cultura diventa linsieme dei significati di sfondo condivisi da un gruppo umano che si
manifesta essenzialmente nella conversazione quotidiana. Secondo Cole, gli antefatti
della psicologia culturale si trovano al momento stesso della nascita della psicologia con
Wundt che sosteneva la necessit di due tipi di ricerca psicologica, una di tipo
sperimentale per lo studio delle leggi elementari della psicologia fisiologica ed una
seconda di tipo descrittivo per studiare la genesi delle funzioni psichiche superiori,
considerando che la gamma delle esperienze di vita che produce le differenze tra le
societ umane.
SOCIALIZZAZIONE E APPRENDIMENTO
La famiglia considerata la prima sede di socializzazione; gli altri contesti come sedi
secondarie di socializzazione ma sempre molto decisive, come il caso della
socializzazione lavorativa. E preferibile parlare di socializzazione anzich di
apprendimento perch il termine <socializzazione> include una molteplicit interrelata
di conoscenze, tecniche, linguaggi, atteggiamenti, relazioni interpersonali: di modi di
fare e di essere di un interlocutore (cio di uno che parla e che ascolta in una
conversazione a pi partecipanti) in un contesto sociale, definito anche da norme e
valori. Quindi non una socializzazione che si risolve nelladattamento a ci che
preesiste, quanto piuttosto un processo interattivo multidirezionale, in cui chi ancora
non sa svolge un ruolo progressivamente pi attivo e creativo che produce innovazione
nel contesto. In altri termini, si apprende in quanto si produce qualcosa di nuovo, che
induce cambiamento anche negli altri partecipanti.
VYGOTSKIJ E DINTORNI
La teoria vygotskiana ha apportato un notevole contributo alla psicologia culturale. La
teoria interazionista, come del resto quella di Piaget: lo sviluppo nasce
dallinterazione tra individuo e ambiente. La differenza tra i due studiosi riguarda la
definizione di ambiente: per Piaget prevalentemente la realt naturale e artificiale,
vista per lo pi nei suoi aspetti fisici e matematici; per Vygotskij si tratta invece del
mondo sociale e culturale, in cui entrano le relazioni umane e sociali, le mediazioni
linguistico-discorsive, gli artefatti culturali. Lapprendimento non visto come un
passaggio di nozioni ma una costruzione sociale che si produce nei soggetti che
apprendono attraverso la mediazione dallinsegnamento in contesti specifici e
attraverso sistemi di segni e simboli, di amplificatori culturali diversi, tra i quali oggi
molto importante il computer. Gi tempo fa Olson e Bruner contrapponevano
lapprendimento che avviene per esperienza diretta (come nelle attivit motorie e
manuali) a quello che avviene per esperienza mediata, che include la massima parte
degli apprendimenti scolastici. Bruner concepisce la cultura come un sistema di segni
che si serve di una serie complessa di amplificatori o di artefatti culturali, a partire dai
sistemi di scrittura, dai modi di contare e di quantificare, dalle rappresentazioni
geografiche, dalle narrazioni e dalle storie. Uno dei compiti delleducazione far entrare
bambini e ragazzi nel mondo dei sistemi simbolici, nei modi che sono stati elaborati e
valorizzati nella cultura di appartenenza, ed una componente fondamentale di una
prospettiva psicologico-culturale. A Vygotskij si deve il concetto di <zona di sviluppo
prossimale>, cio quellarea che misurata da un testing che non si limita a misurare
solo le capacit attuali quelle che un soggetto sa fare da solo- ma anche quelle
prossime e potenziali misurate in relazione allentit dellaiuto fornito da un altro pi
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
a)
b)
c)
d)
e)
competente. Ad esempio il gioco unattivit in cui il bambino spesso opera nella sua
area di sviluppo prossimo, andando cio al di l delle sue capacit attuali, perch
lattivit di gioco, il materiale che ha a disposizione, la presenza degli altri servono
proprio da supporto <esterno>. La zona di sviluppo prossimo un buon modello della
socializzazione e dellapprendimento che si realizza nei contesti naturali della famiglia,
del gruppo dei pari, della scuola. Gli adulti spesso offrono ai bambini quello che stato
definito come scaffolding, cio come limpalcatura di sostegno che offerta al bambino
e poi progressivamente smantellata man mano che egli diviene capace di svolgere
autonomamente parti dellattivit fino a riuscire a padroneggiare interamente tutta
lattivit che stata inizialmente condivisa e guidata dalladulto. Le componenti
principali dello scaffolding sono:
reclutare il bambino al compito;
mantenere la direzione dellattivit verso il problema da risolvere;
semplificare le componenti del compito;
mostrare le possibili soluzioni;
ridurre i gradi di libert della soluzione.
APPRENDIMENTO E COLLABORAZIONE: CONFLITTO E CO-COSTRUZIONE
Oggi si parla sempre pi di apprendimento collaborativi, in cui ciascun partecipante
studia un aspetto diverso del problema comune, che viene elaborato a parte o in
precedenza, e i contributi vengono poi messi insieme. Nellapprendere in gruppo si
evidenziano forme di <condivisione della conoscenza> in cui il linguaggio-discorso
utilizzato dai partecipanti nellinterazione svolge un ruolo sempre pi rilevante per la
costruzione dei significati e delle nuove conoscenze. Durante la collaborazione tra
coetanei pu sorgere un conflitto produttivo, in parte regolato dallinsegnante che
svolge un ruolo decisivo fino a che la conversazione generale ha bisogno di un sostegno
per raccogliere e rilanciare, accettandolo, il discorso dellaltro. Ma quando si innescano
le sequenze conflittuali di disputa, il ruolo dellinsegnante non pi rilevante e la
contrapposizione tra bambini si alimenta da sola. E allinterno della disputa che si
elaborano le spiegazioni pi raffinate come strumento di risposta alle obiezioni dellaltro
che nello stesso tempo fanno procedere, nello scambio sociale, lapprendimento.
APPRENDIMENTO E CONTESTO
Ogni apprendimento o conoscenza sono situati, in quanto non esistono
indipendentemente dal modo in cui i partecipanti la contestualizzano. Duranti e
Goodwin definiscono il contesto come il quadro culturale entro cui ha luogo un
particolare evento interattivo e che offre risorse (e vincoli) per la sua realizzazione e
interpretazione ed a sua volta arricchito e cambiato dalle azioni e dalle parole di tutti i
partecipanti. Bachtin ad esempio sostiene che ogni discorso allaccia un dialogo con i
discorsi gi tenuti sullo stesso oggetto nonch con i discorsi futuri. Lapprendimento
collaborativi si presenta in una forma sia consensuale sia oppositiva, la modalit
oppositiva quella in cui il ruolo dellinsegnante non rilevante rispetto allinterazione
tra bambini, i quali nelle dispute possono procedere nel ragionamento senza aver
bisogno del sostegno adulto.
APPRENDIMENTO COME PARTECIPAZIONE
La metafora della partecipazione comporta che la situazione di apprendimento sia
organizzata in modo tale da consentire ai discenti di partecipare in forma
progressivamente sempre pi centrale ad un sistema di attivit. Si tratta di una
concezione che pu guidare anche lorganizzazione di ambienti per lapprendimento
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
CAP.2LA
PROSPETTIVA
PSICOSOCIALE:INTERSOGGETTIVITA
E
CONTRATTO DIDATTICO
LEREDITA PIAGETIANA
Piaget ha sempre dato molta importanza alla tesi secondo la quale il bambino
costruisce da solo le proprie conoscenze. Questa tesi forte ha mostrato, nel corso dei
decenni, molte lacune. E tuttavia il grande merito di Piaget stato quello di
sottolineare, in unepoca di predominante comportamentismo, le necessit della
partecipazione attiva del bambino nellavventura della costruzione e trasmissione
delle conoscenze; in particolare, si sempre pi consolidata la tesi secondo la quale
non ci pu essere apprendimento se il bambino non lautore del proprio sviluppo. Un
argomento di discussione della teoria piagetiana se il bambino lartefice del proprio
pensiero, come costruir lo stadio pi avanzato di esso?
Un altro punto importante il rapporto con lautorit. Piaget ha sempre considerato
linterazione tra compagni una fonte fondamentale dello sviluppo, mentre il rapporto
con lautorit descritto come un fattore di fatto ostacolante. Una delle conseguenze
pedagogiche di questa posizione stata che una minoranza di insegnanti ha cercato di
utilizzare questa visione come fonte di ispirazione per organizzare una <scuola attiva>.
Essi pensavano di dover lasciare che il bambino imparasse da solo, opponendosi
allideologia dominante dellepoca (si tratta in particolare degli anni 60 e 70), ideologia
secondo la quale si dovevano insegnare delle nozioni in modo sistematico, poich i
bambini avrebbero appreso per imitazione di modelli corretti. Osservando cosa
accadeva nelle classi ginevrine in quegli anni, si vide un fenomeno specifico: gli
insegnanti, desiderosi di essre <piagetiani>, sembravano obbligati a <restare sullo
sfondo>. Essi sapevano per esperienza diretta che tutto doveva essere organizzato
affinch lambiente scolastico fosse interessante per il bambino ma, per formazione
intellettuale <piagetiana>, essi credevano che, al contrario, tutto provenisse dai
bambini e che linsegnante dovesse tenersi nellombra affinch la sua autorit e il suo
sapere non ostacolassero lalunno. Essi vivevano cos una tensione che era anche negli
alunni, i quali si chiedevano:<Ma allora, se linsegnante conosce la risposta, perch non
ce lo dice? Perch vuole che noi la scopriamo?>. Al contrario, con gli insegnanti che
conducevano le classi in modo tradizionale, si aveva a volte limpressione che essi
fossero onnipresenti, cominciando spesso le frasi che gli alunni dovevano terminare
(una modalit ritenuta utile per farli partecipare). Se lalunno terminava correttamente
la frase, poteva ottenere un buon voto. In questa maniera i momenti di valutazione e i
momenti di apprendimento erano poco differenziati.
ALTRE EREDITA TEORICHE: VYGOTSKIJ E G.H. MEAD
La teoria di Vygotskij mette in evidenza limportante ruolo delle interazioni adultobambino e della trasmissione inter generazionale. Egli mostra come il bambino
apprende se gli si forniscono gli strumenti simbolici che gli permettano di progredire.
Nel modello di Vygotskij la cultura occupa un ruolo centrale cos come linsegnante, il
quale assume il ruolo di tutore che <getta dei ponti> verso le modalit di pensare del
bambino, cercando di operare nella sua zona prossimale di sviluppo e guidando
verso forme di sapere pi evolute. E una teoria dellapprendimento, ma non
particolarmente soddisfacente come teoria dello sviluppo poich si limita a spiegare
come si diventa come il proprio insegnante. In Vygotskij si ha uno sviluppo socialmente
<teleguidato>, mentre in Piaget si ha uno sviluppo del tutto endogeno che sembra
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
portare sempre alla sua massima espressione e, cio, al pensiero logico-formale. Dal
punto di vista della sociologia dello sviluppo si resta del tutto delusi.
Anche un altro autore, G.H. Mead sostiene ed argomenta la tesi dellorigine sociale
delle attivit mentali, pur provenendo da un contesto culturale molto differente.
Mead parte dalla nozione della conversazione di gesti: prima ancora che la coscienza
di s o il pensiero propriamente detto siano manifesti, le azioni scambievoli fra due
individui forniscono una base per la costruzione del pensiero simbolico. Un esempio
quello fornito da due cani. Quando stanno per affrontarsi, essi possono evitare la lotta
vera e propria, sospendendo lazione e <imitando>, ovvero facendo finta di agire,
ciascuno a turno, uno scontro di comportamenti effettivi. Facendo dei gesti, che
indicano ciascuno allaltro o anticipano lavvio della lotta, essi si saggiano e <prendono
le misure> prima di una eventuale lotta; non hanno sempre bisogno di passare
allazione diretta e completamente agta per sapere chi il pi forte: essi agiscono una
vera e propria conversazione attraverso i gesti. Mead ritiene che lo sviluppo del
pensiero inizia proprio in questo momento. Nelluomo, il quale possiede una capacit di
costruire e interpretare simboli ben maggiore rispetto allanimale, questo linizio di
una grande avventura psichica. Mead sostiene che la genesi delle attivit intellettive sta
proprio nellinteriorizzazione della conversazione attraverso i gesti, prima non verbali
poi verbali. I gesti interiorizzati costituiscono dei simboli significativi, in quanto essi
assumono i medesimi significati per tutti gli individui di una data comunit culturale. La
riflessione di Mead ha dato luogo ad uninteressante corrente di studi sia teorici sia
empirici che ha assunto la denominazione di interazionismo simbolico.
NUOVE RICERCHE EMPIRICHE: INTERAZIONI SOCIALI E SVILUPPO DEL
PENSIERO.
A partire dagli anni 70, ricerche empiriche hanno dimostrato la capacit che hanno
bambini, ma anche adolescenti e adulti di trarre profitto da situazioni di interazione
dove viene loro richiesto di risolvere compiti cognitivi. Inizialmente i bambini
coordinano le proprie azioni con quelle di altri soggetti, anche coetanei, anchessi
incapaci di risolvere da soli i compiti loro proposti. In seguito, i bambini che hanno
partecipato a certi tipi di interazioni sociali diventano capaci, anche a breve distanza di
tempo, di eseguire da soli compiti di difficolt analoga. Ci significa che questi bambini
hanno effettivamente costruito strumento cognitivi per risolvere compiti e li
padroneggiano come strumenti cognitivi personali. Inoltre, questi strumenti che sono
impiegati su un materiale dato ed in una situazione specifica hanno un carattere di
stabilit e sono spesso utilizzati con successo in altre situazioni e con materiali diversi.
Ne deriva che i soggetti non soltanto hanno risolto un certo compito ma hanno costruito
una regola pi generale di soluzione di compiti.
Lipotesi <forte> che ha guidato queste ricerche che le interazioni sociali diventano
fonti di progresso cognitivo attraverso i conflitti di comunicazione che si stabiliscono fra
i partner. Infatti, proprio quando i punti di vista diversi emergono con chiarezza nel
corso della discussione, le soluzioni finali costruite insieme sono le pi elaborate e
spesso addirittura corrette. E stato definito conflitto sociocognitivo la dinamica di
costruzione in comune delle risposte attraverso la messa in discussione dei rispettivi
punti di vista, proprio per sottolineare la funzione cruciale della comunicazione
interpersonale e del conflitto fra partner chiamati a fornire una solo risposta al compito.
E stato per osservato che il conflitto di comunicazione fra partner viene risolto
attraverso lelaborazione di soluzioni cognitivamente migliori soltanto nei casi in cui il
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
valuter le risposte date dagli alunni ed in seguito utilizzer queste informazioni per
dare un giudizio sul loro rendimento.
-Mediazione simbolica, contratti didattici e apprendimento. Compito della scuola, e
quindi dellinsegnante, di offrire allalunno modalit di apprendimento che gli
consentano di operare un cambiamento nel proprio modo di pensare, integrando ci
che gi conosce in nuove forme di conoscenza. Appare qui utile il riferimento a
Vygotskij, secondo il quale la funzione dellinsegnante si esplica nella zona prossimale
di sviluppo, una nozione che individua la differenza tra il livello di risposta ad un
problema che il bambino elabora da solo ed il livello di risposta che il bambino in
grado di elaborare con laiuto e la guida delladulto. Il linguaggio lo strumento
principale che consente questa interazione asimmetrica. La natura di queste interazioni
sociali implica fondamentalmente la diversit tra gli interlocutori, caratteristica che nel
caso dellinsegnante ha una funzione intenzionalmente educativa, mentre negli scambi
tra coetanei rappresenta lesistenza di punti di vista alternativi al proprio, favorendo in
questo modo la riflessione sulle proprie idee e su quelle degli altri; quindi, discutere
significa assumere il punto di vista dellinterlocutore, alternando i turni di conversazione
e riprendendo le argomentazioni dellaltro per sostenerle e confutarle. In realt in
classe molte situazioni interattive, soprattutto quelle in cui interviene linsegnante, non
possono essere intese come vere e proprie discussioni, pur presentandosi
apparentemente come tali, perch gli alunni possono essere indotti a fornire alcune
risposte solo in relazione al comportamento verbale e non verbale delladulto. Per
esempio, un silenzio dellinsegnante, che fa seguito allintervento si un bambino, fa
intendere un disaccordo, che lalunno pu superare solo modificando quanto detto in
precedenza e questo cambiamento pu essere dovuto non tanto ad unulteriore
riflessione, quanto alla necessit di trovare <la risposta giusta>.
Lazione educativa centrata sullo sviluppo nei bambini, diretta a produrre un
cambiamento concettuale rispetto alle conoscenze di partenza, richiede innanzitutto che
ladulto accetti le idee dei bambini, per trasformarle in oggetto del discorso, costruendo
cos una conoscenza condivisa tra i partecipanti allinterazione, avvicinandosi al modo di
pensare degli alunni non per guidarli su di un percorso gi precostituito nella sua mente
di adulto, ma per favorire in loro lelaborazione di un processo cognitivo che li porter
ad appropriarsi di nuove conoscenze.
UNA RELAZIONE TRIANGOLARE: INSEGNANTE-OGGETTI DEL SAPERE-ALUNNI
Risulta sempre pi indispensabile studiare il triangolo concettuale che lega insegnante,
alunni e le conoscenze individuate dalla programmazione didattica e come circoli
linformazione fra questi tre attori. E del tutto plausibile che a scuola, ad esempio,
quando si studiano le proporzioni, gli alunni si aspettino che esse debbano essere
utilizzate in un compito successivo. Esiste una specie di contratto implicito: linsegnante
propone dei compiti che corrispondono a ci che egli suppone sappiano gli alunni.
Quindi, sapendo ci che essi sono tenuti a sapere, gli alunni, diligentemente, si
spettano gli esercizi che saranno loro dati, e quindi si prepareranno allo scopo di
cercare di superare quella certa prova. Si pu a ragione parlare di una vera e propria
microcultura della classe, che presenta anche dei risvolti etici; le aspettative,
consolidate nel corso delle routine quotidiane diventano regole e norma sanzionate da
criteri di giustizia e legittimate sul piano didattico:<si deve fare cos per avere una
buona valutazione>; <se si fa cos, significa che si capito>; <possono essere proposti
dei compiti soltanto su argomenti che sono stati insegnati>. In altri termini, le
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
DISCORSO DELLALLIEVO
8) Discorso dellallievo in risposta allinsegnante. Linsegnante inizia il contatto o sollecita
lintervento dellallievo o struttura la situazione. La libert di esprimere le proprie idee
limitata.
9) Il discorso avviato dagli allievi. Essi esprimono le loro idee: iniziano un nuovo argomento;
libert di esprimere opinioni e una linea di pensiero, con la possibilit di porre domande
pensate e di andare al di l della struttura esistente.
10) Silenzio o confusione: pause, periodi brevi di silenzio o di confusione.
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
hanno la sequenza a tre con la stessa frequenza di apparizione delle ricerche inglesi o
americane. Successivamente altri ricercatori statunitensi hanno ritrovato lo stesso
pattern interattivo. Mehan lo ha chiamato IRE, che sta per: Inizio dellinsegnante,
Risposta dello studente, Valutazione dellinsegnante. Laspetto pi interessante dello
studio di Mehan il fatto che la struttura IRE di base inserita in unit pi ampie da lui
denominate Topically Related Sets (TRS), a loro volta parte dellorganizzazione
gerarchica della lezione.
Lanalisi della conversazione un paradigma di ricerca nato in sociologia che ha
identificato nelle interazioni verbali il processo fondamentale per la costituzione della
realt sociale. Negli scambi tra due o pi persone vige un sistema di presa di turno di
parola che consente ad ogni partecipante di intervenire nel discorso. La gestione degli
scambi di tipo locale, ovvero il senso del discorso si stabilisce turno dopo turno, a
meno che non ci si trovi in presenza di una sequenza strutturata come una narrazione.
Leffetto della sequenza triadica (tripletta) modifica questo sistema perch dopo
lintervento di un alunno la presa di turno non affidata alla libera iniziativa, ma torna
regolarmente allinsegnante, che pu ridare la parola allo stesso alunno, o ad un altro,
oppure mantenere per s il turno senza il rischio di interruzioni. Eventuali candidature
al discorso devono di solito essere precedute da un turno preliminare (anche non
verbale, come lalzata di mano) di richiesta di parola. In queste condizioni, landamento
del discorso a livello dei contenuti fortemente controllato dallinsegnante, che pu
accettare, correggere o ignorare il contributo di ciascuno. Il senso del discorso non
perci negoziabile, se non in minima parte, e sta agli alunni cercare di seguire lo
sviluppo impresso dallinsegnante allargomento trattato.
LA VARIABILITA CULTURALE NELLINTERAZIONE IN CLASSE
Una problematica nuova per il nostro paese relativa alle grandi differenze di
provenienza culturale che si trovano nelle classi scolastiche e che incidono fortemente
sulle pratiche discorsive attivate dagli insegnanti e richieste ai bambini. Un classico di
questa problematica la ricerca antropologica di Philips [1972] che ha denominato
<struttura di partecipazione> quella struttura implicita che senza bisogno di
dichiarazioni formali regola le interazioni quotidiane in classe. In generale, si pu dire
che il registro, in senso linguistico, del discorso in classe molto vicino allo stile che gli
adulti accudenti usano con i figli piccoli durante le attivit di gioco, di soluzione di
problemi, di lettura di libri. Tutto ci stato definito come curricolo nascosto.
APPRENDIMENTO, APPRENDISTATO E SOCIALIZZAZIONE DISCORSIVA
Le definizioni usate in psicologia relativamente allacquisizione di informazioni sono
diverse: si parla di <formazione> degli adulti sul luogo di lavoro relativamente a
conoscenze concettuali, di <apprendistato> per lacquisizione di capacit lavorative
pratiche, di <memorizzazione> o <persuasione> se si analizza la comunicazione di
massa, di socializzazione nei contesti informali in cui crescono i bambini e di
<apprendimento> per quanto riguarda lacquisizione di informazioni offerte dalla
scuola. Correlativamente variano i metodi con cui si verificano gli esiti di questi
processi. Quale rapporto c tra la tripletta IRF/IRE e gli attuali modelli
dellapprendimento? Di recente, mentre alcuni ricercatori hanno ribadito il rischio che
la tripletta sia abbinata a modi meccanici di istruzione (in cui feedback o valutazione
funzionano da semplice rinforzo della risposta corretta) e alla riduzione della libert di
pensiero e di parola dello studente, altri invece hanno parzialmente rivalutato la
sequenza IRF, in quanto il modo di istruzione trifasico pu essere combinato a una
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
modalit aperta di discorso istruttivo. E probabile che tale visione pi positiva sia
influenzata da una prospettiva vygotskiana che ha sottolineato il ruolo positivo di un
adulto competente nellindirizzare efficacemente lapprendimento di chi meno
competente attraverso lappropriazione della prospettiva corretta. Questultima la tesi
sostenuta da Newman per cui la comprensione fra insegnante e allievo passa attraverso
lappropriazione reciproca di ciascuno del punto di vista dellaltro. Un concetto
sviluppato a partire da Leontev e dalla sua concezione dellapprendimento allinterno di
una teoria dellattivit.
Anche se il modello di interazione che sta alla base del <discorso costruttivista> ha
premesse teoriche diverse rispetto al modello interattivo del rinforzo sociale di matrice
comportamentista (di Flanders, Amidon), essi condividono lidea di apprendimento
come <rinforzo della risposta>, per cui si apprende in quanto si enuncia la risposta
corretta. La differenza sta nel fatto che per i comportamentismi la risposta (comunque
ottenuta) deve ricevere un rinforzo positivo, per i costruttivisti, invece, basta che la
risposta sia <spontaneamente ricavata> dal soggetto. Una combinazione delle due
impostazioni quella messa in atto da Palincsar e Brown nella ricerca sul <reciprocal
teaching>: unorganizzazione didattica messa in atto per promuovere la comprensione
della lettura in gruppi di studenti di scuola media di bassa abilit. Le strategie per la
comprensione della lettura- prevedere il seguito, fare domande, riassumere,
chiarificare- sono prima messe in atto dallinsegnante e poi dai singoli studenti, i quali a
turno imitano il lavoro di monitoraggio dellinsegnante, mentre questi a sua volta
modella e rinforza il comportamento richiesto ai tutori e ai tutorati. Il fatto rilevante
che nelle prove standard finali migliorano le capacit individuali di comprensione dei
singoli studenti.
DISCORSO E NUOVI MODELLI DI APPRENDIMENTO
Il discorso in classe si configura essenzialmente come esercizio di pratica discorsiva di
un dominio di conoscenza, ma necessario cambiare le regole del gioco di questo
discorso. Limpostazione di fondo che il discorso collettivo deve essere funzionale alla
pratica e allapprendimento di strategie di argomentazione e di ragionamento e di
procedure epistemiche di ambiti specifici. Per far ci necessario che diminuiscano il
potere e il controllo dellinsegnante sul pensare e sul parlare degli studenti. In una
ricerca stato dimostrato che cambiando le modalit conversazionali
usuali
dellinsegnante, attraverso la sostituzione della valutazione con ripetizioni o con
riformulazioni o producendo domande contingenti, cio semanticamente connesse ai
turni precedenti dei bambini, si favorisce il discorso esplicativo, conflittuale e
argomentativi degli allievi. A parte le strategie interattive dellinsegnante, si ritiene che
il cambiamento che sta avvenendo in questi anni rispetto al ruolo del discorso in classe
laffermarsi di un approccio semiotico, in cui la negoziazione di significati condivisi
considerata come una condizione necessaria per lapprendimento di nuove forme di
discorso. Le modificazioni dellorganizzazione discorsiva in classe possono essere intese
come tentativi di restituire allattivit verbale in classe alcune delle caratteristiche del
discorso quotidiano che lo rendono interessante per chi vi partecipa e che permettono
di distribuirne il controllo fra tutti i partecipanti, pur nel mantenimento di una
finalizzazione legata allo scopo istruttivo. Ad esempio, le modificazioni introdotte
permettono che il discorso si dipani attraverso interventi collegati degli alunni piuttosto
che frammentato in cicli di triplette in cui la persona interpellata pu prendere il turno
solo una volta; e ancora permettono che le domande siano fatte da tutte e due le parti.
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
Riguardo allacquisizione della lingua sono state formulate due teorie opposte. Secondo
la teoria della modularit, il linguaggio viene acquisito e mantenuto grazie ad una
capacit specifica indipendente dalle altre facolt mentali; al contrario, secondo la
teoria cognitivista-funzionalista, il linguaggio viene acquisito e mantenuto attraverso
processi mentali/neurali che esso condivide con altri domini percettivi, cognitivi ed
affettivi. Relativamente allorigine ed evoluzione del linguaggio, secondo i sostenitori
del primo punto di vista, il linguaggio sarebbe lesempio classico di una improvvisa
comparsa o mutazione che ha portato ad una nuova abilit complessa. Al contrario, i
sostenitori del secondo punto di vista affermano che il linguaggio si evoluto
gradualmente da abilit preesistenti in parte condivise con i primati non umani. La
teoria modulare afferma quindi che le abilit linguistiche sono innate e specifiche,
mentre la teoria funzionalista sostiene che lacquisizione del linguaggio si basa su
abilit cognitive e percettive pi generali. Infine, la teoria modulare ha avuto come
obiettivo primario, soprattutto nel passato, lidentificazione di fasi e processi comuni a
tutti gli individui e a tutte le lingue, al contrario la teoria funzionalista stata sempre
interessata a studiare le differenze fra le lingue e, allinterno della stessa lingua, le
differenze fra gli individui.
LA NASCITA DELLA FRASE
Poco prima dei 2 anni il bambino comincia a mettere insieme due o pi parole formando
cos le prime frasi. Alcuni bambini, con un numero di parole anche molto limitate tra le
30 e le 50-, producono enunciati di pi parole, si tratta in genere di <frasi congelate>
(come <va-via>), che sembrano riproduzioni memorizzate per intero. Si dice che questi
bambini imparano a parlare seguendo uno stile solistico.
Al contrario, altri bambini iniziano a produrre frasi quando il loro vocabolario
numericamente pi ampio circa 100 parole-; gi dallinizio le loro combinazioni non
sono rigide, possiedono una grande ricchezza informativa e comunicativa. Per le loro
capacit di scomporre e ricomporre parti, lo stile di acquisizione del linguaggio di tipo
analitico. Il processo di acquisizione del linguaggio molto graduale. Nelle prime frasi,
il bambino tende ad esprimere solo gli elementi maggiormente informativi del
messaggio che tende trasmettere ma, malgrado lomissione di un certo numero di
elementi, quasi possibile interpretare correttamente il significato di queste frasi. Il
linguaggio del bambino si appoggia, infatti, ancora molto al contesto situazionale. Le
prime frasi sono formate dalla giustapposizione di due nomi (<chiavi pap) o da un
predicato con il soggetto e/o un complemento (sono frasi nucleari come <d
brumbrum>) Successivamente gli enunciati, pur restando di due o pi elementi,
possono complicarsi da un punto di vista sintattico con luso di parole (aggettivi o
avverbi) che portano informazioni aggiuntive:<d brumbrum rossa>; si parla allora di
frasi ampliate. Infine sono usate frasi complesse (<prendili gioco che mi piace tanto>)
o due frasi unite da un rapporto di coordinazione (<il bimbo prende la palla e la
butta>) o di subordinazione (<quando torna pap mangiamo la pappa>). Levoluzione
della struttura della frase strettamente collegata alla sua lunghezza. Questa
considerata una misura affidabile dello sviluppo del linguaggio ed spesso utilizzata
come un indice della maturit linguistica di bambini con problemi. In genere, verso i 34 anni i bambini possiedono molte di queste strutture anche se alcune di esse sono
usate poco frequentemente.
LO SVILUPPO MORFOLOGICO
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
Per ci che riguarda la morfologia dellacquisizione della morfologia della lingua, le frasi
dei bambini di 2-2anni e mezzo, sono in uno stile <telegrafico>: articoli, preposizioni e
copula cominciano ad essere usati a partire dai 3 anni e si consolidano nelluso alcuni
mesi pi tardi. In particolare Pizzuto e Caselli hanno esaminato lo sviluppo di alcuni
aspetti morfologici nel linguaggio spontaneo di tre bambini seguiti longitudinalmente fra
i 18 ei 36 mesi cercando di mettere in evidenza la gradualit del processo di
acquisizione. Un risultato rilevante di questo studio che se vero che molti morfemi
grammaticali sono presenti nel linguaggio dei bambini fin da et molto precoci, solo
in periodi successivi che possibile parlare di una vera e propria acquisizione. Mettendo
a confronto i dati relativi allacquisizione della morfologia legata (genere e numero,
flessioni verbali, regole di accordo), con quelli della morfologia libera (ad esempio uso
di articoli, pronomi clitici) emerge che le flessioni e laccordo sono prodotti prima e con
una percentuale pi alta rispetto ai morfemi grammaticali liberi. Il padroneggiamento di
molti aspetti morfosintattici sembra raggiunto intorno ai 4 anni, e gradualmente gli
errori sono sempre molto frequenti. Nel controllo degli elementi <liberi>, come articoli,
pronomi e preposizioni, gli errori consistono essenzialmente in omissioni; nelluso di
elementi legati (flessioni verbali, accordi, plurali) i bambini possono invece produrre
degli <ipercorrettismi>: il caso di <piangio> anzich <piango>. In questi casi sar
opportuno non correggere direttamente lerrore, ma proporre al bambino la forma
corretta in contesto di frase e di discorso. Particolarmente importante esporre il
bambino, fin da piccolo, al racconto di fiabe. Queste rappresentano infatti degli
strumenti comunicativi, linguistici e psicologici fondamentali per la sua crescita. Sul
piano comunicativo, rappresentano un momento magico di condivisione fra adulto e
bambino; sul piano linguistico proprio nel racconto di favole che i bambini possono
sperimentare forme linguistiche pi complesse.
OSSERVARE LA VARIABILITA
Il linguaggio non una capacit univoca ed omogenea, poich possibile riconoscere
allinterno di questa competenza diverse componenti. Inoltre, i bambini manifestano
una grande variabilit individuale nello sviluppo. Tutte le componenti agiscono insieme
e se non funziona qualcosa in una di esse vi sar un effetto negativo sulle altre.
Fondamentale ricordare sempre che il bambino non un adulto piccolo: esso non
ragiona o non parla di meno o in modo difettoso, ma in un modo che ha una sua logica.
Le sue competenze sono organizzate ad un diverso livello. E assolutamente necessario
dunque elaborare modelli dinamici dello sviluppo dei bambini che siano indipendenti da
quelli delle teorie sul funzionamento della mente e del comportamento dellet adulta.
Oggi si ritiene che la capacit di acquisire un linguaggio si basi su predisposizioni
biologiche innate, ma che non sia necessariamente specifica e indipendente da altre
capacit. Si ritiene, infatti che, almeno inizialmente, sia strettamente collegata a
meccanismi percettivi e cognitivi pi generali, quali la maturazione del sistema visivo,
acustico e articolatorio, lo sviluppo motorio, la memoria, la capacit di
rappresentazione, lo sviluppo affettivo-relazionale. Un contributo importante alla
comprensione dei processi implicati nellacquisizione del linguaggio viene soprattutto
dai bambini con disturbi di acquisizione rispetto ai bambini <normali>. Ad esempio, i
bambini con sindrome di Down hanno spesso delle competenze linguistiche inferiori a
quelle che ci si potrebbe aspettare in base alla loro et mentale; inoltre, hanno
difficolt nellimparare correttamente gli aspetti fonologici e morfologici della lingua.
Sono per dei buoni comunicatori e suppliscono alle carenze sul piano dellespressione
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
verbale con luso di una ricca gestualit. Al contrario, i bambini con sindrome di
Williams (una sindrome genetica pi rara rispetto a quella Down, che comporta
anchessa ritardo mentale) sembrano presentare un profilo diverso: Pur avendo un
ritardo di linguaggio rispetto ai bambini di pari et cronologica, sembrano, in alcuni
aspetti dellarea linguistica, pi bravi rispetto alla loro et mentale. Hanno, in genere,
una buona fluenza verbale, unottima pronuncia e padroneggiano abbastanza bene gli
aspetti morfologici. Per, sul piano semantico utilizzano parole inappropriate rispetto al
contesto situazionale e linguistico, e sul piano della narrazione appaiono spesso in
difficolt nel raccontare una storia in maniera coerente. Assolutamente diverso il caso
dei sordi. La maggior parte di questi bambini, laddove non siano documentati altri
deficit, sono assolutamente normali sul piano cognitivo. Se esposti fin da piccoli ad una
lingua dei segni (che utilizza la modalit visivo-gestuale integra) la impareranno in
modo naturale e spontaneo. I bambini sordi, e in particolare quelli con una perdita
uditiva <grave> o <profonda>, anche se protesizzati precocemente ed avviati ad un
lavoro specifico sul linguaggio (logopedia), possonoavere invece molte difficolt ad
apprendere spontaneamente la lingua parlata perch essa viaggia sulla modalit
acustica deficitaria.
Questi tipi di bambini hanno patologie ben chiare, per ci sono altri casi in cui genitori,
pediatri, educatori o insegnanti intuiscono che c <qualcosa che non va> senza saper
riconoscere di cosa si tratti. In alcuni casi a questi bambini viene diagnosticato un
Disturbo Specifico di Linguaggio (o DSL), poich sembrano mostrare un profilo
adeguato su tutti gli aspetti (ad esempio sul piano motorio, cognitivo, affettivorelazionale) tranne che sul linguaggio. Ma quando e su che basi e a che et possibile
identificare bambini a rischio o con problemi di linguaggio?
Lavori recenti sostengono che si possa parlare di <ritardo> se si osservano: prestazioni
qualitativamente sovrapponibili a quelle di bambini pi piccoli normali; una sequenza
nelle tappe di sviluppo ed acquisizione del linguaggio analoga a quella con bambini
normali; un ritardo nella prima comparsa del linguaggio e un rallentamento nel ritmo di
sviluppo, ma con una certa plasticit nella prestazione e una buona modificabilit.
Si parla invece di <devianza> quando si riscontrano un ritmo di acquisizione molto
rallentato; un cambiamento molto lento; lassenza di una chiara sequenza di fasi; una
dissociazione tra diverse componenti del sistema linguistico e allinterno delle singole
componenti (ad esempio, dissociazioni tra sintassi e morfologia, oppure tra morfologia
verbale e nominale).
Grazie alla messa a punto di nuovi strumenti di valutazione e alla disponibilit di nuovi
riferimenti normativi, oggi considerata <anomala> ogni condizione di ritardato
sviluppo del linguaggio che comporti:
prestazioni inferiori a quelle della media dei bambini normali di almeno due deviazioni
standard;
una produzione inferiore a 50 parole a 2 anni;
lassenza di combinazioni a 3 anni;
una lunghezza media degli enunciati inferiore a 3 parole a 3 anni e mezzo (dallICD10, cio
la classificazione internazionale delle sindromi e dei disturbi psichici proposta nel 1992
dalla World Health Organization).
Let tra i 24 e i 42 mesi la migliore per identificare i bambini con problemi di sviluppo
linguistico-comunicativo e mettere in atto interventi educativi, psicologici e riabilitativi
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
psicologi, terapisti della riabilitazione). Non c alcun motivo a priori per pensare che
lacquisizione simultanea di due lingue possa rallentare lo sviluppo lessicale e/o
grammaticale e non vi alcuna ricerca che supporti questa conclusione. Invece stato
dimostrato che il bambino allevato il un ambiente dove vengono parlate due lingue le
impara entrambe negli stessi tempi e seguendo tappe analoghe a quelle dei bambini
monolingui, a patto che vengano rispettate alcune condizioni. Soprattutto nelle prime
fasi di acquisizione importante rispettare il principio <una persona, una lingua> ed
evitare quindi che ladulto passi improvvisamente da una lingua ad unaltra
nellinterazione con il bambino. Inoltre, mentre fino ai 3 anni pu essere sufficiente un
solo interlocutore nella lingua straniera, ad esempio una madre che parla inglese,
mentre lambiente circostante parla italiano, pi tardi fondamentale che il bambino
abbia anche altri interlocutori e soprattutto sperimenti luso di entrambe le lingue con
dei coetanei. Fin dalla scuola materna e per tutto il ciclo dellobbligo la scuola deve
illustrare e far conoscere sia al bambino bilingue che ai suoi compagni di classe il
maggior numero possibile di informazioni sulla nazione e cultura di provenienza.
CAP.5 SISTEMI SIMBOLICI E NOTAZIONE FIGURATIVA
LINGRESSO NEL MONDO DEI SEGNI
Nella nostra cultura lingresso dei bambini nel <mondo dei segni> avviene
precocemente. Durante il secondo anno di vita, se un bambino ha a disposizione carta e
matita, sar facile vederlo impegnato a scarabocchiare: gli scarabocchi non sono n
disegni n scrittura, ma gesti che il bambino compie per il piacere di lasciare una
traccia sul foglio. In uno studio basato su 8000 disegni, Rhoda Kellogg [1969] ha
identificato venti diversi tipi-base di scarabocchi, come linee,spirali,circoli,croci. Questa
sorta di alfabeto del lessico grafico, inizialmente polivalente, destinato a prendere
strade diverse, che conducono alla simbolizzazione iconica da un lato, e ai sistemi
rotazionali linguistici e numerici dallaltro. Ma affinch il bambino rappresenti la realt
con figure, parole e numeri, lattivit puramente motoria del tracciare segni dovr
trasformarsi in unattivit che stabilisce una relazione specifica tra segni e mondo, cio
arricchirsi di quella che, seguendo Piaget, si definisce come <funzione simbolica>. Per
Piaget la funzione simbolica coincide con la capacit rappresentativa, ossia la
possibilit di richiamare alla mente oggetti non percettivamente presenti (i
<significati>) grazie a indici, simboli o segni che ne evocano le caratteristiche (i
<significanti>). Piaget distingue tra indici, simboli e segni, in base al diverso tipo di
referenzialit. Gli indici, i pi primitivi dal punto di vista evolutivo, sono concepiti come
semplici <indizi> di qualcosa nel mondo esterno, con cui sono uniti in unesperienza
sincretica; nei simboli e nei segni invece significante e significato sono distinti, ma i
primi conservano qualche affinit concreta con ci che rappresentano (ad esempio, una
somiglianza visiva come quella tra un cerchio disegnato ed una palla) mentre i segni
possono essere anche del tutto convenzionali, come i suoni delle parole che non hanno
in genere alcuna affinit con ci che denotano. La capacit rappresentativa si esprime
attraverso svariate condotte: limitazione, il gioco simbolico, la produzione di immagini
mentali, il linguaggio e il disegno. Lesistenza di affinit visive tra disegno e mondo non
implica che il bambino sia da subito capace di leggere e di produrre simboli iconici. Il
prerequisito per passare dallo scarabocchio al disegno acquisire uno specifico sistema
di simbolizzazione. Ci inizia relativamente tardi nel corso dello sviluppo, quando il
bambino gi capace di servirsi, anche se non compiutamente, di altri mezzi simbolici
come i gesti comunicativi, il gioco di finzione, il linguaggio parlato. Non bisogna in
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
effetti dimenticare che, mentre il linguaggio si sviluppa a partire da una base innata, il
mondo dei segni scritti assai pi fortemente determinato dalla trasmissione culturale.
DISEGNO E SCRITTURA
La scoperta infantile dei segni non iconici- numeri e parole scritte- stata molto meno
studiata dagli psicologi dello sviluppo, nellimplicita presupposizione che essa dipenda
esclusivamente dallistruzione formale. Il primo a discostarsi da questa prospettiva
stato Lurija il quale, in un lavoro degli anni 20 escogit la procedura di <far scrivere>
a bambini prescolari delle frasi per aiutarsi a ricordarle. In una prima fase
<prestrumentale> i bambini producono scarabocchi, linee o zig-zag che imitano la
scrittura adulta, senza per alcuna relazione con le frasi udite. Successivamente appare
una <scrittura pittografica>, in cui i segni si differenziano per forma e numero, ma
secondo modalit non alfabetiche. Molti bambini non esplorano le possibilit della
scrittura pittografica perch a 5-6 anni vengono gi introdotti al principio alfabetico; ma
secondo Lurija ci non d luogo allimmediata acquisizione delle tecniche di scrittura
culturalmente corrette, quelle basate sulla corrispondenza grafema-fonema: vi una
transizione nel corso della quale i bambini tornano alliniziale scrittura indifferenziata, in
cui le lettere apposte sul foglio non hanno alcun legame con il significato delle frasi.
Il problema della distinzione tra disegno e scrittura stato ripreso negli anni 70 da
Emilia Ferreiro che, partendo da una prospettiva piagetiana, ha mostrato come i
bambini giungano a distinguere tra il segno pittorico e quello rotazionale (lettere,
numeri) tramite un processo attivo di scoperta che precede il larga misura la
scolarizzazione. Secondo Ferreiro e Teberosky, i bambini sotto i 4 anni non distinguono
pienamente disegno e scrittura. Successivamente la scrittura viene considerata come
analoga degli oggetti che designa: cos, taluni bambini sono convinti che nella
didascalia di una illustrazione ci debba essere scritto il nome di ci che raffigurato
nellimmagine. Infine il bambino giunge alla progressiva scoperta della funzione
puramente simbolica della scrittura convenzionale, della sua natura astratta e
svincolata dallimmagine.
Il percorso che porta dunque il bambino ad impadronirsi del sistema di denotazione
grafica molto lungo. Il bambino incomincia a esplorare attivamente il mondo dei
segni in concomitanza con la sua capacit di tracciare linee, punti, macchie su un
foglio; in seguito tali segni acquistano il carattere della rappresentativit.
LE TAPPE DELLA RAFFIGURAZIONE PITTORICA
Georges-Henry Luquet descrive le tappe attraverso le quali il bambino progredisce dagli
scarabocchi alluso dei segni per rappresentare la realt. La prima fase, intorno ai 2
anni, quella del realismo fortuito: il bambino, dopo aver tracciato dei segni, li
<interpreta> come rappresentativi di questo o quelloggetto in base a somiglianze
anche fragili (una forma circolare pu essere etichettata come <un sole>o anche <un
camion>). Successivamente il bambino si pone pi chiaramente degli intenti figurativi,
ma spesso non riesce a raggiungerli; e la fase del realismo mancato, che va dai 2
anni e mezzo ai 4-5 anni:<volevo fare un topo, ma mi uscita una pizza>. Una tipica
difficolt di questo periodo coordinare le diverse parti di un disegno (incapacit di
sintesi), cosicch in taluni casi il bambino si limita a giustapporre vari elementi senza
rispettarne le relazioni spaziali. Nel periodo che va dai 5 agli 8 anni, chiamato stadio del
realismo intellettuale, il bambino diviene molto pi abile nel riprodurre laspetto di
ci che disegna. Il bambino sembra preoccuparsi solo di rendere riconoscibile ci che
disegna, <seguendo il concetto di esemplarit e non quello di prospettiva>. Il
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
convenzionale>, in cui testa, tronco e arti sono denotati da regioni distinte; a questi
elementi si aggiungeranno ben presto mani, piedi e dettagli del volto. Fino agli 8-9 anni
circa il bambino continua di solito a comporre la figura <a blocchi>: un tondo per la
testa, un ovale o un rettangolo per il tronco, delle strisce per gli arti e cos via. Solo al
termine della fanciullezza diverr pi frequente luso di un contorno continuo che
delimita pi parti. C da considerare che i bambini devono fare i conti con numerose
difficolt esecutive e progettuali. Limpegno che un bambino deve porre per guidare
una matita sul foglio nel modo voluto pu fargli perdere di vista altri aspetti del suo
piano di lavoro. Accade cos che i bambini piccoli, la cui capacit di memoria limitata,
non sempre tengano a mente le varie componenti da rappresentare per tutto il tempo
necessario ad eseguire il disegno. Nel caso di un oggetto complesso come la figura
umana, stato dimostrato che i bambini di 3 anni sanno modellare con il pongo tutte le
parti principali del corpo umano e porle nelle relazioni appropriate, mentre quando
disegnano omettono il tronco e attaccano gli arti direttamente alla testa. Ci dovuto
al fatto che, lavorando con il pongo, i pezzi via via costruiti indipendentemente luno
dallaltro possono essere poi messi insieme alla fine, mentre nel disegno si deve
<costruire> la figura in una precisa sequenza, pianificata fin dallinizio. Dunque
sembrerebbe che lefficacia rappresentativa verrebbe raggiunta in maniera diversa a
seconda del mezzo simbolico impiegato, ed in stretto rapporto con la variet di
caratteristiche che ogni compito presenta. Anche qui si riscontra la diversit
dellapproccio cognitivista da quello studiale tradizionale: se i modi di disegnare fossero
esclusivamente o principalmente espressione di caratteristiche strutturali generali di
pensiero, essi dovrebbero essere abbastanza costanti anche al variare delle circostanze
in cui il soggetto disegna e degli strumenti di cui dispone. Ma ci non vero. Il bambino
non disegna ci che sa (realismo intellettuale) a spese di ci che vede (realismo visivo):
egli piuttosto <disegna ci che pu>.
I bambini, durante la fanciullezza, giungono a definire un repertorio di forme canoniche
alle quali si attengono di preferenza. Una caratteristica delle figure canoniche di
essere <centrate sulloggetto>, cio di rappresentare ci cui si riferiscono dal punto di
vista che meglio ne mostra le caratteristiche: cos un pesce sar raffigurato di profilo,
in modo da coglierne pi facilmente la forma allungata, mentre un volto sar di solito
frontale, cos da evidenziare la disposizione si tutti i tratti facciali. Secondo Luquet
[1927] lattivit pittorica infantile sarebbe guidata da un <modello interno> della realt
astratto e universale, pi che da unosservazione del mutevole apparire degli oggetti in
relazione al volgersi dello sguardo: ma se fosse cos il bambino non potrebbe mai
scostarsi dalla canonicit, e ci non vero. Infatti, allinizio della fanciullezza il bambino
predilige forme esemplari degli oggetti, che pur essendo relativamente semplici da
eseguire e ben padroneggiate grazie al loro uso ripetuto, rivelano le componenti
costitutive di ci che si vuole rappresentare trascurando le caratteristiche individuali e
le informazioni prospettiche: ma quando individualit e/o disposizione spaziale
divengono salienti, molti bambini gi in et prescolare si scostano dalla canonicit.
I TEST NEUROPSICOLOGICI
Il disegna compare anche in alcune prove neuropsicologiche. Questi test sono nati nel
quadro della teoria gestaltista e si basano sulle documentate difficolt grafiche di
pazienti neurologici e psichiatrici, oltre che sul progressivo incremento delle capacit
dei bambini. Tra i tanti si possono ricordare i Labirinti, in cui il soggetto deve
rintracciare luscita; il Test del Disegno Geometrico per bambini dai 3 agli 8 anni, il Test
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
di Rey della grande e piccola figura complessa, il Test di Bender, il Test di Benton. Tutti
questi test, oltre ad essere ritenuti buone misure di intelligenza generale, sono stati
validati rispetto alla capacit di evidenziare differenze tra soggetti cerebrolesi e
normali. Si prestano ad un uso prevalentemente clinico.
IL DISEGNO COME MEZZO DI COMUNICAZIONE
Il disegno ha un carattere comunicativo, in quanto oltre ad un autore ha sempre uno
spettatore. I vantaggi offerti dalla rappresentazione grafica vanno dalla maggiore
libert comunicativa che essa consente, nella sua validit interetnica, e nella possibilit
intrinseca che ha di far emergere aspetti peculiari del pensiero, difficilmente esprimibili
a parole. Il disegno come comunicazione alla base di almeno due tipi di applicazioni.
Una costituita dai classici strumenti proiettivi, in cui il disegno visto come una ricca
opportunit di espressione di s e dei propri affetti. Lassunto di base che il
disegnatore riversi inconsapevolmente in ci che disegna aspetti del suo mondo
interiore. Il bambino trasporr in forma simbolica i suoi vissuti sul tema disegnato
(come nel caso del test della famiglia); oppure, rappresentando un oggetto
apparentemente neutro e ritenuto invece portatore di una valenza espressiva
particolare (ad esempio, lalbero), riveler aspetti nascosti di s e dei propri rapporti
con il mondo. Un diverso approccio al disegno come comunicazione ha invece guidato il
lavo sulla rappresentazione di relazioni interpersonali. Nella consegna ai bambini si
chiede di <disegnare per far sapere> allinterlocutore adulto qualcosa di s e dei propri
rapporti con gli altri (amici, fratelli e altri). La codifica dei disegni di s con un partner
significativo avviene in base alle Scale di Somiglianza, Valore, Coesione e di
stanziamento. Grazie ad un manuale di codifica, laccordo tra i codificatori risulta
elevato. E utile anche nellapplicazione transculturale, dove il disegno supplisce alle
ovvie difficolt della comunicazione verbale.
DISEGNO E CULTURA
Negli studi sullo sviluppo del disegno si possono individuare due linee di pensiero, una
universalistica e una <situazionistica>. La posizione pi tradizionale e diffusa quella
che ascrive un carattere universale alle rappresentazioni pittoriche. Un argomento a
favore delluniversalit sarebbe la loro riconoscibilit: un individuo cresciuto senza mai
vedere dei disegni pu immediatamente identificare il contenuto delle rappresentazioni.
Alluniversalismo si oppongono invece quanti ritengono che vi sia una inevitabile
mediazione dellazione e del giudizio sociale sul grafismo infantile. In effetti, il marchio
della cultura riconoscibile sia nella scelta preferenziale di taluni temi sia negli stili
pittorici adottati dai bambini dai diversi paesi. Questo dibattito teorico ha stimolato un
certo numero di ricerche transculturali sul disegno, e in particolare sulla figura umana,
un tema che ricorre nei disegni infantili. Non si pu negare che il disegno della figura
umana presenti numerose somiglianze da una cultura allaltra, ma vi sono anche delle
differenze, che consistono non solo nella precocit con cui i bambini giungono a
rappresentare la figura convenzionale, ma anche nella scelta delle parti componenti e
nel modo in cui queste parti sono denotate e connesse le une alle altre. Un caso limite
il modo in cui i bambini Walbiri (aborigeni australiani) disegnano di solito le persone,
ossia mediante un semicerchio: un semicerchio grande con uno pi piccolo inscritto
allinterno rappresenta una madre con un bambino in braccio!
IL DISEGNO INFANTILE COME ARTE
La scelta che il bambino fa del disegnare dipende in parte dalla scoperta dovuta
allesercizio dellattivit grafica stessa e in parte effetto di una trasmissione sociale. E
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
verso la met dell800 che pedagogisti e letterati cominciano a mostrare interesse per il
grafismo dei piccoli, ma soprattutto a partire dagli anni 30 e sino allimmediato
dopoguerra, limportanza attribuita alla creativit e allespressione artistica nello
sviluppo e nelleducazione del bambino ha portato educatori e psicologi a porre
laccento sulle potenzialit artistiche della pittura infantile. Le valenze artistiche delle
prime forme di disegno e il minore appello estetico delle figurazioni successive hanno
portato alcuni autori a parlare di una <curva a U> nello sviluppo artistico: ci sarebbe
una fase iniziale in cui il talento artistico si manifesta con vigore, seguita da un
affievolimento, cui eventualmente fa seguito, dalladolescenza in poi, il dispiegarsi del
talento maturo. Non si deve per credere troppo ingenuamente alla naturalit dellarte
infantile. Il passaggio dallo scarabocchio incontrollato alle forme proto-figurative che
tanto ci colpiscono per la loro ingegnosa essenzialit e libert formale avviene entro un
contesto culturale in cui i bambini hanno ampio accesso ad immagini semplificate (si
pensi alle figure dei primi libri illustrati o ai cartoni animati), e gli adulti intervengono
anche esplicitamente lodando questa o quella attivit grafica. Insomma, quello che
sembra emergere da una disposizione naturale del bambino in realt il frutto
dellinterazione tra i vincoli cognitivi, procedurali e motivazionali del bambino e una
serie di influenze culturali e pedagogiche, di cui gli adulti sono solo in parte
consapevoli.
Fondamentale importanza riveste la scelta di intervenire o meno nel processo di
costruzione del sistema iconico da parte del bambino proponendo esplicitamente dei
modelli e incoraggiando i bambini a copiarli. Lesercizio del copiare assai poco
popolare nella nostra scuola, mentre in Cina, dove il disegno molto valorizzato anche
in vista della destrezza esecutiva necessaria alla scrittura ideografica, gli insegnanti
effettuano a tuttoggi un vero e proprio lavoro di modellamento, facendo riprodurre,
parte per parte, una serie di equivalenti pittorici atti a raffigurare animali e oggetti. E
interessante rilevare come, nonostante ci, i bambini cinesi non si tirino indietro al
momento di abbandonare i modelli e di rappresentare oggetti inusuali.
Lo studio delle idee infantili sul disegno assai recente e purtroppo le opinioni dei
bambini sui requisiti che un disegno deve avere per essere ben fatto, o sulle regole da
seguire nel disegnare, sono state scarsamente indagate. In una recente ricerca
condotta con interviste semi-strutturate a bambini fra i 5 e gli 11 anni si cercato di
appurare le modalit adottate nel disegno, il controllo esercitato sul prodotto, i giudizi
sulla propria e altrui abilit grafica e sulle immagini realizzate, le variazioni e modifiche
eventualmente apportate. Lanalisi delle risposte ottenute mostra che le idee circa le
strategie necessarie per disegnare variano con let: a 5 anni i bambini credono che per
disegnare sia sufficiente farlo <cos come viene>, a 7-8 anni riconoscono limportanza
di una pianificazione anticipata, e solo intorno agli 11 anni individuano il concorso di pi
strategie (progettare, confrontare il disegno con la realt esterna, correggere ci che si
viene disegnando).
E per necessario accostarsi allo sviluppo del disegno infantile con pi consapevolezza
delle influenze sociali esercitate da genitori, educatori e mezzi pittorici sulla scelta di ci
che conta rappresentare e del modo in cui ci deve preferibilmente avvenire. Questo
permetterebbe di programmare pi adeguatamente degli interventi formativi mirati a
favorire la soluzione dei problemi progettuali, procedurali ed esecutivi che il bambino
incontra nella sua acquisizione del sistema di rappresentazione pittorico.
CAP.6: IMPARARE A LEGGERE
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
forme fonetiche sia contenuti semantici. Quando una parola viene finalmente
riconosciuta, forma fonetica e contenuto semantico sono ambedue attivi nella mente, e
utilizzabili per altri processi. La forma fonetica utilizzabile per processi fonologicoarticolatori (quando un soggetto ripete ci che ha sentito), e il contenuto semantico
utilizzabile per integrare la singola parola nel contesto complessivo del messaggio.
Lapparente naturalezza e facilit della percezione delle parole nella lingua nativa il
risultato di due diversi meccanismi. Il primo un meccanismo di processing del suono
linguistico: lelaborazione fonetica del segnale acustico molto rapida, non dipende da
una segmentazione in unit fonetiche e non richiede un particolare insegnamento.
Labitudine alle caratteristiche acustiche pi rilevanti per il riconoscimento delle parole,
e lautomaticit con cui la nostra attenzione si concentra su di esse, rende
lelaborazione fonetica un processo estremamente <naturale> e rapido. Il secondo un
meccanismo di accesso alle memorie lessicali: riconoscere una parola del linguaggio
parlato non richiede lascolto di tutta linformazione che la caratterizza; le memorie
lessicali si attivano anche con informazioni acustiche parziali.
VEDERE PAROLE
Le linee tracciate dalle lettere non sono in grado di evocare nel lettore alcunidea
sulloggetto che la parola designa, bens <disegnano> un sistema di rappresentazione
scritta. La ridondanza delle caratteristiche visive, e la probabilit dei loro modi di
combinazione, rende il riconoscimento delle lettere un processo per certi versi
<probabilistico>. Non necessario aver visto tutta la lettere per identificarla: la
rilevazione di una o pi caratteristiche visive pu attivare la memoria di una o pi
lettere. Ma attraverso quale meccanismo le lettere diventano parole?
Il modello di McClelland e Rumelhart [1981] simula i processi coinvolti nel
riconoscimento delle parole scritte, e ipotizza che questi processi siano di natura
parallela, e non sequenziale. La natura parallela dellelaborazione dellinformazione ha
due implicazioni. Primo, tutta linformazione sensoriale disponibile elaborata
simultaneamente: se lo sguardo del lettore si brevemente fissato su tre lettere, le
caratteristiche visive di queste tre lettere saranno tutte elaborate nello stesso tempo.
Secondo, il processo di riconoscimento delle lettere e delle parole interattivo: se nella
mente del lettore si attiva una parola (es. vedendo CAP si attiva CAPITALE), il
riconoscimento delle successive lettere di quella parola sar facilitato. Il modello di
McClelland e Rumelhart riproduce un aspetto importante del processo di lettura: il
riconoscimento delle parole <passa> attraverso il riconoscimento delle lettere; la
preattivazione delle parole nel lessico, daltra parte, facilita il riconoscimento delle
lettere. C da dire che svariate ricerche hanno confermato che i lettori, anche quando
sono molto esperti, elaborano ogni lettera delle parole che stanno leggendo,
indipendentemente dal grado di familiarit o di prevedibilit della parola. Unaltra
caratteristica del modello di McClelland e Rumelhart la connessione diretta tra lettere
e lessico: il riconoscimento di singole lettere pu attivare in maniera diretta la memoria
ortografica delle parole senza che ci sia bisogno di utilizzare unassociazione tra unit
ortografiche e unit fonologiche. Per questa ipotesi sembra scontrarsi con unevidenza
piuttosto semplice: anche un lettore esperto ha talvolta occasione di incontrare parole
nuove, mai incontrate in precedenza. Pur non avendo una memoria ortografica di
queste parole, egli pu tuttavia leggerle. Alcune ricerche mostrano che anche le parole
nuove, o le non-parole possono essere lette e pronunciate ad alta voce per analogia
visiva con parole gi note. Tuttavia, un processo di analogia non sempre facilmente
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
scambiato per MEAT ([miit]) che significa carne ed una parola ad alta frequenza
duso.
Le evidenze dunque suggeriscono che lettere e stringhe di lettere possono funzionare
come evocatori di significati.
SENTIRE E VEDERE PAROLE: DUE DIVERSI PASSAGGI VERSO IL SIGNIFICATO
Lesame dei modelli teorici considerati fino a questo punto suggerisce che il
riconoscimento delle parole <parlate> e scritte si fonda su meccanismi in parte simili e
in parte diversi. Comune alle due modalit (parlato e scritto) che i processi percettivi
si svolgono parallelamente allattivazione del lessico. Non c un momento in cui
riconosciamo la forma fonetica o ortografica- delle parole, e un momento in cui ne
comprendiamo il significato. Nellascoltare i suoni della lingua nativa, cos come nel
vedere le lettere di una lingua conosciuta, non possiamo fare a meno di sentire o di
vedere <parole>, e dunque di cogliere significati (vi sono tuttavia pazienti con dislessia
acquisita che sembrano poter riconoscere e pronunciare ad alta voce le parole scritte
senza accedere al contenuto semantico).
Il riconoscimento delle parole scritte utilizza tuttavia rappresentazioni intermedie, che
collegano la percezione visiva al lessico. Queste rappresentazioni sono costituite da
singole lettere, o da stringhe di lettere, probabilmente associate a unit fonologiche. Il
riconoscimento delle parole parlate non utilizza invece alcuna unit intermedia;
lelaborazione percettiva del suono non <passa> attraverso lidentificazione di singoli
fonemi o di singole sillabe. Insomma, non segmentiamo il segnale acustico quando
riconosciamo parole nel parlato. Questa differenza tra parlato e scritto ha
importanti implicazioni sul piano dellapprendimento. Per imparare a riconoscere le
parole scritte i bambini non possono utilizzare gli stessi meccanismi di elaborazione
linguistica che utilizzano nel parlato. Debbono <accedere> al significato delle parole
attraverso un nuovo meccanismo, costituito dal riconoscimento di lettere.
APPRENDERE A LEGGERE
I primi apprendimenti della lettura sono inseparabili dallattivit dello scrivere. Non solo
perch attraverso la scrittura il bambino costruisce le prime idee sul funzionamento
della lingua scritta, ma anche perch attraverso la scrittura si stabiliscono le prime
conoscenze sulle lettere e sulla loro pronuncia. Alcuni ricercatori ipotizzano che in una
fase iniziale di contatto con la lingua scritta i bambini riconoscano parole in base a indizi
visivi. La lettera iniziale, un gruppo di lettere, oppure alcune caratteristiche globali della
scritta (es. la sua lunghezza) vengono utilizzate per riconoscere la parola e rievocarne il
significato. Dopo questa fase, detta <logografica>, seguirebbe una fase di lettura
alfabetica, in cui i bambini individuano le singole lettere e la pronuncia-suono ad esse
corrispondenti. Infine vi sarebbe una terza fase, definita <ortografica>, in cui i bambini
hanno stabilito una memoria per stringhe di lettere. Nella fase ortografica le parole
possono essere di nuovo riconosciute <a vista>, utilizzando tuttavia non semplici indizi
visivi, ma una dettagliata memoria ortografica della parola e delle sue sottoparti, in
particolare di quelle morfologiche (es. riconoscimento di suffissi e prefissi).
Lemergenza di una fase <ortografica>, in cui si costituisce e consolida una memoria
ortografica per parti delle parole un aspetto importante nellapprendimento della
lettura.
LETTORI <A RISCHIO>
Limparare a leggere per alcuni bambini pi difficile che per altri. Utilizzando test
standardizzati, gli psicologi possono verificare che un bambino impiega un tempo
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
prodotti, quando, dove, e a opera di chi. Anche questo basilare aspetto della
comprensione ha dato luogo a diverse ipotesi e modelli, che hanno oscillato tra due
punti di vista.
Il primo punto di vista, incentrato sul rapporto tra memoria e comprensione, ha
cercato di individuare le operazioni mentali che permettono al lettore di selezionare e
ritrovare in memoria le informazioni centrali del testo.
Il secondo punto di vista, interessato al rapporto tra linguaggio e cognizione, ha
indagato sulle conoscenze che permettono al lettore di dare un senso alle parole del
testo.
La lettura di un testo unattivit di natura sequenziale. Linformazione semantica
veicolata dalle parole viene estratta, elaborata, e mantenuta nella memoria a breve
termine; la lettura successiva aggiunge nuove informazioni semantiche, che si
collegheranno a quelle precedenti con legami pi o meno forti. Secondo Kintsch e van
Dijk, le proposizioni, una volta <estratte> dalla frase, vengono collegate tra loro nella
memoria a breve termine formando una rappresentazione semantica coerente ed
integrata. Le proposizioni <centrali> del testo, che hanno numerosi collegamenti con le
altre proposizioni, tendono ad essere pi a lungo presenti nella memoria a breve
termine e sono perci rievocate con maggiore probabilit. Cos la rievocazione delle
informazioni del testo funzione sia dei collegamenti che il lettore stabilisce tra le
diverse proposizioni, sia del tempo di permanenza delle proposizioni nella memoria a
breve termine.
Il modello di Kintsch e van Dijk non coglie per un aspetto importante della
comprensione: la continua interazione, nel corso della lettura, tra conoscenze
linguistiche e conoscenze sul mondo. Questo aspetto invece preso in considerazione
da altre teorie che ipotizzano una continua e veloce interazione, nel corso della lettura,
tra rappresentazioni semantiche e cognitive. Comprendere significa costruirsi un
modello mentale della situazione di cui tratta il testo. Immaginare eventi e intenzioni
dei personaggi, costruire un ragionamento, pensare a un mondo possibile. Per
comprendere ci che si legge non bastano dunque le conoscenze linguistiche (pronomi,
sinonimie, ecc.); la situazione di cui tratta il testo, cos come viene immaginata dal
lettore, orienta linterpretazione delle parole e delle frasi, permettendo al lettore di
compiere inferenze. Le inferenze sono ragionamenti che partono da alcuni dati del testo
e assegnano un particolare senso alle parole del testo. Le inferenze aiutano il lettore ad
assegnare referenti alle parole, stabilire relazioni tra concetti, precisare significati
ambigui, esplicitare qualcosa che nel testo solo accennato.
LE DIFFICOLTA DEI BAMBINI NELLA COMPRENSIONE DEI TESTI
I bambini con una bassa comprensione dei testi scritti tendono a ricordare i dettagli
linguistici di ci che hanno letto, piuttosto che a rievocare il senso e le informazioni
centrali del testo. I bambini con una bassa comprensione del testo compiono meno
inferenze e hanno difficolt ad integrare informazioni linguistiche e conoscenze sul
mondo. Un lettore esperto ha una qualche consapevolezza delle strategie che si
possono usare per migliorare la comprensione di un testo. Chiarirsi lo scopo della
lettura, identificare i contenuti importanti di ogni paragrafo, porsi alcune domande sul
testo possono costituire strategie per rendere pi efficace la comprensione. I bambini
con una bassa capacit di comprensione del testo sono molto carenti in termini di
abilit metacognitive. Spesso questi bambini indicano nella decodifica laspetto pi
importante della lettura, e sono meno consapevoli, durante il processo di lettura, di
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
eventuali difficolt di comprensione. Si visto ad esempio che quando viene letta una
frase il cui senso incongruente con la parte precedente del testo, i bambini che sono
buoni lettori tendono a rallentare notevolmente il tempo di lettura. Evidentemente,
lincongruenza e la conseguente difficolt di comprensione rallentano il processo di
decodifica. I bambini con bassa capacit di comprensione del testo non sono invece
rallentati dalla fase incongruente, essendo meno influenzati, nel processo di lettura, dal
senso di ci che leggono. Una scarsa capacit di comprensione del testo viene spesso
caratterizzata come un approccio <passivo> al leggere. Il rileggere, il fermarsi, il porsi
domande, sono strategie metacognitive che caratterizzano invece un approccio attivo.
Non chiaro se lassenza di strategie attive di lettura sia la causa di una cattiva
comprensione del testo, oppure se, in un certo senso, sia una conseguenza. Strategie
attive di lettura possono forse essere acquisite quando il lettore ha familiarit con i testi
e ha esperienza del leggere come attivit significativa, che non si limita al
riconoscimento delle lettere e alla pronuncia delle parole scritte. Ricerche hanno
dimostrato che le capacit di comprensione di racconti presentato oralmente sono
altamente correlate al livello di comprensione della lettura. Questo pu indicare che la
comprensione del testo scritto e dei racconti orali utilizzano meccanismi in parte
comuni. La comprensione del testo non una semplice conseguenza dellimparare a
leggere. E piuttosto una conseguenza dellimparare a pensare con le parole dei testi,
anche con quelli che ci vengono letti da qualcun altro.
CAP.7: APPRENDERE UN SISTEMA DI SCRITTURA, APPRENDERE UNA
LINGUA SCRITTA
Per scrivere si deve padroneggiare un sistema di scrittura, ma si deve anche
conoscere una lingua scritta e una forma testuale. Per anni la discussione sul tema
dellapprendimento della scrittura ha riguardato i metodi dinsegnamento del leggere
e scrivere. Si sono cos contrapposti metodo fonico e metodo globale, metodo analitico
e metodo sintetico. E solo da pochi anni, con laffermarsi dellapproccio cognitivista,
che leggere e scrivere, nellordine, sono diventati oggetto di studio e di interesse nella
ricerca psicologica. Per lungo tempo gli unici contributi costruttivi per un buon
insegnamento della scrittura sono stati quelli apportati dal Movimento di Cooperazione
Educativa (MCE) che, in Francia prima e poi in Italia, attraverso una diffusione capillare
tra maestri, ha insistito sulla necessit di lavorare sulla motivazione infantile a scrivere
cose significative per il singolo e per il gruppo e quindi sulla produzione di testi. In tale
impostazione pedagogica, luso della tipografia scolastica finalizzato alla produzione di
un giornalino diffuso anche allesterno della scuola un essenziale strumento per lo
sviluppo di un atteggiamento analitico nei confronti di quello che si compone per essere
stampato e dello sviluppo di una utile capacit metalinguistica quando si effettua la
revisione/correzione del testo, proprio e altrui. Tale impostazione ha preso decisamente
la distanza da una visione tradizionale dello scrivere come puro trascrivere. Gli inizi
dello scrivere sono invece diventati in questi anni un rilevante campo di studio della
psicologia. La psicogenesi della scrittura, inaugurata nel 1979 dalla fondamentale
ricerca di Ferreiro e Teberosky una delle pi importanti acquisizioni teoriche ed
empiriche della psicologia infantile degli ultimi anni.
IL BAMBINO DI FRONTE ALLA SCRITTURA
Il mondo attuale marcato da una molteplicit di scritte e i bambini anche piccoli sono
motivati a riconoscerle e a interpretarle, senza lintervento intenzionale degli adulti. C
poi un effetto socioculturale specifico che costituito dalle attivit di lettura e di
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
scrittura che sono presenti, anche se in modo assai differenziato, nella vita familiare,
oltre che in quella delle scuole per linfanzia. Studi evolutivi sullinterazione madrebambino, inaugurati da Bruner e proseguiti da molti altri autori, hanno considerato la
situazione di lettura del libro con la madre o con ladulto che ha cura del bambino come
una situazione tipica in cui ladulto offre un supporto interattivo (scaffolding) allattivit
linguistico-cognitiva del bambino piccolo, preparandolo anche in qualche modo a quello
che il linguaggio dellistruzione.
CARATTERI DEI SISTEMI DI SCRITTURA
I pi recenti studi di storia, archeologia e antropologia della scrittura hanno totalmente
modificato la visione evoluzionistica presente nella storia della scrittura di Gelb[1963],
il quale prospettava una evoluzione delle scritture umane nel passaggio da una fase
iniziale pittografica e ideografica, seguita da una fase sillabico-consonantica per poi
pervenire al sistema alfabetico. Michalovsky, uno studioso di culture mesopotamiche
[1994] toglie di mezzo questa visione presuntivamente evoluzionistica. Oggi si ritiene
che la scrittura nasca in modo indipendente, anche se in tempi diversi, in quattro
regioni del mondo: in Cina, in Egitto, tra il Tigri e lEufrate nella cultura numerica, e in
Mesoamerica. Avvengono molteplici trasformazioni interne ai quattro sistemi originari e
le pi importanti sono dovute allinterazione e allo scambio che si verifica quando un
sistema di scrittura che stato inventato per una specifica lingua, viene a contatto e si
deve adattare ad una lingua completamente diversa. Un contributo di ricerca assai
importante venuto da quegli studiosi della cultura che hanno insistito sul carattere di
sistema di un qualsiasi tipo di scrittura. Ogni sistema di scrittura si distingue da un
qualsiasi altro per i suoi principi interni. Ogni sistema di scrittura ha una sua coerenza
interna, che corrisponde alle caratteristiche di una lingua, alla sua evoluzione storica e
a un punto di equilibrio tra esigenze di corrispondenza tra lingua parlata e lingua
scritta. Queste esigenze trovano un limite nel fatto che non tutto quello che c in una
lingua parlata si pu rappresentare per iscritto (lintonazione, lenfasi, la variazione di
volume, di tono, o di timbro, la velocit del flusso).
I SISTEMI DI SCRITTURA NELLO SVILUPPO DEL BAMBINO
Partendo da una prospettiva piagetiana, che riconosce al bambino un ruolo attivo nella
costruzione delle conoscenze e ai suoi <errori> un valore informativo per ladulto e
costruttivo per il bambino, Ferreiro e Teberosky [1979] hanno individuato le fasi
principali del processo di costruzione della lingua scritta nel bambino. La ricerca di
Ferreiro e Teberosky, che ha riguardato prevalentemente bambini argentini (ispanofoni)
e bambini francofoni di Ginevra, ha notevolmente influenzato la ricerca successiva in
altre lingue romanze: italiano, catalano, portoghese. Importante stata la scoperta
della somiglianza nei livelli di sviluppo riscontrati nelle scritture infantili in diversi
sistemi di scrittura. Dal punto di vista evolutivo ogni bambino elabora le sue ipotesi di
funzionamento della scrittura a partire dal sistema con cui entra in contatto _un
contatto che innanzitutto visivo e grafico- e attraverso il quale elabora delle ipotesi
che in parte sono ricorrenti in pi sistemi, in parte sono legate alle peculiarit del
sistema di scrittura. Ad esempio, stata ritrovata in modo costante la presenza di una
ipotesi sillabica, cio della scrittura di un segno per ogni sillaba in bambini che vivono in
contesti linguistici assai diversi. Unaltra ipotesi infantile riguarda la <quantit
minima>. La grande maggioranza dei bambini non usa mai un solo segno per
rappresentare una parola, anche se la parola un monosillabo. La gamma preferenziale
per una quantit minima accettabile per i bambini di tre, quattro o cinque segni; i
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
bambini non scrivono e non accettano scritte pi brevi, composte solo da una o due
lettere, perch dicono che <non si possono leggere>. Unaltra ipotesi infantile quella
della <variet interna>. Agli inizi della scrittura, quando le marche infantili sono ancora
non convenzionali, si osservato il rifiuto per sequenze contigue di lettere uguali, se
queste vengono sottoposte loro chiedendo se si possono leggere.
La distinzione tra sistema grafico e sistema ortografico stata introdotta per la prima
volta da Gak [1976] per il francese. Nel primo caso ci si riferisce ai mezzi con cui una
lingua stabilisce le relazioni astratte fra suoni e lettere, mentre, nel secondo caso, ci si
riferisce alle regole che governano <luso delle lettere a seconda delle circostanze>.
Assai raramente i bambini violano i principi che sono alla base del sistema grafico della
scrittura della loro lingua, anche quando non padroneggiano del tutto il sistema
ortografico.
FASI DI CONCETTUALIZZAZIONE DELLA LINGUA SCRITTA
In base al modello teorico di Ferreiro e Teberosky [1979] i bambini sono precocemente
impegnati in un processo di concettualizzazione della lingua scritta. I temi e le modalit
di tale processo variano da bambino a bambino, ma stato possibile individuare alcuni
livelli uguali per tutti. Dopo una prima fase di differenziazione fra il disegno e la
scrittura, che in genere si completa non prima dei 4 anni, si possono distinguere i
seguenti livelli di concettualizzazione.
Livello presillabico. Questo livello caratterizzato dalla preoccupazione di
distinguere, sul piano grafico, il disegno dalla scrittura. Parallelamente i bambini
elaborano e applicano alle loro scritture i criteri della quantit minima e della variet
interna dei segni utilizzati.
Livello sillabico. I bambini stabiliscono una corrispondenza importante: i segni sulla
carta stanno al posto delle parole dette! I segni scritti rappresentano sillabe , e segni in
eccesso possono venire interpretati e giustificati (ad es. i segni eccedenti del proprio
nome possono essere interpretati come il cognome).
Livello sillabico-alfabetico. Si tratta di un livello intermedio fra il livello sillabico e il
livello alfabetico. I bambini producono esempi di scrittura mista in cui spesso il valore
sonoro assegnato a ciascun segno non stabile.
Livello alfabetico. A questo livello i bambini stabiliscono una corrispondenza biunivoca
fra le lettere e i suoni della lingua parlata. Le scritture non sono ortografiche ma
comprensibili.
APPRENDERE UNA LINGUA SCRITTA: ORALITA E SCRITTURA
La lingua scritta non una semplice trascrizione di quella orale, ma ha sue specifiche
caratteristiche di elaborazione mentale, di struttura, di comunicazione. E ormai
disponibile una vastissima letteratura storica e antropologica relativa al passaggio
dalloralit allalfabetismo, da una cultura orale ad una cultura scritta. Due autori
soprattutto hanno segnato linizio per un interesse diffuso a questa problematica: uno
Havelock, storico della cultura, il quale ha ritrovato nella <scoperta> dellalfabeto e
nella conseguente diffusione dellalfabetismo lelemento motore che avrebbe fatto
nascere filosofia e scienza nella Grecia del IV secolo. Laltro autore Goody, un
antropologo culturale, che ha attribuito alla literacy, alla cultura scritta,
<laddomesticamento del pensiero selvaggio>.
Tali acquisizioni storiche e antropologiche hanno costituito la base per riflessioni e
ricerche di carattere psicologico. Olson ne stato uno dei pi illustri rappresentanti,
sottolineando le differenze fra rappresentazioni del mondo <orali> e <scritte>. Gli
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
studiosi del campo non considerano pi lalfabeto come il massimo punto di sviluppo dei
sistemi di scrittura. Lo stesso Olson ha profondamente modificato la sua concezione
iniziale e in unopera pi recente [1994] sostiene che scrivere (e imparare a scrivere)
ha la funzione di focalizzare diversi aspetti del linguaggio che viene scritto e di
svilupparne una consapevolezza metalinguistica. Il contrasto tra oralit e scrittura in
termini di differenza di mezzo o di canale ha ormai perso molta della sua importanza,
oggi si considera la realt linguistica come un continuum che si sviluppa su varie e
diverse dimensioni.
LITERACY: ALFABETISMO E ALFABETIZZAZIONE
Uno dei termini ricorrenti nella letteratura anglosassone sulla scrittura il termine
literacy. Il termine literacy, utilizzato a partire dalla seconda met dellOttocento e
derivato dal pi antico illiteracy (1660), si riferisce ad una molteplicit di significati che
difficilmente possono essere resi nella traduzione italiana. Infatti, con tale termine ci si
riferisce sia al fatto di possedere una certa familiarit con la lingua scritta, sia ai modi
con cui si stabilisce tale familiarit. Esso fa anche riferimento alla padronanza di diverse
pratiche di scrittura nei contesti culturali evidenziandone anche gli aspetti funzionali. I
corrispettivi termini italiani di alfabetismo (per la condizione di diffusione sociale della
scrittura e della lettura) e di alfabetizzazione (per il processo di acquisizione
individuale) sembrano fare riferimento a una visione pi tradizionale dei rapporti con la
lingua scritta. Si riferiscono cio alla padronanza del codice implicato nei processi di
codifica (dei suoni in lettere) e di decodifica (delle lettere nei suoni corrispondenti).
LA PAROLA <TESTO>
In un senso molto generale, con il termine testo ci si riferisce ad una <tessitura> di
significati. Nellambito dellanalisi letteraria il testo coincidente con il testo scritto, ma
se guardiamo al testo come ad una forma di discordo fissa, ripetibile e citabile, allora
possiamo parlare di testi anche nelle culture orali. La coesione e la coerenza sono i
principi costitutivi che devono essere soddisfatti perch un testo possa essere definito
tale.
APPRENDERE UNA LINGUA SCRITTA: LE FORME DEL DISCORSO SCRITTO
Numerose ricerche in varie lingue e culture hanno esplorato <lo scritto nellorale>. I
bambini sono precocemente sensibili gi a 4 anni- ai modi in cui si deve dire una
storia che viene scritta. E stato mostrato come i bambini cerchino di introdurre, nella
loro dettatura, formule standard, tipiche delle favole lette o raccontate dagli adulti,
anche se poi il racconto spesso costruito sulla base di coordinazioni paratattiche (<e
poi>, >e allora>). In seguito, avvengono dei cambiamenti nei bambini a 5 e a 8 anni. A
distanza di tempo, infatti, i bambini usano un registro pi formale, sono maggiormente
in grado di adeguarsi ai ritmi di chi scrive e usano diversi tipi di strategie coesive. I
bambini poi usano la punteggiatura, spesso in modi non convenzionali, per delimitare
chi dice da ci che viene detto e talvolta per distinguere i diversi interlocutori. Alcuni
tipi di ripetizioni lessicali, poco amate in generale dagli insegnanti nei testi infantili,
svolgono invece unimportante funzione testuale: delimitare porzioni di testo, e in
particolare di discorso diretto, prima di aver scoperto le funzioni della punteggiatura. Le
ripetizioni costituirebbero cos un indizio dellintenzione del bambino di produrre un
testo scritto, anzich unintrusione delloralit nella scrittura.
LA STRUTTURA DEI TESTI NARRATIVI ED ESPOSITIVI
La prima forma di testo, orale e scritto, con cui viene a contatto il bambino la
narrazione. La narrazione stata posta al centro dellattenzione degli psicologi a partire
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
dalla distinzione proposta da Bruner tra pensiero narrativo e pensiero scientifico e dal
rilievo che un tale pensiero narrativo risulta avere come fondamentale strumento per la
costruzione e la trasmissione di quella psicologia del senso comune, con la quale gli
esseri umani costruiscono e mantengono le relazioni con gli altri. Ultimamente stato
preso in esame anche il testo espositivo vero e proprio, che quello che riporta
conoscenze di tipo scientifico. Analogamente stata dedicata attenzione al testo
argomentativi. Infatti, dato che anche i bambini piccoli iniziano ad argomentare sia a
scuola che in famiglia, possibile indirizzare la loro produzione scritta verso testi in cui
debbono prendere posizione rispetto a una questione problematica che li riguarda e di
cui possono capire le ragioni pro e contro.
CAP.8: SCRIVERE TESTI
La scrittura diventata oggetto di ricerca psicologica e psicoeducativa solo in tempi
recenti. Gli studi su questo tema, infatti, iniziano nella seconda met degli anni 70.
<Psicologia della scrittura> unespressione generica in cui si compendiano due modi
di intendere la scrittura, con relativa strumentazione teorica e metodologica e
implicazioni per la scrittura. Da un lato, il cognitivismo, cui si deve la <scoperta>
dello scrivere come attivit cognitiva complessa; dallaltro un approccio
socioculturale, o di costruttivismo sociale, che d rilievo agli aspetti comunicativi e
partecipativi dello scrivere. La prospettiva cognitivista si affermata negli Stati Uniti
alla fine degli anni 70, mentre lo sviluppo di quella socioculturale si colloca nel
decennio successivo. In Europa lapproccio cognitivista alla scrittura sembra essere
ancora dominante, ma in America esso fortemente criticato e contrastato dalla
prospettiva socioculturale.
LA SCRITTURA COME ATTIVITA COGNITIVA
Lambiente del compito comprende tutti gli elementi esterni allo scrittore che possono
influenzare la sua prestazione di scrittura.
La memoria a lungo termine contiene sia conoscenze dichiarative che procedurali. Le
prime sono i concetti e le informazioni che lindividuo possiede circa largomento e circa
il tipo di testo da scrivere. Le seconde riguardano il <come> si scrive un determinato
testo.
Infine, il blocco fondamentale- il processo dello scrivere- che si articola in tre processi
pi specifici: pianificazione, traduzione e revisione.
Pianificare un testo significa considerare lobiettivo, cio il testo che si vuole o deve
scrivere per un certo scopo e a un certo destinatario, ma prevedere anche i mezzi per
raggiungere tale obiettivo.
Nella fase di pianificazione vanno considerati tre sottoprocessi:
il recupero dalla memoria di informazione ed eventi pertinenti allargomento della prova
scritta;
la disposizione o sequenza di questo materiale secondo un criterio logico o cronologico o
dimportanza;
gli obiettivi dello scrittore.
Nella fase di traduzione lo scrittore trasforma il piano in un testo scritto.
La revisione, infine, serve a migliorare la qualit del testo scritto e consiste di due
momenti: lettura e correzione. In un nuovo modello della revisione acquista importanza
la valutazione: lo scrittore, quando rilegge il proprio testo, mira allindividuazione di
problemi specifici (lacune, scorrettezze, errori).
La complessit dello scrivere comporta problemi ai soggetti in et evolutiva che spesso
non dispongono di strategie adeguate per affrontare con successo le difficolt che la
composizione di un testo comporta. Bereiter e Scardamalia muovono da una teoria
neopiagetiana che considera lo sviluppo cognitivo in termini del progressivo aumento
della capacit di coordinare simultaneamente idee, concetti, schemi. Mentre il modello
di Hayes e Flower riguarda la scrittura adulta, esperta o meno, in cui pianificare e
rivedere sono processi basilari e ineliminabili dello scrivere; Bereiter e Scardamalia ne
sottolineano la funzione regolativi, che presente nello scrittore esperto e che
linesperto deve imparare.
I nome di Bereiter e Scardamalia restano indissolubilmente legati alla distinzione da
essi introdotta tra due strategie, o modelli, di scrittura: quella di chi si limita a <dire
tutto quello che sa> sullargomento della composizione scritta (knowledge telling), e
quella di chi sa trasformare la propria conoscenza per raggiungere un obiettivo
comunicativo complesso (knowledge trasforming ). La strategia del knowledge
telling viene utilizzata da molti studenti di tutti i gradi di scolarit perch, se da un lato
non pu offrire che risultati modesti, dallaltro presenta il vantaggio di richiedere scarso
impegno cognitivo. Lo scrittore esperto, invece, adatta le sue conoscenze su un
argomento allobiettivo comunicativo soggiacente al tipo di testo richiesto
(knowledgetrasforming) . E da notare che il modello di knowledgetrasforming non
esclude luso del knowledge telling. Lo scrittore competente non quello che usa
sempre la strategia di trasformazione della conoscenza, ma quello che la sa alternare o
abbinare ad altre meno impegnative e pi economiche, in relazione agli obiettivi e al
contesto della comunicazione scritta.
Nonostante il successo indiscutibile del modello di Hayes e Flower, vi sono state molte
critiche che hanno portato Hayes a modificare il modello senza la collaborazione di
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
INSEGNARE A SCRIVERE.
1) Linsegnamento fondamentale dellapproccio cognitivista che la scrittura comincia ben
prima di quando si tracciano le parole sul foglio, e si conclude pi tardi, con un atto di
lettura e di correzione. Se la produzione di un testo un processo complesso, che si
articola in sottoprocessi, lallievo va aiutato nella gestione di tali processi: per esempio, a
fare un piano mettendo in ordine le idee raccolte.
2) Laiuto da dare agli allievi pi giovani e inesperti si esplica in due modi strettamente
connessi: riducendo la complessit del compito e dotando gli allievi di strumenti cognitivi
(strategie) per affrontarlo adeguatamente.
3) Lo scrittore esperto uno scrittore strategico, che sa far uso di strategie per risolvere il
problema rappresentato dal testo da scrivere. Insegnare la composizione scritta vuol dire
aiutare lallievo a padroneggiare strategie efficaci.
N.B.: Lelemento che caratterizza maggiormente lapproccio cognitivista la
considerazione della scrittura come abilit: che si apprende, si sviluppa, si affina e
specializza in relazioni a situazioni e media diversi. Altra ottica , invece, quella
socioculturale, secondo cui scrivere una pratica di discorso, unattivit di interazione
sociale.
LAPPROCCIO DEL COSTRUTTIVISMO SOCIALE
Lapproccio socioculturale si presenta assai articolato perch in essi convergono filoni di
ricerca e settori disciplinari diversi. Il cognitivismo assimila la composizione scritta a un
processo di soluzione di problemi, processo che lindividuo tanto meglio esegue in
quanto riesce a gestirne autonomamente la complessit cognitiva e comunicativa.
Nellapproccio socioculturale lattenzione agli aspetti cognitivi muove da una
prospettiva: i processi cognitivi non sono ignorati, a vengono considerati nelle loro
interazioni con i contesti culturali, storici e istituzionali in cui gli individui agiscono,
studiano e lavorano. Anche se il costruttivismo una reazione innegabile al
cognitivismo, esso ha origini lontane, riconducibili allimportanza che, dopo Chomsky,
assume nei primi anni 70 la dimensione sociale del linguaggio. Sul piano psicologico, il
pensiero di Vygotskij e della scuola sovietica si rivela ricco di implicazioni per una
nuova concezione della scrittura. Vygotskij rivendica il carattere profondamente
<culturale> della lingua scritta e sottolinea la complessit del suo sviluppo nel
bambino. In seguito, uno studio di due psicologi particolarmente influenzati da
Vygotskij, M.Cole e S.Scribner, presso la popolazione dei Vai della Liberia, dimostra che
le conseguenze cognitive dellalfabetizzazione passano attraverso gli specifici usi e
situazioni in cui si scrive e che la scrittura dunque unattivit fortemente
contestualizzata: lalfabetizzazione un sistema di abilit e significati culturalmente
organizzato e appreso in contesti specifici. Vi dunque una concezione <situata> dello
scrivere. I caratteri fondamentali dellapproccio socioculturale alla produzione scritta: lo
stretto legame di questa con la lettura e, in generale, con le attivit che utilizzano la
lingua scritta; laccentuazione della dimensione sociale dello scrivere.
Fish parla a riguardo di <comunit di discorso>. Una comunit un gruppo di
persone tenute insieme da un comune interesse per certi argomenti e vincolate da
certe convinzioni. Col tempo lindividuo impara ad adottare i tipo di discorso, orale e
scritto, della comunit e a partecipare alle sue pratiche. Questa partecipazione pu
essere paragonata a una conversazione, che si estende nel tempo e nello spazio, in cui
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
La scrittura come attivit situata richiede pur sempre processi cognitivi per realizzarsi;
e il prendere atto della vacuit dei generi scolastici in favore di una scrittura che abbia
senso non significa dimenticare i processi e le difficolt cognitive che lo scrivere
individuale e collaborativi comporta.
CAP.9: LE CONOSCENZE MATEMATICHE
In passato, le conoscenze matematiche sono state sempre indagate come sviluppo di
abilit di calcolo aritmetico, piuttosto che concetti utili per individuare, comprendere e
risolvere problemi. Gli stessi metodi di insegnamento si sono ispirati, spesso
inconsapevolmente, a principi psicologici che valorizzavano eccessivamente la
riproduzione meccanica di procedimenti e formule, dando spesso luogo ad abilit
automatiche prive di adeguati riferimenti concettuali. Oggi si riconosciuto che il cuore
del pensiero matematico sta nella capacit di attribuire significato a formule e
procedimenti, nel saper cogliere e comprendere situazioni problematiche e
nellimpostare strategie di soluzioni valide e feconde per i problemi identificati. A partire
dalla fine degli anni 70, si accentuata lattenzione anche per i processi psicologici
connessi con la sfera affettiva, sia emozionale che motivazionale. La constatazione che
gli atteggiamenti positivi verso la matematica e il suo apprendimento decrescevano
con lo svilupparsi dellesperienza scolastica, aveva sollecitato una presa di coscienza pi
puntuale sul ruolo delle emozioni e delle motivazioni in tale contesto.
Anche se la natura del processo matematico costituita soprattutto da processi di
soluzioni di problemi, tuttavia la ricerca psicologica ha evidenziato il ruolo centrale che
in tali processi giocano le conoscenze di natura concettuale e la qualit della loro
organizzazione interna. Queste infatti permettono a chi deve affrontare un problema di
poterlo comprendere e inquadrare in un contesto concettuale specifico.
LA SOLUZIONE DI PROBLEMI
Il primo passo nella soluzione di problemi matematici consiste nella codificazione
delle informazioni da parte della memoria di lavoro del soggetto.
-
Il processo di traduzione si riferisce alla lettura e comprensione del testo del problema.
Il secondo processo, quello di integrazione, diretto a mettere insieme le informazioni cos
raccolte in una struttura o schema coerente che permette di individuare con chiarezza la
natura del problema e lobiettivo che si deve raggiungere. Si costruisce cos quello che
stato definito lo spazio del problema.
Poi c la pianificazione, cio il recupero nella propria memoria o della elaborazione
originale di una strategia che consenta di raggiungere lobiettivo risolutivo individuato.
Il quarto processo quello esecutivo, che consiste nellindividuare la successione delle
operazioni matematiche per raggiungere la soluzione cercata, e nelleseguirle
correttamente, cosa che implica una conoscenza significativa degli algoritmi di calcolo
necessari e una valida abilit operativa nelleseguirli.
Complessivamente entrano in gioco vari fattori di natura sia cognitiva, sia affettiva,
che, se non adeguatamente sviluppati, possono costituire fonti di difficolt.
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
Dal punto di vista educativo necessario che gli insegnanti promuovano non solo lo
sviluppo dei processi che stanno alla base della comprensione, come quelli elaborativi e
organizzativi, bens anche le competenze strategiche che consentono di utilizzare le
conoscenze gi acquisite poter apprendere in maniera significativa e stabile altre
conoscenze concettuali e procedurali e per risolvere in maniera feconda i vari problemi.
A tal fine occorre che essi per primi conoscano e siano capaci di gestire i processi e le
strategie di natura cognitiva e affettiva utili o necessari. Per promuovere le competenze
strategiche fondamentali richieste non basta, per, descriverle solo a parole, occorre
anche farle sperimentare.
CAP.10: CONCETTUALIZZAZIONE E INSEGNAMENTO.
Lo studio delle concettualizzazioni scientifiche si pone come studio del cambiamento
delle rappresentazioni in campi specifici dellesperienza a vari livelli di et e per effetto
dei processi di insegnamento. Sono necessarie 2 precisazioni: a) la ricerca sul
cambiamento concettuale ha sempre riguardato quasi esclusivamente le scienze
naturali e fisiche; b) la ricerca in questione stata condotta nellambito della
prospettiva costruttivista, partendo dallassunzione che un individuo, nel tentativo di
dare significato al mondo naturale e sociale, costruisce la propria conoscenza
connettendola ai dati gi presenti nella memoria a lungo termine.
Secondo poi lapproccio socioculturale di matrice vygotskijana, la cognizione si
manifesta sempre in contesti di attivit e pratiche in cui gli individui interagiscono tra
loro e con gli strumenti della propria cultura per conseguire i propri obiettivi. Si tratta
dunque di processi di carattere intersoggettivo, organizzati socialmente e propri di un
contesto.
IL PARADIGMA DELLA SPECIFICITA DI DOMINIO
Secondo il paradigma del domain-specificity (anni 80), lo sviluppo cognitivo va
considerato come ristrutturazione delle conoscenze in unarea caratterizzata da una
specifica organizzazione concettuale. Lenfasi su questo nuovo paradigma trova
riscontro coerente in tre risultati della ricerca attuale sullo sviluppo e lapprendimento,
ossia:
1) la mente umana funziona come un sistema modulare [Fodor] piuttosto che come un
elaboratore generale di informazioni. Nel corso dellevoluzione tale sistema ha sviluppato
dei meccanismi cognitivi specializzati a <trattare> tipi differenti di informazioni.
2) Le prestazioni degli esperti in un determinato campo- che sia quello del gioco degli scacchi
oppure quello della fisica, della chimica o delle scienze sociali- si diversificano non tanto
per limpiego di strategie generali quanto per lorganizzazione e il contenuto delle
informazioni presenti nella loro base di conoscenza.
LA RICERCA SULLO SVILUPPO DELLE STRUTTURE DI CONOSCENZA
La ricerca sul cambiamento concettuale rappresenta il tentativo di combinare la visione
costruttivista piagetiana con il fatto che i bambini piccoli, di et prescolare, sono ben
pi capaci cognitivamente di quanto sostenuto da Piaget, e che le strutture concettuali
iniziali sono sottoposte a ristrutturazione radicale nel corso dello sviluppo. E vero che
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
che egli ha elaborato nei confronti del sapere e di comici si appropria di esso, in quanto
proprio queste convinzioni possono influire, pi o meno direttamente, sui risultati
dellapprendimento. Schommer propone 5 fattori indipendenti o dimensioni
epistemologiche:
1) la certezza della conoscenza: dallidea che la conoscenza certa e assoluta a quella che la
conoscenza in costante evoluzione;
2) lorganizzazione della conoscenza: dallidea che la conoscenza compartimentalizzata
allidea che la conoscenza integrata e interconnessa;
3) la fonte della conoscenza: dallidea che il sapere posseduto e trasmesso da autorit
onniscienti allidea che la conoscenza elaborata sia oggettivamente che soggettivamente;
4) il controllo dellapprendimento: dallidea che labilit ad apprendere geneticamente
predeterminata e perci piuttosto stabile allidea che labilit ad apprendere acquisita
attraverso lesperienza e quindi modificabile;
5) la velocit dellapprendimento: dallidea che lapprendimento avviene velocemente o non
avviene affatto allidea che lapprendimento un processo graduale.
La ricerca sistematica di Schommer ha messo in luce che le convinzioni epistemologiche
influenzano vari aspetti dellapprendimento. Il credere che la conoscenza sia semplice e
certa correlato negativamente con la ristrutturazione di conoscenze: in uno studio,
pi gli studenti di scuola superiore erano convinti del carattere semplice, assoluto e
definitivo del sapere, meno erano portati a ristrutturare le proprie concezioni in fisica.
Si pu sostenere che lo studente convinto che la conoscenza venga trasmessa da
autorit indiscutibili, quali insegnanti, libri, tenda ad accettare una data risposta senza
riflessione, e che uela informazione, molto probabilmente, sar destinata a rimanere
inerte in quanto non oggetto di elaborazione e integrazione. Al contrario, si pu
sostenere ce lo studente che adotta una visione pi costruttivista secondo cui il sapere
pu essere generato e costruito, tenda a interrogarsi sulle proprie concezioni e
convinzioni, sperimentando maggiormente il bisogno di rivederle.
Gli studi sullo sviluppo delle credenze epistemologiche hanno sottolineato che quelle pi
sofisticate, implicanti una visione costruttivista, si sviluppano piuttosto tardi, cio
durante ladolescenza e let adulta. Si pone dunque il problema di come aiutare lo
sviluppo del pensiero epistemologico in soggetti giovani. Studi recenti hanno
evidenziato che si possono portare studenti di scuola media a progressi significativi per
quanto riguarda lepistemologia scientifica, ossia la visione della scienza e
dellattivit scientifica. Anche per quanto riguarda lepistemologia storica, la ricerca
nel nostro paese ha messo in luce come bambini di scuola elementare in contesti di
apprendimento significativi possono comprendere e imparare a padroneggiare le
procedure metodologiche, metacognitive e di spiegazione necessarie allinterpretazione
di eventi storici.
AMBIENTE DI APPRENDIMENTO PER FAVORIRE LA CONCETTUALIZZAZIONE
Lambiente di apprendimento la situazione in cui si situano e distribuiscono i
processi cognitivi (e non solo) coinvolti nelle varie attivit, e intreccio di relazioni sociali
che sostiene il mutamento <caldo> di rappresentazioni e credenze a scuola. Tale
concetto fa riferimento alla prospettiva socioculturale secondo cui la cognizione si
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
manifesta sempre in contesti di attivit e pratiche in cui gli individui interagiscono tra
loro e con gli strumenti propri della cultura, senza negare importanza agli aspetti
individuali dellapprendimento. Gli approcci allo studio del cambiamento concettuale
centrati sul cambiamento di rappresentazioni a livello individuale, e i due approcci che
evidenziano rispettivamente il ruolo dei contesti e delle pratiche sociali nella costruzione
di conoscenza, possono essere considerati complementari. Bisogna infatti tenere conto
che le acquisizioni concettuali dello studente non possono essere considerate in
assoluto, bens in relazione a una situazione costituita da processi di discorso, azioni
sociali e pratiche culturali, ma, daltra parte, considerare il contesto e ci che si
manifesta in esso, non significa trascurare cosa uno studente apprende in termini di
concetti, credenze, abilit, da rendere il pi possibile flessibili e generalizzabili ad altri
contesti. E la relazione individuo-cultura-contesto che costituisce quindi loggetto di
interesse e analisi.
Lambiente che a scuola pu meglio contribuire a produrre cambiamento concettuale
potrebbe essere definito <metacognitivo> in quanto caratterizzato dal concetto di
riflessione al secondo ordine: tutte le attivit svolte diventano per gli studenti occasioni
di monitorare la propria comprensione e quella degli altri in un processo si
apprendimento autoregolato.
ESPLICITAZIONE DI CONOSCENZE. Una prima condizione imprescindibile riguarda
lesplicitazione delle proprie conoscenze da parte degli studenti che devono sentirsi
liberi di poter rendere manifesto ci che pensano, senza timore di venire giudicati
negativamente.
CONSAPEVOLEZZA METACONCETTUALE. La consapevolezza metaconcettuale
consente di rendersi conto di quello che si sa (e non si sa) e della necessit di mutare
idee e convinzioni, condizione fondamentale per poter riuscire a rivederle davvero.
IL DISCORSO COLLABORATIVO. La consapevolezza metaconcettuale pu essere
stimolata mediante la discussione tra pari su un oggetto specifico di conoscenza. Il
discorso collaborativi, attraverso lo scambio e la reciprocit del dialogo, diventa infatti
essenziale in quanto favorendo lesplicitazione, lapprofondimento, la critica razionale di
concezioni e punti di vista, costituisce un contesto fertile per la ristrutturazione
concettuale, dal momento che <costringe> gli interlocutori ad andare alla ricerca di ci
che alla base delle proprie concezioni. La pratica del discorso-ragionamento
collaborativi sollecita sia momenti di co-costruzione che di contrapposizione, in cui i
partecipanti attivano, intervenendo nella dinamica argomentativi, procedure
epistemiche proprie del dominio in cui stanno discutendo, procedure essenziali per la
costruzione di conoscenza condivisa e condivisibile.
LA VALUTAZIONE. Le modalit di valutazione possono costituire una condizione di
sostegno alla revisione di conoscenze nella misura in cui si presta attenzione non solo al
prodotto, bens anche al processo di apprendimento, consentendo agli studenti di
<mostrare> i diversi aspetti della loro comprensione e di riflettere sui progressi
compiuti.
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
e delle ragazze sulla base di stereotipie, come necessit di relazioni fra pari che
sostengono la crescita dei soggetti in et evolutiva, come situazioni che favoriscono il
maggior coinvolgimento e lelaborazione pi elevata nelle diverse dimensioni
dellapprendimento cooperativo o della classe intesa come comunit di apprendisti. Si
pu sostenere perci che la dimensione sociale risulta essere un elemento
fondamentale della motivazione. I ricercatori ad orientamento vygotskiano sostengono
che <lapprendimento e lo sviluppo cognitivo sono essenzialmente una questione di
assorbimento appropriato di cultura pratica mediante una partecipazione sostenuta
(scaffolded) in attivit importanti nella societ>. Lattivit sociale dunque non
lespediente per coinvolgere gli allievi, o il settino per facilitare le loro relazioni
reciproche affinch stiano bene a scuola e sviluppino un senso di appartenenza, quanto
piuttosto costituisce la trama che sostiene lintero impianto educativo, dalle relazioni
con gli altri ai tipi di attivit che si svolgono, alle responsabilit rispettive, ai rapporti di
autorit e alle progressioni che possono individuarsi in essi.
SOCIALIZZARE LINTELLIGENZA: UN PUNTO DI VISTA SU INTELLIGENZA E
MOTIVAZIONE
Socializzare lintelligenza il titolo di un articolo di Resnick e Nelson-LeGall [1997] in
cui le autrici propongono una nozione di <intelligenza come pratica sociale> di
derivazione vygotskiana e neo-vygotskiana. Secondo le autrici:
a) la definizione di intelligenza come pratica sociale richiede lallargamento di tale
definizione passando dalla tradizionale indicazione di abilit cognitive e di forma di
conoscenza, allidentificazione di un insieme di prestazioni sociali come il far
domande, lo sforzarsi di padroneggiare nuovi problemi e il saper chiedere aiuto nel
risolverli come atti legittimi e positivi per tutti i soggetti.
b) Tali convinzioni sono acquisite attraverso un processo analogo a quello che gli
psicologi evolutivi studiano come socializzazione e che in una prospettiva
vygotskiana si considera <processo di interiorizzazione di azioni socialmente
condivise>.
c) La scuola e le altre istituzioni educative possono avere un ruolo nel promuovere la
socializzazione dellintelligenza; ci vuol dire creare ambienti di apprendimento in
cui i soggetti possono porsi obiettivi di apprendimento che si fondano sulla
concezione dellintelligenza come fattore che si incrementa; significa inoltre indurre
negli studenti le convinzioni necessarie a farli sentire attivi nel determinare il
proprio successo scolastico; vuol sire infine che tali aspetti sono fattori motivazionali
che mediano il rendimento scolastico degli studenti.
MOTIVAZIONE E IDENTITA
Bambini e bambine nella scuola elementare, ragazzi e ragazze nella scuola media,
adolescenti nella scuola secondaria attraversano fasi della crescita molto diverse che
non possono non avere riflessi sul piano della motivazione ad imparare a scuola. Se si
riflette perci sulle caratteristiche della motivazione per i bambini della scuola primaria,
si noter che lapprendere dalladulto pu fondarsi su una motivazione affiliativi di piena
adesione ai modelli proposti dagli adulti, genitori ed insegnanti. In questepoca della
vita, infatti, il <sentirsi grandi> perch si imparato qualcosa- si pensi al saper leggere
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
rispetto a chi non lo sa fare ancora- ragione di soddisfazione e costituisce una spinta
a continuare ad apprendere.
Una fase diversa quella che attraversano i ragazzi e le ragazze nella scuola media,
ove dal punto di vista della motivazione si passa dalla fase di motivazione affiliativi
appena descritta a quella di orientamento alla realizzazione del s, collegata alle
profonde trasformazioni legate allidentit di genere che si realizzano in questa fase. Ci
vuol dire che linteresse prevalente dei ragazzi e delle ragazze sar rivolto a tutte quelle
manifestazioni che rendono possibili la scoperta di parti di s, la riflessione sulle proprie
emozioni e complessivamente aiutano questi soggetti a guardarsi come in uno specchio
per meglio comprendersi e costruire la propria identit in trasformazione. In questa
fase la scuola potrebbe favorire lassunzione di responsabilit rispetto alle regole della
vita in classe. Dal punto di vista dellapprendimento, si potrebbero avviare forme di
corresponsabilizzazione rispetto al proprio imparare che andrebbe considerato nella
prospettiva di diritto-dovere di apprendere a scuola; in tal senso, inoltre, anche le
modalit di valutazione dovrebbero muovere dal riconoscimento dei cambiamenti in
corso nei soggetti di questa et e avviare, per esempio, forme di autovalutazione
monitorate dallinsegnante.
Una fase ancora diversa sul piano della motivazione collegata ai processi di sviluppo
dellidentit quella attraversata dai ragazzi e dalle ragazze intorno ai 13-15 anni, in
cui la progressione verso let giovanile e poi adulta si dovrebbe caratterizzare per una
crescita di autonomia e di responsabilit, sapendo bene che in questa epoca della vita,
per i maschi in particolare, si verifica una modalit fortemente conflittuale di
rapportarsi alladulto di cui si percepisce spesso in maniera esasperata la dimensione di
potere, come autoritarismo senza autorevolezza. Ci vuol dire che in questa fase il
rifiuto della scuola e lassenza di motivazione ad imparare e ad impegnarsi rientra nelle
modalit ben note di costruzione di identit nelladolescente maschio.
Si tratter allora di avviare con gli studenti e con le studentesse forme condivise
nellorganizzare e pianificare il lavoro, criteri per stabilire rapporti con lesterno della
scuola, insegnando loro a valutare pro e contro delle scelte e a prendere coerentemente
decisioni in tal senso.
CAP.12: LA RELAZIONE INSEGNANTE-ALLIEVO
I docenti pi diffusi nella nostra scuola sono di due tipi: vi colui che incapace di
occuparsi realmente dei suoi allievi, dai quali teme di lasciarsi occupare, e colui che li
strumentalizza per i propri fini narcisistici, mascherando con una disponibilit apparente
la sostanziale assenza di disponibilit. In entrambi i casi linsegnante tende a fornire
spiegazioni preconcette e semplicistiche di atteggiamenti e comportamenti dei suoi
alunni. Purtroppo gli insegnanti fanno spesso uso di attribuzioni arbitrarie, che sono
quasi sempre alla base di meccanismi di scoraggiamento.
In realt, le deformazioni nel rapporto con lAltro sono inevitabili, ma linsegnante pu
averne pi o meno coscienza liberandosi cos, almeno in parte, dal <gioco della
captazione immaginaria>. Esistono due dimensioni lungo le quali pu variare la qualit
del controllo del docente sulle deformazioni del suo rapporto con lAltro. Una, in un
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
Tutti i sentimenti positivi negativi sono concentrati sul leader e questi sentimenti
comprendono anche i sentimenti che ogni membro vive verso laltro membro. Avviene
cos che se un allievo si sente non accettato dal gruppo classe, o da una parte della
classe, si sente anche non accettato dallinsegnante [Pontecorvo]
tenendo conto dellapporto propositivo degli alunni, la non adattabilit dello spazio.
Nasce dunque lidea di <una scuola nuova, razionale, che si adatta ai bambini>[Lodi
1995], in cui lorganizzazione dello spazio sia abbastanza flessibile, affinch ne sia
rispettata la dimensione socioemotiva. Ci fa pensare al concetto di spazio in quella che
Bernstein chiama <pedagogia invisibile> e che egli oppone alla <pedagogia visibile>.
In questultima, gli spazi e il loro controllo sono nettamente classificati ed esistono
frontiere molto forti tra uno spazio ed un altro. Nella prima, avviene il contrario e lo
spazio potenzialmente a disposizione del bambino molto pi vasto. Il controllo, che
ovviamente esiste anche nella pedagogia invisibile, messo in atto tramite i processi
della comunicazione interpersonale.
La socialit si costruisce mediante una relazione comunicativa basata sullaccettazione
dellaltro e della sua intenzionalit. Questa relazione per sua natura aperta.
Lampliamento della coscienza, intesa come piena espansione della capacit di
linguaggio per se stessi, nasce e si sviluppa da un uso pienamente sociale del
linguaggio. Ora, lindividuo pi cosciente di se stesso, pi consapevole delle relazioni tra
se stesso e il mondo, certo meno plagiabile, meno immediatamente sottomesso ed
obbediente. La coscienza del singolo tenuta sotto controllo dal potere oppressivo. E
pur vero che listruzione scolastica pubblica nella sua forma attuale contribuisce alla
crescita dellautocoscienza e dei metalinguaggi negli alunni, ma lo fa in una forma
politicamente controllata, cio nei modi e con i limiti che permettevano di poter contare
su cittadini tecnicamente abili ma non <eccessivamente> consapevoli della loro
fondamentale libert di pensiero. Clotilde Pontecorvo evoca lopportunit che gli alunni,
sin dalle scuole materne ed elementari, siano resi mentalmente pi attivi e critici,
educati insomma a pensare in modo autonomo, e prevede che ci permetter loro di
fronteggiare con maggiore successo gli eventuali professori plagianti che potranno
incontrare in seguito. Alcune esperienze pilota offrono la prova che la scuola pu
essere, in questo senso specifico, profondamente diversa; che vi si pu stimolare la
conversazione, la discussione e la cooperazione.
SCALA <<PERSONALE>> DEI VOTI, GIUDIZI PRECONCETTI ED
ETICHETTATURE
Il comportamento didatticamente inaccettabile che consiste nello scartare a priori alcuni
voti possibili scegliendosi una propria <<scala dei voti>> universalmente ritenuto
legittimo nella scuola italiana, al punto tale da poter essere esplicitato e registrato nei
documenti ufficiali. Il restringimento della scala dei voti rispetto a quella ufficialmente
prevista dalla normativa unoperazione sottilmente perversa da un punto di vista
psicopedagogico. Il docente che lo adotta dichiara spesso che un otto per lui vale dieci.
Ora, il voto un simbolo socialmente condiviso, il cui scopo quello di esprimere un
giudizio che sia universalmente interpretabile: appare insensato soggettivizzarne
ulteriormente luso, attribuendo ai gradi della scala significati personali ed eliminando a
priori alcuni gradi. Ci significa fare del voto un uso personale anzich un uso pubblico.
Ma da un punto di vista pedagogico-politico questo comportamento ha una sua
coerenza occulta. Linsegnante lega a s lalunno in una relazione diadica asimmetrica.
Egli si arroga il diritto di erigersi a giudice unico del <valore> dellalunno, impedendo
perfino che i suoi giudizi su di lui siano leggibili allesterno. In un tale contesto vige, pi
o meno occulta, lattribuzione di etichette, cio labitudine di dare un giudizio di valore
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
3) Non stata messa in atto, mediante adeguate iniziative istituzionali allinterno della classe
una strategia di creazione di specifici spazi di parola, in grado di assicurare ad ognuno il
diritto effettivo allespressione e allesercizio, tramite lespressione istituzionalizzata, di
unadeguata porzione di potere riconosciuto in seno al gruppo.
Poich per il passato le risposte dellinsegnante sono spesso state dolorose per
lintegrit dellio e il rispetto di s dellalunno, o anche per il fatto, altrettanto doloroso,
che queste risposte si sono fatte attendere invano per disattenzione dellinsegnante ma
comunque non assunta da lui e non <riparata>; per tutti questi motivi, il ragazzo
adotta, a sua stessa insaputa, un meccanismo paradossale di difesa. Siamo pertanto in
presenza di un condizionamento negativo variamente orchestrato dalla scuola e dalla
maggioranza degli insegnanti. Bisogna che linsegnante sia sufficientemente cosciente
dei suoi ruoli possibili nellinterazione con la classe, li gestisca con equilibrio e senso
dellopportunit ed aiuti gli alunni a situare a loro volta se stessi, assumendo il proprio
discorso e vivendo appieno lalterit dellinterlocutore.
CAP.13: LE PRATICHE DELLINSEGNARE E LAPPRENDIMENTO DEGLI
INSEGNANTI
La peculiarit del loro lavoro- quella cio di far imparare gli altri- tende a far
dimenticare che anche gli insegnanti hanno bisogno di imparare, e di rinnovare
costantemente le loro competenze professionali.
Nel senso comune e nella rappresentazione ingenua del <mestiere> dellinsegnante
sono prevalenti almeno tre aspetti, strettamente interconnessi.
1) Linsegnamento unattivit lavorativa squisitamente individuale: linsegnante svolge il suo
lavoro da solo ed responsabile e artefice delle scelte e delle modalit con cui decide di
strutturare le sue attivit dinsegnamento.
2) Il luogo dellattivit lavorativa essenzialmente laula.
3) Linsegnamento un <mestiere> fatto di competenze dichiarative (conoscenza dei
contenuti, delle metodologie, della psicologia, della pedagogia, ecc) pi che di competenze
procedurali (come si programma, come si gestisce laula, come si entra in rapporto con gli
studenti, ecc.). Inoltre, per fare linsegnante esiste un quid fatto di capacit innate, doti
individuali, passione e gusto difficilmente esplicitabili e soprattutto non soggetti ad
apprendimento. Sono fattori disposizionali, tratti di personalit: uno o li ha o non li ha.
In realt questa rappresentazione del mestiere dellinsegnante risulta parziale.
Linsegnamento infatti non dovrebbe essere in alcun modo un mestiere che si riduce
solo al momento della relazione di insegnamento-apprendimento. Esistono infatti tutta
una serie di pratiche lavorative che pur avendo luogo <fuori>, <prima>, <dopo> e
<attorno> allaula, sono altrettanto essenziali per la realizzazione di una pratica
professionale esperta: si pensi, ad esempio, alle attivit di progettazione formativa, alle
capacit cio di costruzione di percorsi formativi alternativi e diversificati, alle capacit
di usare efficacemente le risorse e i tempi scolastici per ottimizzare il lavoro in aula.
Tutte queste competenze diverranno ancora pi essenziali e centrali con lattuazione
della cosiddetta autonomia scolastica, che assegna appunto alle singole scuole compiti
di indirizzi, gestione e realizzazione che sempre pi allontaneranno la figura
dellinsegnante da quella di un individuo il cui compito principale si limiti allesecuzione,
pi o meno rigida, di programma stabilito nella dimensione del suo rapporto con gli
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
Esistono in letteratura numerosi studi che hanno analizzato il rapporto che esiste, in
diversi contesti professionali e lavorativi, nella costruzione di una competenza
professionale esperta tra momenti di formazione istituzionale (di solito iniziale) e
momenti successivi di apprendimento situato al lavoro. stato evidenziato come luso e
lapplicazione negli specifici contesti professionali delle conoscenze generali, formali ed
esplicite apprese durante la formazione iniziale ed accademica degli insegnanti
costituisca un processo assai problematico: le competenze accademiche rimangono per
lo pi inerti, separate e non vengono integrate con quanto viene costruito in termini di
competenza professionale nel corso del lavoro stesso. In questa prospettiva, per lo
studio dellacquisizione della competenza professionale degli insegnanti, un costrutto
centrale per lanalisi dei cambiamenti delle forme di partecipazione alle pratiche
lavorative quello delle comunit di pratiche, definite come <un insieme di relazioni
durature tra persone, attivit e mondo, in connessione e parziale sovrapposizione con
altre comunit di pratiche> e come <aggregazioni informali definite non solo dai loro
membri, ma dal condividere i modi con cui si fanno le cose e si interpretano gli eventi>.
dunque evidente il legame tra comunit di pratiche e apprendimento: la comunit di
pratiche il contesto sociale in cui hanno luogo lapprendimento e il lavoro; le
specifiche competenze e conoscenze della comunit non stanno separatamente nella
testa di ognuno di suoi membri, ma distribuite nella sua organizzazione e struttura
sociale. Tale prospettiva evidenzia quindi il carattere non individuale della competenza
esperta e delle modalit con cui si diventa esperti: anche linsegnante non lavora in un
vuoto sociale e anche se la caratterizzazione attuale della professione tende a
sottostimarne gli aspetti sociali, anchesso inserito in una comunit di pratiche
professionali pi o meno ampia, quale quella costituita dagli altri insegnanti della
scuola, dalla comunit degli insegnanti di una certa materia, dalla comunit di
insegnanti che si riconoscono in una certa associazione, e cos via. Ad esempio un
insegnante che entri per la prima volta a lavorare in una scuola, trova al suo interno
una comunit di pratiche lavorative, organizzative, gestionali e comunicative che
caratterizzano quel contesto in modi peculiari rispetto ad altri. Il suo ingresso lavorativo
non pu che essere caratterizzato da una socializzazione a tali pratiche sociali, pi o
meno, condivise. Ed solo a partire da una socializzazione a tali pratiche che
possibile innescare processi di superamento di tali vincoli e una loro innovazione anche
creativa.
Il costrutto della Partecipazione Periferica Legittimata viene proposto proprio come un
descrittore del coinvolgimento delle persone in pratiche sociali che hanno
lapprendimento come loro aspetto integrante. Lapprendimento quindi visto come
una progressione nelle forme di partecipazione alle attivit sociali delle comunit di
pratiche cominciando da una partecipazione <periferica> alle attivit e muovendosi poi
progressivamente, allaumentare delle capacit, verso una piena e <centrale>
partecipazione allattivit stessa. quindi attraverso la partecipazione a specifiche
comunit di pratiche che anche linsegnante pu apprendere gran parte della sua
competenza professionale, in una sorta di apprendistato. Limmersione nelle pratiche
lavorative non quindi solo un momento di applicazione di conoscenze acquisite in una
fase precedente e <formale>, ma si configura chiaramente come un momento specifico
di apprendimento situato di competenze nuove e strategiche. Per diventare insegnanti
esperti quindi necessario un periodo pi o meno lungo di apprendistato allinterno del
contesto sociale e organizzativo della scuola, che nella situazione italiana ancora tutto
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
competenti e meno competenti- delle loro pratiche lavorative. In tali progetti dovrebbe
essere privilegiata linterazione sociale tra insegnanti, che costituisce una delle pi
preziose fonti di apprendimento informale, in cui sia possibile una condivisione sociale
dei compiti e un uso contestualizzato di strumenti, che incorporino al loro interno
elementi di apprendistato.
APPRENDIMENTO-APPRENDISTATO
Luso del termine apprendistato, che allinterno della prospettiva situata sostituisce
<polemicamente> quello di apprendimento, serve appunto a sottolineare come le
pratiche di acquisizione delle competenze siano pratiche situate, graduate e inserite in
contesti di attivit e nelle quali centrale in concetto di partecipazione ad attivit
congiunte. Nellapprendistato previsto poco insegnamento nel senso tradizionale del
termine, ma si assegna comunque un giusto rilievo a ruolo di guida e di assistenza da
parte degli esperti.
LE RIUNIONI
Le riunioni possono essere ottimizzate ponendo attenzione ad alcuni vincoli
organizzativi e gestionali, tra i quali particolarmente essenziali sono:
-
Tempi: fissare un tempo di inizio ma anche quello di fine,e non superare le due-tre ore;
Numero partecipanti: limitato numero di persone, non superare le otto-dieci;
Ordine del giorno condiviso: aiuta la discussione che tutti i partecipanti sappiano in anticipo
quali argomenti saranno trattati e con che priorit;
Condivisione materiali di riferimento: se si discute una legge, essenziale perch la
riunione sia proficua che tutti abbiano potuto leggere tale documento prima della riunione.
Disposizione spaziale: anche dettagli spaziali quali ad esempio la disposizione dei
partecipanti possono influenzare landamento della situazione interattiva: ad esempio,
essere seduti in modo da poter vedere tutti un modo per sostenere uninterazione
efficace.
CAP.14: GLI INSEGNANTI E LE TECNOLOGIE MULTIMEDIALI
Lavvento dei personal computer e la loro prima introduzione nelle scuole negli anni 70
ha segnato linizio di un nuovo modo di pensare e fare didattica. Sono passati da allora
trentanni ed ora si parla di introduzione della multimedialit come nuovo modo di
affrontare linsegnamento. Il programma ministeriale di sviluppo delle tecnologie
didattiche nel sistema scolastico si propone come finalit di modificare e integrare la
didattica con unattivit di insegnamento e apprendimento in un ambiente
caratterizzato dalla presenza di pi tecnologie didattiche, con particolare riguardo ai
personal computer, anche multimediali, e al lavoro in rete. Le tecnologie didattiche
possono favorire nuove forme di dialogo fra scuola e realt giovanile, rompendo
lisolamento della classe e della scuola con il mondo esterno.
UN BREVE EXCURSUS STORICO
Nel campo delle tecnologie didattiche si sono verificati negli ultimi ventanni
cambiamenti profondi nel modo di utilizzare il computer in campo educativo. I primi
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
programmi ad entrare nelle scuole sono stati i programmi di tipo CAI (Computer Aided
Instruction), che si rifanno alle tecniche dellistruzione programmata; propongono
strategie educative di tipo comportamentista. Scopo delleducazione la trasmissione
di conoscenze da un esperto ad un novizio; per trasmettere tali conoscenze
necessario operare in modo scientifico definendo obiettivi e mezzi per il loro
raggiungimento. Cos questi programmi propongono sequenze didattiche basate sul
meccanismo del rinforzo: per ogni risposta esatta previsto un rinforzo positivo che
pu assumere la forma dellelogio o della possibilit di andare avanti ed accedere ad
altre informazioni o quesiti. In tali programmi non vi spazio per liniziativa dellallievo
che deve limitarsi a seguire i percorsi e rispondere alle verifiche di apprendimento
proposte dal software.
I programmi nati allinterno dellapproccio cognitivista di elaborazione umana
dellinformazione, che considera luomo come puro sistema di elaborazione di
informazioni, sono programmi di tipo ICAI (Intelligent Computer Assisted Instruction) o
ITS (Intelligent Tutoring System). Sono programmi pi flessibili rispetto ai loro
predecessori, sono in grado di imparare, cio di modificare il proprio comportamento in
base allesperienza e di adottare strategie diverse con studenti diversi.
Verso la fine degli anni 70, accanto alluso del computer come tutor, cio come guida
allistruzione, che proprio dei programmi di tipo tutoriale, appaiono due altre
categorie di uso educativo dellelaboratore, come strumento e come discente; non pi
quindi colui che insegna allallievo ma colui che apprende dallo studente stesso. il
caso ad esempio del linguaggio Logo. In quegli anni si andava sempre pi affermando
lapproccio costruttivista, che considerare chi impara come colui che costruisce la
propria conoscenza interagendo con linformazione ed interpretandola. Si tratta di un
nuovo cognitivismo che ha avuto come espressione psicopedagogia il costruttivismo
sociointerazionista. Principi fondamentali di tale paradigma sono la concezione della
conoscenza come un prodotto socialmente e culturalmente costruito e la
consapevolezza del ruolo dellinterazione sociale nella costruzione della conoscenza.
IL LINGUAGGIO LOGO
La prima grande rivoluzione nel campo delluso didattico del computer viene offerta alla
fine degli anni 70 da Papert e dalla sua informatica cognitiva. Papert, collaboratore di
Jean Piaget e professore al Massachusetts Institute of Tecnology, il creatore del
linguaggio Logo, un linguaggio di programmazione di grande semplicit, che offre un
feedback immediato. Il bambino pu disegnare sullo schermo figure geometriche dando
semplici comandi (avanti, indietro, sinistra, destra) ad una <tartaruga> che si muove
sullo schermo. Ma Logo anche un linguaggio estremamente potente, grazie alla sua
caratteristica pi importante: la modularit. Logo possiede infatti un vocabolario di
base, ma pu imparare nuovi vocaboli e diventare cos sempre pi esperto.
Negli anni 80 le scuole americane prima e quelle europee in un secondo tempo sono
state positivamente contagiate dalle proposte di Papert di ribaltare i ruoli tradizionali
offerti dai programmi tutoriali: non deve essere il computer a programmare il bambino,
ma il bambino a programmare il computer. Nelle intenzioni del suo creatore, il Logo
non definibile solo come linguaggio di programmazione, ma anche un ambiente e
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
una filosofia educativa. un linguaggio per imparare, ma non solo per imparare a
programmare; un linguaggio per imparare a pensare. Nel microambiente offerto dal
linguaggio Logo il bambino padrone della macchina e si trova a dover insegnare
allelaboratore a pensare, lanciandosi perci nellesplorazione del proprio modo di
pensare. Ricerche successive di alcuni collaboratori di Papert hanno ridimensionato il
mito del Logo come apprendimento diretto, nel quale i ragazzi imparano da soli per
tentativi ed errori, ed hanno restituito allinsegnante il ruolo primario di guida
allapprendimento. Non basta porre un ragazzo di fronte alla <tartaruga> Logo perch
tutte le sue difficolt in campo matematico siano superate; necessario un attento
intervento dellinsegnante che deve essere in grado di controllare il processo educativo,
sapendo quando necessario intervenire e quando meglio lasciare che i bambini
imparino da soli, attraverso tentativi ed errori, o attraverso la collaborazione fra pari.
IL COMPUTER COME STRUMENTO PER SCRIVERE, COMPIERE RICERCHE, COMUNICARE
Sempre negli anni 80 nelle scuole italiane il personal computer comincia ad essere
utilizzato come strumento per elaborare testi, gestire ed organizzare archivi di dati,
utilizzare forma diverse di presentazione delle informazioni: testi fra loro collegati,
tabelle, grafici, archivi. Luso del computer va cos estendendosi ad insegnamenti
diversi da quelli matematico-scientifici, tradizionalmente legati ad esso. Il computer
viene cos utilizzato come strumento flessibile, che permette volta per volta di scrivere
e pubblicare un testo, creare archivi di storie da completare, costruire il giornalino
scolastico, comunicare con studenti di altre scuole, compiere ricerche su basi di dati gi
costruite, o organizzare ed archiviare i dati. Il computer aiuta inoltre ad evidenziare il
carattere pubblico dellattivit dello scrivere. Si scrive per qualcuno, per far conoscere
le proprie idee, per essere letti dagli altri, e la possibilit di stampare, anche in pi
copie, ci che stato scritto permette una pi agevole circolazione del prodotto.
MICROMONDI, SIMULAZIONI, IPERTESTI
Sulla scia della rivoluzione portata da Papert e dalla sua proposta di offrire agli studenti
<ambienti per pensare>, gli sforzi dei ricercatori si sono rivolti a sviluppare sistemi che
forniscano ambienti di apprendimento di tipo esplorativo. Espressione successiva
allapproccio costruttivista alle tecnologie delleducazione sono quindi ambienti di
simulazione o di gioco didattico. Sono tutti ambienti che cercano di realizzare ci che
Jonassen definisce come apprendimento significativo, un apprendimento cio che sia
principalmente attivo, costruttivo e collaborativi; ambienti che inoltre si propongono
come strumenti cognitivi, strumenti che amplificano il pensiero e facilitano la
costruzione della conoscenza.
LE ATTESE DELLA MULTIMEDIALITA
Il termine multimedialit entrato da qualche anno nel linguaggio della scuola con
differenti accezioni. Secondo Calvani, parlando di multimedialit, ad un primo livello
oggi si pu intendere un ambiente informatico capace di gestire audio e video oltre che
testi ed immagini statiche. un grandissimo cambiamento rispetto a pochi anni orsono,
quando il mezzo computer per comunicare si serviva fondamentalmente della parola
scritta. Ad un secondo livello, per multimedialit si intende ci che pi propriamente va
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
concettuale degli argomenti che si stanno trattando. Importante che linsegnante non
si lasci prendere dalla preoccupazione del <prodotto>, dalla smania di ottenere
unapplicazione simile a quelle prodotte dalleditoria elettronica, ma dedichi attenzione
e tempo ai processi di pianificazione del lavoro comune e di ricerca dei significati, in
modo che gli allievi siano protagonisti attivi del proprio percorso di apprendimento.
LA RETE INTERNET, ESPLORARE E COMUNICARE
Uno dei pi grandi ipermedia che si possono attualmente navigare offerto dalla rete
Internet. Attraverso il World Wide Web il sentiero che unisce tutto il mondo-
possibile esplorare, individuare, recuperare informazioni che si trovano fisicamente in
diverse parti del mondo.
Due possono essere gli usi principali della telematica nella didattica: nella prima
direzione la rete Internet viene considerata come una potente risorsa per laccesso
allinformazione, nella seconda viene considerata come un magnifico strumento per la
comunicazione interpersonale.
La quantit di documenti presenti sulla rete enorme, la facilit di accesso data
dallorganizzazione ipertestuale delle pagine rende sicuramente stimolante e divertente
lattivit di raccolta delle informazioni. Per poter utilizzare la rete Internet alla ricerca di
informazioni per necessario avere una forte motivazione, pazienza e capacit di
selezione. unattivit sicuramente riservata a studenti pi grandi, dalla scuola media
in poi. Luso dei motori di ricerca, strumenti che consentono di ritrovare nella rete
documenti attraverso luso di parole chiave, pu rappresentare poi una palestra per lo
sviluppo di abilit logiche.
Ma una direzione forse pi interessante per la didattica utilizzare la rete per mettere
in atto attivit di comunicazione e collaborazione a distanza fra scuole. Sia in Italia che
in altri paesi sono state attuate molte esperienze di apprendimento collaborativi
attraverso luso delle reti, con risultati apprezzabili ai fini educativi. Ad un primo livello
si hanno esperienze di scambio interpersonale attraverso la posta elettronica. la
prosecuzione delle attivit di <corrispondenza scolastica> introdotte nella scuola da
Celestin Freinet e diffuse in Italia dal Movimento di cooperazione educativa. Ad un
secondo livello abbiamo esperienze di apprendimento cooperativo, che si radicano nei
paradigmi costruttivista e socioculturale. Si tratta di esperienze che si pongono come
fine quello di costituire comunit di apprendimento a distanza.
GLI INSEGNANTI E IL COMPUTER
Lintroduzione delle nuove tecnologie nella scuola non deve essere una operazione
puramente tecnologica, basarsi cio sulla semplice alfabetizzazione degli insegnanti.
necessario che gli insegnanti abbiano loccasione di riflettere sui cambiamenti che luso
educativo della multimedialit pu e deve arrecare alla didattica. Si dice che luso della
multimedialit porter grandi cambiamenti nel modo di fare scuola. Si passer dalla
vecchia lezione cattedratica ad un apprendimento attivo e collaborativi. Ma tutto questo
avverr davvero?
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006
lavorare con la multimedialit richiede una gran quantit di tempo ed alcuni insegnanti
hanno osservato che il rapporto tempo impiegato/risultati ottenuti in termini di
conoscenze acquisite non sempre positivo. Inoltre si rischia di dover sorvolare su una
buona parte del programma per affrontare, sia pure in modo approfondito, un solo
argomento. Anche qui siamo di fronte ad un problema di impostazione didattica.
Probabilmente una grande quantit di tempo presa dallimparare a programmare, ad
utilizzare lo strumento. Vi sono in commercio prodotti che facilitano il lavoro di
programmazione. Ogni studente pu cos con facilit divenire autore ipermediale.
Inoltre il computer deve divenire uno strumento al servizio della didattica quotidiana,
non prendere uno spazio a s in concorrenza con il normale svolgimento del
programma. Per questo molto importante la possibilit di avere o trasportare un
computer allinterno delle classi. Lo strumento deve essere accessibile nella noemale
attivit per scrivere, prendere appunti utili allattivit di classe, prender
visione(attraverso un proiettore) di immagini particolarmente interessanti pubblicate su
CD-ROM. Vi saranno poi particolari attivit progettate collettivamente dagli insegnanti
di classe che si potranno realizzare allinterno del laboratorio, in momenti deputati.
La scommessa della multimedialit nella scuola sembra dalle prime osservazioni
risultare vincente; lo sar se gli insegnanti sapranno utilizzare le nuove tecnologie in
modo flessibile e funzionale ad una didattica che ponga lo studente al centro del
processo educativo.
OPsonline.it la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia
Appunti desame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc
E-mail: info@opsonline.it Web: http://www.opsonline.it
Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006