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V 5.
Bibit hera, bibit herus Beve la padrona, beve il padrone,
bibit miles, bibit clerus beve il soldato, beve il chierico,
bibit ille, bibit illa beve quello, beve quella,
bibit servis cum ancilla beve il servo con la serva,
bibit velox, bibit piger beve il veloce, beve il pigro,
bibit albus, bibit niger beve il bianco, beve il negro,
bibit constans, bibit vagus beve lindeciso e il costante,
bibit rudis, bibit magnus, beve il dotto e lignorante.
VI 6.
bibit pauper et egrotus Beve il povero e lammalato,
bibit exul et ignotus beve lesule e lo sconosciuto,
bibit puer, bibit canus beve il giovane e lanziano,
bibit presul et decanus beve il vescovo e il decano,
bibit soror, bibit frater beve la sorella con il fratello,
bibit anus, bibit mater beve la nonna con la madre,
bibit ista, bibit ille beve questo, beve quello,
bibunt centum, bibunt mille! bevon cento, bevon mille.
VII 7.
Parum sexcente nummate Durano poco seicento
durant, cum immoderate suffice denari, quando bevon
bibunt omnes sine meta tutti senza limiti, anche se
quamvis bibant mente leta. bevono con animo lieto.
Sic nos rodunt omnes gentes Cos la gente ci denigra
et sic erimus egentes. e non ci offre nulla.
Qui nos rodunt confundantur Chi ci disprezza sia castigato
et cum iustis non scribantur! e sia messo tra i disonesti!
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Er nam den chocher unde den bogen Poi prese larco e la faretra,
bene venabatur cacciava molto bene!
der selbe hete mich betrogen Mi ha ingannato,
ludus compleatur. il gioco finito.
Hoy et oe Hoy et oe
Maledicantur thylie Maledetti siano i tigli,
iuxta viam posite. posti lungo la via!
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Amen. Amen
---II--- ---II---
Osservazioni
1. Il testo scritto in latino e appartiene allarea tede-
sca. ugualmente presentato perch mostra che si
pu fare cultura anche cantando i piaceri della vita; e
perch permette di cogliere la differenza tra la cultura
italiana ufficiale e quella straniera. Al tempo peraltro
esisteva una cultura europea che accomunava tutti gli
intellettuali.
2. Esso spinge a fare una riflessione su che cos la
cultura; e permette di dare una risposta: la cultura
tante cose (cultura economica, religiosa, letteraria,
scientifica, giuridica, scolastica ecc.); ed ora piace-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 17
Le maggiori correnti del Duecento polemiche religiose, che impegnano le sette eretiche
contro la corruzione della Curia romana. Egli vuole
Le maggiori correnti letterarie del Duecento sono: a) riformare restando dentro la Chiesa, perci chiede ed
la Scuola siciliana (1230ca.-1260ca.), b) la Scuola to- ottiene il riconoscimento della Regola prima verbal-
scana (1260ca.-1280ca.), c) la corrente comico-reali- mente da papa Innocenzo III nel 1209, poi ufficial-
stica (1260ca.-1310ca.), d) il Dolce stil novo (1274- mente da papa Onorio III nei 1223. Muore nel 1226.
1294).
Francesco scrive le due Regole, il Cantico di Frate
Per tutto il secolo poi ha una grande diffusione la let- Sole (o Laudes creaturarum), e il Testamento. Il can-
teratura religiosa. Il termine religioso soltanto indi- tico, scritto forse nel 1224, riprende due salmi della
cativo perch inadeguato. La letteratura religiosa Bibbia (Salmo 148; Daniele III, 52-90), che invitano
quasi tutta la letteratura esistente e gli autori sono per le creature a lodare Dio. Esso presenta una difficolt
lo pi ecclesiastici o, in alternativa, sono laici che di interpretazione: il significato da dare alla preposi-
hanno intrapreso la ben remunerata corriera ecclesia- zione per dei vv. 10, 12, 15, 17 ecc. Per pu signifi-
stica ma che in cuore sono rimasti laici o quasi. care da (e allora le creature sono invitate dallo scritto-
------------------------------II----------------------------- re a lodare Dio); o per lesistenza di (e allora luomo
loda Dio perch gli ha donato le creature). Nessuna
delle due soluzioni per va bene per tutti i casi.
La letteratura religiosa Lambiguit comprensibile: Francesco usa il lin-
guaggio per comunicare, non si preoccupa di riflette-
I maggiori esponenti della letteratura religiosa sono re sulla lingua come strumento rigoroso e formale di
Francesco dAssisi (1182-1226), Tommaso da Celano comunicazione. La seconda interpretazione quella
(1190ca.-1260), Jacopone da Todi (1236ca.-1306). tradizionale dellOrdine francescano, accolta anche
dalla critica pi recente. Vale anche la pena di ricor-
Francesco dAssisi (1182-1226) figlio di un ricco dare che al tempo la lingua si stava formando e i ter-
mercante, conduce una vita dissipata, quindi ha una mini avevano un significato oscillante, ora legato al
crisi religiosa che lo porta a convertirsi. Fonda lordi- latino, ora legato al volgare. Ed ragionevole pensare
ne dei frati minori, i cui ideali sono lumilt, la pover- che nel testo il significato si modifichi dai primi versi
t, la castit e una totale fiducia nella Provvidenza di- agli ultimi.
vina. Francesco propone questi valori in una societ ---II---
dilaniata dai contrasti politici tra fazioni rivali e dalle
Francesco dAssisi (1182-1226), Laudes Lode delle creature o Cantico di Frate Sole
creaturarum, 1224
1.
I
O Altissimo, onnipotente e buon Signore,
Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue sono le lodi, la gloria, lonore
tue so le laude, la gloria e honore
e ogni benedizione.
et onne benedictione.
A te solo, o Altissimo, esse spettano,
Ad te solo, Altissimo, se konfno
e nessun uomo degno di nominare il tuo nome.
et nullu homo ne dignu te mentovare.
2.
II
Che tu sia lodato, o mio Signore, con tutte le creature,
Laudato sie, mi Signore, cum tucte le tue creature,
specialmente [per][averci dato] messer fratello Sole,
spetialmente messor lo frate sole,
che luce del giorno, e tu cillumini per mezzo di lui.
lo qual iorno, et allumini noi per lui.
Esso bello e irraggia grande splendore:
Et ellu bellu e radiante cum grande splendore,
di te, o Altissimo, il simbolo.
de te, Altissimo, porta significatione.
Che tu sia lodato, o mio Signore,
Laudato si, mi Signore, per sora luna e le stelle,
per [averci dato] sorella luna e le stelle:
in celu li formate clarite et pretiose et belle.
in cielo le hai create lucenti, preziose e belle.
Laudato si, mi Signore, per frate vento et per aere
Che tu sia lodato, o mio Signore, per fratello vento,
et nubilo et sereno et onne tempo,
il cielo nuvoloso e sereno e ogni tempo,
per lo quale a le tue creature di sustentamento.
per mezzo del quale sostieni la vita delle tue creature.
Laudato si, mi Signore, per soraqua,
Che tu sia lodato, o mio Signore, per sorella acqua,
la quale multo utile et humile et pretiosa et casta.
che molto utile, umile, preziosa e casta.
Laudato si, mi Signore, per frate focu,
Che tu sia lodato, o mio Signore, per fratello fuoco,
per lo quale ennallumini la nocte,
per mezzo del quale tu illumini la notte:
et ello bello et iocundo et robustoso et forte.
esso bello, gioioso, gagliardo e forte.
III 3.
Laudato si, mi Signore, per quelli ke perdonano Che tu sia lodato, o mio Signore, per coloro
per lo tuo amore, che perdonano per tuo amore
et sostengo infirmitate et tribulatione. e sopportano malattie e sofferenze.
Beati quelli ke l sosterrano in pace, Beati coloro che le sopporteranno in pace
ka da te, Altissimo, sirano incoronati. che da te, o Altissimo, saranno accolti in paradiso.
Laudato si mi Signore per sora nostra morte corpo- Che tu sia lodato, o mio Signore,
rale, per nostra sorella morte del corpo,
da la quale nullu homo vivente p skappare: dalla quale nessun uomo vivente pu fuggire:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; guai a coloro che morranno in peccato mortale;
beati quelli ke trovar ne le tue santissime voluntati, beati quelli che trover nella tua santissima volont,
ka la morte secunda no l farr male. perch la morte dellanima non far loro alcun male.
IV 4.
Laudate et benedicete mi Signore Lodate e benedite il mio Signore,
et ringratiate et serviateli cum grande humilitate. e ringraziatelo e riveritelo con grande umilt.
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Commento
1. Il testo pu essere diviso in quattro parti: a) lin- rigine sociale risulta lunico riferimento alla vita so-
troduzione che loda lAltissimo; poi b) la lode per le ciale e terrena e agli scontri che caratterizzano la so-
creature date da Dio alluomo; c) la lode sia per quelli ciet del tempo. Francesco peraltro conosce tali con-
che perdonano e soffrono in nome di Dio, sia per co- trasti e, per disinnescarli, propone valori terreni e
loro che muoiono in grazia di Dio; d) la conclusione ultraterreni alternativi (la sopportazione per amore di
che invita a lodare, riverire e servire il Signore. Dio, lumilt, limportanza della salvezza eterna).
2. Dio definito come altissimu, onnipotente, bon 6. La conclusione invita apparentemente a incentrare
Signore, al quale spettano tutte le lodi: luomo nul- la vita su Dio e sulla salvezza eterna, quindi a una
la davanti a Lui e tuttavia Egli ama luomo, per il scelta radicalmente e solamente religiosa: il mondo
quale ha creato la Natura. Dio padre buono e bene- terreno in funzione di quello ultraterreno; la vita
fico nei confronti delle creature, alle quali vicino. sulla terra in funzione alla vita in cielo. In realt
Esse possono riporre in Lui tutta la fiducia. dando importanza allal di l e svalutando lal di qua,
3. Le creature, che sono al servizio e ad uso delluo- Francesco ottiene il risultato di buttare acqua sul fuo-
mo, sono indicate ordinatamente: il sole, simbolo di co, cio sui contrasti che provocavano gli scontri so-
Dio, la luna, le stelle, laria, il fuoco, lacqua, il ven- ciali e sugli stessi valori dominanti, che si possono
to, il bello ed il cattivo tempo, la terra, che madre e ignorare a favore di altri valori, pi adatti alla convi-
nutrice per gli uomini. Nel cantico sono presenti tutte venza civile: un valore per essere tale deve essere ri-
le creature che fanno parte della natura; sono assenti conosciuto come valore. Nella Divina commedia di
gli animali, ma anche luomo e la societ umana, che Dante agli inizi del Trecento, indubbiamente un testo
sono dilaniati dai contrasti e che ignorano e rifiutano molto pi complesso, esiste un meccanismo simile,
la vita semplice a contatto con le altre creature. che tuttavia mostra in modo molto pi visibile il fatto
4. Subito dopo le creature sono nominate le malattie, che lal di l in funzione dellal di qua.
che hanno unorigine naturale, e le sofferenze, che 7. Non deve stupire che la cultura del tempo sia (qua-
invece hanno unorigine sociale. Le une e le altre si) soltanto religiosa: la Chiesa aveva avuto 800 anni
vanno sopportate per amor di Dio. Linvito acquista (476-1225) per conquistare lintera societ europea e
la sua importanza e mostra la sua utilit se si tiene per plasmarla con i suoi valori. Oltre a ci nel mondo
presente che nel Medio Evo il dolore e le malattie so- antico greco e romano la religione era sempre presen-
no i compagni inseparabili della vita quotidiana. te nelle cerimonie private come nelle pubbliche.
5. Quindi sono nominate la morte del corpo, da cui ------------------------------II-----------------------------
luomo non pu fuggire, e la morte dellanima, che
luomo deve fuggire morendo in grazia di Dio. La se-
renit del cantico interrotta allimprovviso e per un
momento dalla minaccia Guai a coloro che muoiono
in peccato mortale!. Laccenno alle sofferenze di o-
Preces meae non sunt dignae, Le mie preghiere non sono degne,
sed tu bonus fac benigne, ma tu, o buono, fa benignamente
ne perenni cremer igne. che io non arda nel fuoco eterno.
Amen. Amen.
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Commento
1. Il Dies irae una delle sequenze (=testi poetici che tutta lumanit sar sottoposta, uno dei motivi pi
si adattano al canto) pi note del latino medioevale, e diffusi nellimmaginario collettivo medioevale. Dal-
ancor oggi inserita nella liturgia dei defunti. Esso tra parte luomo medioevale, che non conosceva n
mostra quanto la spiritualit medioevale sentisse in ligiene n la medicina n il controllo della natalit n
termini drammatici il problema della salvezza eterna unalimentazione sufficiente, viveva in costante con-
ed il problema del rapporto delluomo con Dio, suo tatto con la morte nella vita quotidiana.
creatore. 4. Il giusto teme di finire nel fuoco eterno. Per evitare
2. Il testo scritto in latino, la lingua ufficiale della ci, non si rivolge alla Madonna, il cui culto si stava
Chiesa (e della cultura del tempo). Se si esclude la diffondendo e consolidando, ma ancora a Ges. Inve-
vasta produzione di Jacopone da Todi, la letteratura ce nella Divina commedia (Pd XXXIII, 1-54; 1317-
religiosa in lingua italiana non presenta testi di uguale 21) Bernardo e tutti i santi si rivolgono alla Madonna.
intensit e valore sino agli Inni sacri di Alessandro 5. Il latino del testo facile. Per chi studia latino pu
Manzoni (1785-1873). essere unoccasione per dimostrare le proprie capaci-
3. La vita umana vista come un cammino verso il t di traduttore. Il contatto con il testo il miglior
ricongiungimento con Dio nellaltra vita. La vita ter- modo per imparare una lingua, soprattutto una lingua
rena quindi vista e vissuta costantemente in funzio- antica, che non si usa mai parlata. Grammatica e sin-
ne della vita ultraterrena. Il Giudizio Universale, a cui tassi aiutano.
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Il frate domenicano Tommaso dAquino (1225- nei decenni successivi. Si impegna per anche a scri-
1274) considerato lautore dellinno Pange, lingua. vere inni sacri che permettano di esprimere coralmen-
Il teologo si dedica alle questioni dottrinarie e filoso- te la fede. La fede non ha solamente una dimensione
fiche, alla diffusione delle sue tesi e alla costruzione razionale e filosofica, ma ha anche una dimensione
di un sistema di pensiero che la Chiesa far proprio pi semplice e immediata, che si esprime nel canto.
Quis est homo, qui non fleret, Chi luomo che non piangesse,
Matrem Christi si vidret se vedesse la Madre di Cristo
in tanto supplcio? in tanto supplizio?
Amen. Amen.
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Enfin del mondo a la finita Fino alla fine del mondo (=fino alla morte)
s mme duri questa vita mi sia data questa vita,
e poi, a la scivirita, e poi alla partenza [per lal di l]
dura morte me sse da. mi sia data una dura morte.
Commento
1. Jacopone un grande letterato: la laude ha rime 4. Jacopone vede in termini positivi la sofferenza, i
difficili (i primi tre versi di ogni quartina hanno la tormenti e la distruzione del corpo, purch in funzio-
stessa rima; il quarto rima con i quarti versi di tutte le ne di uno scopo pi alto. Contemporaneamente i va-
altri quartine). lori dominanti sono completamente opposti: il potere,
2. Il poeta si augura ogni sofferenza e ogni tormento, la ricchezza, il piacere. Insomma i valori non sono n
fino a giungere allautodistruzione, perch soltanto unici n assoluti. La scelta dipende dallepoca in cui
liberandosi del corpo pu raggiungere la mistica u- si nasce, dal luogo in cui si nasce, dalla famiglia in
nione con Dio; e perch soltanto in questo modo pu cui si nasce e da tante altre circostanze.
infliggersi unadeguata punizione per i suoi peccati: ------------------------------II-----------------------------
Dio lo ha creato con un atto damore ed egli risponde
con la pi totale ingratitudine. Proprio questa ingrati-
tudine ha ucciso Cristo sulla croce. Il poeta si sente
responsabile della morte di Cristo: sono stati i suoi
peccati, i peccati degli uomini a ucciderlo sulla croce.
3. I tormenti che il poeta si augura non sono pura fin-
zione letteraria: nel Medio Evo e sino in tempi recenti
luomo soffriva effettivamente, anche se non se lo au-
gurava, perch la medicina era impotente anche a cu-
rare le pi piccole malattie. Gli analgesici e la peni-
cillina compaiono a met Novecento. La sofferenza e
la morte erano le compagne quotidiane di ogni uomo
e di tutte le classi sociali.
VERGINE Figlio, cheo maio anvito, VERGINE O figlio, son venuta perch ne ho
figlio, pate mmarito! motivo,
Figlio, chi tt firito? o figlio, padre e marito!
Figlio, chi tt spogliato? O figlio, chi ti ha ferito?
O figlio, chi ti ha spogliato?
CRISTO Mamma, perch te lagni?
Voglio che tu remagni, CRISTO O mamma, perch ti lamenti?
che serve mei compagni, Voglio che tu rimanga,
chl mondo aio aquistato. 96 che aiuti i miei discepoli
che ho raccolto nel mondo.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 28
VERGINE Figlio, questo non dire! VERGINE O figlio, non dire questo:
Voglio teco morire, voglio morire con te,
non me voglio partire non mi voglio allontanare
fin che mo n mesc el fiato. finch mi esce il fiato.
CRISTO Mamma col core afflitto, CRISTO O mamma, con il cuore afflitto
entro n le man te metto tra le mani ti metto
de Ioanni, meo eletto; di Giovanni, il mio prediletto:
sia to figlio appellato. sia chiamato tuo figlio.
VERGINE Figlio, lalma t scita, VERGINE O figlio, lanima ti uscita [dal corpo],
figlio de la smarrita, figlio della smarrita,
figlio de la sparita, figlio della sperduta,
figlio attossecato! figlio avvelenato!
Commento
1. La laude si compone di 33 quartine (esclusa la ri- primi tre versi di ogni quartina hanno la stessa rima;
presa) che corrispondono agli anni di Cristo quando il quarto rima con i quarti versi di tutte le altri quarti-
venne crocifisso, mentre la descrizione del suo corpo ne); fa un ampio ed efficace uso delle figure retori-
inchiodato alla croce si concentra nei vv. 64-75, dun- che, in particolare dellanafora (o ripetizione); e fa
que nelle tre strofe centrali del componimento, con stare il dialogo di ogni protagonista in una o pi quar-
una perfetta simmetria e nel rispetto della simbologia tine intere. Il linguaggio sempre comprensibile ed
religiosa del numero tre. Il testo ha rime difficili (i intenso. I punti oscuri sono pochissimi, son dovuti al
Il suo viso mi riempie di gioia Sanza mia donna non vi voria gire,
quella cha blonda testa e claro viso,
Il suo viso mi riempie di gioia, ch sanza lei non poteria gaudere,
il bel viso mi riempie di vita, estando da la mia donna diviso.
il viso mi conforta infinite volte,
il bel viso che mi fa soffrire. Ma non lo dico a tale intendimento,
perchio peccato ci volesse fare;
Il viso luminoso della pi bella, se non veder lo suo bel portamento
il bel viso mi fa sorridere di gioia.
Di quel viso parla la gente, [che dice] e lo bel viso e l morbido sguardare:
che nessun viso gli pu stare alla pari. ch lo mi teria in gran consolamento,
veggendo la mia donna in ghiora stare.
Chi ha mai visto occhi cos belli da vedere
n occhi che rendano le sembianze cos belle Io mi sono proposto in cuore di servire Dio
n bocca che abbia un sorriso cos dolce?
Io mi sono proposto in cuore di servire Dio,
Quando io le parlo, le muoio davanti, per poter andare in paradiso,
e mi sembra di andare in paradiso, nel santo luogo, dove (ho sentito dire),
e mi ritengo il re degli innamorati. c sempre divertimento, gioco e risate.
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Senza la mia donna non vi vorrei andare,
Riassunto. Il viso della mia donna dice il poeta mi quella che ha i capelli biondi e il viso luminoso,
riempie di gioia e di vita, ma mi fa anche soffrire. Il perch senza di lei non potrei essere felice,
viso della mia donna luminoso, e di esso parla la restando separato da lei.
gente. Chi ha mai visto un viso cos bello? Quando io
le parlo, mi sembra di andare in paradiso. E mi consi- Ma non lo dico con questa intenzione,
dero il pi fortunato degli innamorati. di voler peccare con lei;
ma per vedere il suo bel portamento,
Commento
1. Il poeta prova un sentimento di ebbrezza estatica il bel viso e il dolce sguardo,
davanti alla sua donna. Lintensit di questa emozio- perch riterrei una grande consolazione
ne resa ripetendo pi volte la parola viso (anafora). I vedere la mia donna stare in paradiso.
versi riescono a riprodurre efficacemente questa esta- ---II---
si terrena e laica. Essa va confrontata con lestasi mi-
stica di Jacopone da Todi (O Segnor, per cortesia) o Riassunto. Il poeta dice di aver fatto un proponimen-
di Dante (Pd XXXIII, 97-145). to: servire Dio per andare in paradiso. Per non ci
2. Il sonetto si propone di usare il maggior numero di vuole andare senza la sua donna, che bionda ed ha il
volte la parola-chiave viso: ben 10. Il poeta vuole di- viso luminoso. Egli la vuole in paradiso non per pec-
mostrare la sua abilit in questa sfida difficile. Anche care, ma per poter ammirare il suo bellaspetto: sa-
Dante, con le rime petrose, si cimenta in questo gene- rebbe una grande consolazione poterla vedere nella
re letterario. gloria dei cieli.
3. In questo sonetto, ma anche negli altri, il poeta po-
lemizza con unaltra concezione dellamore prove- Commento
niente dalla Francia, quella di Andrea, cappellano del 1. Il poeta trova il modo per rendere compatibili
re di Francia. Nel De amore questi propone la tesi che lamore per la sua donna e la salvezza ultraterrena.
lamore pena ed tormento, che la natura ha voluto Tradizionalmente la donna era considerata la tentatri-
infliggere alluomo. Questa concezione si diffonde in ce, che conduceva luomo alla dannazione eterna
Europa alla fine del sec. XII. (nella Bibbia essa, istigata dal serpente, tenta luomo
---II--- con la mela, e porta il genere umano a una vita di fa-
tiche e di sofferenze). Ora essa diventa lintermedia-
ria tra luomo e Dio: se luomo si salva, si salva per
merito della donna, che una creatura celeste. Inco-
mincia cos lopera di recupero della figura femmini-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 32
le. Contemporaneamente sorge e si diffonde il culto
della Madonna, la Madre di Dio, alla quale il fedele si
rivolge di preferenza per piegare la volont del Figlio
ed ottenere la grazia.
2. La cultura laica deve fare i conti con la Chiesa, che
da secoli ha il completo dominio della cultura tradi-
zionale. Essa perci deve trovare il suo spazio pren-
dendo e reinterpretando un motivo del campo avver-
sario: la figura della donna. Per la Chiesa la donna era
sia Eva, la tentatrice, che induceva luomo al peccato,
sia la Vergine Maria, che accettava di diventare Ma-
dre di Dio, per salvare lumanit interra. Per la nuova
cultura la donna colei con cui si va insieme in para-
diso o colei che si ammira in paradiso. Una volta sot-
tratto allambito della cultura ecclesiastica, questo
tema pu conoscere numerose variazioni allinterno
della successiva produzione letteraria in campo laico.
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La corrente comico-realistica sorge in Toscana nella Accorri accorri accorri, uomo, qui sulla strada!
seconda met del Duecento e si conclude agli inizi
del Trecento. Si chiama cos, perch tratta argomenti [Ai passanti]
bassi, che riguardano la vita quotidiana, popolari. In C: Accorri accorri accorri, uomo, qui sulla strada!
ogni caso le poesie dimostrano grandi capacit lette- P: Che hai, figlio di puttana? C: Io son derubato.
rarie. I poeti pi importanti sono il fiorentino Rustico P: Chi ti ha derubato? C: Una che par che rada
Filippi (1230ca.-1300ca.) e il senese Cecco Angiolie- come un rasoio, tanto mi ha ripulito.
ri (1260ca.-1312ca.). Per anche Guido Guinizelli e
Guido Cavalcanti si cimentano in questo genere lette- P: Ma perch non le hai dato un colpo di spada?
rario. Lo stesso Dante scambia tre velenosi sonetti C: Io lo darei invece a me P: Ma sei impazzito?
con il cognato Forese Donati, che ricambia. C: Non so che l d (?), cos mi pare che vada.
---II--- P: Neanche tavesse accecato, o sciagurato!
Maledetta sia lora e lattimo e il giorno Becchinamor! Che vuo, falso tradito?,
e la settimana e il mese e tutto lanno XLVII
che la mia donna mi fece un inganno,
con cui ha tolto al mio cuore ogni tranquillit Becchinamor! Che vuo, falso tradito?
Che mi perdoni. Tu non ne se degno.
e lo ha cos avvolto tutto intorno intorno
Merz, per Deo! Tu vien molto gecchito.
di empiet, dira, di noia e daffanno E verr sempre. Che sarammi pegno?
che, per il mio bene o per il mio minor danno,
lo vorrei al pi presto in un forno ardente. La buona f. Tu ne se mal fornito.
No inver di te. Non calmar, chi ne vegno.
Perch meglio il male che il male e peggio, In che fallai? Tu sa chi labbo udito.
anche se n luno n laltro siano buoni, Dimmel, amor. Va, che ti vegnun segno!
ma, per aver meno pena, chiedo il male.
Vuo pur chi muoia? Anzi mi par millanni.
E dico questo per salvare la mia anima, Tu non di ben. Tu minsegnerai.
perch, se non fosse che io temo il peggio, Ed i morr. Om che tu minganni!
io medesimo mi sarei gi ucciso.
Die tel perdoni. E che, non te ne vai?
Riassunto. Cecco maledice lattimo, lora, il giorno, Or potessio! Tgnoti per li panni?
la settimana, il merse e lanno in cui la sua donna lo
Tu tieni l cuore. E terr co tuo guai!
ha ingannato, cio lo ha fatto innamorare, egli ha
tolto al suo cuore la pace e lo ha avvolto di empiet, Becchina, amore! Che vuoi, bugiardo traditore?
dira, di tristezza e di affanni, tanto che, per il suo
bene o come minore dei mali, egli lo vorebbe mettere Becchina, amore! Che vuoi, bugiardo traditore?
al pi presto in un forno acceso. Perch preferibile Che mi perdoni. Tu non ne sei degno.
il male al male e peggio, anche se n luno n laltro Piet, in nome di Dio! Tu vieni molto umile.
sono buoni, ma per soffrire di meno chiede il male.
E verr sempre. Che cosa mi dai come pegno?
Dice questo per slvare la sua anima, perch, se egli
non temesse il peggio (=la dannazione allinferno), si La mia buona fede. Tu ne hai molto poca.
sarebbe gi ucciso con le sue stesse mani. Non verso di te. Non ingannarmi, ne ho la prova.
Dove ho sbagliato? Tu sai che lo so.
Commento Dimmelo, amore. Va, che ti venga un accidente!
1. Cecco maledice il momento, lora, il giorno e
lanno in cui la sua donna lo ha ingannato, cio lo ha
Vuoi che io muoia? Me lo auguro da mille anni!
fatto innamorare. Ora ha il cuore spezzato e soffe- Tu non lo dici sul serio. Ah, parli seriamente tu!
rente per le pene damore. E filosofeggia: tra il male Io morir. Magari fosse vero!
che soffre e il male che soffre e peggio, egli sceglie il
male semplice semplice, come male minore, anche se Che Dio ti perdoni. Perch non te ne vai?
se n luno n laltro sono buoni. Fa questo ragiona- Potessi io farlo! Ti tengo forse per i vestiti?
mento e la scelta del male minore, perch vuole Tu tieni il mio cuore. E lo terr facendoti penare!
salvare la sua anima, altrimenti si sarebbe gi dato la
morte con le sue stesse mani. Riassunto. Il riassunto impossibile, perch il sonet-
2. Cecco soffre ancora pene damore a causa della to si sviluppa sul dialogo tra Cecco e Becchina, non
sua donna, che lo ha fatto innamorare. E tira in ballo sul contenuto. Cecco ha tradito Becchina con unaltra
la religione: tra le pene damore e le penne damore e donna. Becchina venuta a saperlo ed arrabbiatis-
peggio, cio la dannazione eterna, sceglie le pene sima. Il poeta se la gode a provocarla. La donna rea-
damore, che sono il male minore. Altrimenti, se gisce augurandogli un accidente e mandandolo via.
potesse sfuggire alla dannazione eterna, egli si sa-
Ma tutto ci non sufficiente, perch Cecco ha il
rebbe gi dato la morte con le sue stesse mani. controllo della situazione. Alla fine sulla battuta di
3. Il sonetto pieno delle atmosfere notturne di ter- Cecco la donna si prende una mezza vittoria: far pe-
rore per la dannazione eterna con cui Jacopo Passa- nare il poeta.
vanti (1302ca.-1357), di poco posteriore, condiva le
sue prediche nello Specchio di vera penitenza. Commento
4. Ed ha unaltra imitazione successiva: Benedetto 1. Il poeta dialoga e litiga con la sua donna: Becchina
sial giorno el mese e lanno, LI, di Francesco Pe-
non lontana, spirituale, passiva e irraggiungibile
trarca. Le sue soluzioni stilistiche, i suoi versi e il come le altre donne della tradizione letteraria. Ri-
contenuto dei suoi sonetti sono quelli di un grande sponde, riempiendo le parole dei suoi sentimenti e, in
letterato.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 41
questo caso, del suo risentimento verso Cecco, che perch metterei nei guai tutti i cristiani,
lha tradita con unaltra donna. se io fossi imperatore, farei volentieri questo:
2. Il poeta contento di averla fatta arrabbiare, e fin- a tutti taglierei il capo con un colpo di scure.
ge di chiederle perdono. Egli per se la gode. Becchi-
na invece proprio arrabbiata. N il dialogo n, tanto Se io fossi morte, andrei da mio padre,
meno, il tradimento hanno grande spazio nella tradi- se io fossi vita, fuggirei da lui,
zione letteraria italiana. Dante ha un momento di crisi la stessa cosa farei con mia madre.
morale che lascia indeterminato e che trasfigura in
termini letterari (Pg XXX, 22-145). Per il resto fe- Se io fossi Cecco, come sono e fui,
delissimo alla moglie, Gemma Donati, che non nomi- prenderei per me le donne giovani e belle,
na mai e che lo accompagna pazientemente nelle- e le vecchie e sporche lascerei a voi!
silio.
3. Il nome della donna, Becchina, consapevolmente Riassunto. Il poeta dice che, se fosse fuoco, ardereb-
antiletterario come tutto il resto. Esso il diminutivo be il mondo. Se fosse vento lo tempesterebbe. Se fos-
popolare di Domenica. Forse contiene anche una cer- se papa maltratterebbe i cristiani, se fosse imperatore
ta irriverenza verso la Domenica, il giorno del Domi- ucciderebbe i suoi sudditi. Se fosse morte andrebbe
nus, cio del Signore. da suo padre, se fosse vita fuggirebbe da sua madre.
4. Il sonetto costruito come un contrasto, cio un Se fosse Cecco, come ed stato, terrebbe per s le
componimento a botta e risposta tra un uomo e una donne giovani e belle, e lascerebbe ai presenti quelle
donna. La spontaneit delle battute soltanto appa- vecchie e sporche.
rente: il poeta riuscito con grande abilit a tenere la
sua battuta e la risposta di Becchina nello stesso ver- Commento
so, per tutto i 14 versi del sonetto. 1. Il poeta fa minacce terribili e... impossibili davanti
5. Il lettore pu confrontare la vivace figura di Bec- ai suoi amici allosteria, che lo ascoltano intimoriti da
china con le donne finora incontrate e con quelle che tanta violenza: se io fossi..., farei... Ma alla fine, con
incontrer. un improvviso e beffardo cambiamento di scena, egli
6. La difficolt di fare un riassunto che sintetizzasse dice che cosa farebbe se fosse Cecco, come ed
il contenuto il sonetto invece costruito sul dialogo stato: tiene le donne giovani e belle per s, e lascia
tra Cecco e Becchina mostra lelaborazione e lin- quelle vecchie e sporche agli altri, cio ai presenti.
ventiva letteraria che gli sta dietro. 2. Il sonetto non va letto in un rapporto privato e soli-
---II--- tario con il testo, va declamato davanti ad un uditorio
che ascolta attento ed interessato e condivide gli stes-
Si fosse foco, arderei l mondo, LXVI si valori del poeta. Anche in questo caso Cecco si
vuole contrapporre ai poeti stilnovisti, che cercavano
Si fosse foco, arderei l mondo; un pubblico pi acculturato e raffinato e intendevano
si fosse vento, lo tempesterei; produrre letteratura per pochi iniziati.
si fosse acqua, i lannegherei; 3. Dante e gli stilnovisti scrivono per se stessi e per i
si fosse Dio, mandereilen profondo; loro amici. Cecco invece si preoccupa di scrivere per
il suo pubblico e di declamare i suoi sonetti in pub-
si fosse papa, sare allor giocondo, blico.
ch tutti cristani imbrigherei; ---II---
si fosse mperator, sa che farei?
A tutti mozzarei lo capo a tondo. Tre cose solamente, LXXXVII
Si fosse morte, andarei da mio padre; Tre cose solamente mnno in grado,
si fosse vita, fuggirei da lui: le quali posso non ben ben fornire,
similemente fara da mi madre. cio la donna, la taverna e l dado:
queste mi fanno l cuor lieto sentire.
Si fosse Cecco, comi sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre: Ma smme le convene usar di rado,
e vecchie e laide lasserei altrui. ch la mie borsa mi mett al mentire;
e quando mi sovien, tutto mi sbrado,
Se io fossi fuoco, brucerei il mondo chi perdo per moneta l mie disire.
V 5.
Splende n la ntelligenzia del cielo Dio creatore risplende nellintelligenza motrice
Deo criator pi che n nostrocchi l sole: del cielo pi del sole risplenda ai nostri occhi:
ella intende suo fattor oltra l cielo, essa intende il suo creatore, oltre al suo cielo,
e l ciel volgiando, a Lui obedir tole; e, prende ad ubbidirgli, facendo girare il cielo,
e con segue, al primero, e consegue subito un felice risultato
del giusto Deo beato compimento, conforme alla giustizia divina:
cos dar dovria, al vero, allo stesso modo la donna, che splende negli occhi
la bella donna, poi che n gli occhi splende del suo gentile amante, dovrebbe veramente
del suo gentil, talento infondere in costui il desiderio
che mai di lei obedir non si disprende. di non cessare mai dubbidirle.
VI 6.
Donna, Deo mi dir: Che presomisti?, O donna, Dio mi dir, quando la mia anima sar
siando lalma mia a lui davanti. davanti a lui: Quale presunzione hai avuto?
Lo ciel passasti e nfin a Me venisti Hai oltrepassato il cielo e sei giunto sino a me
e desti in vano amor Me per semblanti: e mi hai paragonato ad un amore effimero,
cha Me conven le laude perch a me e alla Regina del cielo
e a la reina del regname degno, spetta la lode,
per cui cessa onne fraude. perci lascia frode (=ogni realt ingannevole)!
Dir Li por: Tenne dangel sembianza Io gli potr dire: La mia donna aveva laspetto
che fosse del Tuo regno; di un angelo venuto dal tuo regno:
non me fu fallo, sin lei posi amanza. non commisi peccato, se riposi in lei il mio amore.
---II--- ---II---
Riassunto per strofa. 1. Lamore dice il poeta tro- del cielo?. Io Gli potr dire che la mia donna asso-
va sempre dimora nel cuore gentile come luccello migliava a un angelo disceso dal suo regno, perci
trova rifugio nel bosco: la natura ha fatto sorgere con- non commisi peccato, se riposi in lei il mio amore.
temporaneamente amore e cuore gentile. 2. Il fuoco
dellamore si accende nel cuore gentile come la virt Riassunto. Il poeta afferma che lamore e il cuore
attiva si accende nella pietra preziosa. Dal cielo di- gentile sono la stessa cosa. E fa numerosi esempi trat-
scende in essa la virt attiva soltanto dopo che il sole ti dalla natura (1-3). Quindi critica luomo che si van-
lha purificata. Allo stesso modo il cuore prima reso ta per la sua nobilt di sangue. Ed afferma che la gen-
puro e gentile dalla natura, poi fatto innamorare dal- tilezza gentilezza danimo, non di sangue, e che es-
la donna. 3. Lamore dimora nel cuore gentile per lo sa non pu mai prescindere dai meriti personali (4-5).
stesso motivo per cui il fuoco risplende in cima alla Infine immagina di esser giunto davanti a Dio e che
torcia: questa la sua natura. 4. Il sole colpisce il Dio lo rimproveri per aver cantato un amore destinato
fango tutto il giorno, ma il fango resta senza valore. a durare poco. Gli risponder che la sua donna sem-
Luomo superbo dice: Io sono nobile per nascita. Io brava un angelo disceso dal cielo, perci non ha com-
paragono lui al fango, perch la nobilt non pu pre- messo peccato se ha riposto in lei il suo amore (6).
scindere dai meriti personali. 5. Dio illumina le intel-
ligenze angeliche, che muovono i cieli. Esse gli ubbi- Commento
discono e perci portano a termine felicemente i loro 1. Il testo non sempre chiaro, le tesi che caratteriz-
compiti. Allo stesso modo la donna illumina il suo zano il movimento sono per espresse pi volte con
amante, e infonde in lui il desiderio di ubbidirle sem- chiarezza e con determinazione. La prima tesi (amore
pre. 6. O donna, Dio mi dir, quando giunger davan- e cuore gentile si identificano) trattata nelle prime
ti a Lui: Come hai osato paragonare lamore verso tre strofe. La seconda (la nobilt non di sangue n si
una donna allamore che devi a me e alla Regina eredita, di spirito e si conquista con i propri meriti)
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 46
trattata nelle successive due strofe. La terza tesi (la importanza a Guido Guinizelli, non tanto perch il
donna un angelo disceso dal cielo per portare caposcuola, quanto perch nella canzone-manifesto
luomo a Dio) trattata nellultima strofa. ha proposto le tesi che caratterizzano la scuola; e a
2. Lautore vuole contrapporsi con forza e con deci- Dante Alighieri, perch il poeta pi grande del
sione alla cultura aristocratica tradizionale, perci gruppo. Di questultimo si d anche estesamente la
contrappone una nuova forma di nobilt, quella per- vita e lopera, perch ha unimportanza ben pi gran-
sonale e spirituale, contro quella antica, che nobilt de: la produzione stilnovistica soltanto una parte
di famiglia, di sangue e di titoli. Dietro a questa pro- quella giovanile della sua vasta produzione artisti-
posta culturale sta anche la consapevolezza di appar- ca. Lo schema quindi stato aggiustato sullargo-
tenere ad una classe diversa la borghesia , che in mento che doveva esporre.
ascesa, deve affermarsi ed ha bisogno di una sua spe- 2. Anche il Dolce stil novo, come le altre correnti o
cifica cultura per farlo. La lotta di classe insomma scuole poetiche, ha una specifica matrice sociale: gli
avviene sia sul piano economico sia sul piano ideolo- stilnovisti hanno alle spalle la borghesia cittadina, che
gico-culturale. ha il potere economico e che deve acquistare spazio
3. Lultima tesi (la donna un angelo disceso dal cie- politico e prestigio sociale a spese delle forze tradi-
lo), per quanto espressa in una sola strofa, partico- zionali, la nobilt e la chiesa. In genere le classi e-
larmente suggestiva. Almeno in questa strofa il poeta mergenti non riescono mai ad imporsi completamente
si pone su un piano ben superiore a quello espresso sulle classi tradizionali: si giunge ad ampi compro-
da Giacomo da Lentini, che vuole andare in paradiso messi, alla coesistenza, a parziali alleanze o a parziali
con la sua donna. fusioni.
4. Per spiegare il suo pensiero, il poeta ricorre pi 3. I due riassunti mostrano che non c un unico mo-
volte ad immagini naturalistiche. Lintera canzone do per riassumere un testo: si pu riassumere strofa
per condensa una vasta cultura scientifica, filosofi- per strofa (primo riassunto) o si pu fare un riassunto
ca, astronomica e religiosa, che Bonagiunta Orbiccia- concettuale (secondo riassunto). Si pu fare un rias-
ni criticava aspramente. Il Dolce stil novo si apre al sunto aderente al testo o si pu fare un riassunto che
sapere, alla filosofia e alla scienza o, meglio, alla fi- porti alla luce il filo conduttore del testo. Le possibili-
losofia della natura. t sono molteplici. Ben inteso, si possono fare rias-
sunti pi lunghi o meno lunghi. E si possono fare
Osservazioni riassunti in funzione dello scopo o dellutente a cui
1. Anche con il Dolce stil novo si seguito lo schema sono destinati.
di esposizione usato per le altre correnti: a) il luogo di
nascita; b) la durata; c) gli autori; d) i motivi poetici.
Ogni punto stato trattato a seconda della sua impor-
tanza. Ad esempio nel punto b) si data particolare
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Guido Cavalcanti, Perchi no spero di Perch io non spero di ritornare mai pi, o piccola
tornar giammai ballata
Perchi no spero di tornar giammai, Perch io non spero di ritornare mai pi,
ballatetta, in Toscana, o piccola ballata, in Toscana,
va tu, leggera e piana, va tu, leggera e piana,
dritt a la donna mia, diritta alla donna mia,
che per sua cortesia che per sua cortesia
ti far molto onore. ti far molto onore.
Deh, ballatetta, a la tu amistate Deh, o mia piccola ballata, alla tua amicizia
questanima che trema raccomando: raccomando la mia anima che trema:
menala teco, nella sua pietate, conducila con te, nella sua piet,
a quella bella donna a cu ti mando. a quella bella donna a cui ti mando.
Deh, ballatetta, dille sospirando, Deh, o mia piccola ballata, dille sospirando,
quando le se presente: quando sarai alla sua presenza:
Questa vostra servente Questa vostra serva
vien per istar con vui, viene per restare con voi
partita da colui ed partita da colui
che fu servo dAmore. che fu vostro servo dAmore!
Commento
1. Guido Cavalcanti (Firenze, 1258-Firenze, 1300), 3. Il tema che percorre la ballata non quello delle-
un guelfo bianco molto rissoso, scrive la ballata nel silio in terra straniera n quello della lontananza alla
1300, mentre sente avvicinarsi la morte. in esilio a patria o dalla donna amata, ma quello davvero in-
Sarzana, ma la condanna revocata per motivi di sa- consueto della morte, che il poeta sente ormai im-
lute. Muore ad agosto dello stesso anno. Egli personi- minente. In questa situazione difficile ed angosciosa
fica la ballata e la invita ad andare dalla sua donna, a Guido pensa alla sua donna. E la ballata deve fargli
portarle tristi notizie, perch le sue condizioni di salu- da messaggera e portarle la notizia della sua salute
te sono ormai precarie. Essa per deve evitare chi di- ormai minata. Deve andare da lei, restare sempre da
sprezza lanimo gentile (=animo nobile non per nasci- lei e adorarla sempre per il suo grande valore (o per le
ta, ma per sentimenti) e andare direttamente da lei, sue grandi virt). Lultimo pensiero di Guido per la
che la accoglier con molto onore. La ballata deve sua donna.
portare un messaggio alla donna del poeta, deve pre- 4. La ballata propone i consueti temi stilnovistici: 1)
sentarsi come serva, viene a restare per sempre con la nobilt non nobilt di sangue che si eredita, no-
lei, ed stata inviata a lei da chi lha sempre amata. bilt danimo, che si conquista con i propri meriti
La ballata (il poeta nel penultimo verso la chiama a- personali; 2) la donna non un semplice oggetto di
nima mia) deve adorare la donna per sempre, per il desiderio o una semplice figura da contemplare, come
suo valore, cio per le sue virt. per la Scuola siciliana; essa anzi innalza lanimo del
2. La ballata apparentemente semplice, ha una strut- suo amante e lo rende gentile, lo fa uscire dalla massa
tura metrica assai complessa ed piena di figure reto- amorfa della moltitudine. La ballata perci deve re-
riche. costituita da cinque stanze di 10 versi ciascu- stare lontana da chi non ha lanimo gentile, cio da
na (la prima di sei versi), composti da endecasillabi chi non spiritualmente nobile, che non capisce ed
e settenari, secondo lo schema AB, AB; BCCDDX. anzi disprezza.
La prima figura retorica la personificazione: il poeta ------------------------------II-----------------------------
si rivolge alla ballata come fosse una persona con cui
parlare e le chiede di svolgere un compito per lui.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 48
Dante Alighieri (1265-1321) cantica della Divina commedia (1316-21). Nel 1318
si trasferisce a Ravenna, ospite di Guido Novello da
Polenta. Qui muore nel 1321.
La vita. Dante Alighieri nasce a Firenze nel 1265 da
una famiglia della piccola nobilt. Ha una formazione Le opere. Le opere pi importanti sono la Vita nova
letteraria accurata e si mette in luce come il maggiore (1292-93); il Convivio (1304-07) e il De vulgari elo-
esponente del Dolce stil novo. Sono stilnovistiche le quentia (1303-05), che rimangono incompiuti; il De
rime, che il poeta in seguito riordina, reinterpreta e in monrchia (1313-18); e la Divina commedia (1306-
buona parte inserisce nella Vita nova (1292-93), de- 21), che la sua opera maggiore.
dicata a Beatrice (Bice di Folco Portinari), la donna ---II---
ideale di cui si innamora. Nel 1285 sposa Gemma
Donati, da cui ha tre figli. Nel 1290 passa un periodo
La Vita nova, 1292-93
di traviamento spirituale, quando Beatrice muore. Nel
1295, ormai trentenne, entra nella vita politica. Per
far ci, si iscrive allArte degli Speziali, come impo- La Vita nova (1292-93) un diario spirituale in cui il
nevano gli Ordinamenti di giustizia antinobiliari di poeta parla del suo incontro con Beatrice (Bice di
Giano della Bella (1294). Nel 1266 i guelfi, partigiani Folco Portinari, 1265-1294) nel 1274, quando egli
del papa, avevano cacciato dalla citt i ghibellini, par- aveva nove anni, e del rinnovamento spirituale pro-
tigiani dellimperatore. I vincitori si erano poi divisi dotto in lui dallamore per lei.
in due fazioni politiche, i Bianchi e i Neri, in conti- Nel cap. XIX il poeta decide di scrivere una canzone
nua lotta tra loro. Egli si schiera con i Bianchi, e rico- rivolta alle donne, ma non a tutte le donne, bens sol-
pre numerosi incarichi. Nel 1300 diventa priore se- tanto a quelle che hanno lanimo gentile, ad esse vuo-
mestrale della citt e proprio mentre in carica pre- le parlare di Beatrice, che gli angeli pretendono in
so il provvedimento di allontanare dalla citt gli ele- cielo. Egli, pensando alla sua donna, potr evitare la
menti pi rissosi delle due parti, tra i quali il cognato dannazone eterna. La canzone riprende e ripropone i
Corso Donati e lamico Guido Cavalcanti. Nel 1301 consueti motivi della poesia stilnovistica.
uno dei tre ambasciatori inviati a Roma per persuade- Nel cap. XXVI il poeta vede Beatrice, che descrive
re il papa Bonifacio VIII a non inviare Carlo di Va- mentre saluta qualcuno e notando leffetto che la
lois e le sue truppe francesi con il compito di pacifi- donna fa su chi lei saluta.
care la Toscana, in realt con lo scopo di favorire i Il luogo dellincontro non pi il cortile del castello,
Neri. Il tentativo fallisce: Carlo di Valois entra in Fi- ma le vie di Firenze.
renze, cos i Neri si possono impadronire della citt.
Dante accusato di baratteria e condannato allesilio. Donne chavete intelletto damore, XIX
Se non ritornava a Firenze a discolparsi, sarebbe stato
condannato a morte. Il poeta non ritorna. Inizia cos il Avvenne poi che, passando per un cammino lungo il
periodo dellesilio. Nel 1304 i Bianchi cercano di ri- quale se ne andava un ruscello molto chiaro, a me
tornare a Firenze con le armi, ma sono duramente giunse tanta volont di dire, che cominciai a pensare
sconfitti. Dante non partecipa allo scontro, perch alla forma da usare; e pensai che parlare di lei non si
non condivide la loro strategia, basata sul ricorso alle conveniva che io facessi, se io non parlassi diretta-
armi. Da questo momento si allontana definitivamen- mente alle donne, per non ad ogni donna, ma sola-
te da loro. Nel 1305 gli rinnovata la condanna a mente a coloro che sono gentili danimo e che non
morte, che estesa ai figli al raggiungimento dei 14 sono soltanto femmine. Allora dico che la mia lingua
anni. Incomincia cos a vagare per lItalia centrale e parl quasi come mossa da se stessa, e disse: Donne
settentrionale. ospitato in diverse corti: in Lunigia- chavete intelletto damore. Queste parole io riposi
na presso i Malaspina (1305-06), nel castello di Poppi nella mente con grande letizia, pensando di prenderle
presso Guido di Battifolle (1307-11). In questi anni come verso iniziale; onde poi, ritornato alla sopradet-
compone il De vulgari eloquentia (1303-05) e il Con- ta citt (=Firenze), riflettendo per alcuni giorni, co-
vivio (1304-07), che restano incompiuti; e inizia la minciai una canzone con questo primo verso, ordinata
prima cantica della Divina commedia (1306-14). Nel nel modo che si vedr di sotto nella sua divisione. La
1311 escluso dallamnistia promulgata a favore dei canzone comincia: Donne chavete.
Bianchi esiliati. Cos lascia per sempre la Toscana.
ospite con i figli presso Cangrande della Scala, signo-
re di Verona (1312-18). In questi anni inizia e porta a
termine la seconda cantica della Divina commedia
(1312-15) e compone il De monrchia (1313-18). A
Verona raggiunto dalla proposta di amnistia a con-
dizione che pagasse una multa e si riconoscesse col-
pevole (1315). Egli rifiuta, perci ribadita la pena di
morte, che estesa anche ai figli. Intanto cresce e si
diffonde la sua fama di poeta grazie al successo delle
prime due cantiche. Inizia e porta a termine la terza
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 49
Donne chavete intelletto damore, O donne che avete grande conoscenza dellamore,
i vo con voi de la mia donna dire, io voglio parlare con voi della mia donna (=Beatrice),
non perchio creda sua laude finire, non perch io creda di esaurire la sua lode,
ma ragionar per isfogar la mente. ma perch voglio ragionare per liberare la mia mente.
Io dico che pensando il suo valore, Io dico che, pensando al suo valore,
Amor s dolce mi si fa sentire, il dio Amore mi si fa sentire cos dolcemente
che sio allora non perdessi ardire, che, se io allora non perdessi coraggio,
farei parlando innamorar la gente. farei innamorare la gente parlando.
E io non vo parlar s altamente, E non voglio parlare in modo cos profondo
chio divenisse per temenza vile; da diventare per timore vile (=non allaltezza);
ma tratter del suo stato gentile ma tratter della sua gentilezza
a respetto di lei leggeramente, in modo leggero rispetto a lei,
donne e donzelle amorose, con vui, con voi, o donne e fanciulle innamorate,
ch non cosa da parlarne altrui. poich non argomento di cui parlare con altri.
Madonna disiata in sommo cielo: Madonna desiderata nel cielo pi alto (=lEmpireo):
or voi di sua virt farvi savere. ora voglio farvi sapere della sua virt.
Dico, qual vuol gentil donna parere Dico che qualunque donna voglia apparire gentile,
vada con lei, che quando va per via, vada con lei, che, quando cammina per strada,
gitta nei cor villani Amore un gelo, il dio Amore getta nei cuori incolti un gelo,
per che onne lor pensero agghiaccia e pere; per cui ogni loro pensiero si ghiaccio e muore;
e qual soffrisse di starla a vedere invece chi sopportasse di starla a guardare
diverria nobil cosa, o si morria. diventerebbe nobile o morirebbe.
E quando trova alcun che degno sia E, quando lei trova qualcuno che sia degno
di veder lei, quei prova sua vertute, di vederla, quello mette alla prova il suo valore,
ch li avvien, ci che li dona, in salute, poich tutto ci che lei gli dona diventa beatitudine
e s lumilia, chogni offesa oblia. e lo rende cos umile che dimentica ogni offesa.
Ancor lha Dio per maggior grazia dato Dio le ha fornito anche una grazia maggiore,
che non p mal finir chi lha parlato. che chi le ha parlato non pu finire dannato.
Dice di lei Amor: Cosa mortale Amore dice di lei: Come pu una creatura
come esser p s adorna e s pura? terrena essere cos bella e pura?.
Poi la reguarda, e fra se stesso giura Poi la osserva e tra s e s giura
che Dio ne ntenda di far cosa nova. che Dio intende fare di lei qualcosa di straordinario.
Color di perle ha quasi, in forma quale Ha quasi il colore delle perle, nella forma (= misura)
convene a donna aver, non for misura: che a una donna conviene avere, non fuor di misura:
ella quanto de ben p far natura; essa quanto di bello la natura pu fare;
per essemplo di lei bielt si prova. sullesempio di lei si misura la bellezza.
De li occhi suoi, come chella li mova, Dai suoi occhi, a seconda di come li muova,
escono spirti damore infiammati, escono spiriti infiammati damore,
che feron li occhi a qual che allor la guati, che feriscono gli occhi a chiunque allora la guardi
e passan s che l cor ciascun retrova: e passano cos, che ciascuno di essi ritrova il cuore:
voi le vedete Amor pinto nel viso, voi le vedete il dio Amore dipinto nel viso,
l ve non pote alcun mirarla fiso. l dove nessuno pu fissarla con lo sguardo.
Riassunto per stanza. Il poeta si rivolge alle donne no invita la canzone ad andare tra la gente a predicare
che hanno una conoscenza profonda dellamore, per- la pace.
ch egli vuole parlare della sua donna. Il dio Amore 2. Nella canzone Guinizelli coinvolge la sua donna,
lo ispira a scrivere. Egli per vuole cantare legger- se stesso e Dio. Cavalcanti coinvolge la sua donna, se
mente la sua donna (1). Un angelo si lamenta con Di- stesso e la ballata. Rispetto agli altri autori Dante
o, perch in cielo manca Beatrice. Dio gli risponde coinvolge un numero maggiore di personaggi: Beatri-
che rester sulla Terra quanto lui vorr e che laggi ce, le donne di animo gentile, donne e uomini di ani-
c qualcuno che teme di perderla e che grazie a lei mo volgare, se stesso, il dio Amore, Dio e i santi, la
potr disprezzare linferno (2). Quindi il poeta tesse canzone. La differenza pi significativa la presenza
le lodi di Beatrice. La sua donna desiderata nel- del dio Amore.
lEmpireo, dove si trova la sede dei beati. Quando 3. Dante ripete due volte che grazie a Beatrice eviter
passa per strada, il dio amore raggela i pensieri delle la dannazione eterna (stanza prima e terza). E in If V
persone villane (=incolte), mentre chi la sta a guarda- con lepisodio di Francesca e Paolo riprende il moti-
re diventerebbe di animo gentile o morirebbe. E chi le vo stilnovistico che il cuor gentile non pu respingere
parla non pu finire dannato (3). Il poeta descrive poi chi lo ama: Amor, cha nullo amato amar perdona
il suo aspetto fisico: ha la pelle candida che assomi- (LAmore, che costringe chi amato a riamare).
glia alle perle, ma il suo candore nella giusta misu- 4. Il poeta introduce un elemento estraneo alla tradi-
ra. Dai suoi occhi escono spiriti damore che colpi- zione cristiana: il dio Amore, che fa innamorare sca-
scono nel cuore chi la guarda (4). Nel congedo il poe- gliando le sue frecce amorose (stanza quarta). Anche
ta invita la canzone a parlare di Beatrice a molte don- Petrarca seguir questa strada; il dio Amore da per
ne, di chiedere la strada che la porta da Beatrice, di tutto ed anzi lo perseguita, ma egli contento (Solo e
evitare la gente volgare, di mostrarsi soltanto a donne pensoso; Chiare, fresche e dolci acque). Anzi egli
e a uomini di animo gentile, che la condurranno da non si salver con le sue forze, ma perch Laura, ve-
Beatrice per la strada pi breve. Con la donna trover dendo la sua tomba, sparge una lacrima, che gli far
anche il dio Amore. E il poeta la prega di raccoman- ottenere la salvezza eterna.
darlo a lui (5). 5. Conviene notare il rapporto positivo tra poeta,
donna e salvezza eterna nella Scuola siciliana come
Commento nel Dolce stil novo: la donna ha laspetto di un angelo
1. Il poeta riprende e rielabora i consueti motivi stil- venuto dal cielo e porta linnamorato a Dio, alla sal-
novistici della canzone-manifesto Al cor gentil rem- vezza eterna. In seguito Petrarca vive il rapporto in
paira sempre amore di Guido Guinizelli: a) amore e modo drammatico e conflittuale: la donna e rappre-
cuore gentile si identificano; b) la nobilt non nobil- senta i beni e i valori terreni; egli cerca di liberarsi del
t di sangue che si eredita, gentilezza (o nobilt) suo pensiero, ma invano; e chiede perci aiuto a Dio
danimo che si conquista con il proprio ingegno; c) che lo liberi del suo indegno amore. il dissidio
la donna un angelo venuto dal cielo per portare interiore. Peraltro il poeta che introduce questa
luomo a Dio. Ma si riallaccia anche alla Scuola sici- frattura tra terra e cielo, che non ha alcun motivo di
liana: la donna e una creatura concreta, terrena, capa- essere. La donna stata creata da Dio, da una costola
ce per di portare luomo in cielo. Riprende anche di Adamo, per essere la compagna di Adamo, dunque
motivi della ballatetta di Guido Cavalcanti: nel con- cosa buona. Anche se ha preso gli ordini minori, la
gedo i due poeti invitano la canzone ad andare a par- causa del conflitto non Laura, ma le altre donne che
lare della propria donna alle altre donne, per dire che incontrava.
in fin di vita (Cavalcanti), ma non a tutte, bens sol- 6. In Pg XXIV, 43-63, Dante incontra Bonagiunta
tanto a quelle di animo nobile (Dante). In seguito an- Orbicciani, che si lamenta pech stata abbandonata
che Petrarca in Italia mia, bench l parlar sia indar- la poesia tradizionale, quella di Guittone dArezzo e
sua, e perch le poesie stilnovistiche sono fatte per
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 51
forsa di scritura, cio sono piene di cultura. In chi la prova. E pare che dal suo volto si muova uno
quelloccasione Dante dimentica le tesi stilnovistiche spirito soave, pieno damore, che invita lanima a so-
sulla gentilezza danimo e si presenta come lo scritto- spirare.
re sacro, ispirato dal dio Amore: Io son uno che,
quando lAmore mispira, annoto, e nel modo, che mi Commento
detta nellanimo, scrivo in versi (vv. 52-54). La de- 1. Il poeta incontra la sua donna non pi nel cortile
finizione di Dolce stil novo, data oltre 20 anni dopo, del castello, secondo i moduli della poesia cortese,
sicuramente tendenziosa. Dante non era ispirato dal ma per le vie della citt, dove si sono spostate la vita
dio Amore, ma dalla sua classe sociale, la piccola no- economica e la vita culturale. E, come gli altri spetta-
bilt cittadina, legata alla borghesia. Ma, quando tori, affascinato dalla sua bellezza e dal suo com-
scrive il Purgatorio, i tempi sono cambiati ed egli si portamento. Essa pare un angelo disceso dal cielo,
trova in esilio e senza una classe sociale alle spalle. per stupire gli uomini. Egli tanto affascinato da ri-
---II--- manere, come tutti i presenti, senza la forza di parla-
re.
Tanto gentile e tanto onesta pare, XXVI 2. Inseriti in un contesto diverso, ci sono motivi sici-
liani: lamore che entra attraverso gli occhi e giunge
Tanto gentile e tanto onesta pare fino al cuore. Ora per lamore non pi provocato
la donna mia quandella altrui saluta, dalla bellezza fisica della donna ma dalla bellezza
chogne lingua deven tremando muta, spirituale: la donna perde la sua dimensione fisica per
e li occhi no lardiscon di guardare. essere trasformata in angelo, che appartiene soltanto
al regno dei cieli.
Ella si va, sentendosi laudare, 3. Il poeta vive una doppia vita spirituale ed affettiva:
benignamente dumilt vestuta; quella con lideale (Beatrice e il mondo dellimma-
e par che sia una cosa venuta ginario che essa rappresenta), e quella con la realt
da cielo in terra a miracol mostrare. (Gemma Donati, giudiziosa e pratica, che lo accom-
pagna nellesilio senza mai lamentarsi e che costitui-
Mostrasi s piacente a chi la mira, sce il mondo concreto della vita quotidiana).
che d per li occhi una dolcezza al core, 4. Beatrice, ulteriormente idealizzata (diviene il sim-
che ntender no la pu chi non la prova: bolo della fede e della teologia), guida il poeta nella
parte finale della Divina commedia: dal paradiso ter-
e par che de la sua labbia si mova restre, che si trova in cima alla montagna del purgato-
un spirito soave pien damore, rio, sino alla conclusione del viaggio in paradiso, che
che va dicendo a lanima: Sospira!. avviene con la visione mistica di Dio. Anche qui la
moglie assente.
Tanto gentile e tanto degna di rispetto appare ---II---
Tanto gentile e tanto degna di rispetto appare Le Rime sono i componimenti che il poeta non ha in-
la donna mia quando ella saluta qualcuno, serito nella Vita nova. Uno di essi dedicato alla-
che ogni lingua diviene tremando muta mico Guido Cavalcanti.
e gli occhi non hanno il coraggio di guardare.
Guido, i vorrei che tu e Lapo ed io
Ella se ne va, sentendosi lodare,
benignamente vestita di umilt, Guido, i vorrei che tu e Lapo ed io
e pare che sia una creatura venuta fossimo presi per incantamento
dal cielo in terra a mostrare un miracolo (=lei stessa). e messi in un vasel, chad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio;
Si mostra cos piacevole a chi la guarda,
che d attraverso gli occhi una dolcezza al cuore, s che fortuna od altro tempo rio
che la pu intendere soltanto chi la prova: non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
E pare che dal suo volto si muova di stare insieme crescesse l disio.
uno spirito soave, pieno damore,
che va dicendo allanima: Sospira!. E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch sul numer de le trenta
Riassunto. La donna del poeta appare tanto gentile con noi ponesse il buono incantatore:
quando saluta qualcuno, che non si ha il coraggio di
risponderle n di guardarla. Ella si sente lodata, ma e quivi ragionar sempre damore,
non insuperbisce: sembra una creatura discesa dal e ciascuna di lor fosse contenta,
cielo. E a chi la guarda d, attraverso gli occhi, una s come i credo che saremmo noi.
tale dolcezza al cuore, che la pu intendere soltanto
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 52
O Guido, io vorrei che tu e Lapo ed io che dipendono dal fine che ci si propone di raggiun-
gere con il riassunto.
O Guido, io vorrei che tu, Lapo ed io ---II---
fossimo presi da un incantesimo,
e messi in un vascello, che con ogni vento Il Convivio, 1304-07
andasse per mare secondo la vostra e la mia volont,
Il Convivio (1304-07), incompiuto, scritto in italia-
cos che la tempesta o altro cattivo tempo no, poich si rivolge ad un pubblico laico e borghese.
non ci potesse dare impedimento, Lopera vuole essere il banchetto che il poeta im-
anzi, vivendo sempre daccordo, crescesse bandisce per distribuire il pane della saggezza. Essa
il desiderio di stare insieme. contiene un proemio e tre canzoni, con il loro com-
mento. In essa Dante spiega quali sono i quattro sensi
E madonna Vanna e madonna Lagia, delle scritture:
con quella che porta il numero trenta, a) il senso letterale quello che non va oltre le parole
il buon mago ponesse insieme con noi, del testo della finzione poetica; ad esempio le inven-
zioni dei poeti;
e qui potessimo parlare sempre damore b) il senso allegorico quello che va oltre il testo ed
e ciascuna di loro fosse contenta, nascosto nelle parole della finzione; ad esempio O-
cos come io credo che saremmo anche noi. vidio, quando dice che Orfeo con la musica rendeva
---II--- mansuete le fiere e muoveva verso di lui gli alberi e
le pietre, vuole dire che il saggio con la sua parola
Riassunto. Il poeta sente il bisogno di un momento di rende mansueti ed umili i cuori duri, poich coloro
evasione dagli impegni politici e personali: esprime il che non hanno una vita guidata dalla ragione quasi
desiderio che un mago ponga i suoi due amici e lui su come una pietra;
un vascello che andasse per mare secondo la loro vo- c) il senso morale quello che si deve ricavare dal
lont. Ma non si accontenta di ci: desidera anche la testo per il proprio vantaggio; ad esempio, quando il
presenza delle loro tre donne. Sul vascello parlereb- Vangelo dice che Cristo and sul monte, per trasfigu-
bero sempre damore, ed egli sicuro che tutti e sei rarsi, soltanto con tre dei dodici apostoli, si deve in-
sarebbero contenti. tendere che le cose segretissime vanno condivise sol-
tanto con pochi intimi;
Riassunto. Guido dice il poeta , io vorrei che tu, d) il senso anagogico (o sovrasenso) quello che ca-
Lapo ed io fossimo messi da un mago su un vascello ratterizza le Sacre scritture, che non sono parole fitti-
che andasse per mare secondo il nostro volere e con zie, ma sono vere anche in senso letterale; esse attra-
qualsiasi tempo. Egli per vorrebbe che il mago po- verso le cose espresse nel senso letterale intendono
nesse con loro anche le loro donne. Insieme essi pas- parlare della realt spirituale della vita celeste; ad e-
serebbero il tempo a parlare sempre damore. Il poeta sempio, quando il salmo dice che nelluscita del po-
si dice sicuro che sarebbero contenti loro tre come le polo dIsraele dallEgitto la Giudea fatta santa e li-
loro donne. bera, si deve intendere che nelluscita dal peccato
lanima fatta santa e libera secondo le sue capacit.
Commento
1. Il sonetto mette in primo piano lamicizia che lega Commento
il poeta a Guido, in secondo piano le figure femmini- 1. Cercando questi quattro sensi Dante, e con lui ogni
li e i discorsi damore. Poco dopo a sua volta Guido lettore medioevale, si avvicinava alla Bibbia e ai testi
rivolge a Dante un sonetto di amichevole sollecitudi- antichi. La Divina commedia va letta in questo modo
ne, per invitarlo ad uscire dalla crisi spirituale che sta complesso. Questi strumenti di lettura non vanno
attraversando: I vegno il giorno a te infinite volte E considerati n corretti n scorretti: sono semplice-
trovote pensar troppo vilmente. mente gli strumenti interpretativi che i pensatori me-
2. Egli indica le donne dei suoi due amici. Per s vor- dioevali ritenevano validi. Oggi in genere gli stru-
rebbe quella che al trentesimo posto nella lista delle menti di analisi sono molto diversi. Ci non vuole di-
donne pi belle di Firenze. Beatrice per un momen- re che siano migliori, pi efficaci, pi produttivi, pi
to dimenticata. corretti. Vuol dire soltanto che essi sono quelli che
3. I due riassunti sono sostanzialmente uguali. Il pri- noi riteniamo validi.
mo inserisce il sonetto in un contesto pi vasto, che 2. Con la teoria dei quattro sensi i pensatori medioe-
ne indica il significato. Il secondo si limita a riassu- vali intendevano dire che a) il linguaggio (o un testo)
merlo in modo chiaro e aderente al testo. Il linguag- in s complesso, polisignificante; e che b) dal no-
gio del primo pi curato ed elegante. Quello del se- stro punto di vista lo possiamo leggere facendogli ri-
condo pi semplice e piano. Essi vogliono concre- spondere a quelle quattro prospettive che a noi inte-
tamente mostrare che un testo si pu riassumere o ressano. I quattro sensi indicavano gi i punti di ap-
sintetizzare in modi diversi, tutti ugualmente validi, proccio normali che il lettore doveva applicare (e non
doveva far la fatica di inventare). Con la teoria dei
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 53
quattro sensi la lettura di un testo esce enormemente- Il De monrchia, 1313-18
ne arricchita. una cosa secondaria se in tal modo un
testo forzato: si tratta di una lettura creativa Il De monrchia (1313-18), cio Il governo (politico
delloriginale. Vale la pena di ricordare che Machia- e religioso), propone lutopia dellimpero universale
velli nel Principe (1512-13) riduce i quattro sensi a in un momento in cui le due maggiori istituzioni me-
due: il letterale e lallegorico. E non affatto detto dioevali, lImpero e la Chiesa, sono in crisi e sulla
che ci sia un progresso nello sforzo di comprendere i scena politica compaiono con la loro aggressivit gli
testi del passato. Stati nazionali. Lopera sostiene che soltanto limpero
3. Gli strumenti di oggi derivano dalla tradizione cul- garantisce la giustizia e la pace universale. Il potere
turale iniziata con lUmanesimo quattrocentesco, che dellimperatore indipendente da quello del papa,
privilegiava un approccio filologico ai testi. Gli uma- perch il potere politico e quello religioso hanno due
nisti, strenui cultori della cultura classica, erano pro- scopi diversi, che si completano a vicenda: la salvez-
fondamente ostili al Medio Evo, alla cultura e alla za del corpo e quella dellanima. Ambedue sono au-
mentalit medioevale: al volgare essi preferivano il tonomi, poich provengono direttamente da Dio. Tut-
latino. Oltre a ci, e a parte ci, essi usano la filologia tavia limperatore, come credente, deve riverenza
non come strumento fuori della storia, capace di sco- filiale al papa. In seguito al peccato originale gli
prire verit eterne; ma come strumento estremamente uomini non sono pi capaci di raggiungere con le loro
efficace per attuare uno straordinario rinnovamento forze i due fini supremi che Dio ha stabilito: quello
culturale. Questo uso la giustificava ampiamente. temporale e quello spirituale. Perci Dio ha voluto
4. Oggi luso della filologia ha un significato comple- per essi due guide: limperatore, per condurli alla fe-
tamente diverso. Pu costituire lo strumento privile- licit terrena; il papa, per portarli a quella ultraterre-
giato per restaurare e per far (ri)vivere unopera cor- na. La difesa dellautonomia politica e le critiche alla
rotta dai secoli. Pu ancora costituire lo strumento donazione di Costantino rendono lopera malvista al-
accessorio, che permette di inserire unopera in una- la gerarchia ecclesiastica.
nalisi e in un contesto pi vasti. Ma pu anche costi- ---II---
tuire lo strumento pi efficace per uccidere unopera,
per trasformarla in un campo sterminato di esercita- La Divina commedia, 1306-21
zioni filologiche e per renderla appetibile ai necrofili.
5. In conclusione lo stesso strumento pu essere pre-
La Divina commedia (1306-21) sintetizza in termini
sente o assente, senza che ci si debba felicitare per la
poetici lesperienza umana, culturale, religiosa, filo-
sua presenza o lamentare per la sua assenza. Inoltre,
sofica e politica di Dante. Laggettivo divina ag-
quando presente, pu acquistare un significato e
giunto in seguito da Giovanni Boccaccio. Essa
unimportanza completamente diversi secondo i con-
composta di 3 cantiche di 33 canti ciascuna, la prima
testi in cui usato. Insomma non c una sola verit,
ha un canto introduttivo, per un totale di 100 canti. I
valida per sempre: ogni volta bisogna rifare lanalisi.
versi sono endecasillabi a rima incatenata (o dante-
---II---
sca) ABA, BCB, CDC... Ogni cantica termina con la
parola stelle.
Il De vulgari eloquentia, 1303-05 Linferno un imbuto vuoto, dominato dal buio, che
si discende. Il purgatorio una montagna altissima,
Il De vulgari eloquentia (1303-05), cio La lingua immersa in una luce primaverile, che si sale. Il para-
popolare, incompiuto, si rivolge probabilmente al diso fuori dello spazio, immerso in un mare di luce.
pubblico ristretto degli addetti ai lavori. Di qui Tutti e tre i regni risultano poi divisi in dieci parti
luso del latino. Dante difende il volgare contro i suoi (antinferno e nove gironi; poi spiaggia, antipurgato-
detrattori ed indica le caratteristiche che deve avere rio, sette cornici e paradiso terrestre; ed infine nove
per essere una vera lingua, modellata sul latino e par- cieli e lempireo).
lata da tutta la penisola. Esso deve essere illustre, Nel corso del viaggio il poeta incontra personaggi del
perch reso nobile dalluso che ne fanno gli scrittori mondo antico (ebraico, greco, romano); e del suo
e perch capace di nobilitare le opere che lo usano; tempo. Tra questi ultimi prevalgono i personaggi fio-
cardinale, perch deve costituire il punto di riferi- rentini. Egli ricorre anche a personaggi mitologici,
mento obbligatorio, intorno al quale ruotano tutti gli che trasforma in custodi dei vari gironi dellinferno:
altri volgari; aulico, perch deve essere degno di es- Minosse, Cerbero, Pluto ecc.
sere usato per le attivit che si svolgono in un aula, La visione delluniverso che il poeta propone deriva
cio in una reggia; e curiale, perch deve avere dallastronomia aristotelico-tolemaica e dalla filoso-
quellequilibrio pratico che caratterizza la vita di cor- fia di Tommaso dAquino (1225-1274): la Terra al
te. centro delluniverso e tutti i corpi celesti, compreso il
---II--- Sole, girano intorno ad essa; e Dio il Motore Immo-
bile, che move il sole e laltre stelle (Pd XXX,
145).
Anche i criteri per valutare le colpe derivano da Ari-
stotele e da Tommaso: i peccati sono sempre peccati
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 54
sociali. Le due sole eccezioni sono costituite forse dalla fede cristiana tiepida, che lo accompagna sino al
dagli eretici (If X) e dai bestemmiatori (If XIV), ma paradiso terrestre. Infine in cima al purgatorio, nel
certamente non pu essere buon cittadino chi non paradiso terrestre, Virgilio scompare e Dante incontra
crede in Dio o non lo rispetta. Per Dante quindi il va- prima Matelda, la custode del paradiso terrestre, poi
lore fondamentale costituito dalla salvezza dellani- Beatrice (simbolo della fede), che gli far da guida
ma, che si raggiunge nellaltra vita. La nostra collo- per tutto il paradiso. Qui il poeta su invito di Matelda
cazione ultraterrena per condizionata radicalmente si purifica immergendosi prima nel Lete, che fa di-
dalle nostre azioni terrene. menticare i peccati commessi, poi nellEuno, che fa
Il contenuto e lo scopo dellopera sono questi: il poe- ricordare le buone azioni compiute, e diventa pronto a
ta immagina di fare un viaggio nelloltretomba per salire alle stelle.
volere di Dio, che attraverso di lui vuole richiamare
gli uomini erranti alla via del bene. Il poeta inizia il Il Paradiso. Dante e Beatrice lasciano la terra e pas-
viaggio il venerd santo del 1300 (8 aprile o 25 mar- sano di cielo in cielo, dove il poeta incontra i beati,
zo), e lo conclude il mercoled successivo, quindi set- che hanno lasciato la loro sede la candida rosa
te giorni dopo. per venire da lui. Il poeta incontra limperatore Giu-
LInferno. Dante si perde in una selva oscura, simbo- stiniano, che condanna i guelfi come i ghibellini, Cu-
lo del peccato. Cerca di uscirne da solo, ma senza nizza da Romano e Raab (una ninfomane e una pro-
successo. Chiede aiuto ad unombra che gli appare. stituta), Folchetto da Marsiglia, il vescovo stermina-
il poeta latino Virgilio (simbolo della ragione uma- tore di eretici, i frati Bonaventura da Bagnoregio e
na), mandato in suo aiuto da tre donne: la Vergine Tommaso dAquino che parlano dei rispettivi ordini,
Maria, Lucia e Beatrice. I due poeti iniziano il viag- il trisavolo Cacciaguida, che scioglie le profezie che
gio nellinferno, unampia voragine che si apre sotto erano state fatte al poeta nel corso del viaggio e che
Gerusalemme. Varcano il fiume Achernte sulla bar- indica il senso del suo viaggio ultraterreno: riportare
ca del demonio Carnte. Durante il viaggio incontra- sulla retta via lumanit errante. Poi san Pietro lo in-
no anime che hanno commesso peccati sempre pi terroga sulla fede, Giacomo sulla speranza e Giovan-
gravi, dalla lussuria (primo girone) al tradimento (la- ni evangelista sulla carit. Il poeta supera i tre esami
go gelato di Cocto). Incontrano Francesca da Rimini con soddisfazione degli esaminatori. Infine Beatrice
e Paolo Malatesta (lussuriosi), Ciacco (golosi), Fari- lo lascia e lo affica a san Bernardo (simbolo della fe-
nata degli Uberti e Cavalcante de Cavalcanti (ereti- de mistica). Questi invoca la Vergine Maria che in-
ci), i tiranni (Ezzelino da Romano, Guido da Mon- terceda presso Dio affinch il poeta possa vedere Dio,
tfort), i suicidi (Pier delle Vigne), i sodomiti (il mae- il fine di tutti i suoi desideri. Dante, ormai giunto alla
stro Brunetto Latini, molti chierici e letterati), simo- fine del viaggio, si sprofonda nellessenza divina,
niaci (il papa Niccol Orsini, che nomina i papi in ar- quellAmore che muove il Sole e le altre stelle.
rivo), i traditori (Ugolino della Gherardesca che stra-
zia il cranio del vescovo Ruggieri degli Ubaldini; fra- La Divina commedia in versione italiana si trova in
te Alberigo dei Manfredi e Branca Doria). Nel fondo
dellinferno vedono Lucifero, che ha tre teste e sei ali, http://www.letteratura- italiana.com/commedia.htm
muovendo le quali gela il lago. Nella bocca centrale
mastica Giuda, traditore di Cristo, nelle bocche late- Commento
rali mastica Bruto e Cassio, traditori dellimpero. 1. Con la Divina commedia Dante attua le tesi formu-
Quindi per un budello escono a riveder le stelle. late nel De vulgari eloquentia (1303-05), arricchisce
il linguaggio e la terminologia, forgiando nuove paro-
Il Purgatorio. Dante e Virgilio continuano il loro vi- le e facendo dellopera un vocabolario di ben 27.734
aggio nel purgatorio, dove le anime espiano la colpa, parole. Nelle sue opere lamico Guido Cavalcanti ne
prima di andare in paradiso. Il purgatorio una mon- usa poco pi di 800. In questo modo egli trasforma il
tagna altissima, che si trova agli antipodi di Gerusa- dialetto fiorentino nella lingua nazionale e pone le
lemme. Sulla spiaggia del purgatorio i due poeti in- basi per la lingua italiana. Poco dopo altri notevoli
contrano le anime che aspettano il momento in cui apporti arrivano da Francesco Petrarca (1304-1374) e
possono salire alle cornici loro destinate dalla giusti- Giovanni Boccaccio (1313-1375).
zia divina. Poi salgono alle varie cornici, dove le a- 2. Lopera compare con notevole ritardo rispetto ai
nime espiano i loro peccati. Via via che si sale il poemi nazionali che appaiono nelle altre lingue neo-
monte, il peccato, dalla superbia alla lussuria, diventa latine, poich in Italia il latino pi radicato nella
sempre pi leggero. Il poeta incontra Jacopo del Cas- cultura e nella realt sociale: la lingua degli intellet-
sero, un giudice suo amico, Bonconte da Montefeltro, tuali e la lingua ufficiale della Chiesa. Il Quattrocento
suo avversario politico, la dolcissima Pia de Tolo- lo ripropone come lingua ufficiale per gli intellettuali,
mei, superbi e invidiosi (Umberto Aldobrandeschi, che abbandonano il volgare. E resta lingua ufficiale
Oderisi da Gubbio; e Sapia da Siena), i poeti del pas- della scienza fino a tutto il Settecento: il naturalista
sato (Sordello da Goito, Arnaut Daniel), i poeti della svedese Carl von Linn (1707-1778), latinizzato in
sua giovinezza (Bonagiunta Orbicciani, Guido Guini- Linneus, classifica gli esseri viventi in base a due
zelli, Forese Donati), il poeta latino P. Papinio Stazio
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 55
termini latini, indicanti il genere e la specie (1751).
La sua classificazione ancora oggi in vigore.
3. La Divina commedia un itinerarium in Deum, un
viaggio per incontrare Dio. una ascesi mistica. Ma
si deve capire bene che cosa sia questa ascesi: un
progressivo liberarsi degli impedimenti terreni, per
vedere i problemi e la realt con spirito libero, disin-
carnato e disincantato. Dante lo dice esplicitamente
in Pd I, quando egli e Beatrice lasciano la Terra e vo-
lano verso il cielo. I problemi per sono i problemi
terreni, che ci riguardano, non problemi insussistenti
(o ultraterreni, dove noi non viviamo). Si pu trovare
un precedente classico a questa ascesi: la teoria delle
anime di Platone. Le anime sono cadute dal cielo e si
sono incarnate nel corpo. Ma il loro scopo liberarsi
del corpo e riacquistare la purezza e lincorporeit o-
riginaria e ritornare nel mondo delle idee, nelliperu-
ranio (o oltre-cielo).
4. I peccati sono peccati sociali: sono reati. Anche be-
stemmiatori, atomisti ed epicurei (o atei) si possono
far rientrare tra i reati sociali: non pu essere buon
cittadino chi non crede in Dio e chi lo disprezza. Se
non teme Dio, tanto meno temer e rispetter le leggi
e gli uomini. Perci il peccato o il reato pi grave il
tradimento: il tradimento dei familiari, degli amici,
dei concittadini, degli ospiti.
Lopera si conclude con la visione estatica di Dio,
ma subito dopo il poeta ritorna a casa, sulla Terra:
deve raccontare il suo viaggio ultraterreno. Questo
anzi lo scopo del viaggio e della missione che lo stes-
so Dio gli ha affidato per bocca del trisavolo Caccia-
guida (Pd XVII). Insomma la Terra e la vita sulla
Terra, quell aiuola che ci fa tanto feroci, al cen-
tro di tutte le fatiche di Dante politico, credente e
scrittore. E anche dei suoi contemporanei.
6. Il poema sicuramente la pi grande e articolata
sintesi del pensiero e dei valori medioevali. Tuttavia,
come suggeriva la cultura classica (Q. Orazio Flacco,
65 a.C-8 d.C., egli scrive unopera pi duratura del
bronzo) e come lo stesso poeta ripete, egli ha scritto
per tutto lumanit, presente e futura. Insomma anche
per noi posteri. Una lettura che lo inserisca stretta-
mente nel suo tempo inadeguata e pure sbagliata:
vanno rispettate le sue intenzioni di scrivere per i po-
steri e per lumanit intera. Ha infinite cose da dirci.
E giustamente noi continuiamo a leggerlo a sette se-
coli di distanza.
------------------------------II-----------------------------
Era Venerd Santo, il giorno in cui il sole si offusc indi trahendo poi lantiquo fianco
per lextreme giornate di sua vita,
Era Venerd Santo, il giorno in cui il sole si offusc quanto pi p, col buon voler saita,
per la compassione verso il suo creatore, rotto dagli anni, et dal camino stanco;
quando io fui catturato (io non stavo in guardia),
perch, o donna, fui incatenato dai vostri begli occhi. et viene a Roma, seguendo l desio,
per mirar la sembianza di colui
Non mi sembrava il tempo di dovermi riparare chancor lass nel ciel vedere spera:
contro gli assalti del dio Amore; perci me ne andai
sicuro, senza sospetti, cos nel comune dolore cos, lasso, talor vo cerchandio,
[per la morte di Cristo] incominciarono i miei guai. donna, quanto possibile, in altrui
la disata vostra forma vera.
Il dio Amore mi trov completamente disarmato,
e aperta la strada che va dagli occhi al cuore, Il vecchietto con i capelli bianchi e pallido
che sono divenuti uscio e varco per le lacrime.
Il vecchietto con i capelli bianchi e pallido lascia
Perci, secondo me, non gli fede onore il dolce luogo in cui ha trascorso la giovinezza
colpirmi con la freccia [mentre ero] in quello stato; e la famiglia smarrita,
e non mostrare a voi armata nemmeno larco. che vede lamato padre venir meno;
Riassunto. Petrarca va in chiesa il Venerd Santo. Qui quindi, trascinando il vecchio corpo
vede Laura e se ne innamora. Questo amore per a negli ultimi giorni della sua vita,
senso unico, perch non corrisposto. Il poeta perci quanto pi pu con la buona volont si aiuta,
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 59
sfinito dagli anni e dal cammino; et anchor de miei can fuggo lo stormo. 160
e viene a Roma, seguendo lantico desiderio Canzon, i non fu mai quel nuvol doro
di ammirare il volto di Colui (=Cristo) che poi discese in pretosa pioggia,
che spera di vedere lass in cielo. s che l foco di Giove in parte spense;
ma fui ben fiamma chun bel guardo accense,
Allo stesso modo, ahim, talvolta io cerco, et fui luccel che pi per laere poggia, 165
o donna, quant possibile, nel viso dunaltra donna alzando lei che ne miei detti honoro:
il vostro desiderato e vero volto. n per nova figura il primo alloro
seppi lassar, ch pur la sua dolce ombra
Riassunto. Come il vecchietto abbandona la casa e la ogni men bel piacer del cor mi sgombra.
famiglia per andare a Roma a vedere il volto di Cristo
impresso nella Veronica, cos il poeta cerca di vedere Nel dolce tempo della giovinezza
nel volto delle altre donne quello di Laura. []
Fui uno spirito dolente, che vagava (mi ricordo)
Commento per spelonche deserte come un pellegrino,
1. Il poeta fa un paragone la cui prima parte lunga e piansi per molti anni la mia sfrenata audacia.
ben 11 versi, la seconda soltanto 3: lelaborazione let- Poi conobbi la fine di quel male
teraria del testo fuori di ogni ragionevole dubbio. e ritornai nel mio corpo terreno, 145
2. Egli si paragona ad un vecchietto che mosso da credo per sentire con esso pi dolore.
un grande desiderio, se disposto ad abbandonare ca- Io seguii tanto avanti il mio desiderio
sa e famiglia, nonostante let avanzata. che un giorno mincamminai (come di solito facevo)
3. Egli paragona il volto di Laura al volto di Cristo, per incontrarla; e quella fiera bella e crudele
cio mescola profano e sacro; il paragone per suona se ne stava tutta nuda in una fonte dacqua, 150
irriverente verso la religione e anche sproporzionato. quando il sole ardeva pi forte.
4. Il sonetto ha un ritmo estremamente lento ed co- Io, che non maccontento di alcunaltra vista,
stituito da una sola e lunghissima proposizione. stetti a mirarla, perci ella prov vergogna.
5. Il poeta, anzich andare alla ricerca concreta di E, per vendicarsi o per nascondersi,
Laura, si limita a cercare nelle altre donne il volto di con le mani mi spruzz lacqua sul viso. 155
Laura. Insomma pi che di Laura egli innamorato Dir la verit (forse essa sembrer una menzogna):
dellamore per Laura, e prova piacere ed interesse io sentii di perdere il mio aspetto umano
soltanto nellesaminare esasperatamente le manife- e mi trasformai in un cervo solitario e bello
stazioni di questo amore dentro di lui, non ad avere che corre veloce di selva in selva,
concretamente, davanti agli occhi, la figura di Laura. per fuggire allo stuolo dei miei cani. 160
6. Lopera riprende il continuo dialogo con se stesso
che santAgostino (354-430) fa nelle sue Confessioni. O canzone, io non fui mai quella nuvola doro
---II--- che poi discese sotto forma di pioggia preziosa,
cos che spense in parte il fuoco di Giove;
Nel dolce tempo de la prima etade, XXIII ma fui ben la fiamma che un bello sguardo accese,
e fui luccello che pi vola per laria, 165
[] inalzando lei che onoro nelle mie poesie.
Spirto doglioso errante (mi rimembra) N seppi lasciare il primo alloro per il nuovo aspetto,
per spelunche deserte et pellegrine, perch basta soltanto la sua dolce ombra
piansi moltanni il mio sfrenato ardire: per sgombrarmi dal cuore ogni piacere meno bello.
et anchor poi trovai di quel mal fine,
et ritornai ne le terrene membra, 145 Riassunto. Il poeta ricorda che da giovane frequenta-
credo per pi dolore ivi sentire. va posti isolati, ma poi cambi stile di vita e si ab-
I segu tanto avanti il mio desire bandon a un desiderio temerario, lamore per Laura.
chun d cacciando s comio solea Un giorno cerc la donna lungo il fiume Sorga, come
mi mossi; e quella fera bella et cruda soleva fare. La vide che se ne stava tutta nuda in una
in una fonte ignuda 150 pozza dacqua a causa della calura. Egli si ferm per
si stava, quando l sol pi forte ardea. ammirarla, lei prov vergogna e, per vendicarsi o per
Io, perch daltra vista non mappago, nascondere il suo corpo, con le mani lo spruzz dac-
stetti a mirarla: ondella ebbe vergogna; qua sul viso. Egli si sent trasformare in un cervo, che
et per farne vendetta, o per celarse, correva veloce per fuggire i suoi cani che lo insegui-
lacqua nel viso co le man mi sparse. 155 vano. Quindi nel congedo si rivolge alla canzone e le
Vero dir (forse e parr menzogna) dice che non fu mai la pioggia doro con cui Giove
chi sent trarmi de la propria imago, spense in parte la sua passione amorosa. Fu invece
et in un cervo solitario et vago una fiamma, accesa dallo sguardo di Laura, e fu luc-
di selva in selva ratto mi trasformo: cello che passa il tempo in volo, per innalzare lei con
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 60
le sue poesie. N seppe abbandonare lalloro poetico s chio mi credo omai che monti et piagge
per acquisire il nuovo aspetto, perch basta soltanto et fiumi et selve sappian di che tempre
lombra di Laura, per liberare il suo cuore da ogni sia la mia vita, ch celata altrui.
piacere disonesto (o turpe o vergognoso o ignobile).
Ma pur s aspre vie n s selvagge
Commento cercar non so chAmor non venga sempre
1. La poesia di Petrarca vive del passato e dei ricordi ragionando con meco, et io collui.
del passato. In questa canzone egli va indietro nel
tempo e ricorda che da giovane si rifugiava nei boschi Solo e pensoso i pi deserti campi
a piangere le sue inclinazioni amorose. Un giorno,
comera solito fare, cerc Laura. La trov che se ne Solo e pensoso i campi pi deserti
stava tutta nuda in una pozza dacqua, poich il sole misuro con i miei passi tardi e lenti,
bruciava forte. Egli si ferm a guardarla. La donna, e rivolgo gli occhi (pronti a fuggire)
presa da vergogna, con le mani gli spruzz acqua sul dove il terreno mostri qualche orma umana.
viso, per impedirgli di vedere. Egli allora si sent tra-
sformato in un cervo, inseguito (come Atteone) dalla Non trovo altra difesa che impedisca alla gente
torma dei suoi cani. E poi commenta: egli non fu mai di vedere chiaramente [quanto io sia innamorato],
la nuvola che poi si trasform in pioggia doro, come perch nei miei atti privi di allegria
fece Giove, per calmare in parte il fuoco della passio- di fuori si vede quanto io dentro bruci di passione:
ne amorosa. Egli fu invece la fiamma, accesa da uno
sguardo della sua donna, fu luccello, che pass il cos che io credo ormai che i monti, le pianure,
tempo a volare per cantarla nelle sue poesie. N di- i fiumi e i boschi sappiano come
mentic lalloro poetico perch laveva vista nuda: sia la mia vita, che nascosta agli altri.
bastava lombra della sua donna per cacciargli dal
cuore ogni desiderio indegno. Ma non so cercare vie cos aspre n cos selvagge,
2. Il lettore, se pensa che almeno una volta Petrarca si che il dio Amore non venga sempre
comporti umanamente e faccia il guardone o ne ap- a discutere con me ed io con lui.
profitti per saltarle addosso, subito deluso. Il poeta
va subito a immagini letterarie: Atteone trasformato Riassunto. Petrarca cerca luoghi deserti per non mo-
in cervo e inseguito dai suoi cani, perch aveva sbir- strare alla gente quanto innamorato. Tuttavia, do-
ciato Artemide nuda; Giove che si trasforma in piog- vunque egli vada, il dio Amore viene sempre a discu-
gia doro per possedere Danae, che il padre aveva ri- tere con il poeta, ed il poeta con lui.
chiuso in una torre. E a questi riferimenti mitologici
seguono due paragoni: egli la fiamma di fuoco, ac- Commento
cesa dallo sguardo di Laura, luccello che vola, per 1. Anche qui Petrarca pensa che la gente si preoccupi
cantare Laura. A parte i riferimenti mitologici, Pe- che egli innamorato. Questo per ci che egli pen-
trarca guardone rimanda alla pittura, al tpos di Su- sa; da parte sua non si preoccupa affatto di sapere se
sanna nuda al bagno, concupita e importunata da due la gente innamorata o meno. In altre parole il poeta
vecchioni. Ad ogni modo un Petrarca guardone, vero fa girare il mondo compresa Laura intorno a se
o falso che sia, fornisce unidea diversa del poeta. stesso e intorno al fatto che egli innamorato.
3. Petrarca distingue lamore puro e ideale per Laura, 2. Da una parte sembra che egli voglia fuggire dal dio
e lamore sensuale e fisico che pratica con diverse Amore, dallaltra dice che egli gli risponde. Ci vuol
donne, pur essendo un chierico. Esse gli danno dei dire che prova piacere a parlare con lui. Il suo atteg-
figli, i pi importanti dei quali sono Giovanni (1337) giamento quindi contraddittorio, ma proprio questa
e Francesca (1343). contraddizione sta alla base dellispirazione poetica
---II--- di tutto il Canzoniere.
3. Il poeta non si accontenta di dire che la gente, se lo
Solo e pensoso i pi deserti campi, XXXV incontrasse, vedrebbe subito quanto egli innamora-
to. Giunge ad affermare anche che tutta la natura co-
Solo et pensoso i pi deserti campi nosce questa sua passione amorosa (e questo fatto
vo mesurando a passi tardi et lenti, ancora pi incredibile del primo). Ma egli ritiene che
et gli occhi porto per fuggire intenti tutto il mondo giri intorno a lui, al suo amore e al suo
ove vestigio human larena stampi. dissidio interiore.
4. In questo sonetto non citata Laura, ma il dio A-
Altro schermo non trovo che mi scampi more: lamore esiste soltanto dentro lanimo del poe-
dal manifesto accorger de le genti, ta, che in proposito strumentalizza anche Laura: la
perch negli atti dalegrezza spenti donna esiste in quanto egli la pensa e la ricorda. Non
di fuor si legge comio dentro avampi: ha unesistenza propria.
---II---
e benedetto sia il mio primo dolce affanno, Padre del ciel, dopo i perduti giorni,
che io ebbi congiungendomi con il dio Amore; dopo le notti vaneggiando spese
larco, le frecce che mi colpirono, con quel fero desir che al cor saccese
e le ferite che giunsero fino al cuore. mirando gli atti per mio mal si adorni;
Benedette siano le parole che io ho sparso piacciati omai, col tuo lume, chio torni
chiamando il nome della donna, ad altra vita et a pi belle imprese;
i sospiri, le lacrime e il mio desiderio [di lei]; s chavendo le reti indarno tese
il mio duro adversario se ne scorni.
e benedetti siano tutti gli scritti
(con cui io le procuro fama) e il mio pensiero, Or volge, signor mio, lundecimo anno
che pensa solo a lei e non ha posto per nessunaltra. chifui sommesso al dispietato giogo,
che sopra i pi soggetti pi feroce.
Riassunto. Il poeta benedice tutto ci che riguarda il
suo incontro con Laura (lanno, il mese, il giorno e Miserere del mio non degno affanno;
lora in cui lha incontrata), quindi conclude dicendo reduci i pensier vaghi a miglior luogo;
che pensa soltanto a lei e che nel suo cuore non c rammenta lor comoggi fosti in croce.
posto per nessunaltra.
O Padre del cielo, dopo i giorni di perdizione
Commento
1. Il poeta esalta il momento in cui ha visto e si in- O Padre del cielo, dopo i giorni di perdizione,
namorato di Laura. Lesaltazione mistica cede ora il dopo le notti consumate in pensieri vani
posta allesaltazione amorosa profana. I precedenti con quel crudele desiderio che si accese al cuore,
letterari di questa esaltazione davanti alla figura guardando gli atti [di Laura] per mio male cos belli,
femminile si possono rintracciare in Lo viso mi fa an-
dare alegramente di Giacomo da Lentini o in Gioio- ti piaccia ormai con la tua grazia che io ritorni
samente canto di Guido delle Colonne, ambedue del- a unaltra vita e a pi belle imprese,
la Scuola siciliana. cos che il mio crudele avversario (=il demonio),
2. Questo amore fatto nello stesso tempo di gioia e avendo teso invano le reti, rimanga scornato;
di affanni. Anche qui Petrarca recupera la tradizione
letteraria: la concezione drammatica dellamore come ora, o mio signore, sta passando lundicesimo anno
da quando io fui sottoposto allo spietato giogo
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 62
(=lamore per Laura), che pi crudele sui pi debo- I capelli biondi erano sparsi allaria
li.
I capelli biondi [di Laura] erano sparsi allaria,
Abbi piet del mio indegno affanno; che li faceva ondeggiare in mille dolci nodi,
ricondci i miei i pensieri erranti verso il cielo; e oltre ogni misura ardeva la luce
ricorda loro come oggi tu fosti crocefisso. di quei begli occhi, che ora sono meno luminosi;
Riassunto. Il poeta si rivolge a Dio, riconoscendo di e mi pareva (non so se era vero o falso)
aver consumato il suo tempo in un amore terreno. Gli che il viso assumesse un aspetto di compassione;
chiede di poter intraprendere una vita pi degna con io, che nel petto avevo lesca amorosa,
laiuto della sua grazia, in modo da sconfiggere il che meraviglia c se mi innamorai subito?
demonio. Ricorda ancora che da 11 anni sottoposto
alla schiavit amorosa, perci gli chiede di aver piet Il suo camminare non era da essere mortale,
per il suo indegno affanno e di ricondurre i suoi pen- era quello di un angelo, e le sue parole
sieri verso il cielo. suonavano oltre la voce umana;
II 2.
Segli pur mio destino, Se mio destino
e l cielo in ci sadopra, (e il cielo opera in questa direzione)
chAmor questocchi lagrimando chiuda, che Amore mi faccia morire piangente,
qualche grazia il meschino spero che per qualche sorte benigna
corpo fra voi ricopra, il mio povero corpo sia sepolto in mezzo a voi
e torni lalma al proprio albergo ignuda. e che lanima, separata dal corpo, torni al cielo.
La morte fia men cruda La morte sar meno dura,
se questa spene porto se porter con me questa speranza
a quel dubbioso passo; al momento dellincerto trapasso:
ch lo spirito lasso il mio spirito affaticato
non poria mai in pi riposato porto non potrebbe fuggire dal corpo travagliato
n in pi tranquilla fossa per trovare riparo in un porto pi sicuro
fuggir la carne travagliata e lossa. o in un sepolcro pi tranquillo.
III 3.
Tempo verr ancor forse Forse in un tempo futuro
cha lusato soggiorno la crudele bella e mite,
torni la fera bella e mansueta, intenerendosi per me,
et l ov ella mi scorse ritorner in questo luogo abituale,
nel benedetto giorno e l, dove mi vide in quel giorno fortunato,
volga la vista disiosa et lieta, volger gli occhi desiderosi
cercandomi: et, o pieta!, e lieti di vedermi, volendomi cercare. E, ahim!,
gi terra infra le pietre vedendomi divenuto polvere fra le pietre
vedendo, Amor linspiri del sepolcro, il dio Amore le ispirer
in guisa che sospiri tali dolci sospiri
s dolcemente che merc mimpetre, che ella mi far ottenere
et faccia forza al cielo, la misericordia divina,
asciugandosi gli occhi col bel velo. asciugandosi gli occhi con il suo velo.
IV 4.
Da be rami scendea Dai bei rami scendeva
(dolce ne la memoria) (mi dolce il ricordo)
una pioggia di fior sovra l suo grembo; una pioggia di fiori sopra il suo grembo,
et ella si sedea ed ella sedeva
umile in tanta gloria, umilmente in tanta gloria,
coverta gi de lamoroso nembo. ormai ricoperta da una nuvola amorosa.
Qual fior cadea sul lembo, Un fiore le cadeva sulla veste,
qual su le trecce bionde, un altro sulle trecce bionde (quel giorno
choro forbito et perle sembravano oro lucente e perle),
eran quel d, a vederle; un altro si posava per terra,
qual si posava in terra, e qual su londe; un altro sulle onde del fiume,
qual, con un vago errore un altro vagava dolcemente nellaria
girando, parea dir: Qui regna Amore. e sembrava dire: Qui regna il dio Amore!.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 64
V 5.
Quante volte dissio Quante volte io allora,
allor pien di spavento: pieno di stupore, dissi:
Costei per fermo nacque in paradiso. Certamente costei nata in paradiso!.
Cos carco doblio A tal punto la divina bellezza,
il divin portamento il volto, le parole e il dolce sorriso
e l volto e le parole e l dolce riso mi avevano fatto
maveano, et s diviso dimenticare e separato
da limagine vera, dalla realt,
chi dicea sospirando: che io dicevo sospirando:
Qui come vennio, o quando?; Come sono venuto qui? E quando?,
credendo esser in ciel, non l dovera. poich credevo dessere in cielo, non l dovero.
Da indi in qua mi piace Da allora in poi mi piace tanto quellerba,
questa erba s, chaltrove non ho pace. quel luogo, che non so trovar pace altrove.
VI 6.
Se tu avessi ornamenti quant hai voglia, O canzone, se tu fossi bella come vorresti,
poresti arditamente potresti avere il coraggio
uscir del bosco e gir in fra la gente. di uscire dal bosco e andare tra la gente.
---II--- ---II---
Riassunto. 1. O dolci acque del fiume dice il poeta 3. Il testo , come di consueto, assai ricercato e assai
, o ramo gentile, o erba e fiori, o aria serena [dove elaborato sul piano letterario. Agli inizi si rivolge a
Laura vissuta], ascoltate le mie ultime parole. 2. Se parlare alle acque del fiume Sorga, al ramo, allerba e
dovr morire piangendo, spero di essere sepolto in ai fiori. Alla fine personifica anche la canzone, che il
mezzo a voi, che per me siete il luogo pi sicuro e poeta invita ad andare tra la gente. Il lettore non deve
tranquillo. 3. Forse in futuro ella torner qui e mi cer- preoccuparsi del contenuto, piuttosto semplice, ma
cher e, vedendomi morto e sepolto, implorer il cie- delle immagini che il poeta cerca di evocare. Quel
lo ed otterr per me la grazia divina. 4. Ricordo con che conta sono soltanto le immagini letterarie: il poe-
dolcezza quando sopra di lei e intorno a lei cadevano ta ha perci saccheggiato la letteratura prima di lui.
fiori, che sembravan dire: Qui regna il dio Amore. 4. Petrarca descrive un locus amoenus e vi immerge
5. Quante volte io, stupito, dissi che era nata in para- Laura, lunica che a lui par donna, cio domina, si-
diso! La sua bellezza mi faceva dimenticare a tal pun- gnora e padrona. La scenografia coinvolgente e
to la realt, che io mi chiedevo comero giunto l, straordinaria.
perch pensavo di essere in cielo. Perci non riesco a 5. Anche qui tutta la realt, compresa Laura, gira in-
vivere altrove. 6. O canzone, se tu fossi bella come torno al poeta, che vive dei ricordi del passato, ma
vorresti, lasceresti questo luogo per andare tra la gen- che immagina anche di essere morto nel futuro. Per la
te. prima ed ultima volta si preoccupa di quel che prova
Laura: alla vista della sua tomba la donna verser
Commento qualche lacrima, che sar sufficiente per fare andare il
1. Il riassunto, che si limita ad eliminare gli aggettivi poeta in cielo.
e le proposizioni dipendenti superflui, mostra chiara- 6. Questo testo, come tutti i precedenti, mostra quanto
mente quanto (poco) il poeta sia interessato al conte- la poesia di Petrarca sia intessuta di citazioni lettera-
nuto, e quanto (molto) sia interessato alla forma lette- rie precedenti, di riflessioni e di sentenze tratte dalla
raria in cui il contenuto espresso. Bibbia, dagli stoici, dai Padri della Chiesa, da santA-
2. La canzone riprende e rielabora immagini e motivi gostino. Essa e vuole essere una poesia in cui la di-
della tradizione letteraria siciliana e stilnovistica, a mensione letteraria (fusa con legocentrismo del poe-
cui si aggiunge il mai sopito dissidio interiore tra ter- ta) si impone completamente sui contenuti. Il riassun-
ra e cielo. Langelico seno la piega del vestito o to pi sopra lo dimostra.
anche i seni (al singolare). E ad ogni modo un rife- ---II---
rimento alla donna angelicata del Dolce stil novo.
Quello che conta non se il discorso ha un senso, ma
il riferimento letterario, con cui il poeta pensa ed e-
sprime i suoi sentimenti. Letteralmente sembra che la
donna si sia spogliata per prendere il sole, abbia mes-
so da una parte il vestito e si sia distesa supina
sullerba l vicino. Limmagine rimanda alle figure
femminili a seno nudo in particolare le statue , che
riempiono le chiese. Gli angeli sono asessuati o erma-
froditi. Hanno un aspetto effeminato.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 65
Italia mia, ben che l sperar sia indarno, O Italia mia, bench la speranza sia vana
CXXVIII
I 1.
Italia mia, bench l parlar sia indarno O Italia mia, bench le mie parole non possano
a le piaghe mortali guarire le tue piaghe mortali,
che nel bel corpo tuo s spesse veggio, che cos numerose vedo sul tuo bel corpo,
piacemi almen che miei sospir sian quali desidero almeno che i miei sospiri siano
spera l Tevero et lArno, come li spera il Tevere, lArno ed il Po,
e l Po, dove doglioso et grave or seggio. dove ora, addolorato e pensoso, io mi trovo.
Rettor del cielo, io cheggio O Dio del cielo, io ti chiedo che la compassione,
che la piet che Ti condusse in terra che ti fece venire sulla terra, ti faccia ora
Ti volga al Tuo dilecto almo paese. guardare il tuo amato paese.
Vedi, Segnor cortese, Vedi, o Signore cortese, come futili motivi
di che lievi cagion che crudel guerra; siano causa di guerre crudeli!
e i cor, che ndura et serra Apri, o Padre, intenerisci e sciogli i cuori,
Marte superbo et fero, che ora Marte (=il dio della guerra),
apri Tu, Padre, e ntenerisci et snoda; superbo e feroce, ha indurito e richiuso.
ivi fa che l Tuo vero, Fa che qui la tua verit, anche se io valgo poco,
qual io mi sia, per la mia lingua soda. sia detta dalla mia bocca.
2.
II
O voi, che dalla sorte avete avuto il governo
Voi cui Fortuna posto in mano il freno
de le belle contrade, delle nostre belle contrade, per le quali
non mostrate di avere alcuna compassione,
di che nulla piet par che vi stringa,
che cosa fanno qui tante armi straniere? Pensate
che fan qui tante pellegrine spade?
davvero che la nostra terra verdeggiante si tinga
perch l verde terreno
del sangue dei barbari? Vi fa piacere sbagliare!
del barbarico sangue si depinga?
Vedete poco e vi sembra di vedere molto,
Vano error vi lusinga:
poich cercate lamore e la fedelt
poco vedete, et parvi veder molto,
in cuori che si vendono.
ch n cor venale amor cercate o fede.
Perci chi ha pi mercenari anche colui
Qual pi gente possede,
che ha pi nemici intorno.
colui pi da suoi nemici avolto.
Questo diluvio stato raccolto
O diluvio raccolto
in paesi selvaggi e spaventosi,
di che deserti strani
per inondare i nostri campi fertili!
per inondar i nostri dolci campi!
Se prepariamo con le nostre mani
Se da le proprie mani
la nostra rovina, chi ci potr salvare?
questo navene, or chi fia che ne scampi?
3.
III
La Natura si preoccup della nostra sicurezza,
Ben provide Natura al nostro stato,
quando pose le Alpi come barriera
quando de lAlpi schermo
tra noi e la rabbia tedesca.
pose fra noi et la tedesca rabbia;
Ma il desiderio cieco, ostinato
ma l desir cieco, e ncontral suo ben fermo,
contro il proprio bene, si poi tanto impegnato,
s poi tanto ingegnato,
che ha procurato la scabbia al corpo sano dellItalia.
chal corpo sano procurato scabbia.
Ora dentro ad una stessa gabbia si trovano
Or dentro ad una gabbia
belve feroci e greggi mansuete,
fiere selvagge et mansete gregge
cos che il migliore geme sempre.
sannidan s che sempre il miglior geme:
E, per nostro maggior dolore,
et questo del seme,
queste belve discendono dal popolo senza legge,
per pi dolor, del popol senza legge,
al quale, come dice la storia,
al qual, come si legge,
Caio Mario inflisse una tale sconfitta,
Mario aperse s l fianco,
che ancor vivo il ricordo dellimpresa,
che memoria de lopra ancho non langue,
quando lesercito romano, assetato e stanco,
quando assetato et stanco
trov nel fiume pi sangue che acqua.
non pi bevve del fiume acqua che sangue.
V 5.
N vaccorgete anchor per tante prove Non vi siete ancora accorti, dopo tante
del bavarico inganno prove, dellinganno dei mercenari bavaresi,
chalzando il dito colla morte scherza? i quali, alzando un dito in segno di resa,
Peggio lo strazio, al mio parer, che l danno; si prendono gioco della morte?
ma l vostro sangue piove La beffa , secondo me, peggiore del danno.
pi largamente, chaltrira vi sferza. Il vostro sangue per versato largamente:
siete spinti gli uni verso gli altri da ben altro odio!
Da la matina a terza
Riflettete un momento sulla vostra situazione,
di voi pensate, et vederete come e capirete che non pu avere caro alcuno colui
tien caro altrui che tien s cos vile. che ritiene se stesso cos vile, da vendersi per denaro.
Latin sangue gentile, O nobile stirpe latina, allontana da te il peso dannoso
sgombra da te queste dannose some; di questi mercenari, e non trasformare in idolo
non far idolo un nome la loro vuota fama, che non ha riscontro nella realt!
vano senza soggetto: colpa nostra, non della natura,
ch l furor de lass, gente ritrosa, se il furore settentrionale,
vincerne dintellecto, restio a ogni incivilimento,
peccato nostro, et non natural cosa. ci supera nelle capacit intellettuali.
VI 6.
Non questo l terren chi toccai pria? Non questa la terra ove nacqui?
Non questo il mio nido Non questo il mio nido
ove nudrito fui s dolcemente? ove fui nutrito cos dolcemente?
Non questa la patria in chio mi fido, Non questa la patria in cui ho riposto
la mia fiducia, la madre benigna e pietosa,
madre benigna et pia,
che ricopre ambedue i miei genitori?
che copre lun et laltro mio parente?
In nome di Dio, o principi, questo pensiero
Perdio, questo la mente
penetri qualche volta nella vostra mente,
talor vi mova, et con piet guardate e, pieni di compassione, guardate le lacrime
le lagrime del popol doloroso, del popolo sofferente, il quale, dopo Dio,
che sol da voi riposo soltanto da voi pu sperare protezione.
dopo Dio spera; et pur che voi mostriate E, purch mostriate qualche segno
segno alcun di pietate, di compassione, il coraggio [militare]
vert contra furore contro la furia [straniera] impugner le armi,
prender larme, et fia l combatter corto: e il combattimento sar breve,
ch lantiquo valore perch lantico valore non ancora
ne gli italici cor non anchor morto. scomparso dai cuori degli italiani.
Riassunto per strofa. (1) O Italia mia dice il poeta lItalia la terra dove sono nato e cresciuto e dove sono
, anche se le mie parole non ti possono guarire, parlo sepolti i miei genitori? O signori, abbiate compassio-
ugualmente come ti piacerebbe sentirmi parlare. O ne del nostro popolo, che soffre. Basterebbe un po di
Dio, volgi lo sguardo al tuo amato paese, sciogli i compassione a fargli prendere le armi e a fargli cac-
cuori induriti, e fa che la tua verit esca dalla mia ciare gli stranieri. Il coraggio dei romani non ancora
bocca. (2) O signori, che governate lItalia, perch ci scomparso dal suo cuore. (7) O signori, il tempo vola
sono qui tanti soldati stranieri? Pensate forse che co- e la morte si avvicina: quando arriva, bisogna lasciare
storo si ammazzino per voi? Vi illudete! Essi sono tutto. Perci, mentre vivete, lasciate ogni odio, che
venuti per distruggere i nostri campi, e noi, chiaman- impedisce di vivere serenamente. E dedicate il tempo,
doli, ci stiamo distruggendo con le nostre mani. (3) che ora perdete ad angustiare gli altri, per imprese pi
La Natura ha innalzato le Alpi, per separarci dai tede- degne. Cos vivete felici sulla terra, e vi preparate la
schi. Voi invece li avete chiamati qui, ed ora lupi fe- salvezza del cielo. (8) O canzone, esponi con pruden-
roci e pecore mansuete vivono insieme, e chi ci ri- za i tuoi argomenti: devi andare tra gente abituata
mette sempre il migliore. Eppure questi soldati di- alladulazione, non alla verit. Poche persone ti ascol-
scendono da quelli che sono stati cos duramente teranno. Chiedi la loro protezione, ne hai bisogno,
sconfitti da Caio Mario, che dellimpresa ancor vivo perch vai a predicare la pace.
il ricordo. (4) Non parlo poi di Giulio Cesare, che li ---II---
sconfisse pi volte. Ora, se abbiamo perso la prote-
zione del cielo, per colpa vostra! Le vostre ambi- Riassunto per strofa ma pi breve. Il poeta si rivolge
zioni stanno rovinando lItalia. Perch importunate il ai signori dItalia e chiede perch hanno invitato sol-
vicino? Perch cercate soldati stranieri? Perch pro- dati stranieri (1). Essi non sono venuti qui per am-
vate piacere a veder spargere il sangue? Io parlo per mazzarsi tra loro, ma per depredare il nostro paese.
dire la verit, non per odio verso qualcuno. (5) Non (2). La natura ha innalzato le Alpi per dividerci dai
vedete che questi soldati, arrendendosi, evitano lo tedeschi, ed ora lupi feroci e pecore mansuete vivono
scontro, e si prendono gioco di voi? Riflettete un po: insieme, e chi ci rimette sempre il popolo italiano.
come pu avere caro qualcuno chi ritiene di valere Eppure essi sono i discendenti di quei popoli che so-
tanto poco, da vendersi? O nobile sangue latino, non no stati cos duramente sconfitti da Caio Mario (3) e
ammirare la loro fama, che immeritata. E, se ci su- da Giulio Cesare. Perch i signori dItalia vogliono
perano, la colpa nostra, non della Natura. (6) Non far guerra ai loro vicini (4)? I soldati stranieri fingono
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 68
di combattere e si prendono gioco dei loro datori di tutti, di l a poco si fanno vedere. Con due secoli di
lavoro. Non possono essere fedeli a nessuno coloro anticipo il poeta invita i signori dItalia a non com-
che si mettono in vendita per poco prezzo. La loro mettere errori e a cacciare fuori dItalia gli stranieri!
fama militare del tutto infondata (5). Quindi il poeta Il potere politico, ignorante e beota, non lo ascolta nel
fa due riflessioni. a) LItalia la terra dove egli na- presente n nel futuro. Contemporaneamente ad Ario-
to, perci invita i signori ad avere compassione del sto Machiavelli nel Principe (1512-13) si affanna a
popolo italiano e a fargli prendere le armi contro gli convincere Lorenzino de Medici a impugnare una
stranieri invasori (6). b) E poi il tempo vola, e si av- bandiera e a mettersi a capo del popolo italiano per
vicina la morte: nel poco tempo che ci rimane me- cacciare i barbari fuori dItalia... Insomma la valuta-
glio pensare alla salvezza ultraterrena che a farsi zione che Petrarca d sulla classe politica italiana del
guerra (7). Infine il poeta invita la canzone ad andare suo tempo non quella di uno sprovveduto intellettu-
tra la gente a predicare la pace. ale, che apolitico e rinchiuso nella sua grettezza e
---II--- nel suo egoismo. quella di un intellettuale che non
pu capacitarsi che si possa vivere a livelli cos bassi,
Commento cos contingenti, cos banali.
1. La canzone latteggiamento pi politico che Pe- ---II---
trarca riesce ad esprimere in tutta la sua vita. In realt
egli non interessato alla politica ed lontano dalle Passa la nave mia colma doblio,
beghe politiche tra fazioni o tra citt e citt o tra state- CLXXXIX
rello e staterello che caratterizzano lItalia del Due-
cento e poi del Trecento. Proiettato com nel mondo Passa la nave mia colma doblio
dei classici, nella repubblica ideale che lo fa incontra- per aspro mare, a mezza notte il verno,
re con i grandi dellantichit, egli non capisce n pu enfra Scilla et Caribdi; et al governo
capire come si possa perdere tempo in conflitti conti- siede l signore, anzi l nimico mio.
nui, inutili ed estenuanti. La guerra o le piccole guer-
re dei signori non sono i suoi valori. Egli ne ha altri. I
suoi valori non sono effimeri, n contingenti, perci A ciascun remo un penser pronto et rio
guarda con fatica e con poco interesse ai signori che che la tempesta e l fin par chabbi a scherno;
sono incapaci di uscire da un momento storico soffo- la vela rompe un vento humido eterno
cante e senza alternative, per attingere a quella vita di sospir, di speranze, et di desio.
fuori del tempo che unisce i grandi del passato, del
presente e del futuro. Pioggia di lagrimar, nebbia di sdegni
2. Petrarca radicalmente diverso da Dante, che nella bagna et rallenta le gi stanche sarte,
Divina commedia (1306-21) esprime le sue idee poli- che son derror con ignorantia attorto.
tiche, sociali, religiose, scientifiche, che dedica i canti
VI delle tre cantiche ai problemi politici, che si sca- Celansi i duo mei dolci usati segni;
glia duramente contro i principi locali, contro i papi, morta fra londe la ragion et larte,
contro gli imperatori, quasi contro Dio, contro i fio-
tal chincomincio a desperar del porto.
rentini (Pg VI), che hanno dimenticato il loro ruolo,
la loro missione, il loro ambito, che hanno dimentica-
Passa la nave mia colma doblio
to lItalia e la funzione delle due grandi istituzioni, il
papato e limpero. Che vede la conflittualit persi-
Passa la mia nave (=la mia vita) piena doblio
stente tra i signorotti locali (If XXVII). Non si pu
per un mare aspro, a mezza notte, dinverno,
dire chi, tra i due poeti, ha pi ragione (o pi torto),
fra gli scogli di Scilla e di Cariddi; e alla guida
poich hanno valori diversi e vivono in due dimen-
siede il signore, anzi il mio nemico (=il dio Amore).
sioni diverse. Dante attaccato alla sua Firenze. Pe-
trarca un personaggio che ha vita, interessi interna-
A ciascun remo siede un pensiero sfrenato e reo,
zionali, e vive ospite di chiunque lo inviti, paghi i
che pare non curarsi della tempesta n della salvezza;
suoi servizi e gli permetta di dedicarsi ai suoi amati
la vela battuta da un vento umido, continuo,
autori latini. In cambio egli d lustro con la sua pre-
fatto di sospiri, di speranze e di desideri [vani].
senza e svolge incarichi diplomatici. Giustamente gli
umanisti si ricollegano a lui: hanno gli stessi valori,
La pioggia delle lacrime e la nebbia degli sdegni
gli stessi interessi, la stessa cultura e la stessa menta-
bagna e rallenta le srtie ormai stanche (=logore),
lit.
che sono fatte di errore intrecciato con ignoranza.
3. Qui Petrarca si chiede perch i signori dItalia han-
no invitato milizie straniere per combattere per essi.
Si celano i miei due dolci e consueti segni (=gli occhi
Nel Cinquecento Ariosto si chiede meravigliato come
di Laura); morta fra le onde la scienza e larte
sia possibile che Ludovico il Moro, signore di Mila-
di navigare, tanto che comincio a disperare del porto.
no, abbia potuto chiamare in Italia il re di Francia
contro il re di Napoli: le conseguenze, disastrose per
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 69
Riassunto. Il poeta paragona la sua vita a una nave, veggio fortuna in porto, et stanco omai
che con il mare in tempesta e in una notte dinverno il mio nocchier, et rotte arbore et sarte,
attraversa uno stretto pericoloso. Al timone siede il e i lumi bei che mirar soglio, spenti.
dio Amore, che il suo signore, ma anche il suo ne-
mico. Ai remi stanno pensieri sfrenati e colpevoli. E La vita fugge e non si ferma un momento
la vela spinta dal vento irresponsabile delle passio-
ni. Non ci sono pi gli occhi di Laura a guidarlo. La vita fugge e non si ferma un momento
scomparsa fra le onde la scienza e larte di navigare, e la morte le vien dietro a grandi passi;
tanto che ormai egli dispera di raggiungere il porto. e le cose presenti e le passate
mi tormentano, e anche le future;
Commento
1. Il sonetto potrebbe risalire al 1343, quando il poeta e il ricordo e lattesa mi angosciano
attraversa una profonda crisi spirituale: gli nasce da una parte e dallaltra, cos che in verit,
Francesca, la seconda figlia naturale, e il fratello se non avessi piet di me stesso,
Gherardo si fa monaco, nonostante che egli fosse sarei gi fuori di questi pensieri (=mi sarei suicidato).
contrario. Laura poi lontana da lui, perch egli si
reca a Napoli. Mi torna in mente se il mio cuore infelice ebbe mai
2. Il sonetto fatto con la consueta abilit letteraria e qualche dolcezza; e poi, dallaltra parte (=al futuro),
con il consueto uso di figure retoriche: il paragone tra vedo i venti scatenati contro la mia navigazione:
la nave e la vita, laccumulo di situazioni negative nei
primi 11 versi, la lentezza dei versi che con la loro vedo tempesta nel porto (=alla morte), ormai stanco
gravit accentuano il carattere drammatico della si- il timoniere, sono rotti lalbero e le srtie, e spenti
tuazione, luso di termini pregnanti gi indicati nel i begli occhi (=di Laura), che solevo ammirare.
sonetto iniziale (lacrimar, sdegni, error, ignorantia,
desperar), lantitesi (signore-nemico), i consueti due Riassunto. Il poeta vede la vita passare in gran fretta e
termini congiunti (Scilla et Caribdi, pronto e rio, la morte avvicinarsi. Il presente ed il passato lo tor-
bagna et rallenta, la ragion et larte). mentano ed ugualmente il futuro, tanto che egli, se
3. La presenza massiccia, qui come altrove, della re- non avesse piet di se stesso, si sarebbe gi suicidato.
torica anche in questo sonetto che sembrerebbe pi Il passato non gli ha dato gioie, il futuro si presenta
sincero di altri pone il problema se il Canzoniere sia minaccioso. Vede la sua vecchiaia sconvolta ancora
sincero o sia una semplice finzione letteraria. Una ri- dalle passioni, egli ormai stanco e gli occhi di Laura
sposta potrebbe essere questa: il poeta ritiene che sol- si sono spenti.
tanto luso estesissimo della retorica sia capace di e-
sprimere adeguatamente i suoi sentimenti. La retorica Commento
quindi labito letterario con cui egli vuole e deve 1. Il sonetto sembra avere un contenuto maggiore di
necessariamente rivestire e travestire i suoi pensieri altri (il riassunto pi lungo della media). In realt il
ed i suoi sentimenti. E noi siamo costretti a rispettare poeta dimostra di aver raggiunto un controllo ancora
questa sua concezione della retorica e tenerla presente pi raffinato del linguaggio, che ora controbilancia
quando leggiamo il Canzoniere. con il contenuto. Le figure retoriche sono numerose,
---II--- ma non si avvertono, in tal modo il contenuto acqui-
sta pi spazio e appare in primo piano.
La vita fugge e non sarresta unora, 2. Il sonetto pieno di figure retoriche: antitesi (fug-
CCLXXII ge/sarresta, vita/morte, cose presenti/passate, ri-
membrar/aspettar, or quinci/or quindi ecc.); litote
(Non sarresta); ripetizioni (il secondo verso ripete il
La vita fugge, et non sarresta una hora, concetto espresso nel primo); metafore (i lumi, cio
et la morte vien dietro a gran giornate, gli occhi di Laura) ecc. Ricompare la metafora della
et le cose presenti et le passate vita come di una nave e, di conseguenza, del vivere
mi dnno guerra, et le future anchora; come di un navigare, e della morte come del porto.
Addirittura il poeta medita una cosa reale come il sui-
e l rimembrare et laspettar maccora, cidio. Si tratta, come di consueto, di un atteggiamento
or quinci or quindi, s che n veritate, letterario.
se non chi di me stesso pietate, 3. I motivi del sonetto sono i consueti della poesia pe-
i sarei gi di questi penser fra. trarchesca: il passato angoscioso, il ricordo del passa-
to, il presente doloroso; il futuro incerto e sconvolto
Tornami avanti, salcun dolce mai dalle passioni; lamore per Laura che non conosce
ebbe l cor tristo; et poi da laltra parte momenti di debolezza; la vita che passa, che come
veggio al mio navigar turbati i vnti; una nave, che si dirige verso il porto della morte.
4. Il poeta recupera il motivo classico della vita o del
tempo che fugge. A gran giornate un calco di ma-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 70
gnis itineribus, espressione militare che significa a lettura un po attenta mostra il lavoro letterario alle
marce forzate. Sulle meridiane medioevali era scritto spalle: mali indegni et empi, a lalma disvata et
tempus fugit o tempus semper fugit. frale, in guerra et in tempesta, in pace et in por-
5. Il verso finale riservato abilmente a Laura, che to e le diverse e facili contrapposizioni.
in cima a tutti i pensieri del poeta. Il sonetto sembra 2. Il sonetto va confrontato con la canzone di Guido
pi sincero di altri proprio perch lars dicendi me- Guinizelli Al cor gentil rempaira sempre amore. Nel-
no visibile, e perci pi efficace. Ed anche perch, la strofa finale il poeta immagina di esser davanti a
diversamente dal solito, gli aggettivi adoperati sono Dio che gli rimprovera di aver amato un essere terre-
pochissimi. no ed effimero, la sua donna, e non Lui e la Regina
---II--- del Cielo. Ed egli risponde che la sua donna aveva
laspetto di un angelo disceso dal cielo, perci non
I vo piangendo i miei passati tempi, commise peccato, se lha amata. La donna stilnovisti-
CCCLVI ca porta luomo a Dio, la donna di Petrarca lo porta
invece al dissidio interiore (la terra e i beni terreni o il
cielo) e al peccato. La salvezza pu venire soltanto
I vo piangendo i miei passati tempi dalla grazia divina.
i quai posi in amar cosa mortale, ---II---
senza levarmi a volo, abbiendio lale,
per dar forse di me non bassi exempi.
Commento
1. Il sonetto sembra avere un contenuto maggiore di
altri, perch fa un uso misurato di aggettivi. Ma una
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 71
Canzone alla Vergine, CCCLXVI, 1367-72 Canzone alla Vergine
I 1.
Vergine bella, che di sol vestita, O Vergine bella (che splendente come il sole
coronata di stelle, al sommo Sole e coronata di stelle, piacesti al sommo Sole (=Dio)
piacesti s, che n te Sua luce ascose, a tal punto, che racchiuse in te la sua luce),
amor mi spinge a dir di te parole: lamore mi spinge a parlare di te:
ma non so ncominciar senza tu aita, ma non so iniziare senza il tuo aiuto e quello
et di Colui chamando in te si pose. di Colui che per amore sincarn nel tuo ventre.
Invoco lei che ben sempre rispose, Invoco colei che sempre rispose
chi la chiam con fede: a chi la chiam con fiducia;
Vergine, sa mercede o Vergine, se mai a piet
miseria extrema de lhumane cose ti mosse la misera condizione
gi mai ti volse, al mio prego tinchina, della vita umana, ascolta la mia preghiera,
soccorri a la mia guerra, soccorri ai miei affanni,
benchi sia terra, et tu del ciel regina. bench io sia fango e tu regina del cielo.
II 2.
Vergine saggia, et del bel numero una O Vergine saggia, che fai parte del bel numero
de le beate vergini prudenti, delle beate vergini prudenti,
anzi la prima, et con pi chiara lampa; anzi sei la prima, e con luce pi luminosa;
o saldo scudo de lafflicte genti o forte scudo delle genti afflitte
contra colpi di Morte et di Fortuna, contro i colpi della Morte e della Fortuna,
sotto l qual si trumpha, non pur scampa; sotto il quale non solo ci si salva, ma si trionfa;
o refrigerio al cieco ardor chavampa o refrigerio al cieco desiderio che brucia
qui fra i mortali sciocchi: qui tra gli sciocchi mortali;
Vergine, que belli occhi o Vergine, quei begli occhi
che vider tristi la spietata stampa che videro sofferenti limpronta crudele delle ferite
ne dolci membri del tuo caro figlio, sul corpo del tuo amato figlio,
volgi al mio dubbio stato, volgi al mio incerto stato, che smarrito
che sconsigliato a te vn per consiglio. viene a te per aver consiglio.
III 3.
Vergine pura, dogni parte intera, O Vergine pura, immacolata in ogni tua parte,
del tuo parto gentil figliola et madre, figlia e madre del tuo nobile parto,
challumi questa vita, et laltra adorni, che illumini questa vita e abbellisci laltra,
per te il tuo figlio, et quel del sommo Padre, per mezzo di te e del sommo Padre, tuo figlio,
o fenestra del ciel lucente altera, o finestra del cielo luminosa e superba,
venne a salvarne in su li extremi giorni; venne a salvarci negli ultimi giorni del mondo;
et fra tutti terreni altri soggiorni e fra tutte le altre donne
sola tu fosti electa, tu sola fosti prescelta,
Vergine benedetta, o Vergine benedetta,
che l pianto dEva in allegrezza torni. che tramuti in allegria il pianto dEva.
Fammi, ch puoi, de la Sua gratia degno, Rendimi, poich tu puoi, degno della sua grazia,
senza fine o beata, o infinitamente beata,
gi coronata nel superno regno. gi coronata in paradiso.
IV 4.
Vergine santa dogni gratia piena, O Vergine santa, piena di ogni grazia,
che per vera et altissima humiltate che grazie alla tua sincera e nobilissima umilt
salisti al ciel onde miei preghi ascolti, salisti al cielo, da dove ascolti le mie preghiere,
tu partoristi il fonte di pietate, tu partoristi la fonte di piet
et di giustitia il sol, che rasserena e il sole di giustizia, che rasserena
il secol pien derrori oscuri et folti; il secolo pieno derrori, oscuri e numerosi;
tre dolci et cari nomi i in te raccolti, tre dolci e cari nomi unisci in te,
madre, figliuola et sposa: madre, figlia e sposa;
V 5.
Vergine sola al mondo senza exempio, O Vergine unica al mondo e senza uguali,
che l ciel di tue bellezze innamorasti, che facesti innamorare il cielo della tua bellezza,
cui n prima fu simil n seconda, a cui fu uguale n prima n seconda,
santi penseri, atti pietosi et casti santi pensieri, atti pietosi e casti
al vero Dio sacrato et vivo tempio fecero nella tua verginit feconda
fecero in tua verginit feconda. un tempio vivente consacrato al vero Dio.
Per te p la mia vita esser ioconda, La mia vita pu essere gioconda, o Maria,
sa tuoi preghi, o Maria, o Vergine dolce e pietosa,
Vergine dolce et pia, se grazie alle tue preghiere,
ove l fallo abond, la gratia abonda. dove lerrore abbond, la grazia abbonda.
Con le ginocchia de la mente inchine, Con le ginocchia della mente inchinate
prego che sia mia scorta, ti prego di essere la mia scorta
et la mia torta via drizzi a buon fine. e si rivolgere la mia vita a buon fine.
VI 6.
Vergine chiara et stabile in eterno, O Vergine luminosa e stabile in eterno,
di questo tempestoso mare stella, stella per questo mare tempestoso,
dogni fedel nocchier fidata guida, guida fidata di ogni navigatore,
pon mente in che terribile procella rivolgi il pensiero alla terribile tempesta
i mi ritrovo sol, senza governo, in cui io mi ritrovo solo, senza timoniere,
et gi da vicin lultime strida. e ho gi vicine le ultime parole [della mia vita].
Ma pur in te lanima mia si fida Ma la mia anima peccatrice
peccatrice, i no l nego, si affida a te, io non lo nego,
Vergine; ma ti prego o Vergine; ma ti prego
che l tuo nemico del mio mal non rida: che il tuo nemico non rida della mia dannazione:
ricorditi che fece il peccar nostro, ricordati che i nostri peccati
prender Dio, per scamparne, fecero che Dio sincarnasse
humana carne al tuo virginal chiostro. nel tuo grembo virginale, per salvarci.
VII 7.
Vergine, quante lagrime gi sparte, O Vergine, quante lacrime ho gi versato invano,
quante lusinghe et quanti preghi indarno, quante lodi e quante preghiere, solamente
pur per mia pena et per mio grave danno! per accrescere la mia pena e il mio grave tormento!
Da poi chi nacqui in su la riva dArno, Da quando io nacqui sulla riva dellArno,
cercando or questa et or quelaltra parte, percorrendo ora questa, ora quellaltro paese,
non stata mia vita altro chaffanno. la mia vita non stata altro che affanno.
Mortal bellezza, atti et parole mnno Bellezza, atti e parole mortali mi hanno
tutta ingombrata lalma. ingombrato lanimo completamente.
Vergine sacra et alma, O Vergine sacra e vivificante, non tardare,
non tardar, chi son forse a lultimo anno. poich io forse sono alla fine della mia vita.
I d miei pi correnti che saetta I giorni se ne sono andati pi velocemente
fra miserie et peccati che una freccia, tra miserie e peccati,
sonsen andati, et sol Morte naspetta. e mi aspetta soltanto la Morte.
IX 9.
Vergine, in cui tutta mia speranza O Vergine, in cui io ripongo tutta la mia speranza,
che possi et vogli al gran bisogno aitarme, ti prego, aiutami nel momento del grande bisogno,
non mi lasciare in su lextremo passo. non abbandonarmi nel passaggio estremo!
Non guardar me, ma Chi degn crearme; Non guardare me, ma Chi si degn di crearmi;
no l mio valor, ma lalta Sua sembianza, non il mio valore, ma la Sua infinita sembianza
ch in me, ti mova a curar duom s basso. che in me, ti spinga a curare un uomo cos misero.
Medusa et lerror mio mn fatto un sasso Un amore insano e i miei errori mi hanno trasformato
dumor vano stillante: in sasso che versa un inutile pianto:
Vergine, tu di sante o Vergine, riempi il mio cuore stanco
lagrime et pe adempi l meo cor lasso, di lacrime sante e pietose,
chalmen lultimo pianto sia devoto, cos che almeno lultimo piano sia devoto,
senza terrestro limo, libero da inquietudini,
come fu l primo non dinsania vto. come il primo non fu privo di follia.!
X 10.
Vergine humana, et nemica dorgoglio, O Vergine benevola e nemica dellorgoglio,
del comune principio amor tinduca: ti convinca lamore per la comune origine:
miserere dun cor contrito humile. abbi piet di un cuore pentito e umile.
Che se poca mortal terra caduca Che se son solito amare con cos mirabile fedelt
amar con s mirabil fede soglio, un po di terra mortale di breve durata (=Laura),
che devr far di te, cosa gentile? che cosa dovr fare verso di te,
Se dal mio stato assai misero et vile che sei creatur cos nobile?
per le tue man resurgo, O Vergine, se mi risollevo dalla mia condizione
Vergine, i sacro et purgo assai misera e vile grazie al tuo aiuto,
al tuo nome et penseri e ngegno et stile, io consacrer al tuo nome e purificher pensieri,
la lingua e l cor, le lagrime e i sospiri. ingegno e stile, lingua, cuore, lacrime e sospiri.
Scorgimi al miglior guado, Guidami al passaggio migliore
et prendi in grado i cangiati desiri. e gradisci i miei desideri ormai cambiati.
XI 11.
Il d sappressa, et non pte esser lunge, Il giorno si avvicina e non pu essere lontano,
s corre il tempo et vola, perch il tempo corre e vola,
Vergine unica et sola, o Vergine unica e sola, ora il rimorso,
e l cor or coscentia or morte punge. ora il pensiero della morte tormentano il mio cuore.
Raccomandami al tuo figliuol, verace Raccomandami a tuo figlio, vero
homo et verace Dio, uomo e vero Dio,
chaccolga l mo spirto ultimo in pace. affinch accolga il mio spirito nella pace del cielo.
---II--- ---II---
Commento
1. Il protagonista nobile, ed appartiene ai ranghi pi
bassi della nobilt, quella di cui il popolo ha espe-
rienza. Sperpera le ricchezze, vuole recuperarle in
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 82
I Fioretti di san Francesco la retorica e sa piegarla abilmente per catturare le
simpatie del suo pubblico: il fioretto ha una struttura
simmetrica, consistente in cinque definizioni negati-
I Fioretti di san Francesco sono unanonima tradu- ve, che suscitano la curiosit di frate Leone e, con il
zione degli Actus beati Francisci et sociorum ejus, frate, degli ascoltatori; seguono tre definizioni che si
che appare verso la fine del Trecento. Il traduttore capiscono subito perch costituite da tre esempi con-
un abile letterato, che riesce a tradurre in un toscano creti, disposti in crescendo; alla fine, e soltanto alla
semplice ed efficace lo spirito di Francesco e dei suoi fine, c una definizione teorica generale, che non
primi compagni. perde mai di vista la concretezza e che si inserisce in
---II--- un contesto pi ampio e pi significativo, quello del
rapporto delluomo con Dio.
Della perfetta letizia 3. Le cinque definizioni negative hanno lo scopo di
stimolare la curiosit di frate Leone e contemporane-
Riassunto. San Francesco e frate Leone stanno an- amente dellascoltatore. Lascoltatore, se non capisce
dando verso Santa Maria degli Angeli, quando san da solo, si trova davanti alla reazione di frate Leone,
Francesco dice: Se i frati minori dessero esempio di deve soltanto imitarla, ed esprimere la sua curiosit.
santit, ebbene non ivi la perfetta letizia. Poco do- Le tre definizioni positive, che si contrappongono a
po il santo riprende: Se il frate minore facesse mira- quelle negative, riescono cos a colpire meglio lim-
coli, ebbene non ivi la perfetta letizia. Poco dopo il maginazione, lintelligenza e la memoria dellascol-
santo riprende ancora: Se il frate minore sapesse tut- tatore. Lo scrittore non avrebbe colpito in maniera
te le lingue e tutte le scienze, ebbene non ivi la per- cos efficace, se avesse dato subito la definizione teo-
fetta letizia. Poco dopo il santo riprende ancora: Se rica di perfetta letizia, anzi si sarebbe perso in una de-
il frate minore convertisse tutti gli infedeli, ebbene finizione astratta, senza collegamenti con la vita rea-
non ivi la perfetta letizia. le, una definizione perci incomprensibile e indigesta
A questo punto, incuriosito, frate Leone chiede al per lascoltatore. Per lo stesso motivo ricorre agli e-
santo in che cosa consista allora la perfetta letizia. sempi sia nelle definizioni negative sia in quelle posi-
Il santo risponde: Quando noi arriviamo a Santa Ma- tive.
ria degli Angeli tutti bagnati e infreddoliti, se il frate 4. La perfetta letizia, di cui parla lo scrittore, la
guardiano, non riconoscendoci, ci caccer, ebbene ivi forma di felicit pi completa di cui si possa godere
perfetta letizia. Se noi insisteremo ed egli ci caccer qui sulla terra. Essa ben diversa della felicit ultima
in malo modo e noi sopporteremo tutto ci paziente- che si raggiunge in cielo e che consiste nella visione
mente e con gioia, ebbene ivi perfetta letizia. Se noi di Dio. Lo scrittore sa che questa felicit la visione
insisteremo ancora, ed egli ci bastoner, e noi soppor- mistica di Dio come immaginata ad esempio da
teremo tutto ci pazientemente e con gioia, pensando Dante (Pd XXXIII, 67-145) lontana e per i suoi
alle sofferenze di Cristo, ebbene ivi perfetta letizia. ascoltatori incomprensibile. Perci, pieno di buon
Insomma, perfetta letizia vincere se stessi e per a- senso, delinea una felicit che terrena, che facil-
more di Cristo sopportare volentieri pene, ingiurie, mente, anzi quotidianamente raggiungibile, che d un
obbrobri e disagi. Noi non ci possiamo gloriare di tut- senso alle sofferenze, alle malattie e alle offese rice-
ti gli altri doni di Dio, perch provengono da Lui, non vute. Insomma Francesco si apre allaltro mondo, ma
da noi. Ma delle sofferenze noi ci possiamo gloriare, senza nessuna fretta teologica. E con fraterno buon
perch sono nostre. senso indica il modo per affrontare positivamente i
dolori e le sofferenze della vita quotidiana, senza che
Commento essi ci travolgano. E senza trasformare la propria vita
1. Ci sono cinque definizioni negative di ci che non terrena in un inferno di odii, di invidie, di rancori, di
la perfetta letizia; poi c la reazione di frate Leone, frustrazioni e di insoddisfazioni.
che, finalmente incuriosito, chiede una definizione 5. Francesco dAssisi e, sulle sue orme, lordine fran-
positiva di perfetta letizia. Segue la risposta: Se noi cescano rifiuta i valori della societ del tempo, incen-
fossimo respinti, se noi fossimo offesi, se noi fossimo trati sul benessere, sul potere e sulla ricchezza. Ma
picchiati dal frate guardiano, questa perfetta leti- contemporaneamente riesce a dare un senso e una
zia. E la conclusione finale: La perfetta letizia con- giustificazione agli aspetti negativi e pi penosi, che
siste nel piegare la nostra volont e la nostra superbia caratterizzavano costantemente la vita quotidiana
alla volont di Dio, e per amore di Lui sopportare do- dellascoltatore.
lori, offese e disagi. La perfetta letizia perci consi- 6. Il Duecento e il Trecento (ma anche quelli succes-
ste nellimitazione di Cristo e della sua passione: co- sivi) sono secoli impregnati di cultura religiosa per-
me Egli ha sofferto sulla croce per la nostra salvezza, ch gli scrittori sono religiosi o perch parlano di ar-
cos noi accettiamo le sofferenze della vita per amore gomenti religiosi. Tale cultura il frutto di una accu-
verso di Lui e per amore verso il prossimo. ratissima assimilazione della retorica antica. A sua
2. Il fioretto semplice, facile, lineare, essenziale. volta essa sar assimilata o semplicemente imitata
Sotto lapparente semplicit e ingenuit, rivela per dalla cultura laica del Trecento e del Quattrocento.
la mano di un grande letterato, che conosce larte del- Lassimilazione avviene senza traumi perch molti
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 83
ecclesiastici sono letterati e molti letterati hanno pre- 11. La proposta, espressa nel fioretto, di accettare tut-
so i voti minori, per poter godere di prebende, in to ci che proviene da Dio si trova gi nel Cantico di
cambio di una sottomissione formale alla Chiesa. Per Frate Sole o Laudes creaturarum di Francesco
il Trecento lesempio pi tipico F. Petrarca (1304- dAssisi (1182-1226) e nella laude O Segnor, per cor-
1374), che passava per la parrocchia di Santa Giusti- tesia di Jacopone da Todi (1236ca.-1306). Francesco
na (Padova) soltanto per incassare le sue spettanze. invita ad accettare da Dio infirmitate et tribulatio-
7. Il ricorso ad esempi facili e immediati caratterizza ne. Jacopone si augura ogni male perch ha corri-
la retorica religiosa sia del volgarizzatore dei Fioretti sposto con ingratitudine allamore che Dio gli ha ri-
sia di Passavanti. Ambedue gli autori avevano lo stes- volto: O Signore non una punizione adeguata Tut-
so pubblico popolare. Eppure la semplicit e limme- ta la sofferenza che io mi sono augurato, Perch tu mi
diatezza sono soltanto apparenti: alle spalle esse han- creasti per tuo amore, Ed io ti ho ucciso per ingratitu-
no una lunga tradizione culturale, costantemente ar- dine.
ricchita e messa alla prova dei fatti, che rivela espe- 12. Il Fioretto riesce a tradurre tutti i discorsi fatti sul
rienza, capacit di persuadere, conoscenza dellanimo male e sul dolore dalla filosofia antica e cristiana in
umano e dei suoi meccanismi. Le tecniche della per- una semplice e chiara ricetta, facile da applicarsi ogni
suasione o i persuasori occulti esistevano gi nel giorno: sopportare in silenzio, pensando alle soffe-
mondo antico e nel Medio Evo: ai nostri giorni sono renze di Cristo sulla croce, ritenere che la sofferenza
stati soltanto riscoperti e banalizzati da studiosi im- ci accomuni a Cristo e che sia uno speciale segno di
provvisati e da pubblicitari privi di cultura e senza distinzione riservato da Dio per noi. Nel mondo anti-
fantasia. co gli epicurei (sec. III-II a.C.) avevano elaborato il
8. Il fioretto costituisce anche uno straordinario e- tetrafarmaco (le quattro medicine): a) gli dei non si
sempio di come si possa insegnare coinvolgendo e occupano degli uomini e passano il tempo in cielo a
interessando lascoltatore. Ma costituisce anche uno banchettare; b) un male intenso di breve durata; c)
splendido esempio di farmacopea: la logoterapia. Il un male lungo facilmente sopportabile; d) la felicit
mondo antico costretto a sviluppare quel sistema di facile da raggiungere. Gli stoici (sec. III-II a.C.) a-
lenimento del dolore costituito dalle parole di confor- vevano parlato di indifferenza, di imperturbabilit e
to, dalle parole incoraggianti, dalle parole che mini- di insensibilit come tecniche efficaci per combattere
mizzano il male e richiamano i pensieri al bene. In il male. Da parte sua Agostino dIppona (354-430)
attesa della morte a cui era stato condannato, Anicio aveva sostenuto che il male era pura assenza di bene,
Manlio Severino Boezio (481ca.-526) scrive il De era semplice non essere. Ci non lo rendeva per pi
consolatione philosophiae. piacevole.
9. I Fioretti si rivolgono al popolo, parlano con la 13. Dopo Francesco dAssisi la figura pi importante
semplicit che il popolo capisce e offrono al popolo dellordine santAntonio da Padova (1195-1231),
la visione dellal di qua e dellal di l che il popolo ma nato a Lisbona. La Chiesa li ha proclamati santi.
capisce. Non c niente del titanico e del sublime Grazie alla costruzione della basilica del Santo Pado-
mondo terreno e ultraterreno tratteggiato da Dante va (1233-1310) diventa un centro economico di pri-
nella Divina commedia. Lal di l non nemmeno maria importanza. Oltre alla basilica ci sono altre
accennato. La visione mistica di Dio impensabile. chiese significative: il duomo (ricostruito nel 1522-
Tutti gli Itineraria mentis in Deum escogitati dai mi- 82), la basilica di santa Giustina (ricostruita nel 1501-
stici medioevali sono completamente assenti. C in- 1506), la cappella degli Scrovegni (1303-05), affre-
vece una semplice, chiara e utile fede in Dio, con la scata da Giotto, la chiesa degli Eremitani, la chiesa di
quale luomo comune rende pi tollerabile la sua esi- santa Maria dei Servi, la chiesa della Madonna del
stenza quotidiana, immersa nei dolori, nelle sofferen- Carmine, la chiesa di Ognisanti, la chiesa di santa So-
ze e nella carenza di tutto. fia e altre chiese minori. I palazzi laici di Padova me-
10. La lingua italiana forgiata senzaltro da Dante e dioevale sono pochi: il Palazzo della Ragione (1218,
molti secoli dopo anche da Manzoni, ma non si devo- 1306) con la piazza delle Erbe e della Frutta e la torre
no dimenticare tutti i frati che portavano linsegna- con lorologio Dondi (1344). Il palazzo comunale,
mento della Chiesa e un po di cultura con le loro il Caff Pedrocchi, il palazzo delluniversit o del
prediche semplici e coinvolgenti, declamate con voce Bo sono costruiti secoli dopo, per lo pi nellOtto-
chiara e scritte in un italiano facile da comprendere. cento. In altre parole fino a met Ottocento lecono-
Questo italiano per il popolo era inevitabilmente e mia girava intorno alla Chiesa e alle chiese.
fortunatamente forgiato sul latino, la lingua ufficiale ------------------------------II-----------------------------
della Chiesa. Il latino ecclesiastico era vicino al latino
di Giulio Cesare, non al latino retorico e letterario (o
avvocatesco) di Cicerone. Manzoni aveva sempre gli
umili (o i popolani) in testa, ma certamente non li
amava: costruisce un italiano moderno che un ita-
liano letterario, ciceroniano, non un italiano che serva
alla vita quotidiana e alla comunicazione.
Riassunto. Il riassunto della ballata impossibile. O destino o, meglio, della fortuna affrontato di l a po-
meglio esso gi sintetizzato nella ripresa: La gio- co da Ludovico Ariosto (1474-1533) nellOrlando
vinezza bella, ma fugge via. meglio coglierla nel furioso (1503-32), che parla del carattere imprevedi-
presente, perch il futuro incerto. Tutto il resto del bile e paradossale della vita umana, e da Niccol Ma-
contenuto accessorio, ha valore soltanto come ulte- chiavelli (1469-1527) nel Principe (1512-13), che ri-
riore e coinvolgente ripetizione e dimostrazione della fiuta ogni fatalismo e invita allazione virile ed ir-
ripresa, che altrimenti risulterebbe una semplice ed ruenta contro tutti gli ostacoli che si frappongono alla
astratta enunciazione. Oltre alla ripresa e al resto del- volont del principe.
la canzone (Bacco, Arianna, le ninfe ed i satiri), che ------------------------------II-----------------------------
la illustra, la canzone costituita dal senso di malin-
conia e di disperazione che i versi riescono ad emana- Franois Villon (1413-dopo 1463) ha una vita assai
re e ad infondere nel lettore (o nellascoltatore). Il movimentata che lo porta pi volte in galera e a una
contenuto vero della ballata proprio questo senso condanna a morte che evita grazie ai protettori. Dopo
disperato di malinconia. La ripetizione della ripresa il 1463 fa perdere le sue tracce. Data la vita spericola-
lo rende ossessivo ed esasperato: diventa un ango- ta, che lasciava tracce negli archivi dei tribunali,
scioso (e non liberatorio) invito a godere finch c probabile che sia morto poco dopo. Le sue opere so-
tempo, prima del diluvio imminente. Questo un ef- no pubblicate nel 1489 ed hanno un grandissimo suc-
fetto inconsueto della figura retorica dellanafora (o cesso. Se ne fanno moltissime edizioni. Pu essere
ripetizione). considerato lantesignano dei poeti maledetti del-
lOttocento: Charles Baudelaire e i suoi seguaci.
Commento Scrive il poema giovanile Le lais e Il testamento, che
1. Lorenzo de Medici invita a cogliere la giovinezza, sinseriscono nei filoni culturali e poetici del tempo.
poich non si pu riporre alcuna speranza nel futuro. Le sue poesie pi famose sono la Ballata degli impic-
Il poeta sembra presagire le nubi che si stanno adden- cati e la Ballata delle donne del tempo che fu.
sando sullItalia, che di l a poco (1494) sar invasa Il titolo della prima ballata non dellautore, quindi
dagli eserciti stranieri. Il fatto paradossale e assurdo dovrebbe essere il primo verso. Tanto pi che il poeta
che sono gli stessi italiani (gli Sforza di Milano) a voleva riservare la sorpresa di scoprire chi erano i
chiamare in Italia gli stranieri contro altri italiani (il protagonisti della ballata. Ma ormai con questo titolo
regno di Napoli). nota e cos resta. Nella seconda ballata lavverbio
2. Il tema della giovinezza collegato a quello jadis unaggiunta posteriore, ma ormai fa parte del
dellamore e a quello della felicit. Lorenzo si appro- titolo ufficiale, e resta. Potrebbe essere considerato
pria di un motivo stilnovistico: soltanto chi ha il cuo- una ripetizione inutile.
re insensibile pu resistere allamore. La ballata degli impiccati stata tradotta liberamente
3. La canzone, che pure invita alla gioia e allamore, da Fabrizio De Andr, che assume un altro punto di
attraversata da una profonda vena di tristezza: sem- vista: in Villon gli impiccati chiedono perdono ai vivi
bra che inviti a godere, perch domani non pi pos- per i loro crimini, nel poeta genovese gli impiccati
sibile farlo e non si pu prevedere n dominare ci accusano la societ di averli giustiziati e di non aver
che ci aspetta. Il futuro incombe minaccioso sulla vita avuto piet per loro.
delluomo. Con Lorenzo quindi finisce la fiducia ot- Si esce dalla letteratura italiana per mostrare che cosa
timistica che gli umanisti avevano nelle capacit u- succedeva e come si vedeva la morte e la bellezza
mane di costruire e di dominare il futuro. Il tema del femminile in una cultura vicina.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 122
Franois Villon (1413-dopo 1463), Ballade La ballata degli impiccati
des pendus, 1462, 1489
Frres humains qui apres nous vivez Fratelli umani che dopo noi vivete,
Nayez les cuers contre nous endurciz, non abbiate il cuore contro noi indurito,
Car, se piti de nous pauvres avez, perch, se piet di noi miseri avete,
Dieu en aura plus tost de vous merciz. Iddio vi dar una ricompensa maggiore.
Vous nous voyez cy attachez cinq, six Qui ci vedete appesi, cinque, sei,
Quant de la chair, que trop avons nourrie, e la carne, che abbiamo troppo nutrito,
Elle est piea devoree et pourrie, ormai divorata [dai vermi] e imputridita,
Et nous les os, devenons cendre et pouldre. e noi ossa diventiamo cenere e polvere.
De nostre mal personne ne sen rie: Del nostro male nessuno ci derida,
Mais priez Dieu que tous nous veuille absouldre! ma pregate Iddio che ci voglia assolvere!
Se frres vous clamons, pas nen devez Se vi chiamiamo fratelli, non dovete
Avoir desdain, quoy que fusmes occiz aver disdegno, bench siamo impiccati
Par justice. Toutesfois, vous savez dalla giustizia. Tuttavia voi sapete
Que tous hommes nont pas le sens rassiz; che gli uomini non hanno troppo senno.
Excusez nous, puis que sommes transis, Poich siamo trapassati, per noi chiedete perdono
Envers le filz de la Vierge Marie, al Figlio della Vergine Maria:
Que sa grce ne soit pour nous tarie, che la sua grazia non sia per noi scarsa
Nous prservant de linfernale fouldre. e ci salvi dal fuoco dellInferno.
Nous sommes mors, ame ne nous harie; Noi siamo morti, nessuno ci disprezzi,
Mais priez Dieu que tous nous vueille absouldre! ma pregate Iddio che ci voglia assolvere!
Prince Jhesus, qui sur tous a maistrie, O principe Ges, che su tutti hai dominio,
Garde quEnfer nait de nous seigneurie: fa che lInferno non abbia su di noi signoria:
A luy navons que faire ne que souldre. con lui non abbiamo niente a che vedere.
Hommes, icy na point de mocquerie; Uomini, qui non c posto per lo scherno;
Mais priez Dieu que tous nous vueille absouldre. ma pregate Iddio che ci voglia assolvere!
---II--- ---II---
Riassunto. Il poeta si rivolge al suo signore e alla fine 2. Taide citata da Dante come prostituta e adulatri-
anche alla Vergine del cielo, e chiede di dire dove so- ce (If XVIII, 127-136): la si poteva considerare con
no Flora, la bella romana, Arcipiada, Taide, Eco, E- indulgenza una donna di liberi costumi, con un senso
loisa, Berta dai grandi piedi, Erremburgis, Giovanna forte dellaltruismo e di dedizione al prossimo. Berta
dArco, bruciata a Rouen, e altre donne (per unn tota- dai piedi grandi considerata bella: ogni epoca ha il
le di undici). E ogni volta risponde con unaltra do- suo concetto di bellezza, su cui non conviene discute-
manda: ma dove sono le nevi dellanno passato? re, perch arbitrario. Giovanna dArco (1412-1431)
Questa e soltanto questa la risposta per il presente citata per ultima ed la donna pi recente.
come per il futuro, che egli potr avere. 3. Il poeta si rivolge al suo signore, a cui pone una
domanda che interessava lui e tuti gli uomini: dove
Commento sono le donne pi belle del passato. E d ogni volta,
alla fine di ogni strofa di ottave, la stessa risposta, che
1. Le donne citate sono di diverso tipo: leggendarie unaltra domanda: ma dove sono le nevi dellanno
(Flora, Taide, la regina senza nome che assassin Bu- passato? La risposta immediata: le nevi dellanno
ridano, Bianca, Beatrice, Alice), mitologiche (la ninfa
passato si sono sciolte e sono scomparse. Cos le
Eco), storiche (Eloisa, Berta, Eremburgis, Giovanna donne e la loro bellezza. Ma dantan significa sia
dArco). Arcipiada erroneamente un uomo: Alci- anno passato, sia un tempo indeterminato del pas-
biade (Atene, 450 a.C.-Frigia, 404 a.C.), un politico sato: le donne del tempo che fu. Curiosamente la
Ateniese su cui al tempo si avevano vaghe notizie. La canzone non sviluppa lidea che, se le nevi si sono
dodicesima donna la Vergine Maria, che si contrap- sciolte, poi sono nuovamente cadute e quindi si sono
pone alle altre donne, poich ha una vita e una bellez- nuovamente sciolte. Insomma le donne scomparse
za immortale. Ci che conta per non il numero del-
sono state sostituite da nuove donne, pi fresche e pi
le donne, ma la loro fama di essere bellissime. La appetibili. Altrimenti il mondo sarebbe divenuto pre-
grafia quella del francese di oggi. da dei sodomiti.
37. Vediamo una balena, la pi grande che si fosse [Astolfo felice dellamore che la maga prova per
mai vista per i mari: undici passi e pi mostra le sue lui. Questo amore per finisce con la stessa rapidit
spalle fuori delle onde salate. Tutti insieme cadiamo con cui era incominciato: dopo tre mesi la maga si
nello stesso errore, perch era ferma e perch non si stanca di lui e lo trasforma in mirto. Cos il paladino
era mai mossa: credemmo che essa fosse unisoletta, non pu andare in giro a sparlare di lei; e lei arricchi-
cos distanti tra loro erano testa e coda. sce il suo giardino.]
38. La maga Alcina faceva uscire i pesci dallacqua Riassunto. Dopo un lungo volo con lippogrifo Rug-
con semplici parole e con puri incantesimi. Ella era giero discende su unisola meravigliosa. Scende da
nata con la fata Morgana, non so dire se contempora- cavallo, lega lanimale a un cespuglio e si rinfresca il
neamente, o prima, o dopo. La maga Alcina mi guar- volto accaldato con lacqua di un ruscello l vicino.
d, e subito le piacque il mio aspetto, come mostr Ma il cavallo si imbizzarrisce e il cespuglio si mette a
subito. E pens di separarmi dai compagni con parlare. Lo prega di slegare le briglie del cavallo dal
lastuzia e con lingegno. E il piano le riusc. suo fusto, perch lo feriscono. Ruggiero lo fa. Poi il
cespuglio racconta la sua storia. Astolfo, uno dei
39. Ci venne incontro con il viso lieto e con modi paladini di Carlo Magno. La maga Alcina lo vede, se
graziosi e riverenti, e disse: O cavalieri, se vi fa pia- ne innamora, lo separa dai suoi compagni, quindi lo
cere di restare oggi con me, vi far vedere, mentre porta nella sua isola. Qui gli dichiara il suo amore.
pesco, specie differenti di tutti i pesci: quello che ha Astolfo felice e a sua volta si sente innamorato. E
le scaglie, quello che molle, quello che ha il pelo. folleggia con la donna. Lei si dedicava sempre a lui e
Essi saranno pi numerosi delle stelle che sono nel lui a lei. Pensava che lamore fosse eterno, ma dopo
cielo. tre mesi lei si stanca di lui e lo trasforma in cespuglio,
con cui adorna il suo giardino, come aveva fatto con
40. E, se volete vedere una sirena, che con il suo dol- tutti gli amanti precedenti. Cos abbellisce il giardino
ce canto accheta il mare, passiamo da questa allaltra e lui non va in giro a sparlare di lei.
spiaggia, dove a questora sempre solita tornare. E
ci mostr quella balena grandissima, che, come dissi, Commento
pareva unisoletta. Io, che fui sempre avventato nelle 1. Astolfo il pi saggio, il pi razionale e il pi re-
decisioni (e me ne rincresce), salii sopra quel pesce. sponsabile dei paladini... Orlando, il pi forte dei pa-
ladini, diventa pazzo soltanto perch una donna lo ha
41. Rinaldo mi accennava, come Dudone, di non an- respinto. Ruggiero non ha n tempo, n voglia, n ca-
dare; ma non serv a niente. La maga Alcina, con il pacit per preoccuparsi di se stesso: ci pensa il mago
viso sorridente, lascia gli altri due e sale dietro di me. Atlante o Bradamante e, comunque, sempre gradito
La balena, pronta a partire, se ne and a nuoto per le e desiderato per la sua bellezza, e, finch non si spo-
onde salate. Mi pentii subito della mia sciocchezza, sa, pu stare sicuro. Anche Astolfo per ha le sue de-
ma ormai mi trovavo troppo lontano dalla spiaggia. bolezze: si vanta perch ha fatto innamorare pi di
qualche donna di s (non dice per come abbia fatto).
42. Rinaldo si cacci nellacqua a nuoto per aiutarmi E non si dimostra troppo rapido di mente, perch non
e quasi anneg, perch si alz un vento furioso, che capisce lintenzione che la maga ha su di lui. Rinaldo
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 136
almeno cerca di sottrarlo alle grinfie della donna. Poi scenza e di valutazione della realt del suo tempo. La
per, dopo i primi momenti di timore, contento dei ragione si dimostrava incapace di interpretare e ancor
propositi e della disponibilit amorosa della maga. pi di dominare gli avvenimenti politici che dramma-
Non ha molte pretese per essere contento: basta che ticamente si susseguivano. Occorreva una rete con-
una donna sinnamori di lui (o almeno lo dica). Non cettuale pi vasta, occorreva la rete del mondo
si accorge nemmeno di essere un uomo-oggetto: la dellimmaginazione, da lanciare sulla realt. Lo stru-
donna lo usa (e lui contento), si stanca e lo butta. O, mento era allaltezza della situazione: erano pi in-
meglio, poich non vuole sprecare niente dei suoi credibili i fatti che accadevano nella realt o i fatti
amanti, lo trasforma in mirto per il suo giardino. immaginati nel poema? Era pi incredibile linva-
vero per che non se la prende troppo della sua sven- sione dellItalia oppure un cavallo che vola o un dia-
tura di essere stato trasformato in mirto: il ricordo dei logo tra un uomo e un mirto?
piacevoli momenti passati con la maga ha il soprav- ---II---
vento. E, fedele alla sua saggezza, d a Ruggiero
buoni consigli che il paladino non ascolta. In seguito La maga Alcina, VII, 9-19
riacquista le sembianze umane e va sulla luna per ri-
prendere il senno di Orlando. Qui scopre che non a- [Ruggiero incontra la maga Alcina nel suo castello. E
veva tutto il suo senno, come credeva... non pu credere che sia malvagia, come gli ha detto
2. La maga Alcina rappresenta la donna lussuriosa, Astolfo, trasformato in mirto, perch bellissima.]
che ha e che pratica una concezione sensuale della-
more. Essa ha le idee chiare su ci che vuole dalla vi- 9. La bella Alcina venne un pezzo avanti, verso Rug-
ta: soddisfazioni fisiche procurate da una processione giero fuori delle prime porte, e lo accolse con un a-
interminabile di amanti, che licenzia e trasforma in spetto signorile, in mezzo alla bella e onorata cor-
alberi, non appena la stancano. In tal modo, giudizio- te. Da tutti gli altri tanto onore e tante riverenze furo-
samente, unisce il dilettevole gli amanti allutile no fatte al forte guerriero, che non potrebbero far pi,
il possesso di un bel giardino : gli amanti, una volta se Dio fosse sceso tra loro dal cielo pi alto.
usati, vengono trasformati in piante e vanno ad arric-
chire il vasto giardino dellisola... La donna per in 10. Il bel palazzo era eccellente non tanto perch vin-
tal modo ottiene anche un altro risultato: evita che es- ceva ogni altro palazzo per ricchezza, quanto perch
si, per il fatto di essere stati licenziati, si vendichino e aveva la pi piacevole gente che fosse al mondo e di
sparlino di lei. Il proprio buon nome va sempre dife- pi gentilezza. Poco era differente lun dallaltro per
so... et fiorita e per bellezza: soltanto Alcina era la pi
3. Davanti ad Astolfo le reazioni della maga sono ve- bella di tutti, cos come il sole pi bello dogni stel-
locissime: lo vede, se ne innamora subito, escogita e la.
attua il piano di isolarlo dai suoi compagni e di rapir-
lo, quindi dichiara il suo amore. Dopo tre mesi, men- 11. Di persona era tanto ben formata, quanto di me-
tre il paladino ancora innamorato, lei gi stanca glio i bravi pittori sanno immaginare. Ha la bionda
e lo trasforma in un bel cespuglio. La donna indub- chioma lunga e annodata: loro non risplende n ab-
biamente lussuriosa, ma Astolfo ha linnamoramento baglia di pi. Sulle guance delicate si spargeva un co-
facile e di poche pretese, poich cerca soltanto la lore misto di rose e di ligustri. e di terso avorio aveva
soddisfazione dei sensi. la fronte lieta, che completava il volto in una giusta
4. La maga Alcina si inserisce nella galleria di perso- proporzione.
naggi femminili creati dal poeta: Angelica, lideale
concreto di femminilit; Bradamante, la donna astuta 12. Sotto i due neri e sottilissimi archi delle sopracci-
e guerriera; la maga Alcina, la donna lussuriosa e glia aveva due occhi neri, anzi due chiari soli, pietosi
sensuale. Il poema presenta per numerosi altri per- a riguardare, a muovere parchi. Intorno ad essi pare
sonaggi femminili, ognuno dei quali si distingue e si che lAmore scherzi e voli, e che da l tutta la faretra
caratterizza rispetto a tutti gli altri. scarichi e che visibilmente rubi i cuori. Da qui il naso
5. Con la figura di Alcina Ariosto rovescia la figura scende in mezzo al viso, che linvidia non trova ne-
sociale della donna, che in genere sempre passiva. anche un punto da migliorare.
Con la figura di Astolfo riversa la sua ironia sulla fi-
gura maschile: il paladino luomo pi saggio del 13. Sotto il naso sta, quasi fra due vallette, la bocca
poema, ma senza opporre alcuna resistenza perde la sparsa di nativo cinabro. Qui due filze sono di perle
testa per la prima donna che incontra e che si dice elette, che un bello e dolce labbro chiude ed apre. Da
innamorata di lui. Egli prima subisce lamore, poi qui escono le cortesi parolette da render molle ogni
subisce la trasformazione in mirto. Nellipotesi mi- cuor rozzo e scabro. Qui si forma quel soave sorriso,
gliore quindi gli uomini sono passivi e succubi delle che apre a sua posta il paradiso in terra.
donne...
6. I poemi tradizionali erano opere devasione oppure 14. Bianca neve il bel collo, e il petto latte; il collo
che celebravano il lettore-committente. Ariosto riesce tondo, il petto colmo e largo. Due pomi acerbi, e
a trasformare la sua opera in uno strumento di cono- pure fatti davorio, vanno e vengono come onda al
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 137
primo margine (=sulla spiaggia), quando una brezza Angelica e leremita, VIII, 47-50
piacevole combatte il mare. Argo con i suoi cento oc-
chi non potrebbe vedere le altre parti. Ben si pu giu- [Angelica in una delle sue numerose disavventure
dicare che corrisponde a quel che appare di fuori quel finisce nelle mani di un eremita, che la consola con
che si nasconde. parole belle e devote e intanto le accarezza i seni e le
guance rigate di lacrime. Poi cerca di andare oltre]
15. Le braccia mostrano la loro giusta misura; e la
candida mano spesso si vede lunghetta alquanto e di 47. Leremita comincia a confortarla con alquante ra-
larghezza angusta, dove n nodo appare n vena ec- gioni belle e devote. E, mentre parla, pone le mani
cede. Alla fine si vede il breve, asciutto e rotondetto audaci ora per il seno, ora per le gote bagnate di la-
piede della persona augusta. Gli angelici sembianti crime. Poi pi sicuro va per abbracciarla; ella sdegno-
nati in cielo non si possono celare sotto alcun velo. setta lo percuote con una mano sul petto e lo rispinge,
e tutta si tinge donesto rossore.
16. In ogni parte del suo corpo aveva teso un laccio
(=una trappola), che parli, sorrida, canti o muova un 48. Egli, che aveva una tasca a lato, la apr e ne trasse
passo. Non c da meravigliarsi se Ruggiero cattu- unampolla di liquore; e negli occhi possenti, onde
rato, poich la trova tanto ben disposta verso di lui. sfavilla la pi rovente fiaccola chabbia Amore,
Quel che di lei aveva gi sentito dire dal mirto spruzz di quel leggermente una stilla, che ebbe la
(=Astolfo), che perfida e malvagia, poco gli giova, capacit di farla dormire. Giace supina sulla sabbia a
perch non gli sembra che linganno o il tradimento tutte le voglie del vecchio rapace.
possano stare con un cos soave sorriso.
49. Egli labbraccia e la tocca a piacere, ma ella dor-
Riassunto. La maga Alcina viene incontro a Ruggiero me e non pu difendersi. Ora le bacia il bel petto, ora
e lo accoglie con un volto gentile. La corte della don- la bocca. E non vi chi lo veda in quel luogo selvag-
na lo riceve con onore e riverenze. La maga era la pi gio e solitario. Ma nellincontro il suo destriero tra-
bella di tutti i presenti. Aveva un corpo ben formato, bocca, perch il corpo infermo non risponde al suo
le guance color di rosa, la fronte color dellavorio. desiderio. Non era pi adatto, perch aveva troppi
Aveva occhi che lanciavano frecce. Aveva la bocca anni; e potr fare peggio, quanto pi lo costringi.
rossa, due file di denti che sembravano perle e un sor-
riso luminoso. Il petto era colmo e largo. I seni erano 50. Tenta tutte le vie, tutti i modi, ma quel pigro roz-
acerbi e oscillanti. Si pu pensare che quel che teneva zone non per questo salta. Invano gli scuote il freno e
nascosto sotto le vesti fosse bello come quello che si lo tormenta. Non riesce a fargli tenere alta la testa.
vedeva. Ogni parte del suo corpo era un laccio amo- Alla fine si addormenta presso la donna e unaltra
roso. Non c da meravigliarsi se Ruggiero cattura- nuova sciagura ancora lo assalta: la Fortuna non co-
to. Saperla perfida e malvagia, come aveva detto A- mincia mai per poco, quando piglia a scherno e a gio-
stolfo, poco gli giova, perch impensabile che co un mortale.
linganno e il tradimento possano stare con un sorriso
cos soave. Riassunto. Leremita cerca di confortare Angelica e
le palpeggia i seni e le guance bagnate di lacrime. Poi
Commento cerca di abbracciarla, ma lei lo respinge. Lui allora la
1. Ruggiero incontra la maga Alcina nel suo palazzo addormenta con una goccia di liquore. Lei distesa
e circondata dalla sua corte. La donna bellissima e sulla sabbia, nelle sue mani. Lui labbraccia e la tocca
non potrebbe essere pi bella. Ogni parte del suo cor- a piacere Ella dorme e non pu difendersi. Le bacia il
po attraente e si trasforma in una trappola amorosa. petto e la accarezza, poi cerca di violentarla, ma il
Il guerriero sa da Astolfo che perfida e malvagia, corpo infermo non risponde al desiderio e il suo arne-
ma poco gli giova, perch non gli sembra che se non reagisce. Invano cerca di fargli alzare la testa.
linganno o il tradimento possano stare con un sorriso Alla fine si addormenta accanto alla donna.
cos soave.
2. Le bellezze della maga nascoste sotto le vesti sono Commento
appena accennate. Sono ampiamente descritte invece 1. Il vecchio eremita ha Angelica nelle sue mani.
quelle di Olimpia, che era stata offerta come cibo Prima la palpeggia, poi cerca di violentarla, ma il suo
allorca (XI, 67-71). rozzone non ce la fa. Insiste, ma invano: non ne vuol
3. La maga Alcina era una ninfomane, sempre affa- proprio sapere. Allora si addormenta accanto alla
mata di sesso, come le donne dellexcursus di Astol- donna. Ariosto sviluppa pi volte il tema delleroina
fo, re dei Longobardi, e Giocondo (XXVIII, 1-74). in mortale pericolo, che poi, in un modo sempre sor-
Ma le ninfomani esistono soltanto nei romanzi o nei prendente, esce indenne dai guai. Il tpos rimane an-
poemi come questo e sono una semplice proiezione cora oggi nei romanzi dintrattenimento e nei film pi
dei desideri maschili. o meno dautore. Il lettore o lo spettatore, come la let-
---II--- trice o la spettatrice si immedesimano nella situazione
di pericolo, senza per correrla materialmente.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 138
2. Un altro paradosso del poema: leremita ha Ange- con suono fioco e lamentoso, ma non prosegu, per-
lica nelle sue mani, addormentata e distesa sulla sab- ch lo fece restare dentro il gran rumore che si sent
bia, insomma in suo potere e pronta alluso. E po- nel mare.
trebbe possederla, ma il suo armese non ce la fa. Egli
lo stimola, ma invano, alla fine desiste dal suo propo- 100. Ecco apparire lo smisurato mostro mezzo nasco-
sito e la donna salva, lo stupro non consumato. sto nellonda e mezzo sorto. Come un lungo naviglio,
3. Il destriero il pene delluomo, che non nitrisce sospinto da Borea o da Ostro, suole venire ad attrac-
n scalpita pi: sono ricordi della giovinezza. Ma il care in porto, cos la bestia orrenda viene al cibo, che
desiderio sessuale rimane pure forte, anche in un cor- le mostrato. E lintervallo breve. La donna mez-
po ormai debilitato dagli anni. In seguito Ruggiero si za morta di paura, n per il conforto altrui si rassicu-
prepara a fare la stessa cosa (sempre) con Angelica, ra.
ma il suo arnese (=larmatura) gli fa perdere tempo
(X, 114). Il paladino non riesce a slacciarla e a to- [Ruggiero combatte strenuamente contro il mostro.
gliersela in fretta e ancora una volta la donna salva. Alla fine lo stordisce con lo scudo fatato, fa salire
4. Dopo il mago Atlante (IV, 15-40) il vecchio eremi- Angelica sul cavallo alato e parte velocemente: il mo-
ta il secondo personaggio anziano che si incontra stro non morto.]
nel poema. Ma i due vecchi sono accomunati sola-
mente dagli anni. Per il resto sono del tutto diversi. 114. Qui il bramoso cavaliere ferm laudace corso
Lo scrittore presta attenzione anche ai vecchi. del cavallo, discese nel prato e fece raccogliere al suo
---II--- destriero le penne, ma non a un altro [uccello] che pi
le aveva distese. Sceso del destriero, appena si trat-
Angelica legata allo scoglio, X, 95-115 tenne di salire laltro [uccello]; ma larnese
(=larmatura) lo trattenne, lo trattenne larnese, che
[Angelica legata nuda a uno scoglio, per essere sa- doveva togliere e contro il suo desiderio aveva messo
le sbarre.
crificata al mostro marino che minaccia il villaggio.
Ma dal cielo arriva il salvatore.]
115. In frettta e furia, si levava confusamente le armi
ora da questo, ora da quel lato. Non gli parve in altra
95. La fiera gente inospitale e cruda alla bestia crude- occasione di impiegare tanto tempo, perch, se scio-
le espose sulla spiaggia la bellissima donna, cos i- glieva un laccio, ne annodava due. Ma, o Signore, il
gnuda come Natura prima la compose. Non ha neppu- canto ormai troppo lungo e forse anche lascolto vi
re un velo, in cui richiudere i bianchi gigli e le vermi- divenuto gravoso. Cos io rimando la mia storia a
glie rose (che non appassiscono a luglio n a dicem- un altro momento, in cui sia pi gradita.
bre), di cui sono cosparse le sue membra levigate.
Riassunto. La gente inospitale aveva legato Angelica
96. Ruggiero avrebbe creduto che fosse una statua nuda allo scoglio, per darla in pasto allorca assassi-
finta o dalabastro o daltri marmi illustri, cos avvin- na. Per caso Ruggiero passa di l, vede la donna, pen-
ta sullo scoglio per motivi artistici da abili scultori, sa che sia una statua, ma si accorge che piange e poi
se non vedeva la lacrima distinta tra fresche rose e la riconosce. Allora scende per liberarla. Ma proprio
candidi ligustri ricoprir di rugiada i pomi acerbi dei in quel momento esce dal mare lorca. Il paladino e il
seni, e laria sventolare le chiome dorate. mostro ingaggiano una durissima lotta. Alla fine il
primo stordisce lanimale, che giace esanime. Poi li-
97. E, come nei begli occhi fiss i suoi occhi, si ri- bera Angelica, la fa salire sul suo cavallo e spiccano
cordo della sua Bradamante. Piet e amore a un tem- il volo. Fa scendere il cavallo in un boschetto, cerca
po lo trafissero e appena si trattenne di piangere. E di liberarsi in fretta e furia delle armi, per violentare
disse dolcemente alla donzella, dopo che fren le la donna, ma si intrica con le sue mani e perde tempo.
penne del suo destriero: O donna, degna soltanto A questo punto il poeta tronca il canto, perch gi
della catena con cui Amore mena legati i suoi servi, troppo lungo e non vuole annoiare il suo Signore. Il
lettore immagina il seguito: Ruggiero alla fine si libe-
98. e ben di questo e dogni male indegna, chi quel ra delle armi e con soddisfazione violenta la ragazza.
crudele che con una volont perversa, legandoti al Ma ha una sorpresa
sasso in preda a un livore importuno, segna lavorio
terso di queste belle mani? Forza che, a quelle pa- Commento
role, ella divenga quale un bianco avorio asperso di 1. Lo scrittore nota che la donna con le mani cercava
grani (=arrossisca), vedendo di s quelle parti ignude, di coprire come poteva il suo corpo nudo, ma invano.
che la vergogna nasconde, anche se sono belle. Sottolineando il suo pudore, Ariosto accende ancor
pi i desideri degli ascoltatori.
99. E si sarebbe coperto il volto con la mano, se non 2. Il canto potrebbe essere intitolato: La bella, la be-
erano legate al duro sasso; del pianto, che almeno non stia e leroe. La diade (senza leroe) o la triade (con
lera tolto, lo sparse, e si sforz di tenerlo basso. E leroe) diventano un tpos letterario e, nel secolo
dopo alcuni singhiozzi il parlar sciolto, incominci
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 139
scorso, anche cinematografico. I contrasti sono sia sul 66. E nella luce dei begli occhi accende lo strale dora-
piano fisico, sia sul piano di mondo interiore dei tre to e lo smorza (=raffredda) nel ruscello, che scende
protagonisti. Lorca la furia cieca, la furia distrutti- tra fiori bianchi e rossi: e, dopo averlo temprato, tira
va, che pretende vittime in nome della sua forza. De- di forza contra il giovane, che n scudo difende, n
ve soddisfare la sua fame. maglia doppia, n scorza di ferro, che, mentre sta ad
3. Ruggiero cerca di togliersi le armi in fretta e furia, ammirare gli occhi e le chiome della donna, si sente il
perch Angelica nuda ed egli vuole cogliere loc- cuore ferito, e non sa come.
casione per violentarla. Ma nella fretta si ingarbuglia
con le sue mani e spreca troppo tempo. E allim- 67. Le bellezze dOlimpia erano di quelle che sono
provviso loccasione sfuma. La vita il colpo di for- pi rare: non aveva belle soltanto la fronte, gli occhi,
tuna durano appena pochi secondi e il ritardo, seppur le guance e le chiome, la bocca, il naso, gli omeri e la
minimo, impedisce di cogliere il colpo di fortuna. gola; ma, discendendo gi dalle mammelle, le parti
4. Il poeta tronca il canto allimprovviso, perch la che soleva coprire con la veste, furono di tanta eccel-
storia ormai divenuta troppo lunga e potrebbe esse- lenza, che forse potevano essere anteposte a tutte
re anche noiosa. Lo far anche con la storia della paz- quelle che il mondo (=le altre donne) aveva.
zia di Orlando (XXIII, 136). Possiamo anche non
credergli e pensare che abbia voluto interrompere il 68. Vincevano di candore le nevi intatte ed erano pi
canto sul pi bello: i suoi lettori e i suoi ascoltatori che avorio liscie a toccare. Le poppe rotondette pare-
immaginavano gi lo stupro della bella Angelica. Ma vano latte che hai appena appena tolto dai giunchi
rimandando lo stupro e poi non realizzandolo, evita [dove era stato messo a cagliare]. Fra loro discendeva
che ricada la vergogna sugli eroi positivi del suo po- un tale spazio, quale vediamo che mostrano le valli
ema. ombrose fra colli piccolini, nella stagione pi favore-
5. Anche unaltra donna fa la fine di Angelica ed vole, quando linverno le ha appena ricoperte di neve.
legata al sasso, per essere sacrificata, pero salvata
fortunosamente da Orlando. Si chiama Olimpia ed era 69. I fianchi abbondanti e le belle anche, il ventre
stata abbandonata dal marito (XI, 67-71), che (a piatto, levigato pi che uno specchio, e le cosce bian-
quanto pare) era del tutto insensibile alla sua bellezza. che parevano fatti al tornio da Fidia o da una mano
Ed anche lei avrebbe pagato in natura, se non ci fos- ancora pi esperta. Vi devo dire anche di quelle parti,
sero stati degli imprevisti. Ma intanto Oberto vede e che ella pure desiderava invano celare? Dir insom-
descrive minuziosamente Olimpia dalla testa ai piedi ma che in lei dal capo ai piedi, quanta bellezza pu
e il lettore si immedesima in lui e nella paradisiaca esistere, tutta si vede.
visione che ha. La vita si ripete, ma, come diceva
Guicciardini, gli esempi non sono mai uguali agli e- 70. Se fosse stata nelle valli Idee vista da Paride, il
sempi precedenti. pastore frigio, io non so quanto Venere, anche se vin-
---II--- ceva le altre dee, avesse portato il vanto di essere la
pi bella. N forse sarei andato nelle contrade Ami-
Olimpia vista nuda da re Oberto, XI, 64- clee a violare il santo ospizio; ma avrei detto: Resta
71 con Menelao, Elena pure; perch io non voglio altra
che questa.
[Orlando uccide lorca che doveva divorare Olimpia, 71. E, se costei fosse stata a Crotone, quando Zeusi
che era stata legata nuda allo scoglio. La libera dalle inizi a dipingere limmagine, che doveva porre nel
catene e pensa a come ricoprila, perch nuda. Ma tempio di Giunone, e accolse insieme tante belle don-
giunge Oberto, re dIbernia, che aveva sentito i rumo- ne nude; e, per farne una perfetta, prese da chi una
ri dello scontro. Vede la donna nuda ed colpito dalla
parte e da chi unaltra, non doveva prendere altra che
sua bellezza, che guarda in modo attento e sistemati- costei, perch tutte le bellezze erano in lei.
co, dalla testa ai piedi. Cos il lettore odierno scopre
qual era il modello di bellezza femminile del tempo.] Riassunto. Re Oberto vede Olimpia nuda, perch era
stata appena liberata dallo scoglio, e la descrive in
64. [] Mentre raccontava [dessere stata abbando- modo ordinato dalla testa in gi. Olimpia bella ed
nata da Bireno, il marito], i begli occhi sereni della ha la pelle candida. Ha seni rotondi, fianchi larghi,
donna erano pieni di lagrime. belle anche. Sembrava scolpita da Fidia in persona.
Se Paride, che doveva indicare la dea pi bella delle
65. Il suo bel viso era quale in primavera talvolta suo-
tre davanti a lui, lavesse vista, avrebbe preferito lei a
le essere il cielo, quando la pioggia cade e nello stes- Venere e a Elena. Per dipingere una donna perfetta,
so tempo il sole si sgombra intorno il velo di nubi. E Zeusi prese da molte donne. Se avesse visto lei, a-
come allora lusignolo mena dolci carole (=danze, qui vrebbe preso tutto da lei.
canti) tra i rami dellalbero, cos il dio Amore si ba-
gna le piume alle belle lacrime e gode al chiaro lume.
38. Qualche giorno dopo egli not che ella era turbata 46. Siamo ambedue giovani e di tale bellezza, che
e in gran malinconia. Aveva fatto chiamare due volte difficilmente troviamo chi ci sta alla pari. Quale
il nano dalla donzella, ma questi non veniva ancora. femmina ci potr usare asprezza (=respingere), se non
La mand per la terza volta, e ud quella che riferiva: hanno difese nemmeno contro i brutti? Se non varr
Madonna, egli sta giocando; e, per non stare in per- la bellezza n la giovinezza, varr almeno la nostra
dita di un soldo, il manigoldo si rifiuta di venire da borsa piena di danari. Non voglio ritornare, se prima
voi. non ho avuto la spoglia opima di mille moglie altrui.
39. Davanti ad uno spettacolo cos strano Giocondo 47. La lunga assenza, il veder vari luoghi, il praticare
rasserena la fronte, gli occhi ed il viso. Comera di femmine straniere, pare che sovente disacerbi e sfo-
nome, divent Giocondo anche di fatto, e trasform il ghi il cuore delle passioni amorose. Il re loda il pare-
pianto in riso. Ritorna allegro, grasso e rubicondo, re, n vuole che si rimandi la partenza; e pochissime
tanto che sembra un cherubino del paradiso. Il re, il ore dopo si mette in via con due scudieri, oltre alla
fratello e tutta la servit si meravigliano di tale cam- compagnia del cavaliere romano.
biamento.
48. In incognito cercarono donne in Italia, in Francia,
40. Se da Giocondo il re bramava udire da dove ve- nelle terre dei Fiamminghi e degli Inglesi. E quante
nisse limprovviso conforto, non meno Giocondo lo ne vedevano di bella guancia, trovavano tutte cortesi
desiderava raccontare, e informare il re di tanta ingiu- alle loro preghiere. Davano, ed era loro data la man-
ria; ma non voleva che, pi di se stesso, il re volesse cia. E spesso riguadagnavano i danari spesi. Essi pre-
punire la moglie per quel torto. Cos volendo dirglielo garono molte donne, ma anche altrettante pregarono
senza far danno a lei, fece giurare il re sullagnusdei. loro.
41. Lo fece giurare che n per una cosa detta, n per 49. Soggiornando in questa terra un mese, in quella
una cosa spiacevole che gli fosse mostrata, bench due, si accertarono con una vera prova che la fedelt
egli riconosca che danneggiava direttamente sua e la castit si trova non meno nelle loro, che nelle al-
Maest, far mai vendetta presto o tardi. Vuole anco- trui femmine. Dopo qualche tempo increbbe ad am-
ra che il re taccia, cos che il malfattore non com- bedue di procacciare sempre nuove prede, perch mal
prenda mai, per un fatto o una parola, che il re lo sa. potevano entrare nelle case altrui senza mettersi a ri-
schio di morte.
42. Il re, che potrebbe credere ad ogni altra cosa, se
non a questa, gli giur largamente. Giocondo gli ma- 50. meglio trovarne una che di faccia e di costumi
nifesta la causa, per cui era stato addolorato per molti sia gradita ad ambedue, li soddisfi tutti e due insieme
giorni: aveva trovata quella disonesta di sua moglie e non ne debbano mai essere gelosi. E perch dice-
fra le braccia di un suo vile dipendente; e tale pena va il re, voglio che mi dispiaccia di avere te pi che
alla fine lo avrebbe ucciso, se il conforto avesse tar- un altro come compagno? So bene che in tutto il
dato a venire. grande numero delle femmine non ce n una che si
accontenti soltanto di un uomo.
43. Ma in casa di sua Altezza aveva veduto qualcosa
che gli scemava molto il dolore, perch, sebbene fos- 51. Una, senza abusare delle nostre energie, ma quan-
se caduto in obbrobrio, era almeno sicuro di non esse- do il bisogno naturale inviti, ci goderemo in festa e in
re solo. Cos dicendo e venuto al bucolino, gli mostr piacere, e non avremo mai contese n liti. N credo
il bruttissimo omiciattolo che tiene sotto di s la giu- che ella si debba dolere: anche se ogni altra avesse
menta altrui, tocca di sproni e fa giocare di schiena. due mariti, pi che ad un solo, a due sarebbe fedele;
n forse si udirebbero tante lamentele.
44. Se al re latto parve offensivo, lo crederete bene,
senza che io ve lo giuri. Fu l l per arrabbiarsi, per 52. Il giovane romano parve rimanere molto contento
divenire matto. Fu l l per battere il capo addosso a di quello che il re aveva detto. Dunque ben fermi in
tutti i muri. Fu l l per gridare, per non stare al patto. tale proposito, cercarono tra le molte montagne e in
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molte pianure. Infine trovarono, secondo il loro inten- ci guardano. Il Greco soggiungeva: Sono certo che,
to, la figlia di un oste spagnolo, che aveva un albergo se tu mi ami un terzo di quel che io ti amo, tu troverai
nel porto di Valenza, bella di modi e bella di presen- almeno in questa notte il modo per poterci godere un
za. poco insieme.
53. Era ancora tenerella sul fiorire della sua primave- 61. Come potr gli diceva la fanciulla, se di notte
ra e di et ancora acerba. Il padre era gravato di molti giaccio sempre in mezzo a loro due e con me ora
figli ed era nemico mortale della povert (=tirchio e luno ora laltro si trastulla e sempre a uno di loro mi
avido). Cos fu facile convincerlo a dar loro la figlia trovo in braccio? Questo per te non sar una diffi-
in possesso; che potessero condurla dove piacesse lo- colt soggiunse il Greco, perch ben ti saprai to-
ro, dopo che avevano promesso di trattarla bene. gliere da questo impaccio e uscire di mezzo loro, pur-
ch tu lo voglia. E devi volerlo, se timporta qualcosa
54. Pigliano la fanciulla, e ne hanno piacere ora luno di me.
ora laltro in carit e in pace, come a vicenda i manti-
ci che danno, ora luno ora laltro, fiato alla fornace. 62. Ella pensa alquanto, poi gli dice di venire quando
Quindi se ne vanno a vedere tutta la Spagna, e passa- potr credere che ognuno dorma; e pianamente come
rono poi nel regno di Siface (=in Africa). Il giorno convenga fare, e lo informa dellandare e del tornare.
che partirono da Valenza vennero ad albergare a Zat- Il Greco, come ella gli aveva indicato, quando sente
tiva (=Jativa). dormire tutta la torma (=padroni e servi), viene
alluscio e lo spinge, e quello gli cede. Entra pian pia-
55. I padroni vanno a vedere strade e palazzi, luoghi no e va a tentoni con il piede.
pubblici e chiese, perch hanno labitudine di pigliare
simili piaceri in ogni citt in cui entrano come pere- 63. Fa lunghi passi, e si appoggia sempre sul piede di
grini. Invece la fanciulla resta con la servit. Altri dietro. Pare che muova laltro come se temesse di ur-
servi badano ai letti, altri ai ronzini, altri hanno cura tare oggetti di vetro. Non pare che debba calpestare il
che sia apparecchiata la cena al rientro dei loro signo- terreno, ma le uova. E tiene la mano davanti a s con
ri. lo stesso proposito. Va brancolando finch non trova
il letto: e l dove gli altri avevano le piante dei piedi,
56. Nellalbergo stava come servo un garzone, che si cacci silenziosamente con il capo in avanti.
gi stette al servizio del padre in casa della giovane, e
di essa fu amante fin dai primi anni, e godette del suo 64. Fra luna e laltra gamba di Fiammetta, che gia-
amor. Si riconobbero subito, ma non lo diedero a ve- ceva supina, venne diritto. Quando le fu a pari, la ab-
dere, perch ognuno di loro temeva di esser notato. bracci stretta e si tenne sopra di lei fin quasi allalba.
Ma non appena i padroni e la servit glielo per- Cavalc forte e non and a staffetta, perch non do-
misero, si guardarono tra loro negli occhi. vette mai mutare bestia. Questa pare a lui che trotti
cos bene, che non ne vuole scendere per tutta notte.
57. Il servo domand dove ella andasse e quale dei
due signori lavesse con s. La Fiammetta (cos aveva 65. Sia Giocondo sia il re avevano sentito il calpestio
nome, e quel garzone il Greco) raccont il fatto a che aveva scosso il letto per tutta la notte; e sia luno
puntino. Quando sperai che venisse, ohim!, il tem- sia laltro, ingannati dallo stesso errore, avevano cre-
po il Greco le diceva, di vivere con te, Fiammetta, duto che fosse il compagno. Dopo che ebbe fornito il
anima mia, tu te ne vai, e non so se ti rivedr mai pi. suo camino, il Greco se ne torn comera venuto. Il
sole lanci i suoi raggi dallorizzonte (=giunse lal-
58. I miei dolci progetti si fanno amari, poich tu sei ba). Fiammetta si alz e fece entrare i paggi.
di un altro e da me ti allontani. Con gran fatica e gran
sudore io avevo messo da parte alcuni danari, che a- 66. Il re, motteggiando, disse al compagno: Fratello,
vevo avanzato dai miei salari e dalle mance di molti devi aver fatto molto cammino; ed ben tempo che ti
ospiti. E progettavo di tornare a Valenza, domandarti riposi, quando sei stato a cavallo tutta notte. Gio-
a tuo padre per moglie e sposarti. condo rispose a lui di rimando e disse: Tu dici quel-
lo che dovrei dire io. A te tocca riposare e buon pro ti
59. La fanciulla si stringe nelle spalle e risponde che faccia, che per tutta la notte hai cavalcato a caccia.
fu troppo lento a venire. Il Greco piange e sospira, e
intanto finge: Mi vuoi dice, lasciar morire cos? 67. Anchio soggiunse il re, senza alcun fallo a-
Con le tue braccia almeno cingimi i fianchi e lasciami vrei lasciato il mio cane correre un tratto, se tu mi a-
sfogare tanto desiderio: prima che tu parta, ogni mo- vessi prestato un po il cavallo, tanto da fare il mio
mento che io sto con te mi fa morire contento. bisogno. Giocondo replic: Io sono tuo vassallo e
con me puoi fare e rompere ogni patto. Non era ne-
60. La fanciulla, impietosita, rispondendo: Credi cessario usare tali parole, mi potevi ben dire: lasciala
diceva, che non lo desidero meno di te. Ma non pen- stare.
so che sia n il luogo n il tempo qui, dove tanti occhi
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68. Quanto uno replica, tanto laltro ribatte, che si Commento
mettono a litigare. Dalle battute passano alle parole 1. Rodomonte, uno dei pi forti guerrieri pagani,
offensive, perch ad ambedue rincresce di essere pre- furioso e preso dallo sconforto, perch Doralice, di
so in giro. Chiamano Fiammetta (che non era lontana cui innamorato, lo ha tradito. Cerca solidariet pres-
e che temeva che linganno fosse scoperto), per farle so gli avventori dellosteria in cui si fermato. Quin-
dire luno in faccia allaltro quello che, negando am- di chiede se credono fedeli le loro mogli. Si sente ri-
bedue, parevano mentire. spondere da un coro di s. Loste allora corre ai ripari
e afferma che tutte le donne sono infedeli. A confer-
69. Dimmi le disse il re con lo sguardo feroce, e ma delle sue parole vuole raccontare un ingegnoso
non aver paura n di me n di costui. Chi fu per tutta esempio di tradimento femminile. Rodomonte gradi-
la notte quel gagliardo, che ti godette senza dividerti sce la proposta e si prepara ad ascoltare.
con altri? Ambedue aspettavano la risposta, creden- 2. Nella novella, uno dei tanti excursus che arricchi-
do ognuno di provare che laltro era bugiardo. Fiam- scono il poema, il protagonista Astolfo, il sanguina-
metta si gett ai loro piedi: vedendosi scoperta, teme- rio re dei longobardi, che ha ben altre cose per la testa
va di essere punita con la morte. che le armi e la guerra. Si preoccupa della sua bellez-
za e passa il tempo a confrontarsi con gli altri uomini.
70. Domand loro perdono, perch, spinta dallamore I re suoi vicini non lo interessano affatto: egli pi
(che aveva portato a un giovinetto) e vinta dalla com- ricco di loro ed il confronto finisce l. Si preoccupa
passione verso un cuore tormentato (che aveva molto invece di essere lodato per la sua bellezza e vuole an-
sofferto per lei), quella notte era caduta in queller- che sapere se il pi bello di tutti. E di questa vanit,
rore. E raccont tutto, senza mentire, come si com- tutta femminile, si compiace e vive felice. Quando
port in mezzo a loro, sperando che ambedue credet- chiede allamico Fausto Latini se c qualcuno pi
tero che, ad amarla, fosse il compagno. bello di lui, questi gli dice che suo fratello senzaltro
lo supera. Il re allora vuole conoscere il fratello di
71. Il re e Giocondo si guardarono in viso, confusi Fausto e manda Fausto a prenderlo a Roma.
per la meraviglia e lo stupore; e furono dellavviso di 3. Al fratello di Fausto dispiace lasciare la moglie,
non aver mai udito che altri due fossero stati inganna- che ama follemente. Se avesse letto il canto di Nino
ti in quel modo. Poi scoppiarono insieme in tali risate, Visconti sarebbe stato pi avveduto. Questi si lamen-
che con la bocca aperta e gli occhi chiusi, potendo ta perch la moglie lo ha dimenticato e si risposata.
appena respirare, si lasciarono cadere indietro sopra il E commenta con amarezza: ci dimostra quanto
letto. lamore di una donna diminuisce, se non ravvivato
dagli occhi e dal tatto (Pg VIII, 73-78).
72. Dopo che ebbero riso tanto, che sentivano dolere 4. Fausto Latini si preoccupa dello stato del fratello,
il petto e piangere gli occhi, dissero tra loro: Come ma si preoccupa ancor pi di quel che dir il sovrano
potremmo fare la guardia a nostra moglie, in modo vedendo il fratello in quello stato. Egli non vuole ap-
che non ci raggiri, se non serve tenere costei tra noi parire bugiardo. Il sovrano invece reagisce in modo
due, e cos stretta, che tocca luno e laltro? Neanche completamente diverso. Accoglie cordialmente il fra-
se avesse occhi pi che capelli, il marito potrebbe tello di Fausto, che in quello stato non un concor-
evitare di essere tradito. rente che possa insidiare la sua bellezza. E, quando
guarisce, i due diventano amici. Avevano un argo-
73. Abbiamo provate mille donne, e tutte belle. Fra mento che li legava: parlare della loro bellezza e con-
tante non ne abbiamo finora trovato alcuna che ci ab- frontarsi con gli altri.
bia opposto resistenza (=abbia rifiutato di conceder- 5. La guarigione del fratello di Fausto ha del miraco-
si). Se proviamo le altre, sarebbero simili a queste. loso: vede che la regina tradisce il sovrano con un
Ma costei pu bastare come ultima prova. Dunque nano bruttissimo, il quale per di pi non la ritiene pi
possiamo credere che le nostre non siano pi ingan- importante dei pochi denari che ha perso al gioco. La
natrici o meno caste delle altre. Ma, se esse sono co- sua reazione duplice: tra i cornuti non ci sono sol-
me tutte le altre, meglio che ce ne torniamo a casa tanto io, con me c anche il sovrano, che potentis-
per godercele. simo; la mia donna mi ha almeno tradito con un gar-
zone molto pi bello di questo schifosissimo mostri-
74. Dopo questa conclusione, fecero chiamare dalla ciattolo di cui la regina sembra innamorata. Egli ha
stessa Fiammetta il suo amante e in presenza di molti una visione pacata e filosofica della vita: sa vedere gli
gliela diedero per moglie, dandole una dote sufficien- aspetti positivi anche nelle situazioni pi avverse...
te. Poi montarono a cavallo, volsero a levante il loro 6. Astolfo e lamico piantano il regno e il fratello per
sentiero, che era a ponente, e se ne tornarono dalle andare in giro per il mondo a vendicarsi per il tradi-
loro mogli, per le quali non si pigliarono mai pi af- mento delle loro mogli. Sono giovani, sono belli, non
fanno. hanno concorrenti in fatto di bellezza. Ma, se la loro
bellezza non basta, hanno anche la borsa piena di de-
naro. Passano a tappeto tutta lEuropa, ma incontrano
sempre donne disponibilissime. Ora pagano, ora sono
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 151
pagati per le loro prestazioni. Alla fine si stancano di 10. Il poeta esaspera in senso boccaccesco la tesi stil-
andare a caccia e pensano ad una donna giovane e i- novistica che Dante mette in bocca a Francesca: A-
nesperta, da godersi insieme. La ragazza aveva avuto mor, cha nullo amato amar perdona... (Lamore,
precoci interessi sessuali e, quando ritorna lantico che costringe chi amato a ricambiare lamore...)(If.
amore che vuole soltanto abusare di lei, inventa quel- V, 103). Dietro ad Ariosto per c anche il lungo fi-
la ingegnosa soluzione per non respingerlo: farsi a- lone religioso della cultura misogina. Lautore pi
mare mentre dorme stretta fra il re e lamico. Ma importante il predicatore domenicano Jacopo Pas-
scoperta e si scusa. Anche in questo caso la reazione savanti (1302ca.-1357), che nelle sue prediche mette
inattesa: il re e lamico scoppiano in una risata da in guardia gli uomini dalla vagina dentata delle
rompersi le mascelle. E si arrendono allevidenza: donne.
nessuna donna sar mai fedele ad un solo uomo. Per- 11. Dietro al racconto che toglie dallo sconforto Ro-
ci inutile prendersela se le loro mogli li hanno tra- domonte ci sono molteplici questioni. Le pi impor-
diti. meglio ritornare a casa, godersele e non pen- tanti sono due. a) Il desiderio di cercare un nuovo
sarci pi. compagno o una nuova compagna legato a un istin-
7. La conclusione di Astolfo e dellamico che nes- to naturale che spinge ad avere figli in cambio del
suna donna sar mai fedele ad un solo uomo. Essi pe- piacere sessuale, a prescindere con chi. b) La volont
r pongono la questione in modo interessato. Non maschile di avere lassoluta certezza (tradizional-
prendono in considerazione laltra possibilit: nessun mente impossibile) di essere lui il padre (la madre
uomo sar mai fedele ad una donna sola. N si chie- dovrebbe sapere se lo o non lo ) legata al fatto
dono mai: le corna fanno male a me quando le ricevo; che luomo vuole lasciare il suo patrimonio ai suoi
che facciano male anche a mia moglie quando gliele discendenti, al suo sangue, non al sangue altrui. Le
faccio? La seconda possibilit la conclusione di chi nuove tecniche di fecondazione hanno per stravolto
assume il punto di vista delle donne: inutile che pre- tutte le certezze e tutte le incertezze del pensiero tra-
tenda fedelt da mio marito, perch nessun uomo... dizionale.
Peraltro non si deve esagerare neanche con limma- ---II---
ginazione: la vita quotidiana dei signori dEste come
dei lavoratori di oggi era cos pesante, che non resta- Astolfo sulla Luna, XXXIV, 69-87
va molto tempo, molta voglia e molta energia per di-
vertirsi. N cera il fortunato che piantava o avrebbe [Astolfo deve andare sulla Luna a recuperare il cer-
piantato il regno e, provvisto di denaro, se ne andava vello di Orlando, che era impazzito quando aveva
in giro a caccia! E poi, come in tutte le cose, c chi scoperto che Angelica si era concessa a Medoro, un
se la prende di pi, chi di meno e chi niente affatto. oscuro fante. Il suo cervello si trovava sulla Luna,
Anzi con la moglie (o con il marito) va a caccia di al- dove vanno a finire tutte le cose perdute sulla Terra.]
tre coppie...
8. Dietro la novella delloste c un sapido paradosso: 69. Il santo evangelista (=san Giovanni) attacc al
le donne devono rimanere fedeli, gli uomini no, pos- giogo quattro destrieri pi rossi del fuoco e, dopo che
sono mettere le corna alle loro mogli. Per, se essi si sistem sul carro con Astolfo e impugn le briglie,
hanno rapporti con donne diverse dalle loro mogli, li sospinse verso il cielo: il carro si lev per aria con
vuol dire che o trovano donne non sposate o trovano un gran giro e subito giunse in mezzo al fuoco eterno
donne sposate. In questo secondo caso la conseguen- [che circonda la Terra]. Il vecchio con un miracolo
ze immediata: luomo che conquista la donna mette fece che, mentre lo (=il fuoco) attraversarono, non
le corna al marito e il marito se le trova addosso. In- fosse ardente.
somma un marito che tradisce la moglie con unaltra
moglie significa che egli mette le corna a sua moglie 70. Varcano tutta la sfera del fuoco, quindi vanno nel
e allaltro marito; e che lei mette le corna a suo mari- regno della luna. Vedono che quel luogo , per la
to e allaltra moglie. Gli uomini vorrebbero mettere le maggior parte, come acciaio che non ha alcuna mac-
corna ma non riceverle, vorrebbero che le loro mogli chia. Essi lo trovano uguale o poco pi piccolo di ci
fossero fedeli e le altre no. E negano alle loro mogli il che si riunisce in questo globo, cio nel globo della
diritto o la possibilit di comportarsi allo stesso mo- Terra, comprendendo anche il mare che circonda e
do. racchiude la Terra.
9. Ma ce n anche un altro: Astolfo e lamico non
dividerebbero le loro mogli con un altro uomo, ma 71. Qui Astolfo ebbe una doppia meraviglia: quel pa-
dividono la ragazza tra loro due. Il che di fatto la ese (=la Luna) l vicino era assai grande, anche se ad
stessa cosa. Ma in teoria una cosa assolutamente di- una piccola sfera assomiglia a noi, che lo ammiriamo
versa (come sono sottili e intelligenti gli uomini!): da questa parte (=dalla Terra); e gli conviene (=deve)
una cosa la moglie, la propria moglie (che deve re- aguzzare ambedue gli occhi, se da l (=dalla Luna)
stare fedele), unaltra questa ragazza, che essi si di- vuole vedere la terra ed il mare che la circonda, per-
vidono amorevolmente e senza litigare proprio perch ch essi, non avendo luce propria, non si vedono bene
la considerano ambedue una donna di piacere, da usa- da lontano.
re per il loro piacere.
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72. Lass ci sono altri (=ben diversi, pi grandi) fiu- pi tipi, che erano il servizio svolto dai cortigiani nel-
mi, altri laghi, altre montagne, che non si trovano qui le misere corti.
tra noi. Ci sono altre pianure, altre valli, altre campa-
gne, che hanno citt e che hanno castelli, con case [e- 80. Vede una gran quantit di minestre versate e do-
normi]: mai il paladino, n prima n poi, vide case manda al suo dottore che cosa sono. lelemosina
pi grande di queste! Ci sono boschi immensi e soli- dice, che si fa fare quando ormai si morti. Passa
tari, dove anche adesso le ninfe cacciano le belve. vicino ad un gran monte di fiori diversi, che ebbe un
buon odore e che ora puzza fortemente. Questo era il
73. Il duca non si ferm ad esplorare tutto quanto, dono (se ci lecito dirlo) che limperatore Costantino
perch non era salito sulla Luna con questo scopo. fece a papa Silvestro.
Dal santo apostolo fu condotto in una valle stretta fra
due montagne, dove meravigliosamente era raccolto 81. Vide un gran numero di panie ricoperte di vi-
tutto ci che si perde [sulla terra] per colpa nostra, per schio: erano, o donne, le bellezze vostre. Sar lungo,
colpa del tempo o per colpa della Fortuna: ci, che si se io dico in versi tutte le cose che qui gli furono mo-
perde qui [sulla terra], si riunisce l [sulla Luna]. strate, perch dopo mille e mille anni non ho ancora
finito [di elencarle], e ci sono tutte le cose di cui ab-
74. Non parlo soltanto di regni o di ricchezze, sui biamo bisogno. Soltanto la pazzia non presente, n
quali opera la ruota instabile della Fortuna; mi riferi- in piccola n in grande quantit: essa sta tutta quaggi
sco a ci che la Fortuna non pu n togliere n dare. [sulla terra] e non se ne allontana mai.
Lass vi molta fama, che il tempo, a lungo andare,
quaggi divora; lass stanno infinite preghiere ed in- 82. Qui Astolfo si accorse di alcuni giorni e di alcuni
finiti voti, che noi peccatori facciamo a Dio. fatti suoi, che aveva perduto e che a causa delle loro
forme strane non avrebbe visto, se non gliele avesse
75. Le lacrime e i sospiri degli amanti, il tempo spre- indicate la sua guida. Poi giunse a quel, che pare a noi
cato che si perde giocando e il lungo ozio di uomini di avere cos, che mai si fecero voti a Dio per esso
ignoranti, i progetti vani che non hanno mai attuazio- (=per ottenerlo). Io dico il senno. E qui ce nera un
ne e i desideri vani sono tanto numerosi, che ingom- monte, che da solo era pi grande di tutte le altre cose
brano la maggior parte di questo luogo. Insomma, ci raccontate.
che perdesti quaggi, potrai ritrovare salendo lass.
83. Esso era come un liquido sottile e molle, facile da
76. Passando fra quei mucchi, il paladino chiede [no- evaporare, se non si tiene ben chiuso, e si vedeva rac-
tizie] alla guida ora di questo ora di quello. Vide un colto in diverse ampolle, chi pi chi meno capienti,
monte di vesciche piene daria, entro le quali si senti- adatte a quello scopo. La pi grande di tutte era quel-
vano tumulti e grida. Seppe che erano le antiche co- la in cui era versato il gran senno del folle signore di
rone degli Assiri, dei Lidi, dei Persiani e dei Greci, Anglante (=Orlando) ed era distinta dalle altre, per-
che un tempo furono illustri e che ora sono quasi sco- ch fuori aveva scritto Senno dOrlando.
nosciuti.
84. Allo stesso modo tutte le altre ampolle avevano
77. Vede l vicino in gran quantit rami doro e scritto il nome di coloro, dei quali era stato il senno.
dargento: erano i doni che si fanno a re, a principi e a Il duca (=Astolfo) vide gran parte del suo senno, ma
protettori con la speranza di ricevere ricompensa. molto pi meravigliare lo fecero molti, che egli cre-
Vede lacci nascosti nelle ghirlande e chiede e ode che deva che non ne avessero neanche un briciolo di me-
sono tutte adulazioni. Hanno laspetto di cicale scop- no e che qui davano chiaramente la notizia che ne te-
piate i versi che si compongono per lodare i signori. nevano poco, perch la maggior parte era in quel luo-
go.
78. Vede gli amori mal riusciti, che hanno la forma di
nodi doro e di ceppi di gemme. Vi erano artigli di 85. Alcuni lo perdono in amore, altri negli onori, altri
aquile, che furono (come seppi poi) lautorit che i [lo perdono] in cerca di ricchezze percorrendo i mari,
signori danno ai loro ministri. I mantici pieni di ven- altri nelle speranze dei signori, altri [lo perdono] cor-
to, che riempiono i pendii della montagna, sono gli rendo dietro a magiche sciocchezze (=le scienze oc-
onori ed i favori che i principi concedono per breve culte), altri in gemme, altri [lo perdono] in opere di
tempo ai loro favoriti e che poi se ne vanno con la pittori ed altri in altro che apprezzano pi di ogni al-
giovinezza [dei favoriti]. tra cosa. Qui raccolto molto senno di filosofi e di
astrologi ed anche di poeti.
79. Rovine di citt e di castelli stavano qui sottosopra
insieme con grandi tesori. Astolfo domanda, e sa che 86. Astolfo prese il suo, perch glielo permise lauto-
sono trattati politici e quelle congiure che cos male re delloscura Apocalisse. Egli si mise soltanto sotto
restano nascoste. Vide serpenti con il viso di fanciul- il naso lampolla, in cui era, e pare che quello se ne
la, [erano] lopera dei coniatori di monete false e dei sia andato al suo posto. Turpino (=un amico del pala-
ladri. Poi vide bottiglie rotte [e perci buttate via] di dino) da quel momento in poi conferm che Astolfo
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 153
visse saggiamente per lungo tempo, ma che un errore, quanto volute e piacevoli; e devono fronteggiare quo-
che fece poi, fu la causa che gli lev il cervello tidianamente circostanze impreviste ed imprevedibili.
unaltra volta. Tasso crede intimamente nei valori sociali e religiosi
87. Astolfo prese lampolla pi capiente e pi piena, che canta, e propone un poema incentrato sul motivo
nella quale si trovava il senno, che doveva rendere religioso la liberazione del santo Sepolcro da parte
saggio il conte Orlando. E non cos leggera, come dei crociati e sulla lotta tra il bene ed il male, con la
stim quando essa era nel mucchio con le altre. vittoria finale del bene. Sia i caratteri dei due poeti sia
la situazione umana e culturale in cui scrivono sono
[Astolfo porta lampolla a Orlando, gliela fa annusa- completamente diversi: Ariosto scrive nel Rinasci-
re, e il cervello, quasi per miracolo, torna al suo po- mento maturo (1490-1530) e mostra le infinite com-
sto. Cos Orlando pu ritornare a combattere e rove- binazioni della vita; Tasso scrive dopo il concilio di
sciare le sorti traballanti dellesercito cristiano. Il po- Trento (1545-63), nellet della Controriforma, e si
ema si conclude con un duplice lieto fine: la vittoria preoccupa di riportare il lettore ai doveri sociali e re-
dellesercito cristiano su quello pagano; e il matrimo- ligiosi, costantemente minacciati dal fascino dei beni
nio di Bradamante con Ruggiero (che intanto si fat- e dei valori mondani.
to cristiano). Le nozze possono essere veramente feli- 4. Lanalisi che Ariosto fa delluomo, della societ e
ci, perch non sono pi minacciate dalla profezia, se- della realt pu essere opportunamente confrontata
condo cui egli sarebbe morto dopo la loro celebrazio- con le riflessioni che Machiavelli fa confluire nel
ne.] Principe (1512-13): il primo ironico ed indulgente,
il secondo pessimista ma fiducioso nella virt del
Commento principe. Peraltro la realt effettuale, che Machia-
1. Astolfo il pi saggio dei paladini e va sulla luna a velli si vanta di aver scoperto, non trova sempre un
recuperare il cervello di Orlando, perch lesercito riscontro empirico: Ariosto descrive senza illusioni le
cristiano ha bisogno del paladino. Recuperare il sen- corti e i comportamenti meschini ed opportunistici
no per andare a combattere indubbiamente un segno dei principi. Machiavelli invece attribuisce al principe
di saggezza e di razionalit... Nellepisodio il saggio una volont super-umana, capace di opporsi e di im-
Astolfo (ma anche lui in seguito riperde il cervello...) porsi alla fortuna avversa, ma anche la passione poli-
presenta, commenta e, in alcuni casi, condanna dura- tica e una dedizione totale al bene comune, cio a
mente le follie degli uomini. La condanna dura e, conservare, a consolidare, ad allargare lo Stato e a di-
una volta tanto, senza indulgenza per quanto riguarda fenderlo da nemici interni ed esterni.
la miseria morale delle corti, sia dei cortigiani, sia ------------------------------II-----------------------------
dei signori (eppure la corte per il poeta era il luogo
ideale in cui vivere), le promesse, non mantenute, che
si fanno a Dio quando si morti, la donazione di Co-
stantino... Sulla donazione di Costantino era interve-
nuto Dante, con versi di estrema durezza (If XIX, 88-
117), ma anche Lorenzo Valla (1405-1457), che nel
1440 ne aveva dimostrato la falsit. I versi di questo
episodio sono gli unici in cui Ariosto condanna senza
ironia e senza indulgenza fatti umani. Ma anche ci
rientra nel suo senso della misura e della variet. Il
troppo stanca. E lo scrittore deve variare i sapori, i
colori e i profumi.
2. Ariosto tratteggia la sua filosofia della follia: lu-
manit vuoi per un motivo, vuoi per un altro tut-
ta pazza. Tanto vale essere indulgenti. Prima dellin-
dulgenza per c una capacit acutissima ed anche
amara di vedere le cose, gli uomini, le spinte pi pro-
fonde (e niente affatto nobili) delle loro azioni. Chis-
s, forse gli uomini trovano nella pazzia il senso della
loro esistenza, che non hanno saputo trovare nella ra-
gione. La descrizione della corte, che pure era il luo-
go ideale in cui vivere, precisa, pacata e disincanta-
ta. Ma la realt, gli uomini non si possono cambiare.
3. Il mondo poetico di Ariosto si pu opportunamente
confrontare con i valori e gli ideali, che emergono
dalla Gerusalemme liberata di Tasso, che scritta e
pubblicata qualche decennio dopo (1581). Ariosto ha
una visione scettica e disincantata della vita: gli uo-
mini perdono il loro tempo in cose superficiali, per
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 154
Niccol Machiavelli (1469-1527) to, che come un dovere, di piegarli alle esigenze
dello Stato, perch senza lo Stato non c pace n vita
civile. E tutto ci che egli fa linganno, come la
La vita. Niccol Machiavelli nasce a Firenze nel frode, come la violenza deve essere giustificato,
1469. Ha una discreta formazione letteraria, sulla cio deve essere funzionale allo scopo prioritario, che
quale non sono rimaste molte notizie. Nel 1499 di- la salvezza e il consolidamento dello Stato.
venta capo della seconda cancelleria della repubblica Nel Principe lautore affronta anche un problema
fiorentina. Come segretario svolge numerose amba- drammatico, quello della fortuna. Egli non ha pi la
sciate, sia nazionali che internazionali, che gli per- fiducia dellUmanesimo quattrocentesco, secondo cui
mettono di farsi una esperienza politica diretta. Nel luomo artefice del suo destino. Ma non ha nemme-
1501 sposa Marietta Corsini, che gli d quattro figli. no il pessimismo rassegnato di chi crede che non si
Nel 1512 a Firenze tornano i Medici, e Machiavelli possa fare niente contro la sorte avversa. Egli propo-
estromesso dalla carica che ricopre. Nel forzato esilio ne la virt, cio il valore, il coraggio, la previdenza,
tra il 1512 e il 1513 porta a termine il Principe, la sua laudacia, come strumenti capaci di opporsi alla catti-
opera pi nota. Negli anni successivi cerca di avvici- va sorte. E fa lesempio del fiume: il fiume in piena
narsi ai Medici, per ritornare sulla scena politica. Nel rompe gli argini e allaga la campagna; ma, se si co-
1519 per interessamento del cardinale Giulio de Me- struivano argini quando era in secca, non sarebbe
dici assunto per due anni dallo Studio fiorentino; e straripato o, almeno, avrebbe fatto meno danni.
nel 1525 pu ricoprire nuovamente cariche pubbliche. Quando la fortuna favorevole, bisogna quindi pren-
Lanno successivo nominato cancelliere, in vista di dere provvedimenti per quando essa non lo sar pi.
un eventuale attacco dellesercito imperiale. Nel 1526 In ogni caso la fortuna donna, ed amica dei giova-
i Medici sono nuovamente cacciati da Firenze. Il ni, che sono audaci e che amano rischiare. Essa va
nuovo governo repubblicano lo ritiene troppo com- presa con la forza e, sempre con la forza, costretta a
promesso con la signoria medicea, perci lo esclude sottostare alla nostra volont.
da ogni carica. Muore nello stesso 1527. Machiavelli ha ancora una concezione rinascimentale
dello Stato: luomo politico il principe, quasi un su-
Le opere. Machiavelli scrive il Principe (1512-13), la peruomo, capace di fondare, difendere e mantenere lo
sua opera pi famosa, i Discorsi sopra la prima deca Stato-principato, cio uno Stato che si estende su un
di Tito Livio (1513-17), Dellarte della guerra (1519- territorio limitato. Contemporaneamente in Europa
20), la Vita di Castruccio Castracani (1519), le Isto- esistevano ormai Stati nazionali di enorme estensio-
rie fiorentine (1520-25), tutte opere che trattano ar- ne, che funzionavano grazie ad una complessa buro-
gomenti politici o militari. Scrive anche due comme- crazia e che avevano un forte esercito.
die, la Mandragola (1518), il capolavoro della com- La sua ricerca vuole individuare le leggi della politi-
media italiana del Cinquecento, e Clizia (1524-25), e ca, ma vuole anche spingere un principe italiano al-
una novella, la Favola (Belfagor arcidiavolo)(1518). la fine un esponente della casa de Medici , a pren-
dere in mano la bandiera del riscatto nazionale per
Il pensiero politico. Machiavelli il fondatore della cacciare gli stranieri fuori dellItalia. Il pensiero poli-
scienza politica. Nel Medio Evo la politica era sotto- tico e le indicazioni di Machiavelli cercano quindi di
messa alla morale. Egli intende renderla autonoma: la rispondere alla situazione italiana del tempo: lItalia
morale ha le sue leggi, la politica ha le sue, che non ricca e indifesa, perci terra di conquista per gli e-
necessariamente coincidono con la prima. Luomo serciti stranieri.
politico, il principe, deve seguire le leggi della politi- Nel corso del Cinquecento il pensiero politico di Ma-
ca, non della morale. Ad esempio la morale dice di chiavelli suscita numerose discussioni e numerose
non uccidere. Luomo politico invece, se costretto prese di posizione tra gli intellettuali. Esso formal-
dalle circostanze, deve essere disposto ad uccidere. mente condannato, ma sotto il nome di tacitismo
Linfrazione delle leggi morali per non gratuita n sostanzialmente accolto dalla cultura politica e corti-
arbitraria: luomo politico deve preoccuparsi di man- giana, che in genere lo riduce alla tesi semplicistica
tenere, difendere e consolidare lo Stato. In nome di che il fine giustifica i mezzi, e lo applica ad ogni cir-
questo compito deve essere disposto a tutto: ad usare costanza della vita. condannato anche dalla Chiesa
la forza o lastuzia o linganno, a venir meno alla pa- in quanto immorale. Ma un gesuita, Giovanni Bote-
rola data, ad uccidere, ad usare anche la religione ro (1544-1617), il suo maggiore prosecutore. Egli
come strumento per consolidare il potere. pubblica unopera, Della ragion di Stato (1589), in
Nel Principe Machiavelli si richiama alla realt ef- cui espone in modo sistematico i princpi brutali e ci-
fettuale, alla realt dei fatti, cio a come gli Stati e nici della scienza politica, senza illuminarli di quel-
gli uomini sono effettivamente, non a come dovreb- la spinta razionale e ideale che aveva costantemente
bero o potrebbero essere. E gli uomini sono stupidi e animato il segretario fiorentino.
malvagi: vedono il loro interesse immediato e non ---II---
quello pi lontano; credono a ci che vogliono e non
a ci che vedono; promettono aiuto quanto non se ne
ha bisogno e non mantengono la promessa, se posso-
no fare a meno di mantenerla. Il principe ha il compi-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 155
Il Principe, 1512-13 colui che cerca di arricchirsi anche con la rapina, in-
vece misero colui che risparmia eccessivamente);
Il Principe scritto in pochissimi mesi tra il 1512 e il qualcuno ritenuto generoso nel far doni, qualcuno
1513, quando Machiavelli rimosso dalla sua carica rapace; qualcuno crudele, qualcun altro pietoso; uno
in seguito al ritorno a Firenze dei Medici. Esso costi- che rompe i patti, laltro che mantiene la parola data;
tuisce il primo trattato di scienza politica nel senso luno debole e vigliacco, laltro deciso e coraggioso;
moderno del termine. Lautore intende preparare un luno affabile, laltro superbo; luno lussurioso, lal-
manuale per il principe, di cui vuole fare il consiglie- tro casto; luno sincero, laltro astuto; luno ostinato,
re. Le basi teoriche ed empiriche dellopera sono: a) laltro disponibile; luno fermo nelle sue decisioni,
il richiamo costante alla realt effettuale; b) una laltro volubile; luno credente, laltro non credente, e
concezione pessimistica delluomo e della natura u- cos via. Ed io so che ognuno ammetter che sarebbe
mana; c) lesperienza politica diretta dellautore; d) molto lodevole che, di tutte queste qualit, un princi-
lesperienza desunta dal comportamento dei sovrani e pe avesse quelle che sono ritenute buone. Ma, poich
dei principi del tempo; ed e) lesperienza desunta da- non si possono avere tutte n osservare interamente,
gli avvenimenti del passato (la storia greca e latina), perch le condizioni umane non lo permettono, ne-
che astoricamente percepito come contemporaneo. cessario che sia tanto prudente da saper fuggire lin-
famia di quei vizi che gli farebbero perdere lo Stato, e
Lopera integrale in versione italiana e commentata si astenersi da quelli che non glielo farebbero perdere,
trova in se vi riesce; ma, se non vi riesce, vi si pu abbando-
http://www.letteratura- nare con minore riguardo. E inoltre non si deve cura-
italia- re di cadere nellinfamia di quei vizi, senza i quali
na.com/pdf/letteratura%20italiana/05%20MACHIAVELLI difficilmente potrebbe conservare lo Stato, perch, se
%20Principe%20in%20italiano.pdf si considera bene tutta la questione, si trover qualche
---II--- qualit che appare virt e, seguendola, lo porter alla
rovina; e qualcunaltra che appare vizio e, seguendo-
Cap. XV: Le azioni per le quali gli uomini e la, gli dar sicurezza e benessere.
soprattutto i principi sono lodati oppure bia-
simati Commento
1. Il testo contiene lespressione pregnante realt ef-
1. Resta ora da vedere quali debbano essere i modi e i fettuale, cio la realt dei fatti, che distingue reci-
comportamenti di un principe verso i sudditi (=in samente i fatti dalle cose che sui fatti si sono imma-
pubblico) e i collaboratori (=in privato). E, poich io ginate. Come applicazione di questo concetto segue,
so che molti hanno scritto su questo argomento, temo, subito dopo, il riscontro che c una frattura tra ci
se lo tratto anchio, di essere ritenuto presuntuoso, che si dovrebbe fare e ci che invece si fa; e il consi-
perch, affrontando la materia, mi allontano comple- glio che si deve agire tenendo presente ci che gli al-
tamente dalle posizioni altrui. Ma, poich il mio pro- tri fanno, non ci che dovrebbero fare. Se si agisce in
posito quello di scrivere cosa utile a chi la com- base a come si dovrebbe agire, si causa inevitabil-
prende, mi parso pi conveniente andare dietro alla mente la propria rovina. Perci il principe deve impa-
realt effettuale (=la realt dei fatti) in discussione, rare ad essere anche non buono, e deve saper usare
che a ci che si immagina su di essi. E molti si sono questa sua capacit, se necessario, cio se le circo-
immaginati repubbliche e principati che non si sono stanze lo richiedono.
mai visti n riconosciuti esistenti nella realt. E c 2. La discussione su essere e dover essere continua
tanta differenza tra come si vive da come si dovrebbe quindi in questo modo: nellopinione di tutti ci sono
vivere, che colui che lascia quello che si fa per quello comportamenti valutati come buoni e comportamenti
che si dovrebbe fare, impara a rovinarsi, piuttosto che valutati come cattivi. A questo punto sono presentati
a preservarsi. Un uomo che in ogni occasione voglia binomi di comportamenti, che indicano una virt e il
comportarsi bene, va inevitabilmente incontro alla vizio contrapposto. Il ragionamento prosegue in que-
rovina in mezzo a tanti che si comportano non bene sto modo: sarebbe opportuno che il principe avesse
(=male). Perci necessario che un principe, che vo- soltanto virt ed evitasse i vizi. Ci per non sem-
glia conservare il potere, impari a comportarsi non pre possibile, perch le circostanze non lo permettono
bene (=male) e a usare questa sua capacit quando sempre. Il principe perci deve accettare di essere
serve. biasimato, ma evitare quelle virt apparenti, che gli
2. Pertanto, lasciando da parte le cose che su un prin- farebbero perdere lo Stato, e applicare quei vizi appa-
cipe sono state immaginate e discutendo di quelle che renti che gli permettono di conservare il potere.
sono vere, dico che tutti gli uomini (quando si parla 3. La valutazione delle virt e dei vizi quindi fatta
di essi, e soprattutto di principi, che sono posti pi in non con un criterio morale, ma con un criterio politi-
alto) sono giudicati per alcune di queste qualit, che co: quale che sia lopinione positiva o negativa su un
recano loro o biasimo o lode. Cos qualcuno ritenu- certo comportamento, il principe deve evitare quelle
to generoso, qualcuno misero (=taccagno) (usando un virt che gli farebbero perdere lo Stato ed applicare
termine toscano, perch avaro nella nostra lingua quei vizi che glielo fanno mantenere.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 156
4. In ambito politico Machiavelli propone una conce- resta schiavo della morale comune o della morale che
zione strumentale delle azioni: una virt va evitata, se egli attribuisce alla Chiesa. E luso di questa tena-
fa perdere lo Stato; un vizio va applicato se fa mante- glia per interpretare la realt dimostra i suoi limiti
nere lo Stato. Lazione quindi non ha pi un valore in concettuali. Ben altra cosa Botero, che istruisce il
s, ma acquista un valore positivo o un valore negati- principe prescindendo dalla morale e vedendo le cose
vo nella misura in cui capace di raggiungere il fine dal punto di vista del principe e non dal punto di vi-
prefissato. E, nel caso del principe, il fine supremo, sta proprio, della Chiesa o del suddito. Eppure cera
per il quale tutto va sacrificato, la difesa e il conso- un facilissimo e immediato precedente storico anti-
lidamento dello Stato. moralistico: Dante se la prende con gli ignavi, che
4.1. La sua dimensione fin troppo umana appare vissero senza infamia e senza lode (If III). A suo av-
quando lautore gli consiglia di non insidiare le ric- viso dovevano fare qualcosa che li ricordasse, sia
chezze e le donne dei sudditi (cap. XVII). Un princi- qualcosa di nobile (e andare in paradiso) sia qualcosa
pe effettuale ha la sua classe sociale e il suo giro di di turpe (e finire allinferno).
donne (se ne vuole pi duna) e ha le sue fonti di ric- 5.2. I lettori critici di Machiavelli dei secoli successi-
chezza, che eventualmente cerca di aumentare facen- vi hanno capito che ha separato la politica dalla mora-
do guerra ai nemici, come lo stesso autore indica le della Chiesa. Hanno proiettato sulla Chiesa la loro
(XVII, 3). Si deve poi tenere presente che Machiavel- modestissima esperienza di vita. Non hanno neanche
li sta parlando non a un principe in generale, ma a letto trattato Della ragion di Stato di Giovanni Bote-
Lorenzino, un principe della famiglia de Medici, che ro, per capire qual era la posizione ufficiosa o ufficia-
hanno una molteplice esperienza di vita alle spalle. le della Chiesa in fatto di regimen principum.
Una grandissima presunzione. 5.3 Machiavelli promette mari e monti, promette con-
5. Machiavelli parla di essere e di dover essere, e si sigli per governare bene e poi d consigli generici e
inventa una morale (e dei valori) che il principe pu e perci inutili. Alla fin fine dice che il principe deve
anzi deve infrangere, se gli fa(nno) perdere il potere e ignorare quelle virt che gli fanno perdere lo Stato e
lo Stato. Questa morale di cui egli parla la morale deve praticare quei vizi che glielo fanno mantenere. E
delluomo comune e non va identificata con la morale questa sarebbe la (sua) realt effettuale e i suoi consi-
della Chiesa, come normalmente si tende a fare. Per- gli. Nel cap. XVII si espone un po di pi e dice che il
ci, quando si dice, con una sintesi sicuramente ec- principe ha tutto linteresse ad essere liberale, ma che
cessiva, che egli ha separato la (scienza) politica dalla rischia di consumare tutte le sue ricchezze e quindi di
morale, si deve intendere dalla morale comune, non diventare esoso con i sudditi. Insomma non se lo pu
dalla morale della Chiesa, che non esiste. La mora- permettere e non se lo permette. Deve perci accetta-
le della Chiesa indica regole di convivenza civile re di esser considerato risparmioso, cio taccagno. E-
(non rubare, non desiderare la roba degli altri, non siste per unalternativa che fa contenti tutti: far guer-
desiderare la donna degli altri), indica regole sociali o ra e derubare i nemici: la divisione del bottino fa con-
leggi, per quanto semplici. Ci sono elementi che tenti tutti. E non si accorge che magari lintenzione
coincidono tra morale comune e morale della Chie- di derubare gli Staterelli vicini, ma pu succedere di
sa, ma sono concepiti in un contesto diverso. Ad e- essere sconfitti e di diventare bottino altrui. Allau-
sempio il cittadino romano fa le elemosine e aiuta i tore non viene in mente unaltra possibilit pi sicura,
poveri, per un senso di solidariet verso i miseri. An- contemplata da Botero nel suo trattato: incrementare
che il cristiano fa questo, ma per amor di Dio: le mo- leconomia del proprio Stato con lagricoltura, la ma-
tivazioni sono completamente diverse. La morale nifattura e i commerci. Ha dimenticato che i Medici
comune e i comandamenti della Chiesa dicono di non si sono arricchiti facendo i banchieri.
uccidere, Machiavelli invece dice che il principe deve 5.4. Ben altra cosa la realt effettuale di Botero, che
uccidere, se necessario. La morale comune e quella indica quali devono essere le qualit del principe: de-
della Chiesa dice ancora di non rubare e di non desi- ve risparmiare e deve essere religioso, genuinamente
derare la donna daltri, e Machiavelli su questi due religioso, perch la menzogna non pu durare a lungo
punti concorda completamente. Dal contesto poi ri- e perch con la religione tiene i sudditi uniti e obbe-
sulta che il principe un uomo comune, assurto alla diente. Lex gesuita per va oltre: a) il principe deve
maest del principato (in modo ereditario o anche in spendere le sue ricchezze per non pesare sulle spalle
modo scellerato), ma senza esperienza alle spalle dei sudditi (ad esempio se vuole finanziare una guer-
(come normalmente hanno i principi effettuali ) e con ra); e b) deve sostenere i sudditi in difficolt, che non
le remore morali dellessere e del dover essere. riescono a educare i figli, deve pure incentivare
5.1. Conviene riflettere su un punto del Principe, mai lagricoltura e la manifattura per arricchire se stesso,
messo a fuoco: la distinzione di essere e dover essere il suo Stato e i sudditi.
e il consiglio conseguente dato al principe di dimenti- 6. Fin dora conviene indicare la differenza abissale
care il dover essere, se ci lo danneggia. Lautore non tra Machiavelli e Botero: Machiavelli il cortigiano
si accorge (come non si sono accorti i suoi lettori cri- che dal suo punto di vista d consigli al principe, che
tici), che lorizzonte ancora morale o moralistico: la ha un altro punto di vista sulle cose. Invece Botero
morale non scompare, perch egli suggerisce al prin- il docente che insegna al principe come comportarsi e
cipe di infrangerla, quando lo danneggia. Machiavelli si mette costantemente dal punto di vista del principe.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 157
Botero non deve chiedere lavoro n favori al princi- parsimonia alle spese superflue. Il re di Spagna pre-
pe: lo costringe a venire a mangiare alla sua mangia- sente, se fosse ritenuto liberale, non avrebbe fatto n
toia. vinto tante imprese.
7. Il Principe conclude lo straordinario rapporto che 3. Pertanto, un principe deve stimare poco di incorre-
si era stabilito nel Quattrocento tra intellettuali e re nel nome di taccagno, per non dover derubare i
principi: i primi fornivano gli ideali che i secondi at- sudditi, per potersi difendere, per non diventare pove-
tuavano. E prelude al nuovo e deludente rapporto in ro e disprezzato, per non essere costretto a diventare
cui gli intellettuali diventano cortigiani adulatori ed rapace. Questo uno di quei vizi che lo fanno regna-
esecutori pi o meno esperti di una volont e di valori re. Se qualcuno dicesse che Cesare con la liberalit
provenienti da altri, e a loro estranei. Ma a loro non pervenne al potere e molti altri, che sono stati e che
dispiace di consigliare al principe azioni criminali. sono ritenuti liberali, sono giunti ai gradi supremi del-
---II--- lo Stato, rispondo: o tu sei un principe ormai al potere
o tu sei in via di acquistarlo. Nel primo caso questa
Cap. XVI: La liberalit e la parsimonia liberalit dannosa; nel secondo ben necessario es-
sere ritenuto liberale. Cesare era uno di quelli che vo-
1. Rifacendomi dunque alle prime qualit descritte leva pervenire al principato di Roma. Ma, una volta
pi sopra, dico che sarebbe bene essere ritenuto libe- giunto al potere, se fosse sopravvissuto e non si fosse
rale. Non di meno, la liberalit, usata in modo tale temperato da quelle spese, avrebbe distrutto quel po-
che tu sia tenuto [in gran considerazione], ti offende tere. Se qualcuno replicasse che molti principi sono
(=danneggia); perch, se tu la pratichi in modo virtu- stati ritenuti liberalissimi, perci con gli eserciti han-
oso, come la si deve praticare, essa non sar cono- no fatto grandi cose, rispondo: o il principe spende
sciuta, cos non eviterai linfamia del suo contrario. del suo e dei suoi sudditi o di quello daltri. Nel pri-
Perci, se si vuole mantenere il nome di liberale fra mo caso deve essere parsimonioso; nellaltro non de-
gli uomini, necessario non lasciare indietro alcuna ve lasciare indietro alcuna manifestazione di liberali-
qualit di sontuosit (=bisogna spende moltissimo). t. Quel principe che va con gli eserciti, che si nutre
Un principe di tale fama consumer sempre in simili di prede, di saccheggi e di taglie 2, maneggia la ric-
opere tutte le sue ricchezze; e alla fine, se vorr man- chezza di altri. Questa liberalit gli necessaria; al-
tenere il nome di liberale, sar costretto a gravare sul trimenti non sarebbe seguito dai soldati. Di quello che
popolo in modo pesantissimo, dovr essere esoso nel- non tuo n dei tuoi sudditi, si pu essere pi largo
le imposte e fare tutte quelle cose che si possono fare donatore. Si comportarono cos Ciro, Cesare ed Ales-
per avere denari. Ci comincer a renderlo odioso a- sandro. Spendere la ricchezza di altri non ti toglie re-
gli occhi dei sudditi e a farlo stimare poco da ciascu- putazione, ma te ne aggiunge. Solamente spendere il
no. E diventer povero. In tal modo con questa sua tuo quello che ti nuoce. E non c cosa che consumi
liberalit offende i molti e premia i pochi, perci sen- se stessa quanto la liberalit. Mentre tu la pratichi,
te ogni pi piccolo disagio ed in pericolo ad ogni perdi la capacit di usarla. Cos diventi povero e di-
pi piccolo pericolo. Quando se ne accorge e se ne sprezzato oppure, per fuggire la povert, diventi rapa-
vuole ritrarre, incorre subito nellinfamia di misero, ce e odioso. E tra tutte le cose di cui un principe si
di tirchio, cio di colui che vuole risparmiare eccessi- deve guardare, quella di essere disprezzato e odiato.
vamente. La liberalit lo conduce alluna e laltra cosa. Pertan-
2. Pertanto un principe che non possa usare questa to pi saggio tenersi il nome di taccagno, che gene-
virt (=buon nome) di liberale senza suo danno, in ra uninfamia senza odio, che, per volere il nome di
modo che sia ampiamente conosciuta, se prudente, liberale, essere costretto a incorrere nel nome di ra-
non si deve curare del nome di misero, cio di tacca- pace, che partorisce uninfamia accompagnata da o-
gno (o tirchio). Con il tempo sar ritenuto sempre pi dio.
liberale, poich far vedere che con la sua parsimonia
le sue entrate gli bastano, pu difendersi da chi gli Riassunto. Per Machiavelli sarebbe bello se il princi-
muove guerra, pu fare imprese senza gravare sulla pe potesse permettersi di essere liberale, ma non se lo
popolazione. Cos egli viene ad usare liberalit verso pu permettere, perch, una volta consumate tutte le
tutti quelli a cui non toglie, che sono infiniti, e spilor- sue ricchezze, dovrebbe pesare sui sudditi con le tas-
ceria verso tutti coloro a cui non d, che sono pochi. se. Se liberale, fa gli interessi di pochi. Se impone
Nei nostri tempi noi non abbiamo veduto fare grandi tasse .perch essere liberali dispendioso, danneggia
cose se non a quelli che sono stati ritenuti miseri, tac- molti. Per di pi, quando cessa di essere liberale, in-
cagni. Invece abbiamo visto gli altri essere spenti. corre subito nellinfamia di misero, cio di taccagno.
Papa Giulio II, come si fu servito del nome di liberale La conclusione perci che, se il principe non pu
per giungere al papato 1, non pens poi a mantenerlo, essere liberale, non si deve preoccupare di essere
per poter fare guerra. Lattuale re di Francia ha fatto considerato taccagno. Con il tempo acquister una
tante guerre senza porre un dazio straordinario ai suoi fama diversa, quella di praticare la parsimonia, per-
sudditi, soltanto perch ha applicato costantemente la ch si fa bastare le sue entrate e non pesa sulla popo-
1 2
Cio compera la sua elezione con il denaro. Balzelli, imposte.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 158
lazione. Quindi lo scrittore precisa: il principe conso- Cap. XVII: La crudelt e la piet; se meglio
lidato non costretto ad essere liberale; il principe essere amati o temuti, oppure il contrario
nuovo ha convenienza ad esserlo. E conclude: il prin-
cipe pu essere liberale in guerra, con le ricchezze dei 1. Passando poi a considerare le altre qualit sopra
nemici. Sia lui sia il suo esercito si dividono il bottino elencate, dico che ogni principe deve desiderare di
conquistato. Soltanto in questo non perde ed anzi ac- essere ritenuto pietoso e non crudele. Deve tuttavia
quista reputazione, poich spende ricchezza altrui e avere laccortezza di non usare male questa piet. Ce-
non dei sudditi. sare Borgia era ritenuto crudele; e tuttavia quella sua
crudelt era servita a riordinare la Romagna, a unirla,
Commento a pacificarla e a renderla leale [verso il governo]. E,
1. Machiavelli non considera lipotesi di spendere se si considera bene ci (=il risultato), si concluder
una quantit limitata di ricchezze e dimostrarsi ragio- che egli stato molto pi pietoso del popolo fiorenti-
nevolmente liberale. Eppure il mondo antico sostene- no, il quale, per evitare il nome di crudele, lasci che
va che in medio stat virtus: n troppo spendaccioni, la lotta tra le fazioni distruggesse Pistoia [1501]. Per-
n troppo tirchi. E non vede alcun effetto della sua tanto un principe non deve curarsi dellinfamia di
liberalit: chi ci guadagna appare soltanto uno scroc- crudele, per mantenere i suoi sudditi uniti e leali. In
cone, che dimentica subito il dono ricevuto. N coglie tal modo con pochissimi atti di crudelt sar pi pie-
un altro aspetto del problema: verso chi essere libera- toso di coloro i quali, per troppa piet, lasciano avve-
li, quando e perch, per ottenere quale risultato. Egli nire i disordini, dai quali sorgono uccisioni e rapine.
dimentica di guardare la realt effettuale, a cui tanto Queste ultime di solito offendono lintera cittadinan-
si richiama. Ad esempio al suo tempo (anche prima e za, mentre le esecuzioni che provengono dal principe
anche dopo) le case regnanti finanziavano gli artisti e offendono soltanto i singoli cittadini. E, fra tutti i
in cambio avevano lopera darte: dalla produzione principi, il principe nuovo non pu evitare il nome di
letteraria alla produzione pittorica ecc. In Francia, a crudele, perch gli Stati nuovi sono pieni di pericoli.
Parigi, operava la manifattura reale. Insomma in que- Virgilio pone queste parole nella bocca di Didone (E-
sto caso la liberalit non era a fondo perduto, era uti- neide, I, 563-564):
le, le opera darte celebravano il committente e ne fa-
cevano gli interessi. Dal capitolo risulta che lautore Le necessit politiche e la novit del mio regno
non ha mai fatto esperienza diretta di liberalit e non mi spingono a tali cose, e a vigilare con cura
ha capito bene o non ha visto bene la realt effettuale su tutto il mio territorio.
che aveva sotto gli occhi.
2. Ben altra cosa la trattazione dellargomento da E tuttavia il principe deve essere cauto nel credere
parte di Botero, che passa la vita in mezzo ai grandi, [allesistenza di pericoli] e nellagire, n deve farsi
senza provare alcuna soggezione (Della ragion di paura da se stesso. Deve saper conciliare prudenza e
Stato, II: La temperanza). Lautore suggerisce al umanit, affinch la troppa confidenza [in s] non lo
principe di essere temperante, cio parsimonioso, ma renda imprudente, e la troppa diffidenza [negli altri]
indica chiaramente verso chi il principe deve essere non lo renda intollerabile.
liberale, quando e perch lo deve essere: deve spen- 2. Da ci nasce una questione: se meglio che il
dere il suo denaro a favore del popolo indigente, per- principe sia amato piuttosto che temuto, oppure il
ch ci gli d buon nome, e deve spendere il suo de- contrario. La risposta questa: sarebbe opportuno che
naro in particolare quando il popolo colpito da ca- il principe sia amato e contemporaneamente temuto;
lamit, cos la sua buona fama cresce ancora di pi. ma, poich difficile mettere insieme amore e timo-
Insomma il principe spende, ma non fondo perduto, re, molto pi sicuro per il principe essere temuto
ha il suo guadagno dalla spesa o dallinvestimento. che amato, quando fosse assente uno dei due. Perch,
3. La stupidit o lincapacit di Machiavelli di vedere degli uomini si pu dire in generale questo: che sono
la realt effettuale colossale: non capisce quello che ingrati, volubili, simulatori e dissimulatori, fuggitori
ha sotto gli occhi da decenni, cio le spese enormi dei pericoli, desiderosi di guadagno. E, mentre fai lo-
della Chiesa che assolda i migliori artisti sul mercato ro del bene, sono tutti tuoi, ti offrono il sangue, la ro-
per costruire e abbellire Roma e i palazzi del clero. Il ba, la vita, i figli (come dissi pi sopra), quando il bi-
papa, i cardinali non sono dementi n spreconi. Fanno sogno [che tu hai di loro] lontano; ma, quando esso
investimenti oculati, per il presente come per il futu- si avvicina, essi si rifiutano e si ribellano. E il princi-
ro. Uno di questi la cappella Sistina, un altro sono i pe, che si fondato sulla loro parola, trovandosi sen-
musei vaticani, che attirano milioni di visitatori, ieri za altra difesa [nel momento del pericolo], va incon-
ed oggi. Filippo II di Spagna si fa costruire lEscorial tro alla rovina. Perch le amicizie, che si acquistano
poco fuori di Madrid e chiama pittori da tutta Europa, dando benefici e non con la propria grandezza e no-
che lo celebrino. Ma lintelligenza di Machiavelli e bilt danimo, si comperano, ma non si hanno effetti-
dei laici suoi ammiratori assai limitata. vamente, e al momento del bisogno non si possono
---II--- spendere. E gli uomini si preoccupano meno di of-
fendere uno che si fa amare che uno che si fa temere,
perch lamore si fonda su un vincolo morale, il qua-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 159
le, poich gli uomini sono tristi, infranto ogni volta cato: il manuale che sta scrivendo deve andare in ma-
che contrasta con il proprio interesse, mentre il timore no ai principi, perci opportuno parlar bene di loro.
tenuto ben saldo dalla paura della pena, che non 3. Machiavelli continua a proporre una concezione
abbandona mai. strumentale della violenza e, in genere, delle azioni:
3. Tuttavia il principe deve farsi temere in modo che, la violenza, se serve, si usa; se non serve, non si usa.
se non acquista lamore [dei sudditi], almeno fugga In se stessa essa non ha alcun valore; lo acquista nella
lodio, perch si possono ben conciliare il fatto di es- misura in cui riesce o non riesce a raggiungere il fine
sere temuto ed il fatto di essere non odiato. Ci av- prefissato. In questo paragrafo il ragionamento ar-
verr sempre, quando il principe si astenga dalla roba ricchito da unaltra precisazione: meglio uccidere
dei suoi cittadini e dei suoi sudditi, e dalle loro don- pochi individui e subito, piuttosto che lasciare che la
ne. E, se proprio deve uccidere qualcuno, deve farlo situazione degeneri. Se degenera, le violenze e le di-
quando ci sia una giustificazione conveniente e una struzioni aumentano e il conflitto si allarga nello spa-
causa manifesta. Ma, soprattutto, deve astenersi dalla zio e si allunga nel tempo. Allautore non vengono in
roba altrui, perch gli uomini dimenticano pi facil- mente altre soluzioni, ad esempio che sia meglio pre-
mente la morte del padre piuttosto che la perdita del venire che curare, come dicono i medici.
patrimonio. E poi i motivi per togliere la roba non 4. Il principe di Machiavelli ancora il principe ita-
mancano mai; e sempre colui, che incomincia a vive- liano del Trecento e del Quattrocento, che ha un pic-
re di rapina, trova motivo per appropriarsi della roba colo Stato; che ha consiglieri e segretari umanistici,
altrui. Al contrario i motivi per uccidere sono pi rari, che litigioso e ama far la guerra e che circondato
e vengono meno pi presto [cio non appena lo Stato da artisti. Anzi egli stesso un artista, e, come il
consolidato]. suo compito, crea uno Stato che unopera darte.
4. Ma quando il principe con lesercito, e comanda Lautore non vede ancora che nel Cinquecento il
migliaia di soldati, allora necessario soprattutto non principe illuminato ed umanista, il principe mecenate
preoccuparsi del nome di crudele, perch senza que- circondato dagli artisti e abbastanza vicino ai suoi
sto nome non si tenne mai un esercito unito n pronto sudditi come poteva essere Lorenzo de Medici
ad alcuna impresa. Tra le mirabili azioni di Annibale ormai definitivamente scomparso. Ci sono monarchi
si annovera questa: pur avendo un esercito grossissi- assoluti, lontani, a capo di grandi eserciti e di grandi
mo, composto da infinite razze di uomini, condotto a burocrazie, che cercano non la costruzione o il man-
combattere in terre straniere, non vi scoppiasse mai tenimento dello Stato (nessuno glielo insidia), ma
alcun contrasto, n tra i soldati, n contro il generale, lallargamento e il consolidamento dello Stato al fine
sia nella cattiva sia nella buona sorte. Ci dipese sol- di ottenere altro potere, altra fama, altra gloria, altra
tanto dalla sua inumana crudelt, la quale, insieme ricchezza. Gli orizzonti umanistici e ideali del segre-
con le sue infinite capacit militari, lo rese sempre tario fiorentino sono completamente ignorati, a favore
venerabile agli occhi dei suoi soldati. E senza di essa dei brutali rapporti di potere che lega il monarca ai
le altre capacit militari non sarebbero riuscite ad ot- suoi sudditi e ogni monarca agli altri monarchi.
tenere quel risultato. Gli storici poco avveduti [come 5. Lautore scrive quindi facendo riferimento soltanto
Tito Livio] da una parte ammirano la compattezza alla situazione italiana, che lo interessa e che aveva
dellesercito, dallaltra condannano la principale cau- bisogno di una maggiore unit per fermare le inva-
sa di essa. sioni degli eserciti stranieri e per cessare di essere ter-
ra di conquista e di sfruttamento. Da questa situazio-
Commento ne non si allontana mai.
1. Continua la riflessione di Machiavelli: il principe 6. Machiavelli distingue tra il comportamento che il
dovrebbe essere contemporaneamente amato e temu- principe deve tenere nella vita politica normale e
to, cio rispettato; ma, poich molto difficile anche quello che deve tenere quando a capo dellesercito.
per il principe farsi contemporaneamente amare e ri- In questo caso devessere sempre crudele, perch sol-
spettare-temere, meglio che si faccia temere-rispet- tanto cos pu tenere uniti i soldati. Il principe si deve
tare, perch soltanto cos avr i suoi sudditi dalla sua dedicare alla guerra, per ottenere fama, gloria e ric-
parte nella buona come nella cattiva sorte. Il principe chezza, e per ampliare lo Stato.
per non deve farsi odiare; e si fa odiare quando insi- ---II---
dia le ricchezze e le donne dei sudditi. Lautore
commenta pessimisticamente e realisticamente che si
dimentica pi facilmente la morte del padre, ucciso,
che la perdita del proprio patrimonio.
2. Il segretario fiorentino parla indubbiamente male
dei sudditi, che sono sleali e ingrati, e bene del prin-
cipe, che sarebbe generoso. Non detto che le cose
stiano cos; anzi, se si ascolta Ariosto (a cui confi-
scato un terreno), i principi sfruttano i loro dipendenti
e sono ben poco generosi. Lautore tuttavia giustifi-
I sudditi, I
Riassunto. Bottero ritiene che si debbano convertire Lagricoltura la condizione primaria per aumentare
gli eretici e gli infedeli. E, per farlo, servono persone la propria ricchezza. E chiamo agricoltura ogni atti-
che abbiano una vita irreprensibile, che sia un model- vit che si svolge intorno il terreno e lo impiega in un
lo di comportamento e che siano capaci di insegnare modo qualsiasi, nel che furono accortissimi e diligen-
la religione cristiana partendo dai ragazzi. Oltre tissimi i primi re di Roma, soprattutto Anco Marzio.
allesempio per lautore indica unaltra via: il denaro Dionigio, re di Portogallo, chiamava gli agricoltori
o i privilegi equivalenti. E porta lesempio di Giusti- nervi della repubblica (=della cosa pubblica, dello
niano con gli eruli e di Leone VI con gli ebrei. Stato). Isabella, regina di Castiglia, soleva dire che,
affinch la Spagna abbondasse dogni cosa, bisogna-
Commento va che si desse tutta ai Padri di san Benedetto, perch
1. Botero insiste sulla omogeneit della fede e sui questi hanno una cura meravigliosa dei loro terreni.
modi per convertire eretici ed infedeli: lesempio di Il principe deve dunque favorire e promuovere
vita irreprensibile e il denaro. La lotta contro eretici lagricoltura e mostrare di far conto della gente che si
ed infedeli si spiega facilmente: portano tensioni nella impegna a migliorare e a rendere fertili i terreni, e di
societ; e la religione cristiana, aveva detto pi sopra, quelli i cui poderi sono coltivati in modo eccellente.
educa i sudditi allobbedienza, anche nel caso che lo Sar suo compito indirizzare e incamminare tutto ci
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che appartiene al bene pubblico del paese: bonificare sine in Gheldria, la via Emilia e la Cassia. Limpe-
le paludi, spiantare e ridurre a coltura i boschi inutili ratore Augusto, vedendo le fosse, per le quali lacqua
o eccessivi, aiutare e soccorrere chi intraprender si- del Nilo si distribuiva per i campi, otturate e ripiene
mili opere. Cos Massinissa, re dAfrica, fece che la di detriti, le fece pulire e riscavare dal suo esercito.
Numidia e la parte mediterranea della Barbaria, che Gli svizzeri si valgono in simili bisogni delle opere
prima era incolta e deserta, diventasse con le attivit dei comuni, perci, impiegando o ad arginare un fiu-
di miglioramento fertilissima e abbondantissima di me o a spianare (=disboscare) un monte o a deviare
ogni bene; e Tacito dellimperatore Tiberio scrive che un torrente o a munire una strada le comunit stesse,
con ogni impegno e sollecitudine, non risparmiando fanno in poco tempo cose grandi.
spesa o fatica, rimedi allinfecondit della terra. E Oltre a ci il principe deve aver la mira, che il denaro
perch le cause della generazione e dellabbondanza [in oro e argento] non esca dal suo Stato senza neces-
sono lumido e il caldo, toccher ancora al principe la sit. Ora se in esso vi sono cose necessarie, se ben ri-
cura di condurre, per aiutar la natura, o fiumi o laghi cercano qualche spesa, spesa che per resta nel pae-
per il contado, nel che veramente non si pu abba- se o che a lungo andare, per via dei dazii e di gabelle,
stanza lodare la prudenza degli antichi signori di Mi- ritorna al fisco. Non cos se il denaro esce una volta
lano, che, scavando un canale dal Tesino e un altro fuori, perch si perde quello e il frutto che se ne ca-
dallAda, hanno arricchito sopra ogni credenza quel verebbe.
felicissimo contado. I poeti favoleggiano che Ercole, LItalia da alcuni anni in qua si coltivata in molti
venuto a duello con il fiume Acheloo, gli ruppe un luoghi prima deserti, come sono le paludi Pontine, le
corno. In questo modo vollero coprire la verit della quali non solamente occupavano inutilmente un gran
storia, perch leroe mut il letto e spost il corso di tratto di paese, da cui ora si ricava infinita utilit, ma
quel fiume, che danneggiava estremamente i campi. E infettavano pure laria in tal maniera che rendevano
i poeti chiamano corna le bocche dei fiumi. Toccher Roma malsana. Grandi ancora sono i miglioramenti
dunque anche al principe provvedere a simili incom- fatti dai veneziani nel Polesine di Rovigo e dal duca
benze e, infine, applicare tutte le soluzioni per rende- di Ferrara nelle valli di Comacchio, da cui si ricava
re il suo paese abbondante e fecondo di tutto ci a cui frumento sufficiente per rifornire una grossa citt; e si
lo conoscer adatto; e, se non si troveranno o piante o potrebbe fare la stessa cosa in molte parti, se i princi-
semenze nel suo Stato, sar compito suo farle venire pi vi si impegnassero e non fossero tanto amanti
dallestero: cos i romani portarono dalle pi lontane dellutilit presente trascurando quella futura.
parti dellAsia le cerase e i persichi, e di mano in ma-
no altri frutti; e in Portogallo si visto far buonissimo Riassunto. Botero incita il sovrano ad allargare i ter-
lo zenzero portato dallIndia, e io mi ricordo di aver reni coltivati, di sostenere i privati che lo fanno, di
mangiato zenzero coltivato a Parigi; e quel che io di- disboscare i terreni, di bonificare le paludi, cos si al-
co degli alberi e dei frutti, sintende anche degli ani- lontana pure la malaria, perch i prodotti alimentari
mali. E non si deve permettere, che i terreni siano i- abbondanti permettono di far aumentare la popola-
nutilmente impiegati o in parchi, dei quali piena zione. Nelle attivit produttive deve essere impegnata
lInghilterra, con grandissimi lamenti dei popoli che tutta la popolazione, anche gli invalidi, anche i crimi-
ne patiscono perci non piccola carestia di frumenti o nali, anche gli zingari e i vagabondi, anche i soldati
in altra cosa dello stesso tipo. N si spaventi per la che hanno tempo libero. E riporta numerosi esempi
spesa che la pi parte delle opere suddette ricerca, dalla Cina, dalla Svizzera, da Roma antica. Cita an-
perch si possono fare o dinverno, per mezzo degli che la bonifica delle Paludi Pontine e del Polesine di
schiavi e dei forzati delle galere, se si posseggono, o, Rovigo. Alla fine conclude che non si deve pensare
se non se non si posseggono, pu impiegare in tali soltanto allutilit presente, ma anche a quella futura.
opere quei che per altro meriterebbero la galea o la
morte, come i romani destinavano simili genti a sca- Commento
var metalli o a tagliare marmi; e, se mancano pure di 1. Botero a favore della pienissima occupazione:
questi, non mancheranno mai, zingari e uomini vaga- anche i ciechi e gli zoppi, i criminali e, nel tempo li-
bondi e senza partito, che meglio sar impiegare con bero che hanno, anche i soldati devono lavorare e
qualche utilit pubblica, che lasciarli andare a mendi- mantenersi. Lozio, si pu ricordare, il padre dei vi-
care. zi. stupefacenti trovare in un testo di fine sec. XVI
Nella Cina, provincia ottimamente regolata, non la proposta della piena occupazione e del coinvolgi-
permesso il mendicare: tutti sono adoperati per quan- mento nella produzione anche dei disabili. Ma per lo
to le lor forze si stendono, i ciechi, se non hanno da scrittore tutto devono dare il loro contributo a far au-
s modo di vivere, sono impiegati a far girare i mulini mentare la ricchezza dello Stato; e nessuno deve pe-
a mano, gli storpia, per quanto valgono, a fare qual- sare sulle spalle altrui. Il sovrano deve dare il buon
che altra cosa: concesso entrare nei pubblici ospe- esempio, valorizzando le terre incolte, disboscando i
dali, solamente a quelli che sono del tutto incapaci di terreni e bonificando le paludi (Manca la costruzione
fare qualcosa. I romani solevano fare simili opere per di strade e ponti). Deve poi sostenere il privato che
mano dei soldati, quando non avevano altro da fare, incrementa lagricoltura e deve sfruttare tutta la forza
come attestano le fosse Mariane in Provenza, le Dru- lavoro disponibile.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 204
2. Botero condivide la teoria mercantile: uno Stato nova, della cui grandezza e magnificenza non occorre
ricco in base alla quantit doro e dargento che pos- parlare, e pur quivi con larte della seta e della lana si
siede. Perci lo Stato deve trattenere dentro i suoi mantengono quasi due terzi degli abitanti. Ma chi non
confini la moneta pregiata, fatta doro e dargento; e vede questo in ogni materia? Le entrate che si ricava-
deve favorire larrivo dallestero di altra moneta pre- no dalle miniere del ferro non sono grandissime, ma
giata. delle utilit che si traggono dal lavoro e dal traffico
3. Lautore desume dalle sue ricerche di storia e di del ferro vivono infiniti, che lo scavano, che lo pur-
geografia economica le proposte che fa, che cos han- gano, che lo colano, che lo vendono in grosso e al
no anche lavvallo dellesperienza. Conosce anche i minuto, che ne fabbricano macchine da guerra, armi
lavori recenti fatti nelle paludi Pontine e nel Polesine: da difesa e da offesa, ferramenti innumerevoli per
il testo un modello di ricerca storica ed economica. luso dellagricoltura, architettura e per ogni arte, per
E questa la sua realt effettuale. i bisogni quotidiani e per le innumerevoli necessit
4. Machiavelli non sa che cosa sia lagricoltura e ne- della vita, che non ha minor bisogno del ferro, che del
anche la manifattura. Guicciardini come lui. Non si pane. In tal maniera che, chi paragonasse le entrate
sa bene da dove o Stato prenda il denaro che spende. che i padroni tirano delle miniere del ferro, con
---II--- lutilit che ne ricavano gli artefici e i mercatanti con
lindustria (con cui arricchiscono ancora incredibil-
Lindustria, VIII mente i principi per via dei dazii) ritroverebbe che
lindustria avanza di gran lunga la natura. Compara i
Non cosa che importi pi per accrescere una citt e marmi con le statue, con i colossi, con le colonne, con
per renderla e numerosa dabitanti e ricca di ogni be- i fregi e con i lavori infiniti che se ne fanno; compara
ne, che lindustria degli uomini e la moltitudine i legnami con le galee, con i galeoni, con le navi e
dellarti, delle quali alcune sono necessarie, altre co- con gli altri vascelli dinfinite sorti, da guerra, da ca-
mode alla vita civile, altre si desiderano per pompa e rico e da passatempo, con le statue, con i rifornimenti
per ornamento, altre per delicatezza e per intratteni- di casa e con altre cose, senza conto, che se ne fabbri-
mento delle persone oziose, da cui segue concorso e cano con la pialla, con lo scarpello e con il tornio;
di denaro e di gente che o lavora o traffica il lavorato compara i colori con le pitture e il prezzo di quelli
o somministra materia ai lavoranti, compra, vende, con il valor di queste, e intenderai quanto pi valga il
trasporta da un luogo allaltro i parti artificiosi lavoro che la materia (Zeusi, pittore eccellentissimo,
dellingegno e della mano delluomo. Selim I, impe- dava le sue opere per niente, perch diceva genero-
ratore dei turchi, per ripopolare e per abbellire Co- samente che non si potevano comprare con prezzo
stantinopoli, fece passare alcune migliaia dartefici alcuno) e quanta pi gente viva per mezzo delle arti,
eccellenti prima dalla regia citt di Tauris e poi dal che per beneficio immediato della natura. tanta la
gran Cairo. N intesero male questo punto i Polacchi, forza dellindustria, che non miniera dargento, non
perch quando elessero il re loro Arrigo, duca doro nella nuova Spagna o nel Per, che le debba es-
dAngi, tra le altre cose che da lui vollero, una fu sere pareggiata, e pi vale il dazio della mercatanzia
che egli conducesse in Polonia cento famiglie di arte- di Milano al re Cattolico, che le miniere di Potos o di
fici. E, poich larte gareggia con la natura, qualcuno Salixco. LItalia provincia, nella quale non vi mi-
mi domander quale delle due cose sia pi importante niera dimportanza n doro n dargento, come ne-
per ingrandire e per rendere popoloso un luogo, la fe- anche ne ha la Francia: e tuttavia luna e laltra sono
condit del terreno o lindustria delluomo? Lindu- abbondantissime di denari e di tesori, grazie allin-
stria senza dubbio, prima perch le cose prodotte dustria. Neanche la Fiandra ha vene di metalli e non-
dallartificiosa mano delluomo sono molto pi e di dimeno, mentre stata in pace, per le molte e varie e
molto maggior prezzo, che le cose generate dalla na- mirabili opere che vi si fabbricavano con arte e con
tura, perch la natura d la materia e il soggetto, ma sottigliezza inestimabile, non ha portato invidia alle
la sottigliezza e larte delluomo d linenarrabile va- miniere dUngheria o di Transilvania, e non era paese
riet delle forme. La lana frutto semplice e rozzo in Europa n pi splendido n pi ricco n pi abita-
della natura: quante belle cose, quanto varie e molti- to, non parte dEuropa, non del mondo, ove fossero
formi ne fabbrica larte? Quanti e quanto grandi in- tante citt e tanto grandi e cos frequentate dai fore-
troiti ne trae lindustria di chi la scardassa, lordisce, stieri: cos che meritatamente, per gli incomparabili
la trama, la tesse, la tinge, la taglia, la cuce e la for- tesori che limperatore Carlo V ne ricavava, alcuni
ma in mille maniere? E le trasporta da un luogo ad un chiamavano quei paesi le Indie di Sua Maest. La na-
altro? Frutto semplice della natura la seta: quanta tura induce nella materia prima le sue forme e
variet di vaghissimi panni ne forma larte? Questa fa lindustria umana fabbrica, sopra il componente natu-
che lescremento dun vilissimo verme sia stimato dai rale, forme artificiali senza fine, perch la natura
principi, apprezzato dalle regine e che finalmente o- allartefice quel che la materia prima allagente na-
gnuno voglia onorarsene. Di pi, molto maggior nu- turale. Il principe, che vuol render popolosa la sua
mero di gente vive dindustria che dentrata (=le- citt, deve dunque introdurvi ogni sorte dindustria e
strazione di minerali), del che ci fanno fede in Italia dartificio: il che far conducendo artefici eccellenti
molte citt, ma principalmente Venezia, Firenze, Ge- dai paesi altrui e dando loro dimora e comodit con-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 205
veniente, tenendo conto dei belli ingegni, stimando occuparsi sia delle tasse che incamera sui beni pro-
le invenzioni e le opere che hanno del singolare o del dotti sia della piena occupazione dei sudditi. Le mi-
raro e propor premii alla perfezione e alleccellenza. niere occupano pochi lavoratori (e non sembrano
Ma sopra tutto necessario che non comporti che va- convenienti), ma lindotto che crea il materiale estrat-
dano fuori del suo Stato le materie crude, non lane, to ne occupa moltissimi (e allora sono convenienti).
non sete, non legnami, non metalli, non altra cosa ta- 2. Lautore riesce a mostrare i principi e i governanti
le, perch con le materie se ne vanno via anche gli sotto una nuova luce: si preoccupano di gestire bene
artefici, e del trafico della materia lavorata vive molto lo Stato e anche di procurar lavoro e benessere ai
maggior numero di gente che della materia semplice, sudditi. Il benessere dei sudditi poi si ripercuote posi-
e le entrate dei principi sono di gran lunga pi ricche tivamente sullo Stato e sullimmagine del principe.
per lestrazione delle opere che delle materie, come, ---II---
per esempio, dei velluti che delle sete, delle rascie
che delle lane, delle tele che dei lini, delle corde che Il matrimonio e leducazione dei figli, VIII
del canape. Accorgendosi di ci, anni addietro i re di
Francia e dInghilterra proibirono esportare fuori dei Gli antichi legislatori, non conoscendo una virt pi
loro Stati le lane, il che fece poi anche il re Cattolico. alta, si dedicarono a moltiplicare i loro cittadini favo-
Ma questi ordini non si poterono osservare affatto co- rendo meravigliosamente il matrimonio. Licurgo or-
s presto, perch, abbondando quelle provincie din- din che chi non prendeva moglie fosse cacciato da-
credibile copia di lane finissime, non vi erano tanti gli spettacoli pubblichi e nel mezzo dellinverno fosse
artefici che le potessero lavorare tutte; e, bench i condotto nudo per le piazze e, se vecchio, non volle
suddetti principi facessero forse questo perch lutile che i giovani lo onorassero come gli altri di quellet.
e il dazio, che si ricava dai panni di lana, via mag- Per facilitare il matrimonio, ordin che le mogli si
giore di quel che si ricava dalle lane grezze, nondi- prendessero senza dote e si facesse conto della virt,
meno lo stesso vale per popolare il paese, perch non della ricchezza economica. Lo stesso fece Solo-
molto pi gente vive sulle lane lavorate che sulle ne, che non volle che si desse dote in denari, affinch
grezze, da cui derivano la ricchezza e la grandezza non paresse che le mogli si comprassero, ma sola-
del re. Perch la moltitudine della gente quella che mente alcune vesti e vasi di poco prezzo, come si usa
rende fertile il terreno e che, con la mano e con larte, ancor oggi in Ungheria e quasi in tutta lAfrica e
d mille forme alla materia naturale. lAsia, E sempre Solone, per incitare gli uomini a ge-
nerare prole con donne oneste, non volle che i bastar-
Riassunto. Per Botero lindustria degli uomini e la di fossero in cosa alcuna obbligati verso i loro padri.
moltitudine dellarti accrescono una citt, la rendono Filippo II, re di Macedonia, preparandosi alla guerra
pi popolosa e ricca di ogni bene. Le arti sono mol- contro i Romani, per aver gente assai ordin che tutti
teplici: alcune sono necessarie, altre comode alla vita prendessero moglie e procreassero figli. Anche i Ro-
civile, altre si desiderano per pompa e per ornamento, mani si dedicarono con grande impegno a questo
altre per delicatezza e per intrattenere le persone o- scopo, Ne fa fede quella celebre orazione declamata
ziose. Tutto ci produce denaro (=ricchezza) e coin- da Q. Metello nella sua censura, con la quale esortava
volge operai e commercianti che o lavorano o traffi- tutti quelli che erano atti a prender moglie e a far fi-
cano il lavorato o portano materia prima ai lavoranti, gliuoli. Lorazione fu accolta favorevolmente dal-
comprano, vendono, trasportano da un luogo allaltro limperatore Augusto con un suo editto. Affinch o-
gli oggetti prodotti dallingegno e dalla mano delluo- gnuno mettesse facilmente il collo sotto il giogo ma-
mo. Quindi lautore passa a fare numerosi esempi per trimoniale, provvedevano i poveri di poderi, perch
illustrare questa (brevissima) parte teorica. Nota che quei che non hanno ricchezze e vivono alla giornata o
le entrate che si ottengono dalle miniere di ferro non non desiderano aver figli o li desiderano poco. Seb-
sono grandissime, ma lindotto occupa moltissimi la- bene senza il congiungimento delluomo e della don-
voratori, che producono molteplici oggetti, necessari na non si possa moltiplicare il genere umano, tuttavia
al vivere civile. E giunge alla conclusione che lindu- la moltitudine dei congiungimenti non lunica causa
stria, cio le attivit umane, superano di gran lungo la della moltiplicazione: si ricerca, oltre a ci, la cura
natura e ci che la natura fornisce direttamente agli dallevarli e la comodit di sostentarli, senza la quale
uomini, cio la materia grezza. E la materia grezza muoiono innanzi tempo o riescono inutili e di poco
non va esportata, perch crea posti di lavoro e occupa giovamento alla patria.
tutti quei lavoratori che la trasformano. Perci il prin- La Francia sempre stata popolatissima e pienissima
cipe deve attirare in tutti i modi (abitazione, comodi- di gente: di ci rende la causa Strabone, dicendo che
t, privilegi) nel suo Stato gli artigiani e gli inventori, le donne francesi erano ottime per fecondit naturale
che sono la causa della ricchezza di uno Stato. e per diligenza nellallevare i figli. Non vediamo noi,
che pu pi la cura delluomo a far moltiplicar le lat-
Commento tughe e i cavoli, che la fecondit della natura nelle or-
1. Botero con acume economico si pone anche il du- tiche e in simili altre piante? E che, sebbene le lupe e
plice problema dove lo Stato incassa di pi e quale le orse generino pi figli ad ogni parto che le pecore
settore assorbe pi occupazione. Il principe deve pre- e senza confronto si ammazzano, pi agnelli che lupi-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 206
cini o orsacchi, tuttavia ci sono pi agnelli che lupi, ha giovato niente alla moltiplicazione del popolo,
perch luomo si prende cura di allevarli e di pascere perch (oltre che lempiet non mai alligna o fa radi-
gli agnelli, ma perseguita e fa guerra ai lupi. ce) se pure cresciuto il numero dei congiungimenti,
I Turchi e i Mori prendono pi mogli per uno e i cri- non per cresciuta la comodit di allevare e di nutri-
stiani, oltre linfinita moltitudine che fa graditissimo re i figli.
sacrificio a Dio della sua castit, non ne pigliano pi Non basta dunque che il principe favorisca i matri-
duna. Eppure, senza proporzione, pi abitato il monii e la fecondit, se non porge aiuto alleduca-
mondo cristiano che la Turchia; e fu sempre abitato zione e al mantenimento della prole con la benificen-
pi il settentrione (da cui sono usciti tanti popoli che za verso i poveri, sostenendo i bisognosi, soccorrendo
hanno schiacciato limpero romano) che le parti me- quelli che non possono maritar le figlie, indirizzare i
ridionali. Eppure gli uomini sono senza dubbio pi figli o mantenere s e la famiglia, dando lavoro a
casti l, che qua, e i meridionali tengono pi donne e i quelli che possono lavorare, sostentando benigna-
settentrionali appena una. Ci segue soltanto dalla mente quelli che non possono. In ci limperatore A-
difficolt delleducazione, che porta con s la molti- lessandro Severo era tanto amorevole che, allevando
tudine dei matrimonii e delle mogli, e la comodit, a sue spese alcuni fanciulli e fanciulle povere, li
che causa lunit delle mogli e la mediocrit dei ma- chiamava, dal nome di sua madre Mammea, Mammei
trimonii. Lamore del marito verso pi donne non e Mammee.
cos unito e ardente come verso una sola, di conse-
guenza laffetto verso i figli non neanche cos gran- Riassunto. Botero ricorda che gli antichi legislatori
de e cos forte, si dissipa e si disperde in pi parti, n (Licurgo e Solone) favorirono la pi alta virt umana,
si prende cura e pensiero delleducazione dei figli e, quella del matrimonio. E imposero agli uomini di
se se la prende, non ha modo dallevarne tanti. prendere moglie senza dote in denaro, affinch non
Che giova al Cairo di essere una citt cos popolata, paresse che le mogli si comprassero. Sia Filippo II, re
se ogni sette anni la peste ne porta via tante migliaia? di Macedonia, sia Quinto Metello inneggiarono al
O che giova a Costantinopoli la sua frequenza, se o- matrimonio, perch avrebbe dato figli per la patria.
gni tre anno il contagio quasi la spopola e la rende Affinch ogni maschio mettesse pi facilmente il col-
deserta? E da dove nasce la peste e il morbo, se non lo sotto il giogo matrimoniale, essi provvedevano i
dalla strettezza e dal disagio delle abitazioni, poveri di poderi, perch quelli che non hanno ric-
dallimmondizia e sporcizia del vivere, dalla poca pu- chezze e vivono alla giornata o non desiderano aver
lizia e governo nel tenere le citt nette e laria pulita, figli o li desiderano poco. Lo scrittore fa notare che,
e dalle altre cause simili? Perci, essendo difficile sebbene senza il congiungimento delluomo e della
leducazione, se pure sono infiniti quelli che nascono, donna non si possano far figli, genere umano, tuttavia
pochi per sono quelli che in proporzione scampano la moltitudine dei congiungimenti non lunica causa
alla morte o divengono uomini a tutti gli effetti. N della moltiplicazione. Si pone subito il problema di
per altra causa il genere umano che, da un uomo e da mantenerli e di farli crescere, altrimenti muoiono anzi
una donna propagato, arriv gi 3.000 anni or sono a tempo o riescono inutili e di poco giovamento alla pa-
una moltitudine non minore di quella che si vede al tria. Gli arabi prendono pi mogli, ma il mondo cri-
presente, non andato moltiplicando in proporzione, stiano pi popolato. La spiegazione semplice: essi
e le citt, cominciate da pochi abitatori e poi accre- prendono tante mogli e non ne amano nessuna. U-
sciute sino ad un certo numero, non passano oltre. gualmente amano poco i figli. Tra i cristiani un uomo
Roma cominci con 3.000 abitanti, arriv sino a ama una sola donna e insieme si dedicano con pi
450.000 uomini capaci di impugnare le armi e non amore ai figli. Il mondo arabo poi vede le giovani ge-
pass innanzi: e pure ogni ragion voleva che, s come nerazioni falcidiate dalla morte a causa della peste o
da 3.000 era cresciuta a 450.000, andasse di mano in della sporcizia delle citt o delle abitazioni malsane.
mano tuttavia crescendo infinitamente. Cos Venezia, C un altro limite allaumento della popolazione: in-
Napoli, Milano, non superano le 200.000 persone, torno alle citt non si produce e non si pu produrre
non le altre citt un certo s fatto numero. Ci procede tutto il cibo che serve. Neanche a far sposare preti e
dallincomodit dallevare e di nutrire una maggiore suore (come ha fatto Lutero in Germania) serve a far
moltitudine di gente in un luogo, perch n il terreno aumentare la popolazione. Il principe perci deve fa-
attorno pu fornire tanta copia di vettovaglie, n i pa- vorire il matrimonio, la fecondit e lallevamento
esi vicini somministrarne, per la sterilit dei terreni o successivo dei figli, soprattutto delle famiglie povere,
per la difficolt della condotta. come fece ad esempio limperatore Alessandro Seve-
S che, ricercandosi due cose per la propagazione dei ro.
popoli, la generazione e leducazione, sebbene la
moltitudine dei matrimonii aiuti forse luna, impedi- Commento
sce per di sicuro laltra. Onde io stimo che, se ben 1. Botero ha una conoscenza articolata e profonda
tutti i religiosi e religiose fossero maritate, che non degli argomenti trattati. E riesce a esporre i problemi
perci sarebbe maggior il numero dei cristiani di quel in modo semplice, chiaro e persuasivo. Il principe ha
che si sia; e la dissoluzione e licenza, introdotta da bisogno di sudditi, che rendono pi potente lo Stato.
Lutero in Germania e in Inghilterra da Calvino, non Per questo i legislatori del passato (Licurgo e Solone)
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 207
hanno favorito i matrimoni e hanno lottato contro il il clero cattolico pratica il celibato, ma una scelta di
celibato maschile. Ma il problema non soltanto nel vita. Tuttavia per sua attenuante si pu affermare che
concepimento di figli, perch, una volta nati, i figli nei 400 anni dopo di lui nessuno lo ha mai fatto, ne-
devono essere allevati e mantenuti. E davanti a questa anche con la facilitazione di cercare ad ogni costo e
prospettiva le famiglie povere o non fanno figli o ne pregiudizialmente lacune nel suo trattato.
fanno pochi o, se li fanno, si trovano in difficolt e- 4. Lautore distingue i bisognosi dai poveri, che sono
conomiche. A questo punto deve intervenire lo Stato, un pericolo sociale perch cercano di pescare nelle
e inventa lo Stato assistenziale. Egli procede con il novit e nel torbido e perch sono fannulloni. I primi
ragionamento e confronta i matrimoni poligami dei meritano aiuto, i secondi o vanno cacciati o vanno
turchi con i matrimoni monogami del mondo cristia- usati per fare la guerra o vanno costretti a lavorare
no. I turchi fanno figli che poi non amano e non alle- per mantenersi.
vano come si deve. I cristiani invece sono marito e 5. Botero estende laddestramento militare alla fami-
moglie, amano i figli, li fanno crescere come si deve glia. Laddestramento leducazione che i genitori
e li educano. preferibile quindi il matrimonio mo- devono impartire ai figli, per farne buoni sudditi (o
nogamo. Un ulteriore ostacolo allaumento di sudditi cittadini). Machiavelli si ferma alladdestramento mi-
si trova nel territorio: il terreno intorno alle citt per- litare. Guicciardini esperto soltanto in trattativedi-
mette di mantenere un numero alto, ma limitato di plomatiche. Daltra parte la Compagnia di Ges si
persone. Il principe deve quindi favorire i matrimoni, chiamava cos, perch Ignazio di Loyola, il fondatore,
ridurre le difficolt delle coppie povere e adottare era un ex militare e lha organizzzata come una com-
fanciulli e fanciulle, come fece Alessandro Severo. pagnia darmi.
2. indubbiamente straordinaria la sagacia di Botero 6. sbalorditivo che Botero colga limportanza
nel cogliere e presentare i problemi, nel trovare solu- delligiene per una citt e per la popolazione: con un
zioni e nellindividuare le resistenze e gli impedi- anticipo di 300 anni: ligiene ri-scoperta dagli illu-
menti, oltre i quali non si pu andare. I sudditi sono ministi, ma si diffonde nel sec. XX, e soltanto nel
visti come la ricchezza dello Stato, perci bisogna mondo occidentale.
pensare a produrli: si condannano e si disprezzano i 7. Va ancora notato che il testo discorsivo: il lettore
celibi e si favoriscono i matrimoni. Superato questo deve avere una lettura facile e persuasiva. Ma gli
scoglio, se ne incontra subito un altro: i figli devono stessi problemi si possono tradurre facilmente in ter-
essere allevati, e allevarli costoso. Si devono perci mini ben pi rigorosi. Chi ha pazienza deve aspettare
aiutare le coppie povere, che altrimenti non fanno fi- due secoli, che arrivino gli economisti inglesi: Adam
gli. Insomma lo Stato deve aiutare le famiglie biso- Smith (1723-1790), Robert Malthus (1766-1834) e
gnose. A questo punto lo scrittore ha un colpo dala: David Ricardo (1772-1823).
si chiede se preferibile il matrimonio monogamico ---II---
cristiano o quello poligamico dei turchi. Ritiene che
sia preferibile quello cristiano: i turchi non amano i Gli stratagemmi militari, IX
loro figli e li possono educare soltanto in modo di-
stratto. Non cos i genitori uniti da matrimonio cri- Si aiuta in modo degno di nota il valore (=le capacit)
stiano (che un sacramento e che indissolubile, ma dellesercito con larte e con lastuzia, perch gli stra-
non si dice): essi amano e allevano con amore i loro tagemmi bellici non solamente sono leciti, ma anche
figli. Botero per non ancora contento e procede ol- di grandissima lode per i capitani.
tre. Si chiede quanto si pu espandere una citt, fino a Lisandro di Sparta fu personaggio di grande sagacia e
quante centinaia di migliaia di abitanti pu avere. E la che si avvaleva non meno dellarte (=ingegno, astu-
risposta arriva subito: la produzione potenziale di ci- zia) che della forza. Essendogli ci rimproverato, so-
bo intorno alla citt condiziona il numero degli abi- leva rispondere che in ci che non poteva fare la pelle
tanti oltre il quale la popolazione non si pu espande- del leone, vi si doveva intessere quella della volpe. E
re. Carbone diceva che, avendo egli a fare con il leone e
3. In questo capitoletto Botero ipotizza nel lontanis- con la volpe, che si erano annidati nellanimo di L.
simo 1589 la gestione e lincremento della popola- Silla, molto maggior paura aveva della volpe che del
zione da parte dello Stato, laiuto alle famiglie senza leone. Non deve per linganno essere se non milita-
mezzi sempre da parte dello Stato, e individua gli o- re, nel che Lisandro peccava grandemente, perch
stacoli presenti nel territorio che impediscono alla non faceva minor professione duomo astuto nelle a-
popolazione di aumentare ulteriormente. Va sottoli- zioni di guerra che di fraudolente nei contratti.
neato che non parte da verit preconcette, ma cerca Ma negli stratagemmi fu eccellentissimo Annibale di
risposte in rebus, analizzando i fatti. E soprattutto e- Cartagine, che non attacc mai (si pu dire) fatto
gli fa ragionamenti (per cos dire) laici, che lasciano darme, non fece mai scaramuccia, senza aiutare la
da parte qualsiasi riferimento religioso, alla fede co- forza con larte e le armi con lingegno, nel che egli
me allal di l. Non esamina per le tristi condizioni si avvaleva meravigliosamente della qualit dei paesi
dei maschi turchi che restano senza donne Qualco- e della natura dei siti, delle valli, delle selve, del sole,
sa sfugge anche a lui. Indubbiamente i turchi condan- del vento e di ogni opportunit di tempo, di luogo o
nati al celibato non lo interessano. Daltra parte anche daltra circostanza; e non cosa che rechi maggior
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credito e reputazione a un capitano e che gli renda i se: il principe deve dare il suo contributo, deve pre-
soldati pi affezionati e confidenti; ed senza dubbio occuparsi dei sudditi e deve dedicarsi alle attivit che
necessario che il capitano sia perspicace in simile ma- arricchiscono lo Stato; i sudditi devono dare il loro
teria e pronto dingegno, affinch, sebbene egli non contributo e dedicarsi alle attivit lagricoltura e
volesse prevalere con un lecito e commendabile in- lindustria, e leducazione dei figli che arricchisco-
ganno, possa almeno prevederlo e schivarlo. no lo Stato. Egli si preoccupa anche di migliorare le
attivit presenti, di sfruttare le disposte territoriali di-
Riassunto. Botero afferma che si aiuta in modo signi- sponibili e di far lavorare tutti, compresi i disabili: a
ficativo il valore militare (=le capacit del capitano o favore della piena educazione e dello sfruttamento
del condottiero) con larte e con lastuzia, perch gli razionale e ottimale delle risorse, di tutte le risorse
stratagemmi in guerra sono non solamente leciti, ma disponibili. Egli ha una visione generale della societ
anche di grandissima lode per i capitani. Quindi fa e propone interventi articolati in ogni singolo settore.
numerosi esempi, tra cui una frase di Car-bone, che Non male per un autore di 400 anni fa, che ha avuto
preferisce aver a che fare con il leone e non con la seguito soltanto oggi, in tempo di globalizzazione,
voloe, il comportamento di Lisandro, che ricorreva quando nelle universit si insegnano le cose che ha
agli inganni sia in guerra (dove sono legittimi), sia pensato e scritto.
nella vita quotidiana (dove non sono legittimi), e ci ------------------------------II-----------------------------
provoca la condanna dellautore. E infine il compor-
tamento normale di Annibale che studiava attenta-
mente il terreno (il bosco, il vento ecc.) e poi era ca-
pace di cogliere anche le minime opportunit che si
presentavano. E conclude dicendo che il ricorso ad
inganni che hanno successo fa aumentare la stima del
capitano e lattaccamento dei soldati verso di lui.
Commento
1. Botero cita di passaggio il leone e la volpe, ma
non insiste. Le metafore fanno bene alla poesia, non
alla teoria politica o economica. Machiavelli non me-
rita maggiore attenzione. Il comportamento vario ed
efficiente di Annibale molto pi interessante e meri-
ta dessere studiato attentamente e imitato.
2. In Dante e nel Medio Evo cera lantinomia: il ge-
nerale se ricorre agli inganni vince la guerra ma perde
lanima; se non vi ricorre perde la guerra ma salva
lanima. In Botero il dilemma scomparso, anzi dice
apertamente che in guerra gli inganni sono leciti. Non
gradisce per che essi siano portati nella vita civile.
Lo aveva gi detto a proposito della simulazione e
della dissimulazione: sono comportamenti contrari
alla vita civile e allatteggiamento di fiducia che un
suddito deve avere verso un altro. Aristotele non era
stato di diverso avviso: i cittadini tra loro devono pra-
ticare lamicizia, che comporta solidariet.
3. Botero insiste che gli inganni sono leciti soltanto in
guerra, non nella vita quotidiana. Da parte sua Dante
aveva messo nel pi profondo dellinferno i traditori
nella loro varia classificazione: traditori dei parenti,
della patria, degli ospiti, dei benefattori, infine i tradi-
tori della Chiesa e dellImpero (If XXXII-XXXIII).
4. Lautore, da buon insegnante, riduce al minimo la
parte teorica (le quattro righe iniziali), qui come al-
trove, e abbonda in esempi, presi dal passato come
dal presente, dallEuropa, come dagli altri continenti.
La globalizzazione delleconomia incomincia con
Botero
5. In tutti i testi riportati emerge lattenzione di Bote-
ro per la complessit delle situazioni, che chiedono
perci atteggiamenti flessibili, capaci di cogliere an-
che le minime opportunit. Emergono anche altre co-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 209
Torquato Tasso (1544-1595) lemme conquistata. A Roma gli concessa una pen-
sione dal papa e promessa lincoronazione poetica.
La vita. Torquato Tasso nasce a Sorrento nel 1544. Muore nel 1595.
Segue il padre in varie corti dItalia. Nel 1559 a
Venezia; quindi si sposta a Padova, dove conosce il Le opere. Tasso scrive il Rinaldo (1562), la favola
grande letterato Sperone Speroni e scrive un poema, boschereccia Aminta (1573), la canzone Al Metauro
il Rinaldo. Tra il 1562 e il 1565 a Bologna, dove (1578), la Gerusalemme liberata (1575, 1581), la tra-
entra in contatto con i maggiori letterati. Nel 1565 a gedia Re Torrismondo (1586), le Rime (1591, 1593),
Ferrara, dove entra al servizio del cardinale Luigi la Gerusalemme conquistata (1593). Negli ultimi an-
dEste e poi del duca Alfonso II dEste. Nel 1573 fa ni si dedica anche a una produzione letteraria di carat-
rappresentare una favola boschereccia, intitolata tere religioso, come il Monte Oliveto e il Mondo
Aminta. In questi anni lavora al Goffredo, che finisce creato.
nel 1575. Egli sottopone il poema al giudizio dei ---II---
maggiori letterati del tempo. Le critiche di tipo for-
male e morale che riceve e le invidie provocate a cor- Le Rime
te gli procurano tormenti religiosi e, contemporanea-
mente, lo spingono a comportamenti che lo mettono Con le Rime Tasso supera il petrarchismo con un am-
in attrito con la corte. Il pi grave di tutti quello di pio ricorso a figure retoriche e con un ritmo pi ela-
sottoporsi allesame del Tribunale dellInquisizione, borato, in particolare con luso dellenjambement. Il
cosa che spaventa il duca, che teme il coinvolgimento tema amoroso il motivo prevalente.
della corte. In questa situazione si manifestano le ma- ---II---
nie di persecuzione e le crisi depressive, che nel
1577 portano il poeta a lanciare un coltello contro un Aminta, 1573, 1581
servo, sentendosi spiato. Egli incarcerato, ma riesce LAminta (1573, 1581) una favola boschereccia,
a fuggire. Seguono due anni di peregrinazioni in tutta che segue le unit aristoteliche di luogo, tempo ed a-
Italia. Nel 1579 ritorna a Ferrara in occasione del ma- zione. Lazione in cinque atti e dura un solo giorno.
trimonio del duca Alfonso. Sentendosi trascurato, Le azioni pi drammatiche vengono raccontate sia
prorompe in invettive contro il duca. perci impri- per la difficolt di rappresentarle, sia in considerazio-
gionato nellOspedale di santAnna e messo in cate- ne del pubblico a cui lopera rivolta.
ne, in quanto giudicato pazzo frenetico. Nel 1581
esce a sua insaputa la Gerusalemme liberata, il titolo Riassunto. Il pastore Aminta ama la ninfa Silvia, ma
che gli editori danno al Goffredo. Lopera ottiene questa, seguace della dea Diana, lo respinge. Si spar-
grande successo e numerose edizioni. Nel 1586 esce ge la voce che Silvia stata divorata dai lupi. A que-
dal carcere per intervento di Vincenzo Gonzaga, duca sta notizia Aminta si getta gi da una rupe. Ma Silvia
di Mantova. Il poeta riprende a girovagare in tutta Ita- non morta, e, quando sente che Aminta si ucciso
lia, prima a Roma, poi a Napoli, a Firenze e ancora a per lei, scopre di amarlo. Ma nemmeno Aminta
Roma, ospite di amici e di ammiratori. Nel 1593 pub- morto, perch un cespuglio ha attutito la sua caduta. I
blica il rifacimento del poema con il titolo di Gerusa- due giovani possono cos coronare il loro amore.
---II--- ---II---
Amiam, ch l Sol si muore e poi rinasce: 6. Amiamo, perch il Sole muore e poi rinasce.
a noi sua breve luce A noi egli nasconde la sua breve luce
sasconde, e l sonno eterna notte adduce. ed il sonno ci porta una notte eterna.
Ohim! dal d che pria 2. Ohim!, dal giorno in cui respirai per la prima
trassi laure vitali e i lumi apersi volta le arie vitali e apersi gli occhi in questo mondo
in questa luce a me non mai serena, che per me non mai stato sereno, io fui
fui de lingiusta e ria un giocatolo e un bersaglio di quella [dea] ingiusta
trastullo e segno, e di sua man soffersi e malvagia, e dalla sua mano soffersi ferite
piaghe che lunga et risalda a pena. che il passare degli anni rimargina appena.
Sssel la gloriosa alma sirena, Lo sa Partenope, la gloriosa Sirena, genitrice
appresso il cui sepolcro ebbi la cuna: [di Napoli], presso il cui sepolcro io nacqui:
cos avuto vavessi o tomba o fossa cos, avessi io potuto avere l la mia tomba
a la prima percossa! o una semplice fossa al primo colpo [avverso
Me dal sen de la madre empia fortuna della Fortuna]! Lingiusta Fortuna mi strapp
pargoletto divelse. Ah! di quei baci, ancor bambino dal seno di mia madre. Ah!,
chella bagn di lagrime dolenti, sospirando io mi ricordo di quei baci che ella bagn
con sospir mi rimembra e degli ardenti con lacrime di dolore e [mi ricordo] delle preghiere
preghi che se n portr laure fugaci: ardenti che il vento fugace port via:
chio non dovea giunger pi volto a volto io non dovevo congiungere mai pi il mio viso
fra quelle braccia accolto al suo viso, accolto fra le sue braccia con abbracci
con nodi cos stretti e s tenaci. cos stretti e tenaci. Ahim!, e seguii con passi incerti,
Lasso! e seguii con mal sicure piante, come Ascanio o Camilla, mio padre costretto
qual Ascanio o Camilla, il padre errante. a peregrinare [di corte in corte].
Commento
1. Il madrigale costruito pi sulla dolcezza, sulla
musicalit e sulla sensualit dei versi che su lesilis-
simo motivo, cio la donna che abbandona il poeta. Il
riassunto, che riguarda il contenuto e che non riesce a
riprodurre la musicalit del testo, non quindi capace
di presentare adeguatamente lintenzione del poeta.
2. Labbandono vissuto come presentimento di do-
lore, un presentimento che la natura intera infonde nel
poeta. La natura partecipe al dolore e con le lacrime
di rugiada comunica al poeta il presagio della sventu-
ra imminente.
3. Conviene confrontare linterpretazione che Tasso
d del motivo della partenza (o dellabbandono) con
quella data oltre un secolo dopo da Paolo Rolli in So-
litario bosco ombroso (1727) e da Pietro Metastasio
in La libert (1733) e La partenza (1746).
Amor vidio, che fra i lucenti rami LAdone (1623) un poema in 20 canti, composto da
de laurea selva sua, pur come sle 5.113 ottave, che canta gli amori tra Adone e Venere.
tendea mille al mio cor lacciuoli ed ami; Lopera contiene molte deviazioni dal tema principa-
le ed lunga 40.904 versi (nelle Metamorfosi Ovidio
e nel sol de le luci uniche e sole racconta la stessa storia in soli 73 versi): tre Divine
intento e preso dagli aurati stami, commedie di Dante Alighieri. Lopera vuole essere il
volgersi quasi un girasole il sole poema dei poemi: lautore vuole riprendere tutti i mo-
---II--- tivi della poesia tradizionale (leroico, il romanzesco,
il tragico, il mitologico, il pastorale, il didascalico, il
Per la sua donna, che aveva sciolto le sue chiome al comico, il patetico-sentimentale, lerotico), e superare
sole i poeti del passato. In due episodi famosi il poeta can-
ta la rosa e gareggia con lusignolo.
Allaria i capelli (che han tolto ogni valore alloro) ---II---
il mio bel sole, alzandosi dal suo letto,
aveva sciolto dai suoi biondi volumi, Elogio della rosa, III, 155-160
per raddoppiare forse la luce del nuovo giorno.
155. Poi le luci girando al vicin colle,
Parte di essi, scherzando in una nuvola ricca e folta, dovera il cespo che bel pi trafisse,
cadeva come una pioggia sopra le belle spalle;
fermossi alquanto a rimirarlo, e volle
una parte a forma di riccioli doro se ne andava
serpeggiando tra la bellezza del seno e del viso. il suo fior salutar pria che partisse;
e vedutolo ancor stillante e molle
Io vidi il dio Amore che fra i rami lucenti quivi porporeggiar, cos gli disse:
dei suoi capelli dorati (com solito fare) Slviti il Ciel da tutti oltraggi e danni,
tendeva mille trappole al mio cuore; fatal cagion dei miei felici affanni:
159. Non superbisca ambizioso il Sole 33. Udir musico mostro, o meraviglia,
di trionfar fra le minori stelle, che sode s,ma si discerne apena,
che ancor tu fra i ligustri e le viole come or tronca la voce,or la ripiglia,
scopri le pompe tue superbe e belle. or la ferma,or la torce,or scema,or piena,
Tu sei con tue bellezze uniche e sole or la mormora grave,or lassottiglia,
splendor di queste piagge, egli di quelle. or fa di dolci groppi ampia catena,
Egli nel cerchio suo, tu nel tuo stelo, e sempre,o se la sparge o se laccoglie,
tu Sole in terra, ed egli rosa in cielo. con egual melodia la lega e scioglie.
[...]
Commento
1. Che piaccia o no, questa lidea di cultura che a-
vevano Marino e gli intellettuali del Seicento. Una
idea di successo, che il pubblico apprezzava. E, se il
pubblico apprezza, vuol dire che lintellettuale sa fare
il suo mestiere, sa soddisfare i desideri e limmagi-
nario del suo pubblico pagante e sbarca onorevol-
mente il suo lunario. In tal modo tutti sono contenti.
---II---
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 233
Non-sense, antipetrarchismo e po- E vidi le lasagne
andare a Prato a vedere il Sudario,
esia barocca e ciascuna portava linventario.
Commento
Francesco Berni (1497-1535), Chiome
1. Berni usa il linguaggio petrarchesco, ma lo usa in
dargento fine, irte e attorte modo sfasato, in tal modo ottiene risultati parodistici:
i capelli dorati diventano ora viso doro, i primi sono
Berni anticipa il Barocco o, in alternativa, fa la paro- belli, ma il secondo sconvolgente! E infatti il poeta,
dia della poesia petrarchesca tradizionale, che parlava fissando il viso della sua donna, impallidisce: tradi-
di donne bellissime, ma immaginarie e inesistenti. zionalmente si impallidiva per la bellezza del viso;
ora si impallidisce dallorrore...
Chiome dargento fine, irte, ed attorte 2. Anche Berni, come Cecco Angiolieri e poi i poeti
senzarte intorno ad un bel viso doro; del Seicento, prende in giro la poesia ufficiale, inse-
fronte crespa, u mirando, io mi scoloro, rendosi in quella tradizione anti-letteraria a cui hanno
dove spunta i suoi strali Amore e Morte; dato alcuni contributi anche Guido Cavalcanti e lo
stesso Dante. Del petrarchismo si criticano la mono-
occhi di perle vaghi, luci torte tonia, lirrealt della donna cantata e gli eccessi. E se
da ogni obbietto disuguale a loro; ne fa la parodia (il termine deriva dal greco e signifi-
ciglie di neve; e quelle, ondio maccoro, ca strada vicina).
dita e man dolcemente grosse e corte; ------------------------------II-----------------------------
labra di latte; bocca ampia celeste; Anton Maria Narducci, Sembran fere
denti debeno, rari e pellegrini;
davorio in bosco doro
inaudita, ineffabile armonia;
costumi alteri e gravi; a voi, divini Sembran fre davorio in bosco doro
servi dAmor, palese fo che queste le fre erranti onde s ricca siete;
son le bellezze de la donna mia. anzi, gemme son pur che voi scotete
da laureo del bel crin natio tesoro;
Capelli dargento fine, irti ed attorcigliati
o pure, intenti a nobile lavoro
Capelli dargento fine, irti ed attorcigliati cos cangiati gli Amoretti avete,
senzarte, intorno a un bel viso doro; perch tessano al cor la bella rete
fronte rugosa, guardando la quale io impallidisco, con lauree fila ondio beato moro.
dove spezza le sue frecce amore e morte;
O fra bei rami dor volanti Amori,
occhi color di perla, strabici, incapaci di vedere gemme nate dun crin fra londe aurate,
anche oggetti in linea obliqua [rispetto allo sguardo]; 11fre pasciute di nettarei umori;
ciglia di neve, dita e mani dolcemente grosse
e tozze, per le quali io trasalisco; deh, savete desio deterni onori,
esser preda talor non isdegnate
labbra bianche come il latte, bocca ampia, il celeste, di quella preda onde son preda i cori!
denti neri come lebano, radi e oscillanti;
Inaudita ed inesprimibile armonia; Sembrano fiere davorio in un bosco doro
Costumi superbi e pesanti; a voi, o divini Sembrano fiere davorio in un bosco doro
Servi del dio Amore, dico chiaramente che queste le fiere vagabonde di cui siete cos ricca;
Sono le bellezze della donna mia. anzi sono gemme quelle che voi scuotete
dal tesoro dorato dei vostri capelli;
Riassunto. Il poeta descrive le bellezze della sua don-
na: ha capelli dargento fine (=grigi), un viso doro oppure, intenti al loro nobile lavoro,
(=giallastro, quindi malato), che lo fa impallidire, do- avete cos cambiato gli amorini,
ve spezza le sue frecce lAmore come la Morte, ha affinch essi tessano una bella rete al mio cuore
occhi di perla (=bianchi) e che guardano obliquamen- con i capelli dorati, per i quali muoio contento.
te (= strabica), ciglia candide come la neve (= bian-
che, vecchia) e mani dolcemente grosse (=sono bel- O amorini, che volate fra bei rami dorati,
o gemme nate in mezzo alle onde dorate dei capelli;
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 235
o fiere che vi siete nutrite di alimenti dolcissimi, Commento
1. Il verso finale una acutezza e vuol dire che i la-
deh, se volete onori eterni, menti del poeta non hanno mai fine: si spostano sem-
non rifiutatevi di essere talvolta preda pre pi in l.
di quella preda di cui son preda i cuori. 2. Il sonetto, fondato sulla poetica della meraviglia,
mostra labilit e il virtuosismo del poeta nello svi-
Commento luppare con metafore continue due temi paralleli: la
1. Narducci polemizza con il petrarchismo, che can- pulce, che piccola e nera; e i seni, su cui si muove la
tava una donna bellissima ed inesistente; e, con mag- pulce, che sono candidi e grandi: Picciola macchia...
giore aderenza alla realt, canta i pidocchi di cui la in sen dargento (vv. 1-2), Lieve debeno... fra nevosi
sua donna ricca. Anzi in essi si sono trasformati gli sentier (vv. 5-6), volatil neo dalmo candore (v. 9),
amorini, per farlo capitolare... Lultima terzina con- che si esprime anche nei continui contrasti di colore:
tiene linvenzione ingegnosa: il triplice uso del termi- macchia/argento, sol/ombra, ebeno/nevosi, neo/can-
ne preda. Ma tutto il sonetto pieno di sferzante in- dore. Una serie di aggettivi metaforici esprime la
ventiva. mobilit dellanimaletto: instabil, volatil, non fermo.
------------------------------II----------------------------- Alcune metafore iperboliche ne descrivono il corpo:
ombra palpabile e pungente (v. 4), antipodo nero (v.
Giuseppe Artale (1628-1679), Pulce sulle 7), volatil neo (v. 9), atomo damore (v. 11). Alcuni
poppe di bella donna richiami interni sono: brieve e lieve (vv. 4 e 5), anti-
podo e mondo (vv. 7 e 8), indivisibil e atomo (vv. 10
e 11), ma anche lungo e languore (v. 13).
Picciola instabil macchia, ecco, vivente 2.1. La terzina finale contiene una metafora gramma-
in sen dargento alimentare e grato; ticale: prolisso (=lungo), periodi (=espressioni la-
e posa ove il sol fisso geminato (=doppio) mentose), punto (=conclusione), non fermo (=non
brieve unombra palpabile e pungente. concluso). Non isdegnate (non rifiutatevi) una
raffinata litote, a cui il poeta ricorre per rendere pi
Lieve debeno (=nero) star fera mordente elevato (e comico) il testo e il momento del saluto fi-
fra nevosi sentier veggio in aguato, nale.
e un antipodo nero abbreviato 3. Lideale secentesco di bellezza femminile costi-
dun picciol mondo, e quasi niente un ente. tuito dalle donne pantagrueliche e sensuali del pittore
fiammingo Pieter Paul Rubens (1577-1640), che si
Pulce, volatil neo dalmo candore, forma in Italia (1600-08) e che ritorna ad Anversa,
che indivisibil corpo hai per ischermo,
dove apre una bottega, che ha un grande influsso sul-
fatto etopo un atomo damore; la pittura europea successiva.
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tu sei, di questo cor basso ed infermo
per far prolisso il duol, lungo il languore,
de periodi miei punto non fermo.
Riassunto. Il poeta canta il sorriso della sua donna, 2. Liperbole barocca trasformata in grazia musica-
che ha le labbra rosse come le rose e che, sorridendo, le: n terra, n mare, n cielo sanno fare un sorriso
mostra i suoi denti candidi. Egli lo vuole cantare in bello come quello della sua donna.
modi nuovi. E dice: quando la brezza vaga tra i fiori 3. Limmagine della donna, proposta da Chiabrera,
del prato, noi diciamo che la terra sorride. Quando il continua a trasformare e ad arricchire limmagine e le
venticello agita appena appena le onde, noi diciamo funzioni della figura femminile, che erano state can-
che il mare sorride. Quando laurora si veste di un ve- tate dallintera tradizione letteraria, dalla Scuola sici-
lo dorato, noi diciamo che il cielo sorride. Ma n ter- liana ai poeti comico-realistici, dal Dolce stil novo a
ra, n mare, n cielo sanno fare un sorriso bello come Petrarca e ai petrarchisti, dallUmanesimo al Manieri-
quello della sua donna. smo, dal Barocco al classicismo del Seicento (e poi
allArcadia del Settecento).
Commento 4. La donna bella, ma non sappiamo com. Non ha
1. La canzonetta unisce grazia classicheggiante e me- alcun aspetto particolare, ha soltanto un sorriso e due
tafore blandamente barocche: le labbra rosse della labbra rosse. Tutto trasformato in musica e in musi-
donna del poeta che sono paragonate alla natura con calit, e la donna scompare. Conviene confrontarla
limpide immagini. La leggerezza delle immagini e la con le altre donne incontrate e che si incontreranno.
musicalit dei versi sono ottenute anche sostituendo 5. Labilit del poeta straordinaria: la lingua italiana
lendecasillabo con versi pi brevi. poverissima di parole brevi.
------------------------------II----------------------------- ------------------------------II-----------------------------
Commento
1. Il tema della partenza un tpos della lirica arcadi-
ca, anche se si trova gi nella letteratura del passato.
Labilit del poeta consisteva nel costruire nuove va-
riazioni, senza modificare n approfondire la situa-
zione sentimentale.
2. Lode ha uno schema metrico elementare, la rima
ABAB, il secondo verso per ha una rima particolare,
perch sempre tronco. La facilit e la scorrevolezza
dei versi non deve ingannare: rivela nellautore una
grandissima abilit professionale e una altrettanto
grande conoscenza della lingua italiana.
3. Il testo stato composto per essere musicato e can-
tato sulla scena. Qui esso esprime tutta la sua linearit
e la sua musicalit. La sola lettura lo fa apparire in-
consistente e superficiale.
4. Oh Dei!: il poeta si rivolge agli dei dellOlimpo,
meno irriguardoso e pi naturale, visto largomento
della canzonetta (la donna) e visto il comportamento
di quegli dei. Ma da secoli si passava con assoluta na-
turalezza dallOlimpo cristiano allOlimpo greco, e
viceversa.
5. La canzonetta ha molteplici antecedenti che me-
scolano la divinit con lamore per una donna. Nel
sonetto I maggio posto in core a Dio servire Gia-
como da Lentini vuole andare in paradiso, ma vuole
andarci con la sua donna, che ha un bel viso e capelli
biondi. Alla fine della canzone Al cor gentile rempai-
ra sempre amore Guido Guinizelli si trova davanti a
Dio, che lo rimprovera di avergli preferito un amore
profano, la donna. E il poeta si difende: la sua donna
sembrava un angelo venuto dal cielo, perci non
commise peccato, se lha amata. Il tema dellamore
sacro e profano il motivo conduttore del Canzonie-
re di Francesco Petrarca. E le invocazioni a Dio o alla
Madonna si sprecano.
6. Il motivo del poeta che muore e della donna che lo
cerca e ne scopre la tomba appartiene alla tradizione
letteraria. Nella canzone Chiare, fresche e dolci ac-
que, CXXVI, Petrarca immagina di essere morto e
sepolto, che Laura venga a cercarlo e che, vedendolo
morto, sparga una lacrima di compassione. Proprio
quella lacrima gli aprir la porta del cielo
Nellepisodio di Erminia tra i pastori della Gerusa-
lemme liberata (VII, 1-22) Erminia, mentre accudi-
sce alle pecore, immagina di essere morta e che sulla
sua tomba venga Tancredi e sparga una lacrima.
Quella lacrima la render felice. Il contesto poetico
per completamente diverse: in Petrarca si inserisce
nel dissidio interiore tra amore sacro ed amore pro-
fano; in Tasso il tema rovesciato ( la donna che
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 241
Pietro Metastasio (1698-1782) cesso. Egli per si sente estraneo ai valori e ai princi-
pi estetici diffusi dalla cultura illuministica. Perci, a
partire dalla met del secolo, si dedica a riflessioni
La vita. Pietro Trapassi nasce a Roma nel 1698 da teoriche sui principi che avevano ispirato la sua pro-
una famiglia di modeste condizioni sociali. Per la sua duzione. Nel 1773 traduce e commenta lArte poetica
abilit nellimprovvisare versi si fa notare da Gravi- di Orazio, e porta a termine lEstratto della Poeti-
na, che lo avvia agli studi letterari, conducendolo ca dAristotile e considerazioni sulla medesima.
prima a Napoli (1712) poi in Calabria, dove studia Muore nel 1782.
sotto la guida di Gregorio Caloprese, un filosofo di
fede cartesiana. Il suo protettore gli cambia il nome in La poetica. Metastasio rinnova il melodramma, cio
Metastasio. Nel 1718 ritorna a Roma, dove prende gli il dramma melodico, cantato. Prima di lui il testo del
ordini minori e decide di studiare diritto. Alla morte melodramma era ridotto ad un libretto al servizio del-
Gravina gli lascia leredit. Il testamento per im- la musica. Esso doveva presentare un certo numero di
pugnato dagli altri arcadi, perci egli nel 1719 ritorna arie, collocate in parti specifiche del dramma e ben
a Napoli. Qui introdotto nei salotti aristocratici dalla suddivise tra i personaggi principali. Esse permette-
cantante Marianna Bulgarelli Benti, detta la Romani- vano ai cantanti di dimostrare la loro bravura. Il pub-
na, che lo spinge anche a studiare musica. Nel 1721 e blico le seguiva con attenzione, mentre non si interes-
nel 1722 Metastasio compone due azioni drammati- sava dei recitativi, cio delle parti dialogate, che fa-
che. Il successo per giunge nel 1724 con la rappre- cevano procedere lazione. Metastasio mantiene la
sentazione di Didone abbandonata. Ed ripetuto dal- struttura tradizionale in tre atti del melodramma. In-
le opere successive, tanto che i suoi drammi sono nova per lidea stessa di melodramma. Egli con-
musicati pi volte dai maggiori compositori del tem- vinto che il testo poetico abbia un valore autonomo
po. Nel 1730 Metastasio invitato a Vienna come rispetto alla musica. Nello stesso tempo per scrive
poeta cesreo e con un generoso compenso. Egli versi particolarmente musicali, che ben si adattano ad
accetta. Per la corte compone drammi, azioni sceni- essere cantati. Anche la trama ed i toni sono coerenti
che di argomento mitologico e di argomento sacro. allo stesso scopo: il poeta esclude dal suo repertorio i
Tra il 1730 e il 1740 il poeta scrive le sue opere pi toni (e le storie) drammatici, per privilegiare quelli
belle: Demetrio (1731), Olimpiade (1733), Demofo- elegiaci e patetici, che giustificano il lieto fine.
onte (1733), La clemenza di Tito (1734), Achille in ---II---
Sciro (1736), Zenobia (1740) e Attilio Regolo (1740).
Negli anni successivi continua a comporre con suc-
Quel, che or malletta, o spiace. 11. Ci che ora mi rende lieto o triste,
se lieto o mesto or sono, se ora sono lieto o triste,
gi non pi tuo dono, non pi merito tuo,
gi colpa tua non : non pi colpa tua:
Riassunto. Il poeta stato lasciato dalla sua donna, prima met del Settecento, prima della diffusione del-
che gli ha preferito un altro. Egli per ha superato il le idee e dei principi artistici dellIlluminismo.
momento dellabbandono, e riesce a parlare di lei 2. La canzonetta svolge un motivo ormai divenuto un
senza emozionarsi e a notare in lei aspetti che prima tpos letterario: il poeta abbandonato dalla sua don-
gli sembravano belli ma che non lo erano. Alla fine na. Il contenuto esilissimo ed anche banale, ma i
conclude dicendo che la donna ha perso un innamora- versi musicali riescono a farlo lievitare. Le strofe po-
to fedele, mentre egli pu trovare facilmente unaltra tevano procedere indefinitamente. Comunque sia, o-
donna capace di ingannarlo. gnuna di esse riesce a interessare lascoltatore. La
strofa migliore giustamente quella conclusiva (co-
Commento me il Barocco aveva insegnato), pregevole per los-
1. La libert, con La partenza (1746), una delle servazione psicologica. Ad ogni modo il linguaggio
canzonette pi famose del poeta. Essa sintetizza la di tutta la canzonetta riesce a rinnovare il contenuto e
poetica metastasiana ma anche il gusto estetico della i fatti descritti.
Riassunto. Nice parte. Il poeta addolorato. Vuole 3. La Scuola siciliana (1230-1260ca.) inizia lopera di
seguirla almeno con il pensiero. Poi ricorda i tempi recupero della figura femminile, che la Chiesa pre-
felici, quando erano insieme. Adesso la donna riceve- sentava come la tentatrice, colei che portava luomo
r i complimenti ed i pianti da altri innamorati. Egli alla perdizione eterna. Il Dolce stil novo poi fa della
ha il cuore ancora ferito dallamore. E si chiede, a pi donna la donna-angelo, discesa sulla terra per portare
riprese, se la donna si ricorder ancora di lui. luomo a Dio. Metastasio, come altri poeti del Sette-
cento, la trasforma nellingannatrice, che tradisce
Commento luomo. E comunque almeno sulle scene teatrali
1. Il motivo della canzonetta anche qui assai esile. Il sorge una articolata dialettica tra i sessi: luomo non
nome della donna, Nice, significa vittoria o, meglio, pi onnipotente, e la donna ha una volont, che fa pe-
la vincitrice. Essa insomma vince il poeta e tutti gli sare sulluomo. Pu scegliere ed abbandonare il suo
altri amanti che la corteggiano. amante. Pu farlo soffrire.
2. La canzonetta, che musicata dallo stesso poeta, ------------------------------II-----------------------------
poi da Angelo Maiorana e, per le prime due strofe,
anche da Ludwig van Beethoven, trasforma tutto in
grazia e sentimento. Il dramma non consono alla
cultura del Settecento. Il finale di strofa ricorda
Quant bella giovinezza (1492) di Lorenzo de Me-
dici.
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Riassunto. Il poeta invita il giovin signore ad ascol- 2. Con una notevole semplificazione il poeta contrap-
tarlo: gli far da precettore e gli insegner i riti socia- pone la vita sana, allaperto e operosa del contadino e
li. dellartigiano, che valuta positivamente, alla vita not-
Allalba il contadino si alza dal letto, che ha diviso turna, oziosa e dissipata del giovin signore. Dimenti-
con la moglie e con i figli, e va con il bue nei campi. ca che la vita dei primi dura e scomoda e che lieta
Contemporaneamente si alza anche lartigiano, che soltanto nei quadretti aggraziati tratteggiati dai poeti
ritorna nella sua bottega e riprende in mano i lavori dellArcadia.
interrotti: uno scrigno antifurto per la dama. Non 3. Il poeta se la prende con le figure, a suo dire, inutili
questo il mattino del giovin signore: egli ritorna a ca- e parassitarie del maestro di danza, di canto e di lin-
sa a tarda notte sulla carrozza lanciata al galoppo, gua. Egli ignora che tutti costoro sarebbero disoccu-
quindi cena con vini francesi e ungheresi, poi va a pati, se il giovin signore lunico soggetto che in
dormire quando gli altri si alzano. Si sveglia a mez- quella societ ha potere dacquisto non chiedesse i
zogiorno e suona il campanello. Il cameriere arriva e loro servizi. La poesia pariniana si ispira insomma a
apre le finestre, evitando che il sole colpisca il padro- ideali astratti e pregiudiziali, che ignorano colpe-
ne negli occhi. Quindi gli chiede se vuole la cioccola- volmente o meno non importa la dimensione eco-
ta o il caff. Il giovin signore sceglie la prima, se vuo- nomica e sociale del lavoro, in nome di un mitico ri-
le stimolare lo stomaco; ma sceglie il secondo se vuo- torno ad una societ parsimoniosa ed agricola. Per di
le evitare di ingrassare ulteriormente. Il cameriere pi questi ideali, proposti sulla pelle altrui, contrasta-
deve per impedire che la giornata incominci male no con la continua ricerca di denaro, di sicurezza e-
con larrivo del sarto che presenta un conto intermi- conomica e di riconoscimenti sociali, e di vita mon-
nabile e vuole essere pagato. Deve invece annunciare dana, che il poeta fa per tutta la vita.
subito, perch sono sempre graditi, il maestro di dan- 4. Lepisodio iniziale del poemetto presenta sia i pre-
za, quello di canto, di violino e di lingua francese. gi sia i limiti della poesia pariniana: la visione classi-
cistica del lavoro contadino, la critica moralistica del-
Commento lozio nobiliare, la proposta di una vita parca e vicina
1. Parini recupera la cultura classica, che sviluppa in alla natura, che rifiuti la ricerca della ricchezza e del
ambito civile. Contemporaneamente, nella seconda benessere sociale, la mansuetudine e laccettazione
met del Settecento, si sviluppa il Neoclassicismo, dei soprusi, lincapacit (e il divieto) di ribellarsi con-
che si diffonde in tutte le arti e che alla fine del seco- tro lordine sociale costituito, la stabilit e la staticit
lo subisce varie commistioni con il Romanticismo. La sociale, il contrasto tra il popolo buono (e sfruttato)
cultura classica presente anche negli intellettuali ed il ricco ozioso (e depravato), il rifiuto delle novit
romantici che portano lItalia allunit, poi nella poe- introdotte con il commercio, limmobilismo sociale
sia di Giosu Carducci (1835-1907), infine nel Na- ed economico, la difesa dellagricoltura e dellaristo-
zional-fascismo (1922-45). Aveva ispirato la cultura crazia latifondistica contro la borghesia commerciale
medioevale ed aveva provocato la rivoluzione cultu- e cittadina, la sottomissione dei servi, i riferimenti
rale dellUmanesimo quattrocentesco e del Rinasci- mitologici esasperati alla cultura classica, la critica
mento quattro-cinquecentesco.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 258
continua, monotona e meccanica alla nobilt, che non proprio quella classe nobiliare che critica e che vor-
pratica pi gli antichi valori. rebbe soltanto pi consapevole della sua funzione e
5. Il linguaggio classicheggiante e pieno di riferi- delle sue responsabilit sociali. Soltanto essa ha pote-
menti mitologici. Il rinnovamento del linguaggio poe- re dacquisto. Contemporaneamente a Parini e su po-
tico leredit che Parini lascia agli scrittori che ope- sizioni ideologiche critiche verso la nobilt, Goldoni
rano tra la fine del Settecento ed i primi dellOt- sceglie un altro pubblico, la piccola borghesia, e pro-
tocento, da Foscolo a Manzoni a Leopardi. I riferi- pone unarte che indica valori da mettere in pratica e
menti mitologici circoscrivono il pubblico a cui il po- che rappresenta la vita quotidiana dei suoi spettatori.
eta intende rivolgersi: non il popolo analfabeta, ma
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Forse vero non ; ma un giorno fama, Forse non vero; ma fama che un giorno
che fr gli uomini eguali; e ignoti nomi gli uomini furono tutti uguali; e che ignoti furono
fr plebe, e nobiltade. Al cibo, al bere, i nomi di Plebe e di Nobilt. A mangiare,
allaccoppiarsi dambo i sessi, al sonno a bere, ad accoppiarsi, a dormire
un istinto medesmo, unegual forza uno stesso istinto, una stessa forza
sospingeva gli umani: e niun consiglio spingeva gli esseri umani: nessuna
niuna scelta dobbietti o lochi o tempi decisione, nessuna scelta di oggetti, di luoghi
era lor conceduta. A un rivo stesso, o di tempi era loro concessa. Allo stesso rivo,
a un medesimo frutto, a una stessombra allo stesso frutto, alla stessa ombra
convenivano insieme i primi padri andavano insieme gli antenati
del tuo sangue, o signore, e i primi padri del tuo sangue, o Signore, e gli antenati
de la plebe spregiata. I medesmantri del volgo spregevole. Le stesse spelonche,
il medesimo suolo offrieno loro lo stesso suolo offrivano loro
il riposo, e lalbergo; e a le lor membra il riposo e il riparo. Una sola preoccupazione
i medesmi animai le irsute vesti. era comune a tutti, fuggire il dolore;
Sol una cura a tutti era comune ed ai cuori umani era ancora
di sfuggire il dolore, e ignota cosa sconosciuto il desiderio.
era il desire agli uman petti ancora. Laspetto uniforme degli uomini dispiacque
Luniforme degli uomini sembianza agli dei celesti: a rendere pi varia la Terra
spiacque a celesti: e a variar la terra fu spedito il dio Piacere.
fu spedito il Piacer. Quale gi i numi Come un tempo gli dei scendevano sui campi
dIlio sui campi, tal lamico genio, di battaglia di Troia, cos il Genio amico,
lieve lieve per laere labendo scivolando lievemente nellaria, si avvicina
savvicina a la terra; e questa ride alla Terra; e questa sorride con un sorriso c
di riso ancor non conosciuto. Ei move, he prima non aveva mai conosciuto.
e laura estiva del cadente rivo, Egli si muove; laria estiva dal ruscello
e dei clivi odorosi a lui blandisce scrosciante e dai colli profumati gli accarezza
le vaghe membra, e lentamente sdrucciola le belle membra e scivola lievemente sul tondeggiare
sul tondeggiar dei muscoli gentile. gentile dei muscoli. Intorno a lui si aggirano
Gli saggiran dintorno i Vezzi e i Giochi, i Vezzi e i Giochi: e, come ambrosia, le lusinghe
e come ambrosia, le lusinghe scorrongli gli scorrono dalle labbra color di fragola:
da le fraghe del labbro: e da le luci dagli occhi socchiusi, languidi e umidi
socchiuse, languidette, umide fuori fuoriescono scintille di tremulo fulgore,
di tremulo fulgore escon scintille per le quali arde laria che egli varca
ondarde laere che scendendo ei varca. scendendo sulla Terra.
Alfin sul dorso tuo sentisti, o Terra, Infine, o Terra, sul tuo dorso sentisti stamparsi
sua primorma stamparsi; e tosto un lento per la prima volta la sua orma; e subito
tremere soavissimo si sparse un tremito lento e dolcissimo si sparse
di cosa in cosa; e ognor crescendo, tutte di cosa in cosa; e, crescendo sempre pi,
di natura le viscere commosse: sconvolse tutte le viscere della natura:
come nellarsa state il tuono sode come nellestate riarsa si ode il tuono,
che di lontano mormorando viene; che vien mormorando di lontano
e col profondo suon di monte in monte e che con il suo suono profondo riecheggia
sorge; e la valle, e la foresta intorno di monte in monte; e la valle e la foresta
mugon del fragoroso alto rimbombo, risuonano per il suo fragoroso rimbombo,
Riassunto. Forse non vero, ma fama che un giorno plebe invece a causa dei loro organi meno sensibili
gli uomini fossero tutti uguali: bevevano allo stesso non furono capaci di cogliere le differenze, e come
ruscello, si nutrivano degli stessi frutti e si rifugiava- animali continuarono a vivere la vita di prima. Perci
no nella stessa grotta, e, spinti dagli stessi bisogni, giusto che essi abbiano ricevuto in dono la laborio-
non conoscevano la possibilit di scegliere. Avevano sit e rechino sulla mensa altrui i beni che hanno pro-
una sola preoccupazione, fuggire il dolore. Stanchi di dotto.
questa vita monotona, gli dei inviarono sulla Terra il
dio Piacere. La Terra fu sconvolta fin nelle sue visce- Commento
re allarrivo del dio. A questo punto lumanit si divi- 1. Lepisodio fonde cultura classica e grazia arcadica
se. I progenitori del giovin signore, a cui gli dei ave- e neoclassica, sensismo illuministico e, ancora, culto
vano dato gli organi pi sensibili, percepirono le dif- classicheggiante della bellezza. La grazia e la sensua-
ferenze, e impararono a distinguere il buono dal catti- lit del passo contrastano con le espressioni dure con
vo, il bello dal brutto, il vino dallacqua, e si impa- cui descritta la sorte infelice del popolo, destinato a
dronirono del buono e del bello. I progenitori della servire ai nobili quei beni che produce con il suo su-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 260
dore. Parini per non va oltre questa condanna, per ciali: esse sono state volute dagli dei e dalla natura,
dire al popolo di ribellarsi, di far valere i suoi diritti poich la nobilt ha organi pi sensibili, capaci di co-
evangelici o politici. E neanche per dare al popolo gli gliere le differenze e di apprezzare il meglio. La ple-
strumenti, come listruzione e un minimo di cultura, be invece ha organi rozzi, che le impediscono di di-
che lo facciano uscire dalla sua condizione di impo- stinguere e di scegliere. Le differenze tra le due classi
tenza nei confronti dellaristocrazia. Egli insomma non hanno quindi unorigine sociale, ma sono state
vorrebbe fare le riforme, ma senza cambiare nulla: la stabilite dalla natura e dagli dei fin dalla notte dei
nobilt deve recuperare il suo antico ruolo sociale di tempi. Perci inutile sia voler cambiare le cose, sia
garante dellordine e dovrebbe evitare i comporta- voler dare il buono alla plebe.
menti antipopolari pi odiosi; il popolo dovrebbe es- 3. Preso dal fascino del dio Piacere, che scende sulla
sere trattato con pi umanit e dovrebbe continuare a Terra con grazia e sensualit, Parini dimentica una
fare i lavori e la vita di sempre. Lautore non parla volta tanto di fare la consueta e pesante ironia anti-
nemmeno di una pi equa distribuzione delle ricchez- aristocratica.
ze sociali e dei prodotti del lavoro, e preferisce rifu- 4. opportuno confrontare le posizioni caute e filo-
giarsi in un severo quanto inutile moralismo. Per di nobiliari di Parini con quelle di Jean-Jacques Rousse-
pi, ignaro ed ostile alla scienza economica, non si au (1712-1778) (Discorso sullorigine e i fondamenti
accorge che il risparmio e i minori consumi dei nobi- dellineguaglianza tra gli uomini, 1750; Contratto
li, che propone, si trasformano in un aumento di di- sociale, 1762); con quelle di Adam Smith (1723-
soccupazione per il popolo, se non cambia la tipolo- 1790) (Ricerca sulla natura e le cause della ricchezza
gia dei beni prodotti e se, contemporaneamente, non delle nazioni, 1776); e con quelle, piene di fiducia e
sorgono altre figure di consumatori. di ottimismo nella ragione, di Immanuel Kant (1724-
2. Parini immagina una favola, piena di grazia e di 1804) (Risposta alla domanda: che cos lIllumini-
sensualit, in cui i nobili giustificano le differenze so- smo?, 1784).
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Mezzogiorno: Pra colui che primo os la Mezzogiorno: Perisca colui che per primo os al-
mano zare la mano
Le Odi
Se non che il re dellonde (=Nettuno) A questo punto Nettuno, dio del mare,
dolente ancor dIppolito ancora addolorato per la morte del nipote
surse per le profonde Ippolito, si alza dal suo trono
vie dal tirreno talamo, nelle acque profonde del mar Tirreno
e respinse il furente e respinge sulla riva il destriero infuriato
col cenno onnipotente. con un cenno che pu tutto.
Riassunto per strofe. Il poeta invita le Grazie a prepa- ri, scuote la sella e fa cadere la donna svenuta sulla
rare i balsami e le bende profumate che porgevano a sabbia pietrosa (13). Allora il poeta augura la morte a
Venere, quando si punse con una spina (1), mentre, quelluomo incivile che per primo os affidare il cor-
impazzita dal dolore, piangeva sul corpo insanguinato po femminile a un corsiero selvaggio e con un consi-
di Adone, che amava (2). Ora gli Amorini piangono glio maldestro apr alla bellezza un nuovo pericolo
Luigia Pallavicini, la pi bella delle donne liguri. E (14)! Se non lo avesse fatto, ora egli non vedrebbe il
portano in voto fiori allaltare di Apollo (3). La danza suo volto pallido e i suoi occhi che sperano di riavere
la chiamava, mentre la brezza portava un insolito pro- la bellezza di prima (15). Un giorno le cerve tiravano
fumo, quando i capelli in disordine impacciavano i il cocchio di Artemide, ma, spaventate dalle fiere, fe-
suoi movimenti (4). Come lei, anche Pallade Atena cero precipitare la dea lungo le pendici dellEtna (16).
con la mano bagnata tratteneva i capelli fuori del- Le empie che abitavano lOlimpo gioivano dinvidia,
lacqua (5). Parole melodiose uscivano dalle sue lab- perch ai banchetti Artemide nascondeva il volto con
bra e dai suoi occhi sorridenti trasparivano i suoi a- un velo (17). Ma ben presto piansero, perch nelle fe-
mori delusi, i suoi pianti e le sue speranze future (6). ste in suo onore a Efeso la dea si present con le ver-
Il poeta la invita a dire perch ha rivolto il suo corpo gini a lei devote ancor pi bella (18)!
femminile ad occupazioni maschili e perch si de-
dicata non alle Muse, ma ai giochi pericolosi di Marte Riassunto breve. Il poeta invita le Grazie a preparare
(7). Poi si rappresenta la caduta: invano i venti cerca- per Luigia Pallavicini i balsami e le bende profumate
no di fermare il destriero, e il morso lo irrita ancor che avevano preparato per Venere quando si era pun-
pi (8). Lanimale agita la testa superba, schizza la ta con una spina e piangeva Adone ferito. Ora gli
schiuma e sporca le sue vesti, le briglie ed il suo seno Amorini piangono Luigia e portano fiori sullaltare di
(9). Il destriero tutto sudato e si mette a correre. Le Apollo. Nelle feste notturne la donna danzava affa-
grotte marine risuonano del suo scalpitio, che solleva scinando i presenti, mentre i capelli in disordine im-
polvere e sassi (10). Poi si lancia nel mare e ormai pacciavano i suoi movimenti. Come lei, anche Palla-
nuota nellacqua fino alla pancia. Le onde, affamate de Atena con una mano tratteneva i capelli fuori
di preda, dimenticano che dalle loro nacque la dea dellacqua. Dagli occhi sorridenti di Luigia traspari-
Venere (11). A questo punto il dio Nettuno lascia la vano amori, delusioni, pianti e speranze per il futuro.
sua dimora nelle acque profonde del mare e respinge A questo punto il poeta le chiede perch si dedicata
sulla riva il destriero impazzito (12). Lanimale scal- non alle Muse ma a unoccupazione maschile come
pitando indietreggia, ma si alza sulle zampe posterio- andare a cavallo. La domanda un rimprovero impli-
cito allamica. E poi immagina la caduta: il destriero
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sente che la mano sulle briglie incerta e si lancia a
un folle galoppo, quindi entra in acqua. Allora dal
profondo del mare interviene il dio Nettuno, che
spinge il destriero sulla spiaggia. Ma lanimale
simpenna e disarciona la donna, che cade pesante-
mente al suolo. A questo punto il poeta augura la
morte alluomo che per primo os affidare il corpo
femminile a un corsiero selvaggio e con un consiglio
maldestro apr alla bellezza un nuovo pericolo. Ma
fiducioso: un giorno le cerve, spaventate dai lupi, ro-
vesciararono il cocchio di Artemide, che cadde lungo
le pendici dellEtna. In seguito la dea and al ban-
chetto degli dei con il volto coperto. Le altre dee
dellOlimpo, piene dinvidia, gioivano di soddisfa-
zione. Ma ben presto piansero, perch nelle feste in
suo onore a Efeso la dea si present con le vergini a
lei devote ancor pi bella.
Commento
1. In azzurro i termini che appartengono al mondo
classico.
2. Luigia Pallavicini monta un cavallo focoso, anche
se non sa cavalcare. Il cavallo si mette al galoppo sul-
la spiaggia, schizzando acqua e sassi. si fa stupida-
mente disarcionare e ferire. Su questo fatto banalis-
simo di vita quotidiana il poeta scrive unode che si
preoccupa dellamica ma che tocca tanti altri proble-
mi. Tra cui quello, il pi importante, della bellezza
rasserenatrice, unico rimedio al vaneggiare degli uo-
mini. Disturba il cielo, il mare e gli inferi con para-
goni che fanno uscire il fatterello dalla sua banalit.
Infine le augura che anche lei ritorni come Artemide
pi bella di prima.
3. Lo scrittore interviene direttamene nellode: chiede
alla donna perch si dedicata ad attivit maschili,
come andare a cavallo, e non si limitata a praticare
le attivit delle Muse (danza, poesia, musica, canto).
E descrive la donna come alla disperata ricerca
dellamore.
4. Foscolo riesce a trasformare in una splendida vi-
sione neoclassica un fatterello senza importanza della
vita quotidiana: Luigia Pallavicini va a farsi una ca-
valcata, si fa disarcionare dal cavallo e cade sul terre-
no sassoso. Alla fine dellode il poeta le augura di re-
cuperare come Artemide la precedente bellezza.
4. Lincidente della caduta non rimosso. Ma con-
tornato di mitologia classica, che lo trasforma. Per
Foscolo il mondo classico non finzione, lode ne fa
sentire la concretezza anche al lettore. Nel sec. XVIII
riportata alla luce la citt di Pompei, sommersa di
ceneri e lapilli, che condiziona fortemente larte e
limmaginario collettivo dellepoca.
---II---
Fiorir sul caro viso Sul tuo caro viso vedo tornare
veggo la rosa; tornano il color roseo; ritornano
i grandi occhi al sorriso 15 a sorridere i grandi occhi seducenti;
insidando; e vegliano e a causa tua madri preoccupate [per i figli]
per te in novelli pianti e amanti gelose stanno in veglia,
trepide madri, e sospettose amanti. versando sempre nuove lacrime.
Ebbi (=Foscolo) in quel mar la culla, 85 Io (=Ugo Foscolo) nacqui in quel mare,
ivi era ignudo spirito dove vagava, ormai anima priva di corpo,
di Faon la fanciulla, la fanciulla (=Saffo) che amava Faone;
e se il notturno zeffiro e, quando lo zeffiro notturno
blando su i flutti spira, spira dolcemente sui flutti del mare,
suonano i liti un lamentar di lira. 90 i lidi risuonano al lamento della sua lira.
Ondio, pien del nativo Perci io, ripieno dello spirito poetico
ar sacro, su litala del suolo natale, trasporto
grave cetra derivo per te la poesia greca
per te le corde eolie (=di Eolo), nella severa tradizione italiana,
e avrai, divina, i voti 95 cos, o divina, fra i miei inni avrai le offerte
fra glinni miei delle insubri (=lombarde) nipoti. votive (=lammirazione) delle future donne lombarde.
---II--- ---II---
Riassunto. Il sonno della morte dice il poeta non lisse, che non le meritava: la morte dispensa giusta-
meno duro perch confortato dalle lacrime dei propri mente la gloria. Il poeta quindi invita le Muse a
cari. Quando il sole non risplender pi per noi, lu- chiamarlo ad evocare gli eroi. Oggi nella Troade, or-
nica ricompensa dei giorni passati sar soltanto una mai sterile, risplende un luogo caro ad Elettra. Prima
inutile lapide, che distingue le nostre ossa dalle infini- di morire, la ninfa si rivolse a Giove, che la amava,
te ossa disseminate in terra e in mare dalla morte. chiedendogli limmortalit della fama, se non poteva
ben vero: anche la Speranza ha abbandonato le tom- avere quella del corpo. In quel luogo essa fu sepolta
be. [...] con tutta la sua discendenza. Sulla sua tomba veniva-
Le tombe dei grandi spingono il forte animo a com- no le donne troiane, per allontanare, ma inutilmente,
piere grandi imprese. Il poeta, quando vide nella dai loro mariti la morte vicina. Veniva anche Cassan-
chiesa di Santa Croce le tombe di Niccol Machiavel- dra, quando era ispirata dal dio Apollo, e cantava un
li, di Michelangelo Buonarroti e di Galileo Galilei, canto damore ai nipoti: Se essi fossero tornati dalla
grid che Firenze era fortunata per il suo clima e per i prigionia, avrebbero cercato invano la loro patria; di
suoi fiumi; e perch per prima sentiva la Divina essa sarebbero rimaste soltanto le tombe. Un giorno
commedia e conosceva la poesia di Francesco Petrar- tra quelle tombe sarebbe venuto un cieco (=Omero)
ca. Era per ancor pi fortunata perch in quella chie- ad interrogare le urne. Esse avrebbero raccontato la
sa conservava le uniche glorie che forse erano rimaste fine di Troia per mano dei principi greci. Il sacro poe-
allItalia. E, quando gli italiani vorranno riconquistare ta avrebbe placato quelle anime ed eternato il nome
la libert, da qui trarranno laugurio di vittoria. A dei principi greci per tutta la terra. E Ettore avrebbe
quei sepolcri venne spesso Vittorio Alfieri ad ispirar- avuto lacrime di compianto dovunque sia sacro il
si; e ora con quei grandi italiani riposa per sempre. sangue versato per la patria e finch il sole risplende-
Dalla pace di Santa Croce parla lo stesso dio protetto- r sulle sciagure dellumanit.
re della patria che a Maratona aveva ispirato i greci a
combattere con furia contro i persiani invasori. Il ma- Commento
rinaio, che di notte passa davanti alla pianura di Ma- 1. Gli elementi portanti del carme sono: a) il senti-
ratona, assiste ancora allo scontro tra i fantasmi dei mento romantico-aristocratico della vita; b) la centra-
soldati greci e quelli dei soldati persiani. lit della cultura classica greca; c) la funzione civile
fortunato lamico Ippolito Pindemonte, che nella ed immortalatrice della poesia, che supera il silenzio
giovinezza percorreva il mar Egeo. Egli certamente dei secoli e che attribuisce la fama e la gloria; d) la
ha udito narrare che la marea ha portato le armi di centralit dellideale romantico-rivoluzionario di pa-
Achille sulla tomba di Aiace, dopo averle tolte ad U- tria, che proiettato sulla cultura greca; e) la funzione
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incitatrice e civile delle tombe dei grandi; f) un pes-
simismo fatalistico, che celebra la guerra (e mette in
secondo piano le arti), anche se portatrice di morte e
di distruzioni. Il carme sembra mettere in secondo pi-
ano la bellezza rasserenatrice cantata dalla cultura
neoclassica e proporre limmagine e lideale di una
societ guerriera, in sintonia con la societ europea
posteriore alla Rivoluzione francese, che conosce una
militarizzazione diffusa dal 1789 al 1815. A questa
visione militaristica della societ e della storia non
forse estranea la professione militare del poeta.
2. Conviene confrontare questa visione individualisti-
ca, bellicistica, passatistica ed aristocratica della so-
ciet e della patria di Foscolo con quella ben pi arti-
colata di Manzoni: una darme, di lingua, daltare,
Di memorie, di sangue, di cor (Marzo 1821). Fosco-
lo totalmente proiettato verso la storia e la cultura
del passato; Manzoni invece si preoccupa di dare il
suo contributo teorico e pratico, per attuare lunit
dItalia nel presente: la patria liberata non dagli eroi
romantici, nel cui animo vibra il dio protettore della
patria; ma dai patrioti, che nel segreto tramano e pre-
parano le armi, e che poi mettono in atto la loro stra-
tegia razionale e democratica.
3. Conviene confrontare la visione foscoliana della
cultura con quella proposta appena 10 anni dopo da
Giovanni Berchet nella Lettera semiseria di Griso-
stomo al suo figliolo (1816), intervenendo nella po-
lemica della superiorit degli antichi o dei moderni.
Foscolo pensava che la cultura classica fosse eterna e
che perci fosse valida anche per il presente. In lui
lIlluminismo era venuto e passato invano. E del Cri-
stianesimo non si era mai occupato: la chiesa di Santa
Croce, dove erano sepolti i grandi italiani, era soltan-
to un tempio pagano. Berchet invece pensava che la
cultura fosse storica, sia quella degli antichi in rela-
zione al loro tempo, sia quella dei moderni, in rela-
zione al loro tempo.
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Dolce e chiara la notte e senza vento, La notte dolce e chiara e senza vento,
e queta sovra i tetti e in mezzo agli orti e la luna riposa quieta sopra i tetti e in mezzo
posa la luna, e di lontan rivela ai giardini, e in lontananza rivela
serena ogni montagna. O donna mia, serenamente ogni montagna. O donna mia,
gi tace ogni sentiero, e pei balconi gi tace ogni via del paese (=Recanati), e la luce
rara traluce la notturna lampa: notturna traluce fioca da qualche finestra).
tu dormi, che taccolse agevol sonno Tu dormi, poich il sonno ti accolse agevolmente
nelle tue chete stanze; e non ti morde (=ti addormentasti facilmente) nelle tue quiete stanze;
cura nessuna; e gi non sai n pensi e non ti tormenta nessuna preoccupazione;
quanta piaga mapristi in mezzo al petto. e gi non sai n immagini
Tu dormi: io questo ciel, che s benigno quale ferita [amorosa] mi apristi in mezzo al petto.
appare in vista, a salutar maffaccio, Tu dormi. Io mi affaccio a salutare questo cielo,
e lantica natura onnipossente, che cos benigno appare a chi lo guarda, e lantica
che mi fece allaffanno. A te la speme natura onnipossente, che mi fece nascere
nego, mi disse, anche la speme; e daltro per farmi soffrire. A te nego la speranza
non brillin gli occhi tuoi se non di pianto. mi disse , anche la speranza; e i tuoi occhi
Questo d fu solenne: or da trastulli non brillino daltro se non di pianto.
prendi riposo; e forse ti rimembra Questo giorno fu solenne. Ora tu prendi riposo
in sogno a quanti oggi piacesti, e quanti dagli svaghi; e forse ti ricordi
piacquero a te: non io, non gi chio speri, in sogno a quanti oggi piacesti e quanti piacquero
al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo a te. Io [certamente] non ritorno nei tuoi pensieri,
quanto a viver mi resti, e qui per terra non gi che io vi speri. Intanto io chiedo
mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi quanto mi resti da vivere, e qui per terra mi getto
in cos verde etate! ahi, per la via e grido e fremo. Oh, giorni orrendi
odo non lunge il solitario canto in questa et cos verde (=la giovinezza)!
dellartigian, che riede a tarda notte, Ahi, per la via odo non lontano il canto solitario
dopo i sollazzi, al suo povero ostello; dellartigiano, che ritorna a tarda notte,
e fieramente mi si stringe il core, dopo i divertimenti, alla sua povera dimora.
a pensar come tutto al mondo passa, E per langoscia mi si stringe il cuore
e quasi orma non lascia. Ecco fuggito al pensiero che tutto al mondo passa e quasi
il d festivo, ed al festivo il giorno non lascia traccia. Ecco fuggito il giorno festivo,
volgar succede, e se ne porta il tempo e al festivo succede il giorno normale, e il tempo
ogni umano accidente. Or dov il suono porta via ogni vicenda che riguarda luomo.
di que popoli antichi? or dov il grido Ora dov il suono (=il rumore ella civilt)
de nostri avi famosi, e il grande impero di quei popoli antichi? Ora dov il grido dei nostri
di quella roma, e larmi, e il fragorio avi famosi e il grande impero di quella Roma
che nand per la terra e loceano? e le armi e la fama delle imprese militari,
Tutto pace e silenzio, e tutto posa che si diffuse per tutta la terra e per tutti i mari?
il mondo, e pi di lor non si ragiona. Tutto pace e silenzio, e tutto riposa
Nella mia prima et, quando saspetta il mondo, e pi non si parla di loro.
bramosamente il d festivo, or poscia Nella mia fanciullezza, quando si aspetta con infinito
chegli era spento, io doloroso, in veglia, desiderio il giorno festivo, a questora, dopo
premea le piume; ed alla tarda notte che il giorno era terminato, io pieno dangoscia,
un canto che sudia per li sentieri in veglia, premevo le piume [del letto](=me ne stavo
lontanando morire a poco a poco, sveglio, incapace di addormentarmi). E a tarda notte
gi similmente mi stringeva il core. un canto, che si udiva allontanarsi per i sentieri
---II--- e poi morire a poco a poco,
stringeva in modo simile il mio cuore.
---II---
Riassunto. La notte serena e senza vento, la luna il- una giornata di festa. In sogno ricorda a quanti piac-
lumina il paesaggio e, in lontananza, le montagne. Il que e quanti le piacquero. Tra questi ultimi certamen-
paese silenzioso e la luce di qualche rara lampada te non il poeta. Egli non ha speranza. E, anche se
brilla fiocca tra le imposte. La donna, di cui il poeta giovane, si lascia andare alla disperazione. Per la via
innamorato, si addormentata facilmente. Non sa n ode il canto dellartigiano che a tarda notte, dopo i
immagina quanto lo ha turbato. Mentre ella dorme, divertimenti, ritorna a casa. Egli invece prova unin-
egli si affaccia a guardare il cielo e la natura, che lo finita angoscia a pensare che al mondo tutto passa
ha messo al mondo per farlo soffrire. Lei dorme dopo senza lasciare traccia. passato il giorno festivo ed
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giunto il giorno feriale. Le grandi imprese di Roma, nel suo animo, viene violentemente abbattuto, ed egli
di cui si parlava per terra e per mare, ora sono com- sconvolto dalle emozioni e dallangoscia.
pletamente dimenticate. Quandera fanciullo, alla fine 6. Lamore come pena ed angoscia, presente anche
del giorno festivo, egli se ne stava a letto, incapace di nella canzone Il primo amore, pu essere sincero. Ma
dormire: un canto, che si perdeva in lontananza e poi non questo il problema. Quel che conta che esso
moriva, gli riempiva il cuore con una uguale ango- ha una lunga tradizione letteraria e risale addirittura
scia. agli inizi della letteratura, con Andrea Cappellano
(sec. XIII). Ed ripreso ed esasperato con mille in-
Commento venzioni da Petrarca nel Canzoniere. Il poeta ricorre
1. Lidillio mescola temi consueti: lamore infelice e alla letteratura precedente, per esprimere i suoi sen-
non corrisposto, la giovinezza e linfelicit di cui il timenti, le sue emozioni e le sue angosce.
destino responsabile. Il tema dellamore angosciato ---II---
e disperato per mescolato con la riflessione: il tem-
po passa inesorabile. La fama degli antichi romani
non pi nemmeno un fioco ricordo, proprio come
ormai dimenticato il giorno festivo, appena terminato,
con tutti gli avvenimenti gioiosi che lo hanno riempi-
to. Tutto diventa ricordo, memoria, ma poi sfugge an-
che alla memoria. Il poeta continua a vivere in
quellangoscia che lo accompagnava anche nella fan-
ciullezza.
2. Lidillio costruito sulla riflessione e sullazione
di ricordare gli avvenimenti. Il pensiero della donna
porta per il poeta prima a riflettere sulla sua vita, poi
ad allargare la sua riflessione al tempo, al passato: le
imprese degli antichi romani sono silenzio proprio
come quel giorno festivo. Il destino lo stesso. Il te-
ma del tempo e del passato, anzi dellinfinito spaziale
e temporale, si trova gi nellidillio Linfinito.
3. Il poeta, deluso, si affaccia al balcone della sua ca-
sa ed ammira la natura onnipossente. Altrove inter-
rompeva il lavoro sulle sue sudate carte, si affacciava
al balcone e ascoltava il canto di Silvia (A Silvia). Il
canto che si disperde nella notte rimanda anche al
canto dellerbivendolo, che riprende il suo cammino
quando il temporale passato (La quiete dopo la
tempesta) e allUltimo canto di Saffo. Il canto la po-
esia, lo strumento che permette alluomo di mettersi
in contatto e di descrivere la natura, ma anche di e-
sprimere i suoi sentimenti, le sue pene, la sua ango-
scia, le sue speranze e le sue illusioni e le sue delu-
sioni. Altrove lo strumento della riflessione filoso-
fica sulla vita (Canto notturno di un pastore errante
dellAsia).
4. Il tema della sera, della festa si trova anche in altri
idilli, da Il sabato del villaggio a Il passero solitario.
Questi idilli propongono anche il tema del paese, il
natio borgo selvaggio, che sorge tra il mare e i monti,
come emerge dallidillio A Silvia.
5. La compostezza classica turbata ad un certo mo-
mento dallonnipotenza dellamore: e qui per terra
Mi getto, e grido, e fremo. Latteggiamento con-
sueto del poeta quello di contemplare e di riflettere
sulla realt. Ci emerge fin dallidillio Linfinito: egli
va sul colle, si siede dietro la siepe e immagina spazi
sterminati, silenzi sovrumani ed una quiete profondis-
sima oltre la siepe. In questo caso lamore cos in-
tenso ed irruento, che lo spinge a un comportamento
scomposto: il diaframma della riflessione filosofica e
poetica, che filtra il mondo esterno che vuole entrare
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Ultimo canto di Saffo, 1822 Ultimo canto di Saffo
Placida notte, e verecondo raggio 1. O placida notte e verecondo raggio della luna che
della cadente luna; e tu che spunti tramonta; e tu (=il pianeta Venere), o nunzio del gior-
fra la tacita selva in su la rupe, no, che spunti fra la tacita selva sulla rupe; o voi, a-
nunzio del giorno; oh dilettose e care spetti della natura, dilettosi e cari agli occhi miei,
mentre ignote mi fur lerinni e il fato, mentre mi furono ignoti i tormenti e il destino crudele
sembianze agli occhi miei; gi non arride (=da fanciulla)!; ormai il vostro spettacolo dolcissimo
spettacol molle ai disperati affetti. non piace pi ai miei sentimenti disperati. Una gioia
Noi linsueto allor gaudio ravviva insolita ci rallegra, quando per laria umida e per i
quando per letra liquido si volve campi ondeggianti passa il soffio polveroso del vento
e per li campi trepidanti il flutto e quando il fulmine, il potente fulmine di Giove, tuo-
polveroso de Noti, e quando il carro, nando, squarcia sul nostro capo laria tenebrosa. Noi
Grave carro di Giove a noi sul capo, amiamo aggirarci tra le nuvole per le balze e le valli
Tonando, il tenebroso aere divide. profonde, [vedere] la fuga in pi direzioni dei greggi
Noi per le balze e le profonde valli sbigottiti o [ascoltare] il suono e la furia vittoriosa
natar giova tra nembi, e noi la vasta delle onde presso la sponda malsicura di un fiume
fuga de greggi sbigottiti, o dalto profondo.
fiume alla dubbia sponda
il suono e la vittrice ira dellonda.
Bello il tuo manto, o divo cielo, e bella 2. bello il tuo manto, o cielo divino, e bella sei tu, o
sei tu, rorida terra. ahi di cotesta terra bagnata dalla pioggia. Ahi, di questa infinita
infinita belt parte nessuna bellezza i numi e lempia sorte non fecero parte alcu-
alla misera saffo i numi e lempia na alla misera Saffo. O natura, io, sottomessa alle tue
sorte non fenno. A tuoi superbi regni leggi superbe come unospite vile e sgradita e come
vile, o natura, e grave ospite addetta, unamante disprezzata, invano rivolgo supplichevole
e dispregiata amante, alle vezzose il cuore e le pupille alle tue forme eleganti. A me non
tue forme il core e le pupille invano sorride la campagna soleggiata n la luce del primo
supplichevole intendo. A me non ride mattutino [che scende] dalla porta del cielo. Non mi
laprico margo, e dalleterea porta saluta il canto degli uccelli colorati, n il mormorio
il mattutino albor; me non il canto dei faggi. Ed il ruscello, dove allombra dei salici
de colorati augelli, e non de faggi piangenti fa scorrere le sue limpide acque, ritrae sde-
il murmure saluta: e dove allombra gnoso le sue acque correnti davanti al mio piede in-
deglinchinati salici dispiega certo e, fuggendo, preme contro le rive ricoperte di
candido rivo il puro seno, al mio fiori profumati.
lubrico pi le flessuose linfe
disdegnando sottragge,
e preme in fuga lodorate spiagge.
3. Quale errore mai, quale colpa cos vergognosa mi
Qual fallo mai, qual s nefando eccesso macchi prima di nascere, per il quale il cielo e il vol-
macchiommi anzi il natale, onde s torvo to della fortuna mi fossero cos ostili? In che cosa
il ciel mi fosse e di fortuna il volto? peccai da bambina, quando la vita ignora il misfatto,
In che peccai bambina, allor che ignara per il quale poi il ferrigno mio stame (= loscuro filo
di misfatto la vita, onde poi scemo della mia vita), privo di giovinezza e di bellezza, si
di giovanezza, e disfiorato, al fuso avvolgesse al fuso della Parca inflessibile? [Accusan-
dellindomita Parca si volvesse do gli dei], il tuo labbro pronuncia parole incaute: un
il ferrigno mio stame? Incaute voci disegno misterioso governa gli eventi prestabiliti.
spande il tuo labbro: i destinati eventi Tutto misterioso, fuorch il nostro dolore. Nascem-
move arcano consiglio. Arcano tutto, mo per piangere come figli abbandonati, e il motivo
fuor che il nostro dolor. Negletta prole [di ci] si trova in grembo agli dei celesti. Oh deside-
nascemmo al pianto, e la ragione in grembo ri, oh speranze dei miei anni pi verdi! Alla bellezza
de celesti si posa. Oh cure, oh speme esteriore, alla sola bellezza esteriore il padre Giove
de pi verdanni! Alle sembianze il Padre, concesse di regnare per sempre tra le genti. E nem-
Alle amene sembianze eterno regno meno per le imprese pi valorose, per labilit nella
di nelle genti; e per virili imprese, lira o per la dolcezza del canto la virt risplende in un
per dotta lira o canto, corpo deforme.
virt non luce in disadorno ammanto.
Viva mirarti omai 2. Ormai non mi resta alcuna speranza di vederti viva,
nulla spene mavanza; se non quando il mio spirito, nudo e solo (=senza il
sallor non fosse, allor che ignudo e solo corpo), verr per una strada sconosciuta ad una ignota
per novo calle a peregrina stanza dimora (=loltretomba). Gi allo schiudersi della mia
verr lo spirto mio. Gi sul novello giornata incerta e dolorosa (=la giovinezza), io pensai
Aprir di mia giornata incerta e bruna, che tu vagavi (=eri di passaggio) in questo arido
te viatrice in questo arido suolo mondo terreno. Ma non cosa sulla terra che ti asso-
io mi pensai. Ma non cosa in terra migli; e, se anche qualcuna assomigliasse nel viso,
che ti somigli; e sanco pari alcuna negli atti, nelle parole, sarebbe, anche cos, assai me-
ti fosse al volto, agli atti, alla favella, no bella.
saria, cos conforme, assai men bella.
3. Fra tanto dolore, quanto il destino fece dono alla
Fra cotanto dolore vita umana, se qualcuno sulla terra ti amasse reale e
quanto allumana et propose il fato, quale il mio pensiero ti dipinge, la vita per lui sarebbe
se vera e quale il mio pensier ti pinge, beata. Io vedo ben chiaro che lamore per te mi fa-
alcun tamasse in terra, a lui pur fora rebbe ancora inseguire la fama e virt come [facevo]
questo viver beato: nella mia prima giovinezza. Ora il cielo (=il destino)
e ben chiaro veggio siccome ancora non aggiunse nessun conforto ai nostri affanni; e con
seguir loda e virt qual ne primanni te la vita mortale sarebbe simile a quella che gli dei
lamor tuo mi farebbe. Or non aggiunse vivono in cielo.
il ciel nullo conforto ai nostri affanni;
e teco la mortal vita saria 4. Per le valli, ove suona il canto dellagricoltore la-
simile a quella che nel cielo india. borioso, io siedo e mi lamento dellerrore giovanile
(=le illusioni della giovinezza) che mi abbandona; e
Per le valli, ove suona per i poggi, ove io ricordo e piango i desideri perduti
del faticoso agricoltore il canto, (=irrealizzati) e la perduta speranza dei miei giorni;
ed io seggo e mi lagno pensando a te, riprendo a palpitare. Almeno io potes-
del giovanile error che mabbandona; si, in questo secolo oscuro e in questatmosfera male-
e per li poggi, ovio rimembro e piagno detta, conservare la divina sembianza! Mi devo ac-
i perduti desiri, e la perduta contentare [soltanto] dellimmagine, poich la realt
speme de giorni miei; di te pensando, mi tolta.
a palpitar mi sveglio. Epotessio,
nel secol tetro e in questo aer nefando, 5. Se tu sei una delle idee eterne, che la ragione eter-
lalta specie serbar; che dellimago, na [di Dio] non volle che fosse vestita con un aspetto
poi che del ver m tolto, assai mappago. sensibile (=destinato al dolore), n che provasse gli
affanni di una vita dolorosa in mezzo agli esseri mor-
Se delleterne idee tali; o se un altro pianeta ti accoglie percorrendo le
luna sei tu, cui di sensibil forma orbite celesti fra innumerevoli mondi e la stella vicina
sdegni leterno senno esser vestita, pi bella del sole ti illumina e respiri unaria pi beni-
e fra caduche spoglie gna; dalla terra, dove gli anni sono infausti e brevi,
provar gli affanni di funerea vita; ricevi questo inno scritto da un amante sconosciuto.
o saltra terra ne supremi giri
fra mondi innumerabili taccoglie, Riassunto. 1. Il poeta ricorda la donna che lo ha fatto
e pi vaga del sol prossima stella innamorare e che nella giovinezza lo ha turbato gior-
tirraggia, e pi benigno etere spiri; no e notte. E si chiede se vive ancora tra la gente o se
di qua dove son gli anni infausti e brevi,
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 293
il destino la riserva agli uomini che vivranno in futu- della capacit di resistere al dolore.
ro. 4. La conclusione, garbata, unisce la poetica della
2. Egli invece la potr vedere soltanto dopo la morte. meraviglia e le iperboli del Barocco con leleganza
Fin da giovane egli pensava che essa vagasse sulla sensuale dellArcadia. In proposito lautore che Leo-
terra. Ma nessuna donna le assomigliava. Ed anche se pardi tiene maggiormente presente, Gabriello Chia-
qualcuna le assomigliava, era assai meno bella di lei. brera. LArcadia per altro aveva rivolto in altra dire-
3. La vita umana piena di dolori. Ma, se qualcuno zione la poesia: verso versi brevi ed orecchiabili, e
amasse una donna reale come il suo pensiero la di- verso la trasformazione del dolore in motivo allegro,
pinge, costui sarebbe certamente beato. Lamore per tenue, malinconico e cantabile. Il dolore faticoso,
lei spingerebbe il poeta ad inseguire ancora la fama e per spiriti forti, non per luomo comune, che ne ha in
la gloria, come faceva nella sua giovinezza. Con lei la abbondanza. meglio stimmatizzarlo e trasformarlo
vita umana sarebbe simile alla vita degli dei. nel suo contrario. Fortunati coloro che erano abban-
4. Nelle valli il poeta si lamenta perch le illusioni donati dalle mogli o dalle amanti, che potevano can-
della giovinezza lo abbandonano. Per i colli ricorda e tare laspetto positivo di tale separazione: la libert
piange i desideri giovanili che sono rimasti irrealizza- riconquistata! il tema della canzonetta pi famosa
ti. Pensando a lei, il suo cuore si mette a palpitare. di Metastasio: La libert. Basta credere a quel che si
Vorrebbe ancora vederla, ma si deve accontentare dice, anche se talvolta (o spesso) esser abbandonati
soltanto dellimmagine che ha impresso nella sua dal partner o dalla partner un vero e proprio colpo
mente. di fortuna (cos si evita di prendere liniziativa di cac-
5. Infine il poeta si rivolge alla donna e le dice: se tu ciarlo o di cacciarla fuori di casa).
sei unidea eterna che Dio non ha voluto rendere sen- 5. Il poeta, come in altri canti, si rivolge e impreca o
sibile o se provieni da un altro pianeta, dove non esi- si lamenta contro il cielo. In realt il cielo non com-
ste il dolore che esiste sulla terra, ricevi questo scritto pletamente colpevole. Egli, come Orlando, si trovava
da un amante sconosciuto. davanti a due vie. Orlando inforca la via che lo porta
a scoprire che Angelica, la sua donna o, meglio, quel-
Commento la che considera la sua donna, si innamorata di Me-
1. Il canto pieno di termini presi dal Canzoniere di doro. La donna invece non si considera affatto sua, si
F. Petrarca (1304-1374). Anche la sensibilit pe- sente realizzata a fare la civettuola, e poi va dove e
trarchesca. Le differenze sono per significative: Pe- da chi la porta il cuore... Leopardi poteva decidere di
trarca usa Laura per indagare in modo esasperato il fare il poeta o di fare la vita normale dei suoi coeta-
suo animo. Leopardi effettivamente innamorato e nei. Ha scelto di studiare, di fare il poeta, di diventare
proiettato verso la donna, che lo provoca e lo respin- diverso dai suoi coetanei. Era gi diverso, poich era
ge. Per il resto la vita dei due poeti completamente conte e aveva una vita pi agiata della loro. Cos le
diversa: Petrarca uomo di successo, ha una amante diversit aumentano. riuscito a fare grande poesia.
che gli d due figli, produce opere in latino, scrive il Poi per non pu prendersela con il cielo. Anzi deve
Canzoniere, ma come opera privata, per se stesso. ringraziare il cielo di averlo fatto soffrire, altrimenti
Leopardi scrive i Canti come opera che contiene e con una vita normale e tranquilla, come il contadino
propone la sua sensibilit, la sua esperienza amorosa che apre il Giorno di Parini, non vi sarebbe riuscito.
insoddisfatta, le sue speranze, le sue illusioni e le sue Ma lanimo umano contraddittorio, vuole una cosa
delusioni. Nel Canzoniere Petrarca sembra debole, e il suo contrario. Non si pu volere la poesia e la fe-
fragile e ripiegato su se stesso (cosa che non ). Nei licit: luna esclude laltra. Il diavolo logico che ruba
Canti Leopardi sembra che voglia avere un atteggia- lanima di Guido da Montefeltro a san Francesco ri-
mento attivo verso la realt (cosa che non ). peterebbe: la contraddizione non lo permette (If.
2. Il poeta delinea la donna incomparabile, la mirabile XXVII).
visione, la donna angelicata o che non ha eguali. Le 6. Lamante sconosciuto che per paura o per timore
fonti sono il Dolce stil novo e, ancora, Petrarca. Il non si manifesta ha un curioso precedente religioso: il
tema della morte tipicamente petrarchesco. Il tema dio sconosciuto a cui i greci pensarono di erigere una
dellamore come pena un motivo letterario che risa- statua, nel timore di aver saltato qualche divinit e
le ancora ad Andrea Cappellano (sec. XIII) e che vie- che costei, inviperita, se la prendesse con loro. Lini-
ne ripreso da Petrarca nel Canzoniere. Leopardi lo zio della sapienza una sana pratica di prevenzione e
sviluppa interamente in unaltra direzione: la vita di prudenza...
come dolore e come affanno, la vita come infelicit. ---II---
La vita come male un motivo dellEcclesiaste, uno
dei libri della Bibbia, secondo cui ogni giorno ha il
suo affanno.
3. Il testo presenta anche un motivo proveniente dal-
la letteratura greca, che Leopardi abbina al tema del-
lamore: la donna e lamore verso la donna sono ca-
paci di rendere la vita umana simile a quella degli dei.
Epicuro per parlava dei banchetti, dellamicizia e
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 294
A Silvia, 1828 A Silvia
I
Silvia, rimembri ancora 1.
quel tempo della tua vita mortale, O Silvia, ricordi ancora
quando belt splendea quel tempo della tua vita mortale,
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, quando la bellezza risplendeva
e tu, lieta e pensosa, il limitare nei tuoi occhi sorridenti e fuggitivi,
di giovent salivi? e tu, lieta e pensierosa, ti preparavi a varcare
la soglia della giovinezza?
II
Sonavan le quiete 2.
stanze, e le vie dintorno, Le stanze e le vie circostanti
al tuo perpetuo canto, risuonavano al tuo canto continuo,
allor che allopre femminili intenta quando sedevi occupata nei lavori
sedevi, assai contenta femminili, assai contenta
di quel vago avvenir che in mente avevi. di quel vago avvenire, che avevi in mente.
Era il maggio odoroso: e tu solevi Era il mese di maggio, pieno di profumi. E tu solevi
cos menare il giorno. passare in questo modo la giornata.
III 3.
Io gli studi leggiadri Io, interrompendo talvolta
talor lasciando e le sudate carte, gli studi belli e gli scritti faticosi,
ove il tempo mio primo nei quali si spendeva la mia adolescenza
e di me si spendea la miglior parte, e la miglior parte di me,
din su i veroni del paterno ostello dai balconi della casa paterna
porgea gli orecchi al suon della tua voce, porgevo gli orecchi per ascoltare
ed alla man veloce il suono della tua voce e la mano veloce,
che percorrea la faticosa tela. che si muoveva velocemente sul telaio.
Mirava il ciel sereno, Guardavo il cielo sereno,
le vie dorate e gli orti, le vie indorate dal sole e i giardini,
e quinci il mar da lungi, e quindi il monte. da una parte il mare in lontananza,
Lingua mortal non dice allaltra la montagna.
quel chio sentiva in seno. Nessuna lingua mortale sarebbe stata capace
di dire ci che io provavo dentro di me.
IV
Che pensieri soavi, 4.
che speranze, che cori, o Silvia mia! Quali pensieri soavi,
Quale allor ci apparia quali speranze, quali sentimenti [provavamo],
la vita umana e il fato! o Silvia mia! Come ci apparivano belli allora
Quando sovviemmi di cotanta speme, la vita umana ed il nostro destino!
un affetto mi preme Quando mi ricordo di tali speranze,
acerbo e sconsolato, sono preso da un tormento acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di mia sventura. e torno a provar dolore per la mia sorte sventurata.
O natura, o natura, O natura, o natura, perch non mantieni poi
perch non rendi poi ci che prima hai promesso?
quel che prometti allor? perch di tanto Perch inganni completamente
inganni i figli tuoi? i tuoi figli?
V 5.
Tu pria che lerbe inaridisse il verno, Tu, prima che linverno rendesse
da chiuso morbo combattuta e vinta, arida lerba, stremata e vinta
perivi, o tenerella. E non vedevi da una malattia che ti consumava da dentro,
il fior degli anni tuoi; morivi, o poverina. E non vedevi
non ti molceva il core gli anni della tua giovinezza;
la dolce lode or delle negre chiome, non ti addolciva il cuore la dolce lode
or degli sguardi innamorati e schivi; per i tuoi capelli neri e per gli sguardi
n teco le compagne ai d festivi innamorati e pudchi,
ragionavan damore. n con te le tue coetanee nei giorni di festa
parlavano damore.
VII 7.
Allapparir del vero Quando apparve la realt, tu (=la speranza, ma anche
tu, misera, cadesti: e con la mano Silvia, perch la speranza del poeta segue lo stesso
la fredda morte ed una tomba ignuda destino della ragazza),
mostravi di lontano. o infelice, cadesti; e con la mano, ormai lontana
---II--- (=dallal di l), mi indicavi la fredda morte
ed una tomba spoglia.
---II---
Riassunto. 1. Il poeta si rivolge a Silvia e le chiede se nello stesso tempo anche temperato dalla riflessio-
ricorda ancora quandera in vita e si preparava a var- ne: il poeta non abbandona mai un equilibrio e un
care la soglia della giovinezza. 2. Il suo canto risuo- controllo classico sui suoi sentimenti, sia di gioia sia
nava per le vie illuminate dal sole, mentre era occu- di dolore.
pata nei lavori femminili e immaginava un futuro fe- 3. Lidillio unifica diversi motivi: lamore, la giovi-
lice. Era maggio, e lei trascorreva cos le giornate. 3. nezza, le speranze, la felicit; ed anche il dolore,
Il poeta interrompeva i suoi studi faticosi e porgeva linfelicit, la delusione, la morte, la Natura madre e
gli orecchi per sentire la sua voce. Nessuna lingua matrigna. Essi saranno ripresi e sviluppati negli idilli
mortale pu dire quel che egli provava nel cuore. 4. successivi.
Comerano fiduciosi allora nel futuro! Quando pensa 4. Il tema della giovinezza e dellamore ha numerosi
a tali speranze, egli torna a lamentarsi della sua sven- precedenti letterari: a) la canzone I mi trovai, fan-
tura. E, angosciato, si chiede perch la natura fa tante ciulle, un bel mattino di Agnolo Poliziano (1454-
promesse, che poi non mantiene, e perch inganna in 1494); b) la Canzona di Bacco e Arianna (1492) di
quel modo i suoi figli. 5. Prima che giungesse lin- Lorenzo de Medici (1449-1492); c) la favola bo-
verno, Silvia, colpita dalla malattia, moriva e non schereccia Aminta (1573) e lepisodio del pappagal-
conosceva la giovinezza n lamore. 6. Poco dopo lo filosofo che invita a cogliere il fiore della giovi-
moriva anche la speranza del poeta: il destino gli ha nezza nella Gerusalemme liberata (XVI, 9-19) di
negato anche la giovinezza. Di tutte le speranze che Torquato Tasso (1544-1595).
ha riposto nel futuro non rimasto nulla. E la morte 5. Leopardi non vede nella morte la possibilit di una
di Silvia come la caduta delle speranze mostrano che corrispondenza damorosi sensi e nelle tombe dei
il futuro gli riserva soltanto la morte e una tomba grandi uno stimolo a compiere grandiose imprese,
spoglia. come invece faceva Foscolo. Per lui la morte la to-
tale e irreparabile negazione della vita. Insomma
Commento meglio non morire, meglio vivere, anche se la vita
1. Leopardi canta la giovinezza, la bellezza e le spe- dolore. Ci sono per la speranza (verso il futuro) e i
ranze nel futuro di Silvia. Scopre per con angoscia ricordi (verso il passato), che allietano la vita.
che la natura fa promesse di felicit, che poi non ---II---
mantiene. Cos Silvia muore ancor prima di conosce-
re la giovinezza e lamore. Ed il poeta scopre che an-
che il suo destino segnato dal dolore: non ha potuto
vivere la sua giovinezza e la morte della ragazza indi-
ca la caduta di ogni speranza e un futuro di morte.
2. Lidillio incentrato sulla memoria: il poeta ricor-
da Silvia, la sua bellezza, i suoi canti, linterruzione
dei suoi studi per ascoltare la ragazza, le speranze che
ambedue riponevano nel futuro. Egli dialoga con se
stesso e con la sua memoria, come aveva fatto ne
Linfinito e Alla luna. Il dialogo angoscioso, ma
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 296
Il passero solitario, 1829 e lor fia voto il mondo, e il d futuro
del d presente pi noioso e tetro,
I che parr di tal voglia?
Din su la vetta della torre antica, Che di questanni miei? Che di me stesso?
passero solitario, alla campagna Ahi pentiromi, e spesso,
cantando vai finch non more il giorno; ma sconsolato, volgerommi indietro.
ed erra larmonia per questa valle.
Primavera dintorno Il passero solitario
brilla nellaria, e per li campi esulta,
s cha mirarla intenerisce il core. 1. Dalla cima dellantico campanile, o passero solita-
Odi greggi belar, muggire armenti; rio, canti rivolto verso la campagna, finch non muo-
gli altri augelli contenti, a gara insieme re il giorno. E larmonia [del tuo canto] si diffonde
per lo libero ciel fan mille giri, per tutta la valle. La primavera brilla dappertutto
pur festeggiando il lor tempo migliore: nellaria ed esulta per i campi, cos che a guardarla il
tu pensoso in disparte il tutto miri; cuore si intenerisce. Si odono le greggi belare, gli ar-
non compagni, non voli, menti muggire. Gli altri uccelli, felici, a gara insieme
non ti cal dallegria, schivi gli spassi; per il cielo libero fanno mille voli, anche se festeg-
canti, e cos trapassi giano il tempo pi bello della loro vita. Tu non hai
dellanno e di tua vita il pi bel fiore. compagni, non fai voli, non cerchi lallegria, eviti i
divertimenti. Canti, e cos passi il pi bel tempo
II dellanno e della tua vita.
Oim, quanto somiglia
al tuo costume il mio! sollazzo e riso, 2. Ohim, quanto il mio modo di vivere assomiglia al
della novella et dolce famiglia, tuo! Divertimento e risate, dolci compagni della gio-
e te german di giovinezza, amore, vinezza, e te, o amore, fratello della giovinezza, rim-
sospiro acerbo de provetti giorni, pianto doloroso della maturit, io non curo, non so
non curo, io non so come; anzi da loro per quale motivo. Anzi da loro quasi fuggo lontano.
quasi fuggo lontano; Quasi solitario ed estraneo al mio paese natale, passo
quasi romito, e strano la primavera della mia vita. Questo giorno, che ormai
al mio loco natio, cede [il posto] alla sera, usanza festeggiare nel no-
passo del viver mio la primavera. stro paese. Si ode per il cielo sereno un suono di
Questo giorno chomai cede la sera, campana, si ode spesso un tuonare di fucili, che ri-
festeggiar si costuma al nostro borgo. suona in lontananza da una borgata allaltra. Tutta ve-
Odi per lo sereno un suon di squilla, stita a festa, la giovent del luogo esce di casa e si
odi spesso un tonar di ferree canne, spande per le strade, ammira ed ammirata, ed in
che rimbomba lontan di villa in villa. cuore si rallegra. Io, uscendo da solo verso la campa-
Tutta vestita a festa gna in questa zona appartata, rimando al futuro ogni
la giovent del loco divertimento ed ogni gioco. Ed intanto lo sguardo,
lascia le case, e per le vie si spande; disteso nellaria luminosa, mi colpito dal sole, che
e mira ed mirata, e in cor sallegra. tra i monti lontani, dopo il giorno sereno, cadendo
Io solitario in questa scompare, e pare che dica che anche la fortunata gio-
rimota parte alla campagna uscendo, vinezza destinata a finire.
ogni diletto e gioco
indugio in altro tempo: e intanto il guardo
steso nellaria aprica 3. Tu, o uccellino solitario, giunto alla fine della vita
mi fere il sol che tra lontani monti, che il destino ti conceder, certamente non ti addolo-
dopo il giorno sereno, rerai per il tuo modo di vivere, perch ogni vostro
cadendo si dilegua, e par che dica comportamento prodotto dalla natura. A me, se non
che la beata giovent vien meno. otterr di evitare lodiosa soglia della vecchiaia
(quando questi miei occhi non diranno pi nulla al
III cuore altrui, e ad essi il mondo apparir vuoto e il fu-
Tu solingo augellin, venuto a sera turo sar pi noioso e angoscioso del presente), che
del viver che daranno a te le stelle, cosa sembrer tale scelta? Come appariranno questi
certo del tuo costume miei anni? Che cosa penser di me stesso? Ahi, mi
non ti dorrai; che di natura frutto pentir [di essere vissuto da solo], e spesso, ma inu-
ogni nostra vaghezza. tilmente, mi volger indietro.
A me, se di vecchiezza
la detestata soglia
evitar non impetro,
quando muti questi occhi allaltrui core,
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 297
Riassunto. 1. Dallantico campanile il passero solita- di Foscolo e alle interpretazioni eroiche del Romanti-
rio canta verso la campagna fino sera, e la dolcezza cismo, che proiettano sulla natura passioni sconvol-
del suo canto si diffonde per tutta la valle. primave- genti ed impetuose. Leopardi ha un rapporto di con-
ra: gli altri uccelli volano insieme nel cielo, e festeg- templazione con la natura, non la sovraccarica con i
giano il pi bel tempo dellanno e della vita. Il passe- suoi sentimenti: si abbandona ad essa e alle dolcissi-
ro invece vive in disparte e guarda: non cerca compa- me sensazioni che gli fa provare.
gni n soddisfazioni, contento di passare il suo tempo ---II---
a cantare. 2. La vita del poeta assomiglia alla vita del
passero: non si preoccupa (e non sa perch) n dei di-
vertimenti n dellamore, il compagno inseparabile
della giovinezza. E passa la sua giovinezza come se
fosse uno straniero nel luogo in cui nato. Nel suo
paese consuetudine festeggiare il giorno prefestivo:
i giovani si riversano nelle strade, vestiti a festa; am-
mirano e si fanno ammirare; e sono felici. Il poeta in-
vece si rifugia da solo tra i campi e rimanda al futuro
il momento dei piaceri e del gioco. Intanto il sole,
tramontando, sembra dire che la giovinezza destina-
ta a passare. 3. Luccellino per, giunto alla fine della
vita, non prover rincrescimento per la sua vita solita-
ria, perch questa la sua natura. Il poeta, se non riu-
scir ad evitare la vecchiaia, che cosa penser della
sua scelta? Si pentir, e inutilmente si volger indie-
tro.
Commento
1. Il poeta continua ad essere affascinato dal paesag-
gio, tanto che paragona la sua vita solitaria a quella di
un uccellino. La gioia nel paesaggio, nel sole che
tramonta e che sembra salutare la giovinezza che se
ne va, nella giovent del paese, tutta vestita a festa,
che cerca lamore. La tristezza soltanto dentro di
lui, che non frequenta i coetanei, non cerca lamore,
cerca la solitudine e rimanda al futuro il momento del
contatto e del rapporto con gli altri. Anche qui la ri-
flessione e la memoria hanno grande spazio: il poeta
immagina di essere giunto alla fine della sua esisten-
za e di trarre le conclusioni: il passero sar contento,
perch ha seguito la sua natura solitaria; egli non lo
sar, e spesso, ma sconsolato, si volger indietro.
2. Lidillio contiene la stessa parte riflessiva e gli
stessi motivi (la giovinezza, lamore, il dolore, la soli-
tudine, la bellezza intensissima della natura) presenti
nei Piccoli e nei Grandi idilli precedenti. In genere il
poeta struttura lidillio in due parti: la prima descrit-
tiva; la seconda riflessiva.
3. Il poeta mantiene lo stesso atteggiamento gi e-
spresso negli idilli Linfinito e Alla luna: non si getta
nella vita; ha un contatto riflessivo e memoriale con
la vita. In questo caso egli addirittura immagina di
essere ormai vecchio e di rivolgere il suo pensiero
verso il passato, per esprimere la sua insoddisfazione
verso le scelte che sta facendo.
4. Il poeta descrive affascinato e con tenerezza il na-
tio borgo selvaggio e il paesaggio che circonda il
suo paese anche negli idilli La quiete dopo la tempe-
sta e Il sabato del villaggio. Le sue descrizioni sono
antitetiche alla ricerca dellorrido, di paesaggi cupi ed
invernali, e delle notti illuminate dalla luna del Ro-
manticismo inglese. Sono antitetiche anche a quelle
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 298
Le ricordanze, 1829 I ricordi del passato
I 1.
Vaghe stelle dellOrsa, io non credea O vaghe (=belle e desiderate) stelle dellOrsa,
tornare ancor per uso a contemplarvi io non credevo di ritornare ancora a contemplarvi
sul paterno giardino scintillanti, scintillanti sopra il giardino paterno
e ragionar con voi dalle finestre e a ragionare con voi dalle finestre
di questo albergo ove abitai fanciullo, di questa dimora in cui abitai da fanciullo
e delle gioie mie vidi la fine. e in cui vidi la fine delle mie gioie.
Quante immagini un tempo, e quante fole Un tempo quante immagini e quante fantasie
creommi nel pensier laspetto vostro mi cre nel pensiero laspetto vostro
e delle luci a voi compagne! allora e delle stelle a voi compagne! quando, in silenzio,
che, tacito, seduto in verde zolla, seduto sul prato erboso, io solevo passare
delle sere io solea passar gran parte gran parte delle sere guardando il cielo
mirando il cielo, ed ascoltando il canto e ascoltando il canto della rana
della rana rimota alla campagna! lontana nella campagna!
E la lucciola errava appo le siepi E la lucciola errava presso le siepi
e in su laiuole, susurrando al vento e sulle aiole, mentre sussurravano al vento
i viali odorati, ed i cipressi i viali [di alberi] odorosi ed i cipressi l
l nella selva; e sotto al patrio tetto nella selva; e sotto il tetto paterno risuonavano
sonavan voci alterne, e le tranquille le voci dei dialoghi e le tranquille faccende
opre de servi. E che pensieri immensi, dei servi. E che progetti immensi, che dolci
che dolci sogni mi spir la vista sogni mi ispir la vista di quel lontano
di quel lontano mar, quei monti azzurri, mare, quei monti azzurri, che da qui riesco
che di qua scopro, e che varcare un giorno a vedere e che io pensavo di varcare
io mi pensava, arcani mondi, arcana un giorno, immaginando per la mia vita
felicit fingendo al viver mio! arcani mondi e unarcana felicit!
Ignaro del mio fato, e quante volte Ignaro del mio destino, quante volte avrei
questa mia vita dolorosa e nuda cambiato volentieri con la morte questa mia vita
volentier con la morte avrei cangiato. dolorosa e infelice.
II 2.
N mi diceva il cor che let verde N il cuore mi prediceva che sarei stato
sarei dannato a consumare in questo condannato a consumare la mia giovinezza
natio borgo selvaggio, intra una gente in questo natio borgo selvaggio, tra gente zotica
zotica, vil; cui nomi strani, e spesso e vile; per la quale la cultura e la conoscenza
argomento di riso e di trastullo, sono nomi strani e spesso argomento
son dottrina e saper; che modia e fugge, di riso e di trastullo; che mi odia e mi fugge,
per invidia non gi, che non mi tiene non per invidia, perch non mi tiene maggiore
maggior di s, ma perch tale estima di s, ma perch pensa che io mi ritenga tale
chio mi tenga in cor mio, sebben di fuori nel mio cuore, sebbene di fuori
a persona giammai non ne fo segno. io non ne faccio mai segno a persona.
Qui passo gli anni, abbandonato, occulto, Qui passo gli anni, abbandonato, nascosto,
senzamor, senza vita; ed aspro a forza senza amore, senza vita; e per forza
tra lo stuol de malevoli divengo: divento aspro tra lo stuolo dei malevoli:
qui di piet mi spoglio e di virtudi, qui mi spoglio di piet e di virt e per il gregge
e sprezzator degli uomini mi rendo, (=i compaesani) che ho appresso mi metto
per la greggia chho appresso: e intanto vola a disprezzare tutti gli uomini.
il caro tempo giovanil; pi caro E intanto vola il caro tempo giovanile;
che la fama e lallor, pi che la pura pi caro che la fama e lalloro (=la gloria),
luce del giorno, e lo spirar: ti perdo pi che la pura luce del giorno e il respiro.
senza un diletto, inutilmente, in questo Ti perdo senza un diletto, inutilmente,
soggiorno disumano, intra gli affanni, in questo soggiorno disumano, tra gli affanni,
o dellarida vita unico fiore. o unico fiore della mia arida vita.
VI 6.
Chi rimembrar vi pu senza sospiri, Chi vi pu ricordare senza sospiri, o primo
o primo entrar di giovinezza, o giorni incontro con la giovinezza, o giorni belli,
vezzosi, inenarrabili, allor quando inenarrabili, quando le donzelle sorridono
al rapito mortal primieramente per la prima volta al giovane estasiato.
sorridon le donzelle; a gara intorno A gara intorno a lui ogni cosa sorride;
ogni cosa sorride; invidia tace, e linvidia tace: essa non ancora sorta oppure
non desta ancora ovver benigna; e quasi benigna. E il mondo gli porge quasi la mano
(inusitata maraviglia!) il mondo per aiutarlo (una maraviglia veramente insolita!),
la destra soccorrevole gli porge, scusa i suoi errori, festeggia il suo nuovo arrivo
scusa gli errori suoi, festeggia il novo nella vita (=lentrata nella giovinezza) e, inchinandosi
suo venir nella vita, ed inchinando [davanti a lui], mostra (=finge) di accoglierlo
mostra che per signor laccolga e chiami? come [se fosse il suo] signore e di chiamarlo cos?
Fugaci giorni! a somigliar dun lampo O giorni fugaci! si sono dileguati con la rapidit
son dileguati. E qual mortale ignaro di un lampo. E quale uomo pu ignorare
di sventura esser pu, se a lui gi scorsa la sventura, se per lui gi passata quella bella
quella vaga stagion, se il suo buon tempo, stagione, se [ finito] il suo tempo migliore, se la gio-
se giovanezza, ahi giovanezza, spenta? vinezza, ahi la giovinezza, spenta?
VII 7.
O Nerina! e di te forse non odo O Nerina! forse non odo questi luoghi
questi luoghi parlar? caduta forse parlare di te? forse tu sei caduta dal mio pensiero?
dal mio pensier sei tu? Dove sei gita, Dove sei andata, perch qui di te trovo soltanto
che qui sola di te la ricordanza il ricordo, o dolcezza mia? Questa terra,
trovo, dolcezza mia? Pi non ti vede dove sei nata, non ti vede pi: quella finestra,
questa terra natal: quella finestra, dalla quale eri solita parlarmi e sulla quale [ora]
onderi usata favellarmi, ed onde il raggio delle stelle si riflette mestamente, deserta.
mesto riluce delle stelle il raggio, Dove sei, perch [ora] non odo pi la tua voce
deserta. Ove sei, che pi non odo sonora, come [avveniva] un tempo, quando il suono
la tua voce sonar, siccome un giorno, anche lontano delle tue labbra, che mi giungeva,
quando soleva ogni lontano accento era capace di farmi impallidire? Era un altro tempo.
del labbro tuo, cha me giungesse, il volto O mio dolce amore, i tuoi giorni appartengono
scolorarmi? Altro tempo. I giorni tuoi al passato. Tu sei morta. Oggi tocca ad altri
furo, mio dolce amor. Passasti. Ad altri vivere sulla terra ed abitare questi colli odorosi.
il passar per la terra oggi sortito, Tu se morta ancor giovane e la tua vita fu
e labitar questi odorati colli. come un sogno. Andavi danzando [verso la vita];
Ma rapida passasti; e come un sogno la gioia ti risplendeva sulla fronte, negli occhi
fu la tua vita. Iva danzando; in fronte ti risplendeva quella fiducia e quella speranza
la gioia ti splendea, splendea negli occhi nel futuro, quella luce della giovinezza,
quel confidente immaginar, quel lume quando il destino li spegneva, e giacevi [morta].
di giovent, quando spegneali il fato, Ahi Nerina! In cuore sento ancora lantico amore.
e giacevi. Ahi Nerina! In cor mi regna Se talvolta mi reco a qualche festa, se mi reco
lantico amor. Se a feste anco talvolta,
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 301
se a radunanze io movo, infra me stesso a qualche festa in campagna, dentro di me io dico:
dico: o Nerina, a radunanze, a feste O Nerina, per le feste in campagna, per le feste
tu non ti acconci pi, tu pi non movi. tu non ti prepari pi, tu non vai pi.
VIII 7.
Se torna maggio, e ramoscelli e suoni Se ritorna maggio e gli amanti portano
van gli amanti recando alle fanciulle, ramoscelli e canti alle fanciulle,
dico: Nerina mia, per te non torna io dico: O Nerina mia, per te la primavera
primavera giammai, non torna amore. non torner mai pi, non torner lamore.
Ogni giorno sereno, ogni fiorita In ogni giorno sereno, ad ogni luogo fiorito
piaggia chio miro, ogni goder chio sento, che io guardo, per ogni godimento che io sento,
dico: Nerina or pi non gode; i campi, dico: Nerina ora non gode pi;
laria non mira. Ahi tu passasti, eterno non guarda pi i campi, n laria. Ahi tu sei morta,
sospiro mio: passasti: e fia compagna o mio eterno sospiro. Tu sei morta! Ed il ricordo
dogni mio vago immaginar, di tutti acerbo [di te] sar compagno delle mie speranze
i miei teneri sensi, i tristi e cari nel futuro, di tutti i miei teneri sensi,
moti del cor, la rimembranza acerba. di tutti i tristi e cari sentimenti del mio cuore.
---II--- ---II---
I 1.
La donzelletta vien dalla campagna La fanciulla viene dai campi
in sul calar del sole, con il suo fascio derba, al tramonto del sole;
col suo fascio dellerba; e reca in mano e reca in mano un mazzetto di rose e di viole,
un mazzolin di rose e viole, con le quali (com solita fare)
onde, siccome suole, si prepara ad ornarsi il corpetto ed i capelli
ornare ella si appresta domani, giorno di festa.
dimani, al d di festa, il petto e il crine. La vecchietta siede con le vicine
Siede con le vicine sulla scala a filare, con il viso rivolto
su la scala a filar la vecchierella, l dove finisce il giorno;
incontro l dove si perde il giorno; e parla della sua giovinezza,
e novellando vien del suo buon tempo, quando nei giorni di festa
quando ai d della festa ella si ornava, ella si adornava
ed ancor sana e snella e, ancora sana e snella,
solea danzar la sera intra di quei era solita danzare la sera con coloro
chebbe compagni nellet pi bella. che ebbe come compagni della sua et pi bella.
Gi tutta laria imbruna, Ormai tutta laria imbruna;
torna azzurro il sereno, e tornan lombre il cielo sereno diventa dun azzurro cupo,
gi da colli e da tetti, le ombre scendono dai colli e dalle case,
al biancheggiar della recente luna. mentre sorge la luna nuova.
Or la squilla d segno Ora la campana annuncia
della festa che viene; la festa che viene;
ed a quel suon diresti e a quel suono diresti
che il cor si riconforta. che il cuore si riconforta.
I fanciulli gridando I fanciulli, gridando
su la piazzuola in frotta, a gruppi sulla piazza
e qua e l saltando, e saltando qua e l,
fanno un lieto romore; fanno un rumore gradevole.
e intanto riede alla sua parca mensa, E intanto il contadino, fischiando,
fischiando, il zappatore, ritorna alla sua modesta mensa, e pensa
e seco pensa al d del suo riposo. tra s e s al giorno del suo riposo.
II 2.
Poi quando intorno spenta ogni altra face, Poi, quando ovunque sono spente le luci
e tutto laltro tace, e tutto il paese tace,
odi il martel picchiare, odi la sega si ode il martello picchiare,
del legnaiuol, che veglia si ode la sega del falegname,
nella chiusa bottega alla lucerna, che ancora sveglio con la lucerna accesa
e saffretta, e sadopra nella bottega chiusa, e si d da fare
di fornir lopra anzi il chiarir dellalba. per terminare il lavoro prima dellalba.
III 3.
Questo di sette il pi gradito giorno, Il sabato dei sette il giorno pi gradito,
pien di speme e di gioia: perch porta speranze e gioia.
diman tristezza e noia Domani le ore porteranno tristezza e noia [perch
recheran lore, ed al travaglio usato le speranze non si sono realizzate], e ciascuno
ciascuno in suo pensier far ritorno. con il pensiero far ritorno al lavoro consueto.
IV 4.
Garzoncello scherzoso, O fanciullo spensierato,
cotesta et fiorita la giovinezza come un giorno pieno di allegria,
come un giorno dallegrezza pieno, un giorno chiaro e sereno, che precede la festa
giorno chiaro, sereno, della tua vita (=la maturit). Sii felice,
che precorre alla festa di tua vita. o fanciullo mio, perch la giovinezza uno stato
Godi, fanciullo mio; stato soave, dolcissimo, un periodo lieto.
stagion lieta cotesta. Non ti voglio dire nientaltro; ma non provare
Altro dirti non vo; ma la tua festa dispiacere se ti sembra che la tua festa (=la maturit)
chanco tardi a venir non ti sia grave. impieghi troppo tempo a giungere.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 306
Riassunto. Il poeta descrive il sabato del suo paese: la 5. A questa ulteriore argomentazione segue largo-
fanciulla ritorna dai campi con un mazzo di fiori, con mentazione finale: o fanciullo, godi la tua giovinezza,
cui si far bella il giorno dopo; la vecchietta siede con godi lattesa della maturit, non avere fretta di rag-
le vicine e, filando, ricorda il tempo felice della sua giungere la maturit, perch soltanto adesso puoi es-
giovinezza. Intanto scende la sera. I ragazzi giocano sere felice, perch soltanto nellattesa consiste la feli-
sulla piazza del paese, mentre il contadino ritorna a cit. La maturit sar una delusione, perch non ti da-
casa, pensando che il giorno dopo potr riposare. Poi r la felicit che speravi e perch preannunzia la tri-
scende la notte ed il silenzio avvolge tutto il paese. stezza della vecchiaia.
Soltanto il falegname ancora sveglio: cerca di finire 6. Il poeta si proietta verso il paese, come fa anche ne
il lavoro prima dellalba. A questo punto il poeta Il passero solitario, e guarda con tenerezza la ragaz-
svolge alcune riflessioni: il sabato il giorno pi bel- za, la vecchietta, i ragazzi, il contadino, poi dialoga
lo della settimana, perch porta speranze e gioia; la con il ragazzino che ha fretta di crescere. Una sera
domenica invece sar triste e noiosa, perch le spe- diversa quella di Dante in Pg VIII, 1-6; quella di
ranze non si realizzano. Quindi fa un paragone: la Foscolo nel sonetto Alla sera; quella di Pascoli intito-
giovinezza come il sabato, ed il pi bel tempo del- lata La mia sera; quella di DAnnunzio intitolata La
la vita perch porta speranze e gioia; la maturit sera fiesolana.
come la domenica, ed triste e noiosa perch le spe- ---II---
ranze non si realizzano. Cos il poeta pu concludere
invitando il ragazzino a non aver fretta di diventare
adulto: la felicit il periodo che sta vivendo,
lattesa della maturit; invece la maturit sar infeli-
ce, perch le speranze non si realizzeranno.
Commento
1. Lidillio ha una struttura estremamente ordinata: a)
la descrizione del sabato in paese e la gioia che esso
porta a tutti; b) il contrasto tra le gioie e le speranze
del sabato e la tristezza e la noia della domenica; c) il
paragone della giovinezza e della maturit con il sa-
bato e la domenica; infine d) linvito a godere il pre-
sente, perch la felicit non giunge con la maturit
della vita, ma il presente stesso, la giovinezza,
lattesa della maturit. Perci il garzoncello non deve
avere nessuna fretta di crescere: la maturit porta sol-
tanto delusioni e prelude alla vecchiaia e alla morte.
2. Anche in questo idillio il poeta si sofferma a de-
scrivere con grande partecipazione la natura: il sole
che tramonta, laria che imbruna, il cielo che diventa
dun azzurro cupo, il sorgere della luna nuova, il si-
lenzio notturno. E quindi lambiente paesano: la fan-
ciulla che ritorna dai campi, la vecchietta che fila e
che ricorda i bei tempi della sua giovinezza, i fanciul-
li che giocano, il contadino che ritorna a casa stanco
ma felice, il falegname che vuole finire il lavoro pri-
ma dellalba.
3. Dopo la parte descrittiva c la parte riflessiva, che
presenta la vita in termini sereni. I toni pessimistici
sono completamente assenti. Il sabato pi bello del-
la domenica perch porta speranze e gioia; la dome-
nica invece sar una delusione, perch porta tristezza
e noia. Il poeta ha costruito lidillio in modo ordinato
e consequenziale; ed ora presenta unargomentazione
quasi matematica, per dimostrare le sue idee.
4. A questo punto il poeta arricchisce e allarga il testo
introducendo una identit-corrispondenza tra sabato-
domenica da una parte, giovinezza-maturit dallal-
tra: la giovinezza corrisponde al sabato, quindi la ma-
turit corrisponde alla domenica. E largomentazione
diventa questa: come il sabato, anche la giovinezza
gioiosa; come la domenica, anche la maturit triste.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 307
Canto notturno di un pastore errante Canto notturno di un pastore errante dellAsia
dellAsia, 1829-30
1.
I
Che fai tu, o luna in cielo? dimmi che fai,
Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
o silenziosa luna?
silenziosa luna?
Sorgi alla sera e vai, contemplando
Sorgi la sera, e vai,
le steppe deserte; quindi tramonti.
contemplando i deserti; indi ti posi.
Tu non sei ancora sazia
Ancor non sei tu paga
di ripercorrere sempre le stesse vie?
di riandare i sempiterni calli?
Non ti sei ancora annoiata,
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
ancora sei desiderosa
di mirar queste valli?
di guardar queste valli?
Somiglia alla tua vita
Assomiglia alla tua vita la vita del pastore.
la vita del pastore.
Si alza allalba; conduce il gregge
Sorge in sul primo albore
per la pianura;
move la greggia oltre pel campo, e vede
vede greggi, fontane ed erbe;
greggi, fontane ed erbe;
poi, stanco, si riposa alla sera:
poi stanco si riposa in su la sera:
non spera mai nientaltro.
altro mai non ispera.
Dimmi, o luna, a che vale
Dimmi, o luna: a che vale
al pastore la sua vita,
al pastor la sua vita,
a che vale la vostra vita a voi?
la vostra vita a voi? dimmi: ove tende
questo vagar mio breve, dimmi: dove tende
questo mio breve cammino,
il tuo corso immortale?
dove tende il tuo corso immortale?
II
2.
Vecchierel bianco, infermo,
Un vecchierello bianco, infermo,
mezzo vestito e scalzo,
mezzo vestito e mezzo scalzo,
con gravissimo fascio in su le spalle,
con un pesantissimo fardello sulle spalle,
per montagna e per valle,
per montagne e per valli, per strade
per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
sassose, per sabbioni profondi
al vento, alla tempesta, e quando avvampa
e per macchie di pruni,
lora, e quando poi gela,
sotto il vento, sotto la pioggia,
corre via, corre, anela,
quando la stagione rovente
varca torrenti e stagni,
e quando poi gela, corre via, corre,
cade, risorge, e pi e pi saffretta,
ansima, oltrepassa torrenti e stagni,
senza posa o ristoro,
senza riposo o senza ristoro, lacero,
lacero, sanguinoso; infin charriva
insanguinato; finch arriva l
col dove la via
dove fu rivolta la sua gran fatica:
e dove il tanto affaticar fu vlto:
abisso orribile, immenso (=la morte),
abisso orrido, immenso,
dove egli, precipitando,
ovei precipitando, il tutto obblia.
dimentica tutto.
Vergine luna, tale
O vergine luna, questa
la vita mortale.
la vita umana.
III
3.
Nasce luomo a fatica,
Nasce luomo a fatica,
ed rischio di morte il nascimento.
ed rischio di morte la sua nascita.
Prova pena e tormento
Prova pene e tormenti come prima cosa;
per prima cosa; e in sul principio stesso
e fin dallinizio la madre e il padre
la madre e il genitore
prendono a consolarlo di essere nato.
il prende a consolar dellesser nato.
Via via che cresce, luno e laltro
Poi che crescendo viene,
genitore lo sostengono,
luno e laltro il sostiene, e via pur sempre
e senza sosta con atti e con parole
con atti e con parole
cercano di fargli coraggio
studiasi fargli core,
IV 4.
Pur tu, solinga, eterna peregrina, Tu, o solitaria, eterna pellegrina,
che s pensosa sei, tu forse intendi che sei cos pensosa, tu forse comprendi
questo viver terreno, che cosa siano questa vita sulla terra,
il patir nostro, il sospirar, che sia; i nostri patimenti, i nostri sospiri;
che sia questo morir, questo supremo tu forse comprendi che cosa sia
scolorar del sembiante, questo estremo scolorirsi delle sembianze,
e perir della terra, e venir meno questo andarsene dalla terra
ad ogni usata, amante compagnia. e questo venir meno ad ogni solita
E tu certo comprendi ed affettuosa compagnia.
il perch delle cose, e vedi il frutto E tu certamente comprendi il perch delle cose,
del mattin, della sera, e vedi il frutto (=lo scopo) del mattino,
del tacito, infinito andar del tempo. della sera, del silenzioso ed infinito
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore procedere del tempo.
rida la primavera, Tu sai, tu sai certamente, a quale suo
a chi giovi lardore, e che procacci dolce amore sorrida la primavera,
il verno co suoi ghiacci. a chi giovi la calura estiva
Mille cose sai tu, mille discopri, e che cosa procuri linverno con il suo freddo.
che son celate al semplice pastore. Mille cose tu sai, mille cose tu scopri,
Spesso quandio ti miro che sono nascoste al semplice pastore.
star cos muta in sul deserto piano, Spesso, quando io ti guardo stare
che, in suo giro lontano, al ciel confina; cos muta sulla pianura deserta,
ovver con la mia greggia che nel lontano orizzonte confina
seguirmi viaggiando a mano a mano; con il cielo, oppure quando ti vedo seguirmi
e quando miro in cielo arder le stelle; con il gregge e accompagnarmi passo dopo passo,
dico fra me pensando: e quando guardo in cielo arder le stelle;
A che tante facelle? dico, pensando fra me e me:
che fa laria infinita, e quel profondo a quale scopo ci sono tante luci?
infinito seren? che vuol dir questa che fa laria infinita? che significa
solitudine immensa? ed io che sono? questa immensa solitudine? ed io che sono?
Cos meco ragiono: e della stanza Cos ragiono dentro di me:
smisurata e superba, e non so indovinare nessun uso (=utilit),
e dellinnumerabile famiglia; nessun frutto (=scopo) della stanza (=luniverso)
poi di tanto adoprar, di tanti moti smisurata e superba e della grande
dogni celeste, ogni terrena cosa, famiglia degli esseri viventi, delle continue
girando senza posa, trasformazioni della materia, di tanti movimenti
per tornar sempre l donde son mosse; di corpi celesti e di corpi terresti, che girano
uso alcuno, alcun frutto si son mossi senza riposo per tornare sempre l
indovinar non so. Ma tu per certo, donde (=dalla materia informe e senza vita). Ma tu
giovinetta immortal, conosci il tutto. certamente, o giovinetta immortale, conosci tutto.
Questo io conosco e sento, Io invece conosco e sento questo,
che degli eterni giri, che forse qualcun altro avr qualche bene
che dellesser mio frale, o qualche soddisfazione dalle eterne
qualche bene o contento orbite percorse dagli astri
avr forsaltri; a me la vita male. e dalla mia fragilit; per me la vita male.
VI 6.
Forse savessio lale Forse, se io avessi le ali,
da volar su le nubi, per volare sopra le nuvole
e noverar le stelle ad una ad una, e contare le stelle ad una ad una,
o come il tuono errar di giogo in giogo, o se come il tuono potessi andare di colle in colle,
pi felice sarei, dolce mia greggia, sarei pi felice, o mio dolce gregge,
pi felice sarei, candida luna. sarei pi felice, o candida luna.
O forse erra dal vero, O forse il mio pensiero, guardando alla sorte
mirando allaltrui sorte, il mio pensiero: degli altri esseri, si allontana dal vero:
forse in qual forma, in quale forse in qualsiasi forma, in qualsiasi condizione,
stato che sia, dentro covile o cuna, dentro un covile come dentro una culla,
funesto a chi nasce il d natale. funesto per chi nasce il giorno della nascita.
---II--- ---II---
Riassunto. 1. Il pastore si rivolge alla luna e le chiede senso della vita umana. Forse comprende perch luo-
che cosa fa in cielo: sorge alla sera, contempla le mo viene meno alla consueta compagnia. Forse vede
steppe deserte, quindi tramonta. La sua vita assomi- il senso delle cose, il motivo per cui il tempo trascor-
glia a quella della luna: si alza allalba, conduce il re. Forse sa perch ci sono le stagioni. Spesso, quan-
gregge al pascolo, quindi, alla sera, ritorna; non ha do la guarda, si chiede: a quale scopo ci sono tante
altra speranza. Che senso ha quindi la vita della luna? stelle? che cosa significa questa solitudine? ed egli
e che senso ha la sua vita? 2. Un vecchietto incanutito chi ? Ma non sa trovar nessuno scopo alluniverso,
affronta mille difficolt, senza mai fermarsi, finch n agli esseri viventi, n alle continue trasformazioni
giunge l dove fu rivolta la sua grande fatica: labisso della materia. Ma essa certamente conosce tutto. Il
orrendo della morte, precipitando nel quale dimentica pastore invece pu dire soltanto questo: forse qualcu-
tutto. 3. Luomo nasce nel dolore e prova tormenti no trae vantaggio dal movimento degli astri e dalla
per prima cosa. I genitori passano il tempo a conso- sua fragilit. Per lui invece la vita un male. 5. Il
larlo di essere nato. Ma allora perch mettere al mon- gregge invece non conosce la propria infelicit; ed
do chi poi devessere consolato di essere vivo? Se la egli lo invidia. Non soffre e, se soffre, dimentica su-
vita una sventura, perch la sopportiamo? Questa bito gli affanni. Non prova tedio. Riposa contento la
la condizione umana. 4. La luna forse comprende il maggior parte dellanno. Il pastore invece si annoia.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 310
Eppure non desidera nulla e, per ora, non ha motivo Torquato Tasso, ai pastori dellArcadia. Anche Ga-
di lamentarsi. Non sa se il gregge felice; egli lo briele DAnnunzio canta i suoi pastori. Leopardi tra-
poco. Ma non si lamenta solo di questo. Se il gregge sforma lelogio tradizionale della vita pastorale, nella
potesse parlare, gli chiederebbe: perch ogni animale quale il poeta intendeva evadere, in un momento di
se sta in ozio si sente soddisfatto, mentre egli assali- riflessione filosofia e poetica sulluomo, sul dolore
to dalla noia? 6. O forse, se avesse le ali per volare che attraversa la vita umana e sulla morte che costi-
sopra le nuvole, sarebbe pi felice. O forse si sbaglia: tuisce il male supremo.
dovunque, in un covile come in una culla, funesto 7. Le domande che il poeta-pastore rivolge alla luna
per chi nasce il giorno della nascita. restano senza risposte, perch lautore professa una
visione atea e materialistica della vita, che lascia a-
Commento perti e senza risposta problemi come il senso del do-
1. Anche qui il poeta parla alla luna, ma fa un discor- lore, il senso della vita umana, il senso delluniverso.
so molto pi vasto, che comprende il tema del dolore Nel Dialogo della Natura e di un Islandese (1824)
umano e universale, il tema del senso delluniverso e lautore propone questa risposta: la nascita e la morte
della vita umana, il rifiuto della morte e lattacca- sono necessarie affinch il ciclo della natura continui;
mento ad oltranza alla vita. altrimenti, se si toglie la morte (e quindi il dolore e la
2. La visione del mondo proviene dalle concezioni distruzione), si toglie anche la nascita; ed il ciclo si
atee e materialistiche formulate dallIlluminismo interrompe. Negli stessi anni Foscolo sulle stesse
francese, che porta alle estreme conseguenze il mec- posizioni, ma respinge le conclusione materialistiche
canicismo e lempirismo della scienza moderna. Il in nome della religione della bellezza e di altri miti,
poeta per si preoccupa pi della condizione umana e coscientemente accettati; Manzoni invece propone
del dolore che accomuna tutti gli esseri viventi nel risposte legate alla sua fede religiosa, ma preso da
loro rapporto con la natura, piuttosto che delle pole- dubbi vedendo nella storia lassurdit o linesplica-
miche contro le religioni positive e contro gli effetti bilit del male.
negativi della vita sociale. Rousseau era un riformato- 8. Nei versi finali il poeta si preoccupa non pi sol-
re sociale e un rivoluzionario; Leopardi un filosofo tanto della condizione umana, ma anche della condi-
ed un poeta, con una scarsissima fiducia verso tutte le zione di ogni essere vivente: forse, se egli vedesse
ideologie, laiche e religiose, che promettono di fare dallalto la vita degli uomini e la vita degli animali,
uscire luomo dalla sua condizione umana di dolore, e vedrebbe che il giorno della nascita un giorno fune-
di fargli raggiungere la felicit, costantemente insi- sto per tutti gli esseri viventi. Il pessimismo del poeta
diata dalla sofferenza. da pessimismo storico (la vita umana dolore) diven-
3. E come filosofo egli si chiede, qui come altrove, ta pessimismo cosmico (la vita di tutti gli esseri vi-
perch luomo continua a voler vivere, se la vita venti dolore). Resta inalterato per il valore della
sventura, se non pu avere la felicit e se non pu e- vita, alla quale il poeta resta ad oltranza legato.
vitare il dolore. Ma la ragione umana non capace di 9. Contro i mali che la natura riserva alluomo il poe-
rispondere a queste domande. Forse la luna conosce ta nella sua ultima opera La ginestra o il fiore del de-
le risposte, ma non le dice al pastore. serto scettico sulle magnifiche sorti e progressive,
4. La morte non affatto desiderata, neanche se la vi- di cui parla lIlluminismo e che sarebbero garantite
ta dolore: essa vista come un abisso orrido e tre- dalla ragione e dalla scienza, e invita gli uomini alla
mendo, nel quale luomo dimentica tutto, e quindi si solidariet.
annichilisce. Per il poeta vivere significa acquisire ed 10. Le riflessioni e il pessimismo di Leopardi saranno
essere un patrimonio di ricordi, che con la morte si riproposti 50 anni dopo da Govanni Verga (1840-
disperdono. Vivere per significa anche avere una 1922) nel racconto Fantasticheria (1878-79) e poi nei
solita ed affettuosa compagnia di affetti, che si in- Malavoglia (1881). lideale dellostrica: essa, se si
terrompono drammaticamente con la morte. Egli allontana dallo scoglio, a cui attaccata, si perde nel
quindi legato ad oltranza alla vita, anche se la vita vasto mare e con s perde anche i suoi familiari. Ma
costantemente dolore. anche la stranissima scoperta che i ragazzini vivono
5. Nellidillio compare anche il tema del tedio, la noia felici e ignorano tutte le previsioni nefaste e il pessi-
che colpisce il pastore quando guarda le pecore. Gli mismo assoluto dello scrittore di Catania.
animali invece passano il tempo tranquillamente, sot- ---II---
to lombra delle piante, al riparo dalla calura, e sem-
brano immuni dalla noia. Sembrano anche capaci di
dimenticare subito il dolore, appena passato. Il tae-
dium vitae un motivo gi presente nella poesia ro-
mana. Il poeta per lo trasforma in una domanda filo-
sofica sulla condizione umana.
6. I pastori e la vita pastorale, costantemente idealiz-
zati, sono un filo conduttore della letteratura italiana:
dallUmanesimo del Quattrocento, allepisodio di
Erminia fra i pastori della Gerusalemme liberata di
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 311
Il tramonto della luna, 1936-37 Il tramonto della luna
I 1.
Quale in notte solinga, Come in una notte solitaria,
sovra campagne inargentate ed acque, sopra le campagne e le acque inargentate,
l ve zefiro aleggia, l dove spira lo zefiro
e mille vaghi aspetti e le ombre lontane
e ingannevoli obbietti formano mille vaghi aspetti e ingannevoli
fingon lombre lontane oggetti fra le onde tranquille, i rami e le siepi,
infra londe tranquille le dolci colline e i casolari;
e rami e siepi e collinette e ville; la luna giunge al confine del cielo
giunta al confin del cielo, e scende dietro gli Appennini
dietro apennino od alpe, o del Tirreno o le Alpi o nellinfinito grembo
nellinfinito seno del mar Tirreno.
scende la luna; e si scolora il mondo; Ed il mondo si scolora; spariscono le ombre
spariscon lombre, ed una ed una stessa oscurit imbruna le valli
oscurit la valle e il monte imbruna; e le montagne. La notte resta cieca (=immersa
orba la notte resta, nel buio), mentre il carrettiere, cantando
e cantando, con mesta melodia, una mesta canzone, saluta dalla sua strada
lestremo albor della fuggente luce, gli ultimi raggi della luce
che dianzi gli fu duce, che fugge, che poco prima
saluta il carrettier dalla sua via; gli ha fatto da guida.
II 2.
tal si dilegua, e tale Proprio allo stesso modo la giovinezza
lascia let mortale si dilegua e abbandona la vita umana.
la giovinezza. In fuga Fuggono le ombre e i fantasmi delle illusioni
van lombre e le sembianze che pure davano gioia; e vengono meno
dei dilettosi inganni; e vengon meno le lontane (=della fanciullezza) speranze,
le lontane speranze, nelle quali cercava conforto la natura umana.
ove sappoggia la mortal natura. La vita resta abbandonata ed oscura (=vuota
Abbandonata, oscura e senza punti di riferimento).
resta la vita. in lei porgendo il guardo, Il viandante, smarrito, guarda in essa
cerca il confuso viatore invano e cerca invano lo scopo o la giustificazione
del cammin lungo che avanzar si sente del suo lungo cammino (=il tempo della vita)
meta o ragione; e vede che sente avanzare [inesorabile].
che a s lumana sede, E vede che la condizione umana del tutto
esso a lei veramente fatto estrano. estranea a lui ed egli del tutto estraneo a lei.
III 3.
Troppo felice e lieta La nostra misera sorte apparve lass
nostra misera sorte (=in cielo, agli dei) troppo felice
parve lass, se il giovanile stato, e lieta, se lo stato giovanile,
dove ogni ben di mille pene frutto, dove ogni bene frutto di mille pene,
durasse tutto della vita il corso. durasse per tutto il corso della vita.
troppo mite decreto un decreto troppo mite quello
quel che sentenzia ogni animale a morte, che sentenzia la morte per ogni essere vivente,
sanco mezza la via se gi prima non gli si desse met
lor non si desse in pria della strada assai pi dura della morte
della terribil morte assai pi dura. che pure terribile.
Dintelletti immortali Degna invenzione di intelletti immortali
degno trovato, estremo ed estremo di tutti i mali, gli dei
di tutti i mali, ritrovr gli eterni escogitarono la vecchiaia,
la vecchiezza, ove fosse nella quale il desiderio insoddisfatto,
incolume il desio, la speme estinta, la speranza estinta, le fonti del piacere
secche le fonti del piacer, le pene rinsecchite, le sofferenze sempre maggiori
maggiori sempre, e non pi dato il bene. e il bene sempre assente.
Riassunto. 1. Come in una notte solitaria la luna tra- gna...). E ne Lultimo canto di Saffo (Placida notte,
monta nellorizzonte pi lontano dietro le montagne e e verecondo raggio Della cadente luna...). La scelta
la notte diventa buia, della luna e non del sole caratterizza quindi la poesia
2. cos la giovinezza si dilegua e abbandona la vita di Leopardi. La luna tranquilla e notturna. Il sole
umana. Scompaiono le speranze della fanciullezza e infuocato e illumina nitidamente il giorno. La luna
le illusioni che pure davano gioia. E la vita rimane spinge a meditare, il sole ad agire.
vuota. Il viandante non riesce a trovare un senso al 3. Il paragone giovinezza-sabato, maturit-domenica
suo cammino: egli si sente estraneo alla condizione de Il sabato del villaggio sostituito dal paragone lu-
umana ed essa risulta estranea a lui. na-sole, giovinezza-vecchiaia. Il paragone per in-
3. La vita umana apparve troppo felice agli dei: nella completo: la luna tramonta con la sua tenue luce e
giovinezza ogni gioia frutto di mille dolori. N fu- contemporaneamente il sole sorge con i suoi raggi in-
rono contenti che la vita di ogni essere si concludesse fuocati. Invece nel corso della vita umana la giovi-
con la morte. Perci essi vollero che met della vita nezza, cio la luna, con la sua modesta felicit non ha
fosse pi terribile della morte. E inventarono la vec- come seguito il sole, cio una luce e una felicit pi
chiaia con il suo sguito di desideri insoddisfatti, di grande. Subentra la scomparsa delle speranze, la fine
speranze deluse e di acciacchi sempre pi dolorosi. delle illusioni, insomma il vuoto o, meglio, la vec-
4. Ma, quando la luna tramonta ad occidente, il sole si chiaia, con il suo pieno di insoddisfazioni, di acciac-
prepara a sorgere ad oriente e inonder la terra di luce chi e di miseria. E la notte, che conclude il giorno, ha
e di calore. Invece, quando la giovinezza tramonta, come corrispettivo la sepoltura, che conclude la vita
non sorge unaltra luce. E la vita umana rimane vuota umana. La strofa finale ripropone la strofa finale
sino alla fine. E la notte, che pone fine ad essa, ha dellidillio A Silvia: la morte della ragazza indica che
come segno distintivo la sepoltura. nel futuro per lui c soltanto la fredda morte e una
tomba ignuda.
Commento 4. Il tramonto della luna quindi il simbolo e la con-
1. Lidillio ripropone temi consueti: la luna, la giovi- statazione che con la giovinezza tramontano le spe-
nezza, la felicit come breve frutto del dolore, la vita ranze e le illusioni. Arriva subito la vecchiaia, con il
come dolore, la vecchiaia con il suo sguito di ac- suo carico di sofferenza. Sorprendentemente assente
ciacchi e di sofferenze, la morte che terribile e che la maturit: con la fine della giovinezza cessano i mo-
conclude la vita. Manca soltanto il tema dei ricordi e ti del cuore, cessano le speranze. Lanimo umano si
della maturit. svuota. Resta soltanto il corpo, condannato ad una
2. La luna compare fin dai Piccoli idilli, e sovrasta il sempre pi visibile decadenza. La vecchiaia non
paesaggio con la sua luce fredda e nitida (Alla luna). nemmeno allietata dallesperienza accumulata, dal
anche linterlocutrice silenziosa dei problemi filo- bagagli dei ricordi piacevoli o dolorosi che siano.
sofici del poeta (Canto notturno di un pastore errante 5. Come manca il tema della maturit, cos manca an-
dellAsia). Compare anche ne La sera del d di festa e che quello della bellezza e dellamore, che pure sono
domina ancora il paesaggio (Dolce e chiara la not- (o erano) compagni di giovinezza. Il poeta ormai si
te senza vento E queta sovra i tetti e in mezzo agli or- sente interamente al di l di quel segnale che divide la
ti Posa la luna, e di lontan rivela Serena ogni monta- vita umana in due parti: prima e seconda met, giovi-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 313
nezza e vecchiaia. Ha passato il mezzo del cammino viventi sono nati per soffrire, come aveva detto pi
della sua vita. Il riferimento a Dante (If. I) indubbio, estesamente nel Canto notturno di un pastore errante
ma non polemico: il cammino che Dante sta intra- dellAsia. Ne Il tramonto della luna non c nemme-
prendendo lungo, difficile, ma voluto dal cielo, no quella in qualche modo comprensione e giustifica-
facilitato dalle guide e ha una conclusione che soddi- zione della sofferenza, insita nella condizione umana,
sfa il poeta oltre ogni desiderio umano. Il cammino di che era stata individuata dalla riflessione filosofica
Leopardi ha soltanto una dimensione terrena: la gio- nel Dialogo della Natura e di un Islandese (1824).
vinezza che porta speranze e gioia, seguita imme- 9. Eugenio Montale (1896-1981), che quanto a pes-
diatamente dalla vecchiaia, con il suo bagaglio di sof- simismo non era secondo a nessuno, in Gloria del di-
ferenze, con il vuoto interiore, con la sua incapacit steso mezzogiorno (1925) canta invece con gioia
di dare e di ricevere affetto. Questultimo motivo larrivo della vecchiaia. Anzi per lui il completa-
presente fin dagli inizi della sua poesia (Alla luna). mento, il massimo dispiegarsi della giovinezza e del-
6. Luomo come viator (viandante, pellegrino, pas- lesistenza umana: Il sole incombe dal cielo; e qui,
seggero) gi presente nella canzone Alla sua donna sulla terra, il letto del torrente reso asciutto. Il mio
(v. 18), ne La quiete dopo la tempesta (passeggier, giorno non dunque passato (=la mia vita giunta
v. 24) e ne La ginestra o il fiore del deserto (peregri- allo zenit, al culmine, ed ora devo affrontare laltra
no, v. 20, 276; passeggero, v. 13). Ma c anche met); Lora pi bella mi aspetta dallaltra parte del
lerbaiuol [che] rinnova / Di sentiero in sentiero Il muretto, Quando il sole scende verso un tiepido e pal-
grido giornaliero (La quiete dopo la tempesta, vv. lido tramonto.
15-18). Essa riprende limmagine religiosa delluomo 10. La strofa finale rielabora con la specifica sensibi-
che pellegrino su questa terra, in questa valle di la- lit di Leopardi un tema presente gi in Torquato
crime, prima di salire al cielo. Il viandante per non Tasso (1544-1593). Amiamo, perch il Sole muore e
compie un viaggio di sua spontanea volont. Lo subi- poi rinasce. A noi egli nasconde la sua breve luce ed
sce. Il viaggio non lo porta a vivere una realt supe- il sonno ci porta una notte eterna (Aminta, atto III, O
riore, pi complessa, ma esso stesso dolore e si bella et delloro, congedo). Il poeta napoletano ave-
conclude con il peggiore dei mali, la morte. Il viaggio va tradotto alla lettera tre versi di Valerio Catullo
e il viandante di Leopardi vanno confrontati con i (Carmina, V, 4-6).
simboli di due grandi culture: Ulisse che nellOdissea 11. I rimandi o il confronto con Tasso si possono an-
ritarda il ritorno a casa, spinto dal suo desiderio di sa- che estendere ad altri motivi. Nella Gerusalemme li-
pere e di fare esperienza degli uomini; Dante che berata (XVI, 15) il poeta invita a cogliere la rosa del-
compie concretamente con il corpo nellal di l quel- la giovinezza, prima che appassisca: [Come la rosa],
litinerarium mentis in Deum, che i mistici medioeva- il verde fiore [della giovinezza] se ne va con il tra-
li compievano soltanto con la mente. scorrere dei giorni della nostra vita mortale. E, se an-
7. Nella canzone per anche un riferimento al sole che aprile (=la giovinezza) fa ritorno, essa (= la rosa e
che nel Cantico delle creature come in tutte le reli- la giovinezza) non rifiorisce n rinverdisce mai pi.
gioni il simbolo della divinit. Il poeta per rifiuta Cogliamo la rosa nel bel mattino di questo giorno,
qualsiasi riferimento ultraterreno. Gli dei sono il de- che ben presto perde il suo fulgore [perch volge alla
stino, la condizione umana, non sono mai realt ultra- sera]. Cogliamo la rosa dellamore ed amiamo ora,
terrene. E la vita umana si deve accontentare della quando si pu amare ed essere riamati. Ma esso ha
giovinezza con la sua tenue felicit, rappresentata tre fonti di ispirazione e di valori che gli riempiono e
dalla luna. La felicit completa forse c, forse la che danno senso alla sua vita: i piaceri sensuali di una
giovinezza congiunta con la bellezza e con lamore. vita secondo natura, la ricerca della fama e della glo-
Ma egli non lha provata. E la maturit e la vecchiaia ria ed anche della ricchezza di una vita secondo so-
sono ugualmente infelici: la prima, quando c, fa co- ciet, la pratica dei valori morali di una vita secondo
noscere la fine delle speranze e delle illusioni; la se- religione. Quanto a numero di valori non era messo
conda fa conoscere linizio di quelle sofferenze che si male; ma finiva in crisi ogni volta che cercava di ren-
concludono soltanto alla fine della vita con la morte. derli compatibili.
Eppure la morte non invocata, soltanto la consta- 12. Un altro riferimento si pu fare ai versi iniziali
tazione che la vita giovinezza (ma non per il poeta) del Giorno (1763) di Giuseppe Parini (1729-1799):
senza sguito di felicit, dolore e morte. Sorge il Mattino in compagnia dellalba, Innanzi al
8. Il riferimento e il confronto con il Cantico delle Sol che di poi grande appare sullestremo orizzon-
creature si pu estendere anche altrove: Francesco te..., e poi si passa al contadino che si alza dal letto,
accetta da Dio il bello come il cattivo tempo, le ma- lascia a casa la moglie e i figli e va a lavorare con il
lattie come le sofferenze, compresa la morte. Dio bue.
buono e ama le sue creature e, se c il dolore, vuol ---II---
dire che anche la sofferenza ha un senso. La vita in
ogni caso ha un senso: la salvezza eterna. Leopardi
non riesce a trovare nessun senso alla vita n al dolo-
re. Non ha senso luniverso, la vita umana si conclude
con labisso orrendo che la morte, e tutti gli esseri
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 314
Le Operette morali, 1827 no due leoni mezzo morti di fame, che divorano
lislandese. Cos, almeno per quel giorno, sopravvi-
Le Operette morali (1827, 1835, 1847) affrontano in vono alla morte. Altri invece dicono che un vento
modo pi sistematico e riflessivo i temi degli idilli. violentissimo lo seppellisce sotto la sabbia. Da qui
Nel Dialogo della Natura e di un Islandese (1824) dissotterrato e collocato in un museo di una qualche
Leopardi affronta il tema dei rapporti delluomo con citt dellEuropa.
la natura e del significato del dolore nellesistenza
degli esseri viventi. La trama la seguente: Commento
1. Loperetta morale non ha precedenti nella storia
della letteratura italiana: nello stesso tempo opera di
Dialogo della Natura e di un Islandese,
prosa, di poesia e di filosofia.
1824 2. Essa ha una struttura dialogica e non propone veri-
t a cui credere. La risposta resta problematica, pos-
Riassunto. Un islandese, che aveva girato tutto il sibile, aperta. Lautore vuole affrontare e discutere le
mondo, giunge in Africa, sotto lequatore. Qui, con questioni, non proporre soluzioni dogmatiche, valide
laspetto di una donna gigantesca, incontra la Natura, una volta per tutte.
la sua mortale nemica. Tra uomo e Natura inizia un 3. Il tema delloperetta stato trattato pi volte anche
dialogo. Lislandese dice che lha sempre fuggita. La negli idilli. Ogni volta per il poeta sa riesaminare e
Natura allora gli chiede perch. Luomo ne spiega il ridiscutere le conclusioni a cui pervenuto. La scelta
motivo raccontando la sua storia. Fin da giovane vide del dialogo funzionale a questo scopo. Prima di lui
la vanit della vita e la stoltezza degli uomini: essi la scelta del dialogo per sua natura aperto ed anti-
cercano piaceri che non dilettano e si fanno infiniti dogmatico era stata fatta da Galileo Galilei (1564-
mali che potrebbero evitare. Egli perci, volendo evi- 1642) e dal filosofo ateniese Platone (427-347 a.C.).
tare di recare e di subire offese, cerca una vita oscura Ad esempio qui il poeta cerca di approfondire la que-
e tranquilla. Ma non la trova. Egli si libera degli uo- stione, proponendo questa risposta alla realt del do-
mini e delle loro molestie abbandonando la vita so- lore: nascita e distruzione sono ugualmente inevitabili
ciale. Tuttavia, pur vivendo privandosi di ogni piace- e necessarie, perch danno lesistenza alla natura. Se
re, non riusciva ad evitare i patimenti: la sua isola era ne mancasse una, mancherebbe anche laltra; e la na-
fredda dinverno, calda destate, e poi cera il costan- tura annichilirebbe. Nel posteriore Canto notturno di
te pericolo dei vulcani. Perci egli la lascia e cerca un pastore errante dellAsia (1829-30) il poeta fa un
altrove un luogo pi vivibile. Ma ogni luogo della ter- dialogo solitario con la luna e scopre il dolore univer-
ra che visita ha i suoi pericoli, tanto che egli pensa sale, che coinvolge indistintamente tutti gli esseri vi-
che la Natura avesse destinato alluomo un unico venti. In tal modo dal pessimismo storico perviene al
luogo della terra dove vivere e che perci luomo do- pessimismo cosmico.
vesse incolpare se stesso delle sue sofferenze. Egli 4. Il pessimismo di Leopardi ribadisce il valore della
per non trova nessun luogo dove poter vivere senza vita e il disvalore della morte. Mezzo secolo dopo
incorrere in malattie, pur astenendosi da ogni piacere. Giovanni Verga (1840-1922) propone un pessimismo
Ed ora vede gi che la vecchiaia sta tristemente so- assoluto e senza speranza nella novella Fantastiche-
praggiungendo. La Natura risponde che lei non ha ria (1878-79) come nelle altre sue opere: il mondo
fatto il mondo per luomo e che non si preoccupa n fatto di vinti, chi cerca di uscire dalle sue dure condi-
della felicit n dellinfelicit umana. Anzi non si ac- zioni di vita e dalla sua collocazione sociale va incon-
corge nemmeno se provoca felicit o infelicit agli tro alla rovina e in essa coinvolge anche i suoi cari;
uomini. Luomo allora risponde con un esempio: meglio per coloro che sono morti perch non soffrono
immaginiamo che un ricco minviti nella sua villa e pi; e fortunati coloro che non sono nati, perch evi-
che io, per compiacerlo, ci vada. Qui egli mi fa man- tano una vita fatta soltanto di sofferenze.
giare e dormire male e mi fa bastonare dai servi. Se io 5. Le risposte che Leopardi propone dei problemi fi-
mi lamentassi dei maltrattamenti e se egli mi rispon- losofici si inseriscono nella filosofia atea e materiali-
desse che non ha costruito la villa per me, io allora gli stica del Settecento, che si pu riassumere nella tesi
chiederei perch mi ha invitato: non gli ho chiesto io di Antoine-Laurent Lavoisier (1743-1794), liniziato-
di andare. Lislandese pone la stessa domanda alla re della chimica moderna, secondo cui nulla si crea,
Natura: perch lha messo al mondo, perch lo rico- nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.
pre di dolori e qual il senso delluniverso? La Natu- 6. La problematica sulluomo e sulla natura, che il
ra risponde che la vita delluniverso un ciclo infini- poeta affronta, ancora quella di una societ pre-
to di produzione e di distruzione, ognuna delle quali industriale, in cui luomo costantemente in bala
alimenta laltra. Perci, se cessa una delle due, cessa delle forze della natura. La rivoluzione industriale in-
anche laltra, e luniverso si dissolverebbe. La soffe- glese (1770), che rovescia i rapporti di forza tra uomo
renza quindi necessaria. Lislandese allora chiede e natura, far sentire il suo impatto in Italia soltanto a
che senso ha la vita delluniverso, se conservata con met Novecento.
la sofferenza e la morte di tutti gli esseri che lo com- 7. La natura riscoperta a partire dal Quattrocento.
pongono. La Natura sta rispondendo, quando giungo- LUmanesimo ne mette in luce la bellezza sensuale e
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 315
la struttura ordinata mediante la prospettiva. Ariosto
ne coglie il carattere rigoglioso e la fa diventare il
teatro delle avventure delle sue dame e dei suoi cava-
lieri. Tasso la considera il luogo di una felicit perdu-
ta (let delloro), ma anche il luogo che con le sue
seduzioni pagane affascina e tenta luomo. Galilei ne
coglie lestrema ed imprevedibile ricchezza, e ne in-
dica la struttura matematica, che luomo pu cono-
scere. Gli arcadi si rifugiano in essa, per alleviare i
loro affanni amorosi. Leopardi ne sottolinea la straor-
dinaria bellezza, ma anche linsidia che contiene: il
dolore. NellOttocento dal Romanticismo al Veri-
smo al Decadentismo appariranno altre immagini
della natura. Parallelamente anche gli artisti scopro-
no, dal Quattrocento in poi, i molteplici aspetti in cui
la natura si presenta ai loro occhi. Ogni autore ed o-
gni movimento quindi la interpreta e la presenta in
modo diverso e con una sensibilit diversa.
8. Dai Piccoli idilli alle Operette morali, ai Grandi
idilli rimane immutato latteggiamento riflessivo e
contemplativo dellautore verso i problemi e verso la
realt. I momenti di maggiore estroversione sono i
dialoghi immaginari dellislandese con la Natura o
del pastore con la luna. Il suo approccio meditativo
alla realt ben diverso da quello romantico-
passionale di Foscolo e da quello intellettualmente e
politicamente aggressivo di Manzoni, che proietta la
sua fede militante sulla realt.
9. La visione pessimistica della vita di Leopardi pu
essere opportunamente paragonata con quella di Fo-
scolo e di Manzoni, e anche con quella posteriore di
Verga. La stessa cosa si pu fare con il tema del dolo-
re e della morte, e con il tema del rapporto tra luomo
e la natura.
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Campo di quei che sperano; 2. [tu che sei] il campo di coloro che sperano
Chiesa del Dio vivente; [nella resurrezione della carne e nella vita eterna];
doveri mai? qual angolo tu, o Chiesa del Dio che vive in te;
ti raccogliea nascente, doveri mai? quale luogo riposto ti accoglieva
quando il tuo Re, dai perfidi agli inizi, quando il tuo Re, condotto dai carnefici
tratto a morir sul colle a morire sul colle (=il Golgota), imporpor
imporpor le zolle con il suo sangue la terra
del suo sublime altar? del suo sublime sacrificio?
Dagli atrii muscosi, dai fori cadenti, 1. Dagli antichi palazzi ricoperti di muschio, dalle
dai boschi, dallarse fucine stridenti, piazze abbandonate, dai boschi, dalle officine riarse
dai solchi bagnati di servo sudor, dal fuoco e rumorose per il lavoro, dai campi bagnati
un volgo disperso repente si desta; dal sudore [di un popolo] asservito, una plebaglia di-
intende lorecchio, solleva la testa visa rapidamente si sveglia, tende lorecchio, solleva
percosso da novo crescente romor. 6 il capo, colpita da una nuova e sempre pi diffusa no-
tizia.
Dai guardi dubbiosi, dai pavidi volti,
qual raggio di sole da nuvoli folti, 2. Dagli sguardi dubbiosi, dai visi timorosi come un
traluce de padri la fiera virt: raggio di sole in mezzo a nuvole spesse traluce il
ne guardi, ne volti, confuso ed incerto superbo valore degli antichi romani: negli sguardi,
si mesce e discorda lo spregio sofferto nei visi, confuso ed incerto, si mescola e contrasta il
col misero orgoglio dun tempo che fu. 12 disprezzo sofferto con il misero orgoglio di un tempo
ormai passato.
Saduna voglioso, si sperde tremante,
per torti sentieri, con passo vagante, 3. Si raduna desiderosa [di sapere], si disperde im-
fra tema e desire, savanza e rist; paurita [della sua audacia], per sentieri tortuosi, con
e adocchia e rimira scorata e confusa passo indeciso; fra timore e desiderio avanza e si
de crudi signori la turba diffusa, ferma; e guarda e riguarda, scoraggiata e confusa, la
che fugge dai brandi, che sosta non ha. 18 turba dispersa dei crudeli signori, che fugge lontano
dalle spade dei nemici e che non si ferma.
Ansanti li vede, quai trepide fere,
irsuti per tema le fulve criniere, 4. Li vede ansanti come fiere impaurite , con le
le note latebre del covo cercar; lunghe chiome rossicce rese irte dalla paura, cercare
e quivi, deposta lusata minaccia, la familiare oscurit del nascondiglio; e qui, lasciato
le donne superbe, con pallida faccia, il consueto atteggiamento minaccioso, le donne su-
i figli pensosi pensose guatar. 24 perbe, con il viso pallido, guardare pensierose i figli
pensierosi.
E sopra i fuggenti, con avido brando,
quai cani disciolti, correndo, frugando, 5. E sopra i fuggitivi, con la spada assetata di sangue
da ritta, da manca, guerrieri venir: come cani lasciati liberi correndo, frugando, da
li vede, e rapito dignoto contento, destra, da sinistra vengono i guerrieri nemici: [la ple-
con lagile speme precorre levento, baglia divisa] li vede e, rapita da una contentezza
e sogna la fine del duro servir. 30 sconosciuta, con agile speranza anticipa lavve-
nimento e sogna la fine della sua dura servit.
Udite! Quei forti che tengono il campo,
che ai vostri tiranni precludon lo scampo, 6. Udite! Quei forti guerrieri che tengono il campo [di
son giunti da lunge, per aspri sentier: battaglia], che precludono le vie di fuga ai vostri ti-
sospeser le gioie dei prandi festosi, ranni, son giunti da lontano, per sentieri difficili: so-
assursero in fretta dai blandi riposi, spesero le gioie di banchetti festosi, sorsero in fretta
chiamati repente da squillo guerrier. 36 da ozii piacevoli, chiamati repentinamente dalla
tromba di guerra.
Lasciar nelle sale del tetto natio
le donne accorate, tornanti alladdio, 7. Essi lasciarono nelle sale della dimora nativa le
a preghi e consigli che il pianto tronc: donne accorate, che ripetevano laddio, le preghiere, i
han carca la fronte de pesti cimieri, consigli, che il pianto interruppe: hanno la fronte ca-
han poste le selle sui bruni corsieri, rica degli elmi ammaccati, hanno posto le selle sui
volaron sul ponte che cupo son. 42 loro bruni cavalli, volarono sul ponte levatoio, che
risuon cupamente.
A torme, di terra passarono in terra,
cantando giulive canzoni di guerra, 8. A schiere passarono di terra in terra, cantando
ma i dolci castelli pensando nel cor: gioiose canzoni di guerra, ma pensando nel cuore ai
per valli petrose, per balzi dirotti, dolci castelli: per valli pietrose, per dirupi scoscesi
vegliaron nellarme le gelide notti, vegliarono in armi nelle notti gelide, ricordando i
membrando i fidati colloqui damor. 46 confidenti colloqui damore.
E il premio sperato, promesso a quei forti, 10. E il premio sperato, promesso a quei forti [guer-
sarebbe, o delusi, rivolger le sorti, rieri], sarebbe, o illusi!, mutare la sorte, porre fine al
dun volgo straniero por fine al dolor? dolore di una plebe straniera? Ritornate alle vostre
Tornate alle vostre superbe ruine, superbe rovine, alle opere servili delle officine riarse
allopere imbelli dellarse officine, dal fuoco, ai solchi bagnati da sudore servile.
ai solchi bagnati di servo sudor. 58
11. Il vincitore si mescola con il nemico vinto, con il
Il forte si mesce col vinto nemico, nuovo signore rimane lantico; un popolo e laltro vi
col novo signore rimane lantico; stanno sul collo. Dividono i servi, dividono gli ar-
lun popolo e laltro sul collo vi sta. menti; si insediano insieme sui campi insanguinati di
Dividono i servi, dividon gli armenti; una plebaglia divisa, che non ha neppure il nome.
si posano insieme sui campi cruenti
dun volgo disperso che nome non ha. 64
---II--- ---II---
Riassunto. 1. Dagli antichi palazzi in rovina e dai perci la seguente: gli italici, se vogliono la libert,
campi bagnati di sudore servile un volgo disperso al- non devono contare su aiuti stranieri; devono lottare
za la testa, colpito da una inattesa notizia. 2. Nei suoi con le proprie forze.
occhi dubbiosi traspare il coraggio degli antichi ro- 2. La tragedia ha una dimensione religiosa e politica.
mani; e lumiliazione presente contrasta con il misero a) Essa affronta il problema del male e del dolore nel-
orgoglio per la grandezza del passato. 3. Si raduna e la vita umana e nella storia: Adelchi e la sorella Er-
si disperde, e guarda con speranza i crudeli oppressori mengarda appartengono al popolo degli oppressori
che fuggono davanti ai nemici. 4. Vede i superbi eppure essi stessi sentono il peso dellingiustizia e
guerrieri cercare i nascondigli del loro covo; e vede le delloppressione. Adelchi muore in difesa del suo po-
loro donne pallide guardare i figli. 5. Vede i vincitori polo. Ermengarda ripudiata da Carlo, che essa ama-
inseguire gli sconfitti; e spera che siano giunti per va, e costretta a ritirarsi in convento: soltanto la morte
porre fine alla loro servit. 6. Ma i vincitori sono sembra lunica via duscita ad una vita di dolore. Car-
giunti da lontano, hanno interrotto la vita festosa per lo accorre in aiuto della Chiesa, minacciata dai lon-
impugnare le armi. 7. Hanno lasciato le loro donne e i gobardi; ma non immune dalla violenza: ripudia la
loro castelli. 8. Hanno affrontato marce forzate e notti moglie per unaltra donna. Per lo scrittore resta irri-
gelide, pensando sempre alle loro dimore e ai collo- solto il problema ed il mistero del male nella storia.
qui damore. 9. Hanno sopportato la fame e rischiato b) Essa anche il dramma di tre popoli: i longobardi
la vita in battaglia. 10. E il premio sperato, promesso opprimono gli italici; ma sentono a loro volta lama-
a quei forti, sarebbe quello di liberare un volgo stra- rezza della sconfitta. Gli italici sperano che i franchi
niero dalloppressione? Gli italici si illudono, e pos- vincitori siano venuti a liberarli dalloppressione lon-
sono tornare alle loro attivit servili. 11. Il vincitore si gobarda. Ma la speranza dura poco: essi devono ora
mescola con il nemico vinto. Con il nuovo signore subire anche loppressione dei nuovi vincitori, che si
rimane anche lantico: due oppressori ora pesano sul- alleano con gli antichi signori. I franchi scendono in
le spalle di un volgo che non ha nemmeno il nome. Italia per difendere la Chiesa, e sconfiggono i longo-
bardi. Essi per non hanno affrontato i pericoli per
Commento niente: dividono i servi e gli armenti dei longobardi
1. Il coro si pu dividere in due parti: a) nella prima sconfitti. Cos gli italici hanno un nuovo oppressore.
gli italici vedono i longobardi in fuga davanti ai fran- 3. Il poeta interviene direttamente nel coro, con du-
chi, e sperano che i franchi siano venuti a liberarli rezza e sarcasmo, nei confronti degli italici: Udite!
dalla servit; b) nella seconda il poeta interviene con Quei prodi che tengono il campo.... Essi sono degli
una argomentazione: i franchi non hanno lasciato le illusi, se sperano che i franchi siano venuti a liberarli
loro dimore n hanno affrontato mille pericoli per ve- dalloppressione longobarda. Egli fonde riflessione
nire a liberare un volgo straniero. Gli italici possono storica e ragionamento politico: i franchi non possono
perci abbandonare la speranza di vedere finita la lo- avere affrontato tanti rischi per liberare un volgo di-
ro servit: vincitori e vinti si uniscono e loppressione sperso; essi, realisticamente, li hanno affrontato in vi-
diventa ancora pi grave. La conclusione, implicita, sta del bottino che potevano conquistare. Altre argo-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 324
mentazioni si trovano in Marzo 1821: gli oppressori Marzo 1821 (1821, pubblicata nel 1848) scritta in
hanno tradito le promesse di libert che avevano fatto occasione dei moti piemontesi del 1821. Il poeta im-
quando Napoleone li opprimeva; Dio non pu per- magina che i patrioti piemontesi si uniscano ai patrio-
mettere che un popolo sia oppresso da un altro. Ma ti lombardi per cacciare gli oppressori limpero a-
gli oppressi devono conquistare la loro libert con le sburgico dallItalia. Ci succede effettivamente 27
armi e il proprio sangue. anni dopo, nel 1848, quando scoppia la prima (e sfor-
4. Il poeta collega queste antiche vicende con la si- tunata) guerra dindipendenza: lesercito di Carlo Al-
tuazione politica presente: gli italiani sono oppressi berto accorre in aiuto dei milanesi insorti e insieme
dallimpero asburgico; ad essi indica la via per riac- cacciano il nemico. Il motivo politico per si fonde
quistare la libert: non sperare nellaiuto di altri po- con quello religioso: Dio non vuole che ci siano po-
poli, ma impugnare le armi e combattere. Questa tesi poli oppressi e si schiera con questi contro gli oppres-
ribadita con forza anche in Marzo 1821. sori. E tuttavia gli italiani, se vogliono la libert, non
5. La fede del poeta non imbelle, combattiva; e devono aspettarla n da Dio n da altri popoli: se la
non intende porgere laltra guancia. I rapporti del po- devono conquistare con le loro forze e con il loro
eta con la Chiesa non sono mai stati facili. La sua fe- sangue. Nellode quindi motivazioni religiose e moti-
de non gli impedisce di ritenere positiva la fine del vazioni patriotiche si fondono intimamente.
potere temporale della Chiesa (per questo motivo ac-
cetta la cittadinanza onoraria di Roma); n gli impe-
disce di pensare che Roma lunica capitale che
lItalia unificata pu aspirare di avere.
---II---
Alla illustre memoria di Teodoro Koerner poeta e Alla illustre memoria di Teodoro Koerner poeta e
soldato della indipendenza germanica morto sul soldato della indipendenza germanica morto sul
campo di Lipsia il giorno XVIII dottobre campo di Lipsia il giorno XVIII dottobre 1813 nome
MDCCCXIII nome caro a tutti i popoli che combat- caro a tutti i popoli che combattono per difendere o
tono per difendere o per riconquistare una patria per riconquistare una patria
I 1.
Ei fu. Siccome immobile, morto. Come la salma,
dato il mortal sospiro, esalato lultimo respiro,
stette la spoglia immemore giacque inerte,
orba di tanto spiro, privata di uno spirito cos grande,
cos percossa, attonita cos la terra colpita e stupefatta
la terra al nunzio sta, per limprovvisa notizia,
III 3.
Lui folgorante in solio Il mio genio poetico lo vide
vide il mio genio e tacque; sfolgorante sul trono, e tacque;
quando, con vece assidua, quando, con avvicendarsi rapido,
cadde, risorse e giacque, cadde, risorse e giacque [definitivamente sconfitto],
di mille voci al snito non ha mescolato la sua voce al frastuono [di osanna
mista la sua non ha: e di vituperi] di mille altre voci:
V 5.
DallAlpi alle Piramidi, Dalle Alpi alle piramidi, dal Manzanarre (=Spagna)
dal Manzanarre al Reno, al Reno (=Germania), il fulmine (=leffetto
di quel securo il fulmine pratico dellazione) di quelluomo sicuro
tenea dietro al baleno; [di s e fiducioso nella sorte] teneva dietro al lampo
scoppi da Scilla al Tanai, (=lideazione dei piani militari); scoppi dalla Sicilia
dalluno allaltro mar. al Don (=Russia), dalluno allaltro mare.
VI 6.
Fu vera gloria? Ai posteri Fu vera gloria (=la gloria militare)? Ai posteri
lardua sentenza: nui [spetta] il difficile giudizio: noi
chiniam la fronte al Massimo chiniamo il capo davanti a Dio,
Fattor, che volle in lui il quale volle lasciare in lui
del creator suo spirito un segno pi grande
pi vasta orma stampar. della sua potenza creatrice.
IX 9.
Ei si nom: due secoli, Egli impose la sua volont: due secoli,
lun contro laltro armato, armati luno contro laltro,
sommessi a lui si volsero, sottomessi a lui si volsero,
come aspettando il fato; come per aspettare il loro destino;
ei fe silenzio, ed arbitro egli impose il silenzio, e come arbitro
sassise in mezzo a lor. si sedette in mezzo a loro.
XI 11.
Come sul capo al naufrago Come londa si abbatte e pesa
londa savvolve e pesa, sul capo del naufrago
londa su cui del misero, londa sulla quale soltanto poco prima
alta pur dianzi e tesa, lo sguardo del misero
scorrea la vista a scernere scorreva alto e proteso a discernere
prode remote invan; invano approdi lontani ;
XIII 13.
Oh quante volte, al tacito Oh quante volte, al tramonto
morir dun giorno inerte, silenzioso di un giorno trascorso nellinerzia,
chinati i rai fulminei, abbassati gli occhi sfolgoranti,
le braccia al sen conserte, le braccia conserte sul petto,
stette, e dei d che furono stette [immobile], e fu assalito
lassalse il sovvenir! dal ricordo dei giorni passati!
XVII 17.
Bella Immortal! benefica O bella Immortale! O benefica
Fede ai tronfi avvezza! Fede, abituata a vincere!
Scrivi ancor questo, allegrati; Scrivi anche questa vittoria, rallegrati;
ch pi superba altezza perch un uomo pi grande e pi superbo
al disonor del Glgota non chin mai il suo capo
giammai non si chin. davanti alla Croce.
Riassunto. Tutta la terra stupita e silenziosa alla no- tempi lunghi a cui solito. Si lamenta per primo delle
tizia della morte di Napoleone. Manzoni, che non lo imperfezioni metriche e stilistiche. In effetti sul piano
ha adulato quandera potente n lha oltraggiato artistico lode non paragonabile ad opere coeve co-
quando rimase sconfitto (come avevano fatto gli altri me il coro dellatto III dellAdelchi o Marzo 1821.
intellettuali), esprime ora il suo giudizio, che del 2. Egli d un giudizio durissimo sugli intellettuali,
tutto positivo. Il genio militare di Napoleone si di- che hanno celebrato Napoleone quando era vincitore
spieg in tutta Europa. Fu vera gloria? Il poeta sem- e lhanno oltraggiato quando fu sconfitto. La stessa
bra lasciare ai posteri il compito di dare il difficile condanna si trova anche nei Promessi sposi.
giudizio (in realt lo d alla fine dellode). Napoleone 3. Manzoni immagina che Napoleone alla fine della
domin due secoli e con le sue armate diffuse gli ide- vita sia stato toccato dalla fede: come era successo a
ali della rivoluzione francese (fraternit, uguaglianza lui e come succeder allInnominato. La fede manzo-
e libert, e patria). Questo stato il compito che la niana per non soffocante n totalitaria n integrali-
Provvidenza, di cui era strumento, gli ha fatto svolge- sta n apologetica. Essa tiene presente anche altri
re. Dopo la gloria militare sui campi di battaglia, egli punti di vista quello politico, economico, sociale
si sent oppresso dai ricordi nella piccola isola di ecc. , che cerca di inquadrare in una visione pi va-
SantElena, e fu preso dalla disperazione. A questo sta, organica ed onnicomprensiva delluomo e della
punto per su di lui discese la Fede, che lo avvi per i storia.
sentieri della speranza, ai campi eterni, dove non ha 4. Manzoni quindi d di Napoleone un duplice giudi-
alcun valore la gloria militare che ha conquistato sul- zio: terreno (Napoleone raggiunse la pi grande glo-
la terra (questo il giudizio del poeta). E, mentre gli ria terrena e, strumento della Provvidenza divina, dif-
uomini mostrano di averlo gi dimenticato, Dio viene fuse gli ideali della Rivoluzione francese, oltre che
al suo capezzale, per fargli la veglia funebre. lideale di patria), ma anche ultraterreno (Dio volle
stampare in Napoleone il simbolo pi grande della
Commento sua potenza creatrice; in cielo la sua gloria militare
1. Manzoni usa versi facili e orecchiabili, perch sol- non ha alcun valore). Il giudizio politico e quello re-
tanto in essi poteva incanalare la sua fretta di espri- ligioso si fondono nella conversione spirituale che
mere il suo giudizio su Napoleone: lode scritta in coinvolge anche Napoleone (e che aveva gi toccato
soli tre giorni, un tempo brevissimo rispetto ai il poeta).
La morte sta anniscosta in ne lorloggi; Oh teste, vere teste da testiera (=da somaro)!
e ggnisuno p dd: ddomani ancora Tante ciarle per dire come si muore!
sentir bbatte er mezzoggiorno doggi. due febbroni, a voi, qualche dolore,
una contrazione delle gambe, e buona sera.
Cosa fa er pellegrino poverello
ne lintraprenne un viaggio de quarcora? Dal momento che ogni cazzaccio fa il dottore,
Porta un pezzo de pane, e abbasta quello. e sputa in cattedra e fa ipotesi e spera
27 ottobre 1834 di pesare laria dentro la stadera (=bilancia),
se ne hanno da sentire di ogni colore.
d) Gli Stati del Cinque-Settecento sono sovra-nazio- DallAlpi allo Stretto fratelli siam tutti!
nali: molti popoli convivevano pacificamente o quasi. Su i limiti (=confini) schiusi, su i troni distrutti
I sovrani avevano labitudine di farsi guerra, ma piantiamo i comuni tre nostri color
nelle compagnie di ventura si moriva pi per malat- il verde, la speme (=la speranza) tantanni pasciuta;
tie o mancanza di igiene che per ferite. I sovrani non il rosso, la gioia daverla compiuta;
volevano rovinare il loro giocatolo costoso, lesercito, il bianco, la fede fraterna damor.
preferivano fare manovre, ma non mandarlo sul cam-
po di battaglia in assalti frontali allultimo sangue. Su, Italia! su, in armi! Venuto il tuo d!
Prima degli eserciti (in senso blando) nazionali o so- Dei re congiurati la tresca fin!
vranazionali cerano le compagnie di ventura, ingag-
giate dal signore che voleva far la guerra al vicino. I Su, Italia novella! Su, libera ed una (=unita)!
soldati non avevano voglia di combattere e di farsi Mal abbia (=maledetto) chi a vasta, secura fortuna
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 341
langustia prepone dauguste (=famose) citt! al patire virt!
Sien tutte le fide (=fedi) dun solo stendardo! ---II---
Su, tutti da tutte! Mal abbia (=maledetto) il codardo,
linetto che sogna parzial libert. Va, o mio pensiero, sulle ali dorate
Su, Italia! su, in armi! Venuto il tuo d! Va, o mio pensiero, sulle ali dorate,
Dei re congiurati la tresca fin! va, e posati sui pendii e sui colli,
dove profumano tiepide e molli
Voi chiusi nei borghi, voi sparsi alla villa, le arie dolci del suolo natale!
udite le trombe, sentite la squilla
che allarmi vi chiama del vostro Comun! Saluta le rive del Giordano
Fratelli, a fratelli correte in aiuto! e le torri abbattute di Sion (=Gerusalemme).
Gridate al Tedesco che guarda sparuto: O mia Patria cos bella e per noi perduta,
lItalia concorde, non serve (= serva) a nessun! o ricordo cos caro e fatale!
Su, Italia! su, in armi! Venuto il tuo d! O arpa doro dei profeti,
Dei re congiurati la tresca fin! perch pendi muta dai salici?
Riaccendi le memorie nel petto,
Commento cantaci del tempo che fu (=la patria perduta)!
1. Allarmi!: alle armi!, impugnate le armi!
2. La terza strofa va tradotta: O arpa, fai risuonare un cupo lamento
Risorgi, o nuova Italia! Risorgi, libera e unita! simile alla sorte di Gerusalemme!
Sia maledetto chi a una grande, sicura fortuna Oh, il Signore ti ispiri un canto corale,
antepone la piccolezza di famose citt! che infonda coraggio alla nostra sofferenza,
Le fedi si rivolgano tutte a una sola bandiera! che infonda coraggio alla nostra sofferenza,
Risorgete, tutti da tutte le citt! Sia maledetto il co- alla nostra sofferenza!
dardo, lincapace che sogna la libert solo per alcu-
ni. Commento
3. Dei re congiurati la tresca fin!: il verso si riferi- 1. Il coro affronta il problema della patria in termini
sce ai moti del 1830-31, quando i re dei vari Staterelli universali: ogni popolo devessere libero. Il testo non
italiani si allearono e congiurano contro i patrioti che va letto (il testo modestissimo), va cantato: il modo
cospiravano per liberare lItalia dallo straniero. corretto per capirlo e apprezzarlo sentirlo cantare
4. La metafora Su, Italia va resa esplicita. Indica in coro.
intellettuali, borghesi e nobili, ed esclude il popolo 2. Il concento della strofa finale significa: un armo-
analfabeta o semi-analfabeta no. nioso accordo di pi voci o suoni, un canto corale.
-----------------------------II----------------------------- 3. Il contesto del coro questo: gli ebrei sono in esi-
lio e con il pensiero ritornano a casa, alla patria per-
Verdi Giuseppe (1813-1901), Nabucco, duta.
coro, 1842 4. una osservazione: intellettuali, borghesi e nobili
vanno a teatro, il popolo analfabeta o semi-analfabeta
no. Il suo problema quotidiano era banalmente avere
Va, pensiero, sullali dorate, cibo sufficiente.
va, ti posa sui clivi, sui colli, -----------------------------II-----------------------------
ove olezzano (=profumano) tepide e molli
laure dolci del suolo natal!
Bosi Carlo Alberto (1813-1886), Addio,
Del Giordano le rive saluta, mia bella, addio, 1848
di Sionne le torri atterrate.
O mia Patria s bella e perduta, Addio, mia bella, addio:
o membranza (=ricordo) s cara e fatal! larmata se ne va;
se non partissi anchio
Arpa dor dei fatidici vati sarebbe una vilt!
perch muta dai salici pendi?
Le memorie nel petto riaccendi, Non pianger, mio tesoro:
ci favella (=cantaci) del tempo che fu! forse ritorner;
ma se in battaglia io moro
O simile di Solima (=Gerusalemme) ai fati in ciel ti rivedr.
traggi un suono di cupo lamento
oh tispiri il Signore, un concento La spada, le pistole,
che ne infonda al patire virt, lo schioppo li ho con me:
che ne infonda al patire virt, allapparir del sole
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 342
mi partir da te! DallOngaro Francesco (1808-1873), La
bandiera tricolore, 1848
Il sacco preparato
sullmero mi sta;
E la bandiera di tre colori
son uomo e son soldato:
sempre stata la pi bella:
viva la libert!
noi vogliamo sempre quella,
noi vogliam la libert!
Non fraterna guerra
la guerra chio far;
E la bandiera gialla e nera (=degli Asburgo)
dallitaliana terra
qui ha finito di regnare,
lo straniero caccer.
la bandiera gialla e nera
qui ha finito di regnare.
Lantica tirannia
grava lItalia ancor:
Tutti uniti in un sol patto,
io vado in Lombardia
stretti intorno alla bandiera,
incontro alloppressor.
griderem mattina e sera:
viva, viva i tre color!
Saran tremende lire (=gli scontri),
grande il morir sar!
Commento
Si muora: un bel morire
1. Linno molto semplice, deve anzi essere facile e
morir per la libert.
orecchiabile. Ma nellItalia del tempo lanalfabetismo
era diffusissimo e i patrioti sono soltanto letterati, non
Tra quanti moriranno
sono porofessionisti della penna.
forse ancor io morr:
-----------------------------II-----------------------------
non ti pigliare affanno,
da vile non cadr.
Mameli Goffredo (1827-1849), Fratelli
Se pi del tuo diletto (=innamorato) dItalia, 1848
tu non udrai parlar,
perito (=morto da un colpo) di moschetto
Fratelli dItalia,
per lui non sospirar.
lItalia s desta,
dellelmo di Scipio
Io non ti lascio sola,
s cinta la testa.
ti resta un figlio ancor:
Dov la vittoria?
nel figlio ti consola,
Le porga la chioma
nel figlio dellamor!
ch schiava di Roma
Iddio la cre.
Squilla la tromba... Addio...
Larmata se ne va...
Stringiamoci a coorte,
Un bacio al figlio mio!
siam pronti alla morte
Viva la libert!
lItalia chiam.
Commento
Noi siamo da secoli
1. Linno, noto anche come Laddio del volontario
calpesti e derisi,
toscano, va confrontato con un canto di protesta suc-
perch non siam popolo,
cessivo, in cui il soldato non gradisce di lasciare la
perch siam divisi,
famiglia per andare a farsi ammazzare per la casa Sa-
raccolgaci ununica
voia: O Gorizia, tu sei maledetta (1916).
bandiera, una speme (=speranza);
2. Il testo semplice, chiaro e didattico: fuga tutti i
di fonderci insieme
dubbi che un giovane o un patriota possa avere. Parti-
gi lora suon.
re un dovere e io parto, forse morir, ma non ti pre-
occupare, ti aspetto in cielo. Non morir da vile. Se
Stringiamoci a coorte
muoio, io non ti lascio sola, ti lascio un figlio che ti
consoler. E, prima di partire, do un bacio a mio fi-
Uniamoci, amiamoci
glio. E viva la libert dalloppressore o dallo stranie-
lunione e lamore
ro.
rivelano ai popoli
3. Alle spalle del testo ci sono le canzonette del-
le vie del Signore.
lArcadia.
Giuriamo, far libero
-----------------------------II-----------------------------
il suolo nato;
uniti, per Dio!
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 343
Chi vincer ci pu? Mercantini Luigi (1821-1872), Inno a Gari-
baldi, 1858
Stringiamoci a coorte
Allarmi! AllArmi!
DallAlpe a Sicilia
Si scopron le tombe,
ovunque Legnano,
si levano i morti,
ognuom di Ferruccio
i martiri nostri
ha il cuore e la mano.
son tutti risorti.
I bimbi dItalia
si chiaman Balilla.
Le spade nel pugno,
Il suon dogni squilla
gli allori alle chiome
i Vespri suon.
la fiamma (=lamor patrio) ed il nome
dItalia sul cuor!
Stringiamoci a coorte
Corriamo! Corriamo!
Evviva lItalia!
su (=ors, alzate), o giovani schiere,
Dal sonno s desta,
su al vento per tutto (=da per tutto)
dellelmo di Scipio
le nostre bandiere,
s cinta la testa.
Dov la vittoria?
su (=ors) tutti col ferro (=le armi),
Le porga la chioma
su tutti col fuoco (=lamor patrio),
che schiava di Roma
su tutti col fuoco
Iddio la cre.
dItalia nel cor.
Stringiamoci a coorte
Va fuori dItalia,
---II---
Va fuori ch lora,
Va fuori dItalia,
Commento
va fuori o stranier!
1. Publio Cornelio Scipione, detto lAfricano (235-
183 a.C.), il vincitore di Annibale a Zama (204 a.C.).
Commento
2. La coorte lunit, prima numerica e poi tattica,
1. Come gli altri, il canto semplice, elementare, i
dellesercito romano, composta di tre manipoli. Ogni
versi sono brevi e orecchiabili.
manipolo comprendeva 600 soldati.
2. Anche questo canto risorgimentale impregnato di
4. Il testo unisce fede in Dio e religione della patria.
religione: le tombe si scoprono e i morti si alzano,
Nel mondo antico, greco e romano, succedeva nor-
come nel giudizio universale. I martiri un altro ter-
malmente cos. Anche negli USA o nella Russia di
mine religioso, che indica solamente i testimoni.
oggi. Il Cristianesimo sentito come la religione del-
Daltra parte il Cristianesimo era diffuso in tutta Italia
la patria, anche se si deve cacciar via il papa dai ter-
ritori pontifici e da Roma. La storia ha sempre qual- e anche in Europa.
3. Il ferro indica le armi, la spada e la baionetta. I
che risvolto paradossale.
soldati andavano allassalto frontale del nemico con
4. La quarta strofa fa riferimenti storici: a) A Legna-
la baionetta innestata. Cerano i cannoni e i fucili, ma
no la lega lombarda sconfigge limperatore Federico
i secondi facevano pochi danni: si caricavano per la
Barbarossa nel 1176. b) Ferruccio Francesco Fer-
canna e loperazione richiedeva qualche minuto. Il
rucci (1489-1530), un condottiero italiano al servizio
primo fucile efficiente lo Chassepot francese a re-
della repubblica di Firenze. Nella battaglia di Gavi-
trocarica, che permette ai francesi di sconfiggere i ga-
nana, ferito e a terra, a Fabrizio Maramaldo, capitano
ribaldini a Mentana, vicino a Roma (1667). Aveva
delle truppe imperiali, che aveva ordinato di uccider-
una portata utile di m 1.200. I combattimenti cessano
lo, grida: Vile, tu uccidi un uomo morto!. c) Balilla
di essere allarma bianca. O almeno dovrebbero ces-
(Giovan Battista Perasso, 1735-1781) il ragazzo che
sare. E invece no: la prima guerra mondiale (1914-
nel 1746 a Genova scaglia un sasso contro le truppe
18) inizia ancora con questa strategia.
occupanti dellimpero asburgico e d inizio alla rivol-
4. E si conclude con unanafora (o ripetizione) sem-
ta. d) Nel 1282 i palermitani insorgono contro i fran-
plice ed efficace: Va fuori (oggi con lapostrofo).
cesi, che li oberavano di tasse, e chiamano in loro
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aiuto gli spagnoli (Vespri siciliani). I francesi sono
cacciati.
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La poetica. Carducci n come poeta n come intellet- Le Rime nuove (1887) costituiscono la pi ampia rac-
tuale pu essere posto accanto ai grandi romantici di colta carducciana e contengono alcune delle poesie
primo Ottocento (Foscolo, Leopardi, Manzoni) o ai pi note.
poeti decadenti di fine secolo (Pascoli, DAnnunzio):
i suoi ideali sono ideali letterari, che non fuoriescono San Martino, 1883
dallambito universitario in cui egli vive, per diventa-
re ideali civili, capaci dintervenire sulla realt politi- La nebbia a glirti colli
ca e sociale, come avevano saputo fare umanisti e piovigginando sale,
romantici. Egli per un autore importante perch e sotto il maestrale
per oltre 40 anni (1863-1907) costituisce il punto di urla e biancheggia il mar;
riferimento della poesia italiana e lespressione pi
completa della cultura ufficiale e della classe dirigen- ma per le vie del borgo
te borghese. Il suo ritorno inoffensivo alla cultura e al dal ribollir de tini
mito della Roma classica diventa un comodo alibi per va laspro odor de i vini
nascondere con parole e immagini retoriche la mise- lanime a rallegrar.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 357
Gira su ceppi accesi Traversando la Maremma toscana, 1885
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando Dolce paese, onde portai conforme
sulluscio a rimirar labito fiero e lo sdegnoso canto
e il petto ovodio e amor mai non saddorme,
tra le rossastre nubi pur ti riveggo, e il cor mi balza in tanto.
stormi duccelli neri,
comesuli pensieri, Ben riconosco in te le usate forme
nel vespero migrar. con gli occhi incerti tra l sorriso e il pianto,
e in quelle seguo de miei sogni lorme
San Martino erranti dietro il giovenile incanto.
La nebbia sale sulle colline irte, Oh, quel che amai, quel che sognai, fu in vano;
mentre pioviggina, e sempre corsi, e mai non giunsi il fine;
e sotto il vento di maestrale e dimani cadr. Ma di lontano
il mare urla e biancheggia;
pace dicono al cuor le tue colline
ma per le vie del borgo con le nebbie sfumanti e il verde piano
dal ribollir dei tini ridente ne le pioggie mattutine.
laspro odore del vino [nuovo]
va a rallegrare gli animi. Attraversando la Maremma toscana
Riassunto. La nebbia sale sulle colline, mentre pio- Oh, ci che ho amato, ci che ho sognato fu vano;
viggina. Sotto il vento freddo di maestrale il mare ur- e sempre lottai, ma mai ottenni risultati;
la e biancheggia. Per le strade del paese si diffonde E domani la mia vita finir. Ma in lontananza
lodore del vino nuovo, che va a rallegrare gli animi.
Lo spiedo gira sopra i ceppi accesi, che scoppiettano. mi invitano alla pace le tue colline,
Sulla porta di casa il cacciatore fischia, mentre guar- con le nebbie che sfumano e la pianura verde,
da gli stormi di uccelli che si preparano a migrare che sorride nelle piogge del mattino.
nella sera.
Riassunto. Il poeta felice nel rivedere la sua Ma-
Commento remma, da cui ha preso il suo carattere fiero e il suo
1. Le prime due quartine sono festose e veloci; le al- canto sdegnoso. Il paesaggio gli ricorda i suoi sogni
tre due rallentano il ritmo e si concludono in una (im- giovanili, i suoi odi e i suoi amori, che non hanno ot-
prevedibile ed incongrua) sensazione di tedio e di in- tenuto il risultato voluto. E perci pensa alla morte
soddisfazione dellanimo: il profumo del vino nuovo che verr. Ma in lontananza le colline lo invitano alla
e dellarrosto non riescono a distogliere il cacciatore pace, con le loro nebbie che sfumano e con la pianura
dal desiderio di andarsene, come si stanno preparando che sorride nelle piogge del mattino.
a fare gli uccelli.
2. Le immagini, come i contrasti cromatici, sono Commento
semplici e chiare. Sono pure di facile comprensione il 1. Il poeta parla del suo animo indomito e della sua
paragone tra uccelli neri ed esuli pensieri, e il senti- lotta senza fine, che tuttavia destinata a terminare
mento di tristezza e di insoddisfazione espresso dagli con la sconfitta. Egli professa un eroismo solitario e
aggettivi neri ed esuli. individualista, di lontana ascendenza romantica, e-
3. Il poeta riesce a presentare un quadretto paesaggi- spresso con un linguaggio limpido e classicheggiante.
stico e di vita quotidiana, ravvivato da versi orecchia- Leroe passionale del Romanticismo diventa leroe
bili ed effervescenti, che colpiscono limmaginazione classicamente virile, che si scontra con la realt, a cui
e si fissano facilmente nella memoria. La poesia fa vuole imporre i suoi ideali, e che da questa sconfit-
provare un rapido sentimento di malinconia, ma non to. Questa realt avversa (la Storia, la Societ, lo Sta-
riesce ad andare oltre.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 358
to, la Chiesa, i letterati, gli altri poeti?), destinata a ricoperto di bei fiori rossi,
sopraffarlo, non ulteriormente precisata. nel giardino silenzioso e solitario
2. Linsoddisfazione e lincapacit di rapportarsi agli or ora tutto rinverdito,
altri emergono anche altrove, ad esempio in Pianto e il mese di giugno lo rinvigorisce
antico (1871), dove il poeta pensa soltanto al suo do- con la sua luce e il suo calore.
lore e dimentica il dolore della moglie per la morte
del figlio e quello dei figli per la morte del fratello, e Tu, o fiore della mia pianta (=o figlio mio)
in Alla stazione in una mattina dautunno (1875-76), colpita dal dolore e divenuta arida;
dove non riesce a comunicare con Lidia, la sua aman- tu, che eri lultimo fiore
te, che ha accompagnato a prendere il treno. della mia vita ormai inutile,
3. Il sonetto pu essere opportunamente confrontato sei nella terra fredda,
con il classicismo, con il neoclassicismo e con il ro- sei nella terra oscura,
manticismo di Foscolo, il quale nei sonetti proietta le il sole non ti rallegra pi,
sue passioni sulla realt, che in tal modo perde la sua n ti risveglia il mio amore.
esistenza oggettiva; e vede nei dolori, che colpiscono
lindividuo romantico, la manifestazione pi comple- Riassunto. Il poeta pensa al figlio morto, che non pu
ta di realizzazione e di successo individuale. Nel so- pi giocare nel giardino: il melograno, a cui il figlio
netto A Zacinto il poeta si sente superiore ad Ulisse, tendeva la mano, si nuovamente ricoperto di fiori
perch questi dopo tante sventure riuscito a ritorna- rossi nel giardino ora silenzioso. Il figlio invece ora si
re in patria, mentre egli destinato a morire in terra trova sepolto nella terra fredda ed oscura, dove il sole
straniera. non lo pu pi rallegrare, n lo pu risvegliare il suo
4. I pregi (per il poeta e il suo tempo) e i limiti (per amore di padre.
noi) della poesia di Carducci sono gli stessi: la sua
esteriorit, il suo freddo splendore formale, sotto ed Commento
oltre il quale non c niente. Lispirazione positivisti- 1. Lodicina esprime il dolore del poeta per il figlio
ca non riesce a trovare temi adeguati da cantare. A Dante, morto a tre anni nel 1870. Il pianto lespres-
risultati ben pi persuasivi giungeva la poetica veri- sione classica di dolore per un parente defunto.
stica di Verga, che cantava il paesaggio e la societ Laggettivo antico indica la perennit del dolore che
meridionale; e poco dopo, su un versante completa- colpisce da sempre gli uomini.
mente diverso, il Decadentismo intimistico di Gio- 2. Nellodicina manca senza alcuna giustificazione la
vanni Pascoli e quello attivistico, sensuale e supero- moglie del poeta, che doveva essere ugualmente ad-
mistico di Gabriele DAnnunzio. dolorata per la morte del figlio. Manca anche il com-
---II--- prensibile dolore degli altri figli. Egli rinchiuso nel
suo dolore, non vede il dolore dei suoi cari, n da ca-
Pianto antico, 1871 pofamiglia si preoccupa di consolarli. Non vede ne-
anche il punto di vista del figlio morto, che non pu
Lalbero a cui tendevi pi dare affetto ai genitori e ai fratelli.
la pargoletta mano, 3. Il poeta costruisce lodicina su facili contrasti cro-
il verde melograno matici (verde/vermiglio, sole/terra, luce/negro, calo-
da bei vermigli fiori re/freddo) e concettuali (vita/morte, luce/oscurit,
nel muto orto solingo caldo/freddo), su facili rime (fiore/amore) e su una
facile orecchiabilit. Ma nemmeno in questa odicina
rinverd tutto or ora,
riesce a controllare in modo soddisfacente la rima:
e giugno lo ristora due quartine su quattro terminano con fior, che si tro-
di luce e di calor. va pure nella terza quartina; i primi due versi della
quarta sono ripetitivi, il secondo poi termina con un
Tu fior de la mia pianta aggettivo letterario per esigenze di rima (negra/ral-
percossa e inaridita, legra). Fior poi un termine poetico abusato e per di
tu de linutil vita pi generico. Altri termini letterari (orto=giardino,
estremo unico fior, solingo=solitario) soffocano la sincerit del dolore:
sei ne la terra fredda, lodicina appare una esercitazione letteraria di mode-
sei ne la terra negra; sta fattura. Mentre la scrive, il poeta sembra pensare
n il sol pi ti rallegra alle reminiscenze letterarie, non al suo dolore di pa-
n ti risveglia amor. . dre. Il titolo toglie intensit al sentimento che lodi-
cina vuole esprimere, perch il poeta vuole collegare
Pianto antico intellettualisticamente il suo dolore al dolore che da
sempre provato da chi perde un proprio congiunto:
Lalbero a cui tu tendevi quando si colpiti da una disgrazia, non si ha n
la tua piccola mano, tempo n voglia di pensare alle disgrazie altrui (o di
il melograno verde consolarci con il pensiero che anche gli altri hanno
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 359
avuto la nostra stessa disgrazia). Il metro, composto Il bove
da quartine di settenari, non sembra quello pi adatto
ad esprimere il dolore a causa della musicalit dei Ti amo, o pio bove; e infondi nel mio cuore
suoi versi. un mite sentimento di vigore e di pace,
4. Questa poesia, autobiografica ed intimistica, pu sia che tu guardi i campi aperti e fertili
essere opportunamente confrontata con il Canzoniere solenne come un monumento,
(1373-74) di Petrarca; con lepicedio alla figlia di
Giovanni Pontano (1422-1503); o, ancor meglio, con sia che tu, piegandoti contento sotto il giogo,
il sonetto In morte del fratello Giovanni (1802-03) e aiuti con la tua forza il lavoro operoso delluomo:
il carme De Sepolcri (1807) di Foscolo, con lidillio egli ti spinge e ti stimola, e tu gli rispondi
Linfinito (1819) e il Canto notturno di un pastore muovendo lentamente gli occhi pazienti.
errante dellAsia (1829-30) di Leopardi. Foscolo spe-
ra di potersi sedere sulla tomba del fratello a piangere Il tuo fiato fuma dalle tue narici
la sua giovent recisa; e pensa alla loro vecchia ma- umide e nere, e come una canzone lieta
dre, che ha un figlio morto e un altro lontano. In tal il tuo muggito si disperde nellaria serena;
modo tiene presente anche il punto di vista dei suoi
cari e i loro sentimenti. Nel carme il poeta pensa che e nellaustera dolcezza del tuo occhio azzurro
le tombe permettano la corrispondenza damorosi si rispecchia nella sua ampiezza e nella sua pace
sensi tra i vivi e i morti; e che le tombe dei grandi il divino silenzio della pianura verdeggiante.
spingano il forte animo a compiere grandi imprese.
Leopardi pensa a ci che si trova dietro la siepe e si Riassunto. Il poeta prova un sentimento di amore ver-
immagina interminati spazi di l da quella, e sovru- so il bue, che gli infonde un sentimento di pace sia
mani silenzi, che gli fanno pensare leterno, e le quando lanimale guarda i campi aperti, sia quando
morte stagioni, e la presente, cio il mondo esterno a aiuta luomo nelle sue fatiche. Il suo fiato fuma dalle
lui, e quindi si abbandona alla dolcezza di queste sen- narici umide e nere; il suo muggito si disperde nella-
sazioni. Nel Canto notturno di un pastore errante ria come una canzone; e nel suo occhio si specchia il
dellAsia Leopardi pensa non tanto al suo piccolo do- silenzio della pianura fertile.
lore, quanto al dolore di tutti gli uomini, anzi al dolo-
re di tutti gli esseri viventi. Tutti questi poeti presen- Commento
tano un mondo interiore molto pi ricco, complesso 1. Carducci, che nellInno a Satana (1863) aveva
ed articolato di quello di Carducci. cantato la locomotiva come simbolo del progresso,
5. La rima, qui come altrove, si percepisce facilmente ritorna ora (1872) a temi classici e agricoli, ed esalta i
e soffoca il contenuto dellodicina. In Pascoli e in valori tradizionali della laboriosit, della pazienza,
DAnnunzio invece il contenuto riempie e si dilata della bont e della pace. Questo recupero retorico dei
nei suoni dei versi e la rima sembra scomparire. In valori contadini e classici ereditato molti anni dopo
DAnnunzio anzi il contenuto perde qualsiasi impor- dal Fascismo (1922-45): il tempo passa, ma la cultura
tanza, trasformato nelle variegate sonorit del verso. ufficiale, la cultura di regime resta. Negli stessi anni
---II--- Verga scrive la novella Nedda (1874), con cui passa
al Verismo, e la raccolta di novelle Vita nei campi
Il bove, 1872 (1880), con cui pone le basi al Ciclo dei vinti (1881,
1889).
Tamo, o pio bove; e mite un sentimento 2. Le disgiuntive o che... o che... hanno un prece-
di vigore e di pace al cor minfondi, dente letterario: le correlative e quando... e quan-
o che solenne come un monumento do... del sonetto Alla sera di Foscolo. La poesia car-
tu guardi i campi liberi e fecondi, ducciana fortemente letteraria e non riesce a stac-
carsi da tale ambito. Anche la poesia del Canzoniere
o che al giogo inchinandoti contento di Petrarca era una poesia letteraria, costruita sulle
lagil opra de luom grave secondi: citazioni di opere precedenti e sugli aggettivi. Tutta-
ei tesorta e ti punge, e tu co l lento via riusciva a raggiungere un respiro e un controllo
giro de pazienti occhi rispondi. della metrica e dei suoni molto pi vasti.
3. Il linguaggio rimanda alla tradizione aulica e clas-
Da la larga narice umida e nera sica: laggettivo pio, lagil opra, lo spirto (= soffio,
Fuma il tuo spirto, e come un inno lieto fiato). Esso presenta diverse forzature: nellEneide
il mugghio nel sereno aer si perde; pius Enea; lagil opra unespressione inadatta a
indicare la fatica dellaratura; lo spirto riferito inso-
e del grave occhio glauco entro laustera litamente allanimale, per indicare banalmente il fia-
dolcezza si rispecchia ampio e quieto to; definire il mugghio come un lieto inno una in-
il divino del pian silenzio verde. congruenza. Non si capisce nemmeno perch lani-
male debba essere contento di portare il giogo e di
lavorare per luomo.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 360
4. Si pu confrontare il linguaggio letterario di Car- ardon che tu n sai n puoi lenir.
ducci con il linguaggio antiletterario, apparentemente
semplice e popolareggiante di Pascoli, che ricorre an- A le querce ed a noi qui puoi contare (=raccontare)
che a termini scientifici, a espressioni straniere e a lumana tua tristezza e il vostro duol (=dolore).
pastiche. Questo quadretto bucolico pu essere anco- Vedi come pacato e azzurro il mare,
ra opportunamente confrontato con poesie di Pascoli come ridente a lui discende il sol!
che presentano argomenti legati alla terra, ad esempio
Novembre e Arano. E come questo occaso (=tramonto) pien di voli,
---II--- com allegro de passeri il garrire!
A notte canteranno i rusignoli (=gli usignoli):
Davanti San Guido, 1874-86 rimanti (=rimani), e i rei fantasmi oh non seguire;
I cipressi che a Blgheri alti e schietti i rei fantasmi che da fondi neri
van da San Guido in duplice filar, de i cuor vostri battuti dal pensier
quasi in corsa giganti giovinetti guizzan come da i vostri cimiteri
mi balzarono incontro e mi guardr. putride fiamme innanzi al passegger.
Mi riconobbero, e Ben torni omai Rimanti (=rimani); e noi, dimani, a mezzo il giorno,
bisbigliaron vr me co l capo chino che de le grandi querce a lombra stan
Perch non scendi? Perch non ristai (=ti fermi)? ammusando i cavalli e intorno intorno
Fresca la sera e a te noto il cammino. tutto silenzio ne lardente pian (=pianura),
Ma, cipressetti miei, lasciatem ire (=andare): E mangia altro che bacche di cipresso;
or non pi quel tempo e quellet. n io sono per anche un manzoniano
Se voi sapeste!... via, non fo per dire, che tiri quattro paghe per il lesso (=per mangiare).
ma oggi sono una celebrit. Addio cipressi! addio, dolce mio piano (=pianura)!
Nevicata
Dove e a che move questa, che affrettasi Dove va e verso che cosa questa gente
a carri foschi, ravvolta e tacita che si affretta verso le carrozze scure,
gente? a che ignoti dolori infagottata e silenziosa? A quali sconosciuti dolori
o tormenti di speme lontana? 12 o tormentate speranze lontane?
Van lungo il nero convoglio e vengono Vanno e vengono lungo il nero convoglio
incappucciati di nero i vigili, e incappucciati di nero i frenatori,
comombre; una fioca lanterna come ombre; hanno una fioca lanterna,
hanno, e mazze di ferro: ed i ferrei 20 e mazze di ferro: e i freni di ferro
E gli sportelli sbattuti al chiudere E gli sportelli che sbattono alla chiusura
paion oltraggi: scherno par lultimo paiono offese: il segnale della partenza
appello che rapido suona: che suona rapido appare uno scherno:
grossa scroscia su vetri la pioggia. 28 la pioggia scroscia fitta sui vetri dei finestrini.
Va lempio mostro; con traino orribile Va il mostro crudele; sbattendo le ali (=le porte)
sbattendo lale gli amor miei portasi. con un rumore orribile, si porta via il mio amore.
Ahi, la bianca faccia e l bel velo Ahi, il suo viso pallido e il suo bel velo
salutando scompar ne la tenebra. 36 scompaiono nelle tenebre mentre saluta.
Meglio a chi l senso smarr de lessere, fortunato chi smarr il senso della vita,
meglio questombra, questa caligine: preferibile questombra, questa nebbia:
io voglio io voglio adagiarmi io voglio, io voglio adagiarmi
in un tedio che duri infinito. 60 in un tedio che duri per sempre.
---II--- ---II---
Riassunto. Tra gli alberi i fanali del treno avanzano 2. La poesia fonde descrizione della partenza del tre-
lentamente. La locomotiva fischia in modo stridulo. Il no (il treno che sbuffa, le varie operazioni del con-
cielo autunnale plumbeo. Chiss dove va tutta la trollore e dei frenatori, il treno che fischia e parte) e
gente! Lidia porge il biglietto al controllore, e la sua emozioni per la partenza di Lidia (il ricordo bruciante
giovinezza, i momenti di gioia e i ricordi allincalzare della giovinezza che passa, latmosfera buia e neb-
del tempo. I frenatori con una fioca lanterna in mano biosa che si riflette nellanimo, un tedio infinito che
vanno a controllare i freni del treno. In fondo alla- avvolge tutte le cose e che non pu essere allontanato
nima risponde uneco di doloroso tedio. Il rumore da se stessi).
delle porte sbattute e il fischio della partenza sembra- 3. La poesia apparentemente semplice e discorsiva.
no un oltraggio. Il mostro sbuffa e ansima, lanciando Dal punto di vista metrico unode alcaica, che il po-
il suo fischio che sfida lo spazio. Il mostro parte e eta riproduce nel verso italiano con una combinazione
porta via con s il mio amore. Il volto e il velo di lei di endecasillabi appunto alcaici (nei primi due versi
che saluta scompaiono nelle tenebre. Il suo viso dol- di ogni strofa, e composti con due quinari, di cui il
ce, dagli occhi lucenti e sereni, circondato da una ma- primo ad accentuazione piana, il secondo sdrucciola),
rea di capelli ricciuti. Laria era piena di vita e un novenario al terzo verso, un decasillabo al quarto
lestate fremeva, quando gli sorrisero per la prima verso (e sempre accentato sulla terza, sesta e nona sil-
volta. E il sole di giugno baciava la morbida guancia laba). Il linguaggio mescola termini dotti e termini
tra i capelli castani. Come unaureola i miei sogni pi quotidiani. Accidosi termine dotto e petrarchesco,
significa pigri. Tessera un altro latinismo: sta per
belli circondavano la sua persona gentile. Egli ora
biglietto. Tentati un latinismo: significa messi alla
torna sotto la pioggia, in mezzo alla nebbia, e con es- prova. Appello un altro latinismo, vale chiamata o
se vorrebbe confondersi. Barcolla come un ubriaco e segnale. Mostro ancore un latinismo: significa esse-
si tocca, nel timore di essere un fantasma. Le foglie re eccezionale, che desta meraviglia. Tedio un ul-
cadono e continuano a cadere gelide e pesanti sulla teriore latinismo: vale umor nero, melancholia, ma-
sua anima. Egli pensa che ovunque e per sempre nel linconia. Il simbolismo pu passare inosservato a
mondo sia novembre e soltanto novembre. Fu fortu- causa del carattere descrittivo della poesia, ma c: il
nato chi smarr il senso della vita ed preferibile que- treno diventa il mostro della mitologia, che rapisce la
sta caligine: il poeta vuole adagiarsi in un tedio che sua donna; la partenza della donna spegne i suoi im-
duri per sempre. pulsi vitali ed egli costretto a controllare di non es-
sere divenuto un fantasma. Il mondo interno del poe-
Commento ta, reso desolato dal tedio, uguale al mondo esterno,
1. Lidia lo pseudonimo di Carolina Cristofori Piva dominato dalle tenebre e dalla nebbia. Paradossal-
(1837-1881), donna amata dal poeta, conosciuta nel mente il linguaggio dantesco di Tanto gentile e tanto
1871. Egli la accompagna alla stazione a prendere il onesta pare o quello di molti sonetti di Cecco Angio-
treno. Per lui il distacco dolorosissimo. Gli sembra lieri molto pi vicino al nostro che il linguaggio
che ovunque nel mondo sia novembre e soltanto no- contorto e letterario di Carducci.
vembre, per sempre. Novembre il mese delle neb- 4. Nel verso finale Carducci appare accasciato e inca-
bie e del freddo. pace di reagire virilmente a una semplice separazio-
ne. Non usa neanche le parole incoraggianti di pram-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 368
matica: un invito alla speranza. Ma s, ci rivedremo,
ci rivedremo lass, in paradiso. Ed ha 40 anni. Mali-
gnamente si pu commentare che aveva sempre la
moglie di riserva. Dante o Manzoni hanno sempre se-
parato la loro vita privata dalla loro vita pubblica (o
letteraria).
5. Il poeta riprende il taedium vitae latino e lo spleen
di Charles Baudelaire (I fiori del male, 1857, 1868) e
del poeti maledetti. Il precedente storico e poetico
per era stato Leopardi nel Canto notturno di un pa-
store errante nellAsia (1829-30):
Ed io pur seggo sovra lerbe, allombra,
e un fastidio mingombra
la mente; ed uno spron quasi mi punge
s che, sedendo, pi che mai son lunge
da trovar pace o loco.
Oltre a ci Leopardi inserisce la sua riflessione in un
contesto pi vasto: qual il senso della vita umana e
del dolore. E conclude con la constatazione che il
gregge mangia e non prova il tedio, egli invece ne
colpito, anche se non desidera nulla.
6. Si presenta una situazione gi incontrata in Pianto
antico: il poeta vede soltanto se stesso e non vede n
si preoccupa dei sentimenti di Lidia. Tra lui e la don-
na non c dialogo. Ben diversi i sonetti di Dante,
Cecco Angiolieri, Foscolo ecc., che coinvolgono pi
persone o pi elementi. Nel sonetto In morte del fra-
tello Giovanni Foscolo si immedesima anche in suo
fratello e nel dolore della loro madre.
7. Il poeta tratta il tema del distacco, della lontanan-
za, della separazione, un tpos della produzione lette-
raria occidentale, da Jaufr Rudel in poi.
8 Conviene confrontare lindividualismo di Carducci
con lindividualismo e la poesia soggettiva di altri
poeti dellOttocento: Foscolo, Manzoni, Leopardi, e
poi Pascoli e DAnnunzio.
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Ai suoi occhi gli alberi diventano giganteschi nella sempre mi torna al cuore il mio paese
luce polverosa. Un gregge bruca lentamente lerba. cui regnarono Guidi e Malatesta,
Sembra la mandria dellantico dio Pan. cui tenne pure il Passator cortese,
re della strada, re della foresta.
Uccelli dalle grandi ali diventano immagini di grifoni
nellaria. Chimere silenziose, simili a nubi, si muo- L nelle stoppie dove singhiozzando
vono per il cielo profondo. va la tacchina con laltrui covata,
presso gli stagni lustreggianti, quando
Il disco smisurato del sole scende dietro montagne lenta vi guazza lanatra iridata,
altissime. Le ombre della sera si allungano nelle om-
bre di un mondo pi grande (=quello della notte e del oh! fossi io teco; e perderci nel verde,
mistero). e di tra gli olmi, nido alle ghiandaie,
gettarci lurlo che lungi si perde
Commento dentro il meridano ozio dellaie;
1. Pascoli vede la realt con gli occhi deformanti del
bove. Le nebbie si alzano dal ruscello, nella pianura il mentre il villano pone dalle spalle
fiume scorre verso un mare sempre pi lontano, gli gobbe la ronca e afferra la scodella,
uccelli che volano in cielo diventano immagini di gri- e l bue rumina nelle opache stalle
foni, le chimere diventano simili alle nuvole, un disco la sua laborosa lupinella.
gigante del sole tramonta dietro le montagne e scen-
dono le ombre della sera, che anticipano quelle ben Da borghi sparsi le campane in tanto
pi profonde della notte e del mistero. Per il poeta il si rincorron coi lor gridi argentini:
mondo avvolto dalle tenebre e la realt misteriosa chiamano al rezzo, alla quiete, al santo
e sconosciuta. Anche la notte de Il gelsomino nottur- desco fiorito docchi di bambini.
no misteriosa.
2. Latmosfera decadente come in Novembre, Arano Gi maccoglieva in quelle ore bruciate
e Lavandare. Diversi termini sono difficili o preziosi: sotto ombrello di trine una mimosa,
ceruleo (azzurrino), nume (divinit), immagini grifa- che fiora la mia casa ai d destate
ne (minacciose), chimere (animali leggendari). Per il co suoi pennacchi di color di rosa;
resto, come di consueto, il linguaggio quello che
normalmente si parla. Il sonetto ha rime ABBA AB- e sabbracciava per lo sgretolato
BA CDE CDE. Le rime non si percepiscono. Il sonet- muro un folto rosaio a un gelsomino;
to ununica proposizione di 14 versi, piena di incisi guardava il tutto un pioppo alto e slanciato,
e di enjambement. chiassoso a giorni come un biricchino.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 374
Era il mio nido: dove, immobilmente, curve la ronca e afferra la scodella
io galoppava con Guidon Selvaggio e il bue rumina nelle stalle poco illuminate
e con Astolfo; o mi vedea presente il foraggio che mastica a lungo.
limperatore nelleremitaggio.
Intanto dai borghi sparsi le campane
E mentre aereo mi poneva in via si rincorrono con i loro suoni argentini,
con lippogrifo pel sognato alone, chiamano allombra, alla quiete, alla tavola
o risonava nella stanza mia benedetta, piena di occhi di bambini.
muta il dettare di Napoleone;
In quelle ore calde, sotto un ombrello di rami,
udia tra i fieni allora allor falciati mi accoglieva una mimosa,
de grilli il verso che perpetuo trema, che fioriva sulla mia casa nei giorni estivi
udiva dalle rane dei fossati con i suoi pennacchi color di rosa.
un lungo interminabile poema.
E per il muro sgretolato un folto rosaio
E lunghi, e interminati, erano quelli si abbracciava a un gelsomino,
chio meditai, mirabili a sognare: guardava il tutto un pioppo alto e slanciato,
stormir di frondi, cinguetto duccelli, chiassoso a giorni come un bambino.
risa di donne, strepito di mare.
Quello era il mio nido, dove, restando fermo,
Ma da quel nido, rondini tardive, io galoppavo con Guidon Selvaggio
tutti tutti migrammo un giorno nero: e con Astolfo o mi vedevo davanti
io, la mia patria or dove si vive: limperatore Napoleone in esilio a SantElena.
gli altri son poco lungi; in cimitero.
E, mentre mi mettevo a volare
Cos pi non verr per la calura con lippogrifo verso la luna che avevo sognato
tra que tuoi polverosi biancospini, o risuonava nella mia stanza silenziosa
chio non ritrovi nella mia verzura (=vegetazione) la voce di Napoleone che dettava le sue memorie,
del cuculo ozoso i piccolini,
udivo tra il fieno da poco falciato
Romagna solata, dolce paese, il verso dei grilli che trema continuamente,
cui regnarono Guidi e Malatesta; udivo dalle rane dei fossati
cui tenne pure il Passator cortese, un lungo e interminabile poema.
re della strada, re della foresta.
E lunghi e mai finiti erano i poemi
Romagna che io meditai, bellissimi da sognare:
allamico poeta Severino Ferrari stormire di fronde, cinguetto di uccelli,
risate di donne, strepito del mare.
Sempre un paese (=San Mauro di Romagna), sempre
una campagna (la tenuta dei conti Torlonia) Ma da quel nido (=casa), come rondini tardive,
mi sorride al cuore (o piange), o Severino: migrammo tutti un giorno terribile (=il padre
il paese ove, andando, ci accompagna ucciso): io, la mia patria, ora dove trovo lavoro,
lazzurra visione di San Marino (=il monte Titano). gli altri son poco lontano (=sono nel mio ricordo), in
cimitero.
Sempre mi ritorna nel cuore il mio paese
su cui regnarono i conti Guidi e i Malatesta, Cos non verr pi per la calura
che fu pure in pugno al Passator cortese tra quei tuoi polverosi biancospini,
(=Stefano Pelloni), re della strada, re della foresta. per non ritrovare nella mia verzura (=casa)
i pulcini del cuculo che non vuol far fatica,
L nelle stoppie, dove singhiozzando
la tacchina va con la covata di pulcini altrui, o mia Romagna piena di sole, o mio dolce paese,
presso gli stagni lustreggianti, quando su cui regnarono i conti Guidi e i Malatesta;
lenta vi nuota lanatra dalle penne iridate, che fu pure in pugno al Passator cortese
(=Stefano Pelloni), re della strada, re della foresta.
oh! fossi io con te; e potessimo perderci nel verde, ---II---
e tra gli olmi, nido per le ghiandaie, potessimo
gettarci lurlo che si perde lontano Riassunto. Sempre il mio paese natale (=San Mauro
dentro la pausa di mezzogiorno delle aie, di Romagna), sempre una campagna (la tenuta dei
conti Torlonia, dove il padre lavorava) sorridono (o
mentre il contadino depone dalle spalle piangono) al cuore del poeta, mentre in lontananza si
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 375
vede il monte su cui sorge San Marino. Sempre ritor- sconosciute, cio dalla famiglia che ha sostituito la
na nel suo cuore la Romagna, su cui regnarono i conti mia.
Guidi e i Malatesta, che fu pure teatro delle imprese 5. La poesia costruita sul ricordo dellinfanzia felice
del Passatore. Ed egli si abbandona ai ricordi ed e- (quartine 2-12), segue il ricordo del giorno sfortuna-
sprime il desiderio di essere con lamico Severino tissimo che ha disperso la famiglia (quartina 13), e la
nelle stoppie, dove la tacchina porta in giro i pulcini chiusura affidata al ricordo (quartina 14-15). Anche
altrui e lanitra dalle penne iridate nuota nello stagno. La mia sera (1899) ha la stessa struttura: una descri-
Vorrebbe perdersi con lui in mezzo al verde, dove le zione positiva della sera dopo il temporale del giorno,
ghiandaie fanno il loro nido, e lanciare un urlo, che si la vita difficile del poeta (egli non ha avuto laffetto
perde nella pausa di mezzod, quando il contadino dovuto come gli uccellini non hanno avuto il cibo du-
depone gli attrezzi da lavoro e si siede a tavola e il rante il giorno), la conclusione (il poeta ricorda quan-
bue rumina tranquillamente nella stalla. Il suono delle do a sera la madre gli rimboccava le coperte ed egli si
campane invita a mettersi allombra, a riposare, a addormentava).
mettersi a tavola con i figli. In quelle ore calde il poe- 6. Il poeta vorrebbe ritornare adolescente e fare la vi-
ta era accolto da una mimosa che fioriva destate sul- ta felice degli adolescenti con lamico Severino. Ma
la sua casa e la ricopriva. Per il muro sgretolato un quella felicit che stava vivendo allimprovvivo in-
rosaio abbracciava un gelsomino, e l vicino si alzava terrotta e la famiglia distrutta: alcuni membri fug-
un pioppo altissimo, pieno di uccellini. Quello era il gono altri muoiono e riposano nel cimitero. Essi sono
suo nido, in cui galoppava con Guidon Selvaggio o rimasti vicino a lui, nel suo cuore.
con Astolfo o immaginava di vedere Napoleone in ---II---
esilio. E, mentre volava con lippogrifo o ascoltava
Napoleone dettare le sue memorie, udiva il verso in- Lavandare, 1894
sistente dei grilli e il gracidare delle rane. E immagi-
nava poemi lunghissimi e mai terminati, bellissimi da Nel campo mezzo grigio e mezzo nero
sognare. Ma da quel nido tutti, il poeta e tutta la fa- resta un aratro senza buoi che pare
miglia, dovettero fuggire un giorno nero (nel 1867, dimenticato, tra il vapor leggero.
quando il padre ucciso da ignoti). Ora la sua patria
dove trova lavora, i suoi familiari sono poco lontano, E cadenzato dalla gora viene
in cimitero. Cos egli non ritorner pi nella tenuta lo sciabordare delle lavandare
dei conti Torlonia, in mezzo ai biancospini polverosi, con tonfi spessi e lunghe cantilene:
perch non vuol sentire i pulcini del cuculo che hanno
occupato la casa della sua famiglia. E saluta la sua Il vento soffia e nevica la frasca,
Romagna piena di sole, su cui regnarono i Guidi e i e tu non torni ancora al tuo paese!
Malatesta e che fu pure teatro delle imprese del Pas- quando partisti, come son rimasta!
satore. come laratro in mezzo alla maggese.
Commento Le lavandaie
1. Severino Ferrari (1856-1905) un poeta amico di
Pascoli. La tacchina pu allevare pulcini altrui. Il cu- Nel campo mezzo grigio e mezzo nero
culo mette le sue uova nel nido di altri uccelli, che resta un aratro senza buoi, che pare
poi le covano e allevano i suoi pulcini come loro figli. dimenticato, in mezzo al vapore leggero.
Guidon Selvaggio e Astolfo sono due personaggi
dellOrlando furioso (1532) di Ludovico Ariosto. E dal fossato proviene il rumore
2. Il Passator cortese Stefano Pelloni (1824-1851), cadenzato delle lavandaie, che battono i panni
detto Passatore dal lavoro di traghettatore ereditato con colpi fitti e lunghe cantilene:
dal padre. un brigante che ruba e uccide e che a sua
volta ucciso in uno scontro con i gendarmi pontifici. Il vento soffia e la frasca lascia cadere le foglie,
Il poeta lo presenta in termini positivi: lo vede con gli e tu non ritorni ancora al tuo paese!
occhi dei popolani, contenti che derubasse (e assassi- Quando tu partisti come sono rimasta!,
nasse) i ricchi, anche se non dava ai poveri. come laratro in mezzo al campo lasciato incolto.
3. Pascoli non vuole tornare pi nella tenuta dei conti
Torlonia, perch non vuole incontrare i pulcini del Riassunto. Nel campo, arato per met, resta un aratro,
cuculo, cio la famiglia (per lui abusiva) che ha oc- che pare dimenticato. Dal fossato proviene il rumore
cupato il posto della sua famiglia. cadenzato delle lavandaie, che accompagnano il loro
4. La strofa 15 ha questa costruzione: Cos, o Roma- lavoro con lunghe cantilene: giunto lautunno e tu
gna (piena di sole, o dolce paese, su cui regnarono i non sei ancora tornato. Quando sei partito sono rima-
Guidi e i Malatesta e che fu teatro delle imprese del sta come quellaratro in mezzo al campo lasciato in-
Passatore), io non ritorner pi per le tue strade co- colto.
steggiate di biancospino polveroso perch non voglio
vedere il mio nido, la mia casa, occupata da persone
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 376
Commento Novembre
1. Nel campo mezzo grigio e mezzo nero perch
arato per met. Laria limpida come una gemma, il sole cos chiaro
2. Il poeta usa un linguaggio veristico per ottenere ri- che tu cerchi [con gli occhi] gli albicocchi in fiore
sultati antiveristici: laratro abbandonato in mezzo al e senti nel cuore il profumo
capo diventa espressione e simbolo della solitudine amarognolo del biancospino...
delle lavandaie, cio della controparte umana. Lara-
tro iniziale ritorna nellultimo verso e conclude il Invece il pruno secco e le piante stecchite
madrigale. Laratro finale rimanda quindi allaratro segnano il cielo sereno con i loro rami senza foglie,
del primo verso, perci d luogo ad una struttura ci- e il cielo vuoto, e il terreno cavo al piede
clica, che non casuale, perch si trova anche in mol- sotto il quale risuona.
te altre poesie. Il madrigale quindi soltanto apparen-
temente facile: una analisi, anche superficiale, ne mo- Da per tutto [] silenzio: soltanto, ai colpi di vento,
stra la complessit e lo spessore poetico. odi in lontananza, da giardini e da orti, le foglie
3. Il passaggio dalla descrizione del paesaggio alle rinsecchite che cadono e si spezzano. lestate,
cantilene delle lavandaie immediato e intuitivo. Il fredda, dei morti (=l11 novembre).
poeta non ricorre ai segni dinterpunzione perch
vuole mantenere questa spontaneit del sentimento. Riassunto. Laria limpida ed il sole cos chiaro
4. Il linguaggio semplicissimo: i termini sono quo- che con gli occhi si cercano gli albicocchi in fiore
tidiani e la sintassi elementare. Esso per arricchi- (=sembra primavera). Ma il pruno secco e gli alberi
to da termini inconsueti come gora (=canale o fossato alzano al cielo i loro rami senza foglie. Da per tutto
che spesso porta lacqua ad un mulino) e lavandare silenzio. In lontananza si sente il rumore delle foglie
(=lavandaie). spezzate dal vento. lestate fredda dei morti (= no-
5. Il simbolismo tra laratro e la solitudine delle ra- vembre; la realt quindi ben diversa da quello che
gazze facile e motivato: il poeta lo fa diventare appare).
ovvio. Ed accompagnato da versi onomatopeici
come lintera seconda terzina. Non i termini, ma le Commento
onomatopee esprimono il sentimento e le sensazioni 1. Il poeta mostra che la descrizione veristica della
che il poeta vuole trasmettere. realt inattendibile e insufficiente: laria tiepida fa
6. Il tono (apparentemente) dimesso e (apparentemen- pensare alla primavera, invece la breve estate di san
te) popolareggiante del madrigale espresso dalla ri- Martino, che interrompe i giorni nebbiosi di novem-
ma popolareggiante per assonanza frasca/rimasta, bre. Il poeta accentua il significato tra ci che appare
con cui il poeta riproduce le rime approssimative dei ai sensi e ci che effettivamente identificando le-
canti popolari. state di san Martino (11 novembre) con la commemo-
---II--- razione dei defunti (2 novembre).
2. Di foglie un cader fragile, cio le foglie cadono
Novembre, 1891 accartocciandosi e facendo il rumore di spezzarsi.
La fragilit delle foglie indica per anche la fragilit e
Gemmea laria, il sole cos chiaro la caducit della vita umana. Il simbolismo appare
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore, giustificato e funzionale. Lonomatopea, contenuta
e del prunalbo lodorino amaro nellespressione, riesce a rendere tangibile il passag-
senti nel cuore... gio dalla vita alla morte delle foglie.
3. La poesia presenta onomatopee (stecchite piante,
Ma secco il pruno, e le stecchite piante pi sonante), contrasti di colori (chiaro/nere) e di
di nere trame segnano il sereno, concetti (vita/morte) e simboli (cadere delle foglie e
e vuoto il cielo, e cavo al pi sonante caducit della vita umana). D grande spazio al senso
sembra il terreno. della vista, ma anche allodorato (lodorino amaro).
Lidea di morte espressa indirettamente con le im-
Silenzio, intorno: solo, alle ventate, magini del pruno secco, delle piante stecchite, del
odi lontano, da giardini ed orti, cielo vuoto e del terreno ghiacciato. In tal modo li-
di foglie un cader fragile. E lestate dea di morte appare pi concreta, pi reale, incorpo-
fredda, dei morti. rata nelle cose. Luso del termine morte sarebbe stato
molto meno efficace. Un altro elemento di contrasto
tra il sole del primo verso e i morti dellultimo.
4. Le rime alterne non si fanno notare, schiacciate
dalla ricchezza degli altri suoni dei versi. La poesia
sembra spontanea e immediata, ma una lettura un po
attenta mostra le basi complesse della sua perfezione.
5. Il poeta non si rivolge alla ragione n usa la ragio-
ne per interpretare la realt: il cuore che sente (o si
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 377
illude di sentire) lodorino amaro del biancospino. Pascoli, che vede i contadini, vede gli uccellini in at-
Luomo ora diventa pura sensibilit, e con i sensi tesi tesa, vede la siepe e sente i suoni.
allo spasimo si mette in rapporto con (e vive) la real- ---II---
t, con la natura.
---II--- Orfano, 1891
Nel campo, dove lungo il filare [di vigne] brilla La vecchia canta: Intorno al tuo lettino
qualche pampino di color rosso, ci sono rose e gigli, tutto un bel giardino.
e [dove] dal terreno ricoperto di cespugli sembra che Nel bel giardino il bimbo si addormenta.
la nebbia del mattino fumi, La neve fiocca lenta, lenta, lenta.
[i contadini] arano: uno spinge le lente vacche Riassunto. La neve cade fitta. In una casa un bambino
con grida lente [e monotone], un altro semina, piange. Una vecchia gli canta una ninna nanna per
un altro ribatte pazientemente le zolle farlo addormentare: Intorno al tuo lettino c un
con la sua zappa, giardino di rose e di gigli. In questo giardino il bam-
bino si addormenta, mentre la neve continua a cadere
perch il passero saputello gi felice in cuore e spia lentamente.
i loro movimenti [restandosene nascosto] tra i rami
spinosi del moro; e anche il pettirosso: nelle siepi Commento
fa sentire il suo canto tintinnante e melodioso 1. Il titolo primitivo era Neve; soltanto in seguito il
come il suono di una moneta doro. poeta lo sostituisce con Orfano, un titolo meno felice,
perch appesantisce la poesia con un significato sim-
Riassunto. Qualche pampino rosso brilla nel filare di bolico e lacrimoso. La composizione un rispetto,
viti e la nebbia del mattino si alza dal terreno ricoper- molto usato nella poesia toscana dei primi secoli. Lo
to di cespugli. I contadini sono occupati nellaratura, schema metrico ABABCCDD. Le rime per, come
nella sarchiatura e nella semina. Il passero, nascosto altrove, non si sentono, schiacciate dai suoni, dalle
tra i rami del moro, spia i loro movimenti, assaporan- immagini e dalle figure retoriche. C una corrispon-
do il momento in cui andr a beccare le sementi. La denza tra la ninna nanna cantata dalla vecchia e la
stessa cosa fa il pettirosso in mezzo alla siepe, da do- stessa poesia: anche questultima pu essere conside-
ve fa sentire il suo canto melodioso. rata una ninna nanna. Orfano ripete la stessa struttura
di Lavandare: la ninna nanna della vecchia corri-
Commento sponde alla cantilena delle lavandaie. il principio
1. Il poeta tratteggia il campo nella nebbia del matti- della matrioska, che applicato anche in numerose
no; quindi descrive il lavoro dei contadini, intenti altre composizioni.
allaratura ed alla semina; infine si sofferma sul pas- 2. Il linguaggio semplicissimo: i due protagonisti
sero e sul pettirosso, che aspettano il momento in cui sono un bimbo e una vecchia. La vecchia si rivolge al
i contadini se ne vanno per andare a becchettare le bambino usando una sintassi elementare, che con la
sementi. Il pettirosso fa sentire il suo canto, tintinnan- sua monotonia di suoni deve far addormentare il
te come una moneta doro. bambino. Si passa in modo spontaneo dal discorso
2. La poesia pu essere facilmente confrontata con impersonale del narratore alla ninna nanna (non se-
Tamo, pio bove (1872), pesante, faticosa e inverosi- gnata dalle virgolette) della vecchia. Ci sono termini
mile di Carducci, che trasforma il muggito dellani- (zana=culla) e sintassi popolari (c rose e gigli, tut-
male in lieto inno. Il confronto tutto a vantaggio di to un bel giardino). Compaiono per anche due ac-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 378
cusativi alla greca: il picciol dito in bocca, il mento non riesce a stabilire rapporti positivi con le altre case
sulla mano. Essi si confondono con il linguaggio e con gli altri nidi. Il poeta (e, simbolicamente, la
semplice e popolare, per mostrano che la spontanei- casa) solo, non a combattere, ma a difendersi contro
t della poesia soltanto apparente: essa il risultato il mondo esterno. La casa diventa rifugio, stretto e
di una profonda conoscenza del linguaggio e delle soffocante, di chi ha paura del confronto, della lotta,
sue possibilit espressive. I termini, i versi, le rime, i della vita. La stessa ideologia si trova ne La siepe dei
linguaggi settoriali, le immagini si lasciano plasmare Poemetti, che serve a delimitare e a difendere il cam-
dalle mani del poeta senza opporre alcuna resistenza. po del contadino dai vicini.
3. Il primo verso concluso dallultimo, che rimanda 7. La poesia soltanto in apparenza spontanea ed
al primo: la poesia appare ciclica, fuori del tempo e immediata: rivela unelaborazione letteraria invisibile
dello spazio. Lunica differenza che il primo verso ma raffinatissima ed espertissima. Oltre a ci essa
ripete tre volte il termine fiocca, lultimo verso ripete trasmette, non alla ragione, ma allinconscio una serie
invece, sempre per tre volte, il termine lenta. Come in di valori e di ideali che opportuno portare alla luce
altre poesie, la fine si ricollega allinizio, ed il ciclo si ed esaminare criticamente, per evitare di assumerli
ripete. La ripetizione dei termini ha per anche una come validi, oggettivi ed universali a causa del potere
funzione ipnotica e onomatopeica: serve a riprodurre ipnotico e persuasivo dei versi.
visivamente e fonicamente la lentezza con cui cade la 8. Si pu confrontare Orfano con Nevicata (1881) di
neve. Anche altre poesie di Pascoli hanno una struttu- Carducci. La differenza tra i due autori abissale: il
ra ciclica, che distruggono il tempo e che catturano il metro barbaro, tutto esteriore, di Carducci non pu
lettore dentro un universo da cui non pu pi uscire. stare alla pari con il metro recuperato da Pascoli nella
In Lavandare laratro dellultimo verso rimanda alla- nostra tradizione letteraria. Carducci descrive la neve
ratro del primo; la ripetizione ribadita dai suoni che ricopre la citt, si lascia distrarre dalle cose
monotoni dei panni sbattuti e dalle lunghe cantilene (lerbivendola, la carrozza, la canzone ilare), dai pen-
delle lavandaie. Ne Il gelsomino notturno come ne La sieri (i passeri diventano gli amici che ritornano dal
mia sera la ciclicit sostituita da unaltra struttura: sepolcro a chiamarlo tra loro) e dai suoi sentimenti (la
due serie di fatti paralleli che alla fine convergono. lotta indomabile, labbattimento esistenziale, la scon-
Nella prima poesia la vita della natura e la vita degli fitta). Pascoli evita le descrizioni razionali e trasfor-
sposi procedono parallelamente. Alla fine le due serie ma i suoni, i versi, le ripetizioni e le immagini in
di fatti convergono nellurna molle e segreta, sia strumenti capaci di superare le barriere e le difese
dei fiori sia della donna, che fecondata. Ne La mia della ragione e di penetrare oltre la coscienza, nel-
sera la vita del poeta sconvolta dal dolore parallela linconscio del lettore. Carducci si concentra sul
al giorno sconvolto dal temporale. Alla fine la sera mondo esterno o sulla sua angoscia. Pascoli invece
tranquilla del giorno rimanda alla sera tranquilla della scompare, e risucchia tutta la realt dentro la casa cir-
vita del poeta. Ma questa sera della maturit fa andare condata dal freddo e dalla neve, dove una vecchia
il poeta con il pensiero a quandera bambino e si ad- culla un bambino che piange. Il lettore dimentica tut-
dormentava accudito e circondato dallaffetto della to, sente il freddo della notte, allunga la mano per
madre. Anche gli architetti medioevali conoscevano proteggere e per consolare il bambino, che ha bisogno
gli effetti suggestivi ed ipnotici delle strutture cicliche di aiuto. E chi cos senza cuore da non aiutare un
o circolari: i rosoni elaborati delle facciate delle cat- bambino? Il poeta manipola i sentimenti e le emozio-
tedrali lo testimoniano. ni del suo lettore.
4. Il poeta costruisce un contrasto tra la neve che cade ---II---
senza fine fuori della casa nel buio della notte e la vi-
ta dentro la casa. Qui un bambino piange. I genitori Patria, 1894
non ci sono. La vecchia cerca di farlo addormentare
cantando una ninna nanna. Il bambino solo e indife- Sogno dun d destate.
so, ha bisogno di affetto, di calore e di protezione, ma
pu ricevere soltanto le cure della nonna. Il termine Quanto scampanellare
vecchia per d lidea di una distanza temporale ed tremulo di cicale!
affettiva di una solitudine esistenziale insuperabi- Stridule pel filare
le tra la nonna ed il bambino. moveva il maestrale
5. Anche qui, seppure in modo sfumato, c il freddo le foglie accartocciate.
della neve fuori della casa e, forse, il caldo o almeno
il tepore dentro la casa. La casa per non sembra mol- Scendea tra gli olmi il sole
to riscaldata, n dal caldo fisico, n dal calore affetti- in fascie polverose:
vo. La vecchia non pu dare al bambino quel calore erano in ciel due sole
che soltanto i genitori possono dare. nuvole, tenui, rose:
6. La solitudine di questa casa ricorda la solitudine due bianche spennellate
dei due sposi de Il gelsomino notturno. Per il poeta in tutto il ciel turchino.
esiste soltanto la casa-nido che protegge i suoi abitan-
ti dalle aggressioni esterne. La casa per solitaria, Siepi di melograno,
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 379
fratte di tamerice, complesse. In questo caso il ricordo piacevole
il palpito lontano dellAngelus (il suono delle campane del sogno), la
duna trebbatrice, causa del risveglio (il suono delle campane del pre-
langelus argentino... sente) e la causa della scoperta della propria condi-
zione esistenziale caratterizzata dallo spaesamento.
Dovero? Le campane 4. La patria di Pascoli non la patria ideale e roman-
mi dissero dovero, tica di Foscolo, lEllade (A Zacinto), n quella civile
piangendo, mentre un cane di Manzoni (Marzo 1821: una darme di lingua
latrava al forestiero, daltare, Di memorie, di sangue, di cor). la patria
che andava a capo chino. intima, la patria personale, la sua patria. la fami-
glia, la sua famiglia, che stata colpita e dispersa dal-
Patria la durezza della vita. Altrove La mia sera. la sua
casa, il suo nido, da cui stato costretto ad andarsene.
Sogno un giorno destate [della mia infanzia]. Nella Cavallina storna egli dice: Or la patria dove
si vive, Gli altri poco lungi (=lontani), in cimitero.
Quanto scampanellare di cicale che friniscono! 5. Lautobiografismo di Pascoli non spontaneo co-
Lungo il filare il vento [freddo] di maestrale me si potrebbe credere. coscientemente e razional-
sollevava le foglie accartocciate, che rinsecchivano. mente cercato e trasformato in poesia. Ma ugualmen-
te con la ragione si pu notare che egli evade il pre-
Il sole scendeva tra gli olmi in fasce polverose. sente per rifugiarsi nel passato, in una mitica et
In cielo erano soltanto due nuvole, sfilacciate, delloro che sarebbe la sua fanciullezza. Esisteva per
che sembravano due bianche spennellate anche unaltra possibilit: abbandonare questo atteg-
in tutto il cielo turchino. giamento difensivo e rinunciatario e con la virtus co-
struire nel presente e nel futuro altri rapporti, altri
[Si vedevano] siepi di melograno, cespugli motivi di vita, un altro nido, unaltra casa, unaltra
di tamerici, in lontananza [si sentiva] il rumore famiglia. Egli ha fatto la sua scelta affettiva e razio-
regolare e monotono di una trebbiatrice, nale, anche se dalla cultura classica Orazio Flacco gli
lAngelus suonato dalle campane... diceva che il tempo abbellisce ed ingrandisce il pas-
sato e che in futuro Et haec olim meminisse iuvabit
Dovero? Le campane mi dissero dovero, (Ci far piacere ricordare anche questi dolori).
piangendo, mentre un cane latrava al forestiero, ---II---
che andava a capo chino.
Temporale, 1894
Riassunto. Il poeta sogna la sua fanciullezza felice: il
frinire delle cicale, le foglie accartocciate, il cielo tur- Un bubbolo lontano
chino, il paesaggio pieno di vita. Ma il suono delle
campane lo riporta alla realt, al presente, comple- Rosseggia lorizzonte,
tamente diverso. Quel mondo non gli appartiene pi come affocato, a mare:
ed egli non appartiene pi a quel mondo. divenuto nero di pece, a monte,
un estraneo: il cane latra al forestiero. A lui. stracci di nubi chiare:
tra il nero un casolare:
Commento unala di gabbiano.
1. Il riassunto non rende il simbolismo della poesia,
che perci va esplicitato. La poesia autobiografica e Temporale
mette in contrasto la fanciullezza felice e spensierata
con la situazione di spaesamento del presente: quel Un bubbolo lontano...
mondo non appartiene pi al poeta, gli divenuto e-
straneo. Egli non ha pi patria. Lorizzonte tutto rosso,
2. La poesia non descrittiva: ci sono molte ellissi verso il mare [il cielo] tutto di fuoco.
del verbo. evocativa. Ottiene questo effetto median- Verso la montagna invece nero come la pece,
te una continua onomatopea: le foglie accartocciate ed qualche nuvola bianca tutta sfilacciata.
danno lidea visiva di come sono; laggettivo stridulo In mezzo al nero appare un casolare.
d ancora lidea del crepito che esse fanno accartoc- Sembra lala di un gabbiano.
ciandosi.
3. La campana toglie il poeta dal sogno e lo riporta Riassunto. In lontananza si sente il rumore del tuono.
alla realt. La campana compare anche in altre poesie Il cielo verso il mare rosso fuoco, verso la monta-
proprio per il suo suono. La poesia pascoliana una gna tutto nero. C qualche nuvola bianca. In mezzo
poesia di suoni, di colori, di odori, di percezioni, di al nero appare una casa che sembra lala di un gab-
ricordi, di emozioni. Il suono delle campane si inse- biano.
risce in questa strategia, ma svolge anche funzioni pi
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 380
Commento X Agosto, 1896
1. Il riassunto la stessa poesia, che costruita sui
suoni e sui colori ed anche su un pacato simbolismo: San Lorenzo, io lo so perch tanto
il cielo, il mare, la terra e il fuoco. Sembra di assistere di stelle per laria tranquilla
ai primi momenti del temporale. La dimensione pro- arde e cade, perch s gran pianto
fonda della poesia il suo carattere di continua ono- nel concavo cielo sfavilla.
matopea.
2. La bubbola un uccello che ha ricevuto il nome Ritornava una rondine al tetto:
dal verso onomatopeico - bu, bu, bu - che fa. Il poeta luccisero: cadde tra i spini;
costruisce un neologismo capace di indicare il rumore ella aveva nel becco un insetto:
che fa il temporale quando ancora lontano. la cena dei suoi rondinini.
3. La poesia, come tante altre, non certamente un
capolavoro di bellezza ma di bravura. Ora l, come in croce, che tende
---II--- quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido nellombra, che attende,
Il lampo, 1896 che pigola sempre pi piano.
E cielo e terra si mostr qual era: Anche un uomo tornava al suo nido:
la terra ansante, livida, in sussulto; luccisero: disse: Perdono;
il cielo ingombro, tragico, disfatto: e rest negli aperti occhi un grido:
bianca bianca nel tacito tumulto portava due bambole in dono.
una casa appar spar d'un tratto;
come un occhio, che, largo, esterrefatto, Ora l, nella casa romita,
s'apri si chiuse, nella notte nera. lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
Il lampo le bambole al cielo lontano.
Il cielo e la terra si mostrarono come erano: E tu, Cielo, dallalto dei mondi
la terra tutta ansante, livida, presa da un sussulto. sereni, infinito, immortale,
Il cielo ingombro [di nuvoloni], sconvolto, disfatto. oh! dun pianto di stelle lo inondi
In questo silenzioso tumulto celeste una casa questatomo opaco del Male!
tutta bianca appar e spar ad un tratto.
Era come un occhio che, tutto aperto e stupefatto, X Agosto
si apr e poi si chiuse nella notte nera.
O san Lorenzo, io so perch molte stelle
Riassunto. Il cielo e la terra si mostrarono per quel ardono e cadono nellaria tranquilla,
che erano. Il cielo era ingombro di nuvoloni in conti- perch un cos gran pianto sfavilla
nuo movimento. sulla terra una casa tutta bianca ap- nella volta celeste.
par e spar in un momento. Sembrava un occhio a-
perto, stupefatto, che si chiudeva nella notte nera. Una rondine ritornava a casa:
la uccisero. Cadde tra gli spini.
Commento Ella aveva nel becco un insetto,
1. Come nella precedente, il riassunto la stessa poe- la cena dei suoi rondinini.
sia, che costruita sui suoni e sui colori ed anche su
un pacato simbolismo: il cielo, e la terra. Il lampo Ora l, come in croce,
mostra per un momento la casa, lunico elemento che che tende quel verme a quel cielo lontano;
si collega alla vita delluomo. La dimensione profon- e il suo nido nellombra, che attende,
da della poesia il suo carattere di continua onoma- che pigola sempre pi piano.
topea.
2. La casa, che indica la presenza umana, sembra un Anche un uomo ritornava al suo nido.
grande occhio sgranato che guarda la natura o, me- Luccisero. Disse: Perdono.
glio, il cielo sconvolto dai venti che fanno correre e E rest nei suoi occhi aperti un grido:
turbinare le nuvole con estrema velocit. portava due bambole in dono...
---II---
Ora l nella casa solitaria lo aspettano,
lo aspettano invano.
Egli immobile, stupefatto, addta
le bambole al cielo lontano.
Commento
1. Il poeta canta con un linguaggio piano e quotidiano
la siepe, che costituisce una barriera che lo difende
dal mondo esterno e dalle sue interferenze. Eppure
essa svolge anche altre funzioni: d riparo agli uccel-
li, fornisce cibo alle api, permette al pero e al ciliegio
di fruttificare in piena sicurezza. La vita che egli con-
duce non sar eccezionale, ma egli felice e si sente
come un re in trono.
2. Il linguaggio adoperato talmente semplice e tal-
mente quotidiano, che spesso non ha bisogno di esse-
re tradotto. Un termine inconsueto pu essere pio, ri-
ferito alla siepe. La siepe svolge una funzione pia,
pietosa, difende la casa. Il termine per implica anche
la religione della casa, la religione del nido, del
proprio nucleo familiare. Molti altri termini sono
presi dal linguaggio botanico.
3. La poesia rimanda inevitabilmente a Linfinito
(1819) di Leopardi. Il rimando anche polemico: il
poeta quasi sciatto e non impreziosisce mai il testo.
La sciattezza apparente: il verso costituito da ter-
zine dantesche, di cui la rima impercettibile. Egli
vuole continuare con la poesia umile delle Myricae,
senza colpi dala. Se Leopardi voleva essere leroe,
Pascoli vuole essere lantieroe. Se Leopardi pensava
a sterminati orizzonti spaziali e temporali, Pascoli
pensa allo spazio ristretto e limitato dalla siepe, entro
il quale vive felicemente, senza grilli per la testa e
senza tante pretese, il contadino, che tutto dedito
alla moglie, alla casa e alla famiglia.
4. Si pu pensare che gli orizzonti del poeta siano ri-
stretti e meschini come il perimetro della casa e della
siepe. E che abbia tirato i remi in barca fin dalla fan-
ciullezza. Si pu pensare quel che si vuole, anche di-
sprezzarlo e accusarlo di professare ideali piccolo-
borghesi e anche reazionari. Ma non si deve dimenti-
care la sua vita colpita da disgrazie, n che i valori
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 384
I Canti di Castelvecchio, 1912 prosecuzione di Myricae. Il poeta sviluppa i grandi
temi dellamore e della morte, e li esprime attraverso
I Canti di Castelvecchio (1903, 1912) costituiscono la i suoni della natura. Lopera dedicata alla madre.
---II---
Dai calici aperti si esala 3. Dai calici aperti [dei fiori] fuoriesce
lodore di fragole rosse. lodore di fragole rosse.
Splende un lume l nella sala. Un lume risplende l, nella sala [della casa].
Nasce lerba sopra le fosse. Lerba nasce sopra le fosse [dei defunti].
Per tutta la notte sesala 5. Per tutta la notte fuoriesce [dalle corolle dei fiori]
lodore che passa col vento. il profumo che portato via dal vento.
Passa il lume su per la scala; Il lume passa [dalla sala] su per la scala,
brilla al primo piano: s spento... brilla al primo piano, e poi si spegne...
Riassunto. Ormai sera. I fiori della notte si aprono e nascere una nuova vita. Un ulteriore motivo di con-
ritornano le farfalle del crepuscolo, mentre il poeta trasto tra la fiducia nel futuro dei due sposi, che
pensa ai suoi cari defunti. Tutto silenzio. In una ca- concepiscono una nuova vita, e latteggiamento ri-
sa un lume ancora acceso. Unape cerca di entrare nunziatario e rivolto al passato del poeta, che pensa ai
nellalveare, ma trova tutte le celle occupate. Il lume suoi defunti.
sale su per la scala, brilla al primo piano, poi si spe- 2. Lape tardiva lo stesso poeta, che ha avuto una
gne. Ormai giunta lalba: i fiori un po gualciti si infanzia piena di lutti e priva daffetti. La Chioccetta
richiudono; dentro unurna molle e segreta nasce una (nome contadino della costellazione delle Pleiadi) d
nuova felicit. luogo ad un concettismo barocco: va per laia azzurra
(=la volta celeste) seguita dal suo pigolio di stelle,
Commento cio dalle stelle gialle il cui brillio oscillante ricorda il
1. La poesia dedicata allamico Gabriele Briganti in pigolio dei pulcini, ugualmente gialli e sempre in
occasione del matrimonio. Pascoli ha cos loccasione movimento. Il parallelismo perfetto.
di parlare della sua vita, rivolta al ricordo dei suoi 3. Il poeta canta la notte, che percepisce come luogo
morti. Egli la contrappone alla vita, piena di gioia e di in cui si manifesta una vita diversa da quella del gior-
speranze, che si apre davanti allamico. Il poeta per no, ma altrettanto intensa e varia. Nel mistero dello-
radica nel mistero della notte il concepimento di una scurit si sviluppano in parallelo due ordini di eventi,
nuova vita e attribuisce una dimensione di violenza quelli naturali e quelli umani, che poi si riuniscono
anche allatto amoroso delluomo verso la donna. La nellultima strofa. La vita che si svolge nella casa il
poesia si basa sul contrasto tra vita e morte. Il contra- corrispettivo della vita delle piante e degli animali. La
sto per non assoluto: lerba nasce sopra le fosse, conclusione la stessa: nellurna-ovario del fiore,
quindi la morte genera nuova vita; e lamore pu far come nellurna-grembo della donna sorge una nuova
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 385
e inesprimibile felicit, cio una nuova vita. Alle due Nascondi le cose lontane:
urne si affianca per una terza urna, lurna cineraria. le cose son ebbre di pianto!
Per il poeta vita e morte non si contrappongono, n Chio veda i due peschi, i due meli,
hanno confini ben definiti: Nasce lerba sopra le fos- soltanto,
se (v. 12). che dnno i soavi lor mieli
4. Lurna molle e segreta un termine polisignifican- pel nero mio pane.
te: lovario del fiore; il grembo della donna; lurna
cineraria. Vita e morte non sono quindi n contrappo- Nascondi le cose lontane
ste, n ben definite, n divise. Anche in questo caso il che vogliono chami e che vada!
poeta rifiuta le certezze rigide e dogmatiche della Chio veda l solo quel bianco
scienza e della ragione, e propone una compenetra- di strada,
zione o una fusione degli opposti. Anche qui recupera che un giorno ho da fare tra stanco
il concettismo barocco. Come il Barocco anche il po- don don di campane...
eta usa lanalogia per studiare la realt e trovare a-
spetti simili sorprendenti in aree della realt molto Nascondi le cose lontane,
lontane tra loro. Il recupero della poetica secentesca nascondile, involale al volo
sistematico: si trova anche in La mia sera. del cuore! Chio veda il cipresso
5. Come in Myricae, la poesia piena di colori, odori, l, solo,
suoni, contrasti, onomatopee, sinestesie (il pigolio di qui, solo questorto, cui presso
stelle). Il linguaggio semplice, lineare, quotidiano, sonnecchia il mio cane.
popolare (la Chioccetta). Il periodo privo di su-
bordinate. Le figure retoriche sono numerose e inten- Nebbia
se. Il simbolismo (lape il poeta rimasto escluso da-
gli affetti) immediato e non pesante. Alcune meto- Nascondi le cose lontane,
nmie sono straordinarie: Sotto lali dormono i nidi, tu, o nebbia, impalpabile e scialba,
Come gli occhi sotto le ciglia (la metonmia arric- tu fumo che ancora, allalba,
chita da una similitudine). provieni dai lampi notturni
6. Il piccolo io di Pascoli diventa misero davanti e dai crolli di frane daria
allio titanico dei romantici. Ben altra cosa sono la (=dalla dissoluzione del temporale notturno)!
corrispondenza damorosi sensi che per Foscolo
lega i vivi ai morti o lo stimolo, sempre foscoliano, Nascondi le cose lontane,
che le tombe dei grandi del passato hanno nello spin- nascondi quello che morto (=il padre)!
gere lanimo forte a compiere grandi imprese. Dalle Che io veda soltanto
tombe dei suoi cari il poeta non trova conforto ed in- la siepe dellorto,
citamento per affrontare virilmente la sua vita pubbli- il muro di cinta, che ha le crepe
ca e privata; egli ripiega sul passato, su quel momen- piene di valeriane.
to cruciale in cui la morte del padre ha bloccato per
sempre la sua vita, gli ha tolto laffetto che si sentiva Nascondi le cose lontane:
in diritto di avere, gli ha fatto conoscere le ingiustizie le cose sono piene di pianto!
del mondo verso di lui (egli non pensa mai alle ingiu- Che io veda i due peschi,
stizie che il mondo ha riservato agli altri individui). i due meli soltanto, che danno
---II--- la loro soave dolcezza
al mio nero pane.
Nebbia, 1899
Nascondi le cose lontane,
Nascondi le cose lontane, che vogliono che io ami
tu nebbia impalpabile e scialba, e che vada (=che mi comporti come gli altri)!
tu fumo che ancora rampolli, Fa che io veda l soltanto una strada bianca,
su lalba, che un giorno (=alla morte) dovr percorrere
da lampi notturni e da crolli tra uno stanco suono di campane...
daeree frane!
Nascondi le cose lontane,
Nascondi le cose lontane, nascondile, portale lontane
nascondimi quello ch morto! dai desideri del mio cuore!
Chio veda soltanto la siepe Fa che io veda il cipresso l,
dellorto, da solo, qui, soltanto questo orto,
la mura chha piene le crepe vicino al quale sonnecchia il mio cane.
di valeriane.
Riassunto. Il poeta invoca la nebbia affinch gli na-
sconda le cose lontane, gli nasconda i pericoli, il do-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 386
lore, la morte, la vita che tutti conducono. Egli si ac- 2. Nascondi un imperativo, un comando, ma anche
contenta di una pesca, di una mela e di un pezzo di una preghiera e un grido dangoscia (Ti prego, na-
pane nero. Non vuole provare desideri, che lo posso- scondi). Agli imperativi con cui inizia ogni strofa
no far soffrire. Si accontenta di vedere il cipresso, si collegano i congiuntivi che esprimono desideri di
lorto e il suo cane. piccole gioie.
3. Il poeta, sempre precisissimo nelluso dei termini e
Commento nella descrizione della natura, ora sperimenta linde-
1. La nebbia invocata dal poeta una nebbia fisica terminato: la nebbia e le cose lontane, che con la loro
che per acquista subito un valore simbolico e una indeterminazione disorientano il lettore, lo mettono a
funzione analgesica: deve nascondergli la realt, deve contatto con limpalpabile, un impalpabile per che
diventare lo strumento e la barriera che difende il po- pieno di pericoli e pieno di dolore.
eta dalla realt e dai suoi dolori. Deve separarlo dalle 4. Le indicazioni (pesco, melo, cipresso, orto, cane)
cose lontane: egli si accontenta delle piccole cose che indicano che il poeta dentro casa, nel suo nido, dife-
ha a portata di mano. Due frutti, un pezzo di pane ne- so dal cane e dalla siepe. Lunica speranza nel futuro
ro, la vista di un cipresso e dellorto e la vicinanza del data dal pensiero che uscir di casa dentro una bara,
suo cane. per andare al cimitero tra i suoi cari, in mezzo al suo-
---II--- no stanco delle campane da morto.
---II---
La mia sera, 1899 La mia sera
Che voli di rondini intorno! Quanti voli di rondini per tutto il cielo!
Che gridi nellaria serena! quante grida nellaria [ormai] serena!
La fame del povero giorno La fame che provarono durante il giorno
prolunga la garrula cena. fa prolungare e riempire di garriti la cena della sera.
La parte, s piccola, i nidi Gli uccellini durante il giorno non ebbero
nel giorno non lebbero intera. interamente la loro parte di cibo.
N io... che voli, che gridi, Non lebbi nemmeno io... e quanti voli, quanti gridi,
mia limpida sera! 32 o mia limpida sera!
Riassunto. Il giorno fu pieno di lampi e di tuoni, ma del poeta e la sera di quandera bambino. Il poeta or-
ora stanno per sorgere le stelle. Di tutto il temporale mai adulto vuole ritornare bambino e recuperare quel-
ora rimasto soltanto il rumore prodotto dallacqua le manifestazioni di affetto che non ha ricevuto. Ma,
di un ruscello e alcune nuvole color di porpora in cie- contemporaneamente, anche la poetica di Pascoli in-
lo. Anche la vita del poeta stata cos drammatica, vita a ritornare bambini. Quindi nel bambino (prodot-
ma ora divenuta tranquilla. Le rondini prolungano to dal ricordo) che si addormenta c sia il Pascoli-
la cena, dopo il digiuno del mezzogiorno. Anche la individuo colpito da lutti familiari, sia il Pascoli-
vita del poeta stata cos. Il suono delle campane lo poeta antirazionale e decadente, sia il lettore che il
invita a dormire, lo fa ritornare bambino, quando sul poeta vuole riportare ad una situazione prelogica.
far della sera (=alla fine del giorno) sua madre gli 3. La poesia ha la stessa struttura de Il gelsomino not-
rimboccava le coperte, ed egli si addormentava. turno: due ordini di eventi, uno naturale (il temporale
del giorno, che si conclude con una sera tranquilla) e
Commento uno umano (la vita piena di dolori del poeta che si
1. Il poeta continua ad usare termini e sintassi sem- conclude con una maturit la sera della vita u-
plici e quotidiani. Presta una cura particolare allin- gualmente tranquilla). La vita del poeta quindi ha le
terpunzione ma anche allellissi del verbo, che gli stesse caratteristiche degli eventi che hanno caratte-
permettono di ottenere risultati (e interruzioni dei rizzato il giorno. A questo punto il poeta, che sta vi-
versi) ipnotici e suggestivi. Continuano le onomato- vendo la sera del giorno e la sera della vita, va con il
pee e le allitterazioni (i lampi, un breve gre gre di pensiero alla sera di quandera bambino: sua madre
ranelle, le tremule foglie dei pioppi, un cupo tumulto, gli rimboccava le coperte ed egli si addormentava.
quellaspra bufera, Don... Don... ecc.), ma anche Questa struttura, assolutamente invisibile, rimanda a
le sinestesie (voci di tenebra azzurra) e le metonmie strutture simili, peraltro molto pi semplici, della po-
(la fame del povero giorno, la garrula cena, i nidi, esia barocca, ad esempio Donna che si pettina (la me-
cio gli abitanti del nido). Continuano i contrasti (il tafora condotta senza forzature per tutto il sonetto) e
temporale pieno di lampi e di tuoni del giorno, la pa- Per la sua donna, che avea spiegate le sue chiome al
ce e i garriti gioiosi della sera); i colori (porpora, sole (luso in pi significati della parola sol) di Mari-
doro, nera, rosa, tenebra azzurra). Ed anche i rumo- no e Sembran fere davorio in bosco doro di Nar-
ri, spesso espressi con termini onomatopeici (che ducci (il triplice uso della parola preda).
scoppi!, le tacite stelle, il singhiozzo del ruscello, 4. Il poeta, soprattutto nellultima strofa, parla non
quel cupo tumulto, il singulto del ruscello, un rivo alla ragione, bens alla parte sensitiva, irrazionale, in-
canoro, gridi ecc.), le luci (lampi, cirri di porpora e conscia delluomo, con un linguaggio fatto di suoni e
doro ecc.) e le sensazioni (umida sera, infinita tem- di immagini suggestivi e ipnotici. Alla fine anche la
pesta, la fame). La poesia quindi rivela una comples- coscienza si dissolve nel ricordo del passato e nel
sit insospettata, nascosta da una apparente sponta- sonno del bambino, indotto e cullato dalle campane.
neit. Anche qui le rime alterne sono nascoste dalla Leffetto suggestivo e ipnotico prodotto da un cli-
ricchezza sonora dei versi. max discendente: il suono delle campane diventa
2. Il simbolismo della poesia semplice ed immedia- sempre pi lontano e sempre pi tenue, via via che il
to: il giorno fu sconvolto da un temporale, ma ora la poeta cade nellincoscienza del sonno.
sera tranquilla; la vita del poeta fu piena di dolori, 5. La ripetitivit e la ciclicit della vita e della morte,
ma ora la vecchiaia tranquilla. Il poeta compare per il ricongiungimento della maturit allinfanzia attra-
un momento al v. 21, quindi agli inizi del v. 31, infine verso il ricordo confermato anche dalla chiusura,
appare in tutta lultima strofa. Il simbolismo per non sempre uguale e sempre diversa, di ogni strofa: che
totale: il poeta non paragona soltanto la sua vita al pace, la sera!, nellumida sera!, nellultima sera! ecc.
giorno, poich permette che ci sia un collegamento Il ricorso a strutture cicliche (la fine del componi-
effettivo, costituito dallidentificazione, alla fine della mento si riallaccia al suo inizio) presente anche in
poesia, tra la sera della sua vita e la sera del giorno. Lavandare e Orfano.
Anche il simbolismo cos smussato vuole essere 6. Conviene confrontare La mia sera con La quiete
spontaneo, naturale, e vuole evitare di essere cer- dopo la tempesta e con Il passero solitario di Leo-
vellotico, intellettuale, forzato. La strofa finale colle- pardi. Il poeta di Recanati fa del temporale il simbolo
ga ben tre sere: la sera del giorno, la sera della vita del dolore, che funesta la vita degli animali come de-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 388
gli esseri umani. Il dialogo avviene a tre: il poeta co), anzi davanti al fatto che tutti gli esseri viventi,
rimprovera la natura di aver fatto agli uomini pro- nessuno escluso, provano dolore ( il pessimismo co-
messe di felicit, che poi non ha mantenuto e che ha smico). Pascoli invece chiuso e immiserito nel suo
sostituito con dolori ed affanni. Pascoli invece si rin- dolore individuale, dal quale non sa n vuole uscire,
chiude nel suo io egoistico: la sera la sua sera, la anzi auspica La siepe che tenga gli altri fuori del suo
sera della sua vita. Gli altri non vi hanno posto. Il dia- nido e della sua intimit. Leopardi canta la giovi-
logo avviene tra s e s o al massimo, come succede nezza e lamore, e prova nostalgia per il passato, an-
nel Gelsomino notturno (v. 2), tra s e il ricordo dei che se doloroso, mentre non prova alcun interesse,
familiari defunti. In ogni caso gli altri non ci sono o prova anzi rifiuto, verso il futuro (la maturit non rea-
sono esclusi o, come ne La siepe dei Poemetti, sono lizza le speranze della giovinezza, la vecchiaia triste
tenuti lontani. Anche ne Il passero solitario Leopardi e sconsolata, poich non si ha nulla da dire agli altri).
proiettato verso il mondo esterno: guarda con un 8. Un ulteriore confronto si pu fare con la conclu-
misto dinvidia e rassegnazione i suoi coetanei che sione de I promessi sposi: per Renzo e Lucia i guai
escono nelle vie del paese desiderosi di cogliere la sono venuti anche se non li hanno cercati, e comun-
loro giovinezza e lamore. E tuttavia anche capace que la fiducia in Dio li ha resi pi sopportabili. Essi
di abbandonarsi con piacere e con stupore alla bellez- per sono serviti anche a farli maturare. Pascoli inve-
za del paesaggio: Questo giorno chomai cede alla ce prova un sospiro di sollievo: la fanciullezza con i
sera [...] par che dica Che la beata giovent vien me- suoi lutti e la sua mancanza di affetto (X agosto, La
no. La stessa proiezione verso gli altri si trova anche cavallina storna ecc.), e la giovinezza con la sua soli-
ne Il sabato del villaggio. Pascoli invece si rinchiude tudine e la sua mancanza di amore (La piccozza ecc.)
dentro il suo mondo, la sua casa, il suo nido, inca- sono per fortuna passate. E la vecchiaia la sua ma-
pace di avere un po di attenzione per il prossimo e di turit ha finalmente portato un po di pace e di tran-
capire che anche il prossimo ha i suoi problemi e le quillit.
sue difficolt. Ancora: Leopardi, soprattutto nel Can- 7. Un confronto si pu fare anche con il sonetto Alla
to notturno di un pastore errante dellAsia, mette in sera di Foscolo e con La sera fiesolana di D Annun-
secondo piano il dolore personale davanti al fatto che zio. Foscolo si rivolge alla sera, che personifica e con
tutti gli uomini provano dolore ( il pessimismo stori- cui dialoga: essa gli fa pensare alla morte, ma d an-
---II--- che un po di pace ai suoi affanni e alle sue passioni.
DAnnunzio fa tacere completamente la ragione e si
I Poemi conviviali, 1892-1905 abbandona a pure sensazioni visive, auditive e olfat-
tive; parla di amore alla donna che sta vicino a lui; e
Nei Poemi conviviali (1892-1905) Pascoli rivisita in vede nelle colline del paesaggio due labbra ardenti,
termini decadenti il mondo antico greco, latino e cri- che si preparano a pronunciare parole segrete. Rispet-
stiano. Le figure che incontra sono Solone, Achille, to allestroversione di costoro Pascoli ha un compor-
Ulisse, Alessandro Magno ecc. Essi sono attraversati tamento opposto: sentendosi minacciato dal mondo
da una vena di mestizia; e costituiscono lespressione esterno, si ritrae in s e si rifugia nel suo io, nella sua
pi perfetta dellestetica pascoliana. casa, nel suo nido.
---II---
Poemi di Ate, II. Letera, 1904
Poemi di Ate, II. Letera
I
O quale, unalba, Myrrhine si spense, 1.
la molto cara, quando ancor si spense O quale, unalba, Myrrhine si spense,
stanca linsonne lampada lasciva, la molto cara, quando ancora si spense
conscia di tutto. Ma vinfuse Evno per la stanchezza linsonne lampada lasciva,
ancor rugiada di perenne ulivo; 5 conscia di tutto. Ma Evno vi infuse
e su la via dei campi in un tempietto, ancora rugiada (=olio) di ulivo perenne; e sulla via
chiuso, di marmo, appese la lucerna dei campi in un tempietto, chiuso, di marmo,
che rischiarasse a Myrrhine le notti; appese la lucerna affinch rischiarasse le notti
in vano: chella alfin dormiva, e sola. a Myrrhine. Invano: ella alla fine
Ma lievemente a quel chiarore, ardente 10 dormiva, e [dormiva] sola.
nel gran silenzio opaco della strada, Ma lievemente a quel chiarore, che ardeva
vol, con lo strido duna falena, nel gran silenzio opaco della strada,
lanima dessa: ch vagava in cerca la sua anima vol con lo strido
del corpo amato, per vederlo a cora, di una falena: vagava in cerca
bianco, perfetto, il suo bel fior di carne, 15 del corpo amato, per vederlo ancora,
fiore che apriva tutta la corolla bianco perfetto, il suo bel fiore di carne,
tutta la notte, e si chiudea su lalba fiore che apriva tutta la corolla
avido ed aspro, senza pi profumo. tutta la notte, e si chiudeva allalba
avido ed aspro, senza pi profumo.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 389
Or la falena stridula cercava Ora la falena stridula cercava
quel morto fiore, e batt lali al lume 20 quel fiore morto, e batt le ali al lume
della lucerna, che sapea gli amori; della lucerna, che conosceva gli amori.
ma il corpo amato ella non vide, chiuso, Ma ella non vide il corpo amato, chiuso
coi molti arcani balsami, nellarca. nellarca con molti e misteriosi balsami.
II 2.
N volle andare al suo cammino ancora N volle andare ancora al suo cammino
come le aeree anime, cui tarda 25 come le anime fatte daria, che tardano
prendere il volo, simili allincenso a prendere il volo, simili allincenso,
il cui destino dolezzar vanendo. il cui destino di olezzare svanendo.
E per lopaca strada ecco sorvenne E per lopaca strada ecco sopravvenne
un coro allegro, con le faci spente, un coro allegro, con le fiaccole spente,
da un giovenile florido banchetto. 30 da un ricco banchetto di giovani.
E Moscho a quella lampada solinga E Moscho [davanti] a quella lampada solitaria
la teda accese, e lesse nella stele: accese la sua fiaccola, e lesse sulla stele:
MYRRHINE AL LUME DELLA SUA LUCERNA MYRRHINE AL LUME DELLA SUA LUCERNA
DORME. LA PRIMA VOLTA ORA, E PER DORME. ORA LA PRIMA VOLTA, E [VI
SEMPRE. 35 DORMIR] PER SEMPRE.
E disse: Amici, buona a noi la sorte! E disse: Amici, la sorte ci propizia!
Myrrhine dorme le sue notti, e sola! Myrrhine dorme le sue notti, e [dorme] sola!
Io ben pregava Amore iddio, che al fine Io ben pregavo il dio Amore che alla fine
maddormentasse Myrrhine nel cuore: mi addormentasse Myrrhine sul cuore: pregai
pregai lAmore e mascolt la Morte. 40 lAmore e mi ascolt la Morte.
E Callia disse: Ellera unape, e il miele E Callia disse: Ella era unape, e stillava il miele,
stillava, ma pungea col pungiglione. ma pungeva con il pungiglione.
E disse Agathia: Ella mesceva ai bocci E Agathia disse: Ella mesceva ai bocci dellamore
damor le spine, ai dolci fichi i funghi. le spine, ai dolci fichi i funghi.
E Phaedro il vecchio: Pace ai detti amari! 45 E il vecchio Phaedro: Pace alle parole amare!
ella, buona, cambiava oro con rame. Ella, buona, scambiava loro con il rame.
E stettero, ebbri di vin dolce, un poco E, ebbri di vino dolce, stettero un poco l
l nel silenzio opaco della strada. nel silenzio opaco della strada.
E la lucerna lor blandia sul capo, E la lucerna, tremula, accarezzava sul loro capo
tremula, il serto marcido di rose, 50 il serto intrecciato di rose,
e forse tratta da quel morto olezzo e forse attratta da quel profumo di morte
ronzava uninvisibile falena. una invisibile falena ronzava.
Ma poi la face alla lucerna tutti, Ma poi [davanti] alla lucerna tutti, uno
lun dopo laltro, accesero. Poi voci dopo laltro, accesero la fiaccola. Poi lauletride
alte dest lauletride col flauto 55 dest suoni profondi con il suo flauto
doppio, di busso, e tra faville il coro doppio, di busso, e con un sonoro trepesto
con un sonoro trepesto si mosse. il coro si mosse tra le faville [della fiaccola].
III 3.
Lanima, no. Rimase ancora, e vide Lanima non si mosse. Rimase ancora l,
le luci e il canto dileguar lontano. e vide le luci e il canto dileguarsi lontano.
Era sfuggita al demone che insegna 60 Era sfuggita al demone che insegna
le vie muffite allanime dei morti; le vie ammuffite alle anime dei morti.
gli era sfuggita: or non sapea, da sola, Gli era sfuggita. Ed ora non sapeva trovare
trovar la strada: e stette ancora ai piedi la strada da sola: stette ancora ai piedi
del suo sepolcro, al lume vacillante del suo sepolcro, davanti al lume vacillante
della sua conscia lampada. E la notte 65 della sua conscia lampada. E la notte era
era al suo colmo, piena dauree stelle; al suo culmine, piena di stelle dorate;
quando sent venire un passo, un pianto quando sent venire un passo, venire
venire acuto, e riconobbe Evno. un pianto acuto, e riconobbe Evno.
Ch avea perduto il dolce sonno Evno Perch Evno aveva perduto il dolce sonno
da molti giorni, ed or sapea che chiuso 70 da molti giorni, ed ora sapeva
era nellarca, con la morta etra. che era chiuso nellarca con la morta etra.
E singultendo disserr la porta E tra i singulti apr la porta del bel tempietto,
del bel tempietto, e presa la lucerna, prese la lucerna
IV 4.
E fugg, fugg via lanima, e un gallo E fugg, fugg via lanima, e un gallo rosso
rosso cant con laspro inno la vita: 85 cant con laspro inno la vita:
la vita; ed ella si trov tra i morti. la vita; ed ella si trov tra i morti.
N una a tutti era la via di morte, N la via di morte era una per tutti,
ma tante e tante, e si perdean raggiando ma tante e tante, e si perdevano irraggiandosi
nellinfinita opacit del vuoto. nellinfinita opacit del vuoto.
Ed era ignota a lei la sua. Ma molte 90 Ed a lei era ignota la sua. Ma nellombra
ombre nellombra ella vedea passare ella vedeva molte ombre passare e dileguarsi:
e dileguare: alcune col lor mite alcune con il loro mite demone
demone andare per la via serene, andavano serene per la via, ed altre rifiutavano,
ed altre, in vano, ricusar la mano ma invano, la mano del loro destino.
del lor destino. Ma sfuggita ellera 95 Ma ella era sfuggita
da tanti giorni al demone; ed ignota da tanti giorni al demone;
lera la via. Dunque si volse ad una ed la via le era ignota. Dunque si volse ad una
anima dolce e vergine, che andando anima dolce e vergine, che andando
si rivolgeva al dolce mondo ancora; si rivolgeva ancora al dolce mondo;
e chiese a quella la sua via. Ma quella, 100 e chiese a quella la sua via. Ma quella,
lanima pura, ecco che trem tutta lanima pura, ecco che trem tutta
come lombra di un nuovo esile pioppo: come lombra di un nuovo esile pioppo:
Non la so! disse, e nel pallor del Tutto Non la so! disse, e nel pallore del Tutto
van. Letra si rivolse ad una svan. Letra si rivolse
anima santa e flebile, seduta 105 ad unanima santa e flebile, seduta,
con tra le mani il dolce viso in pianto. Che teneva tra le mani il dolce viso in pianto.
Era una madre che pensava ancora Era una madre che pensava ancora ai dolci figli;
ai dolci figli; ed anche lei rispose: ed anche lei rispose: Non la so!;
Non la so!; quindi nel dolor del Tutto quindi nel dolore del Tutto spar. Letra err
spar. Letra err tra i morti a lungo 110 tra i morti a lungo
miseramente come gi tra i vivi; miseramente come gi tra i vivi.
ma ora in vano; e molto era il ribrezzo Ma ora invano. E molto era il ribrezzo di l
di l, per linqueta anima nuda per linquieta anima nuda,
che in faccia a tutti sorgea su nei trivi. che su nei trivi sorgeva in faccia a tutti.
V 5.
E alfine insonne lanima dEvno 115 E alfine, insonne, lanima di Evno
pass veloce, che correva al fiume pass veloce. Correva al fiume delloblo,
arsa di sete, delloblo. N luna riarsa di sete. N luna riconobbe laltra.
laltra conobbe. Non lavea mai vista. Non laveva mai vista.
Myrrhine corse su dal trivio, e chiese, Myrrhine corse su dal trivio, e a quella
a quellincognita anima veloce, 120 sconosciuta anima veloce chiese
la strada. Evno le rispose: Ho fretta. la strada. Evno le rispose: Non posso, ho fretta.
VI 6.
E pi veloce lanima dEvno E lanima di Evno corse pi veloce,
corse, in orrore, e la segu la trista in orrore, e la trista anima ignuda la segu.
anima ignuda. Ma la prima sparve Ma la prima disparve in lontananza, nella nebbia
in lontananza, nella eterna nebbia; 125 eterna; e laltra, ansante, letra, sost
e laltra, amante, a un nuovo trivio incerto a un nuovo trivio incerto. E intese l bisbigli,
sost, letra. E intese l bisbigli,
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 391
ma cos tenui, come di pulcini ma cos tenui, come di pulcini
gementi nella cavit delluovo. gementi nella cavit delluovo.
Era un bisbiglio, quale gi letra 130 Era un bisbiglio, quale gi letra
sera ascoltata, con orror, dal fianco sera ascoltata, con orrore, venire su pio
venir su pio, sommessamente... quando dal fianco, sommessamente... quando
avea, di l, quel suo bel fior di carne, aveva, di l, quel suo bel fior di carne, i petali
senza una piega i petali. Ma ora senza una piega. Ma ora Myrrhine, letra,
trasse al sussurro, Myrrhine letra. 135 si ritrasse a quel sussurro.
Cauta pestava lerbe alte del prato Lanima ignuda pestava cautamente
lanima ignuda, e riguardava in terra, le erbe alte del prato, e guardava per terra,
tra glinfecondi caprifichi, e vide. tra gli infecondi caprifichi, e vide.
Vide l, tra gli asfdeli e i narcissi, Vide l, tra gli asfdeli e i narcissi, starsene,
starsene, informi tra la vita e il nulla, 140 informi tra la vita e il nulla,
ombre ancor pi dellombra esili, i figli ombre esili ancora pi dellombra,
suoi, che non volle. E nelle mani esangui i figli suoi, che non volle. E nelle mani esangui
aveano i fiori delle ree cicute, avevano i fiori delle cicute colpevoli,
avean dellempia segala le spighe, avevano le spighe dellempia segala,
per lor trastullo. E tra la morte ancora 145 per loro trastullo. Ed erano ancora tra la morte
erano e il nulla, presso il limitare. e il nulla, presso il limitare. E Myrrhine venne
E venne a loro Myrrhine; e glinfanti [fino] a loro; e gli infanti lattei, rugosi,
lattei, rugosi, lei vedendo, un grido vedendo lei, diedero un grido, smorto e gracile;
diedero, smorto e gracile, e gettando e, gettando i tristi fiori, corsero via con i guizzi
i tristi fiori, corsero coi guizzi, 150 delle gambe e delle lunghe braccia,
via, delle gambe e delle lunghe braccia, pendule e flosce; come nella strada
pendule e flosce; come nella strada molle di pioggia, al risuonare
molle di pioggia, al risonar dun passo, di un passo, i piccolini
fuggono ranchi ranchi i piccolini di qualche rospo fuggono arrancando,
di qualche bodda: tali i figli morti 155 cos [si mossero] i figli morti
avanti ancor di nascere, i cacciati prima ancora di nascere, i cacciati
prima duscire a domandar piet! prima di uscire a domandare piet.
VII 7.
Ma la soglia di bronzo era l presso, Ma la soglia di bronzo della grande dimora
della gran casa. E latrio ulul tetro era l vicino. E latrio ulul tetro
per le vigili cagne di sotterra. 160 a causa delle vigili cagne delloltretomba.
Pur vi guizz, la turba infante, dentro, Pure vi guizz dentro la turba degli infanti,
rabbrividendo, e dietro lor la madre rabbrividendo. E dietro a loro la madre
nellinfinita oscurit simmerse. si immerse nelloscurit infinita.
---II--- ---II---
Riassunto lungo. 1. Myrrhine, letra, si spense allal- va trovare la strada. Era ancora l quando Evno ri-
ba, con la lampada che teneva accesa durante la notte. torno indietro. Da giorni non riusciva a dormire. Il
Evno la riemp dolio e la mise nel tempietto, affin- suo sonno era richiuso nel sepolcro. Entr nel tem-
ch rischiarasse le notti alla ragazza. Come una falena pietto e con la spada forz il coperchio. Lanima era
la sua anima and verso la lampada, alla ricerca del dietro di lui. Voleva vedere il suo corpo. Esso appar-
corpo amato. Ma ella non vide il corpo amato, perch ve. Ed Evno lasci cadere il coperchio sopra il suo
era chiuso nel sepolcro. sonno e sopra il suo amore.
2. N volle iniziare il suo cammino. Per la strada 4. Lanima fugg via, si trov in mezzo ai morti. Non
giunse un gruppo allegro di giovani provenienti da un cera ununica via, ce nerano tante, e si perdevano
banchetto. Moscho accese la fiaccola per leggere li- nelloscurit. Lei non conosceva la sua. Vide molte
scrizione: Myrrhine dorme alla luce della sua lam- ombre passare e dileguarsi, guidate dal loro demone;
pada. la prima volta. Dormir per sempre. Egli vo- altre rifiutarsi di seguirlo. Chiese la via allanima di
leva la ragazza, aveva invocato il dio Amore e gli a- una vergine. Quella la guard, rispose che non la sa-
veva risposto la morte. Callia ricord che stillava peva, e fugg via impaurita. Chiese ad una madre in
miele ma pungeva con il pungiglione. Phaedo che lacrime che pensava ai suoi figli. Anche lei rispose
mescolava ai boccioli dellamore le spine. Stettero l che non la conosceva. Letra vag a lungo tra i mor-
un poco, poi accesero tutti le fiaccole. Il flautista in- ti, come tra i vivi, ma invano. Molte anime provavano
ton un canto. Quindi se ne andarono. ribrezzo per lei.
3. Lanima di Myrrhine rimase. Era sfuggita al de- 5. Infine pass veloce lanima di Evno, diretta verso
mone che insegna la strada ai morti, ed ora non sape- il fiume delloblio. Non si riconobbero. Myrrhine
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 392
chiese la strada, ma Evno le rispose che doveva af- sa, per accoglier i suoi amanti. Ora muore. Evno la
frettarsi. rimpiange subito e accende una lampada nel suo se-
6. Myrrhine si ferm ad un altro trivio. Qui intese dei polcro. Lei non riesce a staccarsi dal corpo, e vaga
bisbigli, come di pulcini dentro luovo. Conosceva introno al suo sepolcro. I suoi amanti ritornano da
quel bisbiglio: laveva sentito, con orrore, venire sul una festa, si fermano e la ricordano con un vivo rim-
dal fianco, quando aveva il suo bel corpo. Guard per pianto: mescolava ai boccioli dellamore le spine;
terra e vide, in mezzo agli infecondi caprifichi, in- scambiava loro con il rame. E il flautista intona un
formi tra la vita e il nulla, i figli suoi, che non volle. canto. Evno forza il sepolcro, cos vede il suo corpo.
Avevano in mano i fiori di cicuta e le spighe della se- E lanima pu andare tra i morti. Qui cerca la strada:
gala come trastullo. Vedendola, diedero un grido e non la pu guidare il demone, perch gli era sfuggita.
con un guizzo fuggirono via. Chiede la strada a una vergine e a una madre, ma non
7. Ma la soglia di bronzo era l vicino. La turba degli gliela sanno dire. Incontra anche Evno, ma i due non
infanti vi si precipit dentro, e dietro ad essi la loro si riconoscono. Infine ad un bivio incontra anche i fi-
madre. gli suoi, che non volle. Essi la vedono e fuggono. Si
precipitano oltre la soglia dellAde. E dietro a loro la
Riassunto breve. Myrrhine, letra, muore. Evno, il loro madre.
suo amante, accende la lampada del suo sepolcro. Es- 4. Letra una ragazza che intrattiene gli ospiti con
sa non sa staccarsi dal suo corpo. Ritornando da un il canto, la musica, la cultura e il proprio corpo. Coin-
matrimonio, i suoi amici si fermano sulla sua tomba e cide con la geisha cinese.
la rimpiangono. Poi se ne vanno. Essa rimane. Evno 5. La ragazza morta giovane, ma ha lasciato un in-
viene e forza il coperchio del sepolcro, per vederla. tenso ricordo di s. Evno e gli amici la ricordano con
Lanima fugge, e si trova tra i morti. Ma qui le strade nostalgia. Ma lei ancora legata al suo corpo, perci
erano tante e lei non conosceva la sua, perch aveva il suo viaggio verso lAde non facile: il demone non
rifiutato di seguire il suo demone. Chiede ad una ver- la guida. Cos lei chiede la strada, ma le anime non
gine, che le risponde di non conoscerla. Chiede ad gliela sanno indicare. La chiede anche ad Evno, ma i
una madre, che piangeva per i suoi figli, ed anche lei due non si riconoscono, ed egli deve affrettarsi per
le risponde che non la conosce. Incontra anche Ev- raggiungere il fiume delloblio. Infine incontra i figli
no, ma non si riconoscono. Egli le risponde che do- suoi, che non volle. Ed essi, fuggendola, guidano la
veva affrettarsi ad arrivare al fiume delloblio. Ad un madre oltre la porta dellAde.
nuovo trivio sente bisbigli che gi conosceva, quando 6. La donna vissuta con il corpo, e unicamente con
era in vita. Provenivano dal suo grembo. Guarda per il corpo. Ma, a detta dei suoi amici, stata generosa.
terra e vede i figli, che non volle. Vedendola essi Dopo morta non riesce a staccarsi dal corpo, non pen-
fuggono via. Ma la porta degli inferi era l vicina. La sa al viaggio che la porta nellAde, pensa ancora al
turba degli infanti vi si precipita dentro, e dietro a lo- suo corpo. E lo vuole rivedere. Perci sosta vicina al
ro la madre. sepolcro. In vita non si mai lamentata. Ora in morte
prova langoscia di vedersi separata dal suo corpo, il
Commento suo bel fior di carne aperto, dentro/con il quale vi-
1. Nel Fedone, 107-108, di Platone Socrate racconta veva.
che, quando si muore, il demone, che in vita ha avuto 7. La ragazza scopre la sua colpa nellaltro mondo. In
cura del corpo, conduce lanima per la strada che por- vita laveva sempre rimossa: il rifiuto di avere figli. I
ta allAde. Essa per non dritta n unica, ma piena figli le avrebbero impedito lamore proprio e lamore
di ramificazioni e di incroci. Lanima che ha vissuto altrui per il proprio corpo.
bene lo segue senza opporre resistenza. Quella che ---II---
ancora legata al proprio corpo vaga a lungo alla ricer-
ca del corpo. E il demone con estrema fatica riesce a
condurla con s. Lanima che ha commesso una qual-
che delitto sfuggita dalle altre anime, che si rifiuta-
no di accompagnarla. Ed essa soltanto dopo un ade-
guato periodo di espiazione e di dolore pu iniziare il
cammino.
2. I Poemi conviviali mostrano un Pascoli ben diverso
da quello che vuole essere facile ed umile ad oltranza
e contro ogni ragionevolezza. Questi poemi riprodu-
cono con meticolosa precisione il mondo classico e le
sue problematiche valide anche per il presente. Ma
sono poemi difficili, perci limmagine che il poeta
ha lasciato dietro di s legata alla produzione pi
semplice e pi facile.
3. Myrrhine una etra, ha vissuto con il corpo per
tutta la vita. Di notte la sua fiaccola era sempre acce-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 393
Alexandros, 1895 Alexandros
I 1.
Giungemmo: il Fine. O sacro Araldo, squilla! Siamo giunti: lestremo confine. O sacro araldo,
Non altra terra se non l, nellaria, suona la tromba! Non v altra terra davanti a noi,
quella che in mezzo del brocchier vi brilla, se non quella che l nellaria vi brilla in mezzo allo
scudo,
o Pezetri: errante e solitaria o Pezetri: una terra errante e disabitata (=la Luna),
terra, inaccessa. Dallultima sponda inaccessibile. Da questultima sponda
vedete l, mistofori di Caria, vedete l, o mercenari della Caria,
dentro la notte fulgida del cielo. e si sprofonda dentro la volta fulgida del cielo.
II 2.
Fiumane che passai! voi la foresta O fiumane che passai! voi portate riflessa nelle chiare
immota nella chiara acqua portate, acque la foresta, che rimane; portate con voi
portate il cupo mormoro, che resta. il cupo mormorio [della corrente], che non cessa mai.
Montagne che varcai! dopo varcate, O montagne che varcai! dopo che siete state varcate,
s grande spazio di su voi non pare, dalla vostra cima non appare uno spazio cos grande,
che maggior prima non lo invidate. che prima non lo faceste immaginare pi grande.
Azzurri, come il cielo, come il mare, O monti, o fiumi, azzurri come il cielo, azzurri come
o monti! o fiumi! era miglior pensiero il mare! Sarebbe stato un miglior pensiero fermarsi,
ristare, non guardare oltre, sognare: non guardar pi avanti, sognare:
il sogno linfinita ombra del Vero. il sogno pu ingigantire senza limiti la Realt.
III 3.
Oh! pi felice, quanto pi cammino Oh!, ero tanto pi felice quanto pi cammino
mera dinnanzi; quanto pi cimenti, avevo davanti a me; quante pi battaglie,
quanto pi dubbi, quanto pi destino! quanti pi dubbi, quanto pi destino!
Ad Isso, quando divampava ai vnti Ad Isso, quando il campo nemico con le mille schie-
notturno il campo, con le mille schiere, re, i carri oscuri e le infinite mandrie nella notte
e i carri oscuri e glinfiniti armenti. mandava il bagliore dei fuochi alimentati dai venti.
A Pella! quando nelle lunghe sere A Pella, quando nelle lunghe sere,
inseguivamo, o mio Capo di toro, o mio Bucefalo, inseguivamo il Sole;
il sole; il sole che tra selve nere, il Sole che tra le nere selve ardeva
sempre pi lungi, ardea come un tesoro. sempre pi lontano, irraggiungibile, come un tesoro.
IV 4.
Figlio dAmynta! io non sapea di meta O padre mio!, io non sapevo dun confine ultimo,
allor che mossi. Un nomo di tra le are insuperabile, quando partii! Timteo, il suonatore
intonava Timotheo, lauleta: di flauto, intonava un canto fra gli altari:
soffio possente dun fatale andare, invito possente ad andare sempre pi avanti,
oltre la morte; e m nel cuor, presente oltre la morte; ed esso presente nel mio cuore
come in conchiglia murmure di mare. come il mormorio del mare nella conchiglia.
O squillo acuto, o spirito possente, O squillo acuto, o spirito possente (=linvito ad avan-
che passi in alto e gridi, che ti segua! zare), che passi alto sopra di noi e gridi che ti segua!
ma questo il Fine, lOceano, il Niente... Ma questo il confine ultimo, lOceano, il Niente...
e il canto passa ed oltre noi dilegua. e il canto passa e oltre di noi si dilegua.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 394
V 5.
E cos, piange, poi che giunse anelo: E cos piange, dopo che giunse desideroso
piange dallocchio nero come morte; [di avanzare]: piange dallocchio nero come
piange dallocchio azzurro come cielo. la morte, piange dallocchio azzurro come il cielo,
Ch si fa sempre (tale la sua sorte) perch (tale il suo destino) nellocchio nero
nellocchio nero lo sperar, pi vano; lo sperare si fa pi vano; e nellocchio azzurro
nellocchio azzurro il desiar, pi forte. il desiderare si fa pi forte.
Egli ode belve fremere lontano, Egli ode le belve fremere lontano;
egli ode forze incognite, incessanti, egli ode forze sconosciute, inesauribili,
passargli a fronte nellimmenso piano, passargli davanti nellimmensa pianura,
VI 6.
In tanto nellEpiro aspra e montana Intanto nellEpiro, aspra e montuosa,
filano le sue vergini sorelle le sue vergini sorelle filano per lui,
pel dolce Assente la milesia lana. dolce assente, la lana di Mileto.
A tarda notte, tra le industri ancelle, A tarda notte, tra le ancelle operose esse torcono
torcono il fuso con le ceree dita; il filo con le dita bianche come la cera; e il vento
e il vento passa e passano le stelle. passa e passano le stelle (=passa tutta la notte).
le grandi quercie bisbigliar sul monte. le grandi querce bisbigliare sul monte.
---II--- ---II---
Riassunto. Il poeta reinterpreta in termini decadenti la prima di giungere alla fine del suo viaggio, al luogo
figura di Alessandro Magno: il sovrano macedone ha che non permette di passare in alcun altro luogo.
conquistato limpero persiano ed giunto sulle rive Questa impossibilit provoca il dramma e linsoddi-
dellOceano Indiano. Dovrebbe essere contento, per- sfazione interiore: la realt risulta molto troppo
ch ha conquistato tutto, ma non lo , perch non ha inferiore al desiderio del cuore, al sogno. E lin-
pi nulla da conquistare. Era pi bello il momento soddisfazione diventa connaturata con la vita e la na-
della partenza, quando aveva davanti a s il pericolo e tura umana. La scelta giusta risultava fin dallinizio
lavventura. Ora le sue conquiste gli appaiono molto quella di sua madre, che aveva rifiutato la realt a fa-
pi piccole di quanto immaginava, perch la realt si vore del sogno. Il sogno, non lazione n la razionali-
dimostrata molto inferiore al sogno. Egli sente che t, le permetteva di entrare in contatto con le forze
nella realt ci sono forze immense, che egli non pu smisurate e misteriose della natura.
controllare, perci si sente infelice. Sua madre invece 3. Il rifiuto della razionalit da parte di Pascoli risulta
rimasta nella reggia e passa il tempo a sognare e ad pi solido e motivato se si tiene presente che il Posi-
ascoltare il linguaggio delle forze ignote della natura, tivismo dominante superficialmente ottimistico
che essa comprende. era in crisi, che Freud conquistava nuovi territori alla
ricerca scientifica, che la scienza stava subendo tra-
Commento sformazioni radicali che la staccavano completamente
1. Anche in questa poesia Pascoli rifiuta la ragione, la dalla fisica galileo-newtoniana, che la societ europea
scienza, la realt, che sono di gran lunga inferiori, era dilaniata da tensioni e da conflitti a cui si rispon-
meno soddisfacenti e meno efficaci dellintuizione e deva con la forza, con la violenza, con lattivismo ir-
del sogno. razionalistico, con il nazionalismo, con il culto della
2. La poesia si sviluppa sulle dislocazioni dei tempi e guerra o della violenza o del superuomo. Alla fine del
dei luoghi: Alessandro giunto sulle rive dellOceano secolo la societ europea era in crisi, perch aveva
Indiano, non ha pi nulla da conquistare davanti a lui, perso ogni certezza e ogni speranza. Lesplosione de-
perci si volta indietro, a pensare al momento della gli irrazionalismi porta alla prima guerra mondiale
partenza, alle sue vittorie militari, a come apparivano (1914-18).
le difficolt prima che le affrontasse e dopo che le 4. Il viaggio insoddisfacente di Alessandro Magno
aveva affrontate. Egli in riva alloceano, ma pensa a pu essere confrontato con quello dellUlisse dante-
tutti i luoghi (e a tutte le avventure) che ha percorso sco (If XXVI), che abbandona il figlio, il padre e la
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 395
moglie e con i pochi fidati compagni sfida la volont
degli dei, supera le colonne dErcole, si avventura
nelloceano disabitato, e infine incontra la morte da-
vanti ad una montagna altissima ( la montagna del
purgatorio), pur di raggiungere virtute e canoscen-
za. Ma lUlisse dantesco rimanda alla interpretazio-
ne pascoliana delleroe greco. Ulisse sta tornando a
casa con i suoi compagni, giunto in prossimit della
sua isola, quando si addormenta. I compagni aprono
gli otri, dove erano racchiusi i venti sfavorevoli. La
nave spinta nuovamente in alto mare. Svegliandosi,
egli vede in lontananza qualcosa di indistinto, da cui
ora i venti lo allontanano. Ma non sa se soltanto una
nuvola o se la sua terra: il sonno gli ha impedito di
essere pronto allappuntamento che il destino gli ave-
va preparato (Poemi conviviali, Il sonno di Odisseo,
1904).
5. Anche DAnnunzio reinterpreta in termini deca-
denti il mondo classico, ma in modo completamente
diverso. Il suo Ulisse non manca allappuntamento
con il destino, anzi artefice del suo destino. Il poeta
lo incontra mentre sta veleggiando a nord della sua
isola, gli chiede di metterlo alla prova, di fargli pro-
vare larco. Ulisse lo guarda per un attimo, e da quel
momento il poeta divenuto diverso da tutti i suoi
compagni (Laudi del cielo, del mare, della terra e
degli eroi. Maia, IV. Lincontro con Ulisse, 1903).
6. Secondo la leggenda Alessandro ha gli occhi di co-
lore diverso: uno azzurro, laltro nero.
------------------------------II-----------------------------
I 1.
Taci. Su le soglie Taci. Sulle foglie
del bosco non odo del bosco non odo
parole che dici parole che tu possa dire
umane; ma odo umane; ma odo
parole pi nuove parole pi nuove
che parlano gocciole e foglie pronunciate da gocce e da foglie
lontane. lontane.
Ascolta. Piove Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse. dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici Piove sulle tamerici
salmastre ed arse, bruciate dal sale e dal sole,
piove su i pini piove sui pini
scagliosi ed irti, scagliosi e irti di aghi,
piove su i mirti piove sui mirti
divini, sacri agli dei,
su le ginestre fulgenti sulle ginestre risplendenti
di fiori accolti, per le loro infiorescenze,
su i ginepri folti sui ginepri ricoperti
di coccole aulenti, di bacche profumate,
piove su i nostri volti piove sui nostri volti
silvani, che ormai appartengono al bosco,
piove su le nostre mani piove sulle nostre mani
ignude, nude,
su i nostri vestimenti sui nostri vestiti
leggieri, leggeri,
su i freschi pensieri sui nostri freschi pensieri,
che lanima schiude che la nostra nuova anima
novella, dischiude,
su la favola bella [piove] sulla bella favola dellamore,
che ieri che ieri
tilluse, che oggi millude, illuse te, che oggi illude me,
o Ermione. o Ermione.
II 2.
Odi? La pioggia cade Odi? La pioggia cade
su la solitaria sulle fronde solitarie
verdura del bosco
con un crepito che dura con un crepito che perdura
e varia nellaria e che sempre diverso nellaria,
secondo le fronde secondo le fronde,
pi rade, men rade. pi rade, meno rade.
Ascolta. Risponde Ascolta. Al pianto [della pioggia]
al pianto il canto risponde il canto
delle cicale delle cicale,
che il pianto australe che il pianto [della pioggia portato
non impaura, dal vento] del sud non impaurisce,
n il ciel cinerino. n [impaurisce] il cielo grigio-cenere.
E il pino E il pino
ha un suono, e il mirto produce un suono, il mirto
altro suono, e il ginepro ne produce un altro, il ginepro
altro ancra, stromenti un altro ancora: sono strumenti
diversi diversi
sotto innumerevoli dita. sotto le innumerevoli dita [delle gocce].
E immersi E noi siamo immersi
noi siam nello spirto nello spirito
silvestre, del bosco, e viviamo
darborea vita viventi; la verde vita degli alberi;
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 403
e il tuo volto ebro e il tuo volto inebriato
molle di pioggia bagnato dalla pioggia
come una foglia, come una foglia,
e le tue chiome e i tuoi lunghi capelli
auliscono come profumano come
le chiare ginestre, le ginestre lucenti,
o creatura terrestre o creatura della terra,
che hai nome che hai nome
Ermione. Ermione.
III 3.
Ascolta, ascolta. Laccordo Ascolta, ascolta. Laccordo
delle aeree cicale delle cicale, che abitano laria,
a poco a poco a poco a poco
pi sordo si fa pi sordo
si fa sotto il pianto sotto il pianto [della pioggia]
che cresce; che aumenta;
ma un canto vi si mesce ma ad esso si mescola
pi roco un canto pi rauco,
che di laggi sale, che si alza da laggi,
dallumida ombra remota. dalla lontana ombra umida.
Pi sordo e pi fioco Esso rallenta il ritmo, [si fa] pi sordo
sallenta, si spegne. e pi fioco, poi si spegne.
Sola una nota Soltanto una nota
ancor trema, si spegne, trema ancora, poi si spegne,
risorge, trema, si spegne. si fa risentire,
Non sode voce del mare. trema, e si spegne.
Or sode su tutta la fronda Non si ode il rumore del mare.
crosciare Ora si ode su tutte le fronde
largentea pioggia cadere la pioggia dargento,
che monda, che pulisce [laria],
il croscio che varia il rumore varia
secondo la fronda secondo la fronda,
pi folta, men folta. pi fitta, meno fitta.
Ascolta. Ascolta.
La figlia dellaria La figlia dellaria (=la cicala)
muta; ma la figlia divenuta silenziosa; ma la figlia
del limo lontana, del fango in lontananza,
la rana, la rana,
canta nellombra pi fonda, canta nellombra pi fitta,
chi sa dove, chi sa dove! chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia, E piove sopra le tue ciglia,
Ermione. o Ermione.
IV 4.
Piove su le tue ciglia nere Piove sopra le tue ciglia nere,
sche par tu pianga cos che pare che tu pianga,
ma di piacere; non bianca ma di piacere; non sei pi pallida,
ma quasi fatta virente, ma sei quasi divenuta di color verde,
par da scorza tu esca. sembra che tu esca dalla corteccia [dun albero].
E tutta la vita in noi fresca E tutta la vita scorre dentro di noi fresca
aulente, e profumata,
il cuor nel petto come pesca il cuore nel petto come una psca
intatta, intatta,
tra le plpebre gli occhi tra le palpebre gli occhi
son come polle tra lerbe, sono come polle dacqua che sgorga tra le erbe,
i denti negli alvoli i denti nelle gengive
con come mandorle acerbe. sono come mandorle acerbe.
Riassunto breve. Il poeta e una evanescente figura di in un flusso continuo ed affascinante di sensazioni e
donna sono sorpresi dalla pioggia in un bosco. Egli di emozioni, che aggirano la razionalit del lettore
invita la donna ad ascoltare i rumori delle gocce superano le sue difese e lo strappano dalla noia della
dacqua sulla vegetazione, il canto delle cicale, che si vita quotidiana. In fin dei conti fare una passeggiata
affievolisce e scompare, il canto delle rane, che di- in un bosco (e aspettare il temporale) alla portata di
venta sempre pi intenso. E, mentre la natura del bo- tutti. Il poeta riesce a trasformare in modo suggestivo
sco si appropria della loro vita e dei loro corpi, egli e coinvolgente un fatto comune in questo caso il
invita la donna a lasciarsi andare alle sensazioni, e temporale , che, quando succede, in genere d luogo
alla favola dellamore, che prima aveva illuso lui e soltanto ad irritazione e ad imprecazioni. La vita ini-
che ora illude lei. mitabile, piena di un raffinato estetismo, non quindi
riservata unicamente ai personaggi dalla sensibilit
Commento eccezionale. anche alla portata del lettore, che deve
1. I due protagonisti, la donna ed il poeta, sono eva- soltanto imparare a vedere e a percepire la realt in
nescenti ed immateriali, puri centri di sensazioni, co- modo diverso. In questo modo abilissimo e credibile
me ne La sera fiesolana. La ragione completamente il poeta riesce a provocare lidentificazione del suo
assente e il poeta si abbandona (e invita la donna ad pubblico nella sua produzione artistica e nella sua vi-
abbandonarsi) alle sensazioni della natura, che entra- ta estetizzante.
no ed avvolgono la coscienza. In tal modo luomo 4. Tutta lode, in particolare la seconda strofa, ha
perde la sua umanit ed entra a far parte della vita suoni, rumori e una musicalit che fanno a gara con la
primordiale della natura. realt rappresentata. Il poeta ha presente lAdone di
2. Il poeta tratta il tema, a lui caro, della passeggiata. G. Marino (1569-1625), in particolare il passo in cui
E ribadisce la difficolt del dialogo tra uomo e donna: il poeta secentesco si misura con il canto dellu-
la favola dellamore ieri ha illuso lei, oggi illude lui; signolo (VII, 32-37). Daltra parte Marino, prima di
e, ancora, ieri ha illuso lui, oggi illude lei. Insomma DAnnunzio, volle essere consapevolmente uno scrit-
sia luomo sia la donna si imprigionano con le loro tore professionista, che dalla produzione letteraria vo-
mani dentro le loro illusioni e non riescono a rompere leva ricavare onori, fama e ricchezza.
il bozzolo che li circonda per comunicare con laltro. 5. In Alexandros Pascoli confronta ragione-realt da
Il tema della passeggiata e dellincomunicabilit fra una parte con il sogno che infinitamente pi bello
uomo e donna si inserisce in un evento naturale il dallaltra, e sceglie il sogno. Niente di tutto questo in
temporale , che provoca nei due esseri una trasfor- DAnnunzio, che sceglie la Natura e la divina onni-
mazione e li porta a divenire parte della vita imme- potenza della Parola, si abbandona alla molteplicit
diata, onnipervasiva e vitalistica della natura. delle sensazioni e fa confluire luomo nella vita della
3. La poesia trasforma la realt in pure sensazioni au- Natura.
ditive, visive e olfattive. La ragione assente, sosti- 6. Il motivo del temporale trattato in termini molto
tuita da un rapporto immediato e panico con la natu- diversi da Leopardi (La quiete dopo la tempesta, dove
ra. La realt il fatto banale di un temporale che co- il temporale simbolo del dolore umano) e da Pascoli
glie di sorpresa due innamorati mentre stanno facen- (La mia sera, dove la giornata sconvolta dal tempora-
do una passeggiata in mezzo al bosco trasformata, le rimanda simbolicamente alla vita del poeta, scon-
volta dai lutti familiari e dalla mancanza di affetto).
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 405
Un altro temporale famoso quello che ne I promessi La brezza di ponente schium nei sui capelli.
sposi porta via la peste (XXXVII). Apparve immensa, in tutta la sua immensa nudit.
---II---
Riassunto. Il poeta scorge una figura di donna. Si
Stabat nuda Aestas, 1902 mette ad inseguirla. La donna fugge in mezzo alla na-
tura, sfiorando gli aghi dei pini, le foglie degli ulivi,
Primamente intravidi il suo pi stretto le mssi di frumento. La cicala tace, ma lallodola la
scorrere su per gli aghi arsi dei pini chiama. I giunchi si chiudono al suo passaggio. Infine
ove estuava laere con grande sulla spiaggia, tra le alghe, il suo piede incespica. Ca-
tremito, quasi bianca vampa effusa. de distesa tra la sabbia e lacqua. La brezza sollev la
Le cicale si tacquero. Pi rochi schiuma delle onde fra i suoi capelli. Ed essa apparve
si fecero i ruscelli. Copiosa in tutta la sua immensa e selvaggia bellezza.
la resina gemette gi pe fusti.
Riconobbi il colbro dal sentore. Commento
1. Il madrigale Stabat nuda aestas (Lestate stava nu-
Nel bosco degli ulivi la raggiunsi. da) ripropone la donna evanescente di altre poesie
Scorsi lombre cerulee dei rami dellAlcyone. In questo caso la figura evanescente
su la schiena falcata, e i capei fulvi quella dellestate. Il poeta la insegue in mezzo ai bo-
nellargento palldio trasvolare schi, la sente davanti a s. Laria ardente, le cicale
senza suono. Pi lunghi nella stoppia, tacciono, lallodola spicca il volo, i giunchi della pa-
lallodola balz dal solco raso, lude si muovono al suo passaggio e si richiudono die-
la chiam, la chiam per nome in cielo. tro di lei. Infine sta per raggiungerla in riva al male,
Allora anchio per nome la chiamai. ma lestate incespica e cade. La brezza di ponente
mescola la schiuma delle onde nei suoi capelli ed essa
Tra i leandri la vidi che si volse. appare in tutto il suo splendore. Il poeta non la rag-
Come in bronzea msse nel falasco giunge, perch non pu raggiungerla. Quando sta per
entr, che richiudeasi strepitoso. raggiungerla, essa si fonde completamente con la na-
Pi lungi, verso il lido, tra la paglia tura e scompare. Al suo posto appare la natura.
marina il piede le si tolse in fallo. 2. Il titolo rimanda a Ovidio, Stabat nuda aestas et
Distesa cadde tra le sabbie e lacque. spicea serta gerebat (LEstate stava nuda e in capo
Il ponente schium nei sui capegli. portava la corona), Metam., II, 2. Il poeta personifica
Immensa apparve, immensa nudit. lestate e la trasforma in unevanescente figura di
donna che corre in mezzo alla natura. Egli la insegue
Lestate se ne stava nuda e infine la raggiunge sulla riva del mare. E vede tutta
la sua incomparabile bellezza.
Dapprima intravidi il suo piede stretto (=piccolo 3. La personificazione presente anche in altre poesie
e agile) correre su gli aghi riarsi dei pini, di DAnnunzio: ne La sera fiesolana le colline
dove laria ribolliva con grande allorizzonte diventano labbra che non vogliono a-
tremito, quasi fosse una bianca vampa [di fuoco]. prirsi; ne La pioggia nel pineto i due protagonisti so-
Le cicale tacquero. I ruscelli no puri centri di sensazioni, che vanno oltre i limiti
si fecero pi rochi. La resina gemette della sensualit e dellerotismo. Il poeta si sente parte
scendendo copiosa per i fusti [dei pini]. del tutto, mette da parte la ragione e si abbandona a
Riconobbi la serpe dallodore [penetrante]. una fusione orgiastica con la Natura.
4. La poesia riesce a riprodurre la situazione di vita
La raggiunsi nel bosco degli ulivi. sospesa, che provoca la calura estiva. I rami degli al-
Scorsi le ombre azzurrine dei rami beri oscillano appena, le cicale tacciono, e ogni tanto
sulla sua schiena sinuosa, e [vidi] i capelli si sente il rumore improvviso di unallodola che spic-
fulvi volar via nelle fronde argentee degli ulivi sacri ca il volo nel campo di frumento appena falciato. Ma
a Pllade senza un suono. Pi lontano tra le stoppie la riproduzione della realt nelle parole non vuole es-
lallodola balz dal solco falciato, sere un verismo pi vero della realt. Vuole indicare
la chiam, la chiam per nome [volando] in cielo. un paesaggio dellanima, la ricerca di qualcosa che ci
Allora anchio la chiamai per nome. sfugge sempre di mano, il nostro far parte della natu-
ra, lassenza della ragione, lio umano ridotto o tra-
Tra gli oleandri vidi che si volse. sformato in puro centro di sensazioni.
Come nel grano maturo entr fra i giunchi 5. Lestate evanescente, anche se con la calura fa
di palude, che si richiudevano con un rumore secco. sentire la sua presenza. Ma anche il poeta evane-
Pi lontano, verso il lido, tra le alghe secche scente. un puro centro di sensazioni, che ha perso la
della spiaggia il suo piede incespic. sua identit umana, sociale, storica. (divenuto) una
Cadde distesa tra la riva e lacqua del mare. pura entit che percepisce e che insegue altre perce-
zioni.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 406
6. I versi di DAnnunzio fanno risuonare lanimo del delle spiagge salmastre.
lettore come le infinite mani della pioggia traevano
dalle fronde della pineta una musica sempre diversa. Per la sabbia del Tempo la mia mano era
La natura del poeta quindi completamente diversa unurna, il mio cuore palpitante una clessidra,
dalla Natura di Leopardi, che fa promesse di felicit lombra crescente di ogni arbusto perituro era quasi
che poi non mantiene e che fa soffrire gli uomini e lombra dellago [della meridiana] sul quadrante si-
tutti gli esseri viventi. diversa anche dalla natura lenzioso.
misteriosa e spesso ostile di Pascoli. In ambedue i ca-
si c la ragione che valuta la condizione umana, che Riassunto. La sabbia scorre nella mano del poeta. Il
risulta insostenibile. DAnnunzio parte della natura suo cuore percepisce che i giorni si erano accorciati.
ed esclude costantemente la presenza della ragione e Si stava avvicinando il mese di settembre con le sue
della razionalit. Lio soltanto consapevolezza di s piogge, che offusca lo splendore dorato della sabbia
e delle proprie percezioni. Ed sempre sul punto di delle spiagge salmastre. La sabbia scorreva nella sua
ritornare a confondersi e a scomparire nella natura. mano come in una clessidra. E lombra crescente de-
7. Linseguimento una variante della passeggiata gli arbusti sembrava lombra disegnata dallo gnomo-
che ne La pioggia nel pineto compiono Ermione ed il ne sul quadrante della meridiana.
poeta. La conclusione quasi la stessa: l le due figu-
re umane ritornano a fare parte della natura, qui sol- Commento
tanto lestate si dissolve nella natura. Il luogo in cui 1. Di solito si usava il madrigale per lodare la fanciul-
molte poesie sono ambientate la spiaggia, la pineta la che si amava o per esprimerle il proprio amore.
in riva al mare, il calore cocente del sole, che d la DAnnunzio invece lo adopera per descrivere lo scor-
vita e che prosciuga la vita, insomma che d la morte. rere inesorabile del tempo.
8. Nella maturit estrema o nella sospensione della 2. Il poeta sulla spiaggia e fa scorrere nella mano la
vita, provocata dalla calura estiva, sinsinua inesora- sabbia. Il suo cuore percepisce che la stagione cam-
bile il tema della morte o del fluire implacabile del biata, che le giornate si sono accorciate e che si sta
tempo. E tutto ci provoca un improvviso contatto avvicinando settembre con le sue piogge. Cos la sua
con la realt, con il divenire. Le sensazioni si aprono mano diventa una clessidra, mentre le ombre degli
alla consapevolezza che il tempo fugge, travolge, di- arbusti diventano lo gnomone della meridiana. La sua
vora, distrugge. E compare o una tenue insoddisfa- azione di prendere in mano un pugno di sabbia, fatta
zione o un impalpabile desiderio di morte e di disso- in un momento di ozio, si dilatata ed ha acquistato
luzione o il tedio, che spinge ad inebriarsi nuovamen- un significato ben pi vasto: gli ha fatto percepire lo
te nelle sensazioni. E tutti questi sono temi della poe- scorrere inesorabile del tempo. Quel gesto riproduce
sia latina: tempus fugit, tdium vit. Ma i motivi lazione della clessidra, che misura il tempo proprio
classici sono interamente riplasmati, per diventare in- facendo scorrere la sabbia attraverso un forellino. Ma
timamente dannunziani. la clessidra rimanda anche allaltra misura classica
del tempo: lo gnomone, che faceva cadere lombra
La sabbia del tempo, 1903 del sole sul quadrante della meridiana.
3. Il poeta legge in termini decadenti il gioco di far
Come scorrea la calda sabbia lieve scorrere la sabbia nella mano: essa il simbolo del
per entro il cavo della mano in ozio, lento e inesorabile scorrere del tempo. Questo tempo
il cor sent che il giorno era pi breve. per il tempo della natura, delle stagioni, dellanno.
Non il tempo della campana n della sirena della
E unansia repentina il cor massalse fabbrica. Non il tempo meccanico n il tempo
per lappressar dellumido equinozio scientifico. Questi altri tempi disturbavano e distur-
che offusca loro delle piagge salse. bano, fanno pensare a cose precise, concrete, sgrade-
voli, fanno pensare al lavoro, alla societ, ai rapporti
Alla sabbia del Tempo urna la mano sociali, che erano quelli descritti e portati sulla scena
era, clessidra il cor mio palpitante, teatrale da Pirandello. Daltra parte la societ e
lombra crescente dogni stelo vano leconomia italiana erano ancora agricole, e non sa-
quasi ombra dago in tacito quadrante. rebbe stata sufficiente la furia distruttrice del Futuri-
smo (1909), che canta il progresso, il lavoro, le mac-
La sabbia che misura il tempo chine, per cambiare le cose e portare un vento nuovo
nella societ italiana. Nel 1933 Mussolini manda nel-
Mentre la calda sabbia scorreva lievemente le sale cinematografiche uno degli spot pi riusciti
dentro il cavo della mia mano in ozio, del regime: egli a torso nudo prende i covoni di fru-
il cuore sent che il giorno era pi breve. mento che gli vengono allungati e li getta dentro gli
ingranaggi della trebbiatrice.
E unansia repentina assale il mio cuore
per lavvicinarsi dellumido equinozio (=le piogge
di settembre), che offusca la sabbia dorata
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 407
Ed egli, pieno di nostalgia, si chiede perch non ri-
masto con loro.
I pastori, 1903
Commento
Settembre, andiamo. tempo di migrare. 1. Il poeta abbandona i consueti toni superomistici e
Ora in terra dAbruzzi i miei pastori la visione edonistica ed estetizzante della vita, per ri-
lascian gli stazzi e vanno verso il mare: andare con il pensiero e con un po di nostalgia alla
scendono allAdriatico selvaggio vita semplice e tranquilla, ciclica e atemporale, dei
che verde come i pascoli dei monti. suoi pastori, in Abruzzo.
2. Egli tratta in termini autobiografici e nostalgici un
Han bevuto profondamente ai fonti tema, quello dei pastori, che un tpos nella storia
alpestri, che sapor dacqua natia della letteratura italiana: da Tasso (Aminta, Gerusa-
rimanga n cuori esuli a conforto, lemme liberata, VII, 1-22: Erminia tra i pastori)
che lungo illuda la lor sete in via. allArcadia, a Leopardi (Canto notturno di un pastore
Rinnovato hanno verga davellano. errante dellAsia). Tasso contrappone la vita sempli-
ce e naturale dei pastori alla vita servile e corrotta
E vanno pel tratturo antico al piano, delle corti. Gli rcadi danno a se stessi e alle loro
quasi per un erbal fiume silente, donne soprannomi di pastori, rifugiandosi in una vita
su le vestigia degli antichi padri. pastorale mai esistita. Leopardi si pone domande filo-
O voce di colui che primamente sofiche sul senso dellesistenza delluniverso, sul sen-
conosce il tremolar della marina! so della vita umana, sulla morte, sul dolore che colpi-
sce uomini ed animali, sulla noia che prende luomo.
Ora lunghesso il litoral cammina 3. Lesclamazione finale, piuttosto banale e piatta,
La greggia. Senza mutamento laria. non certamente allaltezza di quel grande versifica-
Il sole imbionda s la viva lana tore che DAnnunzio. Lidea dellesilio rimanda a
che quasi dalla sabbia non divaria. Foscolo: A Zacinto (vv. 11-14) e In morte del fratello
Isciacquio, calpestio, dolci romori. Giovanni (v. 14) (1802-03). Ma un tpos di tutte le
letterature.
Ah, perch non son io co miei pastori? ---II---
Commento
1. Il poeta parla di se stesso, del suo mondo, della
sua malattia e delle piccole cose che egli ama e che la
sua musa ama cantare. Descrive le visite che faceva
alla signorina Felicita, una ragazza di antica nobilt
che abita a Villa Amarena. Descrive i dialoghi con il
padre di lei e non nasconde la sua fama di usuraio. E
poi descrive la ragazza: quasi brutta e apre la sua
bocca quando sorride come quando beve. Fa la civet-
tuola con lui e lo invita a cena. Egli resta e alle ore
21.00 se ne va, salutato da tutta la famiglia. Ma non
ama la compagnia, preferisce la cucina con i suoi o-
dori. E ama esplorare il solaio con lei. C l antico
quadro della Marchesa, unanima in pena, che si sen-
te ancora aggirarsi per i corridoi di casa. Ci sono
stampe di personaggi con lalloro in fronte, che la si-
gnorina scambia per un rametto di ciliegio. Lei gli
chiede perch non parla. Egli risponde che pensava
alle piccole cose della sua vita e che sarebbe stato
dolce restare qui con lei: una dichiarazione damore.
S, l nel solaio, e per sempre. Una farfalla notturna
si alza dalla parete facendo un triste rumore. la
Marchesa, dice lei. Da basso la cuoca avvisa che la
cena pronta. Lei lo invita a scendere, lui vuole ri-
manere ancora un po, e si mettono a contare le stelle.
Ma poi lei insiste di scendere, altrimenti potrebbero
pensare che stanno facendo cose poco belle.
2. La poesia di Gozzano immersa nella vita quoti-
diana, che presentata cos com, nei suoi aspetti
banali, anche brutti e anche sgradevoli. La ragazza
non abbellita, non la donna di Guinizelli che porta
al cielo, n la Beatrice di Dante, che rende muti per la
sua bellezza e la sua grazia. Tanto meno la donna
idealizzata e astratta di Petrarca e dei suoi seguaci.
la ragazza normale e banale che si incontra per strada
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 427
Filippo Tommaso Marinetti (1876- 6. Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo
e munificenza, per aumentare lentusiastico fer-
1944) vore degli elementi primordiali.
7. Non v pi bellezza se non nella lotta. Nessuna
La vita. Filippo Tommaso Marinetti nasce ad Ales-
opera che non abbia un carattere aggressivo pu
sandria dEgitto nel 1876. Studia a Parigi, dove fre- essere un capolavoro. La poesia deve essere con-
quenta le avanguardie artistiche, e pubblica le prime cepita come un violento assalto contro le forze
opere in francese. Nel 1905 si trasferisce a Milano. ignote, per ridurle a prostrarsi davanti alluomo.
Nel 1909 pubblica a Parigi su un quotidiano di grande
8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!...
diffusione come Le Figaro il Manifesto del Futuri-
Perch dovremmo guardarci alle spalle, se vo-
smo. Negli anni successivi si dedica alla diffusione
gliamo sfondare le misteriose porte dellimpos-
delle teorie futuristiche. Nel 1911 tra i sostenitori
sibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi
della conquista della Libia. Nel 1913 partecipa ed
viviamo gi nellassoluto, poich abbiamo gi
assiste agli scontri tra turchi e bulgari che culminano
creata leterna velocit onnipresente.
nellassedio di Adrianopoli. Partecipa come volonta-
rio alla prima guerra mondiale. Nel dopoguerra si de- 9. Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene
dica allattivit politica fondando il Partito politico del mondo - il militarismo, il patriottismo, il ge-
futurista, che presto confluisce nel Partito Nazional- sto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si
fascista. Da questo momento inizia la fase calante di muore e il disprezzo della donna.
Marinetti e del movimento, poich, quando il Fasci- 10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche,
smo conquista il potere (1922), essi diventano un e- le accademie dogni specie, e combattere contro
lemento di disturbo nellopera di normalizzazione in- il moralismo, il femminismo e contro ogni vilt
trapreso dal regime. Nel 1929 nominato da Musso- opportunistica e utilitaria.
lini accademico dItalia. Ladesione al regime lo fa 11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro,
partire volontario per la Russia e a schierarsi a favore dal piacere o dalla sommossa: canteremo le ma-
della Repubblica di Sal. Muore nel 1944. ree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni
nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fer-
Le opere. Marinetti scrive il romanzo Mafarka le fu- vore notturno degli arsenali e dei cantieri, incen-
turiste (Mafarka il futurista, 1909), la tragedia Le roi diati da violente lune elettriche; le stazioni ingor-
Bombace (Il re Baldoria, 1909), il Manifesto del Fu- de, divoratrici di serpi che fumano; le officine
turismo (1909), poi Zang Tumb Tumb (1913), una appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi;
delle sue opere sperimentali pi famose, che parla i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i
dellassedio di Adrianopoli (oggi Edirne, nella Tur- fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltel-
chia europea, guerra nei Balcani, 1912), lAlcva li; i piroscafi avventurosi che fiutano lorizzonte,
dacciaio (1921), che racconta la sua esperienza di e le locomotive dallampio petto, che scalpitano
guerra combattuta sulle autoblinde. sulle rotaie, come enormi cavalli dacciaio imbri-
gliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani,
Il Manifesto del Futurismo, 1909 la cui elica garrisce al vento come una bandiera e
sembra applaudire come una folla entusiasta.
1. Noi vogliamo cantare lamor del pericolo, labitu-
dine allenergia e alla temerit. dallItalia che noi lanciamo per il mondo questo
nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria
2. Il coraggio, laudacia, la ribellione, saranno ele-
col quale fondiamo oggi il FUTURISMO perch vo-
menti essenziali della nostra poesia.
gliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena
3. La letteratura esalt fino ad oggi limmobilit di professori, darcheologi, di ciceroni e dantiquari.
pensosa, lestasi ed il sonno. Noi vogliamo esal- Gi per troppo tempo lItalia stata un mercato di ri-
tare il movimento aggressivo, linsonnia febbrile, gattieri. Noi vogliamo liberarla dagli innumerevoli
il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il musei che la coprono tutta di cimiteri.
pugno. ---II---
4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si
arricchita di una bellezza nuova; la bellezza del- Riassunto. Il Manifesto del Futurismo (1909) canta la
la velocit. Unautomobile da corsa col suo cofa- moderna civilt della macchina, che contrapposta
no adorno di grossi tubi simili a serpenti dallalito alla sonnolenta civilt del passato. I punti pi impor-
esplosivo... unautomobile ruggente, che sembra tanti, su cui lautore insiste e che celebra, sono:
correre sulla mitraglia, pi bello della Vittoria a) il pericolo, il coraggio, laudacia, la ribellione, lo
di Samotracia. schiaffo e il pugno;
5. Noi vogliamo inneggiare alluomo che tiene il vo- b) la bellezza delleterna velocit onnipresente, che
lante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lancia- caratterizza la civilt moderna e che ha arricchito il
ta a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita. mondo da quando apparsa lautomobile;
c) la bellezza della lotta e, di conseguenza, la glorifi-
cazione della guerra, sola igiene del mondo, del mi-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 428
litarismo, del patriottismo, del gesto distruttore dei
libertari;
d) il rifiuto di tutta larte del passato, dei musei, delle
biblioteche, delle accademie;
e) la lotta contro il moralismo, il femminismo ed ogni
vilt opportunistica;
f) le folle agitate dal lavoro, dal piacere, dalla som-
mossa; gli arsenali, le officine, i ponti, i piroscafi e
tutto ci che la tecnica ha saputo costruire.
Lautore intende lanciare il manifesto dallItalia, per-
ch vuole liberare questo paese dalla sua fetida can-
crena di professori, darcheologi, di ciceroni e danti-
quari.
Commento
1. Il Futurismo italiano un movimento che ha un re-
spiro cosmopolita ed europeo (Romanticismo, Veri-
smo e Decadentismo erano stati importati dalla Fran-
cia, anche se hanno caratteristiche originali): riesce a
svecchiare la cultura italiana e a diffondersi anche
allestero. lanciato da Parigi, perch allora la capi-
tale francese era il maggiore centro di produzione
culturale dellEuropa.
2. Le manifestazioni pi persuasive del Futurismo ita-
liano non vanno cercate nella produzione letteraria, di
livello assai modesto, ma nella produzione artistica,
dalla pittura alla scultura allurbanistica: Umberto
Boccioni, Carlo Carr, Antonio SantElia.
3. Dopo il 1920 il Futurismo perde le sue spinte ever-
sive e finisce in una tranquilla celebrazione del regi-
me nazional-fascista, lasciando per segni evidenti
nelle successive correnti artistiche.
4. Se si vuole, Marinetti riprende la polemica di quasi
un secolo prima di Giovanni Berchet, che nel 1816
nella Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliolo
proponeva una cultura del presente, impegnata, ro-
mantica, contro i laudatores del tempo antico.
------------------------------II-----------------------------
Commento
1. La canzone scritta nel 1895 e pubblicata per la
prima volta nel 1898. La libert di cui si parla la li-
bert dallo sfruttamento. I profughi sono sia i lavora-
tori che devono espatriare per trovare lavoro, sia i ri-
voluzionari che sono perseguitati dai vari Stati. Il ri-
tornello Nostra patria il mondo intero ripreso
dallintroduzione dellopera buffa Il Turco in Italia
(1814) di Gioacchino Rossini su libretto di Felice Ro-
mani.
2. Il canto coinvolgente ed emotivo. Ma, se si va a
vedere pi da vicino, si scopre che il linguaggio tol-
to quasi interamente dal repertorio ecclesiastico (fra-
telli, dolori, precursori) e che la protesta e le rivendi-
cazioni sono generiche (fieri vedicator). Se si vuole
andare sino in fondo, si scopre che lo scrittore e la
cultura provengono da esperienze scolastiche e clas-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 438
sicheggianti: il cor dellArcadia; e i proscritti di Silla, momento peggiore con Francesco Crispi, ex mazzi-
la face (=la fiaccola) dei diritti. Molti intellettuali si niano e sedicente democratico di sinistra, che scatena
schierano dalla parte degli operai, con cui non hanno la repressione contro socialisti e rivoluzionari (1891-
nulla da spartire, soltanto perch non sono riusciti ad 96).
integrarsi nel sistema, di cui condividono la cultura, 5.1. Questa situazione permette di capire la costante
gli ideali e i valori. carica antistatale e antistituzionale delle canzoni di
3. Un mondo di fratelli, di pace e di lavor lideale area socialista e rivoluzionaria. I nemici erano irri-
semplice semplice che Gori e la cultura socialista e di mediabilmente lo Stato e i padroni, che si aiutavano a
opposizione sono riusciti a proporre. Daltra parte gli vicenda e che reprimevano o sfruttavano gli operai. Il
operai e non soltanto essi hanno questa modesta canto del 1904, quando Giovanni Giolitti al potere
cultura, e conoscevano e conosceranno percentuali e propone uno Stato che non interferisca nei rapporti
altissime di analfabetismo fin verso il 1950. tra capitalisti e lavoratori, uno Stato neutrale, che fa
4. La presenza del linguaggio ecclesiastico non deve da mediatore se le due parti non riescono a trovare un
stupire: la Chiesa aveva il monopolio dellistruzione; punto di accordo. Ma leffetto Giolitti deve ancora
inoltre svolgeva estesi compiti di assistenza alla po- farsi sentire.
polazione, che invece dovevano essere di competenza 6. Allo Stato che reprime e che fa gli interessi dei ca-
dello Stato, ma che lo Stato si guardava bene dal- pitalisti sfruttatori la canzone e il movimento socia-
lassumersi. La situazione resta cos sino al 1950 e lista contrappongono unaltra patria, quella patria che
oltre, quando lo Stato inizia a svolgere qualcuno di il mondo intero. Con molta ingenuit, perch le
questi compiti. Ribelli e rivoluzionari, oltre che socia- classi popolari del mondo avevano esperienza soltan-
listi, facevano ampio uso di questo linguaggio. Spes- to in quanto emigranti, unesperienza non particolar-
so avevano militato a titoli diversi entro le organizza- mente felice. In seguito si richiamano a qualcosa di
zioni o le associazioni della Chiesa e ugualmente pi preciso: lURSS (1917), che diventa il luogo idea-
spesso si trovavano a fianco delle organizzazioni ec- le in cui si realizza il socialismo e la societ senza
clesiastiche contro la repressione statale. A fine seco- classi. Unaltra menzogna, fino al 1978, quando il se-
lo i socialisti avevano le leghe rosse, i cattolici le le- gretario del Partito Comunista Italiano Enrico Berlin-
ghe bianche. guer dice che la spinta rivoluzionaria dellURSS fi-
4.1. Peraltro il pensiero laico, che non ha alcuna con- nita.
cezione del peccato e una percezione molto vaga del- -----------------------------II-----------------------------
la legalit, non si mai fatto scrupoli a condannare in
modo sguaiato e ripetitivo la Chiesa che bruciava Monte Nero, 1915
Giordano Bruno (1600) o che condannava Galileo Spunta l'alba del sedici giugno,
Galilei e a suo dire respingeva la teoria copernicana comincia il fuoco l'artiglieria,
(1632); e a derubare la Chiesa di molte idee o simboli il Terzo Alpini sulla via
o marchi. Gli illuministi e la rivoluzione francese Monte Nero a conquist
hanno saccheggiato il Vangelo con gli ideali di fra-
ternit, uguaglianza e libert (1789). In altri casi i Monte Nero, Monte Nero,
laici hanno clonato o plagiato idee della Chiesa. Ma traditor della vita mia,
allora perch gli intellettuali che si mettono alle di- ho lasciato la casa mia
pendenze della Chiesa dovrebbero essere condannati, per venirti a conquist!
mentre gli intellettuali organici, che si fanno pagare
dal partito, dovrebbero essere lodati e messi... sugli Per venirti a conquistare
altari? abbiamo perduto tanti compagni
5. I rapporti della popolazione italiana con lo Stato tutti giovani sui vent'anni:
sono sempre stati pessimi, fin dagli inizi. I picciotti la loro vita non torna pi
siciliani aiutano Garibaldi contro i Borboni di Napoli,
ma il nuovo Stato italiano (1861) si schiera a favore Il colonnello che piangeva
dei latifondisti siciliani e napoletani. Ammazza 6.000 A veder tanto macello:
briganti (1862-63) e impone la leva obbligatoria, Fatti coraggio Alpino bello,
prima sconosciuta, che dura ben sette anni. Le popo- che l'onore sar per te!
lazioni meridionali vedono le loro condizioni di vita
peggiorare sensibilmente con il nuovo Stato unitario. Arrivati a trenta metri
Quarantanni dopo lo Stato italiano impiega lesercito dal costone trincerato,
contro il nord, per sedare una protesta pacifica fatta a con assalto disperato
Milano contro il rincaro del pane: forse 198 morti il nemico fu prigionier.
(1898). Le elezioni fino al 1946 rappresentano una
parte minima della popolazione, ma tutta la popola- Commento
zione costretta a pagare le tasse. In Gran Bretagna 1. Il 15 giugno 1915, quindi appena 20 giorni dopo la
pagava le tasse soltanto chi era rappresentato in Par- dichiarazione di guerra allimpero austro-ungarico, i
lamento. E dalla Magna Charta libertatum (1215). Il battaglioni Exilles, Pinerolo, Susa e Fenestrelle del 3
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 439
Reggimento Alpini comandato dal col. Donato Etna, no gettato lItalia nel lutto. Per cento anni il dolore
con unazione notturna occuparono la cima del Monte rester.
Nero (m 2.245), nelle alpi Giulie. L'impresa, che fu
citata dalla stampa internazionale come esempio bril- Commento
lante di azione bellica, ebbe per un costo assai ele- 1. Fermati, o chiodo: il chiodo era la punta che il
vato in termini di vite umane. Questo canto pare sia soldato austro-ungarico aveva sullelmetto.
stato scritto e musicato dagli stessi alpini superstiti, 2. LItalia entra in guerra grazie alle radiose giornate
tra cui Giuseppe Malandrino, nato di Rivoli (TO). di maggio: studenti, intellettuali, borghesi, istigati da
2. La valorosa impresa non produce per risultati ul- DAnnunzio e Mussolini riescono a costringere il par-
teriori, poich, falliti alcuni contrattacchi, respinti da- lamento a dichiarare guerra allimpero austro-unga-
gli alpini, gli austro-ungarici non sacrificano altri uo- rico. Giolitti, cattolici e socialisti sono contrari alla
mini e iniziano immediatamente a martellare la cima guerra, che sarebbe stata pagata con il sangue delle
con lartiglieria, impedendo la discesa finale verso classi pi umili. Ma furono scavalcati dalle manife-
Tolmino e determinando in tal modo il fallimento stazioni di piazza. Il costo umano di quattro anni di
dellintera battaglia. guerra fu di 600.000 morti e di 600.000 mila vedove
3. La montagna deve il suo nome italiano a un errore o nubili. A parte i mutilati, mai contati. Gli storici e le
di traduzione: il nome sloveno Krn (tozzo) confu- femministe si dimenticano di questo spaventoso prez-
sa con rn (nero). zo pagato dalle donne. E gli stupidi di oggi disprez-
4. Da nessuna parte in Internet si sono trovate le per- zano che il Nazional-fascismo si sia preoccupato di
dite umane delle due parti. una politica a favore della famiglia con laccusa in-
-----------------------------II----------------------------- sulsa che voleva carne da macello per le sue guerre.
Dopo la guerra tocca a uno dei guerrafondai raccatta-
Addio padre e madre, 1916 re i cocci e risistemarli: Benito Mussolini. I partiti vo-
levano continuare a fare e a disfare governi. E se ne
Addio padre e madre addio, fregavano dei problemi dellItalia e degli italiani.
che per la guerra mi tocca di partir, 3. Il protagonista portavoce del popolo e dei suoi
ma che fu triste il mio destino, valori: la famiglia e la moglie. Deve partire per la
che per lItalia mi tocca morir. guerra contro la sua volont. mandato subito al-
lassalto alla baionetta, ferito, cade per terra e un
Quando fui stato in terra austriaca soldato austriaco lo uccide con un colpo di pugnale.
subito lordine a me larriv, A questo punto egli se la prende con gli studenti che
si d lassalto la baionetta in canna, hanno voluto la guerra, che hanno gettato lItalia nel
addirittura un macello divent. lutto e provocato dolori che dureranno un secolo, cio
moltissimo tempo. La profezia si avvera.
E fui ferito, ma una palla al petto, -----------------------------II-----------------------------
e i miei compagni li vedo a fuggir
ed io per terra rimasi costretto
mentre quel chiodo lo vedo a venir. Fuoco e mitragliatrici, 1916
Fermati, o chiodo, che sto per morire, Non ne parliamo di questa guerra
pensa a una moglie che piange per me, che sar lunga uneternit;
ma quellinfame col cuore crudele per conquistare un palmo di terra
col suo pugnale morire mi f. quanti fratelli son morti di gi!
Riassunto. La canzone lamenta i soldati morti per Riassunto. I soldati partono per andare al fronte e
conquistare un palmo di terra. E si chiede quando fi- combattere per Gorizia. Li aspettano soltanto i disagi
nir questa maledetta guerra. I tentativi di conquistare della trincea e la morte. Perci gridano assassini con-
Gorizia si sono rivelati inutili. E sul fronte un regi- tro i loro comandanti, che fanno la guerra senza ri-
mento fu pi volte distrutto e nessuno torn pi indie- schiare la vita. I soldati invece lasciano a casa la mo-
tro. Il cannone spara, per preparare lassalto dei fanti glie ed i figli. La conclusione pu essere una sola:
alla trincea nemico. E si continua ad andare allat- maledire Gorizia, che ha provocato soltanto morti e
tacco al grido di Savoia!. lutti.
Commento Commento
1. La canzone protesta contro le terribili condizioni 1. La prima guerra mondiale una delle tante pagine
della guerra in cui, per conquistare pochi metri di ter- disonorevoli della storia italiana: proclamata con
ra, si devono perdere tanti compagni. Fu scritta pro- lappoggio dei tumulti di piazza, voluta da irredenti-
babilmente tra il 16/12/1915 (episodio della trincea sti, da intellettuali e da politici, da Mussolini e da
dei raggi o razzi, che i fanti della Brigata Sassari DAnnunzio, contro la volont del parlamento, dei
riuscirono a conquistare con un assalto alla baionetta) liberali, dei socialisti e dei cattolici, oltre che dellin-
e il 29/03/1916 (quinta battaglia dellIsonzo). tera popolazione, che aveva problemi di alimen-
2. Savoia!, avanti, Savoia! (la Casa Savoia, che re- tazione e di analfabetismo e che non capiva perch si
gnava sullItalia) era il grido dei soldati che andavano dovesse morire per una terra di l dai confini. Il
allassalto. confine era a favore degli austriaci, annidati sui mon-
-----------------------------II----------------------------- ti. Le armi dellesercito erano antiquate. Il comando,
affidato al gen. Cadorna, risulta subito disastroso:
O Gorizia, tu sei maledetta, 1916 250.000 morti nei primi sei mesi di guerra, e guada-
gni territoriali modesti. Un generale velleitario e in-
competente, che rimosso soltanto dopo il disastro di
La mattina del cinque di agosto
Caporetto (1917). A lui imputabile e che fa ricadere
si muovevano le truppe italiane
vergognosamente sui soldati. LItalia post-unitaria
per Gorizia, le terre lontane
aveva una tradizione militare disastrosa. Le sconfitte
e dolente ognun si part.
di Custoza (1848, 1866) e di Lissa (1866) non aveva-
no insegnato niente; e lo Stato maggiore come
Sotto lacqua che cadeva a rovescio
lintera classe dirigente era al di l di ogni ragione-
grandinavano le palle nemiche;
vole dubbio incapace e incompetente. Essa poteva
su quei monti, colline e gran valli
anche vantarsi di essere lunica nazione europea ad
si moriva dicendo cos:
essere stata sconfitta in Africa da quattro indigeni
armati di archi e di lance (Adua, 1896). Al massacro,
O Gorizia, tu sei maledetta
inutile, della guerra succedono poi quattro anni di ca-
per ogni cuore che sente coscienza;
os istituzionale e sociale, quindi il Nazional-fascismo.
dolorosa ci fu la partenza
2. Popolazione, cio classi meno abbienti, e Stato ita-
e il ritorno per molti non fu.
liano hanno rapporti conflittuali sia con la Destra sto-
rica, sia con la Sinistra storica, sia con lo Stato libera-
O vigliacchi che voi ve ne state
le (anche se in questo caso indubbiamente di meno).
con le mogli sui letti di lana,
In quattro anni (1919-22) Mussolini con abilit e
schernitori di noi carne umana,
spregiudicatezza sfrutta questi contrasti, per usare
questa guerra ci insegna a punir.
(industriali e) popolazione contro le classi tradiziona-
li, che detenevano da sempre il potere. Le liquida po-
Voi chiamate il campo donore
liticamente e caccia qualche avversario in esilio e ne
questa terra di l dei confini;
manda qualcun altro al confino. Esse rappresentavano
qui si muore gridando: assassini!
una percentuale modestissima dellelettorato e della
maledetti sarete un d.
popolazione. Per loccasione liquida anche gli ex
compagni socialisti e... fa la pace religiosa con Chiesa
Cara moglie, che tu non mi senti
(Patti lateranensi, 1929). Ma non riesce a sottrarre
raccomando ai compagni vicini
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 441
alla Chiesa il monopolio dellistruzione e delle asso- 2. Il monte Ortigara (m 2.105) sorge in Provincia di
ciazioni giovanili (1931). Vicenza, vicino al confine fra Veneto e Trentino-Alto
3. La poesia usa un linguaggio e immagini quotidiani Adige, nella parte settentrionale dellAltopiano di A-
e immediati: cuore, onore, partenza; moglie, famiglia, siago. Nel 1917 teatro di una battaglia sanguinosa
bambini. Alcune parole sono forti: onore, assassini, lunga 20 giorni, detta appunto Battaglia dellOrtiga-
maledetta, coscienza. La rima presente nel secondo ra, (10-29.06.1917): 22 battaglioni alpini sono man-
e terzo verso di ogni strofa. Lultimo verso di ogni dati allattacco per conquistare il monte occupato dal-
quartina tronco. Ci che caratterizza la poesia non la prima linea austro-ungarica. La reazione delleser-
laccuratezza letteraria, ma la capacit di coinvolgi- cito nemico violentissima: in una sola mezza gior-
mento, la capacit espressiva, lespressione piana ed nata consuma tonn 200 di munizioni (9-10.06.1917).
intensa della protesta. Leffetto aumenta, se chi la Il comando italiano d il via allattacco nonostante le
canta ha la voce adatta. cattive condizioni di tempo.
4. Per ogni cuore che sente coscienza mette insieme 2. Per ogni soldato austriaco fuori combattimento ci
il cuore (scritto normalmente e non sincopato o tron- sono tre soldati italiani morti, feriti o dispersi: La
co, come nella poesia aulica) e la coscienza, un ter- segreteria del capo di Stato maggiore della 6 Armata,
mine forte che proviene dal linguaggio ecclesiastico: in un rapporto del colonnello Calcagno, riporta le
lesame di coscienza e il dolore per i peccati com- perdite complessive dellintera armata per il periodo
messi. Con abilit lautore lo usa in un contesto di- 10-30 giugno in 134 ufficiali morti, 566 feriti e 19 di-
verso (per chiunque abbia un po di coscienza, di spersi, mentre per la truppa viene riportato un totale
sensibilit e di umanit), anche se lespressione sen- di 2.158 soldati morti, 12.059 feriti e 2.199 dispersi,
te coscienza non delle migliori. impensabile che il per un totale complessivo di 17.162 uomini fuori
termine provenga dal Neoidealismo, che al tempo si combattimento. Nello stesso rapporto viene poi speci-
stava diffondendo in Italia, e che guardava con di- ficato che le perdite sullOrtigara furono di 106 uffi-
sprezzo i miseri problemi quotidiani di sopravvivenza ciali morti, 411 feriti e 17 dispersi, mentre per la
della popolazione. truppa conta 1.724 morti, 9.254 feriti e 1.753 dispersi,
-----------------------------II----------------------------- per un totale complessivo solo sullOrtigara di 13.265
vittime, confermando ancor di pi come il massimo
Ta pum, 1916 sforzo delloffensiva ricadde su una piccola porzione
Venti giorni sullOrtigara del settore dove fu impegnata la 52 Divisione e i suoi
senza il cambio per dismont; battaglioni alpini[65]. Secondo i dati esposti nella re-
ta pum ta pum ta pum (due volte) lazione ufficiale italiana, in totale la battaglia cost
agli italiani 169 ufficiali morti, 716 feriti e 98 disper-
Con la testa pien de peoci si; 2.696 militari morti, 16.018 feriti e 5.502 dispersi
senza rancio da consumar (totale perdite 25.199 uomini): anche in questo caso
ta pum ta pum ta pum (due volte) si conferma che il salasso pi cospicuo fu sofferto
dalla 52 Divisione e soprattutto dai reparti alpini che
Quando poi ti discendi al piano ebbero 110 ufficiali morti, 330 feriti e 50 dispersi;
battaglione non hai pi sold; 1.454 militari morti, 8.127 feriti e 2.562 dispersi; per
ta pum ta pum ta pum (due volte) un totale di 12.633 perdite. A questa cifra vanno poi
aggiunte le perdite delle brigate Regina e Piemon-
Dietro al ponte c un cimitero te, del 9 Reggimento bersaglieri e dei reparti arti-
cimitero di noi sold; glieria, mitraglieri e genio raggruppati sotto la 52
ta pum ta pum ta pum (due volte) Divisione. Per il 9 Reggimento bersaglieri, che fu
investito dal contrattacco austro-ungarico del 25 giu-
Quando sei dietro a quel muretto gno, in un rapporto del 28 giugno del generale Di
soldatino non puoi pi parlar Giorgio si parla di un totale di 1.224 tra morti, feriti e
ta pum ta pum ta pum (due volte) dispersi, di cui 927 solo il 25 giugno; altre cifre diffu-
se dal 1 luglio parlavano di 48 morti, 442 feriti e 422
Cimitero di noi soldati dispersi per un totale di 912 bersaglieri perduti, altre
forse un giorno ti vengo a trov; ancora aggiustano la cifra a 1.439 bersaglieri messi
ta pum ta pum ta pum (due volte) fuori combattimento durante il loro impiego al fronte.
[...] Le perdite austro-ungariche furono comunque an-
Commento chesse importanti e assommavano allincirca a 26
1. Ta-pum era il caratteristico rumore che i soldati ita- ufficiali morti, 154 feriti e 71 dispersi mentre i milita-
liani sentivano stando in trincea quando i tiratori au- ri morti furono 966, i feriti 6.167 e 1.444 i dispersi,
striaci sparavano con il fucile Mannlicher M95. Gli per un totale di 8.828 uomini fuori combattimento;
spari partivano da lontano e prima si sentiva il rumore nei reparti che fronteggiarono la 52 Divisione, la
dellarrivo del proiettile, ta, e successivamente il proporzione delle perdite austro-ungariche persino
suono della detonazione, pum. superiore, a comprova della durezza degli scontri in
La vita. Giuseppe Ungaretti nasce ad Alessandria Il poeta si profonda negli abissi dellio
dEgitto nel 1888. Qui studia fino al 1905 in un col- e poi ritorna alla luce e dona la sua poesia,
legio svizzero. Nel 1912 lascia lEgitto e si trasferisce senza tenere nulla per s.
a Parigi, dove conosce le avanguardie artistiche: A-
pollinaire, Picasso, Braque, e gli intellettuali italiani Di questa [discesa-ascesa che ha portato alla] poesia
che spesso soggiornavano nella citt: Papini, Soffici, mi resta soltanto
Palazzeschi, Boccioni, Modigliani, Marinetti. Nel la consapevolezza che il tentativo stato vano,
1915 si trasferisce a Milano. Partecipa alla prima perch labisso misterioso e inesauribile.
guerra mondiale. Dopo la guerra ritorna a Parigi. Nel
1921 si trasferisce a Roma. Aderisce al Nazional- Riassunto. Il poeta scende ed esplora il suo io e poi
fascismo. Nel 1928 fa unesplicita professione di fede risale con la poesia, che distribuisce senza tenere nul-
cattolica. Nel 1936-42 docente di Lingua e letteratu- la per s. Dellesplorazione che ha portato alla poesia
ra italiana alluniversit di San Paolo in Brasile. Ri- resta soltanto la consapevolezza che il tentativo sta-
torna a Roma, dove ricopre la cattedra di Letteratura to vano, perch labisso misterioso e inesauribile.
italiana contemporanea. Dopo la guerra lAssocia-
zione degli scrittori lo sottopone a procedimento di Commento
epurazione per i suoi rapporti con il regime, ma tut- 1. La lirica la prima della raccolta di poesie e d il
to si risolve con un nulla di fatto. Nel 1958 lascia nome allintera raccolta. Lo stesso autore spiega il ti-
linsegnamento universitario per limiti det. Muore a tolo: Il porto sepolto ci che di segreto rimane in
Milano nel 1970. noi indecifrabile. La metafora del porto proviene dal
leggendario porto sommerso nella baia di Alessan-
Le opere. Ungaretti scrive Il porto sepolto (1916), Al- dria, costruito prima della fondazione della citt.
legria di Naufragi (1919, contiene anche le poesie de Lautore fa di questo ricordo delladolescenza il sim-
Il porto sepolto); poi Allegria (1931, 1942), Senti- bolo della sua poesia.
mento del tempo (1933), Il dolore (1947), La Terra 2. Il porto sepolto si riallaccia ai grandi simbolisti
Promessa (1950), Il taccuino del vecchio (1960). Nel francesi (Rimbaud, Mallarm), ma anche al mito pri-
1969, con il titolo Vita dun uomo. Tutte le poesie, mordiale della ricerca di Orfeo, che discende e risale
pubblica ledizione completa dei suoi versi; e indica dagli inferi per riportare in vita la moglie Euridice.
la chiave di lettura della sua produzione poetica. Alla Nella risalita Orfeo si volta, contravvenendo agli ac-
produzione poetica Ungaretti affianca anche lattivit cordi con Plutone. E la moglie precipita nellinferno,
di traduttore: Sonetti di Shakespeare (1946), Fedra di questa volta per sempre.
Jean Racine (1950), Visioni di William Blake (1965). 2.1. Nella mitologia greca e latina Orfeo era un poeta
---II--- abilissimo, che con il suo canto sapeva ammansire
anche le belve feroci. Riesce a commuovere anche
Il porto sepolto, 1916 Plutone, che gli permette di riportare alla luce del so-
le la moglie. Ma la troppa fretta di vederla la fa pre-
cipitare nuovamente negli inferi.
Il porto sepolto (1916) parla della sua esperienza di 3. Il viaggio esplorativo del poeta per si sviluppa
soldato nella prima guerra mondiale (1915-18), vissu- dentro lacqua. Ed il porto sepolto ad un tempo al-
ta in trincea. In Vita dun uomo (1969) il poeta cos veo del fiume e alvo materno: limmersione nelle pro-
commenta lopera: fondit del fiume o del mare riporta alla condizione
[...] ero un uomo che non voleva altro per s se non i rassicurante ed incosciente della vita prima della na-
rapporti con lassoluto. [...] Nella mia poesia non c scita.
traccia dellodio per il nemico, n per nessuno: c la 4. Il viaggio di esplorazione e di scoperta del proprio
presa di coscienza della condizione umana, della fra- essere si scontra con linesauribile segreto: il mondo
ternit degli uomini nella sofferenza, dellestrema interiore inesauribile e misterioso. Ritornando alla
precariet della loro condizione. luce egli pu portare perci soltanto qualcosa, qual-
che sprazzo di conoscenza o di verit, qualche illumi-
Il porto sepolto, 1916 nazione, come i simbolisti francesi. La conoscenza e
lesplorazione totale impossibile. Il mondo come
Vi arriva il poeta mistero insondabile si trova anche in Pascoli e nella
e poi torna alla luce con i suoi canti scienza: Emile Du Bois-Raymond (1818-1896) scris-
e li disperde se unopera intitolata I sette enigmi del mondo, ed era
uno scienziato...
Di questa poesia 5. La parola scava nel mondo reale, ma le conquiste
mi resta sono faticose, dolorose e sempre molto limitate. Non
quel nulla c pi la parola che il delle cose, che Dio,
dinesauribile segreto che abit presso Dio e che discese tra gli uomini del
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 451
Vangelo di Giovanni. N c la parola che plasma e vo. Ed aggiunta la parola finale Fratelli, che riman-
trasforma la realt di DAnnunzio (Epdo, 1887). da alla parola del titolo, costruendo una ripetizione
6. In questa come nelle altre poesie la punteggiatura circolare.
assente. La poesia, come quasi tutte le altre, ha biso- 2. La poesia non ha bisogno di parafrasi. Essa sem-
gno di essere aperta, scoperta, spiegata. densa e de- plice e comprensibile. Ma anche densa, e questa
ve essere resa pi facile da comprendere. densit va riportata alla sua estensione normale.
---II--- 3. La poesia va confrontata con altre visioni della
guerra, ad esempio con quella di F. T. Marinetti, lini-
Fratelli, 1916 ziatore del Futurismo (1909), che celebra la guerra,
sola igiene del mondo, e con quella di G. DAnnun-
Di che reggimento siete zio, che ritorna dalla Francia per entrare nelle schiere
fratelli? degli interventisti, compie la Beffa di Buccari e il vo-
lo su Vienna.
4. Su un altro versante si potrebbe confrontare con S.
Fratelli
Quasimodo, che scrive durante la seconda guerra
tremante parola mondiale, fa pure parte del gruppo dei poeti ermetici
nella notte ed una delle ultime voci della corrente. Ad esempio
come una fogliolina Alle fronde dei salici e Milano 1943.
appena nata 5. Resta il fatto che, a parte interventisti e neutralisti,
lentrata in guerra dellItalia stata una scelta stupida
Fratelli e irresponsabile, oltre che un colpo di Stato. LItalia
saluto non era assolutamente preparata alla guerra e aveva
accorato un confine estremamente sfavorevole. I comandi mi-
nellaria spasimante litari erano incompetenti e restano incompetenti. Nei
implorazione sussurrata primi sei mesi di guerra Cadorna fa ammazzare
di soccorso 250.000 soldati in inutili assalti frontali, che portava-
alluomo presente alla sua fragilit no a minime conquiste territoriali. Negli altri tre anni
e mezzo di guerra morirono gli altri 250.000 soldati.
Fratelli, 1943 La guerra poi porta in regalo i conflitti sociali del do-
poguerra, che durano fino allavvento del Fascismo,
Di che reggimento siete cio dal 1919 al 1924. In genere gli storici, di salda
fede antifascista, condannano il totalitarismo fascista.
fratelli?
Insomma tra caos e conflitti sociali e istituzionali del
dopoguerra, e Fascismo preferirebbero al di l di ogni
Parola tremante ragionevole dubbio il caos del dopoguerra, che chia-
nella notte mano democrazia.
---II---
Foglia appena nata
Soldati, 1916
Nellaria spasimante
involontaria rivolta Si sta come
delluomo presente alla sua dautunno
fragilit sugli alberi
le foglie
Fratelli
Bosco Courton luglio 1918
Riassunto. Il poeta spinto dalla guerra e dal contatto
quotidiano con la morte a protestare sommessamente Riassunto. I soldati si sentono come foglie autunnali
e a provare per contrasto un fraterno sentimento di che di l a poco il vento fa cadere per terra.
amore e di solidariet verso gli altri soldati.
Commento
Commento 1. Il poeta soldato si sente come le foglie che in au-
1. La lirica conosce diverse redazioni. significativo tunno si staccano dai rami degli alberi e cadono morte
il confronto tra la prima e lultima. Il poeta opera per per terra, dove si mescolano allacqua e alla fanghi-
ridurre il testo alla sua forma pi essenziale ed effica- glia. In trincea la vita dei soldati non aveva alcun va-
ce. Sfrutta anche le pause. La seconda strofa spez- lore: le condizioni igieniche erano indescrivibili, le
zata in due parti; e scompare il come che introduceva malattie erano la norma, la morte era sempre in ag-
la similitudine. Ne risultano due immagini molto pi guato. Cadere come foglie poteva essere un malinco-
intense ed efficaci. La strofa finale perde ben tre versi nico addio alla vita, preferibile alla vita stessa.
su sette, ed elimina il carattere discorsivo e descritti-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 452
2. Limmagine degli uomini che cadono in autunno domande filosofiche sullesistenza, sul dolore, sulla
come foglie ha una lunga storia nella poesia greca e morte e sulla noia, che il pastore pone a se stesso.
latina. Dante la usa per indicare le anime che vanno 4. La poesia non ha bisogno di parafrasi. Il contenuto
in gran numero sulla spiaggia dellAcheronte: Come per deve essere esplicitato.
dautunno si levan le foglie Luna appresso dellaltra, ---II---
fin che l ramo Vede alla terra tutte le sue spoglie,
Similemente il mal seme dAdamo Gittansi di quel Sono una creatura, 1916
lito ad una ad una, Per cenni come augel per suo ri-
chiamo (If. III, 112-117). Come questa pietra
---II--- del S. Michele
cos fredda
Cera una volta, 1916 cos dura
cos prosciugata
Bosco Cappuccio cos refrattaria
ha un declivio cos totalmente
di verde velluto disanimata
come una dolce
poltrona Come questa pietra
il mio pianto
Appisolarmi l che non si vede
solo
in un caff remoto La morte
con una luce fievole si sconta
come questa vivendo
di questa luna
Sono una creatura
Quota Centoquarantuno l11 agosto 1916
Come questa pietra
Riassunto. Bosco Cappuccio ha un declivio di verde del monte San Michele,
morbido che assomiglia ad una dolce poltrona. Il poe- cos fredda,
ta vorrebbe appisolarsi l, da solo, come in un caff cos dura,
remoto sotto una luce fievole come la luce fievole di cos prosciugata,
questa luna. cos refrattaria,
cos totalmente priva di vita;
Commento proprio come questa pietra
1. Il poeta osserva Bosco Cappuccio, che ha un pen- il mio pianto segreto.
dio che sembra una poltrona morbidissima. Egli vor- Il premio di avere la morte
rebbe appisolarsi l, da solo. Vorrebbe sentirsi, in si paga duramente soffrendo
quel pendio, come in un caff lontanissimo illuminato per tutta la vita.
da un debole chiarore come la luce della luna che il-
lumina il bosco dal cielo. Riassunto. Il poeta contrappone e rivendica la sua
2.1. Cera una volta il titolo della poesia. Il poeta si umanit (Sono una creatura del titolo) alla vita inu-
sente trasportare fuori del tempo, in una favola, in un mana in trincea: il suo pianto segreto divenuto arido
sogno. E mescola realt e desiderio di evadere dalla e insensibile proprio come la roccia di cui costituito
realt, cio di evadere dalla guerra. Bosco Cappuccio il San Michele del Carso, sul quale sta combattendo.
una postazione di guerra con il nome favoloso, in Egli potr avere il premio della morte soltanto dopo
sintonia con il titolo. Il caff remoto pu essere uno esserselo duramente conquistato con una vita piena di
dei tanti caff parigini che il poeta frequentava e dove sofferenze e di dolore.
incontrava altri intellettuali. Fa parte dei suoi ricordi.
3. La luna sul bosco fa pensare allidillio Alla luna di Commento
G. Leopardi (1798-1837). Il poeta guardava la luna, 1. Lesperienza inumana della trincea fa scoprire al
che sovrastava il bosco ed esprimeva la sua angoscia: poeta la sua umanit (Sono una creatura del titolo) e,
la sua vita era dolorosa, ed anche lanno prima era contemporaneamente, il fatto che tale umanit cal-
dolorosa. E non sembra destinata a cambiare. Lo con- pestata e annichilita. Anche il suo pianto di dolore si
sola soltanto il fatto che davanti a s ha un lungo fu- prosciugato, ed egli divenuto duro, freddo e insen-
turo e dietro di s pochi ricordi del passato. Da gio- sibile insomma disumano proprio come la roccia
vani la vita ancora illuminata dalla speranza che il di cui costituito il San Michele. Davanti a una vita
futuro sia migliore del presente. La luna per pre- disumana e perci non vivibile, il poeta rivendica il
sente anche in Canto notturno di un pastore errante valore della morte: la morte il premio che si ottiene
dellAsia, e costituisce linterlocutrice silenziosa alle
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 453
dopo una vita di sofferenze e che si paga proprio con Commento
questa vita di sofferenze. 1. Come in altre poesie Ungaretti reagisce alla morte
2. La parola poetica semplice ed essenziale, come i e alle distruzioni provocate dalla guerra con pi in-
concetti che vuole esprimere. La poesia un parago- tense manifestazioni damore. E si sente come non
ne, non molto lungo, e rifiuta la punteggiatura, che mai attaccato alla vita. Le parole riescono a dare
come espressione della razionalit impedisce un con- limpressione e la sensazione concreta della morte del
tatto diretto e intuitivo con le cose e con lessenza compagno massacrato dalle bombe o dai proiettili.
della vita umana. Essa per non n spontanea n 2. Lautore reagisce e si oppone in modo isolato e
immediata come potrebbe sembrare a prima vista. Lo personale alla guerra, di cui condanna gli orrori, ma
dimostra la sapiente anafora su cui costruita. con voce umile e silenziosa.
3. Il poeta scopre la sua umanit calpestata e annichi- 3. E come in altre poesie compare la luna e la sua lu-
lita. La scoperta per radicalmente individualistica ce. La luna per soltanto un oggetto inerte, che for-
e non lo spinge a scoprire e a rapportarsi agli altri in- nisce solamente una debole luce a quanto succede
dividui, che dovrebbero trovarsi nelle stesse condi- sulla terra. Essa fa sentire la presenza atemporale del-
zioni danimo e nella stessa insoddisfazione esisten- la natura nelle vicende umane.
ziale. La volont di morte da una parte e un adeguato 4. Si pu confrontare il senso e il sentimento del pae-
rifiuto di quella vita disumana dallaltra non spingono saggio di Ungaretti con la bellezza stupefacente del
il poeta n al livello individuale n, tanto meno, al paesaggio e della natura negli idilli di Leopardi.
livello collettivo a trasformare la consapevolezza ---II---
della disumanit del vivere in una virile protesta con-
tro le forze che hanno reso la sua e laltrui vita inde- San Martino del Carso, 1916
gna di essere vissuta.
4. Il titolo rimanda implicitamente al Cantico di Frate Di queste case
Sole di Francesco dAssisi (1182-1226). Le croci dei non rimasto
cimiteri reali e di quel cimitero che il cuore del poe- che qualche
ta rimandano alla passione e morte di Cristo sulla brandello di muro
croce. Il rimando al Cantico mostra che il poeta rifiu- Di tanti
ta la via della citazione letteraria esplicita, seguita da che mi corrispondevano
altri autori. Il ricorso alla croce come simbolo di do- non rimasto
lore costituisce un semplice e immediato simbolismo, neppure tanto
che risulta quasi inavvertito. Ma nel cuore
---II--- nessuna croce manca
il mio cuore
Veglia, 1916 il paese pi straziato
La madre
Commento
1. Non pi la Vergine Maria, sua Madre, che in-
tercede per il poeta davanti a Dio, per chiedere la sua
salvezza. E la ottiene, perch, come per sua Madre, la
Vergine Maria, Egli non pu dire no a una Madre.
2. La breve poesia riprende lultima strofa di Al cor
gentil rempaira sempre amore (1274) di Guido Gui-
nizelli: il poeta si salva perch ha amato la sua donna,
che gli sembrava un angelo del paradiso. In questo
caso la madre del poeta che intercede per il poeta
presso lAltissimo.
3. La poesia di Ungaretti una delle pochissime poe-
sie dispirazione religiosa scritte da un laico. Per tro-
vare poesie precedenti, si deve andare agli Inni sacri
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 458
Eugenio Montale (1896-1981) Forse un mattino andando in unaria di
vetro, 1923
La vita. Eugenio Montale nasce a Genova nel 1896. Forse un mattino andando in unaria di vetro,
Ha una formazione letteraria da autodidatta. Partecipa arida, rivolgendomi, vedr compirsi il miracolo:
agli ultimi mesi di guerra. Un intellettuale triestino, il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
Roberto Bazlen, gli fa conoscere le opere di Italo di me, con un terrore di ubriaco.
Svevo. Tra il 1925 e il 1926 Montale pubblica alcuni
articoli, con cui iniziano la fortuna critica e la fama
dello scrittore triestino. Il contatto con gli intellettuali Poi come suno schermo, saccamperanno di gitto
triestini, tra cui Umberto Saba, lo porta a firmare il alberi case colli per linganno consueto.
Manifesto degli intellettuali antifascisti promosso da Ma sar troppo tardi; ed io me nandr zitto
Benedetto Croce nel 1925. Nello stesso anno pubbli- tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
ca Ossi di seppia. Nel 1927 diventa redattore della
casa editrice Bemporad di Firenze. Due anni dopo di- Forse un mattino camminando in unaria limpida
venta direttore della prestigiosa biblioteca del Gabi-
netto Viesseux. Mantiene lincarico fino al 1938, Forse un mattino camminando in unaria limpida,
quando licenziato per i suoi sentimenti ostili al re- arida, volgendomi indietro, vedr compiersi
gime fascista. Nel 1939 pubblica Le occasioni. Du- il miracolo: il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
rante la seconda guerra mondiale pubblica a Lugano di me, e prover il terrore di aver perso lequilibrio.
Finisterre, che esce in Italia nel 1945. Nel 1946 inizia
la collaborazione con il Corriere della sera, che du- Poi, come sopra uno schermo, riprenderanno posto
ra sino al 1973. In quegli anni compie numerosi viag- di colpo alberi, case, colline, per linganno consueto.
gi allestero e si diffonde la sua fama di poeta. Nel Ma sar troppo tardi: io me ne andr in silenzio
1957 pubblica La bufera e altro ed anche La fanfulla tra gli uomini, che non si voltano mai [a guardare],
di Dinard. Nel 1961 riceve la laurea honoris causa tenendomi il mio segreto.
dalluniversit di Milano. Nel 1966 pubblica Auto da
f Cronache in due tempi, che raccoglie articoli ed Riassunto. Forse un mattino, camminando nellaria
interventi sulla cultura, la poesia, larte, la musica, il tersa, il poeta si volter indietro e vedr la realt cos
costume e gli intellettuali. Nel 1967 nominato sena- com: il nulla, proprio il nulla. E prover la stessa
tore a vita. La morte della moglie d origine alle poe- perdita di equilibrio che prova chi si ubriaca. Poi tutto
sie di Xenia (prima serie, 1966; seconda serie 1968). ritorna normale, la realt riprende le forme inganne-
Nel 1971, dopo 15 anni di silenzio, pubblica Satura, voli di sempre. Ma ormai troppo tardi: egli ha visto.
che costituisce anche un profondo rinnovamento del E se ne andr come al solito tra gli uomini, che non si
suo mondo poetico. Nel 1974 riceve la laurea anche voltano mai. E terr per s il suo segreto.
dalluniversit di Roma. Nel 1975 ottiene il premio
Nobel, che consacra il respiro internazionale della sua Commento
poesia. Nel 1977 pubblica Quaderno di quattro anni, 1. La poesia un chiaro esempio di poesia metafisi-
lultima raccolta poetica. Muore nel 1981. ca: in pochi versi lautore d unidea concreta di una
conclusione filosofica. Gli uomini guardano sempre
Le opere. Montale scrive Ossi di seppia (1925), Le avanti. Non fanno mai lesperienza di voltarsi indie-
occasioni (1939), Finisterre (1943, 1945), La bufera tro. Forse il poeta un giorno la far. E, quando si vol-
e altro (1956), la raccolta di articoli giornalistici Auto ter indietro, quando uscir dagli schemi consueti che
da f Cronache in due tempi (1966), Xenia (prima condizionano e stritolano la nostra vita e la nostra e-
serie, 1966; seconda serie 1968), poi confluite in Sa- sperienza, riuscir a vedere la realt cos com. La
tura (1971), Quaderno di quattro anni (1977). vedr soltanto per un momento, ma la vedr. E la re-
---II--- alt, i valori consueti che dominano gli uomini, sono
nulla, un nulla assoluto. E questa scoperta gli far
Ossi di seppia, 1925 provare le stesse emozioni e le stesse paure che prova
Ossi di seppia (1925) la raccolta che apre lattivit lubriaco, che ha perso il senso dellequilibrio. Poi
poetica di Montale. Il poeta non intende confrontarsi tutto ritorner normale, tutto ritorner come prima.
con le poetiche di altri autori. In Non chiederci la pa- Linganno ritorner al suo posto. Ma ormai troppo
rola d una definizione in negativo di che cosa inten- tardi, perch egli ha fatto in tempo a vedere. Conti-
de per poesia, e di quello che la sua poesia non pu nuer a vivere insieme con gli altri uomini, che non
n vuole essere. sono abituati e che non hanno mai cercato di voltarsi
indietro, di vedere, di riflettere. E si terr la sua sco-
perta, si terr il suo segreto. Il miracolo di vedere la
realt succede raramente, e gli uomini non sono capa-
ci n di attuarlo n di capirlo. Il poeta cos terr per
s, non potr comunicare la scoperta che egli ha fatto.
Commento Commento
1. Il poeta descrive, come di consueto, rapidamente 1. Come di consueto la poesia semplice e chiara.
uno scorcio della citt vecchia, che deve attraversare una delle migliori del Canzoniere, perch raggiunge
per andare a casa. Percorre una via oscura con una estrema leggerezza, che richiama la leggerezza
unosteria, da cui esce la gente per ritornare a casa o del Dolce stil novo, ad esempio del sonetto Tanto
per andare in bordello. Proprio in questo porto di ma- gentile e tanto onesta pare di Dante, ma anche la
re, frequentata da una umanit degradata, linfinito e produzione poetica leggera e melodiosa del classici-
lumilt si incontrano, ed in compagnia di questi umi- smo secentesco, quella di Gabriello Chiabrera (1552-
li egli sente che il suo pensiero si fa pi puro, proprio 1638), e la produzione elegante dellArcadia, in par-
dove pi turpe la vita di altri essere umani. ticolare le canzonette di Paolo Rolli (1687-1765) e di
2. La poetica di Saba parla di fatti e fatterelli della vi- Pietro Metastasio (1698-1782). I tre rapidi e imme-
ta quotidiana, belli o brutti non importa, che poi diati paragoni finali ricordano proprio le tre metafore
commenta. Qui descrive unosteria del porto, fre- (che sono anche iperboli) della canzonetta Belle rose
quentata da una umanit di derelitti, ubriaconi, mari- porporine di Chiabrera.
nai di passaggio, prostitute, ma non prova ribrezzo n 2. Il poeta canta la donna, anzi forse uno dei pochi
esprime alcun giudizio di condanna. Qui egli sente poeti che canta la moglie e che non sdoppia la donna
che linfinito e gli umili si incontrano ed egli, proprio nella moglie, che utile, e nella donna ideale, la don-
davanti e a contatto con questa umanit degradata, si na dei propri desideri. Ma si allarga anche ad altre fi-
sente pi puro. gure della famiglia e fuori della famiglia. Qui canta la
3. Probabilmente la prima volta nella storia della figlia, altrove canta Glauco, un fanciullo dalla chio-
letteratura che in una poesia compare la parola lupa- ma bionda, poi Il garzone con la carriola (tutte poe-
nare, cio bordello. sie confluite nel Canzoniere), poi un bambino, Il pic-
4. Anche ne La capra (1909-10) Saba vede una capra colo Berto (unintera raccolta di poesie).
sotto la pioggia, non la slega, non interviene, e fa una 3. La poesia rimanda al genere letterario dei ritratti o
riflessione: la capra gli ricorda le sofferenze di tutti degli autoritratti; rimanda anche, per contrasto, a
gli uomini, colpiti dal dolore. Rosso Malpelo e a Ranocchio, i due ragazzini che la-
---II--- vorano nella miniera, della novella Rosso Malpelo
(1878) di Verga. Unaltra ragazzina Silvia a cui
Leopardi dedica lidillio A Silvia, che si preparava a
varcare il limitare della fanciullezza, o il garzoncello
scherzoso dellultima strofa de Il sabato del villag-
gio. I giovanissimi peraltro hanno avuto poco spazio
nella produzione letteraria.
---II---
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 473
La Malinconia, 1923-24 tu per me saresti quella casa.
Una porta si apre,
Malinconia tu entri vestita succintamente,
la vita mia e mi affascini.
struggi terribilmente;
e non v' al mondo, non c' al mondo niente Sei tanto piccola,
che mi divaghi. sei un incanto fugace
di primavera. Nascondi
Niente, o una sola nel berretto i tuoi biondi riccioli,
casa. Figliola, altri li mostri con ostentazione.
quella per me saresti.
S'apre una porta; in tue succinte vesti Ma la giovinezza,
entri, e mi smaghi. con la sua torbida ebbrezza,
passa, passa anche 'amore.
Piccola tanto, Cos restano tristi presentimenti
fugace incanto nel cuore addolorato.
di primavera. I biondi
riccioli molti nel berretto ascondi, O Malinconia,
altri ne ostenti. la vita mia
am lieta una cosa,
Ma giovinezza, sempre: la Morte. Ora essa quasi dolorosa,
torbida ebbrezza, perch non spero altro.
passa, passa l'amore.
Restan s tristi nel dolente cuore, Quando non si ama
presentimenti. pi, non si chiama
lei a liberarci [dal vuoto];
Malinconia, e nel dolore non ci fa pi felici
la vita mia il suo pensiero (=pensare a lei).
am lieta una cosa,
sempre: la Morte. Or quasi dolorosa, Io non sapevo
ch'altro non spero. questo; ora bevo
l'ultimo sorso amaro
Quando non s'ama dell'esperienza. Oh, quanto mai pi caro
pi, non si chiama il pensier della morte (=pensare alla morte),
lei la liberatrice;
e nel dolore non fa pi felice al giovanetto,
il suo pensiero. che come prima reazione
cambia colore e trema.
Io non sapevo E neanche il vecchio ama la tomba: la suprema
questo; ora bevo crudelt del nostro destino di esseri mortali.
l'ultimo sorso amaro
dell'esperienza. Oh quanto mai pi caro Riassunto. La Malinconia (personificata) riempie la
il pensier della morte, vita del poeta, perch al mondo non c niente che lo
renda spensierato. Essa divenuta la compagnia in-
al giovanetto, separabile della sua vita. Entra succinta nella sua ca-
che a un primo affetto sa, con i suoi riccioli, in parte nascosti dal berretto, in
cangia colore e trema. parte mostrati con ostentazione. E il poeta riflette:
Non ama il vecchio la tomba: suprema passa la giovinezza e passa anche lamore, restano
crudelt della sorte. soltanto tristi presentimenti nel cuore. Per tutta la vita
egli ha amato sempre, e con letizia, soltanto una cosa:
La malinconia la Morte (personificata). Quando non si ama pi, non
si chiama lei, la liberatrice. E, quando siamo immersi
Tu, Malinconia, nel dolore, non ci fa pi felici pensare a lei. Il poeta
riempi terribilmente non lo sapeva. Ora, che lo scopre, beve lultimo sorso
la mia vita amaro dellesperienza. Il pensiero della morte pi
e al mondo non c niente caro al giovinetto che come prima reazione cambia
che mi svaghi. colore e trema. E neanche il vecchio ama la tomba, la
suprema forma di crudelt del nostro destino di esseri
Niente o una sola
mortali. Ormai per il poeta nemmeno il pensiero della
casa. O figlia,
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 474
morte, la liberatrice, rimasto pi un sollievo, perci Commento
si abbandona alla Malinconia. 1 . Il poeta si rivolge a un amico immaginario, in real-
t parla delle sue reazioni verso Maria, una delle ra-
Commento gazze che ha visto o che conosce o che ha incontrato.
1 . La Malinconia divenuta la compagna inseparabi- In alternativa parla di Maria ad alta voce, tra s e s.
le del poeta e riempie la sua casa. Egli riflette: passa Maria una ragazza, che ha uno sguardo equivoco,
la giovinezza, passa anche lamore e la vita resta vuo- torbido, puttanesco. Non bella, a parte le mani, che
ta. Il poeta ha sempre amato la morte, la liberatrice. attirano baci. Veste in modo provocante e invitante,
Ma ha scoperto che, quando non si ama, pi, non la si per adescare i maschi. per met bambina e per met
invoca. E neanche quando siamo immersi nel dolore selvaggia. Eppure suscita nellanimo del poeta un
la invochiamo; siamo legati alla vita. Essa pi cara sentimento damore, anche se sa che ladra e bugiar-
al giovane che al pensarla cambia colore e trema. E da, quindi una nemica dei suoi valori. E il risultato
neanche il vecchio la ama: essa pone fine alla sua vi- che quanto pi la sua ragione la disprezza, tanto pi il
ta. Il poeta cos ha scoperto che non pu contare suo cuore la apprezza.
nemmeno sulla morte. Gli resta soltanto la Malinco- 2. Il poeta affascinato dalla ragazza: non bella, ha
nia. uno sguardo torbido e puttanesco, per met selvag-
2. simpatico ed inevitabile paragonare la malinco- gia, anche ladra e bugiarda, insomma va contro tutti
nia di Saba con quella di Cecco Angiolieri, che ha i suoi valori. Eppure egli la desidera lo stesso, e in-
una ben diversa motivazione: la sua donna lo ignora tensamente. Insomma al cuore o allistinto non si co-
ed egli tristissimo (La mia malinconia tanta e manda.
tale). Ma anche con la malinconia di Charles Baude- 3. La ragazza lo attrae proprio perch ha mantenuto
laire (Spleen, 1857) e dei poeti maledetti. caratteristiche presociali, rimasta selvaggia. E, stan-
---II--- do al titolo, rimasta anche bambina, cio rimasta
adolescente.
Fanciulle, 1923-24 4. Saba canta piccoli eventi della vita quotidiana. e-
venti effimeri, destinati a scomparire in breve tempo.
Vedi una ragazza diversa dal solito, ti colpisce e la
Maria ti guarda con gli occhi un poco desideri. E poi in genere si passa oltre.
come Venere loschi. 5. La poesia rapida e garbata. Il lettore non si ac-
Cielo par che s'infoschi (=renda torbido) corge nemmeno che ripropone un motivo antichissi-
quello sguardo, il suo accento quasi roco. mo di Catullo (): Odi et amo.
6. La ragazza o la giovane donna anti-stilnovistica
Non bella, n in donna ha quei gentili (Tanto gentile e tanto onesta pare La donna mia)
atti, cari agli umani; ed anche anti-petrarchesca (Erano i capei doro a
belle ha solo le mani, laura sparsi). Non neanche la donna letteraria o
mani da baci, mani signorili. ricoperta di agudezas del Barocco. la ragazza terra
terra, rozza o spontanea, non acculturata o selvaggia,
Dove veste, sue vesti son richiami ieri hippy ed oggi dark, che si incontra per strada e
per il maschio, unasprezza che ci colpisce per la sua giovinezza, che noi abbia-
strana di tinte. mezza mo dimenticato da poco o, in alternativa, da un pez-
bambina e mezza bestia. Eppure lami. zo.
7. Per il poeta la vita fatta soltanto di giovinezza e
Sai ch ladra e bugiarda, una nemica di amore. Pochino, pochino. Potrebbe essere anche
dei tuoi intimi pregi; vita dedita al lavoro, agli studi, alla poesia, allauto-
ma quanto pi la spregi (=disprezzi) fustigazione come i vattienti, allamicizia, ai passa-
pi la vorresti alle tue voglie amica. tempi, al sesso pi sfrenato, che faccia a meno della-
more, o anche allascessi mistica. O ai viaggi. Ma
Riassunto. Maria ha uno sguardo equivoco, torbido, ognuno fa quel che pu e ama quel che pu.
puttanesco, e ha la voce quasi roca. Non bella e non ---II---
ha quelle movenze che piacciono tanto agli uomini.
ha belle soltanto le mani, che vorresti baciare. Veste
in modo provocante, da attirare i maschi. mezza
bambina e mezza selvaggia. Eppure suscita in te un
sentimento damore. Sai che ladra, bugiarda, una
nemica dei tuoi valori. Ma, quanto pi tu la disprezzi,
tanto pi tu la vorresti amica dei tuoi desideri.
Miserere mei, Domine: Benigne fac, Domine, in bona voluntate tua Sion:
secundum magnam misericordiam tuam. ut aedificentur muri Ierusalem.
Quoniam iniquitatem meam ego cognosco: Piet di me, o Dio, con la tua misericordia,
et peccatum meum contra me est semper. nel tuo grande amore cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le colpe e dal mio peccato mondami.
Tibi soli peccavi, et malum coram te feci: Conosco la mia colpa, il mio peccato davanti a me.
ut iustificeris in sermonibus tuis,
et vincas cum iudicaris. Contro te solo ho peccato, ci che male io lho fatto;
giusta la tua parola e retto il tuo giudizio.
Ecce enim in inquitatibus conceptus sum: Nella colpa son generato, nel peccato concepito.
et in peccatis concepit me mater mea. Ma tu vuoi un cuore sincero, sapienza tu mi insegni.
Averte faciem tuam a peccatis meis: Insegner agli erranti le vie del tuo amore
et omnes iniquitates meas dele. e torneranno con gioia a te i peccatori.
Liberami dal sangue, o Dio, Signore di salvezza.
Cor mundum crea in me, Deus: E la mia lingua esalti la tua giustizia.
et spiritum rectum innova in visceribus meis.
Apri le mia labbra, o Signore, proclamino la lode,
Ne proiicias me a facie tua: perch non gradisci il sacrificio, lofferta.
et spiritum sanctum tuum ne auferas a me. Uno spirito contrito a Dio sacrificio.
Un cuore affranto e umiliato, o Dio, tu non disprezzi.
Redde mihi laetitiam salutaris tui:
et spiritu principali confirma me. Nel tuo grande amore fa grazia a Sion,
ed innalza le mura di Gerusalemme.
Docebo iniquos vias tuas: Accoglierai il sacrificio, preghiera ed olocausto,
et impii ad te convertentur. allora saliranno le offerte sopra il tuo altare.
-----------------------------II-----------------------------
Libera me de sanguinibus,
Deus, Deus salutis meae:
et exsultabit lingua mea iustitiam tuam.
Commento
1. Linno riprende alcuni elementi dal Vangelo: la
Regina del cielo ha messo al mondo Cristo, che ha
riaperto la via del cielo con il suo sacrificio sulla cro-
ce.
2. Il verso iniziale potente: d limpressione fisica
della gioia del fedele che si rivolge alla Madonna.
3. Si potrebbe confrontare lOlimpo cristiano con
lOlimpo greco e romano, per vedere la reciproca ori-
ginalit. Nel mondo greco e romano ci sono:
Salve, Regina
Salve, o Regina
Te, Deum, laudamus: te Dominum confitemur. Ti lodiamo, o Dio, affermiamo che tu sei il Signore.
Te aeternum patrem, omnis terra veneratur. Tutta la terra venera te, eterno Padre.
Tibi omnes angeli, A Te tutti gli angeli
tibi caeli et universae potestates: a Te le potenze del cielo e delluniverso,
tibi cherubim et seraphim, a Te i cherubini e i serafini,
incessabili voce proclamant: cantano con voce incessabile:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Santo, Santo, Santo
Dominus Deus Sabaoth. il Signore Dio degli eserciti.
Pleni sunt caeli et terra I cieli e la terra sono pieni
majestatis gloriae tuae. della grandezza della tua gloria.
Commento
1. Linno cantato il 31 dicembre di ogni anno come -----------------------------II-----------------------------
ringraziamento dellanno appena trascorso.
-----------------------------II-----------------------------
Amen. Amen.
Egli sar con noi nel grande giorno, perch ha guardato lumilt della sua serva.
al suo ritorno. Gloria al Signor! Dora in poi tutte le generazioni
mi chiameranno beata.
Cristo nei secoli! Cristo la storia!
Cristo la gloria! Gloria al Signor! Grandi cose ha fatto in me lOnnipotente
e Santo il suo nome:
Commento
1. Cristo risusciti un congiuntivo esortativo: che di generazione in generazione la sua misericordia
Cristo risusciti. Il grande giorno il giorno del si stende su quelli che lo temono.
giudizio universale. Risuscitare termine popolare
(Cristo risuscita in tutti i cuori). Normalmente si dice Ha spiegato la potenza del suo braccio
risorgere (i fedeli risorgono in Dio Salvatore), usa- ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
to poco pi sotto.
-----------------------------II----------------------------- ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
Il tredici maggio apparve Maria
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Il tredici maggio apparve Maria
a tre pastorelli in Cova dIria.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
Ave, ave, ave, Maria,
ave, ave, ave, Maria.
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.
Splendente di luce veniva Maria,
il volto suo bello un sole apparia.
Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Dal cielo discesa a chieder preghiera
pei gran peccatori con fede sincera.
Come era nel principio e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.
In mano portava un rosario Maria,
che addita ai fedeli del cielo la via.
Commento
1. Magnificare significa lodare, onorare. Le parole
Un inno di lode sinnalza a Maria
sono pronunciate da Maria, dopo che langelo Ga-
che a Fatima un giorno raggiante apparia.
Ed insieme in Paradiso,
grideremo viva Maria!
Grideremo viva Maria!
Viva Lei che ci salv.
Bella tu sei qual sole... (Due volte.) Oh Dio del cielo, se mi vorrai amare,
scendi dalle stelle e vienimi a cercare.
Gli occhi tuoi son pi belli del mare, Oh Dio del cielo, se mi vorrai amare
la tua fronte ha il colore del giglio, scendi dalle stelle e vienimi a cercare.
le tue gote baciate dal Figlio
son due rose e le labbra son fior. Senza di te non so pi dove andare,
come una mosca cieca che non sa pi volare.
Bella tu sei qual sole (Due volte.) Senza di te non so pi dove andare
come una mosca cieca che non sa pi volare.
Commento
1. Saverio DAria scrive un inno alla Madonna inse- Oh Dio del cielo, se mi vorrai amare,
rendosi nella lunga tradizione degli inni in onore alla scendi dalle stelle e vienimi a salvare.
Vergine. Il canto scritto in italiano, semplice, o- Oh Dio del cielo, se mi vorrai amare
recchiabile, e da cantare in coro. La ripetizione delle scendi dalle stelle e vienimi a salvare.
strofe contribuisce a renderlo semplice e festoso. La
semplicit dimostra cultura e mestiere: alle spalle ci E se ci hai regalato il pianto ed il riso,
sono le canzonette dellArcadia. In azzurro sono i noi qui sulla terra non lo abbiamo diviso.
termini della poesia tradizionale. Lautore riesce a E se ci hai regalato il pianto ed il riso
combinarli in modo fresco e originale: essi riescono a noi qui sulla terra non lo abbiamo diviso.
creare una gradevole immagine della Madonna.
Limmagine mentale rafforzata da tutte le immagini Oh Dio del cielo, se mi vorrai amare,
dipinte e le sculture che la rappresentano. scendi dalle stelle e vienimi a cercare.
2. Lautore descrive laspetto e la bellezza della Ma- Oh Dio del cielo, se mi vorrai amare
donna. I cantautori laici si dimenticano sempre di de- scendi dalle stelle e vienimi a salvare.
scrivere la ragazza che amano. Non hanno gli occhi,
forse neanche il cervello. Oh Dio del cielo, se mi cercherai,
3. Lautore riesce effettivamente a trasformare i suoni in mezzo agli altri uomini mi troverai.
in immagini semplici e coinvolgenti, rafforzate anche Oh Dio del cielo, se mi cercherai
dai ritornelli. nei campi di granturco mi troverai.
4. Conviene confrontare questo canto con la rappre-
sentazione della Vergine di Stabat Mater e di Donna Dio del cielo io ti aspetter,
de paradiso di Jacopone da Todi e della preghiera al- nel cielo e sulla terra io ti cercher.
la Vergine di Dante (Pd XXXIII, 1-39).
-----------------------------II----------------------------- Oh Dio del cielo... (Sei volte.)
Riassunto
Il protagonista invita Dio a scendere dal cielo e, se
vorr avere lui, lo trover in mezzo agli altri uomini,
in un campo di granturco. Poi lo invita ad andarlo a
cercare, se lo vorr amare. Non gli vuole rubare le
chiavi del paradiso, ma Dio gli potrebbe regalare un
attimo di gioia. Senza di Lui non sa dove andare,
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 493
come una mosca cieca che non sa pi volare. Se lo spetta un figlio, tutti guardano con simpatia. Ma
vuole amare, deve venirlo a salvare. Se Dio ci ha re- lessere madre ha due aspetti, il momento del dolore
galato il pianto e il riso, qui sulla terra non lo si di- (il parto) e il momento della gioia (il bambino ormai
viso in modo equo. Se Dio lo cercher, lo trover in nato). E non importante se il figlio un figlio
un campo di granturco. Il protagonista lo aspetter, e, normalissimo nato da gente comune o addirittura il
se Egli non verr, nel cielo e sulla terra egli lo cerche- Messia. E nella maternit si realizza ogni donna.
r. 3. Il cantautore accomuna Maria a tutte le altre donne
e propone unimmagine della donna e della Madonna
Commento che contrastava con lidea di donna del tempo: im-
1. Lo spiritual una musica afro-americana, che di perversavano le discussioni sulla donna-oggetto,
solito accompagna un testo religioso cristiano. Negli strumentalizzata dai cattivi capitalisti. I buoni intellet-
anni Sessanta dagli USA arrivano il jazz, Bob Dylan tuali di Sinistra lanciavano strali moralistici contro
e gli spiritual, che affascinano i giovani europei. arri- luso strumentale del corpo femminile, che a loro av-
vano anche i film di Hollywood, gli hippy e la conte- viso serviva soltanto a vendere maggiori quantit di
stazione giovanile. merci e ad aumentare squallidamente il profitto. Non
2. De Andr rovescia i termini della ricerca: non pi riuscivano nemmeno a capire che maggiore produ-
luomo che cerca Dio, Dio che deve cercare luomo. zione di merci significava un maggior numero di po-
E lo cerca se lo vuole amare davvero, se lo vuole sal- sti di lavoro per gli operai. Gli attacchi al consumi-
vare davvero. Luomo non vuole rubargli le chiavi smo e alluomo a una dimensione quella economica
del paradiso, ma non disprezzerebbe di ricevere un erano per facili da interpretare: gli intellettuali e-
attimo di gioia. Egli non sa dove andare, perci invita rano ai margini delleconomia e potevano avere quan-
Dio a venirlo a salvare. Egli ha regalato agli uomini il tit modestissime di beni di consumo.
pianto e il sorriso, ma, giunti sulla terra, non sono sta- 4. Oltre agli attacchi sconclusionati contro il capitali-
ti divisi equamente. Il protagonista si ripete: Dio, se smo, che si erano inventati, essi avevano un altro
lo vuole amare, deve venire a cercarlo sulla terra. E chiodo fisso: la lotta ad oltranza contro la repressione
quindi conclude: egli lo aspetta, ma, se non viene a sessuale di cui sarebbe stata responsabile la Chiesa
cercarlo, allora sar lui a cercare Dio. cattolica. Non si sono mai accorti che la Chiesa atti-
3. Si pu confrontare questa canzone con Francesco rava i fedeli con grandi quantit di sesso (Adamo ed
Guccini, Dio morto (1965), portata al successo dai Eva prima nudi e poi vestiti, Susanna nuda al bagno
Nomadi. Ed anche con due testi medioevali: il Dies che eccitava i vecchioni, Betsabea che si spogliava
irae e Jacopone da Todi, Donna de paradiso. per leggere una lettera di David, Cristo nudo sulla
-----------------------------II----------------------------- croce con il perizoma che sta sempre per cadere, il
bel san Sebastiano, culturista e soldato romano, la
De Andr Fabrizio, Ave Maria, 1970 Maddalena vestita di soli capelli, cio nuda, ecc.). E
non hanno mai capito che meglio frullare dentro il
matrimonio, non soltanto per evitare fastidiose malat-
E te ne vai, Maria, fra laltra gente tie veneree, ma anche perch soltanto un rapporto
che si raccoglie intorno al tuo passare, stabile, una coppia stabile e affiatata, permetteva di
siepe di sguardi che non fanno male allevare decentemente il figlio che, o prima o poi,
nella stagione di essere madre.
cercato o meno, nasceva.
5. Anche Jacopone da Todi aveva cercato di assimila-
Sai che fra unora forse piangerai, re la Madonna a tutte le altre donne in Stabat Mater e
poi la tua mano nasconder un sorriso: Donna de paradiso.
gioia e dolore hanno il confine incerto -----------------------------II-----------------------------
nella stagione che illumina il viso.
Commento
1. Si pu confrontare lAve Maria di De Andr con
linno Dellaurora tu sorgi pi bella di Francesco
Saverio DAria. Due mondi e due modi diversi di ve-
dere la Madonna.
2. Il testo difficile. De Andr vuol dire che una
donna prima femmina e poi madre. E, quando a-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 494
Le canzoni politiche del Novecento operaio. Una convinzione ingenua, dettata da una co-
noscenza insignificante della societ, delleconomia e
Conviene dare unocchiata anche alle canzoni politi- del potere costituito. Comunque sia, alla fine del se-
che del Novecento. In questo modo si completano tre colo i salari aumentano: i capitalisti capiscono che,
aree culturali diverse e avverse alla cultura letteraria aumentandoli, prendono due piccioni con una fava: 1)
ufficiale o dotta: larea occupata dalla Chiesa cattoli- conquistano un un nuovo vastissimo mercato, quello
ca, le canzonette di Sanremo, e larea politica (socia- costituito dalla popolazione che ha un modesto potere
lista-comunista, anarchica e anche nazional-fascista). dacquisto; e 2) eliminano i motivi di protesta, di
I confronti fra le diverse aree sono assai interessanti. sciopero e di rivolta degli operai. Le organizzazioni
politiche e sindacali sono spiazzate, e allora alozano
In Europa la classe operaia nasce nei primi decenni il tiro, le richieste: le otto ore ecc. La storia fallimen-
dellOttocento e si sviluppa per tutto il secolo. In Ita- tare della Prima e Seconda Internazionale dei Lavora-
lia la FIAT apre i cancelli nel 1899, ma lo sviluppo tori lo dimostra. I dirigenti del movimento operaio
industriale successivo alla seconda guerra mondiale. prima ingannavano se stessi e poi gli operai con le
I salari degli operai erano bassi, i fermenti di protesta loro fantasie e con le loro analisi economiche.
erano numerosi. Nel 1864 nasce la Prima Internazio-
nale operaia. Le idee, le aspirazioni, gli ideali trovano La bandiera e linno diventano i caratteri simbolici
spazio nelle canzoni politiche. Gli operai protestano che uniscono i lavoratori e le lavoratrici. Ma si devo-
contro lo sfruttamento e immaginano un mondo no ricordare anche due simboli particolari, ampia-
migliore, di pace e di lavoro, senza il padrone. Nel mente sfruttati in area socialista e comunista: la falce
1871 la Comune parigina il primo esempio di go- e il martello. La falce indica i lavoratori dei campi, il
verno operaio della storia. Dura pochi mesi ed martello indica gli operai. A dire il vero, il martello fa
spazzata via dallintervento dellesercito. Chi non re- pensare piuttosto al fabbro che batte il ferro sullin-
sta ucciso nei combattimenti finisce a fare i lavori cudine. Ma era difficile trovare un simbolo facile, e-
forzati nella Guyana francese. spresso da una parola semplice, per indicare il lavoro
operaio in fabbrica: una chiave inglese non permette-
La cultura popolare ora si riallacciava alla cultura let- va di colpire e abbattere il sistema. E ad ogni modo il
teraria, ora prendeva dalla cultura religiosa, che per- martello lo strumento con cui gli operai, guidati dal-
vadeva i pensieri, gli animi e le parole. Perci non ci le loro organizzazioni sindacali (i partiti compariran-
si deve meravigliare se le canzoni di lotta e di prote- no pi tardi), abbatteranno il sistema economico capi-
sta sembrano scritte da qualche spirito religioso. talistico. Una pia illusione, costantemente smentita
LInno dei lavoratori inizia con questo verso: Su dai fatti. Essi non avevano la minima idea di quel che
fratelli, su compagni. E poco dopo c non la spe- era leconomia del loro tempo. Il lavoro era conside-
ranza della felicit in paradiso, ma quella nel sol rato sfruttamento, perch secondo intellettuali e lavo-
dellavvenir. E il riscatto (un altro termine eccle- ratori le merci spettavano agli operai che le avevano
siastico, che corrisponde alla salvezza terrena e ultra- prodotte, e il padrone, sempre vestito in modo ele-
terrena) non pi fatto da Dio che si sacrifica sulla gante, era uno sfaticato, che si appropriava dei frutti
croce per gli uomini, ma ottenuto dalla lotta dei ri- del lavoro altrui.
voluzionari contro i padroni o i padrun o i signoro-
ni sfaccendati e pieni di orgoglio e presunzione. I Vale la pena di fare anche unaltra osservazione lin-
rivoluzionari vogliono una felicit terrena, anche se guistica: gli operai sono pochi o pochissimi, perch
rimandata a un futuro sicuramente molto prossimo, a normalmente si parla di proletari, cio individui che
portata di mano. Daltra parte anche il laicissimo il- hanno moltissima proles, prole, figli. Ovviamente i
luminismo (1730-90) aveva fatto incetta di idee ec- figli nascono sotto i cavoli o tra i rami degli alberi.
clesiastiche, girate in salsa laica. Ma il termine stato scelto perch il termine concor-
renziale di operaio faceva pensare a una situazione
I rivoluzionari sono maschi e femmine: anche le don- idilliaca, cosa che non si voleva. E cos gli operai so-
ne del popolo vanno in fabbrica a lavorare. Curiosa- no stati declassati e denigrati: sono ricchi di prole, di
mente mantengono la caratteristica che tutte le donne figli, e sono poveri di denari. Magari una vita pi
hanno da Santippe, moglie di Socrate, in poi: hanno prudente a letto con la moglie faceva gli interessi di
delle belle buone lingue e non hanno neanche pau- tutti. Se i figli sono molti, si costretti a mandarli a
ra. lavorare a otto anni. Il alario non permette di mante-
nerli pi a lungo.
La lega o il partito diventano punti di riferimento i-
deali e di lotta. La lega o il partito dei lavoratori de- La scelta del termine fatta da Karl Marx (1818-
vono crescere, ma ci sono sempre le forze controrivo- 1883), un ebreo che immaginava di aver capito tutto
luzionarie e i crumiri in agguato, che fanno fallire gli di economia e che invece non aveva capito niente.
scioperi. NellOttocento era diffusa la convinzione Non aveva neanche capito che il capitalista che inve-
che lo sciopero generale fosse capace di affossare il ste il suo denaro non lo fa per farsi caldo o per far
sistema capitalistico e di porre fine allo sfruttamento passare il tempo, ma per avere un rientro economico:
non il denaro sottratto al salario degli operai, ma il
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 495
denaro che gli spettava in quanto lavorava per farlo nomia di pace. Da una parte ci sono le squadr(acc)e
fruttare e in quanto rischiava il suo capitale. Suo lo fasciste, provviste di olio di ricino e manganello, al
slogan pi famoso in area proletaria (o operaia) e pi servizio di latifondisti e industriali; dallaltra c loc-
insulso: Proletari di tutto il mondo, unitevi! (1848). cupazione delle fabbriche (biennio rosso, 1919-20),
che per la totale incapacit dei sindacati fallisce. E gli
Sua pure la ridicola profezia che i capitalisti si fan- operai ritornano lemme lemme al lavoro. Le teorie
no concorrenza, chi perde finisce tra i proletari, cos socialiste e comuniste prevedevano la conquista vio-
aumentano i proletari e diminuiscono i capitalisti, lenta del potere e la dittatura del proletariato, ma
finch si arriver a un solo capitalista, e allora i prole- quella era violenza buona, perci giustificabile
tari faranno la rivoluzione Gi nel Basso Medio
Evo le imprese (si chiamavano corporazioni) non si Daltra parte il clima di violenza era precedente alla
facevano concorrenza e concordavano le caratteristi- prima guerra mondiale: nel 1909 il Manifesto del Fu-
che e il prezzo sul mercato dei prodotti. Cos si evita- turismo predicava la violenza come sola igiene del
va di danneggiare limprenditore e le famiglie dei la- mondo. Tocca a Mussolini liberare lItalia e gli ita-
voratori. Nelleconomia marxista la merce era con- liani dai partiti, che non svolgevano neanche a livelli
sumata dai marziani o si consumava da s... In alter- minimi i compiti istituzionali previsti. Nel 1923 li
nativa non si riusciva a capire perch, pur essendo i mette fuori legge. Nemmeno dopo un secolo i partiti
prezzi bassissimi e pur essendo la merce utile e/o ne- vogliono riconoscere che, se il Nazional-fascismo
cessaria, essa restava invenduta. Finalmente qualcuno andato (democraticamente) al potere, il merito o il
capisce che ci dipendeva dal (limitato) potere dac- demerito spetta a loro. Gli italiani erano stanchi del
quisto degli acquirenti, operai compresi. loro non-governo e dei loro continui litigi.
In realt il capitalista ha il problema di vendere le Leggendo la produzione di inni delle varie correnti
merci che produce o fa produrre e non c niente di politiche e leggendola in ordine cronologico, si fa una
meglio che vendere le merci agli stessi operai che le scoperta sorprendete e sconvolgente: rivoluzionari e
hanno prodotte, come avverr a fine Ottocento. Cos i nazional-fascisti usano spessissimo gli stessi termini
capitalisti o i padroni o gli sfruttatori prendono due e propongono spessissimo le stesse idee. Sono pure
piccioni con una fava: allargano il mercato delle loro accomunati dalla pratica della violenza, per fare la
merci, vendendole agli operai; e tolgono ogni velleit rivoluzione da una parte, per fermare gli internazio-
rivoluzionaria agli operai o ai proletari, che cos non nalisti che rinnegano la patria dallaltra. Nelle leg-
hanno pi alcun motivo per lamentarsi. In ogni caso gende metropolitane antifasciste sono violenti soltan-
soltanto alle leggi della fisica (come la forza di gravi- to i fascisti, invece la violenza proletaria giusta o in
t) non c rimedio. Per il resto si possono cercare so- alternativa non mai vista. La storia si fa anche con il
luzioni che evitino il/un (improbabile) tracollo del paraocchi.
proprio ceto sociale. Tra laltro nel corso del Basso E allora sorge una domanda: che cosa distingueva
Medio Evo esse erano state trovate e applicate: le nazional-fascisti e socialisti-comunisti. La risposta
corporazioni (o le gilde) decidevano le caratteristiche semplice: i primi avevano una origine sociale picco-
e il prezzo del prodotto ed evitavano nel modo pi lo-borghese e si appoggiavano allo Stato, erano di-
assoluto di farsi una stupida concorrenza abbassando pendenti statali o proprietari terrieri; i secondi aveva-
di pi i prezzi e danneggiandosi con le proprie mani. no alle spalle (o pensavano di avere) gli operai e forse
qualche lavoratore della terra.
Per par conditio sono citati anche alcuni canti sia a-
narchici sia nazional-fascisti. I vincitori hanno sem- Ora si pu passare alla lettura degli inni e dei canti di
pre un chiodo fisso: la damnatio memoriae, lelimina- protesta, anche se sarebbe preferibile sentirli cantati e
zione totale dellavversario sconfitto. In proposito accompagnati dalla musica. Come la Chiesa faceva e
lopera degli antifascisti stata efficace: hanno infie- insegnava a fare da 2.000 anni. Ununica triste consi-
rito anche sul nome di alcune citt italiane fondate dal derazione: oggi queste canzoni non si cantano pi,
regime abbattuto (Littoria diventa Latina). E il Na- sono scomparse. Chi le cantava cambiato a tal
zional-fascismo divenuto il simbolo di ci che ne- ppunto, da non riconoscersi pi in esse. Sono state
ro, brutto e cattivo. Limmagine che ne emerge tal- cantate fino agli anni Settanta del secolo scorso. Oggi
mente falsificata e lontana dalla realt, che non pu ha chiuso anche lunit (12.02.1924-02.06.2017), il
essere nemmeno paragonata ai discorsi scombinati e quotidiano storico del PCI-PD. Questo oblio un
dementi che si fanno allosteria dopo aver bevuto danno per tutti, anche per chi non si riconosceva in
venti birre super-alcoliche. queste canzoni, perch fanno parte della storia italia-
na di tutti, come i canti di chiesa. Oltre a ci chi per-
I quattro anni di violenza della prima guerra mondiale de le sue radici diventa una minaccia sociale.
perdurano nel dopoguerra (1918-23): i partiti al go-
verno non riescono o non vogliono risolvere i pro- Unavvertenza: ci sono canzoni fuori del Novecento.
blemi della ricostruzione, dellinflazione, dei debiti Non stato un errore: le canzoni o gli inni del passato
delle famiglie, del rientro dei reduci, della riconver- sono stati cantati a squarciagola dal 1960 al 1975. E-
sione delleconomia da economia di guerra ad eco- rano considerate attuali.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 496
Turati Filippo-Mattei Zenone, Inno dei la- crumiri col padrone
voratori, 1886 E la libert non viene,
perch non c lunione,
crumiri col padrone
Su fratelli, su compagni,
son tutti da ammazzar.
su venite in fitta schiera,
sulla libera bandiera Oilioilioil
splende il sol dellavvenir. e la lega crescer...
Nelle pene e nellinsulto Sebben che siamo donne,
ci stringemmo in mutuo patto, paura non abbiamo,
la gran causa del riscatto,
abbiam delle belle buone lingue,
niun di noi vorr tradir. abbiam delle belle buone lingue
Il riscatto del lavoro Sebben che siamo donne,
dei suoi figli opra sar: paura non abbiamo,
o vivremo del lavoro abbiam delle belle buone lingue
o pugnando si morr. e ben ci difendiamo.
O vivremo del lavoro Oilioilioil
o pugnando si morr. e la lega crescer...
Commento E voialtri signoroni,
1. Il testo presentato in versione breve. Si trova an- che ci avete tanto orgoglio,
che una versione che coinvolge le donne: Su fratelli, abbassate la superbia,
su compagne. Ci si aspetterebbe piuttosto un Su
abbassate la superbia
fratelli, su sorelle.
2. I termini in azzurro indicano le parole chiave. Mol- E voialtri signoroni,
te sono di derivazione ecclesiastica. La Chiesa catto- che ci avete tanto orgoglio,
lica faceva pensare al paradiso. Il mondo socialista e abbassate la superbia,
rivoluzionario spostava invece il paradiso in terra e e aprite il portafoglio.
sperava nel sol dellavvenir, nel futuro prossimo,
quando gli operai avrebbero conquistato il potere po-
Oilioilioil
litico. e la lega crescer
3. Pugnando un termine letterario dotto e latino. e noialtri lavoratori,
La pugna la battaglia. Il termine era di uso comune. e noialtri lavoratori,
Si trova anche in altre canzoni rivoluzionarie. oilioilioil
-----------------------------II----------------------------- e la lega crescer,
e noialtri lavoratori
La lega, 1890-1914 vurumma vess pag
(=vorremmo esser pagati).
Sebben che siamo donne,
paura non abbiamo, Commento
per amor dei nostri figli, 1. Una canzone devessere necessariamente semplice,
per amor dei nostri figli comprensibile, suggestiva, orecchiabile, e deve in-
fiammare gli animi. Spesso per d limpressione che
Sebben che siamo che siamo donne, sia intellettuali vicini ai lavoratori, sia gli stessi lavo-
paura non abbiamo, ratori non vadano al di l delle idee e delle proposte
per amor dei nostri figli, contenute nei versi. In questo caso almeno si davan-
in lega ci mettiamo. ti a un piccolo-grande risultato: la lega aumenta il po-
tere contrattuale dei lavoratori o degli iscritti.
Oilioilioil 2. Qui gli iscritti alla lega se la prendono con i crumi-
e la lega crescer ri, cio con coloro che durante gli scioperi vanno a
e noialtri socialisti e noialtri socialisti, lavorare, rendendo gli scioperi stessi meno efficaci.
oilioilioil e la lega crescer 3. La libert di cui si parla la libert dallo sfrutta-
e noialtri socialisti vogliam la libert! mento, come in altre canzoni. Ma per il pensiero so-
cialista e comunista, lavoro dipendente significa sol-
E la libert non viene tanto sfruttamento. Il padrone non ha alcun merito,
perch non c lunione, neanche di aver aperto la fabbrica.
crumiri col padrone,
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 497
4. Le donne che cantano si dimenticano di essere la- Pietro Gori (1865-1911), Addio a Lugano,
voratrici. Si identificano con i lavoratori maschi. 1895
-----------------------------II-----------------------------
Addio, Lugano bella,
Pietro Gori (1865-1911), Inno del primo o dolce terra pia,
maggio, 1892 scacciati senza colpa,
gli anarchici van via
Vieni, o maggio, taspettan le genti, e partono cantando
ti salutano i liberi cuori, con la speranza in cor.
E partono cantando
dolce Pasqua del lavoratori,
con la speranza in cor.
vieni e splendi alla gloria del sol.
Ed per voi sfruttati,
Squilli un inno di alate speranze per voi lavoratori,
al gran verde che il frutto matura che siamo ammanettati
e la vasta ideal fioritura al par dei malfattori.
in cui freme il lucente avvenir. Eppur la nostra idea
solo idea damor.
Disertate falangi di schiavi Eppur la nostra idea
dai cantieri da larse officine, solo idea damor.
via dai campi, su da le marine
tregua tregua alleterno sudor. Anonimi compagni,
amici che restate,
Innalziamo le mani incallite le verit sociali
e sian fascio di forze fecondo, da forti propagate (=diffondete).
noi vogliamo redimere il mondo, questa la vendetta
dal tiranni de lozio e de lor. che noi vi domandiam.
questa la vendetta
che noi vi domandiam.
Giovinezza dolori ideali,
primavere dal fascino arcano,
Ma tu che ci discacci
verde maggio del genere umano, con una vil menzogna,
date ai petti il coraggio e la f, repubblica borghese,
un d ne avrai vergogna.
Date fiori ai ribelli caduti Noi oggi taccusiamo
collo sguardo rivolto allaurora, in faccia allavvenir.
al gagliardo che lotta e lavora, Noi oggi taccusiamo
al veggente poeta che muor. in faccia allavvenir.
Progressisti e recuperatori,
noi sputiamo sui vostri discorsi,
per Valpreda, Pinelli e noi tutti
c soltanto una cosa da far.
Dio del Ciel se fossi una colomba Donne! Donne! Donne! Che lamore trasformer.
vorrei volar laggi dov il mio amor, Mamme! Mamme! Mamme! Questo il dono che
che inginocchiato a San Giusto Dio vi fa.
prega con lanimo mesto:
fa che il mio amore torni Tra batuffoli e fasce mille sogni nel cuor.
ma torni presto. Per un bimbo che nasce quante gioie e dolor.
Vola, colomba bianca, vola Mamme! Mamme! Mamme! Quante pene lamor vi
diglielo tu d.
che torner. Ieri, oggi, sempre, per voi mamme non c piet.
Ogni vostro bambino, quando un uomo sar,
Dille che non sar pi sola verso il proprio destino, senza voi se ne andr!
e che mai pi
la lascer. Son tutte belle le mamme del mondo
quando un bambino si stringono al cuor.
Fummo felici uniti e ci han divisi Son le bellezze di un bene profondo
ci sorrideva il sole, il cielo, il mar fatto di sogni, rinunce ed amor.
noi lasciavamo il cantiere
lieti del nostro lavoro tanto bello quel volto di donna
e il campanon din don che veglia un bimbo e riposo non ha;
ci faceva il coro. sembra limmagine duna Madonna,
sembra limmagine della bont.
Vola, colomba bianca, vola
E gli anni passano, i bimbi crescono,
Tutte le sere maddormento triste le mamme imbiancano; ma non sfiorir la loro belt!
e nei miei sogni piango e invoco te
anche il mi vecio (=vecchio) te sogna Son tutte belle le mamme del mondo
pensa alle pene sofferte grandi tesori di luce e bont,
piange e nasconde il viso tra le coperte. che custodiscono un bene profondo,
il pi sincero dellumanit.
Vola, colomba bianca, vola
Son tutte belle le mamme del mondo
Diglielo tu ma, sopra tutte, pi bella tu sei;
che torner. tu, che mhai dato il tuo bene profondo
e sei la Mamma dei bimbi miei.
Commento
1. San Giusto indica la cattedrale di San Giusto a Commento
Trieste. La canzone cantata con grandissimo suc- 1. La canzone celebra tutte le mamme del mondo, che
cesso da Nilla Pizzi, Luciano Tajoli e Claudio Villa. hanno messo al mondo un bambino, che lo hanno al-
esplicito il riferimento a Trieste divisa in due zone, levato e fatto diventare adulto. Esse con il tempo so-
una controllata dallItalia, una dalla Jugoslavia: no imbiancate, ma non sfioriranno mai. E poi il bam-
Fummo felici uniti e ci han divisi. Gli USA nel trat- bino-adulto le ha piantate ed andato per la sua stra-
tato di fine guerra (e non di pace) si preoccupano di da. La canzone inizia con una parte in prosa (Donne!
dividere la citt in due, met allItalia e met alla Ju- Donne! Donne!), e poi cantata (Son tutte belle le
goslavia, in modo da creare un motivo permanente di mamme del mondo). E scomoda anche Dio Nel
tensioni e di guerra tra i due Stati. La situazione si ri- 1948, soltanto qualche anno prima, la DC prende il
solve soltanto nel 1975 con il trattato salomonico di 48,8% dei voti alle elezioni. La societ italiana era
Osimo: si ratifica lo status quo durato ventanni. cristiana e cattolica.
2. Dio del ciel: una citazione religiosa era normale 2. Alla fine della canzone il cantautore ha un colpo
nellItalia del tempo. La vita di tutti era pervasa dalla dala. Dice che sono tutte belle le mamme del mondo
religione e dalla terminologia/cultura religiosa. Nel e soprattutto bella la madre dei suoi figli. Un gradi-
1966 a Sanremo Domenico Modugno e Gigliola Cin- to complimento a sua moglie, per la quale ha lasciato
quetti cantano Dio, come ti amo, che fece scandalo, e la famiglia dei genitori. Ma era normale che la moglie
vincono al festival. andasse a vivere a casa di lui con i suoceri.
3. Il mi vecio un soprannome affettuoso. 3. La canzone destinata al successo e a un grande
---------------------------II----------------------------- successo, perch, finita la seconda guerra mondiale, a
partire dai primi anni Cinquanta la natalit riprende in
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 534
modo massiccio e ci sono moltissime mamme con 1. Modugno mescola versi brevi e versi lunghi (o ver-
bambini piccoli. si in prosa). E usa anche il ritornello, trasformato in
4. Il pap assente: una dimenticanza. Ma normal- puro suono. abile luso degli infiniti (volare, canta-
mente non era mai associato al figlio. Si sarebbe sen- re) e pure della interiezione (oh!). facile e immedia-
tito molto imbarazzato ad esprimere qualche senti- ta la contrapposizione lass (e volare) e quaggi
mento daffetto verso di lui. I sentimenti sono cose da (ma con te). E i versi sono onomatopeici. E abile an-
donne. che la variazione Nel blu, dipinto di blu e Nel blu
5. Con questa canzone Giorgio Consolino vince il Fe- degli occhi tuoi blu.
stival di Sanremo nel 1954. 2. La canzone provoca una facile identificazione
-----------------------------II----------------------------- nellascoltatore, che pu volare perch canta. Cantare
era unabitudine molto diffusa, fino alla comparsa
Migliacci Franco-Modugno Domenico, della radio. Basta poco o addirittura niente, per volare
Nel blu, dipinto di blu o Volare, 1958 ed essere felici. Il benessere economico (1958-61)
doveva ancora arrivare.
3. La canzone o, come si diceva, il brano musicale
Penso che un sogno cos non ritorni mai pi;
cantato, per limportanza della musica, dimostra
mi dipingevo le mani e la faccia di blu,
grandissimo mestiere e grande conoscenza della lin-
poi dimprovviso venivo dal vento rapito
gua. Essa un buon prodotto ed sicuramente buona
e incominciavo a volare nel cielo infinito
cultura. E si deve riconoscere che per la cultura popo-
lare hanno fatto di pi Sanremo e Mike Buongiorno
Volare oh, oh!
(1924-2009) che la nuova scuola media italiana
Cantare oh, oh, oh, oh!
(1963).
Nel blu, dipinto di blu,
---------------------------II-----------------------------
felice di stare lass.
E volavo, volavo felice pi in alto del sole ed ancora Modugno Domenico-Verde Dino, Piove,
pi su, 1959
mentre il mondo pian piano spariva lontano laggi,
una musica dolce suonava soltanto per me Mille violini suonati dal vento,
tutti i colori dellarcobaleno
Volare oh, oh! vanno a fermare la pioggia dargento
Cantare oh, oh, oh, oh! ma piove piove
Nel blu, dipinto di blu, sul nostro amor.
felice di stare lass.
Ciao ciao bambina
Ma tutti i sogni nellalba svaniscon perch, un bacio ancora e poi per sempre
quando tramonta, la luna li porta con s. ti perder
Ma io continuo a sognare negli occhi tuoi belli, come una fiaba lamore passa
che sono blu come un cielo trapunto di stelle. cera una volta poi non c pi
cos che trema sul tuo visino
Volare oh, oh! pioggia o pianto
Cantare oh, oh, oh, oh! dimmi cos
Nel blu, dipinto di blu, vorrei trovare parole nuove
felice di stare quaggi. ma piove piove sul nostro amor.
Sar triste dirci addio Paoli Gino (1934), Sapore di sale, 1963
sar triste amore mio
ma lamore dura un attimo Sapore di sale,
Quando credi di sognare sapore di mare,
ti risvegli tutto a un tratto che hai sulla pelle,
proprio quando dici tamo che hai sulle labbra,
Ma se un giorno sarai solo quando esci dallacqua
non scordarti che una volta e ti vieni a sdraiare
cantavamo una canzone: vicino a me
questautunno noi faremo vicino a me.
sotto il cielo pi sereno
la vendemmia dellamore Sapore di sale,
la la la... sapore di mare,
un gusto un po amaro
Commento di cose perdute,
1. I due innamorati hanno deciso di spupazzarsi in au- di cose lasciate
tunno, faranno la vendemmia dellamore in contem- lontano da noi
poranea con la vendemmia delluva. Poi lei chiede di dove il mondo diverso,
spiluccare un (grosso) grappolo duva e a ogni chicco diverso da qui.
lui le dar un bacio. Ma la vendemmia finisce presto
e i due si diranno addio, perch lamore dura un atti- Qui il tempo dei giorni
mo. Se un giorno infine sar solo pu ricordare che che passano pigri
cantavano una canzone: Questautunno noi faremo e lasciano in bocca
sotto il cielo pi sereno la vendemmia dellamore. il gusto del sale.
La canzone diventa circolare, una invenzione che si Ti butti nellacqua
trova anche in Pascoli (Orfano, La mia sera). Non c e mi lasci a guardarti
alcun dramma a causa della rottura. O forse non cera e rimango da solo
mai stata una vera unione, ma un incontro, una frulla- nella sabbia e nel sole.
ta e un saluto.
2. I due innamorati si amano e poi si lasciano, perch Poi torni vicino
lamore dura un attimo. Nella stessa canzone lo scrit- e ti lasci cadere
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 538
cos nella sabbia Per, prima di lasciarmi
e nelle mie braccia dimmi almeno il perch.
e mentre ti bacio,
sapore di sale, Il tuo amor
sapore di mare, non era sincero,
sapore di te. i tuoi baci
non erano veri.
Qui il tempo dei giorni I tuoi occhi
che passano pigri (=una noia mortale!) mi han sempre mentito
e lasciano in bocca se tu ora
il gusto del sale. non mi ami pi.
Ti butti nellacqua Se mi vuoi lasciare
e mi lasci a guardarti dimmi almeno perch.
e rimango da solo
nella sabbia e nel sole. Tu dicevi sempre
che vivevi per me.
Poi torni vicino Ma se vuoi andare
e ti lasci cadere non ti voglio pi qui.
cos nella sabbia Per, prima di lasciarmi
e nelle mie braccia dimmi almeno il perch.
e mentre ti bacio,
sapore di sale, Il tuo amor
sapore di mare, non era sincero,
sapore di te. i tuoi baci
non erano veri.
Commento I tuoi occhi
1. La canzone bella, spensierata, affascinante, coin- mi han sempre mentito
volgente. I due innamorati sono al mare, su una se tu ora
spiaggia che disabitata o senza bagnati, che sono non mi ami pi.
stati mentalmente rimossi. Lei esce dallacqua in due Se mi vuoi lasciare
pezzi (o bikini) come una novella Venere. E viene a dimmi almeno perch.
sdraiarsi vicino a lui. Lui la guarda, anche con lani-
ma. E la bacia, sulla pelle e poi sulle labbra. Le mani Tu dicevi sempre
non danno alcun contributo allimpresa amorosa. I che vivevi per me.
genitori sono in agguato Ma se vuoi andare
2. La canzone ha avuto giustamente uno straordinario non ti voglio pi qui.
successo. semplice, facile, orecchiabile, spensiera- Per, prima di lasciarmi
ta. Ci sono soltanto lui e lei, lei che esce dal mare, lei dimmi almeno il perch.
che si sdraia vicino a lui, lui che la guarda, la desidera
e la bacia, un lungo sguardo e (con il pensiero) un ba- Commento
cio diffuso su tutta la pelle. Tutti i problemi di rela- 1. Il protagonista stato lasciato o quasi. E allora
zione e di lavoro sono dimenticati. chiede: se mi vuoi lasciare, dimmi almeno perch mi
3. Dietro a Gino Paoli ci sono le languide e orecchia- lasci. Una domanda (forse) legittima, che chiaramen-
bili canzonette dellArcadia. te non avr risposta. Egli non capisce i motivi
-----------------------------II----------------------------- dellabbandono. E, comunque, si premura preventi-
vamente di incolpare lei dessere stata bugiarda, di
Reverberi Gian Piero-Leva Rosario, Se mi aver detto che lo amava e addirittura che viveva per
vuoi lasciare, 1963 lui, anche se non era vero. Ad ogni modo lui la pren-
de con filosofia e senza drammi: Ma, se vuoi andare,
Se mi vuoi lasciare non ti voglio pi qui. Insomma, dice sgarbatamente
dimmi almeno perch. di levarsi dai piedi. Non si chiede che cosa ha fatto
Io non so capire lui per farla scappar via. E invece alla domenica lui la
perch tu vuoi fuggire da me. lasciava sempre sola per andare a vedere la partita di
Se mi vuoi lasciare calcio con gli amici, si lamentava Rita Pavone ne La
dimmi almeno perch. partita di pallone (1962). Era lanno prima.
2. Il verso Se mi vuoi lasciare / dimmi almeno per-
Tu dicevi sempre ch, ugualmente laltro verso simile Per prima di
che vivevi per me. lasciarmi, martellante e sembra una mazzata
Ma se vuoi andare sulla testa dellascoltatore. pure reso ancora pi po-
non ti voglio pi qui.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 539
tente dalla musica ad alto volume che lo accompagna.
Lascoltatore letteralmente frastornato. E tu chi sei?
3. Gianfranco Michele Maisano in arte Michele Non mi pare che abbia di che lamentarti...
(1944). Voce e musica riempiono mente e cuore dello
spettatore. La mia famiglia di gente bene
-----------------------------II----------------------------- con mamma non parlo,
col vecchio nemmeno
Papes Enrico Maria-Di Martino Sergio, lui mette le mie camicie
Mettete dei fiori nei vostri cannoni, 1964 poi critica se vesto cos
guadagno la vita lontano da casa
Mettete dei fiori nei nostri cannoni
perch ho rinunciato ad un posto tranquillo
era scritto in un cartello
ora mi dite che ho degli impegni
sulla schiena di ragazzi
che gli altri han preso per me
che senza conoscersi,
di citt diverse,
Mettete dei fiori nei vostri cannoni
socialmente differenti
perch non vogliamo mai nel cielo
in giro per le strade della loro citt
molecole malate,
cantavano
ma note musicali che formano gli accordi
la loro proposta
per una ballata di pace,
ora pare ci sar uninchiesta
di pace, di pace.
Tu come ti chiami?
Commento
Sei molto giovane
1. Me ciami Brambilla e fu luperari, lavori la ghisa
per pochi denari (dialetto milanese): Mi chiamo
Me ciami Brambilla e fu luperari,
Brambilla, faccio loperaio e lavoro la ghisa con un
lavori la ghisa per pochi denari
salario molto basso. Dopo 103 anni dallunit lIta-
e non ho in tasca mai
lia non era unita nemmeno al livello linguistico. Per
la lira
diletto possiamo immaginare un siciliano o un veneto
per poter fare un ballo con lei
che vanno a lavorare a Milano-Torino-Genova. In-
mi piace il lavoro
contrano barriere linguistiche insuperabili. Sono
ma non son contento
allestero. La riforma della scuola media inferiore
non per i soldi che io mi lamento,
del 31.12.1962 (1963). A 60 anni di distanza si pu
ma questa giovent
dire se ha o non ha migliorato la comunicazione tra
cavrei giurato che mi avrebbe dato di pi.
gli italiani delle varie regioni. Soltanto i parroci in
chiesa, quando facevano le prediche, parlavano in ita-
Mettete dei fiori nei vostri cannoni
liano. E la messa detta in italiano dopo il Concilio
perch non vogliamo mai nel cielo
Vaticano II (1962-65).
molecole malate,
2. La canzone risente delle proteste e della contesta-
ma note musicali che formano gli accordi
zione giovanile che era iniziata in USA (e poco dopo
per una ballata di pace,
in Francia) contro il consumismo di massa. La conte-
di pace, di pace.
stazione fatta vestendo in modo trasandato, usando
droghe leggere (e anche pesanti), contestando la guer-
Anche tu sei molto giovane,
ra statunitense in Vietnam. I contestatori sono chia-
quanti anni hai?
mati hippy, figli dei fiori. La contestazione ha la sua
E di che cosa non sei soddisfatto?
acme nel 1968: numerose universit americane, fran-
cesi, europee e italiane sono occupate. I contestatori
Ho quasi ventanni e vendo giornali
non sanno che sono i figli del benessere, cio della
girando quartieri fra povera gente
societ consumistica. Essi possono contestare, perch
che vive come me,
la la societ ha raggiunto una stabilit e solidit eco-
che sogna come me,
nomica tale, da resistere anche allo spreco di risorse:
sono un pittore che non vende quadri,
il boom economico italiano del 1958-63. Bisogna
dipingo soltanto lamore che vedo
per capire che cosa si intendeva per lotta contro il
e alla societ non chiedo
consumismo: si criticava il consumismo degli altri e
che la mia libert.
si voleva praticare il consumismo anche per s. Non
si voleva essere esclusi, si voleva una fetta di consu-
Mettete dei fiori nei vostri cannoni
mi pi consistente. A parte piccolissime frange di ir-
perch non vogliamo mai nel cielo
riducibili, la contestazione finisce rapidamente, poi-
molecole malate,
ch gli Stati trovano il modo di riversare una maggio-
ma note musicali che formano gli accordi
re quantit di risorse sui giovani studenti (presalario
per una ballata di pace,
ecc.). In Italia fino a met anni Settanta i gruppi di
di pace, di pace.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 540
Sinistra inneggiavano e praticavano lautoriduzione e la consueta maestria di Hollywood, ha un successo
lesproprio (o furto) proletario. Comportamenti che enorme tra il pubblico giovanile e vince il premio per
dimostrano in modo certo come era intesa la lotta la miglior opera prima al 22 Festival di Cannes.
studentesca contro i consumi I sinistrati si richia- 7. Canta il gruppo dei Giganti.
mavano poi a Karl Marx (1818-1883) che a loro dire -----------------------------II----------------------------
aveva dimostrato in modo scientifico lo sfruttamen-
to dei proletari da parte dei capitalisti. I rivoluzionari Salerno Nicola-Panzer Mario, Non ho let
di Francia come dItalia si erano appropriati di una (per amarti), 1964
cultura vecchia e ammuffita gi nellOttocento, quan-
do era stata formulata. Marx ed Engels diventano gi- Non ho let non ho let per amarti
ganti del pensiero socialista soltanto dopo la rivolu- non ho let per uscire sola con te.
zione sovietica (1917). E non avrei, non avrei nulla da dirti
3. La canzone modesta e velleitaria, ma non que- perch tu sai molte pi cose di me.
sto che conta. Il motivo orecchiabile ed un buono Lascia che io viva,
slogan di lotta contro la guerra e la societ costituita. un amore romantico
Essa costruita su una intervista a tre operai, che non nellattesa che venga quel giorno
sono soddisfatti della loro vita. Lultimo denuncia ma ora no,
limpossibilit di comunicare con i genitori. Ovvia- non ho let non ho let per amarti,
mente il problema riguarda anche i genitori che non non ho let per uscire sola con te.
capiscono i figli, per i quali si sono sacrificati e che Se tu vorrai, se tu vorrai aspettarmi,
ora se li ritrovano ostili. quel giorno avrai
4. In effetti il rapidissimo sviluppo economico ha reso tutto il mio amore per te.
impossibile la costruzione di una nuova cultura o di
un semplice adattamento della vecchia cultura alla Non ho let non ho let
nuova situazione. Di qui le contestazioni, le tensioni, per uscire sola con te.
le manifestazioni contro il sistema. Queste tensioni E non avrei, non avrei nulla da dirti
sono destinate a durare (in Italia compaiono le Bri- perch tu sai molte pi cose di me.
gate Rosse, che nel 1978 uccidono il segretario della Lascia che io viva,
DC Aldo Moro), perch non si pu costruire una un amore romantico
nuova cultura dalloggi al domani. I contestatori pari- nellattesa che venga quel giorno
gini del maggio francese gridavano limmaginazione ma ora no,
al potere, ma i contestatori non hanno dimostrato di non ho let non ho let per amarti,
avere immaginazione e il capitalismo industriale ha non ho let per uscire sola con te.
colto loccasione per rinnovarsi radicalmente. Un Se tu vorrai, se tu vorrai aspettarmi,
buon generale sfrutta gli errori e gli attacchi del suo quel giorno avrai
nemico tutto il mio amore per te.
5. Il testo evita i versi tradizionali, normalmente in
rima o con assonanze, e ricorre a una prosa poetica o Commento
ritmata. Una piccola innovazione. E ricorre al bilin- 1. Quando canta la canzone, Gigliola Cinquetti ha 16
guismo. Unaltra innovazione. E si apprezza per la anni. La voce straordinariamente adatta al contenu-
sua sincerit e per la sua capacit di descrivere i gio- to della canzone ed capace di esprimere i dubbi e le
vani cos come sono: la giovinezza non mantiene le incertezze delle ragazze del tempo. La vita non era
sue promesse, poteva essere migliore; il dialogo tra pi un rollino di marcia preconfezionato. Si poteva
padri e figli impossibile; i valori dei figli sono di- uscire dal rollino, ma i rischi erano in agguato. Lin-
versi e inconciliabili con quelli dei genitori. I fiori certezza era un atteggiamento assai diffuso. Spesso la
rimandano anche agli hippy, i figli dei fiori, che a- soluzione era immedesimarsi nelle situazioni descritte
gli inizi degli anni Sessanta in USA contestavano la dalle canzoni di Sanremo. E viverle in prima persona.
vita e i valori ufficiali e che verso la fine del decennio 2. Conviene confrontare questa canzone con Sono
protestano contro la guerra degli USAin Vietnam. una donna, non sono una santa (1971), cantata da
6. Il film che meglio rappresenta la cultura e la conte- Rosanna Fratello, che presenta una situazione senti-
stazione giovanile americana Easy Reader Libert mentale molto diversa: non vuole concedersi subito,
e paura (1969), diretto e interpretato da Dennis Hop- ma fra tre mesi, a maggio. Si pu andare in campagna
per, con Peter Fonda e Jack Nicholson. Due giovani e laria tiepida.
su due potenti moto fanno un viaggio attraverso gli 3. La canzonetta fatta da due strofe diverse soltanto
USA da Los Angeles alla Louisana. Qui sono uccisi per i due semi-versi in azzurro.
da qualcuno che spara loro da un furgone, perch so- -----------------------------II----------------------------
no capelloni, si drogano e rifiutano i valori americani
tradizionali. Le due chopper, costosissime, comperate
con i guadagni di un carico di cocaina, dimostravano
per il contrario. Il film sgangherato, ma fatto con
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 541
Calabrese Giorgio-Guarnieri Gianfrance- Guccini Francesco (1940), Dio morto,
sco, Un bene grande cos, 1965 1965
Ho imparato Ho visto
che il bene pi grande la gente della mia et andare via
che esiste nel mondo lungo le strade che non portano mai a niente
sempre la mamma. cercare il sogno che conduce alla pazzia
alla mamma, nella ricerca di qualcosa che non trovano
che mi vuole bene, nel mondo che hanno gi
mi resta soltanto dentro le notti che dal vino son bagnate
una cosa da dire: dentro le stanze da pastiglie trasformate
Anchio ti voglio bene, dentro le nuvole di fumo
un bene grande cos. nel mondo fatto di citt
Anchio ti voglio bene, essere contro od ingoiare
un bene grande cos. la nostra stanca civilt.
Mi prendevi nel letto dei grandi, un Dio che morto
cerano i tuoni, ed avevo paura, ai bordi delle strade, Dio morto
mille modi di volere bene, nelle auto prese a rate, Dio morto
e adesso, pi grande, comincio a capire. nei miti dellestate, Dio morto.
Anchio ti voglio bene,
un bene grande cos. Mhan detto
Anchio ti voglio bene, che questa mia generazione ormai non crede
un bene grande cos. in ci che spesso han mascherato con la fede
Lo so che mi vuoi bene, sai, nei miti eterni della patria e delleroe
pi di tutti, perch sei la mia mamma. perch venuto ormai il momento di negare
Anchio ti voglio bene, tutto ci che falsit
un bene grande cos. le fedi fatti di abitudini e paura
una politica che solo far carriera
Commento il perbenismo interessato
1. La canzone valorizzata dalla musica e dalla voce la dignit fatta di vuoto
di Anna Identici. Il contenuto esile, se si legge, ma lipocrisia di chi sta sempre
diventa altra cosa quando cantato e ascoltato. La con la ragione e mai col torto.
voce della cantante (con accompagnamento del coro) un Dio che morto
ha un fascino ipnotico incredibile. nei campi di sterminio, Dio morto
2. La canzone alla mamma un tributo dovuto: coi miti della razza, Dio morto
lItalia, soprattutto al sud, vive dentro la famiglia e con gli odi di partito, Dio morto.
legata alle tradizioni. La vita pubblica (lavoro, ferie e
spettacoli) acquister importanza soltanto in futuro. Ma penso
In quegli anni decolla la riviera romagnola. I milanesi che questa mia generazione preparata
vi si precipitavano a fare i 15 giorni di ferie e poi tor- a un mondo nuovo e a una speranza appena nata
navano al lavoro. ad un futuro che ha gi in mano,
3. La canzone va confrontata con unaltra canzone di a una rivolta senza armi
successo, Tutte le mamme (1954) di Umberto Bertini perch noi tutti ormai sappiamo
e Eduardo Falcocchio, sicuramente pi complessa, che se Dio muore per tre giorni
perch mette in rapporto le mamme con i figli, e poi e poi risorge.
le mamme invecchiano e i figli diventano grandi. In ci che noi crediamo Dio risorto,
-----------------------------II----------------------------- in ci che noi vogliamo Dio risorto,
nel mondo che faremo Dio risorto!
Commento
1. Francesco Guccini e Fabrizio De Andr sono i due
cantautori italiani che hanno la formazione culturale
pi solida. Le loro canzoni trasudano cultura e rifles-
sioni. In Dio morto, un titolo forte e provocatorio, il
cantautore esprime in modo sistematico i motivi che
spingono i giovani a contestare il sistema e il con-
sumismo. I giovani si sono staccati dalla generazione
dei padri e non li capiscono pi. Non capiscono pi la
loro vita e il loro sistema di valori, perch pensano
che si possa volare, che si possono realizzare nuovi
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 542
valori, fatti di pace, musica, amore, libert. Credono a zoni sentimentali con un pizzico di tragedia e molta
una speranza appena nata e credono anche che i va- commedia, e un mondo che guarda la vita e la cultura
lori sociali possano risorgere, come risorto Dio. con ben altro respiro. Ma ci sono stati e ci sono esti-
facile credere, realizzare quel che si crede molto pi matori di Sanremo come estimatori di Guccini. Me-
difficile. Con il senno di poi si pu dire se i contesta- glio cos.
tori americani, europei ed italiani degli anni Sessanta -----------------------------II-----------------------------
hanno costruito una nuova societ oppure no.
2. interessante la fusione di sacro e profano in un Celentano Adriano-Beretta Luciano-Del
autore di estrema Sinistra, poco tenero con la Chiesa Prete Miki, Il ragazzo della via Gluck,
e poco tenero anche con i partiti ufficiali della Sini- 1966
stra. Ma cos . Il fatto che in quegli anni (ma anche
nei secoli precedenti) la Chiesa aveva legemonia Questa la storia
sulla cultura e forniva la sua terminologia anche ai Di uno di noi
rivoluzionari e ai contestatori. Risulta anche dai canti Anche lui nato per caso in via Gluck
rivoluzionari di fine Ottocento, pieni di speranza, di In una casa, fuori citt
fede nellavvenire e di valori cristiani messi in salsa Gente tranquilla, che lavorava
socialista o comunista. L dove cera lerba ora c
3. facile contestare, ma bisogna mettersi anche dal Una citt
punto di visa di chi contestato. Unauto comperata a E quella casa
rate serviva per andare al lavoro e/o a far la spesa, per In mezzo al verde ormai
i bisogni della famiglia e per andare in ferie. E anche Dove sar
le ferie erano considerate un valore: un po di tempo
libero e di chiacchiere senza capo n coda con gli a- Questo ragazzo della via Gluck
mici e con i bagnanti che si trovavano sulla spiag- Si divertiva a giocare con me
gia.al limite anche con la propria moglie. Le prime Ma un giorno disse
ferie degli italiani risalgono agli anni Trenta e sono Vado in citt
un merito del Nazional-fascismo. E lo diceva mentre piangeva
4. La societ tradizionale per condannata in bloc- Io gli domando amico
co, senza attenuanti. Eppure proprio i genitori, che si Non sei contento
erano scannati per dare ai figli un futuro migliore del Vai finalmente a stare in citt
loro, danno ai figli quella sicurezza economica e quel L troverai le cose che non hai avuto qui
tempo libero che permette sia di pensare sia di conte- Potrai lavarti in casa senza andar
stare. Ma i giovani contestatori non lo sanno e non lo Gi nel cortile
capiscono. N lo capiranno. Mio caro amico, disse
5. Sul piano stilistico e musicale gli attacchi delle Qui sono nato
tre strofe sono potenti, soprattutto grazie alla voce In questa strada
dellautore: Ho visto, Mhan detto, Ma penso. Ora lascio il mio cuore
La canzone immersa in una cultura ecclesiastica. Il Ma come fai a non capire
Concilio Vaticano II (1962-65) era appena terminato. una fortuna, per voi che restate
Ma quella e soltanto quella era la cultura del tempo, A piedi nudi a giocare nei prati
che pervadeva lintera societ. Daltra parte anche i Mentre l in centro respiro il cemento
rivoluzionari del Settecento e dellOttocento prende- Ma verr un giorno che ritorner
vano o rubavano a piene mani dalla Chiesa cattolica. Ancora qui
Niente di nuovo sotto il sole. E sentir lamico treno
5. Resta il fatto di una radicale frattura tra i valori Che fischia cos.
delle giovani generazioni e i valori dei padri, della
generazione precedente. Anche i bambini contestano, Passano gli anni
e poi cambiano modo di pensare e vedono la realt Ma otto son lunghi
con altri occhi, quelli di adulti. A distanza di 50 anni Per quel ragazzo ne ha fatta di strada
si pu vedere se quei giovani contestatori accaniti Ma non si scorda la sua prima casa
hanno costruito una societ migliore, conforme alle Ora coi soldi lui pu comperarla.
loro idee, uguale o peggiore di quella dei loro padri. Torna e non trova gli amici che aveva
Le parole sono soltanto emissioni di voce, servono i Solo case su case
fatti. Certamente si pu riconoscere che i giovani era- Catrame e cemento
no in buona fede e le loro speranze erano sincere. E L dove cera lerba ora c
che essi mancavano di qualsiasi esperienza della vi- Una citt
ta E al futuro, alla nuova societ, hanno lasciato E quella casa in mezzo al verde ormai
soltanto le loro spesso splendide canzoni. E basta. Dove sar?
6. Se si confronta Guccini con Sanremo, si scopre Eh no,
lincompatibilit dei due mondi: il mondo delle can- Non so, non so perch
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 543
Perch continuano Molto, molto pi di prima io tamer
A costruire le case in confronto allaltro sei meglio tu
E non lasciano lerba e dora in avanti prometto che
Non lasciano lerba quel che ho fatto un d non far mai pi
Non lasciano lerba
Non lasciano lerba Ognuno ha il diritto di vivere come pu (=vuole)
Eh no, (la verit ti fa male, lo so)
Se andiamo avanti cos, chiss Per questo una cosa mi piace e quellaltra no
Come si far (la verit ti fa male, lo so)
Chiss Se sono tornata a te,
ti basta sapere che
Commento ho visto la differenza tra lui e te
1. Conviene confrontare la canzone di Celentano con ed ho scelto te
quelle che negli stessi anni erano scritte dalla cultura Se ho sbagliato un giorno ora capisco che
di Sinistra come Monopoli (1970) di Giovanna Mari- lho pagata cara la verit,
ni o Non piangere oi bella (1972) di Alfredo Bandel- io ti chiedo scusa, e sai perch?
li. Sono due mondi diversi. Celentano sa articolare in Sta di casa qui la felicit.
versi un buon ragionamento e buone osservazioni Nessuno mi pu giudicare, nemmeno tu!
sullindividuo e sui cambiamenti sociali negativi che
aspettano lindividuo, lo spettatore e lascoltatore. La Riassunto. La protagonista afferma che ognuno ha il
cultura di Sinistra si limita a protestare, a recriminare diritto di vivere come pu (= capace o come vuole).
e a dare la colpa agli altri, ai borghesi, ai capitalisti, ai Lei ha sbagliato, andata con un altro. Ma riconosce
nordisti (ovviamente) razzisti che disprezzano i ter- di aver sbagliato ed ritornata dal primo ragazzo,
roni. E tuttavia i terroni continuano ad andare a perch meglio dellaltro. Ma neanche lui la pu
lavorare al nord o restano al sud a fare lavori social- giudicare. Gli chiede scusa perch ha sbagliato. Ma
mente non necessari, come quello dei forestali, il cui ritornata da lui perch sicura che soltanto con lui,
lavoro consiste nel far passare il tempo o anche (co- non con laltro, sar felice. Ma insiste: neanche lui la
m successo e continua a succedere) nellincendiare pu giudicare.
qualche bosco per dimostrare che c bisogno assolu-
to della loro presenza. Commento
-----------------------------II----------------------------- 1. La canzone innovativa e anzi addirittura scon-
volgente per quegli anni. Applica la regola delle pari
Pace-Panzeri-Beretta-Del Prete, Nessuno opportunit: se il ragazzo pu scegliersi la ragazza,
mi pu giudicare, 1966 anche la ragazza pu fare altrettanto. Qualcuno ha
pensato che la canzone anticipasse argomenti femmi-
nisti, poich rivendica per la donna la possibilit di
La verit mi fa male, lo so...
scegliere tra pi partner. Ma in errore. Da sempre
La verit mi fa male, lo sai!
vale il proverbio o il postulato che luomo sceglie la
donna che lo ha scelto. Si possono dare per scontato
Nessuno mi pu giudicare, nemmeno tu
commenti pesanti su ragazze che si comportano cos
(la verit ti fa male, lo so)
e passano da un ragazzo allaltro ( una puttana!).
Lo so che ho sbagliato una volta e non sbaglio pi
Il fatto che le generazioni che vengono dopo il bo-
(la verit ti fa male, lo so)
om economico pensano di poter fare e scegliere di te-
Dovresti pensare a me
sta loro, rifiutando in blocco il passato e la saggezza o
e stare pi attento a te
almeno lorganizzazione sociale implicita nel passato.
C gi tanta gente che
E fanno esperienza sulla loro pelle: commettono er-
ce la su con me, chi lo sa perch?
rori (che magari non sono tali), che poi pagano. La
nuova cultura si fa in corpore vili, sulla stessa pelle
Ognuno ha il diritto di vivere come pu (=vuole)
degli interessati.
(la verit ti fa male, lo so)
2. Ognuno ha il diritto di vivere come pu significa
Per questo una cosa mi piace e quellaltra no
come capace di vivere. In realt sembra che la
(la verit ti fa male, lo so)
donna dica come vuole, che vuol fare quel che
Se sono tornata a te,
vuole, tanto da andare contro le regole o le conven-
ti basta sapere che
zioni sociali. Una persona cos complica la vita a se
ho visto la differenza tra lui e te
stessa e agli altri, e inutilmente. In genere si adopera
ed ho scelto te
il linguaggio che la societ usa o impone, ma lo si a-
datta a se stessi, per fare quel che si vuole, senza irri-
Se ho sbagliato un giorno ora capisco che
tare nessuno.
lho pagata cara la verit,
3. La canzone si pu confrontare con Sono una don-
io ti chiedo scusa, e sai perch?
na, non sono una santa (1971), di Rosanna Fratello:
Sta di casa qui la felicit.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 544
la ragazza prega lo spasimante (uno spasimante effet- Mogol-Soffici Piero, Perdono, 1966
tivo) di aspettare tre mesi, a maggio, con il bel tempo
gliela dar. Lamore diventa una semplice frullata in Perdono, perdono, perdono...
mezzo ai campi, fatta con il bel tempo. La vita non io soffro pi ancora di te!
conosce pianificazione e non va al di l della domeni-
ca successiva. Se ci scappa il figlio, c sempre una Diceva le cose che dici tu
possibilit di recupero: o laborto clandestino, fatto Aveva gli stessi occhi che hai tu
con una pompa di bicicletta, o il diritto allaborto, Mi avevi abbandonata
riconosciuto ufficialmente in Italia con la legge ed io mi son trovata
194/1978. I giovani parlano tanto di libert e di amo- a un tratto gi abbracciata a lui...
re libero, e si accontentano di Woodstock, 3 Days of
Peace & Rock Music, tre giorni di pace e musica Perdono, perdono, perdono...
rock (15-18.08.1969). Se non riescono ad andarci di io soffro pi ancora di te!
persona, lo possono vedere qualche mese dopo al ci- Perdono, perdono, perdono...
nema. il male lho fatto pi a me!
4. Del 1969 anche Easy Rider, un film diretto e in-
terpretato da Dennis Hopper, con Peter Fonda (Wyatt A volte piangendo non vedi pi
"Capitan America") e Jack Nicholson (George Han- Da come ha sorriso, sembravi tu...
son). Il film modestissimo, ma diventa un simbolo Di notte molto strano
per i giovani di tutto lOccidente, compresi i giovani ma il fuoco di un cerino
rivoluzionari di Sinistra: due moto potenti e costosis- ti sembra il sole che non hai!
sime, comperate con i soldi della cocaina venduta, un
po di droga, un vago amore libero pieno dinibi- Perdono, perdono, perdono...
zioni e tab, un viaggio sconclusionato dentro e fuori io soffro pi ancora di te!
di se stessi, che attraversa lAmerica da Los Ange- Perdono, perdono, perdono...
les alla Louisiana. E alla fine del viaggio arriva il cat- il male lho fatto pi a me!
tivo con il fucile, che ammazza i due cappelloni, sol-
tanto perch hanno i capelli lunghi. Di notte molto strano
5. E gli hippy, i figli dei fiori e i giovani simpatizzanti ma il fuoco di un cerino
pensano di aver conquistato il mondo e di aver attuato ti sembra il sole che non hai
il paradiso terrestre in terra. Il fatto che costruire
una nuova cultura non facile. E che anche una sem- Commento
plice frullata in mezzo ai campi pu essere qualcosa 1. La canzone cantata da Caterina Caselli ed suc-
di assai complesso, che va oltre i pochi minuti di or- cessiva a Nessuno mi pu giudicare, cantata dalla
gasmo. Bisogna prima capire la cultura che si vuole stessa Caselli.
buttare a mare, quali problemi risolveva e come li ri- 2. La ragazza lo lascia (lui per la trascura) e si trova
solveva. Era una cultura che si era assestata nel corso abbracciata a un altro (lo fa per dispetto). Per laltro
dei millenni e i contestatori la volevano buttare via gli assomigliava (il tradimento quindi soltanto par-
dalla mattina alla sera. Non la si poteva scaricare con ziale) e ad ogni modo era stata una sbandata con un
laccusa di essere antiquata. Cos si trovano spiazzati, cerino acceso. ritornata perch lui il sole, molto
spiazzati con le stesse loro mani, davanti ai loro pro- meglio dellaltro.
blemi, che erano poi i problemi di sempre, di tutte le 3. La ragazza andata a brucare altrove, lui la trascu-
generazioni. Niente di nuovo sotto il sole. O, in altre rava e lei lo vuole fare ingelosire o arrabbiare. Ma
parole, non serve a niente farsi un viaggio per andare lerba del vicino era ancora peggio. Tanto vale torna-
al di l del mare: si cambia cielo, non lanimo. Coe- re indietro a brucare la solita erba. Pu anche essere
lum non animum mutant qui trans mare currunt sincera: laltro era uno schifo, cio era un cerino.
(Quinto Orazio Flacco, Epistulae, I, 11 v. 27). Porti il Meglio che mi accontenti di te, sei un paio di cerini o
tuo animo e i tuoi problemi con te. Meglio restare a una candela e ti paragono al sole. Sei il mio sole. Se ti
casa propria, sdraiati sul divano, e risolverli. faccio un complimento, forse riesco a darti un po di
-----------------------------II----------------------------- vita e a farti uscire dalla tua indolenza preistorica e
dalla tua anoressia sessuale.
4. Mogol il nome darte di Giulio Rapetti (1936).
-----------------------------II-----------------------------
Commento
1. La canzone lo specchio del pubblico a cui si ri-
volge. Il linguaggio semplice ed elementare. E gira
intorno alla parola magica, che alza il livello della si-
tuazione e del rapporto: linfinit. Lei potrebbe essere
la donna della sua vita.
2. I due protagonisti hanno passato una notte damore
in un motel e lui ha scopeto che lei non poi cos ma-
le: il rapporto poteva continuare. Ben inteso, a condi-
zione che lei lo volesse o ci tenesse. Da parte sua, se
lei diceva di no, lui ne avrebbe sentito solo la man-
canza. Egli vive al risparmio e ha risparmiato anche
la parola amore: troppo sdolcinata e troppo borghese.
La camera segreta vuol dire che sono andati in mo-
tel senza che nessuno lo sapesse: il loro segreto.
Non hanno neanche lintenzione di raccontare la bra-
vata agli amici, che dopo avrebbero sparlato per giro.
3. Non ci sono progetti o programmi di vita in comu-
ne. Si tratta di una semplice sveltina in una comoda
camera ad ore di un motel (lalbergo costa troppo),
con le lenzuola pulite. E il pubblico grazie a questa
canzone va a far lamore in albergo con il pensiero, e
con il corpo resta a casa. Levasione con il pensiero
in un albergo, normalmente irraggiungibile a causa
dei costi, basta e avanza.
4. La canzonetta va confrontata con canzoni degli
stessi anni sullo stesso argomento: Tenco Luigi, Ieri,
1959 (lei ora dice di amarlo, ora lo vuole lasciare e
lui risponde ma fai come ti pare, / tanto non tamo
pi); Salerno Nicola-Panzer Mario, Non ho let
(per amarti), 1964 (Gigliola Cinquetti che la canta ha
appena 16 anni); Mogol-Soffici Piero, Perdono, 1966
(la ragazza andata a fare esperienza con altri ragaz-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 553
Romanzi italiani e stranieri del No-
Tutti i romanzi qui presentati sono esaminati in modo
vecento (1890-2010) pi articolato in
http://www.letteratura-
E, per finire, cinque romanzi di autori italiani del No- italiana.com/pdf/letteratura%20italiana/14%20Scrittura%20creativa.pdf
vecento, circondati da 13 romanzi di autori stranieri: ------------------------------II-----------------------------
Italo Svevo triestino e ragioniere di banca, che
pubblica tre romanzi; Dino Buzzati un letterato,
che scrive in uno splendido italiano; Umberto Eco
un pubblicista, un linguista, un divulgatore culturale,
che scrive romanzi vari e che si pu vantare di essere
stato insignito di 40 lauree honoris causa; Valerio M.
Manfredi un docente di storia antica, che scrive
romanzi davventura; Licia Troisi una giovane
scrittrice di successo per ragazzi. La scelta non arbi-
traria: sono gli autori pi significativi e capaci che in
Italia hanno condizionato la cultura e le vendite delle
librerie: anche leconomia vuole la sua parte. I rias-
sunti sono meticolosi e permettono di entrare nei
romanzi.
Terre libere
Nihal, con il suo drago Oarf, e i suoi due compagni, il
mago Sennar e lo scudiero Laio, devono partire. Ha la
febbre a causa di una ferita. Al collo ha il talismano
con otto alvei vuoti da riempire. Soltanto esso avreb-
be permesso di sconfiggere il Tiranno. Cercano la
prima pietra in una palude della Terra dellAcqua.
Entrano in una strana costruzione, dove trovano una
scritta: Aelon o dellimperfezione (1). Qui incontrano
una donna dacqua che cresce a dismisura. Essa di-
sposta a darle la prima pietra. Poi con le arti magiche
se ne vanno. Passano la notte nella grotta del mago
Megisto, un vecchio che loro amico. Nevica. La
febbre alta impedisce alla ragazza di ripartire. Dopo
alcuni giorni Sennar riprende il viaggio da solo e a
piedi. Deve raggiungere il Santuario che si trova nel
Bosco Marino. In un villaggio incontra il conte Varen
che conduceva truppe in difesa del Mondo Emerso.
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 610
Grazie allamico ottiene una cavalcatura. Il suo fanti- non parla ancora. Vrasta, un nemico, gli chiede per-
no si chiama Aymar. Raggiungono il santuario che ch non parla. Per Vrasta, un fammin, non c diffe-
sorge al centro del golfo di Lamar. Intanto Nihal gua- renza tra vita e morte. Egli si limita a eseguire gli or-
risce. Megisto le predice che Sennar sar in pericolo. dini. Il fammin si affeziona a lui e lo fa fuggire. Di-
E allora lei e Laio cercano di raggiungerlo con il dra- venta suo amico. Nihal raggiunge Seferdi e trova sol-
go volante. Sennar prende una barca e si avvia verso tanto rovine. Piange. Vedono anche una fila di pati-
il santuario, riconoscibile dalle Arshet, due enormi boli con uomini, donne, bambini. Per magia i cadave-
scogli. Sulla porta del Santuario legge una scritta, Sa- ri non si decompongono. Riprendono il viaggio verso
rephen o dellodio verso gli uomini (2). Un enorme la Terra della Notte. Ido convocato da Raven, il ge-
tentacolo lo afferra e lo sbatte sulla scalinata. Egli nerale supremo. Il generale vuole che prepari per il
perde i sensi. Il mostro ha dieci teste e infiniti tenta- combattimento anche i suoi studenti. Pur sconvolto
coli. Ma arriva Nihal, che taglia il tentacolo e uccide dalla richiesta, lo gnomo cede e inizia a prepararli.
il mostro. Poi costringe il guardiano a darle la secon- Con il suo fiuto Vrasta riesce a rintracciare Nihal e
da pietra. Sennar riprende conoscenza. Nihal irritata Sennar. La ragazza prova sentimenti contrastanti ver-
per il colpo di testa dellamico: non vuole morti sulla so il nemico. Pensa che tutti i fammin siano spietate
coscienza. La terza pietra si trova sui monti Serhet, al macchine da guerra. Il fammin riferisce alla ragazza
confine con la Terra dei Giorni. I monti sono altissi- che Seferdi stata distrutta non dai fammin, ma dagli
mi. Volano per diversi giorni. Infine giungono in un uomini. Lei non ci crede. Lo legano per la notte. Sar
pianoro pieno di fiori. Trovano il santuario. Sotto loro prigioniero. Entrano nella Terra della Notte. Vra-
lingresso una scritta: Glael o della solitudine (3). sta sente che altri fammin si avvicinano e li avvisa.
Sentono una voce che inneggia alla luce. Il guardiano Vrasta prega Nihal di ucciderlo, cos non li avrebbe
vuole qualcosa in cambio. Si sente solo. Ma Nihal gli traditi. A malincuore la ragazza lo uccide. Poi rag-
ricorda che suo compito fare il guardiano della pie- giunge la caverna. Sennar e Laio si scontrano con i
tra. Il vecchio mago Ido si era sentito stringere il cuo- fammin. Laio ferito a morte. Preso dallira, Sennar
re quando aveva visto Nihal partire sul drago Oarf. In ricorre a una formula proibita e ferma i nemici, bru-
groppa a Vesa scompiglia le file nemiche. Si scontra ciandoli vivi. Intanto Nihal incontra Goriar o della
con un Cavaliere di Drago. Ha la peggio. Lamico colpa (5), il guardiano delloscurit. Il guardiano la
Mavern lo salva. Va a trovare la maga Soana per invita a riflettere su se stessa e sulla sua missione. E
chiederle una spada magica per combattere i nemici. le d la quinta pietra. Poi Nihal raggiunge la tana do-
Il giorno dopo lo gnomo riparte con la spada poten- ve si erano rifugiati Sennar e Laio. Neanche con la
ziata. magia riescono a far guarire lo scudiero. Alcuni gior-
ni dopo muore tra le braccia di Nihal. La ragazza
Fra i nemici presa dalla disperazione. Riprendono la fuga. Sennar
Nihal e i suoi amici devono ora penetrare in territorio le confessa che ha ucciso luomo e i fammin con una
nemico. Partono a piedi. Lasciano Laio al villaggio magia proibita. Lei gli si butta al collo. Lui inizia ad
che faceva loro da base. Sui monti nevica. Il primo e accarezzarla. E sta per baciarla, ma lei si scioglie
il secondo valico sono controllati dai nemici e non dallabbraccio. Allora si calma. Si mette in bocca un
possono superarli. Infine trovano un varco. Intanto paio di lamponi. Il pensiero di Laio li tormenta.
Laio chiede notizie degli amici. Li vuole raggiungere. Allimprovviso precipitano nel vuoto.
Il generale Nelgar ha ricevuto ordini di non farlo par-
tire e lo sbatte in prigione. Da qui per lo scudiero Verso il fondo
riesce a evadere. Alla frontiera per si fa catturare dai Ido e i suoi allievi vanno in prima linea. Il re Galla,
nemici. Nihal e Sennar attraversano il deserto. Perdo- loro alleato, sfida Deinoforo, il Cavaliere del Tiranno.
no la cognizione del tempo. Sono investiti da una Ma ha la peggio. Il giorno dopo Ido si scontra a sua
tempesta di sabbia. Infine trovano uno strano palazzo. volta con Deinoforo, lo ferisce a una mano, ma anche
il santuario. Da esso avevano origine tutti i venti. lui ferito. Nihal e Sennar cadono in una delle galle-
Finiscono in un enorme labirinto. Si separano per er- rie per lapprovvigionamento dellacqua. Cercano di
rore. Nihal incontra la guardiana del Tempo, Thoolan uscire, invano. Ci sono migliaia e migliaia di canali.
o delloblio (4). La vecchia le dice che si illude, se Nihal vuole fare il bagno. Invita Sennar a non guar-
pensa che dal Tiranno venga tutto il male. La ragazza darla, si spoglia e si immerge nellacqua. Sulle spalle
non le crede. La vecchia aggiunge che lodio radi- Sennar scorge il tatuaggio di due ali. In un canale tro-
cato da sempre nel cuore delle creature. E la invita a vano il cadavere di un uomo, ma non capiscono se
restare. Nellillusione creata dalla guardiana rivede amico o nemico. Poco dopo sono catturati. Ido cura-
Fen, il ragazzo che amava e che era morto due anni to dalla maga Soana. Scopre che ha perso un occhio e
prima. Ma rifiuta di restare. Ottiene la pietra e se ne che soltanto 50 allievi si sono salvati nello scontro. Si
va. Percepisce Sennar, che la sta cercando. Poi Nihal erano dovuti ritirare e leccarsi le ferite. Nihal e Sen-
decide di andare a Seferdi, la citt su cui aveva regna- nar sono caduti nelle mani di amici. Quando vede
to suo padre. In una taverna alcuni soldati li costrin- Sennar, Aires, il loro capo, abbraccia il mago. Sono
gono a brindare al Tiranno. Intanto Laio frustato, affamati, li invita a mangiare. La ragazza fuma la pi-
ma non parla. Poi torturato con ferri arroventati, ma pa. Era innamorata di lui, ma egli laveva dimentica-
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 611
ta. Ricordano gli eventi che li hanno uniti. Ora lei gono due giganti, che la attaccano. Il guardiano le di-
guida la comunit che li aveva catturati. Si fermano ce che pu avere la pietra soltanto se si batte con loro.
alcuni giorni. Quando decidono di partire, lei propone Egli si annoia. Per facilitarla, dice che essi sono dei
di fare loro da guida. Essi accettano. Una notte le due golem. Allora la ragazza li colpisce sulla fronte, deve
ragazze si abbandonano alle confidenze: Aires non cancellare la prima e di emeth, ed essi ritornano sab-
era mai stata insieme con Sennar, e si vedeva chiara- bia. Ottiene la pietra e raggiunge Sennar. Fuggono.
mente che Nihal era innamorata del mago. Raggiun- Sennar per ferito. Nihal fa lincantesimo del volo e
gono la Terra del Fuoco. Al centro di un lago sorgeva si rifugiano nel santuario. Lo depone sullaltare. Il
il santuario. Sulla porta, vergata con il fuoco, una mago ha la febbre. Confessa di amarla. Lei lancia in-
scritta: Flaren o del destino (6). Era il santuario di cantesimi per tutta la notte, infine riesce a fermare
Shevrar, il dio a cui la ragazza era consacrata. Un lemorragia. Sennar non le aveva mai detto di amarla,
uomo immerso nelle fiamme si inginocchia davanti a perch temeva di non essere ricambiato. Si baciano.
Nihal: lei era la predestinata. Il suo destino era ferma- Nihal ricorda il bacio a Fen, lunico bacio che aveva
re il Tiranno. Ma lei dice che lavrebbe fatto perch dato in vita. Si amano sullaltare. Nulla ora li poteva
non poteva fare altrimenti, non per sua scelta. Ottiene separare. Lei aveva trovato lo scopo della sua vita.
la pietra e raggiunge i due amici. Prima di darle Sennar per le ricorda il dovere di combattere il Ti-
laddio, Nihal invita Aines a preparare un esercito: ranno. Doveva partire. Le d il pugnale che rimarr
nella battaglia definitiva avevano soltanto un giorno luminoso finch egli in vita. Lei piange.
per sconfiggere il Tiranno. Nihal e Sennar riprendono
il viaggio. La ragazza stanca di combattere. Temo- Lultima battaglia
no di essere inseguiti. La strada da percorrere anco- Nihal parte. Poco dopo Sennar scoperto dai nemici.
ra lunga. Si scontrano con uno gnomo e alcuni fam- In un cespuglio sotto un albero enorme Nihal scopre
min e li sterminano. Ido recupera la sua spada, spez- Phos. Il folletto la aspettava: lei il ponte di passag-
zata da Deinoforo, e con Vesa raggiunge il campo gio tra il vecchio e il nuovo mondo, perch alla di-
militare dove si trova il generale Raven. Gli chiede di struzione segue sempre la rinascita. Lultima pietra
poter ritornare a combattere. Raven lo accusa di aver nel cuore dellalbero, Mawaso o del sacrificio (8).
dimenticato i suoi allievi per dedicarsi al combatti- Nihal la prende, poi riparte. passato un mese. Il Ti-
mento contro il Cavaliere nemico. Ido lo aggredisce ranno va a trovare Sennar in cella. Gli dice che gli
con la spada, ma il generale lo disarma facilmente. uomini sono dominati dallodio. Sennar ribatte che
Poi Ido se ne va rattristato. Cerca conforto nella maga c del buono a questo mondo. Il boia non era riuscito
Soana. Le chiede chi era Deinoforo, la maga lo invita a farlo parlare con la tortura. Il Tiranno sarebbe entra-
ad andare dalla maga Reis. Poi va da Parsel, un istrut- to nella sua mente. Sennar preso dal terrore. Nihal
tore, con cui vuole allenarsi a combattere. La vista raggiunge laccampamento principale. Qui trova Ido,
non tutto, ci sono anche gli altri sensi. A malincuore che la ospita. Ognuno racconta la sua storia allaltro.
Parsel accetta di allenarlo, ma soltanto di notte. Du- Poi incontra Soana, impegnata a schierare le truppe.
rante il giorno occupato allAccademia. ormai au- La data della battaglia fissata per la fine di dicem-
tunno quando decide di recarsi dalla maga Reis. Essa bre. Nihal sente Ido come un padre. Si fa preparare le
rivela che Deinoforo Debar, un giovane che aveva armi. Il talismano era lunica speranza di vittoria.
fatto carriera nellesercito. Ma con una manciata di Nevicava. Si chiede dovera Sennar. Il giorno della
prove la sua famiglia era stata accusata di tradimento, battaglia Nihal su Oarf e Ido su Vesa puntano sulla
i suoi genitori linciati e sua sorella violentata. Egli Rocca del Tiranno. Le truppe nemiche sono bloccate
non aveva potuto fare niente, perch ferito e in fin di dallenorme potere del talismano. La Rocca sembra
vita. Ido aveva cercato di rimediare allingiustizia, ma addormentata, indifferente. Intanto nelle segrete il Ti-
troppo tardi. La maga ricorda anche che da giovane si ranno riesce a forzare la mente di Sennar. Nihal lan-
era innamorata di Aster, le aveva donato tutto il suo cia lincantesimo nominando il nome delle pietre: A-
cuore. Ma Aster non la ricambi. E divenne il Tiran- el, Glael, Sareph, Thoolan, Flar, Tareph, Gloriar,
no. Suo padre la sottrasse al fascino diabolico del ra- Mawas. Tutto si ferma, gli incantesimi dei nemici so-
gazzo. Il Tiranno non aveva pi bisogno di lei e la no neutralizzati. Una sfera luminosa avvolge la ra-
imprigion. Ido si chiede tra s come mai il Tiranno gazza. Una voce le dice che il potere non per lei, ma
laveva poi lasciata andare. Al campo riprende gli al- per tutti coloro che amano la pace. Inizia la battaglia.
lenamenti. Poi ritorna dal generale, che disposto a Il generale Raven in prima fila. I nemici non sono
metterlo alla prova, mandandolo nella Terra del Sole pi protetti dalla magia e devono combattere ad armi
sotto il generale Londal. Nihal e Sennar continuano il pari. I Cavalieri del Tiranno escono dalla Rocca. Ve-
loro cammino, sempre inseguiti dai nemici. Raggiun- dendo scomparire i poteri magici, Aster ha un mo-
gono una citt disabitata, dove incontrano soltanto mento di paura, ma sa che quel giorno doveva arriva-
una vecchia. Riprendono il viaggio. Attraversano una re. Aines insorge contro gli oppressori. Il Tiranno
foresta pietrificata. Sono raggiunti dai nemici. Sennar manda Semeion e Dameion, i due gemelli, a sedare la
li ingaggia a battaglia per trattenerli. Nihal precipita rivolta. Ci sono stragi da ambedue le parti. Ido cerca
nel sottosuolo. un labirinto. Vede unenorme scrit- Deinoforo. Lo trova. Il combattimento dura a lungo.
ta: Tarephen o della lotta (7). Alla fine da terra sor- Lavversario non protetto dalle arti magiche.
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Allimprovviso la mano meccanica di Deinoforo lo Poi sarebbe morta: le pietre le avrebbero risucchiato
afferra e gli strappa un brandello di carne. Continua- tutta lenergia che aveva.
no a combattere a terra. Ognuno dei due ribadisce le
sue ragioni e gli ideali per cui combatte. Alla fine Ido Epilogo
ha la meglio e uccide lavversario. Nihal guida Qualche tempo dopo Sennar riflette su quanto suc-
lattacco alla Rocca. Un soldato la prende di mira con cesso. Il tiranno voleva lannientamento di s e del
larco. Il generale Raven la difende con il suo corpo e mondo. Provava uninfinita pena per s e per le crea-
rimane ucciso. Nihal entra nella Rocca facendo strage ture del Mondo Emerso. Non era crudelt, era amore.
dei difensori. Con Oarf cerca il luogo in cui Aster si Lannientamento era lunica speranza. Quando la
nasconde. Entra nel Palazzo, attraversa la biblioteca, Rocca croll i combattenti capirono che let del Ti-
il centro del potere del Tiranno, raggiunge la sala del ranno era finita. Ma la nuova era aveva ricevuto un
trono. Infine incontra Aster. Seduto sul trono c un battesimo di sangue, il sangue versato dai soldati dei
bambino dalla bellezza inquietante. Non poteva esse- due schieramenti. Varen e le truppe del Mondo
re lui Aster: il Tiranno regnava da 40 anni. Il Tiranno Sommerso dettero un contributo determinante alla
dice di essere vecchio e stanco: era stato un mago a vittoria. Aines sopravvisse con appena 300 dei 3.000
dargli quellaspetto. Nei suoi occhi la ragazza non ribelli. Ma sapeva che quello era il prezzo per liberar-
vede n odio n malvagit. Egli aveva uno scopo da si del Tiranno. Egli fu trovato tra le macerie. La sua
raggiungere: un mago gli aveva predetto che un mez- gamba non stata salvata e se la trascina inerte. Per
zelfo si sarebbe messo sulla sua strada. Lei. E allora molti giorni Nihal fu creduta morta. Il merito della
egli aveva sterminato la razza dei mezzelfi. Egli un vittoria era suo. Gli furono tributati grandi onori. Una
mostro tanto quanto lei e il suo esercito. Anchessi sera un esserino minuscolo entr nella sala funebre e
avevano compiuto stragi. Lei dice che combattono le si avvicin. Era Phos. Lalbero secolare aspettava
per la Libert. Lui la accusa di essere esperta nello- la pietra, altrimenti sarebbe morto. Sfior la pietra, la
dio. Anche Laio alla fine aveva trovato la forza di uc- pietra si illumin e illumin le altre pietre, che ora ri-
cidere. E ribatte che il bene effimero, il male eter- splendono di una nuova luce, tranquilla e rassicuran-
no. Sua madre era una mezzelfo, suo padre un uomo. te. Le guance della ragazza divennero rosee. Era viva.
Quando nacque, per ordine del capo del villaggio suo Il Padre della Foresta muore, ma la figlia rinasce. Poi
padre fu ucciso e sua madre fu marchiata con il mar- Phos se ne and. Nihal e Sennar si stabilirono nella
chio delle sgualdrine. Con sua madre fu cacciato dal Terra del Vento. Sennar ripensa ad Aster: la loro vita
villaggio. Divenne mago a 14 anni con stupore dei stata simile, ma egli era stato fortunato, aveva in-
suoi esaminatori. Entr nel Consiglio a 16 anni. Co- contrato Nihal. Il Tiranno invece non aveva incontra-
nobbe Reis, sapeva che lavrebbe amata per sempre. to lamore.
Lei ricambi. Quando lo seppe, suo padre le proib di
frequentarlo. Ma essi continuarono. Allora Oren im- Commento
prigion la figlia e fece richiudere lui in prigione. La 1. Il romanzo abilmente costruito sulla psicologia
figlia si convinse che laveva ingannata e lo cacci del lettore di 8-15 anni e sul suo mondo reale/im-
via. Egli sent sorgere dentro di s un odio profondo. maginario. Le conoscenze acquisite alle scuole ele-
Oren fece un incantesimo ed egli rimase bambino per mentari e alle scuole medie non hanno ancora intac-
sempre. Cos nessunaltra donna lo poteva amare. In cato la sua visione magica della realt. Lautrice di-
seguito lui laveva fatta rapire e portare alla Rocca. mostra una grandissima esperienza in letteratura per
Le ricord il loro amore, ma Reis provava soltanto ragazzi, in marketing e in tante altre cose (se lei non
disgusto. Pensava che il Tiranno volesse soltanto il ha queste conoscenze, le ha la redazione della sua ca-
suo aspetto e la sua bellezza, e allora volle diventare sa editrice). Il romanzo sicuramente un buon pro-
brutta. Nihal lo accusa di mentire. Ma dentro di s dotto, capace di ripagare delle fatiche e degli investi-
sente che sincero. Il Tiranno riprende: se si uccido- menti richiesti per la sua compilazione. Esso si inseri-
no a vicenda, si estingue lodio e le Terre Emerse sce in una trilogia ( il terzo ed ultimo) e d origine a
hanno una nuova possibilit di pace. Nihal risponde una saga, in cui un romanzo tira e piazza sul mercato
che ci sono dei giusti. Egli ribadisce che lodio pi gli altri due: unottima strategia. Alla fine del roman-
forte dellamore. Lei nega. E allora lui le chiede per- zo i ringraziamenti indicano i familiari e gli amici che
ch ha abbandonato Sennar. Lei gli chiede di dirle se in molti modi lhanno aiutata. Un piccolo neo: il ro-
sta bene. Lui le dice che si era fatto torturare pur di manzo non ha lindice, che era utile, poich ha 40
non rivelare il suo amore per lei. Lei si mette a pian- capitoli divisi in sei parti. C per lelenco dei per-
gere. Lui le rivela che per piet, per non vederlo sof- sonaggi della trilogia (pp. 513-17).
frire, laveva ucciso. Lei poteva unirsi a lui o morire 2. I lettori hanno 8/10-13/15 anni, ma immaginano di
subito. Presa dallira e dallangoscia, Nihal lo colpi- avere qualche anno in pi: gli anni dei protagonisti,
sce e lo uccide. Il bambino si trasforma in un vecchio cio 18-20 anni. Non hanno ancora conosciuto lamo-
e poi si dissolve. La vendetta era compiuta. La Rocca re sentimentale, il primo bacio n le carezze date e
inizia a sbriciolarsi. Ma la debole luce del pugnale le ricevute n lamore fisico. E fantasticano. Credono
dice che Sennar non morto. Lei lo cerca e lo trova. ancora agli oggetti magici, ai portafortuna, che nel
Con lultimo incantesimo lo porta via dalla Rocca. romanzo diventano il talismano del potere e della vit-
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toria. Il romanzo riproduce il loro mondo ideale e rea- la frullata, che non scandalizza nessuno, n lettori n
le: nel gruppo degli amici ora ci si schiera con uno, genitori. Lui ferito, quindi tocca a lei darsi da fare e
ora con un altro, ora si resta da soli ecc. Anche nel impalarsi. Ha per unamnesia pericolosa: dimentica
romanzo le distinzioni sono altrettanto esili e sfuoca- che pu restare incinta. Forse lo dimentica anche la
te. scrittrice (ma non una ragazza?). La TV mostra in-
3. Il linguaggio semplice, chiaro, scorrevole, molto finite scene erotiche anche in momenti della giornata
curato e fortemente mitico, capace di evocare le cose. non pertinenti. Ovviamente nella realt a 18-20 anni
I tre romanzi si ripetono. I capitoli potrebbero conti- si hanno maggiori conoscenze sessuali. Invece nel
nuare allinfinito. romanzo c la proiezione dei lettori (ancora bambini-
4. Lo schema semplice: ci sono i Buoni (i protago- adolescenti) sulle figure dei due protagonisti.
nisti) e i Cattivi (gli antagonisti), ma la linea del Bene 7. Lautrice tratta tutti i problemi e tutti i dubbi del
e del Male oscillante, non mai ben determinata. I suo lettore: la pace, la guerra, lodio, lamore, lami-
cattivi cambiano campo per diventare buoni, ma in cizia, il pacifismo, il disimpegno, la vita privata, la
ogni caso hanno buoni motivi per fare quel che fanno. vita pubblica. Che cala in unatmosfera adatta, unat-
Ed anche i buoni cambiano campo e si schierano tra i mosfera pervasa dai sentimenti, dallavventura ed an-
cattivi, ed anche loro per validi motivi. E, comunque, che dalle prime sconfitte, dai primi dolori, dalla sco-
ognuno combatte valorosamente per la sua parte. perta dei propri limiti, dei propri errori, dei propri pu-
Strada facendo, i protagonisti scoprono cose antipati- dori. Il romanzo parla del Mondo Emerso, del Mondo
che o che fanno soffrire. Il proprio odio non risulta Sommerso e di infiniti personaggi. In realt il mondo,
cos giustificato come si sperava e, in ogni caso, a prescindere dai camuffamenti, non va al di l della
anchesso provoca dolore e morte. Il filo conduttore famiglia (padre, madre, fratello, sorella, zii, zie, nonni
la ricerca dellarma decisiva, un talismano con otto ecc.), degli amici e della famiglia degli amici. E il
pietre, capace di rovesciare le sorti della guerra in Mondo non va al di l del paese, del quartiere, della
corso. La protagonista e il suo amico, Nihal e Sennar, citt, delle vacanze ai monti o al mare e del primo vi-
devono quindi ricercare le otto pietre, ma contem- aggio allestero che il lettore fa in gita scolastica con
poraneamente questo filo conduttore interrotto dalle la scuola. Tutto viene trasformato e trasfigurato e di-
avventure di altri personaggi (Ido e lo scudiero Laio) venta pi grande, pi avventuroso, pi mitico, pi
e dalla comparsa di nuovi motivi (la pace, la guerra, leggendario, pi eroico. Dalla prima allultima riga il
lodio, lamore, i ricordi piacevoli e dolorosi legati al romanzo a misura del lettore e parla dei problemi,
passato) e di nuovi personaggi (i custodi delle pietre). della vita, dei dubbi, dei sentimenti, dei successi e
Forse una sorpresa: Nihal non sa di essere innamorata degli insuccessi del lettore e della lettrice adolescenti.
di Sennar, glielo dice allora Aines. Ma comprensi- Per questi motivi il romanzo ha successo di vendite.
bile che non si possa sapere tutto di se stessi. Cos il 8. Le riflessioni dellautrice sono sempre di buon li-
periodo delladolescenza e della maturazione riper- vello e interessanti: lodio pi forte dellamore, la
corso in modo ricco e articolato dalle vicende narrate. distruzione necessaria per la ricostruzione. il mito
I dubbi sorgono quando meno lo si desidera dellaraba fenice, che ogni mille anni si getta nel fuo-
5. Il protagonista, come il lettore, non ha unidea co, muore, ma poi risorge. Nihal abbandona Sennar e
chiara del potere. Ha una conoscenza troppo limitata segue il suo dovere di fermare il Tiranno. Il Tiran-
del mondo in cui vive. Vive ancora in un mondo ma- no le rimprovera di aver dimenticato lamore e di a-
gico e mitico, in cui la contrapposizione tra buoni e ver seguito la via dellodio Ma ci sono tante altre
cattivi e tra Bene e Male ancora molto vaga. Nihal cose interessanti: se un mago non avesse predetto che
va da otto guardiani a chiedere la pietra ed essi gliela un mezzelfo si sarebbe messo di mezzo, il Tiranno
danno. come se il lettore andasse dai genitori o dal- non avrebbe sterminato il popolo di Nihal. Se Oren, il
la zia e chiedesse loro di regalargli un giocattolo ed padre di Reis, non avesse contrastato lamore della
essi eseguono. E ancora: Nihal si mette a parlare con figlia e se non avesse lanciato la magia che impediva
il Tiranno come se fosse un suo vecchio amico, addi- ad Aster di diventare adulto e di ricevere lamore di
rittura gli chiede notizie di Sennar, e si mette a pian- una ragazza (al limite, di unaltra ragazza), il destino
gere. quello che fa il bambino davanti alla mamma del Mondo Sommerso sarebbe stato diverso. Di chi la
che lo ha appena sculacciato: corre a cercare prote- colpa? Del mago porta-iella o di Aster? Del padre di
zione da lei, anche se ci sarebbe una contraddizio- Reis o, ancora, di Aster? Possiamo sempre rimandare
ne ai posteri lardua sentenza. Ma un granello di sabbia
6. Niente sesso. Il lettore o la lettrice non ancora pu determinare pesantemente e negativamente il fu-
stato travolto dallesplosione degli ormoni, ma qual- turo. E, comunque, perch il padre di Reis non aveva
cosa intuisce. Nihal si abbandona ad un abbraccio con il diritto o la possibilit di interporsi e di interferire?
Sennar, il ragazzo ne approfitta per palpeggiarla. Lei Chi glielo poteva negare? E perch il mago non aveva
si ritrae. Non proprio vero che loccasione (o la lon- il diritto o il potere di lanciare lincantesimo per im-
tananza dai genitori) fa il ragazzo audace o la ragazza porre al mondo la sua volont? Le domande non sono
disponibile. Alcuni capitoli dopo Sennar, ferito a una finite: e chi dice che le cose sarebbero andate in ogni
gamba, ha il coraggio di confessare a Nihal che la caso bene (o meglio), se Aster e Reis vivevano il loro
ama. Lei si spoglia e lo spoglia e si fanno una bel- amore? Se una strada bella (o brutta), non vuol dire
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che la strada opposta sia brutta (o bella). Magari (1884), Cuore (1886), Il mago di Oz (1900). Vale la
qualche anno dopo Reis e Aster scoprivano che non pena di confrontare il romanzo della Troisi con essi.
erano fatti luno per laltra, che lamore non era capa- Ed anche con il mito dellaraba fenice in Fahrenheit
ce di superare le differenze di mentalit, razza, cultu- 451 (1953) di Ray Bradbury.
ra, abitudini, passatempi ecc. e che in sostanza, se a- 11. Nel romanzo non ci sono adulti. I personaggi so-
vessero ascoltato le parole di Oren, sarebbe stato me- no soltanto adolescenti, al di l dei titoli che hanno e
glio Ma ormai era troppo tardi! E Oren, se avesse delle cariche che ricoprono. La scrittrice non ha volu-
espresso con pi garbo le sue idee, senza offendere, to mettere adulti perch disturbavano, perci ha volu-
forse sarebbe stato ascoltato E Oren, se li avesse to costruire un mondo di adolescenti per adolescenti?
lasciati fare (sicuro che o prima o poi il loro amore Gli adolescenti non riescono a vedere n a rapportarsi
finiva), poi era pronto a lenire le ferite della figlia ed con gli adulti? Domande, sempre domande. Manca
anche del genero mancato Il labirinto costituito anche la curiosit degli adolescenti verso il mondo e
anche dalle possibilit che ognuno di noi in ogni verso gli adulti. Si pu semplificare il problema di-
momento ha davanti, e non realizza. Si vede la prima cendo che lo scrittore ha il diritto di fare quel che
possibilit, che piace, ma non si vedono le conse- vuole. Ha sicuramente buoni motivi per giustificare le
guenze che essa si tira dietro. La scrittrice costringe scelte che ha fatto. Quel che si coglie che i perso-
ladolescente a riflettere su se stesso e sulle scelte che naggi sono medi (o mediocri o svampiti), niente affat-
ha davanti, ma costringe anche i genitori a riflettere to eroici n super-umani, proprio come i lettori, che
sulle scelte del figlio o figlia e sulle loro scelte, che stanno passando il periodo pi denso e rapido di tra-
spesso danno come scontate o come le migliori pos- sformazioni della loro vita. Il proposito di non esclu-
sibili dere spinge lautrice a scegliere una protagonista
9. Il romanzo si inserisce nella tradizione dei poemi femminile (accanto a co-protagonisti maschili: Sen-
cavallereschi scritti dopo il Mille: il ciclo carolingio nar, Ido, lo scudiero Laio) e a presentare alla fine un
(la Canzone di Orlando, sec. XI) e il ciclo bretone (Il personaggio-protagonista menomato: la ferita di lan-
romanzo di Perceval o il racconto del Graal, 1175- cia non guarita e Sennar tira avanti la gamba. Ma
1190; re Art e i cavalieri della tavola rotonda; Lan- la speranza per tutti: egli ha ugualmente lamore di
cilloto e Ginevra; Tristano e Isotta). Ripresi in Italia Nihal. Vale anche per il lettore: non deve spaventarsi
nel Quattro-Cinquecento: il Morgante (1478-1483) di se ha qualche menomazione. Le donne non ci fanno
Luigi Pulci, lOrlando innamorato (1495) di Matteo mai caso, neanche le ragazze in cerca dellamore. Pe-
Maria Boiardo, lOrlando furioso (1532) di Ludovico r non deve restare piccolo e bambino come il Tiran-
Ariosto e la Gerusalemme liberata (1575) di Torqua- no: anche se bellissimo, nessuna gli vorr bene. E
to Tasso. In Francia compare Pantagruele (1532) e poi ha il gingillo troppo piccolo e inadatto per le frul-
Gargantua (1534) di Franois Rabelais. Ripresi in late! Un cantautore italiano ricordava che i nani han-
tempi moderni: Ivanhoe (1820) di Walter Scott e i no il cuore troppo vicino al e qui meglio censura-
suoi imitatori. I film che saccheggiano le saghe me- re. Daltra parte la ragazza potrebbe essere accusata
dioevali sono innumerevoli. La Troisi vi aggiunge un di ignobili depravazioni sessuali e di violenza sui mi-
po e soltanto un po di magia e sostituisce i cavalli nori, perch psico-pedo-porno-laido-filo-ferro-tram-
con i draghi buttafuoco. Traduce abilmente lavven- viaria. Per il resto la scrittrice riproduce maschietti e
tura in linguaggio e in immagini moderne, e il gioco femminucce come sono nella realt: i maschietti sono
fatto. Senza la traduzione i testi resterebbero indigesti gnomi, le femminucce sono streghe. E vox populi,
e illeggibili, proprio come pensano gli studenti sui vox Dei. Nessuno ha niente da criticare in proposito:
banchi di scuola, quando devono sorbirsi lIliade o nessuna offesa al pudore e alle gerarchie che ci sono
lOdissea o lEneide, tradotte molti secoli fa. anche tra bambini, adolescenti e giovani. Laio il fra-
10. Gli otto santuari indicano le tappe per crescere. tellino pi piccolo che va allasilo e che si vuole in-
Fanno parte dei riti di passaggio di cui ha parlato un trufolare tra gli adulti, cio tra gli adolescenti. E poi
secolo fa Arnold Van Gennep (I riti di passaggio, Pa- si mette nei guai. Altre due cose: Reis mente, raccon-
ris 1909; Bollati Boringhieri, Torino 2002) e che in- ta la sua storia con Aster con manipolazioni eccessi-
dicano i momenti obbligati della formazione. Essi so- ve. Va be, si sa che ogni ragazza dice delle balle. Se
no: Aelon o dellimperfezione (1), Sarephen o del- non le dicesse, ci si deve preoccupare! Lunico adulto
lodio (2), Glael o della solitudine (3), Thoolan o che fa cose da adulto Oarn, il padre di Reis: vuole
delloblio (4), Goriar o della colpa (5), Flaren o del impedire loro di vedersi ed essi lo fanno di nascosto,
destino (6), Tarephen o della lotta (7), Mawaso o del cos passa a interventi pi pesanti e fa la fattura ad
sacrificio (8). Al giovane lettore la scrittrice d lelen- Aster, che resta nano per sempre. Di lui si pensa sol-
co ordinato, anche da mandare a memoria. I guardiani tanto male: ha impedito lamore. O forse voleva so-
sono sempre amichevoli: hanno il compito di far cre- lamente impedire il fallimento del loro rapporto. Chi
scere ladolescente, di costruirne (o formarne) il cor- sa? Al lettore la sua sentenza. Il padre pakistano o
po, la mente, i sentimenti, la volont. Insomma il ro- indiano che uccide la figlia che vuole occidentalizzar-
manzo proporne dei valori e una morale, come Alice si uninvenzione dei razzisti. Anche gli scontri tri-
nel paese delle meraviglie (1865), Lisola del tesoro bali tra utsi e tutsu e gli eccidi etnici nellex-Jugo-
(1883), Pinocchio (1883), Le avventure di Huck Finn slavia. I conflitti e lincompatibilit culturale invece
Genesini Pietro, Letteratura italiana 123, Padova 2017 615
esistono ed hanno effetti tragici e nefasti. Sono belli Genere: romanzo fanta-horror-apocalittico
soltanto per scrivere un romanzo mozzafiato e coin-
volgente come la storia conflittuale di Carson (india- Alten Steve (1959), Lultima profezia
no) e Cabeza de Vaca (spagnola) in Mount Dragon. 2012. Il testamento maya, 2001
Quando la scienza diventa terrore (1996) di Douglas
Preston & Lincoln Child. Non nella realt.
Steve Alten (Philadelphia, 1959) uno scrittore ame-
12.1. Il romanzo si pu confrontare con Cuore (1886)
ricano di fantascienza, conosciuto per la serie Meg
di De Amicis. La scrittrice ha affinato le capacit di
(1997), composta da quattro romanzi del terrore.
De Amicis ed ha forgiato un prodotto in sintonia con
Molte sue opere sono divenute film di successo.
i tempi. Ha eliminato lo spirito di sacrificio, cio la
dedizione totale, il suicidio, e i piccoli valori di Enri-
Riassunto.
co. E ha proposto lavventura, il dubbio, le ferite
Diario di Julius Gabriel. 14.06.1990. Al centro
allanimo e al corpo, che colpiscono il giovane letto-
dellaltopiano di Nazca sta facendo uno scavo nel
re. Eppure Nihal non si arrende, combatte per i suoi
campo di calcio davanti alla Piramide del Sole a Teo-
ideali, piccoli o grandi che siano, accetta il confronto.
tihuacn con la moglie e il figlio. In un involucro di
Non caccia via Franti. Ascolta lavversario (e non la
iridio lungo cm 50 trova una mappa. Apre il conteni-
sola) e scopre un mondo pi complesso di quello che
tore e riesce a fotografare la mappa, prima che essa si
aveva immaginato: lei nel giusto, gli avversari sono
trasformi in polvere.
ingiusti e crudeli. Lei ha trovato lamore, il Tiranno
no. E proprio per questo motivo divenuto cattivo
e pensa alla distruzione di tutto. Il lettore pu capire Prologo. 65 milioni di anni fa unastronave aliena
che i valori altrui non sono migliori o peggiori dei inseguita e colpita. Plana su un pianeta sconosciuto,
suoi. Egli nega agli avversari il diritto di vendicarsi, e la Terra, popolata dai dinosauri. Per lumanit inizia
non capisce che, applicando lo stesso diritto che per il conto alla rovescia.
attribuisce a se stesso, provoca danni e sofferenze agli
avversari. L8 settembre 2012 Dominique Vasquez, abbreviata
12.2. Si pu confrontare anche con i romanzi fantasy in Dom, 31 anni, psicologa tirocinante, si presenta al
coevi (1997-2007), che hanno come protagonista un Centro Malati Mentali del Sud Carolina. Il dottor Fo-
maghetto, Harry Potter, inventato dalla scrittrice in- letta le affida un paziente, Michael Gabriel, 35 anni,
glese Joanne Kathleen Rowling. Lo fa il lettore. rinchiuso da 11 anni in ospedali psichiatrici, che
------------------------------II----------------------------- convinto che la fine del mondo sia vicina. La avverte
di non farsi catturare dal suo fascino. La ragazza in-
contra Mick, che le dice di non essere pazzo e la im-
plora di leggere il diario del padre senza pregiudizi.
La ragazza accetta e inizia a leggere il diario.