quaderni
italiani
di musicoterapia
musica &
terapia
A.N.F.F.A.S.
sezione di Genova
n. 2 luglio 2000
Associazione Professionale
Italiana Musicoterapeuti
www.psmusic.com/apim.htm
•
anno 00
2
n u m e r o
Musicoterapia
e autismo
Conoscenze attuali in
tema di autismo
q u e s t o
Il modello Benenzon
nell’approccio
al soggetto autistico
i n
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S e g re t e r i a d i re d a z i o n e : Ferruccio Demaestri • C.so Don Orione 7, 15052 Casalnoceto (AL) tel. 0131/809407
musica & terapia
numero
2
direttore editoriale
Gerardo Manarolo
comitato di redazione
Claudio Bonanomi
Massimo Borghesi
Ferruccio Demaestri
Agostino Pigna
Alfredo Raglio
Andrea Ricciotti
segreteria di redazione
Ferruccio Demaestri
comitato scientifico
Rolando O. Benenzon
Università San Salvador,
Buenos Aires, Argentina
Leslie Bunt
Università di Bristol,
Gran Bretagna
Giovanni Del Puente
Sez. di Musicoterapia, Dip. di Scienze Psichiatriche
Università di Genova
sommario
numero pag 1
2
Editoriale
pag 2
Conoscenze attuali in
tema di etiopatogenesi
dell’autismo infantile
Giovanni Lanzi, Carlo A. Zambrino
pag 15
Il trattamento musicotera-
pico di soggetti autistici
Gerardo Manarolo, Ferruccio
Demaestri
pag 23
La musicalità autistica:
aspetti clinici e prospettive
di ricerca in musicoterapia
Alfredo Raglio
pag 29
Il modello Benenzon
nell’approccio al soggetto
autistico
Rolando Benenzon
pag 37
Autismo e musicoterapia
Simone Cangiotti
pag 43
Dalla periferia al centro:
spazio-suono di una
relazione
Claudio Bonanomi
pag 50
Recensioni
Edizioni Cosmopolis
Corso Peschiera 320 pag 52
10139 Torino Notiziario
011 710209
pag 56
progetto grafico
Articoli pubblicati
Harta Design, Genova sui numeri precedenti
Paola Grassi
Roberto Rossini pag 58
Norme redazionali
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editoriale
L’ autismo ( inteso sia come manifestazione sintomatolo-
gica che come sindrome a sé stante) ha rappresentato, fin
dalle prime esperienze di Juliette Alvin e di Rolando
Benenzon, un ambito clinico particolarmente reattivo
all’approccio musicoterapico. Si potrebbe forse affermare
che la musicoterapia nasce e si diffonde proprio in ragio-
ne delle positive esperienze condotte soprattutto nei con-
fronti dell’autismo infantile. Memori di ciò si è voluto
riproporre una riflessione su tale ambito clinico quasi a
voler ridefinire la specificità dell’approccio musicoterapi-
co e per tracciare una linea di contatto con contesti appli-
cativi (Malattia di Alzheimer, Stati post-coma) di cui ci
siamo recentemente occupati e che condividono con l’au-
tismo la permanenza di modalità espressive e comunicati-
ve primordiali. La monografia si apre con la ricerca biblio-
grafica di Giovanni Lanzi e di Carlo Zambrino che presen-
tano un’esauriente rassegna delle principali ipotesi etio-
patogenetiche. La molteplicità dei dati raccolti depone
per una difficile generalizzazione delle conoscenze.
L’autismo appare come un insieme di realtà fra loro diver-
se ; ogni caso ha probabilmente un differente profilo etio-
patogenetico e richiede quindi diversi approcci terapeuti-
ci. Lo specifico musicoterapico è poi affrontato da
Gerardo Manarolo, Ferruccio Demaestri e Alfredo Raglio; i
loro contributi, pur descrivendo diverse strategie d’inter-
vento e riferendosi a differenti contesti applicativi ( età
evolutiva / adulti ), precisano la specificità dell’approccio
musicoterapico individuando nelle teorizzazioni di Daniel
Stern ( gli affetti vitali, la sintonizzazione ) un fondamen-
tale riferimento concettuale. Non si può parlare di musi-
coterapia e di autismo senza fare riferimento a Rolando
Benenzon.Tutti i contributi presentati in questo numero di
Musica et Terapia gli sono debitori.Benenzon ha elabora-
to un modello teorico e metodologico per il trattamento
del soggetto autistico che viene presentato sinteticamen-
te in queste pagine. La monografia si conclude con due
interessanti contributi esperienziali.Simone Cangiotti
descrive un intervento musicoterapico rivolto ad un
ragazzo autistico di 22 aa. proponendoci l’analisi del con-
testo familiare e delle conseguenti difficoltà gestionali.
Claudio Bonanomi riporta il trattamento musicoterapico
di un ragazzo di 25 aa. affetto da grave ritardo mentale e
da una psicosi d’innesto con tratti autistici; la descrizione
del caso e l’evoluzione del trattamento richiamano alla
Gerardo Manarolo
Conoscenze attuali
Giovanni Lanzi, Carlo A. Zambrino, Cattedra di Neuropsichiatria Infantile, Dipartimento di Scienze Neurologiche, Università di Pavia – Irccs Fondazione Casimiro Mondino
in tema di etiopatogenesi
dell’autismo The report presents the main interpretative pos-
sibilities concerning children’s autism etio-
infantile* pathogenesis. The autor relates synthetically the
chief explicative models of reference:
• Psychogenetic type hypotesis;
• Genetical hypotesis;
• Immune theories;
• Neurochemistry hipotesis;
• Neuroimages;
• Mind theory.
They will stress how, in the understanding
process of the phenomenon autism, an
integration of avaible knowledges proceeding
from different theoretical trend is necessary.
Particular importance is to be awarded to the
support work to the mother and family nucleus
of the autistic persons putting the relational
dimension (be it influenced by constitutional or
by psycho-affective factors) to the centre of
therapeutical plan, considering each single case
of autism in its inseparable biopsychical
dimension.
Vi è ancora molto
da approfondire L’autismo infantile suscita oggi molto interesse
nei vari ambienti clinici e di ricerca, in quest’ar-
per arrivare ad ticolo cercheremo di riassumere i principali con-
una conoscenza tributi che si sono succeduti negli anni, dopo che
Kanner nel 1943 descrisse per primo la forma.
vera delle cause Egli la definiva come una “inabilità innata per i
che determinano contatti interpersonali”, dovuta ad un disturbo
dello sviluppo cerebrale. Aveva anche colto delle
l’insorgenza caratteristiche comportamentali particolari nei
dell’autismo genitori, specie nella madre, e una maggiore
incidenza nelle classi socio-culturali elevate. Con
infantile e per Eisemberg poi, nel ’56, tornò sull’argomento,
mettere considerando l’autismo come quadro clinico
espressione sia di fattori ambientali precoci sia di
a punto una fattori innati. Dopo le prime segnalazioni di
terapia adeguata Kanner molti contributi furono consegnati alla
letteratura, alcuni con orientamento costituzio-
2 ed efficace. nalistico, altri più psicogenetico. Cominceremo
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rapporto di dipendenza madre-bambino. nesia di supporto del pensiero astratto che impe-
6) Vari altri contributi in questa ottica andrebbe- direbbe al bambino di adattarsi alle esigenze del
ro menzionati, come ad esempio quello di mondo, di acquisire le possibilità di anticipazione
Meltzer, ma rimandiamo per questo approfondi- e di preparazione, provocando una reazione cata-
mento alla letteratura specifica. Interessante è strofica. Rimland (1969) parla di una supposta
però notare che già nel 1953 la Bender aveva anomalia di tipo cognitivo in questi bambini: lo
sostenuto che la psicosi infantile non poteva far stimolo sarebbe appreso ma non compreso per un
riferimento solo ad una ipotesi psicogenetica: difetto della sostanza reticolare. Per Pronovost
pensava, infatti, che, ad esempio, un difetto delle (1966) vi sarebbe un difetto dei recettori a
funzioni neurovegetative e della regolazione del distanza (vista ed udito), migliore funzionamento
tono potessero impedire ad un bambino di stabi- dei recettori di contatto (tatto, olfatto e gusto) e
lire una comunicazione soddisfacente con la ciò comporterebbe un insuccesso nell’adattamento
madre e a lei un corretto adattamento verso di del bambino a partire dal momento in cui i recetto-
lui. Un difetto costituzionale viene visto quindi ri a distanza diventano necessari per l’adattamento.
dalla Bender come un elemento importante che Quelle sin qui riferite sinteticamente sono solo
rende dificile lo sviluppo di una buona relazione ipotesi ma alcune di esse esprimono intenzioni
madre-bambino. Pressappoco sulla stessa linea si assai acute e in parte plausibili anche alla luce dei
colloca anche Antony (1958) che attribuisce lo dati recentemente acquisiti sperimentalmente.
sviluppo di una psicosi a varie cause: 1) una ano- Oggi l’encefalo del bambino autistico viene inda-
malia costituzionale che impedisce una buona gato sperimentalmente sotto diversi punti di vista
relazione colla madre; 2) un difetto dei mezzi a e la letteratura è molto ricca; faremo però qui cenno
disposizione che rende difficile la relazione solo ai contributi che ci sembrano più interessanti e
madre-bambino e che diventa pertanto patologi- che esprimono filoni di ricerca al momento attuale
ca; 3) una non-risposta della madre al bambino. più seguiti e che riteniamo più promettenti.
I concetti espressi dalla Bender hanno avuto scarsa Cominciamo dagli studi sulla genetica.
rilevanza a suo tempo, ma sembrano ora di grande
attualità visto il fiorire, oggi, di ricerche sul piano Genetica
biologico e che alcuni dati interessanti in questa Gli studi genetici di Rutter e Bayley condotti con
linea si cominciano ad avere. Al momento attuale, tradizionali metodiche quantitative (concordanza
si è in generale persuasi che sia poco realistico cer- nei gemelli e studio degli alberi genealogici)
care di spiegare l’autismo soltanto nell’ottica psico- hanno fornito sufficienti prove sull’importanza
genetica, persuasi invece, come sono gran parte delle componenti genetiche nell’autismo, ma la
degli studiosi, che una base organica, anche se complessità del quadro clinico suggerisce che i
ancora poco nota e chiara, giochi un ruolo assai loci genetici coinvolti siano particolarmente
importante nel determinismo e nello sviluppo del numerosi e che i fattori ambientali rivestano un
quadro autistico: è questo un concetto che, peral- ruolo strategico. La percentuale di rischio di
tro, ha dei riferimenti piuttosto antichi. ricorrenza nelle famiglie affette viene quindi sti-
Già nel 1949, pochi anni dopo la prima descrizio- mato tra 3-8 %, mentre esiste una concordanza
ne di Kanner, Bergman ed Escalona ipotizzano per la diagnosi di circa 90% negli studi di gemel-
che nei bambini con autismo vi sia una sensibilità li omozigoti e del 5-10% nei gemelli dizigoti dello
esagerata agli stimoli sensoriali, specialmente stesso sesso. Tuttavia la possibilità di identificare
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visivi e uditivi. Goldstein (1959) parla di una age- i loci genetici coinvolti passa attraverso lo studio
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del linkage e necessita di una precisa definizione Inoltre dati sperimentali indicano come il sistema
dei sottogruppi e della eventuale comorbidità. La immunitario ed il sistema nervoso centrale comu-
complessità clinica dell’autismo fa ipotizzare nicano fra di loro con una modalità bidirezionale.
infatti che una via patogenetica comune possa Il cervello influenza il sistema immunitario attra-
essere “triggerata” dalla combinazione di fattori verso due vie: stimoli neurocrini mediati da neu-
epigenetici ed ambientali diversi. rotrasmettitori che interagiscono con recettori
Restano numerose questioni aperte relative funzionalmente attivi localizzati sulle cellule del
all’applicabilità dei risultati delle indagini geneti- sistema immunitario e liberazione di sostanze
che agli altri Disturbi generalizzati dello sviluppo neuroendocrine ed endocrine. A sua volta il siste-
e alla sindrome di Asperger nonché ai rapporti fra ma immunitario informa il sistema nervoso cen-
autismo e altre patologie di interesse psichiatri- trale sulla dinamica delle risposte immunitarie
co. Dai lavori di De Long e Comings emerge infat- attraverso la liberazione di sostanze quali le chi-
ti un possibile linkage familiare con i disturbi tochine (interleuchine e Tnf-4) in grado di
affettivi maggiori e la sindrome di Tourette. Un influenzare circuiti neuronali o la secrezione di
altro problema aperto e necessario di studi rigo- ormoni ipotalamo-ipofisari. Il ruolo centrale,
rosi sotto l’aspetto metodologico, resta quello nelle interazioni immuno-neuroendocrine, è eser-
dell’eterogeneità dell’espressione genetica nelle citato dall’ipotalamo che riveste una posizione
famiglie e l’identificazione di sottogruppi defini- chiave nel mediare le risposte immunitarie con i
ti in rapporto a caratteristiche cliniche, neurochi- processi cognitivi ed emozionali. Sulla base di
miche o di risposta ai farmaci. Le indagini di bio- queste evidenze sperimentali, sono state elabora-
logia molecolare possono aprire interessanti pro- te teorie che individuano anomalie delle risposte
spettive; gli studi di Cook (1997) hanno identifi- immunitarie eventualmente implicate nell’eziolo-
cato un legame fra l’autismo e anomalie di geni gia del disturbo autistico, sia con azione diretta,
legati al controllo di trasporto di serotonina. sia come fattori interagenti con il terreno geneti-
Resta tuttavia evidente che l’autismo costituisce co. È possibile che nell’autismo si determini una
comunque un’entità multifattoriale che coinvol- disregolazione dei meccanismi di riconoscimento
ge loci e geni diversi. fra sé e non-sé determinando un difetto dell’im-
munità cellulare attraverso alterazioni dirette del
Teorie immunitarie sistema immunitario causato da infezioni prena-
Alla base di queste teorie esiste l’evidenza del- tali ovvero un difetto genetico primario dell’im-
l’associazione tra infezioni prenatali e autismo munità mediata dalle T-cells che renderebbero il
infantile (Ivarsson 1990, Gillberg 1991, feto più suscettibile alle infezioni virali con con-
Ghaziuddin 1992). Se la ricerca di evidenze diret- seguenti danni al sistema nervoso centrale.
te dell’agente virale risulta spesso negativa, la Inoltre una riduzione delle NK cells induce un
presenza del virus non è condizione necessaria aumentato rischio di infezioni prenatali. Altri
per l’instaurarsi di una patologia indotta da rilievi sperimentali nel disturbo autistico possono
microrganismi. Questi ultimi, infatti, possono essere correlati con una disfunzione dell’immu-
interferire con i processi di differenziazione cel- nità cellulare-NK cells, quali l’iperserotoninemia,
lulare oppure influenzare l’immunità cellulare che avrebbe un effetto soppressivo sulle funzioni
alterando l’espressione delle caratteristiche di linfocitarie, alterazioni della neocortex che pos-
membrana, inducendo la liberazione di chitochi- sono indurre disfunzioni nell’attività delle T-cells
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ne o influenzando le funzioni neuroendocrine. e NK-cells o, infine, elevati livelli di testosterone
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fetale che potrebbero interferire con lo sviluppo Il coinvolgimento dei sistemi serotoninergici è
delle funzioni cerebrali (ritardata crescita della stato proposto da Coleman (1973) e Young (1982)
parte posteriore dell’emisfero sinistro) e dell’im- sulla base dell’osservazione che tali sistemi
munità cellulare (disordini autoimmunitari, sensi- modulano un’ampia gamma di comportamenti
bilità ed infezioni). spesso compromessi nell’autismo. Gli studi con-
dotti nel campo della neurochimica lasciano
Ipotesi neurochimica ancora numerose perplessità sul ruolo di una pos-
Meccanismi neurochimici sono coinvolti nei pro- sibile disfunzione dei sistemi neurotrasmettitoria-
cessi di differenziazione cellulare e di prolifera- li, in quanto non appare chiaro se le alterazioni
zione delle cellule del sistema nervoso centrale. rappresentino un fattore causale o un semplice
Esistono tuttavia differenze nella funzione di epifenomeno. Va, inoltre, sottolineata la difficoltà
regolazione del firing dei sistemi cellulari nel metodologica nello studio dei neurotrasmettitori
corso dello sviluppo dell’individuo maturo. Ad e dei loro metaboliti nei fluidi biologici. Per
esempio la liberazione di serotonina durante lo rispondere al quesito su quanto sia rilevante il
sviluppo influenza l’espressione dei recettori a ruolo dei sistemi neurochimici nella patofisiologia
livello post-sinaptico mentre in età adulta agisce dell’autismo bisogna inoltre considerare come in
a livello degli autorecettori regolando i livelli del un’area strategica dello sviluppo del sistema ner-
neurotrasmettitore stesso. Differenti tipi di rego- voso centrale, quale l’ippocampo, siano espressi
lazione neurochimica influenzano l’attività cere- oltre 3.000 geni, il che conduce a ipotizzare che,
brale in tempi diversi: ad esempio la regolazione in linea teorica, siano circa 100.000 gli agenti
dell’apertura o chiusura dei canali ionici avviene neurochimici potenzialmente coinvolti.
nell’arco di msec., l’azione dei neurotrasmettitori
sugli autorecettori o sui secondi messaggeri (Amp Neuroimmagini
ciclico inositolo trifosfato) necessita di svariati In questo settore, a partire dagli anni ’70, sono
secondi o minuti, la fosforilazione delle proteine stati effettuati numerosi studi nel tentativo di
ne influenza le concentrazioni nel corso di minu- trovare un possibile marker biologico: i risultati
ti od ore. Eventuali disfunzioni dei sistemi neuro- sono controversi. Riporteremo alcuni dati recenti
trasmettitoriali e della neuromodulazione, sono ottenuti attraverso l’utilizzo della MR che focaliz-
state ipotizzate sulla base spesso di dati empirici zano l’attenzione sulle strutture della fossa
derivanti da esperienze neurofarmacologiche posteriore. Verme cerebellare: ipoplasia dei lobuli
(Anderson 1994) e sono state chiamate in causa vermiani VI-VII (Courchesne 1994) non confer-
diverse sostanze. L’osservazione che l’Aloperidolo mata da altri studi. Hashimoto et al. (1995) hanno
fosse in grado di controllare alcuni dei sintomi segnalato una ipoplasia dei lobuli I-V, VI-VII e
autistici (Campbell 1978, Andersen 1984) ha fatto VIII-X del verme in 102 pazienti. Emisferi cerebra-
ipotizzare che la Dopamina possa essere implica- li: aumento del volume degli emisferi (Filipek
ta nella patogenesi di questi sintomi. La modula- 1992) soprattutto a carico dei lobi temporali e
zione da parte di sistemi dopaminergici mesence- delle porzioni parieto-occipitali. Studi con la
falici delle funzioni corticali prefrontali, limbiche tomografia ad emissione di positroni non hanno
e striate (Simon 1985) ha ulteriormente rafforza- permesso di evidenziare pattern funzionali defici-
to tale ipotesi. Alcuni lavori (Martineau 1992, tari (Horwitz 1994), sebbene un ipometabolismo
Lanzi 1997) hanno evidenziato una riduzione del temporale sia segnalato in soggetti autistici con
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tono dopaminergico. spasmi infantili (Chugani 1996).
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L’autismo come possibile difetto dei processi personaggi sulla base delle loro verbalizzazioni,
attentivi. se confrontati con soggetti normali o con ritardo
Fin dalle prime descrizioni della fenomenologia mentale. Non è tuttavia chiaro se questi deficit
dell’autismo è stato considerato come “centrale” siano in realtà da attribuirsi al fatto di dover
il difetto dell’interazione sociale e delle reazioni mettere in opera processi attentivi multipli.
agli stimoli ambientali. Numerosi autori (Burke Infatti i soggetti autistici appaiono in grado di
1991, Courchesne 1994, Pierce 1995) hanno ipo- rispondere e di interpretare stimoli sociali quan-
tizzato che un deficit dei processi attentivi possa do questi richiedano un’attenzione limitata.
essere alla base di numerosi aspetti della sinto- Quando a questi soggetti viene proposta una
matologia autistica. I pazienti autistici mostrano, situazione nella quale è presente un singolo sti-
infatti, una indifferenza nei confronti di stimoli molo sociale le loro risposte non differiscono da
uditivi inaspettati con assenza di risposte di quelle dei soggetti normali, a differenza di quan-
orientamento o di sorpresa e di ricerca della to avviene quando gli stimoli sono multipli
fonte dello stimolo. Nei soggetti autistici adulti si (Pierce 1997). I dati di numerosi studi neurofisio-
osserva una impossibilità ad orientare l’attenzio- logici e neurobiologici sembrano, in parte, forni-
ne verso stimoli uditivi e visivi quando questi re supporti sperimentali a questa ipotesi.
vengono proposti in rapida successione
(Courchesne 1994). È stata inoltre dimostrata una Basi neurofisiologiche
carenza della “joint attention”, ovvero una inca- Possiamo suddividere gli studi su questo argo-
pacità di coordinare le interazioni sociali con i mento sia in base alle caratteristiche del poten-
diversi stimoli ambientali (Lewy & Dowson 1992). ziale studiato (uditivo, visivo, somatosensitivo),
Un altro fenomeno, indicativo di un possibile sia in relazione alla latenza e all’ampiezza del
deficit attentivo, è la cosiddetta “stimulus over- potenziale registrato lungo le vie neuronali depu-
selectivity” che indica come i bambini autistici tate alla trasmissione dello stimolo. L’esame dei
rispondano ad un range estremamente ristretto potenziali evocati acustici rappresenta sicura-
di stimoli ambientali. Questa modalità di com- mente uno dei terreni più fertili della ricerca degli
portamento è stata riscontrata utilizzando ultimi anni. I risultati sono tuttavia contradditto-
un’ampia varietà di stimoli quali quelli sonori, ri in relazione spesso a differenze metodologiche.
luminosi, tattili semplici e/o complessi e stimoli Un paziente normale mantiene non solo un
sociali, quali istruzioni verbali o situazioni ludi- orientamento attento verso la sorgente di infor-
che. Anomalie nella processazione delle informa- mazione, ma anche un orientamento concettua-
zioni sociali e delle interazioni con il partner sono le al tipo e al significato della specifica informa-
state individuate come componenti della sinto- zione, che si aspetta provenga dalla sorgente. Il
matologia autistica. Fra queste possiamo ricorda- soggetto autistico sembra avere un deficit di
re la capacità di attribuire agli altri uno stato entrambe le funzioni (Courchesne, 1983).
mentale, di interpretare le espressioni facciali, Risultati interessanti si sono ottenuti soprattutto
vocali e gestuali nella comunicazione degli affet- nello studio dell’onda P300, in rapporto alla pro-
ti, l’interazione di sguardo, la capacità di arousal babilità/improbabilità di un evento uditivo atte-
e di rispondere a stimolazioni tattili e propriocet- so dal soggetto. Questi studi, sempre nel gruppo
tive. Gli studi condotti dalla Happè (1994) dimo- di Courchesne, hanno dimostrato una diminuzio-
strerebbero che i soggetti autistici presentano ne dell’ampiezza dell’onda in autistici con ritardo
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una difficoltà ad interpretare gli stati mentali dei mentale. Utilizzando tasks che richiedono un
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continuo shift dell’attenzione fra stimoli uditivi zate in diverse regioni del cervello (amigdala, cor-
ed acustici, si è osservato come pazienti autistici teccia orbito-frontale, ippocampo, corpi mam-
con ipoplasia neocerebellare siano incapaci di millari, lobo temporale e cervelletto): il ruolo di
discriminare la fonte e focalizzare l’attenzione in tali rilievi appare tuttavia di difficile interpreta-
meno di 2 sec., con assenza della risposta evento- zione. Tuttavia il numero di cervelli studiati al
correlata tardiva. Analizzando più specificata- tavolo anatomico è tuttora esiguo ed i reperti
mente i potenziali sia acustici che visivi possiamo spesso non comparabili. I risultati degli studi con-
concludere che i soggetti affetti da autismo sem- dotti con Mri, a loro volta, hanno di fatto fornito
brano reagire con ampiezze P3 parietali più basse dati non univoci in quanto le alterazioni riscon-
ai potenziali acustici, mentre non esiste un’altera- trate non sono presenti in tutti i soggetti autisti-
zione specifica a quelli visivi. Wong e Wong ci e non sono di per sé specifiche di tale condi-
(1991) hanno esaminati i potenziali evocati acu- zione in quanto si ritiene possano costituire la
stici in 109 bambini con autismo, confrontandoli conseguenza piuttosto che la causa dell’autismo.
con un campione di soggetti sani, e hanno evi- L’utilizzo di modelli animali ha aperto interessan-
denziato una latenza di trasmissione maggiore ti prospettive nell’interpretazione fisiopatologica
nei primi: questo sarebbe da imputare a disfun- di alcuni comportamenti del soggetto autistico.
zioni cerebrali forse anche sulla base dei disturbi Non è tuttavia chiarito se l’autismo possa consi-
cognitivi, linguistici e di sviluppo. Nel normale derarsi una patologia per la quale si possa ricer-
una risposta elettrocorticale di associazione care un modello animale in quanto i sintomi
cross-modale fra stimoli di differente origine può “centrali” comportano una disfunzione delle fun-
essere registrata in seguito all’applicazione di sti- zioni superiori non presenti in altri mammiferi.
molazioni sonore e visive. Nei pazienti autistici lo Tuttavia i primati sottoposti all’ablazione del lobo
studio elettrofisiologico confermerebbe un difet- temporale mediale in epoca neonatale sviluppano
to nella filtrazione degli input sensoriali e una comportamenti autistic-like e deficit nell’intera-
difficoltà nell’associazione cross-modale (Lelord zione sociale. Nel macaco il lobo temporale par-
1991). Altre differenze significative si sono rileva- tecipa alla processazione delle informazioni rela-
te nello studio di onde quali N1 e P2, probabil- tive al riconoscimento delle espressioni facciali e
mente riferibili all’attivazione di vie serotoniner- neuroni singoli polimodali del solco temporale
giche della corteccia uditiva. Studi volti ad esplo- superiore sono responsabili del contatto oculare e
rare l’attenzione visuo-spaziale mediante i poten- di specifiche manifestazioni mimiche correlate a
ziali evocati visivi hanno evidenziato nei soggetti stati emotivi. Le aree associative dei lobi parieta-
autistici e in soggetti con lesioni della corteccia le, temporale e frontale sono responsabili dell’at-
parietale una esagerata fissazione dell’attenzione tività integrativa-motivazionale e sono connesse
verso stimoli luminosi ristretti associata ad una con il cervelletto (via cortico-ponto-cerebellare e
riduzione della risposta sensoriale verso stimoli via cerebello-talamo-corticale con proiezioni
periferici. Si realizzerebbe quindi una “overselec- nelle strutture limbiche). È noto come una lesio-
tive attention” verso stimoli funzionali estrema- ne precoce del complesso amigdala-ippocampo
mente ristretti. provochi nelle scimmie un’alterazione del com-
portamento sociale e nell’attaccamento
Basi neurobiologiche (Bachevalier et al. 1991).
Gli studi condotti in vivo e post-mortem hanno Tali dati indicano che alla base delle anomalie
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messo in evidenza una serie di alterazioni localiz- cognitive osservate nell’autismo possa esservi un
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disfunzionamento delle strutture temporali e logica fornisce oggi le basi di una conoscenza,
frontali e che le funzioni della neocorteccia pos- seppur parziale, di alcuni dei meccanismi fisiopa-
sano essere negativamente influenzate dalle tologici del comportamento autistico. Nonostante
regioni limbiche che mediano i comportamenti questo si avverte l’impossibilità di ricondurre le
sociali ed emozionali. complesse informazioni, ricavate dall’utilizzo di
Sulla base dei dati precedentemente descritti, si tecnologie sempre più raffinate, ad una via pato-
può ipotizzare che tali difetti strutturali-funzio- genetica comune in grado di fornire una convin-
nali possano determinare un’assenza ovvero cente spiegazione della complessità e “pervasività”
un’alterazione delle relazioni interpersonali pre- dei disturbi riconducibili allo spettro autistico.
coci. Le distorsioni emotive conseguenti potreb- Cercheremo ora di dire qualcosa sulla “sindrome
bero riflettersi in una disfunzione dinamica dei evolutiva dell’emisfero destro” (Drhs) e sulla “teo-
processi di plasticità neuronale con conseguenze ria della mente”.
sulle performance cognitive e comportamentali.
Se è infatti noto che la struttura primaria di orga- Sindrome evolutiva dell’emisfero destro
nizzazione neuronale è geneticamente determi- È stata descritta da Meklebust e Johnson (1971)
nata, è altresì vero che la microstruttura può ed è ancora poco studiata specie per quanto
essere influenzata in larga misura da stimoli riguarda la sua probabile implicazione nell’auti-
ambientali (relazione madre-bambino). I modelli smo. I soggetti che presentano questa sindrome
animali illustrano l’importanza del ruolo dei pro- sono incapaci di comprendere bene alcuni aspet-
cessi evolutivi nel determinismo della cascata di ti della realtà, mancano di condotte anticipatorie,
eventi patofisiologici alla base del disturbo auti- sono incapaci di apprezzare e di apprendere non
stico. In relazione al timing della lesione possiamo solo le normali implicazioni della gestualità quo-
infatti ipotizzare che danni intervenuti precoce- tidiana, ma anche le espressioni mimiche dei volti.
mente possano indurre deficit successivi in più Nel 1991 Blonder e altri sottolineano il fatto che
remote regioni cerebrali. I difetti rilevati nell’au- qui è colpita la capacità di comprendere e di
tismo suggeriscono un potenziale interessamento restituire adeguatamete i segnali affettivo-emo-
di strutture cerebrali coinvolte nei comportamen- zionali inviati dall’ambiente, non riuscendo a
ti sociali ed emozionali, quali l’amigdala e la cor- decodificare i segnali più raffinati del comporta-
teccia orbito-frontale (sistema limbico). Lesioni mento sociale della razza umana. Si sa che la
del sistema limbico possono a loro volta causare comunicazione non verbale, mediata dall’emisfe-
disfunzioni della neocorteccia responsabili ad ro destro, inizia subito dopo la nascita ed è parte
esempio dei difetti pragmatici del linguaggio e essenziale nel legame tra la madre e il bambino.
dell’organizzazione visuo-spaziale. Il quadro della Drhs andò sempre più precisando-
Appare quindi importante in termini eziologici si in questi anni, col contributo di altri autori e
non tanto focalizzare l’attenzione sulle strutture possiamo dire sinteticamente che, al di là di
primitivamente alterate, quanto identificare i modesti segni neurologici, alcuni disturbi dell’elo-
diversi livelli del sistema nervoso centrale coin- quio e dell’apprendimento e deficit neuropsicolo-
volti nel determinismo dei sintomi. Tale approccio gici ben precisi, si è potuto confermare in questi
potrà rendere ragione di come certi aspetti del soggetti alcune precise caratteristiche della per-
funzionamento cerebrale possano essere conser- sonalità:
vati o ipersviluppati. a) Estrema difficoltà di adattamento a nuove
9
La messe di dati derivanti dalla ricerca neurobio- situazioni, condizione, ambiente con inappropria-
musica terapia
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bibliografia
bibliografia
autoindotto, tutti quanti sono subito interpretati Bender L.,
come agenti con scopi e desideri, al di là della Schizophrenie de l’enfance,
Psychiat. Quart, 1953.
varietà delle forme. Id è veramente basilare e
Bettelheim B.,
lavora attraverso i sensi (visione, tatto, udito). La fortezza vuota, Garzanti
2. The eye direction detector (Edd) (rilevatore ed. Milano, 1976.
della direzione degli occhi). Questo meccanismo Bick E.,
funziona solo attraverso la visione e ha tre fun- The esperience of the skin in
early object-relation. Int.
zioni basilari:
Journ. of Psycho-analysis,
a) Rileva la presenza degli occhi o degli stimoli 1968.
come gli occhi; Blonder L., Bowers D.,
b) Realizza se gli occhi sono rivolti verso di sé o Heilman K.,
verso qualcun altro (contatto mutuale); The role of the right
hemisphere in emotive
c) Deduce se gli occhi di un altro organismo sono
communication. Brain, 1991.
diretti su qualcosa e che cosa esso sta vedendo Brisone G., Borgatti R.,
(l’agente vede me, io vedo l’agente): rappresenta- La sindrome evolutiva
zione diadica. dell’emisfero destro: revisione
3. The shared-attention mechanism (Sam) (il della letteratura e
presentazione di alcuni casi
meccanismo dell’attenzione condivisa). La fun-
clinici. Saggi, 1997.
zione chiave è la costruzione delle rappresenta- Burke C.B.,
zioni triadiche che sono la rappresentazione di Some developmental
una relazione triadica: un agente e il Sé, ambe- implications of disturbance
bibliografia
Comings DE., b) Una via per legare insieme tutti questi concet-
Comings BG., ti di stati mentali (volitivo, percettivo, epistemico)
Clinical and genetic
entro una coerente comprensione di come gli
relationship between autism-
pervasive developmental
stati mentali e le azioni sono tra loro legati.
disorder and Tourette Nel soggetto autistico le cose andrebbero però
syndrome: a study of 19 nel modo seguente: Id e Edd sono intatti mentre
case. Am J Med Genet, 1991. Sam, che costruisce le rappresentazioni triadiche
Cook EH. Jr., Courchesne
necessarie per verificare se un agente pone atten-
R.Lord C. et al.,
Evidence of linkage between
zione allo stesso oggetto o evento, è molto alte-
serotonin transporter and rato per quanto riguarda la modalità visiva, tatti-
autistic disorder. Mol. le e uditiva. Gli autistici non mostrano alcun
Psychiatry, 1997. comportamento d’attenzione congiunta o condi-
Courchesne E., Townsend
visa, né sguardi per controllare, né comportamen-
J., Akshoomoff NA., et al.,
Impairment in shifting
ti collegati al tentativo di catturare l’attenzione
attention in autistic and di altri, usando gesti protodeclarativi. Nessuna
cerebellar patient. Behavioral rappresentazione triadica può essere fatta e Sam
Neuroscience. non ha alcuna possibilità di stimolare Tomm. I
Dawson G., Lewy A.,
bambini autistici hanno difficoltà a comprendere
Arousal, attention and the
socialemotional impairmets
gli stati mentali epistemici e non distinguono il
of individuals with autism. In vero dal falso, ecc., riconoscono le semplici emo-
Dawson D. ed. Autism: zioni ma hanno difficoltà a riconoscere le emo-
nature, diagnosis and zioni di sorpresa, legate alle opinioni. Sanno giu-
treatment, New York,
dicare quando le emozioni sono causate da situa-
Guilford, 1989.
De Long R.,
zioni, desiderio, ma ben poco capiscono delle
Children with autistic emozioni basate sulle opinioni.
spectrum disorder and a
family history of affective Considerazioni conclusive
disorder. Dev. Med. Child
Abbiamo esposto, sia pure in modo molto sinteti-
Neurol, 1994.
Ghaziuddin M., Tsai LY.,
co, le principali ipotesi interpretative dell’autismo
Eilers I, Ghaziuddin N., infantile che oggi si avanzano, sostenute, almeno
Brief report: autism and alcune, da dati sperimentali che meritano una
herpes simplex encephalitis. certa considerazione. Come già detto, non vi è
J.Autism Dev. Dis, 1992.
dubbio che l’interesse del mondo scientifico è
Gilberg IC.,
Autistic syndrome with onset
oggi assai vivo ed i risultati che si ottengono
at age 31 years: herpes sembrano assai promettenti per cui è giustificato
encephalitis as a possible sperare che poco a poco i tanti aspetti ancora
model for childhodd autism, sconosciuti di questa sindrome si chiariscano in
Dev. Med. Child Neurol, 1991.
modo definitivo. Ma è anche molto probabile che
Goldstein K.,
Abnormal mental conditions colle nuove conoscenze arriveremo a capire che
in infancy. J. Nerv. Ment. Dis. l’autismo come ora lo intendiamo altro non è, se
1959. non un insieme di realtà diverse tra loro: scopri-
12
remo che c’è quindi autismo e autismo e che le
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bibliografia
stesse conoscenze che andremo a fare non saran- Happè FGE.,
no più di tanto generalizzabili. Entro certi limiti, An advanced tests of theory
of mind: understanding of
ogni caso farà un po’ a sé, riconoscendo una etio-
story characters thougts and
patogenesi almeno per alcuni aspetti differente, feelings by able autistic,
così come differente sarà l’intervento terapeuti- mentallly handicapped and
co. Abbiamo sopra riportato in sintesi le ipotesi normal children and adults.
interpretative dell’autismo infantile che si rifanno Journal of Autism and
Developmental Disabilities,
al mondo psicologico, quella costituzionale e bio-
1994.
logica e infine le ipotesi miste, e come tutti Horwitz B., Rumsey JM.,
sanno, dopo alcuni decenni in cui le prime gode- Positron emission
vano maggiore considerazione, ora, invece, sono tomography: implications for
le seconde ad avere più credito nel mondo scien- cerebral dysfunction in
autism. In Bauman M.,
tifico e assistenziale. Sembra però doveroso e
Kemper T. et al. Eds The
onesto affermare che, pur riconoscendo che sarà Neurobiology of Autism.
proprio dalle ricerche nell’ambito biologico che Baltimore J. Hopkins
nei prossimi anni ci verranno i dati di conoscenze University press, 1994.
più interessanti e promettenti, sarebbe però un Ivarsson SA., Bjerre
I.,Vegfors P., Ahlfors K.,
errore ritenere che questa ottica sia l’unica via
Autism as one of several
per arrivare a comprendere in modo globale e disabilities in two children
soddisfacente la complessa situazione del bambi- with congenital
no autistico. Ciò anche se oggi siamo persuasi che eytomegalovirus infection.
bibliografia
Il trattamento
La musicoterapia è una
vi e relazionali che essa metodica che va ad inconscia, della madre di
permette di attivare
intervenendo su tali
agire in modo isomorfi- restituire al figlio non
solo un’imitazione (sep-
aspetti. In questi casi è co su competenze pur variata) ma una
rilettura metaforica e
di frequente osserva-
zione una particolare
primitive ed innate analogica che sottoli-
interazione con l’ele- neando il “come” più che
mento ritmico e con quello sonoro/musicale: si il “cosa” pone l’accento non sul fenomeno ma su
può trattare di un’intensa risposta psicomotoria ciò che sta dietro di esso, sulla qualità dello stato
a determinati ascolti, di spontanee e originali d’animo. Questa interazione riguarda soprattutto
produzioni sonore, di competenze imitative su di gli affetti vitali vale a dire le qualità dinamiche e
un piano ritmico e melodico, di attività motorie cinetiche delle sensazioni e dei profili di attiva-
più o meno stereotipe scandite ritmicamente. Per zione. I parametri che caratterizzano gli affetti
certi aspetti possiamo ritenere tali comporta- vitali e su cui si modula la sintonizzazione sono
menti l’espressione distorta di competenze inna- l’intensità, la durata, la forma. Ritroviamo anche
te finalizzate alla comunicazione e alla relazione. in questo caso parametri attinenti al ritmo, al
Trevarthan definisce tali competenze “il sistema suono, alla musica. Lo stesso Stern cita la danza e
regolatore centrale della comunicazione umana”, la musica come esempi dell’espressività degli
vale a dire una dotazione innata, propria di ogni affetti vitali. Da questa prospettiva le prime
individuo, che consente l’attuarsi di processi forme di compartecipazione affettiva utilizzereb-
intersoggettivi fin dai primi giorni di vita. Tale bero codici espressivi intimamente connessi al
sistema costituisce una base su cui si strutturerà musicale. D’altra parte anche Giorgio Moretti ci
il linguaggio verbale e quello musicale e questo ricorda che la dimensione ritmico-melodica (ma
substrato neurobiologico consente alla coppia anche quella timbrico-agogica) è parte integran-
madre-bambino di attivare la loro specifica inte- te delle dotazioni di base dell’individuo e Gardner
razione non verbale. Le competenze che caratte- definisce la musica come una competenza intel-
rizzano il sistema regolatore della comunicazio- lettuale che si sviluppa su di una base innata.
ne rimangono invariate per tutta la vita e In quest’ottica possiamo considerare la musicote-
sopravvivono in soggetti affetti da processi invo- rapia come una metodica che va ad agire in modo
lutivi o da handicap intellettivi. In una prospetti- isomorfico su competenze primitive ed innate al
va musicoterapica è interessante osservare come fine di attivarle, qualificarle, potenziarle.
gli elementi che fondano tali competenze costi- Considerando i comportamenti autistici come l’e-
tuiscano anche gli aspetti strutturali e qualitati- spressione di un disturbo quali-quantitativo della
vi dell’esperienza musicale: le variazioni d’inten- competenza a comunicare (disturbo di varia e
sità, altezza, timbro, ritmo e durata sono tipiche complessa eziologia), l’approccio musicoterapico
di qualsiasi comunicazione primordiale e sono può essere ritenuto specifico nella misura in cui
anche, seppur articolate in raffinate costruzioni va a sollecitare, organizzare e qualificare proprio
simboliche, proprie dell’arte musicale. Stern da tali competenze nei loro aspetti elementari e
parte sua pone a fondamento del rapporto inter- basilari utilizzando codici e modalità analoghe. In
soggettivo che si instaura fra madre e bambino altre parole l’elemento ritmico e quello sono-
(a partire dai 9 mesi) il comportamento di sinto- ro/musicale ci consentono di contattare il sog-
16
nizzazione; si tratta della competenza, per lo più getto “autistico” ad un livello che gli è proprio
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(livello sensoriale, motorio, cenestesico), livello restituiti al paziente; la riproposta del musicote-
caratterizzato da competenze espressive e comu- rapista ha l’obiettivo di attirare l’attenzione,
nicative elementari e spesso distorte da processi vuole ordinare il mondo del bambino proponen-
psicopatologici. Attraverso una costante rilettura do elementi costanti e tratti distintivi, cerca di
in chiave “musicale” del comportamento del sog- connotare di un possibile senso e di una possibi-
getto l’approccio musicoterapico propone al le forma ciò che in apparenza ne è privo. Questi
bambino una continua interrelazione che attri- obiettivi potranno essere perseguiti solo se l’ope-
buisce senso e significato alle sue manifestazioni. ratore sarà capace di modularsi sui tempi e sui
La potenziale gratificazione sensoriale ed “esteti- modi propri di ciascun caso (sulla “sua musica”) e
ca” indotta dal musicale, l’isomorfismo che il sappiamo quanto questa operazione sia difficile,
musicale mantiene con le primitive modalità precaria e faticosa. L’interazione con l’adulto
espressive e comunicative possono facilitare un inoltre, come ricorda Stern, si pone come poten-
contatto sensoriale ed emotivo, possono attivare ziale fattore di regolazione del livello di arousal e
un punto d’incontro. Questo contatto, come di eccitazione; il musicoterapista individuando
afferma Zappella, “propone al bambino il rappor- l’area ottimale di stimolazione per ciascun bam-
to con un’altra mente che si pone in sintonia con bino potrà nella dimensione interattiva esercitar-
lui e gli restituisce in forma modificata il messag- la e ampliarne i confini. Le produzioni del bam-
gio che esso manda… questo contatto può con- bino saranno quindi organizzate, variate, ampli-
sentire lo sviluppo di un certo grado di reciprocità ficate o destrutturate in relazione all’obiettivo e
sociale”. alle strategie prefissate, in ragione di un approc-
Il musicoterapista si pone come un “interprete” cio che sarà sempre oscillante fra la “comunione
di fronte ad una partitura, partitura costituita in interpersonale” e “il tentativo di modificare e
questo caso dal bambino, da come esso “risuona” correggere comportamenti disturbati”.
dentro il musicoterapista, dalla relazione instau-
ratasi fra bambino ed adulto, dalla identità sono- Aspetti applicativi
ro/musicale di entrambi (questa si manifesta pri- Illustreremo ora due situazioni cliniche. Per ogni
mariamente a livello tonico, motorio, vocale e caso sarà presentata una breve anamnesi,
nelle modulazioni d’intensità della globale il bilancio psicomusicale (lo studio delle caratte-
espressività soggettiva). Il musicoterapista ristiche sonoro/musicali del soggetto), le
“interpreta” e quindi opera una scelta; alcuni indicazioni al trattamento (quali sono gli ele-
aspetti della realtà fenomenica del soggetto sono menti che hanno fatto ritenere opportuno il
colti e vengono restituiti rielaborati altri aspetti trattamento musicoterapico), gli obiettivi (cosa ci
sono scartati. Tale scelta, oltre ad essere frutto aspettiamo dal nostro intervento), le
delle inevitabili e preziose risonanze controtran- modalità d’intervento (come abbiamo agito), la
sferali (che il musicoterapista deve saper utilizza- struttura del “setting” (com’è stata organizzata
re come informazioni di ciò che sta accadendo), la stanza di musicoterapia in funzione del sog-
privilegerà gli elementi che in virtù della loro getto trattato), la descrizione dell’intervento
modulabilità e della loro reattività al contesto (viene presentato l’estratto di una seduta), un
relazionale e alle emozioni in esso presenti appa- commento all’intervento al fine di precisare
riranno maggiormente connotati in senso le strategie impiegate e i risultati ottenuti.
espressivo e comunicativo. Il gesto, il suono, il
17
vocalizzo, la scarica ritmica saranno rielaborati e
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tendenza spontanea alla “corsa in tondo” è stata membrana dello strumento e subito si allontana
motivata dall’esigenza di dare a L. uno spazio riprendendo a saltellare. Il terapista attende che il
potenziale per finalizzare l’azione motoria iperat- bambino osservi nuovamente le azioni sugli stru-
tiva. Analogamente la posizione assunta dal menti e ripropone con le stesse modalità l’evento
musicoterapista, a “completamento della circon- sonoro causato in precedenza da L. Il bambino si
ferenza di strumenti”, si è resa necessaria al fine avvicina ancora, entra nel cerchio di strumenti ed
di conferire un’ancora maggiore stabilità e preve- afferra la maracas in maniera decisa, sorridendo.
dibilità al contesto. Inizia poi a sollecitare lo strumento associando un
movimento di rotazione del corpo sul proprio
“Setting” asse. Il musicoterapista riprende timbricamente la
produzione di L. e associa le parole “gira-gira-
gira” al fine di rinforzare il movimento di rotazio-
ne del bambino. L. si sofferma a guardare l’adul-
to e riprende a deambulare seguendo la circonfe-
renza del cerchio di strumenti. Il bambino inizia a
correre scuotendo la maracas e il musicoterapista
riprende il ritmo della corsa con i tamburi, L.
guarda e sorride all’adulto, poi si siede sul cubo di
gommapiuma. Quest’azione è sottolineata dal
terapista che introduce una evidente variazione
timbrica all’interno della sequenza sonoro/ritmi-
ca, sollecitando il piatto sospeso.
Bilancio Psicomusicale
Il bambino appare immediatamente attratto Struttura del “setting”
dagli strumenti musicali. Tende a fissare lo Il setting preparato per G. è stato studiato
sguardo sugli oggetti sonori presenti ed evita il seguendo un criterio di organizzazione spaziale e
contatto oculare diretto col musicoterapista. La temporale finalizzato al contenimento dei tratti
sollecitazione degli strumenti avviene attraver- d’instabilità psicomotoria espressa dal bambino.
so la produzione di sequenze isocrone con È da intendere in questo modo la disposizione di
accenti d’intensità medio-alta. Durante queste un gruppo di strumenti nelle adiacenze dell’an-
fasi compare un sorriso di gratificazione. Lo golo destro della stanza, la caratterizzazione del-
strumento scelto è lo xilofono soprano che l’angolo opposto con materiali non strutturati e
viene esplorato in un primo momento in una la chiara definizione dello spazio data dalla pre-
20
zona limitata della tastiera e successivamente senza del pianoforte.
musica terapia
&
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bibliografia
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22
musica terapia
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MUSICOTERAPIA 2 7-03-2001 22:52 Pagina 23
La musicalità
suono che caratterizzano l’ambito arcaico degli ancor più accentuato in soggetti adulti), il punto
“affetti vitali” prima menzionati. di partenza dell’intervento musicoterapico è
costituito da una situazione di isolamento e di
Quanto affermato introduce, a mio avviso, assenza di comunicazione, in cui il setting musi-
un’idea centrale rispetto al musicale in musico- coterapico gradualmente facilita la prima presa di
terapia: contatto del paziente con la realtà.
la musicoterapia considera il nesso suono-relazio- In un secondo momento si può assistere alla
ne e non considera l’evento sonoro-musicale nascita di una relazione tra il paziente e l’ogget-
sganciato dal contesto relazionale. to sonoro consistente in una fase preliminare in
Per questa ragione la “dimensione estetica” deri- cui le produzioni (spesso stereotipate) hanno
va, in questo ambito, dalla sinergia tra compo- una valenza essenzialmente esplorativa, non
nente musicale e componente relazionale e non comunicativa.
esclusivamente dalla componente musicale. Questo momento costituisce comunque una
In sintesi si potrebbe dire che la qualità della rela- importante tappa che conduce alla relazione con
zione cambia il modo di sentire e fare musica così l’oggetto sonoro con finalità comunicative; in
come il modo di sentire e fare musica incide sulla tale contesto si creano momenti di dialogo sono-
qualità della relazione. ro che possono riflettere (nonostante la valenza
comunicativa) le condotte stereotipate e imitati-
L’evoluzione del trattamento può essere meglio ve (ecolalie, ecoprassie) tipiche dell’autismo, ma
evidenziata da questo schema che illustra il pro- possono anche evolvere positivamente assumen-
cesso musicoterapico dal punto di vista relaziona- do i tratti di una comunicazione/espressione
le e sonoro-musicale: varia, creativa, con rilevanti sfumature e modula-
zioni emotive.
Percorso dinamico/relazionale Percorso musicoterapico Se e quando le capacità espressive e comunicati-
vo-relazionali si ripercuotono anche nel mondo
• isolamento,
non comunicazione sociale di appartenenza, quindi non solo nel set-
ting musicoterapico, lo stesso paziente invia al
• relazione pz./ musicoterapeuta segnali che spingono quest’ulti-
ambiente-setting
mo a porre fine all’intervento.
➛
• relazione pz./ • produzione stereotipata Ciò presuppone che siano stati raggiunti, almeno
ogg. sonoro/pz. o esplorativa in parte, gli obiettivi legati allo sviluppo del Sé e
(valenza espressiva ma non
allo sviluppo e mantenimento delle capacità
➛
comunicativa)
➛
(valenza comunicativa)
➛
bibliografia
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Stern D.N.,
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28
musica terapia
&
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Il modello Benenzon
1) Alcune precisazioni
Ogni persona
affetta da autismo
e) del contesto fami- l’ambiente nella vita
liare e sociale; ha un tempo biologico extrauterina (sensazione
f) della formazione e che caratterizza il suo cosmica).
dell'esperienza degli a.4) “Conservazione del
operatori a cui è modo di rispondere riflesso di retrazione
affidato.
Pertanto le statistiche
agli stimoli globale e/o fuga da
tutte le fonti di stimola-
falsano la realtà. zione”. È il riflesso che caratterizza l’atteggiamen-
to fetale di fronte ad uno stimolo esterno non
2) Principali sintomi che si osservano nel sog- riconosciuto come proprio del corpo materno.
getto autistico. a.5) “Ricerca e utilizzo di luoghi di protezione”.
a) La persona affetta da autismo possiede uno Ad esempio sotto i letti, le sedie, i tavoli, negli
psichismo di tipo fetale. angoli; questi posti rimandano alla protezione
Questo significa che conserva molte caratteristi- che il feto riceve dalle membrane intrauterine.
che della vita intrauterina pur dovendosi adatta- a.6) “Preferenza per una alimentazione liquida o
re alla vita extrauterina. semi-solida”:
Le principali caratteristiche sono le seguenti: Questa rimanda alla sensazione del flusso sangui-
a.1) “Isolamento apparente”: gno attraverso il cordone ombelicale (meccani-
L’isolamento nella vita intrauterina permette al smo di nutrizione fetale).
feto di occuparsi del suo sviluppo utilizzando al a.7) Sensorialità sinestesica.
meglio la relazione materna.
Il termine “isolamento apparente” sottolinea b) Non prendo in considerazione l’esistenza di
come l’isolamento sia la sensazione che avverte condotte stereotipate o ritualistiche.
chi cerca di relazionarsi con l’autistico; in realtà Credo che le stereotipie, quando si manifestano,
l’autistico non è isolato, bensì comunica in un rappresentino mezzi d’espressione che caratteriz-
modo particolare, un modo diverso da quelli zano una determinata reazione a circostanze
conosciuti. relazionali.
È per questo che l’altro, in questo caso il terapeu-
ta,si sente isolato. c) La presenza e il mantenimento di una precisa
a.2) “Attrazione per l’acqua”: territorialità, propria di ogni autistico.
Non esiste un soggetto autistico che non sia
attratto dall’acqua. È questo l’ambiente (il liquido 3) Teoria della musicoterapia sulla quale si
amniotico) nel quale si sviluppa il feto durante la base la metodologia Benenzon
vita intrauterina. a) Ogni essere umano ha un ISO (identità sonora)
a.3) “Un particolare tempo biologico ”: che lo caratterizza.
Il tempo biologico dipende esclusivamente dai a.1) Io riconosco nell’inconscio due ISOs: l’ISO
propri tempi psico-organici. Questi tempi psico- universale e l’ISO gestaltico (tutto questo sarà
organici vengono mantenuti fin dalla vita intrau- ampiamente sviluppato nel corso della esposizio-
terina e risultano poco modificati dalla vita di ne del Benenzon Model, BMT).
relazione. Per questo motivo ogni persona affetta a.2) Nel pre-conscio si trova l’ISO culturale.
da autismo ha un tempo biologico che caratteriz-
30
zerà il suo modo di rispondere alle percezioni del- b) L’embrione e poi il feto, percepisce multisen-
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sorialmente una infinita gamma di suoni, movi- e) Nei geni di questo feto ci saranno inoltre tutti
menti, cambi di gravità e un numero infinito di i fenomeni che fanno parte dell’ISO universale,
codici non verbali che costituiscono una sorta di espressione di ciò che appartiene all’evoluzione
comunicazione analogica. dell’essere umano.
Questa percezione viene realizzata attraverso un Tra i suoni che fanno parte dell’ISO universale si
sistema unificatore di percezioni, dove predomi- trovano il ritmo binario del battito cardiaco, i
nano quei sensi che non si svilupperanno nella suoni di inspirazione ed espirazione, i suoni del-
vita extrauterina. l’acqua, e varie strutture musicali che si sono tra-
L’udito e la vista non sono sensi importanti nella sformate, per lo meno nel mondo occidentale, in
vita intrauterina. parte dell’ISO universale.
Nell’autistico l’udito e la vista non sono i sensi Ad esempio la scala pentatonica (tipica delle
principali che devono preoccuparci per riuscire a ninna nanne e delle canzoni infantili).
relazionarci.
b.1) Queste multipercezioni non sono solo ester- f) Diverse teorie ritengono che nell’autismo sia
ne al corpo del feto, ma vengono percepite anche presente una disregolazione della secrezione di
al suo interno. endorfine.
Il flusso sanguigno che scorre si introduce attra- Pertanto i suoni percepiti sono elaborati in modo
verso il cordone ombelicale e permette la perce- distorto.
zione interna di un ritmo di tipo binario (battito f.1) Questo porterebbe ad una tendenza all’isola-
cardiaco materno), che si confonde con il proprio mento apparente nella vita intrauterina e alla
ritmo binario accelerato (battito cardiaco fetale). formazione di sistemi di percezione particolari.
Entrambi questi ritmi binari rappresentano l’ossi- f.2) Questo stesso meccanismo viene poi mante-
genazione, la nutrizione, la termoregolazione, nuto nella relazione materno-infantile.
cioè la vita del feto. Nel soggetto autistico dob-
biamo interpretare molte manifestazioni che 4) Metodologia dell’applicazione della musico-
avvengono all’interno del suo corpo come sensa- terapia nell’autismo secondo il Modello
zioni cinestesiche. Benenzon.
a)“La musicoterapia è un processo relazionale”:
c) Il feto riceve quattro fonti sonoro-vibrazionali: La prima cosa che si evidenzia è l’importante con-
I) dal corpo della madre (battito cardiaco, tenitore che si stabilisce attorno all’autistico.
rumori intestinali, scricchiolii delle pareti uterine, Questo grande utero che lo circonda è diretto
rumori respiratori, voce della madre); quasi esclusivamente a favorire, sviluppare e
II) dall’inconscio della madre all’inconscio del mantenere una relazione tra la coppia terapeuti-
feto; ca e l’autistico.
III) i suoni esterni percepiti attraverso il liquido Soltanto attraverso questa storia relazionale si
amniotico; osserveranno i cambiamenti e attraverso questo
IV) i suoni propri dell’interno del corpo del feto. legame si aiuterà il soggetto autistico ad entrare
in contatto con gli altri.
d) Tutti questi fenomeni dinamici, che si svilup-
pano durante i nove mesi di vita intrauterina e b) “La coppia terapeutica”:
che sono peculiari di ogni individuo, faranno “Lavorare” in musicoterapia significa coinvolgere
31
parte dell’ISO gestaltico. e mettere in funzione tutto il corpo del musico-
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paziente si trova sulla terra ferma. Per questi sonorità sopraelencate possono essere prodotte
motivi l’elemento acqua permette il passaggio di dal musicoterapeuta, ovvero il corpo del tera-
energie comunicative. Personalmente ho impie- peuta diviene uno strumento per la comunica-
gato tale elemento in piccole catinelle, dentro a zione. Il musicoterapeuta potrà produrre il ritmo
vasi e bottiglie. Invece di essere l’unico strumen- binario del battito cardiaco con un piccolo tam-
to intermediario l’acqua può divenire, all’interno buro, potrà cantare alcune canzoni relative alla
del setting, uno strumento in più per contattare il storia del paziente, ecc.
soggetto autistico, al fine di perseguire i seguen- Tutti questi aspetti, incluso l’impiego dell’acqua e
ti risultati: delle sonorità proprie dell’ISO universale e
• il paziente rimane nel medesimo spazio per dell’ISO gestaltico del pz, fanno parte della prima
molto tempo, attratto dal gioco con l’acqua; fase del nostro intervento, quando approcciamo
• si pone in relazione con noi attraverso tale ele- per la prima volta un bambino autistico.
mento; Questa prima fase è definita: regressiva.
• emette particolari sonorità essendo stimolato d.4) La regressione
dal suono dell’acqua; Proporre un intervento in un contesto non-ver-
• ci permette di accarezzarlo e toccarlo senza bale può indurre una regressione.
determinare reazioni di allontanamento; Sia il musicoterapeuta che il pz sperimentano
• il corpo del paziente e del musicoterapeuta si relazioni primitive e arcaiche (materno-fetali,
attivano tramite il contatto diretto mediato materno-infantili, paterno-infantili ecc…).
dall’acqua. Questa situazione richiama il con- In musicoterapia la regressione è un fenomeno
tatto corporeo del feto con la madre attraverso bipersonale,entrambi,musicoterapeuta e paziente,
il liquido amniotico. regrediscono e convivono in tale contesto.
In questa regressione bipersonale il corpo del
d.3) L’ascolto sonoro/musicale musicoterapeuta può percepire fenomeni tran-
Per molti anni, quando ancora credevo nella sferali e controtransferali che si vanno a definire
musicoterapia recettiva, mentre utilizzavo l’ac- all’interno della relazione instauratasi. Sia chiaro
qua come oggetto intermediario, proponevo l’a- che non sto affermando che si ritrovano espe-
scolto per accompagnare il tempo della seduta. rienze passate ma bensì che nel presente si ricrea-
Questa musica era selezionata secondo l’ISO uni- no nuovamente esperienze passate.Questa condi-
versale, ossia: battito cardiaco, sonorità d’acqua, visione all’interno di un processo regressivo evi-
suoni sinusoidali intervallati a musica struttura- denzia la forza dell’ISO nell’interazione.
ta, selezionata in base alla storia sonoro/musica- d.5) Il Tempo
le del paziente. Proponevo anche le voci e/o le Nel soggetto autistico il tempo biologico è molto
canzoni cantate dai genitori del soggetto autisti- importante. Definiamo tempo biologico ciò che
co. Oggigiorno, personalmente, non credo più sintetizza il tempo dell’organismo.
nella musicoterapia recettiva, e attraverso la mia Il tempo biologico è caratterizzato dall’interrela-
esperienza di supervisore sono giunto alla con- zione dei vari meccanismi omeostatici e dai pro-
clusione che chi utilizza l’ascolto lo fa a scopo cessi che regolano la percezione di uno stimolo, la
difensivo, interponendo la sequenza utilizzata sua elaborazione e la produzione di una risposta.
tra sé ed il paziente al fine di diminuire la propria Ogni soggetto autistico possiede un tempo biolo-
ansia di porsi in relazione con l’autistico. gico che lo caratterizza. Ci sono soggetti autistici
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Pertanto per modificare questa situazione, le che elaborano una risposta dopo cinque minuti,
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altri dopo mezz’ora, altri ancora richiedono due cale affinchè siano in grado di comunicare e
giorni. È competenza del musicoterapeuta saper relazionarsi con il pz. Nella fase regressiva la cop-
riconoscere questo tempo e attendere una rispo- pia terapeutica riconosce gli ISO del pz, com-
sta in rapporto ad esso. Si viene a definire così il prende il suo tempo biologico e gli permette di
tempo terapeutico, vale a dire quel momento in mettere in atto i cambiamenti necessari per pas-
cui i tempi biologici del pz e del musicoterapeuta sare alla seconda fase dell’intervento, la fase
si armonizzano. della comunicazione.
Per tali aspetti nel corso della prima fase dell’in-
terveno le sedute sono frequenti, da tre a quattro e) Conclusioni
per settimana, senza una durata prefissata. Il percorso terapeutico attuato nei confronti di un
d.6) Lo spazio soggetto autistico si articola come segue:
Il nostro intervento può attuarsi in una stanza di e.1) Il pz dev’essere seguito da un equipe multi-
musicoterapia, preparata appositamente, come disciplinare.
nella vasca di una piscina. e.2) L’intervento musicoterapico prevede una
Lo spazio in cui operiamo, nel corso della prima prima fase con caratteristiche regressive.
fase del nostro intervento, rimanda ad un L’anamnesi musicoterapica verrà raccolta dai
ambiente intrauterino. familiari e da chiunque potrà fornire delle infor-
Il luogo di trattamento deve essere sempre lo mazioni sulla storia del pz. Questa storia sarà
stesso, con i medesimi strumenti, senza variazioni oggetto di studio e di riflessione da parte della
nella loro disposizione e con un adeguato isola- coppia terapeutica che lavora con il bambino
mento acustico. autistico.
In tal modo tutto ciò che si manifesta nel conte- e.3) Il trattamento si attua sempre nello stesso
sto non verbale sarà l’esclusivo prodotto della spazio utilizzando gradualmente strumenti cor-
interrelazione tra il pz e il musicoterapeuta. porei-sonoro-musicali (ad esempio l’acqua e altri
d.7) l’istituzione strumenti non convenzionali: tubi, clessidra con
Questa riveste un ruolo fondamentale; deve acqua, carta, sfere contenenti acqua ecc…)
rispettare lo spazio del nostro lavoro e soprat- e.4) Da parte di tutti quelli che partecipano alla
tutto il tempo biologico e terapeutico della relazione vi è la comprensione delle modalità di
regressione. percezione e di comunicazione, vi è la scoperta
L’istituzione deve sapere che con un pz si può dell’ISO, degli ISOs in interazione (Wagner).
lavorare anche solo dieci minuti e che viceversa e.5) Seconda fase: comunicazione.
con un altro può essere necessario lavorare per A questo punto del trattamento compaiono gli
più di un’ora. strumenti costruiti e creati dal musicoterapeuta e
d.8) La supervisione altri strumenti convenzionali. In questa fase le
L’intervento musicoterapico dev’essere supervi- sedute sono meno frequenti. Vengono attivati
sionato, almeno mensilmente, da un idoneo pro- con maggiore precisione gli strumenti interme-
fessionista non compromesso né col pz né con l’i- diari riconosciuti nella fase precedente.
stituzione. Ad esempio se si è osservato che i suoni inspira-
La supervisione è il contenitore finale di.ogni tori ed espiratori sono importanti per aprire certi
incontro musicoterapico. La supervisione previe- canali di comunicazione, s’inizierà a utilizzare il
ne il burn-out e l’acting-out dei musicoterapeu- flauto dolce come se fosse un tubo in cui inspira-
35
ti e prepara il loro stato corporeo-sonoro-musi- re ed espirare.
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bibliografia
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Autismo e
Introduzione
Cercando di liberarmi dall'ansia di ritrovare una
conferma teorica in un comportamento o in un
setting, voglio provare a descrivere quella che
potrebbe essere una relazione umana fra chi,
come me, neolaureato in psicologia si è affaccia-
to per la prima volta a un nuovo modo di "cono-
scere e parlare all'altro", la relazione musicotera-
pica, e chi potrebbe essere un destinatario privi-
legiato di tale linguaggio: un ragazzo autistico di
22 anni.
Il primo contatto, il primo incontro è con la
La sindrome
famiglia, in questo caso solo con la madre la
autistica quale, con le risorse che ha a disposizione, si fa
carico più degl'altri (marito,figlia) di un qualcosa
presenza
che, attraverso un percorso di dolore, è divenuto
un’eziopatogenesi ora "un problema quotidiano", interrotto a tratti
da momenti di intimo contatto, serenità e soste-
multifattoriale.
gno e da momenti di difficili rievocazioni emoti-
Per tale motivo ve se non di sconforto innanzi alla sostanziale
immutabilità di una condizione a dispetto degli
ricercare un’unica
sforzi fatti.
causa patogena Se sia una "famiglia-madre autistica" a creare un
appare figlio autistico o viceversa, non è solo un quesito
poco interessante ma anche un modo di ragiona-
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inadeguato re per causa ed effetto logicamente inadeguato
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del parto, fa in un certo qual modo intendere che anni) si potrebbe avanzare un'ipotesi diagnostica
"andava tutto bene finchè...", a partire dalle ele- di schizofrenia piuttosto che di autismo, ma la
mentari, si evidenziò una grave balbuzia che scarsità delle informazioni e i dubbi sulla loro
influenzava anche la mimica facciale. Per la attendibilità (dal momento che tutto è "filtrato"
madre questo era "l'unico problema" rispetto al dalla madre) non ci permettono di trarre conclu-
quale i tentativi di cura furono inutili. Secondo la sioni, l'unica cosa "certa" è l'osservazione del
percezione della madre è alle soglie dell'adole- comportamento del figlio, della madre e della
scenza (all'età di 11 anni A. viene diagnosticato famiglia.
autistico: A.S.I.) che il comportamento del figlio Analogo discorso può essere fatto per l'anamnesi
subisce un cambiamento qualitativo: cambia la sonora. In generale i colloqui con i famigliari
postura, l'andatura, il tono muscolare, l'aspetto (qualora le condizioni cliniche del paziente non
fisico, l'espressione ed emerge una aggressività e permettano un colloquio diretto) sono più utili
violenza inspiegabili ed esplosive. alla comprensione delle dinamiche interne alla
Tale condizione dura cinque anni, oggi (all'età di famiglia(le quali indirettamente contengono
22 anni) il suo umore è più stabile, vi sono rare informazioni sullo stato mentale del paziente)
reazioni impulsive, prevale il ritiro e l'isolamento. che alla compilazione di anamnesi; se è plausibi-
In tale periodo di tempo i tentativi di cura furono le pensare che un certo tipo di famiglia, di lega-
vari (farmacologici e psicologici); questi tutt'ora me, di stimolazione ambientale possa facilitare
si susseguono ma la madre -sebbene li gestisca (insieme a molte altre variabili) l'insorgenza di
arbritrariamente in prima persona- non ne parla, una malattia mentale, conseguenza di ciò è il
o fornisce vaghe indicazioni così come non fatto che ad esempio la presenza di un figlio auti-
"ricorda" o non è in grado di parlare di molti altri stico può innescare dinamiche famigliari tali per
aspetti importanti: l'infanzia del figlio, il suo rap- cui diviene irrealistica l'aspettativa di una colla-
porto con lui, il ruolo di suo marito(che sembra borazione ad un compito strutturato come la
non esistere),la gravidanza, il parto, l'allattamen- compilazione dell'anamnesi se non si interviene
to. Il tipo di legame della madre col figlio è sim- prima su tali dinamiche.
biotico: la madre si riferisce al figlio dicendo "il
mio bambino", lo imbocca, rimane a "giocare" sul Obiettivi Musicoterapici.
letto con lui, lo aiuta a orinare, regola i suoi tempi Con l'aiuto della supervisione, si sono definiti i
fisiologici, attribuisce significati ai suoi gesti e seguenti obiettivi terapeutici:
movimenti ecc.. 1) Consentire ad A. di ritrovare dei momenti di
Talora A. trattiene le feci e vengono usate delle “pace” all'interno di un contesto accogliente e di
perette. ascolto per contenere e diminuire l'ansia, la sof-
Il linguaggio del figlio è limitato e telegrafico, il ferenza,la tensione (A. talora sputa, è rigido, da
suo comportamento è caratterizzato da stereoti- spinte, passeggia nervosamente ecc.), per ottene-
pie (passeggia, muove le mani, sbava), la motricità re un allentamento delle difese autistiche, delle
è prepuberale, ha difficoltà di equilibrio, è lento stereotipie che gli precludono la possibilità di
nei movimenti complessi, ha grandi capacità di avere un rapporto con la realtà più evoluto.
identificazione (aspetto questo che lo rende par- 2) "Esportare" tali momenti di "pace" a più livelli
ticolarmente sensibile ai forti rumori, a scene e\o cioè fuori dal contesto musicoterapico: famiglia,
racconti di violenza, al tono di voce alto ecc.). centro di riabilitazione, istituti ecc. Ciò si può
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Data la tarda età di insorgenza dei sintomi (11 raggiungere solo grazie ad un'unicità di intenti
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che implica una coordinazione degli interventi, il zione che bisogna adeguarsi per poter entrare in
riconoscimento della necessità dell'interdiscipli- contatto con lui e da cui è necessario distanziar-
narietà, di una mutua collaborazione. si per aiutarlo a fare un percorso terapeutico
Tutto questo, anche se può sembrarlo, non è (pacing & leading).
scontato: se la psicosi (tra le altre cose) è caos,
disordine, dissociazione ecc. questi ultimi aspetti, Alcune riflessioni
veicolati dall'ansia e dall'angoscia personali, si A. è stato descritto come un "perfetto esempio di
riflettono sia a livello famigliare che istituzionale. disarmonizzazione evolutiva", infatti in un corpo
Quindi un primo compito terapeutico è portare di una persona di 22-23 anni (cosa questa che
"l'ordine"(coordinazione, collaborazione, infor- induce a relazionarsi con lui come se fosse una
mazione reciproca) là dove c'è la "psicosi" degli "persona adulta") vi è un funzionamento menta-
interventi: un coinvolgimento disordinato (detta- le di tipo simbiotico dove il linguaggio è quello di
to dall'ansia) di professionisti, enti, linee terapeu- un bambino di non più di un anno di età e la psi-
tiche, di cui poche -nessuna nel caso di A.- por- comotricità è prepuberale. La disarmonizzazione
tate a compimento. di tali livelli evolutivi impone un intervento che
3) Instaurare un rapporto di fiducia e compren- eviti la ricerca di performance di singole capacità
sione empatica cercando di distinguere fra un (aumentando il livello di disarmonizzazione evo-
"dentro" e un "fuori" un IO ed un non-io, sfrut- lutiva) e punti invece a un livellamento di tali
tando l'uso di tecniche musicoterapiche. scarti evolutivi per raggiungere un punto di equi-
4) Coordinare i vari interventi affinchè si possa librio, di armonia evolutiva, promuovendo uno
andare incontro (sintonizzarsi) alla disarmonia sviluppo che sia integrato e parallelamente pro-
evolutiva di A. facendo in modo che tutte le sue gressivo sia a livello sensoriale, motorio e corpo-
capacità e tutte insieme raggiungano una armo- reo che simbolico ed emotivo. Il funzionamento
nizzazione, cioè un livello di sviluppo che con- mentale di A. è sostenuto dal rapporto con la
temporaneamente sia un punto di equilibrio, di madre che “telepaticamente” conosce e anticipa i
armonia evolutiva funzionale ai suoi bisogni. suoi bisogni fisiologici e intenzioni (interpretazio-
ne della mimica).
Strategie operative Ciò è funzionale solo nelle prime settimane di vita ma
1) Strutturazione dell'incontro: ascolto di un ora A. è come se fosse ancora "nel grembo materno".
brano iniziale e canto del nome (rituale di inizio), A. a sua volta, riproponendo la stessa relazione
una parte centrale di improvvisazione (con vari simbiotica che ha con la madre, lascia fare tutto
strumenti a percussione e il pianoforte), una all'altro, anche pensare e agire al suo posto. È
parte finale di ascolto (rituale conclusivo). quindi necessario riuscire a provare le stesse cose
2) Ricerca, analisi, isolamento e amplificazione di che A. fa sentire alla madre contenendo però l'an-
frammenti musicali (cellule ritmico-melodiche) sia e l'angoscia conseguenti; queste porterebbero
riconducibili all'ISO di A. ad agire, a fare ma senza pensare, senza lasciare
3) Ricalco (matching) degli atteggiamenti di A. spazio all'espressione di A., agendo cioè il tipo di
per favorire una comprensione empatica, instau- relazione patologica che viene proposta da A. e se
rare un rapporto di fiducia, di accettazione, di tale comportamento è consentito alla madre non
rispetto dei tempi, spazi, silenzi e della relazione può esserlo al terapeuta il quale attraverso il con-
simbiotica di A. dato che è essa che A. propone tenimento di tale angoscia (che è anche quella di
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per conoscere il mondo ed è a questo tipo di rela- A.), che spinge al fare (acting-out), deve trasfo-
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bibliografia
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42
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behaviour.
After the first six meetings in which the patient
keeps sitting in the same extreme corner of the
Roberto è un room, crossing his legs, bending his body as he
was a shell, a labial sound, like the one we use
ragazzo di 25
to call a cat, becomes the bridge between the
anni, affetto therapist and the patient, a sound mediator of
a real relationship.
da sindrome
Gradually the “language” evolves and so the
di Down, con un posture and the conquest of space, both
considered as signals of a relation development.
grave ritardo
Relying on a reassuring sound relationship the
mentale ed una patient becomes able to communicate by
sounds, to move in the centre of the room and
psicosi di innesto
to be upright.
con tratti This kind of experiences allows to put the
attention on:
autistici; il
trattamento - the importance of observing and “meeting”
the patient;
musicoterapico,
- the music therapist ‘s attitude during the
condotto dal meetings;
- the values the of the tuning techniques
settembre 1997
- the communicative function of the prosodic
al giugno 1998, modulation;
si è svolto - the many functions of the musical
instruments;
presso un CSE - the correspondence between indicators of a
della Provincia relation development as the spatial and the
postural and the musical ones
di Como. 43
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Nell’osservazione si era
rilevato che Roberto
Descrizione del caso resto del gruppo senza
Nel mio contributo
non aderiva a nessuna intrattenere qualsivo-
descriverò il caso di proposta e non si rela- glia relazione duale.
Roberto, un ragazzo di
25 anni, affetto da sin- zionava dialogicamente Descrizione del lavoro
drome di Down, con un con alcuno. L’intervento di musico-
grave ritardo mentale terapia si è svolto pres-
ed una psicosi di innesto con tratti autistici, che so il CSE in cui Roberto si trova inserito da cin-
ho incontrato, dal settembre 1997 al giugno que anni.
1998, presso un Centro Socio-Educativo (CSE) Dopo una prima fase riservata all’osservazione di
della Provincia di Como. Roberto, in contesti e situazioni differenti, alla
Nato a termine, a partire dal terzo anno di vita lettura delle cartelle cliniche e ai colloqui con le
Roberto ha subito numerosi interventi ed opera- educatrici, ho iniziato il trattamento musicote-
zioni. rapico.
Durante le prime osservazioni Roberto, che è un Le sedute di musicoterapia, della durata di 35
ragazzo di media statura e magro, passa il suo minuti, si sono tenute con cadenza settimanale
tempo seduto principalmente sul pavimento in all’interno di un locale del centro socio educati-
un angolo contro la parete; a volte si sposta vo, adibito appositamente.
andandosi a sedere sul termosifone posto sotto la La stanza di musicoterapia è uno spazio rettan-
finestra oppure sul contenitore della spazzatura. golare con una finestra, su uno dei lati corti, che
Quando si sposta nello spazio Roberto “getta“ le guarda sul giardino. Vicino alla finestra, contro
gambe in avanti dando un certo ritmo al suo la parete, c’è un armadio e al centro della stanza
movimento; a volte gira su se stesso, si abbrac- sono disposti gli strumenti musicali: due tambu-
cia, alza la gamba destra e guarda fuori dalla relli con battente, quattro maracas, due timpani,
finestra, poi riprende la sua deambulazione. due metallofoni, due xilofoni, un set di triango-
Solitamente sta contro il muro, seduto sul pavi- li, un piatto sospeso e battenti vari.
mento, tenendo le gambe stese oppure incrocia- Nell’osservazione condotta precedentemente si
te, con il busto piegato in avanti fino toccare le era rilevato che Roberto non aderiva a nessuna
cosce; rimane per lunghi periodi di tempo chiu- proposta ne tanto meno si relazionava dialogica-
so in questa posizione. mente con alcuno.
Nel corso dei suoi spostamenti produce dei suoni Un primo dato quindi da verificare era la dispo-
gutturali con la voce, due o tre suoni di media nibilità di Roberto a recarsi nella stanza di musi-
intensità emessi in sequenza e mai indirizzati coterapia ed a rimanervi.
verso qualcuno, così come con il suo deambula- Diversamente dal solito, la prima volta che una
re “sfiora” i presenti senza incontrarli mai. delle educatrici lo invita a seguirla per andare a
Alle proposte delle educatrici Roberto non “fare musica” Roberto accetta la proposta.
risponde, rimane fermo dove si trova e ogni Appena entrato nella stanza di musicoterapia
qualvolta le educatrici cercano di farlo alzare, si Roberto si mette a sedere nell’angolo destro di
divincola dalla presa irrigidendosi tutto. fianco alla porta di entrata. Si siede mettendo le
Il risultato di tale comportamento è che Roberto gambe incrociate con il busto reclinato in avan-
resta per lunghi periodi di tempo isolato dal ti; resta fermo in quella posizione per tutto il
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primo incontro mentre io mi siedo di fronte a lui modificando le accentazioni all’interno di esse,
stando ad una certa distanza. La scena si ripete arrivando a creare un andamento prosodico in
nei successivi tre incontri. Nel corso del quinto cui è chiaramente riscontrabile, all’interno della
incontro presento gli strumenti uno alla volta, relazione tra lui e me, a volte un andamento
suonandoli brevemente ed avvicinandoli a interrogativo, a volte un andamento affermativo
Roberto che li allontana tutti con un gesto della oppure di negazione. È sulla base di questa
mano, tranne il metallofono. nostra “lingua”, “il gattese”, che avviene l’am-
In questo incontro e nel precedente Roberto pliamento e l’arricchimento del materiale sonoro
modifica leggermente il suo comportamento: che si accompagna contestualmente alla modifi-
mantiene la posizione seduta con il petto appog- cazione di altri parametri:
giato alle cosce, ma alza ogni tanto il busto lan-
ciandomi delle occhiate furtive per poi reclinarlo • La frequenza, nell’unità di tempo, delle produ-
nuovamente in avanti. zioni sonore di Roberto aumenta, fino a stabiliz-
Nell’incontro successivo, il sesto, lascio gli stru- zarsi su di una frequenza del tutto simile a quel-
menti al centro della stanza mettendo il metal- la che normalmente caratterizza un comune dia-
lofono nello spazio tra me e Roberto e noto una logo tra persone.
ulteriore variazione nel suo comportamento: • L’atteggiamento posturale varia nel corso delle
Roberto emette due brevi suoni prodotti con la sedute, la posizione “chiusa” con il busto appog-
bocca, suoni simili a quelli che solitamente si giato alle gambe si presenta sempre meno ed è
producono per chiamare un gatto. sostituita da quella con il busto eretto.
I suoni prodotti da Roberto, cellule composte da • Il contatto visivo, inizialmente sfuggente e di
due/tre suoni, sono caratterizzati da breve dura- brevissima durata, si amplia fino a mantenersi
ta, da debole intensità e dal fatto di essere sepa- costante per tutto il tempo delle sedute.
rati da lunghi periodi di silenzio.
Inizio a questo punto un’azione di rispecchia- La sensazione che si ha a questo punto dell’espe-
mento dei suoni prodotti vocalmente da Roberto. rienza è di aver determinato e consolidato una
Nel corso di tale attività, che gradatamente si relazione che per Roberto pare possedere il
sviluppa nelle settimane e nei mesi dei nostri carattere di significatività e di stabilità e tale
incontri, colgo che le sue produzioni sonore, sensazione trova ulteriori elementi di conferma
apparentemente simili fra di loro, presentano nel corso dei successivi incontri.
delle accentazioni differenti; a volte ad essere Anzitutto la relazione sonora tra me e Roberto si
accentato è il primo suono della cellula sonora, a caratterizza sempre più come un “dialogo”, in cui
volte è l’ultimo suono. le “frasi sonore” che lo sostanziano, acquistano
Nel corso della interazione sonora, nelle mie sempre più una connotazione espressiva.
risposte, pongo allora particolare enfasi alle Non solo si assiste all’arricchimento e alla varia-
accentazioni proponendo poi delle leggere varia- zione accentuativa all’interno di ciascuna “frase
zioni, rispetto alla composizione delle cellule sonora” ma la sequenza stessa delle “proposizio-
sonore, per quanto riguarda il numero di suoni ni sonore” comincia ad assumere valore espres-
contenuti in esse. sivo.
A partire da tale sollecitazione Roberto amplia Diventano riconoscibili, all’interno di un lungo
anch’egli la durata delle sue produzioni sonore, dialogo, sequenze di frasi sonore che presentano
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una “velocità” differente l’una dall’altra, oltre le braccia, in senso rotatorio dal centro del busto
che una maggiore intensità. verso l’esterno passando davanti al volto.
In sintesi il “codice” sonoro definito e condiviso, Il gesto appare coincidente con le caratteristiche
dopo una prima funzione di contatto e di avvio delle “frasi sonore”. Infatti il gesto varia nella sua
della relazione, assume funzione espressiva e ampiezza, nella velocità di esecuzione oppure
comunicativa. viene ripetuto velocemente più volte, associan-
Questo nuovo livello della relazione si accompa- dosi congruentemente con il variare di alcuni
gna a due passaggi importanti: la conquista parametri sonori. Il gesto accompagna quindi il
dello spazio e l’uso della gestualità. senso evocato dalla struttura sonora. Il gesto sot-
È a questo punto, siamo all’incirca al sesto – set- tolinea il carattere di richiesta o di affermazione
timo mese della nostra attività, che si rivela pie- o di meraviglia espresso dalla “frase sonora”.
namente la funzione espletata fino ad allora dal La relazione sonora acquista in questo modo una
metallofono. Lo strumento rimasto sempre tra ulteriore sottolineatura espressiva dello stato
me e Roberto, tranne che nella prima presenta- d’animo sotteso alla comunicazione.
zione dello strumentario, non era mai stato Roberto conquista il centro della stanza con suc-
usato nella funzione di strumento sonoro; ogni cessivi spostamenti, effettuati sempre con la
qualvolta accennavo a produrre alcuni suoni, modalità descritta precedentemente, fino a tro-
Roberto allontanava subito con la mano il mio varsi vicino agli strumenti musicali; questi sin dal
battente dalle piastre del metallofono. primo incontro si trovavano al centro della stan-
Qualche volta, con il piede, Roberto oltrepassava za.
la linea determinata dallo strumento o vi avvici- Roberto arriva ad un certo punto a sdraiarsi supi-
nava il volto quando era reclinato in avanti; tut- no rimanendo in quella posizione rilassata per
tavia si può ritenere che il metallofono fosse alcuni minuti; accetta, differentemente dalle
comunque presente alla sua attenzione, dal prime sedute, la vicinanza degli strumenti e
momento che, dopo averlo colpito casualmente, comincia a toccare il timpano appoggiandovi
si preoccupò di risistemarlo, come a voler man- sopra la mano.
tenere una distanza che separava ma che per-
metteva anche di comunicare. Considerazioni
Nel corso di una seduta Roberto indica un punto L’evoluzione dell’intervento musicoterapico
sul pavimento, un poco più arretrato dal posto in appena descritto consente di effettuare alcune
cui solitamente mi siedo; mi sposto in quel riflessioni e considerazioni, sia di carattere gene-
punto e Roberto, stando seduto con le gambe rale, di ordine metodologico, sia di carattere par-
incrociate e aiutandosi con leggeri spostamenti ticolare, relativamente ad alcuni elementi che
del busto e dei piedi, avanza verso di me, tenen- sostanziano l’operatività musicoterapica quali
do innanzi a sé il metallofono e spingendolo in indicatori del suo sviluppo.
avanti con entrambe le mani. In particolare l’esperienza descritta ci consente
In questo modo Roberto si stacca dalla parete di compiere osservazioni attorno a:
del muro, iniziando un primo passo verso lo spa- a) l’importanza dell’osservazione e della cono-
zio circostante. scenza del paziente;
Parallelamente a questo passaggio compare per b) la posizione assunta dal musicoterapeuta nel
la prima volta un gesto compiuto, con entrambe corso delle sedute;
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c) il valore conoscitivo, oltre a quello comunica- dita, ma che potenzialmente gli offriva l’oppor-
tivo, che può assumere l’utilizzo della tecnica tunità e lo spazio in cui “giocare”, secondo le
delle sintonizzazioni; personali esigenze, la propria identità.
d) La constatazione che la prosodia, intesa come Questo è infatti ciò che avviene e dallo spazio di
melodia del linguaggio all’interno del sistema ascolto emerge il suono, prodotto da Roberto
suono-significato, assolve alla funzione comuni- con la bocca, da cui si origina e si struttura poi la
cativa; relazione.
e) La possibile multifunzionalità assolta dagli
strumenti sonoro-musicali; Per venire agli aspetti più specificatamente
f) L’evoluzione della relazione musicoterapica sonori, che hanno caratterizzato il lavoro con
che, oltre allo specifico sonoro-musicale, trova Roberto, bisogna tenere conto che Roberto non
contemporaneamente manifestazione anche parla e diventa così interessante osservare l’arti-
attraverso altri aspetti quali quello spaziale, colazione motoria implicata nella sua produzione
posturale e motorio. sonora, in essa è presente il movimento della lin-
In merito all’importanza dell’osservazione e della gua che ritmicamente viene appoggiata contro i
conoscenza del paziente prima di intraprendere denti; tale movimento risulta importante perchè
un trattamento, direi che l’osservazione di sappiamo quanto sia fondamentale per la fona-
Roberto, svolta precedentemente l’avvio dell’at- zione la capacità di articolare i movimenti lin-
tività musicoterapica, ha permesso di rendermi guali.
conto del carattere delle relazioni in cui Roberto Si può pensare che Roberto non riuscirà mai a
era coinvolto. parlare, ma rimane l’importanza di scoprire e uti-
lizzare le potenzialità di una parte del proprio
Quello che si evidenzia è che le educatrici strut- apparato fonatorio.
turano la loro relazione nei confronti di Roberto In secondo luogo colpisce il tipo di suono scelto
a partire dal compito che deve essere eseguito, da Roberto; questo suono nell’uso comune viene
ovvero facendo riferimento all’attività da svolge- utilizzato come richiamo per il gatto oppure per
re. Questo punto di vista, non offrendo spazio segnalare la propria presenza. Entrambi i casi
all’attenzione e all’accoglimento dei particolari esprimono una intenzionalità comunicativa: in
modi di essere e di esprimersi dei ragazzi in gene- un caso è implicato il riconoscimento di una
rale, contribuisce a determinare in Roberto l’at- realtà esterna a sé, nell’altro l’affermazione di
teggiamento di chiusura e di esclusione che si una propria identità.
manifesta nella sua condotta. I suoni prodotti da Roberto presentano variazio-
Da questo punto di vista l’atteggiamento da me ni di accentazione, intensità, durata e velocità. Si
assunto nella relazione con Roberto, caratteriz- può pensare alle diverse accentazioni come ad
zato da accoglienza, disponibilità, ascolto e dal- una possibile differenziazione dell’investimento
l’evitamento di qualsiasi proposta da parte mia emotivo e ad una possibile “articolazione” di
che non fosse già risposta a qualcosa prodotta da senso attraverso le diverse combinazioni degli
lui - atteggiamento peraltro normalmente utiliz- accenti.
zato nella pratica musicoterapica – è diventata La precisa, puntuale e costante attenzione agli
particolarmente adatto al caso di Roberto, pro- aspetti elencati è ciò che sostanzia lo sviluppo
ponendogli una modalità relazionale per lui ine- della relazione in senso propriamente musicote-
47
musica terapia
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bibliografia
hanno trovato espressione nella ricchezza del- Benenzon R.,
l’interazione sonora e nel gesto. Manuale di Musicoterapia,
Borla, Roma, 1984.
Il percorso realizzato da Roberto, dalla periferia
Bruscia K.,
verso il centro della stanza, disegna il percorso Definire la Musicoterapia,
verso la possibiltà di essere attore in un mondo Ismez, Roma, 1993.
riscoperto e ritrovato. Delalande F.,
Le condotte musicali,
Bologna, CLUEB, 1993
Dogana F.,
Suono e senso, Angeli,
Milano, 1983.
Fornari F.,
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Editrice, Assisi, 1992.
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alla musicoterapia, Zanibon,
Padova,1989.
Manarolo G.,
L’angelo della musica, Omega
Edizioni, Torino 1996.
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Lineamenti di musicoterapia,
Carocci Editore, Roma, 1997.
Ricci Bitti P.E., (a cura di)
Regolazione delle emozioni e
artiterapie, Carocci, Roma,
1998.
Scardovelli M.,
Il dialogo sonoro, Cappelli,
Bologna, 1992.
Stefani G.,
Competenza musicale e cul-
tura della pace, Clueb,
Bologna, 1985.
recensioni
Violazioni del setting rigidamente delimitati nell’evoluzione del processo
G.O. Gabbard, E.P. Lester, Raffaello Cortina Editore, terapeutico che dovrebbe psicologicamente attraver-
Milano, 1999. Edizione italiana a cura di Alvise sarli. Gli autori chiariscono tale questione di fondo
Orlandini. Titolo originale: Boundaries and Boundary considerando come fattori dinamici dell’interazione
Violations in Psychoanalysis, (1995), Basic Boock. analitica la “sottigliezza” e lo “spessore” di tali confini.
A tal proposito Otto Kernberg, nella sua attenta e
L’edizione italiana, curata da Alvise Orlandini del testo feconda prefazione, partendo da questa dimensione,
di Gabbard e Lester, affronta il tema complesso dei parla di precondizioni del lavoro analitico introducen-
confini e delle violazioni dei confini del setting in psi- do l’idea che la capacità d’empatia psicoanalitica
coanalisi. implichi nell’analista “spessore” e “sottigliezza” dei
Gli autori presentano, relativamente al tema trattato, suoi confini, sia interni che esterni.
due ordini di questioni tra loro connesse: una riguar- La seconda parte del libro affronta la disamina delle
da gli aspetti teorico-concettuali dei confini mentali violazioni, riportando una ricca casistica clinica e
nel processo analitico, l’altra si riferisce alla prospetti- numerose esemplificazioni. Dopo aver ripercorso nella
va clinica che s’interroga sulla distinzione tra le “vio- professione analitica una breve storia delle violazioni
lazioni” ed il “superamento” dei confini, sia intrapsi- dei confini, capitolo V, gli autori problematizzano la
chici che interpersonali, il cui riconoscimento è deter- comprensione analitica della violazione sessuale e non
minato dalla possibilità di analizzare l’accaduto. La sessuale dei confini, capitolo VI e VII. Il testo prosegue
prospettiva d’indagine comprende anche le problema- affrontando la questione dopo il termine dell’analisi,
tiche che tali valutazioni comportano negli aspetti capitolo VIII. Il problema dei confini è anche in segui-
gestionali delle specifiche “messe in atto” in analisi. to approfondito all’interno delle analisi e delle super-
La prima parte del libro esamina attentamente la visioni di candidati durante la formazione analitica,
prima questione. Gli autori riprendono il concetto di capitolo IX.
confine (come struttura e come processo), tracciando- Il testo si conclude con suggerimenti “riabilitativi” o
ne un percorso storico dalla nascita al suo sviluppo, terapeutici che gli istituti analitici possono proporre,
offrendo al lettore un ampio esame della letteratura capitolo X.
psicoanalitica sull’argomento. Il testo chiarisce man Il testo di Gabbard e Lester non è certamente un
mano a quali confini gli autori si riferiscono e in quale manuale di indicazioni comportamentali, quanto
prospettiva sono pensati articolandosi nei seguenti piuttosto lo specchio di una chiara ed articolata
punti: una rassegna della letteratura psicoanalitica sul ricerca su un tema ampio e delicato; pertanto gli
tema, capitolo I e II; una concettualizzazione della aspetti problematici restano aperti nella loro com-
cornice analitica, dei confini analitici e dell’oggetto plessità fornendo anche al lettore musicoterapico
analitico, visti come costrutti correlati, capitolo III; oltre che un arricchimento teorico suggestivi per-
una differenziazione di genere – relativamente ai con- corsi di riflessione.
fini - nella letteratura, capitolo IV. Riteniamo pertanto utile una sua lettura per chi si
In questa parte del testo Gabbard e Lester evidenzia- accosta alle problematiche della cornice/setting in
no due aspetti fondamentali del setting, che ricorrono musicoterapia. Il testo può offrire interessanti temati-
in tutta la trattazione come punti portanti della loro che d’indagine in una duplice prospettiva. Una prima
tesi: i confini intrapsichici (nel processo analitico) e considerazione, di ordine teorico, può rivolgersi alla
quelli interpersonali (nella situazione analitica), inter- ricerca musicoterapica che nel confronto con diversi
ni od esterni, sono pensati come indispensabili ma non ambiti disciplinari si impegna oltre che di oggettivare
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V Congresso Europeo di Musicoterapia conoscenze emergenti dalla cultura femminista,
“Musicoterapia in Europa” di antropologia musicale, di musica popolare e da
Musicologia – Pratica clinica - Ricerca studi culturali, per citare solo alcuni degli orien-
Castel dell’Ovo, Napoli, 20 - 25 Aprile 2001 tamenti. Come risultato abbiamo un nuovissimo
concetto di musica, il "musicking", come nuova
Finalità principali del congresso forma concepita del fare musica.
• Facilitare le relazioni fra paesi differenti dell’a- In questa immagine la musicoterapia può costituire
rea europea, specialmente oggi che la comunità essa stessa un'interessante produttrice di nuove
Europea si è collocata nella prospettiva di defini- conoscenze circa la musica. Sembra sia tempo di
re accordi più stretti tra diversi interlocutori. cominciare a dialogare con la musicologia. A Napoli
• Creare un luogo di studio dove gli operatori saranno affrontati e svolti i seguenti temi:
possano portare risultati delle esperienze secondo • ruolo, funzioni e natura della musica nella
i diversi aspetti della disciplina Musicoterapica. musicoterapia
Ciò includerebbe aree come la Musicologia, la • diversità musicale e culturale
Ricerca e altre attività che possano dimostrare • musica e identità
l’efficacia della Musicoterapia attraverso la • recenti orientamenti nella nuova musicologia
Pratica Clinica. • la natura dell'improvvisazione
Il congresso si articola in tre diverse sezioni: • teoria della ricettività musicale, comunicazione
Musicologia, Pratica Clinica, Ricerca. e interazione.
Pubblichiamo di seguito le presentazioni dei Prof. Even Ruud
coordinatori scientifici delle tre diverse sezioni. Istituto di Musica e Teatro
Università di Oslo
Musicologia
Sembra esserci un costante bisogno di focalizzar- Pratica clinica
si sul valore e ruolo della musica nella musicote- Negli ultimi tre Congressi Europei è stata posta
rapia. Come campo di studi interdisciplinare la molta enfasi sulla presentazione di lavori riguar-
musicoterapia viene spesso presentata attraverso danti la clinica. Molte persone partecipano a con-
studi clinici adeguati, rilevanti teorie circa le gressi di musicoterapia sperando nella possibilitè
forme di intervento o discussioni e descrizioni di osservare e capire i metodi utilizzati da altri
circa gli aspetti metodologici e pratici del fare terapisti, per migliorare la propria pratica. I musi-
musicoterapia. Spesso al ruolo della musica nella coterapisti lavorano spesso in situazioni professio-
terapia è stato dato solo un contributo specula- nali isolate e le Conferenze Nazionali ed Europee
tivo e generico, che non riflette la conoscenza costituiscono una valida opportunità per incon-
sistematica trattata nel campo della musicologia. trare altri colleghi che operano nella stessa area
Sappiamo inoltre bene come la musica nella clinica o educativa ricavandone conoscenze e ispi-
società contemporanea sta assumendo nuovi razione. Perciò l'area clinica ha sempre attratto la
ruoli come intrattenimento di massa, costruzione maggior parte delle relazioni e dei workshop.
dell'identità, ricerca di autenticità e così via. Nel Congresso di Napoli 2001 incoraggio perso-
Inoltre, c'è stato un interessante sviluppo all'in- nalmente il contributo di relazioni e workshops
terno del settore della musicologia stessa. incentrati sul lavoro clinico. Allo stato attuale
Evolvendosi come nuovo campo di studi interdi- nelle istituzioni della salute e della educazione di
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sciplinari la musicologia ha dovuto dialogare con molti paesi è cresciuta la domanda rivolta ai
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musicoterapisti affinché essi procurino la prova Ricerca
che il loro lavoro sia efficace e di valore. Perciò Negli ultimi cinque anni la ricerca in musicotera-
sarebbe di notevole importanza se, formulata pia si è sviluppata e ha cominciato a stabilirsi
una proposta, gli operatori non solo usassero il all'interno di vari centri europei, nordici e scan-
loro tempo per dimostrare la loro modalità di dinavi. Esistono opportunità per ulteriori qualifi-
intervento clinico, ma anche che fornissero un che accademiche basate sulla ricerca, stanno
modello chiaro del loro metodo di valutazione, emergendo alcune riviste accademiche e sta
riferendosi direttamente ai casi. È proprio nell'a- nascendo una infrastruttura che si occupa di
rea dell'"assessment" e della valutazione che la ricerca. Questo Congresso ci darà la possibilità di
musicoterapia è ancora debole in paragone con presentare lavori di ricerca ultimati e progetti di
altre professioni mediche, paramediche e in spe- ricerca in corso. Mia intenzione è far si che
ciali campi dell'educazione. È nostra speranza un'ampia gamma di praticanti abbiano accesso a
offrire la possibilità di presentare relazioni di alta progetti di ricerca affinché si sentano ispirati a
qualità anche se l'esperienza avuta da preceden- condurre indagini su una loro pratica clinica.
ti congressi ci dice che ci sarà in tale ambito un In queste conferenze il tempo è sempre scarso
numero notevole di proposte. A Leuven fu utiliz- e ciò che spero è che gli Istituti di ricerca pren-
zato il modello "Seminario" per la prima volta, dano al volo l'opportunità di proporre seminari
dove, in due ore, due presentazioni di 30 minuti dei loro lavori mostrando progetti conclusi e in
e quattro di 10 furono svolte insieme nella stessa corso. Il modello del "Seminario" è descritto
area clinica, permettendo una reale messa a nella presentazione dell'Area Pratica Clinica. Ciò
fuoco dell'argomento. Noi intendiamo usare di cui abbiamo bisogno da questi istituti è una
ancora questo modello a Napoli, dando ai parte- prospettiva circa i loro approcci nella ricerca,
cipanti la possibilità di uno scambio di informa- come approccio teoretico o come punto di vista
zioni correlate sui metodi e le esperienze all'in- metodologico, le loro possibilità di formazione
terno di uno specifico campo clinico. Trovo che le per lo sviluppo della ricerca e della clinica, i
informazioni più utili ottenute da relazioni clini- temi allo studio e l'approccio individuale circa i
che e workshops diano una più chiara compren- temi di ricerca. Ciò darà agli istituti l'opportu-
sione dell'attuale processo della musicoterapia. nità di presentare la loro teoria base sulla ricer-
Questo può essere coadiuvato da esempi forniti ca e di proporre un accordo affinché i membri
da supporti video e audio e dalla spiegazione degli istituti abbiano il tempo di fornire brevi
chiara del ruolo che la musica sta svolgendo nel presentazioni del loro lavoro. Per quelli che pre-
processo terapeutico. Al Congresso Mondiale di sentano relazioni delle loro ricerche concluse e
Musicoterapia di Washington nel 1999, sono stati in corso, noi avremo bisogno di identificare i
identificati cinque particolari modelli di musico- fini dello studio, il contesto di studio nell'ambi-
terapia che includono teoria, formazione e appli- to di un più ampio panorama di musicoterapia o
cazione. Ce ne sono sicuramente di più e in que- ricerca in musica, una concisa bibliografia, una
sto Congresso le relazioni cliniche possono costi- dichiarazione dell'ipotesi se si tratta di uno
tuire un punto focale per chiarire meglio i termi- studio quantitativo, il metodo usato, una rela-
ni della pratica in musicoterapia. zione sui risultati e una discussione di come
Prof. Tony Wigram questi risultati siano rilevanti per la pratica in
Istituto di Musica e Musicoterapia musicoterapia.
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Università di Aalborg Ci sono inoltre opportunità anche per gruppi di
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presentare materiale di ricerca correlato a argo- schezza intellettuale, indispensabili alle sfide che
menti di clinica. C'è per esempio una certa varietà il nostro lavoro quotidianamente propone.
di lavori riguardanti l'uso della musicoterapia Questo VII° Seminario APIM è testimonianza di
nella cura della demenza, nel campo delle cure una profonda fiducia nel potenziale di crescita
palliative, nella riabilitazione neurologica e nelle che l'appartenenza attiva ad un'associazione pro-
difficoltà di apprendimento. duce, in quanto nato a partire dalle tematiche
Come già detto sopra infrastrutture che si occu- indicate nei questionari compilati dai soci presen-
pino di ricerca stanno nascendo e ci sono aree di ti agli appuntamenti degli scorsi anni, sviluppato
interesse che necessitano di essere discusse. con il contributo di generosi che hanno prestato
Alcuni di questi argomenti sono l'analisi di mate- il proprio tempo ed il proprio intelletto alla strut-
riale audio e di videotape, schede di "assessment" turazione di un'idea, e realizzato con il coinvolgi-
e questionari per la ricerca musicoterapica, mento di colleghi che si trovavano agli scorsi
appropriate supervisioni di ricerche, accesso a appuntamenti come uditori e che ora partecipa-
fondi, gruppi di supporto alla ricerca e servizi no in qualità di relatori.
circa la letteratura in questione. Gli strumenti insoliti della musicoterapia sono
Prof. David Aldridge domande prima che risposte: è possibile affianca-
Resposabile della ricerca qualitativa in Medicina re allo strumentario standard della musicoterapia
Facoltà di Medicina, Univ. Witten/Herdecke anche dotazioni inusuali come le apparecchiatu-
re elettroniche, gli strumenti accademici o quelli
autocostruiti? Quali sono i vantaggi e gli svan-
Informazioni taggi di tali scelte ed in quali contesti si sono
Valentina De Rienzo (segreteria) rivelate più proficue? Fino a quali orizzonti si è
ISFOM via R. Morghen 36 - 80129 Napoli spinta la riflessione sugli aspetti musicologici,
Tel. + 39 081/5789330 - Fax + 39 081/5784059 simbolici e applicativi in musicoterapia di questi
e-mail: napoli2001gdifranco@.it strumenti?
Ci è parso che già queste domande valessero l'inte-
Per informazioni più dettagliate consulta la ro seminario. Ma anche un'altra richiesta dei soci è
pagina Web: stata recepita: partecipare dei contenuti.
http://www.gdifranco.it/napoli2001.html Allora sarà un seminario con più esperienze e meno
astrattezze, con più partecipazione e meno distanza.
VIIº Seminario APIM Ogni parola dovrà riferirsi a qualcosa di visto, senti-
“Gli strumenti insoliti della Musicoterapia” to; ogni riflessione dovrà essere collettiva, fondarsi
23/24 Settembre 2000, Hotel La Fenice, Rimini su qualcosa che sia accaduto nella stanza, che tutti
abbiano in qualche maniera condiviso.
Siamo giunti al VII° Seminario riminese; un Non solo: il convegno prevede diversi momenti di
appuntamento annuale che si rivolge prevalente- confronto tra relatori e uditorio, poiché confidiamo
mente a persone già avviate alla musicoterapia. che domande, dubbi ed esperienze a confronto pos-
Per questo si è andato sempre più strutturando sano alimentare il desiderio di crescita professionale.
nel tempo come momento formativo di secondo Invitiamo pertanto ognuno a partecipare nel
livello. Crescono i soci e con loro la qualità delle senso più cooperativo del termine, già a partire
iniziative che l'associazione propone come contri- da un primo impegno di adesione e diffusione
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buto al mantenimento di una curiosità e fre- dell'iniziativa; in secondo luogo auspichiamo l'ar-
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rivo di ogni congressista affiancato da uno stru- Popolare di Novara - Genova sede, entro il 9 set-
mento, il suo preferito, quello sul quale ha lunga- tembre 2000.
mente studiato e suonato, o quello che ha
costruito pensando specificatamente ad un pro- Sede del seminario
prio desiderio sonoro; infine, invitiamo tutti, soci Hotel "La Fenice" - Viale Mantova, 96 Rimini.
e simpatizzanti, a partecipare, perché l'APIM La Direzione dell'Hotel riserva in questa circo-
siamo noi! stanza condizioni particolarmente favorevoli ai
soci APIM: è possibile infatti usufruire di un pac-
Programma chetto di pensione completa (dal pernottamento
Venerdì 22/9/2000 di venerdì sera fino al pranzo della domenica) a
21.00 Arrivo e pernottamento sole L. 140.000 in camera a due letti, con un ulte-
Sabato 23/9/2000 riore sconto del 10% sull'importo per l'eventuale
8.30 - Registrazione iscritti terzo letto; il supplemento per la camera singola
9.00 - PRESENTAZIONE LAVORI è invece di L. 10.000.
Gerardo Manarolo Chi fosse interessato ad iscriversi dovrà comuni-
9.30 - GLI STRUMENTI AUTOCOSTRUITI carlo alla segreteria organizzativa del Seminario,
Mauro Peddis - Fernando Monte precisando la sistemazione alberghiera desiderata.
15.30 - GLI STRUMENTI ELETTRONICI
Andrea Masotti Informazioni
19.30 - Cena "La Fenice" è un Hotel di Mirabello di Rimini
Domenica 24/9/2000 (Viale Mantova 96) molto semplice da raggiunge-
8.30 - Colazione re: per chi arriva in treno alla Stazione di Rimini
9.00 - GLI STRUMENTI ACCADEMICI sono disponibili le corse degli autobus n. 10 e 11,
Ferdinando Suvini - Silvia Poli dai quali scendere alla fermata n.25; per chi arri-
12.00 - CONCLUSIONI va in autostrada, appena usciti al casello di
12.30 - CONSEGNA PREMIO APIM Rimini sud bisogna procedere in direzione Rimini
13.00 - Pranzo per poche centinaia di metri, fino al primo incro-
14.30 - ASSEMBLEA SOCI APIM cio, dove bisogna svoltare a sinistra in direzione
Riccione; procedere per 2 Km circa e al secondo
Modalità d'iscrizione semaforo svoltare a sinistra in Via Rosmini, svol-
Il Seminario è riservato ai soci. tare ancora a sinistra in Via Siracusa, e dopo aver
La quota prevista è di L. 150.000 (Socio oltrepassato il sottopasso svoltare a destra in
Sostenitore); per quanti avessero già versato la Viale Mantova.
quota associativa ordinaria per il 2000 si prati-
cherà una riduzione di L. 50.000; verrà altresì pra- Segreteria Organizzativa
ticata una medesima riduzione agli iscritti per Marzia Mancini
l'anno in corso alle scuole di musicoterapia di Tel. e Fax 0541/730117
Assisi, della "Linea dell'Arco" di Lecco, del CEFIG di
Bologna, dello I.A.L. di Saronno e a quelle Segreteria Scientifica
dell'ANFFAS di Genova e di Rivarolo Canavese Massimo borghesi
(produrre documentazione). Il versamento andrà Tel. 0338/7746947
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effettuato sul Conto Corrente n. 1531 della Banca e-mail massimoborghesi@libero.it
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articoli pubblicati
Numero 0, Luglio 1992 Volume III, Numero 1, Gennaio 1995
Terapie espressive e strutture intermedie (G. Montinari) • Musica e struttura psichica (E. Lecourt) • Nessi funzionali e
Musicoterapia preventiva: suono e musica nella preparazio- teleologici tra udire, vedere, parlare e cantare (Schindler,
ne al parto (M. Videsott) • Musicoterapia recettiva in ambi- Vernero, Gilardone) • Il ritmo musicale nella rieducazione
to psichiatrico (G. Del Puente, G. Manarolo, C. Vecchiato) • logopedica (L. Pagliero) • Differenze e similitudini nell’appli-
L’improvvisazione musicale nella pratica clinica (M. cazione della musicoterapia con pazienti autistici e in coma
Gilardone) (R. Benenzon) • La musica come strumento riabilitativo (A.
Campioto, R. Peconio) • Linee generali del trattamento musi-
Volume I, Numero 1, Gennaio 1993 coterapico di un caso di "Sindrome del Bambino Ipercinetico"
Etnomusicologia e Musicoterapia (G. Lapassade) • (M. Borghesi) • Strumenti di informazione e di analisi della
Metodologie musicoterapiche in ambito psichiatrico (M. prassi osservativa in musicoterapia (G. Bonardi)
Vaggi) • Aspetti di un modello operativo musicoterapico (F.
Moser, I. Toso) • La voce tra mente e corpo (M. Mancini) Volume III, Numero 2, Luglio 1995
•Alcune indicazioni bibliografiche in ambito musicoterapico Il senso estetico e la sofferenza psichica: accostamento stri-
(G. Manarolo) dente o scommessa terapeutica? (E. Giordano) • L'inventiva
del terapeuta come fattore di terapia (G. Montinari) • La for-
Volume I, Numero 2, Luglio 1993 mazione in ambito musicoterapico: lineamenti per un pro-
Musicoterapia e musicoterapeuta: alcune riflessioni (R. getto di modello formativo (P.L. Postacchini, M. Mancini, G.
Benenzon) • La Musicoterapia in Germania (F. Schwaiblmair) Manarolo, C. Bonanomi) • Il suono e l'anima: la divina ana-
• La Musicoterapia: proposta per una sistemazione catego- logia (M. Jacoviello) • Considerazioni su: dialogo sonoro,
riale e applicativa (O. Schindler) • Riflessioni sull’analisi delle espressione corporea ed esecuzione musicale (R. Barbarino,
percezioni amodali e delle trasformazioni transmodali (P.L. A. Artuso, E. Pegoraro) • Aspetti metodologici, empatia e sin-
Postacchini, C. Bonanomi) • Metodologie musicoterapiche in tonizzazione nell'esperienza musicoterapeutica (A. Raglio) •
ambito neurologico (M. Gilardone) • I linguaggi delle arti in Esperienze di musicoterapia: nascita e sviluppo di una comu-
terapia: lo spazio della danza (R. De Leonibus) • La musico- nicazione sonora con soggetti portatori di handicap (C.
terapia nella letteratura scientifica internazionale, 1ª parte Bonanomi)
(A. Osella, M. Gilardone)
Volume IV, Numero 1, Gennaio 1996
Volume II, Numero 1, Gennaio 1994 Armonizzare sintonizzandosi (P.L. Postacchini) • Dalla perce-
Introduzione (F. Giberti) • Ascolto musicale e ascolto interio- zione uditiva al concetto musicale (O. Schindler, M.
re (W. Scategni) • Lo strumento sonoro musicale e la Gilardone, I. Vernero, A.C. Lautero, E. Banco) • La formazione
Musicoterapia (R. Benenzon) • Ascolto musicale e musicale (C. Maltoni, P. Salza) • Gruppo sì, gruppo no: rifles-
Musicoterapia (G. Del Puente, G. Manarolo, P. Pistarino, C. sioni su due esperienze di musicoterapia (M. Mancini) •
Vecchiato) • La voce come mezzo di comunicazione non ver- Musicoterapia e stati di coma: riflessioni ed esperienze (G.
bale (G. Di Franco) Garofoli) • Il caso di Luca (L. Gamba) • Disturbi del linguag-
gio e Musicoterapia (P.C. Piat, M. Morone)
Volume II, Numero 2, Luglio 1994
Il piacere musicale (M. Vaggi) • Il suono e l’anima (M. Volume IV, Numero 2, Luglio 1996
Jacoviello) • Dal suono al silenzio: vie sonore dell’interiorità Il suono della voce in Psicopatologia (F. Giberti, G. Manarolo)
(D. Morando) • Gruppi di ascolto e formazione personale (M. • La voce umana: prospettive storiche e biologiche (M.
Scardovelli) • Esperienza estetica e controtransfert (M. E. Gilardone, I. Vernero, E. Banco, O. Schindler) • La stimolazio-
Garcia) • Funzione polivalente dell’elemento sonoro-musica- ne sonoro-musicale di pazienti in coma (G. Scarso, G.
le nella riabilitazione dell’insufficiente mentale grave (G. Emanuelli, P. Salza, C. De Bacco) • La creatività musicale (M.
Manarolo, M. Gilardone, F. Demaestri) Romagnoli) • Musicoterapia e processi di personalizzazione
56 nella Psicoterapia di un caso di autismo (L. Degasperi) • La
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recettività musicale nei pazienti psichiatrici: un'ipotesi di Volume VI, Numero 2, Luglio 1998
studio (G. Del Puente, G. Manarolo, S. Remotti) • Musica e Modelli musicali del funzionamento cerebrale (Giuseppe
Psicosi: un percorso Musicoterapico con un gruppo di Porzionato) • La mente musicale/educare l’intelligenza musi-
pazienti (A. Campioto, R. Peconio). cale (Johannella Tafuri) •
Reversibilità del pensiero e pensiero musicale del bambino
Volume V, Numero 1, Gennaio 1997 (Fulvio Rota) • Musica, Elaboratore e Creatività (Maurizio
La riabilitazione nel ritardo mentale ed il contributo della Benedetti) • Inchiostro, silicio e sonorità neuronali (Alberto
Musicoterapia (G. Moretti) • Uomo Suono: un incontro che Colla) • Le valenze del pensiero musicale nel trattamento dei
produce senso (M. Borghesi, P.L. Postacchini, A. Ricciotti) • La deficit psico-intellettivi (Ferruccio De Maestri).
Musicoterapia non esiste (D. Gaita) • L'Anziano e la Musica.
L'inizio di un approccio musicale (B. Capitanio) • Riflessioni Volume VII, Numero 1, Gennaio 1999
su una esperienza di ascolto con un soggetto insufficiente E se la musica fosse…(Maurizio Spaccazocchi) • Una noce
mentale psicotico (P. Ciampi) • Un percorso musicoterapico: poco fa (Denis Gaita) • L’ascolto in Musicoterapia (Gerardo
dal suono silente al suono risonante (E. De Rossi, G. Ba) • La Manarolo) • La musica allunga la vita?(M. Maranto, G.
comprensione dell'intonazione del linguaggio in bambini Porzionato) • Musicoterapia e simbolismo: un’esperienza in
Down (M. Paolini). ambito istituzionale (Anna Maria Bagalà)
Gli articoli pubblicati dal 1992 al 1998 sono ora raccolti in “Musica & Terapia, Quaderni italiani di Musicoterapia”
edizioni Cosmopolis Corso Peschiera 320 - 10139 Torino - http://www.publispace.com/cosmopolis 57
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norme redazionali
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