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2

L’età augustea

ANGELO DIOTTI
SERGIO DOSSI
FRANCO SIGNORACCI

Narrant
LETTERATURA ANTOLOGIA CULTURA LATINA
2
L’età augustea

ANGELO DIOTTI
SERGIO DOSSI
FRANCO SIGNORACCI

LETTERATURA ANTOLOGIA CULTURA LATINA

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SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE - TORINO


07588
Coordinamento editoriale: Enrica Varaldi
Progetto editoriale: Enrica Varaldi
Redazione: Chiara Mantegazza, Costanza Motta, Serena Nicolosi
Ricerca iconografica: Enrica Varaldi
Coordinamento tecnico: Michele Pomponio
Progetto grafico: Piergiuseppe Anselmo
Impaginazione: propagina s.a.s. – Torino
Coordinamento multimediale: Nicola Prinetti
Redazione multimediale: Roberta Ricca

Copertina: L. Alma Tadema, Saffoe Alceo a Mitilene (part.), 1881, Baltimora, Walters Art Gallery

L’opera è frutto del lavoro comune degli autori.


In particolare nel presente volume:
Sergio Dossi ha curato la trattazione del capitolo sulle origini, le schede dei generi letterari relativi alla poesia bucolica ed elegiaca; la parte letteraria,
i commenti e gli apparati dei seguenti autori: Virgilio, Orazio, Ovidio e la poesia elegiaca (Tibullo e Properzio).
Franco Signoracci ha curato i quadri introduttivi di contesto storico culturale; la parte letteraria, i commenti, gli apparati dei seguenti autori: Livio e
la prosa d’età augustea.
Chiara Fornaro ha collaborato alla revisione del testo con matura competenza disciplinare e didattica.

Lucia Franchi Vicerè ha curato la rubrica Le metafore – Arte, La morte di Laocoonte. La metafora del dolore nell’arte antica; La lupa, mater Roma-
norum. La metafora di Roma; Roma e l’età dell’oro. Una metafora di giustizia; Paradisi in miniatura: i giardini dipinti. Maria Monteleone ha curato
integralmente la rubrica Le parole e i contributi Le metafore - Letteratura, L’avvenire dietro le spalle. Metafore del tempo a Roma; Caput, la testa e l’i-
dentità; Dall’assaporare alla sapientia. Una metafora della comunicazione; La dextra: metafora della fides.
Pierangela Petruzzi ha curato la stesura del Glossario di retorica e stilistica, le Nozioni di prosodia e metrica e il Repertorio degli autori della letteratura greca.

e-9788805257331

© 2016 by SEI - Società Editrice Internazionale - Torino


www.seieditrice.com

Prima edizione: 2016

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volume dietro pagamento alla siae del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge
22 aprile 1941 n. 633.
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munque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica
autorizzazione rilasciata da clearedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Edi-
toriali, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail autorizzazioni@clearedi.org e sito web
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Indice
MATERIALI DIGITALI
INTEGRATIVI

2 L’ETÀ DI AUGUSTO 40 a.C.-14 d.C.


4 IL CONTESTO Link al documentario
divulgativo sul principato
4 Il quadro storico di Augusto curato da A. Angela
4 Dalla repubblica al principato: un problema istituzionale
Prova interattiva di verifica
5 La riorganizzazione dello Stato e la politica estera
8 Il quadro sociale e culturale
8 Le linee guida della politica culturale augustea
10 CULTURA L’Ara Pacis Augustae: la nascita del mito di Stato
12 Consenso e dissenso
13 I generi letterari
18 La lingua
19 PROVA DI VERIFICA STRUTTURATA L’età di Augusto

20 GLI AUTORI
20 PUBLIO VIRGILIO MARONE Link alla lezione breve di Mario
20 L’autore Lentano sul mito di Enea
20 Le vicende biografiche Link alla lezione breve
di Maurizio Bettini sui miti
23 L’opera delle origini in Roma
29 Le Bucoliche
Video. Due intellettuali alla
30 I CONTENUTI DEI BUCOLICA CARMINA scuola di Epicuro. Publio
23 Le Georgiche Virgilio Marone sul rapporto
23 I CONTENUTI DEI GHEOˉRGHIKÁ CARMINA tra Virgilio e l’epicureismo
31 LE PAROLE PARSIMONIA Incipit scaricabile dai saggi
di M. G. Ciani, Orfeo, variazioni
34 Consigli di lettura Maria Grazia Ciani-Andrea Rodighiero, Orfeo. Variazioni sul mito
sul mito, Marsilio, Venezia 2004
36 Consigli di lettura Eva Cantarella, La dolcezza delle lacrime. Il mito di Orfeo E. Cantarella, La dolcezza delle
37 L’Eneide lacrime, Mimesis, Milano, 2016
M. Bettini – M. Lentano, Il mito
38 CULTURA L’immagine di Enea e la propaganda augustea di Enea, Einaudi, Torino 2013
40 I CONTENUTI DELL’ AENEIS Incipit scaricabile del romanzo
43 Consigli di lettura Sebastiano Vassalli, Un infinito numero. Virgilio e Mecenate nel paese di S. Vassalli, Un infinito
dei Rasna numero, Einaudi, Torino 1999
45 LE PAROLE FATUM 6 testi antologici aggiuntivi
47 LE PAROLE PIETAS Prova interattiva di verifica
48 Consigli di lettura Maurizio Bettini-Mario Lentano, Il mito di Enea
51 Opere minori e spurie
53 Bibliografia e sitografia
54 Virgilio nel tempo

56 PERCORSI ANTOLOGICI
57 1 Un’Arcadia letteraria: il paesaggio delle Bucoliche
58 T1 All’ombra di un faggio Bucolica I (LAT)
65 CULTURA Quincunx
66 T2 L’attesa di un ritorno Bucolica IX (LAT/ITA)
74 CULTURA L’Arcadia delle Bucoliche: una terra di bellezza sfumata

IV
Indice

74 T3 Il canto di Sileno Bucolica VI (ITA) testo digitale


75 T4 Il puer che cambierà il mondo Bucolica IV (LAT)
82 T5 L’amore è il signore di tutto Bucolica X (ITA) testo digitale
82 RIEPILOGARE

83 2 L’ordine etico del labor, distrutto dal furor


83 T6 La nascita del lavoro Georghikà I, 118-146 (ITA)
84 T7 L’Italia terra ideale per il lavoro agricolo Georghikà II, 136-176 (LAT/ITA)
89 T8 Gli agricoltori, uomini fortunati Gheorghikà II, 458-502 (ITA)
91 CULTURA Rerum cognoscere causas
92 T9 Il vecchio di Corico Gheorghikà IV, 116-138 (LAT)
95 STORIA Il locus amoenus romano
96 CULTURA Il paesaggio sonoro nel mondo antico
96 T10 L’elogio della primavera Gheorghikà II, 315-345 (LAT/ITA) testo digitale
97 T11 La società delle api Gheorghikà IV, 149-227 (ITA)
99 CULTURA Perché le api rinascono?
100 T12 Il mito di Orfeo ed Euridice Gheorghikà IV, 450-527 (LAT)
106 PERMANENZE «Si volse a guardare»: il mito di Orfeo nel tempo
109 RIEPILOGARE

110 3 La missione di Enea


110 T13 Enea, l’eroe “pio” Aeneis I, 1-11 (LAT/ITA)
112 T14 Il sacrificio di Laocoonte Aeneis II, 199-227 (LAT)
115 T15 L’apparizione di Venere Aeneis II, 589-633 (ITA) testo digitale
115 T16 Un prodigio dà avvio al viaggio di Enea Aeneis II, 679-720 (ITA)
117 T17 I Penati di Troia parlano a Enea Aeneis III, 147-191 passim (ITA)
118 CULTURA Il mito di Enea
120 T18 Cercate l’antica madre Aeneis III, 73-98; 163-168 (ITA)
121 CULTURA Italia, antica madre
122 T19 La missione di Roma Aeneis VI, 847-853 (LAT)
122 T20 L’Arcadia storica di Evandro Aeneis VIII, 306-369 (LAT)
127 LETTERATURA L’Arcadia “storica” dell’Eneide
128 RIEPILOGARE

129 4 La storia d’amore di Enea e Didone


129 T21 Didone affronta Enea Aeneis IV, 296-330 (LAT)
133 LETTERATURA Il furor contrapposto al labor
134 PERMANENZE Il mito di Didone
136 T22 La morte di Didone Aeneis IV, 584-665 (LAT)
143 T23 L’incontro tra Enea e Didone nell’Ade Aeneis VI, 440-476 (LAT/ITA)
147 RIEPILOGARE

148 5 Il doloroso mistero della morte


148 T24 Eurialo e Niso: l’inizio dell’avventura Aeneis IX, 176-198 (LAT)
150 T25 Eurialo e Niso: la morte Aeneis IX, 404-445 (LAT)
153 T26 Pallante Aeneis X, 431-508 (ITA)
155 T27 Lauso Aeneis X, 762-832 (ITA) testo digitale
156 T28 Camilla Aeneis XI, 768-831 (ITA)
158 CULTURA Le Amazzoni e le donne romane
159 RIEPILOGARE
V
Indice

160 6 L’impius Aeneas Il rovescio della medaglia

161 T29 Enea mescolato ai principi achei Aeneis I, 441-493 (ITA)


162 T30 Turno apostrofa Enea Aeneis XII, 11-17 (ITA)
163 T31 Enea non si accorge subito dell’attacco acheo Aeneis II, 298-317 (ITA)
164 CULTURA La controstoria di Enea

165 RIEPILOGARE
166 LABORATORIO DELLE CONOSCENZE E COMPETENZE LETTERARIE
166 Mappa concettuale
167 Prova di verifica strutturata
168 Saper analizzare un testo (Aeneis xii, 945-952)
169 Saper analizzare un testo critico (A. La Penna)
170 Saper analizzare un’opera (Eneide)

172 LE METAFORE ARTE La morte di Laocoonte


174 LE METAFORE LETTERATURA L’avvenire dietro le spalle

176 GLI AUTORI


176 QUINTO ORAZIO FLACCO Video. La filosofia arriva
176 L’autore a Roma. L’epicureismo sui
temi generali della filosofia
178 L’opera epicurea
179 Gli Epòdi Video. Due intellettuali alla
180 Consigli di lettura Federica Guidi, Vacanze romane scuola di Epicuro. Quinto
181 Le Satire (o Sermones) Orazio Flacco sul rapporto tra
Orazio e l’epicureismo
181 I CONTENUTI DEL I LIBRO DEI SERMONES
Incipit scaricabile dei saggi
183 I CONTENUTI DEL II LIBRO DEI SERMONES di F. Guidi, Vacanze romane,
184 LE PAROLE OTIUM/NEGOTIUM Mondadori, Milano 2015
186 Le Odi S. Settis, Le pareti ingannevoli,
Electa, Torino 2014
189 LE PAROLE FELIX/INFELIX 3 testi antologici aggiuntivi
190 Consigli di lettura Salvatore Settis, Le pareti ingannevoli
Prova interattiva di verifica
193 Le Epistole
195 Bibliografia e sitografia
196 Orazio nel tempo

198 PERCORSI ANTOLOGICI


199 1 Tra invettiva e pacata saggezza: Epodi e Satire
199 T1 Contro l’aglio Epodon liber 3 (ITA)
200 T2 Contro la guerra Epodon liber 7 (ITA)
201 T3 Auguri per un… pessimo viaggio Epodon liber 10 (LAT/ITA)
204 LETTERATURA Il genere del propemptikòn
205 T4 Gli insegnamenti del padre Sermones I, 4, 103-143 (ITA)
206 T5 La favola del topo di campagna e del topo di città Sermones II, 6, 79-117 (ITA)
207 T6 Un seccatore arrivista Sermones I, 9 (LAT)
215 LETTERATURA La dimensione universale della poesia oraziana

215 RIEPILOGARE

216 2 La forza della poesia


216 T7 Alla ricerca della sapienza Carmina I, 1 (LAT)
220 T8 La poesia rende immortali Carmina IV, 8 (ITA) testo digitale

VI
Indice

221 T9 Exegi monumentum aere perennius Carmina III, 30 (LAT)


222 CULTURA Una piramide a Roma
224 T10 L’Ars poetica Epistulae II, 3 passim (ITA)

225 RIEPILOGARE

226 3 La sapientia epicurea


226 T11 L’animo resti sereno nel dolore Carmina II, 3 (LAT/ITA)
228 T12 È inutile preoccuparsi del domani Carmina I, 9 (LAT)
232 LETTERATURA La perfetta struttura del carme 9
232 T13 Carpe diem Carmina I, 11 (LAT)
234 LETTERATURA Carpe diem, traduzioni a confronto
236 PERMANENZE L’attimo fuggente
238 T14 L’aurea mediocritas Carmina II, 10 (LAT/ITA)
240 CULTURA Sapore e saggezza

240 RIEPILOGARE

241 4 Il vino, il simposio, gli amici


241 T15 Invito a Mecenate Carmina I, 20 (ITA) testo digitale
242 T16 Elogio del vino Carmina I, 18 (ITA)
243 T17 Non c’è bisogno di sfarzo persiano Carmina I, 38 (LAT)
244 T18 Inno ironico a un’anfora Carmina III, 21 (ITA) testo digitale
245 T19 Solvitur acris hiems Carmina I, 4 (LAT)
247 T20 Nunc est bibendum Carmina I, 37 (LAT)
251 T21 Gli auguri a Virgilio che parte Carmina I, 3 (ITA)
252 CULTURA Viaggiare con fatica
254 T22 Felicità per il ritorno di un amico Carmina II, 7 (ITA)

255 RIEPILOGARE

256 5 Un’inquieta malinconia Il rovescio della medaglia

256 T23 L’angulus Carmina II, 6 (LAT)


259 T24 La fugacità del tempo Carmina II, 14 (ITA)
260 T25 Viaggiare non vince la strenua inertia Epistulae I, 11 (ITA)
261 LETTERATURA Che uomo era in definitiva Orazio?
262 T26 Un funesto torpore Epistulae I, 8 (ITA)
263 T27 Pulvis et umbra Carmina IV, 7 (LAT)
266 RIEPILOGARE
267 PERMANENZE La primavera e la condizione esistenziale dell’uomo:
un’antitesi letteraria

268 LABORATORIO DELLE CONOSCENZE E COMPETENZE LETTERARIE


268 Mappa concettuale
269 Prova di verifica strutturata
270 Saper analizzare un testo (Carmina iii, 13)
272 Saper analizzare un testo critico (A. La Penna; L. Azzoni, B. Nanni, E. Seghetti)
275 Saper analizzare un’opera (Odi)

276 LE METAFORE ARTE Paradisi in miniatura: i giardini dipinti


278 LE METAFORE LETTERATURA Dall’assaporare alla sapientia

VII
Indice

280 GLI AUTORI


280 L’elegia a Roma: Tibullo e Properzio 1 testo antologico aggiuntivo
280 L’elegia romana Prova interattiva di verifica
280 I tòpoi
283 Cornelio Gallo
284 Albio Tibullo
285 I CONTENUTI DEL CORPUS TIBULLIANUM
288 LETTERATURA La poetessa Sulpicia
289 Sesto Properzio
290 LETTERATURA L’elegia civile
292 CULTURA Nelle dimore dei ricchi
295 Bibliografia e sitografia

296 PERCORSI ANTOLOGICI


297 1 Tibullo: amore e vita agreste
297 T1 Amore, poesia e vita agreste Corpus Tibullianum I, 1 (LAT)
302 T2 L’età dell’oro Corpus Tibullianum I, 3, 35-50 (LAT)
304 PERMANENZE Il mito letterario dell’età dell’oro
306 T3 Discidium, pentimento e sogno Corpus Tibullianum I, 5, 1-36 (ITA)
308 T4 La festa agreste degli Ambarvalia Corpus Tibullianum II, 1, 1-30 (LAT/ITA)
310 T5 Un nuovo amore Corpus Tibullianum II, 3 (ITA) testo digitale
311 LETTERATURA La poetica di Tibullo sullo sfondo dell’età augustea

312 RIEPILOGARE

313 2 Properzio: una vita dedita all’amore


313 T6 L’avvio di un amore infelice Elegiae I, 1 (LAT)
316 T7 Cinzia, primo e ultimo amore Elegiae I, 12 (LAT/ITA)
318 CULTURA Amore e morale tradizionale in Properzio
320 T8Il servitium amoris Elegiae I, 6, vv. 1-36 (ITA)
321 T9La perfidia di Cinzia Elegiae I, 15 (ITA)
323 T10 Una fides che va oltre la morte Elegiae I, 19 (ITA)
324 T11 Un litigio tra innamorati Elegiae II, 11 (LAT)
324 T12 L’elegia del discidium Elegiae III, 25 (LAT)
327 RIEPILOGARE
328 LABORATORIO DELLE CONOSCENZE E COMPETENZE LETTERARIE
328 Mappa concettuale
329 Prova di verifica strutturata
330 Saper analizzare un testo (Properzio, Elegiae ii, 26, 1-8)
331 Saper analizzare un testo critico (M. Labate)

332 GLI AUTORI


332 PUBLIO OVIDIO NASONE Link al documentario divulgativo
332 L’autore sulla relazioni d’amore a Roma
curato da A. Angela
332 La vicenda biografica
Incipit scaricabile del saggio
334 L’opera di M. Bettini – E. Pellizer, Il mito
334 La prima fase produttiva di Narciso, Einaudi, Torino 2003
337 I CONTENUTI DELL’ ARS AMATORIA 2 testi antologici aggiuntivi
338 LE PAROLE PUDOR, PUDICITIA Prova interattiva di verifica
341 CULTURA Luxus

VIII
Indice

342 La seconda fase produttiva


343 I CONTENUTI DEL METAMORPHOSEON LIBRI
344 Consigli di lettura Maurizio Bettini-Ezio Pellizer, Il mito di Narciso
348 La terza fase produttiva
349 LE PAROLE INTERPRES
350 Lo stile
351 Bibliografia e sitografia
352 Ovidio nel tempo

354 PERCORSI ANTOLOGICI


355 1 Maestro e medico d’amore
355 T1 Poeta d’amore Amores I, 3 (ITA)
356 T2 Soldato d’amore Amores II, 12, 1-16 (ITA)
357 T3 Il congedo degli Amores Amores III, 15 (LAT/ITA)
360 CULTURA Matrimonio e adulterio nell’età di Augusto
362 T4 Maestro d’amore Ars amatoria I, 1-34 (ITA)
363 T5 Consigli per il banchetto Ars amatoria I, 563-582 (ITA)
364 T6 Il fascino dei capelli femminili Ars amatoria III, 135-154 (LAT)
366 RIEPILOGARE

367 2 Un universo in trasformazione


367 T7 Un carmen perpetuum: il proemio delle Metamorfosi Metamorphoseon liber I, 1-4 (LAT)
369 LETTERATURA Le riscritture del mito
370 T8 Apollo e Dafne Metamorphoseon liber I, 525-566 (LAT)
373 T9 Piramo e Tisbe Metamorphoseon liber IV, 55-166 (ITA)
376 PERMANENZE La fortuna di un racconto
378 T10 Eco e Narciso Metamorphoseon liber III, 344-510 (ITA)
382 PERMANENZE La fortuna di un’immagine
384 T11 Orfeo ed Euridice Metamorphoseon liber X, 1-77 (LAT/ITA)
391 T12 Il fascino dell’arte: il mito di Pigmalione Metamorphoseon
liber X, 247-297 (ITA) testo digitale
392 CULTURA Orfeo dal nome famoso
393 RIEPILOGARE

394 3 La voce dell’esule Il rovescio della medaglia

394 T13 La partenza per Tomi Tristia I, 3, 1-20 (LAT)


396 T14 Alla moglie Epistulae ex Ponto I, 4 (ITA)
398 T15 All’amico Attico Epistulae ex Ponto II, 4 (LAT)
400 T16 L’inaridirsi della poesia Epistulae ex Ponto IV, 2 (ITA) testo digitale
400 T17 Lettera autobiografica ai posteri Tristia IV, 10 (ITA)
403 RIEPILOGARE
404 LABORATORIO DELLE CONOSCENZE E COMPETENZE LETTERARIE
404 Mappa concettuale
405 Prova di verifica strutturata
406 Saper analizzare un testo (Metamorphoseon liber viii, 227-235)
407 Saper analizzare un testo critico (G. Rosati)
408 Saper analizzare un testo critico (M. Labate)
409 Saper analizzare un’opera (Metamorfosi)
410 LE METAFORE ARTE Roma e l’età dell’oro
412 LE METAFORE LETTERATURA La dextra: metafora della fides
IX
Indice

414 GLI AUTORI


414 TITO LIVIO Link al documentario
414 L’autore divulgativo sulla figura
di Annibale curato da National
414 La vicenda biografica
Geographic
415 La storiografia di età augustea
Incipit scaricabile dei saggi
417 L’opera di L. Ferro – M. Monteleone,
417 Ab Urbe condita libri Miti romani, Einaudi, Torino
418 I CONTENUTI DEGLI AB URBE CONDITA LIBRI 2012
420 La visione della storia G. Brizzi, Annibale, il Mulino,
Bologna 2014
423 LE PAROLE AUCTOR, AUCTORITAS 3 testi antologici aggiuntivi
424 Consigli di lettura Licia Ferro-Maria Monteleone, Miti romani. Il racconto
Prova interattiva di verifica
426 Consigli di lettura Giovanni Brizzi, Annibale
427 Lo stile della narrazione
429 Bibliografia e sitografia
430 Livio nel tempo

432 PERCORSI ANTOLOGICI


433 1 I miti delle origini
433 T1 Enea in Italia Ab Urbe condita liber I, 1 (LAT)
436 T2 Le guerre di Enea Ab Urbe condita liber I, 2 (LAT)
437 CULTURA La rielaborazione del mito di Enea fondatore
438 T3 Il meraviglioso in Livio: Romolo e Remo Ab Urbe condita liber I, 4, 1-7 (LAT/ITA)
439 T4 Il meraviglioso in Livio: la morte di Romolo Ab Urbe condita liber I, 16 (ITA)
441 T5 Numa re di pace Ab Urbe condita liber I, 19-21 passim (ITA)
443 RIEPILOGARE

444 2 La funzione degli exempla


444 T6 Lucrezia e le virtù femminili Ab Urbe condita liber I, 57, 4-11 (LAT/ITA)
445 T7 La tragedia di Lucrezia Ab Urbe condita liber I, 58-60 (ITA) testo digitale
446 cultura Lucrezia e la pudicitia
448 T8 Il sacrificio di Virginia Ab Urbe condita liber III, 47-49 (ITA)
450 T9 La virtus: Camillo e i Galli Ab Urbe condita liber V, 49, 1-7 (LAT/ITA)
452 T10 La fides: Camillo e il maestro di Faleri Ab Urbe condita liber V, 27 (ITA)
454 CULTURA Una fides variabile

455 RIEPILOGARE

456 3 La storia epica: Annibale sulle Alpi


456 T11 La prefazione e il giuramento di Annibale Ab Urbe condita liber XXI, 1 (ITA)
458 LETTERATURA L’epopea di Annibale tra storia, poema e tragedia
460 T12 Ritratto del nemico da giovane Ab Urbe condita liber XXI, 4 (LAT)
462 T13 Il sogno di Annibale Ab Urbe condita liber XXI, 22, 5-9; 23, 1 (ITA) testo digitale
463 T14 Alle pendici delle Alpi Ab Urbe condita liber XXI, 32, 6-13 (LAT)
464 T15 Il valico Ab Urbe condita liber XXI, 35, 4-12 (LAT)
467 T16 La lotta contro la montagna Ab Urbe condita liber XXI, 36 (LAT)
468 PERMANENZE Gli elefanti di Annibale, eroi della storia
470 T17 Le rocce spezzate Ab Urbe condita liber XXI, 37 (LAT)
471 T18 Le forze di Annibale in Italia Ab Urbe condita liber XXI, 38, 1-5 (ITA) testo digitale
472 STORIA Annibale attraversa le Alpi nel racconto di Polibio

472 RIEPILOGARE
X
Indice

473 4 La storia come romanzo: Sofonisba


473 T19 Massinissa incontra Sofonisba Ab Urbe condita liber XXX, 12, 10-20 (LAT/ITA)
476 PERMANENZE Sofonisba, quando la storia diventa poesia
477 T20 La vendetta di Siface Ab Urbe condita liber XXX, 13, 8 - 14, 4 (ITA)
478 T21 La morte di Sofonisba Ab Urbe condita liber XXX, 15, 1-8 (LAT)
479 T22 Scipione e la bella prigioniera Ab Urbe condita liber XXVI, 50 (ITA)
481 RIEPILOGARE

482 5 Livio: la miopia di uno storico Il rovescio della medaglia

483 T23 La secessione della plebe Ab Urbe condita liber II, 32; 33, 1-2 (LAT/ITA)
486 T24 Una vile sconfitta Ab Urbe condita liber II, 58-59 passim (ITA)
489 T25 Il conservatorismo religioso: la repressione dei baccanali Ab Urbe
condita liber XXXIX, 8-18 passim (ITA)
491 RIEPILOGARE
492 STORIA Un processo politico

494 LABORATORIO DELLE CONOSCENZE E COMPETENZE LETTERARIE


494 Mappa concettuale
495 Prova di verifica strutturata
496 Saper analizzare un testo (Ab Urbe condita liber i, 13)
497 Saper analizzare un testo critico (N. Flocchini)
498 Saper analizzare un’opera (Storia di Roma, I)
500 LE METAFORE ARTE La Lupa, mater Romanorum
502 LE METAFORE LETTERATURA Caput

504 GLI AUTORI


504 Oratoria, retorica e prosa tecnica
504 L’oratoria e l’erudizione
504 Gli studi giuridici
506 Vitruvio Pollione e l’architettura
510 CULTURA Filosofi e architetti
511 Bibliografia e sitografia

512 Appendice
514 I GENERI LETTERARI
514 L’elegia
514 Definizione e caratteri del genere
514 L’elegia greca arcaica
515 L’elegia nell’età alessandrina
516 L’elegia latina
516 L’elegia oltre Roma
517 La poesia bucolica
520 Nozioni di prosodia e metrica
523 Glossario di retorica e stilistica
525 Repertorio di autori della letteratura greca
531 Indice degli autori e dei generi letterari
1
L’ETÀ DI AUGUSTO
40 a.C.-14 d.C.
Nella Roma pacificata, che usciva
dalle guerre civili, Ottaviano Augusto, 700 a.C. 200 a.C. 100 a.C.
consapevole del ruolo che potevano
avere gli intellettuali nel sostenere il VIII sec. a.C. Cicerone
nuovo regime, promuove per la prima L’alfabeto greco 73-43 a.C.
200–149 a.C.
volta nella storia romana una politica si diffonde a Roma quasi 100 orazioni
Catone
culturale. I “circoli” di Mecenate, De agri coltura 56-46 a.C.
Asinio Pollione e Messalla Corvino dal VI sec.a.C.
Origines opere retoriche
costituiscono un punto nodale per I magistrati si servono
di Commentarii, Fasti e Libri ad Marcum filium 45-44 a.C.
l’elaborazione e la diffusione degli opere filodsofiche
ideali che sostengono la politica Annales per registrare
augustea, ribadendo gli antichi principi eventi significativi (primee 68-43 a.C.
del mos maiorum, la moralizzazione forme di storiografia) epistolario
della vita familiare e pubblica, la L’oratoria politica e Cesare
valorizzazione della proprietà terriera, giudiziaria accompagna 50 a.C.
cui si aggiunge la consapevolezza la vita dei cives romani De bello Gallico
della forza civilizzatrice di Roma. 47 a.C.
L’appartenenza ai “circoli”, tuttavia, se De bello civili
assicura la committenza delle opere e
la stessa sussistenza economica degli VI sec. a.C. Sallustio
autori, esercita però anche un ruolo di La fibula praenestina, 43 a.C.
censura, ostacolando o allontanando il più antico documento De Catilinae
chi non era allineato con il programma epigrafico giunto fino coniuratione
di restaurazione augustea. a noi 40 a.C.
Il quadro generale della produzione Bellum Iugurthinum
di questi decenni raccoglie gli autori
e le opere che, insieme a quelli
dell’età di Cesare, costituiscono il
cosiddetto canone della classicità. VI-IV sec. a.C. 100-60 a.C.
Gli intellettuali romani avevano ormai Il verso poetico viene utilizzato per Preneoterici
accolto i modelli della letteratura composizioni di ambito religioso o
greca ed erano in grado di elaborarli legate alla celebrazione di eventi 250 a.C.
in modo complesso sul piano stilistico privati (neniae e carmina convivalia) Livio Andronico
e strutturale. Nascono perciò le opere 60-40 a.C.
e pubblici (carmina triumphalia) Neoterici
più alte della poesia latina, il poema o della vita quotidiana (carmina 202 a.C.
epico di Virgilio, l’Eneide, la poesia lirica Nevio (Cinna,
popularia) Varrone Atacino,
delle Odi di Orazio e il poema epico Bellum poenicum
mitologico di Ovidio, le Metamorfosi, Licinio Calvo)
dal 215 a.C. Catullo, Liber
che manifestano la padronanza
completa dei modelli stilistici, divenuti dal VI sec. a.C. Plauto
mezzo espressivo per comunicare I fescennini scandiscono con versi almeno 21 commedie
60 a.C. ca
sensibilità e contenuti del tutto propri ritmati e volgari la vita dei campi e 166-160 a.C. Lucrezio
della cultura latina. Allo stesso modo delle gentes romane Terenzio De rerum natura
vanno considerate le Elegie di Properzio 6 commedie
e Tibullo e le altre opere poetiche degli
autori maggiori, che sperimentano con 240-100 a.C.
raffinatezza generi diversi. Tragedie cothurnatae e praetextae
I generi della prosa, staccandosi dalla di Livio Andronico, Gneo Nevio,
battaglia politica, non rivestono più lo Quinto Ennio, Pacuvio, Accio
stesso ruolo attivo che avevano avuto
fino alla fine delle guerre civili. L’oratoria
diventa più declamatoria che politica
365 a.C.
e la storiografia si trasforma ormai in
scrittura letteraria, dando origine alla Secondo Livio giungono
monumentale Ab Urbe condita di Livio. dall’Etruria dei ballerini che
L’intera storia di Roma viene ripercorsa scongiurano il diffondersi di
dalle origini: una grande sinfonia sulla una pestilenza con una danza
grandezza romana, con note d’amaro di purificazione, a imitazione
pessimismo sul suo futuro. della quale i Romani daranno
vita al genere della satura
40 a.C. 14 d.C. 68 d.C. 96 d.C. 192 d.C. 400 d.C.

Seneca 50-70 d.C. Tacito 180-290 d.C.


40-63 d.C. Plinio il Vecchio 98 d.C. Atti dei martiri
post 27 a.C. Dialoghi Naturalis Historia Agricola
Livio 62-65 d.C. Germania 197-300 d.C.
Ab Urbe Lettere a Lucilio 96 d.C. 110 d.C. Apologetica cristiana
condita libri Quintiliano Historiae Agostino
63 d.C. 401 d.C.
Institutio oratoria
Naturales quaestiones 110-120 d.C. Confessioni
Annales
410 d.C.
dopo 122 d.C. De civitate Dei
Svetonio 382 d.C.
Vita dei Cesari
66 d.C. Girolamo
Petronio dopo 160 d.C. Vulgata
Satyricon Apuleio
Metamorfosi 363-400 d.C. ca
Apologia Ammiano Marcellino,
Rerum gestarum libri
100-113 d.C.
Plinio il Giovane
Lettere

Orazio 20 d.C. 92-96 d.C. 370 d.C.


41-30 a.C. Fedro Stazio Ausonio
Epodi e Saturae Favole Tebaide 100 d.C. Mosella
23-17 a.C. Giovenale
Odi Satire
Seneca 398 d.C.
20-13 a.C. 42-49 d.C. Claudiano
80-100 d.C.
Epistulae Tragedie Epitalamio per le nozze
Marziale
di Onorio e Maria
Virgilio 54 d.C. Epigrammi
42-39 a.C. Apokolokyntosis
Bucoliche
37-30 a.C. 415 d.C.
Georgiche Rutilio Namaziano
62 d.C. De reditu suo
28-19 a.C. Persio
Eneide Satire 430 d.C. ca.
Macrobio
65 d.C. Saturnalia
Ovidio
2-5 d.C. Lucano
L’arte amatoria Farsalia
450 d.C. ca
8 d.C. Marziano Capella
Metamorfosi De nuptiis Mercurii
8-12 d.C. et Philologiae
Tristia
Fasti
390 d.C. ca
Ambrogio
30-22 a.C. Inni
Elegiaci
Tibullo e Properzio
IL CONTESTO
Il quadro storico

DALLA REPUBBLICA AL PRINCIPATO: egli mantenne a vita la suprema carica militare


di imperator, ben consapevole che il controllo
UN PROBLEMA ISTITUZIONALE delle forze armate era oramai fondamentale per
L’accentramento delle cariche Dopo la bat- la gestione del potere. Inoltre, pur senza rivestir-
taglia di Azio (31 a.C.) Ottaviano si trovò, di fat- ne la carica, si fece attribuire a vita la tribunicia
to, ad avere nelle mani il controllo di Roma e potestas (dal 23 a.C.), l’autorità dei tribuni della
di tutti i suoi domini. La sua abilità nel gestire plebe, che prevedeva anche il diritto di veto sulle
questa favorevole situazione – ricordiamo che decisioni del senato e quindi si configurava come
Roma usciva da decenni di guerre civili e grande un ottimo strumento di controllo politico. Infine,
era il desiderio di pace – si manifestò anzitutto quasi a coronamento “sacrale” della sua figura,
a livello istituzionale. Infatti egli procedette nel- fu eletto pontefice massimo alla morte di Le-
la realizzazione di un governo sostanzialmente pido, suo collega nel secondo triumvirato e nel
monarchico, pur mantenendo un rispetto for- 2 d.C. fu proclamato pater patriae.
male per le magistrature della repubblica, che Insomma, senza cambiare nome e funzione alle
furono tenute in vita. In realtà Ottaviano realizzò magistrature repubblicane, Ottaviano giunse ad
gradualmente un processo di accentramento del assommare in sé un imperium maius et infini-
potere, attraverso una serie di passaggi signifi- tum, superiore a quello di tutti gli altri magistrati
cativi: si mostrò rispettoso del senato e delle sue e soprattutto senza limiti temporali, instauran-
prerogative, ma fu riconosciuto come princeps, do così di fatto un regime monarchico. Però ebbe
cioè il più autorevole membro dell’assemblea, l’accortezza di non proclamare mai la fine della
con diritto di parlare per primo nelle riunioni. repubblica, rendendosi conto che l’attaccamen-
Nel 27 a.C. un senato oramai ridotto di numero to agli ideali repubblicani e al mito della libertas
(per abile mossa dello stesso Ottaviano) e a lui era ancora fortemente radicato, soprattutto nella
favorevole gli ricon
riconobbe
nob
ob il classe senatoria.
titolo di Augustus
Augustus, cioè
«degno di venerazio-
vener L’introduzione della successione dinastica
ne»: era un titolo
tit di Nella prospettiva di un esplicito ribaltamento
norma attribuito
attri istituzionale sarà invece fondamentale l’ascesa al
a Giove, ch che cir- potere di Tiberio alla morte di Ottaviano Augusto
condava p perciò (14 d.C.): «In Tiberio si innesta l’anello tra un re-
Ottaviano di un gime d’emergenza e un sistema. Ai contempora-
alone di sacra-
s nei il principato di Augusto poté apparire il legit-
lità e lo indica-
in timo retaggio di un padre adottivo, Giulio Cesare,
va come u uomo o il risultato della sua vittoria nella guerra civile
scelto dagli
dag dèi contro Antonio, o il riconoscimento di meriti ec-
per riportare
riporta la cezionali, specie quello d’aver ristabilito l’ordine
pace e rrinsal- dopo decenni di violenza; un potere esercitato in
dare la gran- base a cariche conferite via via dal senato, giu-
dezza di R Roma. ridicamente ineccepibili, rinnovabili a scadenze
Nel contempo
conte regolari; accettate con signorile riluttanza, dopo
IL CONTESTO

Augusto in abito di pontifex maximus, I secolo a.C., Roma, Museo Nazionale Romano.

4
Il quadro storico

reiterati rifiuti, ma sempre soffuse da un pre- nato dall’amministrazione centrale attraverso un


stigio indefinibile, l’Auctoritas. In realtà, fu un erario militare, alimentato da apposite tasse, al
compromesso tra componenti contraddittorie, fine di spezzare il legame troppo forte che si era
fattori dottrinari e crudo realismo, abili reticenze creato fra le truppe e i loro comandanti. Le pro-
e ossequio formale a pregiudizi àviti: un tentativo vince furono divise in senatorie e imperiali: le
brillante di risolvere problemi nuovi con formule prime, pacificate e fedeli, erano amministrate da
antiche. Se si esamina la terminologia, il risultato governatori di nomina senatoria; le seconde, più
è composito: da comando militare, operativo in turbolente e con forte presenza militare, erano
tempo di guerra e in zona di guerra, l’imperium controllate da legati scelti dall’imperatore stesso.
diventa un titolo che comprende tutti i poteri. Una fra queste però, l’Egitto, fu considerata pro-
Ma che quel prodigio di ambiguità e di equilibrio prietà dell’imperatore (quasi la sua cassa priva-
fosse trasmesso a un successore stava a prova- ta) e governata da un prefetto di sua fiducia.
re che non era soltanto un rimedio transitorio a
mali transitori, ma una necessità storica» (L. Sto- Il governo dell’Urbe Anche il governo del-
roni Mazzolani, Tiberio o la spirale del potere, Mi- l’Urbe subì mutamenti: i magistrati della repub-
lano, Rizzoli, 1981, p. 12). blica furono progressivamente esautorati da
prefetti di nomina imperiale. Così il prefetto ur-
bano sovrintendeva all’apparato amministrativo
LA RIORGANIZZAZIONE DELLO STATO e giudiziario; accanto a lui il prefetto dell’anno-
E LA POLITICA ESTERA na controllava l’approvvigionamento alimentare
di Roma, mentre il prefetto dei vigili sorvegliava
La riforma di senato, esercito e province l’ordine pubblico e gestiva gli interventi in caso
Ottaviano Augusto, concentrando via via nelle di incendi e inondazioni. Altri prefetti impor-
sue mani un potere assoluto, intraprese una pro- tanti erano
ano quello della flotta (che
fonda riforma dello Stato, che incontrò poche dava le due flot
comandava
critiche e scarsa opposizione (peraltro repressa, ari di stan-
te militari
come vedremo). venna e a
za a Ravenna
L’influenza effettiva del senato fu diminuita in- Miseno, in Cam-
sieme allo stesso numero di senatori, che passò pania) e quello
da 1000 a 800, poi a 600 (rimasero in carica quelli del pretorio, ch
he
orio, che
più fedeli al principe); l’esercito fu ridotto e ri- dava il cor
comandava
organizzato, attraverso la formazione di sole 28 po dei pretoria-
legioni, composte da professionisti in ferma ni: una sorta di
prolungata, per un totale di circa 300 000 uo- guardia del corpo
mini: non molti, per un impero così vasto e per dell’imperatore,
peratore,
confini sterminati. Inoltre esso fu ben sovvenzio- formata da sol-

Le due immagini presenti in queste pagine sono rappresentative della volontàntà


del principe di presentarsi come riferimento religioso, politico e militare
dello Stato: a sinistra è velato, come pontifex maximus a destra è armato
di corazza, come imperator.

Augusto loricato, I secolo a.C., Città del Vaticano, Musei Vaticani.


5
L’età di Augusto

dati scelti, che era di stanza nella città. Quest’ul- attirato in un’imboscata nella selva di Teutobur-
tima carica, per la sua vicinanza al centro del po- go, dove le sue tre legioni furono massacrate. Con
tere, assumerà un ruolo sempre più importante gli eterni nemici orientali, i Parti, Augusto riuscì
nella successiva epoca imperiale. a stringere una pace temporanea, soprattutto
grazie all’azione diplomatica di Tiberio, sancita
In politica estera, una strategia di controllo dalla restituzione delle insegne sottratte all’eser-
In politica estera Ottaviano Augusto adottò una cito di Crasso, sconfitto nel 53 a.C.
linea di prudente rafforzamento dei confini e
di consolidamento del controllo di ampie re- La pace facilita la ripresa economica La sta-
gioni, sottomesse sulla carta, ma ancora ribelli bilizzazione dell’impero, la riorganizzazione am-
e scarsamente romanizzate. Fu così completata ministrativa, gli investimenti per le infrastrutture
la sottomissione della penisola iberica; fu rin- furono altrettanti fattori che favorirono una flori-
saldato il controllo dei valichi alpini, con la de- da ripresa economica dopo decenni tormentati
finitiva sconfitta delle popolazioni che abitavano dalle guerre civili, che avevano messo in crisi i
sulle Alpi nord-occidentali e con lo stanziamen- commerci e la stessa produzione agricola, a cau-
to di una forte guarnigione ad Augusta Pretoria, sa dei massicci e lunghi arruolamenti per le cam-
oggi Aosta. Fidati collaboratori di Augusto, come pagne militari. L’elemento determinante della
Agrippa e i figliastri Tiberio e Druso, portarono ripresa fu infatti la pace, che ne creò le condi-
a compimento le missioni più difficili, come la zioni. Dopo la solenne chiusura, nel 29 a.C., del
conquista di Norico e Rezia (Svizzera e Austria), tempio di Giano (il mitico e divinizzato re del La-
nonché della Pannonia (Ungheria) fino al confine zio, che soccorreva i Romani in tempo di guerra),
naturale del Danubio. Solo il progetto di spostare si inaugurò per l’impero un sostanziale periodo
il confine dal Reno all’Elba, per ridurre le minac- di pace entro i confini – denominato pax Au-
ce di incursioni da parte dei temibili Germani, fu gusta – che permise di risanare i danni causati
frustrato a causa di una pesantissima sconfitta dalle guerre civili e di attuare una ripresa nella
subita nel 9 d.C. da Publio Quintilio Varo, che fu produzione e nei commerci, anche su lunghi

il quadro storico

Teutoburgo
9 d.C.

GERMANIA
12-9 a.C.
O C EAN O LUGDUNENSE
BELGICA
AT LAN T IC O GALLIA
REZIA
15 a.C . NORICO REGNO DEL
16 a.C. PANNONIA
AQUIT ANIA 10 d.C. BOSFORO
14 d.C.
TA NARBONENSE
R 22 a.C. I LL Sirmio
IRI
CO
RA

Mar Nero
CO
19

LUSITANIA DALM M ESIA


a.
NE

AZIA Artaxata
C.

9 d .C 29 a.C.
NS

TO
Emerita Augusta Roma .
E PO N
NIA
E

Bisanzio
BETICA BI T I GALAZIA
MACEDONIA 25 a.C. ARMENIA
CAPPADOCIA 20 a.C.
P ergamo 20 a.C.

Atene ASIA IMPERO


Antiochia DEI PARTI
MAURITANIA Cartagine Sicilia
ACAIA SIRIA
26 a.C.
NUMIDIA
C ipro
AFRICA 27 a.C.
Ma r Med i t e r r a n e o

Gerusalemme
Cirene
Province senatorie GIUDEA
Alessandria 6 d.C.
Province imperiali e acquisizioni di Augusto
CIRENAICA
Stati vassalli
IL CONTESTO

EGITTO
Teu Campi trincerati delle legioni 30 a.C.
9Battaglie

6
Il quadro storico

tragitti. Il potenziamento dei porti e della rete un primo tempo la penisola italica ebbe ancora
viaria – da tempo gioiello della colonizzazione un ruolo centrale nella produzione di manufatti,
romana – permise lo sviluppo del mercato cen- presto prevarrà in essa il ruolo passivo di “con-
trale (a Roma confluiva un’enorme quantità di sumatrice” dei beni prodotti nelle altre province
derrate e di prodotti vari), ma anche l’espansione dell’impero, alcune delle quali in piena espan-
economica delle stesse province, tanto che, se in sione.

IL QUADRO STORICO
PAROLE CHIAVE

accentramento Dopo la battaglia di Azio (31 a.C.), Ottaviano si trovò ad avere nelle mani il controllo di Roma. Pur
del potere mantenendo un rispetto formale per le magistrature della repubblica e non dichiarando mai la fine
della repubblica, egli realizzò gradualmente un processo di accentramento del potere, assommando in
sé un imperium maius et infinitum, superiore a quello di tutti gli altri magistrati e senza limiti temporali,
instaurando di fatto un regime monarchico.
riorganizzazione Augusto intraprese una profonda riforma dello Stato. L’influenza del senato fu diminuita insieme al
interna dello numero di senatori; l’esercito fu ridotto e riorganizzato, attraverso la formazione di sole 28 legioni,
Stato composte da professionisti in ferma prolungata, e fu sovvenzionato tramite apposite tasse. Le provin-
ce furono divise in senatorie e imperiali, le prime amministrate da governatori di nomina senatoria,
le seconde controllate da legati scelti dall’imperatore stesso. Una fra queste, l’Egitto, fu considerata
proprietà dell’imperatore. Anche a Roma si verificarono importanti cambiamenti: i magistrati della re-
pubblica furono progressivamente esautorati da prefetti di nomina imperiale.
amministrazione In politica estera Augusto rafforzò i confini e consolidò il controllo delle province. Fu completata
delle province la sottomissione della penisola iberica e rinsaldato il controllo dei valichi alpini; furono stabilmente
e dell’esercito conquistati Norico, Rezia e Pannonia. Solo il progetto di spostare il confine dal Reno all’Elba non andò
a buon fine, a causa dalla dura sconfitta subita nel 9 d.C.. da Publio Quintilio Varo a Teutoburgo. Con
i Parti Augusto strinse una pace temporanea, soprattutto grazie all’azione diplomatica di Tiberio. La
stabilizzazione delle province e la pace politica e militare portò una crescente ripresa economica.

il quadro culturale

LA PROVENIENZA PROVINCIALE
La provenienza degli autori è soprattut-
Teutoburgo to di ambito provinciale, ma è Roma a
9 d.C.
costituire il punto di riferimento più si-
GERMANIA gnificativo dove convergere, per produr-
12-9 a.C.
O C EAN O LUGDUNENSE
BELGICA re e partecipare al confronto culturale.
AT LAN T IC O GALLIA
REZIA
15 a.C . NORICO REGNO DEL
16 a.C. PANNONIA
AQUITANIA 10 d.C. BOSFORO
Padova 14 d.C.
TA NARBONENSE Mantova
R 22 a.C. I LL Sirmio
IRI
CO
RA

Mar Nero
CO
19

LUSITANIA ALM DM ESIA


a.
NE

Assisi A Artaxata
9 ZIA 29 a.C.
C.
NS

Sulmona d .C . TO
Emerita Augusta Roma E PO N
NIA
E

Bisanzio
BETICA
Gabici BI T I GALAZIA
Venosa MACEDONIA 25 a.C. ARMENIA
CAPPADOCIA 20 a.C.
Pergamo 20 a.C.

Atene ASIA IMPERO


Antiochia DEI PARTI
Cartagine Sicilia
MAURITANIA ACAIA
26 a.C. SIRIA
NUMIDIA
C ipro
AFRICA 27 a.C.
I “CIRCOLI” LETTERARI Ma r Med i t e r r a n e o
Si costituiscono a Roma tre circoli cul-
LA PRODUZIONE CULTURALE Gerusalemme
turali guidati da personalità di rilievo, Cirenee
Augusto promuove la produzione artistica e cul- GIUDEA
Mecenate, Messalla Corvino, Asinio Alessandria 6 d.C.
turale intendendola come parte integrante del
Pollione, più o meno legati al potere CIRENAICA
suo progetto politico. Nascono molte occasioni
politico, in grado di rappresentare una
di scrittura e diffusione delle opere: recitationes
EGITTO
EGITTO
sicura committenza e un riferimento 30 a.
aa.C.
.C.
pubbliche, biblioteche, lavoro di “editori” privati.
economico per gli autori.

7
L’età di Augusto

Il quadro sociale e culturale

LE LINEE GUIDA DELLA POLITICA che egli volle porre a base e immagine del pro-
prio impero, Augusto si propose essenzialmente
CULTURALE AUGUSTEA di richiamare ed esaltare quei valori che aveva-
Apparato burocratico e trasformazioni sociali no reso grande la Roma repubblicana: la virtus,
Nella sua vasta opera di riforma Ottaviano Au- lo spirito di sacrificio, la duritia, la parsimonia,
gusto creò un apparato burocratico ampio ed il rispetto degli dèi e l’attaccamento alla fami-
efficiente, che appariva uno strumento oramai glia. In sintesi, si sforzò di restaurare i valori del
indispensabile per il governo dell’impero da par- mos maiorum all’interno di un ritrovato clima
te del princeps. In minima parte vi entrarono i di concordia e di pace, puntando sulla moraliz-
nobili (tra i prefetti, ad esempio, solo quello ur- zazione della vita familiare e pubblica e sulla
bano era un senatore); la maggior parte delle valorizzazione della proprietà terriera (anche
alte cariche burocratiche fu assegnata a espo- piccola), per rinvigorire l’agricoltura. Una serie
nenti dell’ordine equestre, come tutte le altre di provvedimenti fu presa contro l’ostentazione
prefetture e il ruolo di curator viarum (cioè il so- della ricchezza e contro il lusso eccessivo, rite-
vrintendente alla vastissima rete viaria): in que- nuti fattori di indebolimento e corruzione della
sto modo l’ordine equestre, che fino ad Augusto società: furono emanati decreti che limitavano le
aveva raccolto soprattutto affaristi, mercanti e spese voluttuarie, cercavano di favorire il matri-
monio e la procreazione e scoraggiavano il celi-
finanzieri, si avviò a diventare pure un ceto di
bato; e soprattutto – sul piano religioso – si tentò
funzionari statali. Salirono d’importanza sociale
di porre un freno alla diffusione di culti orientali,
anche i liberti, che il principe impiegò nell’ap-
ritenuti alieni alla tradizione romana, e di privile-
parato pubblico, mentre la plebe urbana venne
giare la religione tradizionale.
blandita e attratta nel consenso politico grazie
Bisogna subito notare, però, che i successi di
ad abbondanti elargizioni mensili di grano. La
questa politica sociale e culturale, che si propo-
vita della città migliorò anche grazie a una serie
neva di restaurare il tessuto della società romana
di interventi strutturali: nuovi acquedotti poten-
secondo il modello della civitas di età repubbli-
ziarono la rete idrica per l’approvvigionamento cana, furono limitati: anzitutto era anacronisti-
di acqua potabile; lavori di rafforzamento furono co richiamare gli ideali di un’epoca che il princi-
effettuati sugli argini del Tevere; si intervenne nel pato stesso sembrava contraddire nei fatti (non vi
tessuto urbanistico, in particolare con la realiz- era più spazio per la libertas repubblicana); inol-
zazione di un nuovo splendido Foro per la vita tre, come hanno evidenziato molti storici, i cam-
economica, giudiziaria e culturale. Non a caso biamenti sociali e le nuove abitudini di vita erano
Svetonio, biografo del i-ii secolo d.C., scrive: Au- frutto di una lunga e complessa trasformazione,
gustus urbem excoluit adeo, ut iure sit gloriatus si erano oramai radicati e non potevano certo es-
marmoream se relinquere quam latericiam ac- sere cancellati per decreto del principe.
cepisset, «Augusto abbellì Roma a tal punto che
a ragione si vantò di lasciarla di marmo, mentre Il ruolo delle arti figurative: il “caso” dell’Ara
l’aveva ricevuta di mattoni» (De vita Caesarum, Pacis Per creare il consenso attorno alla sua
Divus Augustus xxviii, 3). politica culturale, il princeps ebbe la felice in-
tuizione di sfruttare le arti figurative, chiamate
La politica culturale di Augusto Il nuovo si- a rendere visibili a tutti la forza e gli ideali del-
gnore di Roma non si curò solo di riformare lo la Roma augustea, sui quali si poggiava la ritro-
Stato nelle sue strutture civili e militari, ma con vata pace, nonché l’assoluta centralità del suo
una certa lungimiranza si rese conto che la sua artefice. Così non solo l’edificazione del nuovo
IL CONTESTO

opera doveva essere sostenuta da un forte mes- splendido Foro (cui si è fatto cenno sopra), ma
saggio ideale e accompagnata dal consenso più anche la coniazione di monete effigiate con sim-
ampio possibile. Per quanto riguarda gli ideali boli e motti significativi, nonché l’impulso dato
8
Il quadro sociale e culturale

alla statuaria contribuirono a creare la nuova sotto il principato di Augusto fu la grande rap-
immagine dell’imperatore: innumerevoli furo- presentazione cartografica dell’impero, rea-
no i ritratti di Augusto, rappresentato ora come lizzata sotto la supervisione di Agrippa, fidato
pontifex maximus, ora come imperator trionfan- generale dell’imperatore, con l’intenzione di
te, ora come antico console, sempre come uomo rendere evidente il rapporto tra l’Urbe e il mon-
scelto dagli dèi per governare nella pace e nella do. Per conto del principe, Vipsanio Agrippa re-
giustizia la città e l’impero. L’arte assunse così alizzò così una carta geografica universale, che
caratteri prettamente celebrativi del nuovo po- fu poi esposta sotto il portico di Vipsanio, nel
tere imperiale. Campo Marzio (ne parla Plinio il Vecchio nella
Un caso eclatante è rappresentato dalla realizza- Naturalis historia ed è giunta a noi solo attra-
zione dell’Ara Pacis, un altare dedicato alla Pace, verso una copia danneggiata detta Tabula Peu-
decretato dal senato nel 13 a.C. e solennemente tingeriana). Era la “sorella maggiore” di quelle
inaugurato nel 9 a.C.: gli altorilievi che ornano il carte geografiche che accompagnavano i trionfi
recinto di marmo, posto attorno all’altare, mo- dei generali vincitori per illustrare al popolo le
strano in un continuum sia scene mitiche (Enea nuove terre conquistate e si estendeva dall’In-
che compie sacrifici, la fondazione di Roma), sia ghilterra alla Cina. In essa appariva Roma po-
eventi storici, per culminare in due solenni pro- sta all’esatto centro del mondo, contornata da
cessioni guidate da Augusto (con i sacerdoti e terre sottomesse e da un mare che era oramai
con i rappresentanti della famiglia imperiale). Il divenuto tutto romano, un mare nostrum. L’Ur-
messaggio sotteso è chiarissimo: nel nuovo prin- bs si poneva al centro dell’orbis terrarum, in una
ceps trova il suo compimento la storia di Roma e prospettiva ben chiara ai Romani, consapevoli
la sua missione civilizzatrice. – a differenza dei Greci “policentrici” – che una
e una sola poteva essere la città regina, la città
La carta di Agrippa Secondo esempio di per eccellenza, tesa a esportare il suo modello
condizionamento dell’immaginario collettivo nel mondo.

Tavola Peuntingeriana, basata su quella incisa da Vipsanio Agrippa nel Porticus Vipsaniae, XII-XIII secolo, Vienna, Hofbibliotheck.

9
L’età di Augusto

CULTURA LETTERATURA STORIA


L’Ara Pacis Augustae: la nascita del mito di Stato
Lucia Franchi, storica dell’arte antica, descrive la costruzione del più celebre monumento dell’età augustea, rendendo evidente la
connessione tra il lavoro letterario di Virgilio e la politica culturale di Augusto.

La dedica dell’Altare della Pace segna un momento importante della politica augustea ed è per gli studiosi un do-
cumento prezioso per comprendere il modo in cui il principe, attraverso una straordinaria opera di propaganda,
sia riuscito progressivamente a fissare le basi del nuovo impero, sviluppando un elaborato linguaggio politico e cul-
turale che controllava le diverse manifestazioni della vita pubblica, dalle opere dei poeti alle creazioni degli artisti.
Nell’insieme l’Ara Pacis si presenta come una struttura di modeste dimensioni, non un grande tempio o un impo-
nente altare, ma un recinto marmoreo di forma quasi quadrata, elevato su un basso podio attorno a una piccola
ara, a cui si accedeva da una breve rampa di scale. Tutta la forza del messaggio è dunque affidata non alla mo-
numentalità dell’edificio, ma alle raffinate immagini, che scolpite a basso e alto rilievo decoravano, all’esterno e
all’interno, ogni lato del monumento ed erano per l’osservatore antico un continuo richiamo alla tradizione e all’o-
pera del principe. L’Ara Pacis venne infatti eretta nel Campo Marzio non lontano, quasi all’ombra, del grandioso
mausoleo che Augusto aveva fatto costruire per sé e la sua famiglia (32-28 a.C.); questa volta però il committente è
il senato che offre l’altare in onore del principe per festeggiare l’inizio di una nuova epoca di pace. Nel contrasto tra
i due monumenti gli studiosi leggono la svolta politica di Augusto: sconfitto Antonio, Ottaviano è l’unico vincitore
della guerra civile, tutto il potere è ormai nelle sue mani e sull’esempio dei sovrani ellenistici potrebbe trasformare
la repubblica in una monarchia, ma con un’abilissima mossa negli anni che seguono Azio (31 a.C.) il giovane con-
dottiero trasforma il suo ruolo da vendicatore della morte di Cesare in quello di salvatore dello Stato. La sua opera
viene così posta a servizio del senato e del popolo con l’obiettivo di rifondare lo Stato romano. Finita la fase dell’au-
tocelebrazione, tutti gli onori che Augusto riceverà da questo momento in poi saranno sempre decisi dal senato,
non senza però ottenere prima l’approvazione dello stesso principe. Questo delicato gioco di equilibri comporta
che nell’arte del periodo augusteo, in particolare nell’arte ufficiale, sotto un messaggio principale ogni immagine
abbia spesso più chiavi di lettura, lasciando all’osservatore la possibilità di creare le diverse associazioni.

L’Ara Pacis è conservata


in un museo dedicato,
che illustra il monumento
e lo contestualizza nel
suo tempo. Il sito del
Museo permette di visitare
virtualmente tutte le parti
dell’edificio e di leggere
attraverso didascalie le
opere messe a disposizione
del pubblico.
IL CONTESTO

www.m.arapacis.it

10
Il quadro sociale e culturale

Nell’Ara Pacis, subito entrando, l’osservatore aveva un diretto richiamo alla storia mitica di Roma, e indirettamente
alle antiche origini della gens Iulia, raffigurando il pannello a sinistra della porta d’ingresso i due piccoli Romolo e
Remo allattati dalla Lupa, sotto lo sguardo del dio Marte e del pastore Faustolo, quello di destra il sacrificio offerto
da Enea, raffigurato col capo velato, ai Penati di Lavinio rappresentati sullo sfondo dentro un tempietto. Sull’altro
lato dell’Ara, i due pannelli si richiamavano invece alla storia presente. Il pannello di sinistra è il più complesso
e racchiude in sé i temi chiave del monumento: rappresenta la Madre Terra, Tellus, ma la figura può essere anche
interpretata come Pace o Venere Genitrice per l’ambiguità dei simboli, circondata da simboli della fertilità e dell’ab-
bondanza: la dea è infatti affiancata da due Aurae (personificazioni dei venti di terra e di mare), portatrici della
pioggia e del bel tempo, tiene in braccio due neonati e sul grembo dei frutti; i suoi capelli sono ornati da una corona
di spighe e papaveri, mentre ai suoi piedi una pecora bruca tranquilla e un bue si riposa. Nell’insieme il paesaggio
richiama la serenità della vita contadina ed è caratterizzato da una natura portatrice di doni come quella cantata
nelle Georgiche di Virgilio e nel Carmen Saeculare di Orazio. A questo tema si richiamano anche le raffinate deco-
razioni vegetali, che avvolgono con rami fioriti, popolati da piccoli animali, la base dell’Ara, e i festoni carichi di
simboli della fecondità, che ornano le pareti interne del monumento. Il tema della pace si completava nel pannello
di destra con la figura della dea Roma, seduta su una catasta di armi predate ai barbari, in ricordo della fine delle
recenti guerre. E alla cerimonia religiosa in onore del ritorno della pace è dedicato il fregio che si snoda sui due
lati lunghi del monumento. Partecipano alla processione, che vede sfilare i rappresentanti dei più importanti col-
legi sacerdotali, a testimonianza del rinnovamento religioso voluto da Augusto, anche i membri della famiglia del
principe. In apparenza le loro figure si fondono con il solenne corteo, ma un’osservazione più attenta mostra che
diversamente dagli altri personaggi le loro immagini sono ben caratterizzate, rendendole facilmente riconoscibili,
e disposte secondo una precisa gerarchia.
Il messaggio che ne risulta era chiaro all’osservatore antico: se la celebrazione della nuova età di pace è il messaggio
principale, a questo si collega l’idea che la ritrovata prosperità ha nella potenza militare di Roma, nel suo impe-
rium, il suo fondamento e nel principe e nella sua famiglia il suo garante, creando in questo modo le basi del nuovo
potere dinastico. La Pax che qui si onora è la pace voluta da Augusto. L’intreccio tra mito e storia, la celebrazione
della gens Iulia e degli antichi valori, del mos maiorum, della virtus e della pietas, che sono alla base dell’Eneide di
Virgilio, hanno dunque un parallelo sulle pareti dell’Ara Pacis.

In occasione delle
celebrazioni per il Bimillenario
della morte di Augusto
(2014) è stato predisposto
un apparato tecnico di luci
che ha ricoperto le pareti
dell’Ara Pacis con i colori
originali dei rilievi. In questo
modo è stato possibile
vedere il monumento come lo
vedevano i Romani al tempo
di Augusto.

11
L’età di Augusto

CONSENSO E DISSENSO sub divo Augusto nondum hominibus verba sua


periculosa erant, sed iam molesta, «sotto il divo
Il rapporto con gli intellettuali e il ruolo di Augusto per gli uomini le parole non erano an-
Mecenate Augusto fu consapevole soprat- cora pericolose, ma già erano causa di fastidi»
tutto della funzione che potevano assumere (De beneficiis iii, 27). Gli oppositori erano osta-
intellettuali e scrittori nel sostenere il nuovo re- colati e spesso messi a tacere, come nel caso
gime. In modo intelligente, non cercando una dell’uomo politico e oratore Tito Labieno, le cui
smaccata adulazione, egli chiamò i letterati a opere furono mandate al rogo per decreto del se-
collaborare a questo progetto ideale. Non gli nato nel 12 a.C. Non erano viste di buon occhio
mancò il loro consenso, a volte blandito, a vol- nemmeno le opere di storici non allineati come
te sollecitato: in realtà sembra proprio che molti Pompeo Trogo, che aveva una visione univer-
scrittori, desiderosi più che mai di un periodo di sale e “in divenire” della storia e non poneva al
pace, divenissero, per convinzione e spontanea centro della sua opera Roma e la sua presunta
adesione, sinceri collaboratori della sua politica missione universale. Forse la vittima più illustre
riformatrice, grazie soprattutto all’accorta regia (almeno in campo letterario) della sorveglianza
diplomatica e culturale di Mecenate, amico e augustea fu il poeta Ovidio, non a caso legato
stretto collaboratore di Augusto, il quale fu – an- ad ambienti autonomi rispetto alla ristretta cer-
che se non ufficialmente – una sorta di ministro chia imperiale, come il circolo di Messalla Cor-
della cultura imperiale, attraverso un “circolo” vino (vedi p. 14): Ovidio fu condannato all’esilio
che egli seppe raccogliere intorno a sé e all’im- nell’8 d.C. probabilmente per il coinvolgimento
peratore. in uno scandalo che aveva toccato la corte, ma
anche per il contenuto delle sue opere poetiche,
La repressione del dissenso La politica cul- ritenuto licenzioso e lontano dal programma di
turale augustea non ebbe solo un aspetto conci- restaurazione.
liante e di promozione: se è vero che la censura Diverso, ma non meno gravido di conseguenze,
imperiale e la repressione contro intellettuali fu invece il caso di Cornelio Gallo, considerato
d’opposizione si sarebbero scatenate con i suoi il fondatore del genere elegiaco a Roma. Infatti
successori, bisogna pure ricordare che Augusto Gallo, compagno di studi di Virgilio e poi amico
stesso non tollerò il dissenso. Il filosofo Sene- di Ottaviano, accanto a costui condusse una bril-
ca (che operò in epoca neroniana), così afferma: lante carriera politica e militare, fino a diventare
nel 30 a.C. prefetto dell’Egitto (segno della
stima di cui lo onorava il futuro Augu-
sto). Qui però accadde qualcosa che
lo fece cadere in disgrazia agli oc-
chi del principe (forse si macchiò
di superbia ed eccessiva autono-
mia): colpito da pesanti accuse, si
suicidò nel 27 (o 26) a.C. La ven-
detta del principe non si fermò:
la figura di Gallo fu sottoposta
alla damnatio memoriae («can-
cellazione del ricordo») e così
naufragò quasi completamente
anche la sua opera poetica (a
tale proposito vedi p. 283).
IL CONTESTO

Glorificazione di Augusto con Roma che lo incorona


d’alloro; cammeo noto come “gemma augustea”,
I secolo d.C., Vienna, Kunsthistorisches Museum.

12
Il quadro sociale e culturale
PAROLE CHIAVE IL QUADRO SOCIALE E CULTURALE
interventi strutturali Nella sua opera di riforma Ottaviano Augusto fu supportato da un apparato burocratico ampio
nell’Urbe ed efficiente. La vita della città migliorò grazie a interventi strutturali: nuovi acquedotti, lavori di
rafforzamento sugli argini del Tevere, realizzazione di un nuovo splendido Foro.

la politica Augusto volle sostenere la sua opera con un forte messaggio ideale: egli si sforzò di restaurare
del consenso i valori del mos maiorum all’interno di un ritrovato clima di concordia e di pace, puntando sulla
d’età augustea moralizzazione della vita familiare e pubblica e sulla valorizzazione della proprietà terriera, per
rinvigorire l’agricoltura. Inoltre, per creare il consenso intorno alla sua politica culturale, il prin-
ceps sfruttò le arti figurative, non solo attraverso l’edificazione del Foro, ma anche con l’impulso
dato alla statuaria, che contribuì a costruire una nuova immagine dell’imperatore. L’arte assunse
così caratteri prettamente celebrativi (come nel caso eclatante dell’Ara Pacis).

la funzione L’imperatore fu consapevole anche della funzione che potevano avere gli intellettuali nel soste-
degli intellettuali nere l’impostazione del nuovo regime: egli chiamò i letterati a collaborare al suo progetto
ideale. Molti scrittori, desiderosi di un periodo di pace, divennero per convinzione e spontanea
adesione fautori della sua politica riformatrice, grazie soprattutto all’appoggio di Mecenate, suo
amico e stretto collaboratore.

scarsa tolleranza Nello stesso tempo il principe non tollerò il dissenso. Gli oppositori erano ostacolati e spesso
del dissenso messi a tacere, come nel caso dell’uomo politico e oratore Tito Labieno, le cui opere furono
mandate al rogo, o del poeta Ovidio, che fu condannato all’esilio per il coinvolgimento in uno
scandalo di corte, ma anche per il contenuto delle sue opere poetiche, lontano dal programma
di restaurazione augustea.

I GENERI LETTERARI tendenze innovative rispetto al circolo scipioni-


co, in contrasto aperto con la tradizione romana,
Luoghi di ritrovo e scambio culturale Per visto che i poeti di quel circolo (chiamati “pre-
comprendere le dinamiche della produzione neoterici”) accoglievano il modello della poesia
letteraria e del rapporto pubblico-committenza- erotica ellenistica, dando sfoggio di una notevole
autori in età augustea è opportuno soffermarsi e minuziosa cura formale nei loro testi. Essi fu-
brevemente sul fenomeno dei cosiddetti “circo- rono a loro volta i precursori di un altro circolo
li culturali”, che si verificò in questa età storica informale di giovani poeti (quasi più un raduno
così come anche in altre precedenti. A Roma in- conviviale attorno a comuni principi di vita e di
fatti era di antica data la consuetudine che poeti estetica): i neòteroi («poeti nuovi»), come furono
e scrittori si riunissero fra loro per trattare argo- denominati Catullo e i suoi amici Calvo, Varro-
menti letterari, oppure aderissero a circoli pa- ne Atacino, Cinna, Fabullo, Aurelio, Cornificio e
trocinati da illustri e potenti politici: di quest’ul- Veranio, coloro che introdussero la soggettività
timo tipo era stato il cosiddetto “circolo” degli amorosa nella poesia latina.
Scipioni (ii secolo a.C.), che aveva contribuito Questa lunga tradizione mostra un’abitudine
a rinnovare il costume di vita romano secondo oramai invalsa nella cultura latina, che portava i
gli ideali dell’humanitas. La visione del mondo letterati a radunarsi intorno a punti di riferimen-
che si era fatta strada tra gli intellettuali di questo to comuni, dando origine a quelli che la tradizio-
gruppo, di cui furono importanti membri il com- ne ha chiamato “circoli”: tale termine però non
mediografo Terenzio, il tragediografo Pacuvio, il deve essere interpretato in chiave moderna, per-
filosofo stoico greco Panezio di Rodi e lo storico ché si trattava – come abbiamo evidenziato – di
greco Polibio, tendeva a mantenere viva la tradi- unioni informali e aperte.
zione romana del mos maiorum integrandola e In età augustea si costituirono a Roma tre cir-
innovandola con l’apporto della cultura e della coli culturali di letterati, più o meno vicini al
paidèia («educazione») greca. potere politico, attorno a tre influenti persona-
In seguito, un gruppo di letterati si era riunito lità, in grado di rappresentare anche una sicura
attorno all’aristocratico Quinto Lutazio Catulo, committenza e un riferimento economico per gli
console con Mario nel 102 a.C., manifestando scrittori.
13
L’età di Augusto

Il circolo di Mecenate Colui che avrebbe dato riuscite operazioni di polizia, Mecenate non era
per antonomasia il suo nome a ogni generoso un ministro della propaganda [...]. A lui va il me-
protettore delle arti fu Gaio Cilnio Mecenate rito permanente di avere accordato a grandi po-
(70-8 a.C.). Discendente da un’illustre gens etru- eti il modesto spazio di libertà loro necessario»
sca, era un fido collaboratore di Augusto, abile (M. Von Albrecht, Storia della letteratura latina,
mediatore, diplomatico e intenditore di lettera- Torino, Einaudi, 1995, vol. ii, p. 650).
tura, anche se, da convinto epicureo qual era, Come ricorda lo studioso tedesco, proprio dal
doveva concepire l’arte come puro passatempo circolo di Mecenate uscirà, insieme all’altissima
e occasione di intrattenimento. Al di là di po- esperienza di poeti come Orazio e Properzio,
chi suoi versi rimasti e di un dialogo in prosa (il quel poema nazionale nuovo e straordinario –
Symposium) di argomento letterario-filosofico, inatteso nei suoi esiti dagli stessi potenti patroci-
il suo merito maggiore fu sicuramente la fon- natori – che fu l’Eneide di Virgilio.
dazione del circolo di poeti e letterati che egli
raccolse attorno a sé e che da lui prese il nome. Il circolo di Messalla Corvino Un perso-
Egli seppe con garbo e discrezione sollecitar- naggio politico certamente di primo piano in
ne l’ispirazione e orientarne il consenso verso quegli anni, a sua volta animatore di un circolo
l’imperatore Augusto e il suo mondo ideologico culturale, fu Marco Valerio Messalla Corvino
di restaurazione politica e civile. Entrarono nel (ca. 60 a.C.-8 d.C.), uomo di ideali repubbli-
suo circolo e ne divennero amici, per citare solo i cani, stimato oratore d’orientamento atticista
principali, poeti come Virgilio, Orazio, Proper- e valente generale anticesariano. Dopo ave-
zio, Domizio Marso, Vario Rufo e Plozio Tucca. re combattuto a Filippi contro Bruto e Cassio,
Così Michael Von Albrecht sintetizza le caratte- era passato dalla parte di Antonio e solo tardi
ristiche di tale realtà, mettendo in rilievo l’opera – dopo il 38 a.C. – da quella di Ottaviano, per
di mediazione del suo animatore, ma anche la poi ritirarsi a vita privata. Nell’otium letterario
relativa libertà concessa ai poeti, che potevano si era dedicato alla filosofia, orientandosi ver-
rifiutarsi di affrontare generi letterari tendenzial- so lo spiritualismo socratico-platonico e forse
mente troppo celebrativi – come quello epico – e verso il pitagorismo. Estimatore dei poeti e loro
argomenti lontani dalla loro sensibilità e dal loro protettore, egli raccolse intorno a sé numerosi
stile: «Mecenate chiama di preferenza vicino a letterati fra cui Tibullo, il giovane Ovidio, Emi-
sé poeti già affermati: Virgilio gli dedica soltan- lio Macro, Valgio Rufo e altri minori, come la
to la sua seconda opera (le Georgiche), Proper- poetessa Sulpicia e Ligdamo. Il genere predi-
zio il suo secondo libro. Egli esorta i poeti della letto da questi membri del circolo fu quello ele-
sua cerchia a comporre poemi epici in lode di giaco, di argomento erotico e di impostazione
Augusto. Per difendersi da questa sollecitazione lirico-soggettiva, il che fa supporre un atteggia-
i poeti augustei ricorrono alla tematica del cor- mento politico distaccato, se non di opposizio-
tese rifiuto (recusatio). [...] Mecenate accetta che ne velata rispetto agli ideali del programma di
i poeti suoi amici si mantengano fedeli alla loro Augusto: essi non accettano di celebrarne l’ide-
indole. Solo Vario realizza il de-
siderio di un poema epico augu-
steo – e cade in oblio –, Virgilio lo
trascende. La coscienza della dif-
ficoltà del compito gli fa trovare
una soluzione che offre assai più
del richiesto. Nonostante certe

Il ninfeo con auditorium della villa forse


IL CONTESTO

appartenuta a Mecenate sull’Esquilino,


I secolo a.C., Roma, Sovraintendenza
Archeologica.

14
Il quadro sociale e culturale

ologia nella propaganda dei valori tradizionali tino di guerra strappato agli sconfitti Partini, e di
del mos sul piano sociale, religioso o politico. aver organizzato e protetto alcuni scrittori anti-
Lo stesso ripiegarsi in sé e trattare argomenti conformisti della sua epoca, non culturalmente
del tutto privati (l’amore, l’amicizia, i viaggi), integrati con il regime dominante.
tanto all’interno del loro circolo quanto nelle
loro produzioni poetiche, rivela indirettamente Le occasioni della letteratura Proprio il ri-
la loro estraneità al clima culturale ufficiale ferimento alle prime recitationes organizzate da
e alla politica in generale. Poeti come gli ele- Asinio Pollione permette di aprire una finestra
giaci erano indifferenti alle vicende politiche e sulle “occasioni” della letteratura in età augustea:
dinastiche del princeps, così come già Catullo tempi e luoghi non solo di produzione letteraria,
e i neòteroi avevano irriso il grande Cesare e gli ma anche di consumo. Le recitationes infatti
ideali dell’impegno politico. erano vere e proprie letture pubbliche, aperte
ora a una ristretta cerchia di invitati e intendito-
Il circolo di Asinio Pollione Promotore di ri (ad esempio, come avveniva nell’aristocratico
cultura e poesia fu anche Gaio Asinio Pollione, circolo di Messalla Corvino), ora a un pubbli-
nato nel 76 a.C. a Teate, oggi Chieti. Egli rice- co più vasto. Erano organizzate nella domus di
vette un’ottima formazione retorica e filosofica qualche ricco promotore oppu-
studiando sia in Grecia sia a Roma; divenne poi re in sale apposite, chiamate
amico di Catullo e di Cinna, simpatizzando per la auditoria, ed erano appun-
loro poesia neoterica. Fu il primo a Roma a pro- tamenti sfruttati spesso da-
muovere la consuetudine delle letture pubbli- gli autori per presentare le
che (recitationes) delle proprie opere in presenza nuove opere. Accanto alle re-
di un uditorio scelto, invitato proprio allo scopo citationes pubbliche – che ca-
di ascoltare l’opera appena composta; riferisce ratterizzarono tutto
infatti Seneca: Pollio Asinius primus omnium Ro- il primo secolo del
manorum advocatis hominibus scripta sua reci- principato e rap-
tavit, «Asinio Pollione, primo fra tutti i Romani, presentarono uno
recitò i suoi scritti di fronte agli invitati» (Contro- strumento di
versiae iv, Praefatio 2). “pu b b l i c a -
Politicamente cesariano, alla morte del dittato- zione” e dif-
re si schierò con Antonio e fu governatore della fusione delle
Gallia Cisalpina, aiutando il poeta Virgilio a con- opere lettera-
servare le sue terre al tempo della distribuzione rie – permase,
di fondi ai veterani dei triumviri dopo Filippi anzi, si svilup-
(42 a.C.). Dopo una fortunata campagna militare pò ulteriormente
contro i Partini dell’Illiria (oggi Albania), all’epo- l’attività di ricchi editori
ca dello scontro decisivo tra Antonio e Ottaviano (sul modello di Attico, l’a-
egli restò neutrale, ritirandosi a vita privata. Morì mico di Cicerone), che si
nel 4 d.C. occupavano di far copiare e
Pollione compose dei nova carmina (probabil- diffondere i libri degli scrit-
mente affini ai testi poetici dei neòteroi, di ispi- tori latini nella città e in tutti
razione pastorale) che furono lodati da Virgilio, il i principali centri dell’im-
quale ne era stato forse l’ispiratore. La sua opera pero: dalle testimonianze
più importante, tuttavia, furono i 17 libri in pro- che rimangono, sappiamo
sa delle Historiae, oggi perduti, che esponevano che il mercato librario in età
in modo libero e oggettivo i drammatici eventi augustea fu vivace.
delle guerre civili avvenute fra il 60 a.C. (anno del
primo triumvirato tra Cesare, Pompeo e Crasso)
e il 35 a.C. (battaglia contro Sesto Pompeo). Ebbe
anche il merito di aver fondato la prima biblio-
Donna che tiene tra le mani un volume
teca pubblica a Roma nel 39 a.C., nell’atrio del aperto, I secolo a.C., Napoli, Museo
tempio della Libertà, grazie alle entrate del bot- Archeologico Nazionale.

15
L’età di Augusto

Sul versante della fruizione del patrimonio li- a nord del Campo Marzio (tra la via Flaminia e
brario, Augusto diede un impulso fondamentale il Tevere), ove sorge l’Ara Pacis. In esso Augusto
anche allo sviluppo delle biblioteche pubbli- ha redatto, alla fine della sua esistenza, una sin-
che, realizzando in grande stile un progetto che tesi elogiativa della propria vita (dai diciannove
era già stato di Cesare (il quale aveva affidato a anni in poi), una sorta di testamento politico
Varrone il compito di allestire la prima biblioteca per presentare la sua carriera, le cariche pubbli-
pubblica a Roma) ed era stato anticipato da Asi- che ricoperte, gli onori, le somme di denaro do-
nio Pollione nel 39 a.C.: egli infatti fece allestire nate all’erario, gli edifici e i templi fatti costruire
una grande biblioteca presso il tempio di Apollo o restaurare, i donativi per la plebe, i nemici vinti
sul Palatino, inaugurata nel 28 a.C., che aveva il e le leggi emanate. L’opera è scritta in prima per-
merito di riunire opere greche e latine, chiaro se- sona – a testimoniare l’auctoritas del narratore
gno della raggiunta compenetrazione delle due – con concisione estrema, in uno stile lapidario
culture, che oramai si potevano presentare alla ed efficace, con un linguaggio semplice e chiaro,
pari. Pochi anni dopo, Augusto fece aprire anche anche se non privo di ufficiale solennità. La coor-
un’altra biblioteca presso il portico di Ottavia. dinazione asindetica fra le proposizioni e l’asso-
luta mancanza di artifici retorici contribuiscono
Augusto scrittore D’altra parte, l’interesse di a conferire all’Index un’austera gravitas e danno
Augusto per la letteratura non fu solo esteriore. al lettore il senso di un’opera tanto sobria quanto
Egli stesso, sia pure da dilettante, si dedicava maestosa.
alle lettere: esperto di eloquenza, studiata come
discepolo del retore Apollodoro di Pergamo, Il rapporto con i modelli greci e lo sviluppo
scriveva e declamava volentieri. Tentò anche la dei generi letterari La nuova generazione di
strada della poesia: abbozzò la tragedia Aiax e scrittori che operò sotto il principato augusteo
compose un poemetto in esametri sulla Sicilia, ampliò il confronto con la letteratura greca,
mentre in prosa, per il genere autobiografico, non fermandosi più ai soli modelli ellenistici,
scrisse 13 libri di Commentarii de vita sua con- che erano stati fondamentali per le generazioni
tenenti le vicende fino alla guerra cantabrica, precedenti: Virgilio si confrontò con il poeta Teo-
combattuta nella Spagna Tarraconese nel 25 a.C. crito nella sua prima opera (le Bucoliche), ma poi
Inoltre, per via epigrafica, è pervenuto l’Index risalì fino ai grandi archetipi di Esiodo e Omero
rerum a se gestarum (o Res gestae divi Augusti, per affrontare i due poemi (Georgiche ed Eneide);
14 d.C.), ma chiamato anche Monumentum An- Orazio nelle sue Odi si rifece all’insegnamento
cyranum perché ritrovato ad Ancyra (l’attuale dei lirici greci arcaici (vii-vi secolo a.C.).
Ankara, capitale turca) in una iscrizione bilingue Quanto ai generi letterari frequentati, l’età augu-
greco-latina sulle pareti di marmo di un tempio. stea è considerata il vertice della poesia latina:
È questa la copia dello scritto originale, fatta ri- soprattutto la prima generazione di poeti che
produrre dal successore Tiberio anche su due pi- operò tra la fine delle guerre civili e l’inizio del
lastri di bronzo davanti al Mausoleo di Augusto principato (quella di Virgilio e Orazio, appunto)

La politica culturale, artistica,


architettonica di Augusto è raccontata,
con ricognizione dei siti archeologici e
ricostruzioni virtuali, dal documentario
divulgativo realizzato da Alberto
Angela. Puoi vederne la registrazione
disponibile in rete all’indirizzo:
IL CONTESTO

https://www.youtube.com/
watch?v=NkiBT2JjRdw

16
Il quadro sociale e culturale

sentì profondamente di vivere in un’epoca privi- dio). Augusto vedeva di buon occhio la rinascita
legiata (non per nulla si identificano questi auto- di un teatro di livello alto, che poteva rappresen-
ri come i grandi “classici” latini). Più staccata dal- tare un utile strumento di propaganda: non a
la politica augustea fu invece l’esperienza degli caso aveva fatto ultimare, nel cuore della città, un
elegiaci latini, che seppero creare e portare a grande teatro iniziato da Cesare, per 20 000 spet-
piena maturazione un genere poetico originale, tatori, dedicandolo poi alla memoria del nipote
innestato sulla tradizione della poesia erotica e Marcello, scomparso in giovane età. Il pubblico
soggettiva. romano, però, sembrava orientato ormai verso
La grande stagione della poesia augustea ebbe gli spettacoli di massa, offerti dall’arena del circo.
alcuni caratteri comuni, che possiamo identifi- Anche la prosa ebbe uno sviluppo differente
care in due nodi significativi. Innanzitutto la po- dall’età precedente. L’oratoria conobbe un pro-
esia fu concepita come un mezzo per trasmettere gressivo arretramento, uscendo dalla curia se-
idee e immagini che fossero utili alla comunità. natoriale e dal foro per ritirarsi nelle sale di re-
La generazione degli autori di quest’epoca si mi- citazione, trasformandosi in esibito esercizio di
surò con il modello del poeta-vate, voce della abilità retorica. La storiografia si staccò dalla
comunità tutta e al tempo stesso interlocutore lotta politica e passò dalle mani di autori che pro-
della comunità con il principe. Anche chi prese venivano dalle fila del senato ed erano coinvolti
le distanze dalla politica augustea cercò di con- nella lotta per la res publica (Sallustio ad esem-
vincere il lettore della problematicità della sua pio, o lo stesso Cesare) a quelle di un letterato
scelta, attraverso la pratica delle recusationes, di professione come Livio, che si voltò indietro e
che rivelavano la tensione esistente tra l’orienta- riassunse tutta la storia di Roma in una sorta di
mento etico e politico della poesia e la formazio- grande romanzo nazionale. Interessante e ferti-
ne letteraria che ciascun poeta aveva, formazio- le fu invece la produzione di prosa tecnica, che
ne che tendeva alla produzione disimpegnata e vide gli interventi di molti giuristi, ma toccò il suo
puramente artistica. vertice con l’opera di un architetto, Vitruvio, che
Secondo nodo importante della cultura poeti- seppe mettere a frutto nel suo De architectura
ca di questo tempo fu la consapevolezza degli l’esperienza diretta acquisita nei grandi cantieri
scrittori di costruire opere letterariamente alte, edilizi promossi da Augusto, il quale peraltro ap-
forti di una piena maturità formale e stilistica, pare come dedicatario dell’opera.
molto lontane dal gusto dell’età arcaica. Tutti i
poeti di questo periodo si dichiarano debitori
della prima produzione arcaica e la recuperano
soprattutto sul piano dei contenuti e della sal-
dezza etica, ma si dicono fermamente convinti
della loro superiorità formale. Si modellò così un
nuovo canone letterario, che si sostituiva defini-
tivamente al precedente, pur non senza difficol-
tà. Soprattutto i grammatici si dichiaravano ostili
a introdurre lo studio dei nuovi poeti e continua-
vano a scegliere gli antichi, leggendo nelle loro
lezioni ad esempio Lucilio ed Ennio a preferen-
za di Orazio e Virgilio. Tuttavia, nel corso di quei
pochi decenni il nuovo gusto letterario più alto
e curato, in grado di competere ormai completa-
mente con la produzione greca, venne preferito
anche agli antichi, dichiarando definitivamente
l’introduzione di un nuovo canone.
Se le considerazioni precedenti valgono per la
produzione poetica, un discorso a sé va fatto per
il teatro. Pur essendo perdute, sappiamo che al-
cune opere teatrali dell’epoca erano pregevoli (il Gemma con cammeo di Augusto, I secolo d.C., Vienna, Kunsthistorishes
Thyestes di Vario, ad esempio, o la Medea di Ovi- Museum.

17
L’età di Augusto

bolario estremamente selezionato; Properzio è


LA LINGUA più aperto e vivace nelle scelte lessicali, mentre
Varietà poetica e lingua tecnica Come si è Ovidio si presenta come un virtuoso della parola.
visto, diversi generi poetici nascono (l’elegia) o Nella prosa domina la figura di Livio e della sua
giungono a piena maturazione in età augustea, opera monumentale, gli Ab Urbe condita libri,
portando una notevole varietà di esperienze lin- che impiegano un linguaggio più poetico nei
guistiche. Virgilio, ad esempio, seleziona un lin- primi libri “mitici”, segnati anche dalla presenza
guaggio poetico solenne, ma nello stesso tempo di arcaismi, mentre poi il lessico e la sintassi si
limpido, elegante, privo di complessità eccessive fanno più equilibrati secondo la lezione cicero-
e di arcaismi (tranne rare occorrenze), ben lon- niana.
tano oramai dal modello imposto da Ennio; egli L’acquisizione maggiore nella lingua letteraria
accetta anche termini quotidiani e struttura il di età augustea fu merito del De architectura di
suo periodo in modo lineare e chiaro. La lingua Vitruvio che, attraverso l’esposizione rigorosa e
di Orazio è più colorita, varia ed espressiva, lo stile asciutto di questo architetto-ingegnere,
soprattutto nelle satire; invece i poeti elegiaci travasa nel vocabolario latino un lessico ricco
presentano profonde differenze tra loro, che di termini tecnici, di vocaboli greci traslitterati e
rispecchiano le diverse personalità: Tibullo si non tradotti e di espressioni colloquiali, proprie
caratterizza come un purista e impiega un voca- di un mondo strettamente legato alla prassi.

I GENERI LETTERARI
PAROLE CHIAVE

il “circolo” Gaio Cilnio Mecenate (70-8 a.C.), fido collaboratore di Augusto, abile mediatore, diplomatico e in-
di Mecenate tenditore di letteratura, seppe sollecitare l’ispirazione degli scrittori e orientarne il consenso verso
l’imperatore Augusto e il suo mondo ideologico di restaurazione politica e civile. Entrarono nel circolo
e divennero amici di Mecenate poeti come Virgilio, Orazio, Properzio, Domizio Marso, Vario Rufo e Plozio
Tucca.

il “circolo” Marco Valerio Messalla Corvino (ca. 60 a.C.-8 d.C.), uomo di ideali repubblicani, oratore e valente
di Messalla generale anticesariano, estimatore di poeti e loro protettore, raccolse intorno a sé numerosi letterati
Corvino fra cui Tibullo, il giovane Ovidio, Emilio Macro, Valgio Rufo e altri minori, come la poetessa Sulpicia e
Ligdamo. Il genere prediletto da questi membri del circolo fu quello elegiaco, di argomento erotico e
di impostazione lirico-soggettiva, il che fa supporre un atteggiamento politico distaccato, se non di
opposizione velata rispetto agli ideali del programma di Augusto.

il “circolo” Gaio Asinio Pollione (76 a.C.-4 d.C.) ricevette un’ottima formazione retorica e filosofica, fu amico di
di Asinio Catullo e di Cinna e ebbe una propensione per la poesia neoterica. Fu il primo a Roma a promuovere la
Pollione consuetudine delle letture pubbliche (recitationes) delle proprie opere letterarie. Ebbe anche il merito
di aver fondato la prima biblioteca pubblica a Roma e di avere organizzato e protetto alcuni scrittori
anticonformisti della sua epoca, non culturalmente allineati con il regime.

la diffusione La diffusione delle opere letterarie era affidata alle recitationes, vere e proprie letture pubbliche, ap-
delle opere puntamenti sfruttati spesso dagli autori per presentare le nuove opere. Accanto alle recitationes pub-
bliche si collocava l’attività di ricchi editori, che si occupavano di far copiare e diffondere i libri degli
scrittori latini nella città e in tutti i principali centri dell’impero. Augusto diede impulso allo sviluppo
delle biblioteche pubbliche, facendone allestire una sul Palatino, che riuniva opere greche e latine.

modelli La nuova generazione di scrittori ampliò il confronto con la letteratura greca, riferendosi a modelli
e generi che non erano ancora stati considerati per la produzione in latino e le opere che ne derivarono sono da
di riferimento considerarsi al vertice della produzione “classica”: ad esempio, Virgilio scrisse l’Eneide, considerato il
poema epico nazionale; Orazio compose le Odi, che tradussero magistralmente il genere della poesia
lirica in latino. La prosa vide invece un progressivo arretramento nell’oratoria, che uscì dall’uso politi-
IL CONTESTO

co e si ritirò nelle sale di recitazione, mentre la storiografia, scelta da un grande letterato di professione
come Livio, si occupò di riassumere tutta la storia di Roma in una sorta di “romanzo” nazionale.

18
Prova di verifica strutturata

L’età di Augusto
VERO O FALSO 3. Il ruolo delle arti figurative:
Leggi le seguenti affermazioni e indica se sono Vere o False. a fu poco significativo, perché in Roma l’arte non ebbe
mai particolare e originale sviluppo
1. Subito dopo la battaglia di Azio Ottaviano divise b fu coerente con la politica di consenso che Augusto
il potere con il senato V F promosse e divenne importante per sottolineare la forza
2. In breve Ottaviano riassunse in sé tutte le più del potere del principe
importanti cariche istituzionali, compresa c risultò contraddittorio, perché, pur volendo sottolineare
la tribunicia potestas V F il potere di Augusto, di fatto non riuscì a manifestarlo
d non si può evincere con chiarezza dai pochi resti
3. Ottaviano accettò il titolo di Augusto e di re V F
archeologici che possediamo
4. Ottaviano proclamò ufficialmente la fine
4. Il rapporto con gli intellettuali:
della repubblica V F
a non fu cercato da Augusto, che ebbe particolare cura
5. In epoca augustea il numero dei senatori solo della dimensione politica
fu ridotto quasi della metà e così la loro influenza b fu trascurato da Augusto, che aveva un interesse solo
politica V F marginale nella creazione di una cultura di regime
6. La prefettura militare più importante divenne quella c fu espressamente cercato da Augusto, che era
del pretorio, ovvero della guardia scelta del principe V F consapevole della funzione che potevano assumere
gli intellettuali nel sostegno al nuovo regime
7. Augusto elaborò un accurato sistema di controllo d fu espressamente cercato da Augusto, ma non
del territorio attraverso la dislocazione stanziale corrisposto dagli intellettuali, che non raggiunsero mai
dell’esercito sui territori delle province V F il livello formale e contenutistico sperato dal principe
8. La diffusa pace interna ed esterna procurò una 5. Nella politica culturale di Augusto:
ripresa nella produzione e circolazione delle a fu tollerato ampiamente il dissenso
merci, facilitate da un’ottima rete b fu cercato il dialogo tra intellettuali e potere politico
di comunicazione viaria e navale V F c ci si liberò violentemente dei detrattori
9. La pecca maggiore dell’amministrazione di Augusto fu d non si ebbe tolleranza del dissenso, pur non attuando
l’amministrazione delle province V F politiche persecutorie
10. Le province vennero suddivise in un primo
momento in senatorie e imperiali, ma poi QUESITI A RISPOSTA SINGOLA
divennero tutte imperiali V F Rispondi alle seguenti domande con un testo che non superi
le 5 righe (circa 40 parole).
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA 1. Qual è il significato di un monumento artistico e religioso
Tra le possibili risposte indicate scegli quella che ritieni corretta. come l’Ara Pacis?
2. Quale fu il ruolo del circolo di Mecenate?
1. La politica culturale di Augusto:
a si sforzò di restaurare i valori del mos maiorum 3. Quali altri circoli culturali ebbero un ruolo significativo sotto
Augusto?
b operò in manifesta opposizione alle “chiusure”
4. Quale tipo di occasione culturale furono le recitationes
del mos tradizionale
e dove erano organizzate?
c falsificò gli antichi valori dando loro un nuovo contenuto
5. Si sa che in questo tempo vennero aperte le prime
d scelse con cura quali valori tradizionali accettare e quali no biblioteche pubbliche: di che cosa si tratta?
2. I limiti della politica culturale augustea possono essere 6. Augusto fu anche scrittore: a quali generi si dedicò?
identificati nel fatto che: Abbiamo testimonianza diretta dei suoi scritti?
a si trattava solo di propaganda e nessuno nei fatti la seguì
b erano ormai radicati comportamenti che non potevano TRATTAZIONE SINTETICA
essere ricondotti al modello originario senza risultare Rispondi alle seguenti domande con un testo che non superi
anacronistici le 20 righe (circa 200 parole).
c nuovi modelli incontrano resistenze nell’essere applicati e 1. Traccia in modo sintetico un profilo del cosiddetto “poeta-vate”
necessitano di un tempo lungo per essere accolti e applicati di età augustea: a quali ideali poetici e culturali corrisponde?
d Augusto non ebbe cura nel verificare che i nuovi modelli 2. In questo tempo si assiste a un declino della produzione
venissero applicati realmente e furono significative le oratoria. Prova a spiegarne le ragioni e a mettere in rilievo
frange di dissenso le tendenze del nuovo clima culturale e politico.
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