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Quarta edizione
Dall’Art Nouveau ai giorni nostri
VERSIONE ARANCIONE
il
MUSEOdigitale
di Itinerario nell’arte
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Il Museo digitale di Itinerario nellÕarte è una piattaforma digitale con 5000 immagini ad alta definizione,
in un database interrogabile e arricchito di animazioni, video, testi e brani musicali.
La struttura
Il Museo digitale è organizzato in 5 edifici:
Le funzioni
Il Museo digitale ti permette di:
5 Itinerario nell’arte
Quarta edizione
Dall’Art Nouveau ai giorni nostri
VERSIONE ARANCIONE
L’eBook
multimediale
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Realizzazione editoriale:
– Coordinamento editoriale: Marina Di Simone
– Coordinamento redazionale e redazione: Federica Lehmann, Giuliana Gambari
– Redazione: Rossana Delogu
– Revisione redazionale, correzione bozze e uniformazioni: Il Nove, Bologna
– Progetto grafico: Anna Huwyler
– Impaginazione: Anna Huwyler; Studio 8vo, Bologna
– Fotocomposizione: Belle Arti, Bologna
– Introduzione ai brani antologici: Elisa Penserini
– Coordinamento ricerca iconografica: Maria Giulia Pasi
– Ricerca iconografica: Maria Giulia Pasi, Ilaria Righi
– Fotolito: Image&Color, San Lazzaro di Savena
– Disegni: Giuseppe Maserati
– Cartine: Bernardo Mannucci
– Indici analitici: Il Nove, Bologna
– Segreteria di redazione: Deborah Lorenzini, Rossella Frezzato
– Ufficio iconografico: Claudia Patella, Chiara Presepi
L’editore ringrazia i docenti: Linda Fabbrini, Francesca Fioravanti, Tiziana Fornero, Enrica Frosio, Daniele Martin, Silvia Moretti, Patrizia Scafella,
Mario Scotognella, Laura Testa, Paola Torniai.
Copertina:
– Progetto grafico: Miguel Sal & C., Bologna
– Realizzazione: Roberto Marchetti e Francesca Ponti
– Immagine di copertina: Joseph Maria Olbrich, Palazzo della Secessione (particolare della cupola). 1898-1899. Vienna, Austria.
© G. Sanders / 123RF.
Quarta edizione: luglio 2018
Zanichelli garantisce che le risorse digitali di questo volume sotto il suo controllo saranno accessibili, a partire dall’acquisto dell’esemplare
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Via Irnerio 34, 40126 Bologna
Sommario risorse digitali
sezione XI
Ottocento
Novecento
Il sentire del tempo ONLINE
Esercizi interattivi
28 Verso il crollo
degli imperi centrali 8
Dipartimento Oggetti d’arte
Gabinetto disegni e stampe
28■1 I presupposti dell’Art Nouveau 8 Dipartimento Costume
28■2 L’Art Nouveau 10
28■2■1 Architettura art nouveau 14
28■3 L’esperienza delle arti applicate a Vienna 22
28■4 Gustav Klimt 26
28■5 I Fauves e Henri Matisse 35 opera esemplare Henri Matisse,
La stanza rossa
28■5■1 Gli altri Fauves 42
28■ 6 L’Espressionismo 44
28■6■1 I precursori 44 opera esemplare Edvard Munch,
Il grido
28■6■2 Il gruppo Die Brücke 52
28■6■3 Oskar Kokoschka 55
28■6■4 Egon Schiele 58
28■7 L’Art Déco 61
29 IlL’inizio
Cubismo
dell’arte contemporanea.
64
29■1 Il Novecento delle Avanguardie storiche 64
29■2 Il Cubismo 66
29■3 Pablo Picasso 69 opera esemplare Pablo Picasso,
Les demoiselles d’Avignon
29■4 Georges Braque 82
29■5 Juan Gris 86
29■ 6 Gli altri Cubisti 88
IV Sale dell’arte del Futurismo
Dipartimento Oggetti d’arte
30 La stagione italiana
del Futurismo (1909-1944)
30■1 Filippo Tommaso Marinetti e l’estetica futurista
90
90
Gabinetto disegni e stampe
Dipartimento Costume
Sommario
31
31 1
Arte tra provocazione
e sogno
Il Dada
114
114
■
31■1■1 Hans Arp 116
31■1■2 Raoul Hausmann 117
31■1■3 Marcel Duchamp 118
31■1■4 Francis Picabia 119
31■1■5 Man Ray 120
31■2 L’arte dell’inconscio: il Surrealismo 121
31■2■1 Max Ernst 124
31■2■2 Joan Miró 127 opera esemplare Joan Miró,
Il carnevale di Arlecchino
31■2■3 René Magritte 133
31■2■4 Salvador Dalí 138 opera esemplare Salvador Dalí,
Costruzione molle con fave bollite:
31■2■5 Frida Kahlo 144 presagio di guerra civile
32 Oltre la forma.
L’Astrattismo 146
32■1 Der Blaue Reiter 146
32■1■1 Franz Marc 148
32■2 Vassily Kandinsky 151 opera esemplare Vassily Kandinskij,
Alcuni cerchi
32■3 Paul Klee 158
opera esemplare Paul Klee, Fuoco
32■4 Alexej von Jawlensky 163 nella sera
32■5 Gli altri della Neue Künstlervereinigung München
e del Blaue Reiter 166
32■ 6 Piet Mondrian e De Stijl 168
32■7 Kazimir Malevič e il Suprematismo 175
32■8 1913: Sincromismo, Costruttivismo 178
32■9 Il Razionalismo in architettura 180
32■9■1 L’esperienza del Bauhaus 183
32■9■2 Ludwig Mies van der Rohe 188
32■9■3 Alvar Aalto 190
32■9■4 Le Corbusier 193 opera esemplare Le Corbusier,
Villa Savoye
32■9■5 Frank Lloyd Wright 201 animazione Ballon frame
32■9■6 Architettura dell’Italia fascista 206 animazione Il grattacielo
opera esemplare Frank Lloyd Wright,
32■9■7 Giovanni Michelucci 210 Casa sulla cascata
Sale dell’arte della Metafisica V
e dell'ƒcole de Paris
Sommario
33■2 Giorgio de Chirico 217 opera esemplare Giorgio de Chirico,
Le Muse inquietanti
33■3 Carlo Carrà 225
opera esemplare Carlo Carrà,
33■4 Giorgio Morandi 230 Le figlie di Loth
opera esemplare Giorgio Morandi,
33■5 Alberto Savinio 234 Natura morta di oggetti in viola
33■ 6 Esperienze italiane 241
33■7 Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettività) 245
33■8 L’École de Paris 247
33■8■1 Marc Chagall 248
33■8■2 Amedeo Modigliani 251 opera esemplare Amedeo Modigliani,
Ritratto di Lunia Czechowska
33■8■3 Constantin Brancusi 254
sezione XII
Contemporaneità
ONLINE
Il sentire del tempo Esercizi interattivi
34 Esperienze artistiche
nel secondo dopoguerra 278
34■1 Verso il Contemporaneo 278
34■2 Arte informale 280
34■2■1 L’Informale in Italia 283 opera esemplare Alberto Burri,
Sacco e Rosso
34■3 Francis Bacon 288
34■4 L’Espressionismo astratto 290 opera esemplare Jackson Pollock,
Pali blu
34■5 Metamorfosi della scultura 298
34■5■1 Scultura italiana fra Naturalismo e Astrattismo 304
VI 34■ 6 Tra New Dada e Nouveau Réalisme 307
34■6■1 Robert Rauschenberg 307
34■6■2 Jasper Johns 309
34■6■3 Jean Tinguely 311
Sommario
35 del
Tendenze e sperimentazioni
Contemporaneo 352
35■1 Land Art 352 opera esemplare Christo e Jeanne-
Claude, Surrounded Islands
35■2 Body Art e performance 356
35■3 Iperrealismo 359 animazione La scultura in resina
sintetica
35■4 Il ritorno alla tradizione figurativa 364
35■4■1 Anacronismo 364 opera esemplare Igor Mitoraj, Quirinus
35■4■2 Transavanguardia 367 opera esemplare Sandro Chia,
La donna del lago
35■4■3 Lucian Freud 370
35■5 Graffiti Writing 371 opera esemplare Keith Haring,
Tuttomondo
35■ 6 Nuova scultura 377
opera esemplare Jean-Michael
35■7 E oggi? Ultime tendenze 379 Basquiat, Untitled
35■8 L’architettura di fine Millennio 386 opera esemplare Damien Hirst,
For the love of God
Luoghi, oggetti, memorie
itinerario nella cittàDistruzione e ricostruzione di una città: il caso Berlino 398
itinerario Il Museum of Modern Art di New York 402 Itinerario museale multimediale
oggetti d’arte Geometrie trasparenti: i vetri di Sottsass 406 Dipartimento Oggetti d’arte
antologia delle fonti Jackson Pollock, William Wright intervista biblioteca Antologia delle fonti
Jackson Pollock (1951) 408
VII
Sommario
I brani caratterizzati dal numero in avorio sono disponibili
nella Biblioteca del Museo digitale , nell’eBook multimediale , nell’Interactive eBook
253 Adolf Loos, I materiali da costruzione 284 Jackson Pollock, William Wright intervista
254 Gustav Klimt, Su se stesso Jackson Pollock (1951)
255 Henri Matisse, Funzione e modalità del colore 285 Mark Rothko, Perché realizzo dipinti di grandi
256 Pablo Picasso, La poetica e la politica dimensioni
257 Georges Braque, La pittura e noi 286 Willem de Kooning, Non mi sento completamente
un pittore non-oggettivo
258 Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo,
Giacomo Balla, Gino Severini, Manifesto 287 Robert Rauschenberg, L’inevitabilità della pittura
dei pittori futuristi 288 Jasper Johns, Note
259 Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, 289 Allan Kaprow, L’eredità di Jackson Pollock
Giacomo Balla, Gino Severini, Manifesto tecnico 290 Piero Manzoni, Per una nuova concezione artistica
della pittura futurista 291 Andy Warhol, Che cos’è la Pop-Art?
260 Gino Severini, Metodo generale di lavoro 292 Roy Lichtenstein, Cos’è la Pop-Art? Non lo so,
261 Umberto Boccioni, Manifesto tecnico della scultura presumo l’uso di arte commerciale come argomento
futurista (1912) nella pittura
262 Tristan Tzara, Manifesto Dada (1918) 293 Claes Oldenburg, La concretizzazione
263 Marcel Duchamp, A proposito dei ready-made della fantasia
264 André Breton, Manifesto del Surrealismo (1924) 294 Frank Stella, Quel che vedi è quel che vedi
265 René Magritte, Maurice Bots intervista Magritte, 295 Frank Stella, Ci sono due problemi nella pittura
2 luglio 1951 296 Donald Judd, Il nuovo lavoro tridimensionale non
266 René Magritte, La somiglianza costituisce un movimento
267 Franz Marc, I Fauves tedeschi 297 Sol LeWitt Sentenze sull’Arte concettuale
268 Vassily Kandinsky, L’effetto del colore 298 Dan Flavin, Il vantato mistero dell’arte
269 Paul Klee, Pagine dal Diario 299 Robert Morris, Anti-form
270 Theo van Doesburg, Robert van’t Hoff, Vilmos 300 Joseph Beuys, Che cos’è l’arte?
Huszar, Antony Kok, Piet Mondrian, Georges 301 Joseph Kosuth, L’arte dopo la filosofia
Vantongerloo, Jan Wils, Primo manifesto della rivista 302 Mario Merz, Da un’intervista di Mario Merz
«De Stijl» (1918) 303 Alighiero Boetti, Lo stravolgimento della qualità
271 Theo van Doesburg, Robert van’t Hoff, convenzionale
Vilmos Huszar, Antony Kok, Piet Mondrian, 304 Aldo Rossi, Critica al funzionalismo ingenuo
Georges Vantongerloo, Jan Wils, Manifesto III
305 Christo, L’arte dell’impacchettare
di «De Stijl» (1921). Verso la formazione di un nuovo
mondo 306 Gilbert & Georg, Che significa la nostra arte
272 Piet Mondrian, Neoplasticismo 307 Hermann Nitsch, Verso una mistica dell’essere
273 Kazimir Malevič, Il Suprematismo 308 Marina Abramović, La performance come linguaggio
artistico
274 Le Corbusier, Il manuale dell’abitazione
309 Bill Viola, Antichi echi fiorentini
275 Frank Lloyd Wright, La linea della terra
310 Richard Estes, Arte come illusione infinita
276 Gio Ponti, L’architettura è un cristallo
311 Igor Mitoraj, Igor Mitoraj a viso scoperto.
277 Marcello Piacentini, La rivoluzione dell’architettura
Intervista di Gilles Vincent-Heugas
razionalista
312 Mimmo Paladino, Riflessioni sulla Transavanguardia
278 Giovanni Michelucci, La progettazione come
uno spazio di relazioni 313 Anselm Kiefer, Nuovi interrogativi sull’arte
279 Mario Sironi, Manifesto della pittura murale (1933) 314 Keith Haring, Intervista a Keith Haring
280 Giorgio de Chirico, L’arte metafisica della mostra 315 Jean-Michel Basquiat, Intervista a Basquiat
di Roma (1918) 316 Jeff Koons, Frasi e filosofie di Jeff Koons
281 Francis Bacon, Arte, fotografia e cinema 317 Bernd e Hilla Becher, Fotografie per quattro occhi
282 Wols, Aforisma 318 Damien Hirst, Persone come mosche
283 Lucio Fontana, Cambiamento nell’essenza 319 Vanessa Beecroft, Intervista a Vanessa Beecroft
e nella forma; Manifesto blanco 320 Maurizio Cattelan, La sregolatezza dell’arte
VIII 321 David Hockney e Larry Rivers, Dipingere è per me 324 Daniel Libeskind, Nella voragine di Ground Zero
un po’ una terapia 325 Gerhard Richter, Non ho nulla da dire
322 Niki de Saint-Phalle, Non preoccuparti, non penso e lo sto dicendo
che qualcuno si sporchi di vernice 326 Ai Weiwei, Il modernismo è una filosofia, una visione
Sommario
legislazione di tutela
12 Tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare riserve e parchi nazionali - d.p.r. 24 luglio 1977, n. 616:
interesse storico - legge 24 giugno 1922, n. 778 artt. 47-49 e 82-83
13 Nuovo ordinamento Archivi del Regno 25 Tutela delle zone di particolare interesse ambientale
- legge 22 dicembre 1939, n. 2006 - legge 8 agosto 1985, n. 431
14 Tutela delle cose di interesse artistico e storico 26 Carta del rischio dei beni culturali, in relazione
- legge 1° giugno 1939, n. 1089 all’entrata in vigore dell’Atto unico europeo
15 Protezione bellezze naturali e panoramiche - legge 19 aprile 1990, n. 84
- legge 29 giugno 1939, n. 1497 27 Misure urgenti per il funzionamento dei musei statali
16 Regolamento per applicazione legge sulla protezione - legge 14 gennaio 1993, n. 4
bellezze naturali e panoramiche - r.d. 3 giugno 1940, 28 Disposizioni sui beni culturali - legge 8 ottobre 1997,
n. 1357 n. 352
17 Prima legge di pianificazione urbanistica 29 Istituzione Ministero per i beni e le attività culturali - d.lgs.
- 17 agosto 1942, n. 1150 20 ottobre 1998, n. 368
18 Codice Penale - Reati di danneggiamento al patrimonio 30 Conferimento di funzioni e compiti amministrativi
artistico: artt. 635, 733 e 734 dello Stato alle Regioni e Enti locali in materia
19 Codice Civile - Beni appartenenti allo Stato, Enti pubblici di beni e attività culturali - d.lgs. 31 marzo 1998,
ed Enti ecclesiastici: artt. 822-831 n. 112: artt.148-155
20 Costituzione della Repubblica Italiana: artt.9, 117 e 118 31 Attribuzioni del Ministero per i beni e le attività culturali
21 Norme penali sulla contraffazione o alterazione di opere - d.lgs. 30 luglio 1999, n. 300: artt. 52-54
d’arte - legge 20 novembre 1971, n. 1062 32 Testo Unico in materia di beni culturali e ambientali
22 Trasferimento alle Regioni a statuto ordinario - d.lgs. 29 ottobre 1999, n. 490
delle funzioni amministrative statali in materia 33 Modifiche al Titolo V della Parte II della Costituzione
di musei e biblioteche - d.p.r. 14 gennaio 1972, (Regioni, Province, Comuni) - legge costituzionale
n. 3: artt. 7-11 18 ottobre 2001, n. 3
23 Istituzione del Ministero per i beni culturali 34 Codice dei beni culturali - d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42
e per l’ambiente - d.l. 14 dicembre 1974, n. 657 35 Convenzioni internazionali e UNESCO
24 Delega alle Regioni in materia di protezione della natura, 36 Legislazione di tutela europea
Ottocento-Novecento
sezione XI
potevamo noi
cantare»
All’inizio del XX secolo Europa e mondo
paiono una cosa sola. I governi di Londra,
Parigi, Berlino, Vienna e San Pietroburgo
dominano sulla quasi totalità delle terre
emerse. Il Vecchio continente gode da de-
cenni di un lungo periodo di pace, che si è
rivelato estremamente salutare per lo svi-
luppo delle scienze, dei commerci e dell’in-
dustria. La borghesia guida con mano fer-
ma i destini di popoli e territori sterminati,
regolando con sapienza le concessioni poli-
tiche ed economiche elargite ai ceti inferio-
ri. Sono anni spensierati, caratterizzati da
una diffusa voglia di mondanità, di svago,
di lusso, esigenze che appaiono alla portata
di segmenti sociali sempre più ampi e che
trovano adeguata rappresentazione nella
delicata raffinatezza dell’Art Nouveau. Nel
clima di contagioso ottimismo che attra-
versa l’Europa, la fiducia in uno sviluppo Mikhail Perkhin, Wilhelm Schmidt, lativo all’assoluto. Voci che si riconoscono
Manifattura Fabergé, Cammeo con il profilo
illimitato sembra ben riposta nelle mani di Coperchio di scatola di un guerriero con
nella morte della verità oggettiva annun-
una classe dirigente che, sotto l’influsso del- dello zar Nicola II, elmo (Minerva?), ciata da Nietzsche, rifuggono l’abbraccio
la filosofia positivista, ha eretto la ragione a 1898-1903. Oro con ca 1900. Argento, paralizzante dei valori universali e credono
smalti e brillanti tagliati diamanti, smalto
nume tutelare del progresso umano. a diamanti. Londra, e opale. Londra, in un mondo in continuo divenire, fatto di
Il rigore razionalistico imposto dalla Victoria and Albert British Museum. verità parziali e provvisorie. Gli strumenti a
Museum.
cultura dominante non lascia nulla al ca- disposizione della scienza sembrano allora
so. Tutto è misurato, catalogato, spiegato le époque. Sono le voci di chi mostra di non inadeguati per comprendere una realtà che
attraverso l’inossidabile dualismo causa-ef- accontentarsi delle risposte fornite dalla ra- appare sfumata e soggettiva, più alla porta-
fetto. Ciò che si presenta incongruente dal gione, di chi cerca altrove le soluzioni adat- ta dell’intuito che della ragione. Quelle vo-
punto di vista scientifico ed estraneo alle te a placare un insopprimibile disagio inte- ci annunciano che il vento sta cambiando,
regole dettate dalla morale borghese vie- riore, che oppone la dimensione emotiva a che il mondo occidentale sta andando in-
ne guardato con sospetto, isolato, posto quella razionale, il dubbio al dogma, il re- contro a trasformazioni epocali. Sarà pro-
ai margini della società. Dopo avere libe-
rato l’uomo dalle tenebre dell’ignoranza e
della superstizione, la ragione illuminista,
rafforzata da quella positivista, pare averlo
rinchiuso in una gabbia dorata fatta di ve-
rità assolute e valori universali, nella quale
non trovano riconoscimento o risposta le
domande esistenziali provenienti dalla di-
mensione spirituale.
Eppure un orecchio attento avrebbe po-
tuto avvertire gli scricchiolii provenienti
dalla base di quella che dall’esterno si pre-
sentava come una fortezza inespugnabile.
È un rumore sordo, inizialmente appena
percepibile nel festoso frastuono della Bel-
3
prio dal campo scientifico che giungeranno Jules-René Lalique, René Lalique, fanno nel governare le pulsioni irrazionali
inequivocabili i primi segnali in tal senso. Spilla, 1899-1903. Placca a forma di viola
Oro, smalto, pietre del pensiero, ca 1900.
dell’inconscio.
E = mc². L’energia è uguale alla massa dure. Parigi, Musée Oro, smalto plique La contestazione della razionalità posi-
moltiplicata per la velocità della luce al qua- d’Orsay. ˆ jour e diamanti. tivista si diffuse anche attraverso l’afferma-
Collezione privata.
drato. zione di un nuovo movimento culturale,
Il XX secolo si apre all’insegna di questa che del rifiuto delle convenzioni sociali e
formula, destinata a riorganizzare le fon- della morale borghese aveva fatto la pro-
damenta della scienza tradizionale. Con- ben poco era lo spazio riservato al mistero, pria bandiera. Il recupero del sentimento,
trariamente a quanto si era creduto fino ad all’intuito, alle pulsioni emozionali che ac- innalzato dal Romanticismo a espressione
allora, la celebre equazione di Albert Ein- compagnano l’espandersi dello spirito. insopprimibile dell’individualità, trovò con
stein trasformava lo spazio e il tempo da Fu un altro gigante del Novecento, Sig- il Decadentismo traduzione nella valoriz-
tori decadenti risposero con lo sprezzante Henri e Paul Vever, Spilla a fiocco, po nel divario verificatosi tra lo sviluppo
isolamento e la fuga da una realtà omolo- Pendente in stile liberty, 1920-1930. Rubini tecnologico dei moderni arsenali militari e
1900. Oro, avorio, e brillanti. Collezione
gante che stentavano a riconoscere. Il mes- smalto, diamanti e perle. privata. una concezione strategica ancora ispirata al
saggio del Decadentismo non forniva però Parigi, Musée des Arts modello delle battaglie ottocentesche. Agli
Decoratifs.
indicazioni di percorso utili per voltare pa- albori della società di massa, anche la mor-
gina né modelli di riferimento alternativi al te divenne di massa, come testimonia l’im-
pessimistico ritiro in se stessi. ro cambiamento solo attraverso lo strap- pressionante e del tutto inedito numero di
Istruzioni più articolate in tal senso po violento, da conseguirsi per mezzo di morti, feriti e mutilati che accompagnò il
giunsero da correnti filosofiche secon- una rivoluzione, una guerra, o di entram- triste bilancio di ogni offensiva. Medici e
do le quali il progresso della conoscenza be le cose. psicologi iniziarono a prendere confidenza
era da ricercare più nell’intuizione indivi- Guerra e rivoluzione sarebbero arriva- con una nuova forma di invalidità, la nevro-
duale che nell’oggettività scientifica, o da te e sarebbero state accolte con l’entusia- si di guerra, responsabile di produrre sulla
quelle dottrine politiche che, in nome del- smo di chi ne aveva dimenticato la spietata personalità dei soldati disturbi psichiatrici
la solidarietà internazionale tra gli sfrutta- crudeltà. Un entusiasmo di breve durata, profondi e non di rado permanenti. L’inte-
ti, respingevano l’idea di nazione in quan- poiché il sogno liberatore della Rivoluzio- ro continente scivolò con sgomento in un
to funzionale agli interessi della borghesia ne francese, il mito della guerra «igiene del buco nero alimentato da una carica distrut-
capitalista. L’insofferenza verso la morale mondo», da cercare e vivere con giovanile tiva talmente potente da assorbire, fino a
borghese costituì motivo ispiratore anche trasporto, avrebbero ben presto deluso le farle sparire per sempre, le luci sfavillanti
per movimenti artistici e culturali che, nel aspettative, trascinando l’Europa in lungo della Belle époque e trasformare dopo quat-
ripudiare l’internazionalismo socialista, calvario di brutalità e sofferenze di cui si tro lunghi anni la gioventù europea in quel-
esaltavano invece l’incontenibile vitalità aveva perso il ricordo dai tempi della guer- la che è stata definita «la generazione per-
della comunità nazionale, insofferente alle ra dei Trent’anni. duta». Una generazione segnata in modo
noiose regole della democrazia parlamen- Sacrificata sull’altare di un conflitto tan- indelebile dall’esperienza bellica e incapace
tare, quanto ansiosa di temprarsi nella lot- to oscuro nelle sue motivazioni quanto di abbandonare mentalmente la trincea per
ta per l’esistenza, eretta a metro di misura sconvolgente nel suo svolgimento, la ra- riadattarsi al tempo di pace. Una generazio-
nelle relazioni tra gli Stati. Nel sostenere gione parve soccombere di f ronte al rie- ne per la quale la dialettica tra le forze po-
l’impraticabilità di una riforma pacifica del mergere di istinti primordiali, armati con litiche era avvertita come la continuazione
sistema, il radicalismo di destra e di sinistra la moderna tecnologia industriale. Nel cor- della guerra con altri mezzi.
riteneva possibile la realizzazione di un ve- so della Grande guerra la follia prese cor- Anche gli ideali e le grandi aspettati-
5
xenofoba dei Boxer in Cina Nello spazio di un decennio trale, mentre il disfacimento
L’esposizione universale te- schermaglie diplomatiche e cri- di quello ottomano formalizzò
nutasi a Parigi tra il 14 aprile e si internazionali sempre più mi- in molti casi le conquiste colo-
il 10 novembre 1900 rappre- nacciose si accavallarono sullo niali acquisite dalle grandi po-
sentò lo specchio di un’epo- sfondo di un’Europa ormai sta- tenze in Medio Oriente.
ca. Invenzioni, scoperte, at- bilmente divisa in due blocchi. Le cose cambiarono drastica-
trazioni, curiosità di ogni ge- Alla rivalità tra Gran Bretagna mente quando, nel 1929, il si-
nere affascinarono i 50 milioni e Germania si univa il contra- stema economico e finanziario
di visitatori affluiti nella capita- sto austro-russo per l’egemo- mondiale fu investito da una
le francese, offrendo l’imma- nia sullo strategico scacchie- pesantissima crisi che par-
gine sfavillante di un secolo ai re balcanico, mentre non ac- ve minacciare le fondamenta
suoi esordi. cennava ad allentarsi la forte stesse del sistema capitalista.
Lungo i padiglioni in cui era contrapposizione tra Francia e La crisi produsse una pesan-
stato suddiviso il grande Germania, mai sopitasi dopo la te contrazione del commercio
evento, si consumò festosa- schiacciante vittoria prussiana mondiale, generando in tutti i
mente tra le potenze europee del 1870. Anche il governo ita- Paesi fallimenti a catena e la
una competizione virtuosa ri- liano mostrava evidenti segni di crescita esponenziale della di-
Anello, ca 1927. Platino volta a un comune obiettivo: disagio nel preservare l’innatu- soccupazione. Il dilagare del-
con opale, rubini e diamanti. mostrare l’incontestabile su- rale alleanza con l’Impero au- la crisi economica e della pro-
Londra, Victoria and Albert periorità dell’uomo bianco e, stro-ungarico, nemico storico testa sociale si rivelarono leta-
di conseguenza, giustificarne e ancora regnante su vasti ter- li per la tenuta delle istituzioni
Museum.
la “missione civilizzatrice” nel ritori abitati in maggioranza da democratiche in molti Paesi.
mondo. Una sintonia di obiet- connazionali.
tivi che trovò espressione sul Nonostante il moltiplicarsi di La crisi delle democrazie
piano politico-militare in oc- tali preoccupanti segnali, pa- occidentali e l’ascesa
bri orologi molli di Salvador Dalí, espressio- casione della rivolta xenofoba reva che nelle cancellerie eu- del fascismo
dei Boxer, scoppiata in quegli ropee mancasse la reale con- All’Italia, già da tempo caduta
ne della relatività soggettiva del divenire, stessi mesi nella lontana Ci- sapevolezza del pericolo insi- sotto il giogo della dittatura fa-
così come nel «romanzo ponte» che Marcel na, cui i governi occidentali ri- to in questo giocare col fuoco. scista, si aggiunse la Germa-
sposero compatti scatenando Lo scoppio della Prima guer- nia, dove la salita al potere del
Proust porta a termine tra il 1913 e il 1927. una spietata repressione, vol- ra mondiale coglierà di conse- partito nazionalsocialista can-
Il romanzo come genere letterario diviene ta a confermare e rafforzare i guenza tutti impreparati, am- cellò in pochi mesi ogni par-
privilegi coloniali acquisiti. Die- plificando in tal modo il suo venza di vita democratica. In
in questi anni lo specchio privilegiato in cui tro l’apparente unità di intenti, effetto traumatico e sconvol- tutta l’Europa centro-orien-
si riflette lo spaesamento in atto, un grande si celavano tuttavia forti riva- gendo le fondamenta stesse tale presero piede regimi au-
lità, che stavano rapidamen- su cui poggiavano gli equilibri toritari mentre, dall’altra par-
contenitore delle aspirazioni, angosce, spe- te spingendo le grandi poten- del Vecchio continente. te del continente, la Spagna
ze verso posizioni sempre più sprofondava in una sanguino-
ranze e nostalgie di un mondo tramortito. aggressive. Gli anni Venti sa guerra civile, che avrebbe
È qui, nel flusso disordinato di sensazioni e e la crisi del 1929 portato al crollo delle istituzio-
Il mondo si spacca in due: La fine della guerra non signifi- ni repubblicane e alla nascita
ricordi non più condizionato dal tradizio- la Triplice Alleanza e cò il ritorno della pace. In molti di un governo dittatoriale di
nale vincolo narrativo basato sul rapporto la Triplice Intesa. Scoppia Paesi si aprì un periodo di crisi stampo fascista.
la Prima guerra mondiale economica e instabilità sociale Alla fine degli anni Trenta la
causa-effetto, che si consuma l’anelito alla Quando, sempre nel 1900, il tale da compromettere, come bandiera della democrazia
ricostruzione di quell’unità andata in fran- governo di Berlino diede il via in Italia, la tenuta democrati- sventolava solo in Francia, In-
a un vasto programma di riar- ca delle istituzioni. Se in Ger- ghilterra e Stati Uniti, mentre la
tumi. Uno slancio verso la ricomposizione mo navale, le relazioni tra Ger- mania le durissime condizioni Germania si preparava alacre-
di certezze totali prima contestate e adesso mania e Gran Bretagna (pa- per la resa imposte dalle po- mente a una resa dei conti con
drona incontrastata dei mari) tenze vincitrici ebbero l’effetto le principali potenze vincitrici
rimpiante: la ricerca insomma di un «tempo registrarono un brusco peg- di mettere in ginocchio l’eco- della Prima guerra mondiale.
perduto» e non più recuperabile. gioramento e da allora la ten- nomia nazionale e ostacolare Il patto di non aggressione fir-
sione non fece che crescere. il consolidamento della demo- mato nell’agosto del 1939 tra
Questo desiderio di totalità troverà mol- L’iniziativa tedesca costituì crazia, con lo scoppio della ri- Mosca e Berlino consentì ai
teplici declinazioni nel recupero del con- un’ulteriore motivazione per voluzione russa (1917) si con- comandi tedeschi di scongiu-
spingere il governo di Londra sumò rapidamente il passag- rare l’incubo di una guerra su
cetto di arte totale, aspirazione cara al tardo ad abbandonare la tradiziona- gio dall’autocrazia zarista a un due fronti e concentrare tutte
Romanticismo e ora rilanciata dalla scuo- le politica di «splendido isola- nuovo e più moderno regime le proprie energie contro gli ul-
mento» e dare vita, insieme a autocratico retto dal partito timi baluardi della democrazia
la del Bauhaus per stimolare la sinergia tra Francia e Russia, a un sistema bolscevico. in Europa.
ogni singolo linguaggio espressivo. Scopo
finale è l’unificazione di arte e artigianato,
pratica e teoria in un’unica, universale ope- crisi economico-finanziaria che alla fine re l’ordine dal disordine, il totalitarismo si
ra d’arte totale. Totale e non più arginato degli anni Venti si abbatte rovinosamen- rivelerà un’ingannevole scorciatoia, imboc-
dalla morale borghese è anche il desiderio te sul sistema capitalista. Ancora, totale è cata nella speranza di tornare sul cammino
di svago e di eccesso, che trova soddisfa- l’aspirazione insita in un nuovo modello delle certezze assolute e destinata invece a
zione nei nuovi balli importati dall’Ameri- di autoritarismo, inaugurato dall’avvento condurre l’Europa verso una crisi identi-
ca; nel dilagare del consumo di alcolici che del fascismo in Italia e proteso al controllo taria ancora più profonda. Quel ponte co-
nessuna misura proibizionista riesce ad ar- centralizzato su ogni singolo aspetto della struito per facilitare il trapasso da un’epoca
ginare; nella nuova sensualità femminile, in vita della nazione. Negli anni Trenta il mo- all’altra finirà col trascinare le grandi po-
cui donne con capelli corti e abiti maschili dello totalitario allungherà la sua ombra su tenze nell’abisso di un’altra terribile guer-
infrangono le convenzioni sociali, gettan- larga parte dell’Europa. Giudicato da molti ra, durante la quale la ragione sembrerà es-
do scandalo tra i benpensanti. Totale è la come la medicina necessaria per ripristina- sere giunta al suo crepuscolo.
1870
7
La diffusione dell’Art Nouveau in Europa
1870
Guerra franco-prussiana;
in Italia, presa di Roma e
fine dello Stato della Chiesa
1883
1871
MODERN William Morris,
Unificazione della Germania
STYLE STYLE JUGENDSTIL Il ladro di fragole
HORTA 1889
Fondazione della Seconda 1893
Internazionale Edvard Munch,
SECESSION
1899 Il grido 1898-1899
ART Sigmund Freud, Joseph Maria
NOUVEAU L’interpretazione dei sogni Olbrich, Palazzo
della Secessione
STILE 1900 1901
FLOREALE
O LIBERTY
1903 Gustav Klimt,
Inaugurazione della ferrovia Giuditta I 1905
MODERNISMO transiberiana Henri Matisse,
Donna
1909 con cappello
Filippo Tommaso Marinetti, 1907
Manifesto del Futurismo Pablo Picasso,
Les demoiselles d’Avignon
L’Europa alla fine della Prima guerra mondiale FINLANDIA
NORVEGIA 1913 1910
Marcel Proust,
SVEZIA Vassily Kandinsky,
Dalla parte di Swann
ESTONIA Senza titolo
1913
LETTONIA
1914-1918
Prima guerra mondiale Umberto Boccioni,
DANIMARCA LITUANIA Forme uniche della
REGNO RUSSIA 1917 continuità nello spazio
UNITO PAESI SOVIETICA
BASSI
Rivoluzione sovietica 1915
GERMANIA Piet Mondrian,
POLONIA 1920
BELGIO Composizione 10 con bianco e nero
Inaugurazione del canale
CECOSLOVACCHIA di Panama
1917
FRANCIA
AUSTRIA UNGHERIA 1922 Egon Schiele,
SVIZZERA
ROMANIA
Marcia su Roma e presa 1921 Abbraccio
del potere da parte dei fascisti Man Ray,
REGNO SERBO-
CROATO-SLOVENO Cadeau
SPAGNA
1924
ITALIA BULGARIA In URSS, a Lenin succede 1924-1925
ALBANIA Stalin
Joan Miró,
TURCHIA Il carnevale di Arlecchino
1930
Algeria GRECIA
(Francia)
Tunisia 1933 1929-1931
(Francia)
Adolf Hitler cancelliere Le Corbusier,
della Germania Villa Savoye a Poissy
Centri di sviluppo del Dada in Europa tra il 1917 e il 1924 1934-1935
1936-1939 Arturo Martini,
Guerra civile in Spagna 1936 Athena (Minerva)
1938 Frank Lloyd Wright,
In Italia, varo delle leggi Casa sulla cascata
I presupposti
dell’Art Nouveau
La Arts and Crafts Exhibition
Society di William Morris
L’industrializzazione della seconda metà del XIX se-
colo non portò sempre i frutti desiderati. Numero-
se attività artigiane, infatti, andarono a morire per
la concorrenza spietata dell’industria; le campagne
si spopolarono e le città, che con il miraggio di un
lavoro avevano richiamato un’immensa massa di
manodopera contadina, si trovarono impreparate
ad accogliere in modo dignitoso i nuovi venuti.
In tal modo gli individui furono doppiamente
beffati. In primo luogo perché vennero costret-
ti ad abbandonare le proprie radici (che affonda-
vano in una secolare cultura contadina), con una
conseguente perdita di identità; in secondo luogo
perché il lavoro che veniva loro concesso era una 28.1 William Morris (1834-1896)
William Morris (disegno),
massacrante fatica quotidiana alla quale non face- Catherine Holiday (ricamo),
Fu William Morris a fare il primo grande passo in
vano riscontro né un salario equo, né un’attività Copriletto, ca 1876. tale direzione. Nato a Walthamstow il 24 marzo
gratificante, come potevano essere quelle, pur du- Lino e ricamo in seta. 1834, Morris studiò a Oxford, dove conobbe Sir
Londra, Victoria
rissime, dei contadini e degli artigiani. Il lavoro in and Albert Museum. Edward Burne-Jones, al quale restò legato da pro-
fabbrica, infatti, al quale erano addette in misura Particolare. fonda amicizia per tutta la vita. Fu egli stesso pit-
sempre crescente anche le donne, si dimostrava Oggetti d’arte tore, ma anche pubblicista, decoratore e grafico.
non solo faticoso e ripetitivo, ma anche pericolo- Personaggio estroso e vulcanico, nel 1883 aderì al
samente alienante. Per giunta la produzione indu- socialismo, da lui inteso – analogamente a molti
striale di serie era ancora scadente e senza pregio. altri suoi connazionali – in modo utopistico. Fre-
La grande «Esposizione dei prodotti industriali quentatore assiduo del Victoria and Albert Mu-
■ Alienazione Termine qui usa-
di tutte le nazioni», la prima nel suo genere, svoltasi to come sinonimo di «estrania- seum – inaugurato nel 1872 con la denominazione
a Londra nel 1851 con il patrocinio del principe Al- zione». Il lavoro ripetitivo e non di South Kensington Museum –, il primo a occu-
creativo risulta infatti alienante,
berto – consorte della regina Vittoria (1837-1901) – in quanto a un’attività che l’uo- parsi esclusivamente di arti decorative (le cosiddet-
mostrava, accanto a pezzi altamente decorativi e mo sente estranea ai propri in- te «arti minori»), ne divenne in seguito collabora-
teressi e alle proprie aspirazioni
costosi, una svilita produzione industriale di ogget- corrisponde un’analoga estra- tore in qualità di membro del comitato di esperti.
ti d’uso comune, rivelando in maniera chiarissima niazione da se stesso. Morì ad Hammersmith il 3 ottobre 1896.
le incongruenze della produzione in serie, legata al ■ Chintz Dall’indostano chint,
basso costo e priva di qualunque valenza estetica. variegato. Particolare tessu- Morris, Marshall, Faulkner & Co. William Mor-
to da arredamento stampato a
Si sentiva, negli ambienti artistici, soprattutto in- vari colori o in tinta unita, reso ris riteneva che bisognasse restituire al lavoro ope-
glesi, la necessità di un cambiamento radicale che lucido e cangiante da un parti- raio quella spiritualità e quel sentimento che erano
colare trattamento a base di so-
riconsiderasse le finalità stesse del lavoro operaio e stanze gommose. stati eliminati dall’introduzione delle macchine e
la qualità dei manufatti industriali. Oggetti d’arte della produzione in grande serie. Il piacere creati-
28.1 I presupposti dell’Art Nouveau ■ 28.2 L’Art Nouveau Visita le sale
sull’arte dell’Art
■ 28.3 L’esperienza delle arti applicate a Vienna ■ 28.4 Gustav Klimt ■ Nouveau e
dell’Espressionismo
28.5 I Fauves e Henri Matisse ■ 28.6 L’Espressionismo ■ 28.7 L’Art DŽco nel Museo Digitale
28.9 Ò
Otto Wagner, Ringhiera
e porta di ascensore,
ca 1898-1899. Ferro
verniciato e smaltato.
Vienna, Majolikahaus.
28.10
Else Unger, Studio per
stoffa, 1900. Vienna,
Ditta Backausen.
Oggetti d’arte
28.13
Antonin Daum, Calici,
ca 1900. Vetro colorato
con applicazioni a caldo.
Nancy, Musée des
Beaux-Arts.
Oggetti d’arte
28.14
Adolfo Hohenstein,
Cartolina pubblicitaria
della Gioielleria Calderoni, infatti, lo modella piegandolo in plastiche e sinuose
1898. Cromolitografia.
Roma, Collezione privata. volute fantasiosamente riprese dal mondo vegeta-
Disegni e stampe le, che molto opportunamente ricordano quel coup
de fouet da cui poi è derivato uno dei modi di defi-
28.15 Ö
Victor Horta, Ringhiera
nirne lo stile. A fronte dell’apparente complicazio-
della scala principale ne formale occorre invece notare che la struttura è
dell’Hôtel Solvay, 1894. realizzata con tanti piccoli pezzi assemblati insieme
Ferro dorato e legno.
Bruxelles. Veduta a freddo (cioè con viti e bulloni, senza saldature) il
d’insieme e particolare. che, dato il disegno esecutivo di progetto, ne con-
sente un montaggio estremamente rapido e relati-
vamente economico.
La ringhiera dell’Hôtel Solvay La ringhiera in fer- ■ Victor Horta (Gand, 1861- La stagione dell’Art Nouveau è forse l’ultimo pe-
ro e legno che l’architetto belga Victor Horta realiz- Bruxelles, 1947) Architetto bel- riodo della storia contemporanea nel quale si sia
ga, massimo esponente dell’Art
za nel 1894 per la scala principale dell’Hôtel Solvay Nouveau del suo Paese. Nei suoi assistito, pur con le naturali differenziazioni dovu-
di Bruxelles – residenza padronale dell’omonima edifici ricercò sempre la corri- te alle diverse tradizioni sociali e politiche di ogni
spondenza interno-esterno e
famiglia – interpreta appieno questa precisa volon- funzione-forma, abolendo ogni Paese, al diffuso affermarsi a livello internazionale
tà di applicare ovunque e pervasivamente le stesse riferimento storicistico. Grazie al di una sensibilità artistica che, nel suo complesso, si
ricorrente impiego del vetro, inol-
forme ispiratrici Fig. 28.15 . Con essa Horta reinven- tre, Horta smaterializzò le pareti presenta sostanzialmente omogenea. E da essa pren-
ta il concetto stesso di ringhiera, usando il metal- degli edifici, rendendo più lumi-
nosi e confortevoli gli interni, de-
deranno l’avvio, al di qua e al di là dell’oceano, tutte
lo in modo assolutamente anticonvenzionale. Egli, corati con motivi floreali. le successive avanguardie del Novecento ❯ par. 29.1 .
14
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
28.2.1 28.16 to l’impulso dei nuovi valori della società e della città
Otto Wagner, Majolikahaus,
moderna. Ricerca, questa, che va nella direzione di
Architettura art nouveau 1898-1899. Vienna.
Particolare della facciata. un autentico stile moderno, con il quale sostituire il
Lo Òstile nuovoÓ del costruire tradizionale ricorso agli ordini tratti dall’Antico, così
28.17
Otto Wagner, Casa come dalle forme dell’architettura rinascimentale o
A seconda di dove si sviluppa, l’architettura art nou- dei medaglioni, 1898-1899. gotica, di cui viene sempre più avvertita l’inattualità.
Vienna. Particolare
veau assume forme e soluzioni costruttive diverse. della facciata. Nell’ampio panorama internazionale l’architettu-
La sua costante, comunque, sta sempre nell’uso dei ra art nouveau assume connotazioni anche molto di-
28.18 Ö
nuovi materiali sia per le strutture (acciaio, cemen- Giuseppe Brega, versificate. Restano ben riconoscibili alcuni elementi
to rinforzato) sia per gli elementi decorativi (cera- Villino Ruggeri, 1902-1907. comuni, essenziali e determinanti, come l’ispirazio-
Pesaro. Veduta.
mica, mosaico, vetro, ghisa), per i quali attinge, con ne alle forme della natura, l’uso dei materiali secon-
piena libertà di rielaborazione, al ricco repertorio do le loro specifiche caratteristiche, la particolare
del mondo animale (farfalle, uccelli, pesci) o vege- attenzione per la funzionalità degli spazi così come
tale (fiori, frutti, piante) Figg. 28.16 e 28.17 . degli oggetti, nonché lo scambio intenso che lega tra
La casa unifamiliare – quella indipendente, iso- loro le varie esperienze. Sono tutti aspetti profonda-
lata o a schiera, abitata da una sola famiglia – è il mente alternativi rispetto alla tradizione ancora pre-
tema nel quale l’architettura dell’Art Nouveau espri- dominante dell’Eclettismo e dello Storicismo.
me con maggiore intensità la propria aspirazione a
fondere insieme arti maggiori e minori Fig. 28.18 . Hector Guimard (1867-1942)
Tanto l’architettura quanto i suoi complementi (i È seguendo l’esempio del belga Victor Horta, con-
pavimenti, i rivestimenti, le porte e le finestre, gli siderato precursore e maestro, che Hector Guimard,
arredi, le suppellettili, le tappezzerie, gli ornamen- nato a Lione il 10 marzo 1867 e morto a New York
ti) sono per la prima volta accomunati da uno stes- il 20 maggio 1942, diviene il più celebre architetto
so linguaggio. Nascendo da un identico modo di francese art nouveau. Partito dalla lezione di Viol-
concepire le forme e i colori, tutto è legato da un’i- let-le-Duc e dalla sua ispirazione medievalista, Gui-
nedita armonia. In tal modo viene a cadere la tra- mard è autore di numerosi edifici residenziali a più
dizionale differenziazione tra involucro esterno e piani e di singole abitazioni. Il suo linguaggio è ca-
spazio interno, tra contenitore e contenuto. ratterizzato dall’uso di forme naturali stilizzate, se-
In questo modo l’architettura art nouveau diventa condo l’esempio di Horta, accompagnate da una
soprattutto l’incarnazione di uno “stile nuovo” di cui particolare ricchezza di materiali, di cui egli valo-
da tempo architetti e artisti sentivano l’esigenza, sot- rizza le caratteristiche tecniche e strutturali.
La Metropolitana di Parigi Tra i molti progetti di 15
Guimard, l’opera che ancora oggi emerge fra tutte
sono gli accessi alle stazioni della Metropolitana di
Parigi, realizzati a partire dal 1900.
28.23
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
ci Fig. 28.22 . Su di esse emergono grandi vetrate ■ Bovindo Dall’inglese bow-win- finite da profili essenziali e allungati, nei quali la
dow, finestra (window) ad arco
che si susseguono orizzontalmente a ritmo rego- (bow), cioè finestra (o insieme di
leggerezza si abbina sempre a una chiara ricono-
lare. Un corpo centrale si inserisce nella facciata in più finestre) che sporgono dal scibilità dei singoli elementi costitutivi.
profilo della facciata, come un
senso verticale, evidenziato dalla sua dissimmetria avancorpo, a pianta poligonale
e dalla consistenza dei suoi volumi. Inciso da due o anche semicircolare. È mol- Progetti e arredi Questa continua ricerca di sintesi
to diffuso soprattutto nei Paesi
portali sovrapposti, a loro volta affiancati da due del Nord Europa (in Germania e e linearità si ritrova in particolare nei progetti di in-
finestre a bovindo, questo importante elemento è Austria prende il nome di Erker). terni e negli arredi, come ad esempio nelle sue ca-
concluso in alto da un torrino (a sinistra) in cui è ratteristiche sedie in frassino dagli altissimi schie-
leggibile un richiamo all’architettura tradizionale nali geometrici a intreccio Fig. 28.24 , negli studi di
dei castelli scozzesi. Nell’insieme, esso introduce motivi decorativi per stoffe e tappezzerie Fig. 28.25 ,
nell’edificio una romantica nota medievaleggiante, così come nel Progetto di sala da pranzo per la casa di
comunque controbilanciata dal rigore geometrico un amante d’arte Fig. 28.26 . Nella soluzione per la sa-
delle cancellate esterne o degli inserti di vetro co- la da pranzo, in particolare, le regolari partiture di
lorato nelle finestre Fig. 28.23 . superfici ed elementi strutturali collaborano nella
In generale, nella progettazione di Mackintosh definizione di un ambiente rigoroso e accogliente,
prevalgono la purezza e la linearità delle forme, de- mentre rose purpuree, tracciate con linee essenzia-
28.24 28.25 Ò 17
Charles Rennie Mackintosh, Charles Rennie Mackintosh,
Sedie. Tessuto per William Foxton, ca 1920.
a. Sedia «Ladderback», 1902. Cotone stampato a rullo. Londra,
Legno, 140,4×40,7×34,3 cm. Victoria and Albert Museum.
New York, Museum
a b
28.30
Sagrada Familia L’opera più singolare e signifi- Sagrada Familia.
cativa progettata da Gaudí è senza alcun dubbio Particolare delle statue
di cavalieri sulla facciata
il Tempio Espiatorio della Sacra Famiglia, internazio- principale.
nalmente noto come Sagrada Familia, la più im-
portante chiesa di Barcellona, alla cui costruzione
– iniziata nel 1882 e a tutt’oggi non ancora ultima-
ta – l’architetto catalano dedicò con passione quasi
mistica la propria intera esistenza Fig. 28.28 . Si trat-
ta di una struttura di straordinaria complessità e ar-
ditezza strutturale che, sulla base di un iniziale pro-
getto neogotico, si è poi progressivamente evoluta
attraverso l’Art Nouveau e il Modernismo catalano,
con fantasiose escursioni anche nel decorativismo
arabeggiante, in un continuo e serrato dialogo tra
architettura, pittura e scultura Fig. 28.29 .
Su un convenzionale impianto a croce latina, ri- delle cappelle radiali. Poco sembra essere comun-
partito in cinque altissime navate con ampio tran- que rimasto del progetto iniziale (andato purtrop-
setto tripartito, Gaudí imposta una selva di diciot- po perduto in un incendio), tanto esso è stato con-
to torrioni, dai profili arditamente parabolici, con tinuamente mutato e arricchito in corso d’opera.
pinnacoli traforati, come in un giocoso e gigante- Ogni particolare architettonico, decorativo e d’ar-
sco castello di sabbia. Un vasto deambulatorio con- redo, infatti, è stato attentamente studiato e fatto
clude la parte absidale, secondo lo schema gotico realizzare, con l’utilizzo di un innovativo reperto-
19
Casa Milà La nuova impostazione progettuale 28.35 Ó molti edifici residenziali e collettivi, ma anche di
Antoni Gaudí, Casa Milà,
di Gaudí si evidenzia prepotentemente con la Ca- 1905-1910, Barcellona.
padiglioni espositivi, di mobili e arredi. Il suo lin-
sa Milà nota anche come «La Pedrera» («la cava di Veduta d’insieme guaggio si caratterizza per la predilezione di forme
pietre»), un grande edificio residenziale a più piani dell’esterno. geometriche, nitide e lineari, spesso decorate con
realizzato fra il 1905 e il 1910 nel cuore di Barcel- 28.36 semplici bicromie bianche e nere.
lona Fig. 28.35 . L’architetto la concepisce, appunto, Casa Milà. Particolare
della facciata.
come una sorta di massiccio sperone roccioso natu- Palazzo Stoclet Uno dei massimi esempi di ar-
rale, scavato dal vento e dalle piogge, fondendo all’e- 28.37 chitettura art nouveau è il Palazzo Stoclet, che l’ar-
Casa Milà. Particolare
strema maestria nella progettazione strutturale una dei comignoli sul tetto. chitetto viennese realizza a Bruxelles tra il 1905 e il
serie di stravaganti invenzioni dai forti effetti pittori- 1911 Figg. 28.38 e 28.39 . Il palazzo, commissionato
ci e decorativi. La grande parete di pietra, ottenuta ad Hoffman dal finanziere Adolphe Stoclet, incarna
con uno studio preciso di ogni singolo blocco, pre- l’autentico ideale art nouveau di armonia e di colla-
senta una successione di profili ondulati sovrapposti, borazione tra le varie arti. Ogni dettaglio dell’edifi-
perforati da aperture irregolari, a formare una gran- cio è parte integrante di un disegno generale. Così,
de sagoma nodosa e dal prevalente valore scultoreo. l’architettura e il giardino, gli spazi esterni, gli arre-
Sul colore uniforme della pietra, che il sole evidenzia di delle varie stanze Fig. 28.40 fino alle posate e alle
con ombre profonde, risaltano le ringhiere formate suppellettili d’uso, tutto è legato da un incessante
da un groviglio di ferri contorti, come metalliche al- gioco di rimandi e di riflessi formali.
ghe marine alla deriva Fig. 28.36 . Applicando criteri compositivi tratti dall’espe-
Al di sopra degli strati di pietra, il tetto – pratica- rienza di Otto Wagner e degli altri artisti della Se-
bile e coperto da una coltre di piastrelle variopinte, cessione ❯ par. 28.3 , Hoffmann elabora l’immagine
intere o spezzettate – è popolato da una serie di co- complessiva di questa grande villa urbana, dalla
mignoli e altri volumi tecnici dalle sagome fantasti- consistenza di un castello, basandosi sull’articola-
che e vagamente inquietanti Fig. 28.37 . zione delle superfici attraverso la loro incornicia-
tura che le rende visivamente autonome dal volu-
Josef Hoffmann (1870-1956) me cui appartengono. Tutto il blocco volumetrico
Josef Hoffmann, nato a Pirnitz il 15 dicembre 1870 ne risulta così smaterializzato e viene ricondotto a
e morto a Vienna il 7 maggio 1956, allievo di Ot- ■ Volumi tecnici Tutti gli spa- una sequenza di campiture vuote, come stoffe tese
to Wagner ❯ Itin., p. 263 e appartenente al gruppo zi dedicati ad accogliere mac- entro grandi riquadri geometrici. Di conseguenza,
chinari o impianti necessari alle
di artisti della Secessione ❯ par. 28.3 , è autore di esigenze della residenza. davanzali aggettanti, timpani, colonnine, lesene e
28.38 21
Josef Hoffmann,
Palazzo Stoclet, 1905-1911.
Bruxelles. Veduta dell’esterno.
28.39
qualsiasi altro elemento architettonico decorativo 28.40 mente rivestiti di marmo. In questo modo essi as-
Josef Hoffmann,
sono del tutto eliminati. Nessuna simulazione di Poltrona con schienale
sumono l’aspetto di oggetti preziosi che perdono
un apparato murario percorre la superficie, ma so- reclinabile, ca 1908. Legno quasi ogni significato strutturale. Uno degli spazi di
lo un rivestimento in lastre di marmo, liscio e con- di mogano verniciato. Parigi, maggiore intensità, dove questa continuità tra arte
Musée d’Orsay.
tinuo. Ecco allora che la parete diviene un semplice e architettura si fa ancora più evidente, è quello della
Oggetti d’arte
foglio, cioè una superficie piana priva di qualsiasi sala da pranzo Fig. 28.41 . Occupata al centro da un
consistenza tridimensionale. 28.41 grande tavolo rettangolare, essa è rivestita a tutta al-
Palazzo Stoclet.
Le sale e le stanze si susseguono come scrigni Sala da pranzo. tezza con marmi che sembrano appesi come stoffe
preziosi, ciascuna caratterizzata da un motivo do- Foto ca 1911. preziose, mentre sulle pareti principali campeggia-
minante che ne definisce i valori cromatici, gli ar- no due grandi mosaici dorati realizzati da Gustav
redi, il disegno dei rivestimenti. Soprattutto nell’in- Klimt ❯ par. 28.4 . In essi si riconoscono alcune figure
gresso, sviluppato in altezza per due piani (volume umane dalle sagome geometrizzate e rettilinee che
a doppia altezza), i pilastri di sostegno sono intera- emergono da uno sfondo di morbide volute dorate.
22 a b c
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
d f
28.3
L’esperienza
delle arti applicate
a Vienna
Tra Kunstgewerbeschule
e Secession
L’ambiente viennese fin de siècle è, per molti aspet-
ti, la vera e propria culla della cultura e del gusto
art nouveau. La straordinaria ed effervescente com-
presenza di alcuni tra i più significativi artisti, mu-
sicisti e intellettuali del tempo ci dà la dimensione
di come la capitale austroungarica dovesse essere
un vero e proprio laboratorio di idee e di esperien- e
ze nuove e stimolanti. Due, in particolare, sono gli
avvenimenti che, in campo artistico, rinnovano e
condizionano la vita culturale viennese degli ultimi
decenni del secolo: la creazione della Kunstgewerbe-
schule e il sorgere della Secession.
Kunstgewerbeschule
Fondata nel 1867 ed entrata in funzione già dall’ot-
tobre del 1868, la Kunstgewerbeschule (Scuola d’arte e
mestieri) è una struttura pubblica per l’istruzione ar-
tistica istituita con lo scopo di rispondere all’esigen-
za – avvertita soprattutto dalle forze produttive – di
reperire nuove figure professionali, provviste di una
maggiore competenza in campo progettuale e crea-
tivo nell’ambito delle arti applicate. lesse affrontare il tema della progettazione di og-
I corsi della Kunstgewerbeschule nascono, concre- getti destinati alla produzione industriale, vale a
tamente, con l’obiettivo di unire ai consueti stru- dire per quell’artigianato artistico che, già teorizza-
■ «Ver Sacrum» In latino, lette-
menti per la formazione artistica anche un baga- ralmente primavera sacra. Il ti- to da Morris, sarebbe diventato in seguito uno dei
glio di nuove conoscenze tecniche relative all’uso tolo della rivista allude a un’anti- temi propulsori dell’Art Nouveau.
ca cerimonia romana durante la
dei materiali, alle loro caratteristiche e al loro im- quale, in occasione di particolari Durante il trentennio che va dalla sua fondazio-
calamità, venivano offerte in sa- ne fino quasi alle soglie del Novecento, la Kunst-
piego industriale. Tali nuove conoscenze stavano crificio le primizie della primave-
diventando ormai indispensabili per chiunque vo- ra successiva. gewerbeschule di Vienna persegue le proprie finali-
28.42 23
Copertine, pagine
e manifesti tratti dalla rivista
«Ver Sacrum», 1898-1902.
a. Alfred Roller, Copertina.
tà mantenendosi sempre fedele, nell’impostazione 28.43 cata una forte volontà di cambiamento, con la rap-
Joseph Maria Olbrich,
della didattica, al principio dell’imitazione delle Palazzo della Secessione,
presentazione di un alberello che, crescendo, fran-
«arti maggiori» da parte delle arti applicate. Arti- 1898-1899. Vienna. tuma simbolicamente con le sue radici il vaso che
sti e artigiani che, fianco a fianco, si dedicano alla Veduta dell’esterno. lo contiene a . Proprio in quel numero viene pub-
produzione industriale devono saper trarre dallo 28.44 blicata parte del programma ufficiale del gruppo,
studio delle arti superiori i canoni formali da intro- Palazzo della Secessione. una sorta di dichiarazione generale di intenti che,
Particolare della scritta
durre poi nei loro progetti e nelle loro realizzazio- «Ver Sacrum» in bronzo vagheggiando una nuova «primavera dell’arte», si
ni, contribuendo così in maniera fondamentale a dorato. basa fondamentalmente:
elevare la qualità estetica degli oggetti. L’insegna-
«Sull’aspirazione a una integrazione delle arti,
mento è conseguentemente basato sullo studio, il
come mezzo per consentire l’opera d’arte tota-
disegno e l’esercizio della ripetizione degli esempi
le, espressione del nuovo impegno artistico e so-
più significativi e illustri dell’arte classica e, in ge-
ciale dell’arte moderna, e quindi anche sull’af-
nere, di tutti gli stili dei secoli passati.
fermazione fondamentale della parità tra “arti
maggiori” e “arti minori”, tra arte per il ricco e
Secession
arte per il povero».
Il vero, profondo mutamento della linea di condot-
ta fin qui tenuta all’interno della Kunstgewerbeschule Già da queste poche parole si evidenzia il carattere
avviene verso la fine del secolo, preceduto – sull’o- estremamente radicale della svolta impressa dagli
rizzonte artistico nazionale – dalla nascita (ma forse artisti della Secessione alle concezioni allora ancora
sarebbe meglio dire dall’esplosione) della cosiddetta vigenti per quanto concerneva il modo di intendere
Secession (Secessione). La Vereinigung bildender Küns- le arti e il loro significato di promozione culturale
tler Österreichs Secession (Associazione dei pittori e e sociale, svolta che avrebbe decretato anche il ridi-
degli scultori della Secessione austriaca) risale infatti mensionamento e, in seguito, il declino della pur
al 1897, quando un gruppo di giovani artisti con a prestigiosa ma ormai superata Kunstgewerbeschule.
capo Gustav Klimt ❯ par. 28.4 si distacca radicalmen-
te dall’ambiente intellettuale ancora vicino al gusto Palazzo della Secessione Tra il 1898 e il 1899 vie-
eclettico e accademico. Organo ufficiale del neona- ne anche costruito, a vero tempo di record, il Pa-
to movimento è l’innovativa rivista «Ver Sacrum», il lazzo della Secessione Fig. 28.43 . Esso costituisce uno
cui primo numero vede la luce già nel gennaio 1898 spazio espositivo alternativo a quelli dei quali po-
e le cui uscite proseguiranno a cadenza mensile (e teva disporre l’arte accademica e in breve diviene,
poi bimestrale) fino al dicembre 1903 Fig. 28.42 . Già insieme a «Ver Sacrum» (di cui ricorre la scritta in
dalla prima copertina, di inusuale formato quadra- bronzo dorato alla sinistra dell’ingresso) Fig. 28.44 ,
to – come in seguito saranno anche molte opere di il centro dei più importanti e innovativi avveni-
Klimt e di vari altri artisti secessionisti –, viene evo- menti artistico-culturali di Vienna.
24
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
Grazie al grande ed entusiastico attivismo degli 1908), allievo di Otto Wagner, uno dei precursori
aderenti alla Secessione, le attività espositive e di delle tematiche secessioniste ❯ Itin. p. 263 . Architet-
propaganda si susseguiranno, con particolare im- to e designer, Olbrich è uno degli esponenti di punta
patto sul pubblico, almeno fino al 1905. Il progetto della Secessione viennese. Di formazione accade-
del palazzo è realizzato dal giovane e prometten- mica, viaggiò in Italia e in altri Paesi del Mediterra-
te Joseph Maria Olbrich (Troppau, 1867-Düsseldorf, neo dove si interessò alle architetture tradizionali
28.45 28.47 Ò 25
Palazzo della Secessione. Adolf Loos, Casa Scheu,
Fregio decorativo. 1912. Vienna. Veduta
del fronte verso il giardino.
28.46
Palazzo della Secessione.
razioni.
Gli insegnamenti della Kunstgewerbeschule, del bre 1918 cominciò a sfaldarsi in varie entità nazio-
resto, avevano già una finalità pratica, anche di ti- nali, né al crollo definitivo della monarchia.
po artigianale, rispetto a quelli impartiti all’Acca- Il 12 novembre 1918, infatti, l’Austria si procla-
demia, dove erano importanti soprattutto lo studio mava repubblica e Carlo I, il successore dell’impe-
della forma e la copia dall’Antico. ratore Francesco Giuseppe, fu costretto a rifugiarsi
Klimt ottenne una fama immediata e nel 1897 fu in Svizzera.
il principale esponente della Wiener Secession, di cui Poco incline a parlare di sé, Gustav Klimt ebbe,
fu anche il primo e più prestigioso presidente. Se però, a scrivere:
ne staccò solamente nel 1905 quando raccolse in-
«So dipingere e disegnare. Lo penso io e lo dico-
torno a sé la Kunstschau (letteralmente: Mostra d’Ar-
no anche altri, ma non sono sicuro che sia vero
te), un nutrito gruppo di artisti che si presentò al b
[…]. Credo che in me non ci sia niente di parti-
pubblico con una grande mostra nel 1908 Fig. 28.50
colare da vedere. Sono un pittore che dipinge
durante i festeggiamenti per il sessantesimo anni- 28.50
tutti i giorni, dalla mattina alla sera […]. Chi
versario del regno dell’imperatore Francesco Giu- a. Berthold Löffler, Manifesto
per la Kunstschau vuole sapere qualcosa di me come artista (che è
seppe: si trattò di una vera e propria “secessione di Vienna, 1908. Litografia l’unica cosa che valga la pena di conoscere) deve
dalla Secessione”. Klimt fu anche particolarmente a colori, 37,5×49,5 cm.
New York, Museum guardare attentamente i miei quadri. Solo così
attivo nella collaborazione a «Ver Sacrum», l’im-
of Modern Art. potrà capire chi sono e cosa voglio» ❯ Ant. 254 .
portante rivista ideologica della Secessione. b. Emil Hoppe,
Nel 1903 visitò Ravenna in due diverse occasio- Illustrazione dell’atrio
della Kunstschau
ni, riportandone una suggestione talmente profon- di Vienna, 1908. Il disegno Negli anni passati alla Kunstgewerbeschu-
da da avere notevoli ripercussioni anche sullo stile Litografia a colori. le Klimt aveva ricevuto un insegnamento accade-
e sulle scelte materiche ed espressive degli anni im- Disegni e stampe mico basato essenzialmente sullo studio del nudo e
mediatamente successivi. Nel 1912, infine, divenne sull’ornato. La sua vastissima produzione grafica,
presidente dell’Unione Austriaca degli Artisti. in particolare quella degli anni giovanili, rivela l’e-
La sua ultima attività coincise con gli anni con- sercizio attorno alle tematiche dell’arte italiana del
vulsi e dolorosi della Prima guerra mondiale. Rinascimento.
Gustav Klimt, che aveva incarnato lo spirito stesso Con il tempo, però, il disegno di Klimt muta
dei fasti dell’Impero austroungarico, all’apparenza considerevolmente giungendo, attorno al primo
destinato a una perenne prosperità (nonostante le decennio del Novecento, a un linearismo essen-
gravi contraddizioni interne e i problemi posti dal- ziale dal forte gusto decorativo che si concretizza
le molteplici e diverse nazionalità che in esso con- nell’uso di una morbida curva di contorno. Il Pro-
■ Sigmund Freud (Freiberg,
vivevano in un equilibrio vacillante), morì il 6 feb- 1856-Londra, 1939) Medico filo di una ragazza Fig. 28.51 , un disegno a matita
braio 1918 per gli esiti di un ictus cerebrale che lo austriaco, fu l’inventore della blu del 1898/1899, insiste sulla lunga chioma della
psicoanalisi. Fondò a Vienna
aveva semiparalizzato. la prima scuola di psicoanalisi giovane donna. I capelli sono l’asse portante della
e dette molta importanza an- raffigurazione (da essi traspare appena un delica-
Non poté così assistere né all’inarrestabile sfa- che all’interpretazione dei so-
scio del vasto impero degli Asburgo, che dall’otto- gni ❯ par. 31.2 . tissimo profilo) e sono trasformati in un motivo
27
ra Fig. 28.54, a ; attorno al 1908 e sino alla fine della 28.54 sguardo. Solo un po’ di spazio viene lasciato al chia-
Gustav Klimt, Paesaggi.
vita dell’artista, la tela accoglie anche edifici b . rore del cielo, che appena filtra nel fitto degli alberi.
a. Il parco, 1910. Olio su tela,
Klimt studia le possibili vedute guardando attra- 110,4×110,4 cm. New York,
L’accordo cromatico dà luogo a uno sfondo sostan-
verso il suo «trova-immagini» o «mirino» Fig. 28.56 , Museum of Modern Art. zialmente bidimensionale. I fusti, sottili e lievemen-
un cartoncino rettangolare in una parte del quale b. Case a Unterach te ondulati, dalle cortecce grigie appena aggredite
sull’Attersee, 1915-1916.
aveva ritagliato una superficie perfettamente qua- Olio su tela, 110×110 cm. dal verde del muschio e toccate dal sole del matti-
drata, un formato che, come egli stesso affermava, Collezione privata. no, risaltando contro il fondo di foglie, sono spaziati
«consente d’immergere il soggetto in un’atmosfera 28.55 nel primo piano, per affastellarsi in quelli successivi,
di pace. Un dipinto quadrato diviene così parte di Gustav Klimt, Faggeta I, chiudendo, come una cortina, il margine superiore
ca 1902. Olio su tela,
un tutto universale». L’effetto originato dal forma- 100×100 cm. Dresda,
della tela e suggerendo, essi soli, la profondità.
to quadrato – comune anche alle lastre fotografi- Staatliche Kunstsammlung,
che – è, dunque, anche quello di dare l’impressione Galerie Neue Meister. Giuditta Già negli anni di fine secolo e nei primis-
che il soggetto raffigurato prosegua oltre i margini 28.56 simi del Novecento l’arte di Klimt si indirizza a un
della tela. A questo fine concorre anche il modo Disegno schematico del «trova- disegno rigoroso e armonico, arricchito da un pre-
immagini» di Gustav Klimt.
in cui il soggetto è dipinto: senza lasciare spazio ziosismo quasi gotico, con un uso del colore teso
al cielo o a vuoti, ponendo molto in alto la linea a sottolineare effetti di trasparenze e dove il gusto
dell’orizzonte che a volte sconfina verso il margine per la decorazione appare fortemente indirizzato
superiore della tela; questa, inoltre, viene saturata verso la bidimensionalità. Tutto questo pur con-
solitamente con piccoli tocchi che riprendono la servando anche significativi effetti volumetrici, in
tecnica divisionista. specie nei ritratti.
È il caso di Faggeta I Fig. 28.55 , una tela quadra- In Giuditta I Fig. 28.57 , dipinto nel 1901, il sog-
ta che racchiude uno spazio limitato di un bosco getto biblico è decisamente posto in subalternità,
d’autunno. Le foglie cadute, nei toni caldi del giallo, mentre il corpo seminudo dell’eroina, appena e
dell’ocra e del rosso, che per tratti si mischiano al parzialmente coperto da un sottilissimo velo az-
blu e al verde, ricoprono lo strato vegetale superfi- zurro con ornamentazioni dorate, e il potere in-
ciale trasformandolo in un tappeto fin dove arriva lo cantatore dello sguardo sono un inno alla bellezza
28.57 Ò 29
Gustav Klimt, Giuditta I,
1901. Olio su tela,
84×42 cm. Vienna,
Österreichische Galerie
Belvedere. Intero, particolare
28.58 Ò
Gustav Klimt, Giuditta II
(Salomè), 1909. Olio su tela,
178×45 cm. Venezia,
Galleria d’Arte Moderna.
Intero e particolare.
femminile, la rappresentazione della femme fatale, missione salvifica (Giuditta) all’incarnazione della
cioè di una personalità femminile seducente, for- passione che sconfina nella morte (Salomè).
te e dominatrice. Tale interpretazione sarebbe di- Nel dipinto di Vienna Giuditta, splendidamen-
ventata negli anni ancor più vera e caratterizzante, te agghindata e vista in perfetta frontalità dal bas-
tanto che lo stesso Klimt confonde – nei titoli dei so verso l’alto, se ne sta immobile, con gli occhi
cataloghi delle sue opere – Giuditta e Salomè (cioè socchiusi (conseguenza del punto di vista, pur se
l’eroina biblica e la principessa, figlia di Erodiade, l’effetto che ne deriva è quello del languore) e le
espressione dell’erotismo spregiudicato e torbido), labbra dischiuse, in atteggiamento quasi di sfida,
come accade con Giuditta II (Salomè), un’opera del mentre, piegando il braccio destro (che le attraver-
1909, ora conservata a Venezia Fig. 28.58 . Qui le sa, perciò, il busto) mostra la testa mozzata di Olo-
forme della donna, dal corpo quasi snodato, pro- ferne, che appena si intravede in basso a destra.
teso verso sinistra e costretto in una cornice lunga Il volto della giovane donna, dalla mascella
e stretta, rivelano, nei seni nudi, un definitivo pas- squadrata, enigmatico e bellissimo, è incorniciato
saggio dalla prescelta dal Cielo per compiere una dall’alto collier tempestato di gemme di gusto art
30 28.59
Gustav Klimt, Ritratto
di Adele Bloch-Bauer I,
1907. Argento, oro e olio
su tela, 140×140 cm. New
York, Neue Galerie, Museum
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
28.60
Restituzione grafica dei motivi
decorativi di Ritratto di Adele
Bloch-Bauer I.
nouveau e dalla gran massa scura e vaporosa di ca- conoscenza e lo studio dei mosaici della tarda ro- 28.61
Schema identificativo delle
pelli ricciuti. Non c’è linea di contorno: il corpo manità, dei tempi di Teodorico e del periodo bizan- parti del Ritratto di Adele
di Giuditta, come pure il suo abito velato, sfuma tino di quella che fu l’ultima capitale dell’Impero Bloch-Bauer I.
delicatamente e quasi si confonde con lo sfondo (a romano d’Occidente.
sinistra, in particolare). Così, proprio come le tessere dorate dei mosai-
A rendere il dipinto ancor più prezioso di quanto ci ravennati creavano l’illusione di una ricchezza e
non sia già per l’uso del colore e del disegno inter- di una potenza inesistenti nell’impero agonizzante,
viene il fondo oro, che determina un forte contra- allo stesso modo l’oro elargito nei dipinti di Klimt
sto tra la bidimensionalità del lucente monocromo sembra suggellare in un sepolcro prezioso la fine di
e la tridimensionalità della figura. Si tratta di una un’epoca, segnando gli ultimi giorni del dominio
ripresa dalle tavole gotiche, la cui tecnica era stata asburgico e il definitivo tramonto della Belle époque.
studiata dall’artista fin dai tempi della Kunstgewer-
beschule. Sull’oro insiste un disegno geometrico a Ritratto di Adele Bloch-Bauer I Il cosiddetto «stile
elementi naturalistici estremamente semplificati e aureo» – o «periodo dorato», «periodo d’oro» o an-
stilizzati e la cornice, a sua volta dorata e decorata che «fase d’oro» – caratterizza gli anni 1905-1909,
a sbalzo nella parte alta a piccole onde, diventa par- con un apice tra il 1906 e il 1907. È del 1907, appun-
te integrante del dipinto stesso. to, il Ritratto di Adele Bloch-Bauer I Fig. 28.59 , verti-
Klimt incomincia in questi anni a usare l’oro in ce, per intensità e sontuosità, di questa fase dell’at-
foglia; scelta espressiva che si conferma nell’artista tività di Klimt, primo di due eseguiti a distanza di
con maggior vigore dopo il viaggio a Ravenna e la tempo dall’artista austriaco ❯ Fig. 28.70, a e fra i suoi
31
più significativi ritratti femminili di questo perio- 28.62 Ö i pochi caratteri naturalistici (il volto, le spalle, le
Gustav Klimt, Ritratti,
do Fig. 28.62 . 1902-1906.
braccia e le mani della giovane donna) – retaggi
Il dipinto che ritrae Adele Bloch-Bauer, mo- a. Emilie Flöge, 1902. della tradizione – con l’esuberante e quasi estra-
glie di un ricco industriale e collezionista vienne- Olio su tela, 178×80 cm. niante decoro bidimensionale Fig. 28.60 .
Vienna, Historisches
se ebreo, fu requisito dai nazisti e successivamente Museum der Stadt Wien. La figura si smaterializza così in un insieme geo-
esposto all’Österreichische Galerie di Vienna di- b. Margaret Stonborough- metrico in cui l’abito con motivi a occhi entro trian-
Wittgenstein, 1905. Olio
venendo il simbolo non solo della città, ma anche su tela, 179,8×90,5 cm.
goli (evidente allusione all’occhio di Horus della
dell’Austria felix di fine secolo. Nel 2006 è stato og- Monaco di Baviera, pittura egizia), quadrati, spirali e piccoli triangoli a
getto di una clamorosa controversia legale – tra l’e- Neue Pinakothek. mo’ di goccia, si fonde con la tappezzeria a succes-
c. Fritza Riedler, 1906.
rede legittima e lo Stato austriaco – che l’ha, infine, Olio su tela, 153×133 cm. sioni di girali dei braccioli della poltrona e, ancor
condotto a New York, dove è attualmente esposto Vienna, Österreichische più, con i disegni dello schienale curvilineo contro il
Galerie Belvedere.
alla Neue Galerie. Intero e particolare. quale sono appoggiati dei cuscini. La spalliera, qua-
L’abbondanza del metallo prezioso impiegato si espansione superiore dell’abito della Bloch-Bauer
nelle tele degli anni precedenti non riesce a com- che, in basso, si apre a campana Fig. 28.61 , definisce
petere con quella profusa nel ritratto di Adele una sorta di grande aureola attorno al busto dell’e-
Bloch-Bauer. La foglia d’oro satura la grande tela e terea, ingioiellata, giovane donna.
nel piano di fondo – la parete di un interno separata La parte dell’abito decorata a occhi e triangoli
da una fascia bicroma dal pavimento verde – sug- si conforma a un contorno di linee curve che dise-
gerisce l’effetto di un pulviscolo dorato che rinvia gnano il corpo di Adele Bloch-Bauer, ma che, allo
ai giochi di luce delle tessere di un mosaico splen- stesso tempo, partecipano, proprio con quei deco-
dente. L’opera, in tal modo, sembra solo porzione ri, a far dubitare che l’esile, ricca signora viennese
di una superficie senza confini, conseguenza an- sia davvero seduta e non invece in una posa stante,
che del formato perfettamente quadrato della tela come avviene anche per il Ritratto di Eugenia (Mäda)
(140×140 centimetri): come già si è visto, d’altron- Primavesi ❯ Fig. 28.70, b . Quel contorno e quei decori
de, Klimt riteneva che un dipinto quadrato fosse fitti che esso racchiude sono infatti un artificio per-
«parte di un tutto universale». ché la resa bidimensionale della donna – la stessa
Tale formato contribuisce alla qualità altamen- dei mosaici bizantini – invasa dall’ornamentazione,
te ornamentale del dipinto, riprendendo – amplifi- senza il chiaroscuro, ma solo attraverso la minuta
cato – il motivo del decoro a piccoli quadrati del- geometria, consenta di percepire la concretezza di
la poltrona e del fondo, e sottolineando, inoltre, la un corpo. L’“inganno” dell’occhio, tuttavia, arric-
centralità dell’immagine in cui l’artista amalgama chisce le qualità del dipinto.
32
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
28.63 28.65 Ö
Gustav Klimt, Gustav Klimt, Il bacio, 1902.
Il bacio, 1907- Dal Fregio di Beethoven,
1908. Olio su tela, 1902. Dimensioni complessive
180×180 cm. 220×2400 cm. Tecnica mista
Vienna, su muro (caseina su stucco,
Österreichische rete metallica intonacata,
Galerie Belvedere. intarsio di pietre dure). Vienna,
Intero e particolare. Palazzo della Secessione.
28.64 Ò 28.66 Ò
Schema grafico Veduta della sala con il Fregio
dei movimenti di Beethoven alla XIV
e delle posture Esposizione della Secessione
dei personaggi nel 1902. Vienna, Palazzo
del Bacio. della Secessione.
Il bacio Anche la tela Il bacio Fig. 28.63 risente del Le porzioni naturalistiche, principali componenti
preziosismo decorativo basato sull’impiego dell’oro del dipinto del 1902 (che vedeva i due amanti nudi),
in foglia. Il dipinto, anch’esso di formato quadrato, qui sono ridotte all’essenziale (le teste e le mani dei
è stato anticipato da un’opera di uguale soggetto, due, le gambe e i piedi della donna); in esse si risolve
concepita da Klimt come episodio culminante del la lieve volumetria di un’opera per altro verso bidi-
Fregio di Beethoven Fig. 28.65 che, realizzato nel 1902 mensionale. Tutto il resto è colore, ma, soprattutto,
come celebrazione del grande musicista in una sala oro. Con un trattamento diversificato, però. Infatti,
del Palazzo della Secessione, in occasione della XIV nel caso dell’uomo (il cui modello è l’artista stesso),
Esposizione degli aderenti al movimento, interpreta piegato verso la giovane donna Fig. 28.64 , la lunga
allegoricamente l’Inno alla gioia (An die Freude) della veste che lo copre interamente è trattata con un or-
Nona Sinfonia Fig. 28.66 .La tela mostra due amanti namento a rettangoli dorati alternati ad altri ora scu-
abbracciati che si stanno baciando. Inginocchiati su ri, ora grigi. Nel caso della donna (che ha i tratti di
uno sperone fiorito, quasi in bilico su un vuoto dora- ■ Inno alla gioia In particolare il Emilie Flöge, la compagna di Klimt), che si abbando-
riferimento è al brano del coro:
to, essi sono circondati da un’aura d’oro a girali che, «Abbracciatevi, moltitudini! / Un na all’abbraccio socchiudendo gli occhi e cingendo
con propaggini filamentose, si mischia ai fiori azzur- bacio al mondo intero! / Fratelli! le spalle dell’amato, il corpo è reso identificabile per
Oltre il firmamento / deve abita-
ri, gialli e viola che ricoprono lo sperone. re un padre amato». un trattamento dell’oro a onde parallele e per l’in-
28.67 Ò 33
Gustav Klimt, Danae,
ca 1907/1908. Olio su tela,
77×83 cm. Vienna,
Galerie Würthle.
28.69
Danae. Particolari.
serzione di ovali di colore con ornamenti ad anelli. sfiorato da un velo violaceo a disegni circolari. Le
Tutto si concentra attorno all’abbraccio: l’uomo e cosce sono sproporzionatamente grandi, ma, al pa-
la donna che si stringono hanno le teste coronate ri delle labbra rosse e carnose, dei capelli ramati e
di foglie d’edera e di fiori, a simboleggiare uno sta- dei seni turgidi, tendono a sottolineare il risvolto
to edenico e primordiale in cui nulla esiste se non erotico del dipinto. Le gambe sono flesse verso il
attraverso la forza creatrice dell’amore e dell’eros. ventre, mentre il flusso di una copiosa pioggia d’o-
ro Fig. 28.69 – metamorfosi di Zeus – scivola su di
Danae Nel volgere di poco tempo l’oro lascia il lei, sensuale e portatore di nuova vita. Il dipinto,
passo al solo colore, mentre le forme dipinte e di- dunque, si carica anche di significati mitici e sim-
segnate si compongono, compatte, anche entro bolici non inusuali nelle opere di Klimt.
contorni raccolti. È così per Danae Fig. 28.67 , un
olio del 1907/1908 circa, che riprende un tema più Lo «stile fiorito» Tra il 1909 e il 1911 Gustav Klimt
volte trattato dai pittori nel corso dei secoli. Qui il viaggiò spesso in Europa (Francia, Italia e Spagna)
gran corpo della fanciulla si modella in una spirale ed ebbe così modo di conoscere i dipinti di Tou-
ellittica racchiusa dal perimetro della tela Fig. 28.68 , louse-Lautrec, di Matisse e dei Fauves ❯ par. 28.5 .
che dal tradizionale e caratteristico quadrato volge L’incontro con l’arte fauve fu per lui una rivelazio-
al rettangolo, seppure in modo appena percettibi- ne in un momento di crisi e di dubbi. I colori vio-
le. E, anzi, il corpo stesso di Danae pare addirittura lenti di Henri Matisse e dei suoi amici «belve» ri-
adattarsi, deformandosi, al formato della tela. generano profondamente il linguaggio dell’artista
Danae, abbandonata nel sonno – o nella volut- austriaco conducendolo a sostituire le minuzie de-
tà – è nuda. Una gran massa di capelli rossi le in- corative lineari e il rigore della geometria con get-
cornicia testa e spalle; il tronco è delicatamente ti di colore dagli arditi accostamenti e dall’inesau-
34
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
a b c d
28.70 Ö 28.71 Ò
Gustav Klimt, Ritratti, 1912-1918. Gustav Klimt, La culla,
1917-1918. Olio su
a. Adele Bloch-Bauer II, 1912. Olio
tela, 110×110 cm.
su tela, 190×120 cm. Collezione
Washington, National
privata.
Gallery of Art.
b. Eugenia (Mäda) Primavesi, 1913.
Olio su tela, 140×84 cm. Toyota,
28.72
City Museum.
Schema geometrico-
c. Friederike Maria Beer, 1916. Olio
compositivo della Culla.
su tela, 168×130 cm. Tel Aviv,
Museum of Art.
d. Elisabeth Bachofen-Echt, 1914-
1916. Olio su tela, 180×126 cm.
New York, Collezione privata.
d e f
sposizione venne pubblicato il giorno prima, nel dell’Ermitage. sta di fronte all’oggetto da riprodurre, deve es-
d. Maurice de Vlaminck,
supplemento del quotidiano «Gil Blas», dal criti- La Senna a Chatou, 1906. sere istintiva e immediata;
co d’arte e brillante giornalista Louis Vauxcelles Olio su tela, 81,6×101 cm. ■ il dipinto va costruito attraverso superfici intensa-
New York, Metropolitan
(1870-1943). Museum of Art. mente colorate che esprimono il senso della luce;
Sulle pareti della settima sala erano esposte ope- e. Albert Marquet, La spiaggia ■ il colore va svincolato dalla realtà che rappresen-
di Fécamp, 1906. Olio su tela,
re di Matisse ❯ oltre , André Derain, Maurice de Vla- 50×60,8 cm. Parigi, Musée ta; la materia è, dunque, indifferente.
minck, Albert Marquet ❯ par. 29.5.1 , Charles Camoin National d’Art Moderne, Da tale ultima affermazione consegue che l’inte-
Centre Georges Pompidou.
(1879-1965) e Henri Manguin (1874-1949), mentre al f. Charles Camoin, Porto
resse dell’artista non deve mai essere indirizzato
centro erano state collocate due sculture tradiziona- di Cassis con due tartane, verso la riproduzione realistica della natura, sen-
liste in stile quattrocentesco fiorentino (un torso di 1905. Olio su tela, za paura di sconfinare nell’antinaturalismo. A ben
65×81 cm. Madrid, Museo
bambino e un busto di marmo). Riferendosi a que- Thyssen-Bornemisza. riflettere, allora, si è in presenza della prima vera
ste ultime, circondate – come in un metaforico asse- rottura con l’Impressionismo e il Divisionismo po-
dio – da dipinti dai colori saturi e violenti, Vauxcelles stimpressionista, della prima esperienza pittorica
ebbe a scrivere: «Donatello chez les fauves» («Dona- moderna che non tenga più conto del rapporto di
tello fra le belve»), talmente classiche gli erano par- identità tra colore reale dell’oggetto e colore im-
se quelle opere in mezzo a tanta aggressiva novità. piegato per la sua rappresentazione, della prima
Come altre volte era capitato (si ricordino i Mac- avanguardia del Novecento ❯ par. 29.1 .
chiaioli e gli Impressionisti), il dispregiativo fauves, I grandi punti di riferimento e i veri presuppo-
belve, venne accettato dagli stessi artisti che aveva- sti della nuova formazione artistica erano infatti
36 Cézanne, Gauguin e Van Gogh. Il primo per la 28.74 Ò di da Cézanne e dalla sua volumetria ricomposta
Henri Matisse, Donna
smaterializzazione e ricomposizione delle forme, con cappello, 1905.
per larghe campiture di colore, Matisse fu attratto,
il secondo e il terzo per i colori impiegati puri, con Olio su tela, 80,6×59,7 cm. successivamente, anche dall’esperienza divisioni-
violenza, e per il loro voler sempre esprimere se San Francisco, Museum sta. La sua indole, però, lo orientava verso il piace-
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
28.80 28.82
Henri Matisse, La danza, Schema grafico delle posture
1909-1910. Olio su tela, e dei movimenti della Danza.
260×391 cm. San Pietroburgo,
Museo dell’Ermitage. 28.83
Intero e particolare. Henri Matisse, La danza,
1931-1933. Olio su tela,
28.81 340×387 cm, 355×498 cm,
Henri Matisse, La danza, prima 333×391 cm. Parigi, Musée
versione, 1909. Olio su tela, d’Art Moderne de la Ville de
259,7×390,1 cm. New York, Paris.
Museum of Modern Art.
28.85
Gamma dei colori
in Signora in blu.
tamente esasperato le dimensioni stesse delle mani A fronte delle esigue dimensioni della tela, la si-
(attorno alla destra si avvolge una collana bicolore). gnora vestita di blu si rivela monumentale e solen-
Al di sotto dell’abito azzurro bordato di bianco, ne, con il volto incorniciato da un raggiante vaso
che torreggia sulla tela, non si percepisce nessun di mimose. Essa, al pari di altri dipinti coevi, pare
corpo. La poltrona rossa su cui siede la donna ha trattenere il ricordo del viaggio in Italia che Matisse
braccioli gialli e sinuosi, mentre lo schienale si fonde effettuò nel 1907 e che lo vide contemplare le cor-
con il rosso a quadri graffiti della parete retrostante pose figure di Giotto a Padova e le immobili, ma-
su cui sono appesi dei dipinti. La prospettiva è sta- giche presenze di Piero della Francesca ad Arezzo.
ta alterata e il pavimento di mattonelle nere risul- Il possesso di tali e tanti mezzi espressivi e la loro
ta, perciò, ribaltato di novanta gradi, incurvandosi, continua rinnovabilità fanno certamente di Matisse
inoltre, fino a seguire la forma ideale dello schienale. il primo, vero grande artista del Novecento.
42 28.5.1
Gli altri Fauves
Gli amici di Matisse
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
28.102
Schema grafico-compositivo
della Fanciulla malata.
La fanciulla malata La pittura di Munch parte do della ragazza, accuratamente studiato anche in
dall’abbandono di ogni tradizionalismo e il primo precedenti bozzetti a pastello. Ma non sembra luce
esempio in questo senso, già capace di destare cri- riflessa: è come se la federa e la pelle emanassero
tiche e scandalo, si ha nella Fanciulla malata, dove una loro luminescenza intrinseca, che genera un
l’artista sembra ricordare l’agonia e la prematura forte contrasto con il cupo ambiente circostante.
scomparsa della sorellina Sophie Fig. 28.101 . La sce- Tecnicamente Munch alterna l’uso di colori
na rappresenta una ragazza dai capelli rossi a let- molto asciutti, che fanno quasi intravedere la tela
to, con le spalle appoggiate a un enorme cuscino sottostante (come nel caso della tenda di destra), a
bianco. Accanto vi è una figura femminile dal capo stesure più corpose (come nella coperta del letto e
reclinato. I due personaggi sono muti. La fanciulla, nei capelli ramati della ragazza), al fine di indirizza-
con la testa ruotata di profilo, guarda con tenerez- re più efficacemente l’attenzione dell’osservatore
za la donna, che a sua volta le accarezza la pallida al doloroso tema dell’opera. «Senza paura e ma-
mano sinistra. L’intreccio di queste mani, delineato lattia» aveva infatti scritto «la mia vita sarebbe una
con pochi, rapidissimi colpi di colore, costituisce il barca senza remi».
centro narrativo del dipinto e dunque ricade perfet-
tamente all’incrocio delle due diagonali Fig. 28.102 . Sera nel corso Karl Johann Gli intenti rappre-
La prospettiva della stanza è angusta. Il letto sentativi di Munch sono nuovi e diversi. Egli, in-
sembra compresso tra il comodino e una parete, fatti, vuole rappresentare soprattutto stati d’animo
sulla quale pende un tendaggio verdastro. L’unica e anche i personaggi altro non sono che involucri
luminosità proviene dal cuscino e dal volto palli- di passioni o di angosce. Questo atteggiamento ri-
49
28.6.2 28.111
Ernst Ludwig Kirchner,
artistiche, come Emil Nolde oltre , che del gruppo
divenne in breve uno degli elementi trainanti.
Il gruppo Die BrŸcke Manifesto per una mostra
della Kunst-Gruppe Brücke, Negli ambiziosi intenti dei suoi promotori, im-
ÇUna fune sopra un abissoÈ 1910. Xilografia. Dresda, bevuti della filosofia di Friedrich Nietzsche (1844-
Kupferstichkabinett.
1900), scomparso pochi anni prima a Weimar, Die
Nell’estate del 1905 quattro studenti di architettura 28.112 Ö Brücke vuol porsi come l’ideale ponte tra vecchio e
Erich Heckel, Copertina di un
dell’università di Dresda interrompono i propri stu- catalogo della Kunst-Gruppe nuovo, contrapponendo all’Ottocento realista e im-
di per dedicarsi esclusivamente alla pittura. Nasce Brücke, 1912. Xilografia. New pressionista un Novecento violentemente espressio-
York, Museum of Modern Art.
così Die Brücke (letteralmente «Il ponte»), un grup- nista e antinaturalista. Il nome stesso è di evidente
po di avanguardia assolutamente diverso da quelli 28.113 derivazione nietzschiana. «L’uomo è una fune tesa
Ernst Ludwig Kirchner,
visti fino a ora Figg. 28.111 e 28.112 . I suoi affiliati, in- Illustrazione per Peter tra la bestia e l’Uomo Nuovo», scriveva il grande
fatti, possono anche non essere artisti. Per iscriversi Schlemihl di A. von Chamisso, pensatore tedesco, «una fune sopra un abisso […].
1915. Litografia. Basilea,
basta versare una modesta somma che dà diritto sia Kunstmuseum. La grandezza dell’uomo sta nell’essere un ponte,
a partecipare alle riunioni sia a ricevere, a fine an- non un fine». Questo concetto di ponte, di trapasso
no, una raccolta di stampe. Il forte cemento della tra vecchio e nuovo, tra accademia e antiaccademia,
Brücke, comunque, sta nell’ideologia che accomu- tra convenzioni e polverizzazione delle convenzio-
na i suoi componenti e nei temi da loro prediletti: ni, tra voglia di rottura e desiderio di riconciliazione,
la realtà urbana e la marginalità sociale. rappresenta il carattere fondamentale del gruppo
Tra i suoi giovani fondatori sono da ricorda- che, con alterne (e spesso laceranti) vicende, protrae
re soprattutto Ernst Ludwig Kirchner oltre , che ufficialmente la sua esistenza fino al 1913. Nel mani-
ne fu l’esponente di maggior spicco, ed Erich festo del 1906, in cui gli artisti della Brücke precisano
Heckel oltre , che emerse subito quale indiscusso idealmente le loro posizioni, si legge, tra l’altro:
ideologo del gruppo, legato a Kirchner da una me-
desima visione della società. In seguito molti altri si «Animati dalla fede nel progresso, in una nuova
aggiunsero, per periodi più o meno lunghi, portan- generazione di creatori e d’amatori d’arte, chia-
do i propri contributi critici e le proprie esperienze miamo a raccolta la gioventù e, come giovani
28.114 Ò 53
Ernst Ludwig Kirchner,
Due donne per strada, 1914.
Olio su tela, 120,5×91 cm.
Düsseldorf, Kunstsammlung
Nordrhein-Westfalen.
Moderne Kunst.
28.119 Ò
Schema grafico dei riflessi
in Giornata limpida.
28.128 Ò
Oskar Kokoschka,
Annunciazione, 1911. Olio su tela,
83×122,5 cm. Dortmund, Ostwall
Museum. Intero e particolare.
28.129
Schema grafico-compositivo
dell’Annunciazione.
lambisce anche il volto di Maria, comprendendolo la ricerca di una pittura dai forti contenuti espres-
in un forte abbraccio ideale Fig. 28.129 . sionisti, ulteriormente ribaditi anche dalle posture
Le pennellate vivaci, che accendono di colori im- quasi recitanti delle mani di entrambi i personaggi,
provvisi e violenti sia il paesaggio in lontananza, sia che per Kokoschka rappresentano sempre un ricor-
la massiccia figura dell’Annunziata, testimoniano rente punto di interesse anatomico.
58
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
da dietro, con la testa ruotata a sinistra e le braccia 28.134 Abbraccio In Abbraccio (altrimenti noto come
Egon Schiele, Sobborgo II
sollevate in alto, presenta un profilo puntuto e in- (Case con panni stesi), 1914.
Uomo e donna o, anche Amanti II), un olio degli
tenzionalmente sgraziato, soprattutto per quel che Olio su tela, 100×120,7 cm. ultimissimi anni, l’artista raggiunge uno dei suoi
riguarda l’anatomia delle mani e delle spalle. Nel se- Collezione privata. momenti di più alta e drammatica sintesi espres-
Intero e particolare.
gno crudo e accidentato del disegno, però, emerge siva Fig. 28.136 . Due amanti si stringono, nudi, in
la forza espressiva del drappo rosso (forse una gon- 28.135 un abbraccio di intensa e coinvolgente passione. I
Schemi geometrico-compositivi
na) che cinge i fianchi della modella, con evidenti di Sobborgo II. muscoli tesi del braccio sinistro dell’uomo e la ma-
connotazioni sensuali. Ripetuti tocchi di acquerello no sinistra della donna, contratta sulle spalle del
verde-azzurro sulla schiena, sulle mani e sul volto compagno, danno la sensazione d’una stretta così
contribuiscono a sottolineare nel personaggio ri- sensuale e travolgente da apparire quasi dolorosa.
tratto il conflitto, sempre presente in Schiele, tra la Intorno ai due corpi, costruiti lungo una delle
spiritualità dell’amore e la crudezza della sessualità. due diagonali del dipinto Fig. 28.137 e realizzati con
Una decisa linea di contorno, infine, isola la figura una pittura nervosa, dai tratti spigolosi e dai con-
in uno spazio vuoto, nel quale il personaggio cam- torni esasperatamente marcati, una grande coper-
peggia, solo con se stesso e con la propria storia. ta spiegazzata isola l’atto d’amore in uno spazio
esclusivo. Una sorta di scomposto campo di bat-
Sobborgo II La predilezione di Schiele per il ritrat- taglia nel quale i due personaggi, serrati in un ab-
to (soprattutto femminile) è sempre assolutamen- braccio che forse vorrebbero infinito, riconoscono
te evidente, preponderante e dichiarata. Non per di essere nudi e soli di f ronte al mondo, e di non
questo, però, egli si sottrae alla difficile prova del aver altro rifugio possibile se non nell’amato.
paesaggio, che interpreta comunque in modo forte- Le opere di Schiele, nel loro complesso, non
61
29
a. Fauves
dell’arte contemporanea.
Il Cubismo
b. Espressionismo c. Cubismo
29.1 di ricerca. L’arte, in altre parole, non deve trovare 29.1 ÕÓ
Le Avanguardie storiche.
più le proprie motivazioni solo nella realtà visibi-
Il Novecento delle le, quella che i filosofi chiamano fenomenica, cioè a. Maurice de Vlaminck,
Il ponte di Chatou, 1906.
percepibile attraverso i fenomeni nei quali si ma-
Avanguardie storiche nifesta, ma può aprire la propria indagine anche al
Olio su tela, 54×73 cm.
Parigi, Musée National d’Art
Moderne, Centre Georges
Un secolo di grandi speranze campo sconfinato della realtà interiore e del sogno. Pompidou.
e di straordinarie delusioni Sul piano della ricerca scientifica le elaborazioni b. Ernst Ludwig Kirchner, Fränzi
in una sedia intagliata, 1910.
teoriche che il matematico e fisico tedesco Albert Olio su tela, 71×49,5 cm.
La necessità di conquistare nuovi mercati e di ridi- Einstein (1879-1955) matura tra il 1905 e il 1916 di- Madrid, Museo Thyssen-
segnare i confini europei, in funzione delle mutate mostrano che spazio e tempo non sono entità as- Bornemisza.
c. Pablo Picasso, Donna
esigenze economiche e politiche, crea le premesse solute, tra loro distinte e indipendenti. con camicia in poltrona,
per la Prima guerra mondiale che, al prezzo di qua- Contemporaneamente destano scalpore a livel- 1913. Olio su tela,
149,9×99,4 cm. New York,
si dieci milioni di morti, sancirà definitivamente la lo europeo anche le riflessioni del filosofo france- Metropolitan Museum of Art.
fine della Belle époque, il rovinoso crollo degli imperi se Henri Bergson (1859-1941), secondo il quale l’e- d. Umberto Boccioni,
Elasticità, 1912. Olio su tela,
centrali di Prussia e di Austria-Ungheria e il primo nergia fondamentale che muove l’universo è quella 100×100 cm. Milano, Museo
affacciarsi sulla scena internazionale della nascente che egli definisce «slancio vitale» (élan vital) e che del Novecento.
potenza degli Stati Uniti d’America. consiste in un irresistibile impulso a creare sponta- e. Marcel Duchamp,
Scolabottiglie, 1961 (replica
Le esperienze artistiche dei primi anni del Nove- neamente forme e situazioni sempre nuove e im- dell’originale del 1914).
cento, dunque, maturano in un contesto generale prevedibili. In questa visione il tempo non esiste Ferro galvanizzato, altezza
49,8 cm, diametro 41 cm.
più che mai ricco di incertezze e contraddizioni. più come successione di singoli attimi, ma come Filadelfia, Museum of Art.
Gli studi che proprio in quel periodo Sigmund durata complessiva, percepibile più a livello di in- f. Max Ernst, Ubu Imperator,
1923. Olio su tela,
Freud sta compiendo sulla psicoanalisi, scoper- tuizione che con gli strumenti razionali. 81×100 cm. Parigi, Musée
chiando per la prima volta il mondo che ciascu- Poiché i nuovi orizzonti della medicina, della National d’Art Moderne,
no ha nel proprio inconscio e che, a volte, riesce a scienza e del pensiero filosofico fanno intravedere Centre Georges Pompidou.
g. Salvador Dalí, Volto
manifestarsi solo attraverso i sogni o i desideri re- infinite altre realtà parallele a quella che, fino ad del grande masturbatore,
pressi, contribuiscono ad aprire ulteriori orizzonti allora, si presumeva essere unica e assoluta, anche 1929. Olio su tela,
29.1 Il Novecento delle Avanguardie storiche ■ 29.2 Il Cubismo
■ 29.3 Pablo Picasso ■ 29.4 Georges Braque ■ Visita le sale
29.5 Juan Gris ■ 29.6 Gli altri Cubisti sull’arte
del Cubismo
nel Museo Digitale
110×150 cm. Madrid, l’ambito artistico si apre a un universo di ricerche ve e le distingue in modo inequivocabile dai molti
Museo Nacional Centro
de Arte Reina Sofía.
e di sperimentazioni mai tentate prima. movimenti artistici di avanguardia che, anche in an-
h. Vassily Kandinsky, Quadro È dunque in questo contesto generale che ma- ni più recenti, sono fioriti a vario titolo e con le più
con macchia rossa, 1914. turano le cosiddette Avanguardie storiche. Il termine disparate motivazioni in diverse parti del mondo.
Olio su tela, 130×130 cm.
Parigi, Musée National avanguardie, preso in prestito dal linguaggio milita- Tra le Avanguardie storiche si è soliti annove-
d’Art Moderne, Centre re, allude a pattuglie di ardimentosi innovatori che, rare, oltre al movimento dei Fauves e all’Espres-
Georges Pompidou.
i. Giorgio de Chirico, Il duo
incuranti di tutto, intuiscono nuove prospettive di sionismo, dei quali si è già parlato nel precedente
(I manichini della torre sviluppo artistico e le perseguono con forza e deter- capitolo 28, soprattutto il Cubismo ❯ par. 29.2 , il
rosa), 1914/1915. Olio minazione, precorrendo il gusto e le scelte stilistiche Futurismo ❯ cap. 30 , il Dada ❯ par. 31.1 , il Surreali-
su tela, 81,9×59 cm.
New York, Museum correnti. L’aggettivo storiche fa riferimento al loro smo ❯ par. 31.2 , l’Astrattismo ❯ cap. 32 e la Metafisi-
of Modern Art. concentrarsi in un arco di tempo relativamente bre- ca ❯ cap. 33 Fig. 29.1 .
66 29.2 P.V. P.L. la figura umana. La realtà che si percepisce attraverso
il senso della vista, infatti, è spesso diversissima dalla
Il Cubismo realtà vera. Solo perché ciascuno sa come è fatto un
L T cubo si è in grado, ad esempio, di riconoscerne uno
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
«Un pittore non deve mai fare nella rappresentazione prospettica della Fig. 29.3 . I
quello che la gente si aspetta bambini, che non conoscono ancora le regole del-
la prospettiva, disegnano le loro casette mostrando
da lui» P.O. contemporaneamente più facciate e ottenendo così
«La natura è una cosa, la pittura un’altra», scriveva una percezione istintiva della realtà Fig. 29.5 : si com-
nel 1935 Pablo Picasso ❯ par. 29.3 , concludendo pro- 29.2 Ó portano involontariamente come i Cubisti.
Proiezione ortogonale
vocatoriamente che «la pittura è dunque un equi- di un cubo.
La realtà cubista, d’altra parte, cerca di tenere
valente della natura». In questa affermazione sta conto anche del fattore tempo, una variabile che
tutto il significato del Cubismo, una delle prime e – pur essendo di fondamentale importanza nella vi-
più significative Avanguardie storiche, della quale ta di tutti i giorni – è assai difficile da rappresentare
Picasso, insieme a Georges Braque ❯ par. 29.4 , fu con i mezzi delle arti figurative.
uno degli indiscussi padri fondatori. Il pittore cubista, ad esempio, si figura di ruotare
Porre pittura e natura sul medesimo piano signi- fra le mani l’oggetto da rappresentare o, se si trat-
fica attribuire alla pittura grandissima dignità e au- ta di una persona, di girarle addirittura intorno. In
tonomia, in quanto, ad esempio, l’arte classica era 29.3 Ó questo modo egli non coglie più un solo aspetto,
Veduta prospettica
– per definizione – solo un’imitatrice della natura. di un cubo.
necessariamente univoco e limitato, ma ne percepi-
I pittori cubisti, al contrario, non cercano di com- sce diversi in successione. E poiché per poter assu-
piacere l’occhio di chi ne osserva le opere imitando a
mere punti di vista diversi occorre muoversi e per
la realtà né, come facevano gli Impressionisti, ten- muoversi si impiega del tempo, ecco che la variabi-
tando di interpretarne le suggestioni. Essi, invece, le temporale entra in qualche modo nel processo
si sforzano di costruire una realtà nuova e diversa, di produzione artistica, consentendo di rappresen-
non necessariamente simile a quella che tutti cono- tare contemporaneamente momenti diversi di una
scono. «Bisogna avere il coraggio di scegliere», dice- medesima scena.
va significativamente Braque, «poiché una cosa non Il nome stesso del movimento deriva dall’uso
può essere insieme vera e verosimile». cubista di scomporre la realtà in piani e volumi ele-
E se la riproduzione prospettica di un qualsia- mentari (assimilabili a cubetti, appunto). Ripren-
si oggetto può apparire senz’altro verosimile, la dendo alcuni commenti negativi di Matisse, il criti-
verità di quell’oggetto è quanto mai lontana e di- co Louis Vauxcelles, che già aveva coniato in senso
versa. Si immagini ad esempio un cubo, uno dei b
dispregiativo il termine Fauves, definì ironicamente
solidi geometrici più semplici e conosciuti. In pro- alcuni paesaggi di Braque come composti da banali
iezione ortogonale presenterà tre facce quadra- cubi ❯ Fig. 29.54 . Fu così che anche il Cubismo, co-
te Fig. 29.2 . Anche in una qualsiasi veduta prospet- me già l’Impressionismo, una volta assunto il no-
tica esso mostrerà solo tre delle sue sei facce, che me che gli era stato attribuito per scherno, ne fece
però appariranno a forma di parallelogrammi ir- la bandiera della più grande rivoluzione artistica
regolari Fig. 29.3 . Gli spigoli non verticali, inoltre, del secolo. Anzi, a differenza degli Impressionisti,
che nella realtà si sanno essere sempre uguali e pa- 29.4 Ó che quel nome subirono senza mai condividerlo
Sviluppo di un cubo
ralleli, risulteranno invece disuguali e convergenti. sul piano a e sua
pienamente, i Cubisti accettarono il proprio in mo-
Nonostante tutto, però, la visione di questo cubo ricostruzione nello spazio b . do così totale da continuare a identificarsi in esso
viene riconosciuta come perfettamente verosimile. anche quando il movimento si sciolse e i vari com-
Si osservi ora un altro cubo. Questa volta si ponenti seguirono ciascuno strade e ispirazioni au-
tratta dello sviluppo in piano del solido preceden- tonome.
te Fig. 29.4, a . Esso ha tutte le sei facce perfettamen- La storia del Cubismo, del resto, si intreccia in
te quadrate e uguali, con spigoli f ra loro sempre modo indissolubile con quella dei suoi due princi-
perpendicolari. Non solo: se si ritagliasse il cubo pali artefici, Picasso e Braque, la cui amicizia – ini-
così sviluppato e se ne piegassero le facce lungo gli ziata a Parigi nel 1907 – durò per tutta la vita.
spigoli contigui incollandole lungo quelli restanti Il lavoro e la ricerca comuni si consolidano in
si otterrebbe la costruzione tridimensionale del cu- breve fino a trasformarsi in quella «cooperazione
bo b . Tale sviluppo in piano del cubo, dunque, è ardente» i cui esiti straordinari, sul piano artistico,
molto più vero del precedente disegno prospettico, sono stati quelli di stimolare creativamente le ri-
anche se assai meno verosimile. spettive personalità, giungendo a unire in modo ir-
29.5 Ó
Quanto detto a proposito del cubo può essere Disegno infantile
ripetibile le singole potenzialità.
esteso a qualsiasi altro possibile soggetto, compresa di una casa. La data di inizio del Cubismo si fa convenzional-
29.6 Ñ 67
Paul Cézanne, Paese visto
attraverso gli alberi, ca 1898.
Olio su tela, 66×82 cm.
Brema, Kunsthalle.
29.8
Pablo Picasso,
Fabbrica, 1909.
Olio su tela, 53×60 cm.
San Pietroburgo, Museo
dell’Ermitage.
mente risalire al 1907, anno nel quale Picasso di- In Bosco con rocce Fig. 29.7 , ad esempio, tutte le for- 29.9 Ó
Georges Braque,
pinge Les demoiselles d’Avignon ❯ Fig. 29.29 . In quello me della natura sono individuate, nelle loro masse Lo stabilimento «Rio Tinto»
stesso anno si tiene a Parigi una grande mostra re- squadrate e angolose, grazie ai diversi piani di co- all’Estaque, 1910. Olio
trospettiva dedicata a Cézanne (scomparso appena lore che le compongono e le delimitano. su tela, 65×54 cm. Parigi,
Musée National d’Art
l’anno prima), la cui pittura, tesa a «trattare la natu- In un dipinto del 1909 intitolato Fabbri- Moderne, Centre
ra attraverso il cilindro, la sfera, il cono», eserciterà ca Fig. 29.8 ,Picasso riprende queste solide volume- Georges Pompidou.
Intero e particolare.
un influsso fondamentale sul Cubismo. trie di Cézanne portandone il linguaggio alle estre-
me conseguenze espressive. Edifici e alberi sono
Influsso di Cézanne sul Cubismo Lo spazio pit- così ridotti a forme geometriche elementari che si
torico di Paul Cézanne, sempre scandito e forte- compenetrano secondo piani squadrati e taglienti,
mente geometrizzato, costituisce l’indispensabile quasi metallici.
premessa alla grande rivoluzione cubista. Già in- Nello Stabilimento «Rio Tinto» all’Estaque, un di-
torno al 1885, infatti, il grande pittore francese in- pinto di soggetto analogo Fig. 29.9 , anche Braque
dividua i soggetti dei suoi dipinti attraverso piccole introduce una forte scomposizione cubista che
pennellate di colore giustapposte che riducono la lo porta a dissolvere il senso della profondità. La
percezione della realtà a un fitto conglomerato di fabbrica e la campagna circostante, infatti, si com-
coloratissimi volumi elementari solidamente inter- penetrano in una visione unica e omogenea, nel-
connessi Fig. 29.6 . Sul finire del secolo il gioco dei la quale le forme sono ricostruite solo attraverso
volumi diventa ancora più evidente ed essenziale. piatte campiture di colore giustapposte.
68 29.10 29.11 Ø
Georges Braque, La chiesa Juan Gris, Natura Parigi, Musée National
di Carrières-Saint-Denis, morta con libro d’Art Moderne, Centre
1909. Olio su tela, 55×46 cm. (Saint Matorel), 1913. Georges Pompidou.
Londra, Tate Modern. Olio su tela, 46×30 cm. Intero e particolare.
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
Il Cubismo analitico Il periodo di massimo splen- tamente non verosimili. In questo delicato ma si-
dore del movimento, quando il sodalizio tra Bra- gnificativo passaggio acquisterà un ruolo tutt’altro
que e Picasso diventa tanto intenso che le rispetti- che secondario anche Juan Gris ❯ par. 29.5 , il terzo
ve opere risultano addirittura indistinguibili, inizia “grande” del Cubismo.
però qualche tempo dopo, intorno al 1909. È il mo- Si è così alla fase del Cubismo sintetico, nella qua-
mento del cosiddetto Cubismo analitico, consisten- le si attua quella innovativa equivalenza tra pittu-
te nello scomporre i semplici oggetti dell’esperien- ra e natura di cui Picasso e Braque rivendicavano
za quotidiana (bottiglie, bicchieri, pipe, strumenti l’originalità rivoluzionaria. A questo punto, infatti,
musicali, carte da gioco…) secondo i principali pia- l’artista arriva a creare forme e situazioni che non
ni che li compongono. Tali piani, variamente ruo- hanno più alcun rapporto con quelle già note, anche
tati, incastrati e sovrapposti, vengono poi distesi se di esse conservano a volte alcune caratteristiche
e ricomposti sulla tela in modo concettualmente distintive e in qualche modo sempre ben riconosci-
analogo a come si è osservato nel cubo Fig. 29.10 . bili Fig. 29.11 .
I colori impiegati in queste operazioni sono solita-
mente terrosi e di tonalità neutra, in modo da non Papiers collés e collages Per sottolineare ulterior-
interferire con la comprensione delle forme. mente il diverso uso che è possibile fare dei fram-
menti di realtà derivati dalla scomposizione analiti-
Il Cubismo sintetico Tra il 1912 e il 1913 Braque ca, Braque inventa la tecnica dei papiers collés (carte
e Picasso indirizzano le loro ricerche verso una incollate) e Picasso quella dei collages (incollaggi),
ricomposizione degli oggetti precedentemente strumenti espressivi che verranno poi ripresi anche
f rammentati in oggetti nuovi e spesso fantastici in ambito surrealista ❯ par. 31.2 e, successivamente,
che, pur mantenendo qualche analogia con quelli in varie esperienze artistiche del dopoguerra.
originali, vivono una loro realtà autonoma, carat- Nel primo caso vengono applicati sulla tela ritagli
terizzata anche dall’uso di colori brillanti e volu- di giornale e di carta da parati di varie qualità e colo-
ri, mentre nel secondo si utilizzano anche materiali 69
eterogenei quali stoffa, paglia, gesso o legno. In que-
sto modo i due artisti tentano di scindere la forma
dal colore, utilizzando magari un ritaglio di stoffa
zia nella Bevitrice di assenzio, un olio parigino del 29.15 Õ ne di quella precedente. Al mondo degli sfruttati
Pablo Picasso, Bevitrice
1901 Fig. 29.15 , nel quale sono ancora evidenti sia di assenzio, 1901. Olio su
e degli emarginati del periodo blu si sostituiscono
l’allusione a Degas – allora quasi settantenne – sia cartone, 67×52 cm. New ora soggetti ripresi in prevalenza dall’ambiente del
l’omaggio a certe figure di “donne perdute” di York, Melville Hall Collection. circo e dei saltimbanchi.
Toulouse-Lautrec. Nell’autunno di quello stesso 29.16 Gli ultimi mesi del 1906 segnano il cosiddetto
anno, però, la sua pittura conosce una prima decisi- Maschera rituale del Gabon, «periodo af ricano», allora definito anche «epoca
seconda metà del XIX secolo.
va svolta, conseguente anche all’emozione suscita- Legno dipinto, altezza 66 cm. negra», nel corso del quale Picasso si interessa in
tagli dal suicidio per amore dell’amico poeta Carlos Parigi, Musée du Quai Branly. modo approfondito alla scultura rituale africana e
Casagemas (1880-1901). Picasso, infatti, inaugura il 29.17 polinesiana, che i fiorenti commerci con le colonie
cosiddetto «periodo blu», che si protrarrà fino a tut- Pablo Picasso, Testa avevano contribuito a diffondere in molti ambienti
di donna, 1908. Matita
to il 1904. Come suggerisce la definizione, si tratta e acquerello su carta,
intellettuali parigini. In queste opere, spesso inge-
di un tipo di pittura giocato tutto sui colori freddi 32×24,7 cm. Berlino, nue ma di grandissima espressività, egli ricerca le
(blu, azzurro, grigio, turchino), quasi che gli occhi Staatliche Museen, Museum testimonianze di un’umanità spontanea e incorrot-
Berggruen.
dell’artista fossero velati da un cristallo azzurrato ta, non ancora contaminata dalla troppa ideologia
Disegni e stampe
e il suo cuore da una perenne malinconia. Anche i e dai condizionamenti sociali e culturali della tra-
temi, di conseguenza, attingono a un repertorio di dizione occidentale. La contiguità formale con al-
personaggi poveri ed emarginati, segnati dal dolo- cuni prototipi africani Fig. 29.16 , dei quali lo stesso
re e sconfitti dalla vita ❯ Fig. 29.21 . Picasso era attento collezionista, è evidente in mol-
A partire dal 1905, invece, la tavolozza di Picasso ti suoi studi di quegli anni, nei quali lo stiramen-
cambia improvvisamente tono e alla mestizia de- to verticale dei volti Fig. 29.17 e la scomposizione
solata degli azzurri subentrano le più tiepide gra- dei volumi preludono direttamente alla successiva
dazioni dei rosa, degli ocra e degli arancio. Ha così svolta cubista.
inizio il secondo, importante momento della sua Nel 1907, infine, l’artista espone Les demoisel-
maturazione artistica: il cosiddetto «periodo rosa», les d’Avignon, opera considerata la capostipite in-
appunto. Questa fase, di intensa produzione ma di discussa del movimento cubista ❯ oltre . Alla fase
breve durata (si concluderà in poco più di un anno, analitica (1909-1911), nel corso della quale i dipinti
alla fine del 1906), costituisce la logica prosecuzio- di Picasso e Braque, volutamente non firmati, ri-
29.18 Ñ 71
Pablo Picasso, Case
e palme, 1909. Penna
e inchiostro di china su
carta, 17,3×13,5 cm.
Parigi, Musée National
29.22
Schema grafico della b
ripartizione dello sfondo
di Poveri in riva al mare.
29.23
Pablo Picasso, La Vita, 1903. a
Olio su tela, 196,5×129,2 cm.
Cleveland, Museum of Art.
sempre privo di pentimenti, tende a semplificarsi, strettezze economiche. I tre personaggi, scalzi e
fluidificandosi in una serie di linee pressoché conti- inf reddoliti, sono la dolorosa metafora moder-
nue, con le quali delimita nettissimi contorni a filo na della Sacra Famiglia. Nonostante il loro mise-
di ferro. L’assenza assoluta di tratteggi e di qualsia- ro aspetto, comunque, essi spiccano per la dignità
si altro effetto chiaroscurale rimanda all’immedia- quasi monumentale che assumono. Soprattutto la
tezza simbolica di uno schizzo che – come spesso severa figura della madre, vista di spalle, richiama
nei suoi carnet – ferma con compatta concretezza la solida volumetria di certi personaggi femminili
l’idea o l’immagine di un momento, magari anche giotteschi. Nonostante l’uso di una tavolozza qua-
da riprendere o rielaborare in una fase successiva. si monocroma, l’artista riesce a differenziare mar-
catamente i tre elementi primigeni della natura e
Poveri in riva al mare Al periodo blu risale Poveri della filosofia antica: terra (la spiaggia) Fig. 29.22, a ,
in riva al mare, noto anche come Tragedia Fig. 29.21 , acqua (il mare) b e aria (il cielo) c . Le tre fasce
realizzato a Barcellona nel 1903, quando l’artista orizzontali che vengono così a crearsi contrastano,
f requentava l’ambiente anarchico e socialisteg- nella loro geometrica uniformità, con i tre perso-
giante del cabaret Els Quatre Gats (I Quattro Gat- naggi in primo piano, contribuendo a isolarli nel-
ti), conducendo egli stesso una vita di grandi ri- la scena al fine di sottolineare ulteriormente il lo-
29.24 Ø 73
Pablo Picasso, Famiglia
di saltimbanchi, 1905.
Olio su tela, 212,8×229,6 cm.
Washington, National Gallery
29.25 Ø
Pablo Picasso, Acrobata
con palla, 1905. Olio su tela,
147×95 cm. Mosca,
Museo Puškin.
Intero e particolare.
29.26
Pablo Picasso, Famiglia
di acrobati, 1905. Gouache,
acquerello e inchiostro
su carta, 104×75 cm.
Göteborg, Konstmuseum.
Disegni e stampe
ro muto dramma. Soggetti e impianti compositivi discrezione, mettendone in evidenza la misera vita
analoghi si ritrovano anche in tutte le altre opere di poveri girovaghi.
del periodo, riflesso di una predisposizione d’ani- L’arlecchino di spalle (nel quale l’artista ritrae
mo pessimista e malinconica Fig. 29.23 . se stesso) volge lo sguardo lontano, mentre tiene
teneramente per mano la bimba con il tutù e le
Famiglia di saltimbanchi Quando nel 1905 Picasso scarpette rosa, che tanto ricorda le eteree ballerine
dipinge la Famiglia di saltimbanchi Fig. 29.24 , la sua di Degas. Il paesaggio deserto e desolato contri-
ricerca lo ha progressivamente portato a riscalda- buisce a sottolineare la solitudine dei personaggi,
re la propria tavolozza con l’uso di varie e delicate ognuno dei quali, nonostante la prossimità agli al-
gradazioni di rossi, di rosa e di arancioni. La nuo- tri, è comunque solo con i propri pensieri, come in
va tecnica coinvolge tutta la produzione pittorica attesa del manifestarsi di qualche misterioso even-
di questa fase, che assume così caratteristiche di as- to. La loro definizione pittorica non fu semplice: le
soluta e immediata riconoscibilità Figg. 29.25 e 29.26 . indagini ai raggi X hanno svelato la presenza di va-
L’abbandono dei toni freddi del precedente periodo ri pentimenti e correzioni, quasi che Picasso fosse
blu e l’inizio di quello rosa coincidono in parte an- giunto per gradi alla soluzione compositiva finale,
che con le vicende umane dell’artista, che a Parigi senza averla presente fin dall’inizio.
incomincia a riscuotere qualche successo e che, so-
prattutto, conosce Fernande Olivier (1881-1966), la Les demoiselles dÕAvignon Preceduto da nu-
prima donna veramente importante della sua vita. merosissimi schizzi preparatori Figg. 29.27 e 29.28 ,
L’opera ripropone ancora una volta una fami- nell’autunno del 1906 Picasso incomincia a lavo-
glia, tema assai caro al Picasso precubista. I sei per- rare a un dipinto di grandi dimensioni che, corret-
sonaggi (tre adulti e tre bambini) sono colti in un to, cancellato, riaggiustato e ridipinto innumere-
momento di silenziosa attesa, e la loro serietà pen- voli volte, vedrà la luce solo verso la fine dell’anno
sosa e un po’ mesta stride con la variopinta strava- successivo: Les demoiselles d’Avignon (Le signorine di
ganza dei costumi di scena che ancora indossano. Avignon) Fig. 29.29 .
Picasso, del resto, fu sempre particolarmente ispi- Partendo dalle solide volumetrie di Cézanne, Pi-
rato e attratto dalla vita circense, che ben conosce- casso semplifica le geometrie dei corpi (che, nella
va anche per la frequentazione del Circo Medrano, redazione definitiva, rappresentano cinque prosti-
il cui tendone era poco distante dalla sua casa di tute all’interno del bordello di via Avignon a Bar-
Montmartre. Egli interpreta la dura quotidianità di cellona) e coinvolge in tale semplificazione anche
clown, acrobati e giocolieri con grande sensibilità e lo spazio. Quest’ultimo, infatti, invece di essere in-
74 29.27 Ñ 29.29
Pablo Picasso, Studio Pablo Picasso,
per Les demoiselles Les demoiselles
d’Avignon, 1907. Acquerello d’Avignon
su carta, 17,5×22,5 cm. (Le signorine
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
National Picasso.
Intero e particolare.
29.34
Schema identificativo degli
oggetti presenti in Natura
morta con sedia impagliata.
1. Fetta di limone
2. Ostrica
3. Bicchiere
4. Giornale
5. Pipa
6. Tela cerata
7. Corda
5 3
4
1
2
6
un libro sullo scaffale 3 , il giornale che Vollard sta riconducibili alla concretezza del quotidiano.
leggendo 4 , ma anche innumerevoli altri dettagli, Sempre al fine di radicare nella realtà la propria
quali un bottone del panciotto 5 , il fazzoletto nel ta- pittura, Picasso adotta la tecnica del collage, cioè
schino 6 , la manica destra della giacca 7 . In assenza dell’incollaggio sulla tela di materiali eterogenei
di qualsiasi riferimento prospettico i concetti di da- che saranno in grado, meglio di qualsiasi pittura,
vanti e dietro perdono ogni significato, per cui non di richiamare direttamente alla mente gli oggetti
desta meraviglia, ad esempio, che il giornale non co- reali in quanto reali essi stessi.
pra la giacca e che anche libro e bottiglia fluttuino Il primo e uno dei più significativi collage di Picas-
sullo stesso piano spaziale. Nonostante questo, Pi- so è la Natura morta con sedia impagliata, realizzato
casso dimostra un’attenzione lucida e assolutamen- nel 1912 Fig. 29.33 . L’opera rappresenta una natura
te concreta a ogni minimo particolare della realtà morta ambientata all’interno di un caffè parigino.
e proprio quando l’opera, nel suo insieme, sembra Sulla destra vi sono una fetta di limone Fig. 29.34, 1
quasi dissolversi, egli ne ribadisce con prepotenza e un’ostrica 2 , al centro un bicchiere scomposto
la solidità. analiticamente 3 , a sinistra si riconoscono un gior-
nale 4 e una pipa 5 . Gli inserti pittorici sono re-
Natura morta con sedia impagliata La difficoltà alizzati con colori a olio della gamma dei bruni,
di interpretazione dei dipinti cubisti è un problema perfettamente intonati al ritaglio di tela cerata 6
che sia Braque sia Picasso si sono sempre posti, en- che rappresenta con realismo fotografico l’impa-
trambi attenti a che la loro pittura non sconfinasse gliatura di una sedia del tempo.
mai nell’astrazione, cioè in qualcosa di puramente Anche se può apparire quasi come un gioco, l’o-
■ Tela cerata Particolare tipo
mentale, senza più alcun rapporto concreto con la di tessuto impermeabile che, perazione compiuta da Picasso è invece estrema-
realtà. È per questo che nel periodo del Cubismo quando non erano stati ancora mente colta e raffinata. La finta paglia di Vienna ri-
inventati i materiali plastici, ve-
sintetico i due artisti incominciano a introdurre niva impiegato nella confezio- prodotta sulla tela cerata sta a rappresentare una
nelle loro opere anche lettere dell’alfabeto e nu- ne di impermeabili, tende e to- sedia vera. Dunque il soggetto (la paglia) è falso, ma
vaglie da esterni. Il processo di
meri. In questo modo ogni ipotesi di fuga verso l’a- impermeabilizzazione avveniva il materiale (la tela cerata) è vero. Entrambi sono
strazione viene volontariamente bloccata dall’im- mediante bagni impregnanti in però falsi quando vogliono rappresentare una sedia.
sostanze a base di paraffina o
mediata riconoscibilità di questi elementi, subito cera, da cui il nome. In questo modo l’artista distrugge ogni illusio-
29.35 77
Pablo Picasso,
I tre musici, 1921.
Olio su tela, 201×223 cm.
New York, Museum
of Modern Art.
nismo pittorico dimostrando con immediatezza 29.36 Õ ni ampi e piatti, in una visione così rigorosamente
Schema grafico del senso di
quanto labile sia la differenza tra realtà e rappre- profondità nei Tre musici.
frontale e bidimensionale da fare pensare a sago-
sentazione. La sostanziale monocromia dell’insie- me ritagliate nel cartoncino colorato. Il senso di
me, la forma insolitamente ellittica (comune anche 29.37 profondità, assolutamente negato nei personaggi,
Pablo Picasso, Studio
ad altre opere cubiste del periodo) e la semplice scenografico per il Pulcinella viene recuperato simbolicamente nelle pareti la-
corda 7 usata al posto della cornice rappresentano di Stravinsky, 1920. Tecnica terali e nel pavimento della stanza, che sembrano
mista su carta, 24,3×33 cm.
altri richiami intenzionali al problema della forma Parigi, Musée National sfuggire alle spalle delle figure centrali Fig. 29.36 .
che si fa materia e della materia che prende forme Picasso. Particolare. Ma anche in questo caso si tratta di una prospetti-
nuove ed estranee alla sua natura. Disegni e stampe va illusoria e ambigua, in quanto la parete latera-
le di sinistra appare innaturalmente più profonda,
I tre musici Nei Tre musici Fig. 29.35 Picasso suggerendo il senso di uno spazio sghembo, come
– all’indomani della Grande Guerra – riprende te- quello ricostruito in alcune scenografie teatrali al-
mi propri del Cubismo sintetico, solo che vi applica le quali – non a caso – l’artista stava interessandosi
un gusto del colore assolutamente nuovo e quasi proprio in quegli anni Fig. 29.37 .
fumettistico, già sperimentato anche in vari disegni
e stampe con soggetti analoghi. Il dipinto, un olio Alla ricerca di un nuovo Classicismo Nel maggio
su tela di grandi dimensioni, fu realizzato a Fontai- del 1917 Picasso è a Roma, per le prove di un bal-
nebleau nel 1921 e raffigura due personaggi tipici letto per il quale ha disegnato il sipario. L’incontro
della commedia dell’arte, un biancovestito Pulci- con la ballerina Olga Khokhlova (1891-1955) – che
nella che suona il flauto, a sinistra, e un Arlecchino l’anno successivo diventerà sua moglie – e la pos-
chitarrista che, insieme a un singolare monaco con sibilità di immergersi nell’atmosfera romana risve-
uno spartito fra le mani, improvvisano un allegro gliano nell’artista un ardente desiderio di classicità.
terzetto musicale, mentre un grosso cane nero se Nel corso degli anni Venti, del resto, la ricerca cu-
ne sta accucciato sotto il tavolo. bista, tesa alla conoscenza analitica e severa della re-
Abbandonate le terrose monocromie dei primi altà, cede il passo alla ripresa di certi temi classici, al-
anni Dieci e le complesse f rammentazioni della lo stesso modo di come era accaduto a Renoir dopo
ricerca analitica, Picasso distende i colori su pia- l’analogo soggiorno italiano del 1881 e la conoscen-
78 za dal vivo delle opere di Michelangelo e Raffaello.
Tale ripensamento appare in sintonia con quanto, in
quel periodo, si veniva facendo un po’ in tutta Euro-
pa con il cosiddetto «richiamo all’ordine» che, anche
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
29.42 Ó
Pablo Picasso,
Ritratti femminili.
Particolari.
a. Donna con pere
(Fernande), 1909.
Olio su tela,
92×73 cm. New
York, Museum of
Modern Art.
b. La maglia gialla
(Dora), 1939. Olio
su tela, 81×65 cm.
Berlino, Staatliche
Museen, Museum
Berggruen.
c. Donna in lacrime,
1937. Olio su
tela, 60,8×50 cm.
Londra, Tate
Modern.
29.43
Pablo Picasso,
Donna seduta (Marie-
Thérèse), 1937. Olio
su tela, 100×81 cm.
Parigi, Musée
National Picasso.
vo, il volto sorridente, morbidamente ombreggia- 29.44 dalla prospettiva egualmente incerta, che ne esalta
Pablo Picasso, Ritratto
to, gli occhi azzurri e i lunghi capelli verdi alludo- di Dora Maar, 1937. Olio ulteriormente la figura, snella ed elegantemente ve-
no in modo diretto alla giovinezza sbarazzina e al su tela, 92×65 cm. Parigi, stita, così come lo sguardo, chiaro e ammaliatore.
Musée National Picasso.
carattere semplice e spensierato di Marie-Thérèse. Intero e particolare. L’analisi cubista le frantuma il volto regolare resti-
Anche nella definizione dell’abito prevalgono colo- tuendolo comunque all’osservatore in modo ancora
ri tenui e volumi arrotondati, a loro volta connessi più intenso, con l’occhio destro enorme, languido e
con la serena semplicità del personaggio. profondissimo. Con la mano destra si regge la testa
Nel Ritratto di Dora Maar, un olio realizzato a dalla scura capigliatura fluente e la sensazione delle
Parigi sempre nel 1937 Fig. 29.44 , è invece rappre- lunga dita affusolate, terminanti con le ben curate
sentata la giovane e colta fotografa di origine croa- unghie rosse smaltate, è resa con l’invenzione di far-
ta Henriette Theodora Marković (1907-1997), che le germogliare una dall’altra, come in una pianta.
con l’artista intreccerà successivamente una turbi- La geometrica simmetria dei decori di giacca e gon-
nosa relazione intellettuale e sentimentale. Dora – na costituisce un ulteriore rimando alla complessa e
come già Marie-Thérèse – siede su una poltroncina spigolosa personalità della Maar, donna di grandis-
nera con braccioli, sullo sfondo di una piccola stanza simo fascino e di non comune sensibilità.
80
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
Basilea, Kunstmuseum.
Intero e particolare.
1
29.57
Schema identificativo
degli oggetti presenti
in Violino e brocca.
1. Brocca e tavolo 2
2. Violino
3. Chiodo e fogli
4. Cornice
29.65 Ñ
Juan Gris, Uva, 1913. 9
Olio su tela, 92,1×60 cm.
New York, Museum 5
of Modern Art.
8 2 3 6
29.66
2
Schema identificativo 4
dei principali oggetti presenti 1
in Uva. 4
1. Fruttiera 6. Giornale
2. Uva 7. Coltello 7
3. Pere 8. Tovaglia
4. Bicchieri 9. Mattonelle
5. Bottiglia
Filippo Tommaso
Marinetti (1876-1944)
e l’estetica futurista
Zang Tumb Tumb
ra, sia a sua volta in grado di interagire anche con 30.7
Esempi di arte futurista.
la politica e con l’informazione. Forte di questa in-
a. Carlo Carrà, Ritmi
tuizione, quindi, l’obiettivo di Marinetti e dei suoi di oggetti, 1911.
amici futuristi è quello di cercare con ogni mezzo il Olio su tela, 53×67 cm.
contatto con un pubblico più vasto ed eterogeneo Milano, Pinacoteca di Brera.
b. Umberto Boccioni,
possibile, attraverso una vera e propria campagna Scomposizione di una ulteriore richiamo – anche di sola curiosità – verso
pubblicitaria continua. figura di donna a tavola, un pubblico più vasto e meno specializzato.
1912. Olio su tela,
Tra gli espedienti propagandistici più efficaci 86×86 cm. Milano,
escogitati da Marinetti ci sono le cosiddette serate Museo del Novecento. Gli altri manifesti È in occasione di una serata
c. Giacomo Balla, Paesaggio
futuriste Fig. 30.5 . Si tratta di spettacoli teatrali dal ca- + sensazione di cocomero,
futurista, tenutasi al Teatro Politeàma Chiarel-
rattere a metà tra la rappresentazione e il comizio, 1918. Tempera su carta la di Torino l’8 marzo 1910, che viene reso noto
consistenti in una serie di atti e di eventi che vanno intelaiata, 55×77 cm. il Manifesto dei pittori futuristi ❯ Ant. 258 , al quale
Roma, Istituto Svizzero.
dalla declamazione di poesie all’esecuzione di brani d. Fortunato Depero, farà seguito il Manifesto tecnico della pittura futu-
musicali, dalla lettura di manifesti alla divulgazione Guerra-festa, 1925. rista Fig. 30.7 ❯ Ant. 259 , entrambi firmati da Um-
Arazzo, 330×243 cm.
di proclami, il tutto con grande effetto provocatorio Roma, Galleria Nazionale berto Boccioni Fig. 30.6, a ❯ par. 30.2 , Carlo Car-
sugli spettatori, stimolandone reazioni volutamente d’Arte Moderna rà Fig. 30.7, a ❯ par. 33.3 , Luigi R•ssolo (1885-1947),
e Contemporanea.
veementi, talvolta arrivando fino alla rissa. Ciò ha Giacomo Balla c ❯ par. 30.3.1 e Gino Severi-
Oggetti d’arte
come conseguenza una forte eco sui giornali e un ni Fig. 30.6, b ❯ Itin., p. 267 .
94
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
30.11
Filippo Tommaso Marinetti,
copertina e pagina parolibera
di Zang Tumb Tumb,
Edizioni futuriste di «Poesia»,
Milano 1914.
Disegni e stampe
chi legge la sensazione di vivere quegli stessi eventi 30.12 clude già nel marzo 1920, quando Marinetti scio-
Filippo Tommaso Marinetti,
in presa diretta. Colpendo il lettore-spettatore con Le Soir, couchée dans son
glie il partito e riporta prudentemente il Futurismo
la simultanea presenza di segni e stimoli visivi di- lit, elle relisait la lettre de son entro i confini della sola esperienza artistica.
versi, il testo non è più solo descrittivo o narrativo, artilleur au front (La sera, Durante il ventennio fascista, del resto, il mo-
sdraiata nel suo letto, rilesse
ma è esso stesso produttore di sensazioni e di senso la lettera del suo artigliere al vimento futurista, pur coinvolto nella propaganda
compiuto. Come nella pittura, l’obiettivo è quello fronte), in Les Mots en liberté del regime e in un sostegno politico, finalizzati al-
futuristes, Milano 1919.
di trascinare il lettore al centro dell’evento, come New York, Metropolitan la propria ricerca di egemonia culturale e artistica,
se vi partecipasse di persona, impegnandone tutti i Museum of Art. saprà tuttavia conservare una certa autonomia di
sensi. Per fare questo, Marinetti – qui, come in tut- ricerca e di scambio culturale mantenendo attivi i
ti i successivi poemi paroliberi Fig. 30.12 – usa una contatti con la scena internazionale.
scrittura del tutto impersonale, con una narrazione Verso la fine degli anni Trenta, quando il fasci-
fatta di frammenti collocati in rapida successione, smo – già alleatosi con il nazismo di Hitler – tenterà
come tante immagini che scorrono – quasi cinema- di sopprimere la libertà di ricerca artistica bollando
tograficamente – una dopo l’altra. tutte le nuove avanguardie come «arte degenerata»,
Altro tema sicuramente futurista è il culto dell’a- sarà proprio Marinetti a intervenire, con tutto il pe-
zione, che si traduce nel 1913 in un Programma po- so della sua autorità, riuscendo a opporsi e a man-
litico futurista, firmato da Marinetti e altri. Pren- tenere aperto – almeno in Italia – qualche spazio
dendo posizione contro il socialismo, a favore di libertà di espressione anche per l’arte moderna.
dell’entrata in guerra, l’avventura politica del Futu- Filippo Tommaso Marinetti muore infine a Bel-
rismo comincia di fatto nel febbraio 1918 e si con- lagio, presso Como, il 2 dicembre 1944.
96
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
a. Gli addii.
Olio su tela, 70×95 cm.
b. Quelli che vanno.
Olio su tela, 70×95 cm.
Intero e particolare.
c. Quelli che restano.
Olio su tela,
70,2×95,6 cm.
Intero e particolare.
b c
due versioni: una precedente all’incontro con i pit- mo dipinto della serie, balza infatti immediatamen-
tori cubisti a, b, c , l’altra subito successiva d, e, f . te agli occhi come la tecnica della scomposizione
In entrambe le versioni, pur se in forme diverse, divisionista sia portata ai limiti estremi delle sue pos-
sono presenti gli elementi essenziali della pittura di sibilità. Le ondeggianti e nervose linee di colore che
Boccioni. Prima di tutto la concezione della pittura serpeggiano sulla tela hanno sostituito l’originaria
come espressione di sensazioni che devono «appa- struttura puntiforme e acquistato la dimensione di
rire sulla tela con la forza chiassosa di fanfare assor- masse cromatiche. Esse lasciano intravedere figure
danti e trionfali». In secondo luogo la riaffermazio- appena delineate, non più persone sulla banchina di
ne del ruolo fondamentale della tecnica divisionista, una stazione ma ombre scure, nell’atto di abbrac-
tanto che, secondo l’artista, «non può sussistere pit- ciarsi (il saluto prima della partenza). Così ripetuto,
tura senza divisionismo», in quanto «il moto e la lu- il movimento sembra espandersi nello spazio e coin-
ce distruggono la materialità dei corpi». volgere l’osservatore stesso del dipinto, risvegliando
Nella prima versione degli Addii Fig. 30.17, a , il pri- in lui il ricordo di questa esperienza.
30.18 d 99
Umberto Boccioni,
Stati d’animo, 1911.
Seconda versione.
New York, Museum
of Modern Art.
e f
La seconda versione dello stesso dipinto, in- 30.19 ancora, il numero di serie della macchina, posto
Schema grafico
vece, risente fortemente dell’esperienza cubi- con l’individuazione degli
sulla fiancata opposta della cabina di guida, e infi-
sta Fig. 30.18, d . Nell’espandersi dinamico dei elementi presenti in Gli addii ne il fanale posteriore rosso, al centro 4 . In basso
volumi, figure sfaccettate, lontane da qualsiasi na- (seconda versione). si percepisce anche l’andamento dei binari 5 , men-
turalismo, ripetono il gesto dell’abbraccio moltipli- tre sullo sfondo un traliccio 6 allude alla futura
candolo nello spazio Fig. 30.19, 1 . Al centro del di- elettrificazione delle linee, simbolo di progresso. Il
pinto, inoltre, emerge il profilo di una locomotiva a complesso insieme affiora tra l’assieparsi di nume-
vapore 2 , riconoscibile solo per frammenti distinti rosi altri piani e linee, assumendo proporzioni tan-
6
e disarticolati. Come in un insieme di tanti dettagli 3 to irreali come solo nella memoria può accadere.
fotografici, si individuano il volume tondeggiante 4 Tra i criteri della pittura futurista presenti in
2
della caldaia, questa volta in visione frontale, e an- 1 1
quest’opera, il primo e più evidente è senza dubbio
che il fumo che, fuoriuscendo dal fumaiolo, sale 5 quello della simultaneitˆ della visione. La contempo-
diventando un gioco quasi astratto di colori 3 o, raneità degli eventi, del resto, è uno degli aspetti
100 1914, Boccioni spiega come «tutte le ricerche pla-
stiche futuriste abbiano il loro fondamento nella
simultaneità» che egli considera come un effetto
del dinamismo universale, il quale a sua volta co-
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
Ragazza che corre sul balcone Altro esperimen- 30.32 lore acquista le dimensioni della macchia, le im-
Giacomo Balla, Velocità
to pittorico sulla scomposizione del movimento è astratta + rumore,
magini tratte dalle sperimentazioni fotografiche in
il dipinto Ragazza che corre sul balcone, sempre del ca 1913/1914. Olio su tavola, cui la continuità del movimento viene scomposta
1912 Fig. 30.31 . Anche qui Balla sovrappone a una 54,5×76,5 cm. Venezia, e fissata in successive immagini. L’accostamento
Peggy Guggenheim Collection.
tecnica divisionista portata all’estremo, dove il co- Intero e particolare. di questa sorta di singoli “fotogrammi” rimanda a
105
tura futurista (1926), è tra i firmatari del Manifesto 30.38 di una «presenza biologica della materia stessa», do-
Schema grafico con
dell’Aeropittura e negli anni successivi partecipa a l’individuazione dei materiali
tata di una propria forza espressiva intrinseca prima
numerose mostre di Aeropittura. A contatto con i presenti in Intervista con ancora di assumere una forma determinata. All’ar-
principali gruppi d’avanguardia di Berlino, Parigi, la materia. tista spetta il difficile compito di portare alla luce le
Praga, collabora a molte iniziative europee attra- 1. Spugna tensioni e le suggestioni primordiali contenute nella
2. Galalite
verso convegni, mostre e pubblicazioni. 3. e 6. Smalto materia stessa. Limitando al minimo il proprio inter-
4. e 7. Olio vento egli lascia che sia proprio tale materia, con i
5. Sughero
Intervista con la materia Nel 1934 Prampolini è tra suoi naturali contrasti cromatici, di forme e di super-
i fondatori del periodico «Stile futurista», nel quale fici, a colpire la sensibilità estetica dell’osservatore.
5
pubblica il manifesto Al di là della pittura verso i poli- 1
5 4
materici, opere alla cui costruzione partecipano in Apparizione cosmica A partire dai primi anni Tren-
7
egual modo pittura e scultura. I materiali impiega- 1 ta, in sintonia con le suggestioni visive dell’Aeropit-
bili possono essere i più vari, scelti in base alla loro 4 2 tura, Prampolini elabora comunque anche una serie
composizione (plastica, legno, spago, metallo, ve- 6 di dipinti a olio ispirati all’idea di «un nuovo mondo
tro), al loro colore e alle sollecitazioni suscitate dal ti- 3
di realtà cosmiche», proponendo una interpretazio-
po di superficie (lucida, opaca, liscia, ruvida, ondula- 3 2 ne lirica e visionaria della realtà. Ne è un significati-
ta). Il risultato che generalmente ne scaturisce è una 6 4 vo esempio Apparizione cosmica Fig. 30.39 opera del
3
sorta di pittura solida. Non si tratta più di immagini 1935. Su sfondo astratto e omogeneo che allude for-
bidimensionali, infatti, ma di oggetti che stimolano se a uno spazio privo di atmosfera, si librano sospe-
anche la sensibilità tattile dell’osservatore. 30.39 si nel vuoto alcuni oggetti non identificabili. Sono
Enrico Prampolini,
In Intervista con la materia, del 1930 Fig. 30.37 , pit- Apparizione cosmica, 1935.
forme irregolari e vagamente inquietanti, sorta di
tura a olio, colore a smalto, sughero, legno, spugna e Olio su tela, 193×193 cm. frammenti di entità sconosciute che Marinetti defi-
galalìte (uno dei primi materiali plastici) sono i diver- Milano, Collezione privata. nisce «forze misteriose espresse plasticamente».
si componenti che vanno a formare questo oggetto
a metà tra un dipinto, un collage e un bassorilievo Gerardo Dottori (1884-1977)
scultoreo Fig. 30.38 . Interesse principale dell’artista Con la diffusione delle iniziative futuriste in tutto
è utilizzare i vari materiali nel loro puro valore fisico, il territorio nazionale, una delle figure che emerge
così come appaiono agli occhi e alle facoltà sensoria- per originalità di ispirazione e di proposte è quella di
li dell’osservatore. Prampolini parla espressamente Gerardo Dottori, nato a Perugia l’11 novembre 1884
e morto nella stessa città il 13 giugno 1977. Nel 1912 30.40 109
Gerardo Dottori, Primavera
aderisce al movimento futurista. Nel 1920 fonda il umbra, 1923. Olio su tela,
periodico «Griffa!», con il quale contribuisce all’af- 70×90 cm. Collezione
fermazione del Futurismo e dell’arte moderna. Dal privata.
Le architetture impossibili
Antonio Sant’Elia nasce a Como il 30 aprile 1888.
Dopo aver frequentato le scuole tecniche a Cantù e
a Como, nel 1907 si trasferisce a Milano dove è dap-
prima capomastro e poi disegnatore presso l’ufficio
tecnico del Comune.
Dal 1909 al 1911 frequenta l’Accademia di Brera e
stringe amicizia con numerosi giovani artisti e scrit-
tori. Nel 1912 consegue il diploma di professore di
Disegno architettonico all’Accademia di Belle Arti
di Bologna e inizia la propria attività professionale di
architetto. Nel 1914 aderisce al Futurismo firmando
il Manifesto dell’architettura futurista. Anch’egli, come
altri artisti futuristi, parte volontario per la guerra,
morendo in battaglia presso Monfalcone il 10 otto-
bre 1916.
Il contributo di Sant’Elia al Futurismo è costitui-
to da un ampio gruppo di disegni e schizzi dai tratti
netti e vigorosi, di intensa forza espressiva, che pre-
figurano l’architettura di una metropoli moderna
proiettata nel futuro. La sua figura, però, anche a
causa della morte prematura, mantiene una forte
presenza nell’immaginario e nella pratica dell’arte
futurista per tutti gli anni a venire. A ciò contribui-
scono soprattutto l’originalità delle sue idee proget-
tuali e il coraggio di affrontare un tema come quello
dell’architettura che, a differenza della pittura e della
scrittura, presenta molte maggiori difficoltà a essere
trattato secondo lo spirito futurista. Poche saranno,
infatti, rispetto agli altri campi di espressione d’arte,
le proposte relative all’architettura futurista, e quasi
sempre limitate a una visione immaginaria e spesso
non realizzabile.
La centrale elettrica Delle sedici tavole presentate 30.42 forti che sembrano opporsi allo spazio circostante
Antonio Sant’Elia, La
alla mostra milanese dell’Associazione degli Archi- centrale elettrica, 1914.
come le mura di una fortezza. Manca ogni accenno
tetti Lombardi nella primavera del 1914, tre sono Matita e inchiostri su carta, di decorazione e le superfici sono quasi del tutto
dedicate al tema della centrale elettrica. Nel nuovo 31×20,5 cm. Milano, prive di aperture. La compattezza dei singoli ele-
Collezione Paride Accetti.
scenario metropolitano che l’architetto va descri- Intero e particolare. menti e la loro articolata costruzione, comunque,
vendo, questo edificio rappresenta il simbolo più Disegni e stampe tendono a conferire al possente insieme della cen-
innovativo della tecnica moderna. La centrale, in trale una maggiore e più coerente forza espressiva.
un certo senso, è la nuova cattedrale del futuro e Alle spalle della struttura principale sono collo-
testimonia la prodigiosa apparizione della potenza cati i corpi cilindrici delle condotte forzate, i grandi
della macchina. tubi che portano l’acqua alle turbine. Il loro preci-
Tale valenza simbolica appare evidente nel dise- pitare dall’alto verso il basso introduce una forte
gno dal titolo La centrale elettrica Fig. 30.42 . La nota componente dinamica nell’immagine. Un dinami-
dominante è costituita da un austero monumenta- smo che viene ulteriormente rafforzato dai fasci di
lismo. Possenti volumi proiettati verso l’alto sono cavi elettrici ad alta tensione che attraversano l’im-
sormontati da tre incombenti ciminiere. In basso, magine in varie direzioni, ora perpendicolari, ora
essi sono delimitati da una serie di robusti contraf- paralleli alla parete longitudinale della struttura. In
111
30.46 stradali Fig. 30.46 . Così come avviene nei moderni ve che, come tutti gli altri, sono rimasti irrealizza-
Antonio Sant’Elia, Stazione
d’aeroplani e treni ferroviari con
terminal aeroportuali, l’architetto concepisce una pi- ti Figg. 30.47 e 30.48 .
funicolari ed ascensori, su tre sta di atterraggio 1 collegata a una sottostante sta- Nel bozzetto di presentazione per un Edificio mo-
piani stradali, 1914. Inchiostro zione ferroviaria 2 mediante sette funicolari a cre- numentale Fig. 30.47 l’architetto abolisce qualsiasi ri-
nero e matita nero-azzurra su
carta gialla, 50×39 cm. Como, magliera 3 e quattro imponenti blocchi verticali di ferimento alle architetture della tradizione (che egli
Musei Civici. Disegno e schema ascensori 4 , formati da torri in acciaio e vetro ter- definisce sprezzantemente come «passatiste»), con-
grafico con l’evidenziazione
degli elementi. minanti con antenne per le trasmissioni telegrafiche. centrandosi su un gioco di volumi geometrizzati.
Nel catalogo della mostra nella quale sono espo- Ecco allora che su uno zoccolo di base, alto e squa-
30.47
Antonio Sant’Elia, Edificio ste queste tavole, Sant’Elia pubblica un testo che drato, una ripida struttura a gradoni conduce a una
monumentale, ca 1913/1914. poco dopo viene ristampato con il titolo di Mani- massiccia torre affiancata da contrafforti laterali. Si-
Matite colorate su cartoncino,
45,7×26,3 cm. Como, Musei
festo dell’architettura futurista. In esso è possibile ri- mile a un imponente fabbricato industriale, l’edificio
Civici. Intero e particolare. trovare, suggestivamente descritta a parole, la sua propone un diverso e rivoluzionario concetto di mo-
metropoli fantastica. numentalità, del tutto slegato tanto dal Classicismo
30.48
Antonio Sant’Elia, Edificio Tra le proclamazioni più innovative del Manife- quanto dall’Eclettismo e coraggiosamente proietta-
di culto monumentale con sto c’è la proposta di realizzare in futuro un’archi- to verso le frontiere di una nuova modernità.
scalinata e statue, ca 1914.
Matita, inchiostro, acquerello, tettura dalla vita breve, non destinata all’immorta-
lità e pensata, al contrario, per favorire un costante
30.5.1
pastello su cartone, 32×23 cm.
Como, Musei Civici.
e dinamico rinnovamento dell’ambiente. Un’idea,
4 4
questa sconcertante per gli stessi architetti, e che Nel solco di Sant’Elia
ha suscitato subito, e per molti anni a seguire, un La città futurista
1 fronte ampio di reazioni negative, talvolta irriden-
ti, ma che oggi, soprattutto con le ultime proposte Accanto a quelle di Sant’Elia, altre architetture, ca-
della tecnica che vedono addirittura la possibilità di riche di un analogo spirito visionario, vengono pro-
3 costruire edifici con una megastampante 3D, appa- poste anche nei disegni di architetti come Mario
re una realtà imminente. Chiattone e Virgilio Marchi.
a b c
Il Dada
«Non ci convinceranno
a mangiare il pasticcio putrefatto
di carne umana che ci offrono»
Tra le fiamme del primo conflitto mondiale la Sviz-
zera, Stato da sempre neutrale, rimane un’isola ap-
parentemente felice, dove le notizie e gli orrori della
guerra arrivano attutiti, quasi come se la corona di d
monti che la cinge le facesse anche da naturale scudo volte «questo»; in italiano e in francese costituisce
politico e culturale verso l’esterno. È dunque natu- una delle prime parole che i bambini pronunciano,
rale che proprio in Svizzera tentino di rifugiarsi, da e con la quale essi indicano tutto: dal giocattolo al-
ogni parte d’Europa, pacifisti, scrittori, intellettuali le persone. Dunque Dada è tutto ed è nulla. Dada è
e artisti che, se fossero rimasti nei rispettivi Paesi, sa- libertà di essere dada o di non esserlo. Dada è arte
rebbero stati inevitabilmente inviati al fronte. e – al tempo stesso – negazione dell’arte Fig. 31.1 .
È in questo contesto che, nel febbraio del 1916, Arp ci fornisce un’ironica testimonianza di co-
l’anno stesso nel quale sarebbero caduti in guerra me il movimento vide la luce, mostrando fin dall’i-
Boccioni e Sant’Elia, alcuni eccentrici intellettuali di nizio quello che sarà il motivo conduttore di tutta
varia provenienza aprono a Zurigo il Cabaret Voltaire l’esperienza dada, cioè il gusto per il paradosso e il
che, già con il nome, allude – anche se scherzosa- gioco dei nonsensi:
mente – all’esaltazione della ragione contro l’irra- 31.1 Ö
Opere dada. «Dichiaro che Tristan Tzara trovò la parola (da-
zionalità della guerra. L’esperimento non è nuovo,
a. Francis Picabia,
da) l’otto febbraio 1916 alle sei di sera. Ero pre-
in quanto già i Futuristi avevano anticipato, con le
Forza comica, 1913-1914. sente con i miei dodici figli quando Tzara pro-
loro «serate», forme espressive del genere. Il promo- Acquerello e matita
nunciò per la prima volta questa parola, che
tore della singolare iniziativa è il poeta e letterato su carta, 63,4×52,7 cm.
Pittsfield (Massachusetts), destò in noi un legittimo entusiasmo. Ciò acca-
tedesco Hugo Ball (1886-1927), rifugiatosi in Sviz- Berkshire Museum. deva al Café de la Terrasse di Zurigo, mentre
zera fin dall’anno precedente. A lui si uniscono ben b. Kurt Schwitters,
Merzbild 9B, 1919. portavo una brioche alla narice destra».
presto altri esuli, tra i quali il poeta e saggista rume- Collage su terra,
no Tristan Tzara (1896-1963), il pittore e scenogra- 96,8×90 cm. Colonia, In un’altra pagina, questa volta dolorosa e toccan-
fo Marcel Janco (1895-1984), rumeno anch’egli, e il Museum Ludwig. te, lo stesso Arp ricorda come
c. Johannes Theodor
pittore e scultore alsaziano Hans Arp ❯ par. 31.1.1 . Baargeld, L’occhio umano
e un pesce, quest’ultimo «[…] perduto ogni interesse per quel grande mat-
Età media del gruppo: intorno ai trent’anni; carat-
pietrificato, 1920. tatoio che era la guerra mondiale, ci volgemmo
teristiche particolari: la voglia di negare qualsiasi va- Ritagli di carta incollata,
alle belle arti. Mentre i cannoni tuonavano in lon-
lore a un passato che, essendo stato capace di creare inchiostro e matita su
carta, 31,1×23,8 cm. tananza, noi dipingevamo, recitavamo, compone-
i presupposti della Grande Guerra, diventava auto- New York, Museum vamo versi e cantavamo con tutta l’anima. Erava-
maticamente e totalmente negativo. of Modern Art.
d. Raoul Hausmann, ABCD mo alla ricerca di un’arte elementare, capace di
Nasce così il Dada (o Dadaismo), un movimento (Autoritratto), ca 1923. salvare l’umanità dalla follia dell’epoca».
che è un nonsenso per definizione. A partire dal no- Inchiostro di china,
me, appunto, che non significa nulla e che è stato in- 40,4×28,2 cm. Parigi, Questa, appunto, è l’ambiziosa scommessa di Dada:
Musée National
ventato aprendo a caso un vocabolario tedesco-fran- d’Art Moderne, Centre riscattare l’umanità dalla follia che l’ha portata alla
cese. In russo significa due volte «sì»; in tedesco due Georges Pompidou. guerra. E per far ciò occorre azzerare tutte le ideo-
31.1 Il Dada ■ 31.2 L’arte dell’inconscio: il Surrealismo Visita le sale
del Dada
e del Surrealismo
c d
Molti degli artisti che vissero la breve e in- 31.5 titolo, altrettanto astruso: La deposizione degli uc-
Hans Arp, Ritratto di Tristan
tensissima stagione dada passarono in seguito, Tzara (La deposizione
celli e delle farfalle.
attraverso vari travagli, all’esperienza surrea- degli uccelli e delle farfalle), Come le foglie che cadono da un albero non si
lista ❯ par. 31.2 ; altri volgeranno direttamente all’A- ca 1916/1917. Rilievo in allineano con simmetria geometrica, ma si sovrap-
legno policromo incollato,
strattismo ❯ cap. 32 ; altri ancora cesseranno addi- 40×32,5×9,3 cm. Zurigo, pongono casualmente, così gli elementi di questo
rittura ogni loro attività. Kunsthaus. ritratto creano una forma nella quale ciascuno può
31.6 Ö leggere – se vuole – qualsiasi cosa, secondo la pro-
pria sensibilità e i propri stati d’animo, come nelle
31.1.1
Hans Arp, Opere,
1920-1924.
nuvole bianche di un cielo estivo.
a. Uccelli in un acquario,
Hans Arp (1887-1966) ca 1920. Rilievo in legno
È proprio la legge del caso, del resto, a stimola-
La poesia del caso policromo incollato, re la produzione dadaista di Arp, secondo il quale:
25,1×20,3×11,4 cm.
New York, Museum «essa comprende tutte le altre leggi ed è inson-
Il dadaismo del f ranco-tedesco Hans (o Jean) Arp, of Modern Art.
b. Astuccio di un Da,
dabile come la causa prima da cui deriva ogni
nato a Strasburgo il 16 settembre 1887 e morto a
1920/1921. Legno forma di vita».
Basilea il 7 giugno 1966, è molto sottile e intellet- fluitato inchiodato su
tuale, risentendo di una solida formazione accade- legno e rialzi di colore, In questo modo «un quadro o una scultura che non
38,7×27×4,5 cm. Parigi,
mica (maturata tra Weimar e Parigi) e, soprattutto, Musee National d’Art hanno avuto l’oggetto per modello sono concreti
delle influenze astratte del gruppo Der Blaue Reiter Moderne, Centre Georges e sensuali quanto una foglia o una pietra» e il loro
Pompidou.
(1912) ❯ par. 32.1 . c. Asse da uova, 1922.
non rappresentare qualcosa di riconducibile all’e-
Legno dipinto, sperienza reale è un pregio e non un difetto.
Ritratto di Tristan Tzara Nel Ritratto di Tristan 76,2×96,5×5 cm. Liegi, Neanche un albero rappresenta nulla, se non se
Collezione privata.
Tzara del 1916/1917 Fig. 31.5 Arp rompe provo- d. Orologio (Turmuhr), stesso, e così tutte quelle che Arp chiama «sculture
catoriamente qualsiasi precedente schema figu- 1924. Legno dipinto, elementari» sono da leggersi come forme naturali,
65,3×56,8×5 cm. Parigi,
rativo. Della riconoscibilità del soggetto, infatti, Musee National d’Art sottratte ai limiti e alle complicazioni dell’azione
non rimane che il titolo, in quanto gli elementi Moderne, Centre Georges umana che, volendo razionalizzarle, tenderebbe a
Pompidou.
che compongono il rilievo in legno policromo so- distruggerne ogni spontaneità.
no forme praticamente astratte, cioè senza alcun Facendo una panoramica delle sue opere dada
tipo di riferimento alla realtà naturale. Anzi, aven- è infatti possibile ricavare un fantasioso repertorio
do perso qualsiasi obbligo rappresentativo, essi si di forme colorate più o meno casuali, la cui libe-
muovono con rinnovata libertà, componendosi ed ra combinazione in rilievo genera accostamenti
espandendosi secondo la legge del caso, tanto da o dissonanze di grandissima suggestione evocati-
indurre l’artista a dare all’opera anche un secondo va Fig. 31.6 .
31.7 117
Raoul Hausmann,
Dada-Cino, 1920. Inchiostro
di china e fotomontaggio,
31,7×22,5 cm.
Collezione privata.
31.1.5
Man Ray (1890-1976)
La fotografia astratta
L’arte dell’inconscio:
il Surrealismo
d
Anzitutto egli nota che per ogni essere umano il 31.19 ÖÔ
Opere surrealiste.
sonno e il sogno costituiscono una sorta di paren-
a. André Breton, Yves
tesi all’interno dell’attività quotidiana (oltretutto, Tanguy, Camille Goemans,
solitamente, i sogni o non si ricordano o di essi si Jacques Prévert,
Cadavre exquis, 1927.
ha un ricordo sommario e frammentato). Matita e matite colorate,
Gran parte della vita dell’uomo, però, trascorre 19,7×14,8 cm. Parigi,
nel sonno e sognando. Deve necessariamente esi- Musée National d’Art
Moderne, Centre Georges
stere, allora, un modo affinché anche questa atti- Pompidou.
vità del tutto umana possa entrare a far parte di b. Yves Tanguy, Mamma,
papà è ferito!, 1927.
una realtà superiore, che riesca a conciliare i due Olio su tela, 92,1×73 cm.
momenti dell’esistenza: quelli della veglia (che è New York, Museum
of Modern Art.
quanto comunemente viene chiamata realtà) e del c. George Platt Lynes,
sogno. Scrive ancora Breton: «Credo alla futura so- Il sonnambulo, 1935.
Fotografia alla gelatina
luzione di quei due stati, in apparenza così contrad- d’argento con inserti,
vale a dire un processo automatico che si realizza
dittori, che sono il sogno e la realtà, in una specie 32,5×26,5 cm. New York, senza il controllo della ragione e fa sì che l’incon-
di realtà assoluta, di surrealtà, se così si può dire». Metropolitan Museum scio, quella parte dell’essere umano che si libera
of Art.
Per «surrealtà», dunque, si intende una realtà assolu- d. Roberto Matta, Senza nel sogno, emerga e si esprima divenendo operan-
ta. E il Surrealismo come può essere definito? titolo (Al principe), 1937. te anche mentre si è svegli. In tal modo il pensiero,
Matite colorate, inchiostro
È di nuovo Breton a chiarirlo, usando una formu- e grafite, 24,1×31,1 cm. privo di freni inibitori di carattere morale, sociale,
la tipica dei dizionari o delle “voci” enciclopediche: New York, Metropolitan estetico, è libero di vagare e raccogliere immagini,
Museum of Art, The
Pierre and Maria-Gaetana idee, parole, senza costrizioni precostituite né sco-
«Surrealismo, n.m.1 Automatismo psichico puro col Matisse Collection. pi preordinati. Viene così raggiunta quella realtà
quale ci si propone di esprimere, sia verbalmen- Intero e particolare.
superiore, la surrealtà, in cui veglia e sogno si con-
te, sia per iscritto, sia in qualsiasi altro modo, il ciliano e si compenetrano.
funzionamento reale del pensiero. Dettato del Se non è difficile rendersi conto di come possa
pensiero, in assenza di qualsiasi controllo eserci- esistere una scrittura surrealista (basta porsi in una
tato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupa- condizione di ascolto e di attesa e scrivere lascian-
zione estetica o morale». dosi guidare dal pensiero che corre da un’immagi-
A questa definizione il poeta ne aggiunge una fi- ne all’altra senza alcun controllo), più complesso è
losofica: esprimere cosa si debba intendere per arte surrealista.
Come fare arte surrealista? Max Ernst ❯ par. 31.2.1 ,
«Encicl. Filos. Il surrealismo si fonda sull’idea di partendo da una celebre frase del poeta Isidore Du-
un grado di realtà superiore connesso a certe for- casse (1846-1870), più noto con lo pseudonimo di
me d’associazione finora trascurate, sull’onnipo- Comte de Lautréamont: «Bello come l’incontro ca-
tenza del sogno, sul gioco disinteressato del pen- suale di una macchina per cucire e di un ombrello
siero. Tende a liquidare definitivamente tutti gli su un tavolo operatorio», spiegava – attualizzando
altri meccanismi psichici e a sostituirsi ad essi nel- l’esperienza e piegandola ai fini di un’estetica sur-
la risoluzione dei principali problemi della vita». realista – che tale bellezza proveniva dall’«accoppia-
1. n.m.: sta per «nome maschi-
mento di due realtà in apparenza inconciliabili su un
Pertanto il Surrealismo è un automatismo psichico, le». piano che in apparenza non è conveniente per esse».
123
ni si adopera. Il significato di «ombrello» è, quindi, e gouache su carta, del raschiare con un qualsiasi strumento il colore
42,7×26 cm. Edimburgo,
conosciuto e definito una volta per tutte. Lo stesso Scottish National Gallery steso sulla tela, in modo da far emergere o un co-
vale per la macchina per cucire, anch’essa oggetto of Modern Art. lore sottostante oppure la tela grezza Fig. 31.21 .
reale. E chiunque sa anche quale sia la funzione ■ Il collage, infine, accostando in modo casuale ri-
31.21
di un tavolo operatorio. La bellezza surrealista, al- Max Ernst, Foresta tagli di giornali, di riviste tecniche, di stampe, di
e colomba, 1927. Grattage,
lora, nasce dal trovare assieme due oggetti reali, olio su tela, 100,3×81,3 cm. cataloghi, di pubblicità e altro ancora, perviene
veri, esistenti (l’ombrello e la macchina per cuci- Londra, Tate Modern. a un’associazione irrazionale di forme che, pro-
re), che non hanno nulla in comune, in uno stesso 31.22 ÖÔ
prio per questo, diventano surreali Fig. 31.22 .
luogo comunque vero ma ugualmente estraneo a Max Ernst, La mezzanotte Come risulta chiaro, il pensiero – libero di corre-
entrambi. Tale situazione genera un’inattesa visio- passa sulle nuvole, 1920. re senza freni di alcun genere – aumenta la libertà
Collage di ritagli fotografici
ne che sorprende per la sua assurdità e perché con- e di stampe riproducenti individuale. Esiste, però, un altro tipo di libertà al
traddice a fondo le certezze di chi guarda. fotografie, 18,4×13 cm. quale il Surrealismo guarda con estremo interesse
Svizzera, Collezione privata.
L’arte surrealista, che porta alle estreme conse- Intero e particolare. e a cui tiene allo stesso modo di quella individuale:
guenze alcune delle tematiche romantiche inerenti la libertà sociale.Tale libertà si attua solo attraverso
al sogno, al mondo dei simboli e all’irrazionale, è nel la rivoluzione. Se ai fini dell’accrescimento della li-
suo insieme un’arte figurativa e – salvo che per Joan bertà individuale il punto di riferimento è Sigmund
Miró ❯ par. 31.2.2 – non astratta: questo vuol dire Freud, per l’avvento della libertà sociale la figura
che le forme rimangono sempre e comunque figu- guida è riconosciuta in Karl Marx.
re facilmente riconoscibili e identificabili Fig. 31.19 . André Breton, assieme ad altri Surrealisti tra i
I modi e le tecniche elaborati dai pittori surreali- quali i poeti Louis Aragon (1897-1982) e Paul Éluard
sti per arrivare a una pittura automatica – cioè svin- (1895-1952), aderì all’ideologia comunista nel 1927
colata dai processi di controllo razionale – furono e nel 1930 la rivista «La Révolution surréaliste» (La
numerosi. Fra essi senza dubbio sono da ricordare rivoluzione surrealista) cambiò nome divenendo
il frottage («strofinamento»), il grattage («grattatu- «Le Surréalisme au service de la révolution» (Il Sur-
ra»), il raclage («raschiatura») e il già citato collage. realismo al servizio della rivoluzione).
■ Il frottage consiste nello sfregare una matita, un Se i Dadaisti, che dopo la Prima guerra mondia-
gessetto o un qualunque altro materiale per co- le e in seguito allo stordimento degli anni imme-
lorire su un supporto (cartaceo, telato o d’altro diatamente successivi, avevano, in modo simile ai
genere) messo a contatto con una qualunque su- Surrealisti, esplorato la casualità come generatrice
perficie che presenti delle rugosità (un pavimen- di arte, tuttavia essi muovevano dalla negazione di
to in legno o dei sacchi di iuta). L’immagine che tutto. Le loro convinzioni erano distruttive e il loro
ne deriverà – e che sarà quindi svincolata dal- comportamento tendenzialmente anarchico.
124 31.23
Max Ernst,
La puberté proche...
(Les Pléiades) – Verso la
pubertà (Le Pleiadi) –, 1921.
Frottage, collage, frammenti
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
31.24
Schema grafico-compositivo
di La puberté proche.
31.2.1
Max Ernst (1891-1976)
ÇPittura al di lˆ della pitturaÈ
Nato a Brühl, nei pressi di Colonia, il 2 aprile 1891,
Max Ernst studia filosofia all’Università di Bonn.
Dedicatosi totalmente alla pittura, aderisce dappri-
ma al Dada e successivamente, sotto la spinta dei
suoi interessi per la psichiatria (studiata ai tempi di
Bonn), si rivolge al Surrealismo. Nel frattempo si
trasferisce a Parigi (1922). Nel 1933 è iscritto nelle
liste di proscrizione naziste e nel 1939, allo scoppia-
re della Seconda guerra mondiale, viene internato
in un campo di prigionia francese per stranieri in-
desiderati. Un intervento dell’amico Paul Éluard
riesce a farlo rilasciare.
Abbandonata la Francia nel 1941, l’artista si reca
negli Stati Uniti, grazie all’aiuto della collezionista
e mecenate Peggy Guggenheim ❯ Itin., p. 266 , che
sposa nello stesso anno e da cui divorzia nel 1943.
Nel 1953 è di nuovo in Francia, dove rimane fino
alla morte, avvenuta a Parigi il primo aprile 1976.
A Max Ernst si deve la più lucida interpretazio-
ne della poetica dell’arte surrealista. Fu lui, inol-
tre, a mettere a punto il frottage ❯ Fig. 31.20 , il grat-
Al contrario i Surrealisti – molti dei quali prove- tage ❯ Fig. 31.21 e la decalcomanìa. Queste tecniche
nivano proprio dalle fila del Dada – avevano una artistiche automatiche, infatti, ben si prestavano a
proposta costruttiva che considerava sia una nuova tradurre in pittura i contenuti onirici e, comunque,
scienza (la psicoanalisi di Freud) quale strumento svincolati dalla volontà, tipici del Surrealismo.
per raggiungere la libertà individuale, sia l’azione ■ Liste di proscrizione Dal la-
tino proscrìbere, composto da
politica rivoluzionaria quale mezzo per concorrere pro, avanti, e scrìbere, scrive- La puberté proche Gli inizi di Ernst furono all’in-
alla libertà collettiva, cioè sociale. re, pertanto «notificare». Le liste terno delle tematiche e, soprattutto, delle tecni-
di proscrizione sono elenchi di
Max Ernst, Joan Miró, René Magritte e Salvador persone da esiliare. che dada. La puberté proche… (Les Pléiades) – Verso
Dalí furono le personalità artistiche più significative la pubertà (Le Pleiadi) – , ad esempio, un’opera del
■ Decalcomania Tecnica pit-
fra le tante che aderirono al Surrealismo, non solo torica che consiste nel premere 1921 Fig. 31.23 , mette insieme frammenti di foto-
in Europa, ma anche negli Stati Uniti – Victor Brau- un supporto (un foglio di carta o grafie (quella pornografica di una donna nuda di-
una tela, per esempio) su un al-
ner (1903-1966), André Masson ❯ Itin., p. 267 , Yves tro precedentemente dipinto o stesa su un divano, ma ruotata di 90 gradi), pittura
Tanguy ❯ Itin., p. 268 , Roberto Matta (1911-2002), colorato e la cui pittura sia fre- a olio e frottage per giungere a un’espressione pitto-
sca. L’immagine che ne risulta
Georges Platt Lynes (1907-1955), Joseph Cornell (1903- differisce, anche notevolmente, rica altamente poetica.
1972) –, facendo ricorso al sogno, all’inconscio e al da quella di partenza. Una figura sensuale e senza volto si libra nell’a-
paradosso. Il movimento surrealista cominciò a per- ■ Crettato Dal latino crepitàre. ria, leggera, vincendo la legge di gravità, mentre
dere vitalità nel 1946, al rientro in Francia di André Si dice di superficie, soprattutto un frammento roccioso precipita in basso, inesora-
muro intonaco, rotta da crepe
Breton, reduce da un quinquennio negli Stati Uniti. o fessure. bilmente. Il braccio sinistro della donna – idealizza-
ta ed elevata a simbolo della femminilità e dell’ero- 125
tismo – penetra in una sfera vicina a un ammasso
informe, forse proprio la costellazione delle Pleiadi
a cui allude il titolo dell’opera. È la forza prorom-
L P O
31.34 Ô
Joan Miró, Disegno
preparatorio per
Il carnevale di Arlecchino,
1924. Grafite e matita rossa
su carta, 16,5×19,1 cm.
Barcellona, Fundació
Joan Miró.
Disegni e stampe
31.35
Schema geometrico
del Carnevale di Arlecchino.
31.36 a
Joan Miró, Dipinti.
a. Testa di contadino catalano,
1925. Olio su tela, 92×73 cm.
Londra, Tate Modern.
b. Pittura (Composizione), 1925.
Olio su tela, 116×89 cm.
Monaco, Pinakothek der
Moderne.
c. Testa di contadino catalano,
1924-1925. Olio e matita su
tela, 47×45 cm. Collezione
privata.
b
Tutto, o quasi, è perfettamente riconoscibile, spazio che si formalizza nella monocromia del fon-
benché trasfigurato, e rapportabile a un oggetto do Fig. 31.36 . Tale fondo conferisce struttura e so-
esistente o a un’entità geometrica, di cui ognuno stegno omogenei alle piccole ed equilibrate forme
ha, ha avuto o può avere esperienza nella vita rea- che vi galleggiano, comunque sempre allusive al-
le. I colori vivaci e gioiosi e le forme affettuose di la realtà, anche se di decifrazione non immediata.
esserini benigni e giocosi evocano «il lato magico
delle cose», come lo stesso Miró spiegava. Collage Nel 1928 l’arte di Joan Miró subisce una
Notevole, inoltre, è osservare come, sovrappo- svolta. L’artista, infatti, è preso dal «rifiuto di fare
nendo il telaio geometrico del disegno prepara- cose “belle”»: «Negai le mie doti e mi rivoltai con-
torio all’opera definitiva (fatti gli aggiustamenti tro la facilità che incontravo, rifiutando il “mira-
del caso, stanti i diversi formati dell’uno e dell’al- colo” per indicare che disprezzavo il successo». È
c
tra) Fig. 31.35 , ci si accorga di come quelle linee e il momento dell’«assassinio della pittura», secon-
quegli incroci siano serviti proprio per le tracce di do un’espressione coniata da altri, ma che Miró
taluni segni, per gli orientamenti delle figure, per fa subito propria. L’artista, allora, si dedica a ciò
definire la loro base di appoggio, concreta benché che egli stesso chiama «anti-dipinto», una forma di
invisibile, e infine, per distribuire sulla superficie collage che fa uso di materiali inconsueti e, spes-
della tela tutti gli elementi del dipinto in modo ar- so, sgradevoli all’olfatto e al tatto: ad esempio, car-
monioso. La confusione è, perciò, solo apparente. ta catramata e carta vetrata, come in Collage, del
Lentamente l’artista tende alla conquista dello 1929 Fig. 31.37 . Nella materia catramata, dei tagli
130
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
31.45 Ô
Schema geometrico-
compositivo di Blu III.
b c
tela nel momento in cui essi corrispondono a una secondo Miró producono un effetto di moto) tra-
rappresentazione concreta della mia mente non scina con sé un filamento (o è forse una traiettoria
fossero profondamente reali e non appartenessero materializzata?) che segue, approssimativamente,
al mondo della realtà». il tracciato di un arco di circonferenza di raggio pa-
ri al lato minore della tela. La curva ideale divide
Blu III Blu III Fig. 31.44, a , terzo di una serie di gran- il dipinto in due parti di cui una vuota di forme,
de formato b e c , è il massimo dell’essenzialità l’altra che accoglie la scura figura ovata Fig. 31.45 :
raggiunto da Miró negli anni Sessanta del Nove-
cento. Essenzialità di forme e di colori. La gran- «Lo spettacolo del cielo mi sconvolge. Rimango
de tela blu, percorsa trasversalmente, nella parte sconvolto quando vedo, in un cielo immenso, un
mediana, da una rarefazione cromatica, dà il sen- quarto di luna o il sole. Del resto, esistono nei
so del cielo infinito e profondo. In esso due mas- miei quadri delle forme piccole in grandi spazi
se, una nera in basso, l’altra rossa circondata da un vuoti. Gli spazi vuoti, gli orizzonti vuoti, le pia-
alone scuro in alto, si bilanciano. Il corpo rosso nel nure vuote, tutto ciò che è spoglio mi ha sempre
suo movimento bloccato (tutte le cose immobili fatto molta impressione».
31.2.3 133
d
c
31.53 Ô
Schema geometrico-
compositivo di Golconda.
Purtroppo Der Blaue Reiter ebbe vita breve: l’ul- 32.2 Õ senziale delle cose. Da tale osservazione scaturisce
Vassily Kandinsky, Kochel:
tima mostra fu organizzata nel 1914 e appena nel il cimitero e il presbiterio,
la passione di Franz Marc per gli animali, dei quali
1916 Franz Marc moriva sul f ronte f rancese. La 1909. Olio su cartone, l’artista volle indagare l’istintività per poter giun-
Prima guerra mondiale disperdeva così, con la sua 44,4×32,7 cm. Monaco, gere a riconoscere le leggi regolatrici della natura.
Städtische Galerie
inaudita violenza, il più vivace insieme di artisti che im Lenbachhaus. Der Blaue Reiter era indirizzato, più di quanto
aveva contribuito in modo fondamentale alla nasci- non lo fosse Die Brücke, verso la ricerca della di-
32.3
ta dell’arte moderna. Alexej von Jawlensky, mensione spirituale della realtà. Per tale ragione
Ritratto del ballerino esso si dimostrava contrario alla deformazione del-
Alexander Sacharoff,
Espressionismo lirico Così come già Die Brücke, 1909. Olio su cartone, le immagini, alla loro contorsione e alla violenta
anche gli artisti che si raccoglievano sotto il deno- 69,5×66,8 cm. esteriorizzazione del disagio e delle passioni dell’a-
Monaco, Städtische
minatore comune Der Blaue Reiter erano contro la Galerie im Lenbachhaus.
nima, che costituivano invece il linguaggio degli
società contemporanea – da loro ritenuta mate- Espressionisti.
rialista e poco spirituale – e, di conseguenza, an- ■ Alfred Kubin (1877-1959) Furono questa ricerca di una dimensione spiritua-
Nato a Leitmeritz, frequenta la
che contro l’Impressionismo. Anzi, a tal proposito, Scuola di Arti e Mestieri a Sa- le e una maggiore dolcezza compositiva e coloristi-
Marc dirà che bisogna distruggere, e non riprodur- lisburgo e, successivamente ca che condussero a definire l’arte di Kandinsky, di
(1898), l’Accademia di Belle Ar-
re, la natura per cercare le leggi che essa nascon- ti di Monaco. La sua attività è Marc e di Klee anche come «Espressionismo lirico».
de, e non accontentarsi delle apparenze. Occorre, quasi interamente assorbita dal
disegno e dall’incisione. Muore
Vassily Kandinsky affida all’arte la superiore capa-
quindi, dipingere la forma ideale, originaria ed es- a Zwickledt il 20 agosto 1959. cità di stimolare la crescita spirituale dell’osservato-
148 infantili (liberi da ogni costrizione e preconcetto) a
Picasso, dai mosaici veneziani alla scultura gotica,
da El Greco a Matisse, da Gauguin a Kandinsky,
da Vincent van Gogh a Robert Delaunay, a Oskar
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
Disegni e stampe
32.9
Schema geometrico-
compositivo di Toro rosso.
Vassily Kandinsky
(1866-1944)
c
no al 1914 quando, allo scoppio della Prima guerra Il cavaliere azzurro Le prime inf luenze che
mondiale, rientra in patria. Kandinsky subì a Monaco furono quelle dello Ju-
Nella città bavarese ha modo di entrare in con- gendstil, come si può osservare nel Cavaliere azzur-
tatto con numerosi pittori, poeti, critici d’arte ro, un dipinto del 1903 Fig. 32.12 , ancora ricco di
e musicisti, con alcuni dei quali dà vita alla Neue un grande fascino decorativo. L’aggettivo «azzur-
Künstlervereinigung München e a Der Blaue Reiter. ro» venne aggiunto solo nel 1912 dall’artista, do-
Tornato in Russia, ormai famoso, prende parte po la pubblicazione dell’annuario Der Blaue Reiter;
al rinnovamento della società e della vita cultura- dunque il titolo originario dell’opera era Il cavalie-
le del suo Paese dopo la Rivoluzione d’ottobre: ri- re, senza nessuna allusione alle tematiche artistiche
organizza i musei di provincia, crea l’Istituto per sviluppate all’interno del gruppo costituitosi circa
la cultura pittorica (1918) e fonda l’Accademia di dieci anni dopo, che si riconosceva, appunto, sotto
Scienze Artistiche (1920). Nel frattempo viene no- la sigla del Cavaliere azzurro.
minato professore ordinario all’Università di Mo- Su una collina verde dai riflessi dorati a , che oc-
sca (1920). cupa quasi l’intera superficie della tela e che è dise- ¼
Grazie al ruolo di primissimo piano che aveva gnata da una delicata linea curva continua, un ca-
in Russia, nel 1921 ottiene il permesso di recarsi valiere dal mantello azzurro è lanciato al galoppo ¼
in Germania per sei mesi: non avrebbe fatto mai sul suo bianco destriero b .
più ritorno in patria. Nel 1922 diventa professore Gli alberi in veste autunnale, il grumo blua- ¼
al Bauhaus di Weimar ❯ par. 32.9.1 , dove dirige il la- stro della foresta e il celeste del cielo c , solcato
¼
boratorio di Pittura parietale. da nuvolette bianche, sono il necessario comple-
Nel 1933 il Bauhaus viene chiuso dal regime tamento cromatico per la grazia idilliaca dell’am-
nazista. L’anno successivo, per motivi politici, bientazione. I cavalieri, come lo stesso Kandinsky 32.12
Vassily Kandinsky,
Kandinsky è costretto ad abbandonare la Germa- avrebbe affermato in seguito, erano un soggetto Il cavaliere azzurro, 1903.
nia per la Francia. A Parigi vive gli ultimi dieci anni da lui molto amato; l’artista, infatti, era molto le- Olio su tela, 55×60 cm.
Zurigo, Collezione privata.
della sua vita e muore nella residenza di Neuilly- gato ai racconti, alle illustrazioni e alle tradizioni Intero, particolari e schema
sur-Seine il 13 dicembre 1944. popolari russe. geometrico-compositivo.
Coppia a cavallo A tale interesse è riferibile anche 153
Coppia a cavallo Fig. 32.13 .
Il dipinto, eseguito nel 1906/1907, è stato trat-
tato alla stregua di una decorazione, secondo i
32.19
Schema identificativo
dei personaggi presenti 2
in Impressione VI
(Domenica).
1. Uomo e donna
32.20 a braccetto
Vassily Kandinsky, 2. Sagoma di un cane
Impressione III (Concerto), che corre
1911. Olio su tela, 3. Due persone su una
77,5×100 cm. Monaco, barca in un lago
Städtische Galerie 4. Figuretta al margine
im Lenbachhaus. superiore destro della tela
32.23
Schema geometrico-
compositivo
di Composizione VI.
32.24 ×
Vassily Kandinsky,
Composizione VII, 1913.
Olio su tela, 200×300 cm.
Mosca, Galleria Tret’jakov.
Intero e particolare.
b c
Le marionette Nel 1912 Klee scriveva: «Nell’arte si chimici). La gradazione può avvenire anche con la
può anche cominciare da capo e ciò è evidente più tecnica della smaltatura, che consiste nel sovrappor-
che altrove […] a casa propria nella stanza riservata re a un dato strato di colore un velo di un altro so-
ai bambini […]. Anche i bambini conoscono l’arte e lo dopo che il primo si è completamente asciugato.
ci mettono molta saggezza. Quanto più sono mal- Architettura nel piano Fig. 32.32 è un esempio note-
destri tanto più ci offrono esempi istruttivi […]». vole di tale metodo. Paul Klee, in questo caso, ha
Al mondo dell’infanzia è dedicata, infatti, una indagato l’effetto della gradazione considerando i
serie cospicua di marionette che l’artista aveva cre- tre colori primari, giallo, rosso e blu, disposti in suc-
ato per la gioia del figlio Felix Fig. 32.31 . Via via d cessione dal basso verso l’alto. Essi sono separati da
che aumentavano di numero, l’attrazione ludica fasce di colore – tracciate inizialmente a matita e a
che Klee provava nei loro riguardi si trasformava 32.31 Õ mano libera – passanti dall’uno all’altro attraverso
Paul Klee, Marionette,
in puro interesse per la plastica. Realizzato in gesso 1916-1925. Berna,
una maggiore o minore sfumatura. L’artista, succes-
dipinto e materiali di recupero, il Diavolo-guanto con Zentrum Paul Klee. sivamente, incrocia tali fasce con velature di blu e di
anelli c conserva il fascino delle forme semplici e a. Nonnastra, ca 1921. rosso che da destra (il blu) e da sinistra (il rosso) con-
Burattino in gesso, guanto,
quasi ingenue, ma al contempo evocatrici di fanta- altezza 43 cm. vergono verso il centro, sempre più rarefacendosi. In
sie e incantamenti. b. Genio della scatola tal modo nella parte inferiore del foglio si concentra
di fiammiferi, ca 1925.
Burattino in gesso, guanto,
la massima luminosità attraverso le varie tonalità di
Architettura nel piano Durante gli anni trascorsi al altezza 57 cm. trasparenze gialle, verdi e arancioni, mentre in alto
Bauhaus insegnando Rilegatura, Pittura su vetro e c. Diavolo-guanto con si dispongono nastri di trasparenze violette, che con
anelli, ca 1922. Burattino
Composizione, Klee fu sempre interessato alla teo- in gesso, guanto e anelli, il blu si presentano come timbri più gravi.
ria dei colori. È così che, in particolare tra il 1921 18×10×6 cm. Berna,
Collezione Felix Klee.
e il 1923, eseguì molti acquerelli, indagando i rap- d. Eschimese con i capelli Uccelli in picchiata e frecce Di particolare impor-
porti tra i complementari e l’interazione dei colo- bianchi, ca 1924. Burattino in tanza nell’arte, nel pensiero e nella didattica artistica
gesso, guanto, altezza 42 cm.
ri che, come lo stesso artista afferma, danno luogo di Klee sono le frecce Fig. 32.33 . A esse, di volta in vol-
a un «movimento diametrale» o «gradazione». Tale 32.32 ta, in base alla loro conformazione e al colore, l’arti-
Paul Klee, Architettura
gradazione avviene quando i colori complementari, nel piano, 1923. Acquerello sta assegna un ben preciso ruolo: tragedie, conflitti,
in opposizione rispetto a un centro, si fondono gra- e grafite su carta montata desiderio degli uomini di elevarsi fino al cielo pur
su cartoncino, 28,2×18,1 cm.
dualmente sino a formare, appunto, il grigio (l’unico Berlino, Staatlichen Museen,
rimanendo prigionieri della carne, impotenza e fra-
possibile “bianco” ottenibile dalla fusione di colori Museum Berggruen. gilità umane, impulsi sessuali, direzioni Fig. 32.34 .
a b c 161
32.34
Paul Klee, Raffigurazioni di frecce.
a. Uccello che cade, 1919. Acquerello
e inchiostro su carta, 16,2×18,7 cm.
New York, Metropolitan Museum of
Art. Particolare.
b. Murale per il Tempio del Desiderio,
1922. Acquerello
e inchiostro da stampa su gesso e
tessuto, 26,7×37,5 cm.
New York, Metropolitan
Museum of Art.
c. Il fabbro, 1922. Olio, acquerello e
penna su garza montata su cartone,
32,8×35,6 cm. Parigi, Musée
National d’Art Moderne, Centre
Georges Pompidou.
Le frecce, in quanto sintesi simbolica di un pen- linee riportate non hanno una consistenza nitida 32.35
Paul Klee, Uccelli in picchiata
siero o un’azione, possono essere di immediata (è l’effetto cercato), mentre l’ulteriore inchiostro e frecce, 1919. Acquerello
comprensione od oggetto di interpretazione. Esse trasferito con la pressione della mano viene lascia- e inchiostro da stampa
aggiungono alle opere (dipinti a olio, disegni e acque- to trasparire o è cancellato dal colore sovrapposto. su gesso su carta vergata
montata su cartoncino
relli) un’ulteriore qualità: una sorta di pensiero “scrit- Degli uccelli, schematicamente raffigurati come leggero, 21,3×26,7 cm.
to” o “cifrato”, a seconda dei casi. Si capisce, dunque, catene di quadrati o rettangoli, con testine a cuore e New York, Metropolitan
Museum of Art.
perché Paul Klee fu invitato a esporre con i Surrealisti le zampe portate indietro, come aeroplani, si dirigo-
nel novembre 1925 alla Galerie Pierre di Parigi. no con forte inclinazione verso terra. Attraversando 32.36
Schematizzazione del metodo
In Uccelli in picchiata e frecce, un’opera del quelli che, dal colore, sembrano banchi di nuvole di riporto impiegato da Paul
1919 Fig. 32.35 , Klee trae ispirazione dagli aeropla- dai quali, a tratti, traspare l’azzurro, gli uccelli preci- Klee per l’esecuzione di
Uccelli in picchiata e frecce.
ni, con i quali aveva avuto familiarità nel periodo pitano a grande velocità, come indicano le tre frec-
trascorso a Gersthofen, nei pressi di Augusta, pres- ce dalle punte rivolte verso il basso. In particolare,
so la Scuola d’aviazione, dal 1917 al 1918. l’impennaggio terminale rosso di quella centrale è
La tecnica impiegata dall’artista svizzero con- assimilabile alle alette tergali delle bombe e dei raz-
siste nel ricalcare uno schizzo preparatorio (che zi che, durante la Grande guerra, iniziavano a esse-
avrebbe usato più volte ancora) su un foglio di car- re lanciate dagli aerei. Non è difficile, dunque, leg-
ta attraverso un ulteriore foglio completamente gere il dipinto di Klee – il cui disegno preparatorio
ricoperto di inchiostro da stampa, come se fosse risale al 1918 – come riferito al conflitto mondiale
una carta copiativa Fig. 32.36 . In questo modo le che nel 1919 si era appena concluso.
162 32.37 32.39 Ø 32.40
Paul Klee, Fuoco nella sera, Paul Klee, Monumenti a G., Schema geometrico
1929. Olio su cartone, 1929. Gesso e acquerello su tela, di Monumenti a G.
33,8×33,4 cm. New York, 69,5×50,2 cm. New York, Metropolitan
Museum of Modern Art. Museum of Art. Intero e particolare.
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
32.38
Schema geometrico-
compositivo di Fuoco nella
sera, con l’indicazione della
gerarchia dimensionale.
Il viaggio in Egitto Nel 1929 Klee mette su carta bile e la resa è del tutto astratta, in Monumenti a
i ricordi del suo viaggio in Egitto compiuto tra il G. Fig. 32.39 le grandi piramidi di Giza (la «G» del
1928 e il 1929, creando una serie omogenea di di- titolo sta, appunto, per Giza), ben riconoscibili, so-
pinti dai caratteri simili. no individuate da cunei che, interrompendone la
L’Egitto è una terra dove i tracciati dei canali, successione regolare, stabiliscono un ritmo sfalsa-
la configurazione dei campi e la struttura dei mo- to delle fasce orizzontali Fig. 32.40 . La loro geome-
numenti antichi sono dipendenti dalla geometria. tria è resa astratta: esse, infatti, giacciono sul piano,
Klee, pertanto, adotta una composizione rigida- adagiandosi sulla superficie pittorica fatta di strisce
mente geometrica, ricoprendo la tela con nastri di in cui ricorrono il verde, il violetto, l’ocra e il rosso
colore. In Fuoco nella sera Fig. 32.37 il fulcro è costi- (colori di luci tropicali e di sabbia). Del piano, mi-
tuito dal rettangolo rosso in prossimità del centro, meticamente, i triangoli/piramide assumono i ca-
appena spostato sulla destra rispetto all’asse verti- ratteri cromatici e formali per nastri. In basso dei
cale del dipinto Fig. 32.38 . Attorno a tale figura si palmizi semplificati, resi con segni grafici sottili ed
infittiscono o si fanno via via più ampie le strisce essenziali, suggeriscono l’avvicinarsi ai terreni fer-
orizzontali colorate che, lette da destra a sinistra, tili in prossimità del Nilo o dei canali.
suggeriscono rispettivamente l’immenso spazio
desolato del deserto e delle dune, i grandi monu- Ragazzo in costume Ancora al gioco e al dise-
menti (le piramidi) che ne contrastano l’avanzata, gno infantile riconduce, invece, Ragazzo in costu-
infine gli appezzamenti di terreno fertile, irrigati me Fig. 32.41 , una tempera del 1931. Con una tec-
dai canali. nica riferibile a quella divisionista, ma allo stesso
Se in Fuoco nella sera il legame con la realtà è fle- tempo memore dei mosaici ravennati ammirati
32.4 163
München
e del Blaue Reiter
Gli amici di Murnau
Amici, frequentano gli stessi luoghi, alcuni di loro si
ritrovano assieme anche durante le vacanze in estate
sui monti della Baviera. Condividono le medesime
concezioni artistiche, maturano seguendo uguali
sollecitazioni, anche se qualcuno (Kandinsky) pren-
derà il volo, rivoluzionando la storia della pittura
occidentale. Per tutti, però, le esperienze della Neue
Künstlervereinigung München e del Blaue Reiter sareb-
bero rimaste un passaggio essenziale del proprio
percorso artistico; per alcuni, quei giovani che per-
sero la vita nel corso della Prima guerra mondiale
(Marc e Macke ❯ oltre ), addirittura l’ultimo.
sterdam, evidenzia una grande padronanza tecni- licati disegni a carboncino Fig. 32.55 , altre volte oli
ca Fig. 32.53 . Il carboncino, infatti, viene utilizzato o acquerelli dalla tenue colorazione Fig. 32.56 . In
in modo quasi pittorico, conferendo al grande albe- Giappone il crisantemo è simbolo di perfezione e
ro spoglio forti caratteristiche di monumentalità. longevità; anche per le teorie teosofiche il tema del
Probabilmente ispirati dalla serie Cento crisantemi fiore con i petali disposti a raggiera assume un par-
di Keika, stampe pubblicate da Keika Hasegawa nel ticolare rilievo simbolico. La contemplazione del
1893 Fig. 32.54 , sono i non pochi crisantemi disegna- fiore, infatti, rappresenta un momento di passag-
ti o dipinti negli anni da Mondrian. A volte sono de- gio verso la conquista della verità.
170
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
½ ½
32.57
Piet Mondrian, Il mulino
Oostzijde di sera,
1907/1908. Olio su
tela, 67,5×117,5 cm.
L’Aia, Gemeentemuseum,
Collezione Slijper.
32.58
Schema geometrico-
compositivo del Mulino
Oostzijde di sera.
32.59
Piet Mondrian,
Il mulino Winkel al sole,
Mulini Una concezione tradizionalista (riflesso de- 1908. Olio su tela,
gli insegnamenti dell’Accademia) è riscontrabile nei 114×87 cm. L’Aia,
Gemeentemuseum.
primi dipinti dell’artista, per esempio nel Mulino Oo- Intero e particolare.
stzijde di sera Fig. 32.57 . Eseguito nel 1907/1908, il
mulino a vento, tipico e rassicurante elemento del
paesaggio olandese, si staglia con la sua mole scura
contro un cielo dorato. I colori impiegati da Mon-
drian, brillanti e luminosi, sono addirittura ancora
quelli della pittura romantica. La struttura compo-
sitiva si fonda sulla simmetria delle pale del mulino
e sulla loro perfetta ortogonalità; il mulino stesso è
collocato esattamente al centro della metà sinistra
della tela Fig. 32.58 . Simmetrico è anche il gioco del si rivela capace di cambiare radicalmente tecnica e
riflettersi delle leggere alture, delle nuvole grigie tavolozza. Nel Mulino Winkel al sole Fig. 32.59 , in-
basse sull’orizzonte e del cielo giallo-azzurro, oltre fatti, Mondrian ricorre a piccole chiazze colorate
che dello stesso mulino, nello specchio d’acqua che secondo una personale interpretazione del Divisio-
si estende nella parte inferiore, per l’intera larghez- nismo. I colori, invece, ridotti al dominio dei tre
za della tela. primari, danno luogo a una violenta e accecante
A distanza di appena un anno, tuttavia, l’artista aggressione fauve.
32.60 171
Piet Mondrian, Fattoria
presso Duivendrecht,
ca 1916. Olio su tela,
87×109 cm. L’Aia,
Gemeentemuseum.
immenso di una porzione di oceano è contenuto in Di Neoplasticismo Mondrian comincia a parlare 32.64
Georges Vantongerloo,
un ovale, forma che Mondrian ha desunto dai Cu- attraverso le dense pagine della rivista «De Stijl». Costruzione di rapporti
bisti a Parigi. L’oceano, per lui, ancora impregnato Fondata nel 1917 dallo stesso Mondrian e da volumetrici derivanti dal
di idee teosofiche, simbolizza l’elemento femmini- Theo van Doesburg, la rivista si pone un obiettivo quadrato inscritto e dal
quadrato circoscritto al
le (orizzontale), così come la foresta (verticale) ne ambizioso, dichiarato in modo esplicito nella pre- cerchio, 1924. Fusione
rappresenta il complementare maschile («l’unione fazione al primo numero: quello di «contribuire al- di cemento con vernice,
30×25,5 cm. Venezia,
del positivo e del negativo è pronunciato nell’artista, lo sviluppo d’un nuovo senso estetico […] rendere Peggy Guggenheim
in cui elementi maschili e femminili si trovano mi- l’uomo moderno sensibile a tutto ciò che vi è di Collection.
schiati»). Nella parte inferiore della tela – nella qua- nuovo nelle Arti plastiche».
le, per la prima volta, Mondrian ricorre ai soli bianco Nel 1918 apparirà il Primo manifesto di De
e nero – i segmenti sono di grandi dimensioni, men- Stijl ❯ Ant. 270 firmato, oltre che da Mondrian e da
tre tendono a rimpicciolirsi e a infittirsi proceden- Van Doesburg, anche dallo scultore belga Georges
do verso l’alto. L’osservazione attenta e continua Vantongerloo Fig. 32.64 , mentre l’adesione al gruppo
sembra distinguere nel dipinto una suddivisione in dell’architetto Gerrit Thomas Rietveld risale al 1919.
quattro settori a cuneo, secondo linee diagonali che, I contenuti del movimento De Stijl vengono
nella realtà, sono negate dall’impiego di soli tratti messi a punto proprio da Mondrian, mentre Van
verticali e orizzontali che si toccano o si interseca- Doesburg li diffonde viaggiando e tenendo confe-
no Fig. 32.63 . Altri tratti semplicemente verticali, in- renze. Mondrian scrive:
dipendenti, che tagliano il dipinto incuneandosi nel
«Mi ci volle del tempo per scoprire che particola-
groviglio regolare di segmenti incrociati suggerisco-
ri forme e colori naturali evocano stati d’animo
no la presenza di un molo proteso nell’acqua.
soggettivi che oscurano la realtà pura. L’aspetto
Se pure l’impressione che si ha è quella di trovar-
delle forme naturali si modifica mentre la real-
si di fronte alla concretizzazione dei riflessi di luce
tà rimane costante. Per creare plasticamente la
sul mare piatto, in realtà l’addensarsi dei tratti nella
realtà pura è necessario ricondurre le forme na-
metà superiore e il loro distendersi in quella infe-
turali agli elementi costanti della forma e i colori
riore indica la ritmicità del moto ondoso.
naturali ai colori primari».
Il Neoplasticismo e De Stijl È evidente come ■ Georges Vantongerloo (An- nea curva (del tutto ripudiata da anni Trenta si avvicinò al Razio-
versa, 1886-Parigi, 1965) Scul- Mondrian). nalismo.
l’essenzialità della pittura di Mondrian abbia or- tore e pittore, studia all’A-
mai raggiunto l’intonazione dell’astrazione tota- cadémie des Beaux-Arts di ■ Gerrit Thomas Rietveld ■ Cornelis van Eesteren (Al-
Bruxelles e di Anversa. Nel (Utrecht, 1888-1964) Architet- blasserdam, 1897-Rotterdam,
le. Questo nuovo modo espressivo sarà chiamato 1917 aderisce a De Stijl colla- to olandese, si occupò di ar- 1988) Architetto olandese. Ini-
dall’artista Neoplasticismo, dove plasticismo sta per borando alla rivista. L’anno suc- chitettura e di design. Proget- zialmente legato al gruppo De
cessivo firma il Primo manifesto tò numerosi oggetti per l’arre- Stijl e (dopo il 1921) collaboratore
«linguaggio». Ma è anche possibile intendere il ter- di De Stijl ❯ Ant. 270 e si tra- do, aderendo con decisione alle di Theo van Doesburg, ha dato il
sferisce in Francia. Alla fine de- idee di De Stijl. In base a queste suo maggior contributo in cam-
mine come «nuova forma», locuzione di cui Mon- gli anni Venti la sua pittura evol- progettò ed eseguì anche ope- po urbanistico, occupandosi a
drian fa anche uso, o anche come «stile». ve verso l’accettazione della li- re architettoniche. Attorno agli lungo della città di Amsterdam.
173
a b c d
b
do asimmetrico assieme a superfici bianche all’in- 32.69 Õ× 32.70
Piet Mondrian, Composizione 11 / Piet Mondrian, Composizione
terno di una griglia sempre variabile di strisce nere Composizione I / Composizione 1 con grigio e rosso 1938 /
(il bianco e il nero, come noto, sono dei non colori). b in rosso, blu e giallo, 1930. Composizione con rosso
Ogni colore è dato in modo da riempire totalmen- Olio su tela, 51×51 cm. New 1939, 1938-1939. Olio
York, Collezione privata. su tela montata su pannello
te lo spazio assegnatogli, senza alcuna variazione Dipinto, schema compositivo in legno, 109,1×106 cm.
di intensità, in una resa assolutamente bidimen- e ingrandimento della porzione Venezia, Peggy Guggenheim
a latero-inferiore sinistra. Collection.
sionale della composizione. Peraltro le suddivisio-
ni sembrano rispondere a una ferrea disciplina di a fascia nera di destra. Ecco che allora le due super-
simmetrie e assialità, che, invece, è solo apparente. fici colorate diventano quadrate, interdipendenti e
Mondrian, infatti, riesce con minime variazioni a la diagonale dell’una si colloca sul prolungamento
rompere tali rigidità, quasi a voler mantenere un di quella dell’altra. È evidente, dunque, che l’arti-
residuo di soggettività e di emozioni. Ad esempio, sta debba essere partito proprio dai due quadrati
in Composizione 11 Fig. 32.69 il rettangolo rosso e e, con semplici sottrazioni (pari allo spessore delle
quello azzurro sembrano articolarsi lungo la dia- strisce nere), ha poi scompaginato il rigore della
gonale comune, ma questo è vero solo se al primo geometria, conferendole una lieve, quasi impercet-
si somma la fascia nera inferiore e al secondo la tibile vibrazione emotiva.
32.7 175
Kazimir Malevič
(1878-1935)
quest’ultima, essenza suprema dell’arte. Il termine, pittorico, alla mostra futurista del dicembre 1915, a
inoltre, implica la superiorità di questa nuova arte San Pietroburgo, Malevič volle appendere il suo di-
rispetto a tutte le altre che l’avevano preceduta. pinto in alto, in un angolo della sala espositiva: esat-
Il Suprematismo, pertanto, è un’arte non rap- tamente la stessa posizione che, nelle antiche case
presentativa o non oggettiva in quanto non tiene russe, era riservata alle sante icone.
in alcun conto le forme note della realtà sensibile.
Secondo Malevič «per il suprematista il mezzo Composizione suprematista: bianco su bian-
adatto [per la realizzazione di un’opera] è quello che co Composizione suprematista: bianco su bian-
dà l’espressione più completa del sentimento puro co Fig. 32.74 , opera del 1918, stabilisce la perdita de-
e ignora l’oggetto come è abitualmente accettato». finitiva sia della forma, sia del colore. Ma qualcosa
L’arte suprematista consiste dunque nel pervenire al dell’oggettività resta nel dipinto: il modo in cui l’ar-
«totale senza oggetto», cioè all’assoluto privo di re- tista ha steso le pennellate, la leggera differenza nei
lazione con le forme naturali, perché ne costituisce toni del bianco, l’infinito naufragare del quadrato
l’essenza. D’altra parte il pittore ritiene che il vero interno i cui lati, dai margini imperfetti e non pa-
realismo sia quello delle masse pittoriche «senza ri- ralleli a quelli del quadrato maggiore, suggeriscono
petere o modificare le forme primarie della natura». espansione e fluttuazione ❯ Ant. 273 . L’opera, dopo
il quadrato nero su fondo bianco, sarebbe diventata
Quadrangolo Benché le opere suprematiste di Ma- l’altro estremo assoluto del percorso suprematista.
levič datino a partire dal 1915, l’artista volle indicare 32.72
come vera e propria data di nascita della sua pittura Kazimir Malevič, Sportivo. Composizione suprematista Prima di giungere
1913. Bozzetto per un
astratta il 1913. Infatti, in quell’anno, in occasione costume della Vittoria all’approdo finale del bianco su bianco, però, il Su-
della rappresentazione teatrale della Vittoria sul sole sul sole. San Pietroburgo, prematismo aveva attraversato ed esplorato diver-
Museo Russo. Particolare.
– uno spettacolo futurista “totale” con scenografia se soluzioni di colore e di combinazioni. È il caso,
e costumi dello stesso Malevič Fig. 32.72 – egli aveva 32.73 Õ per esempio, di Composizione suprematista Fig. 32.75 ,
disegnato un sipario con un quadrato nero su fon- Kazimir Malevič, un’opera del 1915. In essa un quadrato blu pare sol-
Quadrangolo (Quadrato nero
do bianco. E, per l’appunto, la prima opera supre- su fondo bianco), 1915. levarsi da un insieme apparentemente caotico di
matista fu Quadrangolo (Quadrato nero su fondo bian- Olio su tela, 79×79 cm. masse geometriche colorate rettangolari e trapezoi-
Mosca, Galleria Tret’jakov.
co) Fig. 32.73 , una tela in cui il contrasto tra nero e dali di varie dimensioni disposte in senso orizzontale
bianco costituiva, secondo il suo autore, l’essenza 32.74 o diagonale, simili ad architetture viste dall’alto e da
Kazimir Malevič,
di tutta l’arte: massima ed estrema semplificazione Composizione suprematista: molto lontano. Da composizioni di tal genere, attra-
della forma ridotta a massa geometrica, pura con- bianco su bianco, 1918. verso un loro sviluppo tridimensionale, avrebbe pre-
Olio su tela, 79,4×79,4 cm.
templazione dell’infinito. Per sottolineare anche lo New York, Museum of
so le mosse il successivo passaggio di Malevič teso a
spirito mistico e religioso del suo «nuovo realismo» Modern Art. definire volumi e plastici architettonici.
177
A tutto colore
Sincromismo
Fu a Parigi, alle lezioni di teoria del colore del ca-
nadese Ernest Percival Tudor-Hart (1873-1954),
che gli statunitensi Morgan Russell e Stanton Mac-
donald-Wright si incontrarono. Essi maturarono
le stesse idee relativamente alla pittura e nel 1913,
con due mostre a Monaco e a Parigi, dettero vita al
Sincromismo, una forma di arte astratta che, pren-
dendo le mosse dall’Orfismo di Robert Delaunay,
avrebbe influenzato il successivo Astrattismo ame-
ricano (la prima mostra sincromista, infatti, ebbe
luogo a New York già nel 1914).
Russell, nato a New York nel 1886 e spentosi a
Broomall, in Pennsylvania, nel 1953, aveva avuto
una formazione accademica prima dell’incontro
con il Fauvismo, il Futurismo e il Cubismo. Mac-
donald-Wright, nato a Charlottesville, in Virginia,
nel 1890 e morto a Pacific Palisades, in California,
nel 1973, aveva invece studiato a New York prima
di spostarsi a Parigi. Ambedue gli artisti rimasero
molto colpiti dalle teorie sui colori di Chevreul e
di Rood, nonché dai dipinti di Seurat e di Signac,
ma il Cubismo e l’Orfismo li segnarono ancor più
profondamente.
Il Sincromismo – dal greco sýn, con, insieme, e
chròmos, derivato di chròma, colore, letteralmente
«colori messi insieme» – si fonda su accordi croma-
tici partendo dai presupposti che colore e suono si
equivalgano e che il colore dia origine sia alla for- 32.78 dove trovare quiete, dopo l’affannosa navigazione
Morgan Russell, Sincromia
ma sia al contenuto. Questo tipo di opere suggeri- n. 7 in 4 parti, 1914-1915.
cromatica nelle superfici pittoriche circonvicine.
sce superfici geometriche definite da scale di colore Olio su tela, 40,02×29,21 cm.
(o cromatiche): una volta fissato il tono generale di New York, Whitney Museum Concezione. Sincromia Invece in Concezione. Sin-
of American Art.
un dipinto, lo spazio viene generato con un proces- cromia Fig. 32.80 , un dipinto di Macdonald-Wright
so quasi automatico, semplicemente aumentando 32.79 del 1914, sembra di assistere a un passaggio omo-
Schema geometrico e
o riducendo le varie tinte e ricorrendo nel contem- compositivo di Sincromia n. 7 geneo di forme circolari, sferiche e coniche ruotan-
po alle teorie del contrasto simultaneo. in 4 parti. ti da una zona all’altra della tela. Muovendo da un
a. Linee spezzate varco oscuro situato nell’angolo superiore sinistro
b. Triangoli
Sincromia n. 7 In Sincromia n. 7 in 4 parti Fig. 32.78 , c. Ovali e poliedri
del dipinto, esse si proiettano in basso e verso l’e-
Morgan Russell nel 1914-1915 riunisce quattro te- d. Circonferenze sterno. Come se emergessero alla luce o fossero
le per formare una composizione non casuale, ma esposte a fasci luminosi generati da sorgenti di dif-
sostenuta (sebbene in parte) dalla geometria e dalle ferente intensità, i loro colori ritmicamente si fan-
proporzioni Fig. 32.79 . Nelle tele, ciascuna conte- b
no ora più caldi ora più f reddi, ora più vividi ora
nente una forma dominante – linee spezzate a ; a meno, come nella rotazione di un caleidoscopio.
triangoli b ; ovali e poliedri c ; circonferenze d –
piramidi, prismi, coni, superfici ellittiche e curvili- Costruttivismo
nee si rincorrono, racchiudendo su tre lati uno spa- Il termine Costruttivismo si fa risalire al 1913: l’a-
zio azzurro pressoché omogeneo. Questo, ospitato vrebbe usato un critico in relazione ad alcune ope-
d
per la maggior parte nei due quadranti di destra, re di Vladimir Tatlin ❯ oltre . In effetti, la tecnica di
c
sembra quasi un ritaglio di infinito, un porto sicuro assemblare in sculture parti individuali di differen-
179
Il Deutscher Werkbund
L’esperienza razionalista degli anni Venti riparte
dunque proprio da Loos e da quei gruppi di avan-
guardia che, soprattutto in Germania, avevano già
avviato stimolanti esperienze di ricerca e di proget-
tazione con l’impiego dei moderni materiali da co-
struzione e delle nuove tecnologie a essi connesse.
Tra queste esperienze di anteguerra, particola-
re significato aveva assunto quella, fondamentale,
32.9 del Deutscher Werkbund (Federazione Tedesca del
Lavoro) Figg. 32.83-32.86 . Fondato a Monaco di Ba-
Il Razionalismo viera nel 1907 dall’architetto e teorico Hermann
Muthesius (Gross-Neuhausen, 1861-Berlino, 1927),
in architettura il Werkbund si configura subito come uno straor-
La nascita del Movimento dinario laboratorio di idee, all’interno del quale
una nuova e vivacissima generazione di architet-
moderno ti e intellettuali si impegna, insieme ad alcuni rap-
presentanti più progressisti del mondo industria-
All’indomani della Prima guerra mondiale l’Europa le, per sanare la storica frattura esistente tra arte,
si trova a dover ricostruire non solo se stessa ma an- artigianato e industria. Sulla base delle analoghe
che quel sistema di valori e di riferimenti ideali indi- esperienze inglesi di William Morris, lo statuto del
spensabili per la sopravvivenza e lo sviluppo di una Werkbund precisa in modo chiaro che:
società civile. Quest’opera lenta e difficile di ripresa
«l’associazione vuole fare una scelta del meglio
morale e umana non poteva non coinvolgere anche
nell’arte, nell’industria, nell’artigianato e nelle
le arti e in special modo l’architettura che, fra di es-
forze attive manuali, vuol mettere assieme gli
se, è da sempre quella più concretamente legata alle
sforzi e le tendenze verso il lavoro di qualità esi-
esigenze di vita e di quotidianità della gente.
stenti nel mondo del lavoro; vuole formare il
L’ultima importante esperienza architettonica
punto di raccolta di tutti coloro che sono capaci
prebellica era stata quella dell’Art Nouveau, che aveva
e desiderosi di produrre un lavoro di qualità».
superato in modo definitivo il gusto classicista. Par-
tita dalle premesse di Horta, Wagner ❯ Itin., p. 263. e
Olbrich, però, l’architettura art nouveau si era inca- Fabbrica di turbine AEG Nell’ambito del Werk-
gliata in un nuovo e vuoto accademismo. bund tedesco e di quelli che successivamente sor-
All’iniziale liberazione dai modelli della tradizio- 32.86 geranno anche in Austria (1910), in Svizzera (1913)
Fritz Helmuth Ehmcke,
ne storicistica, infatti, aveva spesso finito per sosti- Manifesto per l’Esposizione
e in Svezia (1917), maturano alcune delle persona-
tuirsi la meccanica riproduzione di forme sinuose del Deutcher Werkbund lità artistiche più significative dell’architettura ra-
e floreali, altrettanto arbitrarie di quelle precedenti. del 1911 a Krefeld, 1911. zionalista. Fra tutti spicca il nome dell’architetto e
Del resto, quando le forme sono slegate dai con- Disegni e stampe designer tedesco Peter Behrens (Amburgo, 1868-Ber-
tenuti (che in architettura coincidono con la funzio- lino, 1940), che nelle sue costruzioni rivoluziona
181
in senso moderno ogni precedente regola edilizia, Uno dei lati lunghi dell’edificio è scandito da im-
tenendo conto già in fase di progetto delle esigenze mense vetrate inserite in una struttura portante
dei committenti, delle finalità funzionali (cioè della d’acciaio Fig. 32.88 , ottenendo così il duplice van-
destinazione d’uso che ogni edificio doveva avere) e taggio di un’adeguata illuminazione naturale e di
dell’ottimizzazione dei costi di realizzazione (cioè un’estrema velocità di costruzione. Nei due lati cor-
della scelta dei migliori materiali e delle più effi- ti, invece, Behrens mette in evidenza una sorta di
cienti tecniche costruttive possibili). massiccio frontone a profilo spezzato, che aggetta
Uno dei suoi lavori più impegnativi è la Fabbrica sulla muratura sottostante creando un significativo
di turbine (Turbinenfabrik), costruita nel 1909 a Ber- gioco di incastri fra materiali diversi. A tampona-
lino per conto della AEG, la più grande industria mento della facciata vi è un’altra altissima vetrata,
elettromeccanica del tempo Fig. 32.87 . Per sottoli- anch’essa lievemente aggettante dal piano della pa-
neare in modo simbolico l’importanza economica rete Fig. 32.89 , che con la sua trasparenza alleggeri-
che il processo di industrializzazione sta rivestendo sce la compatta massa muraria del timpano. Vetrata
per l’impero tedesco, Behrens cerca di dare anche a e timpano, risultando su un unico piano, disegnano
un manufatto industriale l’imponenza di un tempio. una specie di fungo o, se guardati con occhi più tec-
A tal fine funzione e decorazione si sposano con so- nologici, la testa di un’enorme vite Fig. 32.90 . La for-
brietà e armonia e – per la prima volta in Europa – ma stessa, inizialmente imposta da precise esigenze
l’architettura (intesa come arte) si interessa all’aspet- funzionali quali quelle dell’illuminazione, diventa
to di una fabbrica (intesa come puro strumento di allora anche un motivo decorativo e simbolico. Si
produzione). Lo scalpore destato è grande: un po’ precisa così in modo ulteriore quella corrisponden-
come quello che aveva accolto la pittura espressioni- za tra forma e funzione che costituisce il tema di-
sta che, anch’essa per la prima volta, si interessava a stintivo dell’architettura di Behrens e di tutta l’inno-
temi fino allora mai presi in considerazione. vativa esperienza del Deutscher Werkbund.
182
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
L’International Style 32.91 Õ ■ la sempre più chiara identità tra forma e fun-
Robert van’t Hoff, Villa Henny,
Questo ricco repertorio di esperienze matura- 1915-1919. Huis ter Heide,
zione;
te in Europa prima della Grande guerra trova na- presso Utrecht. ■ l’utilizzo di volumi semplici e ben definiti;
turale confluenza nella successiva stagione razio- ■ la preponderanza della linea e degli angoli ret-
32.92
nalista, che verrà più comunemente identificata Richard Neutra, Lovell House, ti;
anche come International Style (Stile Internaziona- 1927-1929. Los Angeles. ■ l’abolizione di ogni decorazione superflua e, co-
le) Figg. 32.91-32.93 . Stante la molteplicità delle pre- 32.93 munque, non strettamente connessa alle esigen-
messe, comunque, il movimento razionalista sarà Erich Mendelsohn e Serge ze funzionali;
Chermayeff, Padiglione
tutt’altro che omogeneo. Analogamente a tutte le ■ lo studio della standardizzazione, cioè l’impiego
De La Warr, 1934-1935.
esperienze artistiche di avanguardia che si sono fin Bexhill-on-Sea (Sussex). di elementi prefabbricati di dimensioni sempre
Veduta e particolare.
qui illustrate, anche in questo caso si avranno – co- uguali o comunque fra loro multiple.
me si preciserà meglio in seguito – sviluppi diversi Tutti questi accorgimenti avrebbero dato origine a
in funzione dei differenti Paesi, delle varie culture di un’architettura veramente nuova, accessibile e «de-
riferimento e, non ultimo, dei non omogenei livelli mocratica» (cioè comprensibile e uguale per tutti e
tecnologici maturati. da tutti liberamente fruibile), diretta espressione di
I principali elementi ricorrenti, comuni a tutte le quella società che, sopravvissuta all’abominio della
esperienze architettoniche del Razionalismo euro- guerra, voleva rompere ogni continuità, anche for-
peo e statunitense, saranno soprattutto: male, con il recente passato.
32.9.1 32.94
Oskar Schlemmer, Marchio dello Staatliches
183
Bauhaus di Weimar, 1922.
L’esperienza del Bauhaus
(1919-1933) 32.95
Lyonel Feininger, Cattedrale del futuro,
15,1×10,3 cm.
Parigi, Musée National
d’Art Moderne, Centre
Georges Pompidou.
Disegni e stampe
32.99
Anni Albers, Studio per
arazzo da parete, 1926.
Gouache e matita su carta,
30,8×22,2 cm. New York,
Museum of Modern Art.
Disegni e stampe
32.104 32.105 6
Walter Gropius, Nuova sede Schema distributivo di spazi 14
del Bauhaus, 1925-1926. e funzioni nella nuova sede
7
Dessau. Veduta d’insieme del Bauhaus. 6
del complesso.
5
e
5
2 10 9 8 9 9 9
d
11
a. Aule
b. Laboratori
c
1 4 4 1 13
c. Uffici 1 3 1
a b 4 12
d. Sale riunioni
e. Ostello 1 1 1 1
ebbero buon gioco ad aizzarle contro la piccola e 32.106 può essere considerato il capostipite di architetture
Planimetrie del piano terreno
media borghesia del luogo, tanto che nel 1924 Gro- e del primo piano della
sospese quali gli autogrill autostradali) passa la stra-
pius fu costretto a trasferire il suo istituto a Dessau, nuova sede del Bauhaus. da di accesso al Bauhaus. Un po’ discosto dal resto
nella Germania centro-orientale. 1. Aule scolastiche della struttura e collegato a essa da un basso corpo
Tale evento rappresentò senza dubbio la prima 2. Aula di fisica di fabbrica adibito alle riunioni comuni e alle atti-
3. Sala mostre
sconfitta politica dell’ideologia razionalista che, 4. Laboratorio del legno vità extrascolastiche d , infine, si innalza l’ostello e ,
pur essendo assolutamente trasparente e demo- 5. Teatro una palazzina a cinque piani ove sono riunite sia le
6. Cucina e mensa
cratica, finì per essere accusata addirittura di sov- 7. Terrazza camere e i servizi di mensa per gli studenti interni,
versione. Nonostante questo il trasferimento del 8. Ufficio del direttore sia gli atelier per i docenti.
9. Amministrazione
Bauhaus significò anche la possibilità per Gropius 10. Biblioteca
La planimetria generale, nel suo insieme, assume
di progettare e arredare, insieme ai suoi colleghi e 11. Sala docenti pertanto la forma di tre «L» variamente incastrate
allievi, la nuova sede. Egli si riservò il progetto ar- 12. Laboratorio del colore fra loro Fig. 32.106 , mentre i prospetti denunciano
13. Laboratorio di tessitura
chitettonico dell’edificio che, più di ogni altra cosa, 14. Ostello e atelier in modo inequivocabile le funzioni che si svolgono
avrebbe dovuto costituire il vero e proprio manife- al loro interno Figg. 32.107 e 32.108 . Le pareti del set-
sto della scuola, il che gli consentì di realizzare una tore dei laboratori, infatti, sono sostituite da grandi
delle prime e più perfette architetture razionaliste, vetrate che consentono il maggior soleggiamento
■ Calcestruzzo armato Molto
esempio di straordinario equilibrio compositivo, più noto con il nome improprio possibile Fig. 32.109 . Alle aule e all’amministrazione,
di rigoroso studio delle funzioni, di grande abilità di cemento armato, è un mate- invece, corrispondono lunghe finestre a nastro che
riale da costruzione composto da
tecnica e di estrema coerenza nell’uso dei materia- calcestruzzo (miscela di cemen- percorrono orizzontalmente le facciate per la loro
li Figg. 32.104-32.112 . to, sabbia, ghiaia e acqua) nel intera lunghezza Fig. 32.110 . La palazzina dell’ostel-
quale vengono affogate, quando
La struttura, stante la complessità organizzativa è ancora di consistenza semiflu- lo, infine, è regolarmente scompartita con finestre
delle funzioni che vi si svolgono, è articolata in due ida, delle armature di acciaio op- e portefinestre a «L», con piccoli balconcini che di-
portunamente disposte e sago-
volumi principali a forma di parallelepipedo. In uno mate. A indurimento avvenuto, segnano una sorta di scacchiera astratta Fig. 32.111 .
vi sono le aule per le lezioni teoriche Fig. 32.105, a. acciaio e calcestruzzo diventano Gli unici materiali visibili sono pertanto il ve-
un tutt’uno e collaborano a so-
e nell’altro i laboratori per le esercitazioni prati- stenere le sollecitazioni esterne. Il tro (che individua i vuoti), il ferro (che incornicia
che b . Un lungo corpo sospeso su pilastri in cal- calcestruzzo armato, infatti, riuni- i vuoti degli infissi) e l’intonaco bianco (che corri-
sce in sé tutte le migliori caratte-
cestruzzo armato collega i due settori accoglien- ristiche dell’acciaio (che è molto sponde ai pieni della muratura). Gli intenti di Gro-
do anche gli uffici amministrativi e la segreteria c . resistente agli sforzi di trazione) e pius sono, del resto, quelli di semplificare e geome-
del calcestruzzo (che è invece re-
Sotto questo «ponte coperto» (che per certi aspetti sistentissimo alla compressione). trizzare la propria architettura fino a renderla pura
32.107 32.108 187
Hinnerk Scheper, Veduta prospettica Hinnerk Scheper, Prospetti
della nuova sede del Bauhaus con, a colori delle facciate della
a destra, il blocco dell’ostello, 1926. nuova sede del Bauhaus, 1926.
Berlino, Archivio Bauhaus. Berlino, Archivio Bauhaus.
Seagram Building Un ulteriore sviluppo della ricer- arretrato rispetto al filo stradale, dal quale lo sepa- 32.115
Sezione di uno dei
ca di essenzialità perseguita da Mies è costituito dalla ra solo una piccola piazza rettangolare pavimentata pilastri cruciformi del
sua esperienza americana. Tra vari progetti, il Sea- in granito con incassate due grandi vasche d’acqua Padiglione della Germania
gram Building Figg. 32.117 e 32.118 costituisce una pro- simmetriche. Questa collocazione si riallaccia alla all’Esposizione Internazionale
di Barcellona.
va esemplare. Un grattacielo di 38 piani, progettato formazione europea di Mies, che si è battuto per sal-
Disegni e stampe
con l’architetto americano Philip Johnson ❯ par. 34.15. vaguardare lo spazio aperto antistante piuttosto che
32.116 Õ
e costruito sulla centralissima Park Avenue di New saturarlo completamente con l’edificato, a fini spe- Ricostruzione del Padiglione
York tra il 1954 e il 1958. L’edificio si distingue pre- culativi, come avrebbe voluto la committenza. della Germania, 1983-
sentando un puro prisma di vetro e metallo che sale La struttura della costruzione è definita da un ri- 1986. Veduta dell’interno.
Barcellona.
verso l’alto riflettendo lo spazio circostante. Esso è goroso reticolo di nervature verticali e di aste oriz-
190 32.117
Ludwig Mies van der Rohe
32.9.3
e Philip Johnson, Seagram
Building, 1954-1958. Alvar Aalto (1898-1976)
New York. Un Razionalismo ben temperato
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
32.118
Soluzione d’angolo Diversa e particolare è l’esperienza del Razionali-
strutturale e ornamentale del
Seagram Building e schema smo maturata dall’architetto finlandese Alvar Hugo
planimetrico tipo. Henrik Aalto. Figlio di un ingegnere specializzato
nel rilievo topografico, Aalto nasce a Kuortane il
3 febbraio 1898. Nel 1921 si laurea presso il Poli-
tecnico di Helsinki e due anni più tardi, dopo aver
fatto esperienza presso vari architetti europei, in-
traprende la libera professione aprendo un proprio
studio nella città di Jyväskylä. Nel 1927 si trasferisce
a Turku e nel 1931 nuovamente a Helsinki, ove ri-
siede fino alla morte, avvenuta l’11 maggio 1976.
Nel corso della sua lunga carriera lavora sia in Eu-
ropa sia in America, operando come architetto, ma
anche quale urbanista e designer.
32.125
Casa dello studente del MIT
(Baker House). Veduta del
fronte Nord.
32.126
Schema assonometrico della
Casa dello studente del MIT
(Baker House). Veduta del
fronte Sud.
32.127
Alvar Aalto, Chiesa di Santa
Maria Assunta, ca 1966-
1978. Riola di Vergato
ri e dell’ingresso agli alloggi Fig. 32.125 . Sul lato op- (Bologna).
of Modern Art.
32.139
Le Corbusier, Villa Savoye,
1929-1931. Poissy. Veduta
verso l’angolo settentrionale.
32.140 Ø
Le Corbusier, Schizzi
prospettici e planimetrici
di Villa Savoye. Parigi,
Fondation Le Corbusier.
Disegni e stampe
3 4 7 7
10
2 7 8
5 5
5
8
9
1 6
a b c
7
6 5
6 4
2
1 3
32.152 32.153 199
Unità di abitazione. Le Corbusier, Schema
Veduta del tetto-terrazza. del Modulor, sulla base
dimensionale di un uomo
alto mediamente 183 cm,
1947.
il 1950 e il 1955 Figg. 32.155-32.157 . È la prima volta 32.155 Õ to Fig. 32.157 . La luce, del resto, entra all’interno da
Le Corbusier, Cappella
che la tipologia dell’edificio sacro viene rivisitata di Notre-Dame-du-Haut,
decine di aperture delle più varie forme. Feritoie,
in chiave veramente moderna, con l’impiego di un 1950-1955. Ronchamp, finestre, vetrate e frangisole determinano suggesti-
materiale nuovo e di per sé brutale quale il calce- presso Belfort. Vedute vi effetti di luce, ulteriormente valorizzati dal netto
dell’esterno e particolare
struzzo armato. di un portale d’accesso. contrasto tra il bianco calcinato dell’intonaco e il
L’edificio si compone di un’unica navata di for- grigio sporco del cemento. Contrasto che si ripro-
32.156
ma assai irregolare Fig. 32.156 . Tre piccole cappelle Pianta e spaccato pone anche all’esterno, dove i portali di accesso so-
indipendenti sono ricavate in altrettante piegature assonometrico no decorati con vivacissimi motivi variopinti.
della Cappella di
dei tre robusti setti murari che delimitano la navata Notre-Dame-du-Haut. La morbida sinuosità di queste strutture non
stessa. Tali cappelle terminano in altrettanti campa- contraddice il rigore razionalista della consueta
32.157
nili di forma semicilindrica, mentre la copertura è Cappella di Notre-Dame-du-
produzione di Le Corbusier, soprattutto se si con-
realizzata con un’unica gettata di calcestruzzo, mo- Haut. Veduta dell’interno. sidera che le forme continuano a essere lo specchio
dellata come se si trattasse di una grande e morbida fedele delle funzioni che si svolgono al loro inter-
vela rovesciata. Per aumentare il senso di suggestiva no e che, in questo caso, sono ulteriormente com-
leggerezza dell’insieme, la copertura, che conserva plicate dal bisogno di intimità e di preghiera che il
il caratteristico colore grigiastro del cemento, non luogo sacro richiede. La chiesa, inoltre, non ha una
appoggia direttamente sulle pareti ma su corti pi- facciata privilegiata e dunque è un qualcosa da sco-
lastrini affogati nella muratura delle medesime. In prire girandole attorno, vivendola nei suoi spazi,
questo modo, osservando il soffitto dall’interno, si nei suoi percorsi e nei suoi materiali. La meravi-
percepisce una lama di luce che penetra tra i muri gliosa macchina per abitare del grande architetto,
e la vela in calcestruzzo, come se essa potesse qua- in conclusione, non cessa di funzionare anche se
si volar via, improvvisamente, strappata dal ven- all’angolo retto si sostituisce la curva.
201
Terrazza
Biliardo Camino Sala giochi coperta Camino Pranzo
Camino
Corte Soggiorno
Balconata
32.162 ×
Frank Lloyd Wright,
Robie House, 1909.
Chicago. Veduta
dell’esterno e particolare.
32.163
Pianta dei piani terreno a
e primo b della Robie
House.
32.164 tuale è la Casa sulla cascata, costruita a Bear Run, in alcuni metri creando una suggestiva cascata natu-
Frank Lloyd Wright,
Casa sulla cascata, 1936.
Pennsylvania, nel 1936 Fig. 32.164 . rale, in un contesto assai simile a quello ammirato
Bear Run (Pennsylvania). Voluta da Edgar Jonas Kaufmann (1885-1955), la da Wright in varie stampe giapponesi Fig. 32.161 .
Veduta dell’esterno villa si trova immersa nella natura, all’interno di un La costruzione è realizzata con amore quasi ar-
e particolare.
bosco. Sorge direttamente su uno sperone di roc- tigianale, utilizzando i semplici materiali del luogo
cia, nel punto in cui il torrentello Bear precipita per (soprattutto pietra per le strutture e legno per gli
204 Veranda
Strada Soggiorno
Cascata
interni). Tale scelta, comunque, non è un ripiego, 32.165 Museo Guggenheim L’ultima opera di Wright
Casa sulla cascata.
poiché le tecnologie impiegate per le parti a sbalzo Veduta dell’esterno.
non è una casa. E non è nemmeno immersa nel-
in calcestruzzo armato sono avanzatissime. Nono- la natura. Nonostante questo (o forse proprio per
stante questo, l’inserimento nell’ambiente risulta 32.166 questo), rappresenta uno dei capolavori indiscussi
Casa sulla cascata.
armonioso, in quanto la struttura, nel suo com- Veduta dell’interno: dell’architetto statunitense. Si tratta del Solomon R.
plesso, non si presenta come un corpo estraneo, il soggiorno. Guggenheim Museum, costruito lungo la Fifth Avenue,
costituito da un volume chiuso e definito. Essa, al 32.167 nel cuore della New York residenziale, proprio di
contrario, mette in evidenza una serie di piani che Sezione trasversale e pianta fronte a Central Park Figg. 32.168-32.173 . Ma poiché
del piano principale della
si intersecano e si accavallano nello spazio, proten- Casa sulla cascata. il museo è la casa dell’arte e la città è la natura arti-
dendosi nel vuoto, sopra la cascata e fra la vegeta- ficiale costruita dagli uomini, ecco che il tema caro
zione circostante, come una sorta di inedito orga- a Wright non è disatteso nemmeno questa volta.
nismo vivente Fig. 32.165 . Il museo newyorchese, realizzato tra il 1943 e il
Secondo le regole dell’architettura organica, gli 1959, fu commissionato dal collezionista e mecena-
spazi interni sono estremamente liberi. Centro or- te statunitense di origine svizzera Solomon Robert
ganizzatore dell’intero edificio è l’enorme soggior- Guggenheim (1861-1949).
no vetrato che, tramite scale, affacci e terrazze, si Nel progettare l’edificio, Wright, che morì pri-
32.168 205
Frank Lloyd Wright,
Solomon R. Guggenheim
Museum, 1943-1959.
New York. Veduta
dell’esterno.
32.170 Ø
Frank Lloyd Wright, Studio
prospettico per il Solomon
R. Guggenheim Museum.
Matita colorata e tempera
su carta. Scottsdale
(Arizona), Frank Lloyd
Wright Foundation.
Disegni e stampe
32.171 Ø
Guggenheim Museum.
Veduta della rampa.
Lucernario
Cupola a vetri
Lucernario
Macchine
ascensore
Lucernario
Quarto livello
Lucernario
Terzo livello
Secondo livello
Galleria
grande Archivi
Primo livello
Piano terra
Mezzanino
Box
Sala conferenze
Tra il Razionalismo
di Giuseppe Terragni
e il monumentalismo
di Marcello Piacentini
a b
Stazione di Firenze Nel 1923 Michelucci supera l’e- 32.189 Una volta approvato il progetto, la realizzazione
Gruppo Toscano, Stazione
same di abilitazione alla professione di architetto e, ferroviaria di Santa Maria
fu estremamente rapida, grazie anche alle tecnolo-
poco dopo, è già professore all’università del capo- Novella, 1932. Firenze. gie adottate da Michelucci e dal suo gruppo: ampio
luogo toscano. È proprio nello stimolante ambiente Veduta attuale del fronte uso di acciaio e calcestruzzo armato e organizza-
esterno e particolare.
universitario che matura la decisione di partecipare zione del cantiere a settori, in modo da non dover
al concorso bandito nel 1932 per la costruzione del- 32.190 Õ mai interrompere il traffico dei treni. La Stazione
Gruppo Toscano, Progetto
la nuova stazione fiorentina di Santa Maria Novella. per la Stazione ferroviaria ferroviaria di Santa Maria Novella rappresenta il
Il giovane professore e cinque suoi prometten- di Santa Maria Novella più alto punto di sviluppo dell’architettura razio-
a Firenze, 1932.
ti allievi architetti – Nello Baroni (1906-1958), Pier nalista italiana. Essa è forse l’ultima testimonianza
a. Disegno prospettico
Niccolò Berardi (1904-1989), Italo Gamberini (1907- con la veduta della
di una progettazione a grande scala ancora sensibi-
1990), Sarre Guarnieri (1904-1933) e Leonardo Lu- pensilina dal lato partenze. le al dibattito culturale internazionale.
b. Disegno prospettico
sanna (1908-1973) – costituirono per l’occasione il del salone vetrato
L’edificio ha uno sviluppo prevalentemente oriz-
cosiddetto Gruppo Toscano e in meno di un mese di delle biglietterie. zontale, al fine di non contrapporsi in modo inu-
lavoro di équipe, rielaborando e approfondendo la Disegni e stampe
tilmente antagonistico con l’abside gotica di Santa
tesi di laurea di Italo Gamberini, presentarono la Maria Novella. La forma semplice e squadrata della
loro innovativa proposta Fig. 32.189 e 32.190 . costruzione è generata direttamente dalle funzioni
Il concorso, della cui giuria facevano parte, tra gli che è chiamata a svolgere. Poiché si tratta di una
altri, anche Marinetti e Piacentini, si concluse, fra ro- stazione di testa, nella quale cioè i convogli arriva-
venti polemiche, senza vincitori né vinti. Alla delica- no in un senso e ripartono nel senso opposto, l’e-
tezza della scelta urbanistica – si trattava di interveni- lemento centrale intorno al quale si organizza l’in-
re a poche centinaia di metri dall’abside della basilica tera struttura architettonica è costituito dal fascio
medievale di Santa Maria Novella – si aggiungeva dei sedici binari paralleli, differenziati fra traffico
l’ambiguità della scelta ideologica: se il fascismo postale, locale e a lunga percorrenza.
avesse dato via libera al progetto del Gruppo, sareb- Da questa precisa gerarchia delle funzioni deriva
be stato un implicito riconoscimento a livello cen- l’organizzazione degli spazi, imperniata soprattutto
trale della validità delle teorie razionaliste e moder- sullo studio e l’ottimizzazione dei percorsi. L’usci-
niste. Su tutto prevalse ancora una volta l’abilità di ta, infatti, sarà sul lato destro (cioè vicina all’ampia
mediazione di Marcello Piacentini che, sostenendo il pensilina degli autobus e dei taxi) a , mentre l’en-
progetto dei giovani razionalisti, sperava di ottenere trata, con il relativo salone delle biglietterie b , non
anche il consenso degli intellettuali antifascisti italia- sarà centrale ma leggermente spostata verso sinistra
ni e stranieri al fine di accrescere il proprio prestigio (cioè più prossima ai binari di transito).
personale. Pertanto riuscì a convincere direttamente Una lunga galleria di testa, infine, percorre la sta-
Mussolini a dargli il suo definitivo appoggio. zione perpendicolarmente ai binari Fig. 32.191 . Essa,
212
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
33
33.1
richiamo all’ordine
ed École de Paris
Disegni e stampe
33.9
Giorgio de Chirico, Euripide,
1921. Matita su carta,
31,7×21,5 cm. New York,
Museum of Modern Art.
Disegni e stampe
33.10 Ô
Euripide. Città del Vaticano,
Musei Vaticani. Particolare.
intero ❯ Fig. 33.25, c
viario italiano, in Grecia per lavoro, nasce a Vólos 33.11 Ô listi. Nella capitale francese l’artista resterà fino al
Giorgio de Chirico,
in Tessaglia il 10 luglio 1888. Nella culla della civil- La gravida (copia da Raffaello),
1930; nel 1932 si trasferisce a Firenze, dopo un bien-
tà occidentale compie i suoi primi studi. Nel 1906, 1920. Olio su tavola, nio passato a New York. Nel 1944 il suo approdo fi-
dopo la morte del padre, si trasferisce a Milano 65×49 cm. Roma, Galleria nale è Roma, città dove vive fino alla morte, soprav-
Nazionale d’Arte Moderna
e quindi a Firenze con la madre e il f ratello An- e Contemporanea. venuta il 20 novembre 1978, all’età di novant’anni.
drea ❯ par. 33.5 , al quale lo legheranno per tutta la Negli ultimi decenni di vita, dopo un lungo pe-
vita un immenso affetto e un’intensa corrisponden- riodo caratterizzato da un rinnovarsi continuo dei
za artistica e spirituale. Al 1909 risalgono i primi suoi modi e temi pittorici, ripropone, quasi senza
dipinti poi definiti metafisici. cambiamenti né evoluzione, la pittura metafisica
Nel 1910 è a Monaco per frequentarvi l’Accade- praticata nel primo ventennio del Novecento, di-
mia di Belle Arti. Nella città bavarese ha modo di ap- mostrando – lui che con i numerosi autoritratti
profondire la filosofia di Friedrich Nietzsche (1844- aveva lentamente, ironicamente e con sagacia pro-
1900), che già conosceva, e ha contatti con quella di ceduto alla mitizzazione di se stesso Fig. 33.7, c –
Arthur Schopenhauer (1788-1860) e con la pittura che poteva anche cambiare il processo di storiciz-
di Arnold Böcklin. Gli scritti dei due filosofi e il sim- zazione della sua attività artistica rimescolando le
bolismo del pittore di Basilea stanno alla base delle carte del proprio percorso pittorico.
concezioni artistiche di De Chirico e della sua pittu-
ra metafisica che, pertanto, trae origine, ed è soste- Il disegno Per De Chirico il disegno è «l’arte divina,
nuta, da spinte colte e letterarie. ■ Arnold Bšcklin (Basilea, base di ogni costruzione plastica, scheletro di ogni
1827-San Domenico di Fieso-
Nel 1911 Giorgio de Chirico soggiorna a Parigi le, 1901) Partito come paesag- opera buona, legge eterna che ogni artefice deve se-
dove raggiunge il fratello, lì trasferitosi, ed espone gista, Böcklin – uno dei precur- guire». Disegno vuol dire: disciplina, tecnica, eserci-
sori della sensibilità simbolista
al Salon d’Automne; nel 1913, invece, espone al Salon nel mondo tedesco – appro- zio. Il segno di Giorgio de Chirico è preciso e sciol-
des Indépendants. Allo scoppio della Prima guerra da nella maturità alla mitologia, to; ne è esempio La sposa fedele Fig. 33.8 , risalente al
popolando le sue opere di fau-
mondiale rientra in Italia assieme al fratello per ar- ni, ninfe, sirene, tritoni, nereidi, 1917. La matita delinea i contorni del manichino se-
ruolarsi e ottiene Ferrara come destinazione. Nella centauri. Nel suo stile conflui- duto, del panchetto con le gambe mosse (coinciden-
scono elementi ripresi dall’An-
città degli Este nel 1917 avviene l’incontro con Car- tico (gli affreschi pompeiani in ti con quelle del manichino stesso), dell’elemento di
lo Carrà e nasce ufficialmente la pittura metafisica. modo particolare), dal Rinasci- balaustra in primo piano e degli altri oggetti rappre-
mento italiano e dal Seicento
Dal 1918 al 1922 De Chirico partecipa attivamente olandese. Sperimentatore ine- sentati sul foglio. Le ombre, date con brevi tratti in-
sausto di tecniche del passa- crociati o arcuati – più o meno insistiti –, rendono
alla vita della rivista «Valori Plastici» e nel 1924 è di to, affida al mito contenuti sim-
nuovo a Parigi, dove frequenta il gruppo dei Surrea- bolici. così le figure tornite e rilevate.
33.12 219
Giorgio de Chirico, L’enigma
dell’ora, 1911. Olio su tela,
55×71 cm. Milano, Collezione
privata. Intero e particolari.
33.14 Ñ
Giorgio Vasari, Corridoio
Vasariano, 1565. Firenze.
33.23
Schema prospettico L P O
di Villa romana.
33.24 Ô
Arnold Böcklin, Isola
dei morti, 1880. Olio su tela,
110,9×156,4 cm. Basilea,
Kunstmuseum.
a b c d
occhio di architetto e di costruttore» e: 33.25 Ö ni c e, in primo piano sul palazzo di destra, l’Anti-
Statue classiche raffigurate
noo Albani dei Musei Capitolini d .
«Come accade nella vita dell’uomo che le im- in Villa romana.
Nel cielo limpido una divinità femminile – la dea
magini primitive, le sensazioni dell’infanzia di- a. Skopas, Meleagro,
copia romana del Storia – assisa su una bianca nuvola ha il mantello
vengono poi con l’andare degli anni pensieri II secolo d.C. Marmo. azzurro gonfio come una vela, mentre un aquilo-
profondi, così le prime immagini degli artefici Città del Vaticano,
Musei Vaticani. ne, sfuggito dalle mani di un bimbetto che lo osser-
primitivi, solidamente architettoniche e sculto- b. Fidia, Amazzone ferita va volare via, si libra leggero nell’aria antica. Pre-
rie, svilupparonsi nei pittori che vennero dopo, (Amazzone Mattei),
ca 440-430 a.C. sente e passato, dunque, convivono e si intersecano
in quel magnifico senso di solidità e di equilibrio
Copia romana. in una condizione non più di attesa enigmatica, ma
che caratterizza così severamente la grande pit- Marmo, altezza 190 cm.
Roma, Musei Capitolini.
di magica sospensione.
tura italiana».
c. Euripide. Città del
In Villa romana il disegno è limpido, la prospettiva Vaticano, Musei Vaticani. Donne romane Gli anni del secondo soggior-
d. Antinoo Albani,
è convincente Fig. 33.23 , il colore è simile a quello II secolo d.C. Marmo, no parigino (dal 1924 al 1930) sono occasione per
di un affresco pompeiano. Figurette in abiti con- altezza 180 cm. De Chirico di ripensare il tema della classicità e di
Roma, Musei Capitolini.
temporanei abitano gli edifici, popolati, allo stes- un nuovo, inedito esercizio del colore. Allo stesso
so tempo, anche da alcune delle più celebri statue tempo l’artista ritorna alla pittura metafisica, rive-
classiche. Ad esempio si riconoscono, sul palazzo di ■ Meleagro Figlio di Eneo, re di stendo di immagini narranti l’antropomorfismo di
Calidone. Dopo aver ucciso il
sinistra, il Meleàgro dei Musei Vaticani Fig. 33.25, a , terribile cinghiale inviato da Ar- esseri senza volto. In Donne romane Fig. 33.26 due
l’Amazzone Mattei (raffigurata di spalle) dei Musei temide contro il padre Eneo, il donne dai corpi opulenti siedono l’una vicino all’al-
giovane rimase vittima di chi ne
Capitolini di Roma b , l’Euripide dei Musei Vatica- pretendeva la pelle. tra. Quella di sinistra, con le gambe accavallate e in
223
P1
P2
P3
c’è La vittoria Figg. 33.28 e 33.29 . In una stanza dal Trovatore L’artista ritorna alla pittura metafisi-
gusto borghese e dall’incombente – e sempre ricor- ca periodicamente: alla fine degli anni Trenta, ne-
rente – soffitto basso, raccordato alle pareti con una gli anni Cinquanta e alla fine degli anni Sessan-
modanatura di stucco, dei gladiatori hanno cessato ta. In Trovatore Fig. 33.32 , replica di un dipinto del
ogni combattimento. Il gruppo si dispone in una fit- 1917 Fig. 33.31 , il manichino disposto su una pedana
ta schiera dall’andamento piramidale e in modo rag- e recante due squadre – l’una sul petto, l’altra sul
giato a partire dall’estremo superiore della mediana ventre – è collocato in un ambiente delimitato sce-
verticale della tela rettangolare, alla quale concor- nograficamente da due architetture in prospettiva (e
rono le rette inclinate passanti per elementi notevo- 33.29 Ö ogni elemento prospettico – la pedana, per esempio,
Individuazione dei principali
li dei corpi dei gladiatori Fig. 33.30 . Questi costitui- punti di fuga multipli
oltre agli edifici – ha un suo proprio punto di fuga).
scono un insieme di uomini nudi o che indossano della Vittoria. Il colore del cielo passa con gradualità da un giallo
una corazza; tutti sono ricciuti, alcuni anche barbu- acceso a un verde cupo. Le ombre lunghe proietta-
33.30 Ö
ti. Qualcuno è protetto da un elmo, altri brandisco- Schema geometrico- no, sulla sinistra, la sagoma di un ulteriore personag-
no lance e stringono scudi e trofei. Un gladiatore ha compositivo della Vittoria. gio che è fuori del campo visivo. Anche il soggetto,
il volto che pare una maschera incipriata; un altro 33.31 Ô inerente all’omonima opera lirica di Giuseppe Verdi,
è così sottile da confondersi con un’antica statuet- Giorgio de Chirico, è di per sé metafisico, poiché il Trovatore è l’inconsa-
Trovatore, 1917. Olio su
ta bronzea etrusca. Del gruppo fanno parte cavalli tela, 91×57 cm. Collezione pevole fratello di colui che lo avrebbe messo a mor-
dalle lunghe code e dalle criniere come elettrizzate. privata. te. È la sospensione del tempo a generare nell’os-
Su tutti domina, esattamente al centro, un possente servatore il senso di attesa; l’attesa di un evento
essere senza volto ammantato da un drappo bianco. predestinato che dovrà necessariamente compiersi.
Fra ironia, gioco grottesco e angoscia, De Chiri-
co profila un orizzonte senza speranza e senza via Piazza d’Italia con statua e roulotte In Piazza d’I-
d’uscita; un mondo dove antichi uomini-attori lot- talia con statua e roulotte Fig. 33.33 tornano tutti gli
tano inutilmente o vincono invano, perché degli dei elementi della serie nota come Piazze d’Italia: la piaz-
capricciosi, occulti e ignoti li hanno costretti in un za vuota, le arcate prospettiche, l’orizzonte sgom-
luogo senza tempo e senza domani, che ha assunto bro da cose (naturali o frutto del lavoro dell’uomo),
le forme di una stanza la cui sola finestra mostra il un carrozzone abbandonato, la statua di una figu-
vuoto dell’oscurità. Lo stile di De Chirico è divenu- ra femminile giacente (riferibile all’Arianna del Bel-
to graffiante; le pennellate sono qui, come in dipin- vedere), le ombre lunghe e scure. La piazza è defi-
ti dello stesso periodo parigino, dei segni filiformi nita da tre edifici (due a sinistra e uno a destra). La
che imitano quelli delle matite colorate; la capacità costruzione prospettica si avvale di più punti di fu-
tecnica dell’artista è cresciuta e la composizione si ga Fig. 33.34 : ogni edificio ne ha almeno uno, mentre
è fatta complessa e, benché tragica, anche corale. i raggi prospettici passanti per la linea di gronda del
33.3 225
Nella prima tela gli oggetti sono suggestivamen- suggestione da Piero della Francesca. Nel 1922 De
te collocati entro la cornice di due piani f ra loro 2 Chirico avrebbe scritto di Morandi:
ortogonali – un appoggio e uno sfondo (una sorta
4 «guarda con l’occhio dell’uomo che crede e l’in-
di piano da posa fotografica) –; nella seconda tela 1 timo scheletro di queste cose morte per noi, per-
entro i limiti di una scatola. Ambedue le soluzioni
ché immobili, gli appare nel suo aspetto più con-
consentono ai soggetti l’isolamento dall’ambiente
solante: nell’aspetto suo eterno. Egli partecipa
circostante. I colori caldi contribuiscono notevol- 3
in tal modo del grande lirismo creato dall’ultima
mente a dare un senso di serenità. La disposizione
5 profonda arte europea: la metafisica degli oggetti
dei vari elementi non produce spaesamenti di sorta,
più comuni. Di quegli oggetti che l’abitudine ci
ma suggerisce un equilibrio sospeso attraverso una
ha resi tanto famigliari che noi, per quanto scal-
magica armonia di forme che fa sorgere nell’osser-
triti nei misteri degli aspetti, spesso guardiamo
vatore l’idea che il tempo si sia come fermato. 33.48
Giorgio Morandi, Natura con l’occhio dell’uomo che guarda e non sa».
Nel dipinto del 1919 gli oggetti – liberi nello morta metafisica, 1919.
spazio – sono costituiti dalla sagoma di un orolo- Olio su tela, 56,5×47 cm.
gio Fig. 33.49, 1 , da un sostegno che unisce la sago- Milano, Pinacoteca di Brera, Natura morta di oggetti in viola La ricerca di Mo-
Donazione Emilio
ma e il piano verticale con un retrostante “altrove” e Maria Jesi. randi è indirizzata, sin dagli esordi, verso le “co-
non conosciuto 2 , da un parallelepipedo vuoto 3 su se”, gli oggetti e, in particolare, verso il genere
33.49 Ó
cui sono poggiati una sfera di legno e un righello 4 , Schema grafico della natura morta. La Natura morta di oggetti in vio-
infine da una controsagoma in precario equilibrio con l’individuazione la Fig. 33.51 mostra fiaschi, bottiglie e altri manufat-
degli elementi presenti
contro uno spigolo della scatola parallelepipeda 5 . Il in Natura morta metafisica. ti disposti secondo una sequenza lineare armoniosa
colore, una graduazione di calde tonalità brune, è il fatta di corpi ora lunghi e stretti, ora larghi e bassi.
33.50 Ö
motivo unificante che calma le enigmatiche presen- Giorgio Morandi,
Nessun oggetto predomina sugli altri (lievissi-
ze. Nella tela del 1918, invece, tutti gli oggetti sono Natura morta, 1918. me sono le poche ombre portate) – solo i colori
contenuti in una scatola che proietta la sua ombra Olio su tela, 71,5×61,5 cm. spenti determinano rientranze/secondi piani (gli
San Pietroburgo, Museo
tagliente sui piani ortogonali che la inquadrano. Il dell’Ermitage. scuri) Fig. 33.52, a e sporgenze/primi piani (i chia-
busto di un manichino di stoffa grigio-marrone e ro- ri) b – ma neppure è ognuno in sé compiuto. La
sa è la presenza più inquietante. A esso si aggiungo- sequenza è sintattica, cioè esiste un legame di re-
no un righello nero appoggiato alla parete di fondo lazione fra le varie componenti della tela, la quale
della scatola e un ovoide sospeso nel vuoto, evidente sembra la parte di una composizione più ampia,
33.51 Ô 33.52 233
Giorgio Morandi, Schema grafico-compositivo
Natura morta di oggetti di Natura morta a
in viola, 1937. Olio su di oggetti in viola. a
tela, 62×76 cm. Firenze, b a b b a b c
Collezione Longhi. c b
Le navire perdu L’arte di Savinio, coltissima, si nu- grigi o grigio-azzurri i paesaggi Fig. 33.61, a , ora 33.60
Alberto Savinio, Le navire
tre delle letture e degli studi dell’artista. La sua è es- sono i giocattoli a essere monocromi mentre è co- perdu (La nave perduta),
senzialmente pittura della memoria (l’esatto oppo- lorata la natura circostante b , in un interscambio 1928. Olio su tela, 82×66 cm.
sto del sogno, posto a fondamento del Surrealismo), continuo e proficuo che accresce la qualità delle Torino, Collezione privata.
anche in relazione alle incertezze del presente. La opere e la loro capacità evocatrice. La poetica di Sa- 33.61 Ó
Alberto Savinio, Giocattoli.
memoria saviniana non allude solo all’esperienza vinio è, dunque, vicina sia all’enigma metafisico sia
a. Objets dans la forêt,
personale dell’artista, ma addirittura a quella dell’u- allo spaesamento surrealista. Lo dimostrano anche ca 1927-1928. Olio su tela,
manità diventando espressione di una memoria lun- le metamorfosi dei giocattoli che ne originano al- 73×92 cm.
Collezione privata.
ga e collettiva, che fruga fin nella lontanissima sto- cuni di vetro finché il tema, da isole dei divertimen- b. Objets abandonnés dans
ria preumana, quando l’uomo era solo una debole ti – ferme, fluttuanti o volanti –, diventa quello di la forêt, 1928. Olio su tela,
73×100 cm. Pistoia,
speranza nelle cellule di antichi animali. luogo appartato di città trasparenti c, d . Collezione Giuliano Gori.
Le navire perdu (La nave perduta) Fig. 33.60 si col- Nel Navire perdu, dei giocattoli (biglie, bastonci- c. I Re Magi, 1929. Olio su tela,
89,4×116,5 cm. Rovereto,
loca al centro di un denso periodo artistico, che va ni colorati, blocchi da incastro e altro) non stanno Museo d’Arte Moderna
dal 1927 al 1930 circa, in cui Savinio dipinge gio- più per terra, cioè lì dove un bambino è solito te- e Contemporanea.
cattoli ambientati in uno scenario naturale, spesso nerli durante i giochi, né riposti in un contenitore d. La città delle promesse,
1928. Olio su tela,
contrapponendo monocromia e colore, scambian- qualsiasi. Diventati giganteschi, si ammassano sulla 97×146 cm. Milano,
do i ruoli. Infatti, ora sono colorati i giocattoli e sommità di una montagna rocciosa, quasi fosse un Pinacoteca di Brera.
33.62 ÑÔ× 237
Alberto Savinio, Senza
titolo, 1929. Olio su tela,
60×72,5 cm. Torino,
Galleria Mazzoleni.
Intero e particolari.
I Dioscuri Alla Grecia, alla sua storia e ai suoi miti, 33.67 Ô del dipinto, in caratteri disarticolati e in caduta) e
Schema grafico delle
Savinio, greco di nascita, torna più volte nel corso posture e dei movimenti dei
da un colore che la fa apparire trasparente. A destra
della propria attività artistica, facendone un punto Dioscuri. una grande finestra si apre su un cielo geometrico
fermo e una partenza sicura. solcato da nuvole cotonate e da una vela rossa che
Nel 1929 dipinge I Dioscuri Fig. 33.64 , un sog- si librano su un mare azzurro appena increspato (al
getto mitologico, appunto, ma da sempre legato al margine inferiore destro).
rapporto tra lui e il fratello Giorgio de Chirico (che È l’allegoria dell’unità per nascita dalla stessa ma-
più volte parla di sé e di Alberto come dei Dioscuri dre, ma della singolarità dell’anima e dei pensieri.
– i gemelli Castore e Polluce – o degli Argonauti). È anche l’accettazione del lato nascosto di ciascu-
Due possenti corpi maschili – uno dall’incarnato no che pare non conciliarsi con quello con il quale
scuro in primo piano, l’altro dall’incarnato chiaro, quotidianamente ci si identifica. È l’attrazione degli
opalino, in posizione arretrata – sono raffigurati in opposti, un ritrovarsi riconoscendo se stessi.
un interno. Le loro teste, piccole, ovoidali e coro- Un tema, questo della dualità/unità, che sareb-
nate da capelli rispettivamente biondi e neri, sono be stato riproposto in Uomini nudi (o La cacciata dal
volte in senso opposto, al pari dei busti Fig. 33.67 . Paradiso) Fig. 33.65 – e in questo caso i corpi sem-
I due Dioscuri sono all’interno di una stanza dal brano ritrovarsi e le teste sono ambedue volte a
soffitto basso, ma dal pavimento inesistente che destra – e nel Ritorno Fig. 33.66 , titolo che significa-
è tutt’uno con la smaterializzazione della parete tivamente allude al riconoscersi, all’abbracciare il
di sinistra, caratterizzata da disegni ornamentali proprio duale. I corpi, in questo caso, sono fusi e si
(comprensivi della firma e della data d’esecuzione tengono avvinghiati, in un allacciarsi quasi carnale,
33.68 33.70 Ô 239
Alberto Savinio, Apollo, Hermes Loghios,
1930/1931. Tempera su tela, I secolo d.C. Marmo
126×73 cm. Milano, pentelico, altezza 183 cm.
Collezione privata. Roma, Museo Nazionale
Intero e particolare. Romano, Palazzo Altemps.
Esperienze italiane
dramma attualizzato.
«Questo è tempo di guerra: Abissinia, gas, forche, Athena Nella colossale Athena Fig. 33.81 , realizza-
decapitazioni. Spagna, altrove. Voglio dipingere ta nel 1934-1935 per il nuovo campus universitario
questo supplizio del Cristo come una scena di og- romano della Sapienza, la figlia di Zeus, con la co-
gi […] come simbolo di tutti coloro che subisco- razza a scaglie sul lungo chitone pieghettato, a si-
no oltraggio, carcere, supplizio per le loro idee». militudine di quello indossato dall’Auriga di Delfi,
al quale l’artista si è evidentemente ispirato, ben
Sotto e attorno ai tre uomini crocifissi (rosso e ver- eretta, leva in alto le braccia. Il serpente, uno degli
de livido il corpo dei due ladroni, pallido ed esangue attributi della dea della guerra, delle arti e della sa-
quello di Cristo, un ideale richiamo al tricolore) si pienza, collocato ai piedi di Athena in età classica,
muovono ignudi soldati a cavallo (il cavallo in pri- in questo caso si attorciglia al suo braccio destro,
mo piano allude a quello picassiano di Guernica) e come in una divinità ctonia minoica. Lo scatto del-
pie donne ugualmente nude o discinte: madri, figlie, le braccia, che in tal modo ostentano lo scudo, te-
mogli e sorelle dei torturati e condannati dal regime nuto con la sinistra, e la corta lancia, stretta nella
fascista. L’attualità è suggerita dagli strumenti del destra, allude comunque a un gesto di giubilo – l’e-
supplizio in primissimo piano, come se la crocifissio- sultanza per la vittoria – e non di guerra. Si com-
ne fosse appena avvenuta. Un paese, disteso lungo prende, allora, come la dea della sapienza, vittorio-
il crinale di una collina, traversante diagonalmente sa, sia collocata nello spazio più significativo della
lo sfondo per tutta l’estensione della tela, rinvia al- Città universitaria (progettata da Piacentini), inau-
la Deposizione dell’Angelico, annodando l’oggi alla gurata nel 1935, nel piazzale detto appunto della
migliore tradizione del Quattrocento. La composi- Minerva, con alle spalle l’edificio del Rettorato e
zione è giocata sulle due diagonali che suggerisco- della Biblioteca Alessandrina.
no gli orientamenti per alcuni elementi notevoli del Nonostante si tratti dell’elemento catalizzatore
dipinto. Tutti i personaggi sono raggruppabili entro del complesso voluto dal regime fascista, l’Athena
il cerchio inscritto nel quadrato della tela. Attorno di Arturo Martini non ha nulla di celebrativo o di
33.81 Ó
al centro, d’altra parte, ruota l’intera composizione, Arturo Martini, Athena propagandistico, ma è anzi antiretorica ed esegui-
nonostante l’inclinazione dei legni trasversali delle (Minerva), 1934-1935. ta con grande libertà iconografica, come dimostra
Bronzo. Roma, Università
tre croci e gli spigoli del tavolo conducano gli occhi di Roma La Sapienza.
anche l’innovazione formale delle braccia levate in
dell’osservatore fuori dal quadro. Vedute. alto e perfettamente distese.
33.7 33.82 Ô
Otto Dix, Ritratto
245
della giornalista Sylvia
Neue Sachlichkeit von Harden, 1926.
Olio su legno, 121×89 cm.
(Nuova Oggettività) Parigi, Musée National
Staatliche Kunstsammlungen,
Galerie Neue Meister.
33.85 Ô
Matthias Grünewald,
Altare maggiore della chiesa
abbaziale degli Antoniani
di Isenheim, 1512-1516.
Olio su tavola, pannello
centrale 269×307 cm;
scomparti laterali 232×76,5 cm;
predella 67×341 cm.
Colmar, Musée d’Unterlinden.
Facciata anteriore chiusa.
duta secondo una prospettiva che ha in alto il punto nel 1928, l’opera si compone di una pala centrale,
di fuga e la linea d’orizzonte, la von Harden è colta due scomparti laterali e una predella. Dix intende
di tre quarti, mentre regge disinvoltamente una siga- essere un “osservatore”, un narratore che racconta
retta tra le lunga dita ossute. La mano sinistra pog- quello che ha visto e vissuto, in modo da ricordare
gia, a palmo aperto, sul fianco opposto e da una del- ai suoi contemporanei ciò che è accaduto, per ri-
le due gambe accavallate cala in maniera trascurata svegliarne le coscienze. La Germania, infatti, ave-
una calza. I capelli lisci neri tagliati corti, il monoco- va già dimenticato le atrocità e le sofferenze patite,
lo all’occhio destro, il gesto di fumare, il cocktail, il mentre la società tedesca cominciava a resuscita-
pacchetto di sigarette e i fiammiferi sul tavolino sono re falsi miti, ideali ingannevoli e nazionalismo: un
altrettanti elementi che contribuiscono a offrire l’im- composto velenoso che presto avrebbe condotto a
magine di una donna moderna ed emancipata che un ben più tragico e devastante secondo conflitto
stava facendosi strada negli anni Venti. mondiale.
Nei suoi ritratti Dix preferiva sempre riprodurre Il trittico raffigura la giornata di un soldato. A
la prima impressione che aveva avuto del soggetto, sinistra, la partenza per il fronte in un gelido e neb-
mirando a coglierne «soltanto l’esterno; quello che bioso mattino. Al centro, la devastazione apocalitti-
è dentro verrà fuori da sé». Dell’“impressione”, nel ca e l’orrore della battaglia tra corpi orrendamente
ritratto di Sylvia von Harden, fanno parte anche mutilati e squarciati, sacrificati come il Cristo fla-
l’accentuazione dei caratteri fisici (il volto ossuto gellato e crocifisso di Grünewald. Nel laterale de-
e allungato, la bocca dalle labbra rosse, le dita lun- stro è rappresentato il ritorno dei sopravvissuti (tra
ghe) e la postura con la linea spezzata e marcata Altdorfer cui lo stesso Dix che si autoritrae) che si trascina-
che, partendo dalla mano destra e passando per le Fig. 20.88 della gialla no disperati, ricoperti di fango, attraverso le buche
spalle, si conclude con la mano sinistra Fig. 33.83 . Particolare del cielo delle bombe, o tentano di tirarsi fuori da una trin-
cea colpita, lasciandosi dietro i bagliori degli incen-
Trittico della guerra Eseguito tra il 1929 e il 1932, di. Nella predella, infine, Otto Dix raffigura il ri-
il Trittico della guerra Fig. 33.84 è un’ennesima de- poso notturno dei soldati nella trincea/sepolcro,
nuncia della tragedia, del dolore e della bestiali- distesi l’uno accanto all’altro, protetti da un telo
tà della guerra. Esemplato sulla grandiosa pala che assume la solennità di un sudario.
d’altare di Isenheim di Matthias Grünewald, un’i- 33.86 Ó I colori e la tecnica pittorica di Dix riproducono
Albrecht Altdorfer,
cona della pittura tedesca di primo Cinquecen- La battaglia di Isso, quelli degli antichi maestri Fig. 33.86 (nei vortici di
to Fig. 33.85 , soprattutto dopo che era stata espo- 1529. Olio su tavola, nuvole incendiate dal sole nascente del laterale si-
158,4×120,3 cm.
sta a Monaco nel 1918-1919, e che Dix certamente Monaco, Alte Pinakothek.
nistro, e nelle colonne di fuoco che si avvolgono in
conosceva avendola anche potuta vedere a Colmar Particolare. spirali nel cielo notturno del laterale destro).
33.87 ÑÔ puntata sul nodo della cravatta), con un boccale di 247
George Grosz, I pilastri
della società, 1926.
birra in una mano e la spada nell’altra; la sua mente
Olio su tela, 205×108,8 cm. è occupata da pensieri di guerra (il soldato a caval-
Berlino, Staatliche Museen, lo). Il personaggio sulla sinistra è invece un giorna-
33.8
L’École de Paris
Marc Chagall,
Amedeo Modigliani
George Grosz (1893-1959)
George Grosz (nome americanizzato di Georg Ehren-
e Constantin Brancusi:
fried Groß) nasce a Berlino nel 1893. La sua forma- i grandi “isolati” di Parigi
zione si svolge fra Dresda, Berlino e Parigi. Dopo
aver servito per pochi mesi come soldato nella Pri- Dal secondo Ottocento Parigi è la capitale indiscus-
ma guerra mondiale ed esserne rimasto traumatiz- sa delle arti e la sede naturale in cui nascono e ma-
zato, l’artista rientra a Berlino dove, insieme a Otto turano molte delle esperienze e dei movimenti arti-
Dix, fonda il locale gruppo dadaista. Aderisce quin- stici più innovativi d’Europa. Sono i suoi mercanti,
di al Novembergruppe e nel 1925 partecipa alla prima piuttosto che la committenza tradizionale, a indiriz-
mostra della Neue Sachlichkeit. In fuga dal regime zare il gusto e a promuovere gli artisti. La loro figu-
nazista, nel 1933 emigra negli Stati Uniti. Muore ra associa indissolubilmente l’amante d’arte, l’inten-
nel 1959 a Berlino Ovest, dove era tornato a vivere. ditore, il collezionista, il gallerista, ma anche colui
Dopo una prima fase influenzata da Espressioni- che si occupa di oggetti artistici e in essi commercia
smo e Futurismo, l’artista mette a punto uno stile per ottenerne un profitto. Alcuni dei più noti fra di
personale, caratterizzato da un segno «tagliente» con loro sono Paul Durand-Ruel (1831-1922), Alexan-
il quale riproduce, con intento satirico e graffiante, le dre Bernheim (1839-1915) – fondatore della galleria
brutture e le contraddizioni della società del tempo. Bernheim-Jeune, ritratto insieme al fratello da Pierre
Bonnard ❯ vol.4, Itin. p. 425 –, Ambroise Vollard (1866-
I pilastri della societˆ La carica satirica è parti- 1939) – ritratto da Cézanne e Picasso ❯ Fig. 29.30 –,
colarmente evidente nei Pilastri della società del i fratelli Léonce (1879-1947) e Paul (1881-1959) Ro-
1926 Fig. 33.87 , uno dei dipinti più feroci di Grosz, senberg (il primo fu committente di Max Ernst,
che rappresenta la grottesca caricatura dell’élite al Giorgio de Chirico, Alberto Savinio), Léopold Zbo-
potere nella Germania del tempo. In primo piano rowski (ca 1889/1890-1932), Paul Guillaume (1891-
è raffigurato un nazista (come rivela la svastica ap- 1934), Berthe Weill (1865-1951).
248 È forte, perciò, il richiamo che Parigi esercita su Io e il mio villaggio Dipinto nel 1911, Io e il mio
artisti di ogni parte d’Europa, d’America e perfino villaggio Fig. 33.89 è un atto d’amore per il suo luo-
del Giappone, che trovano in essa un clima stimo- go natio, popolato di chiese ortodosse e sinagoghe.
lante e adatto a liberare la propria visione poetica. Nel piccolo paese agricolo uomini e animali vivo-
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
Teatro indiscusso delle loro azioni e della loro vita è no in stretta interdipendenza. È la ragione per cui
soprattutto Montparnasse, che ha ormai sostituito il contadino (a destra) e la mucca (a sinistra) han-
Montmartre quale quartiere degli artisti e dei poeti. no le bocche sulla stessa direttrice e gli occhi negli
Si è soliti indicare gli artisti stranieri presen- occhi Fig. 33.90, a . I due si guardano, mentre li lega
ti nella capitale f rancese agli inizi del Novecento e in parte li modella il vortice di una circonferenza
con il nome collettivo di École de Paris (Scuola di centrale b : una sorta di orbita planetaria (o la raf-
Parigi) Fig. 33.88 . L’espressione non indica nessu- a figurazione della terra) lungo la quale si muove la
na unità di intenti, né la condivisione di particolari luna durante un’eclisse c . Gli uomini e gli animali
ideali artistici, né, tantomeno, un raggruppamen- sono dunque parte della vita dell’universo. Un al-
to strutturato e sentito come tale, ma solo l’ete- bero della vita, tenuto tra le mani del contadino,
rogeneità delle scelte, il cosmopolitismo dell’arte, penetra nella circonferenza con la sua acuta forma
l’individualità della ricerca, cioè l’esatto opposto di stilizzata d .
quello che propriamente si intende per «scuola». La testa dell’uomo è verde, come l’erba dei cam-
Ciò che profondamente unisce questi artisti, tesi ad pi che lavora, mentre quella della mucca è bianca
affermare le proprie sensibilità e visioni poetiche, è (come il latte che produce) e azzurra. Fra le due
innanzitutto l’attaccamento a Parigi, patria elettiva teste passano le immagini del villaggio e della pa-
e luogo della loro libertà creativa. cifica e modesta vita che vi si svolge: una donna
munge una mucca, un’altra, che cammina lungo il
ciglio della grande strada rosata, perciò raffigurata
33.8.1 a testa in giù, precede un contadino che torna dal
b
Marc Chagall (1887-1985) lavoro tenendo una falce sulla spalla. Il paese con
ÇParigi, tu sei la mia seconda VitebskÈ la chiesa si sviluppa lungo la strada e sulla sommità
della collina, circondata a sua volta dal verde degli
Marc Chagall nasce a Lyozno, nei pressi di Vitebsk alberi e da un cielo dai molti colori.
(Bielorussia), da una povera famiglia di origine Il dipinto rientra a pieno titolo nella tipologia
ebraica il 7 luglio 1887. Studia nella città natale e al- cubista per la f rammentazione e la successiva ri-
la Scuola Imperiale di Belle Arti di San Pietroburgo. composizione delle forme, che per Chagall sono
Dal maggio 1911 (come è stato recentemente sta- soprattutto «rappresentazione di pensieri».
bilito, e non 1910, come lo stesso Chagall scrive nel-
la sua autobiografia) al maggio-giugno 1914 vive a Parigi dalla finestra In Parigi dalla f ine-
Parigi esponendo al Salon des Indépendants nel 1912. c stra Fig. 33.91 , del 1913, la Tour Eiffel si libra sui
Rientrato in Russia, è attivo durante la Rivoluzio- tetti della capitale f rancese come pronta al volo.
ne d’ottobre ma, in contrasto con l’influente Kazi- 33.88 Ó Un trenino, sovvertite tutte le leggi di gravità, viag-
Alcuni protagonisti dell’École
mir Malevič, è costretto ad abbandonare la direzione de Paris.
gia capovolto, mentre la mano blu di un uomo bi-
dell’Accademia di Vitebsk, da lui stesso fondata. a. Marc Chagall,
fronte carezzerà, forse, il gatto umanizzato seduto
Dal 1923 è di nuovo a Parigi e da lì si sposta suc- Autoritratto con smorfia, sul davanzale. La veduta, dipinta da Chagall due
cessivamente in Palestina, Italia, Inghilterra, Olan- 1917. Matita anni dopo il suo arrivo a Parigi, indica che tutta la
su carta quadrettata,
da e Spagna. Nel 1941 si trasferisce negli Stati Uniti 37,5×27,9 cm. città è già sua e che nella bandiera francese (a cui
e rientra in Francia solo nel 1948. Muore a Saint- Parigi, Musée National rinviano i colori blu, bianco e rosso sulla destra)
d’Art Moderne, Centre
Paul-de-Vence il 28 marzo 1985. Georges Pompidou. egli si riconosce pienamente. Le tinte variegate del
Durante il suo primo soggiorno a Parigi, Chagall b. André Derain, Ritratto telaio della finestra rivelano che l’artista ha ormai
di Modigliani, 1914.
rimane molto colpito dal colore dei Fauves e dalle ri- Matita su carta,
fatto proprie tutte le ricerche contemporanee sul
cerche di Delaunay, forse il “meno cubista” dei Cu- 39,5×24 cm. colore. Chagall, però, resta legato anche alla patria
bisti. L’incontro con l’Astrattismo e il Surrealismo Parigi, Musée National russa: a essa rinviano i fiori che ornano lo schienale
d’Art Moderne, Centre
è di assoluto rifiuto per il primo e solo marginale Georges Pompidou. della sedia e alla vita precedente guarda anche uno
per il secondo. Il suo mondo poetico si nutre di una c. Anonimo, Ritratto dei volti dell’uomo bifronte, equamente diviso tra
di Brancusi. Mina
fantasia che si richiama all’ingenuità infantile e alla di piombo su carta, presente e passato.
fiaba, sempre profondamente radicata nelle tradi- 37,5×28 cm. Parigi,
Musée National d’Art
zioni russa ed ebraica. Le sue figurette portate dal Moderne, Centre LÕanniversario L’anniversario Fig. 33.92 , opera ese-
vento occupano uno spazio in cui l’orientamento Georges Pompidou. guita nel 1915, è una testimonianza gioiosa della
non esiste più. Il sotto e il sopra si equivalgono: co- Disegni e stampe felicissima vita coniugale di Marc Chagall che, pro-
me nei sogni, tutto è possibile e vero. prio in quell’anno, aveva sposato la giovane Bella
33.89 Ñ 33.91 Ô 249
Marc Chagall, Io e il mio villaggio, Marc Chagall, Parigi dalla finestra,
1911. Olio su tela, 192,1×151,4 cm. 1913. Olio su tela, 133×139 cm.
New York, Museum of Modern Art. New York, Solomon R.
Guggenheim Museum.
33.90 ×
c
d
33.92
Marc Chagall, L’anniversario,
1915. Olio su tela,
81×100 cm. New York,
Museum of Modern Art.
33.93 Ô
Schema geometrico-
compositivo e delle posture
dell’Anniversario.
250
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
Rosenfeld (1895-1944), che sarebbe stata anche sua 33.94 Re David in blu Con il tempo il colore di Chagall
Marc Chagall, Dipinti
musa, modella e guida spirituale. di soggetto biblico.
supera i contorni dei corpi espandendosi sulla te-
Nel dipinto del Museum of Modern Art di New a. Il quinto e il sesto giorno:
la. In tal modo il dipinto si costruisce per grandi
York l’artista descrive con minuzia il caldo interno la creazione del mondo, macchie o fasce di colori, sul genere di quanto al-
della sua abitazione con le stoviglie e un dolce su 1971-1972. Vetrata, tri artisti prima di lui avevano già fatto e per i qua-
459×266 cm. Nizza, Musée
un tavolo a sinistra sotto la finestra, un divano, dei National Marc Chagall. li, all’inizio degli anni Cinquanta, era stato coniato
drappi d’artigianato russo appesi alle pareti. b. Capitolo Ruben, 1963. il termine tachisme (da tache, macchia) ❯ par. 34.2 .
Stampa, 36,5×27,7 cm,
Da un fiammante pavimento rosso Bella, che re- modello definitivo a colori. Così, la figura diventa partecipe della stessa natura
ca in mano un mazzo di fiori variopinti – emblema Nizza, Musée National e questa delle forme create; allo stesso tempo il co-
Marc Chagall.
di piacere sensuale nei dipinti di Chagall –, procede lore proclama la sua assoluta e orgogliosa indipen-
Oggetti d’arte.
verso sinistra, quasi in leggera corsa. Il consorte ne denza dalla forma.
anticipa i movimenti con un morbido fluttuare a 33.95 Ó Ô Il sogno legato alla storia di Israele – una costan-
mezz’aria, mentre, avendo ruotato innaturalmente Marc Chagall, Re David in blu, te nelle opere di Chagall realizzate con le tecniche
1968. Olio su tela, 65×81 cm.
il collo – secondo una tipologia ricorrente in diver- Collezione privata. Intero e
più diverse Fig. 33.94 – vede spesso l’artista impe-
se tele di Chagall –, la bacia con delicato traspor- particolare. gnato nella raffigurazione di temi desunti dai libri
to Fig. 33.93 . Il sogno diventa realtà e la felicità si sacri veterotestamentari.
aggiunge al ricordo della vita serena a Vitebsk. La È il caso di Re David in blu, un’opera del
cittadina russa, d’altra parte, è un soggetto frequen- 1968 Fig. 33.95 . Il grande re adagiato e sospeso in
te nei dipinti dell’artista russo – spesso autobiogra- aria rappresenta egli stesso la volta celeste stella-
fici – al pari delle capre e dei galli, dei suonatori, ta. Il suo grande corpo rivestito di fiori ammanta
dei circensi, delle tradizioni e festività ebraiche, che la sottostante città, che partecipa dello stesso blu
rammentano la vita semplice del luogo natio. del cielo. David suona la sua cetra e volge gli occhi
Il trattamento semplificato delle forme è ele- all’apparizione dell’amata Betsabèa che, voluttuo-
mento che ricollega l’artista al Primitivismo della samente, “sorge” all’estremità superiore destra del
pittura russa dell’inizio del Novecento e che lo af- dipinto: un corpo celeste che danza nella notte,
fianca alle esperienze di Natalja Gončarova e Mi- sulle note della cetra, mentre fissa trasognata la
chail Fëdorovič Larionov. luna.
33.8.2 251
Amedeo Modigliani
(1884-1920)
33.99 Ô
Schema grafico della postura
e dei movimenti di Nudo
disteso con i capelli sciolti.
33.100 Ô
Amedeo Modigliani,
Bambina in blu, 1918.
Olio su tela, 116×73 cm.
Collezione privata.
Intero e particolare.
■ La Stadtbahn di Vienna.
La prima metropolitana di superficie d’Europa
■ La Peggy Guggenheim Collection di Venezia
Solaio
in laterizio
Travi orizzontali
in acciaio
N
el 1871 Chicago fu quasi totalmente
distrutta da un incendio che divam- Chicago in costruzione, della struttura d’acciaio
1891. Stampa. Il a prova d’incendio
pò violento e indomabile, divorando
sistema di applicazione di William Le Baron
case per la maggior parte ancora in legno e degli elementi di Jenney.
con strutture in materiali comunque vulnera- facciata alla gabbia
bili, come la ghisa. In quel momento la cit- metallica di William William Le Baron
luoghi, oggetti, memorie
reliance building
è un esempio il Guaranty Building, costruito
Particolarmente significativa in questo sen- grandi Magazzini Carson, da Sullivan e Adler a Buffalo tra il 1894 e il
so è la storia del Reliance Building, realizza- Pirie & scott 1896 . Nel 1903 Sullivan completa i Grandi
to da Burnham & Root tra il 1891 e il 1896 Magazzini Schlesinger & Mayer (subito dopo
. Al di sopra di un basamento di due pia- Il problema della forma è affrontato in sede Carson, Pirie & Scott, oggi Sullivan Center),
ni, l’edificio ripete tredici piani identici in ve- teorica soprattutto da Louis Henry Sullivan, il all’angolo dell’incrocio più trafficato di Chica-
tro e maiolica bianca, animata da una sottile maggior esponente della Scuola di Chicago. go . Anche in questo caso l’architetto sta-
trama decorativa. Tuttavia, il progetto iniziale Nel suo saggio The Tall Building Artistically tunitense utilizza la composizione tripartita: al
prevedeva solo cinque piani. L’ampliamento Considered (1896), Sullivan descrive il grat- basamento, con un’esuberante decorazione
del 1896 avvenne aggiungendone altri dieci tacielo come un organismo costituito da tre in ghisa, si sovrappongono un corpo centra-
del tutto uguali ai sottostanti: un’operazio- parti funzionalmente distinte: un basamento, le, caratterizzato da ampie vetrate ripartite da
ne meramente additiva resa possibile dalla cui è affidata la funzione rappresentativa, un sottili pannelli di terracotta bianca, e un coro-
totale assenza di gerarchia fra i diversi piani corpo centrale di uffici identici e indifferenziati, namento loggiato, ottenuto arretrando legger-
dell’edificio. un coronamento contenente i locali tecnici. Ne mente le aperture dell’ultimo piano.
258
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
sears tower
dellÕera fascista
Giuseppe Pagano,
Marcello Piacentini, Luigi
Piccinato, Ettore Rossi
e Luigi Vietti, Planimetria
generale dell’E42
secondo il primo
progetto, 1937.
10
8 9 1. Ingresso principale
2. Palazzo dei
Ricevimenti
11 12 3. Teatro lirico
e auditorium
4. Teatro di prosa
5. Palazzo della
7
15
scienza e del
progresso umano
14 6. Piazza Imperiale
7. Lago artificiale
13 6 Principali aree
3 4 5 espositive
2
8. Agricoltura
9. Industria
10. Comunicazioni
11. Divertimenti
12. Architettura e
urbanistica
1 13. Arti
14. Zona a disposizione gli schizzi è evidente lo sforzo di imprimere
nazionale plasticità agli spazi attraverso l’articolazione
15. Zona a disposizione
architettonica e grazie all’equilibrio tra aree
internazionale
edificate, viabilità e superfici aperte. L’asse
Marcello Piacentini centrale è il cardine compositivo di un con-
luoghi, oggetti, memorie
D
opo la guerra coloniale in Libia e la Pagano Pogatschnig (1896-1945). Mentre governativa è però il senso celebrativo delle
proclamazione dell’Impero nel 1936, l’accademico Piacentini è il caposcuola di architetture. Il piano viene così profondamen-
il governo fascista decide di organiz- un classicismo moderno, monumentale e te modificato nel 1938. Unico firmatario, in-
zare un’Esposizione Universale da tenersi a celebrativo, di ispirazione déco, Pagano è sieme con l’Ufficio tecnico dell’Ente organiz-
Roma nel 1942 (da cui l’acronimo E42), a ce- l’appassionato rappresentante di un razio- zatore, è ora Marcello Piacentini .
lebrazione dei venti anni dalla conquista del nalismo rigoroso, europeo, ma praticato con Bloccato entro schemi più rigidi e ripeti-
potere. Intitolata enfaticamente «Olimpiade sensibilità tutta mediterranea. tivi, il nuovo piano esecutivo segue traccia-
delle Civiltà», la manifestazione doveva con- Nel 1937 il gruppo elabora un primo pro- ti regolari e perfettamente simmetrici. L’asse
sistere in una serie di mostre dedicate a vari getto , il cui elemento maggiormente ca- centrale, allargato a dismisura, smarrisce la
temi come l’arte, la scienza, l’economia, le ratterizzante è costituito da un asse centrale propria identità urbanistica e architettonica.
politiche sociali delle nazioni. L’obiettivo era Roma-mare, l’odierna via Cristoforo Colom- Gli spazi verdi sono relegati nelle zone peri-
quello di richiamare sull’Italia fascista l’atten- bo, che attraversa longitudinalmente l’intera feriche. Il lago perde il suo ruolo di elemen-
zione e l’ammirazione internazionali. area. Altri elementi significativi sono la piaz- to naturale, dalle rive frastagliate, sostituito
Il progetto per allestire i nuovi spazi da za Imperiale (l’attuale piazza Guglielmo Mar- da una serie di grandi e impersonali vasche
destinare all’E42 viene affidato a un grup- coni) 6 , dalla forma articolata e asimmetri- rettangolari con funzione puramente sceno-
po di cinque architetti. Accanto ai tre giovani ca, collocata nel baricentro del complesso, grafica.
emergenti Luigi Piccinato (1899-1983), Et- e un lago artificiale dai contorni frastagliati Con la cancellazione delle relazioni tra gli
tore Rossi (1894-1973) e Luigi Vietti (1903- (l’attuale lago dell’Eur) 7 , che penetra pro- spazi la città razionalista scompare per la-
1998), figurano anche due tra i maggiori e più fondamente nello spazio urbano, fra approdi sciare posto a una città monumentale, sce-
affermati esponenti dell’architettura italiana: e zone verdi. nografica, autoritaria, che riprende – in peg-
Marcello Piacentini ❯ par. 32.9.6 e Giuseppe Nell’organizzazione della pianta e ne- gio – il modello della città ottocentesca .
261
Giovanni Guerrini,
Per realizzare le opere più importanti, che sa- Ernesto Lapadula
ranno sede delle esposizioni, vengono indetti e Mario Romano,
vari concorsi nazionali. Palazzo della Civiltà
Italiana, dal 1938.
Al centro di tutto l’impianto, l’edificio cari- Veduta d’angolo.
co del massimo valore simbolico è il Palazzo
della Civiltà Italiana . Vincitori del concorso Adalberto Libera,
sono gli architetti Giovanni Guerrini (1887- Palazzo dei Ricevimenti
1972), Ernesto Lapadula (1902-1968) e Ma- e dei Congressi,
1937-1942.
rio Romano (1895-1972) che disegnano, co-
me dice la stessa commissione giudicatrice,
«un enorme cubo di circa sessanta metri di
lato, le cui pareti verticali sono divise in otto
piani con tredici archi per ciascuno».
La forma semplice e perentoria del cubo
(che nella sua realizzazione consta di 7 piani
con 9 archi per ciascuno), rivestito in traver-
tino, sommata all’enfatica ripetizione degli ar-
chi a tutto sesto che si aprono sulle quattro
facciate, risponde all’esasperata ricerca di
un’immagine fortemente simbolica ed evo-
cativa: una specie di riproposizione in versio-
ne moderna del Colosseo.
La distribuzione interna prevede un sin-
golare e innovativo percorso a ritroso, cioè
dall’alto verso il basso, come – un ventennio
dopo – Wright riproporrà anche nel newyor-
chese Solomon R. Guggenheim Museum. I
visitatori, infatti, salgono all’ultimo piano per
mezzo di ascensori, e da qui poi intraprendo-
no il percorso espositivo scendendo a piedi
ai vari piani inferiori, fino a ritornare a terra.
itinerario
La Stadtbahn di Vienna. La prima
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
to viario e urbanistico che aveva indotto al le soprattutto a partire dal 1890, quando il
tracciamento del Ring e stava prevedendo il municipio cittadino deliberò di includere nel
suo raddoppio tramite la realizzazione della territorio comunale anche i popolosi quartieri
circonvallazione esterna del Gürtel (cintura) sorti fuori dalla fascia del Gürtel.
Linee ferroviarie
Linea metropolitana 1 (Vorortelinie)
Linea metropolitana 2 (Wientallinie-Donaukanal)
Linea metropolitana 3 (Gürtellinie)
Linea metropolitana 4 (2° distretto)
Hofpavillon
Stazione di Karlsplatz Heiligenstadt
Stazione di Rossauer Lände
Viadotto sul Währinger Gürtel
Stazione
di Nussdorfer Strasse
Hüttelsdorf
Stazione
di Karlsplatz. Particolare.
Schema
planimetrico
della Stadtbahn
e della rete
ferroviaria
viennese.
Otto Wagner, Disegno 263
di progetto per una
Galleria d’arte moderna
a Vienna, 1900.
Otto Wagner, Disegni
la ferrovia urbana
viennese (Stadtbahn)
(1894-1901)
Hofpavillon. Veduta
del salone imperiale.
Stazione di Rossauer
Lände. Veduta della
facciata.
Viadotto sul
Währinger Gürtel.
Veduta.
Stazione di
Nussdorfer Strasse.
Vedute della facciata
e di una banchina.
donaukanallinie gürtellinie
3 4
Stazione di Rossauer Lände Viadotto sul Währinger Gürtel
1899-1900 ca 1900
La seconda linea (Donaukanallinie) ❯ p. 262, 3 Della Gürtellinie, la quarta linea della Stadtbahn
costituisce il proseguimento ideale della pri- e l’unica ancor oggi in funzione ❯ p. 262, 4 , col-
ma e costeggia il canale del Danubio dalla piscono soprattutto la grandiosità delle sta-
dogana centrale fino a Heiligenstadt, il quar- zioni (tutte a due o tre piani) e l’imponenza dei
tiere più settentrionale della città. Questa di- ponti e dei cavalcavia, in quanto quasi l’intero
rettrice è tracciata spesso in galleria o lungo tracciato si svolge in sopraelevazione al fine
l’argine artificiale del canale al fine di non in- di non interferire con la viabilità preesistente.
terferire mai con la viabilità preesistente. In questo viadotto (realizzato con ele-
La stazione di Rossauer Lände è una delle menti di acciaio prefabbricati, assemblati sul
più significative e meglio conservate della se- posto mediante bulloni) il moderno linguag-
conda linea , della quale rappresenta anche gio del ferro risulta perfettamente integrato
la tipologia architettonica più ricorrente. Poi- con l’architettura di tradizione ottocentesca, partita da un doppio ordine di alti finestroni
ché in quel tratto la ferrovia passava in galleria costituendo un significativo momento di in- rettangolari , l’architetto viennese progetta,
lungo l’argine del canale, la stazione è stata novazione del gusto. oltre alle consuete sale d’aspetto e alle varie
immaginata come un corpo sviluppato in oriz- biglietterie, anche toilette, bar, chioschi per
zontale che, visto dalla riva opposta, apparis- giornali, rivendite di fiori e tabacchi, uffici per
se come un semplice rialzamento dell’argine. 5 il personale e magazzini per le attrezzature di
In questo modo l’architettura estremamente Stazione di Nussdorfer Strasse pulizia e di manutenzione.
lineare della stazione ben si integrava con la Negli intenti di Wagner, infatti, la Stadtbahn
1896
linearità del muro di contenimento dell’argine, – la cui banchina è qui sopraelevata rispet-
quasi che la prima sorgesse spontaneamen- L’imponente edificio della stazione di Nus- to al livello stradale – non rappresenta un
te dal secondo. Solo nella facciata d’ingresso sdorfer Strasse ❯ p. 262, 5 riunisce in sé di- semplice mezzo di comunicazione ferroviario
verso la strada Wagner ripropone alcuni ele- verse funzioni, in una visione estremamente ma un vero e proprio intervento urbanistico
menti decorativi geometrico-floreali di gusto moderna dell’architettura che secondo Wa- a scala cittadina. Le stazioni, di conseguen-
jugendstil . In tal modo egli riesce a fare co- gner doveva essere non solo esteticamente za, diventano significativi poli di aggregazione
esistere due linguaggi diversi sui due opposti valida, ma anche (e soprattutto) utile. Dietro economica e sociale, nei quali pulsano, oggi
lati dell’edificio. alla lunga facciata, geometricamente scom- come allora, la vita e le attività.
266
itinerario
La Peggy Guggenheim Collection
sezione XI ■ Ottocento-Novecento
di Venezia
L a Peggy Guggenheim Collection ,
una delle maggiori istituzioni per l’arte con-
temporanea sul territorio italiano, ha sede a
Venezia, ma dal 1976 dipende dalla Solomon
R. Guggenheim Foundation di New York.
Con il Solomon R. Guggenheim Museum
della grande città americana e il Guggenheim
Museum di Bilbao ❯ par. 35.8 , la collezione
veneziana fa parte delle sedi espositive della
Fondazione e, insieme all’istituzione spagno-
la, ne costituisce la prestigiosa rappresentan-
za europea.
La collezione veneziana rispecchia i gu-
sti di colei che la formò, Peggy Guggenheim
(1898-1979) , un’eclettica e straordinaria
americana indirizzata verso il collezionismo
di arte contemporanea dallo scrittore e com-
mediografo irlandese Samuel Beckett (1906-
1989).
Gli interessi della Guggenheim andavano
dal Surrealismo all’Espressionismo astratto
dell’Action Painting ❯ par. 34.4 . Per i suoi ac-
quisti, oltre che del suo “fiuto” da intenditri-
ce, si valeva anche dei consigli di amici, ad Man Ray,
esempio di quelli del pittore Max Ernst, dal Peggy Guggenheim
1941 suo secondo marito (dal quale divorziò con indosso un
nel 1943). abito di lamé d’oro
Prima di stabilirsi definitivamente a Ve- del grande sarto
parigino Paul Poiret,
luoghi, oggetti, memorie
La postura ondulata e quasi poligonale del volumi abitativi, o anche dei giocattoli – de- orizzontali e verticali Van Doesburg aggiunge
rettile rinvia a sua volta ai due ampi campi ver- finiscono lo spazio suggerendone la vastità, le diagonali che, rispetto alla calma e all’equi-
de e giallo – uniti per i rispettivi vertici – che pur arginata da vapori celesti che sembrano librio dei dipinti di Mondrian, danno luogo a
riproducono, molto verosimilmente, il volo a avanzare lievi verso l’osservatore. un maggiore dinamismo. Potrebbe sembrare
«8» dell’uccello, definendone quasi geome- poca cosa, ma era sufficiente a sconvolgere
i principi di De Stijl e di Mondrian che li aveva
tricamente traiettoria e superficie interessata.
5 formulati. Il dinamismo, infatti, è movimento,
theo van doesburg azione, cioè sinonimo di intervento personale
(1883-1931) dell’artista, quando, al contrario, il dipinto ne-
4 Contro-composizione XIII oplastico deve tendere con i suoi mezzi limitati
Yves tanguy (solo linee orizzontali e verticali, i tre colori pri-
1925-1926. Olio su tela, 49,9×50 cm mari e i non-colori bianco e nero) all’eliminazio-
(1900-1955)
Theo van Doesburg, pseudonimo del pittore, architet- ne delle emozioni e del particolarismo.
In un luogo indeterminato to e saggista olandese Christian Emil Marie Küpper, La composizione diagonale dà invece ori-
1941. Olio su tela, 43×71,4 cm nasce a Utrecht nel 1883; si forma da autodidatta gine a cinque triangoli isosceli e a tre poligoni
nell’ambiente filosofico del positivismo, ma abbraccia
Nato a Parigi il 5 gennaio 1900, Yves Tanguy è un au- in seguito anche le teorie mistiche della teosofia. Nel che si rivelano triangoli solo se mentalmen-
todidatta, non avendo mai frequentato alcuna scuola 1919 dà vita alla rivista «De Stijl» ❯ par. 32.6 , attorno te se ne proseguono i lati oltre la cornice. Il
o accademia d’arte. Nel 1924 entra in contatto con il alla quale si sviluppa, grazie anche al concorso di triangolo, più che il quadrato o il rettango-
gruppo dei Surrealisti, dai quali viene accolto ufficial- Piet Mondrian, la corrente del Neoplasticismo. L’arti-
mente nel 1925. Trasferitosi negli Stati Uniti nel 1940,
lo di Mondrian, suggerisce vitalità e scatto.
sta muore a Davos, in Svizzera, nel 1931.
l’artista vi rimane fino alla morte (15 gennaio 1955), L’integrazione mentale delle forme, inoltre, è
fissando la propria residenza a Woodbury, nel Con- Contro-composizione XIII è indicativo del- motivo di ulteriore vivacità che impedisce o
necticut. Si allontana dagli Stati Uniti solo per alcuni la diversa concezione che l’artista aveva del comunque limita la contemplazione da parte
viaggi all’estero, in specie in Europa, in occasione di dell’osservatore. Si capisce come l’opzione
esposizioni di sue opere.
Neoplasticismo rispetto all’asciutto, quasi mo-
nacale rigore di Mondrian. All’impero delle linee “diagonale” di Van Doesburg abbia potuto
Le pitture di Tanguy si caratterizzano per pa- costituire uno dei motivi – per taluni addirittu-
■ Proteiforme Che assu- tà marina della mitologia
esaggi irreali, quasi lunari, certamente onirici: me varie forme. Il termine greca, che era in grado di ra l’unico – per cui Mondrian si allontanasse
desolati e inquietanti, se non fosse per talu- deriva da Pròteo, divini- assumere qualsiasi forma. da De Stijl già nel 1924.
269
Pianta.
N
el cuore più caratteristico della Bo- Percorrendo i vari locali si ha la sensazione
logna medievale si apre – stretta e – quasi estraniante – di varcare la soglia del
lunghissima – l’infilata di via Fondaz- tempo, ritornando sia ai sobri arredi originali
za, serrata fra le facciate rossicce di case e della famiglia, sia, soprattutto, agli strumenti
palazzotti di non più di tre piani. di lavoro dell’artista. Dai muri scoloriti pendo-
Ed è proprio al numero 36 di questa ani- no – più o meno disordinatamente – vecchie
mata strada cittadina che Giorgio Morandi stampe, un orologio, varie righe e squadre,
si trasferì con la famiglia, nel 1910, dopo la mentre su alcuni scrittoi, scaffali e tavolinet-
scomparsa del padre, continuando poi ad ti si ammassano – quasi che Morandi ve li
abitarvi fino alla morte (1964), insieme alle avesse potuti lasciare ieri – pennelli, tubetti di
sorelle nubili Anna (1895-1989), Dina (1900- colore, pigmenti in boccette di vetro, solventi,
1977) e Maria Teresa (1906-1994). tavolozze, fasci di schizzi e appunti, matite,
Composizioni di vasi e bottiglie
È stato da più parti scritto che l’abitazione penne e gessetti .
a cui si ispirava Morandi.
e lo studio di un artista, o la sua biblioteca, Il visitatore, però, resta colpito e affasci-
sono una sorta di autoritratto dell’uomo, al nato soprattutto dalla pacatezza tenue dei
pari di un vero e proprio dipinto. Non solo, ha sempre e solo vissuto, dormito e lavo- colori e dalla morbida quotidianità delle for-
la casa-atelier è in certo modo la proiezio- rato nella sua camera da letto: da quando me di una serie di eterogenei oggetti di ve-
ne stessa dell’artista, dell’immagine che egli frequentava come studente l’Accademia di tro e ceramica (bottiglie, vasi, bicchieri, lumi,
vuole dare di sé: una sorta di manifesto della Belle Arti, fino a quando – già anziano e fa- barattoli) , che – insieme ad alcune grandi
sua poetica e, allo stesso tempo, la sua au- moso – riceveva critici, amici, intellettuali e conchiglie – rimandano con impressionan-
tobiografia. Se tutto questo è vero, non rie- collezionisti. te immediatezza al poetico repertorio delle
sce difficile vedere proprio nella casa-studio La sua camera era la più grande, riser- grandi nature morte morandiane.
di Giorgio Morandi la scrittura di un modo vata e meglio esposta della casa, in quanto Misurando con lo sguardo il chiuso spazio
assolutamente semplice, sereno e moderato affacciava con un’ampia e ariosa finestra su della camera-studio, osservandone la luce
di intendere la vita, e nei suoi oggetti leggere un tranquillo giardinetto interno. Ancora og- e immaginandone il variare, alle diverse ore
ancora la forza solenne della sobrietà. gi, nel radicale riallestimento della casa-stu- del giorno e secondo il susseguirsi delle sta-
Ciò che più desta meraviglia, infatti, en- dio (curato con grande sensibilità nel 2009), il gioni, l’universo artistico di Morandi balza in
trando nel modesto appartamento al primo grande cavalletto di legno usato dall’artista primo piano, con prepotente evidenza, nella
piano, è – per l’appunto – quello di essere è collocato a fianco del finestrone, dove egli ribadita consapevolezza, come egli stesso
un comune appartamento residenziale e non stesso era solito posizionarlo, in modo che affermava, che «per conoscere non è neces-
un atelier d’artista, come potrebbe essere la luce per dipingere gli provenisse corretta- sario vedere molte cose, ma guardarne bene
lecito aspettarsi. In pratica Giorgio Morandi mente sempre da sinistra. una sola».
270
❯ par. 28.4 .
Von mir gibt es kein Selbstporträt. Ich interessiere mich nicht für die eigene [Attersee, agosto 1903]
Person als `Gegenstand eines Bildes´, eher für andere Menschen… Cara Mizzi,
non ho ancora riempito il calamaio, e quin-
una gran perdita: chi vuole sapere qualcosa pletamente, e invece mi farebbe bene. Così della merenda, prima o dopo la quale faccio
di me come artista (che è l’unica cosa che continuiamo a «lavorare» in un altro labo- un altro bagno nel lago, non sempre ma ab-
valga la pena di conoscere) deve guardare ratorio, nella beata speranza di realizzare bastanza spesso. Dopo la merenda continuo
attentamente i miei quadri. Solo così potrà qualcosa: sperare è lecito, finché le tele so- a dipingere: un grande pioppo al crepuscolo,
capire chi sono e cosa voglio. no ancora di un bianco abbagliante. mentre sta per venire il temporale. A volte il
Helen Mirren e Ryan Reynolds in una scena del Faccio molto movimento all’aria aperta, o pomeriggio, invece di dipingere, vado a fare
film Woman in Gold, regia di Simon Curtis (2015). meglio...1 una partita a bocce in un paese qui vicino,
ma succede di rado. Quando arriva sera si
cena, poi a letto presto, per svegliarsi altret-
tanto presto. A volte faccio anche qualche
remata, tanto per rinforzare i muscoli.
Sono contento di sentire che il piccolo Ot-
terl è diventato bravo e giudizioso, speria-
mo che duri. Per Gusterl ci vorrà ancora un
po’ di tempo. C’è sempre da chiedersi cosa
sia meglio. Comunque spero che sia allegro
e sano. Il tempo qui è molto incerto, non fa
molto caldo e spesso piove: ma per dipinge-
re mi sono attrezzato per tutte le evenienze,
e questo mi consola.
E ora, cara Mizzi, devo separarmi da te e
dal tuo piccolo esercito con i saluti e i baci
più cari. Addio
Gust
1. La lettera si interrompe così.
sezione XII
Il sentire del tempo
34 Esperienze artistiche
Contemporaneitˆ
Dal secondo dopoguerra a oggi
nel secondo dopoguerra
35 Tendenze e sperimentazioni
del Contemporaneo
Luoghi, oggetti, memorie
272
Il sentire
del tempo
«Imagine all
sezione XII ■ Contemporaneitˆ
sta vincente per colmare il vuoto lasciato Earl Pardon, Christian Astuguevieille, ciare a vivere e a pensare. Un’ondata fatta
dal collasso della Vecchia Europa. Nell’im- Collana, 1989. Braccialetto Omaggio di nuove canzoni, nuove mode, nuovi film,
Argento sterling, a Yves Klein, ca 1995.
maginario collettivo gli Stati Uniti significa- oro, avorio, smalto, Spugna blu. Roubaix, nuovi beni di consumo, che investe le coste
no libertà, progresso e, soprattutto, abbon- madreperla, rubino, La Piscine, Musée d’Art dell’Europa occidentale e si espande rapida-
granato, topazio, et d’Industrie André
danza. Un’abbondanza fatta di cioccolata, rodolite, ametista Diligent. mente verso Est, fino a infrangersi sugli sco-
chewing-gum, cibo in scatola e sigarette e spinello.
Peter Skubic, Spilla,
gli di quella impermeabile «cortina di ferro»,
Collezione privata.
che, nella loro marcia vittoriosa, i soldati 1995. Acciaio, smalto, bruscamente calata dal Baltico all’Adriati-
hanno riversato a piene mani su popolazio- lacca, foglia d’oro. co, al di là della quale si avvertono oramai
Collezione privata.
ni stremate dopo anni di privazioni. Un’ab- solo segnali indistinti e rumori attutiti. Al
bondanza di mezzi e risorse che si trasforma mificazioni in costante sviluppo. Mentre più contagioso ottimismo a stelle e strisce l’Eu-
nei sostanziosi aiuti elargiti per rimettere in giù, sulle coste della California, l’industria ropa risponde con quello che ha: scavando
piedi economie disastrate e reinfondere fi- del cinema consolida il proprio primato tra nelle macerie del proprio recente passato ed
ducia nel futuro. Quanto basta perché al di le voci d’esportazione dell’economia statu- esorcizzando il trauma del vissuto attraver-
qua dell’Atlantico maturi nei confronti de- nitense, dalle piccole e grandi città della pro- so la drammatica vitalità del Neorealismo,
gli Stati Uniti un debito di gratitudine pa- vincia americana si espandono irresistibili le intento a fotografare senza infingimenti, nel
ri solo al desiderio di emulazione, entram- note del rock’n’ roll. È tutta un’ondata di no- cinema come in letteratura, la cruda realtà
bi fattori che contribuiscono a fare del mito vità quella che attraversa l’Oceano per river- dell’immediato dopoguerra e a dar voce alle
americano un ingrediente essenziale per la sarsi su un continente ansioso di ricomin- speranze di un profondo rinnovamento so-
rinascita europea e un elemento decisivo ciale. Oppure, come avviene in Francia con
per il passaggio dalla civiltà del rammendo lo sviluppo del movimento esistenzialista,
alla civiltà del consumo. tornando a interrogarsi sull’essere umano,
Dagli anni Trenta l’America è «la terra sul valore della sua esistenza, sulla sua ca-
della libertà», meta dei perseguitati prove- pacità di conservare la propria identità in
nienti dai quattro angoli d’Europa. L’emi- un mondo minacciato dalla potenza omo-
grazione diventa in questo periodo un’emi- logante e manipolatrice della tecnica. Sulla
grazione di qualità, oltre che di quantità e, base di tali presupposti l’intellettuale euro-
alla fine della guerra, New York ha ormai peo riacquista un ruolo centrale nel riallac-
soppiantato Parigi come capitale dell’arte e ciare il dialogo con le masse, nel farsi porta-
della cultura. Nella Grande Mela maturano tore di una cultura nazional-popolare dalle
e si moltiplicano nuove tendenze artistiche, finalità educative, nel tradurre e diffondere
che rielaborano il lascito delle Avanguardie i capolavori di quella letteratura americana
storiche per tradurlo in innovative forme di dalla quale ora non si può più prescindere e,
espressività dai contorni sfumati e dalle ra- contemporaneamente, nel recuperare e di-
275
fendere i valori di solidarietà ed eguaglianza dalità, quello che viene bollato come il mate- Sazio di benessere, lo sguardo delle nuove
che l’incalzare del modello consumista pare rialismo consumista di una classe borghese generazioni si dirige oltre l’orizzonte trac-
sgretolare inesorabilmente. irrigidita e compiaciuta delle sicurezze ac- ciato dalla generazione dei padri, perden-
Proprio quando la logica bipolare impo- quisite. Le università diventano il cuore di dosi nella ricerca di nuovi modelli identitari,
sta dalla Guerra Fredda sembra aver trova- un disagio giovanile che si allarga a macchia spandendosi in quel Sud del mondo appena
to un equilibrio e mentre, nelle rispettive di leopardo, dagli Stati Uniti all’Europa, dal risollevatosi dal giogo del vecchio e del nuo-
aree di influenza, i due modelli di svilup- Messico al Giappone, senza una coordina- vo colonialismo, oppure chiudendosi nel-
po contrapposti paiono giunti a uno stabile zione prestabilita e senza un programma la rivendicazione di autonomie e differen-
2000
2006
2001 Bansky,
Attentati di Al Qaeda Cameriera
a New York e Washington
Caduta del muro Attentato alle Torri 2006
2003
Verso
il Contemporaneo
Alla ricerca di nuove vie
Data l’estrema diversità delle singole situazioni po-
litiche, economiche e sociali venutesi a creare al di
qua e al di là dell’Oceano, l’arte del dopoguerra as-
sume forme e linee evolutive assolutamente diversi-
ficate e imprevedibili. Gli Stati Uniti, che fino al pre-
cedente conflitto avevano di fatto vissuto nel riflesso
delle vicende artistiche europee, diventano ora un
punto di riferimento fondamentale per tutte le nuo-
ve avanguardie. Queste, tradite da un’Europa che,
a dispetto della sua tradizione politica e culturale,
aveva poi partorito due atroci guerre mondiali nel
giro di poco più di un ventennio, vedono finalmen-
te incarnati nella società statunitense quei grandi 34.1 Ô la società globalizzata che la esprime, è necessario
Jackson Pollock,
valori di libertà e democrazia che danno vita a un Composition with
che utilizzi al meglio tutti i nuovi strumenti espres-
confronto nuovo, vitale e aperto di tutte le possibili Pouring II, 1943. Olio su tela, sivi che l’evoluzione tecnologica le mette via via
esperienze. L’arte del dopoguerra, infatti, è un’arte 64,7×56,2 cm. Washington, a disposizione. Vernici sintetiche, plastiche di va-
Hirshhorn Museum
totalmente diversa rispetto a quella delle Avanguar- and Sculpture Garden. rio genere, elementi meccanici, tubi al neon e, più
die storiche dei primi tre decenni del secolo. Intero e particolare. recentemente, anche computer, monitor e video-
La caratterizzazione astratta inizialmente matu- 34.2 Ø proiettori sono spesso impiegati nella realizzazione
rata nell’ambito del Blaue Reiter e poi esplosa nelle Claes Oldenburg, di assemblaggi, composizioni o installazioni il cui
Forno con cibo, 1962.
ricerche di Kandinsky, Jawlensky, Mondrian e Klee, Mussola e tela grezza significato è, di volta in volta, quello di divertire, di
nella seconda metà del Novecento diventa spes- imbevuta di gesso, dipinte sbalordire, di far riflettere, di contestare o anche so-
a smalto, forno e oggetti,
so preponderante rispetto all’espressione figurati- 147,3×71,1×69,9 cm.
lo di irritare e scandalizzare Figg. 34.2-34.5 .
va Fig. 34.1 . Gli artisti, liberati definitivamente da Aquisgrana, Ludwig Forum. L’arte, come per riscattarsi dall’essere quasi sem-
ogni remora, estendono le loro ricerche in tutte le Intero e particolare. pre stata espressione del potere, tenta ora di rap-
direzioni: i risultati che ne derivano sono per conse- presentare uno degli elementi di critica più severi
guenza caotici e, spesso, anche contraddittori. Ma la nei confronti del potere stesso. A questo fine essa
contraddittorietà dell’espressione artistica è di fatto non risparmia ironie e provocazioni di tutti i tipi,
il riflesso di quella, sempre più marcata, della nuo- giungendo anche a svilire e a negare se stessa pur
va società occidentale, basata sull’esasperazione del di delegittimare intenzionalmente la società che la
consumismo e sulla mercificazione di tutti i valori. produce, mettendone crudamente in luce ingiusti-
Ecco allora che anche i linguaggi dell’arte tenta- zie e contraddizioni.
no nuove sperimentazioni, aprendo i propri cam- In questo contesto generale, sempre più fluido
pi di indagine alle tecniche fotografiche, cinema- ed eterogeneo quanto più ci si avvicina ai giorni
tografiche, televisive e, negli ultimi anni, anche a nostri, la scarsa prospettiva storica impedisce non
quelle informatiche e multimediali. Se l’arte deve solo delle attendibili sistematizzazioni ma, talvolta,
continuare a essere in qualche modo il riflesso del- anche la più circoscritta (e meno presuntuosa) ri-
34.1 Verso il Contemporaneo ■ 34.2 Arte informale ■ 34.3 Francis Bacon
■ 34.4 L’Espressionismo astratto ■ 34.5 Metamorfosi della scultura ■
34.6 Tra New Dada e Nouveau Réalisme ■ 34.7 Yves Klein e Piero Manzoni
■ 34.8 Pop-Art ■ 34.9 Arte cinetica e programmata e Op Art ■
34.10 Minimal Art ■ 34.11 Tendenze postminimaliste: Process Art o Anti-form Visita le sale
sull’arte
■ 34.12 Arte concettuale ■ 34.13 Arte povera ■ 34.14 Industrial design ■ degli anni ’50-’70
nel Museo Digitale
34.15 L’architettura degli anni Sessanta e Settanta
34.3 cerca di linee di indirizzo definite. Dal dopoguerra il pubblico necessiterà con ingordigia crescente di
George Segal, Il garage,
1968. Stucco, legno,
a oggi, infatti, l’arte si è segmentata in mille rivoli. eventi e di stimoli sempre nuovi e diversi. Ogni av-
parte elettrica e lampadine, Questo, se da un lato ne ha ribadito prepotente- venimento, anche artistico, avrà pertanto una vita
304×401×142 cm. mente la straordinaria e rinnovata vitalità, dall’al- brevissima e molto spesso verrà superato da quel-
Newark, Newark Museum.
tro ne ha talvolta disperso le potenzialità, impe- lo successivo ancora prima che abbia esaurito tut-
34.4 dendo la formazione non solo di scuole, ma anche te le sue potenzialità espressive e comunicative. La
Niki de Saint-Phalle,
Nana nera, 1968-1969. di movimenti o semplici tendenze, la cui esistenza ricerca della novità, del resto, non è più solo un’e-
Poliestere dipinto, fosse appena più che transitoria ed effimera. Così sigenza di carattere culturale ma nasconde, molto
293×200×120 cm.
Colonia, Museum Ludwig. come effimere sono anche molte delle sue manife- spesso, precisi risvolti di tipo economico. Produrre
stazioni, che spesso si esauriscono in azioni sceni- nuovi (e spesso inutili) bisogni significa aprire nuo-
34.5
Sol LeWitt, Wall Drawing
che o performances delle quali, al massimo, posso- vi mercati e, dunque, conseguire anche nuovi e in-
# 711, 1992. Amiens, no rimanere un filmato, una registrazione video o genti profitti.
Musée de Picardie. qualche fotografia. L’arte contemporanea è, non a caso, sensibilissi-
Del resto, la velocità con cui l’arte contempora- ma agli andamenti delle mode e dei mercati, con
nea si produce e si consuma (sia nel senso della sua i quali stabilisce quasi sempre un rapporto strettis-
fruizione sia in quello del deterioramento, dovuto simo di interdipendenza. Questo non significa, na-
all’uso di materiali spesso poveri e deperibili) riflette turalmente, che l’arte sia succube di certe linee di
per molti aspetti la nostra stessa società. Grazie alla tendenza o di determinati modelli di sviluppo ma,
sempre maggiore diffusione dei mezzi di comuni- molto più semplicemente, che ne adotta i medesimi
cazione (stampa, radio, televisione, comunicazioni ritmi. Dunque potranno esserci anche manifestazio-
cellulari e satellitari, reti informatiche planetarie), ni artistiche di rottura violenta contro la globalizza-
notizie e idee hanno oggi la possibilità di propagarsi zione e la società capitalistica di massa, ma di fatto
in tempo pressoché reale, cioè nel momento stes- verranno inevitabilmente consumate da quella stes-
so in cui vengono prodotte. Ma, poiché quel che sa società – globalizzata e massificata – alla stregua
è noto finisce ben presto per non interessare più, di un qualsiasi altro fenomeno da essa prodotto.
280 34.2 sta la strada preferita da Fautrier, Dubuffet ❯ oltre ,
Antoni Tàpies (1923-2012) e Burri ❯ par. 34.2.1 , che
Arte informale sperimentano l’uso di nuovi materiali, fino ad al-
lora esclusi dall’utilizzo artistico.
sezione XII ■ Contemporaneità
a b
34.11
Jean Dubuffet, Non-luoghi,
Passe flux (L 50), 1984.
68×100 cm. Parigi, Musée
National d’Art Moderne,
Centre Georges Pompidou.
34.12 Ô
Hans Hartung, T 1946-16,
1946. Olio su tela,
145×96 cm. Parigi, Musée
d’Art Moderne de la Ville de
Paris. Intero e particolare.
2 3
1 4
3
puro. Questo, assolutamente libero da qualsiasi fina- 34.13 le. Ecco allora che i morbidi scarabocchi neri, quasi
Schema interpretativo
lità figurativa, viene realizzato di preferenza median- di T 1946-16.
dei sottili arabeschi Fig. 34.13, 1 , sembrano alludere
te colori acrilici rossi e blu su fogli intelaiati bianchi 1. Arabeschi
a un gesto lieve, come di tenera carezza, mentre il
o preparati con fondo giallo o nero. Le sensazioni 2. Sfumature di colore convulso intrico di linee e segmenti di mutevole
che se ne ricavano sono quelle di vivaci e caotici rica- 3. Angoli acuti spessore richiama azioni più forti e decise, a loro
4. Ovale campito
mi variopinti, nei quali la materia-colore diventa nel 5. Rettangolo perimetrato volta smorzate o esaltate dalle differenti sfumatu-
contempo soggetto e oggetto dell’attività artistica. re di colore dello sfondo, libere o racchiuse entro
linee chiuse (il rosa a sinistra in alto, limitato a una
Hans Hartung (1904-1989) pseudocirconferenza) 2 . Gli angoli acuti dei segni
Sempre al segno e alla forte componente gestua- incrociati e insistiti 3 e le figure geometriche solo
le che lo determina e gli dà sostanza è riconduci- campite (l’ovale in basso) 4 o decisamente perime-
bile anche l’esperienza del tedesco Hans Hartung trate (il rettangolo) 5 sono punti fermi nell’intrico
(Lipsia, 1904-Antibes, 1989). Formatosi alle Acca- di linee rette o circonvolute.
demie di Lipsia, Dresda e Monaco di Baviera, in
pieno ambiente espressionista, si orienta in seguito P 1960-112 Negli anni successivi la sperimentazio-
verso un rigoroso Astrattismo e, dopo essersi tra- ne dell’artista si affina, grazie anche all’utilizzo di
sferito definitivamente a Parigi per sfuggire al na- acrilici e pastelli. Con P 1960-112 che – come sug-
zismo (1935), approda in modo convinto e solitario gerisce la codificazione del titolo – è il centododi-
all’Arte informale. cesimo pastello («P») realizzato nel 1960, i segni di-
ventano di una morbidezza quasi tattile Fig. 34.14 .
T 1946-16 In T 1946-16 Fig. 34.12 l’artista articola Quelle varie tonalità di blu, percorse da sciabolate
un linguaggio fatto unicamente di segni e di colo- di nero, infatti, danno all’insieme un ritmo serrato
ri, dove anche il titolo non rappresenta che un co- ma sereno, grazie al quale colore e segno continua-
dice alfanumerico: «T», infatti, sta per «toile» (tela), no a interagire pur non cedendo alla tentazione di
mentre «1946» è l’anno di realizzazione e «16» il ricreare una forma.
numero progressivo. Ma non per questo il dipinto
è inanimato. Wols (1913-1951)
L’impeto e le emozioni di Hartung, al contrario, Fra le personalità più eclettiche del campo infor-
emergono in tutta la loro dura espressività gestua- male è il tedesco Wols, pseudonimo di Alfred Otto
34.14 Ô 283
Hans Hartung, P 1960-112,
1960. Pastello su carta,
48,5×72 cm. Parigi, Musée
National d’Art Moderne,
34.18 Ô
Alberto Burri, Combustione, 1961.
Rete, carta bruciata, plastica bruciata,
acrilico, 22×17 cm. Traversetolo (Parma),
Corte di Mamiano, Fondazione
Magnani Rocca.
Realismo e astrattismo In questo delicato mo- dell’Informale, interessandosi a fondo alle proble-
mento storico, segnato da forti contrapposizioni, matiche della materia. Egli, infatti, userà nelle sue
il dibattito artistico si polarizza in due schieramenti opere materiali poveri di varia natura: dai semplici
principali: da una parte i fautori del realismo, che sacchi di iuta alle plastiche, passando attraverso il
concepiscono l’arte in stretta relazione con il dato catrame, le muffe, i legni bruciati e le lamiere sal-
reale, una visione dettata anche da ragioni ideo- date Fig. 34.18 . Una ricerca e una sperimentazione,
logiche e imposta dal Partito comunista in sinto- queste, che sapranno conservare l’iniziale e creati-
nia con la linea tracciata in Unione Sovietica dal va spregiudicatezza nel corso della sua intera car-
Realismo socialista; dall’altra i sostenitori dell’arte riera, costellata dai più prestigiosi riconoscimenti
astratta Fig. 34.17 . Fra i più convinti a imboccare internazionali. Burri muore a Nizza, dove si era re-
questa seconda strada sono i firmatari di Forma 1 cato per curarsi, il 13 febbraio 1995.
(1947), un manifesto politico-artistico che prende
34.19 Ô il nome dal primo (e unico) numero dell’omonima Sacco e Rosso La serie dei cosiddetti Sacchi inizia
Alberto Burri, Sacco
e Rosso, 1954. Acrilico
rivista e nel quale si riafferma la legittimità della a partire dal 1952, quando Burri balza alla ribalta
e ritagli di sacco su tela, scelta astrattista coniugata al marxismo. del panorama artistico italiano grazie a un insieme
86,4×100,3 cm. In questo panorama generale emergono alcune di composizioni realizzate con vari brandelli di te-
Londra, Tate Gallery.
Intero e particolare. personalità che, per forza creativa e originalità di la di sacco. Si tratta di sacchi laceri, sporchi, a vol-
ricerca, si collocano ai vertici del secondo Nove- te anche bruciacchiati, recuperati dal deposito di
cento. qualche carbonaio o rinvenuti nelle discariche dei
rifiuti. Sono materia usata, sudicia e consunta, che
Alberto Burri (1915-1995) negli strappi e nelle sgranature delle trame conser-
Nato il 12 marzo 1915 a Città di Castello (Perugia), vano una traccia eloquente della loro umile storia.
Alberto Burri si laurea in medicina nel 1940, ma vie- In Sacco e Rosso Fig. 34.19 , del 1954, questa dram-
ne subito travolto dagli eventi bellici e nel 1944 è matica evidenziazione della materia balza agli oc-
prigioniero di guerra in un campo di concentra- chi in tutta la sua prepotente evidenza, come una
mento del Texas. È forse proprio l’esperienza della grande onda che percorre orizzontalmente la te-
prigionia a far maturare in lui il desiderio di acco- la. Su un fondo uniformemente dipinto di rosso
starsi alla pittura che, una volta liberato, inizia a Burri incolla in vari strati diversi brandelli di sac-
praticare a tempo pieno. co, in modo da creare un’accidentata immagine a
Nell’immediato dopoguerra Burri si stabilisce a rilievo, che neghi la bidimensionalità dello spazio
Roma, dove ha modo di avvicinarsi agli ambienti pittorico.
L’intervento dell’artista è comunque tutt’altro 285
che casuale, in quanto armonizza gli accostamenti
in relazione al colore, alla grana delle iute, alle top-
pe che vi sono state cucite sopra. Tendendo o rag-
34.31 Ø
Diego Velázquez, Ritratto di papa
Innocenzo X, ca 1649/1650.
Olio su tela, 140×120 cm. Roma,
Galleria Doria Pamphilj.
34.32 Ø
Scena dal film La corazzata
Potëmkin, regia di Sergej
Michajlovič Ėjzenštejn, 1925.
34.33 Ø
Tiziano Vecellio, Ritratto di Filippo
Archinto, 1551-1562. Olio
su tela, 114,8×88,7 cm.
Filadelfia, Museum of Art.
4 5
2 1 3
Pollock, uno dei pochi artisti-mito dell’ultimo 34.36 re totemiche (i «custodi»): una, quella di sinistra,
Schema identificativo
dopoguerra, ha una formazione abbastanza irre- degli elementi presenti in
ha sembianze femminili Fig. 34.36, 2 , l’altra, quel-
golare, trascinata di malavoglia tra varie accade- Guardians of the Secret. la di destra, maschili 3 . All’arte nativo-americana
mie e scuole di arti applicate americane. Fin dall’i- rimandano anche alcune figure del registro supe-
34.37
nizio risente molto del fascino del Muralismo Giorgio De Chirico, riore: sulla sinistra, in bianco, è tracciata in forma
messicano e dei sand paintings dei nativi d’Ameri- Le temple fatal (Il tempio stilizzata la maschera mitologica di Tsonoqua 4 ; al
fatale), 1914. Olio su tela,
ca che l’artista aveva avuto modo di vedere in una 33,3×41 cm. Filadelfia, centro, in nero, un essere metà uomo e metà inset-
mostra tenutasi al Museum of Modern Art di New Museum of Art. to, presente nelle ceramiche Mimbres 5 . Nel regi-
York nel 1941. stro inferiore, infine, è accucciato un animale dalle
Nel 1937, neanche trentenne, Pollock è già gra- orecchie appuntite 6 , forse il dio egizio Anubi.
vemente affetto dall’alcolismo e deve sottoporsi a Per la composizione, che adotta la struttura sim-
varie terapie psicoanalitiche. Proprio nell’ambien- metrica tipica dei sand paintings, Pollock probabil-
te medico, vicino alle teorie scientifiche di Carl Gu- mente si ispirò a due fotografie viste su una rivista
stav Jung (1875-1961), che insieme a Freud fu uno di etnologia americana che illustravano un articolo
dei padri della moderna psicoanalisi, il giovane ar- sugli indiani di Zia Pueblo, raffiguranti la prima un
tista ha modo di conoscere le ultime avanguardie altare e un «dipinto di sabbia», la seconda una cop-
culturali europee, dalle quali rimane immediata- pia di statue ai lati di un piccolo altare.
mente affascinato. Muore nel 1956 a East Hamp- Pollock unisce quindi elementi culturali molto
■ Sand paintings In inglese
ton, nei pressi di New York. «dipinti di sabbia», opere pit-
lontani f ra loro – come la civiltà ancestrale degli
toriche che alcuni popoli nativi indiani d’America e l’automatismo psichico del
americani (come i Navajo) rea-
Guardians of the Secret La complessità dei riferi- lizzavano a scopo magico-pro-
Surrealismo (evidente nell’area centrale del dipin-
menti culturali che anima il lavoro di Pollock è ben piziatorio a terra con sabbie e to, quella del «segreto») – investendoli di nuovi si-
pigmenti di diversi colori nel
rappresentata in Guardians of the Secret (Custodi del corso di cerimonie, distruggen- gnificati.
segreto), opera realizzata nel 1943 Fig. 34.35 . doli alla loro conclusione.
Il centro della grande tela è occupato da una Foresta incantata Nel 1947 Pollock mette a punto
superficie rettangolare – che ripete in scala ri- la tecnica del dripping (che in inglese significa «sgoc-
dotta quella della tela, come un quadro nel qua- ciolatura»), in parte già anticipata da Max Ernst al-
dro Fig. 34.36, 1 – ricolma di un fitto intrico di segni meno sin dal 1942. Tale tecnica consiste nell’uti-
di difficile decif razione, che l’artista sembra aver lizzare il pennello non più per dipingere ma per
in parte ripreso da un’opera metafisica di De Chi- sgocciolare in modo più o meno regolare dei colori
rico Fig. 34.37 : si tratta del «segreto» menzionato sintetici puri su tele o cartoni distesi al suolo.
nel titolo. Il segreto è protetto ai lati da due figu- In Foresta incantata, una grande tela del
292 34.38 34.39
Jackson Pollock, Hans Namuth, Fotografie
Foresta incantata, 1947. Olio di Jackson Pollock
e smalto sintetico su tela, mentre esegue un suo
221,3×114,6 cm. Venezia, dipinto con la tecnica
del dripping, 1950.
sezione XII ■ Contemporaneità
34.50
Mark Rothko, No. 207 (Red
over Dark Blue on Dark Gray) –
N. 207 (Rosso sopra blu scuro
su grigio scuro), 1961. Olio su tela,
235,6×206,1 cm. Berkeley, University
of California, Art Museum.
In questa bipolarità cromatica – che significativa- tori di ogni fede raccolti in meditazione. La struttu-
mente si inverte in un dipinto del 1968, nel quale il ra, priva di finestre, è illuminata dalla luce naturale
blu dilaga nella parte superiore della tela Fig. 34.51 – proveniente da un lucernario.
pare racchiudersi l’intera esistenza di Rothko. Il ciclo, che prevede un totale di quattordici tele,
suddivise in tre trittici e cinque quadri singoli, è do-
Cappella de Menil Nel 1965 Dominique e John de minato da colori cupi, riflesso della profonda depres-
Menil, una coppia di collezionisti e mecenati d’ar- sione che accompagnò Rothko nei suoi ultimi anni.
te, commissionano a Rothko quello che lui stesso Elemento di novità nella produzione dell’artista so-
riteneva sarebbe stato il suo testamento artistico, la no la scelta del monocromo (in metà delle tele) e la
Cappella de Menil alla St. Thomas Catholic Universi- definizione di forme dai contorni ben delineati.
Arshile Gorky (1904-1948) 297
Personaggio cruciale per la nascita dell’Espres-
sionismo astratto è anche l’armeno Arshile Gorky.
Vosdanig Manoug Adoian – questo il vero nome
parzialmente avvolte in coperte di fortuna, in attesa 34.58 dello spazio e, dunque, della realtà. Quest’opera,
Henry Moore, Figura giacente,
del cessato allarme. La tecnica del disegno è mista, 1938. Pietra verde di Hornton,
quindi, non è semplicemente collocata in uno spa-
con uso di matita e inchiostro neri e tocchi di gouache 88,9×132,7×73,7 cm. Londra, zio, come ogni altra scultura convenzionale, ma è
verde, rossa e bianca. Il tratteggio è ora fitto e scu- Tate Britain. lo spazio stesso a entrare in lei, in un continuo e
ro, per alludere all’umida penombra dei sotterranei 34.59 affascinante rincorrersi tra il fuori e il dentro. Do-
londinesi, ora più morbido e disteso, quando indu- Henry Moore, Figura giacente. ve poi finisca l’interno e cominci l’esterno è ambi-
gia a definire le figure. La tenue colorazione sembra a. Modello per Figura giacente: guamente taciuto. La plastica sinuosità delle forme
forme interne ed esterne,
alludere, con le sue striature parallele, alla venatura 1951. Bronzo, lunghezza – che si ritrova anche in molte altre opere di sogget-
di certe rocce modellate dal tempo, cosicché anche 53,5 cm. Collezione privata. to analogo Fig. 34.59 – lascia aperta ogni possibile
b. Figura giacente,
i due personaggi dormienti tendono ad assumere 1959-1964. Legno d’olmo,
interpretazione, in quanto, secondo quanto scrisse
una caratterizzazione monumentale e drammatica. 114,5×261,5×91 cm. lo stesso Moore, «un buco può avere tanto signifi-
Much Hadham cato formale come una massa solida».
(Hertfordshire),
Figura giacente Nella Figura giacente, realizzata Fondazione Henry Moore.
nel 1938, tutti i grandi temi del linguaggio artistico Guerriero con scudo Al 1954 risale il Guerriero con
34.60 Ô
di Moore appaiono già perfettamente delineati ed Henry Moore, Guerriero con scudo Fig. 34.60 , un bronzo fuso in soli cinque esem-
espressi Fig. 34.58 . Il materiale impiegato è la pie- scudo, 1954. Bronzo su plari, uno dei quali regalato dall’artista alla città di
basamento di legno, altezza
tra verde di Hornton, un particolare tipo di arena- 153 cm. Birmingham, Museum Firenze nel 1972, in occasione della mostra al For-
ria brunastra, con venature varianti fra il verde e il and Art Gallery. Intero e te di Belvedere, la più grande mai allestita a livello
schema grafico della ipotetica
grigio-azzurrino. La forma prende spunto, come metamorfosi della pietra.
internazionale. Per la realizzazione dell’opera, che
quasi sempre in Moore, da un soggetto figurativo a. Forma della pietra originale
è la prima figura singola maschile fatta da Moore,
(in questo caso un personaggio femminile sdraia- b. Antropomorfizzazione l’artista stesso ha raccontato in una lettera di esser-
to) ma, subito dopo, tende a diventare astratta, cioè della pietra si ispirato alle levigate forme naturali di una pie-
non più riferibile ad alcunché di immediatamente tra raccolta in riva al mare Fig. 34.60, a , alla quale
riconoscibile. I due fori che attraversano la liscia avrebbe poi aggiunto anche gli arti, lo scudo e la
e levigata superficie dell’opera hanno profondi si- testa per renderla più antropomorfa b . Secondo la
gnificati simbolici. Come la psicoanalisi aveva scan- prima idea, infatti, il guerriero avrebbe dovuto es-
dagliato l’animo umano rendendolo trasparente sere giacente, in seguito Moore ha voluto pensarlo
all’indagine scientifica, così l’artista svuota di ma- ancora vivo, benché mutilato degli arti sinistri. La
teria le sue forme al fine di renderle più partecipi a b destra impugna ancora vigorosamente lo scudo e
la testa tozza dal collo taurino, con gli occhi spa-
300
sezione XII ■ Contemporaneità
b c
lancati, allude alla volontà di resistere, nonostante 34.61 Alexander Calder (1898-1976)
Henry Moore, Madre
tutto, contro il nemico. Il modellato deciso, secon- con bambino.
Figlio d’arte (nonno e padre scultori, madre pittri-
do piani squadrati, ben lontani dalle sinuosità delle a. Madre sdraiata e
ce), Alexander Calder nasce a Lawnton, nei pressi di
sue figure femminili, rimanda, per stessa ammissio- drappeggiata con bambino, Filadelfia, il 22 luglio 1898. Segue la famiglia che si
ne dell’artista, alla dimensione eroica e quasi mitica 1983. Bronzo, lunghezza sposta in diverse località degli Stati Uniti e si laurea
265,5 cm. Much Hadham
degli antichi guerrieri greci. (Hertfordshire), Fondazione con una tesi in ingegneria meccanica allo Stevens
Henry Moore. Institute of Technology di Hoboken (New Jersey)
b. Madre con bambino, 1983-
Madre con bambino Nella Madre con bambino 1984, fusione del 1986. nel 1919. Dopo aver svolto i lavori più diversi, si
– soggetto più volte ricorrente in Henry Moo- Bronzo con patina marrone, iscrive all’Art Students League di New York. Lavo-
altezza 244 cm.
re Fig. 34.61 – l’artista aggiunge al tema della figu- Collezione privata.
ra quindi come illustratore fino al 1926, quando si
ra femminile giacente o seduta anche quello della c. Madre e bambino: forma di trasferisce a Parigi. Qui continua a studiare pres-
maternità, portandolo fino alle sue estreme con- uovo, 1987. Marmo bianco, so l’Académie de la Grande Chaumière ed entra
altezza 194 cm. Much
seguenze formali Fig. 34.62 . Al di là del titolo, in- Hadham (Hertfordshire), in contatto con vari artisti (Miró, Van Doesburg,
fatti, ogni riferimento figurativo è definitivamente Fondazione Henry Moore. Mondrian, Léger), iniziando a dedicarsi alla scul-
superato, così come la riconoscibilità del soggetto, 34.62 Ô tura astratta e aderendo al gruppo Abstraction-Créa-
appena suggerita dal morbido incavo sul lato de- Henry Moore, Madre tion (1931). Il soggiorno in Europa si protrae fino al
con bambino, 1978. Stalattite,
stro (il figlio) 3 e dalle protuberanze che alludono altezza 84 cm. Much Hadham 1933, quando torna negli Stati Uniti. L’artista muo-
alla testa 1 e alle braccia della madre 2 . In questo (Hertfordshire), Fondazione re a New York l’11 novembre 1976. Le creazioni
Henry Moore. Intero e schema
modo Moore tende a rappresentare una maternità grafico interpretativo.
di Calder, di cui Henry Moore fu tra i primi a rico-
universale, generatrice di forme naturali che sgor- 1. Testa della madre rivolta
noscere la grandezza, rivoluzionano l’essenza stessa
gano dalla materia. È da questa e dall’organicità verso il bambino della scultura, negandone quella che, da sempre, era
delle sue forme, infatti, che l’artista è affascinato, in 2. Braccia della madre che stata la sua principale caratteristica: la staticità. L’ar-
stringono il bambino
quanto le sente come qualcosa di vivo e palpitante, 3. Bambino tista, infatti, inventa strutture sospese e suscettibili
direttamente legate al rapporto manuale e quasi di movimento che, seguendo la definizione di Mar-
artigiano che egli stabilisce con esse. cel Duchamp del 1931, prendono il nome di mobiles
1
Moore, similmente agli antichi maestri scultori (mobili). Lo scultore, tuttavia, si applica anche alla
e come già Michelangelo, si reca personalmente al- realizzazione di masse ponderose d’acciaio, struttu-
le cave di Carrara per scegliere i blocchi di marmo 2 3 re fisse e immobili dette stabiles (stabili) – come le
da scolpire, riuscendo subito a stabilire anche con chiamò Hans Arp nel 1932 – e poi di stabiles-mobiles
cavatori e scalpellini rapporti di grande schiettezza (stabili-mobili), opere generate dalla combinazione
e umanità. delle due precedenti tipologie.
301
34.70
Alberto Giacometti,
La madre dell’artista, 1950.
Olio su tela, 89,9×61 cm.
New York, Museum
of Modern Art.
34.75
Porta della Morte Fra le commissioni per le porte Schema grafico con
di chiese e cattedrali (Rotterdam, Salisburgo), quella l’individuazione delle scene in generale, della capacità dell’uomo di compiere il
della Porta della Morte.
per la Basilica di San Pietro in Vaticano rappresenta male e di seminare dolore e devastazioni.
uno dei suoi lavori più riusciti Fig. 34.74 . Realizzata 34.76 La prima formella del registro inferiore dell’an-
Giacomo Manzù, Morte
a più riprese, tra il 1947 e il 1964, la Porta della Morte nell’aria (o nello spazio), ta di destra rappresenta la Morte nell’aria (o nello
consta di due imponenti battenti bronzei decorati 1963. Bronzo, fusione spazio) 11 e Fig. 34.76 , esemplificata da una figura
a cera persa, 91×61 cm.
ciascuno superiormente con una grande formella Dalla Porta della Morte.
avvolta in un gran mantello che, quasi raggomito-
rettangolare a bassorilievo Fig. 34.75, 1-2 e, sotto, con Città del Vaticano, Basilica landosi su se stessa, sta precipitando nel vuoto. Le
quattro quadrate più piccole 5-12 . Le maniglie sono di San Pietro. Particolare pieghe profonde, veri e propri squarci nella mor-
della prima formella
sostituite dai simboli eucaristici in bronzo del tralcio di sinistra del registro bida piattezza del fondo, sottolineano con un vi-
di vite 3 e della spiga di grano 4 , mentre lo zoccolo inferiore dell’anta di destra. brante effetto d’ombra la drammaticità della scena,
di ciascuna anta è decorato con tre animali 13-18 . ulteriormente accentuata dal grido straziante del
Il difficile tema dell’opera è quello della morte, personaggio, che serra disperatamente gli occhi
vista in parallelo sia attraverso storie bibliche e re- per sottrarsi alla vista della fine. Il rilievo, modulato
ligiose, sia nella drammaticità degli eventi terreni, fra lo stiacciato degli avambracci e la corposa volu-
quale metafora della guerra, delle dittature e, più minosità della veste, sembra addirittura rimandare
306
sezione XII ■ Contemporaneità
a b
d e
alla solennità composta di Donatello. Ma la classici- 34.77 una pelle delicata, è squarciata da crepe e aperture
Arnaldo Pomodoro, Sculture,
tà alla quale Manzù attinge è del tutto nuova e non 1972-2003.
che mettono in mostra un interno ispido e minuta-
convenzionale, sospesa in uno spazio umile e pri- a. Disco solare, 1972.
mente frastagliato, come di acuminati ingranaggi.
vo di riferimenti prospettici, al cui interno le figure Bronzo, diametro 450 cm.
sembrano muoversi provando sentimenti veri. Milano, piazza Meda. Sfera con sfera Sfera con sfera, una colossale fu-
b. Stele I, II, III, IV, 1997-
2000. Vetroresina sione in bronzo del diametro di 330 centimetri, dal
Arnaldo Pomodoro (1926) con polvere di ferro, 1991 è collocata nel piazzale antistante il Palazzo
700×70×40 cm ciascuna.
Arnaldo Pomodoro è uno dei nomi della scultura ita- c. Sfera Grande, 1998. delle Nazioni Unite di New York, uno dei luoghi
liana più noti all’estero. Nato a Morciano di Ro- Bronzo, diametro 350 cm. di maggior prestigio al mondo Fig. 34.78 . In essa
Pesaro, piazzale della
magna (Rimini) il 23 giugno 1926, dal 1954 vive e Libertà.
è più che mai evidente la doppia e contraddittoria
lavora a Milano, in un grande studio-officina (og- d. Piramide, 2002. Bronzo, identità che ricorre in tutta la produzione dell’arti-
gi Fondazione intitolata al suo nome). Formato- 60×70×70 cm. Collezione sta. All’involucro esterno, perfettamente sferico e
privata.
si inizialmente come orafo, insieme al fratello Giò e. Soglia: a Edoardo lucidato addirittura a specchio si contrappone l’in-
(Giorgio) (1930-2002), anch’egli scultore di fama, Chillida, 2003. Bronzo, terno, osservabile attraverso alcune fratture, come
191,5×140×105 cm.
si avvicina ben presto all’ambiente informale mila- Bilbao, Collezione privata. in una melagrana matura. Questo ci appare irto
nese entrando in contatto, fra gli altri, anche con di rilievi e asperità, sorta di frammenti di materia
34.78
Lucio Fontana. Dopo le prime esperienze dedica- Arnaldo Pomodoro, Sfera con frantumati da poderose ruote dentate, delle quali
te alla cesellatura di monili e medaglie, Pomodo- sfera, 1991. Bronzo lucidato si indovinano alcuni taglienti meccanismi.
a specchio, diametro 330 cm.
ro trova la propria giusta dimensione espressiva New York, piazzale antistante
La doppia sfera, allora, uniformemente lumino-
nella realizzazione di grandi sculture metalliche il Palazzo delle Nazioni Unite. sa in superficie e densa d’ombre al suo interno, di-
di forme perfettamente geometriche (soprattut- venta una grandiosa metafora dell’animo umano,
to sfere, cilindri, parallelepipedi, piramidi e di- che dietro un’apparenza di serenità può spesso ce-
schi) Fig. 34.77 , la cui levigatissima superficie, come lare i tormenti più terribili e segreti.
34.6 34.79 Ô
Esempi di Nouveau Réalisme.
il Nouveau Réalisme era da considerarsi l’autentico
realismo e i soggetti veri di un’opera erano la creati-
307
34.82 Ô
Robert Rauschenberg, Page 1,
Paragraph 8 (Short Stories) –
Pagina 1, Paragrafo 8 (Racconti),
2000. Transfer a colori vegetali,
acrilico e grafite su polilaminato,
217,2×153,7 cm.
Collezione privata.
muore il 12 maggio 2008 a Captiva, un’isola della ne eseguì 150 –, consistenti in assemblaggi di oggetti a. Page 3, Paragraph 7
(Pagina 3, Paragrafo 7),
Florida dove dal 1970 aveva trasferito il suo studio. e materiali di varia natura, spesso dipinti o, comun- 2000. 217,2×153,7 cm.
«Quello che voglio è agire nell’intervallo che se- que, associati al colore. In tal modo Rauschenberg Collezione privata.
para l’arte dalla vita»: questa frase di Rauschenberg riusciva agevolmente a fondere pittura e scultura. b. Page 57, Paragraph 8
(Pagina 57, Paragrafo 8),
riassume bene il significato di una ricerca indiriz- Uno dei primi esempi è Bed (Letto) Fig. 34.80 , 2001. 217,2×154,9 cm.
zata in moltissime direzioni, in una costante speri- un’opera del 1955. Un letto completo – formato da New York, Rauschenberg
Foundation.
mentazione tecnica ❯ Ant. 287 . materasso, lenzuola, coperta, cuscino e federa – è c. Page 86, Paragraph 7
posto verticalmente entro una cornice, contraddi- (Pagina 86, Paragrafo 7),
2000. 213,3×149,8 cm.
Bed Rauschenberg inizia l’attività artistica con varie cendo, così, l’uso che di esso si fa e modificando- Collezione privata.
serie di dipinti monocromi (solitamente bianchi o ne radicalmente funzione e significato. L’artista,
neri o rossi), ma ben presto la sua attenzione si con- successivamente, ha tripartito il supporto così ot-
centra su oggetti banali che egli rivitalizza e ai quali tenuto Fig. 34.81 : in alto una porzione di federa e
offre nuova dignità, elevandoli al rango di oggetti di lenzuolo bianchi (con scarabocchi a matita); nel
artistici, proseguendo, in ciò, nella direzione inaugu- mezzo federa, lenzuola e coperta unificati e uni-
rata da Marcel Duchamp con il ready-made. Nascono formati da vernici colorate e coprenti; in basso (per
così, a partire dal 1953, i combine-paintings – l’artista un’altezza di poco meno della metà dell’intero) la
sola coperta che, in quanto patchwork, è essa stessa 34.84 Ô 309
Jasper Johns, Bersaglio
un dipinto preconfezionato. Il colore presenta del- con quattro facce, 1955.
le scolature: evidenti reminiscenze – o volontaria Encausto su carta di giornale
citazione – del dripping di Pollock. e stoffa su tela, con quattro
34.6.3
Jean Tinguely (1925-1991)
Macchine fantastiche 34.87 colata, sussultando e cigolando, secondo impreve-
Jean Tinguely, Méta-Matic
No. 14, 1959. Scultura
dibili scatti e relazioni, tanto che pare un miracolo
Nato a Friburgo in Svizzera il 22 maggio 1925, Jean portatile, metallo e legno, il fatto stesso che non si autodistruggano.
Tinguely ritenne sempre Basilea la sua città. Qui, fili metallici, cinghie di Le prime macchine di Tinguely possono essere
gomma, dipinti di nero,
infatti, l’artista si trasferisce da piccolo, formandosi 38×69×41 cm. Basilea, considerate una critica all’ossessione, tipicamente
alla Scuola di Arti Applicate. A Parigi dal 1951, ha Museum Tinguely. moderna, delle macchine tuttofare e dell’ipnosi ro-
modo di conoscere il già famoso Duchamp e, in 34.88 Ô botica di ascendenza settecentesca (in questo seco-
seguito, l’artista Niki de Sainte Phalle (1930-2002), Jean Tinguely, lo, infatti, erano stati realizzati i primi automi se-
L’avanguardia, 1988.
che diventerà poi la sua compagna (1971). Muore a Metallo, maschere di moventi), una perplessità nei riguardi della fiducia
Berna il 30 agosto 1991. carnevale di cartapesta, cieca nella tecnica.
cinghia trapezoidale, ruote
di legno, motori elettrici,
Méta-Matic No. 14, un’opera del 1959, è una scul-
Macchine celibi Inizialmente influenzato dai mo- 255×205×270 cm. Basilea, tura portatile di metallo, legno, fili metallici, cin-
biles di Calder, l’artista partecipa attivamente al- Museum Tinguely. Macchina ghie di gomma, tutti dipinti di nero. L’aspetto da
e schema grafico con
la fondazione del Nouveau Réalisme proseguendo l’individuazione dei materiali. congegno primitivo o da animale meccanico ha un
nell’impegno, di ispirazione Dada, di costruire a. Metallo che di crudo e di amaro, da fantascienza dei pri-
«macchine fantastiche» con parti di recupero, ruo- b. Maschere di cartapesta mordi Fig. 34.87 .
c. Legno
te dentate, ingranaggi, pulegge, trasmissioni, già d. Motori Altro dimostra, invece, L’avanguardia Fig. 34.88 .
avviato all’inizio degli anni Cinquanta. Si tratta Eseguita nel 1988, negli ultimi anni di produzione
delle cosiddette macchine celibi, sculture in grado dell’artista, con abbondanza di metalli a , masche-
di muoversi al pari di quelle di Calder (l’aggettivo re di carnevale di cartapesta b , legno c e moto-
con cui sono descritte riprende la definizione du- b ri d , costituisce una gioiosa messa a nudo dell’e-
champiana che indicava la mancanza di uno sco- b b loquenza ammaliatrice delle avanguardie, con i
b b
po pratico). Tuttavia, contrariamente alle opere b loro strombazzamenti, i proclami, i meccanismi
c c
dell’artista americano, in cui il moto è sempre leg- c a c di diffusione, il linguaggio spesso criptico e auto-
gero, armonioso e capace di poetiche combinazio- a referenziale.
a a
ni, quelle di Tinguely parlano il linguaggio disar- d
d
d a ■ Normografo Strumento costi- rate lettere, cifre e simboli, usato
monico e rumoroso della contemporaneità. Esse, d
tuito da una striscia (di plastica o nel disegno tecnico per tracciare
infatti, si muovono in maniera volutamente disarti- c di metallo) sulla quale sono trafo- a mano caratteri uniformi.
312 34.7
Yves Klein
e Piero Manzoni
sezione XII ■ Contemporaneità
Un dialogo a distanza
Nel passaggio tra gli anni Cinquanta e i Sessanta,
così denso di avvenimenti artistici, un posto di pri-
mo piano spetta a due figure impossibili da collo-
care entro gli stretti confini di un qualsivoglia mo-
vimento: il f rancese Yves Klein e l’italiano Piero
Manzoni. I due sono apparentabili per alcune affi-
nità sia a livello di biografia sia di produzione arti-
stica. Nati a pochi anni di distanza l’uno dall’altro,
entrambi sembrano anche destinati a morire gio-
vanissimi (il primo a soli 34 anni, il secondo non
ancora trentenne). Con il loro lavoro, inoltre, Klein
e Manzoni toccano alcune questioni comuni, al
punto da sembrare impegnati in una sorta di dia-
logo a distanza. La loro attività risulta decisiva nel
percorso dell’arte contemporanea, poiché precor-
re alcune tendenze che troveranno pieno sviluppo
solo successivamente. Queste vanno nella duplice
direzione di una progressiva riduzione del fatto ar-
tistico (che arriverà alle estreme conseguenze nel
Minimalismo ❯ par. 34.10 ) e di un suo spostamento
verso una dimensione concettuale ❯ par. 34.12 oltre
a una nuova attenzione per il corpo (sia il proprio
sia quello altrui), che essi utilizzano come mezzo
espressivo (aprendo il campo a quella che sarà in
seguito denominata Body Art ❯ par. 35.2 ).
Pop-Art
anni Cinquanta e Sessanta ha fatto girare la testa 34.105 Ô più una parola di senso compiuto, ma un semplice
Andy Warhol, Marilyn, 1967.
agli uomini di tutto il mondo, non sta tanto nella Serigrafie a colori, ciascuna
suono che, dopo l’ennesima ripetizione, perderà
sua bravura come attrice né nella sua prorompente 91,5×91,5 cm. qualsiasi significato, arrivando ad apparire anche
sensualità quanto, ancora una volta, nell’incalzan- buffo, se non addirittura sconosciuto. L’infinita ri-
34.106
te riproposizione della sua immagine da parte dei Andy Warhol, Sedia elettrica, petitività, dunque, finisce per togliere espressività,
mezzi di comunicazione di massa. 1971. Serigrafie a colori, e se è vero che – come si è detto – la conoscen-
ciascuna 90,2×121,9 cm.
Warhol non si sottrae alla ferrea logica com- New York, Solomon R. za aiuta la comprensione, la troppa conoscenza,
merciale e lavora a decine di dipinti e serigrafie Guggenheim Museum. quando diventa indigestione visiva, consuma im-
nei quali riproduce il volto sorridente dell’attrice pietosamente l’oggetto, rendendolo subito vec-
mutandone semplicemente i colori Fig. 34.105 . In chio e richiedendone uno sempre nuovo, pronto
questo modo il personaggio di riferimento scom- per sostituirlo.
pare e resta solo la sua immagine: una delle infini-
te possibili, in quanto nel dipinto successivo, cam- Sedia elettrica Il consumo dell’immagine non ri-
biando i colori, anche l’immagine non sarà più la sparmia nulla che sia in qualche modo pubblico.
stessa. Un po’ come accade se si ripete a voce al- Ecco dunque che Warhol applica le sue ripetitive
ta una stessa parola, anche la più nota e familia- variazioni al tema della morte, riproducendo fo-
re: piano piano ci si accorgerà di pronunciare non tografie di incidenti stradali, di disastri aerei, di
34.107 su fondo bianco. Grazie a Warhol diventa dunque 319
Andy Warhol, Minestra in
scatola Campbell’s I, 1968.
possibile trovare in un museo un dipinto, o addirit-
Acrilico Liquitex, serigrafia su tura una serie che riproduce – come in un catalogo
tela, 91,5×61 cm. Aquisgrana, – le possibili varianti della minestra in scatola. In
34.109 34.111 Ô
Roy Lichtenstein, Whaam!, Roy Lichtenstein, M-Maybe
1963. Acrilico (magna) su (A Girl’s Picture) – F-Forse
tele, ciascuna 172,7×203,2 (Dipinto di una ragazza),
(totale 172,7×406,4 cm). 1965. Acrilico (magna)
Londra, Tate Gallery. su tela, 152,4×152,4 cm.
Colonia, Museum Ludwig.
34.110
Roy Lichtenstein, Disegno 34.112
preparatorio per Whaam!, Schema grafico con
1963. Matita su carta, l’evidenziazione delle
14,9×30,5 cm. Londra, retinature in M-Maybe.
Tate Gallery.
34.119
Claes Oldenburg e Coosje
van Bruggen, Flying Pins (Birilli
che cadono), 2000. Acciaio,
plastica rinforzata con fibre,
schiuma di poliuretano e
cloruro di polivinile, resina
epossidica; dipinta con
gelcoat a base di poliestere
e smalto in poliuretano,
7,5×2,3 m ciascun birillo.
Eindhoven.
34.120
Claes Oldenburg e Coosje
van Bruggen,
Screwarch (Vite arcuata),
1983. Alluminio verniciato
con smalto poliuretanico,
3,86×6,55×2,39 m.
Rotterdam, Museum
Boijmans Van Beuningen.
34.121 Ø
rare nel modo più spersonalizzato possibile. A parti- Claes Oldenburg e Coosje
re dalla metà degli anni Sessanta del Novecento rea- van Bruggen, Shuttlecocks
(Volani), 1994. Alluminio e
lizza una serie di sculture morbide, perfetto esempio plastica rinforzata con fibra
di come si possano utilizzare oggetti consueti e ba- di vetro, dipinti con smalto
poliuretanico. Quattro
nali deformandoli fino a renderli grotteschi e provo- volani ciascuno di 5,45
catori. È il caso della impossibile Soft Toilet (Toilette (altezza) × 4,59 (diametro
molle), realizzata nel 1966 Fig. 34.118 , con la quale superiore) × 1,22 (diametro
inferiore) m. Kansas City,
l’artista, pur partendo da un oggetto banalmente re- Nelson-Atkins Museum of Art.
ale, intende stravolgere il senso stesso della realtà to-
34.122 Ô
gliendo qualsiasi certezza anche alle forme più note Claes Oldenburg e Coosje
e sperimentate. Un wc molle, anche se di grandezza van Bruggen, Apple Core
(Torsolo di mela), 1992.
naturale, è ovviamente inservibile, e il realismo del- Alluminio pressofuso
le forme è contraddetto dall’assurdità del materiale, rivestito in resina e dipinto
con smalto in poliuretano,
cosicché l’oggetto viene percepito da chi l’osserva 300×200×200 cm.
con inquietudine, prima ancora che con ironia. Gerusalemme,
Museo di Israele.
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
Alla serie appartiene Harran II, del 1967 Fig. 34.135 , 34.135 34.138
Frank Stella, Harran II, 1967. Donald Judd,
che si compone di sei tele: due quadrate Fig. 34.136, a Polimeri e polimeri fluorescenti Senza titolo, 1969.
e quattro a quarto di cerchio b . Le prime recano su tela, 304,8×609,6 cm. New Rame lucido,
strisce concentriche ad arco di circonferenza, sim- York, Solomon R. Guggenheim 457,2×101,6×78,7 cm.
Museum. New York, Solomon
metriche rispetto a una diagonale; le seconde, inve- R. Guggenheim
ce, strisce che seguono l’andamento arcuato della 34.136 Ô Museum.
Schema geometrico-
sagoma stessa. Le bande sono dipinte con una com- compositivo di Harran II. 34.139
binazione di pigmenti acrilici e fluorescenti, che dan- Schema proporzionale
e compositivo di Senza
no luogo a un cromatismo potente, quasi psichedeli- titolo.
co. L’unione e l’armonioso accostamento delle tele
a = 22,86 centimetri
producono un’opera che, oltre a essere pittura, è an-
che rilievo, componendosi, secondo un disegno geo- a
metrico, sulla parete nuda c .
Nel corso degli anni Stella continua in questa di- voro esemplifica pienamente i caratteri minimalisti:
rezione, aumentando progressivamente anche le scelta di materiali (come acciaio, alluminio anodiz-
dimensioni del rilievo fino ad arrivare alla scultura b zato, plexiglas) e processi industriali, semplicità della
tridimensionale. Parallelamente sperimenta altre forma, ripetizione seriale (nelle sue parole «Una co-
tecniche espressive, come la grafica e l’incisione. sa dopo l’altra»), rigore scientifico nella disposizio-
ne dei singoli elementi (secondo una logica tipica-
Donald Judd (1928-1994)
c
mente matematica), assoluta e ribadita mancanza di
Uno degli interpreti più rigorosi e coerenti della Mi- soggettività e di partecipazione emotiva Ant. 296 .
nimal Art per l’intero corso della sua carriera è stato Judd individua pertanto il significato dell’opera
lo statunitense Donald Judd. Nato a Excelsior Spring 34.137 Ô nell’opera stessa (che non pretende di essere altro
Donald Judd, The Arena,
(Missouri) il 3 giugno 1928, serve nell’esercito du- metà degli anni Ottanta.
da ciò che è e che ciascuno vede) e colloca l’arte
rante la guerra in Corea, stabilendosi al suo ritorno Marfa (Texas), Chinati sotto l’ègida di un nuovo criterio: quello dell’inte-
a New York. Si laurea prima in filosofia (1953) e poi Foundation. resse. A suo parere, infatti, «un’opera d’arte dev’es-
in storia dell’arte (1961) alla Columbia University, av- sere soltanto interessante». E spiega: «Non è neces-
viando anche una parallela attività di critico d’arte. sario per un lavoro avere molte cose da guardare,
All’impegno artistico affianca un’importante produ- comparare, analizzare una a una, contemplare. La
zione teorica e l’insegnamento. Nel 1972 si trasferi- cosa come un intero, le sue qualità come un intero,
sce a Marfa, in Texas, dove allestisce la Chinati Foun- è questo ciò che è interessante. Le cose importanti
dation, un complesso di edifici destinati a ospitare sono sole e sono più intense, chiare e potenti».
il proprio lavoro e quello di altri artisti Fig. 34.137 .
Scompare a New York il 12 febbraio 1994. Senza titolo Esemplare della produzione di Judd
Dopo un esordio come pittore – prima figurativo, è Senza titolo (1969) Fig. 34.138 . L’opera consi-
poi astratto – Judd abbandona lo spazio piatto della ste semplicemente in dieci parallelepipedi di ra-
tela in favore di quello reale, considerato più poten- me lucido, ciascuno delle dimensioni in pianta di
te e specifico. Dall’inizio degli anni Sessanta la sua 101,6×78,7 centimetri per un’altezza di 22,86 cen-
opera si indirizza quindi verso quelli che definisce timetri Fig. 34.139 . Collocati su una parete del Gug-
specific objects (oggetti specifici), in quanto non ap- ■ Harran II Frank Stella dà alle genheim Museum di New York, sono distanziati
partenenti né alla categoria della scultura, né della opere della cosiddetta Protrac- verticalmente fra loro di uno spazio pari all’altezza
tor Series titoli che si riferiscono
pittura, ma a una sorta di ibrido tra le due. Il suo la- ad antiche città mediorientali. dei singoli elementi (22,86 centimetri, quindi), cre-
331
a b
34.144
Rielaborazione grafica dei
disegni del portfolio di Sol
LeWitt, Forme derivate da
un cubo, 1982. New York,
Museum of Modern Art. c d
34.145
Evidenziazione grafica
di alcuni particolari
di Wall Drawing #601.
Process Art
o Anti-form
Materia, processo, forma
L’affermazione della Minimal Art e la sua consacra-
zione museale danno luogo ben presto a forti feno-
meni di reazione e opposizione nei suoi confronti
che prendono corpo in una nuova tendenza artistica
che si sviluppa su entrambe le sponde dell’Atlantico
a partire dalla fine degli anni Sessanta (in particolare
dal 1968) per proseguire lungo tutto il decennio suc-
cessivo. Il suo tratto qualificante è l’idea di rompere
la forma chiusa minimalista Fig. 34.148 , ponendo
l’attenzione sul processo di realizzazione dell’opera,
piuttosto che sull’opera in quanto oggetto compiu- Nella sua multiforme carriera, Morris attraver-
to (da cui il nome Process Art, Arte processuale). L’ac- sa le principali tendenze del secondo dopoguerra:
cento così viene messo sulla materia, di cui sono dopo gli inizi come pittore astratto espressionista,
esaltate in primo luogo le caratteristiche fisiche (co- si interessa alla danza grazie alla moglie, la balle-
me peso e leggerezza, opacità, lucentezza e traspa- rina e coreografa Simone Forti, nel Judson Dance
renza, gravità, durezza e morbidezza). Theater di New York, quindi f requenta i territo-
Un’estrema varietà caratterizza i materiali utiliz- ri del Minimalismo, della Process Art e della Land
zati, che provengono sia dal mondo naturale sia da Art par. 35.1 . Dopo un sorprendente ritorno alla
quello artificiale dell’industria, e includono tra gli al- pittura negli anni Settanta, l’artista si è occupato
tri lattice, cera, gomma Fig. 34.149 , feltro, piombo. dagli anni Novanta soprattutto della ricostruzione
I processi cui vengono sottoposti sono volutamen- del suo lavoro precedente.
te elementari e prevedono semplici operazioni qua-
li colatura, lancio o caduta per forza di gravità. Un Untitled (Tangle) A partire dal 1967 Morris ma-
simile ventaglio di tecniche prevede l’inclusione di tura un superamento del Minimalismo iniziando
una nuova dimensione, quella della temporalità, ne- l’impiego del feltro, materiale industriale privo di
cessariamente connessa al processo di esecuzione. rigidità (Felt Pieces, Opere di feltro). A questa serie di
34.148
Il risultato è un’opera la cui forma è aperta, indeter- Eva Hesse, Hang up
lavori appartiene anche Untitled (Tangle) – Senza ti-
minata, talvolta effimera, sempre soggetta all’impre- (Riappeso), 1966. tolo (Groviglio), del 1967 Fig. 34.151 . In quest’opera
visto (da cui deriva l’altro nome con cui questa ten- Acrilico su stoffa, legno, il materiale viene tagliato in strisce, appeso in un
corda, tubo di acciaio,
denza è conosciuta: Anti-form, ovvero Anti-forma). 182,9×213,4×198,1 cm. solo punto sul muro e quindi lasciato pendere, fa-
Alla base di tale rinnovamento della pratica artistica Chicago, Art Institute. cendo sì che la forza di gravità ne determini la for-
si deve riconoscere ancora una volta la fondamen- 34.149 ma. L’intervento dell’artista si limita pertanto alle
tale influenza del dripping di Pollock, nonché delle Richard Serra, Senza titolo, sole operazioni preliminari di scelta del materiale,
1967. Gomma vulcanizzata,
«sculture molli» di Oldenburg. tubo al neon e cavo, insieme taglio e ancoraggio sulla parete. Abbandonando il
244,5×186,7×17,2 cm. New controllo autoriale sull’opera, dunque, a ogni nuo-
York, Museum of Modern Art.
Robert Morris (1931) va esposizione il lavoro risulterà sempre e comun-
La prima teorizzazione dell’Anti-form si deve a un 34.150 que diverso. L’opera esemplifica appieno il nuovo
saggio dell’artista statunitense Robert Morris, che Robert Morris, Litanies, approdo Anti-form, il cui manifesto è il saggio dal
1963. Piombo su legno
vi arriva dopo una lunga sperimentazione. Morris, con portachiavi d’acciaio, titolo omonimo, pubblicato nel 1968 sulla rivista
nato a Kansas City nel 1931, studia prima ingegne- chiavi e serratura d’ottone, «Artforum» Ant. 299 . Al suo interno, Morris pre-
30,4×18×6,3 cm. New York,
ria e poi arte nella propria città natale. Dopo un Museum of Modern Art. scrive di lasciare che siano i materiali stessi a de-
semestre alla California School of Fine Arts di San terminare la propria forma, secondo leggi basate
34.151
Francisco, frequenta il Reed College in Oregon, in- Robert Morris, Untitled (Tangle) sulle caratteristiche di casualità, indeterminazione,
terrompendo gli studi di filosofia e psicologia per il – Senza titolo (Groviglio), 1967. processualità e precarietà, facendo si che «mucchi
Feltro, 296,7×269,3×147,4 cm.
servizio militare. Si diploma infine all’Hunter Col- New York, Museum
disordinati, cataste casuali e sospensioni creino for-
lege di New York – dove si era trasferito nel 1960. of Modern Art. me accidentali per il materiale».
Bruce Nauman (1941) 335
Alla fase postminimalista è legato l’esordio artistico
di Bruce Nauman (Fort Wayne, Indiana, 1941): l’ar-
tista ha toccato tutti i mezzi espressivi (scultura, vi-
Arte concettuale
34.161 Ô
Schema grafico con
l’individuazione degli elementi
presenti in One and Three Chairs.
2 3
Arte povera
a b c
d e f
legati al luogo dell’installazione). Si va dai natura- 34.165 rapporto interno/esterno e a quello fra la dimen-
Mario Merz, Igloo.
lissimi rami degli alberi a alle lastre di pietra, dal sione individuale e quella collettiva. Un simboli-
a. Igloo con albero,
gesso alla juta b , dalla stoffa alle strutture metal- 1968-1969. Torino,
smo che si arricchisce con le innumerevoli varia-
liche d, e fino al vetro c o al nylon: tutti materiali Galleria Civica d’Arte zioni sul tema che l’artista saprà sviluppare fino al
che, a prescindere dalla loro minore o maggiore Modena e Contemporanea, termine della sua parabola creativa.
in deposito presso Rivoli,
artificialità, sono comunque di uso e di reperimen- Museo d’Arte
to assolutamente comune. Merz, affascinato dalle Contemporanea Michelangelo Pistoletto (1933)
Castello di Rivoli.
banali forme degli oggetti quotidiani, se ne appro- b. Tenda di Gheddafi, 1968- Tra le personalità più importanti dell’Arte pove-
pria ricavandone pertanto qualcosa di diverso dalla 1981. Rivoli, Museo d’Arte ra figura senza dubbio Michelangelo Pistoletto (Biel-
Contemporanea Castello
loro semplice sommatoria. di Rivoli.
la, 25 giugno 1933). La sua educazione artistica si
Sopra alcuni dei suoi Igloo, infine, l’artista ap- c. Spostamenti della Terra svolge al di fuori delle istituzioni canoniche: da gio-
plica anche tubi al neon di varie forme e colori f , e della Luna su un asse, vanissimo infatti apprende i primi rudimenti nel-
2002. Oslo, Museet for
ma tale inserimento tecnologico non deve destare Samtidskunst. la bottega del padre restauratore, per proseguire
comunque meraviglia, in quanto è perfettamente d. Architettura fondata dal quindi nell’agenzia pubblicitaria del cartellonista e
tempo – Architettura
conseguente alla scelta dei materiali poveri. Già al- sfondata dal tempo, pubblicitario torinese Armando Testa (1917-1992).
la fine degli anni Sessanta del Novecento, infatti, il 1981. Rivoli, Museo d’Arte
Contemporanea Castello
loro basso costo ne aveva consentito la diffusione di Rivoli. In deposito presso Venere degli stracci A partire dal 1967 la gamma
negli ambienti più modesti (come le cucine di mol- Fondazione Marco Rivetti. dei materiali utilizzati da Pistoletto si amplia con
e. Senza titolo, 2002.
te abitazioni) o più squallidi (come certi uffici pub- f. Object cache-toi, 1968.
gli stracci: materiale povero per eccellenza, vengo-
blici o le sale d’aspetto delle stazioni), favorendone New York, Collezione Ileana no assemblati in diverse installazioni che ne riscat-
l’ingresso anche nell’arte. «Il neon», scrive al riguar- Sonnabend. tano la natura umile e marginale. L’opera più cele-
do lo stesso Merz, «non è un oggetto, ma il fatto bre in cui compaiono è la Venere degli stracci (1967),
che l’elettricità fluisce attraverso di esso lo rende assurta a vero e proprio manifesto dell’Arte povera.
■ Mail Art Espressione artisti-
ancora meno oggetto». ca diffusasi a partire dagli anni L’installazione è composta da una riproduzio-
L’igloo interessa Merz, oltre che per un motivo Sessanta del Novecento che ne in cemento bianco di una Venere (una copia
utilizza la posta come strumen-
formale, anche per il complesso di significati che to di diffusione delle opere, so- moderna della Venere vincitrice dello scultore ne-
litamente di piccolo formato oclassico Bertel Thorvaldsen, 1770-1844 Fig. 34.167 )
porta con sé, legati all’abitare (con riferimento al (cartoline, pacchi, fax e più re-
nomadismo), alla protezione, alla volta celeste, al centemente e-mail). posta, con le spalle rivolte al pubblico, di f ronte
341
34.14 34.172
Esempi di design italiano degli
si alla prova e di ricostruire una classe intellettuale
che aveva ormai fatto propri i valori democratici del
anni Cinquanta e Sessanta.
Industrial design a. Tobia Scarpa, Vasi Venini,
Razionalismo. La seconda, pur essendo ancora for-
1956-1964. temente arretrata e mal distribuita sul territorio, ave-
La fioritura del Made in Italy b. Dante Giacosa, FIAT
500N, utilitaria, 1957.
va bisogno di rimettersi in gioco il prima possibile,
c. Marco Zanuso, Brionvega al fine di recuperare tutto il tempo e gli investimenti
L’Industrial design (in italiano disegno industriale) na- TS 502, radio portatile, perduti. Il terzo, infine, nonostante una miseria an-
1963.
sce, come suggerisce il suo stesso nome e come si è d. Vico Magistretti, Artemide cora diffusa, mostrava segni incoraggianti di ripresa,
già avuto modo di ricordare, con lo svilupparsi della Eclissi, lampada nutriti soprattutto dall’euforia della riconquistata li-
da comodino, 1966.
moderna industrializzazione, dunque nella secon- bertà e dalla speranza di un futuro migliore per tutti.
da metà dell’Ottocento. Attraverso le esperienze Oggetti d’arte
dell’Arts and Crafts e dell’Art Nouveau e grazie al pro- 34.173 La Vespa Il simbolo di questa ripresa, che oltre a
gressivo diffondersi delle scuole europee d’arti e me- Corradino D’Ascanio, essere economica era anche morale e culturale, è la
Vespa 98, 1946. Motore
stieri (Kunstgewerbeschulen), su fino a quella straordi- monocilindrico a due tempi
Vespa, un ciclomotore che rivoluziona il settore del-
naria palestra di talenti e di idee che fu il Bauhaus, il da 98 cc, 79×165,5 cm. le due ruote e che in pochi anni si impone a livello
design ha finito per imporsi in modo autonomo e au- Pontedera (Pisa), Museo mondiale con volumi di vendite mai più consegui-
Piaggio «Giovanni Alberto
torevole nel panorama artistico occidentale. Il con- Agnelli». Vedute frontale ti da nessun altro Fig. 34.173 . Lanciata sul mercato
tinuo affinarsi dei processi produttivi e, soprattutto e laterale. nell’aprile del 1946, la Vespa rappresenta il prototipo
nel secondo dopoguerra, il rapido e promettente 34.174 Ô dello scooter, la cui principale innovazione è quella
allargamento dei mercati a livello internazionale Franco Mosca, Cartolina di consentire la guida da seduti (e non a cavalcioni,
pubblicitaria della Vespa,
hanno ulteriormente contribuito alla diffusione del 1954. Pontedera (Pisa), come nella moto), il che, grazie anche a un efficace
design le cui finalità – è opportuno ribadirlo – sono Archivio Storico «Antonella martellamento pubblicitario Fig. 34.174 , apre imme-
Bechi Piaggio».
quelle di produrre in grande quantità e a prezzi con- diatamente il mercato anche all’utenza femminile.
tenuti oggetti, macchine, arredi o utensili dotati di Progettata da Corradino D’Ascanio (Popoli, 1891-Pisa,
apprezzabili qualità formali e funzionali. 1981), un ingegnere aeronautico della Piaggio, la Ve-
In questo senso l’Italia degli anni Cinquanta e Ses- spa si basa su una scocca autoportante d’acciaio pie-
santa del Novecento ha costituito un ideale campo gato, direttamente ripresa dalla tecnologia aeronau-
di sperimentazione per il design, potendo contare tica. In questo modo il motore e il blocco del cambio
sulla compresenza dei tre principali fattori in grado sono nascosti, insieme alla piccola ruota di scorta,
di decretarne il successo: i progettisti, l’industria e all’interno della carenatura tondeggiante posterio-
il mercato Fig. 34.172 . I primi, dopo gli anni bui del re, il che consente di ottenere anche forme filanti,
fascismo e della guerra, erano desiderosi di metter- maggiore aerodinamicità e una guida più silenziosa.
344
sezione XII ■ Contemporaneità
34.175
Carlo Maggiora, Elettrotreno
ETR 300 Settebello, 1952.
Lunghezza 165,50 m.
Particolare della motrice con
il belvedere vetrato
panoramico
34.176
Schema grafico delle due
motrici dell’elettrotreno ETR
300 Settebello.
Il Settebello Il buon design arriva a interessare an-
34.177 Ô
che i grandi mezzi di trasporto, con il Settebello, un Ettore Sottsass Jr e Perry
convoglio di gran lusso formato da sette carrozze A. King, Macchina per
scrivere Olivetti Valentine,
(da cui il nome) intercomunicanti mediante degli 1969. Scocca in ABS rosso,
innovativi mantici in gomma Fig. 34.175 . L’elettro- 11,5×34,5×35 cm. Vedute.
treno ETR 300, realizzato dalle Ferrovie dello Stato 34.178
in tre soli esemplari (1952-1959), sfoggia la caratte- Guido Crepax, Valentina,
1965.
ristica e raffinata livrea nei colori verde magnolia e
grigio nebbia. Grazie alla matita dell’architetto e pit-
tore Carlo Maggiora (Torino, 1898-Calci, 1981), che
inizia disegnando una scocca morbidamente aero-
dinamica, si giunge alla messa a punto di una solu-
zione che resterà unica al mondo. Le due motrici di
testa e di coda, infatti, terminano con un “belvede-
re” panoramico, dotato di grandi vetrate bombate,
dove i passeggeri possono comodamente sistemarsi
osservando il paesaggio con una visuale di 180 gra-
di. Le cabine di guida, invece, sono ingegnosamente
ricavate all’interno di un rialzo del tetto, da dove i
macchinisti sono comunque in grado di dominare
in piena sicurezza la strada ferrata Fig. 34.176 .
Valentine Il tema – ricorrente nei più svariati set- dalla linea accattivante e trasgressiva, che integra
tori – di utilizzare carenature avvolgenti e atten- anche una custodia-valigetta in robusta resina pla-
tamente conformate in base alle meccaniche che stica color rosso acceso Fig. 34.177 .
vanno a ricoprire è particolarmente sentito nelle L’operazione è estremamente raffinata anche
macchine per scrivere Olivetti, le prime a interrom- sul piano pubblicitario, in quanto il nome fa espli-
pere la tradizione che, all’inizio, le voleva tutte di cito riferimento all’omonima eroina di un celebre
color nero, poi oliva e – comunque – con i mecca- fumetto di Guido Crepax (1933-2003) Fig. 34.178 , al-
nismi sempre ben in vista. Nel 1969 l’architetto e lora molto amato e diffuso proprio nell’ambiente
designer Ettore Sottsass Jr Oggetti d’arte, p. 406 pro- degli intellettuali ai quali la nuova macchina per
getta la portatile Valentine, una macchina leggera, scrivere era specificamente indirizzata.
34.15 345
L’architettura
degli anni Sessanta
Land Art
Il bulldozer al posto del pennello
Dalla fine degli anni Sessanta del Novecento l’at-
tenzione di molti artisti si sposta dal singolo ogget-
to allo spazio in cui esso è immerso. In altre parole
l’opera d’arte varca i confini della galleria d’arte,
del museo o delle collezioni, per aprirsi verso l’e- a b
sterno, fino a comprendere anche l’ambiente na-
turale. Da questo nuovo e stimolante indirizzo di l’atto del pensarle e la fatica, anche organizzativa,
ricerca nasce la Land Art (ovvero «Arte del terri- del realizzarle.
torio»), che si esprime attraverso interventi di va- In questo si possono riscontrare evidenti colle-
rio tipo – anche su vasta scala – direttamente sul gamenti ideologici con le correnti concettuali, che
paesaggio, naturale e urbano. Da secoli soggetto accordano una maggiore attenzione al momento
passivo di rappresentazione nell’arte, il paesaggio ideativo dell’espressione artistica. L’incisività di
diventa, in questo caso, materiale e occasione di re- ogni operazione di questo genere, infatti, sta so-
cupero del rapporto dell’uomo con la natura. prattutto nel gesto con il quale l’uomo, utilizzando
Il concetto stesso di arte subisce un profondo ed le forme della natura, modifica la natura stessa, an-
ennesimo mutamento: l’uomo contemporaneo è che se in modo spesso effimero e comunque sem-
sempre più convinto che l’attività artistica coinvol- pre – e volutamente – reversibile.
ga tutte le sfere dell’agire, e non sia più possibile La Land Art opera sull’ambiente con modalità
porvi dei limiti fisici. La scala dell’azione, pertan- differenti a seconda delle poetiche di ciascun au-
to, può spaziare dal piccolo oggetto da esporre in tore: si va da azioni mirate a provocare una mini-
un salotto fino a una grande spiaggia Fig. 35.1 o, ma alterazione del paesaggio – come il semplice
addirittura, a un’intera isola dell’Oceano Atlanti- camminare, o la realizzazione di sculture tempo- c
co ❯ Fig. 35.8 . ranee utilizzando materiali trovati sul posto – a in-
Questo ulteriore sconfinamento della frontiera terventi massicci che raggiungono la stessa mae- 35.1
Esempi di Land Art
dell’arte apre una serie di nuovi interrogativi: circa stosa grandiosità di un evento atmosferico o di un con la sabbia della
la sua natura (all’incrocio tra scultura, architettu- cataclisma naturale – sbancamenti di terra nel de- spiaggia (Sand Art).
ra e design ambientale) e anche relativamente al- serto Fig. 35.2, a , trasporto di massi, scavo all’inter- a. Peter Donnelly,
le modalità espositive, polemicamente al di fuori no di vulcani. Un’altra opzione spesso percorsa è Sand Dancer,
2009. New Brighton
dei normali circuiti di esposizione e di commercio quella di portare elementi naturali all’interno degli (Nuova Zelanda).
dell’arte. Spesso, infatti, gli interventi sono situa- spazi espositivi b , innescando uno stimolante cor- b-c. Jim Denevan,
Senza titolo, 2010.
ti in luoghi remoti e possono essere percepiti solo tocircuito fra esterno e interno, natura e cultura. Santa Cruz (California).
mediante riprese fotografiche e cinematografiche Il risultato può essere concepito per avere dura-
(con l’ausilio di aerei, elicotteri o droni), il che pone ta temporanea o, al contrario, una maggiore per-
il non facile problema della fruibilità da parte del manenza. Essenziale comunque è il legame con il
pubblico di realizzazioni di questo tipo. Del resto, sito in cui l’intervento viene condotto (site-speci- ■ Site-specific Letteralmente
«specifico per il luogo». Defini-
come la natura non si preoccupa di rendere sem- fic), in quanto l’opera non viene installata in un de- zione attribuita a opere d’arte
terminato luogo, ma è il luogo stesso a farsi arte. concepite specificamente per
pre visibili le sue meraviglie, anche questi artisti l’inserimento in un determinato
antepongono al risultato finale delle loro creazioni Da questo punto di vista, infine, si riscontra anche luogo o contesto.
35.1 Land Art ■ 35.2 Body Art e performance
■ 35.3 Iperrealismo ■ 35.4 Il ritorno alla tradizione figurativa ■ Visita le sale
sull’arte
35.5 Graffiti Writing ■ 35.6 Nuova scultura dagli anni ’80
a oggi
■ 35.7 E oggi? Ultime tendenze ■ 35.8 L’architettura di fine Millennio
Christo (1935)
Più che nel campo della Land Art, Christo Vladimi-
rov Javacheff, scultore di origine bulgara (Gabrovo,
13 giugno 1935) – meglio noto con il solo nome di
Christo – preferisce definire il suo lavoro nei termi-
ni di Public Art (Arte pubblica). Formatosi tra So-
fia, Praga, Vienna e Parigi, dal 1961 ha sempre col-
laborato strettamente con Jeanne-Claude Denat de
Guillebon (Casablanca, 1935-New York, 2009), sua
compagna di vita e d’arte. Christo lavora su sca-
35.4 35.5 la sia urbana sia territoriale, ma il suo intervento
Robert Smithson, Spiral Jetty sale, acqua, diametro 460 m. Robert Smithson, Untitled
(Molo a spirale), 1970. Terra, Great Salt Lake, Box Elder (Three Spiral Jetty Drawings),
comporta sempre l’uso di materiali di produzione
massi di basalto, cristalli di County (Utah). ca 1970. Matita su carta industriale che, sebbene di estrema povertà, come
millimetrata, ciascuno nel caso dei bidoni di petrolio o dei teloni di nylon,
27,9×21,6 cm. New York,
Spiral Jetty La testimonianza più spettacolare Museum of Modern Art. sono comunque assolutamente estranei all’am-
del lavoro di Smithson resta lo Spiral Jetty (Molo a biente naturale.
spirale), realizzato nel 1970 sul Great Salt Lake (il L’operazione fondamentale che caratterizza la
Grande lago salato), nello Stato americano dello poetica di Christo e Jeanne-Claude è quella dell’im-
Utah Fig. 35.4 . Si tratta, come suggerisce il titolo pacchettamento, condotta su scala sempre maggiore:
stesso, di una gigantesca banchina a forma di spi- partendo da singoli oggetti quotidiani (bottiglie, li-
rale, minuziosamente dimensionata su carta milli- bri, arredi, automobili), nel corso degli anni gli ar-
metrata Fig. 35.5 e messa poi in opera con l’ausilio tisti sono arrivati a impacchettare, con ettari di teli
di imponenti mezzi meccanici per il movimento e kilometri di corde, musei, coste, vallate Fig. 35.6 e
della terra, dei cristalli di sale e dei massi di basalto monumenti (come ad esempio il Pont-Neuf a Pa-
necessari alla costruzione. Le sue dimensioni finali rigi Fig. 35.7 , le mura aureliane a Roma o l’intero
sono maestose: il diametro è di 460 metri, l’esten- Reichstag, il Palazzo del Parlamento, a Berlino), ce-
sione di 1450 metri. lando forme architettonicamente note in informi e
L’artista racconta espressamente l’origine del anonimi fagotti. L’operazione, intellettualmente col-
progetto: «Mentre guardavo il posto ebbi la sensa- tissima, ottiene un risultato paradossale: nasconden-
zione di un riverbero all’orizzonte, solo una sug- do una cosa, in realtà ce la rivela con maggior forza.
gestione […] ed ebbi l’idea di un ciclone immobile Le radici di tale pratica sono complesse ed eteroge-
che con luce vacillante aggredisce l’intero paesag- nee: dal Nouveau Réalisme (cui l’artista si lega nella
gio che inizia a tremare. Un terremoto silenzioso si fase iniziale della sua carriera, con il ritorno all’og-
espande nella tranquillità ondeggiante in una sensa- getto) al Concettuale (il gesto eclatante è sempre al
zione di rotazione senza movimento. Questo luogo centro del momento espressivo), fino alla Pop-Art (in
rappresentava un movimento rotatorio che rinchiu- quanto la fruizione dell’opera non potrebbe avveni-
deva il proprio nocciolo in una immensa sfericità». re senza i mezzi di comunicazione che sono stati resi
L’effetto che ne deriva, continuamente mutevole disponibili dalla società dei consumi) ❯ Ant. 305 . La
a seconda delle maree e delle condizioni di luce, al- realizzazione di questi grandiosi progetti comporta
lude a un gigantesco gorgo d’acqua. La forma della costi molto elevati, interamente coperti dall’autore
spirale da un lato è intesa come simbolo ancestrale tramite la vendita dei relativi disegni e progetti. Essi
della vita e dei processi di crescita naturale, dall’al- inoltre necessitano di lunghi tempi di realizzazione
tro si riferisce a una leggenda del luogo che narra di (anni o in alcuni casi addirittura decenni) e il coinvol-
un vortice al centro del lago collegato direttamen- gimento di numerose professionalità, come tecnici
te al mare, spiegando la salinità dell’acqua. Questa e ingegneri. Parte integrante del lavoro sono consi-
complessità di riferimenti testimonia il carattere derati anche la componente burocratica, costituita
multidisciplinare della ricerca di Smithson. dalle interpellanze alle autorità per ottenere i neces-
355
vestimento, l’esposizione di corpi nudi, la sessuali- 35.12 Hermann Nitsch (1938)
Esempi di Body Art.
tà, la violenza), fino ad atti estremi nei quali viene e l’Azionismo viennese
a. Gilbert & George,
messa in pericolo l’incolumità stessa dell’artista o Underneath the Arches,
Vienna rappresenta uno dei centri principali in cui
dei suoi collaboratori. The singing sculpture, 1970. già dall’inizio degli anni Sessanta si sperimenta l’uso
Spesso, infatti, la Body Art ha fatto ricorso an- Londra, Nigel Greenwood del corpo come linguaggio artistico. È qui che na-
Gallery.
che a comportamenti autolesionistici. Uno dei casi b. Dennis Oppenheim, sce il Wiener Aktionismus (Azionismo viennese), un
più noti è quello della francese Gina Pane (Biarritz, Reading Position for a gruppo di artisti che propone alcune fra le azioni più
Second Degree Burn
1939-Parigi, 1990) che arriva a infierire sul proprio (Posizione di lettura per radicali nella storia della Body Art, aperta e volontaria
corpo, ferendolo con lamette al fine di rigenerarlo un’ustione di secondo sfida contro la morale bigotta. L’Azionismo vienne-
grado), 1970. Libro, pelle,
simbolicamente nel sangue c . Parte imprescindi- energia solare, tempo
se si fonda su un recupero della dimensione ritua-
bile dell’esperienza umana, il dolore è forse la for- di esposizione: 5 ore. le dell’arte tramite il ricorso alla drammatizzazione
ma più immediata e percepibile di comunicazione New York, Jones Beach. teatrale, sulla scorta delle teorie psicoanalitiche che
Fotografia 216×152,5 cm.
e l’arte può dunque esprimersi efficacemente per Parigi, Musée National d’Art avevano avuto proprio nella capitale austriaca uno
suo tramite. Secondo l’artista infatti «la ferita è la Moderne, Centre Georges dei principali centri di elaborazione.
Pompidou.
memoria del corpo: ne memorizza la f ragilità, il c. Gina Pane, Psyche, 1975. Fra i protagonisti di questa corrente è Hermann
dolore, dunque l’esistenza “reale”». Azione, particolare di Nitsch (Vienna, 29 agosto 1938), formatosi come
quattro tagli a croce intorno
Centrale in questa forma di espressione è l’inda- all’ombelico. Milano, grafico e successivamente diplomatosi presso la
gine su questioni come l’identità (intesa a vari livel- Galleria Diagramma. Graphische Bundes-Lehr- und Versuchsanstalt di
li: sessuale, sociale, di etnia), il limite, la dialettica 35.13
Vienna. Dalla fine degli anni Cinquanta l’artista ini-
sé/altro e interno/esterno, il dolore, la malattia o Hermann Nitsch mentre zia l’elaborazione di un progetto su cui fonda l’in-
la morte. Per queste ragioni la Performance Art (l’al- dipinge un’opera con il sangue. tero complesso della sua opera, denominato Or-
tro nome con cui è nota la Body Art) si pone spesso gien-Mysterien Theater (Teatro delle Orge e dei Misteri).
come una provocazione – volutamente insoppor- Si tratta di una forma espressiva totale, fuori dai con-
tabile – nei confronti del pubblico. sueti canoni, all’interno della quale si incontrano
A questo ampio orizzonte di pratiche – spesso tutte le arti: pittura, musica, danza, teatro, stimolan-
combinate con altre forme espressive (come la pit- do il partecipante a vari livelli sensoriali. Le perfor-
tura, la scultura, o la Video Art) – si sono avvicinati mances di Nitsch, infatti, sono dei veri e propri ritua-
episodicamente anche artisti operanti con altri lin- li con funzione purificatrice, che consentono cioè
guaggi (il Concettuale, il Poverismo). allo spettatore di liberarsi psicologicamente dagli
358 accompagnamento musicale. L’impiego del sangue
– spesso avversato da pubblico e critica – è giustifi-
cato dall’autore come «un mezzo per innamorarsi
perdutamente e intensamente della vita». La violen-
sezione XII ■ Contemporaneità
Telephone Booths Una delle prime prove iperrea- Senza titolo In Senza titolo, un’opera del 1971
liste di Estes è il dipinto Telephone Booths (Cabine Fig. 35.24 , Don Eddy rappresenta il particolare del
telefoniche) del 1967 Fig. 35.23 . Il soggetto, che l’ar- muso di un’automobile tipicamente americana,
tista aveva precedentemente immortalato in una con copriruote, paraurti e finiture abbondante-
serie di fotografie, sono quattro cabine telefoni- mente cromati, secondo la moda di quegli anni.
che situate all’incrocio di Broadway, Sixth Avenue Anche in questo caso l’attenzione alla riproduzio-
e 34th Street di New York. Riprese frontalmente e ne dei particolari più minuti, quali i riflessi su vetri
collocate al centro della tela a occuparla quasi in- e carrozzeria, è portata a un livello di perfezione
teramente, le cabine sono abitate al loro interno quasi ossessiva.
da altrettante figure (presenza rara nei dipinti di Questa esasperazione della tecnica, del resto,
Estes). chiarisce il perché di un risultato artistico voluta-
Quella messa in scena è una vera e propria sfida mente “freddo”, cioè incapace di trasmettere alcu-
allo spettatore: il pittore costruisce un’immagine na sensazione che non sia quella del puro ricono-
complessa giocata sugli effetti di riflesso e di tra- scimento tecnico.
sparenza, generati dalla superficie delle cabine.
John De Andrea (1941)
Don Eddy (1944) Lo statunitense John De Andrea, nato a Denver (Co-
Fra i più dotati Iperrealisti è senz’altro da annovera- lorado) il 24 novembre 1941 e formatosi presso le
re il californiano Don Eddy (Long Beach, 4 novem- università del Colorado e del New Mexico, si pone
bre 1944), che consegue il master in Belle Arti alla prepotentemente alla ribalta nel campo scultoreo.
University of Hawaii, perfezionandosi poi anche Partito dall’impiego innovativo della fibra di ve-
alla University of California di Santa Barbara. La- tro, l’artista è passato alla resina polivinilica e quin-
362 Duane Hanson (1925-1996)
Un altro dei principali esponenti dell’Iperrealismo
in campo scultoreo è senza dubbio Duane Hanson
(Alexandria, Minnesota, 17 gennaio 1925-Boca Ra-
sezione XII ■ Contemporaneità
Indietro tutta
A partire dalla fine degli anni Settanta prende l’av-
vio un indirizzo artistico che diventa dominan-
te in Occidente per tutto il decennio successivo: il
ritorno alla pittura, in particolare di tradizione fi-
gurativa. Questo nuovo orientamento costituisce
un’evidente reazione al rigore e all’austerità visiva
a
caratteristici delle tendenze minimaliste e concet-
tuali fino ad allora predominanti e appare in riso-
nanza con il nuovo contesto storico-culturale, defi-
35.4.1
nito complessivamente Postmoderno. Anacronismo
Le nuove generazioni, in parte deluse dall’ecces- Ripartendo da prima
siva politicizzazione della vita sociale e comunque
assai disorientate da fenomeni drammatici ed estre- Tra le prime avvisaglie del ritorno alla pittura si col-
mi come il terrorismo, finiscono di fatto per allon- loca la corrente dell’Anacronismo, che si sviluppa
b
tanarsi completamente da qualsiasi ideologia, rifu- in Italia tra la fine degli anni Settanta e il decennio
giandosi in una dimensione strettamente personale successivo. Essa deve il nome alla sua caratteristica
e, non di rado, anche espressamente qualunquista. più importante, il recupero di temi, stili e tecniche
Dall’eccessiva socializzazione degli anni Settanta, del passato, tutti assolutamente distanti dal senti-
quando sembrava che ogni esperienza – anche inti- re comune e, proprio per questo, in un certo qual
ma – dovesse obbligatoriamente passare attraverso modo anacronistici (termine che viene dal greco
il confronto politico con gli altri, si giunge, negli chrònos, tempo, e anà, contro). Le fonti cui gli arti-
anni Ottanta, all’estremo opposto. Questo clima di sti si ispirano sono soprattutto quelle della classicità
egoismo e individualismo si riflette a livello globa- c greco-romana, del Rinascimento, del Manierismo
le in una svolta politica conservatrice che interessa (Ipermanierismo) e del Neoclassicismo. Si tratta di
soprattutto gli Stati Uniti (con la presidenza di Ro- 35.30 una pittura fondata essenzialmente sulla citazione
Ritorno alla pittura.
nald Reagan) e il Regno Unito (con il premierato di di opere precedenti (che le ha fatto guadagnare an-
a. David Salle,
Margaret Thatcher). Carta muscolare, 1985.
che gli appellativi di Citazionismo o di Pittura colta).
Dal punto di vista artistico, questa radicale inver- Olio, acrilico e carboncino I modi, le tecniche, le sfumature con le quali gli
sione di comportamenti (generalmente definita co- su tela e tessuto, Anacronisti si avvicinano all’arte del passato sono
con legno dipinto,
me riflusso) porta al convinto rifiuto di ogni prece- in tre parti, insieme vari: a volte non si va al di là del semplice riferimen-
dente avanguardia. Queste ultime (si pensi all’Arte 249,3×475 cm. to, pur dottissimo; talaltre, invece, l’Antico e la ma-
New York, Museum
povera, per esempio) spesso subordinavano il valore of Modern Art. niera all’antica sono trampolini per rielaborazioni,
stesso dell’arte in nome di precise impostazioni ideo- b. Francesco Clemente, riletture e proposte. Notevole è l’intento di liberare
Fame, 1980.
logiche, considerando l’attività artistica in opposizio- Gouache su carta
gli artisti delle ultimissime generazioni dall’incu-
ne ai processi di consumo della società capitalistica. Pondicherry unita bo – tutto novecentesco – di apparire accademici o
Ecco quindi il ritorno alla tradizione figurativa, con strisce di cotone, antimoderni. Riproporre temi figurativi e in qual-
237,5×245,1 cm.
con il ritrovato piacere fisico del “fare” pittura e l’ac- Filadelfia, Museum che modo classicheggianti, dopo l’esplosione del-
centuazione sulla soggettività dell’artista. Questa of Art. le Avanguardie storiche, era infatti parso a lungo
c. Georg Baselitz,
tendenza riceve un immediato e imponente riscon- Die Mädchen von Olmo II sconveniente, quando non addirittura reazionario.
tro di pubblico e di mercato, in parte facilitato da (Le ragazze di Olmo II),
1981. Olio su tela,
un concomitante momento di accelerata espansione 250×249 cm. Parigi, Carlo Maria Mariani (1931)
economica. Un successo che non manca di suscita- Musée National d’Art Carlo Maria Mariani (Roma, 25 luglio 1931) offre
Moderne, Centre Georges
re anche accese polemiche, attirando varie accuse Pompidou.
una personalissima rivisitazione del Classicismo,
di conservatorismo e asservimento ai dettami del- nella quale riesce a coniugare una tecnica pittorica
la società dei consumi e della globalizzazione. Il fe- di tipo accademico con intenti espressivi postmo-
nomeno ha una scala internazionale, e interessa in derni. La sua formazione artistica segue l’iter cano-
parallelo sia gli Stati Uniti Fig. 35.30, a sia l’Europa (i nico, con studi presso l’Istituto d’Arte e quindi l’Ac-
centri principali sono l’Italia b e la Germania c , in cademia di Belle Arti di Roma. Dopo l’esordio nella
misura minore la Francia e la Spagna). decorazione ad affresco e successive prove iperrea-
365
(Germania) il 26 marzo 1944 da genitori polacchi, pagnato da uno scudo sul quale si staglia il rilievo
trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Cracovia, dove di un guerriero, anch’esso mutilo: il suo braccio
studia presso la locale Accademia di Belle Arti. Nel sinistro e la sua gamba destra, affogati nella super-
1968 si trasferisce a Parigi dove frequenta l’École ficie di fondo, suggeriscono una lenta o improvvi-
Nationale Supérieure des Beaux-Arts e dove lavora. sa emersione del corpo verso l’esterno, come se si
Nel 1983 apre uno studio anche a Pietrasanta, cit- trattasse di un’apparizione.
tadina toscana vicina alle cave di marmo delle Alpi
Apuane dove, a partire dallo stesso anno, vive, alter- Tindaro screpolato Anche in Tindaro screpola-
nando la residenza italiana con quella parigina. Nel- to Fig. 35.37 , un grande bronzo del 1997, l’artista
la capitale francese muore il 6 ottobre 2014. a rievoca la bellezza delle sculture arcaiche greche.
Mitoraj intende riportare in vita il «contenuto Il soggetto è un personaggio tratto dalla mitolo-
spirituale dell’antico», che trova in particolare nella gia: il re di Sparta, padre di Elena di Troia. Come
plastica ellenistica e nella riproposizione colta della precisa il titolo stesso, la superficie della scultura è
maniera di Prassitele ❯ Ant. 311 . interamente solcata da una serie di evidenti cretta-
ture, espediente formale che ritorna più volte nella
Quirinus In Quirinus Fig. 35.35 , un bronzo del produzione dell’artista. Mitoraj infatti include nella
1987, Mitoraj rievoca l’antica bellezza di un kouros. sua opera, sin dalla formazione, la dimensione del
Il nome rinvia a una delle più antiche divinità ro- b tempo e l’effetto del suo trascorrere, come se la
mane, un dio guerriero che, con il tempo, era stato scultura altro non fosse che un reperto sopravvis-
assimilato a Romolo, legandolo, così, alla storia del suto di una statua antica. Allo stesso modo si spie-
fondatore dell’Urbe e, quindi, alla città di Roma. ga la sua frammentarietà, carattere anche questo
L’imponente busto di bronzo presenta giunture ricorrente nella sua opera: la scultura è costituita
Fig. 35.36, a , spessori bronzei b e tagli (il più evi- soltanto dalla testa di dimensioni colossali che, al
dente dei quali lo percorre verticalmente per tutta contrario di un corpo intero, lascia che il pensiero
l’altezza, poco a destra dell’ombelico c ), quasi a dell’osservatore sia libero di fantasticare sulla bel-
imitare antichi restauri. Il torso, infine, è accom- c lezza e sull’integrità perdute.
35.4.2 367
Transavanguardia
Attraverso e oltre le Avanguardie
Intero e particolari.
stiene che «l’artista, come un acrobata sulla fune,
35.41 si muove verso più direzioni non perché pieno di
Schema geometrico di Re
uccisi alla perdita della forza. destrezza, ma solo perché non sa quale scegliere».
Alla pittura Paladino affianca, dall’inizio degli
anni Ottanta del secolo scorso, anche la scultu-
ra. I due generi sono spesso in dialogo fra loro in
opere che – soprattutto durante gli anni Novan-
ta – assumono respiro installativo e architettonico.
Illustrazione, mosaico, scenografia, cinema sono
altri territori in cui l’artista si è avventurato, sem-
pre con grande libertà di ispirazione e di linguag-
gi ❯ Ant. 312 .
in maniera del tutto incongrua, mentre dalla sua re di Hitler in quanto di origine ebraica e si trasferi-
bocca fuoriesce una fiamma rossastra che contra- sce in Inghilterra, diventandone poi cittadino. Qui
sta quella bianca – a essa opposta – dovuta al colpo compie i primi studi, cambiando – deluso – diverse
di fucile Fig. 35.44 . I due personaggi sono inseriti in scuole. Esordisce nel 1944 e da allora la sua fama
un fondo astratto, animato da energiche pennellate cresce costantemente, fino a renderlo uno degli ar-
espressioniste che disegnano una trama obliqua di tisti più quotati al mondo. Freud non si è mai allon-
grandissima ricchezza cromatica fatta di gialli, aran- tanato, per tutto il corso di quella che egli definisce
cioni, rossi, verdi, azzurri, grigi, neri. La raffigura- la sua «ricerca solitaria o assenza di ricerca», dalla
zione, pur conservando alcuni elementi riconoscibi- scelta della pittura figurativa, al di fuori e al di là di
li (quali, appunto, i personaggi di una singolarissima ogni scuola o movimento.
c caccia), sconfina in una dimensione fantastica e qua- L’artista considera il proprio lavoro «esclusiva-
si fiabesca, in cui il “colto” animale-musicista vince mente autobiografico», in quanto riguarda se stes-
il simbolico confronto con il rude uomo-cacciatore. so e ciò che lo circonda. Partito da un’adesione al
Il riferimento (peraltro frequente) al Mediterraneo, vero di marca quasi fiamminga, Freud conquista
indicativo del forte legame con il territorio che ani- – a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta – una
35.45
Lucian Freud, Ritratti. ma il lavoro di Cucchi, va interpretato come un’e- maggiore libertà pittorica. Importante, nella sua
a. Donna con un cane spressione poetica. Nell’intento dell’artista, infatti, formazione, è stata soprattutto l’influenza di Fran-
bianco, 1950-1951. non si tratta d’altro che di poesia dipinta. cis Bacon, al quale l’artista si lega con una profon-
Olio su tela,
76,2×101,6 cm. Londra, da e duratura amicizia.
Il genere che Freud ha maggiormente frequen-
35.4.3
Tate Gallery. Particolare.
b. Testa di uomo, 1966.
Olio su tela, 46,4×39,8 cm.
tato è quello del ritratto Fig. 35.45 , soprattutto nudo
Collezione privata. Lucian Freud (1922-2011) e in interno, nel quale raggiunge una penetrazione
Particolare. L’incombere della presenza fisica psicologica straordinaria. I soggetti – sempre rigo-
c. Ritratto di sua Maestà
la Regina, 2000-2001. rosamente ripresi dal vero – provengono quasi tut-
Olio su tela, 23,5×15,2 cm. Il «ritorno alla pittura» riporta l’attenzione su ar- ti dall’ambito delle proprie conoscenze: familiari,
Londra, Royal Collection.
tisti che, al di là di ricorrenti fenomeni di moda, si amici, amanti, bambini. Egli afferma: «Tutto è au-
35.46 erano mantenuti fedeli a questo linguaggio. Uno tobiografico e tutto è un ritratto». Al centro dell’in-
Lucian Freud, Benefits
Supervisor Sleeping dei casi più eclatanti è rappresentato da Lucian tera opera pittorica di Freud è sempre e comunque
(Ispettrice dei sussidi Freud (Berlino, 8 dicembre 1922-Londra, 21 luglio l’essere umano nella sua dimensione carnale e la
addormentata), 1995.
Olio su tela, 150×250 cm.
2011). Nipote di Sigmund (il padre della psicoanali- volontà di comunicarne con la pittura l’incombente
Collezione privata. si), lascia la Germania nell’anno dell’ascesa al pote- presenza fisica. Secondo l’artista, infatti: «Per scuo-
terci, la pittura non deve mai limitarsi a ricordarci la a b 371
vita, ma deve acquisire una propria vita».
Disegni e stampe
zione di trasferire una forma di espressione nata definisce radiant boys (ragazzi sfolgoranti), in quan- 35.49
Keith Haring, Senza titolo,
per lo spazio urbano in un contesto asettico come to sempre circondati da una fumettistica aureola di 1984. Smalto fluorescente
quello della galleria d’arte. raggi luminosi. I suoi disegni, d’altra parte, hanno e inchiostro su testa di gesso,
I graffiti fanno parte della più ampia Street Art nel fumetto una delle principali fonti di ispirazione 118×80 cm. New York-
Milano, Collezione Salvatore
(Arte di strada), che sceglie appunto come luogo di (i personaggi, ad esempio, traggono proprio da lì la Ala. Intero e particolare.
intervento il contesto urbano, impiegando i mezzi simbologia per suggerire il senso del movimento:
espressivi più vari: bombolette spray, colori acrilici, degli insiemi di archetti concentrici).
stencil (disegni o scritte ottenuti con stampi o ma- La metafora, però, non è mai solo scherzosa. In
scherine), stickers (adesivi), aerografia, poster, dise- quegli esseri metamorfici, infatti, coesistono – for-
gni a mano libera. se anche inconsapevolmente – sia la primitiva im-
mediatezza dei graffiti preistorici, sia le comples-
Keith Haring (1958-1990) se paranoie dell’uomo contemporaneo. L’opera di
Uno degli esponenti del Graffitismo di maggior Haring è guidata dalla convinzione che «l’arte non
successo è, senza dubbio, Keith Haring, la cui vita, è un’attività elitaria riservata al diletto di pochi, ma
prematuramente stroncata dall’AIDS, è lo specchio […] deve rivolgersi a tutti». Per questo l’artista usa i
drammatico del disagio e delle contraddizioni di supporti più diversi per le proprie creazioni artisti-
quella generazione americana cresciuta in piena che (magliette, poster, orologi, pubblicità), arrivan-
era nucleare e nutritasi quasi esclusivamente di te- do ad aprire anche un negozio, il Pop Shop, a New
levisione e di fumetti. York (1986) e a Tokyo (1988) ❯ Ant. 314 .
Nato a Reading, nei pressi di Kutztown (Penn-
sylvania) il 4 maggio 1958, frequenta per un anno Senza titolo Il passaggio dalla pittura di strada ai
la Ivy School of Art di Pittsburgh. Nel 1978 si tra- supporti artistici più tradizionali è ben documenta-
sferisce a New York, dove segue corsi alla School to da Senza titolo Fig. 35.48 , un disegno appartenen-
of Visual Arts e studia con Joseph Kosuth. L’artista te alla prima produzione dell’artista (1982), le cui
muore a New York il 16 febbraio 1990. notevoli dimensioni – oltre 17 metri di lunghezza,
Fin dai primi, provocatori esperimenti grafici, divisi su due fogli – sembrano comunque evocare
condotti con il gessetto bianco sui pannelli pub- gli spazi di un muro, costringendo il visitatore a
blicitari vuoti nella metropolitana newyorchese, spostarsi per averne una visione completa.
il giovane Haring esprime un universo grafico iro- La marcata orizzontalità, che si sviluppa su tre
nico e personalissimo, sempre in ambigua tensione pareti contigue di una sala del Museum of Modern
tra l’ottimismo borghese espresso dalla spensiera- Art di New York, ne fa una sorta di lungo f regio,
tezza disneyana e l’angoscia di un’esistenza dura e la cui superficie bianca è completamente ricoper-
disperata. ta di segni neri, come moderni geroglifici: figure
Haring, infatti, sviluppa una propria iconogra- umane, animali, angeli, raffigurazioni stilizzate del
fia popolata da strani personaggi e animali infantil- personaggio disneyano di Topolino, dischi volan-
mente stilizzati, come gli elementari omuncoli che ti, televisori brulicano e si rincorrono sulla carta.
35.50 Ø 35.51 Ø 373
Keith Haring, Tuttomondo, Schema identificativo
1989. Affresco, 180 m2. Pisa, dei principali temi simbolici
Convento di Sant’Antonio, presenti in Tuttomondo.
facciata posteriore. Il murale 1. La maternità
Tuttomondo Queste qualità sono tanto più evi- Kenny Scharf (1958)
denti quando Haring lavora su larga scala. Ne offre Lo statunitense Kenny Scharf (Los Angeles, 14 set-
un esempio il murale Tuttomondo Fig. 35.50 , esegui- tembre 1958) riesce a stemperare l’iniziale rabbia
to nel 1989 su una parete posteriore del Convento graffitista attraverso forme stravaganti e gommose,
di Sant’Antonio a Pisa. Si tratta dell’ultima opera in parte desunte dai cartoons e in parte ispirate a una
pubblica dell’artista, ed è considerata il suo vero e sorta di naturalismo tecnologico, tendente a ridurre
proprio testamento spirituale. Per questa ragione ogni oggetto reale a una sorta di giocosa caricatura
nel 2011 è stata sottoposta a un delicato restauro variopinta. Amico e collaboratore di Andy Warhol,
teso a conservare la brillantezza dei suoi colori. Scharf si diploma in belle arti alla School of Visual
Il murale si estende su una superficie di 180 metri Arts di New York, città nella quale entra in operoso
quadrati, ed è dedicato al tema della pace e armonia contatto anche con Haring e Basquiat ❯ oltre .
nel mondo. Il fondo bianco del muro è abitato da un
totale di 30 diversi personaggi e animali, che alludo- Jungle Jism In Jungle Jism, una smagliante tela del
no ad aspetti del mondo pacificato: la donna con il 1985, ad esempio, l’indole fumettistica di Scharf
bambino in braccio (al centro a destra) rappresenta impone subito il proprio stravagante sopravven-
il tema della maternità Fig. 35.51, 1 ; l’uomo che reg- to Fig. 35.52 . I colori vivacissimi (si tratta di un mi-
ge sulle spalle il delfino (in alto al centro) il rapporto sto di olio, acrilico, smalto a spray), ulteriormente
con la natura 2 ; le forbici umanizzate che tagliano lumeggiati con spruzzi di aerografo, rimandano a
il serpente (in alto a destra) la sconfitta del male 3 . un mondo fantastico e inquietante da “sopravvis-
Tuttomondo viene concepita fin dall’inizio co- suti dopo la catastrofe”. Nonostante ciò l’artista ri-
374
sezione XII ■ Contemporaneità
Jean-Michel Basquiat (1960-1988) 35.52 nel mondo delle gallerie, e trasferisce l’estetica dei
Kenny Scharf, Jungle Jism,
«Non so come descrivere il mio lavoro perché non 1985. Olio, acrilico e smalto graffiti sul piano della pittura. Anche grazie all’a-
è mai lo stesso. […] È come chiedere a Miles Davis: spray su tela, 284,5×207 cm. micizia con Andy Warhol, con il quale inizia una
Aquisgrana, Ludwig Forum.
“Come suona la tua tromba?”». Nato a New York collaborazione, si afferma presto a livello interna-
il 22 dicembre 1960 da genitori caraibici, Jean-Mi- 35.53 zionale. La sua fulminea ascesa nell’olimpo dell’ar-
Jean-Michel Basquiat, Untitled
chel Basquiat ha una vita breve e assai travagliata. (Skull) – Senza titolo (Teschio),
te consuma però la sua esistenza, che si conclude
Da bambino la madre lo educa all’amore per l’ar- 1981. Acrilico e oilstick tragicamente con la morte per overdose nella città
te, accompagnandolo a visitare i musei della città. su tela, 205,74×175,9 cm. natale il 12 agosto 1988, non ancora ventottenne.
Los Angeles, The Broad.
A sette anni viene investito da un’automobile, e nel Intero e particolare. L’opera di Basquiat si contraddistingue per un
periodo di immobilità cui è costretto si dedica allo tocco rapido e molto personale, che allude a un vo-
studio e alla copia delle illustrazioni di un manua- lontario recupero di forme espressive elementari e
le di anatomia. Frequenta malvolentieri la scuola, quasi primitive. Oltre ai supporti tradizionali (tele,
tuttavia si iscrive alla City-As-School nel 1977 e allo tavole), l’artista utilizza anche oggetti (come porte e
stesso tempo inizia a disegnare graffiti sui muri di finestre). La sua produzione, sempre fortemente cri-
Manhattan insieme al suo amico Al (Albert) Diaz. tica nei confronti della società contemporanea, con
Adottando lo pseudonimo di SAMO (acronimo una particolare attenzione a temi come l’identità e le
di SAMe Old shit, traducibile più o meno come: discriminazioni razziali, trae ispirazione dal melting
«Sempre la solita porcheria»), scrive aforismi, brevi pot americano, che si potrebbe tradurre come identi-
poesie, motti, facendosi subito notare. Dopo aver tà condivisa. Nel suo agire artistico, infatti, Basquiat
abbandonato la scuola ed essere stato cacciato di opera sempre una commistione creativa fra il jazz
casa, vive con gli amici vendendo t-shirts e cartoli- (è anche musicista e DJ), le culture afro-americana e
ne fatte da lui. Dalla frequentazione degli ambienti ispanica, l’Espressionismo, il Primitivismo, l’imma-
artistici newyorchesi riesce a entrare giovanissimo ginario popolare e il mito dello sport ❯ Ant. 315 .
35.54 1981. Acrilico, vernice spray 375
Jean-Michel Basquiat, e pastello a olio su tela,
Untitled (Fallen Angel) – 168×197,5 cm. New York,
Senza titolo (Angelo caduto), Tony Shafrazi Gallery.
Balloon Dog (Blue) La banalità è uno degli in- che riflettenti del materiale, che pongono la scultu-
gredienti estetici più ricorrenti nella produzione ra in risonanza (o in dissonanza) con l’ambiente in
di Koons. Nella serie Banality, ad esempio (1988), cui è collocata, sia all’interno di uno spazio espositi-
l’artista propone soggetti che ingrandiscono, ripro- vo chiuso, dove genera grandi ombre, sia all’aperto,
ducendoli in chiave scultorea, vari ninnoli reperibili dove riflette con grande intensità la luce naturale.
in molte abitazioni della classe media, non senza
riferimenti alla storia dell’arte Fig. 35.62 . Legata Anish Kapoor (1954)
alla nascita del figlio, la successiva serie Celebra- Tra le voci più significative della New British Sculpture
tion (Celebrazione) – iniziata nel 1994 – affronta il figura senza dubbio Anish Kapoor. Nella sua opera si
tema dei riti collettivi di passaggio che scandisco- incontrano, in una personalissima sintesi culturale e
no l’esistenza umana: feste, compleanni, vacanze. antropologica, l’Oriente e l’Occidente: l’artista infat-
Koons, in altre parole, desidera conf rontarsi con ti è nato a Mumbai (India) il 12 marzo 1954 e – dopo
«il monumentale e il quotidiano», trasformandolo un’esperienza in un kibbutz israeliano – si è trasferito
in archetipo, cioè in modello di riferimento. A Cele- nei primi anni Settanta a Londra, dove ha studiato
bration, infatti, appartengono alcune colossali scul- scultura prima all’Hornsey College of Art e poi alla
ture ispirate alle forme create tipicamente da clown 35.62 Chelsea School of Art and Design.
Jeff Koons, St. John
o intrattenitori con i palloncini durante le feste di the Baptist (San Giovanni
«Non desidero aff rontare con la mia scultura
compleanno, evidente richiamo all’età spensiera- Battista), 1988. Porcellana problemi relativi alla forma, ma questioni attinenti
ta e gioiosa dell’infanzia. Fra queste il Balloon Dog dipinta, 143,5×76,2×62,2 cm. la fede, la passione, l’esperienza che va al di là delle
Los Angeles, The Broad.
(Cane Pallone), in particolar modo, è diventata una preoccupazioni materiali». Così Kapoor presenta
delle vere e proprie icone dell’arte di Koons, che lo 35.63 il suo lavoro, che invoca dunque una dimensione
Jeff Koons, Balloon
ha realizzato in diverse taglie e in vari colori: rosso, Dog (Blue), 1994-2000. spirituale, avvicinando questioni filosofiche ed esi-
magenta, blu Fig. 35.63 , arancione, giallo. Acciaio inossidabile lucidato stenziali come la vita e la sua origine, l’infinito, il
a specchio con rivestimento
Riferendosi ironicamente alla tradizione scul- di colore trasparente, vuoto. La sua scultura – che spazia dalle dimen-
torea della statua equestre, l’immagine banale del 307,3×363,2×114,3 cm. sioni oggettuali a quelle monumentali delle opere
Los Angeles, The Broad.
cane fatto di palloncini annodati viene ingrandita pubbliche – si fonda essenzialmente sulla messa in
a scala monumentale (oltre tre metri di altezza) e 35.64 campo di tensioni tra forze contrastanti: interno
realizzata con un materiale – l’acciaio inossidabi- Anish Kapoor, Cloud Gate ed esterno, positivo e negativo, vuoto e pieno, luce
(Porta nuvola), 2004-2006.
le – che, oltre a essere costosissimo, rende inaltera- Acciaio inossidabile, e ombra, materiale e immateriale. Per attuare tali
bile e praticamente eterno proprio ciò che sarebbe 10,06×20,12×12,80 m. dinamiche, l’autore agisce sulle caratteristiche fisi-
Chicago, Millennium Park.
altrimenti condannato a essere effimero. che dei materiali impiegati, della scala, del volume
Presenti fin dagli esordi, gli oggetti gonfiabili so- e del colore, avendo come termine di conf ronto
■ Kibbutz Comunità sorte all’i-
no per l’artista metafore degli esseri umani, intesi nizio del XX secolo in Palestina fondamentale sempre il rapporto con lo spettatore.
a loro volta come «macchine che respirano». L’a- (e dal 1948 in Israele) fondate
su un ideale di vita egualitario.
ria che sembra riempire il gigantesco Balloon Dog lo Dall’originario impegno nel set- Cloud Gate Nel corso degli anni Ottanta Kapoor
tore agricolo hanno successiva- amplia la gamma dei materiali utilizzati (prediligen-
rende «eternamente ottimista». A interessare l’arti- mente ampliato l’attività econo-
sta, infine, sono anche le straordinarie caratteristi- mica al settore manifatturiero. do quelli naturali) e nel decennio successivo anche le
dimensioni dei propri interventi, sempre pensati per a b 379
l’inserimento in un ben specifico luogo (site-specific).
Ne offre un esempio spettacolare Cloud Gate (Porta
nuvola), completata nel 2006 e oggi situata nel par-
sulla vita, rinvia al nome di un muscolo pelvico ma- 35.66 nisce un’«enciclopedia della vita», ovvero una rap-
Matthew Barney,
schile. L’artista adotta un processo di produzione Cremaster 5, 1997.
presentazione del mondo contemporaneo globale:
di tipo cinematografico, caratterizzato da un utiliz- Ursula Andress nei panni è così che fabbriche, locali notturni, negozi, stadi,
zo di mezzi economici e tecnici senza precedenti, della Regina delle Catene. borse merci, brani di natura, entrano nel vasto ca-
con il fantasioso impiego di allestimenti, scenogra- 35.67 talogo dei suoi soggetti. L’uso del colore e la pre-
fie, trucchi e comparse degni della migliore tradi- Andreas Gursky, 99 cent, dilezione per il grande formato mettono la sua fo-
1999. Stampa cromogenica,
zione hollywoodiana. Il primo episodio, ad esem- 207×336 cm. Parigi, tografia in dialogo continuo con la pittura. Partito
pio, è ambientato nello stadio di Boise (nell’Idaho, Musée National d’Art dall’analogico, dai primi anni Novanta si serve an-
Moderne, Centre
città in cui l’artista ha trascorso l’adolescenza), nel Georges Pompidou. che della tecnologia digitale, che impiega per in-
quale prendono corpo una serie di elaborate coreo- Intero e particolare. tervenire in fase di post-produzione, con un grado
grafie a . Nel terzo episodio, la scena si sposta nel crescente di rimodellazione dell’immagine. Relati-
Chrysler Building, il grattacielo newyorchese ca- vamente alla composizione, Gursky adotta solita-
polavoro dell’Art déco b, c . Protagonista del quinto mente un punto di ripresa sopraelevato, cui si uni-
episodio è la Regina – interpretata dall’attrice Ur- sce una grandissima ricchezza di dettagli, definiti
sula Andress – che piange il suo amore perduto per con una messa a fuoco ad altissima definizione, che
il mago Houdini d e Fig. 35.66 . supera la visione naturale.
35.74 Ø
Damien Hirst, For the
Love of God (Per l’amor
di Dio), 2007. Platino,
diamanti e denti umani,
17,1×12,7×19,1 cm.
Londra, White Cube
Gallery. Vedute frontale,
laterale e particolare.
Il pluralismo e le disarmonie
Anche per quel che concerne l’architettura, gli ul-
timi decenni del Novecento sono caratterizzati da
una pluralità di tendenze e di orientamenti molto
diversificati. Lo sviluppo economico, rapido e inten-
so, di molti Paesi asiatici, inoltre, porta a un nuovo
e più ampio orizzonte di intervento. Gli architetti
sono chiamati a dare espressione non solo alle esi-
genze di rinnovamento urbano, ma soprattutto a
nuove ambizioni culturali ed economiche di molte
città. Nella maggior parte dei casi, infatti, l’edificio
unisce al proprio obiettivo funzionale un ancor più
Tomás Saraceno (1973) 35.82 importante ruolo di comunicazione e di sofisticata
Tomás Saraceno, In orbit,
Tomás Saraceno (San Miguel de Tucumán, Argen- 2013. Düsseldorf,
rappresentatività. Nuovi rapporti tra l’architettura
tina, 1973) esplora le frontiere fra arte, scienza e Kunstsammlung Nordrhein- e le arti, infine, oltre all’affermarsi della digitalizza-
architettura. Formatosi come architetto presso la Westfalen, K21 Ständehaus. zione nei processi di rappresentazione e modellazio-
Vedute dell’installazione.
Universidad Nacional de Buenos Aires, prosegue gli ne tridimensionale (utilizzo di CAD, rendering, real-
studi a Francoforte, a Venezia e presso la NASA in tà aumentata), contribuiscono all’evoluzione e alla
California. La sua variegata formazione è indice di maggior comprensibilità dei linguaggi progettuali.
interessi assai diversificati, che spaziano fra cosmo- Tra le nuove tendenze emerge in particolare,
logia, architettura, filosofia, trovando una convin- dalla fine degli anni Ottanta, quella del cosiddetto
cente sintesi nell’arte, concepita come un processo Decostruttivismo, un movimento che assume come
di ricerca in continuo divenire. Il lavoro di Saraceno principale linea poetica le contraddittorietà e le di-
si esprime attraverso grandi installazioni che richie- sarmonie della città contemporanea. L’architettura
dono la partecipazione del pubblico, spesso coin- decostruttivista, infatti, abbandona qualsiasi rigore
volto per riflettere su temi quali la sostenibilità am- geometrico e adotta un repertorio di forme irregola-
bientale e l’uso responsabile delle risorse. ri e, all’apparenza, anche staticamente instabili. Pro-
fili obliqui, piani inclinati, accostamenti discordanti
In orbit Fra i concetti maggiormente indagati da di materiali e colori raggiungono effetti di forte e
Saraceno vi sono avveniristiche ipotesi di città ae- voluta disarmonia, con un prevalente senso di disag-
ree (Air-Port-City, Cloud City). In quest’ambito rien- gregazione e quasi di precarietà.
tra anche uno dei progetti più grandiosi portato a Molto diverso è – al contrario – lo spirito del co-
termine dall’artista nel 2013, In orbit (In orbita), al- siddetto Minimalismo, un orientamento formale
la Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen di Düssel- con profondi antecedenti, riconducibili a Mies van
dorf con la consulenza di ingegneri, architetti, bio- der Rohe, ma che nell’ultimo decennio del secolo
logi Fig. 35.82 . Sotto la cupola di vetro, a più di 25 scorso si è ripresentato con sembianze molto di-
metri di altezza, è stata infatti allestita una struttura verse. La scelta di alcuni architetti, anche se non
di reti di acciaio su tre diversi livelli, sopra le quali esclusiva, è in questo caso indirizzata a una nuova
sono collocate sei grandi sfere gonfiabili. L’installa- astrazione. La ricerca di una estrema rarefazione
zione – praticabile – consente ai visitatori di speri- dei segni lascia emergere la materia, con superfici
mentare la sensazione, esaltante e conturbante allo spesso ampie e vuote, mentre lo spazio, definito da
stesso tempo, di fluttuare in aria. La compresenza di geometrie nitide ed essenziali, appare sospeso e co-
diverse persone in movimento altera in modo con- me immobile, nella sua rigorosa purezza.
tinuo la tensione del supporto, spingendo quindi a Altra tendenza individuabile è ancora quella
considerare come imprescindibile la dimensione re- dell’architettura High-Tech, abbreviazione che sta
lazionale. Alla modalità diretta di fruizione dell’ope- per High Technology (Alta tecnologia). Al di là di un
ra si accompagna naturalmente quella di semplice riferimento di pura suggestione all’architettura del
osservazione. La struttura di In orbit è ispirata alle ferro e del vetro risalente al modernismo architetto-
ragnatele, oggetto di approfondito studio da parte nico del XIX secolo, la scelta in questo caso consiste
dell’artista. nel rendere formalmente gradevoli le stesse tecnolo-
387
opere in cui si mescolano forme di razionalistica le architetture di Daniel Libeskind (Łodz, Polonia,
regolarità con altre dalle geometrie movimentate 1946). Polacco di nascita, emigrato in Israele e poi
e sorprendenti, sottolineate da un uso di materiali negli Stati Uniti, si laurea nel 1970 a New York, spe-
e colori contrastanti, che suggeriscono sempre un cializzandosi poi all’Università di Essex (Inghilter-
senso di ben studiata complessità. ra) nel 1972, per dedicarsi inizialmente all’insegna-
mento e allo studio dell’architettura. Sin dai suoi
Sede della Fondazione Prada Nel 2015 Koolhaas esordi come progettista, comunque, Libeskind si
realizza, a Milano, la sede della Fondazione Pra- segnala per la particolare, drammatica espressività
da Fig. 35.97 . Il sito è dato da un complesso indu- delle sue realizzazioni, nelle quali si avvale dell’e-
striale in disuso, ai margini della città, che viene sperienza del Decostruttivismo, da cui tuttavia si
ristrutturato con la riqualificazione degli edifici 35.97 allontana approdando a una grande libertà forma-
Rem Koolhaas, Sede della
esistenti e con l’inserimento di tre nuovi corpi di Fondazione Prada, 2015.
le, poco assoggettabile a particolari etichette stili-
fabbrica: un auditorium, un padiglione espositivo Milano. Veduta d’insieme. stiche ❯ Ant. 324 .
e una torre per la collezione permanente. L’intero
35.98
complesso è caratterizzato da forme eterogenee, Sede della Fondazione Prada. Museo ebraico Una delle sue opere più rap-
dovute alla crescita per fasi successive, tipica degli Veduta del fronte esterno. presentative è il Museo ebraico di Berlino (1989-
insediamenti industriali, e alla diversità delle fun- 35.99 2001) Fig. 35.99 , un ampliamento del preesistente
zioni tecniche dei padiglioni Fig. 35.98 . Un terre- Daniel Libeskind, Museo Museo della città, cui è collegato da un percorso sot-
ebraico, 1989-2001. Berlino.
no ideale, questo, per la visione architettonica di Vedute dal lato di Nord-Est terraneo, dedicato alla tragica storia della comunità
Koolhaas, che interviene ridefinendo i corpi di fab- e dall’alto. ebraica berlinese. L’edificio è costituito da un lungo
brica con inediti trattamenti materici e cromatici. corpo rettangolare, piegato in un saettante e acumi-
Tra questi, i nuovi elementi si segnalano per le geo- nato andamento a zig-zag, come una struttura dis-
metrie dal ritmo serrato e dalla gamma diversa dei sestata che ha invece una logica astratta ma precisa:
materiali (intonaco, cemento, pietra), adeguati alle i segmenti di edificio giacciono lungo le linee che
diverse funzioni (espositiva, commerciale, direzio- idealmente collegano l’uno all’altro i vari siti ebraici
nale), mentre il corpo verticale della torre emerge della città. Sulle pareti, uniformemente rivestite da
come un elemento dal carattere quasi espressioni- un’epidermide di lamiera zincata, aperture lunghe
sta. Ne nasce un nuovo paesaggio urbano, come di e sottili, disposte senza ordine, incidono la superfi-
una città nella città, che dopo anni di separatezza cie come tagli sferzanti e drammatici. Nell’interno,
riprende contatto con Milano e la sua realtà. lo sviluppo labirintico delle sale espositive è inter-
rotto da oblique travi passanti e da improvvisi spazi
Daniel Libeskind (1946) vuoti e bui, di grandissimo impatto percettivo ed
Geometrie nervosamente irregolari, incastri di vo- emozionale. Libeskind dimostra di credere convin-
lumi come concrezioni cristalline, forme spigolo- tamente nella forza simbolica dell’architettura, nel-
se o spezzate sono le caratteristiche essenziali del- la sua capacità di farsi metafora, racconto, memoria
35.100 393
Zaha Hadid, Museo
Nazionale delle Arti del XXI
secolo (MAXXI), 2003-
2010. Roma. Veduta aerea
dell’insieme.
e – di conseguenza – nella sua possibilità di suscita- 35.102 arditezza formale e strutturale, sempre diverse ma
MAXXI. Vedute dell’esterno
re profonde emozioni, anche quelle per ricordare il e dell’interno.
sostenute dalla stessa energia dinamica attraverso
male assoluto quale è stata la Shoah. forme per lo più sinuose e continue, come una sor-
ta di flusso vitale in continua evoluzione.
Zaha Hadid (1950-2016)
Ancora all’ambito del Decostruttivismo appar- MAXXI Spettacolare rispetto alle solide e rigide vo-
tiene l’opera dell’irachena Zaha Hadid (Baghdad, lumetrie ottocentesche del sito in cui sorge è il Mu-
1950-Miami, Florida, 2016). Laureata a Beirut seo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma, meglio
in matematica (1971) e a Londra in architettura noto come MAXXI, inaugurato – dopo molte pole-
(1977), già nei primi anni Ottanta si segnala per l’o- miche – nel 2010 Fig. 35.100 . All’interno di un lotto
riginalità dei suoi disegni e dei suoi dipinti di inten- urbano a forma di «L», cioè con due bracci divaricati
so cromatismo, pieni di forme frammentarie, quasi tra loro ad angolo retto, Zaha Hadid introduce uno
prive di gravità, memori della lezione delle prime straordinario dinamismo con il disegno di una sa-
Avanguardie russe. Vince numerosi concorsi inter- goma che fluisce in continuità, costituita da tre gal-
nazionali e riceve incarichi prestigiosi, creando una ■ Parametricismo Ricerca, lerie vetrate sovrapposte, scivolando verso l’angolo
serie di architetture sempre più audaci e intense nel attraverso l’uso di tecniche di settentrionale e quasi protendendosi sul resto della
modellazione computerizzata
loro dinamismo originale e quasi metafisico. Dal- (parametrica, appunto), di una città Fig. 35.101 . I forti setti di cemento portante for-
la collaborazione con il tedesco Patrik Schumacher maggiore e consapevole cor- mano le pareti di una specie di pista in cui, invece
relazione tra gli elementi archi-
(Bonn, 1961), si sviluppa una forma di architettura tettonici e lo spazio circostan- della slitta o di un bob, passeggiano gli utenti del mu-
organica che va oltre il Decostruttivismo per ar- te, sia fisico sia culturale, nelle seo, ammirando le opere esposte. L’idea progettuale
sue forme naturali o prodotte
rivare a quello che viene definito parametricismo. dall’uomo. In questo modo ogni è, dunque, quella di una sorprendente passeggiata
Questa capacità di trasformarsi, di mutare il pro- edificio diventa un organismo, d’arte, pensata come un percorso che prosegue flu-
capace di sostenere usi diver-
prio assetto, di liberarsi da ogni disciplina formale, si e simultanei, di rispondere al ido e senza faticose interruzioni, in uno spazio con-
variare della situazione reale in- tinuo che – pur nei limiti del suo contenimento –
da ogni geometria precostituita rende le opere di torno a sé, di adeguarsi alla pre-
Hadid delle vere e proprie performances di estrema senza di altri oggetti urbani. non si frammenta mai in pause e ambiti racchiusi
394
sezione XII ■ Contemporaneità
OggettI d’arte
A
l termine della Seconda guerra mon-
diale, Berlino è un cumulo di macerie:
sotto i bombardamenti alleati è anda-
to completamente distrutto circa un terzo del-
le abitazioni e nessun edificio monumentale è
stato risparmiato. La città, occupata dalle trup-
pe britanniche, francesi, statunitensi e sovieti-
che, si trova ben presto divisa in due settori,
facenti capo ai sistemi contrapposti del capita-
lismo occidentale e del comunismo sovietico.
Nel 1949 viene sanzionata internazionalmente
anche la divisione in due dell’intera Germania:
luoghi, oggetti, memorie
Tiergarten
§e
3
Stra
6 11
8
Link
5
b 4 9
Museumsinsel
Il Castello imperiale
in una fotografia dei
primi del Novecento.
Heinz Graffunder
e Karl-Ernst Swora,
Palazzo della
Repubblica,
1973-1976.
Franco Stella,
Plastico di progetto
dell’Humboldtforum,
2008.
sotterraneo, che collega fra loro tutti i musei Parzialmente distrutto dai bombarda-
a eccezione della Alte Nationalgalerie, e un menti, il Castello viene demolito dal governo
nuovo padiglione vetrato, da realizzare da- della RDT nel 1951, sia per motivi ideologici
vanti al Neues Museum, in cui si concentra- – è infatti considerato «simbolo decaden-
no i servizi del complesso: negozi, caffette- te del passato militarista prussiano» – sia
ria, auditorium, centro multimediale, sale per per non affrontare un impegnativo e quan-
esposizioni temporanee . to mai oneroso lavoro di restauro. Al suo
Analogamente a Gehry, Chipperfield pone posto viene costruito, in forme “moderne”,
un padiglione vetrato anche davanti al Per- l’imponente Palazzo della Repubblica, sede
gamon Museum, ma in forme molto più geo- del Parlamento della RDT : è un intervento
metriche. Il delicato intervento sui resti del traumatico, che rende irriconoscibile il Lust-
Neues Museum consiste nel restauro delle garten (Giardino di delizie) così attentamen-
strutture superstiti e nella ricostruzione delle te progettato da Schinkel. Non è questo,
parti distrutte, in forme moderne ma in asso- peraltro, l’unico intervento del genere effet-
nanza stilistica con l’edificio originario. tuato, in quegli anni, nei centri storici delle si è espresso, quasi all’unanimità, per la sua
città europee distrutti dalla guerra: ai motivi demolizione, è stato subito bandito un con-
qui più marcatamente ideologici si somma- corso internazionale per la simbolica ricostru-
no, in interventi analoghi, il desiderio di vol- zione – al suo posto – del primitivo Castello.
Palazzo della repubblica tare pagina e gli interessi degli speculatori Il progetto vincitore, redatto nel 2008 dall’ar-
edilizi. chitetto italiano Franco Stella (Thiene, 1940)
Il problema di cosa e come costruire in un Alla caduta del Muro, l’amministrazione e tutt’oggi in via di completamento (2018),
centro storico si pone, in modo ancor più della nuova Berlino si trova nell’imbarazzan- prevede il ripristino di tre facciate originali,
evidente, per l’area di fronte all’Altes Mu- te situazione – per motivi ideologici opposti – nel contesto di un modernissimo organismo
seum, dove sorgeva, fino allo scoppio della di dover decidere cosa fare del gigantesco polifunzionale (Humboldtforum), futuro polo
Seconda guerra mondiale, il Castello impe- edificio simbolo del regime comunista. Dopo bibliotecario nazionale, oltre che sede uni-
riale . che il Parlamento della Germania riunificata versitaria e museale .
402
itinerario
Il Museum of Modern Art
sezione XII ■ Contemporaneità
di New York
I l Museum of Modern Art di New York (Mu-
seo di Arte Moderna, conosciuto anche con
l’acronimo di MoMA) è stato inaugurato nel
1929 con il fine dichiarato di «acquisire pe-
riodicamente, per donazione o per acquisto,
una collezione composta dalle migliori ope- riprese negli anni Cinquanta e Sessanta) e
re di arte moderna». Oggi è considerato uno di César Pelli (1926) nel 1984. Il fabbricato
dei principali musei al mondo per l’arte con- attuale, infine, è il risultato dell’ulteriore inter-
temporanea. La sua fondazione si deve all’i- vento condotto dall’architetto giapponese
niziativa di un gruppo di tre donne mecenati Yoshio Taniguchi (1937) nel periodo com-
della società newyorchese (tra cui Abby Aldri- preso fra il 2002 e il 2004, che ha portato
ch Rockefeller, moglie del magnate statuni- al raddoppio degli spazi espositivi (per una
tense John Davidson Rockefeller Jr). La dire- estensione totale di quasi 58 000 m2).
zione della neonata istituzione venne affidata Le principali gallerie espositive sono ubi-
allo storico dell’arte Alfred Hamilton Barr Jr, cate nel David and Peggy Rockefeller Build-
mosso dall’ambizione di creare «il più gran- ing, sul versante occidentale dell’articolata
de museo di arte moderna del mondo». Egli struttura; dalla parte opposta si trova invece
concepisce una struttura articolata in vari di- il Lewis B. and Dorothy Cullman Education
partimenti, dedicando attenzione per la prima and Research Building, dedicato alle attività
volta in campo museale anche alla fotografia, educative e di ricerca. Tra i due edifici sorge
all’architettura e al design, a film e video. l’Abby Aldrich Rockefeller Sculpture Garden,
Dopo essere stato inaugurato in un modesto un giardino che ospita opere di scultura all’a-
edificio di Manhattan, nei primi dieci anni di perto.
vita il museo cambia per tre volte sede. Nel Dal nucleo iniziale di otto stampe e un di-
1939 viene scelto l’attuale sito sulla 53a stra- segno, la collezione del MoMA si è amplia-
da, dove viene costruito un edificio su pro- ta fino a comprendere oggi più di 150 000
getto degli architetti statunitensi Philip Lippin- pezzi fra pittura, scultura, disegno, stampa,
cott Goodwin (1885-1958) ed Edward Durrell fotografia, modelli e disegni di architettura,
luoghi, oggetti, memorie
Stone (1902-1978). Tale edificio è oggetto design; senza contare i film (circa 22 000) e
di successivi rinnovamenti e ampliamenti a il patrimonio librario (oltre 300 000 esemplari
opera di Philip Johnson par. 34.15 (a più fra libri, libri d’artista e periodici).
4
John Baldessari (1931)
Junction Series: Landscape,
Seascape, Bodybuilders
(One Flexing for Admirer) –
Serie della giunzione: Paesaggio,
marina, culturisti (uno in
contrazione per un’ammiratrice)
2002. Carta stampata tagliata e attaccata
con pastello e matita su carta millimetrata,
45,4×43,2 cm
John Baldessari nasce a National City (California) nel
1931. Studia alla San Diego State University, in vari
istituti d’arte e all’Università di Berkeley. Si stabilisce
infine a Los Angeles, dove affianca all’attività artistica
anche l’insegnamento, formando alcuni fra i maggiori
artisti americani contemporanei. Spesso sviluppato in
serie, il suo lavoro ruota sempre attorno alla ricerca
del significato dell’arte, delle immagini, del linguaggio
e della loro reciproca combinazione. L’artista, infatti,
manipola testi e immagini, facendo ricorso pressoché
a tutte le tecniche: pittura, scultura, fotografia, video,
performances, libri, opere pubbliche.
oggetti d’arte
Visita
Visita
ilildipartimento
dipartimento
Oggetti
Oggettid’arte
d’arte
nel
nelMuseo
Museodigitale
digitale
i vetri di Sottsass
Vetri di Ettore Ettore Sottsass,
Sottsass. Clesitera, Maia, 1986. Serie
Memphis (II). Produzione
Memphis. Manifattura
Toso Vetri d’Arte.
E
ttore Sottsass Junior, nato a Inns- le sperimentazioni relative a foggiature e in- Nel 1986 Sottsass propone la serie Mem-
bruck il 14 settembre 1917, vanta una collaggi particolari, in un confronto continuo, phis (II), composta questa volta da 37 ve-
formazione poliedrica, tessuta fra l’a- quotidiano e paritetico. tri dai nomi delicatamente ispirati a divinità e
luoghi, oggetti, memorie
more per il Cubismo di Picasso, la cinemati- Nel 1982 progetta otto vasi, denomina- personaggi femminili della mitologia classi-
ca di Calder e le approfondite frequentazio- ti suggestivamente come altrettante stelle. ca. In Clesìtera (pensata come esile vaso per
ni culturali di intellettuali e scrittori quali Italo Realizzati con passione artigiana dalla Toso un unico fiore) e in Maia (una boccia dall’al-
Calvino, Franco Fortini, Elio Vittorini, Fernan- Vetri d’Arte di Murano, essi appartengono to gambo cilindrico) , la ricerca formale si
da Pivano (che sposa nel 1949). Di conse- alla serie Memphis (I), specificamente pen- complica e le soluzioni tecniche si raffinano.
guenza la sua produzione artistica non si limi- sata nell’ottica di una rivisitazione in chiave L’assemblaggio dei vari elementi sovrappo-
ta a quella di architetto e designer di caratura giocosa e contemporanea del design di og- sti, infatti, non avviene più a caldo dopo la fa-
internazionale, ma si allarga anche ai campi getti d’uso quotidiano. Mizar , uno dei più se di soffiatura, ma a freddo, grazie alla spe-
dell’urbanistica, della fotografia, della sceno- singolari pezzi della serie, presenta un gran rimentazione di più flessibili incollaggi chimici
grafia, della grafica e dell’editoria in generale. corpo globiforme soffiato, incalmato (cioè a base di cianoacrilati. Questa nuova prassi
Muore a Milano il 31 dicembre 2007. unito a caldo) a un’ampia bocca svasata, operativa, infatti, consente – a parità di resi-
È comunque negli anni Settanta che, do- realizzata a sua volta mediante soffiatura ma stenza – una maggior precisione nelle lavo-
po un primo felice esordio già nell’immediato in vetro trasparente. Il colore blu intenso è razioni e nelle molature. Sottsass sperimenta
dopoguerra (1947), si dedica in modo pres- stato ottenuto colorando la pasta vitrea con inoltre per la prima volta l’aggiunta di delicati
soché continuativo alla progettazione di og- l’aggiunta di ossido di cobalto. Sempre a pendenti – ritagliati da sottili lastre di vetro
getti e suppellettili in vetro, frutto della stretta caldo sono stati poi aggiunti anche i manici colorato – appesi con gancetti di ottone, me-
collaborazione con i maggiori maestri vetrai variopinti, disseminati in numero e posizio- more della giovanile passione per i mobiles di
muranesi. Sottsass forniva le idee, spesso ni inusuali sull’intero corpo. In questo modo Calder. Sempre alla ricerca di quell’equilibrio
assolutamente stravaganti, e con loro stu- l’artista intende reinventare l’“oggetto vaso”, armonico e giocoso di forme e colori capa-
diava – nell’esperienza artigianale della bot- sottraendolo alla funzione originale di sem- ci di affascinare e stupire per la delicatezza
tega – le migliori strategie di realizzazione, plice contenitore e assegnandolo a quella, delle trasparenze e la bizzarria delle combi-
le nuove tecniche di coloritura e di fusione, più complessa, di prezioso oggetto d’arredo. nazioni.
Sala
dei vetri e cammei
407
284
Jackson Pollock Per le notizie biografiche su Jackson Pollock
sezione XII ■ Contemporaneitˆ
par. 34.4 .
Le dichiarazioni rilasciate da Jackson Pollock in occasione di interviste ed eventi pubblici, esprimere il mondo che lo circonda. Io uso
insieme alle lettere scritte e ricevute da familiari, amici, artisti e galleristi fra la fine degli anni metodi diversi dalle tecniche pittoriche tra-
Venti e il secondo dopoguerra, ci permettono di seguire le sue riflessioni sulla concezione dizionali. Oggi risulta strano, ma non penso
dell’arte moderna e sulla pittura non figurativa. che sia davvero diverso. Io dipingo per ter-
ra, ma non è una cosa anomala. Gli orientali
Well, method is, it seems to me, a natural growth out of a need, and from lo facevano.
a need the modern artist has found new ways of expressing the world about him. ■ Come si applica il colore sulla tela? Mi pare di
capire che lei non adopera pennelli o cose simili?
no sapere interpretare le nuove tecniche? ■ Ritorniamo al problema della tecnica, che mol- sura, e non utilizzo… non utilizzo il caso –
Sì, di conseguenza. Intendo dire che non si ti oggi trovano importante. Può dirci come ha perché nego il caso. […]
avrà più un’impressione di estraneità e si sviluppato la sua tecnica e perché dipinge così? ■ Allora lei non ha in mente una immagine a
scopriranno i significati più profondi dell’ar- A mio avviso, la tecnica si elabora natu- priori della tela?
te moderna. […] ralmente a partire da una necessitˆ, e da No, perché non si è ancora formata, vede.
■ Pollock, gli artisti classici avevano un mondo questa necessità l’artista trae nuovi modi di È qualcosa di nuovo. È molto diverso dal la-
voro, diciamo, per una natura morta, in cui
si dispongono gli oggetti e si parte diretta-
mente da quelli. Ma ho un’idea generale di
quello che voglio fare e di quello che sarà il
risultato. […]
■ Ci può spiegare perché preferisce lavorare su
una grande tela?
No, veramente no. Semplicemente sono
più a mio agio in un grande spazio che non
quando il formato non supera lo 0,60×0,60;
sono più nel mio elemento.
■ Lei dice «in un grande spazio». Ma sta vera-
mente sulla tela quando dipinge?
Molto poco. Ci cammino sopra occasional-
mente; ma in realtà, lavorando sui quattro la-
ti, non mi serve molto entrare nella tela […].
Ed Harris in una scena del film Pollock,
regia di Ed Harris (2000).
Indice dei nomi I1
A Antinoo Albani, 33.25 – Studio dal ritratto di papa Innocen- Basquiat, Jean-Michel, 317, 374
Arcangel, Cory, 385 zo X di Velázquez, 289, 34.30 – Untitled (Baptism), 375, 35.55
Aalto, Alvar, 190 – Photoshop Gradient Demonstra- – Tre studi di figure alla base di una – Untitled (Fallen Angel), 375, 35.54
– Casa dello studente del MIT (Ba- tions, 35.79 Crocifissione, 288, 34.28-34.29 – Untitled (Skull), 375, 35.53
ker House), 191, 32.123-32.126 Archipenko, Olexandr, 281 Baj, Enrico, 313 Bauhaus, 152, 183-188
– Chiesa di Santa Maria Assunta a Ri- Architettura Baldessari, John, 404 Becher, Bernd e Hilla, 380
ola di Vergato, 192, 32.127-32.129 – high-tech, 386-387 – Junction Series: Landscape, Sea- Beecher, Gordon
– Poltrona Paimio, 190, 32.122 – organica, 202, 345 scape, Bodybuilders (One Flexing – Progetto per la sede del «Chicago
– Sanatorio antitubercolare a Pai- Arman (Armand Pierre Fernandez), for Admirer), 404 Tribune», 258-259
mio, 190, 32.120-32.121 307 Ball, Hugo, 114-115, 31.2 Behrens, Peter, 180
Abramović, Marina, 358 – Home sweet home, 34.79 Balla, Giacomo, 93, 96, 101-105, – Fabbrica di turbine AEG, 181,
– (con Ulay) AAA-AAA, 35.16 Arp, Hans, 114, 116 107, 225 32.87-32.90
– Imponderabilia (1977), 358, 35.18 – Asse da uova, 31.6 – Bozzetto di scena per Feu d’Artifi- – Manifesto per l’Esposizione del
– Imponderabilia (2010), 35.19 – Astuccio di un Da, 31.6 ce, 102, 30.28 Deutsche Werkbund del 1914 a
– (con Ulay) Rest Energy, 35.17 – Orologio, 31.6 – Compenetrazione iridescente n. 7, Colonia (litografia), 32.83
– The Artist is Present, 359, 35.20 – Ritratto di Tristan Tzara (La depo- 105, 30.33-30.34 – (con F.H. Ehmcke) Manifesto per
Action Painting, 290, 34.39, 315 sizione degli uccelli e delle farfalle), – Dinamismo di un cane al guinza- l’Esposizione del Deutsche Wer-
Adler, Dankmar, 257 116, 31.5 glio, 103, 30.29-30.30 kbund del 1914 a Colonia, 32.85
– (con L.H. Sullivan) Guaranty Buil- – Uccelli in un acquario, 31.6 – Paesaggio + sensazione di coco- Bell, Charles
ding a Buffalo, 32.159, 257 Art brut, 281 mero, 30.7 – Majorette, 35.22
Aerografo, 360 Art Déco, 61-62 – Paravento con linea di velocità, Berardi, Pier Niccolò, 211
Aeropittura, 107 Art Nouveau, 8, 10-12, 14, 22, 180 30.26 Bernini, Gian Lorenzo
Albers, Anni Arte – Ragazza che corre sul balcone, – (e aiuti) Elefante della Minerva,
– Studio per arazzo da parete, 32.99 – cinetica, 327, 328 104, 30.31 31.69
Albers, Josef – concettuale, 332, 337 – (con F. Depero) Ricostruzione futu- Bernocco, Giovanni
– Set di quattro tavolini sovrapponi- – informale, vedi Informale rista dell’universo, 101-102 – (con A. Mellis de Villa) Torre Littoria
bili, 32.100 – meccanica, 107 – Servizio da caffè, 30.27 a Torino, 32.175
Albini, Franco, 388 – nucleare, 313 – Velocità astratta + rumore, 105, Beuys, Joseph, 336
Aloisio, Ottorino – povera, 339 30.32 – Infiltrazione omogenea per piano-
– Casa del Fascio ad Asti, 32.174 – programmata, 327, 328 Balloon frame, 201 forte a coda, 336, 34.158
Altdorfer, Albrecht Arts and Crafts Exhibition Society, Banksy, 376 Blake, Peter
– La battaglia di Isso, 33.86 10 – Cameriera, 35.56 – On the Balcony, 34.98
Anacronismo (pittura), 364 Assemblage, 298 – Draw the raised bridge, 376, Blaue Reiter, vedi Der Blaue Reiter
Anamorfosi, 327 Astrattismo, 65, 131, 148, 149, 154 35.58 Boccioni, Umberto, 30.6, 93, 96-
Anarchitettura, 403 – geometrico, 175 – Due poliziotti che si baciano, 101, 30.13, 225
Anceschi, Giovanni, 327 Aubry, Eugene, 296 35.57 – Autoritratto (recto), 96, 30.13
Ando, Tadao, 390 Avanguardie storiche, 64-65 Barney, Matthew, 379 – Autoritratto (verso), 30.6
– Fabrica a Catena di Villorba, 390, Azionismo viennese, 357-358 – Cremaster, 379, 35.65-35.66 – Caricatura della serata futurista te-
35.94 Barnstone, Howard, 296 nutasi a Treviso, il 2 giugno 1911,
Angolo di vetro, 187 Baroni, Nello, 211 30.5
B
Anonimo Baschant, Rudolf – Dinamismo di un footballer, 100,
– Ritratto di Brancusi, 33.88 Baargeld, Johannes Theodor – Invito all’Esposizione del Bauhaus, 30.20-30.21
Anselmo, Giovanni – L’occhio umano e un pesce, 32.98 – Elasticità, 29.1
– Senza titolo, 34.164 quest’ultimo pietrificato, 31.1 Baselitz, Georg – Forme uniche della continuità nello
Anti-form, 334 Bacon, Francis, 288, 370 – Die Mädchen von Olmo II, 35.30 spazio, 100, 30.22-30.23
I2 – La città che sale, 96, 30.14, 30.16 Burnham, Daniel Hudson, 257 – Ritratto di Ambroise Vollard, 29.32 – Crocifissione (Corpus Hyper-
– La città che sale (bozzetto), 30.15 – Proposta di facciata per il Conway Chagall, Marc, 33.8, 248 cubus), 143, 31.71
– Pittura scultura futuriste (dinami- Building, 258 – Autoritratto con smorfia, 33.8 – Il sonno, 31.61
smo plastico), 96, 100 – (con J. Root) Reliance Building a – Il quinto e il sesto giorno: la crea- – Il torero allucinogeno, 31.61
– Scomposizione di una figura di Chicago, 257 zione del mondo, 33.94 – Il viso di Mae West utilizzabile co-
donna a tavola, 30.7 – Io e il mio villaggio, 248, 33.89-
Indice dei nomi
A – Casa Milà (A. Gaudí), 311, 28.32-28.34 – – Bagnante che si asciuga un pie- 311, 28.35-28.37
– Fundació Miró de (P. Picasso), 370, 29.40 Buffalo
Aarhus – – Collage preparatorio per Pittura – – Matador e donna nuda (P. Picas- – Albright-Knox Art Gallery
– Kunstmuseum (J. Miró), 426, 31.39-31.40 so), 375, 29.56 – – Dinamismo di un cane al guinza-
– – Boy (R. Mueck), 661, 35.28- – Padiglione della Germania all’Espo- – Neue Nationalgalerie glio (G. Balla), 398, 30.31-30.32
35.29 sizione Internazionale (L. Mies van – – I pilastri della società (G. Grosz), – – Il carnevale di Arlecchino (J.
Aix-en-Provence der Rohe), 484, 32.114-32.116 545, 33.96 Miró), 424, 31.33, 31.35
– Musée Granet – Parco Güell (A. Gaudí), 310, – – Ritratto di Isabel Styler-Tas (Me- – – Il Cristo giallo (P. Gauguin), 248,
– – Giove e Teti (J.-A.-D. Ingres), 57, 28.28-28.31 lancolia) (S. Dalí), 439, 31.70 27.45-27.47
24.143-24.144 – Sagrada Familia (A. Gaudí), 309, Berna – – The Liver Is the Cock’s Comb (A.
Albi 28.26.28.27 – Kunstmuseum Gorky), 591, 34.55, 34.57
– Musée Toulouse-Lautrec Basilea – – Case all’Estaque (G. Braque), – – Vega-Nor (V. Vasarely), 626,
– – Au Salon de la Rue des Moulins – Kunstmuseum 377, 29.60 34.144
(H. de Toulouse-Lautrec), 268, – – La sposa nel vento (La tempesta) – – Violino e brocca (G. Braque), Burnley
27.97-27.98 (O. Kokoschka), 348, 28.125- 378, 29.62-29.63 – Towneley Hall Art Gallery and Mu-
– – Gueule de bois (Cerchio alla te- 28.126 – Zentrum Paul Klee seums
sta) (H. de Toulouse-Lautrec), – – La Tour Eiffel (R. Delaunay), 382, – – Marionette (P. Klee), 456, 32.31 – – La biblioteca di Charles Towne-
264, 27.87 29.75-29.76 Bilbao ley al n. 7 di Park Street a West-
– – Manifesto pubblicitario per Aristi- – Museum Tinguely – Museo Guggenheim (F.O. Gehry), minster (J. Zoffany), 24.30
de Bruant (H. de Toulouse-Lau- – – L’avanguardia (J. Tinguely), 607, 686, 35.85-35.87
trec), 264, 27.86 34.95-34.96 Birmingham C
Amburgo – – Méta-Matic No. 14 (J. Tinguely), – Museum and Art Gallery
– Kunsthalle 607, 34.94 – – Guerriero con scudo (H. Moore), Cambridge
– – Mar Glaciale Artico (Il naufragio Bassano del Grappa 593, 34.61 – Fitzwilliam Museum
della Speranza) (C.D. Friedrich), – Museo Civico – – Il cerchio dei lussuriosi: Francesca – – La damigella d’onore (J.E. Mil-
86, 25.6-25.7 – – Accademia di nudo virile supino da Rimini (W. Blake), 89, 25.13 lais), 141, 25.144
– – Viandante sul mare di nebbia su di un masso (A. Canova), 27, Bologna Cambridge (Mass.)
(C.D. Friedrich), 91, 25.17-25.19 24.55 – Casa Morandi, 563 – Fogg Art Museum
Amiens – – Due nudi femminili (A. Canova), – Galleria d’Arte Moderna – – Studio d’insieme per «Il giura-
– Musée de Picardie 28, 24.56 – – Imponderabilia (1977) (M. Abra- mento della pallacorda» (J.-L.
– – Ciclo di dipinti murali (P. Puvis de – – Studio dal gruppo di Castore e mović), 656, 35.18 David), 24.96
Chavannes), 278-281 Polluce (A. Canova), 27, 24.54 – Museo Morandi – Massachusetts Institute of Tech-
Amsterdam Bear Run – – Le tre case del Campiaro a Griz- nology
– Stedelijk Museum – Casa sulla cascata (F.L. Wright), zana (G. Morandi), 527, 33.47 – – Casa dello studente (Baker
– – Autoritratto con cappello di feltro 498, 32.164-32.167 Bolzano House) (A. Aalto), 487, 32.123-
grigio (V. van Gogh), 256, 27.65- Benevento – Monumento alla Vittoria (M. Pia- 32.126
27.66 – Collezione Paladino centini), 506, 32.185 Campi Bisenzio
– – Composizione suprematista (K. – – Senza titolo, 667, 35.42 Boston – Chiesa di San Giovanni Battista (o
Malevič), 472, 32.75 Bergamo – Museum of Fine Arts dell’Autostrada) (G. Michelucci),
– – Raccolta della segale (K. Male- – Biblioteca Civica – – Da dove veniamo? Chi siamo? 508, 32.192-32.194
vič), 471, 32.70 – – Padiglione al termine di una serra Dove andiamo? (P. Gauguin), Canberra
– – Sedia rosso-blu (G.T. Rietveld), (G. Quarenghi), 24.206 251, 27.51-27.53 – National Gallery of Australia
32.65 Bergen – – In risaia (A. Morbelli), 271, – – Blue Poles (Number 11) (J. Pol-
– Van Gogh Museum – Kunstmuseene 27.103-27.104 lock), 586, 34.40-34.41
– – Campo di grano con volo di corvi – – Sera nel corso Karl Johann (E. Brasilia, 34.205 Capalbio (Grosseto)
(V. van Gogh), 262, 27.84-27.85 Munch), 338, 28.99-28.100 Brema – Giardino dei Tarocchi (N. de Saint
– – I mangiatori di patate (V. van Go- Berkeley – Neues Museum Weserburg Phalle), 692-695
gh), 255, 27.62-27.64 – Art Museum – – Housewife (D. Hanson), 660, Carcassonne
– – La pianura della Crau con le rovi- – – No. 207 (Red over Dark Blue on 35.27 – Bastioni (restauro di E. Viollet-le-
ne di Montmajour (V. van Gogh), Dark Gray) (M. Rothko), 590, Brescia Duc), 169, 25.209
258, 27.69-27.70 34.51 – Pinacoteca Civica Catena di Villorba
– – Veduta con il convento di Mont- Berlino – – I profughi di Parga (F. Hayez), – Fabrica (T. Ando), 688, 35.92
majour di Arles (V. van Gogh), – Alte Nationalgalerie 118, 25.92-25.93 Catron County (New Mexico)
254, 27.59-27.61 – – Accademia di nudo femminile (E. Bruxelles – The Lightning Field (W. De Maria),
– – Veduta di Arles con iris in primo Delacroix), 108, 25.61 – Collezione privata 651, 35.2
piano (V. van Gogh), 257, 27.68 – – Bouquet di lillà bianchi (É. Ma- – – Le grazie naturali (R. Magritte), Cherbourg-Octeville
Aprilia, 503 net), 186, 26.35 433, 31.57 – Musée d’Art Thomas Henry
Aquisgrana – Castello di Charlottenburg – Hôtel Solvay (V. Horta), 305, 28.15 – – Accademia di nudo virile semidi-
– Ludwig Forum – – Ritratto di Adolf Loos (O. Koko- – Musées Royaux des Beaux-Arts steso e visto da tergo (Patroclo)
– – Jungle Jism (K. Scharf), 671, schka), 346, 28.121-28.122 – – Accademia di uomo seduto vi- (J.-L. David), 43, 24.99
35.52 – Fabbrica di turbine AEG (P. sto da tergo (T. Géricault), 101, Chicago
– – Minestra in scatola Campbell’s I Behrens), 476, 32.87-32.90 25.40 – Art Institute
(A. Warhol), 616, 34.117 – Kupferstichkabinett – – La morte di Marat (J.-L. David), – – Al Moulin Rouge (H. de Toulou-
– – Studio di rocce con gradoni 46, 24.104-24.106 se-Lautrec), 265, 27.89-27.91
B (C.D. Friedrich), 91, 25.16 – – L’impero delle luci (R. Magritte), – – Donna seduta alla toilette (B.
– Museo ebraico (D. Libeskind), 432, 31.55 Morisot), 212, 26.104
Barcellona 689, 35.95 – – Marte disarmato da Venere e – – Donna seduta con il parasole (G.
– Barcelona’s Head (R. Lichten- – Museum Berggruen dalle Grazie (J.-L. David), 51, Seurat), 240, 27.24
stein e D. Delgado Rajado), 620, – – Architettura nel piano (P. Klee), 24.122-24.123 – – Marco Attilio Regolo e la figlia
34.126 456, 32.32 – Palazzo Stoclet (J. Hoffmann), (J.-L. David), 40, 24.93
I10 – – Ritratto di Picasso (Omaggio a Gropius), 482, 32.104-32.106, – – Campo italiano alla battaglia – Nelson-Atkins Museum of Art
Pablo Picasso) (J. Gris), 380, 32.109-32.112 di Magenta (G. Fattori), 147, – – Shuttlecocks (C. Oldenburg e C.
29.67-29.68 Detroit 25.155-25.156 Van Bruggen), 621, 34.135
– – Un dimanche après-midi à l’Île – Institute of Art – – Chiostro (G. Abbati), 156, Kassel
de la Grande Jatte (G. Seurat), – – Incubo (J.H. Füssli), 89, 25.12 25.179 – Neue Galerie
242, 27.28-27.29 Doha – – Il canto dello stornello (S. Lega),
Indice dei nomi
33.57 – – Fuoco nella sera (P. Klee), 458, 34.150 – Collezione privata
New York 32.37-32.38 – – Il crisantemo (P. Mondrian), – – Concetto spaziale. Attesa (L.
– AT&T Building (P. Johnson), 646, – – Grande interno metafisico (G. de 32.55 Fontana), 581, 34.25
34.203-34.204 Chirico), 516, 33.18 – – Parigi dalla finestra (M. Chagall), Palermo
– Calder Foundation – – I funerali dell’anarchico Galli (C. 546, 33.100 – Chiesa di Santa Maria dello Spa-
– – La Grande vitesse (modello) (A. Carrà), 522, 33.37-33.38 – – Sedia elettrica (A. Warhol), 615, simo
Calder), 34.68 – – Io e il mio villaggio (M. Chagall), 34.116 – – VB62 (V. Beecroft), 682, 35.76-
– Chrysler Building (W. Van Alen), 546, 33.98-33.99 – – Senza titolo (D. Judd), 628, 35.77
352, 28.136-28.138 – – I only see things when they move 34.152-34.153 Parigi
– Collezione privata (O. Eliasson), 703 – – Violet, Black, Orange, Yellow on
– – I tre musici (P. Picasso), 369, – Arco di Trionfo (J.-F. Chalgrin), 124
– – Composizione 11 / Composizio- White and Red (M. Rothko), 589,
ne I / Composizione in rosso, blu 29.35-29.36 – – La Marsigliese (La partenza dei
34.48-34.49 volontari del 1792) (F. Rude),
e giallo (P. Mondrian), 469, 32.68 – – Junction Series: Landscape,
– – L.H.O.O.Q. (M. Duchamp), 415, Seascape, Bodybuilders (One
– Whitney Museum of American Art 124, 25.105-25.106
31.12 Flexing for Admirer) (J. Baldes-
– – Cirque Calder (A. Calder), 595, – Bibliothèque Nationale, 24.7
34.64 – – Cenotafio di Newton (E.-J. Boul-
– – L’onda (P. Gauguin), 247, 27.40- sari), 702
– – Die Fahne Hoch! (F. Stella), 627, lée), 12, 24.12-24.14
27.41 – – La città che sale (U. Boccioni),
– – Machine Tournez vite (F. Picabia), 390, 30.14, 30.16 34.148 – – Progetto della sala per l’amplia-
416, 31.14 – – L’anniversario (M. Chagall), 546, – – Double Isometric Self-Portrait mento della Biblioteca Nazionale
– – Villa romana (G. de Chirico), 517, 33.101-33.102 (Serape) (J. Dine), 619, 34.128 (E.-J. Boullée), 10, 24.5
33.22-33.23 – – La persistenza della memoria (S. – – Green Coca-Cola Bottles (A. – – Progetto di biblioteca reale (E.-J.
– Columbia University Dalí), 435, 31.60 Warhol), 613, 34.111-34.112 Boullée), 24.6
– – Progetto per l’abside di San Gio- – – La scala dell’evasione (J. Miró), – – Self-Portrait as a fountain (B. – – Progetto di Museo (E.-J. Boul-
vanni in Laterano (G.B. Piranesi), 427, 31.42-31.43 Nauman), 633, 34.168 lée), 12, 24.8-24.11
16, 24.22 – – Les demoseilles d’Avignon (P. Pi- – – Sincromia n. 7 in 4 parti (M. Rus- – Centre National d’Art et de Culture
– Louise K. Meisel Gallery casso), 365, 29.29 sell), 474, 32.78-32.79 Georges Pompidou (R. Piano e R.
– – Diane (J. De Andrea), 660, 35.25 – – L’impero delle luci (R. Magritte), – – Toilette molle (C. Oldenburg), Rogers), 687, 35.88-35.90
– Metropolitan Museum of Art 31.56 620, 34.130 – Chiesa di Saint-Sulpice
– – Adamo e la piccola Eva (P. Klee), – – Long March: Restart (F. Meng- Nizza – – Decorazioni nella Cappella dei
455, 32.30 bo), 703 – Musée d’Art Moderne et d’Art Santi Angeli (E. Delacroix), 113,
– – Crocifissione (Corpus Hyper- – – Natura morta (Le Corbusier), Contemporain 25.77-25.81
cubus) (S. Dalí), 439, 31.71 490, 32.132 – – Ritratto in rilievo di Claude Pa- – Collezione privata
– – Due tahitiane (P. Gauguin), 252, – – Natura morta con bicchiere e let- scal, Arman e Martial Raysse (Y. – – Canottieri sull’Yerres (G. Caille-
27.54-27.55 tere (G. Braque), 377, 29.57 Klein), 606, 34.93 botte), 216, 26.113-26.114
– – Four Directions (A. Calder), 595, – – Notte stellata (Cipresso e paese) Novara
(V. van Gogh), 261, 27.80-27.82 – École Nationale Supérieure des
34.65 – Basilica di San Gaudenzio
– – Il rapimento di Rebecca (E. Dela- – – Nudo seduto (A. Modigliani), Beaux-Arts
– – Cupola (A. Antonelli), 166, – – Accademia di nudo virile (J.-
croix), 113, 25.76 549, 33.106 25.201-25.202
– – In barca (É. Manet), 184, 26.31 – – One and Three Chairs (J. Ko- A.-D. Ingres), 54, 24.128-24.129
– – La barca di Dante (É. Manet), suth), 636, 34.174-34.175 – Fondation Le Corbusier
178, 26.15 – – Poltrona Paimio (A. Aalto), 487, O – – Particolare di un capitello della
– – La Grenouillère (C. Monet), 202, 32.122 Oslo
Basilica di San Vitale a Ravenna
26.79 – – Profilo di una ragazza (Studio per (Le Corbusier), 489, 32.130
– Munchmuseet, 337
– – Mare calmo (G. Courbet), 134, Talia e Melpomene) (G. Klimt), – – Particolari del Duomo di Pisa (Le
– – Amore e Psiche (E. Munch), 341,
25.126-25.127 316, 28.47 Corbusier), 489, 32.131
28.106
– – Monumenti a G. (P. Klee), 458, – – Progetto seriale n. 1 (ABCD) (S. – Galerie Maeght
LeWitt), 629, 34.154-34.156 – – Modella con sedia di vimini (E.
32.39-32.40 – Galleria delle Macchine (C.-L.-F.
– – Ragazzo in costume (P. Klee), – – Ruota di bicicletta (M. Du- Munch), 342, 28.107 Dutert), 162, 25.193-25.194
458, 32.41 champ), 31.10 – – Pubertà (E. Munch), 340, – Metropolitana (H. Guimard), 307,
– – Ritratto della principessa di Bro- – – Senza titolo (K. Haring), 670, 28.103-28.104 28.19, 28.21
glie (J.-A.-D. Ingres), 62, 24.157- 35.48 – Nasjonalmuseet – Musée d’Art Moderne de la Ville
24.158 – – Stati d’animo (U. Boccioni), 391, – – Il grido (E. Munch), 340, 28.101- de Paris
– – Ritratto di Antoine-Laurent La- 30.18-30.19 28.102 – – P 1960-112 (H. Hartung), 576,
voisier e di sua moglie (J.-L. Da- – – The Artist is Present (M. Abra- – – La fanciulla malata (E. Munch), 34.14
vid), 45, 24.102-24.103 mović), 657, 35.20 338, 28.97-28.98 – – Ritratto di Lunia Czechowska (A.
– – Ritratto di Séverine (P.-A. Reno- – – The Storehouse (C. Boltanski), Ottawa Modigliani), 551, 33.112-33.113
ir), 202, 26.77 701-702 – National Gallery of Canada – – T 1946-16 (H. Hartung), 576,
– – Sentiero fra le rocce (T. Rousse- – – Untitled (Tangle) (R. Morris), 632, – – Il vagone di terza classe (H. Dau- 34.12-34.13
au), 128, 25.114 34.165 mier), 136, 25.131-25.132 – Musée de L’Armée
– – Sviluppo di una bottiglia nello – – Uva (J. Gris), 381, 29.71-29.72 Otterlo
spazio (U. Boccioni), 395, 30.24 – – Napoleone I sul trono imperia-
– – Woman I (W. De Kooning), 700- – Rijksmuseum Kröller-Müller
– – Uccelli in picchiata e frecce (P. 701 le (J.-A.-D. Ingres), 56, 24.138-
Klee), 457, 32.35 – Neue Galerie
– – Composizione 10 con bianco e 24.139
nero (Molo e oceano) (P. Mon- – Musée des Beaux-Arts (Petit Pa-
– Museum of Modern Art, 700 – – Ritratto di Adele Bloch-Bauer I
drian), 466, 32.62-32.63 lais)
– – Bingo (G. Matta-Clark), 701 (G. Klimt), 320, 28.55-28.57
– – Cattedrale del futuro (L. Feinin- – Palazzo delle Nazioni Unite – – Il ponte di Langlois (V. van Go- – – Fanciulle sulla riva della Senna
ger), 479, 32.95 – – Sfera con sfera (A. Pomodoro), gh), 27.67 (G. Courbet), 133, 25.123
– – Composizione suprematista: 600, 34.79 Oviedo – Musée d’Orsay (V. Laloux, ACT Ar-
bianco su bianco (K. Malevič), – Reuben Gallery – Colección Masaveu chitecture, G. Aulenti), 285
472, 32.74 – – 18 Happenings in 6 Parts (A. Ka- – – Contadino catalano che riposa – – Ballerina seduta, voltata a destra
– – Dinamismo di un footballer (U. prow), 609, 34.100 (J. Miró), 426, 31.41 (E. Degas), 196, 26.58
Boccioni), 394, 30.20-30.21 – Seagram Building (L. Mies van der Oxford – – Barca a Giverny (In norvegese)
– – Due bambini sono minacciati da Rohe e P. Johnson), 485, 32.117- – Florey Building (J. Stirling), 649, (C. Monet), 191, 26.45
un usignolo (M. Ernst), 421, 31.25 32.119 34.212-34.213 – – Campo da corsa. Fantini dilet-
tanti vicino a una vettura (E. De- – – Ritratto di Irma Brunner (Signo- – – Natura morta con sedia impa- – Castello (restauro di E. Viollet-le- I13
gas), 200, 26.70-26.71 ra con cappello nero) (É. Manet), gliata (P. Picasso), 368, 29.33- Duc), 169, 25.212
– – Celebrità del «Juste-Milieu» (H. 179, 26.19 29.34 Pisa
Daumier), 134, 25.128 – – Ritratto di Madame Charles Max – Musée Rodin – Convento di Sant’Antonio
– – Colazione sull’erba (É. Manet), (G. Boldini), 218, 26.119-26.120 – – Il bacio (A. Rodin), 222, 26.130- – – Tuttomondo (K. Haring), 671,
110, 180, 26.20-26.21 – – Riunione di famiglia (J.-F. Bazille), 26.131 35.50-35.51
te, Chicago); 34.159 (b) (MoMA, New York); 34.159 (c); Hockney). A. Gottlieb, W. Gropius, G. Grosz, A. Gursky, R. Gut-
34.160 (MoMA, New York); 34.161 (Christie’s Images); Taylor, C.: 34.172 (b). tuso, H. Haacke, R. Hamilton, D. Hanson, H. Hartung,
34.164 (a) (Art Resource/Art Institute, Chicago); 34.164 The Weinstein Company: pag. 270. R. Hausmann, E. Heckel, D. Hirst, D. Huebler, M. Jan-
(d); 34.164 (e) (MoMA, New York); 34.172 (c); 34.172 Thompson, J. L.: 34.118. co, J. Johns, D. Judd, A. Kapoor, Y. Klein, F. Kline, O.
(d) (MoMA, New York); 34.177 (a) (Victoria & Albert © Tomás Saraceno: 35.82 (a). Kokoschka, J. Kosuth, A. Kubin, F. Kupka, M.F. Lario-
Museum, Londra); 34.177 (b); 34.181 (M. E. Smith); Universitäts-Bibliothek, Heidelberg: 32.29; 32.33. nov, W. Lawrence, Le Corbusier, F. Léger, S. LeWitt,
34.182; 34.183 (M. E. Smith); 35.2 (b) (BPK); 35.3 (Mo- Vannini, C.: 34.146 (b). R. Lichtenstein, O. Licini, R. Magritte, H. Manguin, P.
MA, New York); 35.5 (MoMA, New York); 35.20 (Mo- Whitney Museum of American Art: 34.153. Manzoni, C.M. Mariani, A. Masson, H. Matisse, G. Mat-
MA, New York); 35.23 (Museo Thyssen-Bornemisza, Wittamer-De Camps, Bruxells: 28.15 (a). ta-Clark, L. A. Mauzan, M. Merz, J. Metzinger, L. Mies
Madrid); 35.40 (BPK); 35.45 (a) (Tate Gallery, Londra); van der Rohe, J. Miró, I. Mitoraj, G. Morandi, R. Morris,
35.45 (b) (Christie’s Images); 35.48; 35.53; 35.59 (Chri- L’Editore ha cercato di reperire tutte le fonti delle illustra- R. Motherwell, G. Münter, B. Nauman, B. Newman, H.
stie’s Images); 35.61 (MoMA, New York/© Jeff Koons); zioni, ma alcune restano sconosciute. L’Editore porrà Nitsch, R. Opalka, J.C. Orozco, M Pechstein, G. Pe-
35.75 (British Museum, Londra); pag. 402 (b) (MoMA, rimedio, in caso di segnalazione, alle involontarie omis- none, F. Picabia, P. Picasso, J. Pollock, M. Ramos, R.
New York); pag. 403 (b, c) (MoMA, New York); pag. 404 sioni o ad errori nei riferimenti. Rauschenberg, M. Ray, G.T. Rietveld, J. Rosenquist,
(a) (MoMA, New York); pag. 405 (a) (MoMA, New York/ M. Rotella, S. Rothenberg, M. Rothko, D. Salle, A. Sa-
© Olafur Eliasson). © SIAE 2018 vinio, K. Scharf, M. Schifano, J. Schmidt, K. Schmi-
Schwarz, A.: 31.16. M. Abramović, A. Albers, J. Albers, G. Amer, C. Andre, dt-Rottluff, J. Schnabel, T. Schütte, K. Schwitters, G.
Sedy, V., Milano: 35.95 (a). Arman, H. J. Arp, F. Bacon, C. Baldaccini, G. Balla, Segal, R. Serra, G. Severini, D.A. Siqueiros, M. Sironi,
Shutterstock: 32.155 (a). J.-M. Basquiat, H. Bertoia, J. Beuys, P.T. Blake, A. Bo- R. Smithson, E. Sottsass, P. Soulages, D. Spoerri, F.
Solomon R. Guggenheim Foundation, New York: 32.55; etti, C. Boltanski, L. Bourgeois, C. Brancusi, E. Brandt, Stella, Y. Tanguy, W. Thiebaud, J. Tinguely, G. Turcato,
32.64 (Peggy Guggenheim Collection, Venezia); 33.107 M. Brandt, G. Braque, A. Breton, M. Broodthaers, D. G. Vantongerloo, V. Vasarely, W. Vostell, A. Warhol, T.
(Peggy Guggenheim Collection, Venezia); 34.138. Buren, A. Calder, P. Calzolari, C. Camoin, G. Capogros- Wasselmann, L. Weiner, Wols, F.L. Wright.
Splimbergo, J.: 35.104 (a). si, C. Carrà, F. Casorati, M. Chagall, S. Chia, J. Chica-
Stoeller, E., New York: 32.119. go, J. Cornell, S. Dalí, G. De Chirico, W. De Kooning,
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648 pagine ai giorni nostri ai giorni nostri 432 pagine ai giorni nostri ai giorni nostri
ISBN 978.88.08.32487.0 in preparazione in preparazione ISBN 978.88.08.20681.7 in preparazione in preparazione
ISBN 978.88.08.32428.3 ISBN 978.88.08.32428.3 ISBN 978.88.08.73169.2 ISBN 978.88.08.73169.2
eBook per l’insegnante = eBook multimediale per lo studente eBook per l’insegnante= eBook multimediale per lo studente
ISBN 978.88.08.34288.1 + programmazione per competenze ISBN 978.88.08.85287.8 + programmazione per competenze
+ prove di verifica + prove di verifica
+ prove di verifica guidate + prove di verifica guidate
Per capire in che cosa questi corsi differiscono tra di loro e da altre opere degli stessi autori, vedi www.zanichelli.it/scuola/nuove-edizioni
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mente punzonato o altrimenti contrassegnato), è da considerarsi
copia di SAGGIO-CAMPIONE GRATUITO, fuori commercio (vendi-
ta e altri atti di disposizione vietati: art. 17 l.d.a.). Escluso da I.V.A.
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Un testo aggiornato, completo e versatile che spazia organicamente dalla pittura e dal disegno
eBook multimediale all’architettura, dalla scultura agli oggetti d’arte, dall’arte del costume alla moda, ai giardini.
L’eBook multimediale Un’edizione rinnovata nei testi, nel formato, nella grafica e nelle immagini, arricchita dal prezioso
è la versione digitale corredo del Museo digitale di Itinerario nell’arte.
del tuo libro che puoi:
Il sentire del tempo
• sfogliare online
su my.zanichelli.it • Un’affascinante introduzione all’epoca trattata in ogni sezione, fatta di parole e immagini,
• attivare e scaricare offline in cui cultura, storia e civiltà si fondono fino a tracciare un suggestivo affresco
su tablet e computer del “clima” del tempo.
Puoi scrivere, sottolineare, Luoghi, oggetti, memorie
aggiungere note e link
per personalizzarlo. E con
• Nuove rubriche allargano gli ambiti di studio della storia dell’arte: Itinerari nella città
il costruttore di mappe fai per conoscere e approfondire la storia urbana (dalla Scuola di Chicago alla ricostruzione
schemi con parole e immagini di Berlino); Itinerari museali (dalla Peggy Guggenheim di Venezia al MoMA di New York);
che ti aiutano a studiare. Oggetti d’arte (Geometrie trasparenti: i vetri di Sottsass); Case e botteghe d’artista
(Casa Morandi a Bologna); l’Antologia delle fonti per conoscere quello che gli artisti
dicono di sé e del loro tempo. Un grande museo dell’arte che ci circonda e che possiamo
vivere nelle città, nelle raccolte pubbliche, nei siti archeologici e sul territorio.
Il Museo digitale di Itinerario nell’arte
• Una piattaforma digitale con 5000 immagini ad alta definizione in un database espandibile,
interrogabile, arricchito di animazioni, video, brani musicali d’epoca e testi. Un vero
e proprio Museo digitale, organizzato in Dipartimenti proprio come un grande museo:
Pittura, Scultura, Oggetti d’arte, Disegni e Stampe, Costume, Documentazione
architettonica, Giardini, Biblioteca delle fonti e Legislazione per la tutela del patrimonio
regionale, nazionale e internazionale, Laboratorio di restauro, Sala proiezioni, spazi
espositivi per Mostre temporanee.
L’accesso alle risorse digitali Nell’eBook multimediale Il Museo digitale
protette è personale, non
condivisibile e non cedibile. Tutte le pagine del libro da sfogliare con: Per il periodo che va Dall’Art Nouveau
ai giorni nostri contiene:
www.zanichelli.it