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L’ITALIA UNITA: REALTÀ, MITI, ILLUSIONI SEZIONE 1

CAPITOLO 7

Giovanni
Pascoli

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L’ITALIA UNITA: REALTÀ, MITI, ILLUSIONI SEZIONE 1

GIOVANNI PASCOLI CAPITOLO 7

1 La vita
è il quarto di dieci figli; il padre
Giovanni nasce a San Mauro, in Ruggero è amministratore
Pascoli Romagna nel 1855 della tenuta La Torre dei
principi di Torlonia

trascorre serenamente e dove rimane nove anni,


in modo agiato gli anni nel 1862, entra in collegio compiendo gli studi elementari,
della fanciullezza nel a Urbino medi e ginnasiali, e ricevendo
“dolce paese natio” una solida formazione classica

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GIOVANNI PASCOLI CAPITOLO 7

il padre viene ucciso a tradimento da ignoti, mentre torna


Nel 1867
in calesse dalla fiera di Cesena

il fatto lascia un segno indelebile nella sensibilità di


Pascoli, che indaga per anni sulle cause e sui mandanti
del delitto, rimasti tuttavia sempre ufficialmente ignoti

negli anni seguenti muoiono anche la madre,


una sorella e un fratello

Giovanni finisce gli studi tra Rimini e Firenze, poi studia


all’università di Bologna

Laureatosi in Lettere, insegna nei licei


di Matera, Massa e Livorno

Nel 1895 si trasferisce a Castelvecchio di Barga, in Garfagnana

insegna nelle università di Messina, Pisa e infine


Bologna, dove succede a Carducci

Nel 1912 muore a Bologna


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GIOVANNI PASCOLI CAPITOLO 7

2 Carattere, idee, poetica

Pascoli ha un carattere difficile e ombroso

Carattere la perdita degli affetti familiari lo porta a una nostalgia del “nido”
familiare e a un morboso attaccamento alle sorelle

è un uomo complesso, tormentato, che ha difficoltà ad aprirsi al


mondo esterno

influenzato da posizioni positiviste, la sua poetica parte sempre da un


Poetica dato reale e concreto, che nell’animo del poeta accende una fitta
rete di corrispondenze emotive

predilige le cose “piccole”, degne di essere cantate grazie


Temi
alla freschezza d’ispirazione del poeta-fanciullino

il “nido”, il passato, la precarietà della vita dalla quale ci si deve


difendere
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le parole sono quelle della realtà quotidiana, dei linguaggi


settoriali, persino del dialetto

ricorre alle onomatopee, per la forza evocativa che possiedono

Lingua e stile mescola stili, ricorre a dialetti e linguaggi gergali

la sintassi è spesso franta e spezzata, ricorrendo a


diversi segni di interpunzione

fonosimbolismo

il poeta deve riuscire a mantenere una disposizione d’animo il più


simile possibile a quella dell’infanzia, tipica di chi sa guardare le
cose con occhi sempre nuovi e colmi di stupore

Ossessioni per la morte, per il passato, per la protezione del “nido”

è edito a puntate nella rivista fiorentina “Il Marzocco” nel 1897

Il fanciullino condensa in sintesi organica la teoria pascoliana della poesia

poeta è chi mantiene l’ingenua disposizione infantile nei confronti


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della realtà
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3 La poetica del frammento: Myricae

dalla prima edizione del 1891, che comprende ventidue poesie,


la raccolta giunge alle 156 della quinta edizione del 1900

il significato del titolo è derivato da un verso


Myricae
della quarta egloga di Virgilio

le tamerici, cioè le myricae del titolo, sono piante umili e “povere”

è così che Pascoli intende i suoi componimenti, che cantano le


situazioni più quotidiane e semplici

ogni elemento però acquista un nuovo senso, grazie alle segrete


corrispondenze che il poeta intravede tra i dati della realtà

i componimenti sono brevi, la sintassi paratattica, ed è frequente


il ricorso a immagini incorporee e immateriali

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4 La speranza di ricostruire il «nido» disperso: i Poemetti

è una raccolta pubblicata nel 1897

i componimenti sono ampi, narrativi, modellati su una


Poemetti
struttura ciclica sul succedersi delle stagioni

il desiderio ossessivo di ricostruire il “nido” è centrale


Primi poemetti
e Nuovi
poemetti anche se è una speranza destinata al fallimento

il tono è più alto rispetto a Myricae

le poesie sono più lunghe e complesse

la metrica si avvale della terzina dantesca

la lingua è decisamente sperimentale, con ricorso a termini


desueti, settoriali e dialettali
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5 Nei meandri della coscienza: i Canti di Castelvecchio

è una raccolta pubblicata nell’aprile 1903

le tematiche sono in continuità con Myricae e Poemetti

Canti di
si ripresenta l’ossessione per il passato e per i propri morti
Castelvecchio

si avverte la coscienza della precarietà dell’esistenza e un


sentimento di esclusione

c’è uno scavo continuo nella memoria, un’ impossibilità di


dimenticare il passato

sogna di tornare a San Mauro, ma il ritorno non si rivela


consolatorio: il passato resta sempre attuale, e il poeta è
sempre più cosciente della precarietà della vita umana

sono presenti sperimentazioni metriche


(rime ipèrmetre, rime equivoche, novenari, assonanze)

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il linguaggio mescola registro alto e basso
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6 Dalla natura alla storia: i Poemi conviviali

sono pubblicati nell’agosto 1904

il titolo deriva dal fatto che i componimenti si richiamano tutti alla


Poemi
tradizione conviviale greco-latina, che assegna alla poesia una
conviviali
funzione catartica contro il male di vivere

i temi sono essenzialmente storici, di tradizione classica, con


frequenti richiami alla poesia omerica e ai grandi personaggi del
passato

il tono è più alto rispetto alle raccolte precedenti

il linguaggio è più letterario

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