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SENECA ed il concetto di tempo

Lucio Anneo Seneca nacque a Corduba, capitale della provincia romana dell'Hispania Baetica,
negli ultimi anni del I sec. a.C. (tradizionalmente il a.C.!" la gens Annaea era di rango
equestre e il padre, Seneca il #etore, viene ricordato nella storia letteraria come autore di
controversiae e suasoriae. Comp$ studi di retorica e %iloso%ia a #oma& i suoi maestri lo
orientarono ad un ideale ascetico, di progressiva conquista di una piena libert' spirituale" tra di
essi gli %u particolarmente caro lo stoico Attalo, %requentemente ricordato nell'epistolario. (in
da giovane non dovette godere di buona salute, tanto c)e, terminati gli studi, si rec* in +gitto
per curare in un clima pi, adatto un grave male da cui era a%%etto" sulla natura di questa
malattia c'- ancora incertezza tra gli studiosi. .el /0 d.C., all'indomani della caduta di Seiano,
crudele pre%etto del pretorio di 1iberio, torn* a #oma, deciso a dedicarsi alla carriera %orense e
ad intraprendere la strada della politica& nel /2, quando era imperatore Caligola, ottenne la
questura, primo gradino del cursus )onorum" in seguito ebbe accesso alla corte imperiale ed
ottenne grandi successi grazie alle sue brillanti capacit' oratorie, ma nel /3 4 %orse a causa di
un discorso inopportuno pronunciato alla presenza del princeps 4 corse il risc)io di essere
condannato alla pena capitale. .el 0, dopo la presa di potere di Claudio, %u coinvolto nei
complessi intrig)i di corte intessuti dall'imperatrice 5essalina e relegato in Corsica, in seguito
ad un'accusa di adulterio. Il %orzato soggiorno in quella terra semideserta, senza la speranza di
un immediato ritorno, lo avvi* de%initivamente alla ri%lessione %iloso%ica& negli otto anni di
permanenza in quell'isola selvaggia si avvicin* allo stoicismo, ma e%%ettu* anc)e diversi
tentativi per poter rientrare a #oma, tra i quali l'invio di un'adulatoria consolatio al
potentissimo 6olibio, liberto di Claudio, a cui era morto il %ratello.
Soltanto dopo la condanna a morte di 5essalina, implicata in una congiura contro il consorte,
S. venne ric)iamato dall'esilio& la nuova imperatrice, Agrippina minore, vide in lui l'ideale
precettore del %iglio di primo letto 7omizio, il %uturo imperatore .erone, c)e, adottato da
Claudio, era destinato alla successione per ragioni di maggiore et' rispetto a Britannico, %iglio
dello stesso Claudio e di 5essalina. Impegnatosi a %ondo nell8insegnamento, S. si illuse di poter
educare il suo allievo ai valori dell')umanitas e della tolleranza, indicandogli la %igura di
Augusto come modello di equilibrio e rispetto delle tradizioni, e, nello stesso tempo,
indirizzandolo alle arti, care al mondo ellenico, del canto, della musica, della ginnastica.
9uando .erone prese il potere, nel :, a soli diciassette anni di et', S., pur mantenendosi in
una posizione de%ilata, continu* ad in%luenzare positivamente il giovane princeps, ispirando
alcuni atti signi%icativi della sua politica, come i provvedimenti per migliorare la condizione degli
sc)iavi e il progetto di ri%orma %iscale, e riuscendo nello stesso tempo ad equilibrare i rapporti
tra l'imperatore e il Senato. Al termine di questo lungo periodo di serenit' 4 il cosiddetto
;quinquennio %elice;, dal : al :3 4 la prepotente a%%ermazione della personalit' dello
imperatore, deciso tra l'altro a ripudiare la moglie <ttavia per legarsi a 6oppea Sabina,
accentu* gravi contrasti con la madre, c)e, in concorrenza con lo stesso S. e con il pre%etto del
pretorio A%ranio Burro, tentava di esercitare una decisa in%luenza sul giovane. Alle %orti
pressioni di Agrippina, c)e minacciava di promuovere la salita al trono del %ratellastro
Britannico, .erone non esit* a rispondere con una reazione violentissima& dapprima %ece
uccidere il rivale, poi, a breve distanza di tempo, ordin* la morte della stessa madre" - di%%icile
valutare quale sia stato l'atteggiamento di S. in questa vicenda& sembra comunque c)e non
rimase estraneo all'organizzazione del matricidio o quantomeno 4 secondo lo storico 1acito 4
non %ece nulla per impedirlo. .el =>, dopo la morte di Burro, %orse avvelenato, e di <ttavia,
esiliata e poi uccisa per ordine dell'imperatore, S. decise di ritirarsi dalla vita politica" .erone,
sempre pi, isolato, lo avrebbe voluto ancora al suo %ianco, ma il suo antico precettore %u
irremovibile, mani%estando un %orte desiderio di tornare alla meditazione %iloso%ica e adducendo
anc)e motivi di salute. In questo periodo egli si dedic* ad opere di grande impegno,
spingendosi con ottimi risultati anc)e nel campo della poesia tragica.
.el =: venne scoperta la congiura antineroniana ;dei 6isoni; (dal nome del suo principale
promotore, il nobile ?aio Calpurnio 6isone!" ad essa ader$ Lucano, nipote del %iloso%o. Anc)e S.
%u accusato di averla sostenuta" corse persino voce c)e alcuni dei congiurati avessero deciso di
elevare al trono imperiale non 6isone, ma lo stesso S.. Inviatogli da .erone l'ordine di
uccidersi, lo accolse serenamente e mor$ alla maniera di Socrate, mentre conversava di %iloso%ia
con gli amici (aprile =:!.
1
Il tempo nell'opera di Seneca
Seneca, c)e deriva la sua concezione sul tempo dagli stoici (rivalutazione del tempo nel suo
dinamismo e nel suo perenne %luire!, si so%%erma a ri%lettere in numerosi passi delle sue opere
sul concetto di tempo, senza per* mai %arne oggetto di una trattazione speci%ica. Il tempo
assume in S. una connotazione prevalentemente etica & - il tempo vissuto nell'inquietudine di
una ricerca esistenziale e nel timore c)e esso s%ugga all'uomo troppo preso da occupazioni
terrene e quindi incapace di %arne buon uso.
La ri%lessione sul tempo, tema centrale nell'opera senecana, ruota essenzialmente attorno a
due poli&
il tempo come entit' %uggevole e caduca, dalla quale il sapiens deve a%%rancarsi e c)e
l'uomo comune impiega in occupazioni dispersive, e, viceversa,
il tempo come unico bene in possesso dell'uomo, strumento per raggiungere la per%ezione
morale e la saggezza. 9uesti due aspetti apparentemente contraddittori %ra loro sono
accomunati da un unico presupposto %iloso%ico, c)e %a leva non sulla ;quantit'; ma sulla
;qualit'; del tempo& il tempo - %uggevole, labile e per de%inizione caduco, ma, se usato
pro%icuamente, al %ine di raggiungere la saggezza, - l'unica nostra vera ricc)ezza.
.on il tempo, ma il suo uso dipende da noi& a dispetto della sua precariet', il tempo della
nostra vita - l'unica dimensione attraverso la quale ci - dato assurgere alle verit' %iloso%ic)e,
raggiungere la per%ezione della saggezza. Il sapiens, c)e avr' %atto buon uso del suo tempo,
riuscir' ad elevarsi al di sopra della condizione mortale e a vivere, simile ad un dio, in un
presente atemporale, privo di desideri, timori e speranze.
Fugacit del tempo
Il senso della %uga del tempo e della precariet' delle cose umane percorre tutta l'opera di S. "
a dargli espressione S. utilizza tre meta%ore" il tempo come un fiume che scorre
inarrestabile (7e brev. vit. 2,:; andr il tempo della vita per la via intrapresa e non torner
indietro n arrester il suo corso; non far rumore, non dar segno della sua velocit; scorrer
in silenzio; non si allungher per editto di re o favore di popolo; correr come partito dal
primo giorno, non far mai fermate, mai soste") , il punto nel quale si risolve e si vanifica
l'esistenza umana (+p. ad Luc. 3,/ ; un punto quello che viviamo, e ancor meno di un
punto"!, l'abisso nel quale si perde ogni cosa (+p. ad Luc. 3,/ ;tutte le cose cadono nel
medesimo abisso")
In S. il motivo della %uga ;rapinosa; del tempo si tinge spesso dei toni di un'angosciosa
consapevolezza, c)e guarda all'instabilit' e alla precariet' delle sorti umane" la ri%lessione sul
tempo c)e scorre si tras%orma cos@, spesso, in una penosa ri%lessione sulla morte (+p. ad
Luc.33,3 ; in tanta fluttuazione delle cose umane niente per alcuno certo se non la morte;"
7e brev. vit.A,/; ci vuole tutta una vita per imparare a vivere, e, ci che ti stupir di pi, ci
vuole una vita per imparare a morire;!.
Il Tempo nel e brevitate vitae e nelle Epistole ad !ucilium
Al tempo, al suo signi%icato e al suo uso, S. dedica un intero dialogo, il e brevitate vitae ,
composto tra il 3 ed il :d.C." il dialogo sviluppa come tema centrale l'opposizione tra
l'atteggiamento degli ;occupati; c)e ;scialacquano; il proprio tempo disperdendosi in
occupazioni %utili, ed il ;sapiens;, c)e, vivendo in aristocratica solitudine, dedica il proprio
tempo alla sola conquista della saggezza.
La ri%lessione senecana sul tempo, c)e trova una sua prima, articolata espressione, nel 7e
brev. vit. , si completa nell'epistolario. Se l'antidoto al %luire incessante del tempo - costituito
dalla conquista di un'immortalit' c)e ;supera; il tempo, nel dialogo questa conquista si
circonscrive ad una dimensione puramente intellettuale di ;evasione; dal presente" il saggio -
in grado di dominare col pensiero anc)e le et' c)e lo )anno preceduto, in un'ideale comunione
con i grandi spiriti del passato (7e brev vit. 0,0; Soli %ra tutti sono s%accendati quelli c)e
dedicano il loro tempo alla saggezza, solo essi vivono" nB solo della loro vita sono attenti
custodi& vi aggiungono ogni et'" tutti gli anni alle loro spalle sono un loro acquisto. Se non
siamo mostri di ingratitudine, quei %ari di luce, %ondatori di sacre dottrine, sono nati per noi,
)anno predisposto la vita per noi..., non siamo esclusi da nessun secolo, a tutti abbiamo libero
accesso, e, se vogliamo evadere dalle angustie della debolezza dello spirito, - molto il tempo
per cui spaziare;! .
2
.elle +pistole l'ideale dell'atemporalit' del saggio si concreta e si estende& il sapiens usa del
tempo per uscire dal tempo, nella conquista di valori c)e del tempo non )anno piC bisogno
(0D0,243 " !hi ogni giorno d alla sua vita l"ultima mano, non sente il bisogno del tempo; da
questo bisogno nascono il timore, la brama del futuro che ci rode l"animo###!ome riusciremo a
sfuggire a tale agitazione$ %n un solo modo& se la nostra vita non si espander al di fuori, ma
si concentra in se stessa; giacch in balia del futuro colui per il quale il presente vano# 'a
quando non ho pi alcun debito verso di me, e quando l"animo, ben saldo, sa che non c"
differenza fra un giorno e un secolo, esso guarda dall"alto tutti i giorni e gli eventi futuri e
considera ridendo allegramente il succedersi del tempo"; (),)* " +ual la caratteristica della
virt$ ,ssa non ha bisogno dell"avvenire e non fa il computo dei suoi giorni& in uno spazio di
tempo quanto vuoi breve giunge al pieno possesso dei beni eterni;! .
Seneca ed il " carpe diem " epicureo
La valorizzazione attenta di ogni attimo dell'esistenza - il mezzo attraverso il quale - possibile
raggiungere la saggezza e superare la debole condizione umana (+p. 0D0,0D ;perci affrettati,
o mio -ucilio, a vivere, e considera ogni giorno una vita;!. Il concetto del vivere pienamente in
ogni istante della propria vita -, anc)e, ideale epicureo, e ricorre come si sa in <razio, <di I,00
vvA42 ;dum loquimur, %ugerit invidaE aetas" carpe diem, quam minimum credula postero;" <di
III,>3 vv0ss.; Ho vissuto. <%%enda pure domani ?iove di nere nubi il cielo o brilli il sole, non
potr' rendere vano il passato, nB disperdere o mutare quello c)e mi )a dato l'ora %uggitiva;.
Le analogie tra il concetto espresso da <razio e quello espresso da Seneca tradiscono per* una
grande di%%erenza di impianto& alla base del carpe diem epicureo c'- il concetto del vivere
intensamente ogni attimo dell'esistenza, capitalizzandone gioie e piaceri, in un'ottica
;distensiva; dello spirito. .el concetto stoico del ;vivere ogni giorno come se %osse l'ultimo; si
concretizza invece l'ideale di una pratica %iloso%ica sempre tesa alla conquista della saggezza, in
lotta con il tempo c)e scorre implacabile" un'ottica, quindi, c)e non mira alla distensione,
quanto piuttosto alla tensione dello spirito. 6adroneggiare il presente ed a%%rancarsi dal domani
diventa in Seneca un invito al possesso integrale di se stessi, non solo e non tanto, quindi, un
ric)iamo al carattere e%%imero dell'esistenza.
N#$#
Le sentenze ed i motti proverbiali c)e c)iudono le lettere dei primi / libri costituiscono la
componenente parenetica dell'epistolario senecano. (da parenesi, termine di derivazione
greca dal verbo paraineo ;esorto;, c)e )a il signi%icato di ;esortazione;, riconducibile a motivi o
caratteri oratori!
Epistulae morales ad !ucilium I% &'(
Il primo passo per riprendere il controllo di sB - il controllo del proprio tempo& la soluzione di
questo problema - per Seneca il banco di prova e la condizione preliminare per un giusto avvio
alla sapienza, cio- alla %iloso%ia e alla vita impostata secondo principi %iloso%ici. La lettera
contiene la puntualizzazione di alcune nozioni importanti, come la iactura temporis, la perdita
del tempo c)e avviene senza c)e ci accorgiamo di perderlo (parr. 0 e >!, o come l'osservazione
c)e. nessuno pone un prezzo al tempo, considerandolo res vilissima, cosa di poco conto,
mentre - il bene piC prezioso c)e possediamo (par./!. .ei due paragra%i conclusivi ( e :! si
)anno esortazioni al corretto uso e alla valutazione costante del proprio tempo
.elle prime lettere a Lucilio, Seneca vuole evitare il tono trattatistico e ric)iamare piuttosto il
carattere leggero e con%idenziale della lettera, intesa come comunicazione personale. La novit',
rispetto alla lettera tradizionale, non sta nel tono, c)e anzi rimane semplice e vicino alla
sensibilit' del destinatario, ma nei contenuti, c)e non sono le solite notizie personali e i %atti
quotidiani delle lettere, ma argomenti %iloso%ici, principi di vita, c)e devono avviare il
destinatario all'interesse per la %iloso%ia e alla ri%orma della propria esistenza.
Acceso - l'invito a distaccarsi dalle attivit' c)e sottraggono tempo, in corrispondenza con
l'atteggiamento %inale di Seneca nei con%ronti della vita pubblica, c)e ormai, in questa %ase, egli
vede compromessa e a lui preclusa dall'atteggiamento tirannico e dai crimini di .erone.
7a un punto di vista stilistico - da rilevare anzitutto il tono, rassicurante e quasi a%%ettuoso, di
amico coinvolto nella vicenda spirituale di un amico& %ta fac, mi -ucili.. (par. 0! e ancora .ac
ergo, mi -ucili, quod facere te scribis### (par. >!. Altro aspetto signi%icativo - l'uso di modelli
3
analogici, c)e rendono visibile l'astrazione del pensiero, come il ricorso all'immagine del
tempo4denaro (par. 0 e piC esplicitamente par. !. 6roprio questa necessit' di %ornire una
sapienza subito accostabile e %ruibile da parte del destinatario spinge Seneca a %are ricorso
anc)e piC del consueto alle sententiae c)e concentrano in poc)e, dense parole importanti
principi %iloso%ici, come dum differtur, vita transcurrit e omnia aliena sunt, tempus tantum
nostrum est#
Sequenze
& )ccorre salvare il tempo che ci viene sottratto in vari modi
F(a8 cos@, o mio Lucilio, rivendica il possesso di te stesso, e il tempo c)e %inora o ti veniva
portato via, o ti veniva sottratto, o ti s%uggiva, raccoglilo e custodiscilo. Convinciti c)e - cos@
come scrivo& certi spazi di tempo ci sono portati via, altri ci sono sottratti di nascosto, certi
scorrono via. 1uttavia la piC vergognosa di tutte - la perdita di tempo c)e avviene per
negligenza . + se vuoi badare, gran parte della vita s%ugge nel %are il male, una grandissima
parte nel non %ar nulla, tutta la vita a %are altro.
* )ccorre valutare il presente per non essere dipendenti dal futuro
C)i mi indic)erai c)e determini un prezzo per il tempo, c)e dia un valore al giorno, c)e si
renda conto di morire ogni giornoG In questo ci sbagliamo, c)e guardiamo la morte avanti a
noi& invece gran parte di lei - gi' alle nostre spalle. 1utto il tempo dietro a noi, lo tiene in
pugno la morte. (a8 dunque, o mio Lucilio, quello c)e mi scrivi di %are gi', abbraccia tutte le tue
ore, avverr' cos@ c)e tu dipenda meno dal domani , se allung)erai la mano sull8oggi.
+ Il tempo , l-unico nostro bene e va difeso e custodito
5entre si rincorre, la vita se ne va. 1utto appartiene ad altri, solo il tempo - una cosa nostra"
la natura ci )a immesso nel possesso di un solo bene, %ugace e s%uggente, dal quale ci caccia
c)iunque lo voglia.. + tanta - la stoltezza dei mortali c)e si riconoscono debitori (imputari sibi
patiantur!, una volta ottenutale (cum inpetravere!, di cose c)e sono di scarsissima importanza
e di scarsissimo valore e sicuramente recuperabili" nessuno invece, c)e abbia ricevuto del
tempo, , ritiene di essere debitore di alcunc)B, mentre - questa l8unica cosa c)e neppure una
persona grata pu* restituire.
. Il tempo% come fosse denaro% va sempre tenuto controllato
C)iederai %orse c)e cosa %accio io, c)e ti do questi consigli. 1e lo dir* sc)iettamente& & quello
c)e capita a c)i spende molto (lu/uriosum! ma c)e - sempre attento (diligentem!, )o sempre
il controllo della spesa. .on posso dire di non sprecare nulla, ma posso dire c)e cosa spendo,
quanto e come, posso dire le cause della mia indigenza. 5a a me capita quello c)e capita a
coloro c)e si sono ridotti in miseria non per colpa loro& tutti dimostrano comprensione, ma
nessuno d' loro una mano.
( Conclusione della lettera e riepilogo del contenuto dottrinale in forma di sentenza
9uale - dunque la conclusioneG .on ritengo povero colui il quale, per quanto poco gli resti, ne
)a abbastanza" quanto a te, tuttavia, pre%erisco c)e tu tenga da conto le tue cose, e
comincerai al momento giusto. In%atti, come - sembrato ai nostri antic)i, F- troppo tardi
risparmiare quando si - al %ondoH . Al %ondo non resta solo la parte piC piccola, ma anc)e la
peggiore. AddioH
4
Seneca Lucilio suo salutem
& Ita %ac, mi Lucili& vindica te tibi, et tempus quod
ad)uc aut au%erebantur aut subripiebatur aut
eIcidebat collige et serva. 6ersuade tibi )oc sic esse
ut scribo& quaedam tempora eripiuntur nobis,
quaedam subducuntur, quaedam e%%luunt. 1urpissima
tamen est iactura quae per neglegentiam %it. +t si
volueris adtendere, maIima pars vitae elabitur male
agentibus, magna ni)il agentibus, tota vita aliud
agentibus.
* 9uem mi)i dabis qui aliquod pretium tempori ponat,
qui diem aestimet, qui intellegat se cotidie moriG In )oc
enim %allimur, quod mortem prospicimus& magna pars
eius iam praeterit" quidquid aetatis retro est mors
tenet. (ac ergo, mi Lucili, quod %acere te scribis, omnes
)oras conplectere
J
" sic %iet ut minus eI crastino
pendeas, si )odierno manum inieceris. 7um di%%ertur
vita transcurrit.
+ <mnia Lucili, aliena sunt, tempus tantum nostrum
est" in )uius rei unius %ugacis ac lubricae possessionem
natura nos misit, eI qua eIpellit quicumque vult. +t
tanta stultitia mortalium est ut quae minima et
vilissima sunt, certe reparabilia, inputari sibi cum
inpetravereJ patiantur, nemo se iudicet quicquarn
debere qui tempus accepit, cum interim )oc unum est
quod ne gratus quidem potest reddere.
. Interrogabis %ortasse quid ego %aciam qui tibi ista
praecipio. (atebor ingenue quod apud luIuriosum sed
diligentem evenit, ratio mi)i constat inpensae. .on
possum dicere ni)il perdere, sed quid perdam et quare
et quemadmodum dicam" causas paupertatis meae
reddam. Sed evenit mi)i quod plerisque non suo vitio
ad inopiam redactis& omnes ignoscunt, nemo succurrit.
( 9uid ergo estG .on puto pauperem cui
quantulumcumque superest sat est" tu tamen malo
serves tua, et bono tempore incipies. .am ut visum est
maioribus nostris , ;sera parsimonia in %undo est; , non
enim tantum minimum sed pessimum remanet. Kale.
0 complectere imperativo presente, >' sing di complector
(qui nella %orma conplector!
0inpetravere& per%etto indicativo, /' pl di impetro (qui
inpetro!
Seneca saluta il suo Lucilio
&6rocura, o mio caro Lucilio, di essere davvero
padrone di te stesso, di recuperare e di custodire
gelosamente il tempo c)e %inora o ti lasciavi portar
via o o ti veniva sottratto o andava perduto.
6ersuaditi di questa verit'& una parte del tempo ci
- tolta, di un'altra siamo privati senza c)e ce ne
accorgiamo, un'altra ancora ci s%ugge. 5a la perdita
piC vergognosa - quella c)e avviene a causa della
nostra negligenza. + se vorrai prestare un po' di
attenzione, ti convincerai c)e gli uomini trascorrono
la piC gran parte della vita operando malamente,
non poco tempo %acendo niente, tutti i giorni
occupandosi di cose diverse da quelle di cui uno
dovrebbe occuparsi.
* <rsC, dimmi, conosci tu qualcuno c)e non
disprezzi del tutto il tempo, c)e riconosca il valore
di una giornata, c)e si renda ben conto c)e non
passa giorno senza c)e egli muoia un pocoG In%atti
ci sbagliamo scorgendo la morte dinanzi a noi&
essa, in gran parte, ci sta gi' dietro le spalle. 1utti
gli anni passati sono nel dominio della morte.
7unque, o mio Lucilio, cos@ come tu dici, non
lasciarti s%uggire un'ora sola. Se sarai padrone del
presente, meno dipenderai dall'avvenire. Si
rimanda al domani quanto si dovrebbe %are oggi, ed
intanto la vita se ne va.
+ .iente, o Lucilio, all'in%uori del tempo, ci
appartiene& la natura ci )a messi in possesso di
questo solo bene, %uggevole e malsicuro, di cui
c)iunque pu*, se vuole, privarci. +d ora considera
quanto siano stolti gli uomini& essi lasciano c)e
siano loro messe in conto cose di nessuna
importanza e di nessun valore, %acilmente
ricuperabili, c)e )anno ottenuto" ma non c'-
nessuno c)e si ritenga in qualc)e misura debitore,
pur avendo ricevuto in dono il tempo, l'unica cosa
c)e neppure c)i - disposto alla riconoscenza pu*
restituire.
. (orse mi c)iederai& Le c)e cosa %ai tu c)e ti
permetti di darmi tali consigliGM. Con%esser*
sc)iettamente& come succede ad un uomo amante
del lusso ma economo, mi torna il conto della
spesa. .on posso a%%ermare di non perdere
neppure un momento, ma saprei dire ci* c)e perdo
e perc)B e come& rendere ragione della mia
povert'. 5i trovo nelle stesse condizioni della
maggior parte di quelli c)e sono stati ridotti in
miseria senza propria colpa& tutti li compatiscono,
nessuno li soccorre. + c)e dunqueG .on giudico
povero c)i si accontenta, per quanto poco gli resti"
tuttavia pre%erirei c)e tu tenessi in serbo i tuoi
beni" e comincerai a %are ci* a tempo giusto.
In%atti, come pensavano i nostri antenati, troppo
tardi si %a economia quando si - giunti al %ondo del
recipiente& c)B nel %ondo si trova non solo la parte
piC piccola, ma anc)e la meno buona. Addio.
5
Epistulae morales ad !ucilium /% 0'1 2traduzione libera3
/N..Subducendus populo est tener animus et parum tenaI recti& %acile transitur ad plures.
Socrati et Catoni et Laelio eIcutere morem suum dissimilis multitudo potuisset& adeo nemo
nostrum, qui cum maIime concinnamus ingenium, %erre impetum vitiorum tam magno
comitatu venientium potest. Onum eIemplum luIuriae aut avaritiae multum mali %acit&
convictor delicatus paulatim enervat et mollit, vicinus dives cupiditatem irritat, malignus comes
quamvis candido et simplici rubiginem suam a%%ricuit& quid tu accidere )is moribus credis in
quos publice %actus est impetusG .ecesse est aut imiteris aut oderis. Otrumque autem
devitandum est& neve similis malis %ias, quia multi sunt, neve inimicus multis, quia dissimiles
sunt. #ecede in te ipse quantum potes" cum )is versare qui te meliorem %acturi sunt, illos
admitte quos tu potes %acere meliores. 5utuo ista %iunt, et )omines dum docent discunt. .on
est quod te gloria publicandi ingenii producat in medium, ut recitare istis velis aut disputare"
quod %acere te vellem, si )aberes isti populo idoneam mercem& nemo est qui intellegere te
possit. Aliquis %ortasse, unus aut alter incidet, et )ic ipse %ormandus tibi erit instituendusque ad
intellectum tui. 'Cui ergo ista didiciG' .on est quod timeas ne operam perdideris, si tibi didicisti.
Sed ne soli mi)i )odie didicerim, communicabo tecum quae occurrunt mi)i egregie dicta circa
eundem %ere sensum tria, eI quibus unum )aec epistula in debitum solvet, duo in antecessum
accipe. 7emocritus ait, 'unus mi)i pro populo est, et populus pro uno'. Bene et ille, quisquis
%uit 4 ambigitur enim de auctore 4, cum quaereretur ab illo quo tanta diligentia artis spectaret
ad paucissimos perventurae, 'satis sunt' inquit 'mi)i pauci, satis est unus, satis est nullus'.
+gregie )oc tertium +picurus, cum uni eI consortibus studiorum suorum scriberet& ')aec' inquit
'ego non multis, sed tibi" satis enim magnum alter alteri t)eatrum sumus'. Ista, mi Lucili,
condenda in animum sunt, ut contemnas voluptatem eI plurium assensione venientem. 5ulti
te laudant& ecquid )abes cur placeas tibi, si is es quem intellegant multi G introrsus bona tua
spectent. Kale.
1eneca saluta il suo -ucilio# 2questa parte manca nel testo latino, fino al par. 7)
3u vuoi sapere che cosa ritengo si debba principalmente evitare$ -a folla# 4on la puoi ancora
frequentare senza pericolo# %o almeno confesser la mia debolezza& riporto a casa quei
costumi che ho portato fuori# +uel poco che avevo messo in ordine viene turbate, ritorna
qualcuno dei vizi che avevo cacciato# !i che succede agli ammalati che una lunga infermit ha
afflitto a tal punto che non possono uscire senza danno, questo stesso succede pure a noi&
anche i nostri animi stanno rimettendosi da una lunga malattia# -a dimestichezza con la folla
nociva& ognuno o ci raccomanda un vizio o ce lo trasmette o ci unge senza che noi ce ne
accorgiamo# ,d il pericolo tanto pi grande quanto pi grande la folla nella quale ci
confondiamo# %n verit che cosa pu esserci di pi dannoso ala virt che poltrire assistendo ad
uno spettacolo$ %nfatti allora i vizi, favoriti dal piacere pi facilmente si insidiano nell"animo#
!he cosa pensi che io dica$ 5itorno a casa non solo pi avido di beni materiali, ma anche pi
crudele pi inumano perch sono stato tra gli uomini# 6er caso capitai in uno spettacolo
meridiano aspettandomi giochi e facezie e qualcosa di riposante con cui gli occhi degli uomini
si possono riposare dalla vista del sangue umano# 7 tutto il contrario& i combattimenti
precedenti erano opera di misericordia; ora lasciate da parte le bazzecole, avvengono veri e
propri omicidi# % gladiatori non hanno nulla con cui proteggersi# ,sposti ai colpi in tutto il corpo,
mai spingono avanti invano la mano armata# +uesto genere di lotta i pi lo preferiscono alle
coppie di gladiatori ordinarie e straordinarie# , perch non dovrebbero preferirli$ -a spada non
pu essere respinta con l"elmo, con lo scudo# 8 che cosa servono le difese$ 8 cosa servono le
schermaglie$ 3utte queste cose sono indugi alla morte# 8l mattino gli uomini sono gettati ai
leoni e agli orsi, a mezzogiorno ai loro spettatori# 9li spettatori ordinano che gli uccisori siano
gettati in pasto a quelli che gli uccideranno e riservano il vincitore per un"altra strage& il
risultato dai combattimenti la morte& si combatte col ferro e col fuoco# +ueste cose accadono
mentre l"arena vuota: "'a qualcuno ha commesso un furto ed ucciso un uomo"# , allora$
+uello perch ha ucciso ha meritato di subire ci e tu sciagurato che pena hai meritato per
guardare questo$ ";ccidilo, colpiscilo, brucialo: 'a perch va in contro alla spada con tanto
timore$ 6erch uccide con poca audacia, perch muore poco volentieri# -o si spinga con le
botte in contro alle ferite& ricevano colpi reciproci con i petti nudi e posti l"uno di fronte
all"altro"# -o spettacolo sospeso& "4el frattempo si sgozzino altri uomini affinch non si stia a
far niente"# 1uvvia non comprendete che i cattivi esempi ricadano sopra quelli che li fanno#
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5ingraziate gli dei immortali perch insegnate ad essere crudele a colui che non pu imparare
2si riferisce a 4erone)#
/ Ka tenuto lontano dalla %olla l'animo debole e poco saldo nel bene& - %acile passare dalla
parte dei piC (maggioranza!. Ona massa dissimile avrebbe potuto strappare i costumi (principi!
persino a Socrate, Catone, Lelio" nessuno di noi, nel momento in cui cerc)iamo di accordare il
nostro spirito (soprattutto quando il nostro carattere - in %ormazione!, pu* resistere alla
pressione dei vizi c)e arrivano con grande seguito. On solo esempio di mollezza o di avarizia %a
molto male (produce gravi danni!& un commensale dedito ai piaceri a poco a poco ci rende
%iacc)i e molli, un vicino ricco incita il desiderio (scatena la tua avidit'!, un compagno
malvagio, per quanto candido e semplice attacca la sua ruggine (contamina anc)e un uomo
semplice e puro!& c)e cosa pensi c)e succeda a quei caratteri contro i quali %a impeto tutta una
%ollaG +' necessario c)e o li imiti o li odi. 5a sono da evitare l'uno e l'altro (estremo!& non devi
assimilarti ai malvagi, perc)B sono molti, nB essere nemico di molti, perc)B sono dissimili.
#itirati in te stesso per quanto puoi" %requenta le persone c)e possono renderti migliore e
accogli quelli c)e puoi rendere migliori. Il vantaggio - reciproco perc)B mentre gli uomini
insegnano, imparano. .on c'- ragione per cui il desiderio di gloria debba spingerti a esibire a
tutti il tuo ingegno in mezzo alla %olla, con la voglia di tenere pubblic)e letture o di dissertare"
ti consiglierei di agire cos@, se tu avessi merce adatta alla massa, ma non c'- nessuno in grado
di capirti. (orse qualcuno, uno o due capiranno, e tu dovrai %ormarlo ed educarlo perc)B ti
possa capire. ;5a allora, per c)i )o imparato tutto questoG; .on - il caso c)e tu tema di aver
perso il tuo tempo, se )ai imparato per te.
5a per evitare di aver imparato solo per me oggi, ti scriver* tre belle massime c)e mi -
capitato di leggere all'incirca sullo stesso argomento& di queste una salda il mio debito per
questa lettera, le altre due prendile come anticipo. Scrive 7emocrito& ;Secondo me, una sola
persona vale quanto tutto il popolo e il popolo quanto una sola persona.; 7ice bene anc)e
quell'altro, c)iunque sia stato (- incerto, in%atti, di c)i si tratti!" gli c)iedevano perc)B si
applicasse con tanto impegno a una materia c)e poc)issimi avrebbero compreso, rispose& ;A
me bastano poc)e persone, anzi anc)e una sola o addirittura nessuna.; +ccellente anc)e
questa terza a%%ermazione, di +picuro" in una sua lettera a un compagno di studi& ;Io parlo non
per molti, ma per te"; scrive, ;noi siamo l'uno per l'altro un teatro su%%icientemente grande.;
7evi, caro Lucilio, serbare in te queste massime, per disprezzare il piacere c)e deriva dal
consenso generale. 5olti ti lodano" ma perc)B dovresti rallegrarti se sono in tanti a capirtiG I
tuoi meriti ricerc)ino l'approvazione della tua coscienza. Stammi bene.
Contestualizzazione
La civilt' sta cambiando, ma per il momento solo Seneca va contro questa pratica degli spettacoli" per* - piC una %orma di disgusto c)e
di protesta. In%atti lui - il saggio aristocratico c)e odia il volgo, - presente una aristocratica superiorit'. Si ritira a meditare su se stesso,
le illusioni sono venute meno (%rase su .erone! si ritira dalla vita attiva, ric)iesta di interiorit' c)e emerge. Seneca sviluppa il tema
della necessit' di sottrarsi all'in%lusso della massa in un discorso c)e culmina nel celebre ;recede in te ipse;. +ra un tema della
predicazione morale quello di mettere in guardia dall'amalgamarsi con gente di basso e scarso valore. Seneca speci%ica c)i deve essere
tenuto lontano dalla %olla;un animo tenero e nn ancora ben radicato nel bene;. 9uesto ci dice c)e l'opera di per%ezionamento individuale
riguarda la %ase di spinta verticale. L'atteggiamento di Seneca non %a distinzione sociale tra umili e potenti, il popolo da cui star lontano
- quello delle persone inguaribili dai loro mali.
I temi& il corpo dell'argomentazione - legato all'inutilit' di avere rapporti c)e sono peraltro pericolosi con gente con la quale ne si )a ne
si puo avere in comune.
Lo stile& l'aspetto piC interessante - la scelta linguistica. Seneca non scegli il vocabolo c)e suona meglio ma quello c)e colpisce per la
sua carica meta%orica ed evocativa.
Epistulae morales ad !ucilium% &4& 2.'/3 2traduzione libera3
Come - insensato disporre della propria vita, se non siamo padroni neppure del domaniP Come
sono pazzi quelli c)e danno il via a progetti lontani nell'avvenire& comprer*, costruir*, dar*
denaro in prestito, ne riscuoter*, ricoprir* caric)e, e alla %ine passer* in ozio, stanco e
soddis%atto, la vecc)iaia. : Credimi& tutto - incerto, anc)e per gli uomini %ortunati" nessuno
deve ripromettersi niente per il %uturo" anc)e quello c)e abbiamo %ra le mani ci s%ugge e il caso
tronca l'ora stessa c)e stringiamo. Il tempo passa secondo una legge determinata, ma a noi
sconosciuta& e c)e mi importa se per la natura - certo quello c)e per me - incertoG = Ci
proponiamo lung)i viaggi per mare e un ritorno in patria lontano nel tempo, dopo aver vagato
per lidi stranieri" imprese militari e tardive ricompense di %atic)e guerresc)e, amministrazioni
di province e avanzamenti di carriera, di carica in carica, mentre la morte ci sta accanto" e
poic)B non ci pensiamo mai, se non quando tocca agli altri, di tanto in tanto ci vengono messi
davanti esempi della nostra mortalit', c)e, per*, durano in noi solo quanto il nostro stupore. A
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5a niente - piC sciocco c)e stupirsi c)e accada un giorno quanto pu* accadere ogni giorno. Il
termine della nostra vita sta dove l')a %issato l'inesorabile ineluttabilit' del destino" ma
nessuno di noi sa quanto si trovi vicino alla %ine" disponiamo, perci* la nostra anima come se
%ossimo arrivati al momento estremo. .on rinviamo niente" c)iudiamo ogni giorno il bilancio
con la vita.
Epistulae morales ad !ucilium% &4& 2/'&43 2traduzione libera3
.i)il di%%eramus" cotidie cum vita paria %aciamus. Q2R 5aIimumvitae vitium est quod
inper%ecta semper est, quod QinR aliquid eI illadi%%ertur. 9ui cotidie vitae suae summam manum
inposuit non indiget tempore"eI )ac autem indigentia timor nascitur et cupiditas %uturi eIedens
animum. .i)il est miserius dubitatione venientium quorsus evadant" quantum sitillud quod
restat aut quale sollicita mens ineIplicabili %ormidine agitatur. Q3R 9uo modo e%%ugiemus )anc
volutationemG Ono& si vita nostra non prominebit, si in se colligitur" ille enim eI %uturo
suspenditur cui inritum est praesens. Obi vero quidquid mi)i debui redditum est, ubi stabilita
mens scit ni)ilinteresse inter diem et saeculum, quidquid deinceps dierum rerumque
venturumest eI alto prospicit et cum multo risu seriem temporum cogitat. 9uid enimvarietas
mobilitasque casuum perturbabit, si certus sis adversus incertaG Q0DR Ideo propera, Lucili mi,
vivere, et singulos dies singulas vitas puta. 9ui )oc modo se aptavit, cui vita sua cotidie %uit
tota, securus estNN
.on rinviamo niente" c)iudiamo ogni giorno il bilancio con la vita. 2 Il di%etto maggiore
dell'esistenza - di essere sempre incompiuta e c)e sempre se ne rimanda una parte. C)i d'
ogni giorno l'ultima mano alla sua vita, non )a bisogno di tempo" da questo bisogno nascono la
paura e la brama del %uturo c)e rode l'anima. .on c'- niente di piC triste c)e c)iedersi quale
esito avranno gli eventi %uturi" se uno si preoccupa di quanto gli resta da vivere o di come, -
agitato da una paura inguaribile. 3 Come s%uggire a questa inquietudineG In un solo modo& la
nostra vita non deve protendersi all'avvenire, deve raccogliersi in se stessa" c)i non - in grado
di vivere il presente, - in balia del %uturo. 5a quando )o pagato il debito c)e avevo con me
stesso, quando )o ben c)iaro in testa c)e non c'- di%%erenza tra un giorno e un secolo, posso
guardare con distacco il susseguirsi dei giorni e degli eventi %uturi e pensare sorridendo al
succedersi degli anni. Se uno - saldo di %ronte all'incerto, non pu* turbarlo la variet' e
l'incostanza dei casi della vita. 0D A%%rettati, perci* a vivere, Lucilio mio, e i singoli giorni siano
per te una vita. C)i si %orma cos@ e ogni giorno vive compiutamente la sua vita, - tranquilloN
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