Dalle origini
alla fine
della repubblica
ANGELO DIOTTI
SERGIO DOSSI
FRANCO SIGNORACCI
Narrant
LETTERATURA ANTOLOGIA CULTURA LATINA
1
Dalle origini
alla fine
della repubblica
ANGELO DIOTTI
SERGIO DOSSI
FRANCO SIGNORACCI
Copertina: L. Alma Tadema, Saffo e Alceo a Mitilene (part.), 1881, Baltimora, Walters Art Gallery
Un particolare ringraziamento va ai docenti che hanno contribuito alla progettazione dell’opera, in particolare alle professoresse Silvia Copello e Laura
Rabuano.
e-9788805257324
Ristampa
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Materiali interattivi
e proiettabili
IV
Indice
74 PERCORSI ANTOLOGICI
75 1 Una galleria di tipi umani
75 T1 L’avaro Aulularia, vv. 40-66 (LAT/ITA)
80 PERMAMENZE Euclione: il protipo dell’avaro
81 T2 La cortigiana Truculentus, vv. 448-481 (ITA)
82 T3 La vecchia beona Curculio, vv. 96-109 (ITA) testo digitale
82 T4 La matrona onesta Amphitruo, vv. 633-653 (LAT/ITA)
85 CULTURA La donna a Roma e nel teatro di Plauto
86 T5 Il soldato fanfarone e il parassita adulatore Miles gloriosus, vv. 1-78 (ITA)
88 PERMAMENZE Capitano senza coraggio
90 T6 Il servus currens Curculio, vv. 280-295 (ITA)
91 T7 Il servus poeta Pseudolus, vv. 394-414 (ITA)
92 RIEPILOGARE
V
Indice
170 RIEPILOGARE
179 T14 Un confronto tra due cortigiane Hécyra, vv. 58-75 (ITA)
179 T15 Una bona meretrix Hécyra, vv. 816-840 (ITA)
180 PERMANENZE Il buon cuore della “donna perduta”
181 T16 È una cortigiana la vera salvatrice Hécyra, vv. 841-880 (ITA) testo digitale
182 T17 Una suocera fuori dagli schemi Hécyra, vv. 577-606 (ITA)
183 T18 Un servus fedele per un pater speciale Andria, vv. 28-50 (ITA)
184 RIEPILOGARE
185 LETTERATURA Una nuova idea di servus
VII
Indice
VIII
Indice
268 2 L’AMORE
268 T7 L’accendersi della passione Carmina, 51 (LAT)
270 PERMANENZE I sintomi della malattia d’amore
272 T8 Vivere è amare Carmina, 5 (LAT)
274 T9 I baci non bastano mai Carmina, 7 (ITA)
274 PERMANENZE I ragazzi che si amano
276 CULTURA Mille baci
277 T10 Non fa che parlare male di me Carmina, 83 (ITA)
278 T11 A casa di Lesbia Carmina, 2 (LAT)
280 T12 Il passero è morto! Carmina, 3 (LAT)
282 T13 I paradossi d’amore Carmina, 92 (ITA) testo digitale
282 LETTERATURA Foedus e fides: due parole d’amore?
283 T14 Mai nessuna donna Carmina, 87 (LAT/ITA)
284 T15 Promesse al vento Carmina, 70 (LAT)
286 CULTURA Lesbia non è una cortigiana
287 T16 C’è amore e amore Carmina, 72 (LAT)
289 T17 Un pegno di eterno amore Carmina, 109 (ITA) testo digitale
289 T18 Il lamento di Arianna Carmina, 64 vv. 124-201 (ITA)
292 RIEPILOGARE
303 RIEPILOGARE
IX
Indice
315 RIEPILOGARE
316 LABORATORIO DELLE CONOSCENZE E COMPETENZE LETTERARIE
316 Mappa concettuale
317 Prova di verifica strutturata
318 Saper analizzare un testo (Carmina, 92)
319 Saper analizzare un testo critico (D. Puliga)
320 Saper analizzare un testo critico (P. Fedeli)
321 Saper analizzare un’opera (Liber,r carmi scelti)
338 Consigli di lettura Luca Canali, Gli ultimi giorni di Giulio Cesare Per studiare un testo
Lavoro interattivo su De bello
339 Lo stile Gallico, I, 1
340 Bibliografia e sitografia
4 testi digitali aggiuntivi
341 Cesare nel tempo
Invito al saggio breve
La ferocia dei vincitori
(prova scaricabile)
344 PERCORSI ANTOLOGICI Prova interattiva di verifica
345 1 I mores degli altri: Galli, Germani e Britanni
345 T1 Descrizione della Gallia De bello Gallico I, 1 (LAT)
348 STORIA I Celti
349 T2 L’organizzazione sociale dei Galli De bello Gallico VI, 11; 13, 1-3 (LAT/ITA)
351 T3 I druidi e i cavalieri De bello Gallico VI, 13, 4-11; 14-15 (ITA)
354 CULTURA I misteriosi druidi
355 T4 I sacrifici agli dèi presso i Galli De bello Gallico VI, 16 (LAT)
356 T5 Gli dèi adorati dai Galli De bello Gallico VI, 17 (LAT)
358 T6 Origine mitica dei Galli De bello Gallico VI, 18 (LAT) testo digitale
358 T7 Famiglie e funerali De bello Gallico VI, 19 (ITA) testo digitale
358 T8 I Germani: religione, educazione, economia De bello Gallico VI, 21-22 (ITA)
360 T9 Organizzazione politica e sociale dei Germani De bello Gallico VI, 23 (ITA)
362 CULTURA Il primo romano a oltrepassare il Reno
X
Indice
362 T10 Confronto tra il valore dei Galli e quello dei Germani De bello Gallico VI,
24 (LAT)
365 T11 La Britannia e i suoi abitanti De bello Gallico V, 12 (LAT)
367 STORIA Insula natura triquetra: Cesare sbarca in Britannia
368 T12 Descrizione geografica della Britannia De bello Gallico V, 13 (LAT)
369 T13 I mores dei Britanni De bello Gallico V, 14 (LAT)
370 RIEPILOGARE
389 RIEPILOGARE
401 RIEPILOGARE
402 LABORATORIO DELLE CONOSCENZE E COMPETENZE LETTERARIE
402 Mappa concettuale
403 Prova di verifica strutturata
404 Saper analizzare un testo (De bello civilii i, 14)
405 Saper analizzare un testo (De bello Gallico vii, 75,1; 76, 4-6)
406 Saper analizzare un testo critico (A. La Penna)
407 Saper analizzare un’opera (La guerra gallica, passi scelti)
408 LE METAFORE ARTE Portare l’aquila
410 LE METAFORE LETTERATURA Dal servizio militare al servitium amoris
XI
Indice
467 RIEPILOGARE
XII
Indice
482 RIEPILOGARE
499 RIEPILOGARE
517 RIEPILOGARE
518 LABORATORIO DELLE CONOSCENZE E COMPETENZE LETTERARIE
518 Mappa concettuale
519 Prova di verifica strutturata
520 Saper analizzare un testo (Lelius de amicitia, 86-87)
521 Saper analizzare un testo (Ad familiares xvi, 14)
522 Saper analizzare un testo critico (G. Carotenuto; A. Michel)
524 Saper analizzare un’opera (L’amicizia)
526 LE METAFORE LETTERATURA La forma della moralità
XIII
Indice
584 RIEPILOGARE
591 T17 La vecchiaia del mondo De rerum natura II, 1144-1174 (LAT)
594 T18 Nessuno può sfuggire a se stesso De rerum natura III, 1053-1075 (ITA)
596 T19 L’ambiguità del progresso De rerum natura V, 1105-1135 (ITA)
597 T20 La peste d’Atene De rerum natura VI, 1138-1181; 1225-1287 (ITA)
600 PERMANENZE La peste, un modello letterario
601 RIEPILOGARE
602 LABORATORIO DELLE CONOSCENZE E COMPETENZE LETTERARIE
602 Mappa concettuale
603 Prova di verifica strutturata
604 Saper analizzare un testo (De rerum natura iii, 1 - 22)
606 Saper analizzare un testo critico (N. Flocchini)
607 Saper analizzare un’opera (De rerum natura i)
608 LE METAFORE ARTE La villa romana, specchio dell’animo
647 RIEPILOGARE
663 RIEPILOGARE
677 T24 L’incipit della lettera Historiae IV, 69, 1-2, 5-9 (ITA)
678 T25 O distruggeranno tutto o soccomberanno Historiae IV, 69, 16-23 (LAT)
680 LETTERATURA Dopo le guerre romane
681 RIEPILOGARE
682 LABORATORIO DELLE CONOSCENZE E COMPETENZE LETTERARIE
682 Mappa concettuale
683 Prova di verifica strutturata
684 Saper analizzare un testo (De Catilinae coniurationee 29)
685 Saper analizzare un testo (Bellum Iugurthinum 113)
686 Saper analizzare un testo critico (L. Storoni Mazzolani)
687 Saper analizzare un’opera (La congiura di Catilina, passi scelti)
688 LE METAFORE LETTERATURA Fini, confini e definizioni
XVI
Indice
690 Appendice
692 I GENERI LETTERARI
692 La poesia epica
692 Definizione e origini
692 La trasmissione e la sopravvivenza
692 Iliade e Odissea: il filone “eroico”
693 Formule e modelli
694 L’epica ellenistica
694 L’epica a Roma
695 L’epica dopo Roma
695 Il nuovo volto dell’epica
696 Il teatro in Grecia Video. A teatro
696 Le forme del teatro greco Le origini e le forme 1
La struttura del teatro
697 La tragedia
Video. A teatro
697 Origini e significato della tragedia Le origini e le forme 2
697 Autori della tragedia Tragedia e commedia
698 La commedia
698 Origini e significato della commedia
698 Tipologie, struttura e autori della commedia
699 Il teatro a Roma
699 L’origine e le tipologie
700 Il teatro dopo Roma
700 Nel Medioevo
700 Dal Cinquecento al Settecento
701 Dall’Ottocento a oggi
702 La satira
702 Origine
702 Etimologia
702 I caratteri
703 La satira a Roma
703 Oltre Roma
704 La poesia lirica
704 Definizione e caratteri del genere
704 La poesia giambica
705 La melica monodica
705 La melica corale
706 La lirica a Roma
706 La lirica nel Medioevo
706 Verso la modernità
707 La storiografia
707 Definizione e premesse
707 L’historía e i logografi
707 Erodoto, pater historiae
708 Tucidide, il grande modello
708 I continuatori di Tucidide e la storiografia ellenistica
709 La storiografia greca di fronte a Roma: Polibio
710 Le prime tappe della storiografia latina
710 Eredità greca e originalità latina
711 La retorica
711 Distinzione fra retorica e oratoria
711 Il valore della retorica e dell’oratoria presso i Greci e i Romani
XVII
Indice
XVIII
Narrant rerum scriptores
La nostra esperienza di lettori delle opere classiche ci fa pensare alla letteratura latina come un rac-
conto ininterrotto, lungo quasi mille anni, dal momento in cui la cultura orale degli antichi abitatori
del Lazio si trasformò in tradizione scritta, innervata e arricchita dalle esperienze dei popoli prima
vicini, poi sottomessi, i Greci sopra tutti; un racconto ricco di poesia, di pathos, di dramma, di me-
ditazione filosofica e abilità retorica, che ha costituito lentamente nello stratificarsi della storia un
modello di bellezza per le generazioni che ne hanno conosciuto le forme e i contenuti.
Per questo motivo abbiamo scelto di intitolare Narrant questa edizione della storia della letteratura
latina, mettendo l’accento sulla dimensione di racconto e di ascolto che ha caratterizzato la prima
trasmissione dell’antica cultura, e quella di scrittura e lettura che ha distinto la letteratura vera e
propria; una narrazione che si rivolge anche a noi, lettori moderni, a distanza di secoli, perché non
accada, come diceva Calvino, che «al mondo esistano soltanto storie che restano in sospeso e si per-
dono per la strada»1.
La via che abbiamo privilegiato – con gli apporti interpretativi che vengono dalla storiografia, dalla
filologia e antropologia – è quella di definire attraverso la lettura dei testi, e anzi partendo da essi, le
specificità della letteratura classica e dei generi antichi, le forme con cui si espresse un gusto e una
tensione comunicativa autentica, nel teatro, nella poesia, nella narrazione in prosa. L’esperienza del-
la lettura diretta dei testi è quindi un passaggio che riteniamo irrinunciabile perché possa formarsi
un personale “patrimonio di memorie” da portare con sé.
Proprio la lettura dei testi implica ancora un passo, lo sforzo della traduzione, quel processo che por-
ta pensieri ed esperienze «al di là» di un confine ideale tra culture. Senza un personale impegno di
comprensione, i testi latini restano inevitabilmente “stranieri”, chiusi nella loro storia; solo il nostro
sforzo di leggere il testo, di entrare nella cultura che lo ha espresso può permettere effettivamente di
comprenderlo e “riscriverlo” nella nostra. Un processo, peraltro, che il nostro mondo sta chiedendo
a tutti di compiere, a diversi livelli, per comprendere ed essere compresi.
Gli antichi non ci immaginavano come destinatari delle loro opere, ma essere invitati dal nostro per-
corso di formazione ad ascoltarli e a intenderli potrà farci accorgere che la nostra distanza dalla cul-
tura romana è ancora piuttosto breve e la loro conoscenza, in definitiva, interessante.
La struttura dell’opera rispecchia in parte la precedente edizione, con alcune significative novità, che
riguardano in particolare due attenzioni, una al testo in sé, rispetto al quale si è scelto di approfondi-
re gli strumenti di comprensione e analisi; una alle permanenze, ovvero agli echi della letteratura e
della cultura latina nella produzione occidentale.
Lo studio della letteratura è introdotto da quadri di sintesi storica, culturale, linguistica (Il conte-
sto) che aprono le sezioni cronologiche in cui si divide, tradizionalmente, il percorso della lettera-
tura. Il tracciato sintetico della storia è aperto da una cronologia completa della letteratura latina,
sulla quale è individuata con una “fascia” più chiara l’area cronologica che si prende in considera-
zione di volta in volta. Gli autori di prosa sono posizionati nella parte superiore, quelli di poesia in
quella inferiore, indicando quindi sempre con immediatezza visiva l’evoluzione della produzione
letteraria e il “punto” in cui si è, e sostenendo i lettori nella “stratificazione” delle loro conoscenze.
Nella trattazione del quadro storico, poi, si è data una certa attenzione anche alla dimensione geolet-
teraria, attraverso due carte affiancate, che pongono a confronto sul territorio di Roma la situazione
politica e quella culturale.
XIX
Seguono gli autori, che sono trattati con un dettato chiaro e accessibile, attenzione che questo corso
ha sempre curato nell’esposizione della materia. La trattazione, che è stata integrata e aggiornata
dove opportuno, è conclusa da una sezione dedicata a “L’Autore nel tempo”, cioè all’influenza che
ogni autore ha avuto sulla cultura e sulla letteratura nel corso del tempo, anche in ambiti espressivi
diversi, come l’arte figurativa, il teatro, il cinema ecc.
Nella sezione antologica, che accompagna tutti gli autori maggiori, i testi sono stati organizzati in
percorsi tematici, l’ultimo dei quali, intitolato Il rovescio della medaglia, è dedicato a un lato in
ombra della produzione dell’autore, riguardo la sua personalità, le tematiche trattate o sotteso alle
opere.
Le pagine di approfondimento critico sono state in parte rinnovate e aggiornate, per investigare
aspetti particolari della storia, della cultura o dello specifico letterario latino (Cultura Letteratura
Storia). Viene introdotta in questa edizione della letteratura la rubrica Permanenze, per esaminare
e approfondire un tema che, a partire dalla cultura classica, ha attraversato in forme diverse il mondo
occidentale (per esempio il carnevalesco plautino, il carpe diem oraziano, il mito della Germania nel
Novecento ecc.)
Due rubriche, poi, hanno particolare importanza per noi, Le parole e Le metafore, entrambe dedi-
cate a un’attenzione specifica data ai testi, per cogliere con occhi aperti il significato di alcune delle
parole e delle immagini che la cultura latina ha individuato per rappresentare se stessa. La scelta di
non studiare solo alcune parole significative per la cultura latina, ma di concentrarsi sulla figura della
metafora, trova la sua ragione nel fatto che la metafora esprime attraverso un’immagine un intero
sistema di esperienze e conoscenze, che fanno parte della mentalità e della cultura che le ha prodotte
e le utilizza; e questo avviene sia attraverso i testi scritti, sia attraverso le immagini artistiche. Ecco
perché sono nate le due rubriche Le metafore – Arte, Le metafore – Letteratura, dedicate a quelle
«immagini organizzatrici» di un significato profondo e condiviso dalla cultura latina, che esprimono
un’idea e al tempo stesso propongono un modello cui adeguarsi.
Al termine della trattazione degli autori compare una sezione dedicata allo sviluppo delle compe-
tenze, che abbiamo inteso essere quelle proprie dello specifico letterario: la capacità di analisi
autonoma di un testo in lingua, di un testo critico, di un’opera (in forma integrale dove possibile o
altrimenti di una parte consistente).
XX
La trasmissione dei testi classici
Il lavoro filologico
Dall’antichità a noi Prima di affrontare lo studio della letteratura latina, è opportuno
dare qualche informazione sul modo in cui i testi degli autori antichi sono pervenuti fino a
noi, ossia fornire qualche notizia sulla trasmissione dei testi. Noi oggi siamo abituati a leg-
gere libri stampati, ma occorre ricordare che la diffusione di opere a stampa inizia solo nel
xv secolo, dopo l’invenzione di Gutenberg; prima le opere della classicità sia greca sia latina
erano tràdite (da trado = trasmettere, tramandare) mediante la scrittura a mano su papiri
– soprattutto per i testi della letteratura greca – e su codici. Addetti alla riproduzione erano
i librarii nel mondo romano e gli amanuensi in quello medievale. Proprio perché affidata
alla stesura manoscritta, la trasmissione dei testi – come è facile arguire – fu interessata per
secoli dall’errore umano.
Gli errori di trascrizione Le tipologie di errori sono diverse. In primo luogo bisogna
considerare i cosiddetti “errori meccanici”, dovuti a una “discontinuità dell’attenzione”,1 a
un’involontaria distrazione del copista. Rientrano in questo ambito gli omoteleuti, le omis-
sioni di parole – soprattutto se brevi – l’aplografia, ossia l’omissione di lettere identiche e
consecutive, la dittografia, il contrario dell’aplografia, e infine gli errori che scaturivano da
un’errata interpretazione dei segni di abbreviazione. Un secondo gruppo di errori era in-
vece provocato dalla precisa volontà dell’a-
manuense che, solitamente dotato di un certo
livello di cultura, interveniva talora sul testo per
“sanare” quello che ai suoi occhi appariva sba-
gliato semanticamente o metricamente. Quan-
to più colto era il copista, tanti più danni poteva
arrecare al testo.
Scriba con strumenti scriptorii utili per l’operazione di copiatura dei testi:
lo stilo, gli inchiostri colorati, il rasoio per la correzione degli errori.
VII secolo d.C., Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana.
XXI
La trasmissione dei testi classici
Un rigoroso lavoro di metodo Il compito di riportare il testo alla sua forma originaria,
ossia alla forma voluta dall’autore, è affidato alla filologia, una vera e propria scienza nata
nel iii secolo a.C. in Grecia, quando poeti e dotti si proposero di salvaguardare il patrimonio
culturale dell’antichità. Nel corso dei secoli questa scienza si è dotata di un rigoroso meto-
do di lavoro, i cui momenti fondamentali sono rappresentati dalla collatio e dall’emenda-
tio. La prima consiste nel confronto tra i vari manoscritti, la seconda nell’eliminazione degli
errori commessi dai copisti e nella scelta fra le variae lectiones (i vari manoscritti possono
a volte riportare lezioni diverse di uno stesso verso o di una parola). I criteri su cui si basa
l’emendatio sono l’usus scribendi dell’autore e la lectio difficilior. Il primo induce a sce-
gliere quella variante che risponde maggiormente allo stile dell’autore, il secondo si fonda
sul principio che, dal momento che il copista era portato a banalizzare il testo, la “lezione
più difficile” è quella che ha maggiori probabilità di essere esatta.2 Il risultato finale di que-
sto lavoro di ricostruzione del testo è l’edizione critica del testo stesso, un’edizione munita
di prefazione, Stemma codicum, Sigla, testo con apparato critico e indici.
La collezione dei testi classici pubblicata dalla storica editrice Les Belles
Lettres di Parigi, fondata nel 1920 e specializzata nella pubblicazione
dei testi classici latini e greci, con traduzione a fronte in francese.
XXII
La trasmissione dei testi classici
Le collane dei classici Esistono “collane” di classici, ossia raccolte di classici latini in
edizione critica, frutto dell’annoso e impegnativo lavoro degli studiosi. Citeremo le più im-
portanti e pregevoli dal punto di vista filologico:
Bibliotheca scriptorum Graecorum et Romanorum Teubneriana, casa editrice Teubner,
Lipsia e Stoccarda;
Scriptorum classicorum bibliotheca Oxoniensis, Clarendon Press, Oxford;
Collection des Universités de France, publiée sous le patronage de l’Association “Guillaume
Budé”, casa editrice Les Belles Lettres, Parigi;
Corpus scriptorum Latinorum Paravianum, casa editrice Paravia, Torino;
Loeb Classical Library, Heinemann, Londra, e Harvard University Press, Cambridge, Mass.;
Corpus scriptorum ecclesiasticorum Latinorum (CSEL), Vienna, relativo alla latinità cristiana.
Le fonti digitali Negli ultimi decenni sono stati resi disponibili in forma digitale i testi
classici presso alcuni siti che a titolo gratuito offrono la possibilità di consultare le opere.
Segnaliamo in particolare:
Rassegna degli strumenti informatici per lo studio dell’Antichità Classica, a cura di A. Cri-
stofori, sito collegato all’Università di Bologna e aggiornato sistematicamente. Riporta un
repertorio di siti sul mondo antico, organizzati in modo ragionato. Nella sezione Fonti lette-
rarie sono raccolti testi elettronici di opere latine e greche.
http://www.rassegna.unibo.it/
Perseus Project, sito curato dalla Tufts University (Massachusetts), che non solo raccoglie
molti testi della letteratura latina e greca, ma presenta anche molte informazioni in forma
ipertestuale. “Cliccando” sulle parole è possibile vederne l’analisi morfologica, la traduzio-
ne in inglese, l’occorrenza in altri autori.
http://www.perseus.tufts.edu/hopper/
The Latin Library, sito curato da W. Carey (Virginia), raccoglie un’ampia collezione di testi
classici latini e offre collegamenti ad altri siti sul mondo antico.
http://www.thelatinlibrary.com/index.html
Biblioteca Augustana che raccoglie una buona collezione di opere letterarie di diverse tra-
dizioni tra cui quelle latine classiche.
https://www.hs-augsburg.de/~harsch/augustana.html
IntraText Digital Library, sito che raccoglie migliaia di volumi in versione integrale organiz-
zati per autore e opera. http://www.intratext.com/
PHI Packard Humanitatis Institute (Los Altos, California), comprende la quasi totalità delle
opere latine fino al 200 d.C. in versione integrale con particolare, attenta revisione filolo-
gica, disponibile da poco in for-
ma libera all’indirizzo
http://latin.packhum.org/
1
LE ORIGINI >
VIII-IV secolo a.C.
Il periodo nel quale si formarono,
700 a.C. 200 a.C. 100 a.C.
passando dalla bocca all’orecchio,
i racconti più antichi della cultura VIII sec. a.C. Cicerone
latina durò circa cinque secoli. L’alfabeto greco 73-43 a.C.
Un arco di tempo molto lungo che 200–149 a.C.
si diffonde a Roma quasi 100 orazioni
precede il contatto con la cultura Catone
De agri coltura 56-46 a.C.
greca, decisivo per lo sviluppo dal VI sec.a.C.
Origines opere retoriche
I magistrati si servono
della letteratura in Roma. Libri ad Marcum filium 45-44 a.C.
di Commentarii, Fasti e
In questo tempo hanno trovato Annales per registrare opere filodsofiche
origine le prime forme ritmiche eventi significativi (prime 68-43 a.C.
della poesia, cadenzate, forme di storiografia) epistolario
melodiche, cui sono stati affidati L’oratoria politica e Cesare
tanto la formulazione delle leggi giudiziaria accompagna 50 a.C.
e delle preghiere, quanto la la vita dei cives romani De bello Gallico
celebrazione degli uomini e delle 47 a.C.
imprese cittadine. De bello civili
Durante le feste collettive o i
VI sec. a.C. Sallustio
banchetti venivano improvvisate 43 a.C.
La fibula praenestina,
anche forme poetiche il più antico documento De Catilinae
buffonesche e volutamente epigrafico giunto fino coniuratione
volgari, dal valore apotropaico, i a noi 40 a.C.
fescennini, che proteggevano la Bellum Iugurthinum
fertilità di uomini e campi. Solo
più tardi vennero introdotte forme
di spettacolo più strutturate,
VI-IV sec. a.C. 100-60 a.C.
quando attori professionisti di
Il verso poetico viene utilizzato per Preneoterici
provenienza etrusca insegnarono composizioni di ambito religioso o
a Roma danza, musica e mimo. 250 a.C.
legate alla celebrazione di eventi
Da questo contatto nacque la Livio Andronico
privati (neniae e carmina convivalia) 60-40 a.C.
Odusìa
satura, una forma di spettacolo e pubblici (carmina triumphalia)
202 a.C. Neoterici
tutta romana che divertiva per la o della vita quotidiana (carmina
Nevio (Cinna,
sua varietà ed esuberanza. popularia)
Bellum poenicum Varrone Atacino,
Anche l’uso del discorso trovò Licinio Calvo)
dal 215 a.C. Catullo, Liber
uno spazio privilegiato nella
dal VI sec. a.C. Plauto
Roma originaria, per convincere, almeno 21 commedie
I fescennini scandiscono con versi 60 a.C. ca
guidare, fare memoria di
ritmati e volgari la vita dei campi e 166-160 a.C. Lucrezio
uomini e fatti nella vita politica delle gentes romane-- Terenzio De rerum natura
della monarchia e della prima 6 commedie
repubblica. Alla scrittura, invece,
venne affidata la registrazione 240-100 a.C.
schematica degli eventi negli Tragedie cothurnatae e praetextae
Annales, che avevano il compito di Livio Andronico, Gneo Nevio,
di ricordare i fatti nell’ordine Quinto Ennio, Pacuvio, Accio
cronologico in cui avvennero.
Di tutte queste forme espressive
sono sopravvissuti solo racconti 365 a.C.
indiretti e poche fonti epigrafiche, Secondo Livio giungono
dall’Etruria dei ballerini che
ma la loro formazione e
scongiurano il diffondersi di
tradizione, durante un così lungo una pestilenza con una danza
arco di tempo, fissò i caratteri di purificazione, a imitazione
originari della cultura latina e ne della quale i Romani daranno
costituì l’impronta più autentica. vita al genere della satura
40 a.C. 12 d.C. 68 d.C. 96 d.C. 192 d.C. 400 d.C.
1. In realtà il nome “Roma” deriva probabilmente o dall’antico greco romè («forza») o dall’etrusco rumon («fiume»).
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Il quadro storico
LIGURI Villanova
PICENI
ETRUSCHI
UMBRI
SABINI
VOLSCI DAUNI
LATINI SANNITI
AURUNCI IAPIGI
OSCI
MESSAPI
LUCANI
SARDI
Etruschi
Italici ITALI
Colonie greche
Colonie fenicie
Civiltà villanoviana
Altri popoli
SICANI SICULI
Etruschi, che contribuirono anche a trasformarla li, in carica per un anno; i pretori avevano com-
da villaggio rurale a città (promuovendo lo svi- petenze essenzialmente giudiziarie; i questori
luppo urbanistico, commerciale e artigianale). si occupavano di questioni finanziarie; gli edili
La caduta della monarchia è fissata dalla tradi- controllavano ordine pubblico, opere pubbli-
zione nel 509 a.C.: una violenta rivolta avrebbe che e loro manutenzione; i censori calcolava-
cacciato la dinastia etrusca e imposto una forma no il censo dei cittadini a scopi fiscali e militari,
di governo repubblicana, saldamente control- ma avevano anche la possibilità di ammettere
lata dall’aristocrazia. Anche in questo caso dob- o espellere dal senato quanti erano ritenuti de-
biamo, in realtà, supporre che la nascita della gni o indegni di farne parte. Magistratura stra-
repubblica sia il frutto di un lento processo, in ordinaria era poi la dittatura: in caso di grave
conseguenza del quale intorno al 500 a.C. Roma pericolo per lo stato potevano essere conferiti
muta il suo ordinamento costituzionale, dividen- a un solo cittadino poteri assoluti, per la durata
do i poteri che erano precedentemente attribuiti massima di sei mesi. Unico organismo dell’ordi-
al re tra più figure. namento repubblicano a non avere una durata
limitata nel tempo fu il senato, cui erano affidati
l’attività legislativa, il controllo dell’erario e della
L’ISTITUZIONE DELLA REPUBBLICA politica estera: il suo ruolo fu centrale nella sto-
ria e nella società romana.
Le magistrature repubblicane Il passaggio
dalla monarchia alla repubblica aristocratica I mutamenti interni tra V e III secolo a.C. Nel-
portò all’istituzione di una serie di magistrature l’ampio arco di tempo che va dal v secolo all’ini-
a carattere collegiale, la cui durata era limitata zio del iii secolo a.C. Roma vide prodursi al suo
nel tempo (in modo da non conferire un potere interno dinamiche sociali e politiche di grande
eccessivo a una sola persona). Il supremo potere portata; contemporaneamente fu protagonista
esecutivo e militare era assegnato ai due conso- della prima espansione nell’Italia centrale. Que-
5
Le origini
sti due fenomeni, in stretta correlazione, ne mu- plebei al consolato, l’equiparazione dei plebisciti
tarono profondamente il volto. Dal punto di vista (decisioni dell’assemblea della plebe) alle leggi.
politico-sociale, vennero ridefinite le forme at- Al termine di questo complesso percorso, Roma
traverso le quali i cittadini romani potevano par- si trovò a essere governata da una nuova oligar-
tecipare alla vita politica, attraverso la riforma chia, formata dal ceto più abbiente di patrizi e
centuriata, che la tradizione attribuisce a Servio plebei arricchiti (la cosiddetta nobilitas), e vide
Tullio e gli storici invece collocano nella prima crescere al suo interno le disparità sociali.
età repubblicana. Essa era basata su un princi-
pio timocratico (suddivisione della popolazione L’espansione in Italia Nello stesso arco di
in sei classi, in base al censo) e serviva a poten- tempo, come si è detto, Roma fu protagonista
ziare l’apparato militare e regolamentare la par- di una prima fase di espansione, che la portò
tecipazione alla vita politica: ogni classe dove- a confrontarsi con le popolazioni latine circo-
va infatti fornire un certo numero di centurie stanti, poi legate a sé con il foedus Cassianum
(compagnie di cento uomini) all’esercito e, nel del 493 a.C., e con la potente città di Veio, in una
contempo, ogni centuria aveva diritto a un voto lunga guerra che segnò la fine della supremazia
nelle assemblee che eleggevano le massime cari- etrusca nel Lazio. A questo punto una drammati-
che dello stato (comizi centuriati). La prima clas- ca battuta d’arresto fu rappresentata dalla pesan-
se, composta dai cittadini patrizi e dai ceti più te sconfitta subita per l’incursione dei Galli nel
abbienti, disponeva della maggioranza dei voti 390 a.C., che arrivarono addirittura a saccheg-
(98 su 193), e nelle sue mani restava, di fatto, il giare Roma. Poco tempo dopo, tuttavia, l’espan-
potere politico sostanziale. Nello stesso tempo la sione riprese, anzitutto contro la forte popolazio-
plebe, per rafforzare la propria posizione giuri- ne dei Sanniti, sconfitti dopo una serie di guerre
dicamente debole, cercò di attuare forme di lotta che si conclusero solo nel 290 a.C.; infine con-
contro il potere aristocratico, prima attraverso la tro la potente colonia spartana di Taranto, allea-
secessione (e il rifiuto di rispondere alla leva mi- ta del sovrano ellenistico Pirro, re dell’Epiro. La
litare), poi riunendosi in assemblea ed eleggen- vittoria in quest’ultimo conflitto portò Roma ad
do propri rappresentanti, i tribuni della plebe; a assumere definitivamente il controllo dell’Italia
questi, dopo aspri contrasti, venne riconosciuto centrale e meridionale (Magna Grecia compre-
il diritto di aiuto (difesa dei plebei dai soprusi) e il sa). Nei territori conquistati furono fondate colo-
diritto di veto (possibilità di opporsi alle decisio- nie in posizione strategica, furono istituzionaliz-
ni dei magistrati). I passi successivi per ridurre il zati i rapporti con i municipi (città autonome, ma
potere politico e giudiziario dei patrizi furono la legate a Roma e al suo esercito) e furono stretti
pubblicazione delle leggi scritte, l’abolizione del patti con gli alleati (socii), nella tessitura di una
divieto di matrimonio tra plebei e patrizi, il fre- fitta rete di rapporti che si sarebbe rivelata assai
no posto alla schiavitù per debiti, l’accesso dei utile nei momenti di pericolo.
Consigli di lettura
La fondazione di Roma raccontata da Andrea Carandini, Roma-Bari, Laterza, 2013
Andrea Carandini negli ultimi anni ha pubblicato sia saggi specialistici sia opere divulgative
sui risultati delle sue ricerche archeologiche. Il testo che proponiamo presenta il quadro com-
plessivo della nascita della città in modo discorsivo e accessibile, con contenuti molto simili
a quelli narrati di persona in una celebre Lezione di storia tenuta all’Auditorium di Roma nel
2006. Oltre al consiglio di lettura, proponiamo quindi il link alla registrazione della Lezione,
che, nella straordinaria cornice del Colosseo in cui fu tenuta, racconta ai romani di oggi il
tempo originario della loro città.
IL CONTESTO
scarica l’incipit
6
Il quadro sociale e culturale
PAROLE CHIAVE IL QUADRO STORICO
“formazione” La fondazione della città di Roma è posta dalla tradizione letteraria nel 753 a.C. Gli storici preferiscono
di Roma parlare di “formazione” della città, più che di fondazione, poiché concordano le fonti letterarie e le
recenti scoperte archeologiche.
monarchia La prima forma di governo fu monarchica e durò circa 250 anni, nei quali si sarebbero alternati solo sette
re, con poteri politici e religiosi insieme, che avrebbero contribuito alla formazione di riti, istituzioni e
regole dell’originaria cultura latina.
istituzione La delega da parte del re di alcune delle sue funzioni a istituzioni a latere del suo potere determinò,
della nel corso del tempo, la sostituzione della monarchia con una repubblica aristocratica, governata da
repubblica istituzioni di carattere collegiale con una durata limitata (consolato, pretura, questura, magistratura edile,
censura) e dal senato, che aveva invece un carattere stabile.
I mutamenti interni e la prima espansione (tra il V e il III secolo a.C.) determinarono il passaggio dalla
repubblica aristocratica, controllata dai patrizi, alla repubblica oligarchica, controllata dai cittadini più
facoltosi (attraverso l’ordinamento centuriato). La nuova classe dirigente, basata sul censo e composta
dai patrizi e dai plebei più ricchi, prese il nome di nobilitas.
tribunato La plebe, piuttosto marginalizzata e vessata dalla classe nobiliare, lottò per ottenere protezione giuridica
della plebe e maggiore partecipazione al governo dello stato; ottenne così: l’elezione dei tribuni della plebe, un
codice di leggi scritte, la possibilità di contrarre matrimoni con i patrizi, l’ammissione al consolato, il
conferimento di valore di legge ai plebisciti (decreti della plebe riunita in assemblea).
Oralità e scrittura In questa fase originaria vazione dei campi e l’artigianato. Anche a Roma
della cultura romana, in cui vennero elaborati accadde così; peraltro l’oralità continuò a essere
modelli di comportamento e passaggi istituzio- diffusa anche quando venne introdotta la scrit-
nali di grande importanza, la trasmissione dei tura che, anzi, fu usata per lungo tempo solo
contenuti culturali non avvenne per mezzo del- in alcuni ambiti ristretti, come il commercio, la
la scrittura ma attraverso l’oralità. Non è un’ec- stesura delle leggi, la dedicazione di aree sacre
cezione questa, anzi in Roma si riproponeva ciò alle divinità o di oggetti a qualche persona. Per
che già era accaduto o stava accadendo in molte lungo tempo oralità e scrittura procedettero
altre culture originarie. Gli antropologi parla- in parallelo e passarono secoli prima che i testi
no di cultura orale-aurale, dalla bocca all’orec- scritti venissero scelti come mezzo più efficace
chio, ovvero di una cultura che si diffonde e che per tramandare la memoria degli eventi o la pro-
si tramanda nel tempo senza usare la scrittura, duzione artistica.
servendosi invece dei racconti orali, della poe- Per comprendere pienamente quale importanza
sia, del canto, del discorso. Le culture che si af- abbia avuto la fase dell’oralità, dobbiamo pen-
fidano all’oralità fanno confluire in essa tutto ciò sare che, attraverso di essa, vennero elaborati e
che ritengono importante per la ricordati tutti i principi di valore del mos; furono
propria identità: dalle nor- costruiti i racconti che tramandavano i modelli
me di comportamento, di comportamento maschili e femminili dell’in-
ai principi dell’etica, alla tera società romana; vennero elaborate le formu-
memoria delle impre- le attraverso le quali ci si doveva rivolgere alle di-
se più importanti com- vinità o individuate le modalità espressive della
piute nel passato, alle poesia, ricche di particolari figure retoriche, che
storie degli dèi o degli aiutavano la memorizzazione dei versi (paral-
eroi, alle informazioni lelismi, omeoteleuti, allitterazioni ecc.). Questo
pratiche utili per la colti- patrimonio trasmesso oralmente segnò in pro-
fondità, nei contenuti e nelle forme, la cultura e
il gusto latino, a partire dai quali si svilupparono
successivamente le forme letterarie scritte vere e
proprie: il teatro plautino con la sua particolare
comicità, gli accenti cupi della poesia epica, le
note graffianti della satira e così via. Per quan-
Ritratto di patrizio romano, to sfuggente e difficile da ricostruire, questa fu,
I secolo a.C., Roma, dunque, una fase della cultura latina di fonda-
Musei di Villa Torlonia. mentale importanza.
gens La gens fu la struttura originaria della società romana; si trattava di un gruppo familiare allargato, che rico-
nosceva un antenato comune ed era strutturato in modo patrilineare; al suo interno, infatti, si trasmettevano
il patrimonio, il nome e i culti propri della famiglia paterna. Il potere di vita e di morte che il pater familias
esercitava all’interno della gens si riversava anche all’esterno nell’assemblea del senato, formata appunto dai
patres di tutte le più antiche gentes di Roma. I componenti di queste famiglie, che godevano dei pieni diritti po-
litici, erano chiamati patrizi; la gran massa della popolazione, la plebe, esclusa dalla protezione del diritto, era
legata ai patrizi attraverso un rapporto di clientela, che le garantiva protezione in cambio di sostegno elettorale.
mos Durante l’età arcaica si osserva nella cultura latina la fissazione di consuetudini universalmente rispettate,
capaci di orientare il comportamento individuale e collettivo, i mores, tramandate attraverso una trasmissione
orale. Nella società latina il mos maiorum, ovvero il patrimonio di mores determinato nel corso del tempo dai
patres, costituisce un punto di riferimento equiparabile a leggi non scritte e tramandato nella storia di Roma
fino alla sua fine.
cultura La cultura latina originaria venne tramandata attraverso le forme proprie dell’oralità, raramente per mezzo della
orale scrittura. Racconti, principi di valore, memoria degli eventi, consuetudini e tecniche passarono attraverso la
IL CONTESTO
trasmissione “dalla bocca all’orecchio” (cultura orale-aurale), generando modelli non solo culturali ma anche
espressivi, che influenzeranno stabilmente la civiltà latina, anche nella successiva scrittura letteraria.
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La lingua
La lingua
Origini della lingua latina I primi Romani composti dagli autori di quei secoli e da qualche
svilupparono una lingua di radice indoeuropea opera che la sorte ha voluto conservare, come le
chiamata “latino”, su cui ebbero influenza alcu- commedie di Plauto e Terenzio o la prosa di Ca-
ne altre lingue parlate da popolazioni limitrofe, tone. Si conclude agli inizi del i secolo a.C., indi-
quali l’etrusco, l’osco, l’umbro e il greco delle co- cativamente con la morte di Silla e la fine della
lonie della Magna Grecia. Il latino, dunque, alle sua dittatura (78 a.C.). Di questa fase parleremo
origini era l’idioma della piccola comunità di a partire dal capitolo successivo.
pastori che aveva dato vita a quel villaggio ed
era diverso, in maniera significativa, dagli idio-
mi degli abitanti degli altri villaggi laziali. Come
tutte le lingue, esso andò lentamente sviluppan-
dosi e organizzandosi dal punto di vista lessicale
e grammaticale. Della radice indoeuropea, con-
servava elementi fondamentali come la quantità
delle vocali (breve o lunga), la struttura delle
declinazioni, l’apofonia.2 Inoltre faceva parte
della matrice indoeuropea un patrimonio lessi-
cale che comprendeva vocaboli appartenenti ai
più svariati campi, da quelli denotanti fenomeni
atmosferici (dies, nox, ventus) a quelli che indica-
vano parentela (pater, mater, frater), dai termini
propri della religione o della politica (deus, rex) a
quelli dell’organizzazione familiare e sociale (do-
minus, sepelire), a quelli riferiti agli aspetti fisici o
intellettivi (os, pes, genus, vivo, memini).
9
Le origini
L’alfabeto latino Le prime forme di scrittura introdotte più tardi e si diffusero stabilmente
alfabetica attestate nel mondo latino risalgono solo nel Medioevo, a partire dall’età carolin-
al vii secolo a.C.; per scrittura alfabetica si in- gia. Dalle prime iscrizioni che sono pervenute
tende quel tipo di scrittura in cui a ogni segno si rileva una grande varietà nella disposizione
corrisponde un suono, o fonema.3 A inventarla dei caratteri: si trovano infatti iscrizioni scritte
erano stati, intorno alla fine del II millennio a.C., da sinistra a destra e altre da destra a sinistra,
i Fenici, che l’avevano poi diffusa, attraverso i né mancano esempi di scrittura bustrofedica,
commerci, in tutto il bacino del Mediterraneo; ai dove cioè la direzione della scrittura procede
Fenici devono il loro alfabeto anche i Greci. alternata; solo con il tempo il sistema si norma-
A Roma il processo di alfabetizzazione fu sti- lizzò e si affermò il verso che andava da sinistra
molato dai contatti con il mondo ellenico, favo- a destra.
riti dalla mediazione etrusca. L’alfabeto foneti- È opportuno sottolineare che, comunque, l’intro-
co romano deriva infatti da un tipo di alfabeto duzione dell’alfabeto non determinò un rapido
greco-occidentale usato nella colonia greca di passaggio dalla cultura orale a quella scritta, ma
Cuma, in Campania, e adattato ai suoni della che il processo fu lento e che, per molto tempo,
lingua latina. Inizialmente erano utilizzate solo le forme di comunicazione orale continuarono a
le lettere maiuscole; quelle minuscole vennero essere privilegiate.
3. Il fonema costituisce l’unità minima distintiva di suono all’interno cenea), o quella ideografica, in cui a un suono corrisponde un concetto
di una lingua. Altre forme di scrittura sono quella sillabica, in cui a un (per esempio, la scrittura cinese).
suono corrisponde una sillaba (per esempio, la scrittura lineare B mi-
LA LINGUA
PAROLE CHIAVE
radice indoeuropea Il latino è una lingua di radice indoeuropea, su cui ebbero influenza altre lingue parlate da
popolazioni limitrofe: l’etrusco, l’osco, l’umbro e il greco delle colonie magnogreche. Come tut-
te le lingue, esso andò lentamente sviluppandosi e organizzandosi dal punto di vista lessicale
e grammaticale. Della radice indoeuropea questa lingua conservava elementi fondamentali
come la quantità delle vocali (breve o lunga), la struttura delle declinazioni, l’apofonia, alcuni
elementi lessicali.
latino preletterario La prima fase del latino, che va dal periodo regio fino al III secolo a.C., viene definita latino pre-
letterario e ci è testimoniato unicamente da citazioni contenute in opere di autori successivi
o da qualche antica iscrizione.
IL CONTESTO
alfabeto latino L’alfabeto latino si diffonde a Roma a partire dal VII secolo a.C. Deriva, per il tramite degli
Etruschi, dall’alfabeto greco usato nella colonia greca di Cuma, in Campania.
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Prova di verifica strutturata
Le origini
VERO O FALSO 3. Il cosiddetto “latino preletterario” dura fino al:
Leggi le seguenti affermazioni e indica se sono Vere o False. a V secolo a.C.
b IV secolo a.C.
1. Gli studi moderni collocano con precisione la data
di fondazione di Roma V F c VIII secolo a.C.
d III secolo a.C.
2. Il periodo monarchico durò all’incirca 250 anni V F
4. Le prime testimonianze linguistiche documentano che:
3. I tribuni della plebe riuscirono a ottenere che
a la cultura latina si serviva alle origini più del mezzo orale
rappresentanti dei plebei entrassero in senato V F
che della scrittura
4. La prima repubblica fu impostata con una larga b la scrittura era molto antica e non è stata compresa
base di partecipazione sociale alle magistrature V F in tempi successivi
5. Tra il V e il III secolo a.C. Roma affrontò molte guerre c abbiamo documenti scarsi per poter conoscere la realtà
sul territorio italico V F dei fatti
6. L’incursione dei Galli fu un momento drammatico d si utilizzava più la poesia della prosa
della storia di Roma, tanto che la città stessa subì 5. Tradizionalmente si pone l’origine della letteratura latina con:
il saccheggio da parte dei nemici V F a la caduta della monarchia nel 509 a.C.
7. La potente città greca di Taranto si oppose a Roma, b la stesura delle prime leggi scritte
forte dell’alleanza con Pirro, sovrano dell’Epiro V F c la rappresentazione della prima opera teatrale in latino
8. Il periodo delle guerre si concluse intorno al 290 nel 240 a.C.
a.C. con il controllo dell’Italia centrale e meridionale V F d la composizione del primo poema epico
9. Nei territori conquistati furono fondate colonie
in posizione strategica V F QUESITI A RISPOSTA SINGOLA
10. Roma non riuscì a istituire rapporti di alleanza con Rispondi alle seguenti domande con un testo che non superi
i popoli vicini, formando una rete di relazioni utile le 5 righe (circa 40 parole).
in caso di pericolo V F 1. Quale relazione esiste tra patres e senato?
2. Quali erano le funzioni delle gentes in età arcaica?
QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA 3. Che cosa è la clientela?
Tra le possibili risposte indicate scegli quella che ritieni corretta. 4. Quale valore ha la memoria nella cultura delle origini in
Roma?
1. Alle origini di Roma la cultura diffusa è tramandata: 5. Quale è stata l’origine dell’alfabeto latino?
a attraverso le leggi
b nella tradizione orale
TRATTAZIONE SINTETICA
c nelle opere dei poeti
Rispondi alle seguenti domande con un testo che non superi
d attraverso fonti greche
le 20 righe (circa 200 parole).
2. La lingua latina:
1. Descrivi il valore che nella cultura latina ha la gens, sia sul
a deriva dal greco piano sociale sia su quello culturale.
b fonde un’origine indoeuropea con le lingue italiche 2. Il mos è una dimensione originale della cultura latina, che
c deriva integralmente dalle lingue locali italiche organizza il comportamento individuale e collettivo. Descrivine
d nasce tardi come calco dall’etrusco le caratteristiche più significative.
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