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Ristampa Anno
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Le nuove Indicazioni nazionali
per le scienze umane
Riportiamo le Linee generali e competenze indicate dal Ministero per l’insegnamento delle
scienze umane nel Liceo delle scienze umane, seguite dagli Obiettivi specifici di appren-
dimento per la psicologia e la pedagogia nel primo bienn io.
Psicologia
PRIMO BIENNIO
Pedagogia
PRIMO BIENNIO
DIGILIBRO www.digilibro.pearson.it
La vigente legislazione sul libro di testo richiede che i manuali scolastici siano presen-
tati in forma mista, cartacea e/ o digitale. L’ampia dotazione digitale di questo progetto
va molto al di là della pur necessaria ottemperanza al dettato legislativo, presentando i
seguenti materiali:
• approfondimenti disciplinari • schede autore
• testi antologici aggiuntivi • schede libro
• itinerari tematici di pedagogia • esercizi interattivi
• ulteriori schede “Invito al cinema” • sintesi audio in mp3 dei contenuti delle unità.
LIMBOOK
Il manuale cartaceo è affiancato dal LIMbook, un DVD per l’insegnante e per la classe
che contiene il libro sfogliabile per la Lavagna Interattiva Multimediale (ma anche per
PC e videoproiettore) e che propone:
• casi di studio interattivi • spezzoni filmici
• filmati didattici • mappe ed esercitazioni interattive.
La presenza di materiali ON LINE e per la LIM è segnalata nelle pagine del manuale mediante le
seguenti icone (rosse nella Sezione 1 Psicologia, blu nella Sezione 2 Pedagogia):
ON LINE ON LINE
sintesi audio esercizi interattivi
ON LINE ON LINE ON LINE ON LINE
approfondimento scheda libro scheda autore scheda film
ON LINE ON LINE
sintesi audio esercizi interattivi
ON LINE ON LINE ON LINE ON LINE
approfondimento scheda libro scheda autore scheda film
VI
indice
ON LINE e LIM
schede film
Gente comune
Sezione 1 schede libro
PSICOLOGIA A. Damásio, L’errore di Cartesio
G. Butler, F. McManus, Psicologia
■ sintesi audio ■ esercizi interattivi
Unità introduttiva
Dall’anima al computer: la psicologia
e la sua storia 4
Unità 1 | Mente e realtà: la percezione 28
ON LINE e LIM
La mappa dell’Unità 68
Letture 70 schede libro
Verifica 73 M. Motterlini, Trappole mentali. Come difendersi
dalle proprie illusioni e dagli inganni altrui
Intelligenti si nasce o si diventa?
■ sintesi audio ■ esercizi interattivi
ON LINE e LIM
approfondimenti
La comunicazione animale Unità 4 | Un’esperienza universale:
Libri da leggere… per imparare a scrivere l’apprendimento 104
schede autore
Noam Chomsky 1. Alla ricerca di una definizione 104
schede libro Molte situazioni, un denominatore comune 104
E. Laborit, Il grido del gabbiano Alcune riflessioni preliminari 105
■ sintesi audio ■ esercizi interattivi
2 . L’apprendimento come condizionamento 106
ON LINE «Datemi una dozzina di bambini…»: Watson e il
capitolo La memoria comportamentismo 106
VIII Indice generale
INVITO AL CINEMA Anna dei miracoli 122 4 . Le attribuzioni nella vita scolastica 144
Valutare diversamente i successi
4 . Imparare dagli altri 123
e i fallimenti: il self-serving bias 144
Gli altri: una presenza ineludibile 123 Quando si crea un circolo vizioso… 145
Per approfondire | I “bambini selvaggi” 123 Il modello Weiner applicato
Le basi biologiche dell’apprendere dagli altri: al contesto scolastico 146
il contributo dell’etologia 124 Quando l’attribuzione diventa vincente 147
Apprendimento e tradizione 125 Il ruolo dell’insegnante 147
Bandura: imitazione e conforto vicario 125 Per approfondire | Pigmalione in classe 148
ON LINE e LIM
schede autore
ON LINE e LIM
Konrad Lorenz schede film
schede libro Il favoloso mondo di Amélie
L. Maldolesi, D. Passafiume, Psicologia schede libro
e psicobiologia dell’apprendimento J.E. Pope, B.L. McCombs, Come motivare gli alunni
H. Gardner, Educare al comprendere difficili. Strategie cognitive e relazionali
■ sintesi audio ■ esercizi interattivi M. Seligman, Imparare l’ottimismo
■ sintesi audio ■ esercizi interattivi
Unità 13 | A ciascuno il suo metodo 332 4 . Dalla teoria alla pratica: qualche consiglio
per organizzare meglio lo studio 339
1. Utilizzare al meglio le proprie Il lavoro dello studente 339
capacità: il metodo 332 Organizzare il tempo a disposizione 339
Cos’è il metodo 332 Studiare meglio per studiare meno:
suggerimenti operativi 340
Riflettere sulle proprie capacità:
la metacognizione 333 Prendere appunti 340
Organizzatori anticipati, riassunti e mappe
concettuali 341
2 . Come usiamo la nostra mente:
Personalizzare il libro di testo 342
gli stili cognitivi 333
Diverse strategie per svolgere un compito 333
La mappa dell’Unità 343
Ognuno ha il proprio stile cognitivo 334
Letture 344
Stile dipendente o indipendente
Verifica 347
dal contesto 335
Stile globale o analitico 335
Stile visuale o verbale 336 ON LINE e LIM
Stile riflessivo o impulsivo 336
approfondimenti
Stile convergente o divergente 337
Tre modi di rappresentare il mondo
schede libro
3 . Conoscere il proprio stile cognitivo 337
C. Cornoldi, R. De Beni, Imparare a studiare 2
L’importanza di conoscere
■ sintesi audio ■ esercizi interattivi
anche altre strategie 338
Indice generale X III
ON LINE e LIM
approfondimenti
L’educazione come esperienza
Sezione 2 schede libro
PEDAGOGIA P. Hoeg, I quasi adatti
■ sintesi audio ■ esercizi interattivi
ON LINE e LIM
2 . L’educazione in famiglia 397
t1 | Dal Deuteronomio: il padre insegni approfondimenti
la legge del Signore 397 Viaggio e avventura come formazione
t2 | Il valore di un’educazione severa 398 ■ sintesi audio ■ esercizi interattivi
Psicologia
Di tutte le scienze umane, la psicologia è probabilmente quella che gode di maggiore
popolarità, perché i suoi p c p l gge s , il comportamento e le el z
s c l , ci riguardano molto da vicino. Tutti vorremmo conoscere meglio noi stessi e gli
altri, imparare con più facilità, chiarire il senso di comportamenti e fenomeni che ci
lasciano perplessi o inquieti, comprendere quali sono le molle del nostro agire
quotidiano: a questi interrogativi le ricerche degli psicologi forniscono risposte che, se
talora confermano intuizioni istintivamente avvertite dal senso comune, più spesso hanno
un effetto spiazzante, poiché ci mostrano aspetti del comportamento umano che non
credevamo possibili.
In questa sezione seguiremo tali ricerche partendo dall’ l s e mecc sm
ps ch c f me l – percezione, linguaggio, pensiero – e delle modalità con cui il
soggetto umano li trasforma grazie ai p cess pp e me ; conosceremo le
dinamiche spesso sottili e inavvertite che ci guidano nella c m c z e
e pe s le e, in generale, nella nostra espe e z s c le; cercheremo quindi di
comprendere in che modo tali cognizioni concorrono – unitamente ai contributi delle altre
scienze umane – a definire la el z ee c , punto nodale di incontro tra il
sapere psicologico e la riflessione condotta dai pedagogisti e dagli altri esperti nel
campo della formazione.
Unità introduttiva
Dall’a m a al c m pu t r :
la p c l g a la ua t r a
Unità 1
M t r alt à: la p rc
Unità 2
U m d par l : l l gu agg
Unità 3 Unità 8
P r t ll g a st r t p pr g u d
Unità 4 Unità 9
U ’ p r a u v r al : L m lt f acc
l’appr d m t d lla c m u ca
Unità 5 Unità 10
i l lat c -af f t t v e duca :l par l p r d rl
d ll’appr d r : m t va
at t r bu
Unità 11
L’ du ca fam gl a
Unità 6
i l t rr t r d ll’ c c :
la p c a al Unità 12
L’ du ca a cu la
Unità 7
n gl alt r : f lu a Unità 13
c g c al A c a cu l u m t d
4 s e z i o n e 1 p s ic o Lo Gia
Unità introduttiva
Dall’a m a al c m put r:
la p c l g a la ua t r a
La ps c l g ha un curioso destino. Tutti ne parlano, pur senza averne un’idea precisa
o scientificamente fondata. «Dovresti andare da uno psicologo», diciamo a qualcuno
che si sente depresso o confuso. «Ci sarà una causa psicologica», pensano a volte le
persone per spiegare un disturbo fisico che non ha un’evidente causa organica. Queste
affermazioni, tipiche del senso comune, mettono in luce solo una parte di verità, cioè
il fatto che l ps c l g p ò pe e c me e pe (ossia come qualcuno che
“cura” le persone affette da determinati disturbi) e che l ps c l g h che f e
c me s e c p e (cioè non organica) dell’individuo, ma comunque
c p ce e g ec lc p .
L ps c l g , pe ò, è s l q es : essa non si esaurisce nella psicoterapia
(che è solo una delle sue possibili applicazioni) e, quando tenta di definire il proprio
oggetto di ricerca, ha a disposizione un ventaglio di risposte possibili.
In questa prima Unità cercheremo di delineare la fisionomia di tale disciplina,
individuando i principali p blem che si pone e le m e a cui tenta di rispondere.
Per realizzare questo obiettivo, dovremo prima brevemente ricostruire il pe c s
s c attraverso il quale, nella cultura occidentale, la psicologia si è costituita come
una vera e propria scienza.
La p ch c m a ma
Dall’a m a alla m t
i l m t d lla p c l g a f l f ca
La psicologia filosofica m anca p erò d i almeno due requ isiti fond amentali per in serirsi
agevolmente in quello che oggi è il camp o d i stud i degli psicologi.
• In primo luogo, la riflessione dei filosofi ha subordinato lo studio della mente a interes-
si di altro tipo: individuare i fattori che ci permettono una conoscenza oggettiva del mon-
do fisico, indagare i principi dell’agire umano, ricercare il significato ultimo della realtà.
u n i t à i n t r o d u t t i v a Dall’anima al computer: la psicologia e la sua storia 7
Può essere illum inante a questo proposito l’Epistola al lettore con cui Locke apre il Saggio
sull’intelletto umano, dove si afferma che l’u nico modo ragionevole per d irimere le discus-
sioni che spesso nascono tra gli individu i intorno a u n certo tema d i riflessione è quello
di esam inare le capacità dell’intelletto u mano, per vedere quali tem i e problem i esso sia
effettivamente in grado di trattare. L’indagine su lla mente è cioè solo u n mezzo per
forn ire risposte rigorose e criticamente fondate agli interrogativi che l’uomo si pone
costantemente su l mondo, su se stesso, su Dio. Manca quindi u n interesse autonomo
per lo stud io della mente e del comportamento come tali.
• In second o luogo, la psicologia dei filosofi è p riva d i u n a caratteristica che oggi noi
riten iamo ind isp en sabile p er poter defin ire “scien za”
u n certo sapere: l’im p iego d i me emp c (fond ati
cioè su esperien ze e osservazion i d irette) e d i me
me em p c spe me l (basati cioè su procedu re d i verifica defi-
nza, cioè
roce dure fo nd ate sull’esperie
P rso la nite e ripetibili).
ottenuta attrave
sulla conoscenza G li p sicologi oggi non p rop ongono teorie generali
nsoriali.
raccoltadei dati se su ll’u om o e su lla m ente, m a m etton o a con fron to
sp e m e l ip otesi – p erlopiù su asp etti sp ecifici e circoscritti
me è su
re ba sa te su esperimenti, cio d ell’attiv ità m entale: la p ercezione, l’ap p rend im ento,
Proce du ti in
en ti di verif ica delleipotesi svol le m otivazion i, i p regiu d izi ecc. – con fat ti ed esp e-
procedim bili.
llabili e riproduci
condizioni contro r ien ze d i lab orator io che in qu alche m od o siano in
grad o d i testar ne la valid ità. Qu esto non sign ifica
che in p sicologia ci siano verità “d im ostrate” d ai fatti
in m od o incontrover tibile: p ossono in fatti essere m olte le p rosp ettive d a cu i p ar-
tire p er cond u rre osser vazion i ed esp erim enti, così com e m olte sono le p ossibili
inter p retazion i d egli esiti a cu i essi ap p rod ano. Esistono p erò p roced u re d efin ite
e r igorose con cu i le r icerch e ven gon o con d ot te : p rocedu re che og n i stu d ioso p u ò
rip rodu rre, in m od o d a p oter con frontare criticam ente le p rop rie conclu sion i con
qu elle d i ch i lo h a p receduto.
L’ m p rt a a d l cu r ll’a t ch tà
Dal cu r al c rv ll
È nell’età m odern a, p erò, che il sapere in campo fisiologico compie passi decisivi. In
parte ciò è dovuto alla d isponibilità d i stru menti d i osservazione p iù sofisticati e pre-
cisi (ad esempio il m icroscopio), m a l’input fond amentale ai progressi della fisiologia
viene d all’afferm arsi d i u n nuovo sp irito scientifico, più ap erto alla sperimentazione,
alla verifica e all’impiego d i m etod i qu antitativi, cioè basati su calcoli e m isu razion i.
Grazie a questa nuova mentalità, gli scien ziati dell’età moderna m isero in d iscu ssione
le teorie accolte d alla trad izione, d imostrandone sp esso l’infond atezza.
Uno degli esiti più interessanti d i questo fenomeno fu proprio la crisi del “card iocen -
trismo” degli antich i, a cu i, a partire d ai secoli XVI-XVII, corrispose u na sempre m ag-
giore d iffu sione d i stud i e ricerche su ll’an atom ia e su lla fisiologia del cervello, che si
avvalevano della d issezione dei cad averi e della vivisezione degli an im ali, m a anche
dei contributi forn iti d alla med icina nella descrizione delle m alattie.
Gradu almente gli scien ziati formu larono ipotesi sempre più precise su l fu n zionamen-
to del cervello e del sistem a nervoso in generale. Il med ico tedesco Fran z Joseph Gall
(1757-1828) avan zò per primo, in form a rud imentale, l’ipotesi della localizzazione del-
le fu n zion i cereb rali, ossia l’idea che le d iverse zone del cervello fossero ad ibite a
compiti d ifferenti (v. “Per approfond ire”, p. 9). Una prova d ecisiva a favore d i questa
ipotesi, oggi u n iversalmente accolta d agli stud iosi, ven ne p ortata d al neu rologo fran-
cese Pau l Broca (1824-1880), il qu ale attraverso lo stud io autoptico d i u n paziente che
ON LINE in vita era affetto d a afasia (p erd ita delle capacità lingu istiche: v. Un ità 2, p. 66) scoprì
scheda libro che tale d istu rbo era stato cau sato d a u na lesione d i u na ben precisa area del cervello
António Damásio
L’errore di Cartesio (che ancora oggi è ch iam ata “area d i Broca”).
u n i t à i n t r o d u t t i v a Dall’anima al computer: la psicologia e la sua storia 9
Aree funzionali
Lobo parietale
della cort eccia cerebrale
01 Funzioni mentali
Lobo occipitale
Lobo frontale 5
superiori 2
3
02 Movimenti oculari
03 Movimenti volontari
4
dei muscoli
04 Funzioni sensoriali dei 6
muscoli e della pelle 7 8
1
05 Funzioni somatosensoriali
06 Linguaggio 9
07 Funzioni uditive 10
08 Comprensione
del linguaggio Ar ea d i Br oca
09 Funzioni visive 11
10 Memoria a breve
termine, equilibrio Lobo temporale
emotivo
11 Coordinamento dei Ar ea d i Wer n ick e Cervelletto
movimenti, equilibrio
| PLor strano
appr f d r
caso di Phineas GageLo strano caso di Phineas Gage
N el 1848 Phineas Gage (1823-1860), un giovane operaio delle ferrovie statunitensi, fu protagonista di un episo-
dio a dir poco stupefacente.
u n giorno, mentre stava preparando una carica esplosiva per far saltare una roccia, la polvere da sparo esplose
accidentalmente; a causa dell’esplosione la sbarra di ferro che Gage teneva in mano schizzò in aria e, dopo aver
perforato la sua guancia, attraversò la scatola cranica per uscire dalla sommità della testa. La cosa straordinaria
è che Gage non morì per l’incidente; anzi, non perse neppure i sensi e fu in grado di raccontare ai soccorritori
ciò che gli era accaduto. Egli sopravvisse per diversi anni, senza riportare apparenti conseguenze del raccapric-
ciante infortunio se non la perdita dell’occhio sinistro. Era in grado di muoversi, parlare, capire, ricordare in
modo normale. Ciò che però fu ben presto evidente a chi lo conosceva fu il cambiamento di indole e di perso-
nalità: l’uomo che prima dell’incidente era prudente, assennato, moderato era diventato irascibile, capriccioso,
insolente, quasi incapace di gestire in modo equilibrato i rapporti sociali.
La vicenda di Gage mostrò agli studiosi una realtà importante: esistono zone del cervello responsabili anche di
quelle che possiamo chiamare dimensioni affettive e sociali del comportamento. La sbarra di ferro, attraversan-
do la testa di Gage, le aveva evidentemente lesionate. Non aveva però toccato altre aree cerebrali, il che spiega il
fatto che egli avesse conservato integre funzioni come il linguaggio, la memoria o il movimento.
10 s e z i o n e 1 p s ic o Lo Gia
L’interesse per il sistem a nervoso condu sse gradualmente i fisiologi verso u n am bito
d ifferente d i indagine e d i riflessione: si passò, cioè, dall’an alisi degli organ i, con le loro
caratteristiche struttu rali e fu nzionali, a quella dei “prodotti” dell’attività degli organ i.
Nel 1826 il fisiologo tedesco Joh an nes Peter Mü ller (1801-1858) scoprì che u n m edesi-
mo stimolo esterno (ad esempio u na lieve scossa elettrica) è in grado d i produ rre nel
soggetto che lo riceve sensazion i d iverse, a second a del tipo d i nervo (ottico, acu stico
ecc.) che sollecita. Questa legge, che lo stud ioso ch iamò «p rincip io dell’energia sp eci-
fica dei ner vi», introduceva u na netta d istin zione tra gli st imoli fisici e le sensazioni
d a essi derivanti, p erm ettendo d i stud iare queste u ltime com e realtà a sé stanti.
Nel 1860 Gu stav T. Fech ner (1801-1887), fisico e m atem atico tedesco, provò a esprimere
in term in i m atem atici il rap p orto tra l’in ten sità d i u no stimolo fisico e quella della
sen sazione a esso corrisp ondente. Egli affermò che, se la prim a cresce in progressione
geometrica, la second a cresce in progressione aritmetica, cioè molto più lentamente,
secondo u na precisa formu la m atem atica (S = logR · k, dove S è l’inten sità della sensa-
zione, R quella dello stimolo e log è il logaritmo, ovvero l’esponente che si deve d are
alla base 10 per ottenere il valore d i R; la lettera k ind ica invece u na costante, d iversa d a
stimolo a stimolo). Fech ner ch iamò questa formu la «legge p sicofisica fond amentale»,
perché a suo giud izio esprimeva u na relazione tra la m ateria, cioè la realtà corporea, e
la “p siche”, ossia u na d imensione non fisica, im m ateriale: quella appu nto delle sensa-
zion i percepite d agli ind ividu i. In questo senso Fech ner fu u n pion iere della psicologia
e, sia pu re all’interno d i u n qu ad ro concettuale ancora involuto, introdu sse u na pro-
sp ettiva nuova: quella della m isu razione dei fenom en i psich ici.
L’ qua p r al d gl a tr m l tud
d t mp d r a
Non fu rono però solo le accresciute conoscen ze su l sistem a nervoso a orientare gli
stud iosi verso la psicologia. Un contributo importante ven ne, cu riosam ente, d all’astro-
nom ia. Gli stud iosi d i questa scien za avevano in fatti rilevato d ifferen ze anche sensibili
tra le m isu razioni del tempo d i spostam ento degli astri effettu ate d a stud iosi d iversi
(la rilevazione si avvaleva d i stru menti ancora rud imentali: telescopi abbinati a orologi
meccanici) e, dopo u n iniziale sconcerto, avevano attribu ito il fenomeno alla cosiddetta
“eq u azione p erson ale” d i ogn i ind ividuo, cioè al fatto che la m isu razione risu ltava
in evitabilm ente cond izion ata d alla p erson a che la effettu ava.
Il fisiologo olandese Franciscu s Corneliu s D onders (1818-1889) ipotizzò p er primo che
alle d iverse equ azion i personali corrispondessero d iverse velocità d i esecu zione del-
le op erazion i mentali. Egli approntò du nque u n metodo p er m isu rare tale velocità,
utilizzando come cavie d iverse p ersone, che sottop ose in laboratorio a test via via più
complessi. La prim a prova, ad esempio, consisteva nel premere il più velocemente pos-
sibile u n pu lsante qu ando si accendeva u na luce rossa; la second a prevedeva invece
la presen za d i due stimoli d iversi (u na luce rossa e u na luce verde che si accendevano
u n i t à i n t r o d u t t i v a Dall’anima al computer: la psicologia e la sua storia 11
3. La psicologia, finalmente...
Abbiamo esam inato p er som m i capi i problem i e gli stru menti che la filosofia e la fisio-
logia lasciarono in ered ità alla nascente psicologia. Ma d a qu ando si può com inciare a
parlare d i “psicologia” vera e propria?
Conven zionalmente si ind ica come d ata d i nascita della psicologia il 1874, an no in cu i
u no stud ioso tedesco, Wilh elm Wu n d t, pubblicò i Fonda ment i di psicologia fisiolo-
gica ; altrettanta importan za viene attribu ita al 1879, an no in cu i lo stesso Wu ndt fondò
a Lipsia quello che viene reputato, forse u n po’ semplicisticamente, il p rimo lab orato-
rio d i p sicologia. ➜ t1, p. 22
Lau reato in med icina, Wu ndt era u n uomo d ai molti interessi cu ltu rali (fisiologia, fisi-
ca, filosofia) e il suo intento fu probabilm ente proprio quello d i cercare u na sintesi tra
12 s e z i o n e 1 p s ic o Lo Gia
d iscipline e prospettive d iverse. Allo stesso temp o, però, egli aveva ben chiara l’idea
che la psicologia potesse effettivamente costitu irsi come scien za autonom a, d istinta
d a altri saperi: per questo cercò d i defin irne le caratteristiche. Prendendo le d istan ze
d a quella che definiva «psicologia metafisica» (cioè d alla concezione della psicologia
come stud io dell’an im a), Wu ndt identificò l’oggetto della p sicologia con l’«esp erien za
im med iata della realtà»:
“
Due vie si svolgono per lo studio dell’esperienza. Una è quella della scienza naturale,
che considera gli oggetti dell’esperienza nella loro natura, pensata indipendentemente dal
soggetto; l’altra è quella della psicologia, che investiga l’intero contenuto dell’esperienza nella
sua relazione con il soggetto.
”
(M.W. Wundt, Compendio di psicologia, in L. Mecacci, Introduzione alla psicologia,
Laterza, Roma-Bari 1994, p. 117)
Per spiegare il senso d i queste afferm azion i d iciamo, ad esempio, che u na pianta e
u n anim ale sono, in qu anto realtà natu rali, oggetti della botan ica e della zoologia; in
qu anto destano in noi p ercezion i, ricord i, emozion i, rigu ard ano invece la psicologia.
o b tt v m t d d lla p c l g a
re significa infatti “scomporre”: la convin zione d i Wu ndt è che si possano scom p orre i
contenuti p sich ici (percezioni, ricord i ecc.) nelle u n ità p iù semplici che li costitu isco-
no, sen za sm arrirne le caratteristiche, allo stesso modo
in cu i si può scomporre u n nu mero nei suoi fattori pri-
e m i (ad esempio: 30 = 2 × 3 × 5). Questa convin zione,
spez e m
spe come ved remo, sarà successivamente messa in d iscu s-
ne ps ico lo gi ca fondata sione d a altri psicologi.
gi
Procedura di inda pe rie nz e m entali.
proprie es Come ven iva condotta l’attività nel laboratorio d i Lip -
sull’esame delle so di quei mec-
ud , il co m pl es sia? Wu ndt e i suoi collaboratori stud iavano, d i fatto,
Secondo Fre ce rcadi mediare
l’i nd iv id uo i processi psich ici più elem entari (sensazion i e per-
canismi con cui de l “S up er-Io” e
ll’“E s” ,
tra le esigenze de - cezion i, già oggetto della ricerca dei fisiologi), esclu-
tà este rn a, al lo scopo di mantene dendo deliberatamente fenomeni più complessi come
dellareal
ps ic hi co .
re l’equilibrio il pensiero. Oltre alla già nota m isu razione dei tempi
d i reazione, si faceva u so dell’ spez e, me -
spe . L’introspezione (d al latino intro, “dentro”, e spicere, “gu ard are”) è il
resoconto delle p rop rie esp erien ze men tali; d i fatto i soggetti stud iati in laboratorio
ven ivano sottoposti a precisi stimoli fisici (visivi e ud itivi) ed erano invitati a riferire
in modo rigoroso – su lla scorta d i precise istru zion i – le percezioni che ne derivavano.
D p Wu dt: la p c l g a barca A m r ca