasti d’ombra: le colonne, i pilastri, le cornici, che scandiscono ritmicamente le facciate, non
assumono mai pesante rilievo. L’equilibrio di ogni sua opera, organizzata secondo ritmi ampi e nitidi,
attenua la freddezza tipica dell’architettura neoclassica, nata quasi sempre da una rigida imitazione. La
sua opera più nota è il Teatro alla Scala di Milano, costruito nel 1778. La facciata è ornata da colonne
appoggiate su di una base a bugnato; l’inserimento del portico, praticabile per le carrozze, costituisce
un elemento del tutto originale. L’acustica interna ancora oggi risulta perfetta, per il giusto rapporto
realizzato fra masse e spazi vuoti. Piermarini a Milano realizza anche sistemazioni urbanistiche,
compresa quella dei vasti giardini pubblici della città; il suo interesse per l’urbanistica si evidenzia
anche nella realizzazione della Villa Reale di Monza, impostata su di uno schema aperto che si articola
nel parco circostante. Piermarini, comunque, manifesta una nuova tendenza che si sviluppa ancor più nel
secolo successivo: l’architetto diventa anche urbanista e si occupa della sistemazione degli spazi urbani
indipendentemente dal fatto di progettarvi singole costruzioni.

PITTURA

Seguendo le indicazioni del Neoclassicismo, gli artisti della fine del Settecento e del primo Ottocento
tendono a dipingere ispirandosi a modelli antichi, per realizzare innanzitutto l’assoluta perfezione
formale, la bellezza ideale. I soggetti preferiti sono gli avvenimenti storici o anche leggendari delle
civiltà greca e romana. La pittura del Neoclassicismo si sviluppa soprattutto a Parigi, attraverso l’opera
di Jacques-Louis David

David, Jacques-Louis (Parigi 1748 - Bruxelles 1825), pittore francese, uno dei maggiori rappresentanti
del neoclassicismo in Europa. Allievo del pittore rococò Joseph Marie Vien, vinse il Prix de Rome nel
1774, grazie al quale soggiornò a Roma dal 1775 al 1780. Lo studio del classicismo rinascimentale e
secentesco, in particolare di Raffaello e Nicolas Poussin, oltre che delle statue classiche nell'ottica
proposta da Johann Joachim Winckelmann e Anton Raphael Mengs, determinarono il suo personale stile
neoclassico. Si affermò con il famoso Giuramento degli Orazi (1784-85, Louvre, Parigi), nel quale la luce

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drammatica, le forme ideali, la chiarezza del soggetto sono tese all'esaltazione delle virtù civili e
patriottiche. Con lo stesso linguaggio rigoroso, la pittura a soggetto storico continuò per un ventennio a
sottolineare valori quali la nobiltà e l'eroismo.

David prese parte attiva alla Rivoluzione francese, scontando anche un anno di prigione dopo la caduta
di Robespierre e dipingendo in stile realistico opere di storia contemporanea, come La morte di Marat
(1793, Musées royaux des beaux-arts, Bruxelles). Nel 1799 diventò il pittore ufficiale di Napoleone
(Napoleone che valica il San Bernardo, 1800, Malmaison, Parigi; Incoronazione di Napoleone e
Giuseppina, 1805-1807, Louvre). All'epoca della Restaurazione fu esiliato a Bruxelles, dove continuò a
dipingere soggetti mitologici e ritratti di grande precisione e introspezione psicologica, come il famoso
Ritratto di Madame Récamier (1800, Louvre, Parigi).

Il suo stile neoclassico segna una svolta decisiva per la pittura europea del tempo. David guarda ai
modelli antichi, greci e romani, non soltanto dal punto di vista formale, ma soprattutto come esempio di
virtù morale, di grande dignità umana, valido per tutti gli uomini. Caricando di forte significato
ideologico ogni sua opera, David assegna all’arte il compito di messaggio di una fede politica: l’arte
neoclassica diventa così l’espressione artistica della borghesia in lotta. David diviene il caposcuola della
pittura neoclassica e il pittore ufficiale nel periodo napoleonico, influenzando fortemente gli artisti del
tempo e determinando una vera e propria «moda». Il Neoclassicismo, in Italia non trova esponenti di
grande rilievo per quanto riguarda la pittura, come è invece avvenuto per la scultura, con Canova.

Scultura

Nella seconda metà del Settecento anche la scultura assimila i nuovi contenuti neoclassici. Il sorgere
di numerose Accademie, di cui la maggiore è quella di Brera a Milano, ancora oggi vitale, determina un
notevole impulso nello studio del nudo; quasi sempre però gli allievi si esercitano su copie di opere
antiche anziché dal vero e la loro preparazione risulta basata soprattutto sull’imitazione. Alle forme
mosse, ricche di decorazione, impostate sui forti contrasti, si sostituiscono opere estremamente
semplici, rigorose, spoglie da ogni decorazione, sempre composte in una fredda immobilità. Lo scultore
che meglio rappresenta le tendenze culturali del Neoclassicismo è Antonio Canova.

Antonio Canova (1757-1822), che proprio dallo studio, condotto a Roma, sui capolavori classici definisce
il suo linguaggio personale, basato essenzialmente sulla assoluta perfezione delle forme: le sue opere
risultano di una bellezza lontana, fredda, impersonale, perfetta ma quasi senza vita. Canova ottiene
grande successo nel suo tempo, è compreso ed accettato da tutti, è conteso dalle maggiori corti
d’Europa. La sua produzione è vastissima: statue, gruppi, monumenti funebri, ritratti, monumenti
equestri. Canova rivelò ben presto il suo talento artistico e venne mandato a Venezia per proseguire gli
studi. Nella città lagunare studiò scultura alla scuola di nudo dell'Accademia dove, lavorando sui calchi
delle opere classiche, ebbe un primo approccio all'arte greca e romana; il suo interesse per il mondo
antico trovò riscontro inoltre nell'ambiente artistico veneto con cui venne in contatto. Risalgono a
questi anni i marmi di Orfeo ed Euridice (1773-1776) e Dedalo e Icaro (1777-1779, Museo Correr,
Venezia), opere nelle quali l'influenza del Bernini, il grande maestro del secolo precedente, è ancora
chiaramente percepibile. Nel 1781 si trasferì a Roma, dove poté studiare da vicino le testimonianze
della grandezza artistica degli antichi. Tra le opere maggiori del periodo romano figurano i due
monumenti funebri, realizzati rispettivamente per papa Clemente XIV (1783-1787, chiesa dei Santi
Apostoli, Roma) e Clemente XIII (ultimato nel 1792, San Pietro, Roma). Agli ultimi anni del Settecento
risalgono le sculture di carattere mitologico, tra le quali Amore e Psiche (1787-1793, Louvre, Parigi),
La fama varcò i confini dell'Italia e Canova venne invitato a Vienna, dove realizzò uno dei gruppi
scultorei più celebri, il monumento funebre a Maria Cristina d'Austria (1798-1805, Augustinenkirche,
Vienna)

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Jacques Louis David

Il giuramento degli Orazi (1784 olio su tela Parigi Louvre):


• Dipinto commissionato dal re di Francia
• Rappresenta un episodio scelto dalla storia di roma monarchica :il duello tra gli
Orazi e i Curiazi
• primo manifesto della pittura neoclassica
• contenuto etico-storico
• composizione essenziale non vi è nulla di fastoso
• david rappresentò i tre giovani mentre giurano dinnanzi al padre, che porge loro
le armi, di vincere o di morire per Rom, a destra tre donne della famiglia
affrante dal dolore.

La morte di Marat (1793 olio su tela Bruxelles):


• rappresentazione di un delitto coevo fredda e analitica
• ardito taglio compositivo di sapore caravaggesco. Non a caso David costruisce
l'immagine del defunto come se si trattasse di una deposizione di Cristo o di
una Pietà: la ferita aperta sul costato gronda ancora sangue, la testa è riversa,
il braccio è abbandonato lungo la sponda della vasca, il lenzuolo macchiato di
rosso.
• Fondo scuro e quasi monocromo, vicino alla vasca abbiamo una cassetta di legno
che doveva fungere da tavolino
• La sobrietà e l'essenzialità dell'arredo quasi monastico stanno a dimostrare la
virtuosa povertà di Marat
• David rappresenta il momento successivo all'omicidio. In tal modo l'evento
violento non è mostrato e il volto dell'assassina viene condannato all'oblio

Antonio Canova

Amore E Psiche (1787-93 marmo Parigi louvre)


• Rappresenta l'episodio in cui Amore rianima Psiche svenuta in quanto, contro gli
ordini di Venere, aveva aperto un vaso ricevuto nell'Ade da Proserpina
• Canova ha fermato nel marmo un attimo che rimane sospeso: la tensione dei due
corpi che non si stringono, ma si sfiorano con sottile erotismo mentre il dio
contempla il volto della dolce amata. È il momento che precede il bacio.
• Geometria compositiva: si intersecano due archi e due cerchi si intrecciano (le
braccia degli amanti)

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• La visione frontale non esaurisce tutte le possibilità di godimento dell'opera;
infatti i rapporti reciproci fra i due corpi mutano continuamente mentre
giriamo attorno al gruppo scultoreo

Monumento di Clemente XIV (1787 marmo Roma Chiesa dei SS Apostoli)

• Ripresa degli schemi berniniani seicenteschi, ma con sostanziali modifiche, al


senso del movimento è sostituito una precisa scansione dei piani
• Assenza di marmi policromi, di panneggi sontuosi tipici del barocco
• A destra in basso seduta abbiamo la figura della mansuetudine a sinistra quella
della temperanza esprimono il profondo dolore provocato dalla morte del
pontefice
• Il pontefice è rappresentato in alto al centro del monumento

Monumento di Clemente XIII (1787-92 Roma S. Pietro )

• Le figure del Genio alato (a Destra)simbolo della morte e dell’eternità e quella


della fede ( a sinistra) sono fredde e tipicamente neoclassiche
• La figura del pontefice di contro è reso umanamente e somigliante, sintomo di
un conflitto da parte dell’ artista tra spontaneità e osservanza dei canoni
estetici vigenti.

Monumento funebre a Maria Cristina d'Austria (1798-1805, Augustinenkirche,


Vienna)

• ispirato alle concezioni sulla morte sviluppate negli ambienti letterari


neoclassici (sono evidenti echi dei Sepolcri di Ugo Foscolo),
• presenta un mesto corteo di figure, allegoria della memoria consolatrice che
lega vivi e morti, mentre accompagna le ceneri della defunta verso la soglia
dell'oltretomba, rappresentata da una porta buia che si apre nella parete a
forma di piramide.
• Un corteo di figure rappresentano le età dell’essere umano
• Sui gradini vi è disteso un leggero tappeto che funge da collegamento tra
l’esterno e l’interno del sepolcro

Paolina Borghese (1805-1808 Roma Galleria Borghese)

• Paolina è rappresentata come Venere vincitrice. Infatti con gesto grazioso


tiene in mano il pomo della vittoria offerto da Paride alla dea giudicata da lui più
bella

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• La giovane donna è rappresentata adagiata su un divano con una sponda rialzata.
Il busto è nudo fin quasi all'inguine, mentre la parte inferiore del corpo è velata
da un drappo di gusto classico ritratto un evidente erotismo
• L'idealizzazione del volto e le sembianze divine collocano Paolina fuori della
realtà terrena. Tuttavia la cera rosata spalmata dal Canova sulle parti nude
della statua, a imitazione dell'incarnato, la restituiscono al mondo umano

IL ROMANTICISMO

Dopo la caduta di Napoleone, in Europa si afferma il Romanticismo, che, nato in Germania, determina
l’evoluzione verso nuove forme espressive. In contrapposizione al Neoclassicismo, che si riferiva al
mondo classico e ricercava valori assoluti, validi per ogni popolo, il Romanticismo si rivolge alla storia
delle singole nazioni, alle origini delle diverse culture. Vengono rivalutate le espressioni artistiche dei
popoli germanici, anglosassoni, francesi del Medioevo, che non è più considerato un periodo di
decadimento dell’arte, bensì di affermazione di civiltà diverse da quella classica, ma non meno valide;
questa ricerca di individualità nazionale diventa anche rivalutazione del singolo e dei suoi sentimenti.
Sempre in misura minore, rispetto ad altre nazioni europee, l’Italia partecipa al Romanticismo e sviluppa
una sua parallela ricerca espressiva spesso assai affine a quella francese (la Francia ha il ruolo di guida
nella cultura d’Europa), ma isolata in un ambito nazionale: questa situazione si manterrà finché non avrà
raggiunto la fisionomia e la dignità di stato autonomo. In questa ricerca di nuovi valori espressivi, al di
fuori dei modi tradizionali ed accademici, si pone il Verismo, che, pur nelle sue caratteristiche regionali,
persegue obiettivi comuni: l’immagine viene rivalutata indipendentemente dai valori morali o ideologici
che trasmette, la scientificità dell’arte è scienza della percezione visiva, della luce che determina
ombre e colori, delle strutture compositive che la regolano.

Verso la fine del secolo, dopo la nascita del Regno d’Italia, si avvia uno scambio con le nazioni europee e
molti artisti si recano in Francia, dove l’Impressionismo, rifiutando le accademie, ha aperto la via ad una
rivoluzionaria concezione dell’arte, presupposto fondamentale dei grandi avvenimenti artistici del
Novecento.

L’architettura, per tutto l’Ottocento, ripete in genere modelli neoclassici o ripropone caratteri
dell’architettura romanica o gotica, in adesione al Romanticismo, che rivaluta il Medioevo. Il grande
sviluppo industriale, nella seconda metà del secolo, propone con urgenza il problema dell’espansione
delle città. Attorno al nucleo originario si costruiscono i nuovi quartieri operai, e si delinea la struttura
della città moderna; per soddisfare le nuove esigenze vengono costruiti molti edifici pubblici e privati,
ad esempio ospedali, scuole, stazioni, mercati, palazzi di esposizione. Verso la fine del secolo vengono
realizzati i primi villini, destinati all’abitazione di una sola famiglia, che usufruiscono di piccoli giardini
privati e sono costruiti in zone spaziose della città. Da questi primi gruppi di abitazioni si sviluppano i
quartieri residenziali moderni. In queste nuove realizzazioni si usano spesso il ferro e la ghisa, materiali
fino ad ora poco o affatto usati in architettura.

Canova ha influenzato fortemente tutta la scultura dei primi decenni dell’Ottocento; essa risulta quindi
in genere di tipo neoclassico, senza evidenziare però alcun interprete di rilievo. Con il diffondersi del
Romanticismo, che rivaluta il sentimento e lascia largo spazio alla riflessione e alla interpretazione
personale, anche i soggetti cambiano e si registra una forte tendenza alla rappresentazione della
natura, della vita quotidiana, del mondo personale dell’artista. Nella seconda metà dell’Ottocento nasce
anche una nuova tendenza definita Verismo, i cui soggetti sono tratti dal mondo reale, con una
preferenza per gli ambienti umili e poveri, con personaggi raffigurati nella semplicità della vita

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quotidiana. Sul finire dell’Ottocento, sotto la spinta delle nuove tendenze in pittura, affermatesi
ufficialmente in Francia nel 1874 con l’Impressionismo, anche la scultura si modifica profondamente.
Medardo Rosso (1858-1928) ne è l’interprete più efficace e originale, autore di opere in cui i contorni,
anche attraverso leggere deformazioni, si dissolvono nella materia stessa, scelta proprio in modo da
consentire all’artista di ottenere superfici sfuggenti, plasmate quasi «senza volume». Medardo Rosso
infatti usa spesso lavorare la cera o il gesso levigati e caratterizzati da un’apparente fluidità, quasi
fossero appena colati.

Pittura

Nello stesso momento in cui il Neoclassicismo segna la sua maggiore affermazione, sono già vivi i nuovi
fermenti romantici, che gli si contrappongono totalmente. Contro l’uniformità della cultura imposta nel
periodo napoleonico, ciascuno stato in questo periodo vuole valorizzare la propria storia Il
Romanticismo nasce in Germania e si diffonde in Europa esalta soprattutto l’individualismo, le capacità
creative del singolo, superando ogni imposizione, ogni regola precostituita, qualsiasi imitazione. Gli
artisti del Romanticismo rappresentano soggetti che sono nella realtà, come paesaggi, scene d’ambiente
o anche temi storici ispirati al Medioevo, periodo ritenuto libero da legami classici e caratterizzato da
creazioni spontanee e originali. I pittori si sentono meno legati alle regole accademiche e tendono
soprattutto ad esprimere i sentimenti dell’animo umano, comunicando commozione nei confronti del
soggetto rappresentato il Romanticismo, che pone al vertice dei valori umani il sentimento e l’amor di
patria.La pittura è la forma d’arte più importante e innovativa di questo periodo. Dal punto di vista dei
contenuti, la pittura romantica si ispira in genere ai grandi temi storici, con preferenza per i momenti
di lotta patriottica e popolare. Un altro soggetto sono gli episodi di cronaca e di vita quotidiana. Si
afferma, infine, il tema del paesaggio, espressione dell’amore quasi religioso per la natura che
caratterizza il romanticismo. Sul piano formale, la pittura romantica appare più libera e comunicativa di
quella neoclassica. L’artista vuole esprimere sentimenti ed emozioni, pertanto la sua pennellata è fluida;
i colori sono vivi e i contorni meno definiti; il contrasto della luce è spesso drammatico. Fra i pittori
romantici, in Francia, assume particolarmente importanza Eugéne Delacroix (1798-1863). e Jean-
Louis-Théodore Géricault (Rouen 1791 - Parigi 1824). Essi illustrano grandi temi storici nazionali ed
episodi tratti dalla cronaca e dalla vita quotidiana. In Inghilterra, Joseph Mallord William Turner e
John Constable si distinguono per l’eccezionale sensibilità nel dipingere paesaggi. In Svizzera Johann
Heinrich Füssli. In Italia, uno dei maggiori esponenti della cultura romantica è il lombardo Francesco
Hayez (1791-1882), che affronta temi storici e di significato patriottico e soggetti che esaltano i
sentimenti. Da questo atteggiamento, anche in pittura, come già era avvenuto per la scultura, nasce la
tendenza verista, che si diffonde con rapidità in Italia. I veristi non attribuiscono tanta importanza ai
soggetti da rappresentare, quanto al modo in cui essi vengono rappresentati; si comincia a studiare
come rendere la luminosità ed il colore in un paesaggio, in un interno, per riuscire ad essere, il più
possibile, aderenti alla percezione che la realtà suscita. Questo tipo di indagine viene condotta da
gruppi di artisti che purtroppo rimangono isolati dalle grandi correnti culturali europee e quindi anche i
tentativi più geniali e innovatori, come quelli dei macchiaioli toscani, dei veristi napoletani (Scuola di
Posillipo) o dei divisionisti lombardi, sono destinati ad esaurirsi in breve tempo e a non avere grande
diffusione. La lunga lotta per l’indipendenza e per l’unità non favorisce in Italia un rinnovamento
radicale in campo artistico, ed anche i movimenti regionali, rimangono isolati. Proprio per questo, alcuni
artisti finiscono con l’abbandonare la provincia per andare a Parigi dove, sul finire dell’Ottocento, si
sviluppa uno straordinario movimento innovativo che modificherà profondamente il modo di dipingere:
l’Impressionismo.

Géricault, Théodore, pittore e scultore francese, figura importante per l'affermarsi del romanticismo.
Nato in una famiglia benestante, frequentò l’atélier di Pierre Guérin, allievo di Jacques-Louis David. Nel
1816-17 soggiornò in Italia, dove la sua arte risentì fortemente dell’influsso delle opere di Michelangelo

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e della pittura italiana rinascimentale e manierista, del naturalismo di Caravaggio e del barocco vigoroso
del fiammingo Pieter Paul Rubens.

Già nei primi anni della sua attività Géricault mise in atto scelte tecniche e stilistiche che rivelarono la
sua distanza dalla poetica del neoclassicismo francese e ne fecero ben presto il capofila incontestato
dei giovani romantici. Nei dipinti Ufficiale dei cacciatori a cavallo durante la carica e Corazziere ferito
che abbandona il campo di battaglia (1812 e 1814, Louvre, Parigi), la composizione audace e i forti
contrasti cromatici conferiscono drammaticità alla rappresentazione, trasponendo il tema eroico entro
una dimensione più umana. Tali tratti ritornano nella sua tela più famosa, La zattera della Medusa
(1818-19, Louvre), ispirata a un episodio della cronaca recente, il naufragio della fregata Medusa e la
tragica vicenda dei superstiti, per giorni e giorni in balia del mare su una zattera di fortuna. Il
contrasto tra l’idealizzazione accademica delle figure e la rappresentazione realistica del dolore e della
morte, come pure le dimensioni gigantesche della tela (491 x 716 cm), destarono accese discussioni e
polemiche negli ambienti artistici della capitale, evidenziando gli opposti schieramenti di chi aderiva
rigorosamente ai dettami del neoclassicismo, e quindi accettava le restrizioni circa i soggetti da
rappresentare, e di chi invece si dichiarava favoravole a un’arte più libera e moderna, capace di
riprodurre ogni aspetto della realtà.

Delacroix, Eugène (Charenton-Saint-Maurice 1798 - Parigi 1863), pittore francese, tra i maggiori
esponenti del romanticismo in Francia. Allievo di Pierre Guérin, fu educato sugli esempi neoclassici di
Jacques-Louis David, anche se più rilevante nella sua formazione fu l'influenza dei maestri del colore
del XVI e XVII secolo, come Paolo Veronese e Pieter Paul Rubens. Assimilò presto anche la lezione
dell'amico Théodore Géricault, le cui opere si collocano nel clima tumultuoso del nascente realismo
romantico. Gli esordi artistici di Delacroix si collocano attorno al 1822, quando il suo dipinto La barca di
Dante (1822, Louvre, Parigi) fu accettato al Salon (l'esposizione ufficiale di pittura) di Parigi. La sua
arte si impose tuttavia all'attenzione del pubblico solo qualche anno dopo, con il dipinto Il massacro di
Scio (1823-1825, Louvre), che rappresenta un episodio sanguinoso della guerra di liberazione dei greci
dalla dominazione turca
L'opera più apertamente romantica di Delacroix, e forse quella che maggiormente influì sull'arte dei
decenni successivi, è La libertà che guida il popolo (1830, Louvre), celebrazione semiallegorica dell'idea
di libertà. La tela riprende un momento della storia recente, le "tre gloriose giornate di Parigi" (27, 28
e 29 luglio 1830), durante le quali un'insurrezione popolare destituì il re Carlo X. In una Parigi evocata
solo attraverso pochi particolari simbolici, la figura eroica della libertà avanza reggendo una bandiera
tra i cadaveri dei soldati e le macerie dello scontro, seguita da una schiera scomposta di uomini di ogni
estrazione sociale confusi nella polvere. Nonostante il tono solenne della rappresentazione, enfatizzato
dalla composizione piramidale, e la presenza di particolari derivati dal repertorio accademico (la figura
seminuda dell'uomo ucciso sulla sinistra), mai prima d'ora Delacroix aveva spinto a tanto la tendenza
realistica nella sua pittura, sortendo risultati giudicati scandalosi dalla critica del tempo. Un abisso
separa quest'opera dallo stile neoclassico e dall'equilibrio formale del contemporaneo Jean-Auguste-
Dominique Ingres, dalla linea precisa e dai colori calibrati, prediletti dai numerosi interpreti della linea
ancora "ufficiale" dell'arte in Francia.

Géricault, Théodore

LA ZATTERA DELLA MEDUSA (1819 Parigi louvre)


• Perfezione formale classicista + nuova sensibilità romantica
• Il dipinto mostra i pochi scampati al naufragio della fregata francese Medusa
nel momento in cui avvistano in lontananza la nave che li porterà in salvo

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• Sullo sfondo si presentano onde minacciose sotto un cielo ancora in gran parte
plumbeo
• Tutti gli uomini sono accalcati nella porzione ancora solida del relitto, un
compatto spazioquadrangolare
• Una piramide è disegnata dalle funi che tengono l'albero e sorreggono una vela
di fortuna
• Un'altra piramide è determinata dagli uomini legati tra loro dalle braccia che si
toccano, si sfiorano o sorreggono, e culmina con l'uomo di colore che sventola un
panno bianco e rosso
• Corpi modellati come fossero statue e sono colpiti da una luce che da loro
solidità
In primo piano i cadaveri sono testimonianza della lunga sofferenza patita
In basso a destra un cadavere riverso è coperto da un drappo che ricorda un
lenzuolo funebre
• A sinistra un giovane morto è trattenuto da un vecchio ammantato di rosso dal
nobile volto pensoso che nella dignità è simile ad un eroe omerico. Questo
anziano è un comodo giaciglio per il giovane corpo esangue che si mostra nella
sua perfezione, le braccia allargate, la testa reclinata, gli occhi serrati e le
labbra dischiuse lo accomunano ad un dio dormiente

Eugene Delacroix

La Liberta' Che Guida Il Popolo (1830 olio su tela Parigi louvre)

• Riferimenti alla Zattera della Medusa: 1- costruzione piramidale; 2-


disposizione dei cadaveri in primo piano
• Alla perfezione anatomica che conferiva importanza a ciascuno dei personaggi
sulla Zattera si è sostituita la massa indistinta del popolo (così ciascuno poteva
immaginarsi tra la gente che aveva combattuto per il bene del paese)
• Varie classi sociali unite nella lotta comune: il popolano, il militare e il borghese

Il fumo e la polvere lasciano immaginare l'esistenza di qualcosa anche dove ci è


impedito di vedere
• Collocazione geografica dovuta alla torri della cattedrale di Notre-Dame sullo
sfondo
• Una donna con il berretto frigio ed il seno scoperto, la Libertà, stringendo il
tricolore e un fucile, incita il popolo a seguirla
Per la fanciulla si pensa che si sia rifatto alla Venere di Milo

• I colori scuri sono resi vivaci dai quelli brillanti della bandiera della Francia

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