Il nuovo secolo vedeva dunque una città radicalmente mutata ma subentrarono nuove figure di intellettuali
come Senofonte che però non si fece scrupolo di trasferirsi a Sparta.
Convinto ammiratore della cultura di Atene, Filippo II di Macedonia si unì alla Grecia contro la Persia e
cercò in molti modi di convincere Atene al proprio progetto, ma in essa trovo più oppositori che sostenitori.
Il nuovo processo di aggregazione dell’intero mondo ellenico era appena iniziato, quando Filippo venne
improvvisamente assassinato dal pugnale di un sicario. Il compito di realizzare il progetto qualora assunto
dal figlio del sovrano ucciso, Alessandro, che dopo aver conquistato l'impero persiano fu precocemente
fermato dalla morte nel 323 a.C. Durante il suo breve regno il giovane monarca aveva tuttavia fatto in
tempo a gettare le basi di una nuova civiltà in cui Occidente ed Oriente fondavano insieme le rispettive
eredità culturali, un mondo nuovo in cui il ristretto orizzonte della polis si allargava a una visione più
universale: era l'inizio dell'età ellenistica.
SENOFONTE
Senofonte viene presentato come un personaggio del tutto particolare in questo momento dell'ultima
stagione letteraria che precede l'età ellenistica.
Senofonte nacque ad Atene, all'incirca verso il 430 a.C. da una famiglia benestante, militò nell'esercito
come Cavaliere ed aderì al partito conservatore filo spartano, che nel 404 a.C. appoggiò la dittatura dei
cosiddetti 30 tiranni. Ebbe rapporti con Socrate e con i suoi discepoli, tra cui Platone. Nel 401 a.C. Si arruolò
al soldo di Ciro il Giovane intenzionato a detronizzare il fratello Artaserse. Fu condannato all'esilio da Atene
(per qualche grave reato commesso sotto i 30) dove non fece più ritorno scegliendo Sparta come patria
d'adozione. Partecipò alla battaglia di Coronea del 394 a.C. Contro la coalizione antispartana, e venne
premiato dal governo lacedemone con una casa nel Peloponneso, dove visse indisturbato per vent'anni
dedicandosi all'attività di scrittore. Nel 370 a.C. le mire egemoniche di Tebe lo costrinsero a ripararsi a
Corinto. Atene, ora alleatasi con Sparta per fronteggiare il comune nemico tebano, revocò il bando di esilio
contro Senofonte, i cui 2 figli combatterono a fianco degli ateniesi. Mori all'incirca nel 350 a.C. forse a
Corinto.
Il successo di Senofonte è stato ininterrotto attraverso i secoli e molti studiosi si sono chiesti i motivi di
questa sua grande fortuna. Essi hanno affermato che non è un caso che ci siano pervenute tutte le opere
senofontee, da quelle più complesse e impegnative agli scritti di scarso rilievo.
Secondo la maggior parte degli studiosi, il segreto di un successo così grande consiste nella fluidità e nella
piacevolezza del racconto, nella molteplicità degli interessi, nell'indiscussa fiducia che ha nella vita e in un
futuro migliore. Atene, Sparta e l'Impero persiano vengono descritte come grandi potenze che si stanno
ormai estinguendo, ma dalla loro crisi si intravede un mondo completamente nuovo governato da un
principe buono, onesto e giusto.
Inoltre, il successo di Senofonte è stato determinato anche dal suo inestinguibile ottimismo; egli afferma
che la crisi della Grecia ha raggiunto l'apice con il tramonto dell'egemonia ateniese e spartana e con la
morte di Socrate, ma nulla è andato definitivamente perduto, in quanto gli insegnamenti del maestro e i
valori diffusi dagli antichi non sono stati dimenticati, ma continueranno a perdurare attraverso i secoli.
Lingua e Stile
A questo proposito, mi sembra giusto fare una parentesi un po’ più dettagliata della lingua e lo stile di
Senofonte che furono oggetto di lodi sia da parte dei lettori antichi (greci e latini), sia dai critici moderni. La
sua prosa è scorrevole, misurata, felice nelle descrizioni e nella resa degli effetti drammatici, fu spesso
assunta come modello di perfezione e come esempio di purezza attica. A parte qualche influsso
dell'ambiente dorico, in cui egli si trovò a lungo a soggiornare, sono frequenti anche le forme ioniche,
assimilate durante la sua permanenza in Asia.
Senofonte mostra questo grande ottimismo nella sua concezione della storia e della vita, nel linguaggio e
nello stile; la sua visione ottimistica è così evidente, che neppure le pagine più drammatiche e più tristi
della sua opera possono essere considerate dei veri e propri drammi. Le opere senofontee hanno ottenuto
un enorme successo che ha continuato a perdurare attraverso i secoli, soprattutto grazie al loro tono
giornalistico, disteso, curioso e oggettivo, che ha determinato la grande fortuna di Senofonte.
Le opere senofontee spaziano dalla storiografia alla trattatistica politica ed economica, alla pedagogia ed
altro ancora insomma trattava di tantissimi temi. Allo stato attuale non abbiamo ancora una cronologia
sicura delle sue opere, molte delle quali, probabilmente, furono composte durante l'esilio. Vengono
organizzate e divise in tre gruppi:
1. Opere di carattere storico, politico e biografico: Anabasi, Elleniche, Ciropedia, Costituzione di Sparta,
Agesilao, Ierone.
2. Opere ‘socratiche’: Apologia di Socrate, Ricordi di Socrate, Simposio, Economico (o Governo della casa).
3. Opere di carattere tecnico e didascalico: Ipparchico, Trattato sull’Equitazione, Trattato sulla Caccia,
Entrate finanziarie.
Anabasi
Il primo dei 7 libri di cui è composta l'opera racconta la sfortunata campagna militare di Ciro il giovane
contro il fratello Artaserse II. L'impresa si conclude in breve tempo con la sconfitta e la morte del ribelle Ciro.
Gli altri sei libri narrano il drammatico ed estenuante viaggio di ritorno dei 10.000 mercenari greci arruolati
da Ciro. Il titolo attiene solo al primo libro e letteralmente significa ‘salita’, nel senso di ‘marcia verso
l'interno ’, verso la Babilonia, nelle regioni interne della Persia, da parte del giovane principe.
Seppure l'opera sia inserita nella produzione a carattere storiografico resta difficile considerarla un'opera
storica nel senso coerente del termine. La presenza dei mercenari greci sul suolo persiano, infatti, nasceva
solo da una rivalità del ribelle Ciro contro il fratello. Dunque, costituiva nulla più che uno strumento per
sciogliere una lite familiare. Di conseguenza sono assenti sia una problematica di base che, sul modello
tucidideo, indaghi le ragioni profonde sottese all'agire umano, sia un minimo intento didascalico nella
conservazione della memoria del passato.
Inoltre, Senofonte non ha difficoltà ad ammettere la propria totale mancanza di requisiti per aggregarsi a
un corpo di mercenari diretti a una rischiosa missione in Persia, però questa era, in sostanza, una fuga dalla
propria polis per evitare conseguenze peggiori, come una condanna a morte per crimini commessi in
passato con i 30 tiranni. Nonostante questo, però Senofonte ebbe il ruolo di uno dei capi e dei comandanti
dell'armata, dopo la morte di Ciro. Dunque, a differenza di Tucidide, Senofonte inserisce nella propria opera
argomenti con carattere soggettivo poiché lui è uno dei personaggi.
L’Anabasi si configura dunque come un libro di memorie, in diario minuzioso e accurato di ciò che accade ai
mercenari greci dopo la lotta tra i due fratelli. In esso il lettore può seguire passo passo le disavventure che
quella armata dovette affrontare.
L’Anabasi, possiamo dire che è redatta in uno stile molto spesso gradevole e in alcuni passi riesce anche a
suscitare nel lettore interesse e commozione.
Elleniche
Le Elleniche risultano divise in 7 libri. Di questi, il primo e parte del secondo concludono il racconto della
guerra del Peloponneso con la caduta di Atene nel 404 a.C., mentre il resto è dedicato all' instaurazione del
regime dei 30, al suo crollo e alla restaurazione della democrazia nel 403 a.C. Il terzo, il quarto e il quinto
libro descrivono la guerra di Sparta contro la Persia fino alla pace di Antalcida nel 386 a.C. Segue poi il
rapido declino dell’egemonia spartana e l’effimera supremazia di Tebe, che si concluse con la battaglia di
Mantinea nel 362 a.C.
Le Elleniche rientrano nei canoni più tradizionali dell’opera storica. L'inizio è brusco e atipico e manca di
premio, e acquista un senso solo se letto subito dopo l'ultimo paragrafo delle Storie tucididee. Anche la
suddivisione della materia secondo il sistema annalistico è propria di Tucidide, e così pure lo stile, che si
sforza di essere molto impersonale almeno nei primi due libri.
Ad un certo punto l'ordine cronologico, la lingua, lo stile e l'impostazione concettuale mutano decisamente.
Tanto che il lettore si trova con la sensazione di essere di fronte ad un'opera assai disorganica e con
notevoli differenze compositive. Dunque, possiamo dire che le Elleniche mostrano quella fragile ideologia
storica di fondo di quel periodo.
Ciropedia
La Ciropedia è una biografia romanzata di Ciro il vecchio, fondatore della potenza persiana. Il titolo attiene
al primo degli 8 libri, negli altri vengono narrate le conquiste del sovrano e quanto connesso alla gestione e
conservazione dell'impero appena creato da Ciro.
Come già per l’Anabasi non è facile collocare la Ciropedia nel genere delle opere storiche, soprattutto
perché in essa è fin troppo evidente l'idealizzazione di Ciro quale monarca ideale. L'opera si inserisce per un
verso nel dibattito sulla pedagogia politica (molto caro ai sofisti, che dalla formazione dell'uomo di governo
avevano fatto un obiettivo principale) e per un altro su quello della migliore forma di governo. Per il primo
punto i sofisti ritenevano che l'insegnamento dovesse avere come oggetto l'arte del persuadere a
prescindere dagli aspetti etici (invece centrali nella paidèia socratica). Sull'altro tema già Erodoto era
intervenuto, e aveva individuato nella monarchia la forma di governo maggiormente esente dai difetti della
democrazia e dell’aristocrazia.
Anche nella Ciropedia il dato descrittivo è prevalente su quello analitico ed è assente un esame dei
fondamenti ideologici su cui si basa il regime monarchico, per la cui forma illuminata dall'autore mostra
comunque una spiccata propensione. Stilisticamente l'opera presenta molteplici forme letterarie, fra le
quali il dialogo, l’encomio, le memorie di guerra, il manuale tecnico, tutte nelle corde dell'autore sempre
pronto a cimentarsi in ciascuna di esse.
Costituzione di Sparta
In quest’opera Senofonte ha elogiato la costituzione di Licurgo e le sue leggi ferree, che hanno permesso di
gettare le basi per la sua grande fondazione della città dei Lacedemoni. Tuttavia, Sparta non riuscì a
mantenersi immune dai batteri della decadenza. A determinarla fu il cambiamento nei gusti e nei desideri
dei lacedemoni, che andavano sostituendo la morigeratezza, la temperanza e la continenza con l'amore per
le ricchezze e per il lusso.
Agesilao
L’Agesilao è un appassionato encomio, condotto secondo i canoni retorici, del generale spartano che
Senofonte apprezzò e stimo in massimo grado, considerandolo esempio insuperabile di tutte le virtù civili e
militari.
Ierone
In Ierone si discute se la condizione del tiranno sia preferibile a quella del semplice cittadino. Si tratta di un
agile opuscolo a metà fra il genere encomiastico e la trattatistica politica, è redatto in forma di dialogo fra il
tiranno Siceliota e Simonide, ospite alla sua Corte dal 476 a.C.: l'ottantenne poeta, incuriosito dal fatto che
Ierone prima di diventare tiranno, era stato un semplice cittadino, gli chiede quali differenze ha riscontrato
fra i due regimi di vita, per capire quale sia preferibile. A dispetto dell'opinione generale, il dialogo intende
dimostrare che la vita di un privato cittadino è di gran lunga preferibile a quella del tiranno, che è serena
solo in apparenza.
Apologia di Socrate
In quest'opera l'autore descrive l'atteggiamento tenuto dal suo vecchio maestro poco prima di entrare in
tribunale, poi durante il suo processo e infine dopo il verdetto di condanna. Il valore dello scritto è
modesto. Le argomentazioni addotte da Socrate per ribattere alle accuse sono superficiali e poco
convincenti. Aperto rimane il problema dei rapporti fra l'apologia senofontea e quella platonica: in ogni
caso il confronto sul piano stilistico si risolve nettamente a favore di quest'ultima.
Ricordi di Socrate
I ricordi di Socrate divisi in quattro libri sono una raccolta di detti e di aneddoti che vedono protagonista il
filosofo, infatti, il Titolo originale dell'opera era ‘detti memorabili di Socrate’.
Era d'altronde assai vasta la letteratura su Socrate, figura fra le più note discusse nella città di Atene per
quei suoi atteggiamenti che la gente comune doveva giudicare trasgressivi o bizzarri. È dunque verosimile
che anche dopo il processo penale cui il filosofo fu sottoposto non si sia risolto il dibattito sulla
rivoluzionaria paidèia, ma solo diviso la città in colpevolisti e innocentisti.
Simposio
Nel Simposio è descritta la parte conclusiva di un banchetto offerto da un ricco cittadino per festeggiare la
vittoria nel Pancrazio del suo amasio Autolico alle Panatenee; in tale cornice Socrate discute dell'amore sia
sensuale sia spirituale ma senza eccessivi approfondimenti, in ciò è simile all’Apologia e ai Ricordi. Anche
quest'opera ha lo stesso titolo di uno scritto di Platone, come l'Apologia.
Economico
L'Economico è un dialogo fra Socrate e il giovane Critobulo, nella prima parte esso rispecchia il titolo, ma
poi diviene un pretesto perché il filosofo racconti al suo interlocutore la conversazione avuta tempo prima
con Iscomaco, un ricco proprietario terriero, sul modo di coltivare ed amministrare i beni fondiari.
L'Economico si colloca fra il gruppo di opere socratiche e quelle di carattere tecnico. L'idea di fondo
espressa per bocca di Iscomaco è che l'agricoltura sia l'attività più utile, adatta ed educativa per un uomo
libero. Tratta anche di rapporti uomo donna e della loro parità. Nella gestione della casa non valido aiuto
può venire dalla moglie che senz'altro è capace di svolgere un ruolo simile a quello dell’ape regina in un
alveare.
Anche in quest'opera Senofonte si rivela un buon anticipatore di istanze culturali che si svilupperanno
concretamente solo più tardi, in epoca ellenistica. La tematica della parità fra uomo e donna infatti sarà
propria della commedia di Menandro del quarto secolo a.C.
Ipparchico
È un opuscolo in cui Senofonte si dilunga in una serie di consigli pratici sull’utilità della cavalleria in molte
occasioni. Incerto il destinatario dell'opera.
Trattato sull’Equitazione
Indirizzato a un giovanissimo Cavaliere. In questo trattato vi si danno suggerimenti tecnici sull’acquisto,
l'addestramento e la cura del cavallo, e in tal senso l'opera può considerarsi un utile complemento
dell'Ipparchico.
Entrate finanziarie
L'opera è databile al 354 circa a.C., epoca in cui la sconfitta nella guerra contro Sparta e la dissoluzione del
florido impero economico avevamo ridotto al collasso le finanze di Atene. Per queste ultime l'autore indica
un rimedio nello sfruttamento sistematico delle cave di marmo e delle miniere invece che nell’agricoltura e
propone l'utilizzo di grandi masse di schiavi come manodopera. Lo scritto testimonia il ravvicinamento di
Senofonte alla patria.