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Dall’età diTiberio
alla letteratura
cristiana
ANGELO DIOTTI
SERGIO DOSSI
FRANCO SIGNORACCI
Narrant
LETTERATURA ANTOLOGIA CULTURA LATINA
3
Dall’età di Tiberio
alla letteratura
cristiana
ANGELO DIOTTI
SERGIO DOSSI
FRANCO SIGNORACCI
Franco Signoracci ha curato i quadri introduttivi di contesto storico culturale; la parte letteraria, i commenti, gli apparati dei seguenti autori: prosa e
poesia della prima età imperiale, Seneca, Petronio, Plinio il Vecchio, Frontino, Quintiliano, Tacito, Plinio il Giovane, Svetonio, Apuleio, Acta e Passiones,
apologetica cristiana, letteratura pagana e cristiana del iv, v secolo d.C.
Chiara Fornaro ha collaborato alla revisione del testo con matura competenza disciplinare e didattica.
Lucia Franchi Vicerè ha curato la rubrica Le metafore – Arte, Il misterioso idolo del Gianicolo; La stanza non spazzata; Storie srotolate; La città eter-
na. Maria Monteleone ha curato integralmente la rubrica Le parole. Egle Mocciaro ha curato la rubrica Le metafore - Letteratura, Parlare per
metafore; Dir male, mangiar peggio; Il “corpo malato” della res publica; Per aspera ad astra; Ruminare il ricordo.
Pierangela Petruzzi ha curato la stesura del Glossario di retorica e stilistica, le Nozioni di prosodia e metrica e il Repertorio degli autori della lettera-
tura greca.
e-9788805257348
Ristampa
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2016 2017 2018 2019 2020
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si mezzo, compresa stampa, copia fotostatica, microfilm e memorizzazione elettronica, se non
espressamente autorizzata per iscritto.
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volume dietro pagamento alla siae del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge
22 aprile 1941 n. 633.
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toriali, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail autorizzazioni@clearedi.org e sito web
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L’Editore dichiara la propria disponibilità a regolarizzare errori di attribuzione o eventuali omis-
sioni sui detentori di diritto di copyright non potuti reperire.
Materiali interattivi
e proiettabili
14 La lingua
11 I generi letterari
19 PROVA DI VERIFICA STRUTTURATA L’età giulio-claudia
16 GLI AUTORI
16 La produzione in prosa prima di Nerone
16 Una letteratura “minore”
16 Oratoria, declamazioni, recitazioni
18 Forme di storiografia
20 Erudizione e prosa tecnica
21 CULTURA La medicina greca a Roma
IV
Indice
64 PERCORSI ANTOLOGICI
65 1 La vita interiore
65 T1 Nessun luogo è esilio Consolatio ad Helviam matrem 8 (ITA)
67 T2 Necessità dell’esame di coscienza De ira III, 36 (LAT/ITA)
69 T3 Parli in un modo e vivi in un altro De vita beata 17-18 (ITA)
70 CULTURA Il saggio stoico: un modello astratto?
85 T8 Gli schiavi sono uomini (I) Epistulae morales ad Lucilium 47, 1-6 (LAT)
88 T9Gli schiavi sono uomini (II) Epistulae morales ad Lucilium 47, 10-13 (LAT)
89 T10 Gli schiavi sono uomini (III) Epistulae morales ad Lucilium 47, 16-21 (LAT)
90 STORIA Gli schiavi nel mondo romano
91 RIEPILOGARE
92 3 Il tempo, la morte
92 T11 Solo il tempo è nostro Epistulae morales ad Lucilium 1 (LAT/ITA)
95 T12 Una protesta sbagliata De brevitate vitae 1 (LAT)
97 T13 Il tempo sprecato De brevitate vitae 2 (LAT)
98 T14 Un amaro rendiconto De brevitate vitae 2 (ITA) testo digitale
98 T15 Tu occupatus es, vita festinat De brevitate vitae 8 (LAT)
100 CULTURA Contro il tempo che scorre
101 T16 Non temere la morte (I) Epistulae morales ad Lucilium 24, 20-23 (LAT)
103 T17 Non temere la morte (II) Epistulae morales ad Lucilium 24, 24-26 (LAT)
105 T18 Il congedo della vita Epistulae morales ad Lucilium 61 (LAT/ITA)
106 T19 Il saggio è come dio De brevitate vitae 15 (ITA) testo digitale
106 RIEPILOGARE
V
Indice
112 T22 La scelta del suicidio De providentia 6, 6-9 (LAT) TESTO DIGITALE
112 T23 Ti è morto un figlio di incerte speranze Epistulae morales ad Lucilium 99
passim (ITA)
113 RIEPILOGARE
123 RIEPILOGARE
131 RIEPILOGARE
VI
Indice
VII
Indice
IX
Indice
303 T2 Il maestro sia come un padre Institutio oratoria II, 2, 5-8 (LAT)
305 T3 La scelta del maestro Institutio oratoria II, 2, 1-4 (LAT) testo digitale
305 T4 Il giudizio sia solo del maestro Institutio oratoria II, 2, 9-10; 15 (LAT)
306 PERMANENZE Amare la vite storta
308 INVITO AL SAGGIO BREVE
316 RIEPILOGARE
323 RIEPILOGARE
327 RIEPILOGARE
X
Indice
XI
Indice
425 T6 Le risorse del suolo e del sottosuolo Germania 5 (ITA) testo digitale
425 T7 La battaglia e le donne Germania 8 (ITA)
425 T8 I costumi delle donne dei Germani Germania 19 (ITA)
426 CULTURA Le donne nella società germanica
XII
Indice
441 RIEPILOGARE
451 RIEPILOGARE
458 RIEPILOGARE
470 RIEPILOGARE
XIV
Indice
XVI
Indice
XVII
Indice
726 Appendice
728 I GENERI LETTERARI
728 Il romanzo
728 Origine e definizione del romanzo antico
728 Il romanzo greco
728 I temi fondamentali del romanzo greco
730 I romanzi latini: due “casi” letterari
730 La vittoria del romanzo
XVIII
Indice
732 L’epigramma
732 L’origine del genere
732 L’età ellenistica
732 Tre scuole dell’epigramma alessandrino
733 L’epigramma fenicio
1
L’ETÀ GIULIO-CLAUDIA
14-68 d.C.
All’indomani della scomparsa di
Augusto, il principato si trovò nella 700 a.C. 200 a.C. 100 a.C.
condizione di consolidare la sua forza
istituzionale e politica, dando alla VIII sec. a.C. Cicerone
figura e all’azione del principe e della L’alfabeto greco 73-43 a.C.
200–149 a.C.
corte una fisionomia più precisa. Sul si diffonde a Roma quasi 100 orazioni
Catone
piano culturale, non tutti i principi della De agri cultura 56-46 a.C.
dinastia giulio – claudia ebbero nei dal VI sec.a.C.
Origines opere retoriche
confronti degli intellettuali lo stesso I magistrati si servono
di Commentarii, Fasti e Libri ad Marcum filium 45-44 a.C.
atteggiamento favorevole, perché opere filodsofiche
non sempre ritennero prioritaria la Annales per registrare
scelta di Augusto di circondarsi di eventi significativi (prime 68-43 a.C.
artisti che consolidassero l’ideologia forme di storiografia) epistolario
del principato: sotto Tiberio, Caligola L’oratoria politica e Cesare
e Claudio la produzione letteraria giudiziaria accompagna 50 a.C.
ebbe una battuta d’arresto (si può la vita dei cives romani De bello Gallico
circoscrivere a pochi generi, di 47 a.C.
carattere erudito e tecnico, sia in De bello civili
prosa sia in poesia); mentre ebbe una
ripresa interessante e originale sotto VI sec. a.C. Sallustio
Nerone, voluta dal principe, ma anche La fibula praenestina, 43 a.C.
indipendente da lui, che si manifestò il più antico documento De Catilinae
nell’opera di Seneca, Persio e Lucano. epigrafico giunto fino coniuratione
In generi letterari diversi, nella a noi 40 a.C.
trattatistica, nell’epistolografia filosofica, Bellum Iugurthinum
nel dialogo filosofico e anche in poesia
(nella tragedia), Seneca divulgò un
pensiero raffinato e profondo ispirato
allo stoicismo e all’epicureismo, VI-IV sec. a.C. 100-60 a.C.
insegnando al suo lettore a riflettere Il verso poetico viene utilizzato per Preneoterici
sulla dimensione etica, su se stesso, composizioni di ambito religioso o
sul mondo e sulla politica, con rigore legate alla celebrazione di eventi 250 a.C.
morale e culturale. privati (neniae e carmina convivalia) Livio Andronico
A modo loro, altrettanto fecero 60-40 a.C.
e pubblici (carmina triumphalia) Neoterici
Lucano nella poesia epico-storica, o della vita quotidiana (carmina 202 a.C.
che insegnava a leggere nel principato Nevio (Cinna,
popularia) Varrone Atacino,
assoluto di Nerone una prevaricazione Bellum poenicum
degli ideali più autentici della tradizione Licinio Calvo)
dal 215 a.C. Catullo, Liber
politica romana; e Persio, che nella
satira elaborava la necessità di un dal VI sec. a.C. Plauto
punto di vista morale profondo e fermo. I fescennini scandiscono con versi almeno 21 commedie
60 a.C. ca
Seneca e Lucano, però, per la loro ritmati e volgari la vita dei campi e 166-160 a.C. Lucrezio
adesione alla filosofia stoica, che si delle gentes romane Terenzio De rerum natura
legava all’ambiente antineroniano dei 6 commedie
Pisioni, vennero obbligati al suicidio,
segno che il potere repressivo del 240-100 a.C.
principato stava incominciando ad Tragedie cothurnatae e praetextae
affinare le sue armi. di Livio Andronico, Gneo Nevio,
Pur con una riflessione più libera Quinto Ennio, Pacuvio, Accio
e una produzione del tutto originale
come quella del romanzo, del tutto
originale rispetto a quella dei suoi
365 a.C.
contemporanei, anche un altro
intellettuale del momento, Petronio, Secondo Livio giungono
subì la sorte di Seneca e Persio, dall’Etruria dei ballerini che
facendo comprendere che nel scongiurano il diffondersi di
principato sarebbero stati diversi una pestilenza con una danza
dal passato la libertà di parola, la di purificazione, a imitazione
sussistenza stessa degli intellettuali, il della quale i Romani daranno
ruolo del mecenatismo. vita al genere della satura
40 a.C. 14 d.C. 68 d.C. 96 d.C. 192 d.C. 400 d.C.
il quadro storico
BRITANNIA
GERMANIA
GALLIA REZIA
PANNONIA
Mar Caspio
Mar Nero
DALMAZIA MESIA
SPAGNA Roma ARMENIA
TRACIA
ITALIA MACEDONIA CAPPADOCIA
ASIA ASSIRIA
PARTI
MESOPOTAMIA
MAURETANIA CILICIA SIRIA
Mar Mediterraneo
CRETA
EGITTO
IL CONTESTO
4
Il quadro storico
guida i principi di Cappadocia e Cilicia lascia- Tiberio allora, per liberarsi da quel clima avvele-
rono in eredità il loro regno a Roma. Egli, però, nato, lasciò Roma nel 27 e si ritirò a Capri, in una
non ebbe mai un ampio consenso popolare, né splendida villa, da dove continuò a governare
lo cercò con facili elargizioni e riduzioni di tasse. l’impero.
Ben presto il clima attorno a lui divenne difficile, Lasciato da solo a Roma, come intermediario di
a partire dalla cerchia più stretta della famiglia, Tiberio, Seiano ebbe mano libera per realizzare
dei collaboratori e della corte: dopo la morte del le sue mire, ma infine le sue manovre furono sco-
fratello Druso (nel 23), si riaccesero infatti le lotte perte e il loro autore fu messo a morte proprio nel
per la successione. Tiberio incominciò a sospet- momento in cui pensava fosse designato succes-
tare congiure e oscure trame e queste voci furono sore da Tiberio. Tuttavia il clima di sospetti e de-
alimentate ad arte da Seiano, il potente prefet- lazioni che si era instaurato aveva spinto l’impe-
to del pretorio che aspirava alla successione. ratore ad assumere un atteggiamento sempre più
Quest’ultima, in effetti, aveva progressivamente dispotico, che culminò in vere e proprie repres-
allontanato, quando non perseguitato, i membri sioni di oppositori e presunti tali. Alla sua morte,
della corte che potevano in qualche modo aspi- nel 37, egli non fu rimpianto da nessuno, ma è
rare al trono iperiale, rendendo sempre più aspro un dato di fatto che Tiberio lasciò una situazione
e pericoloso l’ambiente di palazzo. finanziaria florida e un principato rafforzato.
il quadro culturale
DALLE PROVINCE A ROMA
BRITANNIA Ancora in questa età storica Roma è il pun-
to di arrivo degli intellettuali che provengo-
GERMANIA no dalle province: in particolare in questa
età è la Spagna a essere patria di autori
significativi, come Seneca, Lucano e Colu-
mella. Di provenienza italica sono Persio, di
GALLIA REZIA
PANNONIA antica famiglia etrusca, e Velleio Patercolo;
dalla Macedonia, Fedro. Mar
M Caspio
Mar Nero
DALMAZIA MESIA
SPAGNA Roma ARMENIA
TRACIA
ITALIA MACEDONIA CAPPADOCIA
ASIA ASSIRIA
PARTI
MESOPOTAMIA
A ROMAMAURETANIA
PER FORMARSI
T E PER PUBBLICARE CILICIA SIRIA
Il punto di aggregazione più importante per gli intellettuali
d’età giulio claudia è ancora una volta Roma. NellaMar capi-
Med
Mediterraneo
d
tale si cerca la formazione più raffinata dal punto di vista CRETA
retorico e filosofico; ed è sotto la protezione di alcune
AFRICA
famiglie patrizie che si ritrovano letterati CA
chePRO CON
ONSOLAR
CONSOLARE
condividono R
ideali filosofici e culturali simili. CIRENAICA ARABIA
EGITTO
L’impero romano alla morte di Augusto (14 d.C.)
Province annesse fra il 14 e il 68 d.C.
5
L’età giulio-claudia
La “gemma Claudia” che ritrae Claudio con la moglie Agrippina Minore 1. Egli scrisse opere sia in greco sia in latino: si dedicò alla storiografia,
e Germanico con Agrippina Maggiore (a destra), I secolo d.C., Vienna, si occupò di problemi grammaticali e ortografici; compose anche un’au-
Museo di Storia dell’Arte. tobiografia e un’apologia di Cicerone.
6
Il quadro storico
politica estera riprese l’espansione, attraverso Stato, oppure istituendo gare poetiche alle quali
la conquista della Britannia meridionale e il partecipava lui stesso, prendendo spunto dalle
consolidamento dei territori della Tracia e della abitudini delle corti promotrici di arte e cultura
Mauritania, che divennero province. Promosse proprie dei sovrani orientali. Tutte queste inno-
anche una politica di colonizzazione dei territo- vazioni erano invise ai senatori e ai conservato-
ri sotto il controllo di Roma, attribuendoli ai ve- ri, per questo cercò di attrarre a sé il favore della
terani (cosa che accadde soprattutto in Gallia e plebe finanziando con denaro pubblico giochi
nei territori danubiani). Lo stesso Claudio, però, e spettacoli teatrali: si era reso conto, infatti, di
non riuscì a sfuggire alle congiure di corte: infatti essersi inimicato il senato, oramai costretto all’a-
morì improvvisamente nel 54, forse avvelenato dulazione e all’obbedienza attraverso un regime
per opera della sua quarta moglie, Agrippina, di terrore.
che mirava ad assicurare la successione imperia- Nerone raggiunse comunque alcuni risultati po-
le al figlio Nerone, nato da un precedente matri- sitivi in politica estera (fu domata una rivolta in
monio. Britannia, fu ristabilito il controllo dell’Armenia)
e in economia, attuando un’efficace riforma
monetaria in modo da avvantaggiare la mone-
LA FINE DELLA DINASTIA E LE DIFFICOLTÀ ta d’argento (denarius) su quella d’oro (aureus),
DI SUCCESSIONE che veniva utilizzata dai latifondisti per tesauriz-
zare ricchezze e bloccare patrimoni; la circola-
L’assolutismo orientale di Nerone (54- zione monetaria fu così più agile e abbondante e
68 d.C.) Il giovane principe (al potere non si agevolarono i ceti medi e i commercianti.
ancora diciassettenne) inaugurò una prima fase Data la situazione, l’opposizione senatoria in-
di governo equilibrato, tornando a cercare l’ap- cominciò a muoversi e giunse, nel 65, a orga-
poggio del senato sul modello augusteo. Su di lui nizzare una congiura (detta “dei Pisoni” perché
esercitavano la loro influenza il filosofo stoico guidata da noto uomo politico, Gaio Calpurnio
Seneca – che si illuse di realizzare uno Stato ide- Pisone) per abbattere il principe. Nerone però
ale in cui il potere fosse al servizio del bene co- scoprì la trama e la repressione che ne seguì fu
mune – e il prefetto del pretorio Afranio Burro, durissima. Molti illustri personaggi furono con-
uomo moderato ed equilibrato. La fase del buon dannati a morte te o costretti a togliersi la vita: tra
governo neroniano, però, durò solo quattro o essi Seneca e due altri
cinque anni: a partire dal 58 il principe assun- intellettuali del
se atteggiamenti sempre più dispotici e perso- tempo, Lucano o
nalistici, sulla linea già inaugurata da Caligola. e Petronio.
Forse l’occasione della svolta furono le tensioni
e gli intrighi di corte, dove forte era il contrasto
tra Seneca e la madre Agrippina (entrambi infatti
pretendevano di controllare il principe); rimane
il fatto che Nerone nel 59 fece uccidere la madre
e allontanò sempre più da sé i suoi consiglieri
(nel 59 morì Burro e nel 62 Seneca lasciò la cor-
te); l’astuto Tigellino, capace di assecondare gli
umori del principe, prese il posto di Burro come
prefetto del pretorio. A partire da questo mo-
mento, Nerone attuò un tentativo sistematico di
trasformare il principato in una monarchia asso- Statua ritratto di Nerone,
luta di stampo ellenistico, con una forte accen- I secolo d.C., Firenze,
Galleria degli Uffizi.
tuazione del potere personale del principe. Sulla
base della figura del monarca ellenistico, intro-
dusse pratiche molto diverse da quelle tradizio-
nali romane, ad esempio obbligando al culto di-
vino del principe, con una politica di esaltazione
della propria persona molto dispendiosa per lo
7
L’età giulio-claudia
La fine della dinastia giulio-claudia Pochi storica cristiana, il primo fondatore della comu-
mesi prima della scoperta della congiura si era nità di Roma, il secondo di molte altre, soprat-
verificato a Roma un altro episodio destinato a tutto nei territori dell’Oriente mediterraneo.
segnare indelebilmente (anche nella memoria Alla fine del 66 l’imperatore partì per un lungo
dei posteri) il principato di Nerone: nell’anno viaggio in Grecia, spinto dal suo amore per l’arte
64 uno spaventoso incendio – ben più grave di e la cultura di quella terra; ma questa mossa fu
quelli che periodicamente colpivano gli edifi- interpretata come un ulteriore spostamento del
ci per la maggior parte in legno – distrusse per potere verso modelli ellenistici, il cui baricentro
quattro giorni interi quartieri e causò migliaia rischiava di collocarsi a Oriente. Comandanti mi-
di vittime. Nerone intervenne subito in favore litari si ribellarono in Spagna e Gallia; in Palestina
della popolazione, procurò un asilo ai senzatet- esplose violentissima la rivolta (e fu inviato a se-
to e fece giungere derrate alimentari nella città; darla un abile comandante, Tito Flavio Vespasia-
ma, successivamente, decise di requisire una no, il futuro imperatore). Quando Nerone si decise
larga parte delle aree devastate per edificare una a tornare a Roma, nel 68 d.C., ormai la situazione
nuova, splendida residenza imperiale (quella era compromessa: anche i pretoriani si schiera-
che sarebbe stata la Domus Aurea). Subito si dif- rono contro di lui e il senato lo dichiarò nemico
fusero voci, assai probabilmente infondate, che pubblico. Per non cadere nelle mani dei suoi av-
fosse stato lui a scatenare l’incendio per realiz- versari, si fece uccidere da uno schiavo.
zare il suo progetto; Nerone allora, per stornare Con la morte di Nerone si esaurì la dinastia
da sé i sospetti, rovesciò le accuse sui seguaci di giulio-claudia, chiusa dal più complesso e con-
una nuova religione che si stava rapidamente troverso dei suoi imperatori. Si aprì invece una
diffondendo a Roma e nell’impero, i cristiani, breve ma cruenta guerra civile, che in un solo
mandandone a morte molti tra atroci soffe- anno vide succedersi la proclamazione di quat-
renze e spettacolari supplizi. L’anno successi- tro imperatori (Galba, Otone, Vitellio e infine
vo, nell’Urbe, sarebbero stati uccisi anche Pietro Vespasiano), imposti da diversi centri di potere:
e Paolo, figure di rilievo dell’originaria comunità il senato, i pretoriani, le legioni.
IL CONTESTO
Ricostruzione virtuale della facciata della Domus Aurea, Progetto Katatexilux 2011.
8
Il quadro sociale e culturale
PAROLE CHIAVE IL QUADRO STORICO
Tiberio Dopo la morte di Augusto, che aveva sempre affermato la permanenza delle magistrature repubblicane,
la successione in linea personale rivela che un cambiamento istituzionale è avvenuto. Tiberio succede ad
Augusto sia in quanto suo figlio adottivo (appartiene alla gens Claudia), sia per approvazione dei pre-
toriani; lavora per consolidare il governo del principato, cercando l’accordo del senato. Anche in politica
estera si dedica alla stabilizzazione delle province. Negli ultimi anni di governo, si ritira a Capri vittima di
un’instabilità d’animo e degli intrighi di palazzo, diretti dal prefetto del pretorio Seiano.
Caligola Smascherato Seiano e morto Tiberio, il pretorio elegge a nuovo principe Caligola, della stessa gens Claudia,
che si orienta marcatamente verso una gestione del potere in senso assoluto, marginalizzando il senato.
La gestione del denaro pubblico è di puro sperpero per spese capricciose e arbitrarie. Muore vittima di una
congiura di pretoriani e senatori.
Claudio Intellettuale e poco partecipe alla vita di corte, viene incaricato del governo di Roma e procede innanzitutto
alla riorganizzazione della burocrazia di palazzo, servendosi di liberti. Procede alla conquista della Bri-
tannia e avvia processi di colonizzazione da parte dei veterani.
Nerone L’ultima moglie di Claudio, Agrippina, avvelena il marito per favorire il figlio Nerone, in modo che diventi
principe. Dopo qualche anno di buon governo, illuminato dal consiglio di Seneca e Burro, Nerone allon-
tana i suoi maestri e si orienta verso un governo assoluto, introducendo pratiche da monarca ellenistico.
Istituisce giochi, certami poetici, fa costruire una reggia enorme e lussuosa (sull’area devastata da un
grande incendio che colpisce la città). Dopo un viaggio in Grecia, che fa temere ai senatori un ulteriore
spostamento del principe verso le prassi orientali, ha inizio una rivolta che costringe il principe scegliere
la morte, dopo la quale si succedono in un solo anno quattro principi appoggiati da forze diverse (senato,
legioni, pretoriani) fino all’elezione di Vespasiano.
principi, tranne qualche eccezione, esprimono Più complesso è il quadro sotto il principato di
tutte il punto di vista dell’oligarchia senatoria, e Nerone: egli infatti, per potenziare la sua imma-
perciò erano ostili al principe che ne aveva di- gine di sovrano assoluto, ma anche per un ge-
minuito il potere. nuino amore verso la poesia, la musica, il teatro,
È tuttavia un dato di fatto che i primi imperatori tornò a incentivare la letteratura e le arti, assu-
riuscirono a dare compattezza e, per certi aspet- mendo egli stesso il ruolo di poeta e attore, fino a
ti, a riformare lo Stato romano: Tiberio ne risanò esibirsi in pubblico secondo la moda ellenistica.
le finanze; Claudio creò un’amministrazione ef- Il suo mecenatismo tornò ad attirare intorno alla
ficiente e validi contatti con le province; Nerone corte intellettuali, artisti e poeti, sia latini sia gre-
stesso effettuò un’importante riforma moneta- ci. In età neroniana vi fu dunque un rifiorire della
ria, che favorì i commerci. letteratura, anche se bisogna subito chiarire che
le opere migliori non si mostrano in accordo con
Gli intellettuali e il potere L’atteggiamento la politica del principe, ma sono al contrario in
dei principi nei confronti della politica culturale fu posizione fortemente problematica, se non in
ben distante dalla complessa rete di committenti aperto contrasto con essa: basti pensare al Bel-
e letterati voluta da Augusto. I primi tre (Tiberio, lum civile di Lucano, che piange la morte della
Caligola e Claudio) non proseguirono in questo repubblica, o allo sfrontato realismo, ironico e
campo la linea adottata da Augusto, non ebbero parodico, del romanzo di Petronio, o ancora a
al loro fianco un Mecenate che sostenesse la pro- tutta l’opera di Seneca, che cerca rifugio nell’in-
duzione letteraria e la rendesse consonante con teriorità.
l’ideologia del regime. Tiberio, che era oratore do- Gli intellettuali, da parte loro, negli anni com-
tato di raffinata dottrina, mostrò interesse solo per presi fra il regno di Tiberio e quello di Nerone,
una poesia erudita e disimpegnata; inoltre ebbe incontrarono crescente difficoltà a difendere
numerosi contrasti con intellettuali non allineati, la propria autonomia rispetto alle esigenze del
che diedero origine anche a gravi repressioni.2 Ca- potere: se da una parte alcuni scrittori conformi-
ligola non prestò attenzione all’attività letteraria; sti (come Velleio Patercolo e Valerio Massimo)
Claudio, pur essendo un erudito che aveva de- furono apertamente schierati con il principe e lo
dicato gran parte della vita agli studi, non operò adularono senza remore, dall’altra gli oppositori,
censure particolari, ma neppure curò l’aspetto più o meno velati, furono vittime della repressio-
culturale durante il suo regno. ne (come lo storico Cremuzio Cordo).
2. Ricordiamo, ad esempio, l’esilio comminato da Tiberio ad attori che Aulo Cremuzio Cordo e del poeta tragico Mamerco Elio Scauro (i due,
avevano pronunciato battute satiriche contro di lui, l’uccisione di oscuri incriminati per lesa maestà, si diedero la morte).
poeti che lo avevano denigrato, la condanna al rogo dell’opera storica di
Consigli di lettura
FRANCO FORTE, Roma in fiamme. Nerone, principe di splendore e perdizione, Milano, Mon-
dadori, 2011
Un romanzo storico di carattere divulgativo, con molti spunti ricostruttivi della Roma di palazzo
come di quella delle taverne, con particolari avvincenti della vita reale e dei cerimoniali di
corte. La personalità complessa del principe è scandagliata con riferimenti alla storia e alle
fonti in modo da essere verosimile, sia nelle sue relazioni familiari sia con gli uomini di corte.
Limite del romanzo è la ricerca di una certa spettacolarità, che trova rispondenza nel successo
di pubblico, a discapito della profondità d’analisi storica.
IL CONTESTO
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10
Il quadro sociale e culturale
PAROLE CHIAVE IL QUADRO SOCIALE E CULTURALE
orientamenti La mancanza di un chiaro ordinamento istituzionale lasciò liberi i principi della prima dinastia
di governo di interpretare il potere imperiale secondo modelli diversi: Tiberio e Claudio mantennero un
fra tradizione rispetto formale del senato e delle tradizioni di Roma, sulla linea di Augusto; Caligola e Nerone
e modelli orientali scelsero di orientarsi verso il modello delle monarchie orientali, suscitando forti reazioni.
Le antiche fonti storiche a riguardo della dinastia giulio-claudia, tranne qualche eccezione,
sono tutte tendenzialmente ostili, perché esprimono il punto di vista dell’oligarchia senato-
ria, la cui importanza era stata sminuita dall’avvento del principato.
orientamenti In campo culturale Tiberio, Caligola e Claudio non proseguirono sulla linea adottata da Augu-
culturali sto e non sostennero la letteratura di livello alto. Più complesso è il quadro sotto il principato
dei principi di Nerone: egli infatti, per potenziare la sua immagine di sovrano assoluto, ma anche per
amore verso l’arte, tornò a incentivare la letteratura. In età neroniana vi fu dunque un rifiorire
della letteratura, anche se essa espresse le sue opere migliori non in accordo con la politica
del principe, ma in rapporto problematico, se non in aperto contrasto con essa.
orientamenti Gli intellettuali incontrarono crescente difficoltà a difendere la propria autonomia rispetto
degli intellettuali alle esigenze del potere: alcuni scrittori furono conformisti (ad esempio Velleio Patercolo e
verso il potere Valerio Massimo) e si schierarono apertamente con il principe, mentre altri, in opposizione al
potere imperiale, furono spesso vittime di repressione.
11
L’età giulio-claudia
La mancanza di mecenatismo e una produ- filosenatori dimostravano l’uso che egli inten-
zione disimpegnata In questo quadro la deva sotteso all’arte, più come fatto di costume
produzione letteraria visse un momento di sta- che come produzione culturale vera e propria. In
si, almeno fino all’età neroniana. Risultava cer- effetti, un gusto vagamente ellenizzante si stava
to impegnativo il confronto con la letteratura ormai diffondendo anche nelle masse popolari:
dell’età precedente e, per di più, i gusti letterari Nerone lo utilizzava piuttosto disinvoltamente,
erano cambiati: gli stessi principi mostrarono per attirare consenso. Le migliori opere lettera-
preferenze per alcuni generi minori, come la rie dell’epoca, come si è detto, nacquero in rap-
poesia astronomica (coltivata da Manilio e Ger- porto conflittuale o in opposizione alla politica
manico) o quella mitologica di tipo alessandri- neroniana. Non è un caso che, proprio sotto il
no a imitazione di Ovidio. L’oratoria si ridusse a principato di Nerone, in campo filosofico do-
pure esercitazioni di stile e di eloquenza, essen- minò il pensiero stoico, che divenne, grazie alla
do venuta meno la libertas che ne costituiva l’ali- riflessione e alle opere di Seneca, l’espressione
mento principale; eppure fiorirono molte scuo- della fronda senatoria nei riguardi del princeps,
le di retorica, ove gli allievi si esercitavano con richiamandosi ai principi dottrinali della libertà
le declamationes, nelle forme delle controversiae interiore e della apátheia («impassibilità dell’a-
(dato un problema di carattere giuridico, l’allievo nima») propria del saggio.
doveva risolverlo nei due opposti modi possibi- È importante ricordare a questo proposito la figu-
li) e delle suasoriae (con le quali si immaginava ra di Lucio Anneo Cornuto, un patrizio colto, che
di dover convincere un personaggio del mito o aveva raccolto intorno a sé gli intellettuali che si
della storia ad assumere o meno un dato com- riconoscevano nella riflessione stoica e che ven-
portamento oppure a prendere o meno una certa ne condannato all’esilio nel 66 d.C. Anneo Cor-
decisione). Unico spunto di originalità fu quello nuto non intendeva promuovere un’opposizione
offerto da Fedro e dalla sua favola in poesia: un assoluta al principato, se fosse stato governato da
insegnamento morale di grande dignità, sia pure un principe illuminato, anzi, in quel caso la mo-
in forma dimessa e minore. narchia sarebbe stata la migliore forma di gover-
no (come scrive anche Seneca nel De clementia e
Lo sperimentalismo dell’età neroniana Di- come mostra la prima collaborazione tra Nerone
verso invece è il quadro culturale durante il prin- e Seneca); piuttosto si oppone al regime assoluto,
cipato di Nerone, sotto il quale la produzione che non permette libertà di pensiero ed espres-
letteraria assunse caratteri di forte originalità.
Fu l’unico imperatore della dinastia giulio-clau- Un cane e una brocca rovesciata, I secolo a.C.,
dia ad attribuire valore alle lettere e a ricreare in- Napoli, Museo Archeologico Nazionale.
lettuali e
torno a sé un gruppo di intellettuali
a, che
scrittori. È anche vero, tuttavia,
tale politica culturale mirava va a
scopi propagandistici: spes- s-
so produsse una stucchevolee
poesia encomiastica3 e ben
presto suscitò insofferenza
e rifiuto. Lo stesso carattere
che egli volle imprimere alle
sue performance pubbliche
tanto criticate dagli storici
IL CONTESTO
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Il quadro sociale e culturale
I GENERI LETTERARI
PAROLE CHIAVE
pubblico Nella prima età imperiale si allargò il pubblico grazie a una più diffusa scolarizzazione e alla
e committenza formazione di un ceto burocratico ampio e acculturato. Testimoni di questo fenomeno sono
l’espansione del mercato librario e il successo delle pubbliche recitationes.
Gli scrittori però si trovavano ancora nella necessità di dover dipendere da un patrono che
sovvenzionasse la loro attività: accanto alle tradizionali famiglie nobili, la committenza derivò
soprattutto dal principe, ma anche dai “nuovi ricchi”, liberti e cavalieri.
disimpegno culturale La produzione letteraria visse un momento di stasi, almeno fino all’età neroniana. I gusti
letterari si orientarono verso alcuni generi minori, come la poesia didascalica d’argomento
mitologico di tipo alessandrino, che non comportavano un impegno di carattere letterario o
politico. L’oratoria si ridusse a pure esercitazioni di stile e di eloquenza, essendo venuto
meno il dibattito politico. Nelle scuole di retorica gli allievi si esercitavano con declamatio-
nes fittizie. Unico spunto di originalità fu quello offerto da Fedro e dalla sua favola in poesia:
un insegnamento morale di grande dignità, sia pure in forma poco ricercata.
spettacolarizzazione Sotto Nerone invece la produzione letteraria ebbe un nuovo impulso, pur con orientamenti
della cultura piuttosto discordanti. Si sviluppò anche un filone encomiastico verso il principe e le sue
e resistenza gesta. Diverso fu l’atteggiamento di chi, aderendo al pensiero stoico, costituì una produzione
intellettuale di fronda verso il principato: la prosa filosofica di Seneca, il poema epico-storico di Lucano,
sotto Nerone la satira di Persio. Petronio, poi, con il suo romanzo Satyricon introdusse un genere nuovo e
con esso un’ironica lettura della società contemporanea.
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L’età giulio-claudia
LA LINGUA
PAROLE CHIAVE
contrapposizione In età neroniana le scelte stilistiche, riscontrabili nelle opere di Seneca, Lucano e Persio, mostrano
al “classicismo” una volontà di contrapposizione all’equilibrio dell’età augustea, cercando un ritorno all’asianesi-
augusteo mo, con le sue enfasi, i suoi colori, l’abbondanza delle figure retoriche, il pathos che esso portava.
IL CONTESTO
realismo Sul piano linguistico le acquisizioni più interessanti si riscontrano in Petronio, che unisce nel
in Petronio suo romanzo registri linguistici disparati per riprodurre realisticamente il mondo che rappresenta.
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Prova di verifica strutturata
La dinastia giulio-claudia
VERO O FALSO 3. La politica culturale sotto i principi giulio-claudi:
Leggi le seguenti affermazioni e indica se sono Vere o False. a proseguì la linea inaugurata da Augusto
b non favorì lo sviluppo delle arti e della letteratura
1. La successione al potere dopo Augusto fu
c considerò dannosa o almeno di secondaria importanza
travagliata da incertezze politiche e istituzionali V F
la produzione artistica
2. Dopo Augusto, salì al potere Tiberio, che inaugurò d non mostrò un particolare interesse verso la cultura, a
un lungo periodo di politica moderata eccezione di Nerone, che tornò a incentivare
e di conciliazione verso il senato V F la letteratura e le arti
3. Il potere della guardia pretoriana fu, da questo 4. Il rapporto con gli intellettuali:
momento in avanti, sempre minore V F a non fu particolarmente conflittuale, ma sotto Nerone
4. Il governo dei principi delle famiglie Giulia ebbe una piega drammatica, quando i letterati e i filosofi
e Claudia fu omogeneo per intenti e prospettive ebbero parte attiva nel dimostrare dissenso verso il
politiche V F potere dispotico del principe
b fu trascurato dai principi perché ritenuto non necessario
5. Caligola volle imprimere al principato il carattere al consenso
di monarchia assoluta e divina di stampo orientale V F c fu cercato dai poeti con ampio successo e positivo
6. Claudio si dedicò in modo particolare a rendere ascolto da parte dei principi
efficiente l’apparato burocratico centrale V F d non mostrò particolari necessità, perché la produzione
7. La prima parte del governo di Nerone letteraria fu di basso profilo
fu equilibrata e saggiamente consigliata 5. Il pubblico nella prima età del principato si mostrò:
da Seneca e Afranio Burro V F a sempre più raffinato e ristretto
8. Nerone assunse nel governo del principato c sempre più ampio e vario
un indirizzo assolutistico e perciò vennero ordite c poco attento, perché attratto da forme di intrattenimento
trame di congiura per fermarlo V F più immediate
9. La fine della dinastia giulio-claudia fu incruenta V F d disposto ad accettare solo forme espressive tradizionali
e “classiche”
10. Dopo Nerone la figura designata per assumere
il ruolo di principe fu Vespasiano V F
QUESITI A RISPOSTA SINGOLA
Rispondi alle seguenti domande con un testo che non superi
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA le 5 righe (circa 40 parole).
Tra le possibili risposte indicate scegli quella che ritieni corretta. 1. Quali variazioni di gusto portarono le nuove classi sociali
emergenti?
1. Nel corso del I secolo d.C. lo Stato romano:
2. La cultura d’età neroniana portò cambiamenti significativi
a ebbe molti rivolgimenti politici interni da affrontare e non
nella produzione letteraria?
si riorganizzò
3. Furono libere le voci della cultura?
b consolidò le sue strutture interne e i confini
c affrontò numerose guerre di conquista 4. Quali aspetti dello stile manifestano il cambiamento di gusti
e tendenze espressive?
d si chiuse all’interno di complesse manovre politiche
interne alla gens regnante
TRATTAZIONE SINTETICA
2. Le fonti che documentano questo periodo storico sono: Rispondi alle seguenti domande con un testo che non superi
a tutte coerenti con il volere politico del principe le 20 righe (circa 200 parole).
b oscillanti nella loro opinione 1. L’eredità della cultura augustea influenzò la produzione
c tendenzialmente filosenatorie, così, a seconda che il dell’età immediatamente successiva? Traccia un profilo
principe avesse o meno un atteggiamento favorevole al delle tendenze culturali di questo momento storico.
senato, anche i racconti che lo riguardano diventano 2. La presenza del principato cambia la relazione tra
positivi o negativi intellettuali e potere rispetto a quanto accaduto in età
d fortemente autonome e polemiche rispetto alle tendenze repubblicana: prova a delineare la nuova realtà, portando
del principato qualche esempio.
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