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LA MUSICOTERAPIA

La Musicoterapia, intesa come metodologia di intervento per un lavoro pedagogico o psicologico, permette di
comunicare, con l’aiuto del terapeuta, attraverso un codice alternativo rispetto a quello verbale partendo dal principio
dell’ISO (identità sonora individuale) che utilizza il suono, la musica, il movimento per aprire canali di comunicazione
ed una finestra nel mondo interno dell’individuo. Dal punto di vista terapeutico essa diviene attiva stimolazione
multisensoriale, relazionale, emozionale e cognitiva, impiegata in diverse problematiche come prevenzione,
riabilitazione e sostegno al fine di ottenere una maggiore integrazione sul piano intrapersonale ed interpersonale, un
migliore equilibrio ed armonia psico-fisica.

LE ORIGINI

In tutte le culture dell’antichità musica e medicina erano praticamente una cosa sola. Il sacerdote medico (lo sciamano)
sapeva che il mondo è costituito secondo principi musicali, che la vita del cosmo, ma anche quella dell’uomo, è
dominata dal ritmo e dall’armonia. Sapeva che la musica ha un potere incantatorio sulla parte irrazionale, che procura
benessere e che nei casi di malattia può ricostruire l’armonia perduta.

Nella cultura cinese appare intorno al terzo millennio A.C. il primo libro di medicina, che è contemporaneamente un
libro di musica.

Il primo trattato di musicoterapia risale alla prima metà del 1700 a cura di un medico musicista londinese, Richard
Brockiesby. Il suo volume fece il giro d’Europa sollevando interesse.

Porgeter fu uno dei primi medici a capire la necessità di una conoscenza molto approfondita dalla scienza Musicale per
applicarla con successo nella cura di certi disturbi mentali.

Negli anni successivi le osservazioni intorno ai poteri dei suoni e della musica sulla mente e anche sul corpo si
moltiplicarono. Si incominciarono a scoprire relazioni tra ritmi corporei e ritmi musicali, fra pulsazioni e battute
musicali, tra ritmo del respiro e ritmo musicale.

GLI STRUMENTI

Si utilizzano come strumenti: l'ambiente, il proprio corpo, gli strumenti elettronici, gli strumenti musicali creati dal
paziente, gli strumenti musicali quali tamburi, triangoli, piatti oscillanti, legnetti, wood block, piastre sonore, xilofoni,
metallofoni, chitarra, pianoforte, flauti, ecc...

Devono essere rivolti verso l'estroversione e non all'introversione.

Di tutti i fenomeni sonori del corpo umano, la voce e il canto sono i più profondi, in quanto essi sono gli elementi più
regressivi e capaci di risonanza e perciò devono essere utilizzati con grande attenzione.

Il terapeuta ha a disposizione come materiale di lavoro i suoni, i silenzi, il proprio corpo, i rumori, la musica ed i singoli
elementi che compongono la musica: il ritmo che agisce sulla sfera intuitiva, la melodia che agisce sulla sfera
sensoriale, l'armonia che agisce sulla sfera intellettiva.

MODELLI

Le tipologie delle sedute di musicoterapia si dividono a seconda dei casi in:

→ Sedute di musicoterapia recettiva: basata sull'ascolto di brani musicali guidato e strutturato in considerazione del
fatto che gli stimoli sonori permettono il rilascio di neurotrasmettitori che modulano il comportamento e l'affettività
dell'essere umano. Al paziente viene attribuita una certa attività nella percezione, immaginazione ed elaborazione della
musiche proposte;

→ Sedute di musicoterapia attiva: in cui l'interazione tra il musicoterapeuta e il paziete avviene tramite la produzione
diretta di suoni utilizzando la voce, strumenti musicali o semplici oggetti, il paziente diviene protagonista e deve
comunicare con sé stesso e agli altri ritmo, timbri, melodie, volumi in cui si sente bene con una esperienza di sé globale.
ELEMENTI DI MUSICOTERAPIA

Per lo sviluppo della sanità mentale ed il benessere, le attività creative sono la chiave per il raggiungimento
dell’equilibrio psichico.

Attività come il cantare, suonare, danzare, sono direttamente creative, essendo la musica sì una disciplina mentale che
ha bisogno di ordine, di attenzione e concentrazione, ma che permette la manifestazione della propria espressività.

La musica è un mezzo di comunicazione anche là dove le parole divengono inaccessibili. Molti studi hanno dimostrato
il duplice effetto psicoterapico della musica sia nell’ambito fisiologico che psichico. La musica evoca sensazioni, stati
d’animo, può far scattare meccanismi inconsci, aiuta a rinforzare l’IO e serve da ponte tra il conscio e l’inconscio. Può
aiutare a sbloccare repressioni e resistenze permettendo agli impulsi ed ai complessi che producono conflitti e disturbi
neuro-psichici di affiorare a livello di coscienza, che attraverso il processo catartico (tensione-liberazione). Invia segnali
al cervello ed in particolare al sistema limbico, la zona cerebrale detentrice dei più arcani sentimenti e istinti posseduti
dall’uomo riguardo ad una filogenesi evolutiva di tutto il sistema nervoso centrale.

La musica sembra essere l’unica funzione superiore dell’encefalo, che direttamente coinvolge in ugual misura
l’emisfero destro e l’emisfero sinistro.

EMISFERI CEREBRALI :

L’emisfero sinistro ha un peso determinante sull’esplicazione dei processi linguistici e a tutti gli approcci di tipo
analitico-logico-relazionale, è un’area logico-matematica, perciò l’emisfero sinistro è coinvolto nel linguaggio musicale
per le sue caratteristiche timbriche, ritmiche-armoniche e compositive; l’emisfero destro svolge una serie di funzioni
definite analogiche, consistenti nella possibilità di apprezzare ed elaborare criteri ritmici, musicali, spaziali, dove tutto
viene colto in maniera immediata. Il linguaggio della musica, del suono, degli affetti, delle emozioni, appartiene quindi
all’emisfero destro.

AUTISMO

Nella sindrome autistica, caratterizzata da isolamento da parte del paziente che sfocia nel silenzio della comunicazione
intesa come chiusura al rapporto umano, il soggetto vive in un mondo fatto di riti, di ossessioni, di fobie, dietro i quali si
rifugia trovandosi sempre nello stato di paura patologica tipica del prigioniero. In questo caso il linguaggio sonoro può
divenire strumento privilegiato per superare questo isolamento, poiché contiene elementi suggestivi e suadenti che
penetrano nel subconscio influenzando il corpo e la mente permettendo di entrare in un mondo più vasto e ricco di
emozioni ed espressioni.

Lo psicologo H. GARDNER sostiene che esistano vari modelli di intelligenza e definisce la musica come una
competenza che non dipende da oggetti fisici del mondo. L’intelligenza musicale ha una sua traiettoria di sviluppo come
pure una sua rappresentazione neurologica.

SUONO-ESSERE UMANO

La musica permette di comunicare attraverso un codice alternativo rispetto a quello verbale.

La musicoterapia utilizza il suono, la musica, il movimento per provocare effetti regressivi ed aprire canali di
comunicazione, con possibilità di un’apertura comunicativo-relazionale e nel mondo interno.

Attraverso la musicoterapia vengono messe in gioco le abitudini, i significati palesi e inconsapevoli, le aspirazioni, i
problemi vivi e angoscianti, la ricerca di significati che vanno al di là dell’apparente infantilità di certi testi, rendendo
l’esperienza sonoro-musicale molto meno banale di quando possa apparire a prima vista e di notevole valore se
affrontata correttamente.

MUSICA COME INTERVENTO RIABILITATIVO

L’intervento riabilitativo è efficace sia nel bambino che nell’adulto. Se il paziente è un bambino si comincia a costruire
insieme a lui una comunicazione sonora non ancora influenzata da successive esperienze ritmico-musicali; mentre
nell’adulto bisogna eseguire un’azione regressiva volta a recuperare una storia-corporeo-sensoriale passata. Ogni essere
umano ha dentro di sé una identità sonora (ISO) in quanto vi è l’esistenza di un suono o di un insieme di suoni che lo
caratterizzano e lo individualizzano. Questi sono rappresentati dagli archetipi sonori ereditati geneticamente a cui si
aggiungono l’esperienza sonoro-vibrazionale e di movimento durante la vita intrauterina, e più tardi si arricchisce con le
esperienze vissute durante il parto, con di seguito il resto della vita.

PRINCIPI TEORICI DELLA MUSICOTERAPIA

IL PRINCIPIO DELL'ISO

ISO vuol dire uguale e caratterizza l'identità sonora di un individuo. E' un elemento dinamico che ha in se tutta la forza
di percezione presente e passata.

→ ISO UNIVERSALE: è una identità sonora che caratterizza tutti gli esseri umani, indipendentemente dal particolare
contesto sociale, culturale, storico e psicofisiologico. Farebbero parte dell'ISO universale le caratteristiche particolari
del battito del cuore, dei suoni di inspirazione ed espirazione nonché la voce della madre al momento della nascita e nei
primi giorni di vita.

→ ISO GESTALTICO: si tratta di un fenomeno sonoro e di movimento interno che riassume i nostri archetipi sonori, il
nostro vissuto sonoro intra-uterino, il nostro vissuto sonoro dalla nascita fino alla nostra età attuale.

→ ISO COMPLEMENTARE: è l'insieme di piccole modifiche che si attenuano ogni giorno o in ogni seduta di
Musicoterapia sotto l'effetto di circostanze ambientali e dinamiche.

→ ISO GRUPPALE: è intimamente connesso allo schema sociale all'interno del quale l'individuo evolve. L'ISO di
gruppo è fondamentale allo scopo di raggiungere una unità di integrazione di un gruppo terapeutico. Raccoglie in sé un
insieme di fattori psicofisiologici di suoni e di movimenti che dipendono in ultima istanza dall'ISO gestaltico di ciascun
individuo.

(R. Benenzon – Manuale di Musicoterapica).

IL SUONO COME OGGETTO INTEGRATORE

Nelle esperienze di gruppo si è evidenziato che i pazienti leaders, tendono a scegliere strumenti che divengono
facilmente strumenti leaders. Essi sono di grande volume, di facile uso, ritmici e potenti. L'oggetto integratore è lo
strumento che in gruppo prevale e assorbe in sé la dinamica del gruppo e del legame tra i pazienti e il terapeuta.
L'oggetto integratore dipende dall'ISO gruppale, culturale, complementare e in misura minore da quello gestaltico.

OBBIETTIVO PRINCIPALE : APRIRE I CANALI DI COMUNICAZIONE

Per canali di comunicazione si intendono tutti quei procedimenti per mezzo dei quali una mente può interferire
sull'altra. I canali di comunicazione possono essere intrapsichici, extrapsichici coscienti, extrapsichici inconsci e la
comprensione di tutti i fenomeni dinamici psichici hanno luogo in un contesto non verbale.

Per poter aprire i canali di comunicazione, è necessario che il tempo mentale del paziente coincida con il tempo sonoro-
musicale del terapeuta, dove il suono diviene intermediario fra uno e l'altro (ISO). Nel paziente le energie provengono
dall'ISO gestaltico (inconscio) e dall'ISO complementare (preconscio) che divenendo coscienti si aprono verso l'esterno.
Stabilito e aperto il canale di comunicazione si è nel pieno del processo terapeutico nel corso del quale si restituisce al
paziente la rielaborazione dei modelli dinamici del suo psichismo, ella sua interrelazione.

Le risposte porteranno in sé anche delle caratteristiche del terapeuta, poiché in ogni processo terapeutico, non si può
cancellare la persona del Musicoterapeuta che diviene parte integrante nella costruzione della terapia per via delle
influenze reciproche tra le parti.
I DUE PRINCIPALI CAMPI DI INTERVENTO

→ Un primo indirizzo è di orientamento pico-pedagogico o pedagogico, e trova applicazione nell'ambito delle strutture
educative.

→ Un secondo indirizzo è di tipo clinico e psichiatrico dove si prospettano attività nell'ambito in enti ospedalieri, in
case di cura e centri di assistenza e riabilitazione.

ESEMPI DI CAMPI APPLICATIVI

→ Disturbi emotivi del bambino e dell'adulto (ansia, depressione, disturbi da attacchi di panico, insonnia);

→ Disturbi relazionali del bambino e dell'adulto;

→ Corso di preparazione al parto;

→ Disturbi mentali (nevrosi, psicosi ed altre malattie psicosomatiche del bambino e dell'adulto, anoressia);

→ Handicap psichico, fisico e sensoriale;

→ Disturbi del linguaggio e deficit uditivi;

→ Esiti di coma;

→ Patologie neurologiche (ictus, morbo di Parkinson, ecc...);

→ Senescenza;

→ Senescenza patologica (demenza senile, morbo di Alzheimer, disturbi relazionali dell'anziano).

OBBIETTIVI GENERALI DELLE SEDUTE DI MUSICOTERAPIA

→ Aprire i canali di comunicazione (intrapsichici ed extrapsichici);

→ Vincere le proprie paure, saper contenere ed orientare le emozioni e l'aggressività nel rapporto interpersonale,
sviluppare la capacità di dominare gli impulsi irrazionali;

→ Canalizzare le ansie;

→ Stimolare l'espressione dei sentimenti per favorire la motivazione, la gratificazione e l'autostima;

→ Favorire la creatività;

→ Migliorare la socializzazione e l'interazione;

→ Abituare alla verifica, ad accettare le regole;

→ Stimolazione attiva e multisensoriale;

→ Sviluppo dell'espressione corporea;

→ Stimolo al contatto con la realtà;

→ Stimolo del ricordo

→ Stimolo delle funzioni cognitive;

→ Stimolo delle capacità sensoriali ed intellettive;

→ Migliorare le capacità ortofoniche del linguaggio;


→ Aiuto allo sviluppo psichico-motorio, all'accettazione del proprio corpo, schema corporeo, del coordinamento oculo
– audio – motorio.

LE SEDUTE SI SVOLGONO SEGUENDO DEI MODELLI TECNICI

→ Osservazione;

→ Associazione corporeo – sonoro – musicale;

→ Espressione e/o associazione libera;

→ Isolamento affettivo-attivo;

→ Riflessione;

→ Compilazione dei protocolli.

I musicoterapeuti sono concordi nel sostenere che è necessario stabilire una scansione spazio-temporale degli incontri,
poiché la maggior parte dei malati perde precocemente questi due parametri di riferimento. Le sedute devono svolgersi
sempre nello stesso spazio, alla stessa ora e dagli stessi operatori, affinché i pazienti trovino stabilità e regolarità.

La musica ci può aiutare in vari momenti della nostra vita...

MUSICOTERAPIA IN GRAVIDANZA E PARTO

MUSICA PER LA MAMMA

La gravidanza comporta una serie di cambiamenti non solo fisici ma anche psicologici, i mutamenti che avvengono
durante i nove mesi sono talvolta accompagnati da momenti di ansia, stress, paura e affaticamento che possono
impedire alla donna di vivere questo straordinario momento della vita in serenità. La musica in questo contesto può
essere un valido strumento per aiutare la gestante a migliorare la sua salute emotiva. Nelle sedute di musicoterapia la
madre si prepara alla nascita del suo bambino aiutandosi ad ascoltarne le azioni-reazioni motorie in risposta al suono
della voce e della musica, ascoltando sé stessa, i suoi ritmi interni ed il loro modificarsi con il procedere della
gravidanza.

Il canto aiuta la madre a migliorare il respiro, ma anche a farle scoprire il piacere di cantare per il piccolo, contribuendo
così anche al suo sviluppo.

MUSICA PER IL BEBE'

La musicoterapia prenatale prevede anche una serie di attività per stimolare il piccolo e per favorire così la
comunicazione fra mamma-bambino. Tutti gli stimoli presenti nell'ambiente nel quale il feto cresce contribuiscono allo
sviluppo delle vie sensoriali acustiche, favorendo il processo di maturazione strutturale e funzionale del Sistema
Nervoso (AUDITORE, 1998). La musica che piace al bebè è quella prodotta dalla mamma, ossia la sua voce.

Dagli studi di psicofonia efettuati dalla cantante Maria Luisa Aucher e il neurofisiologo Paul Cauchard è emerso che la
voce investe interamente il corto del feto: quella del papà è in grado di stimolarlo dai piedi all'addome, mentre quella
della madre, più acuta, dalla vita alla testa.

Dall'osservazione di neonati, figli di cantanti professionisti, si è riscontrato che dove era la madre a cantare per tutta la
gravidanza il bambino mostrava alla nascita solidità alla nuca e vigore degli arti superiori.

Il canto prenatale svolge anche una funzione auto-analgesica in quanto la pratica aiuta la patroriente a produrre
endorfine, sostanze che attenuano spontaneamente la percezione del dolore.
STRUMENTI MUSICALI

L'uso di strumenti musicali molto semplici (tamburi, maracas, triangoli, ecc...) offre alla gestante la possibilità di
esprimersi musicalmente con libertà, ricercando il proprio ritmo interiore.

MUSICOTERAPIA E ANZIANI

Sono sempre più numerosi gli studi e le esperienze che attestano l'utilità della musicoterapia con gli anziani, soprattutto
se vivono l'ultima parte della loro vita in istituto. L'ingresso in istituto rappresenta un momento di forte cambiamento
delle condizioni ambientali, affettive e comportamentali. Studi e ricerche sostengono psicogeriatriche sostengono che
l'istituzionalizzazione può determinare l'insorgere o l'accentuare di disturbi emotivi. L'anziano spesso vive il ricovero
con forte disagio fisico e disturbi dell'umore.

In questi ultimi anni nelle strutture residenziali per anziani si stanno attivando dei programmi animativi e
preventivi/terapeutici. L'anziano viene coinvolto in attività corporee, manuali, grafico-pittoriche, teatrali, verbali e
musicali.

Tra gli interventi musicali un posto di rilievo è ricoperto dalla musicoterapia che dà aiuto espressivo e comunicativo
all'anziano sofferente.

L'anziano ha una competenza esperienziale in tutto quello che concerne il campo sonoro-musicale, questo bagaglio che
l'anziano di porta dentro, diventa materiale su cui lavora il musicoterapeuta.

La musicoterapia lavora sulle parti sane dell'anziano e suo obbiettivo primario è quello di valorizzare tutte le
potenzialità residue; la musica diventa un mezzo per prendersi cura degli anziani troppo nostalgicamente legati al
passato ed incapaci di vivere un presente proiettato nel futuro, e degli anziani che presentano problemi di depressione,
aiutandoli ad accettare il proprio processo di invecchiamento e/o ad elaborare un lutto.

IL CANTO

Cantare in gruppo rappresenta un'esperienza comunitaria capace di far dimenticare la routine quotidiana, cantare fa bene
all'apparato respiratorio e a quello digestivo. La canzone popolare diventa strumento evocativo che risveglia le memorie
affettive legate alle esperienze della vita passata e che fa riaffiorare le emozioni vissute in gioventù.

L'ASCOLTO MUSICALE

L'ascolto è utilizzato come mezzo di distrazione, come momento importante per riavviare l'anziano ad una percezione
attenta a globale. L'ascolto della musica con un atteggiamento dominato dall'emotività provoca un netto aumento
dell'attività cerebrale nell'emisfero di destra, mentre un ascolto di tipo analitico-interpretativo, che si accompagna alla
lettura dello spartito, produce un aumento della funzionalità dell'emisfero di sinistra.

GLI STRUMENTI MUSICALI

L'utilizzo degli strumenti musicali facilita gli anziani che hanno difficoltà ad esprimersi, poiché lo strumento è un
mediatore tra l'individuo ed il mondo; la scelta specifica dello strumento deve tener conto delle limitate possibilità di
movimento degli arti superiori ed inferiori dei pazienti, perciò è consigliabile strumenti dalle superfici ampie, come i
tamburi, così facendo i pazienti non si sentono inadeguati e frustrati e si inseriscono facilmente nell'attività. Solo
successivamente si introducono strumenti più difficili da maneggiare e suonare.

MUSICOTERAPIA E MALATTIA DI ALZHEIMER

Nel 2001 l'America Accademy of Neurology ha indicato la musicoterapia come una tecnica per migliorare le attività
funzionali e ridurre i disturbi del comportamento nel malato di Alzheimer. Ciò è possibile perchè la musica sembra
rivelarsi una via di accesso privilegiata per contrarre il cuore dei malati che preservano intatte certe abilità e competenze
musicali fondamentali, nonostante il deterioramento cognitivo dovuto alla malattia.
LA MALATTIA

Le persone colpite dall'Alzheimer sin dall'inizio presentano una graduale perdita delle funzioni mnestiche
(orientamento, memoria a breve termine e disturbi cognitivi), alla quale si associano comportamenti inadeguati e
pericolosi, successivamente si verifica una progressiva compromissione del linguaggio, una diminuzione dell'emotività
e dell'iniziativa e un incremento dell'ostinazione.

La malattia, cagionata da una grave degenerazione dei neuroni cerebrali, oggi riveste una grande rilevanza sociale, a
causa del progressivo invecchiamento della popolazione; si calcola che essa sia responsabile di oltre la metà dei casi di
demenza senile, che riguarda un numero molto alto di soggetti anziani.

La musicoterapia ha come obbiettivo quello di migliorare la qualità della vita, oltre a rivitalizzare l'umore, ridurre
l'aggressività e stimolare la memoria.

Gli approcci musicoterapeutici sono volti ad integrare funzioni cognitive, affettive, fisicge ed interpersonali, utilizzando
tecniche attive e ricettive.

Ricordare e ricostruire una canzone in tutte le sue parti, ritmo, melodia e testo, è una tecnica musicoterapica utilizzata
con i malati d'Alzheimer, ed ha lo scopo di mantenere attiva la memoria di accrescere la produzione linguistica e di
tranquillizzare il malato. Bisogna lavorare sempre con canzoni che i pazienti conoscono, che fanno parte del loro
bagaglio culturale, che ricordano il loro passato. Nel cantare una canzone i malati ritrovano le loro origini, i ricordi, le
emozioni, i vissuti e gli stati d'animo delle esperienze più significative della loro vita.

Il musicoterapeuta interpretando canzoni e melodie del passato restituisce al paziente fatti, episodi e circostanze
altrimenti sommerse dalla malattia e perdute per sempre.

L'importanza di introdurre la musicoterapia nella riabilitazione dell'Alzheimer è supportata da una serie di studi
scientifici che hanno valutato attentamente le condizioni degli anziani durante e dopo la seduta: in generale si osserva
che si riducono i sintomi più invalidanti della malattia e, pur sottolineando che i canti e le improvvisazioni strumentali
non hanno alcuna pretesa di guarire, è palese che la partecipazione regolare alle sedute, soprattutto per pazienti ancora
autosufficienti, aiuta a rallentare i processi degenerativi e migliora le condizioni generali.

MUSICOTERAPIA E GIOCO D'AZZARDO

Il gioco d'azzardo nel 1980 è stato riconosciuto come una malattia mentale dall'Associazione degli Psichiatri Americani.

Per guarire è consigliato un percorso terapeutico che può comprendere anche una serie di terapie comprementari, quali
la musicoterapia.

Improvvisazioni al pianoforte, dialoghi sonori e ascolto di musica rilassante sono i contenuti principali delle sedute di
musicoterapia, a cui possono partecipare i giocatori d'azzardo patologici che decisono di intraprendere un programma
terapeutico per guarire.

Secondo lo psicologo Marvin Zuckerman, il giocatore d'azzardo patologico fa del gioco il centro della propria vita, egli
dipende dal gioco, in quanto è la sua unica fonte di ricreazione ed eccitamento. Il giocatore è un cercatore di emozioni
in quanto alla base della patologia vi è la ricerca continua di novità, nel momento in cui si provano le emozioni e le
sensazioni ricercate si altera lo stato di coscienza e si cade quasi in trance.

LA TERAPIA

Il programma terapeutico a cui si possono sottoporre i giocatori d'azzardo patologici prevede un intervento
multidisciplinare sul paziente, con lo scopo di sanare tutti gli aspetti della vita del soggetto, coinvolti negativamente dal
gioco.
L'inserimento del suono e della musica nella terapia permette ai pazienti di socializzare in modo sano, di elevare il tono
dell'umore, di spostare l'attenzione su altro e soprattutto di distogliersi dalla fissazione del gioco.

Il dialogo sonoro è una tecnica musicoterapica elaborata dal Dott. Mauro Scardovelli, attraverso la quale le persone
interagiscono tra di loro mediante l'utilizzo del suono, della voce e del corpo, il dialogo sonoro è utile ai giocatori per
individuare il problema originario che li ha condotti alla patologia e offre loro l'occasione di esprimere le emozioni
attraverso il suono per giungere in modo creativo ad una soluzione positiva. Al termine di ogni incontro i momenti più
importanti vengono elaborati e verbalizzati assieme allo psicologo.

MUSICOTERAPIA E AFASIA

L'uso della musicoterapia nella riabilitazione degli afasici sta dando buoni risultati, ovvero a chi a seguito di una lesione
cerebrale, causata da un trauma cranico, ischemia, ictus, emorraggia o tumore, manifesta dei disturbi nell'espressione e
nella comprensione del linguaggio scritto o parlato ed anche disturbi della memoria, difficoltà nei movimenti, incapacità
di riconoscere gli oggetti, alterazioni della percezione sensoriale e instabilità emotiva.

Gli aspetti del comportamento corporeo-sonoro-musicale possono essere utilizzati come elementi agevolatori nella
riabilitazione delle persone afasiche per il conseguimento di differenti obbiettivi. Ci si concentra sull'espressione
sonoro-vocale del paziente. Non solo con l'obbiettivo di recuperare, ma anche di ampliare la gamma delle possibilità
espressive, mediante la creatività.

Il primo obbiettivo è quello di cercare di elaborare una scheda di valutazione neuro-musicale fon l'idea di poterla
utilizzare tanto con i pazienti senza formazione musicale, quanto con quelli con una buona preparazione musicale
precedente la loro afasia. Con la valutazione musicale si può scoprire esattamente qual'è la sede della lesione e quali
funzioni sono alterate. Infatti alcuni afasici distinguono intensità, timbri, altezze, rumori e suoni, altri invece non
ricordano canzoni precedentemente conosciute o cantano parole che però non riescono più a pronunciare.

Una volta efettuata la valutazione si elabora un progetto terapeutico individuale o di gruppo, trattandosi di pazienti
afasici, il lavoro si concentrerà sulla fonazione, la respirazione, il canto, l'accentuazione e la struttura ritmica della
parola.

Lavorando su una canzone si accompagna il paziente all'uso della parola, egli riguadagna così la spontaneità e scopre
nuove possibilità di comunicazione con l'altro. Dovrà rendersi conto dei suoi limiti e accettarli così come sono, per poi
utilizzarli in maniera più positiva per lui e per coloro che lo circondano.

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