La questione petroniana
Tacito ci parla di un uomo ra nato ed eccentrico che diviene elegantiae arbiter alla corte di Nerone. Descrive anche il
suo suicidio, che sembra una parodia del suicidio stoico di Seneca.
Due tesi:
- Separatista, sono due “petroni” diversi. Sostenuta dal fatto che Tacito non accenna a un romanzo (ma ignora questo
dettaglio anche per Lucano e Seneca.
Il Satyricon
Titolo era Satyrica, il genitivo plurale Satyricon viene probabilmente dal fatto che era retto da libri.
Il romanzo greco normalmente trattava sempre di amori eterosessuali, che attraversano svariate vicissitudini, incontrano
sia aiutanti sia oppositori, con un lieto ne obbligatorio.
- Vitellio: comandante delle regioni stanziate alla Domiziano, fratello di Tito, modello autocratico di
frontiera del Reno
Caligola, ma rimane legato alla tradizione romano-italica.
Palestina
Nerva, esponente della nobilitas italica, che quindi dava
sicurezza al senato.
Senato dovette riconoscere come princeps Tito Flavio Introduce il principio dell’adozione —>epoca degli
Vespasiano.
imperatori adottivi
Lex imperio de Vespasiani, ottiene la stabilità dell’istituto Traiano, culmine dell’espansione (Dacia, Armenia,
imperiale. Il principato assume quindi le caratteristiche di Mesopotamia, Arabia, scon gge i Parti).
una magistratura a vita.
I principi e la cultura
Muta lo stile di vita.
L’epica diventa mitologica (Stazio e Valerio Flacco), non più storica. Gli scrittori cercano in genere di ripiegare su ciò che
era già stato fatto, viene a meno lo sperimentalismo.
Si può parlare di ritorno al classicismo, ci si dirige verso l’inventariazione del sapere (Plinio il Vecchio).
I Flavi si disinteressao della cultura, ma almeno Vespasiano fonda la prima cattedra pubblica di retorica a spese dello
Stato, a data a Quintiliano.
Nasce l’idea del tramandare la cultura così com’è; Quintiliano ha l’incarico di educare i futuri principi.
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Grammatici e lologi del I sec. d.C.
Remmio Palemone, autore di un’Ars grammatica Marco Valerio Probo, come ci dice Svetonio, non tenne
(perduta) dove per la prima volta nella lingua latina mai una vera e propria scuola, ma solo conversazioni
vennero de nite e studiate le parti del discorso: nomen, pomeridiane con pochi uditori.
pronomen, verbum, participium, adverbium, coniunctio, È il fondatore della lologia classica a Roma (Varrone
praepositio, interiectio.
aveva inizato uno studio di questo tipo ma senza
Distinzione dei vari maestri a Roma, dove si impartiva un metodo).
testi;
- Distinguere, dividere parola per parola con la giusta
- Retor, insegna a scrivere un discorso ben impostato interpunzione;
retoricamente.
- Adnotare, corredare il testo di note perlopiù
linguistiche.
Quintiliano
De nito “laudator temporis acti”, ma con un modello prospettivo: mira alla mentalità del libero cittadino da reintegrare.
Scrive De causis corruptis eloquentiae (non pervenuto), tema dell decadenza dell’oratoria dovuta a scarso livello nelle
scuole di declamazione, dove si dava troppo spazio a esercitazioni troppo lontane dalla realtà.
Ultimi anni di vita scrive Institutio oratoria, trattato retorico in 12 libri (integralmente pervenuto).
Si pone il problema dell’educazione integrale, perchè vuole formare delle brave persone, non solo cittadini o tecnici. È
dunque il fondatore della pedagogia.
Libri centrali questioni della dispositio e della elocutio (fasi necessarie alla costruzione di un discorso), tratta poi della
memoria (esercitare la memoria è importante per ricordare le obiezioni dell’avversario e rispondere ordinatamente) e
dell’actio (importanza della gestualità).
Libro X excursus sugli scrittori greci e latini che possono essere integrati per l’educazione.
- <<Ottimismo educativo>>: tutti possono apprendere e migliorare, entro i limiti della natura,
- La scuola pubblica è più produttiva: il confronto costante con i compagni migliora l’intelligenza e favorisce
l’emulazione (non troppi alunni in una classe).
Spera di ricotruire una società come quella repubblicana, basata sulla libertas.
L’autore più citato è indubbiamente Cicerone. Seguono Virgilio e Orazio, ma non va oltre per via del vincolo etico-
politico.
Stazio
La poesia nell’età dei Flavi subisce una grave crisi Giovenale ricorda il successo delle sue recitationes
perché il potere politico non si interessa della poesia, pubbliche.
Silvae
Scrive le Silvae, cinque libri introdotti ciascuno da un Tebaide
epistola (come la Vita Nova), per un totale di trentadue Ricrittura della lotta fratricida di Eteocle e Polinice
Domiziano, assimilato a Giove e a Ercole Invocazione al E’ un poema in cui Stazio si propone di narrare tutta la
Sonno (V,4): rielaborazione di un topos epico vita di Achille, no alla sua morte a Troia.
Nella prefazione del primo libro sottolinea la rapidità Rimane incompiuto per la morte del poeta .
compositiva legata alla spontaneità dell’ispirazione.
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La poesia epigrammatica
L’epigramma rappresenta sempre una scenetta del’esperienza diretta del’autore, che mette una
considerazione brillante e inaspettata.
La maggior parte degli epigrammi greci che conosciamo sono raccolti nell’Antologia Palatina, che contiene
circa 3700 epigrammi attribuiti a più di 300 poeti diversi.
Non è l’unica antologia: antologia Planudea, prende il nome da Massimo Planude, che scrive attorno
all’anno 1300. Allestisce un’antologia meno vasta, ma include 388 (raccolti in un’appendice, l’appendix
planudea, messa in coda all’antologia palatina) componimenti non inseriti nell’antologia palatina.
Marziale
Si ispira sicuramente a Catullo, l’unico epigrammista latino di cui abbiamo l’opera integrale.
“Epigramma” è solo uno dei tanti modi in cui ci si riferiva a questo tipo di poesia, infati Plinio il Giovane
scrive: <<li potrai chiamare epigrammata, o idyllia, o eglogae, o poematia, o con qualsiasi altro termine
preferisca, io te li presento soltanto come hendecasyllabi…ma epigramma è la denominazione che Marziale
adotta stabilmente…>>
È spagnolo, si trasferisce a Roma per fare l’avvocato, accolto da Seneca losofo e Lucano ( no al 65,
congiura). Poi dovette adattarsi a fare la vita del cliente, ovvero o rire un voto al patronus in cambio di
viveri (salutatio mattutinae).
Ottiene la ius trium liberorum, grazie alla bubblicazione del Liber de spectaculis, pubblcato per gli spettacoli
di inaugurazione dell’an teatro.
- Amicizia con Quintiliano, con cui non ha punti di contatto morali o educativi.
- Amicizia con Giovenale, che si occupa di satire. Esaspera ulteriormente la visione del mondo di Marziale.
È quasi de nibile un primo espressionista della storia, perchè deformava addirittura le cose.
Xenia, <<doni ospitali>> che venivano dato agli amici accompagnati da un bigliettino augurale. (Erano i doni
stessi a parlare, come l’iscrizione sulla Coppa di Nestore e sulla Fibula Praenestina: “Manios med
phephaked Numasioi”)
Apophoreta, ἀποφὲρω <<portare via>>, doni estratti a sorte e consegnati agli invitati durante il banchetto.
Poetica
A erma di voler delectare ritraendo la vita così com’è, il suo intento non è correggere il vizio.
La vera poesia è quella che tratta l’umanità vera e deve essere leggera, così come a ermava Catullo.
Polemica nei confronti dell’epos mitologico e della tragedia per la loro forma (troppo lunga) e il loro
linguaggio (troppo ampolloso ed enfatico).
Lasciva est nois pagina, vita proba. Lascivus= <<allegro, giocherellone>>, ma anche <<licenzioso>>
Parla di cacciatori di eredità che sposano donne vecchie per acaparrarsi i beni, di medici che fanno i
becchini mandando le persone ai cimiteri sostenendo che in realtà non abbiano mai cambiato lavoro.
Durante il principato di Nerva e di Traiano non riesce a entrare nella loro simpatia, tanto che deve tornare a
casa in Spagna, e il denaro per il viaggio gli è o erto da Plinio il Giovane.
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