L’età augustea
ANGELO DIOTTI
SERGIO DOSSI
FRANCO SIGNORACCI
Narrant
LETTERATURA ANTOLOGIA CULTURA LATINA
2
L’età augustea
ANGELO DIOTTI
SERGIO DOSSI
FRANCO SIGNORACCI
Copertina: L. Alma Tadema, Saffoe Alceo a Mitilene (part.), 1881, Baltimora, Walters Art Gallery
Lucia Franchi Vicerè ha curato la rubrica Le metafore – Arte, La morte di Laocoonte. La metafora del dolore nell’arte antica; La lupa, mater Roma-
norum. La metafora di Roma; Roma e l’età dell’oro. Una metafora di giustizia; Paradisi in miniatura: i giardini dipinti. Maria Monteleone ha curato
integralmente la rubrica Le parole e i contributi Le metafore - Letteratura, L’avvenire dietro le spalle. Metafore del tempo a Roma; Caput, la testa e l’i-
dentità; Dall’assaporare alla sapientia. Una metafora della comunicazione; La dextra: metafora della fides.
Pierangela Petruzzi ha curato la stesura del Glossario di retorica e stilistica, le Nozioni di prosodia e metrica e il Repertorio degli autori della letteratura greca.
e-9788805257331
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sioni sui detentori di diritto di copyright non potuti reperire.
Materiali interattivi
e proiettabili
20 GLI AUTORI
20 PUBLIO VIRGILIO MARONE Link alla lezione breve di Mario
20 L’autore Lentano sul mito di Enea
20 Le vicende biografiche Link alla lezione breve
di Maurizio Bettini sui miti
23 L’opera delle origini in Roma
29 Le Bucoliche
Video. Due intellettuali alla
30 I CONTENUTI DEI BUCOLICA CARMINA scuola di Epicuro. Publio
23 Le Georgiche Virgilio Marone sul rapporto
23 I CONTENUTI DEI GHEOˉRGHIKÁ CARMINA tra Virgilio e l’epicureismo
31 LE PAROLE PARSIMONIA Incipit scaricabile dai saggi
di M. G. Ciani, Orfeo, variazioni
34 Consigli di lettura Maria Grazia Ciani-Andrea Rodighiero, Orfeo. Variazioni sul mito
sul mito, Marsilio, Venezia 2004
36 Consigli di lettura Eva Cantarella, La dolcezza delle lacrime. Il mito di Orfeo E. Cantarella, La dolcezza delle
37 L’Eneide lacrime, Mimesis, Milano, 2016
M. Bettini – M. Lentano, Il mito
38 CULTURA L’immagine di Enea e la propaganda augustea di Enea, Einaudi, Torino 2013
40 I CONTENUTI DELL’ AENEIS Incipit scaricabile del romanzo
43 Consigli di lettura Sebastiano Vassalli, Un infinito numero. Virgilio e Mecenate nel paese di S. Vassalli, Un infinito
dei Rasna numero, Einaudi, Torino 1999
45 LE PAROLE FATUM 6 testi antologici aggiuntivi
47 LE PAROLE PIETAS Prova interattiva di verifica
48 Consigli di lettura Maurizio Bettini-Mario Lentano, Il mito di Enea
51 Opere minori e spurie
53 Bibliografia e sitografia
54 Virgilio nel tempo
56 PERCORSI ANTOLOGICI
57 1 Un’Arcadia letteraria: il paesaggio delle Bucoliche
58 T1 All’ombra di un faggio Bucolica I (LAT)
65 CULTURA Quincunx
66 T2 L’attesa di un ritorno Bucolica IX (LAT/ITA)
74 CULTURA L’Arcadia delle Bucoliche: una terra di bellezza sfumata
IV
Indice
165 RIEPILOGARE
166 LABORATORIO DELLE CONOSCENZE E COMPETENZE LETTERARIE
166 Mappa concettuale
167 Prova di verifica strutturata
168 Saper analizzare un testo (Aeneis xii, 945-952)
169 Saper analizzare un testo critico (A. La Penna)
170 Saper analizzare un’opera (Eneide)
215 RIEPILOGARE
VI
Indice
225 RIEPILOGARE
240 RIEPILOGARE
255 RIEPILOGARE
VII
Indice
312 RIEPILOGARE
VIII
Indice
455 RIEPILOGARE
472 RIEPILOGARE
X
Indice
483 T23 La secessione della plebe Ab Urbe condita liber II, 32; 33, 1-2 (LAT/ITA)
486 T24 Una vile sconfitta Ab Urbe condita liber II, 58-59 passim (ITA)
489 T25 Il conservatorismo religioso: la repressione dei baccanali Ab Urbe
condita liber XXXIX, 8-18 passim (ITA)
491 RIEPILOGARE
492 STORIA Un processo politico
512 Appendice
514 I GENERI LETTERARI
514 L’elegia
514 Definizione e caratteri del genere
514 L’elegia greca arcaica
515 L’elegia nell’età alessandrina
516 L’elegia latina
516 L’elegia oltre Roma
517 La poesia bucolica
520 Nozioni di prosodia e metrica
523 Glossario di retorica e stilistica
525 Repertorio di autori della letteratura greca
531 Indice degli autori e dei generi letterari
1
L’ETÀ DI AUGUSTO
40 a.C.-14 d.C.
Nella Roma pacificata, che usciva
dalle guerre civili, Ottaviano Augusto, 700 a.C. 200 a.C. 100 a.C.
consapevole del ruolo che potevano
avere gli intellettuali nel sostenere il VIII sec. a.C. Cicerone
nuovo regime, promuove per la prima L’alfabeto greco 73-43 a.C.
200–149 a.C.
volta nella storia romana una politica si diffonde a Roma quasi 100 orazioni
Catone
culturale. I “circoli” di Mecenate, De agri coltura 56-46 a.C.
Asinio Pollione e Messalla Corvino dal VI sec.a.C.
Origines opere retoriche
costituiscono un punto nodale per I magistrati si servono
di Commentarii, Fasti e Libri ad Marcum filium 45-44 a.C.
l’elaborazione e la diffusione degli opere filodsofiche
ideali che sostengono la politica Annales per registrare
augustea, ribadendo gli antichi principi eventi significativi (primee 68-43 a.C.
del mos maiorum, la moralizzazione forme di storiografia) epistolario
della vita familiare e pubblica, la L’oratoria politica e Cesare
valorizzazione della proprietà terriera, giudiziaria accompagna 50 a.C.
cui si aggiunge la consapevolezza la vita dei cives romani De bello Gallico
della forza civilizzatrice di Roma. 47 a.C.
L’appartenenza ai “circoli”, tuttavia, se De bello civili
assicura la committenza delle opere e
la stessa sussistenza economica degli VI sec. a.C. Sallustio
autori, esercita però anche un ruolo di La fibula praenestina, 43 a.C.
censura, ostacolando o allontanando il più antico documento De Catilinae
chi non era allineato con il programma epigrafico giunto fino coniuratione
di restaurazione augustea. a noi 40 a.C.
Il quadro generale della produzione Bellum Iugurthinum
di questi decenni raccoglie gli autori
e le opere che, insieme a quelli
dell’età di Cesare, costituiscono il
cosiddetto canone della classicità. VI-IV sec. a.C. 100-60 a.C.
Gli intellettuali romani avevano ormai Il verso poetico viene utilizzato per Preneoterici
accolto i modelli della letteratura composizioni di ambito religioso o
greca ed erano in grado di elaborarli legate alla celebrazione di eventi 250 a.C.
in modo complesso sul piano stilistico privati (neniae e carmina convivalia) Livio Andronico
e strutturale. Nascono perciò le opere 60-40 a.C.
e pubblici (carmina triumphalia) Neoterici
più alte della poesia latina, il poema o della vita quotidiana (carmina 202 a.C.
epico di Virgilio, l’Eneide, la poesia lirica Nevio (Cinna,
popularia) Varrone Atacino,
delle Odi di Orazio e il poema epico Bellum poenicum
mitologico di Ovidio, le Metamorfosi, Licinio Calvo)
dal 215 a.C. Catullo, Liber
che manifestano la padronanza
completa dei modelli stilistici, divenuti dal VI sec. a.C. Plauto
mezzo espressivo per comunicare I fescennini scandiscono con versi almeno 21 commedie
60 a.C. ca
sensibilità e contenuti del tutto propri ritmati e volgari la vita dei campi e 166-160 a.C. Lucrezio
della cultura latina. Allo stesso modo delle gentes romane Terenzio De rerum natura
vanno considerate le Elegie di Properzio 6 commedie
e Tibullo e le altre opere poetiche degli
autori maggiori, che sperimentano con 240-100 a.C.
raffinatezza generi diversi. Tragedie cothurnatae e praetextae
I generi della prosa, staccandosi dalla di Livio Andronico, Gneo Nevio,
battaglia politica, non rivestono più lo Quinto Ennio, Pacuvio, Accio
stesso ruolo attivo che avevano avuto
fino alla fine delle guerre civili. L’oratoria
diventa più declamatoria che politica
365 a.C.
e la storiografia si trasforma ormai in
scrittura letteraria, dando origine alla Secondo Livio giungono
monumentale Ab Urbe condita di Livio. dall’Etruria dei ballerini che
L’intera storia di Roma viene ripercorsa scongiurano il diffondersi di
dalle origini: una grande sinfonia sulla una pestilenza con una danza
grandezza romana, con note d’amaro di purificazione, a imitazione
pessimismo sul suo futuro. della quale i Romani daranno
vita al genere della satura
40 a.C. 14 d.C. 68 d.C. 96 d.C. 192 d.C. 400 d.C.
Augusto in abito di pontifex maximus, I secolo a.C., Roma, Museo Nazionale Romano.
4
Il quadro storico
dati scelti, che era di stanza nella città. Quest’ul- attirato in un’imboscata nella selva di Teutobur-
tima carica, per la sua vicinanza al centro del po- go, dove le sue tre legioni furono massacrate. Con
tere, assumerà un ruolo sempre più importante gli eterni nemici orientali, i Parti, Augusto riuscì
nella successiva epoca imperiale. a stringere una pace temporanea, soprattutto
grazie all’azione diplomatica di Tiberio, sancita
In politica estera, una strategia di controllo dalla restituzione delle insegne sottratte all’eser-
In politica estera Ottaviano Augusto adottò una cito di Crasso, sconfitto nel 53 a.C.
linea di prudente rafforzamento dei confini e
di consolidamento del controllo di ampie re- La pace facilita la ripresa economica La sta-
gioni, sottomesse sulla carta, ma ancora ribelli bilizzazione dell’impero, la riorganizzazione am-
e scarsamente romanizzate. Fu così completata ministrativa, gli investimenti per le infrastrutture
la sottomissione della penisola iberica; fu rin- furono altrettanti fattori che favorirono una flori-
saldato il controllo dei valichi alpini, con la de- da ripresa economica dopo decenni tormentati
finitiva sconfitta delle popolazioni che abitavano dalle guerre civili, che avevano messo in crisi i
sulle Alpi nord-occidentali e con lo stanziamen- commerci e la stessa produzione agricola, a cau-
to di una forte guarnigione ad Augusta Pretoria, sa dei massicci e lunghi arruolamenti per le cam-
oggi Aosta. Fidati collaboratori di Augusto, come pagne militari. L’elemento determinante della
Agrippa e i figliastri Tiberio e Druso, portarono ripresa fu infatti la pace, che ne creò le condi-
a compimento le missioni più difficili, come la zioni. Dopo la solenne chiusura, nel 29 a.C., del
conquista di Norico e Rezia (Svizzera e Austria), tempio di Giano (il mitico e divinizzato re del La-
nonché della Pannonia (Ungheria) fino al confine zio, che soccorreva i Romani in tempo di guerra),
naturale del Danubio. Solo il progetto di spostare si inaugurò per l’impero un sostanziale periodo
il confine dal Reno all’Elba, per ridurre le minac- di pace entro i confini – denominato pax Au-
ce di incursioni da parte dei temibili Germani, fu gusta – che permise di risanare i danni causati
frustrato a causa di una pesantissima sconfitta dalle guerre civili e di attuare una ripresa nella
subita nel 9 d.C. da Publio Quintilio Varo, che fu produzione e nei commerci, anche su lunghi
il quadro storico
Teutoburgo
9 d.C.
GERMANIA
12-9 a.C.
O C EAN O LUGDUNENSE
BELGICA
AT LAN T IC O GALLIA
REZIA
15 a.C . NORICO REGNO DEL
16 a.C. PANNONIA
AQUIT ANIA 10 d.C. BOSFORO
14 d.C.
TA NARBONENSE
R 22 a.C. I LL Sirmio
IRI
CO
RA
Mar Nero
CO
19
AZIA Artaxata
C.
9 d .C 29 a.C.
NS
TO
Emerita Augusta Roma .
E PO N
NIA
E
Bisanzio
BETICA BI T I GALAZIA
MACEDONIA 25 a.C. ARMENIA
CAPPADOCIA 20 a.C.
P ergamo 20 a.C.
Gerusalemme
Cirene
Province senatorie GIUDEA
Alessandria 6 d.C.
Province imperiali e acquisizioni di Augusto
CIRENAICA
Stati vassalli
IL CONTESTO
EGITTO
Teu Campi trincerati delle legioni 30 a.C.
9Battaglie
6
Il quadro storico
tragitti. Il potenziamento dei porti e della rete un primo tempo la penisola italica ebbe ancora
viaria – da tempo gioiello della colonizzazione un ruolo centrale nella produzione di manufatti,
romana – permise lo sviluppo del mercato cen- presto prevarrà in essa il ruolo passivo di “con-
trale (a Roma confluiva un’enorme quantità di sumatrice” dei beni prodotti nelle altre province
derrate e di prodotti vari), ma anche l’espansione dell’impero, alcune delle quali in piena espan-
economica delle stesse province, tanto che, se in sione.
IL QUADRO STORICO
PAROLE CHIAVE
accentramento Dopo la battaglia di Azio (31 a.C.), Ottaviano si trovò ad avere nelle mani il controllo di Roma. Pur
del potere mantenendo un rispetto formale per le magistrature della repubblica e non dichiarando mai la fine
della repubblica, egli realizzò gradualmente un processo di accentramento del potere, assommando in
sé un imperium maius et infinitum, superiore a quello di tutti gli altri magistrati e senza limiti temporali,
instaurando di fatto un regime monarchico.
riorganizzazione Augusto intraprese una profonda riforma dello Stato. L’influenza del senato fu diminuita insieme al
interna dello numero di senatori; l’esercito fu ridotto e riorganizzato, attraverso la formazione di sole 28 legioni,
Stato composte da professionisti in ferma prolungata, e fu sovvenzionato tramite apposite tasse. Le provin-
ce furono divise in senatorie e imperiali, le prime amministrate da governatori di nomina senatoria,
le seconde controllate da legati scelti dall’imperatore stesso. Una fra queste, l’Egitto, fu considerata
proprietà dell’imperatore. Anche a Roma si verificarono importanti cambiamenti: i magistrati della re-
pubblica furono progressivamente esautorati da prefetti di nomina imperiale.
amministrazione In politica estera Augusto rafforzò i confini e consolidò il controllo delle province. Fu completata
delle province la sottomissione della penisola iberica e rinsaldato il controllo dei valichi alpini; furono stabilmente
e dell’esercito conquistati Norico, Rezia e Pannonia. Solo il progetto di spostare il confine dal Reno all’Elba non andò
a buon fine, a causa dalla dura sconfitta subita nel 9 d.C.. da Publio Quintilio Varo a Teutoburgo. Con
i Parti Augusto strinse una pace temporanea, soprattutto grazie all’azione diplomatica di Tiberio. La
stabilizzazione delle province e la pace politica e militare portò una crescente ripresa economica.
il quadro culturale
LA PROVENIENZA PROVINCIALE
La provenienza degli autori è soprattut-
Teutoburgo to di ambito provinciale, ma è Roma a
9 d.C.
costituire il punto di riferimento più si-
GERMANIA gnificativo dove convergere, per produr-
12-9 a.C.
O C EAN O LUGDUNENSE
BELGICA re e partecipare al confronto culturale.
AT LAN T IC O GALLIA
REZIA
15 a.C . NORICO REGNO DEL
16 a.C. PANNONIA
AQUITANIA 10 d.C. BOSFORO
Padova 14 d.C.
TA NARBONENSE Mantova
R 22 a.C. I LL Sirmio
IRI
CO
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Mar Nero
CO
19
Assisi A Artaxata
9 ZIA 29 a.C.
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Emerita Augusta Roma E PO N
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BETICA
Gabici BI T I GALAZIA
Venosa MACEDONIA 25 a.C. ARMENIA
CAPPADOCIA 20 a.C.
Pergamo 20 a.C.
7
L’età di Augusto
LE LINEE GUIDA DELLA POLITICA che egli volle porre a base e immagine del pro-
prio impero, Augusto si propose essenzialmente
CULTURALE AUGUSTEA di richiamare ed esaltare quei valori che aveva-
Apparato burocratico e trasformazioni sociali no reso grande la Roma repubblicana: la virtus,
Nella sua vasta opera di riforma Ottaviano Au- lo spirito di sacrificio, la duritia, la parsimonia,
gusto creò un apparato burocratico ampio ed il rispetto degli dèi e l’attaccamento alla fami-
efficiente, che appariva uno strumento oramai glia. In sintesi, si sforzò di restaurare i valori del
indispensabile per il governo dell’impero da par- mos maiorum all’interno di un ritrovato clima
te del princeps. In minima parte vi entrarono i di concordia e di pace, puntando sulla moraliz-
nobili (tra i prefetti, ad esempio, solo quello ur- zazione della vita familiare e pubblica e sulla
bano era un senatore); la maggior parte delle valorizzazione della proprietà terriera (anche
alte cariche burocratiche fu assegnata a espo- piccola), per rinvigorire l’agricoltura. Una serie
nenti dell’ordine equestre, come tutte le altre di provvedimenti fu presa contro l’ostentazione
prefetture e il ruolo di curator viarum (cioè il so- della ricchezza e contro il lusso eccessivo, rite-
vrintendente alla vastissima rete viaria): in que- nuti fattori di indebolimento e corruzione della
sto modo l’ordine equestre, che fino ad Augusto società: furono emanati decreti che limitavano le
aveva raccolto soprattutto affaristi, mercanti e spese voluttuarie, cercavano di favorire il matri-
monio e la procreazione e scoraggiavano il celi-
finanzieri, si avviò a diventare pure un ceto di
bato; e soprattutto – sul piano religioso – si tentò
funzionari statali. Salirono d’importanza sociale
di porre un freno alla diffusione di culti orientali,
anche i liberti, che il principe impiegò nell’ap-
ritenuti alieni alla tradizione romana, e di privile-
parato pubblico, mentre la plebe urbana venne
giare la religione tradizionale.
blandita e attratta nel consenso politico grazie
Bisogna subito notare, però, che i successi di
ad abbondanti elargizioni mensili di grano. La
questa politica sociale e culturale, che si propo-
vita della città migliorò anche grazie a una serie
neva di restaurare il tessuto della società romana
di interventi strutturali: nuovi acquedotti poten-
secondo il modello della civitas di età repubbli-
ziarono la rete idrica per l’approvvigionamento cana, furono limitati: anzitutto era anacronisti-
di acqua potabile; lavori di rafforzamento furono co richiamare gli ideali di un’epoca che il princi-
effettuati sugli argini del Tevere; si intervenne nel pato stesso sembrava contraddire nei fatti (non vi
tessuto urbanistico, in particolare con la realiz- era più spazio per la libertas repubblicana); inol-
zazione di un nuovo splendido Foro per la vita tre, come hanno evidenziato molti storici, i cam-
economica, giudiziaria e culturale. Non a caso biamenti sociali e le nuove abitudini di vita erano
Svetonio, biografo del i-ii secolo d.C., scrive: Au- frutto di una lunga e complessa trasformazione,
gustus urbem excoluit adeo, ut iure sit gloriatus si erano oramai radicati e non potevano certo es-
marmoream se relinquere quam latericiam ac- sere cancellati per decreto del principe.
cepisset, «Augusto abbellì Roma a tal punto che
a ragione si vantò di lasciarla di marmo, mentre Il ruolo delle arti figurative: il “caso” dell’Ara
l’aveva ricevuta di mattoni» (De vita Caesarum, Pacis Per creare il consenso attorno alla sua
Divus Augustus xxviii, 3). politica culturale, il princeps ebbe la felice in-
tuizione di sfruttare le arti figurative, chiamate
La politica culturale di Augusto Il nuovo si- a rendere visibili a tutti la forza e gli ideali del-
gnore di Roma non si curò solo di riformare lo la Roma augustea, sui quali si poggiava la ritro-
Stato nelle sue strutture civili e militari, ma con vata pace, nonché l’assoluta centralità del suo
una certa lungimiranza si rese conto che la sua artefice. Così non solo l’edificazione del nuovo
IL CONTESTO
opera doveva essere sostenuta da un forte mes- splendido Foro (cui si è fatto cenno sopra), ma
saggio ideale e accompagnata dal consenso più anche la coniazione di monete effigiate con sim-
ampio possibile. Per quanto riguarda gli ideali boli e motti significativi, nonché l’impulso dato
8
Il quadro sociale e culturale
alla statuaria contribuirono a creare la nuova sotto il principato di Augusto fu la grande rap-
immagine dell’imperatore: innumerevoli furo- presentazione cartografica dell’impero, rea-
no i ritratti di Augusto, rappresentato ora come lizzata sotto la supervisione di Agrippa, fidato
pontifex maximus, ora come imperator trionfan- generale dell’imperatore, con l’intenzione di
te, ora come antico console, sempre come uomo rendere evidente il rapporto tra l’Urbe e il mon-
scelto dagli dèi per governare nella pace e nella do. Per conto del principe, Vipsanio Agrippa re-
giustizia la città e l’impero. L’arte assunse così alizzò così una carta geografica universale, che
caratteri prettamente celebrativi del nuovo po- fu poi esposta sotto il portico di Vipsanio, nel
tere imperiale. Campo Marzio (ne parla Plinio il Vecchio nella
Un caso eclatante è rappresentato dalla realizza- Naturalis historia ed è giunta a noi solo attra-
zione dell’Ara Pacis, un altare dedicato alla Pace, verso una copia danneggiata detta Tabula Peu-
decretato dal senato nel 13 a.C. e solennemente tingeriana). Era la “sorella maggiore” di quelle
inaugurato nel 9 a.C.: gli altorilievi che ornano il carte geografiche che accompagnavano i trionfi
recinto di marmo, posto attorno all’altare, mo- dei generali vincitori per illustrare al popolo le
strano in un continuum sia scene mitiche (Enea nuove terre conquistate e si estendeva dall’In-
che compie sacrifici, la fondazione di Roma), sia ghilterra alla Cina. In essa appariva Roma po-
eventi storici, per culminare in due solenni pro- sta all’esatto centro del mondo, contornata da
cessioni guidate da Augusto (con i sacerdoti e terre sottomesse e da un mare che era oramai
con i rappresentanti della famiglia imperiale). Il divenuto tutto romano, un mare nostrum. L’Ur-
messaggio sotteso è chiarissimo: nel nuovo prin- bs si poneva al centro dell’orbis terrarum, in una
ceps trova il suo compimento la storia di Roma e prospettiva ben chiara ai Romani, consapevoli
la sua missione civilizzatrice. – a differenza dei Greci “policentrici” – che una
e una sola poteva essere la città regina, la città
La carta di Agrippa Secondo esempio di per eccellenza, tesa a esportare il suo modello
condizionamento dell’immaginario collettivo nel mondo.
Tavola Peuntingeriana, basata su quella incisa da Vipsanio Agrippa nel Porticus Vipsaniae, XII-XIII secolo, Vienna, Hofbibliotheck.
9
L’età di Augusto
La dedica dell’Altare della Pace segna un momento importante della politica augustea ed è per gli studiosi un do-
cumento prezioso per comprendere il modo in cui il principe, attraverso una straordinaria opera di propaganda,
sia riuscito progressivamente a fissare le basi del nuovo impero, sviluppando un elaborato linguaggio politico e cul-
turale che controllava le diverse manifestazioni della vita pubblica, dalle opere dei poeti alle creazioni degli artisti.
Nell’insieme l’Ara Pacis si presenta come una struttura di modeste dimensioni, non un grande tempio o un impo-
nente altare, ma un recinto marmoreo di forma quasi quadrata, elevato su un basso podio attorno a una piccola
ara, a cui si accedeva da una breve rampa di scale. Tutta la forza del messaggio è dunque affidata non alla mo-
numentalità dell’edificio, ma alle raffinate immagini, che scolpite a basso e alto rilievo decoravano, all’esterno e
all’interno, ogni lato del monumento ed erano per l’osservatore antico un continuo richiamo alla tradizione e all’o-
pera del principe. L’Ara Pacis venne infatti eretta nel Campo Marzio non lontano, quasi all’ombra, del grandioso
mausoleo che Augusto aveva fatto costruire per sé e la sua famiglia (32-28 a.C.); questa volta però il committente è
il senato che offre l’altare in onore del principe per festeggiare l’inizio di una nuova epoca di pace. Nel contrasto tra
i due monumenti gli studiosi leggono la svolta politica di Augusto: sconfitto Antonio, Ottaviano è l’unico vincitore
della guerra civile, tutto il potere è ormai nelle sue mani e sull’esempio dei sovrani ellenistici potrebbe trasformare
la repubblica in una monarchia, ma con un’abilissima mossa negli anni che seguono Azio (31 a.C.) il giovane con-
dottiero trasforma il suo ruolo da vendicatore della morte di Cesare in quello di salvatore dello Stato. La sua opera
viene così posta a servizio del senato e del popolo con l’obiettivo di rifondare lo Stato romano. Finita la fase dell’au-
tocelebrazione, tutti gli onori che Augusto riceverà da questo momento in poi saranno sempre decisi dal senato,
non senza però ottenere prima l’approvazione dello stesso principe. Questo delicato gioco di equilibri comporta
che nell’arte del periodo augusteo, in particolare nell’arte ufficiale, sotto un messaggio principale ogni immagine
abbia spesso più chiavi di lettura, lasciando all’osservatore la possibilità di creare le diverse associazioni.
www.m.arapacis.it
10
Il quadro sociale e culturale
Nell’Ara Pacis, subito entrando, l’osservatore aveva un diretto richiamo alla storia mitica di Roma, e indirettamente
alle antiche origini della gens Iulia, raffigurando il pannello a sinistra della porta d’ingresso i due piccoli Romolo e
Remo allattati dalla Lupa, sotto lo sguardo del dio Marte e del pastore Faustolo, quello di destra il sacrificio offerto
da Enea, raffigurato col capo velato, ai Penati di Lavinio rappresentati sullo sfondo dentro un tempietto. Sull’altro
lato dell’Ara, i due pannelli si richiamavano invece alla storia presente. Il pannello di sinistra è il più complesso
e racchiude in sé i temi chiave del monumento: rappresenta la Madre Terra, Tellus, ma la figura può essere anche
interpretata come Pace o Venere Genitrice per l’ambiguità dei simboli, circondata da simboli della fertilità e dell’ab-
bondanza: la dea è infatti affiancata da due Aurae (personificazioni dei venti di terra e di mare), portatrici della
pioggia e del bel tempo, tiene in braccio due neonati e sul grembo dei frutti; i suoi capelli sono ornati da una corona
di spighe e papaveri, mentre ai suoi piedi una pecora bruca tranquilla e un bue si riposa. Nell’insieme il paesaggio
richiama la serenità della vita contadina ed è caratterizzato da una natura portatrice di doni come quella cantata
nelle Georgiche di Virgilio e nel Carmen Saeculare di Orazio. A questo tema si richiamano anche le raffinate deco-
razioni vegetali, che avvolgono con rami fioriti, popolati da piccoli animali, la base dell’Ara, e i festoni carichi di
simboli della fecondità, che ornano le pareti interne del monumento. Il tema della pace si completava nel pannello
di destra con la figura della dea Roma, seduta su una catasta di armi predate ai barbari, in ricordo della fine delle
recenti guerre. E alla cerimonia religiosa in onore del ritorno della pace è dedicato il fregio che si snoda sui due
lati lunghi del monumento. Partecipano alla processione, che vede sfilare i rappresentanti dei più importanti col-
legi sacerdotali, a testimonianza del rinnovamento religioso voluto da Augusto, anche i membri della famiglia del
principe. In apparenza le loro figure si fondono con il solenne corteo, ma un’osservazione più attenta mostra che
diversamente dagli altri personaggi le loro immagini sono ben caratterizzate, rendendole facilmente riconoscibili,
e disposte secondo una precisa gerarchia.
Il messaggio che ne risulta era chiaro all’osservatore antico: se la celebrazione della nuova età di pace è il messaggio
principale, a questo si collega l’idea che la ritrovata prosperità ha nella potenza militare di Roma, nel suo impe-
rium, il suo fondamento e nel principe e nella sua famiglia il suo garante, creando in questo modo le basi del nuovo
potere dinastico. La Pax che qui si onora è la pace voluta da Augusto. L’intreccio tra mito e storia, la celebrazione
della gens Iulia e degli antichi valori, del mos maiorum, della virtus e della pietas, che sono alla base dell’Eneide di
Virgilio, hanno dunque un parallelo sulle pareti dell’Ara Pacis.
In occasione delle
celebrazioni per il Bimillenario
della morte di Augusto
(2014) è stato predisposto
un apparato tecnico di luci
che ha ricoperto le pareti
dell’Ara Pacis con i colori
originali dei rilievi. In questo
modo è stato possibile
vedere il monumento come lo
vedevano i Romani al tempo
di Augusto.
11
L’età di Augusto
12
Il quadro sociale e culturale
PAROLE CHIAVE IL QUADRO SOCIALE E CULTURALE
interventi strutturali Nella sua opera di riforma Ottaviano Augusto fu supportato da un apparato burocratico ampio
nell’Urbe ed efficiente. La vita della città migliorò grazie a interventi strutturali: nuovi acquedotti, lavori di
rafforzamento sugli argini del Tevere, realizzazione di un nuovo splendido Foro.
la politica Augusto volle sostenere la sua opera con un forte messaggio ideale: egli si sforzò di restaurare
del consenso i valori del mos maiorum all’interno di un ritrovato clima di concordia e di pace, puntando sulla
d’età augustea moralizzazione della vita familiare e pubblica e sulla valorizzazione della proprietà terriera, per
rinvigorire l’agricoltura. Inoltre, per creare il consenso intorno alla sua politica culturale, il prin-
ceps sfruttò le arti figurative, non solo attraverso l’edificazione del Foro, ma anche con l’impulso
dato alla statuaria, che contribuì a costruire una nuova immagine dell’imperatore. L’arte assunse
così caratteri prettamente celebrativi (come nel caso eclatante dell’Ara Pacis).
la funzione L’imperatore fu consapevole anche della funzione che potevano avere gli intellettuali nel soste-
degli intellettuali nere l’impostazione del nuovo regime: egli chiamò i letterati a collaborare al suo progetto
ideale. Molti scrittori, desiderosi di un periodo di pace, divennero per convinzione e spontanea
adesione fautori della sua politica riformatrice, grazie soprattutto all’appoggio di Mecenate, suo
amico e stretto collaboratore.
scarsa tolleranza Nello stesso tempo il principe non tollerò il dissenso. Gli oppositori erano ostacolati e spesso
del dissenso messi a tacere, come nel caso dell’uomo politico e oratore Tito Labieno, le cui opere furono
mandate al rogo, o del poeta Ovidio, che fu condannato all’esilio per il coinvolgimento in uno
scandalo di corte, ma anche per il contenuto delle sue opere poetiche, lontano dal programma
di restaurazione augustea.
Il circolo di Mecenate Colui che avrebbe dato riuscite operazioni di polizia, Mecenate non era
per antonomasia il suo nome a ogni generoso un ministro della propaganda [...]. A lui va il me-
protettore delle arti fu Gaio Cilnio Mecenate rito permanente di avere accordato a grandi po-
(70-8 a.C.). Discendente da un’illustre gens etru- eti il modesto spazio di libertà loro necessario»
sca, era un fido collaboratore di Augusto, abile (M. Von Albrecht, Storia della letteratura latina,
mediatore, diplomatico e intenditore di lettera- Torino, Einaudi, 1995, vol. ii, p. 650).
tura, anche se, da convinto epicureo qual era, Come ricorda lo studioso tedesco, proprio dal
doveva concepire l’arte come puro passatempo circolo di Mecenate uscirà, insieme all’altissima
e occasione di intrattenimento. Al di là di po- esperienza di poeti come Orazio e Properzio,
chi suoi versi rimasti e di un dialogo in prosa (il quel poema nazionale nuovo e straordinario –
Symposium) di argomento letterario-filosofico, inatteso nei suoi esiti dagli stessi potenti patroci-
il suo merito maggiore fu sicuramente la fon- natori – che fu l’Eneide di Virgilio.
dazione del circolo di poeti e letterati che egli
raccolse attorno a sé e che da lui prese il nome. Il circolo di Messalla Corvino Un perso-
Egli seppe con garbo e discrezione sollecitar- naggio politico certamente di primo piano in
ne l’ispirazione e orientarne il consenso verso quegli anni, a sua volta animatore di un circolo
l’imperatore Augusto e il suo mondo ideologico culturale, fu Marco Valerio Messalla Corvino
di restaurazione politica e civile. Entrarono nel (ca. 60 a.C.-8 d.C.), uomo di ideali repubbli-
suo circolo e ne divennero amici, per citare solo i cani, stimato oratore d’orientamento atticista
principali, poeti come Virgilio, Orazio, Proper- e valente generale anticesariano. Dopo ave-
zio, Domizio Marso, Vario Rufo e Plozio Tucca. re combattuto a Filippi contro Bruto e Cassio,
Così Michael Von Albrecht sintetizza le caratte- era passato dalla parte di Antonio e solo tardi
ristiche di tale realtà, mettendo in rilievo l’opera – dopo il 38 a.C. – da quella di Ottaviano, per
di mediazione del suo animatore, ma anche la poi ritirarsi a vita privata. Nell’otium letterario
relativa libertà concessa ai poeti, che potevano si era dedicato alla filosofia, orientandosi ver-
rifiutarsi di affrontare generi letterari tendenzial- so lo spiritualismo socratico-platonico e forse
mente troppo celebrativi – come quello epico – e verso il pitagorismo. Estimatore dei poeti e loro
argomenti lontani dalla loro sensibilità e dal loro protettore, egli raccolse intorno a sé numerosi
stile: «Mecenate chiama di preferenza vicino a letterati fra cui Tibullo, il giovane Ovidio, Emi-
sé poeti già affermati: Virgilio gli dedica soltan- lio Macro, Valgio Rufo e altri minori, come la
to la sua seconda opera (le Georgiche), Proper- poetessa Sulpicia e Ligdamo. Il genere predi-
zio il suo secondo libro. Egli esorta i poeti della letto da questi membri del circolo fu quello ele-
sua cerchia a comporre poemi epici in lode di giaco, di argomento erotico e di impostazione
Augusto. Per difendersi da questa sollecitazione lirico-soggettiva, il che fa supporre un atteggia-
i poeti augustei ricorrono alla tematica del cor- mento politico distaccato, se non di opposizio-
tese rifiuto (recusatio). [...] Mecenate accetta che ne velata rispetto agli ideali del programma di
i poeti suoi amici si mantengano fedeli alla loro Augusto: essi non accettano di celebrarne l’ide-
indole. Solo Vario realizza il de-
siderio di un poema epico augu-
steo – e cade in oblio –, Virgilio lo
trascende. La coscienza della dif-
ficoltà del compito gli fa trovare
una soluzione che offre assai più
del richiesto. Nonostante certe
14
Il quadro sociale e culturale
ologia nella propaganda dei valori tradizionali tino di guerra strappato agli sconfitti Partini, e di
del mos sul piano sociale, religioso o politico. aver organizzato e protetto alcuni scrittori anti-
Lo stesso ripiegarsi in sé e trattare argomenti conformisti della sua epoca, non culturalmente
del tutto privati (l’amore, l’amicizia, i viaggi), integrati con il regime dominante.
tanto all’interno del loro circolo quanto nelle
loro produzioni poetiche, rivela indirettamente Le occasioni della letteratura Proprio il ri-
la loro estraneità al clima culturale ufficiale ferimento alle prime recitationes organizzate da
e alla politica in generale. Poeti come gli ele- Asinio Pollione permette di aprire una finestra
giaci erano indifferenti alle vicende politiche e sulle “occasioni” della letteratura in età augustea:
dinastiche del princeps, così come già Catullo tempi e luoghi non solo di produzione letteraria,
e i neòteroi avevano irriso il grande Cesare e gli ma anche di consumo. Le recitationes infatti
ideali dell’impegno politico. erano vere e proprie letture pubbliche, aperte
ora a una ristretta cerchia di invitati e intendito-
Il circolo di Asinio Pollione Promotore di ri (ad esempio, come avveniva nell’aristocratico
cultura e poesia fu anche Gaio Asinio Pollione, circolo di Messalla Corvino), ora a un pubbli-
nato nel 76 a.C. a Teate, oggi Chieti. Egli rice- co più vasto. Erano organizzate nella domus di
vette un’ottima formazione retorica e filosofica qualche ricco promotore oppu-
studiando sia in Grecia sia a Roma; divenne poi re in sale apposite, chiamate
amico di Catullo e di Cinna, simpatizzando per la auditoria, ed erano appun-
loro poesia neoterica. Fu il primo a Roma a pro- tamenti sfruttati spesso da-
muovere la consuetudine delle letture pubbli- gli autori per presentare le
che (recitationes) delle proprie opere in presenza nuove opere. Accanto alle re-
di un uditorio scelto, invitato proprio allo scopo citationes pubbliche – che ca-
di ascoltare l’opera appena composta; riferisce ratterizzarono tutto
infatti Seneca: Pollio Asinius primus omnium Ro- il primo secolo del
manorum advocatis hominibus scripta sua reci- principato e rap-
tavit, «Asinio Pollione, primo fra tutti i Romani, presentarono uno
recitò i suoi scritti di fronte agli invitati» (Contro- strumento di
versiae iv, Praefatio 2). “pu b b l i c a -
Politicamente cesariano, alla morte del dittato- zione” e dif-
re si schierò con Antonio e fu governatore della fusione delle
Gallia Cisalpina, aiutando il poeta Virgilio a con- opere lettera-
servare le sue terre al tempo della distribuzione rie – permase,
di fondi ai veterani dei triumviri dopo Filippi anzi, si svilup-
(42 a.C.). Dopo una fortunata campagna militare pò ulteriormente
contro i Partini dell’Illiria (oggi Albania), all’epo- l’attività di ricchi editori
ca dello scontro decisivo tra Antonio e Ottaviano (sul modello di Attico, l’a-
egli restò neutrale, ritirandosi a vita privata. Morì mico di Cicerone), che si
nel 4 d.C. occupavano di far copiare e
Pollione compose dei nova carmina (probabil- diffondere i libri degli scrit-
mente affini ai testi poetici dei neòteroi, di ispi- tori latini nella città e in tutti
razione pastorale) che furono lodati da Virgilio, il i principali centri dell’im-
quale ne era stato forse l’ispiratore. La sua opera pero: dalle testimonianze
più importante, tuttavia, furono i 17 libri in pro- che rimangono, sappiamo
sa delle Historiae, oggi perduti, che esponevano che il mercato librario in età
in modo libero e oggettivo i drammatici eventi augustea fu vivace.
delle guerre civili avvenute fra il 60 a.C. (anno del
primo triumvirato tra Cesare, Pompeo e Crasso)
e il 35 a.C. (battaglia contro Sesto Pompeo). Ebbe
anche il merito di aver fondato la prima biblio-
Donna che tiene tra le mani un volume
teca pubblica a Roma nel 39 a.C., nell’atrio del aperto, I secolo a.C., Napoli, Museo
tempio della Libertà, grazie alle entrate del bot- Archeologico Nazionale.
15
L’età di Augusto
Sul versante della fruizione del patrimonio li- a nord del Campo Marzio (tra la via Flaminia e
brario, Augusto diede un impulso fondamentale il Tevere), ove sorge l’Ara Pacis. In esso Augusto
anche allo sviluppo delle biblioteche pubbli- ha redatto, alla fine della sua esistenza, una sin-
che, realizzando in grande stile un progetto che tesi elogiativa della propria vita (dai diciannove
era già stato di Cesare (il quale aveva affidato a anni in poi), una sorta di testamento politico
Varrone il compito di allestire la prima biblioteca per presentare la sua carriera, le cariche pubbli-
pubblica a Roma) ed era stato anticipato da Asi- che ricoperte, gli onori, le somme di denaro do-
nio Pollione nel 39 a.C.: egli infatti fece allestire nate all’erario, gli edifici e i templi fatti costruire
una grande biblioteca presso il tempio di Apollo o restaurare, i donativi per la plebe, i nemici vinti
sul Palatino, inaugurata nel 28 a.C., che aveva il e le leggi emanate. L’opera è scritta in prima per-
merito di riunire opere greche e latine, chiaro se- sona – a testimoniare l’auctoritas del narratore
gno della raggiunta compenetrazione delle due – con concisione estrema, in uno stile lapidario
culture, che oramai si potevano presentare alla ed efficace, con un linguaggio semplice e chiaro,
pari. Pochi anni dopo, Augusto fece aprire anche anche se non privo di ufficiale solennità. La coor-
un’altra biblioteca presso il portico di Ottavia. dinazione asindetica fra le proposizioni e l’asso-
luta mancanza di artifici retorici contribuiscono
Augusto scrittore D’altra parte, l’interesse di a conferire all’Index un’austera gravitas e danno
Augusto per la letteratura non fu solo esteriore. al lettore il senso di un’opera tanto sobria quanto
Egli stesso, sia pure da dilettante, si dedicava maestosa.
alle lettere: esperto di eloquenza, studiata come
discepolo del retore Apollodoro di Pergamo, Il rapporto con i modelli greci e lo sviluppo
scriveva e declamava volentieri. Tentò anche la dei generi letterari La nuova generazione di
strada della poesia: abbozzò la tragedia Aiax e scrittori che operò sotto il principato augusteo
compose un poemetto in esametri sulla Sicilia, ampliò il confronto con la letteratura greca,
mentre in prosa, per il genere autobiografico, non fermandosi più ai soli modelli ellenistici,
scrisse 13 libri di Commentarii de vita sua con- che erano stati fondamentali per le generazioni
tenenti le vicende fino alla guerra cantabrica, precedenti: Virgilio si confrontò con il poeta Teo-
combattuta nella Spagna Tarraconese nel 25 a.C. crito nella sua prima opera (le Bucoliche), ma poi
Inoltre, per via epigrafica, è pervenuto l’Index risalì fino ai grandi archetipi di Esiodo e Omero
rerum a se gestarum (o Res gestae divi Augusti, per affrontare i due poemi (Georgiche ed Eneide);
14 d.C.), ma chiamato anche Monumentum An- Orazio nelle sue Odi si rifece all’insegnamento
cyranum perché ritrovato ad Ancyra (l’attuale dei lirici greci arcaici (vii-vi secolo a.C.).
Ankara, capitale turca) in una iscrizione bilingue Quanto ai generi letterari frequentati, l’età augu-
greco-latina sulle pareti di marmo di un tempio. stea è considerata il vertice della poesia latina:
È questa la copia dello scritto originale, fatta ri- soprattutto la prima generazione di poeti che
produrre dal successore Tiberio anche su due pi- operò tra la fine delle guerre civili e l’inizio del
lastri di bronzo davanti al Mausoleo di Augusto principato (quella di Virgilio e Orazio, appunto)
https://www.youtube.com/
watch?v=NkiBT2JjRdw
16
Il quadro sociale e culturale
sentì profondamente di vivere in un’epoca privi- dio). Augusto vedeva di buon occhio la rinascita
legiata (non per nulla si identificano questi auto- di un teatro di livello alto, che poteva rappresen-
ri come i grandi “classici” latini). Più staccata dal- tare un utile strumento di propaganda: non a
la politica augustea fu invece l’esperienza degli caso aveva fatto ultimare, nel cuore della città, un
elegiaci latini, che seppero creare e portare a grande teatro iniziato da Cesare, per 20 000 spet-
piena maturazione un genere poetico originale, tatori, dedicandolo poi alla memoria del nipote
innestato sulla tradizione della poesia erotica e Marcello, scomparso in giovane età. Il pubblico
soggettiva. romano, però, sembrava orientato ormai verso
La grande stagione della poesia augustea ebbe gli spettacoli di massa, offerti dall’arena del circo.
alcuni caratteri comuni, che possiamo identifi- Anche la prosa ebbe uno sviluppo differente
care in due nodi significativi. Innanzitutto la po- dall’età precedente. L’oratoria conobbe un pro-
esia fu concepita come un mezzo per trasmettere gressivo arretramento, uscendo dalla curia se-
idee e immagini che fossero utili alla comunità. natoriale e dal foro per ritirarsi nelle sale di re-
La generazione degli autori di quest’epoca si mi- citazione, trasformandosi in esibito esercizio di
surò con il modello del poeta-vate, voce della abilità retorica. La storiografia si staccò dalla
comunità tutta e al tempo stesso interlocutore lotta politica e passò dalle mani di autori che pro-
della comunità con il principe. Anche chi prese venivano dalle fila del senato ed erano coinvolti
le distanze dalla politica augustea cercò di con- nella lotta per la res publica (Sallustio ad esem-
vincere il lettore della problematicità della sua pio, o lo stesso Cesare) a quelle di un letterato
scelta, attraverso la pratica delle recusationes, di professione come Livio, che si voltò indietro e
che rivelavano la tensione esistente tra l’orienta- riassunse tutta la storia di Roma in una sorta di
mento etico e politico della poesia e la formazio- grande romanzo nazionale. Interessante e ferti-
ne letteraria che ciascun poeta aveva, formazio- le fu invece la produzione di prosa tecnica, che
ne che tendeva alla produzione disimpegnata e vide gli interventi di molti giuristi, ma toccò il suo
puramente artistica. vertice con l’opera di un architetto, Vitruvio, che
Secondo nodo importante della cultura poeti- seppe mettere a frutto nel suo De architectura
ca di questo tempo fu la consapevolezza degli l’esperienza diretta acquisita nei grandi cantieri
scrittori di costruire opere letterariamente alte, edilizi promossi da Augusto, il quale peraltro ap-
forti di una piena maturità formale e stilistica, pare come dedicatario dell’opera.
molto lontane dal gusto dell’età arcaica. Tutti i
poeti di questo periodo si dichiarano debitori
della prima produzione arcaica e la recuperano
soprattutto sul piano dei contenuti e della sal-
dezza etica, ma si dicono fermamente convinti
della loro superiorità formale. Si modellò così un
nuovo canone letterario, che si sostituiva defini-
tivamente al precedente, pur non senza difficol-
tà. Soprattutto i grammatici si dichiaravano ostili
a introdurre lo studio dei nuovi poeti e continua-
vano a scegliere gli antichi, leggendo nelle loro
lezioni ad esempio Lucilio ed Ennio a preferen-
za di Orazio e Virgilio. Tuttavia, nel corso di quei
pochi decenni il nuovo gusto letterario più alto
e curato, in grado di competere ormai completa-
mente con la produzione greca, venne preferito
anche agli antichi, dichiarando definitivamente
l’introduzione di un nuovo canone.
Se le considerazioni precedenti valgono per la
produzione poetica, un discorso a sé va fatto per
il teatro. Pur essendo perdute, sappiamo che al-
cune opere teatrali dell’epoca erano pregevoli (il Gemma con cammeo di Augusto, I secolo d.C., Vienna, Kunsthistorishes
Thyestes di Vario, ad esempio, o la Medea di Ovi- Museum.
17
L’età di Augusto
I GENERI LETTERARI
PAROLE CHIAVE
il “circolo” Gaio Cilnio Mecenate (70-8 a.C.), fido collaboratore di Augusto, abile mediatore, diplomatico e in-
di Mecenate tenditore di letteratura, seppe sollecitare l’ispirazione degli scrittori e orientarne il consenso verso
l’imperatore Augusto e il suo mondo ideologico di restaurazione politica e civile. Entrarono nel circolo
e divennero amici di Mecenate poeti come Virgilio, Orazio, Properzio, Domizio Marso, Vario Rufo e Plozio
Tucca.
il “circolo” Marco Valerio Messalla Corvino (ca. 60 a.C.-8 d.C.), uomo di ideali repubblicani, oratore e valente
di Messalla generale anticesariano, estimatore di poeti e loro protettore, raccolse intorno a sé numerosi letterati
Corvino fra cui Tibullo, il giovane Ovidio, Emilio Macro, Valgio Rufo e altri minori, come la poetessa Sulpicia e
Ligdamo. Il genere prediletto da questi membri del circolo fu quello elegiaco, di argomento erotico e
di impostazione lirico-soggettiva, il che fa supporre un atteggiamento politico distaccato, se non di
opposizione velata rispetto agli ideali del programma di Augusto.
il “circolo” Gaio Asinio Pollione (76 a.C.-4 d.C.) ricevette un’ottima formazione retorica e filosofica, fu amico di
di Asinio Catullo e di Cinna e ebbe una propensione per la poesia neoterica. Fu il primo a Roma a promuovere la
Pollione consuetudine delle letture pubbliche (recitationes) delle proprie opere letterarie. Ebbe anche il merito
di aver fondato la prima biblioteca pubblica a Roma e di avere organizzato e protetto alcuni scrittori
anticonformisti della sua epoca, non culturalmente allineati con il regime.
la diffusione La diffusione delle opere letterarie era affidata alle recitationes, vere e proprie letture pubbliche, ap-
delle opere puntamenti sfruttati spesso dagli autori per presentare le nuove opere. Accanto alle recitationes pub-
bliche si collocava l’attività di ricchi editori, che si occupavano di far copiare e diffondere i libri degli
scrittori latini nella città e in tutti i principali centri dell’impero. Augusto diede impulso allo sviluppo
delle biblioteche pubbliche, facendone allestire una sul Palatino, che riuniva opere greche e latine.
modelli La nuova generazione di scrittori ampliò il confronto con la letteratura greca, riferendosi a modelli
e generi che non erano ancora stati considerati per la produzione in latino e le opere che ne derivarono sono da
di riferimento considerarsi al vertice della produzione “classica”: ad esempio, Virgilio scrisse l’Eneide, considerato il
poema epico nazionale; Orazio compose le Odi, che tradussero magistralmente il genere della poesia
lirica in latino. La prosa vide invece un progressivo arretramento nell’oratoria, che uscì dall’uso politi-
IL CONTESTO
co e si ritirò nelle sale di recitazione, mentre la storiografia, scelta da un grande letterato di professione
come Livio, si occupò di riassumere tutta la storia di Roma in una sorta di “romanzo” nazionale.
18
Prova di verifica strutturata
L’età di Augusto
VERO O FALSO 3. Il ruolo delle arti figurative:
Leggi le seguenti affermazioni e indica se sono Vere o False. a fu poco significativo, perché in Roma l’arte non ebbe
mai particolare e originale sviluppo
1. Subito dopo la battaglia di Azio Ottaviano divise b fu coerente con la politica di consenso che Augusto
il potere con il senato V F promosse e divenne importante per sottolineare la forza
2. In breve Ottaviano riassunse in sé tutte le più del potere del principe
importanti cariche istituzionali, compresa c risultò contraddittorio, perché, pur volendo sottolineare
la tribunicia potestas V F il potere di Augusto, di fatto non riuscì a manifestarlo
d non si può evincere con chiarezza dai pochi resti
3. Ottaviano accettò il titolo di Augusto e di re V F
archeologici che possediamo
4. Ottaviano proclamò ufficialmente la fine
4. Il rapporto con gli intellettuali:
della repubblica V F
a non fu cercato da Augusto, che ebbe particolare cura
5. In epoca augustea il numero dei senatori solo della dimensione politica
fu ridotto quasi della metà e così la loro influenza b fu trascurato da Augusto, che aveva un interesse solo
politica V F marginale nella creazione di una cultura di regime
6. La prefettura militare più importante divenne quella c fu espressamente cercato da Augusto, che era
del pretorio, ovvero della guardia scelta del principe V F consapevole della funzione che potevano assumere
gli intellettuali nel sostegno al nuovo regime
7. Augusto elaborò un accurato sistema di controllo d fu espressamente cercato da Augusto, ma non
del territorio attraverso la dislocazione stanziale corrisposto dagli intellettuali, che non raggiunsero mai
dell’esercito sui territori delle province V F il livello formale e contenutistico sperato dal principe
8. La diffusa pace interna ed esterna procurò una 5. Nella politica culturale di Augusto:
ripresa nella produzione e circolazione delle a fu tollerato ampiamente il dissenso
merci, facilitate da un’ottima rete b fu cercato il dialogo tra intellettuali e potere politico
di comunicazione viaria e navale V F c ci si liberò violentemente dei detrattori
9. La pecca maggiore dell’amministrazione di Augusto fu d non si ebbe tolleranza del dissenso, pur non attuando
l’amministrazione delle province V F politiche persecutorie
10. Le province vennero suddivise in un primo
momento in senatorie e imperiali, ma poi QUESITI A RISPOSTA SINGOLA
divennero tutte imperiali V F Rispondi alle seguenti domande con un testo che non superi
le 5 righe (circa 40 parole).
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA 1. Qual è il significato di un monumento artistico e religioso
Tra le possibili risposte indicate scegli quella che ritieni corretta. come l’Ara Pacis?
2. Quale fu il ruolo del circolo di Mecenate?
1. La politica culturale di Augusto:
a si sforzò di restaurare i valori del mos maiorum 3. Quali altri circoli culturali ebbero un ruolo significativo sotto
Augusto?
b operò in manifesta opposizione alle “chiusure”
4. Quale tipo di occasione culturale furono le recitationes
del mos tradizionale
e dove erano organizzate?
c falsificò gli antichi valori dando loro un nuovo contenuto
5. Si sa che in questo tempo vennero aperte le prime
d scelse con cura quali valori tradizionali accettare e quali no biblioteche pubbliche: di che cosa si tratta?
2. I limiti della politica culturale augustea possono essere 6. Augusto fu anche scrittore: a quali generi si dedicò?
identificati nel fatto che: Abbiamo testimonianza diretta dei suoi scritti?
a si trattava solo di propaganda e nessuno nei fatti la seguì
b erano ormai radicati comportamenti che non potevano TRATTAZIONE SINTETICA
essere ricondotti al modello originario senza risultare Rispondi alle seguenti domande con un testo che non superi
anacronistici le 20 righe (circa 200 parole).
c nuovi modelli incontrano resistenze nell’essere applicati e 1. Traccia in modo sintetico un profilo del cosiddetto “poeta-vate”
necessitano di un tempo lungo per essere accolti e applicati di età augustea: a quali ideali poetici e culturali corrisponde?
d Augusto non ebbe cura nel verificare che i nuovi modelli 2. In questo tempo si assiste a un declino della produzione
venissero applicati realmente e furono significative le oratoria. Prova a spiegarne le ragioni e a mettere in rilievo
frange di dissenso le tendenze del nuovo clima culturale e politico.
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