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I SENTIERI DELL'ICONA
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ICONE: FINESTRE APERTE Search the site 

SULL’INVISIBILE
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Un po' di storia…
Pubblichiamo il prezioso dono che, in occasione dell’attivazione del sito Video
Internet ufficiale “I sentieri dell’icona”, abbiamo ricevuto da don
Gianluca Busi, iconografo di fama internazionale, sacerdote della diocesi
luglio 2023
di Bologna e componente della Commissione diocesana per l’arte sacra.
Don Gianluca Busi, oltre a una feconda attività di “scrittura” delle icone – L M M G V S D
le sue opere sono presenti in chiese e comunità sparse in tutto il mondo
– tiene corsi e conferenze in Italia e all’estero. Il presente contributo è   1 2
tratto dal libro “Il segno di Giona”, pubblicato dalla Libreria Dehoniana
3 4 5 6 7 8 9
di Bologna, di cui, nella sezione “I libri” di questo sito, è disponibile
anche una breve recensione. 10 11 12 13 14 15 16

Quando guardiamo un’icona sentiamo una insolita familiarità. 17 18 19 20 21 22 23


Probabilmente, anche se non lo sospetteremmo mai, è perché ci
24 25 26 27 28 29 30
troviamo di fronte a qualcosa che avvertiamo come molto legata alla vita
di tutti i giorni. Probabilmente l’oggetto più vicino al quotidiano che tutti 31  
ci ritroviamo in casa: la televisione.
« Mag    
L’icona infatti si presenta come uno schermo. Ci sono alcuni particolari
che ci aiutano a capire questo. Il bordo rosso che ne delimita il
perimetro esterno ha una funzione precisa e delimita la realtà esterna ARCHIVI
(visibile con i nostri occhi) dalla realtà interna (altrimenti invisibile). In Seleziona mese
senso più preciso delimita il “profano” che si trova al di fuori, dal “sacro”
che è rappresentato nell’immagine stessa. Lo sbalzo interno alla tavola
delimita invece il bordo esterno da una zona più interna chiamata anche
“I SENTIERI
DELL’ICONA” ANCHE
“finestra” o “culla”. Questo è lo “schermo” vero e proprio dove ci è data
SU FACEBOOK
la possibilità di vedere un’immagine che non appartiene alla nostra
realtà visibile. 
Se volessimo forzare questo paragone icona-televisione potremmo dire
che quando vediamo un personaggio sullo schermo, diventa fruibile
davanti ai nostri occhi una realtà distante ed irraggiungibile. AVVISO AI LETTORI
La televisione è uno strumento adeguato per recepire e rendere visibile I contenuti di questo sito hanno
qualcosa che pur esistente non è realmente né presente né visibile, lì finalità esclusivamente culturali e
dove siamo noi. Dell’icona si potrebbero dire le stesse cose. divulgative e l’attività di
Guardandola appare, come per miracolo e davanti ai nostri occhi, aggiornamento è svolta dalla
redazione a titolo di completa
un’immagine soprannaturale che diventa visibile grazie ad uno
liberalità. Ogni utilizzo improprio
strumento adeguato: l’icona stessa, appunto.
dei testi o del materiale fotografico
proposti in queste pagine - in
Trovarsi davanti ad un’icona significa, quindi, guardare attraverso una
particolare per scopi di lucro - e
“finestra” che ha una vista sull’invisibile. Se ci lasciamo condurre da
l'omissione del rimando alle
un’osservazione attenta e pacificata, molti particolari ci balzeranno
relative fonti citate negli articoli
davanti agli occhi. Normalmente il primo aspetto che attira l’attenzione è sono pertanto tassativamente
il colore del fondo. Nessuna traccia di un cielo azzurro, al suo posto una vietati
profusione di oro zecchino. L’oro è il materiale più prezioso che esista in
natura ed ha una rifrazione perfetta della luce. Per questo gli iconografi
lo utilizzarono per significare la luce increata, che è la luce di Dio. PER METTERSI IN
Una successiva osservazione ci permetterà di avvertire che figure ed CONTATTO CON LA
NOSTRA REDAZIONE
edifici non producono nessuna ombra. Questo avviene perché quanto è
rappresentato nell’icona appartiene ad una realtà “trasfigurata”, che non redazione@sentiericona.it
lettere@sentiericona.it
riceve luce dall’esterno poiché contiene in se stessa la sorgente della
luce.
Questo concetto particolare trova un’eco in una citazione dell’Apocalisse: VIDEO
“Gli eletti vedranno la faccia del Signore e porteranno il suo nome sulla
fronte. Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di
lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e
regneranno nei secoli dei secoli” (Ap 22,4-5). Dal punto di vista pittorico
questo è evidenziato attraverso particolari molto singolari. Dalle vesti
trasparenti escono raggi di luce sempre più intensi fino ai tratti vivi di
colore bianco puro, nei punti dove la pelle tocca le parti di tessuto a
maggior contatto con il corpo di luce. La bellezza della…
della…
Questo fenomeno raggiunge la massima intensità nei volti. Il colore
della pelle molto scura e i colpi di luce molto intensi, rendono l’idea
dell’abbaglio che i nostri occhi hanno davanti ad una sorgente luminosa
troppo intensa; se guardassimo direttamente il sole avremmo una
esperienza analoga: il sole appare nero e tutto attorno si scorge con
fatica un alone luminosissimo. Una tradizione diffusa da tempo
immemorabile consigliava di immaginare i volti delle icone come
fossero costruiti su di uno scheletro trasparente con una candela accesa
all’interno. La pelle si illumina, ed in corrispondenza dei punti di
massima aderenza allo scheletro (come gli zigomi) esplode in una forte
irradiazione della luce. Questo esempio, veramente suggestivo, può
aiutare a tradurre attraverso un’immagine questo concetto
dell’irradiazione, perché spesso non è di comprensione immediata.

Le figure iconografiche non hanno alcuni aspetti tipici della pittura


cosiddetta “naturalistica” che costruisce e ricerca il volume attraverso il
chiaroscuro e la prospettiva. Questo espediente viene introdotto per
accentuare la percezione dell’alterità, poiché i corpi celesti non seguono
la logica rappresentativa naturale. La profondità e il volume vengono
raggiunti qui attraverso la sovrapposizione di colori molto leggeri e
trasparenti e il movimento verso l’esterno viene sottolineato con lo
Ikonenmalen
spostamento dell’asse della figura verso sinistra nel “profilo avanzante”.
Un altro particolare da considerare è quello della “prospettiva
rovesciata”, un aspetto ancora molto discusso fra gli interpreti delle
icone antiche. Sappiamo dalla Scrittura che Dio disse a Mosè che Egli
non può essere mai visto di fronte, perché “vedere Dio di fronte
significherebbe morire”, quindi Egli si fa vedere “di spalle”.
Probabilmente gli iconografi cercarono di fare delle raffigurazioni con la
prospettiva inversa, dove “il punto di fuga” non è dietro le figure ma
davanti. Questo significa che noi abbiamo una visione di qualcosa che
avremmo potuto vedere solo di spalle.

L’iscrizione: tutte le icone hanno una scritta che designa o il titolo o il


nome di un personaggio. Normalmente sono scritte in slavo antico o in
greco. Probabilmente sono funzionali alla collocazione. Nelle chiese
ortodosse ci sono centinaia di icone. La maggior parte dei fedeli
riconosceva le rappresentazioni attraverso una fruizione continua delle
icone e l’iscrizione, voluta dalla Chiesa, era essenzialmente un “sigillo” di
canonicità della raffigurazione stessa.
Le icone si dipingono con una emulsione formata da tuorlo d’uovo, vino
ed essenza di lavanda e potrebbero essere letti come simboli
rispettivamente: della risurrezione di Gesù (anticamente infatti la
risurrezione veniva paragonata al pulcino che spezza il guscio ed esce
dall’uovo); del sacrificio, dove Gesù offre il vino dicendo che è il suo
sangue; del profumo, come ricordo dell’unzione (con un balsamo da 300
denari) di Maria Maddalena a Betania (segno della dedizione completa
dell’uomo al mistero di Dio). I colori sono possibilmente pigmenti
naturali, in genere terre e pietre preziose tritate: questo vuole
sottolineare che tutto ciò che c’è di più prezioso in natura viene messo a
servizio di tali rappresentazioni “trasfigurate” della realtà. A pittura
ultimata il dipinto viene ricoperto da olio di lino cotto bollente con sali di
cobalto che conferisce, una volta essiccato, quella particolare patina
“vetrosa” e profumata che caratterizza il dipinto iconografico.
(da: don Gianluca Busi, Il segno di Giona, Libreria Dehoniana,
Bologna 2012, 2° ed. pagg. 15-18) Praise the Lord -…
-…

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