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BEATO
ANGELICO
A destra:
C,-i.sto deriso, la Ve>gine
e san Domenico o
(1438-1 440),
particolare; '
Firenze
museo di' San Marco,
convento)
cella 7.
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Un giudizio
da rivedere
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Gli anni
della formazione
RIMA DI ABBRACCIARE
lo stato ecclesiastico e professarsi domenicano con il nome di
fra Giovanni, l'anista cui oggi ci riferiamo con l'appellativo
di Angelico si era chiamato Guido di Piero e nel 1417- anno
a cui risale la prima menzione che lo riguarda - era già attivo
a Firenze come «dipintore>>. Era nato nel Mugello, nei pressi
di Vicchio, negli ultimi anni del Trecento 1151 e alla data del
documento (31 ottobre 1417) veniva accolto nella compa-
gnia di San Niccolò del Carmin e su presentazione del minia-
turista Battista di Biagio Sanguigni, suo vicino di casa e forse
socio di bou ega nel "popolo" di San Michele Visdomini 061 •
Scarsi e poco significativi i dati sulla famiglia: sappiamo che il
padre, di nome Piero, era figlio di un certo Gino e che il fra-
tello Benedetto, minore di qualche. anno, lo aveva imitato
nella scelta di vita, facendosi frate nel monastero di San Do-
men ico di Fiesole e divenendo apprezzato copista dello
"scriptorium" co nventuale. La sorella Checca (Francesca)
avrebbe mantenuto rapporti duraturi con entrambi i fratelli,
maritandosi verso il 1440 e mettendo al mondo un figlio
(Giovanni di Antonio) che avrebbe più tardi assistito il pitto-
re nei cantieri di Roma e di Orvieto. Nel contesto della buro-
crazia del tempo (e in un'epoca in cui la vita delle persone
Nella pagina a fianco: Qui sopra: era in gran parte determinata dalla classe di appartenenza)
Tlittico Beato Angelico la carenza di docu menti relativi alle origini dell'Angelico ri-
di San Pietro Martire e Zanobi Strozzi. sulta particolarmente sorprend ente e da più parti ci si è chie-
(1424-1425) , Lo. Vergine protellrice
particolare; dei domenicani sto se tale circostanza non debba essere ricondotta a un 'ipo-
Firenze • (1425 circa), ~etica indigenza della famiglia, ovvero - alla luce dell'ist•·uzio-
museo di San Marco. ms. 558. c. 4lv; ne specialistica ricevuta dai due fratelli- alla loro eventuale
Firenze,
n1useo di San Marco, condizione di orfanim'. È possibile infatti che una prematura
biblioteca. perdita dei genitori avesse lasciato i due giovani privi d i mez-
zi di sostentamento e che il convento avesse rappresentato
anche per tale ragione una risposta concreta ai loro bisogni
psicologici e ma[eriali. Sia come sia, l'ammissione di Guido
nella compagnia di San Niccolò segnava un importante rico-
noscimento delle sue capacità e n el gennaio-febbraio 1418
l'artista ricevette dai "capitani" d i Orsanmichele un cornpen-
9
so di dodici fiorini per una tavola da porsi nella centralissima
chiesa fioren tina di Santo Stefano, a due passi da p onte Vec-
chio<'·". Il prestigioso incarico, affidatogli in esecuzione di un
lascito «pro costruenda cappella dominijohannis d e Gherar-
d inis••, sanciva il raggiungimento di u n ambìto status co rpo-
rativo, ma né questa né altre opere preced en ti all'investitura
re ligiosa sono state id e n tifi ca te con certezza. Nel gi~tgno
1423, quan do gli venne riconosciuto un pagamento per il
perduto Crocifisso di Santa Maria Nuova' 19;, il giovane aveva
già preso i voti e assuntO il nome di «frate Giovanni de' Fra ti
di san Domenicho da Fiesole»: manteneva rapporti co n il
vecchio mondo professionale e lavorava per conto di com-
mittenti esterni come i canonici d i Santa Maria del Fiore e i
domenicani di Santa Maria Novella.
Da questi ultimi e da Leonardo Dati in particolare (ge-
nerale dell'o rdine dal 1414) fra Giovanni avrebbe r icevuto
sostegno e incoraggiamento alla p ropria vocazione, benefi-
ciando del clima favorevole instaurato dall'elezio ne di Mani-
no V (Oddone Colonna, 1417-1431). Fu infatti proprio gra-
zie alla protezione accordata dal pontefice all'osservanza fio-
rentina - owero l'insieme dei rami "riformati" degli ordini
monastici tornati,.a partire dagli ultimi anni del Trecento, al-
la purezza della regola primitiva- che furono fondati (tanto
per citare alcuni dei progetti più familiari al pittore) il mona-
stero femminile d i San Pietro Martire (1418-1420) e quello
francescano di Bosco ai Frati ( 1438), cui avrebbe fatto segui-
to in una seconda fase quello domenicano di San Marco (ter-
minato nel 1444). Fu inoltre il Dari a compilare, su richiesta
di Barnaba degli Agli, il testamento del 25 gennaio 1419, con
il quale il nobile fioren tino destinava ai domenicani osservan-
ti la somma d i seimila fiorini per la ricostnJ.Zione e l'amplia-
mento del mo nastero fiesolano<2<11•
Proprio lì l'Angelico e suo fratello avrebbero preso eli-
mora agli inizi del terzo decennio del Quattrocento, impian-
tandovi una fiorente scuola min iatoria e affrontando imp e-
gnativi lavori per la decorazione d ella vicina chiesa conven-
tuale. Non è accertata, per questa fase , la presenza d i aiuti o
assistenti al fianco del maestro, anche se l'ar rivo da Firenze
dell'amico Battista di Biagio Sanguigni lascia intuire i con tor-
ni çii un'attività ad ampio raggio, dedita alla pittura di codici
come a quella di stendardi, poli.trici e pale d'altare. Battista
era un illustratore di grande talento e la recente identifica-
zione d i autografi circoscrivibili agli anni del periodo fiesola-
no ci riporta a quel clima di fruttuosa collaborazione di cui il
messale n. 558 del museo d i San Marco è felice espres-
sionet11'. Il codice, assegnato alla mano dell'Angelico e di Za-
nobi Strozzi dalla cri tica più recente, accoglie più di u n sug-
gerimento dall'ar te antica e il fatto che vi si ritrovino, in for-
ma mediata, spun ti e citazioni dalla pittura di Masaccio d i-
mostra la modernità dei modelli d i t·iferimento. Del resto , lo
stesso Zanobi (Firenze 1412-1468) era stato allievo di Battista
e la profonda compenetnzione di modi che avrebb e caratte-
rizzato, di lì in avan ti, il suo sti le so ttOlinea l'importanza del
suo co ntributo alla fondazione di un linguaggio comune13Z1.
La relativa un iformità linguistica raggiunta dalla botte-
ga nel periodo fiesolano ci riporta una volta di più al proble-
ma <.lei maestro dell'Angelico: identità inatierrabile ch e ha
10
eluso sin qui le indagini incrociate di storici ed esegeti. Fino {15) Si wda U.w, 1984, JlP· J.
,J. pn·la difoo dtl cmdi>imcnu
a tempi recenti era o pi nion e diffusa che, in vinù della co- /JU'IM di viJld. 01V grrurllimtnlt
m u ne sceh.a esistenziale, tale ruolo potesse spettare a PieU'o up-.ttHtJ dtlJ,1i i1u4iosi. che sitata
S. murilfl" r!tlliu ris;o inrom.o 4'll
dj Giovanni, frate camaldol e~e meglio noto con il nome di 1)86. Gilbtn. 198-1, p. 283,
Lorenzo Monaco (Siena 1365 circa - fire nze an le 1426), sot- mlnt.1 dii' il Hl)() f!OS>4 mnr
lu/Jn•a da:. j>cJJ~b<k ptr kt • .,.
to la cui guida il conven to fiorentino di Santa Maria degli S<ÌIO.
Angeli a\·eva p atroci n ato un'impo rtan te bottega m in iatoria. ( 16) .{Sf, c...par;nit. vol.
/H 9, jol. l Br. n. J07 (di. in
Dal momento che, come residen te d i San Michele Yisdomi- Glitn, / 9J6, pp. 218·220; Or-
n i, l'Angelico aveva <~bitat.o da ragazzo nei pressi del mo na- kmdi, l 96•1, p. 169, 1/o<. /). Su
llallisla di Biagio Scruj.!ll il{fli cfr.
stero, si è a lu ngo ri tenuto che il g iovane avesse ap p reso da U>/w, 1955.{'/'. 207-221.
do n Lorenzo i segre ti d eli 'ar te, salvo poi tornarvi saltuaria- ( 17) p., la pos!ii.Uie idelllifi<'i>
ziCJml drlltl famiglia d'origi "'~
m ente pe r l' intero arco della sua attività""· cjr. Or/andi. l 961, pp. 2-.5,
Una compone n te di c:araue re "min iaturistico" r imarrà 174-179, d«. Hff.
( 18 ) ,-\Sf. O r~n mnidu•J,, vol.
sempre late nte nell'opera dell 'Angelico e da un punto di vi- 2) (fil. iu Cdw, 1956, pp. 218-
sta iconografico diverse composizioni del gjovane domen ica- 220; Qria,di, 1964, pp. 169-
170, doc. Il~
no mostrano di r ichiamarsi a p iù note invenzioni dell'anzia- (19) o\Sf, Os/>'d<tf' di SoRta
no camaldolese. Tuttavia il confr onto non esaurisce l'oriz- Matin J'ia~ ltJglllrodi. U.Jallt
"· 4414 (cii. 111 ()11m, 19;6~ pp.
zon te culturale d el pi ttore e non spiega soprauuu o perché le ZI8-22Q; Orla >~di, 196-1, p.
sue prime o pere di impegno (il T1'ittico di San Pielro Martire e l iJ. doc. l'lll.
\ 2il) De M"'rki, 199'2, pp. IJ5·
la Pala di San Domenico) non esibiscano «l' ornamen taz ione J J8,· .11.11 domttnicam ossm.·<mri 1
calligrafica, le rigidezze e i col01i me tallici» dei lavori tardo- l'mjfrun::..a dc tJsi tsl'rritola
snll'optro dell·rlngeiito vedi
gotici di Lorenzo"'1• In asse nza di indicazioni da pane del Va- HooJ. l 99). passim.
sari (ch e pure me u.e l'Ange lico in cim a a u na lista d i artisti (~ l) Cfr. Le.1iD'.~ "'"""• 1994,
pp. 69-U; ,\A. H (, 199>1, pf'.
~<div{·nu ti eccellenti e chiari» con lo stu dio d i Masaccio ndla 25-42. Sulla probabile pnove·
chiesa del Carmi n e) m', risul ta particolarmen te u tile una ri- 11irn:.<t dt{ mt.sUJit dnl (nrmm tn
di San Oomt>nit-o a Fi/Mk voli
Nella pagina a fianco, flessione d i Baldinucci che, nel tentativo di risolvere stili.stlca- om C<mc1/i, 1985. l. fri•· 1/-12.
dall' nlto: mente il dilé'mm a, osserva: «Ben è ve ro che il suo [cioè (22) Su Zmcoli Sn=< ifr. /..t-
Lorenzo Monaco, vi D'il•""'""· 1962,/'/1· 261·
brcO>'CJin.::ilmt
dell'Angelico] d ipignere a fresco lo m ostra pur u·oppo chia- 268: Id., 1994, Pf>· 61'74.
ramente allievo al principio di Gherardo dello Stamina [... ] (25) Stccndc l'òsori /'.4 n~dim
di'Ila Vt'7'gil•ll thlf'~ las.into in _
ç,,. IltMtt'ftt-
(1 414), la maniera del quale [... ) migliorata però quanto alla morbi- to di Fitltll~ o/c'. mi mliti ...am
particolare; dezza e pastosità, col vedere le o pere che poco dopo faceva inrmlll1ils tlillg_.rlt:.a loM'Jt'afÌ•,
firenze. Masolino da Panicale, ten ne sempre•' 1' '· Dunq ue il piuore
oflrr O llfÌNiolNrt' Il(/ Atl'l-l'tnlD di
Uffui. &tn Jllimv, ;,, Sctnta Moria dtl
avrebbe guardato da un lato allo Starnina, dall' altro al mae- fiVft ~ pn·NiwJl6 \" in l 'atlarno
(l'n><•ri. 1568, td. 1878, Il, P/1
Madonna in tnmo stro di Masaccio per crea•·e u na personalissima cifra stilisùca, JIJ6. 522). Sull'argo11tt11to. «<li
col &mtbitw fra tmgcli intrisa di luce e di colore, che non ignorava pres ti[i dalla più !Hngtllroth, l 898, pp. )),.
esallli dome11icani J45: S11l»ti. 19.50, pp. 75-7i:
(Pala tN &111 IJ/Jmen.ico}
ava nzata i~gura tiviti1 contempora nea. U n dipinto come la Te- 8F>1i, 1961, p. 26, n. 190; iLIIÌ
baide degli Uffh i, impro ntato a u n naturahsmo aneddotico di /):{1/0J/W, /962, flP· JO!'J./11),
(1 420 drca),
261·265·26G; IJdlosi, 1990, f>l'·
particolare; gusto ancora tardogot'ico e alternativamen te attribuiw ai dut: 98·101.
Fiesolr (Firen?.e) . artisti, è esemplificativo d egli stretti rapponi intercorrenti fn 1 (24) Spit~t. 1996. f!P. l 7-18.
San Domenico. (25) l'asMI, 1550, td. IPIJ6, p.
le opere giovanili dell 'Angelico e la produzione tarda dello 2;2 fVha di .Ma~còo. piuore
Qui sopra: Starninam'. Del resto, lo stesso Masolino - nato a Panicale ne l liorentinol.
(26) B•ldin• n i. !681. td.
Tritti~o 1383 circa e più vecchio di Guido d i almeno un decennio - 19i 4, l.f'li. J/-1-415.
di San Pi'tm .'Wamre era StatO allievo di Gherardo e già nel 1864 Crowc c Cavalca- (2 7) Tmdi:it>MI_,,. •"'X"'!·
(142•1-1425) . W o Gktmnfo Slami~ta, il tllfNil·
panicol;~re; selle avevano notato com e tanto lui che l'Angelico avessero to f tt •ttrihvito ,aU:-lngtliaJ da
o peralO «Sotto il profilo tecnico, secondo gli stessi principi; ~o f..mtxki d1~>g!i riftri mm
firenze. tll f1;irm~ drlrint•n1luno dtl
museo di San Marco. ed è senz'alu'o ipotiz:zabile che siano stati educati nella stessa 1492 tfi Lorm;;.() (lt ' Jftdiri:
A destra:
bottega»'1 ' ' . .. urw uwòltlla di ltg!Mmr di
IJfl~. 4 iu dff}u;. t!.i mtru() (/i fra
Beato Angelico Gummmi. clipirll(ìt•i pht pori'
o Gherardo Starnina (f) .Jrmti padri .. {rt SF, MttlirM
mwuiJ il 1-';i uripaio, 165, t. 2':
(attribuito}, m Lo>~t~li. 1~0, e~!. 1975, p.
Ttbnide -1(), ~• . 17). Gli .'otruli pili, nvtnri
(1420 circa); lmdmw (t ,f;,11fltt' r oprm tu•lln
f ir·enze. jiTVtlu:umr g;o~'llnilr dc.11'A'I!.~li·
Uffizi. ro. d mi tappo,-io di diJt"P}JQ!a!.n
(Oli Star n;no risvfln rt1id.ntlt
OuiJ'uw'linnfJ! au rilill;.Ùmt drrtR
lt.n'Olc ai dru a ttl~l i (Spi.,,
1996, Pf'· l i·l l , 2.61 mt 1281.
!2/l) }. Qlr• ...C,B.Utl'!!lcflitllt.
.....,.\io:~ l 1116-1. n~. I 9JI. n.;. t9.
11
12
Le opere
giovanili
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Giudizio universale
( 1425-1430) ;
intero e particolari;
Firenze,
museo di San Marco.
Il dipinto proviene
dalla chiesa
dell'ex con"ento
fiorentino di Santa
Maria degli Angeli.
D Giudizio
è probabilmente
ispirato al pensiero
teologico di Ambrogio
Traversari
che di quel convento
fu priore.
Esperto di patristica,
è forse proprio
la sua conoscenza
dei Padri orientali
a giustificare il rilievo
dato a personaggi
dell'Antico
Testamento
che \'tmgono
raffigurati accanto
al Cristo.
16
che, come Bruni o Salutati, avevano ricopeno importanti cariche
pubblich e e con cilia"-ano l'autorità scritturale con qu ella d ell'anti-
co. in un rinnovato sistema di relazioni che all 'esaltazione d el valo-
re religioso e morale della persona ('"digni tas") sposasse quella dei
valori storici e civili della co mun ità ('"civitas""). Un 'opera come il
Giudi~io univer.rale del museo di Sa n Ma rco è sintomatica degli ime-
r·essi che permeavano glì ambienti dotti d ell' ossen<an za fiorentina.
Anna Samagostin o Barbone h a potuto persuasivanlente dimostra-
re i n essi fra l' incon sueta iconografia della pala e il pensiero teolo-
gico di Ambrogio T raversari, confratello di Lorenzo Monaco nel
monastero camaldolese di Sa n t." \ Maria degli Angeli, per il qu ale il
dip imo venne eseguilO ne l 142!>-1430'". L'in teresse del religioso
per le arti è ben now 1"'1 e la sua dimestich ezza con i testi d ella pa-
trisrjca orientale ne avevano fatto un campione della riu nificazione
delle d ue Chiese (orientale e occidentale) vent'anni pri ma del
concili.o del 1439 che n e sancì, seppur temporaneamente, J'unifi-
cazioncm•. L 'inse1imenoo nella cavola angelichiana d i Abramo, Mo-
sè c al tre figur e veteroresramentaric in posizione p reminen te (ai
lati del Cristo, nella collocazion e solitamente riservata agli aposto-
li) prc~uppone la con oscenza dci Padri o rien ta li e costiruisce
un 'audace affetmazione delle concezioni ecum en ich e d i Tr..versa-
ri. Al tempo stesso, l'id illiaca desctizione delle gioie del paradiso,
cui si con tra ppongono gli OSCLtri connenti della parte infernale,
n on o·owJ riscontTO nella cr.tdizìone cristiruta ma sembra d ipende-
re da fonti classiche come la Repubblica di Platone1-"l. Ne ll'Xl libro
dell'opera, che tratta dell'immonalit.à dell'anima e del p remio ri-
servato ai giusti, il filosofo d escr ive l'abbraccio gioioso d ei beati
che danzano in cerchio sulla m usica delle sfere'"'· La teoria che il
m oro de lle sfere celesti generasse un suono armonico e che la mu-
sica e l'anima ne costiruissero aspetti d iversi e complcmenl<tri era
stata espr-essa d a P itagora ne l VI secolo a. C., per essere ripresa in
tempi più vicin i da autori come san t'Agostino, Clemente• Alessan-
drin o e, più tardi , Boezio. L'in rui7.ione che gli intervalli d ella scala
musica le dipend essero da tma "ratio" aritmetica, d 'altra parte, ave-
va fini to con l'assumere un significato de l tutto particolare per i
Padri dei primi secoli, perché ~logos" - iltennine greco per "r.ttio"
-è identificato con Dio stesso n el prologo al Vatlgtlo d i Giovanni
{l, l ). Per uomini del Rinascim ento come T raversari, l'Angelico o
lo stesso Brunelleschi, • la convin zion e ch e la ma tema tica c la n u-
mcrologia possedessero la chi ave na~costa d ell' w1iverso costittùva
insieme una sfida e uno stimo lo. ed è verosimile ch e ne ll 'escatolo-
gia dell a pala «la precisione geome trica delle due file di tombe
scope•·duate rifletta un simbolismo n urnetico non 3J1Co•·a decifra-
IO• , ma p robabilmen te collegato a lla simbologia d el dieci (il nu-
mero pitagorico perfetto) e del nove (la nona sfern: quella ch e Ci-
cerone n el commento al De Republica identifica con la terra, ·il luo-
go ove tu uo è transitor io e nulla dura»)'"'. Giustamemc: Jo hn
Spike (ch e a questo dipimo ha dedicato tma lettUJ·a recente e sti-
molan te) sottolinea la ricc hezza delle fonti filosofiche e patristiche
di q~Lesto Ciud~io e di come esso abbia inflw to sulla co ncC'zione di
imprese 11t!O platoniche q uali la Distmt.a det Sacramm to di Ra ffaello
nelle Stan7.e \"<l.ticane'"J.
Alla fine del teno decennio, il vasto reo·oterra culturale del
pittore aveva guadagnato alla sua arte la stima degli ambien ti laici
ed ecclesiastici d ella città, promuovendone la fama presso n uove
fasce eli comtnittenza. Allo stes.~o tempo. il colore chiaro c distilla- l
to dell e prime o pere si era venuto caricando d i una nuova valcma,
17 1
-
A sinistra:
Duposilione
(PfJla tN Santa Tri11ita)
(1432 circa);
Fir~enze,
museo d i San Marco.
riflesso terreno di q uel "lumen" divino che, secondo l' insegna- Qui sopra:
mento tomistico, riluce nell'ordine "geomeu·ico" della creazione. Gentile da Fabriano,
,-\doro:itmP dti magi
Cromie preziose e smaltate si conte ngono in scorrevoli ritmi li- (1423);
neari che se per un verso anticipano soluzioni estetiche della se- Firenze,
conda met:à del secolo, dall'altro risen tono profondamen te del Uffiti.
naturalismo poetico di Ce nule. Opere come l'Imposizione delrwme
Si.a la D cp osi:;;iotUJ
al Ballista, defm ito da l.anzi il dipinto «più gaio e finito» dell'An- deU'Angclioo
gelico•<:~, manifestano compiutamen te i caratteri dello stile maru- c he l'Adorruiotte
ro: dolcezza e gen tilezza di forme, m orbidezza e luminosità dei di Ccnùle
co lori, fusi in delicati accordi di toni malgrndo il rigore della co- furono commissionate
per la sacrestia
suuzione prospettica. All'arte del grande fabrianese rimanda del d e lla c hiesa
resto la splendida Deposizione per Santa T rinita, eseguita a gara di Santa T rinita.
con l'Adorazione di Ge ntile per la nuova sacrestia c he gli Strozzi Nel dipinto del frate
avevano fatto cosu·uirc a IalO della ch iesa come capella gentilizia domenican o,
l'influenza del maestro
fra il 14 18 e il 1423'"'. Palla Strozzi, il committeme, era l'uomo fab•·ianesc,
più ticco di Fire nze c per lui Gentile aveva concepi to un' opera al quale l'Angelico
fatta apposta •pe r affasci nare e lu.~ingare la pote nte borghesia fio- ~tarda anche in altre
rentina», forse a nche •per confondt:re, con una schiacciante pro- sue opere. è evidente.
Cl pollttico
va d i superioti tà, la non più laten te avversion e• dell'ambiente con In DqpMi:iorrc
• nei confron ù dell'arte mrdogotica del Nord•'"'· L 'Angelico ri- crn stato inizialmente
sponde con un'intepretazione nuova e alu·ettanto so ntuosa del te- :ofl'idato a Lorertw
Monaco,
ma tradizionale, ovviando all' in conveniente d ell'interposizione autore d elle cu.sp idi
dci "pcndenùf'l;" (su cui l.orenw iVfonaco aveva dipinto le sto!Ìe e della predella.
ctistologiche con cui il dipinto si presenta ancora oggi) con lo A lui l'Angelico
schema piramidale de l gruppo centrale e il dispiegamento dei s ubent1·ò
dopo la sua morte,
gruppi laterali su llo sfondo di una veduta di città (a sinistra) e di n el 1421.
un paesaggio collinare (a destra}, così da contrapporre allo svi-
luppo verticale dclrarcata centrale uno sviluppo orizzontale e in
profo ndi tà. L'even to (la discesa de lla salma del Cristo) è tutto
spiegato nel prim o piano; dietrO, in una limpida luce aw·orale, è
1B
Qui sopra: A destra: un vasto paesaggio prospett.ico. La varietà e vivacità dei colori, il
Deposiz.ùme lmpositime del nome gusto pittoresco per la ricreazione ambientale tolgono alla rap-
(Pal<l di Santa Trinita) al BattisUJ
(1432 circa), (1428-1430); presentazione ogni drammatica crudezza, pur conservandole il to-
particolare; Firenze, no dì gra\~tà che le si addice. L'ambientazione primaverile del-
Firenze museo di San Marco. l'episodio allude alla realtà storica della Crocifissione ma anche al
museo di' San Marco. rito stagionale della "rinascita", al rinnovarsi della terra e degli uo-
mini al cospetto del Dio incarnato e immolato per la loro Reden-
zione; le citazioni veterotestamentarie della cornice esortano ap-
punto a sentimenti di pentimento e meditazione sul tema del sa-
crificio. A destra della croce un gruppo di dotti discute sui simboli
della Passione; a sinistra pie donne ricevono nel sudario la salma:
«da un lato è la religione dell'intelletto, dall'altro la religione del
cuore; e all'intelletto chiaro, all'anima pura tutta la realtà si mani-
festa ordinata e limpida, come forma perfetta•~<".
~9) S. Orittntli, Sant'An toni· L ·dnnmtlJ t:MJtrtJU tltllil Ma· Sdr.ntt f. Lttttrt !.o CoJot?J.b(l- tfdl.a predf/la con Storie di novo con lf piuu,. dt/l'tlngtli-
no. Smdi bio·bibliogra flci, donna col Bambino .si Jrt)ùtl rià •, XL l'Il (n.. s. XXXIII), sam'Onofrio e di san Nico- co uerso il 1440 fDavissnn ,
l·irt!lrU' l 960, Il, f;. ) 24. oggi M Humpton Courl, al..dn- 1982, p. 44. la, oggi a/lò1ccademia (G. Po- 1975, p. 32}/. fohn Spike ha
(30) l'a.rori, 1568, td. 187&, drn; la pmleila tDn Srorie di (38) Spilu, /996, pp. 29-30, dellM, The Stylistie De\·elop- rf!ctflt;:mPnU ip(}thwtn du: In
Il, pt1. 5/5.516. san Nicola rf tiitisa fm la Pi~ 98-101. ment of Lorenzo Monaco: sostituritme smr;bbe Slllflt ordi·
(31) lA; lm:oltt, irnpiaulnlu Jt1 (Ditta vatitliiM t la Natùmal {39) PlrJtrme# U Repubblica, Il, in "Tht Burlingtmt J't-laga- ·nn1a tm il 1<429 P il/432 dal-
Masafino ptx() jJrima Mlia par-- GaUel)•di ll'a.!hinBfon. XJ; 6141>-617. zint", LXXII~ 78, 19]9, PJl· lo .fles.m Stmui, in.rnddi.ifaltn
tN/10 pi!t l'(};)ghsrin, fu termi 4 (33) &lkwiiJ, Un'Adorazio- (40) Nn Somnlum &ipionis, 76-81). Dopo la -morled'll~rli· ddlo stili' ùnJut.hiaJn t!dia Jn-
mlfu dn Mtutueio ]m. ;I 1424 e ne [ ...1. 1976, p. 21. n comlusicnt dd Dc Rept~bl i ~ avutnWa fie/1 424, /)n ca- vo!a in mp-pqrlc alla suprttu/1
il 1125. (34) Spikt, 19!16, pp. 26, 225- ca; dt. in J. jrmus, The Music rico fu trasferito all:1ng-tlicc, eleganz'a dd suo penda n/ e d<:-
(32) L:Adora:òunt dci magi 226. of the Sphe res, New York che eseg11i il panrrelfo r.mtr(: lf. gli SUM i nffresr:Jìi di MfJsar.tio
~uiJo f~rr kt ra.f'/Jtlla Slro:!Zi (35) A. $(mlngo.f liuq Barbon'~ l 99}, i'· 6J. ron la Deposizione e i Jlila· al Cnr-mine (Spikl, /996, pp.
itJ Sante Tn'uita. jinnata t da· !989,pp. 255-278. (41) Spilll, 1996, pp. 98·101. ·Wh1i dtlJa t omict_, dipinti an· J-1-36).
tnJa .. QP(.;s {;jo~\:TJI)S (H; Ft\ BRIANQ (36) C.Jr. R. Krtnnhti m~r, L(l- (42) La>,;, 1795, pp. JO/i- rllt sulle Juptrfid lttttrali. Sulla costru~i(Jn l rftlla sam-
F. (t.H l·
JJ(:CCCX?r.'l/1 .\11:0\','ÌJ,') ,\M.{/•·, rcn•o Ghibcrti, 1956. pp. 310. StumdtJ ln ritostrlniotu di stin, vtdi R. l'alla
}t:Htt!. ,
snwta a;,tli Uf{i.:.i, rm1eme ugfi 178-187. (45) Il polillico (Fir~mu, mu- Datrtl Dttt!}s.w n, tuttavia) il Scrou:t e l:t &'lgrescia di Som-
lN'tmptrrJi IMtrali df'/. p~liJtico (37) P. Cn.u,Ui, Lux l taliac: sto di Stln lrltmo) etn stato ori· pon1ulfo rmlralr t la fJn>lÙUa ta Trinita, ir1 "Ri<.ti:fln d:..!Jte"•
comiss-ionalo dalla, .famiglia Ambrogio Traversari mona- gitltnilt..nunu rommis.ritmmo a mm sartbbno .flati ÙJJriflli in· XXXlfll, 1981, pp. 9-/06.
Qttamlt'si per la ;;hies(t rfi Stl!l c;o camaldoie~e. Idee c im· Loren::.o .Hotwco, cui spettano eomjJiuli tJa Lorcn:;o :'i-tonaco, (44) ,-\18'rw, Swtia dell'ane
Nir.rolò S()pr'Arno (iJcriito in magini nel Qu.attmeento fio- /1 mjjìgurtuioni del/t cuspidi 1na romp!ttMi JoUo PaUtJ SttcM· italla1ta, J/, Fimt:u l 968 (eti.
origint t<QN)S Gli,'VH/.1.) Oli 1:1· rendno, in "Atti e M.emorlt (Resurrezione, Noli me tan· zi, diJtrwfi a stg'lliM dtl suo /969), p. 69.
iJ/UAXO MCCCCXXl' MI-:N.)'F. .« Al,.). cltll'14.ccadtmia Tosctn1n di gcre, Marie al sepolcro) t esilio nel 1434 e soslit-uW I!X (45) lvi, p. 149.
19
20
•
Pittura di luce
l
ORMA NATURALE
perfetta è, secondo san Tornmaso, quella che non ostacola la pro-
pagazione della luce divina. Tutte le opere esegui te dall'Angelico
a partire dagli anni Trenta sono esercitazioni sul tema della luce.
Nell' lnam:m.<u ione della Vergine agli UI:Fizi, eseguita per la chie-
sa di Sant'Egidio presso l'ospedale di Santa M<uia Nuova a Firen-
ze, schiere di angeli fntmmisti a beati si dispongono ai lati del tro-
no dove Cristo, assiso in maestà, incorona la Vergine che gli siede
di fronte. Il gruppo della lVlaclre e del Figlio, maestosamente flut-
tuanti su un cusci no di nubi, costituisce il centro radiante della
composizione, ulteriormente enfatizzato da una comna di raggi
luminosi, fittamente disposti a ventaglio. La pwfusione dell'oro e
l'attraente policwmia dei drappeggi creano per l'occhio moderno
un irresistibile effe tto decorativo, ma la progressione dei raggi c la
loro splendente luminosità esprimevano per l'Angelico un'ovvia
metafora religiosa, parallela a quella di Dante nell'ultimo e<mto
del Paradisd''"'· Nell'altra e più famosa lm:orO'Iwzicnwclel Louvre, ese-
guita per un altare di San Domenico a Fiesole (dove la vide il Vasa-
ri «allar.o alla porta entrando a man manca•), una variopinta mol-
titudine di santi, pau·iarchi e angeli musicanli circon<ta la preziosa
architetnua del u·ono dove Cristo, al di sotto di un baldacchino c<r
Nella pagina a fianco: Qui sop..-a: ronatO di trifore gotiche, incorona Maria, regina del cielo'''''· In
TaberntJti!lo Tabl!l'na<:olo basso e lungo i gradini ornati eli marmi i santi si assiepano stcondo
dei Lin.rti·ltoli dei Lirwiuoli
(1433); (1433) ,
un andamenLo ge rarchico d i crescente vicinanza a Dio, scolpiti
Firenze, particolare nella loro singolarità da una luce che stacca i volumi, accende le
museo di San Marco. della predella stoffe e tutto awolge in un 'orchestrazione di rara sonmosità. Alla
con l' Adonl.tione sognante musicalità dei Iitmi si contrappone il Iigore geomt' tJico
dei 111ltg~ della pt·ospettiva, che accentua lo scorcio del tTono e au.ira al pro-
Firenze,
museo di San Marco. prio imcrno Io spettatore, psicologicamente ar:tratto tra i santi del-
la prima fila, audacemente ritratti di schiena. Nella pn·dt'lla, sei
pannelli con le Stotie di san Dmneniço si raggruppano ai lati del Cri-
sto in pietà, otrrendo una versione relativamente completa della
leggenda1' ·1'. Spicca su tutte la l' AjJjJariz:ione dei santi Piell'O e Paolo.
dominata dalla fuga severa delle arcate e da una qualità visionaria
appropt·iata alla nann-a del tema'"'·
Im postazione monumentale c ampio respiro prospettico tor-
21
nano n elle tre Annunciazioni d ipinte da ll'An gelico nel volgere di
pochi ann i, sull'esempio di tes ti masolitùani quali le due Annun-
ciazioni di Washington, as.<~egnabili al periodo compreso fra il viag-
gio in Ungheria (ultimi mesi del l427) e la partenza p er Roma
(marzo 1429) del grande maesu·o'""· L'influenza dei due dipinti fu
determ inante per l'adozione di una comune smmura compositiva,
basata sulla panizione fra lo spazio arch itettonico della casa, dove
si svolge il colloqu io co n l'ange lo, e lo spazio naturale del giardi-
no, dove è rievocata la cacciata d al paradiso terrestre. Nella prima
f01mtùazione del tema (da ide ntificare forse con quella del museo
di Corto na, eseguita per la locale chiesa di San Domenico intorno
al 1430) ;,, la leggiadria d ell'invenzione si sposa con la leggerezza
michelozziana del portico, titagliam in prospettiva stillo sfondo di
un giard ino fiorito. L'e.~ediente si tipete nena tamla centrale del-
la predella, dove la Pr'.rmtazitmL di Gestì al tempio ha luogo in un
ambiente basilicale scanrlilO dall' impeccabi le cadenza degli archi a
tu tto sesto""· Nell'Annu11cia:tione d i San Giovanni Valdarno (Arez-
zo) , d i superiore sensib ilità cromatica")/, l'ambientazione dell'epi-
sodio indu lge a un a maggiore festosità d escrittiva, dimostrando an-
che per questa ~ia una migliore comprensione delle nO\~ là di Ma- In al to a gìnistra: Qui sopra:
solino in San Niccolò sopr'Arno. Del resto, ne lla ste&'ia Annuncia- lnc1Jr011admu Lorenzo Monaco,
della Vergine lnt·or·onaz.ione
ziun.e d i Madrid, proven ien te dall a chiesa di San Domen ico a Fieso- (Pa/<J. tli Sa.nt'EgidifJ) dalla Ve>gillt
le e databile all'epoca d e i lavori nel conve n to (prima del 1435), (1432 circa); ( 1414);
l' interesse per la d efinizio ne spariale sembra lasciare il posto a una Firenze, Firenze,
scritUtra epiderm ica e prez iosa, cris1alliz.zata nello splendore fred- Uffizi. Utllzi.
do dei marmi, ravvivata dalle armo ni e cangian ti degli azzurri e dei In alto a destra:
rosa. Nel giard ino lussureggia nte d i fiori, indagati con l'amorevole lnccronati(ll'lt
precisione di un "tacu imun sa nilatis", le figure meste di Adamo ed della Ve>gine
Eva sembr.mo a,.;stm1ere una sLatura consona alla loro importanza (1434-1435};
Parigi.
n ell'econo mia della Salve7.za. Louvre.
La cronologia di un altro importante d ipinto, la cosiddetta
Pala di rl!malena, è stata da sem pre considerata in rapporto alla De-
l 22
posizione eseguita dall ' ..<\ngelico per Santa T ri nita (1432 circa) e
d unque "inchiodata" con qualche approssimazione al quarto de-
cennio. Tuttavia W. ed E. Pa..'ltz hmmo potuto dimostrare che il
monastero dal quale prende il nome la tavola (qudlo, non più esi-
stente, di San Vincenzo d'Annalena, nei pressi di parla Romana a
Firenze) venne edificato solo a partire dall453 e che dunque il di-
pinto non '~ poté essere trasferito prima di tale data'"'· Piil recen-
temente, Hood ha sottoljneato la carattetizzazione specificamente
medicea dell'opera, ipotizzandone la provenienza dalla cappella
che la famiglia possedeva nel transetto di San Lorenzo e suggeren-
do una datazione al 1434-1435 circa"'1• Ellettivamente, i sei santi
ra!Iigurati ai lati della Vergine (Pietro martire, Cosma e Damiano,
Giovanni evangelista, Lorenw e Francesco d'Assisi) sono tutL.i pro-
tettori dei i:vledici e se si prende per buo na l'ipotesi di Hood la cro-
nologia della pala pou·ebbe essere addiritwra reu·ocessa al 1430,
prima e non dopo il rientro di Cosimo d<ùl'esilio (1434). Nel 1429
le esequie di Giovanni di Bicci, iniziatore delle fortune della dina-
stia, ebbero luogo in quella stessa cappcllar;'l e un documento re-
centemente pubblicato dimostra come Cosimo e suo ti·atello Lo-
renzo avessero versato la somma di ottocento fiorini a sostegno
delle spese sostenute dal capitolo per i festeggiamenti annuali di
Cosma, Damiano e Giovanni evangelista'"'. La commissione di
un'opera t·affigurante appunto i tre santi sarebbe stat<\ un 'iniziati-
va appropriata per l'occasione e q uella dell'Angelico u na scelta
non casuale, dati gl i stretti rappor ti che lo avrebbero leg<ttO (ii li in
Annu.Jicùwone Sul tema avanti al patronato mediceo. La precoce datazione del dipinto,
(P(li<l di Montecmw) della Vergine d'altra p<ute, atu·ibuirebbe all'Ange li co responsabilità decisive
(1432) ; Annunziata nell'ideazione della sacra conversazione come genere iconografico
San Giovanni il Beato Angelico
Valdarno (Arezzo), è tomato molte volte, autonomo, iscritto nella sagoma rettangolare di uno spazio a pro-
Santa Maria anche nella sua opera spettiva unificata""'·
delle Grazie, forse più famosa, Assialità prospettica e centralità della visione tornano anche
n\useo. l'Annuncia.tion.e nel cosiddetto Tabernacolo dei Li:rw·i:uoli, ordinato da una delle arti
affrescata
nel corridoio più potenti di Firenze (quella dei tessitori e mercanti di lana) per
su cui affacciavano la sede nei pressi del Mercato vecchio, nel cuore della città, l'anti-
le celle dei frati co centro demolito alla fine dell' Ottocento per far posto a piazza
n el convento
di San Marco. della Repubblica.
Questa L'opera, allogata all'Angelico nel 1433, doveva forse sostitui-
di San Giovanni re un affresco del medesimo soggetto risalente alla t11se duecente-
Valdarno sca del palazzo''~. Come è stato più volte osservato, il proftlo cuspi-
è una delle tre
Annunciazioni dipinte dato del tabernacolo, di proporzioni enormi (m 5,28x2,69), evoca
attorno al 1430 più l' idea di una porta monumentale che q uello di un trittico""'·
guardando Per il disegno dassicheggim1te della cornice (intagliata da Jacopo
alle interpretazioni di Barto lomeo da Settignano e Simone di Nanni da Fiesole per le
che d e l soggetto
aveva dato Masolino, parti marmoree)"'' fu richiesto l'in tervento di Lorenzo Gh:i.berti,
maestro per la pittura degli sportelli e della tavola principale la scelr.a cadde
che viene considerato sull'Angelico""· L'artista vi dipinse una i'vJadonna col Bambino in
uno d ei modelli una profusione di broccati e tendaggi dorati che inquad rano l' iço-
su cui l'Angelico
si è formato. na costruendole intorno un'aunosfera di preziosità e sospensione.
L'importanza annessa alle stoffe può avere avuto motivazioni con-
tingenti, ma q uei drappi così squisitamente intessuti rimandano
sulle figure una luce intensificata e vibrante, che esalta la geomt~
tria dei volumi e amplifica le potenzialità del colore: «L'azzurro
del manto raggiunge così un 'incredibile pureaa di timbro»'"', im-
pl"imendosi fra i raggiungilTien ti più al ti della tavoloaa angelichia·
na. Sulle facce interne degli sportelli, San t\11ano (i l santo prote!lo-
re della corporazione) e San Gù:roanni evangelista (patrono della
città) risaltano con accentuazione scult01·ea contro il fondo dora-
23
•
25
•
Gli anni
della maturità:
San Marco
Qui sotto:
Ann11nciazione
(1440 circa);
Firenze,
museo eLi San Marco,
convemo,
corridoio nord
delle celle.
28
Qui souo: lo basso: tuaz.ione rimase immm ata per o ltTC q ui ndici anni finché, il 31
J /ndorma col Bambino Comu nio11e gennaio 1436, papa Eugenio IV, presente a firenze per la consa-
tollo santi ikgli apostcli
(M NionM dtUe 01~) ( 1440-1441) ; Cra7.ione d~Ua cupola d el duomo, ingi unsc ai silvesoini di cedere
(H39 circa); Firenze, San Marco e di trasferirsi nel più piccolo conven to d i San Gio rgio
Firenze, museo di San Marco, alla Costa""· Second o Giulia no La paccini, au to re di una Cronaca
museo d i San Marco. convento, compilata verso la metà d el XV secolo, la relativa bolla ven ne pro-
convenLo, cella 35.
corridoio est mulgata d al pon tefice «in segno di ri~petto• per Co~imo e s uo
del.le cell e. fra te llo Lore nzo, che si erano d ichiarati disp onibil i alla ,-;costru-
zione d el monasterof"J. L'in tetvento, costato l'ingen te somma dì
q uaranutmila fiorin i1"", si inseriva in u n più vasto progetto d i ri-
quali.ficazio ne d el settore seuen trio n:.le de lla città, che p revedeva
il collegamen to con il n uovo pal:u.w d i via Larga (oggi \~a Ca-
VO l li"), da un la to, e co n l'antico com plesso di San Loren zo,
dall 'altro. La d irezione d el can tie re fu ailidata a Michelozzo d i
Banolomeo Michelozzi (fire nze l 396-1472), che attese alla l'i-
StrutLuraz.ioue d ella chiesa e del convemo dal 1439 al 1444. Se-
cond o Morçay, che basa le p ro p rie o sservazioni su alcuni passi
della C>·onaca, già nel 1437 lm dom1itorio con ven ti ceUe sarebbe
stato cosuuito in corrispond em.a del corridoio al di sopra del re-
fettOrio. sul lato orien tale d el chiosu·o, rn a nessuna opera edilizia
sarebbe Stata inu·apresa nel corso d el 1438, q mmd o i Medici e ra-
no impegnati in tra ttative per il riscatto d elle ca ppelle situa te
all'in terno d e l complesso: entro la 6 ne d ell'a n no successivo, lut-
ta~a, g ran parte de i lavori a ttin enti al r~.:cupcro c all 'ampliamen·
to d e ll a chiesa poteva dirsi conclusa ed è pmbabil~ c he il chio-
•J" ... - -
Qui a fianco: (n basso:
Tm~{igurazione Crislo deriso, la Vergine
( 143S:1440); e san Domenico
Fi renze, (1438-1 440) ;
museo d i San Marco, Firenze ,
convento, museo d i San Marco,
cella 6. convento ,
ce lla 7 .
In b asso a sinistra:
Incoronazione
detta Vergine
( 1438-1440) ;
Firenze,
museo di San Marco,
conve nto ,
cella 9.
30
Qui sotto: A destra:
.Annunciazione San Domenico
(1438-1440); adorante il CrocifiJso
Firenze, ( 1442 circa) ;
museo di San Marco, Firenze,
convento, museo di San Marco,
cella 3. convento,
chiesero
di Sant'An tonino.
l :
Nel convento so·o, .la sala capitolare e il dormitorio dell'ala nord venissero temi-
fiorentino nati entro il 1440-1441; il dormitorio meridionale, che prospetta
di San Marco
l'Angelico dipinse sull'attuale pia1..zaSan Marco, fu completato invece nel 144217" .
tra ill438 e ill446 La rifotmulazione architettonica del complesso, attuata da
uno dei cicli Michelozzo in forme pienamente rinascimentali, comportò la di-
ad affresco sponibilità di vaste supedìci parietali, suscettibili di ricevere la
più importanti
della pittura italiana più estesa decorazione dipinta mai immaginata per un conven-
del Quattrocento to. La responsabilità dei lavori fu affidata all'Angelico, che ne
e uno dei più estesi curò l'esecuzione fra il 1438 e il 1446, parallelamente al progre-
mai realizzati dire delle opere muratie"''· Si trattò di un intervento organico
per un monastero.
La decorazione che comprendeva, oltre al rifacimento dell'altare maggiore, la
dei principali parete di fondo del grande refe ttorio (perdura). quella della sala
ambienti capitolare, diverse lunette e "prospettive" del chiostro. Al piano
del complesso superiore, dove erano situati i dormitori, la decot·azione in teres-
e delle celle dei frati
si inseriva sò tanto gli spazi collettivi, con i tre dipinti murali nei con·idoi
nel generale progetto (la famosa Annuncia<ione in cima alle scale, la CrociftSsione che le
di trasformazione sta di fronte, la Madon·n a delle ornbre nel corridoio in direzione
promosso
e finanziato
della piazza) , quanto quelli privati. Nelle celle, decot-ate ciascu-
da Cosimo de' Medici na con un tema evangelico, affreschi di concezione straordina-
che affidò riamente innovativa presero il posto del consueto arredo devo-
la tistrutturazione zionale, offrendo ai monaci appwpriati spunti di meditazione.
di San Marco
al suo architetto Gli affreschi di San Marco rispecchiano nel loro insieme
di fiducia, tma nuova fase di sviluppo nell'arte dell 'Angelico, sul cui partico-
lllichelozzo. lare orientamento influì certamente la particolare destinazione
degli ambienti. Scopo degli affreschi era quello di indurre nei
monaci uno stato di contemplazione: parsimonia prospectica e
31
immediatezza compositiva erano quindi gli ingredien ti indispen-
sabili al la personale, diretta comunicazione con i misteri della Re-
denzione. All'infùori di poche eccezioni, le pitture del convento
si caratterizzano per un inedito rigore formale, fn ltto non solo di
raggiunta maturità espressiva, ma anche di una migliorata capa-
cità d i lettura del fatto evangelico, riportato alla cona·etezza stori-
ca e psicologica del racconto masaccesco. Semplici e suggestivi so-
no gli spunti compositivi, con poche figure diafane sullo sfondo
di paesaggi aridi e deserti, come, nel chiostro, il San Domenico ado-
rante il Cmcif1Ssc (oggi tagliato da una cornice barocca), o in am-
bienti conventuali nud i e disadomi, ma pieni di luce e di spazio,
come l'Annunciazione della cella 3 o la Comunione degli apostoli del-
la cella 35, fra le crea;doni più insignì per il carattere u·ascenden-
le della rappresentazione. Semplificate e alleggerite sono anche
le figure, più bassa e spenta la gam ma dei colori, stesi in tenui to-
nali tà di rosa, di bianco e di grigio sullo sfondo di superfici mo-
nocrome. In molte immagini, la presenza di un testimone in abiti In alto: Qui sopra:
domenicani attualizza il senso della narr-azione evangelica, sugge- Crocifissione Madonna col Bambino
(1442 circa); t S(Lnli
rendone la piena organicità alle regole dell'ordine. Isolati come Fire nze, (Pala di San Marco);
su una ribalta o delineati contro una quinta di roccia, gli episodi museo di San Marco, (1438-1443);
si susseguono nella vivida incidenza del "lume" quattrocentesco, convento, Fi renze,
con una lucidità di rappresemazione cui l'evidenza plastica della sala capitolare. museo di San Marco.
forma confelisce per contrasto un vivo senso di astrazione. Nel
Cristo del-iso della cella 7, lo scenario è austero, con pareti e pavi-
mento grigi e un disadorno pannello acquarellato al posto del
drappo çhe spesso inquadrava le "storie": in primo piano Maria è
rivolta verso lo spettatore, Domenico siede in profonda medita-
zione. L'affresco non rappresenta un fatto storico ma una comu-
nione mistica in cui colui che prega è invitato a unirsi a Maria e a
32
-
, 34
A destra; (66) S. 0.-lmHli, 0 . P., La
Pala di San Marca Beata Vill<•na, I .9j) , Pfr· JO·
42.
( 1438-1443)' (67) D• .~ . OJui Mmtijicn In
particolare jrmte ctm {n. Epistula :·1d Rùltlll·
della predella nos, cap. \'11, di sMti'lgnm.io
con CTisto m011o, ai tlntùxltia ID. •1. OJui. Thc
la Vergine e santi; Inscription in Fifteenth Cen·
m ry f iore ntine Paim ing,
~lonaco,
Nm• rom 1986, p. 66). Sfrilw,
Alte Pinakothek. 1996, Jl· 268, IIO!a JOJ, nn fat·
l u g l u SilnfWJI.t rilt<HU'' t:OYit
In basso: l.'ofìPelltaivo ricm.,·n n.nr:he neJ
P(t/.(t di San Marw lmUato De divinis oonlinibw
di Dionigi lurcpagito (Le ope·
(1438-1443), re~ a C?tJ'a tli E. 11mNla, PlldtJ-
pani colare ... 1956, p. 236).
della predella (68) tlSf, .4 r<hiv. 74 (S. Dom<-
con la SepoUura ltico di f'ie< ul,), f ihn 70 ( !J
dei saJUi Cosma aprii<' 1436): •"''11"'/o di .,..
niJ di Fr. Cipritmo dfl Raggiolot
cDam·iano;
di [I'IW: CJIJlJMm.i <li/>i11I01~ (cii.
Firenze, in Orfamli, 1955, fr· 32; Id.,
museo di San Marco. /961, pp. 187-188, doc. ,\Yl/).
(t~l)Middddlltj; 19.5:>, p. J91Jn.
(70) F. Corlxmui, M. .'i<tlm4 J.,.,
chi= di S.m Marco c [ chio-
:aro di San Dome nico, in
~1Jt . VV., ~ chiesa c il Con-
"t'Cnto di S(ln }..brco a Fircn~e,
l, Firnnu 19.~9, p. 2~2.
(? l } S(lgJt jtrt~Jcichi (/e(ia 1'i-
del tappeto e del Crocifisso, della tenda e della vegetazione che cor- ctntkz.. du fu pm1ata al amdlio
re fir.ta alle spalle del trono (una schiera di pian te menzionate nel- di Bruil,.tl, ~tfi .J\tl. Femmr~ F.
QJ •i,~kritJ, Miçhcl07.7.1) di Rar-
le Scritture e che si pensa alludano alla Vergine) saggi strepitosi di tolotneo, 1984, pp. 185-186.
perizia esecutiva. Del resto, l'ammirevole ricchezza di questa pittu- (72) MorçaJ, 1913, p. Il.
( 73) VespasiM!O da Bilticci.
ra, la sua capacità di rin novarsi e adattarsi. ai più diversi registri (1480·1490 circo) . ed. 19)1,
espressivi è testimoniata daJie bellissime tavolette della predella - pp. 218-219.
(74) R. Morroy, Sai nt AntO·
oggi divise fra i musei di Firenze, Parigi, Dublino, Monaco e nin. Fondateur du Couvem
·w ashington - improntate a un gusto aneddotico e accattivante, dc Saint·Marc, .A..rchcvèquC
de Florence, 1389·1459, Pn-
del t1.l tl0 assente nei contemporanei affreschi del chiosn·o'"'~. rigi 1914, f!p. 76-77.
(75) Sugli •f freu hi di San
~'ltrf(;()
i)(di in partiC()(are Hocd~
1986, pp. 195-120; J!tJ>ISI>I!Ii ,
1990, pp. l 15·1 72: Hood,
1993; Mornd>iJiilo, 1995 ('•"
bil>lo[jmfi~< /J>O"dt•!le).
(76) Mar<k, 1985, pp. 451-
~~
175.
- l {77) Milter, 198 7, pt>. 2-J. La
1] .~; l. palfl ieStilui il jn"E«vlcute poliUi-
co di Lortn.:..o di Nicolò tltl
\· -
1402, reinstctllalu in Scm l»me-
nico di Cruuma nel 1440. l.a
.l· jXl iU tidl'Angrlùo t;rll prnJiSUL
tlfmaw dai H3l~. tplrmdtJ Ji /w.
~ _t. . 1UJihia. del progelfOlO trlliftri·
·mento a CIJJ1lma rleJJa fmla pre-
a:do!l.e (Orla ndi., 1964, pp. 70-
72}.
( 78) Baldù<i, 1970, p. 101.
( 79) Cfr. llasari, 1568, t d.
1878, /J/J. )08-(19: •i.n /WM!a.
11likt f[IW/e JOIW .1UnÙ dtfmarli-
rin di um Cmimo ~ Dt'lmia.no t
dtgii crln1, è tiNllO bf.nj(I([O, the
nrm è pt),\'Sibile im1H<1brium3; tli
pwr vtdere mai ""'' ' JalltJ rou
più dil~m:a, ne le pirì ddimte o
mtglio inuse fq:ttrinedi que!tcr...
35
Roma, Perugia
e Orvieto
EL LUGLIO 1445, LE
due comunità di domenicani ossen'lln ti di San Marco e di San Do-
menico di Fiesole si separarono ufficialmente e fra Gio\'llnni fu tra
coloro che preferirono rimanere a FiesoleiSO'. A partire da quella da-
1,_ i
l
l l Matlonna col Bnmbino Trittico di Perugia
*' ~'!.\
e santi (1447?) ,
~. ,;"'
·~
- .
--~- ; ,1\
( Triuico di Perugia)
(1 447?);
p redella dedicata
a san Nicola, con
•
• .r=
Perugia,
Galleria n azionale
dell'U mbria.
Libemz:i~
di tn condannali
innoanti,
e Mo11e del sante;
Perugia,
Galleria nazionale
dcii 'Umbria.
nell' esta te del 1449 p otrebbe essere indicativo de lla volon tà d egli
"operai" d i andare avanti. Ai soggiorni umbri d i questi anni si collega
p robabilmente la commessa di un'altra importante pala, quella della
Madcnna col Bambino e quattro angeli, sa11 Domenim e NU:ola di &ni (a si-
nistra}, sa11 Giuvamzi Battista e santa Ct1terina dilles.!andria (a destra) ,
eseguita per la chiesa di San Domen ico a Perugia e oggi alla Galleria
nazionale dell'Umbria'""· Il polittico era stato allogato dai domenica-
ni perugini per la cappella di San Nicola, posta sotto il patronato del-
la famiglia Guidalotti, come si ricava da un RiaJrdc del fi-ate Domeni-
co di Francesco Baglioni, datato 1548 e conserva to nel Registro della
chiesa e dellfl sacrestia di San Domenico di Perugid"1. La da tazione 1437,
seguita dalla maggioranza degli autori, si basa sulla testimonianza di
poco successiva del padre Bottonio, autore di una cronaca che attri-
buisce a quell'anno la commessa del dipinto~". Seco ndo De March i,
1 38
•
Trittico di Ptrugi(l «l'evenrualità che nel San Nicola» della tavola maggiore (raffigurato,
(1447?), contro ogni consuemdine, senza mitria e senza barba, così diverso
particolare
della predella dal convenzionale protagonista della predella) «si nasconda un cti p-
dedicata a san Nicola, to-ritratto di Niccolò V, elevato al soglio pontificio il 6 marzo del
con Nascita del santo, 1447» e che «la data riportata dal Bottonio trascriva erroneamente
\ locazione, Elemosina
un 1447 che consentirebbe di situare più naturalmente la pala di Pe-
a tre f anciulle poverç,
Città del Vaticano, mgia al tempo in cui il pittore era già passato a Roma>>e giustifiche-
Pinacoteca. rebbe <<l'improvviso innovarsi, dietro prevalenti provocazioni angeli-
chiane, di un po' tutta la pittura umbra, da Spoleto a Foligno, da
Montefalco a Perugia, solo intorno al 1450 e non prima»,.'1• Anche
l'ipotesi di Bosko\~ts che il dipinto sia stato eseguito non prima del
marzo 1438, quando l'artista è documentato a Cortona, non rende
sufficientemente ragione dei caratteri stilistici avanzati'"'1. Il converge-
re eli componenti domenicane e papali nell'iconografia della pala
(come il simbolismo della melagrana nelle mani del Bambino e la
presenza dei santi "romani" Pietro, Paolo, Lorenzo e Stefano) evi-
denzia d'allla parte la programmaticità dell'impresa, presentata co-
me una forma eli osseqtùo della città al neo eletto pon tefice.
(80) Or/andi, o p. d t. alla no- 14"17-14'18, j ol. 77 (22 "Ulg8io (86) Or/andi. I 9fY/, f'· 109; di i recenti rrm trihuti di .o\.4. lhenicc d.i Pel'ugia i1tilitt iC
la 29, I 960, p. J92, doc. X; ! 447); tlSR, Camerali, Tr..ttm~ cfr. Gilbat, 197:>, pp. 2.59-260. V\(, itt Bc:ata Angelico e Jl.e- nel !3~8 da jk1l~: Domenito
Id., 1955, pp. 33-35; cfr. Id., rio S<grelll, " ' l 283, [cl. 38v, (87} Vedi sofrra, n® 8/; cfr. nozw Cmzoli. A.11isti dc( Ri· Boglimli, c. 2.:
1964, p. 71 etwta 3. 39 (23 moggio 1447); ibid., Gillxrt, 1975. pp. 259. 264. nascimcnlo a Pen1gi3, ro.U1kr (92} Pt>n~IJI·a. Bibliofet.·c: cvmu--
(81) tlr<flivio tltli'O(nra dd fol. J9v (p>i>IU> ghtgtUJ 1'117); (88} Serafmi, 1911, pp. J(J(). go dtiJtJ mMm (Perugia, G<>lle- no1e <w g usltt: »t.s. 1 l 50 ( n .
duo'ho d:i Oruitto, rif 1443- A S~~ Diverstrm m Nicolai \~ IO/ (Il maggio 1447, 2 giu· ria nmion.ale deli'Umhria, l J l Ol ), vol. 8, T. Bottonio
11 ·1 8, f ol. 2 19 ( IO ·mag~rio 1447-1452, fol. 127 (2 olio/m gno 1H 7): ~Et ad jm.s.nJ in diumbre / 998·11 aprile ! 999), (1570 tirc:aJ, Annali o sicno
1446): cit. h~ Sttaj lni, 1911. 1449); anche: .1SV, [ntt'OÙliJ eJ Urbr: $Ìl quidam jraltr Qbser- a ctu~ eU V. Garfb(ddi, t:on cennwic di$tìntc in qtaatrro
p. 98; Orlnndi, 1964, p. ;.~s. E. xbus Com. AfroJt., I 448- vn1Ue samti Dnmlnid, qui pin· un 'ituradu.zione di B. Toscano membri, dall 'tunw 1200 al
diir. Xl/III, " l . 1449, 11. 4!6, fol. 75-v (2 ott<r J il rt pi'llgll wppdla S.mi D. N. f:' amtribu.tt' '<li T. Biganti. C. 1578 dciJc cose più uot;tbili
(82) SuiJ(I j 'èrldatttr.a storica bre 1'1'19): cit. in E. MUub:, it• f">hllio apostolico Sancii Pt- Brm Valsa.u itta. G. Comini. R. <1\'\'Cntlte nel mondo. in Pe--
di qtu.rta iradi,ioru, cfr. Orlttr.- Le.'i Arcs à ];-t Cour des Papcs tri de Vrl!e. qui Jortt. Wtl.im od Fedi. S. Fw,ti, V. Garibaldi. rugia, nell'Ordine:: Oomcni·
di, l 964, pp. 86.S8; Gilbm, p4:ndanl le xv· et XV1" siè- pi~'tld(rm. dicla m Ca.f1jJrll<nn, :L La·nd(tU, E. L·unghi, G. c;mo a Perugia e nella Pro ·
1975, pp. 248-249. clc. Rcn ieil de documcn ts et t;( famos us ulttu omnes alio.s Ma>'ltliolli. R. Mt~uar<Ui. M. vin cia Rotnana. t:. •12r (sQUQ
(83) 1lnM~1io di Stai(} di Rgrna inédits, l: t\·f:lrtine V-Pie: TI, p1aor~ yt(lliW$ .:: JlltYet ad pin· S. Sampac.Jo~ A. Sanon•. P. \-t. l'mm(J 143 7); tfr..J.ilrm:Jusr.,
(ti'Qta in trrJmui ASR}; Ca·m~ / 41 7-1464, Parigi 1878, fr!J. gendu m in tlkit~ capprJia l an-- rilli, Cinist!M Balsrmw l 998. 1845, ed. 1869, Il, pp. J.l2·
rali, Te.HJrerÙl St:t;,treta, tt. /26·128; Od<>ndi, / 964, pp. tum triiJus in cmno ·mensibus (9 1) Pe>u~oia, JJibliolt<a <Oii!U· J l4: De Ma··clti. 1985, p. 56
1283. fvl. Ji (9 .,,~ !417); 188·189, diX. Xlllll, nn. 2-10. {2 gittgno 1417}-. nalt augusta: .m.s. 1232, Domt- (ton bibliogvofl(l. P>'e<etkme).
Archivio Stgrt.IO ValiC'U.tiD (84) GilJJert, .19i5,p. 260. (89} &rafmi, 19/1, pp. 107- rtico di Francesco BagliMti (93) De Mar<hi, l 990, p. 94.
(ttOra -i1l <wmtti ASV). b1IJTJ~ (85) ll(l.<tm, 1568, «L l 878. 108; Orkmtl.i. 1964, f>. l I l. ( 1518), Ro0isu·o delh• çhieo• (94) !lo,kovil.s, l 983, p. 24,
tus el Exitus Cam. Apw;l., p. 51 7. (~) Su t poliUi ro GuidaitJJli u~-- t:: dt::Ua $aC::r t:::;tia di Sao Dc· nola 27.
39
La Cappella
niccolina
e le ultime opere
UANDO L'ANGEUCO
rien trò a Roma, nell'au tunn o del 1447, lù probabilmente su invi-
to del papa, che gli affidò la decorazione di una cappella e di uno
"studiolo" nel proprio appartamento. U n pagamento «pro duo-
bus libris azun i ultramarini» (blu oltremare) del 15 febbraio e
uno «pro undecim libris frisii aurei» (foglia d'oro) del 30 mano
1448 sono generalmente associati alla decorazione a fresco della
Cappella niccolina, la cappella privata del pontefice situata al se-
condo piano del Palazzo apostolico'•". I tre lati e il soffitto della
cappella, defmita «parva et secre ta» nei documenti, furono rive-
stiti di straordi narie pitture, intessute di citazioni. classiche e patri-
stiche, che segnano un'ulteriore svolta nel linguaggio pittorico
dell' artista. Niccolò V fu il papa che mise fine alle dispute fra "os-
servanti" e ''umanisti", assumendo la cultura contemporanea qua-
le «pilastro di quella autorità che la Chiesa rivendicav-a, coilU·o le
ten denze scismatiche ed ereticali, in nome della propria stori-
cità••'"'' · Il soffitto, spartito in quamo vele dai costolonj della vol ta,
è dominato appunto dalla raffigurazione dei quattro evangelisti,
la cui autorità viene simbolicamente trasmessa agli otto dottori
della Chiesa, rappresentati entro nicchie sugli arconi che incorni-
ciano le pareti. Il programma teologico sorreso alle figurazion i
non è stato ancora chiarito nella sua intierezza, ma Liana Castel-
Nella pagina a fianco: Qui sopra: franchi Vegas ha potuto avanzare interessanti osservazioni circa
San fAire.nzo uno scordo l'effetto ''paleocristiano" che sarebbe derivato al sacello dalla scel-
co·nsiUTato diaamo della Cappella ta di ricoprirne completamente di pitture le pareti'"'· Gli affreschi
( 1448-1449); niccolina in Vaticano.
Ci ttà del Va ticano , hann o inizio sulla parete a destra dell'altare (dalla parte delle ca-
Cappella niccolina. ~J~ere «secrete», cioè private, dove era situato lo "studiolo") e si
svolgono in due ordini sovrapposti lungo l'intero petimetro della
cappella, per concludersi poi sulla parete opposta, in conispon-
denza della ucamera paramenti superior• (la <<Sala de' L'lnzi» ri-
cordata dalle fonti, l'odierna Sala vecchia degli svizzeri). In basso,
finti parati di squisito disegno rivestono preziosamente l'ambien-
te; sull'altare, un Deposto di croce menzionato dal Vasati (perduto)
si ticollegava al tema del martirio esposto negli afli:eschi e alla
consolazio ne che attende i giusti e quanti decidono di confessare
il Cristo<•''· Gli episodi illustrati sulle pareti allin eano infatti corag-
41
Anntulio c!eg/:i argenti, giosi esempi di vita e di testimonianza cristiana, espressi in paral-
( 1450-1452)' lelo secondo la legge retorica delle corrispondenze: Stefano,
gruppo delle prime ebreo grecofono, ordinato da san Pieu·o, che rimproverò agli an-
nove storie
con (da sinistra ziani di Gerusalemme la loro ignot-anza delle Scriuure; e Loren-
in a lto) : zo, tmo dei piL• venerati martiri di Roma, morto poco dopo il suo
Ruota mistit;(l c.on papa, san Sisto, nel 2?8. Le stOJ"ie dei due santi comprendono le
k1 visione tli Ezechielt,
An·nunciazione, rispettive ordinazioni sacerdotali, la distribuzione delle elemosine
NaJivittì, G ramcisicrne, ai poveri e la generosa confessione di fede, culminata nel marti-
Adon:t.tione dei maJ,ri, rio. La loro vita esemplare dimostra la continuità storica fra le
Pre.":~tl.az.ione di Gesù Chiese di Roma e di Gerusalemme, in linea con le indicazioni
a/Tempio,
Fuga in Egitto, ecumeniche del recente concilio'•~.
St•-age degli innocenti, Come ci si potrebbe aspettare dal contenuto delle storie e
Disputa di Gesù dal momento storico in cui esse furono eseguite, gli affreschi
coi dottt.ni; della Cappella niccolina abbondano di citazioni dall'an tico, de-
Firenze,
museo di San Marco. sunte dalla visione diretta dei monumenti o filtrate attraverso
42
l
la fi lologia "antiquaria" dell'umanesimo fiorentino. Se albertia-
ne sono la "figura" classica delle archite tture, il criterio delle
proporzioni c la libera sca nsione dei corpi, ormai pienamente
rin ascimentale è la forza morale che sptigiona dalla varia uma-
ni tà degli affreschi, eroica e dignitosa come i protagonisti della
storia antica. In che misura, alla defin izione d el nuovo canone,
avesse con tribuito la presenza di aiuti, non è facile a dirsi: cer-
tamente L\ngelico si seiVÌ di allievi c collaboratori per l'esecu-
zione degli affresch i romani. per i quali sono staù fatti nomi di
Giovanni di Antonio della Checca, Iacopo di An tonio Poli, Car-
lo di Ser Lazzaro da Narni e Pietro Iacomo da Forlì; ma fu so-
prauutto Ben o~zo Gozzoli. dotato assistente del cantiere di Or-
vieto. ad assumere una posizione di assolma preminenza nella
suddivisione d ei ruoli, fino a intraprendere, di lì a qualche an-
no, una straordinaria carrie ra ~solista". A lui la critica più re-
cente assegna la decorazione dei basamen ti e degli strombi
delle finestre, nonché alcune figw·e nel M attirio di san L01-emo
e due Evangelisti della volm (pe•- i qual i sussistono disegni pre-
paratori nei musei di Chantilly e d i Cambridge). Non sono no-
te invece le decorazioni dello "stucliolo", andate perse so tto
Giulio li a seguito delle d rastiche ristrutturazioni della zonar'""'· Arrruuiio degli argenti,
el biennio 1450-1451 !"Angelico rivestì la carica di priore (1450.1452).
del conventO di Fiesole e dive rsi documenti ce lo mosU<UlO inten- particolari
della Nativit<ì;
to a presiedere riunioni o a trattare con i frati di San l\lhuco per la Firenze,
stima di codici min iati0 011• Nel periodo che precede tte l'ultimo e museo di San Marco.
definitivo soggiorno romano del 1453, l'artista fu ininterrotta-
mente impegnato in altre gravose commessev la più importan te
delle quali fu la decorazione dell'Armadio degli argenti per la chi e-
sa della Santissima Annu nziata, affidatagli da Piero, figlio di Cosi-
mo il Vecchio, già nel 1448"""· L'immagine miracolosa della Ver-
gine (tu ttora venerata nel tempio fiorentino) era diYenuta una
delle effigi più amate della città, e molti fedeli le avevano fatto
dono di calici e alui oggeui d'argento in riconoscimento delle
gnvie ricevute. Per l'armadio dove si conserv-avano gli ex voto più
preziosi, l'Angelico fu incaric.1.to di dipingere quaranta tavolette
con Sr,ene /klkJ, vita di Cristo (se ne conservano oggi trentadue, sud-
divise in u·e pannelli contenenti rispettivamente nove, dodici e
un dici episodi), ispirate forse alle ventotto formelle con Swrie di
Cristo e di umFmncesw, dipinte intorno al l335 da Taddeo Caddi
nella parte supe•iore di una credenza nella sacrestia di Santa Cn:r
ce. Ben ch~ l'aspetto originario dell'annadio non ci sia stato tra-
mandato, è noto che esso era destinato al nL1ovo oratorio (ora d~
strutto) adiacente al santuario, fatlO edificare da Piero de' Medici
a somigli:mt.'l di quello inserito nel proger.to paterno per San
Ma.rco'"'J)·
Tutte le scene della vita di Gesù recano, sulla sommità, una
profezia del Vecchio testamento e, alla base, una sentenza evan-
gelica che ne attesta l'adempimento. Le due serie riconciliano
nel loro insieme le radici profetiche del Vecch io testamento con
gli enunciati sLOrici del Nuovo, dando figura a quella dotuina del-
la Lex amari.s (il titolo è contenuto nell'ultima tavoletta), secondo
cui Cristo non è venuto per sopp•imere la vecchia legge dei pa-
triarchi, ma per rinnovarla e integrarla con la nuova legge. In
questo senso, il programma dell'armadio può essere letto come
una Bibbia illustrata ("Biblia pauperum") , della quale il ciclo af-
frescato di San Marco costituirebbe un necessario complemento:
entrambe le serie, infatti, culminano nella rafligura-tione dell' In-
corotw.::ione fii lYiaria quale simbolo di unione ecclesiastica e spiri-
tuale"'"'· Sebbene soltanto nove, delle trentadue scenette s11persti-
ti, siano riconducibili alla mano dell'Angelico (le al tre furono
eseguite da un anonimo ma dotato al lievo che lavorava su suoi di-
segni), non si registrano in esse segni di indebolimento delle sue
capacità tecniche o creative: non certamente nella tenera Annun-
ciaz:imu (una delle versioni più poetiche di un tema tante volte af-
frontato) , e neppure nelle paradigmatiche formulazioni della Na-
!44
NAMlNI MVNDI eST01 AVHKE tv\ALVM C061TAT\ONVM V;.!STRARVM. rSAI E. l . C .l
- ·~ -~
' -·l.
46
l
Motkmna in tl'on<l La sua immagine giacente fu scolpita su lla lastra terragna
col Bambino e sanli posta nella cappella di San Tommaso, «lungo l'entrata del fianco
(Pala di Bosco ai Frati)
(dopo il 1450). appresso la sagrestia», dove segnala ancora oggi la sua se polm-
p~rticolari; racu"'. Nc ll"isclizìone, riportata d al Vasari, si legge questo epitaffio:
Ftrcnze, ~NO:'-! ~11HJ SIT !.AUDI, Qt:OO ERA.\ f \'ELLl ALT ER APELLES, l Sf.D QGOD
museo di San Marco. LUCRA TUIS OMI\1.>\, CHJUSTE, DAJ\Ai\1: / ALTERA l\AM TI:RR.IS Ol'f.RA EX-
TANT, ALTERA C .o.ELO . l URBS ME J OANNE:);I FLOS TUUT t::TRL' RL.o.E l
MCCCCLV •.
•
• •
• -
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•
•
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•
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•
•
•
•
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• •
(95) ASV, lnhvitvs tt bit>u (100) Cf•. Mi• t<, op.cit., (104) !ipih, 1996, pp. IS0.19C. 9""'•d• il rapi11lu gtrmall dd lrt Mo..,,. cioi o Tfiot< id Cm-·
c,.,_ Apost., ~- 414, afW· 1447· 1878, n. pp. 112-IZi; Orls..U, (105) I:.,..,.,fu wtu•J!Irf!ri- jnJR(NDill 061t1Wlllll si ltntk 1"0> DIJi'\ O JI!CSt)& flrl.m#(o dtJ \'iDtL
•p IH8 (15 ftiJ!Jro>o 1447); l %4. p. !89, ~ XV!ll, n. 9: k l.rm;,f>•, 1'128, H> 1}5.1 ]9. pritHA qt•tl ,....... gia• • d fra/t a. F.n•lt ( .../ dii) b
AS\', Divvnorum NietJlm l ', Gi!(,.rr, 1975, 1'/'· 251).253. (l06) C. l!olil!>&n, C:O..i mo <lo' (107) Drk:mli,l964.p. 118. DtambrdJCCCa.Jffl. (.1nhiLiò
1447-14,2, fol. 68 (JO mnr:o (l Ol) 01/rmd~ op. cit., J960, Medk:ì an d thc f rand"·un Ot>- ( 108) Si frtiii(IUI de//(l <krorcaion1 (/i Sta/JJ di Pnugia, Ar~mwle tkt
1118); <ft.' Miint:, op. ci1., />P· JJ{).JJ J; Jd., 1964, p. 117. ~n~m1!1 aL Bo-sco ru Ft-:tò, m Qr pillmi<Lt dt/Ja roppdla dtl f'alauJ> n
l 4J4, [o/. 12i). l.nll!v tld O.n-
1878, Il, p. 316; Otianrli, 1964, Ptr la stima di nktmi rodid /Jri- ~imo i l Vec;.chio dc' Mcdiei. dh prion', 6$tguìta du &~wJi'ltfJ figli, sWJ;,ç,~ mm mlr()ft'l fitlito. fo
p. 189, dor. .l(I>Ill, nn. 7-8; Oil· nihli da lan&IN St.rmzi, Fi,-rn:e., JS89-1464. I!.>ai'S in Cornme· &mJigli ''"il H 55 c rl/46;. .v.J sr>mato n.. UJ>P• il ~ snt,•bre
1m. mJ.p. z:;o. BiblilJirw lilur~c.ifUla. Cod. tli mora.rion of t.he 6oot1t r\nnnn· -lmt<o dr a}fid<m.tiUD u ...g;. 1461 (Or/nudi, 196~. p J2g),
(96)ibga•, op. cii., 1968 (Id. San M..-t<\ n. 9()2: Libro <li RJ. sarr of Cosimo dc' ~lcdici's suo""""""" --~w ,.,r... Sllll'mp;mio ,.,,,.•.~ TOI'f"!·
1969), ff'· 151-151. """""" ''·fol Ut.• (20 Hl«miA't 8tnh, a t«T4 tb F. .-\o~~n·LtwiJ) tù;o N, • lm...,llki•VJIO. lìptm ni., l d0Ctllll(1)U della Cappella
(97) <A.!Idfrantlù ~''!!"-'• 19118, 14411,.20 ftiJIJro iiJ !45J): cii. m Oxfotd l 992, pp. 1111·192. &ne/ti sorm Jlnla Jtimato o tlttjra F•kt dei Priori. i11 .U V'l/., op. ci t.,
f>· 117. 01ùmdi. 196~. pp. 116-l l l , pp. /11 ftrtStiWI di san &n!ltrditw, ta· {JO Ltpp., o da O.mrmiro l 'tn<:f,_ 1996, pp./!689.
<98) v....,;, 1568. <d. 1878, 194-19), dnr, XX!, 8. umlT..::tlW nt:l14JO. oostituilru w l ~~~ oda fm c;.,,.•.,,u al'i..,le. (l 09) 0./nndi, 1961. pp. 128-
p. JJ6. ( 102) &W.itti, 1956, /1'- i 8·85; w lldo frrmint ""poJt qu,.cn" fJtr lo n&mfig/> {JI,(}((bj: , f'J f1iU uo1Rrr10 /44.
(99) P" qv.tsto tratunitmt, C:uùini, 196J, pp.JQI./2-f. d0141.Wro!, i,.,ssi/;i/e ""'
l ~io clie,for1Uio <l wpoudiL'lo/w.'lii'O," J ( Il O) Vasmi, 1568, <d. 1878.
~~.. 1996, ,. 77. (l03) ~h, 19'J6.1f>. ind ne m»DRli o.U'Qll:to pt~<ttkllft1 .ùgg(i)n ~illtm't ;tr""" k fW>1t p. JZZ.
47 l
QUADRO CRONOLOGICO
1385 ln una data corn ~rc:s:a fròi ~ut· Firenze conquista \'o1terra c:: in iz.i::a 14Z!l U 30 mari <l il monastero di Sitn
.n'anno c il 1400, .nido di P1cro la guet-ra concro Lucca. Cnmind:t Pie1ro Martire IDulla debitore d i
nasce nei P''e:111si di Vicchio, ne] il p rogra mma dcço rativo dcllt Unti .\Om rt\3 di 'I.'C nli no rin i nei
Mugello. Al'rd un l'rmello, 6<ne- trencadu e ve u ate aUsiclali cit i confronti di ~ltllo di Fiesole per
d ello , m ii'! Ol'C di ~u:lkh c a n n o, duo mo di Fil'eJ\ ZC. f rancesc o una pala dell'i nge)ìco. La cocn pn ~
che lo seguirà nel a c:al'l i(!ra ec· d'AnLOiliO dipinge le anre d ' or~n - guja di San Ft'ancesco commcue
clcsjiu ticl'l: r: nn~ ~ >1'e lln, Chcccn 110 per O rsanmichele. L'nnnò pii· aU'arcjsta un politUoo COl\ MrultW·
(Fr-JnceSC'd) che. marita.ttui ''C:I'W ma è mono ~lasacdo c Masohno 1w r )tHUi per la propria cnppdln
il 1410, mcu c1'à al mondo un fi- .si tra.<d'e ri~e a Roma. nella ('hiesa di Santa Croce. kisa.li·
glio (Cio,·at•ni di .'\.1\LOnjo) cbc lo rc:bbc <i quest'anno r alloga7ione
as.sister:'i nei ca mi eri di Roma. e di della ~a)a della Dtpo:.i zhnu ptr la
Oni cto. e:appe la Strozzi in Santa Trinila.
la!ciata it\OOUlpima diii Lorcnro
Elezione di ~.hlrlino V (Oddooc 1417 n 31 ouobrc Cuido di Pltro. già Monaco nel l..a2.5.
Colonna, 1~ 17-143 1) . Don21eUo definito •dipintore• c aacora nel-
compkta il S.J1 ~· per la nic- lo stato laico. ''lene: accolto n~lla Elezione di Evgtnio IV (Condul- 1431 Tra quc'R'anno c il ~uect:ssÌ\o 50I'M)
cllia dell':ute dei Cor-o~Ua~ m 0..- comp•gnia di San :oliccolò del mor, H31-l 447). Luca IJ<Oa Rob- d001menuue le am&atn'C fr.t l'anc
sa.nmichde a fi~nzc. Qui arri\-a Gannine sn precnwlone dd mi· bia inizia la cantoria de} duomo di Calim.ala e a mo!l3SltCf'O di Santa
~!asaccio dal VttlcU.rno. L.oreo.zo ni.antri"m Bauiua di Biagio San· di f irenze. M2.50Jino contludc g li ~laria <k-gti Angeli :S';'
la rootnuio-
~lon>eo <i immamcoto fra l pino- guigni. suo vicino di C*-"a c fo.r.se affres-chi di San Clcm ~ntc: a R.f> ne di un oratorio cflrale sarebbe
ri fiorentini, socio di bou~gu nel •.P9polo" di ma. Paolo Uccello rienm.1 da Ve- &tato urigiuariamcmc dc:sòmuo il
San ~Gctl cl c: Visdomim. nczta . Battaglia d i S:u1 Roman o CiluJititJ u niwnal~ dt>ll'Angelicfl.
contro Le trupp e senesi·\·iscontcc. COllllUjMionato in occ;Minne della
Si chiude· Il c:oncilit1 di Co.slanza 1418 11 28 gènl\alo c il l ~ febbraio rice· Tra q uest' a1l 1l O e il &ucces!ivo nomicm di Ambrogio Tr:wt:rsari nd
con b conrhuuu1 <!.d i'eresia h u~ i - ve pagame nti pc:r lU IQ. t.avolt' di· comm issione a Rrunelle.schi d<:l abate generale dell'ordine c~m~l·
ta. Viuoria di [kum:lleachi al oon· pin1a per 1:. cnppc lln Chci'Urdini modello del1a Jant.Crna per ln c:u· dolcsc.~. Ooc;.umc:nti di qu t':~ti anni
001':\1) p€1' )Il C:II(MIIa dt:J ChJOIOQ d i 1\d la c h ies.'\ norendna eH Santo pula del duomo Uorcntmo. Viuo- conferm;tno çhe l'e.s~ t uli l>fl (' de-lla
Fh ente. L'~l't<' d(') C.ttmbio c::om- S!elàllO<ll Pcmlc'. Pl'in1i j)J!J:ii nella ria di Chibeni nel concorso pc l' palu di San t.' Tdnita progrc:div-.:1 pà·
missionn a ChibcHi il Stm Mlltteo miniatura JOHO la guida di l.oren- la c::assot-rdi~uiario di San Zanobi •-allclamente alle rr.mw.toni linan·
per la nicthin h1 Orsanmichele. zo Monaco. Si nct.ol\Ul all'::.mbkn· per Santa ~ aria dd Fio••e. En tro ziaric fra P..illa S~.rozzi e i domeni·
Jniliano i l:tsori per Ja s:..ctcuia te t:mingotico dominn1o d aJie fì. qtl<'"..s.t'<mno si colloc:ma gli affre-. caui dj Fiesole::; )'opera n. collocata
SIJ'otti in Santa f1'init.n. .l..conardo gut•e di Ghrr:\rdO S1arnina. e dl .schj di Filippo Lippi al Carmine. ·~n siru" nel 1432. In gueg() Stf''-"50
03.ti fonda il monaStero (cmmi:ni- Masolino da. P-;.nlule. ~laoolino è a Todi. 4Ul HU è: dOCtlll\Cntata l <l)Jog;ui.one.
k di San Paet:m Mat uzc. da pane dei sen;ti di Sam•Alesun·
dro di llrocia. di un.1 perdu&\ Art-
Muore a tlrtnzc l'an ri~pa Cio- 1419 Muore il rni,d o fi~nt.ino Bar- ~P. idcntifooa cb Orlandi
\"'anni xxm: ini.tia la costnuionc naba dcg t ..-\~H.
Ntl tcst~mento coa quella di Momeçulo.
dello Sp<dale dc:gli Innocenti, fi.
nanri.ata dall'alte dclfa Seta. Lav~
del 25 gennaao, U nob il~ bM:ia
una somma di !Clmila fiorini per
la ricosuuzione del ccmcnlo d~
Pace di Fenara. fra Mib .no c F'~
-
143S Per il secondo anno COfl.SeelHi\ '0
ri nel con,'Ct\to dì S:ma Maria Ko- rente. In settembre un~ru~ dì ttcopre la carica d i ,.;cnrio ntl
velia per il 50ggtoruo di Martino mcniono di ficsolt. dO\" I'Ange- :ui>t<><nrici capeggiati a Rlnaldo co1weoto di Fiesole. L't l luglio
V. Cons:tenu:lone di S:am'tgidio. lico si ~arcbbc trasfc:ritu :. b:lirr degli AJb~i riesce) ottc:nc:rc: l'c~1- l'arte dci l.inaiuoti sLi commcttt
<bi 1... 21 eire~ e dO\'tt uvr~ be 1:1. lio dci Mcdid per dieci anni. Co.- per un compenso d J c.cnron0\-.10·
~c;iato impot unti dec:orntioni p~r 5imo ~i recht:rà a Padova. da dO\'C ta fiorini d'oro il grande U:ll>erna·
b chiesa conr@ol) tunle. tomé l'à Ilei 1494.. Na..">ce Mar.silio colo oggi al museo di San ~'farco.
'-
Ficino.
(ngresso d i M;,rtin o V a Roma. 1420
Nascita di Be•·toldo di Gio~.n n i c
Bcnou.o di Le~.
Secondo molti a utori cadtcbbc:
nel pcl'iodo 1·12fl·l 1122 1'hwcsULtt·
n rdi~io~ di Guido. Iiuac~ hwc-
ll'l se ucmb1·e è re,·oc;Jto l'esilio
dci Mc::dlci. Cosimo rictltl':\ in
-
1484 li 14 genn aio effcu ua la slima di
una uwola dipinta da Bicd di Le).
ce da "as::1l'Ì al 1407. Es~Ul" una d ttì e, co1 :fà.\'Ore pc•polare, fa tii- rcnw e Stefano d'Antonio per U
l•ladom1n i Jt mmo mi /Jnm i no per tiare i suoi lbindp:.li '"'"'-ersart p6- com•cnLO liorentinc, di San Nic·
il com~nto di San Donu::nieo a lili('i: gli A izi, 1 Pcr uzzj, gli Ar· colò Maggiore. n 27 ~Ut'{) muo-
Fie~o l e (Pnlft di .Sa., Domtl!irtr. Fie- dinghclli. Felice Branc3cci e Palla re Gio\oanni di Zano 1 . 1asi. gi:ì
sole, S..··m DomC'nko). SLmZri. SoU~mionc antipapale ~ sacrista di Sanl:a ~laria No\'t!ll:t e
Roma: Euge-nio IV ~oma a Fi- probabile committe nte dei .-di-
A Firentr. prt:p:muivi per la guu- 1423 Alla fine di gru,:.>o ~b è >eer<dito- rmzc: in Santa ~Jaria . O\'t.Jia fino quiari esegui d a più riprese per la
ra cona-o Milono cd ektione dei to un pagamtmo eh dieci lire per al 1436. D condottiero f rancesco ugrc>tia dcll• basilica. :-Ielle <~< •
Dieci di 8;tli :a. ln,urreziooc d i
Forlì Conclusione dci lav-ori in
un.a croct da foni
ncn·m:r:d.ale
di Santa ~br a t\uou.. " sua
Sforza é deu:o in mano gonfalo-
nicn: deUa Chiesa; in nO\'embre d
so ~nno funge da intermediario
per la conces1ione di un crcdho a
Santa Trinha:: Ccnulc da. fabria· m.cnrinne com ~ .(nue Cio,mmi ~ap.a. rinnQ'\'"2. g li accordi con 1o c:c:no Martino d i C imanni e :ti r...
no o;tgue per P:tll:o SLtOui l'MD- de' f ra ti d i A n Oomcoicbo d a fona a Firenze. g li o di lui, Antonio da ~Jori an o.
muom dtl ••azt
nella sa.crC$tia dc-1- Fie.so1e-. ne indica l'nY'\tnuta inve-
la chie"1 (Firtn>.e. Ulfuil. 'ti tura reJ1gio~a. O:nova in.sor~e cot\tro i Vù:conri. 14ll5 Consacrazione della chit:sa dj S..'\n
Mnrotino è a a<riglione Olona. A D<.liUCI)ico a f iesole. prr la quale
Sconliua di Zllg~"'"'"' (2!1 lugUo) 1424 Questa e C]lll!lla dell'nnno 5ucce~ Fi.rcnr.c si cò.struiscol\o Ci"'ppclle I'Angeli<'O a\'em eseguilo anni ad·
e penerrnzionc dc le li'Up~e \Ì:ICOil· 5i\·o sono le probabili d~ tt di e-se- pri\•ate lungo Ja navata di S:u1 Lo- <hetro opere come r lnctmmn:.itmt
lec in terl'itol'io toscano./_ Fircm.c, cnzione del polhLico con J\1(1ti(,n,. rcnzo, dO\'e Cosimo dc. Medici ar- dti/fl ~~ilu del Louvn: c la pah
affrcsdli d ì M:t~olino iu Salllo Ste- nct e ~rwti pet• H ltlOnl\ttcro di San fida a DonaLello La decorazione a dcU·An11unda:i.tJnt del Pr.tdO. Pc>-
fa.no l'l Em~oli e inh·.io dci laYori Pietro Manir'e (fi renl.e, mu~ di stucco dt"lla Sag resriu \' ~ cc h i a. trebbe datarsi auot'I\O a qu est'an ~
nella cappè In ll··~mcacci al Carn•i- San Marco). .l.eotl Ban:ista AlbCrti: Dt jJirtmvt. no (Hood) In Palo-di .~1mi!Vn11.
ne. M:tl."'C(iO arfrcsrn l;, perduta
S!l(J7'tl nel chiosu·o dc:IJ~ cl~tt:sa. ln.i-
zia 1:~ co11nbornr.tonr O'a :O.t.sotino e
Eugenio TV ingiungc ai sik·esninl -
14.36 ll lS aprjle riceve La commessa di
una pala con la D,.posj!..iorrr per
di cedere ai domenicani di Fic'o-
Masaccio (p;ilil di s••~:~""' Indi<!' le iJ ron,·en1o d; S.-m Marco. Il 25 Sama Maria deDa Croc.o al T<mpio
ZII); allog:rrJCme della P11t1o diif':ra- mano il papa inaufun. solel\nc· a Firen.z.c; un pagrunemo del 2 di-
duo t~iomo ''C:txri.ano di [..o. meme la cupola de duomo. t>ao- cembre ,·iene interpn=taiO c-omt
~nu> Ght ,..1ì (142~B2;); inizi> lo Uccc:Uo estguc il MonuMtm• a po5'ibile wdo dcU'opcra. ma dc-
la .,..r""" •-enewna di Pwlo Uc- c;.,..,""' d"'IO in Santa ll:tria dd me-nti intenti alla figunzione $f>C>
cdlo (8noill l 430). fiore. ~l' es=aion e all4 40.
AVVENIMENTI STORICI VITA AVVEN IMENTI STORICI VITA
E ARTISTICI DEL BEATO ANGELICO E ARTISTICI DEL BEATO ANGELICO
d 'Angiò COIIlrO Alfonso d 'Arago- eh o• a San , l ateo. La pala por gno gli affi"Qc;hi nel cenacolo fi4>- (canonizzam • Niccolò V apptul-
na. Lega di firem..e con Venezia c l' altate .nag3iorc d ella ch ie •a rcndno di Sama Apollonia. lOqt•ell';mno).
Milano. Do menico Vcne2iano e (cousacmta a Eugenio IV il 6
Ric ci di L.urtnto la,·orano in ~cnnai o) ris\&
lta uhimm.a enr.l'o rn~ Ghiberli ltrmina la Porltl dMPma· 1452 \10 d ngolf) rli Pra~
L'Op el'a del Sl\&
Sam 'Egidio 1 mentre Piero de lla e data. diJo dd Battistero. Bco:nouo Coz· W SI ri\'O~e al r illfJ J't pt:r la dl."'CCT
Franee$Ca ha gii fatw riLorno a zoli esegu e gli affre~chi in San razione- ella e •ppclla m:1ggiore
San,opol<ro. Partenza di Donate)- Francc$CO a ~orucfako. l\ 1\~n o in duomo: dopo una ,·j~ha in lo-
lo per P>d<>VL Girolamo Savonarola c Lr:ona.s.'Cio c.o, compiuta alla. fi ne di marzo.
da \ 1nd. J"Angdko 1ifhua.
Ftrtru(' c ~zia n sdlietano con~ 1445 l'cl luglio la sua presenza • firc.o-
[l'(l iglsmoodo !otllall::ota di RUn>- te C documentata dalla firm a aJr. Ctd uu d i Cosranrinoli::,ll- A F1- 1453 l u qu~sto periodo è d a poNi il
ni, 111~uuo da ~hlano e da N• JXI'la. assieme ad altri coufnu.e ', rc-nz.c muo re i1 cane~ 1ere Mar· teno c ultimo ~1orno romano,
~li. multi iu Ro magna e nclle al documento di .separazione fra !iUpp in i. c ui .sube ntra r osgio $UUe cui chue mancano l?t!rnJcro
1 larche. Carlo M arsu~ ni e il le conauniti di ossc-r vanti di Sdn Bracciolin i. Benozzo Coa.oh: af. pcecise d<>C\lmenu'Ltioni. Orlandi.
nuo..·o cancelliere della pubbli- Morco e di fiesole. L'Ange lico è rrc~c:hi di Sama Rosa a Viterbo: ri.scootrundo l \~sc:n m eli 1.c:~t:iu1o-
ca fioren tiua 5ucccdendo a Le o~ fra oolon) che preferiscono reM& Mino da f iesole:: bu:itu~riLrauo di niante "'adCi\nC, ((>ngcttura. lavori
nardo lll'uni (mo11o l'anno;:rece· l't 3 1'1 eliolc. Con ogni probab ilit~ Pitro dt' Med·i ti; Donl'ltCIJO: .smnm in Santa Ma&ia M>P& 'rt Mincrva per
den te). Ptlff, 11i .5<,rutu Luda t• Ma-- iu aumnno si crasferisce a Romn, ec:1ue5Lre del Gatttnntlata a Pado,•a.. ncardin:ll(• •li 1'ot·q uemacla.
I{JUJ1i di l)omenitu Veneziano. Pao~ do v~ .~eçon do wta vecchia trad i~
(o Uccello è a PadO\oa con Donattl· 1.iope l'Ì adopera prcsoo il pupa Desiderio d01. Scttignano: Montt· 1454 11 2 d itf'mbt'e ''if'u~
c:iuu o, imic~
lo. ~o.<ce Sandro ll~nicelli. ptJ' la nomina di Antonino P1e~ 'IIUrtl D Mm-suppini in San Hl CI'OCc. mc a filippo Lippi e: a Domenico
roui ad ill"Ch•tSC<.»'O di Firc.ru..e. NiSCe Polizlano. Veoe:t:iano, c:ome \lima_lol-c della
dcc.orarione d1c:: Uonfig)i ""'1l.'-bhe
AntOnino Pk rotti è archeSC0\'0 1446 Nel n~C> è documentato a R~ :'t1i10 nella <11pp<'ll> d d Pabz-
r::no
d i firen7c. InWa b W$1J'llrione d j
Ruccllai su p~~C:llO d i
n B;uUsta .-\lberti. ~ uorc Fl·
ma per 3\'0ri n ell'abside di San
Pietro e ncl Palazzo apost~ico.
l"ooa: di Lodi fra Milano. \ \:n«i., F'• 1455
i priori > Prnogi:a.
fi 18 frbbr.\i() IUUOft 3 Roma ed è
lippo Bmncll~c;h i. teme e NapolL .sepolto alla l\hncn·.1..
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Vn:i:liÌ , !.e ()itl de' piiì «t:dienri piuori, st:!iltori r. ardn'tt'fti (Firt:tt:l:t Mmw el'an~ttrtlio pw g(i wge~ui dl·llb SS. A mw n:ùJt~ in ~·Commenta
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pittori, $Cullori t tnrJtiWti titlJtttnictln~ Firenze- l 845, I; V, Marchesr., VJJJ, 197.;; i\.f. RoskO\·il\ Uu'Adomzion.tdD Magi t gli il>izidtlDl ttpp
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paginr; 4, 5, 5, ;1Oa, 11a b. aprile 2000 dc126.10 .72
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Firenze) ; 36. 37, 38ab Fax (055) 5062287
(Archhio Rabaui- c.e.p_ 1294{)508
Domingic. Fi re n ~e ) ~ 7a, incestato a Art e Dossier,
2&•, 39, 40, 41 (foto Sc ala, Firenze
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