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Capire
l’arte Dal Quattrocento
al Rococò
2
EDIZIONE ORO
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Gillo Cristina Gabrio
DORFLES DALLA COSTA PIERANTI
Capire
l’arte Dal Quattrocento
al Rococò
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DEL LIBRO
2
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2
EDIZIONE ORO
© Istituto Italiano Edizioni Atlas
Coordinamento redazionale: Bianca Rossi
Redattore responsabile: Lucia Mapelli
Revisione bozze: Martina Degl’Innocenti
Correzione bozze: Giulia Baccanelli, Chiara Colombi
Indici dei nomi e dei luoghi: Giulia Baccanelli
Coordinamento grafico: Massimiliano Micheletti
Progetto grafico: apotema+
Copertina: Massimiliano Micheletti
Videoimpaginazione: Letizia Abbate, Elena Brandolini
Coordinamento iconografico: Marco Cattaneo
Referenze iconografiche: vedi fine volume
Cartografia e disegni: Vavassori & Vavassori, Andrea Guarneri, Roberta Ragazzi, Christian Strozzi
Coordinamento risorse digitali: Silvia Gadda
Produzione libro digitale e risorse online: Atlas s.r.l., XTRA s.r.l.
senzaLIBRO: Atlas s.r.l. (ideazione e produzione); Appears s.r.l. (ideazione e sviluppo)
In copertina: Paolo Caliari, detto il Veronese, Aracne (o La dialettica), 1575-1577. Venezia, Palazzo Ducale,
Sala del Collegio. Particolare
Gillo Dorfles: autore del contributo originario
Cristina Dalla Costa: autrice dei capitoli del Quattrocento e del Cinquecento
Gabrio Pieranti: autore dei capitoli del Seicento e del Settecento
Micaela Mander: autrice della revisione dei capitoli
Furio Durando: revisione dei testi introduttivi
Si ringrazia Sandro Baroni per la revisione della sezione Metodi e strumenti - Teoria e pratica del restauro
Stefania Buganza: autrice dei materiali digitali Il De Architectura di Vitruvio nel Rinascimento
Angelo Loda: autore dei materiali digitali Iconografia e simboli cristiani dal Quattrocento all’Ottocento
Marcello Ragazzi: autore dei materiali digitali La grande stagione dell’artigianato
Jacopo Stoppa: autore dei materiali digitali La pittura di genere fra Seicento e Settecento
Angela Vettese: autrice dei materiali digitali L’autoritratto: storia e protagonisti
Il marchio Libro in Chiaro mette in evidenza le qualità del libro di testo e con la Carta d’Identità – in modo semplice, immediato e trasparente – indica gli elementi di
cui è composto, descrivendone gli aspetti qualitativi e quantitativi, la validazione del processo produttivo, le modalità di rapporto con l’utente e l’osservanza delle norme
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Il presente volume è conforme alle Indicazioni Nazionali e alle disposizioni ministeriali in merito alle caratteristiche tecniche e tecnologiche dei libri di testo.
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penso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5 della legge 22 aprile 1941, n. 633.
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Il manuale è organizzato secondo una struttura che aiuta lo studente a orientarsi e si offre come un modello di pensiero logico e critico.
storico-artistici. Tra gli ultimi decenni del Quattrocento e la metà del Cinque-
cento l’Europa vide mutare gli equilibri internazionali e il
clima culturale.
Alla fine del XV secolo il territorio della penisola italiana era In ogni capitolo una prima
Ogni parte si apre
diviso in numerosi Stati che, racchiusi in una prospettiva re-
con un’introduzione.
che incise, inoltre, il ruolo dello Stato della Chiesa, motivato
a rafforzare la propria influenza politica.
Nel 1494 il re di Francia, Carlo VIII, giunse in Italia per riven-
dicare agli Angiò la naturale pertinenza del Regno di Napoli,
e i temi cruciali, quindi
da un cinquantennio sotto la corona aragonese, ma nel giro
di un anno la Spagna ne riprese possesso con Ferdinando II
d’Aragona; l’inedita alleanza tra le due potenze, voluta dal
successore di Carlo VIII, Luigi XII, dopo che ebbe conqui-
capitolo
24 LINEA DEL
APPROFONDIMENT
TEMPO
I
IMMAGINI
ESERCIZI
la trattazione procede
stato il Ducato di Milano, durò ben poco, poiché Francesco I,
Il Rococò,
privilegiando i grandi autori
succeduto a Luigi XII, riprese un’offensiva senza precedenti Contemporanea a questa grave instabilità politica, e in parte Il primato culturale di Roma e Venezia Le sorti dell’arte, però, coincisero soprattutto con quelle del
che solo l’energico intervento di Carlo V di Spagna contenne determinandola, fu la crisi religiosa seguita alla Riforma Le corti signorili italiane, che nel Quattrocento avevano svolto potere politico di Roma che, dopo la crisi attraversata nel XIV
e vinse. Proprio a questo sovrano è legato l’evento determi-
nante e più traumatico della storia del primo Cinquecento:
promossa da Martin Lutero, che ebbe ingenti ripercussioni
nei rapporti tra gli Stati europei e conseguenze drammatiche
un ruolo importantissimo per la produzione artistica rinasci-
un’arte eu
secolo con la cattività avignonese, doveva rafforzare il proprio
ruolo internazionale anche attraverso l’eccellenza culturale.
nel 1527, contro la Francia e lo Stato della Chiesa (tradizio- per le popolazioni dei Paesi centro-settentrionali. La rispo-
mentale, nel Cinquecento persero il proprio ruolo propulsivo.
ropea
Tra i promotori di questa stagione artistica si contano due pon-
Il contesto nali alleati), Carlo V, nel frattempo erede anche delle terre
imperiali austriache degli Asburgo, inviò truppe mercenarie
a Roma, che subì un prolungato e tragico saccheggio. Lo
stesso toccò a buona parte delle città italiane e tutto ciò lasciò
sta al Protestantesimo fu la Controriforma, un articolato
insieme di movimenti, istituzioni e iniziative volti a riaffer-
mare la supremazia della Santa Romana Chiesa e a ribadire i
fondamenti teologici del credo cattolico. Sullo sfondo di uno
gione rinascimentale e riferimento della diplomazia politica
internazionale, si trovò ai margini dello scacchiere europeo. La
morte di Lorenzo il Magnifico nel 1492 lasciò una città in cri-
si, in cui governi tirannici condizionati dalle potenze europee
tefici della famiglia Medici, cresciuti alla corte di Lorenzo il Ma-
gnifico: Leone X e Clemente VII, succeduti a Giulio II della
senzaLIBRO 515
CAP. 24 Il Rococò
di Stati territoriali queste due capitali beneficiarono dei nuovi quiz, mappe e sintesi
,
mentre l’intera penisola italiana entrava sotto il governo di-
un’arte europe
gano i nomi di Giorgione, Veronese, Tiziano Vecellio e, più
I materiali digitali
retto o indiretto della Spagna.
di questo volume e accedi del Cinquecento
nando i maggiori centri del Mediterraneo. tardi, Andrea Schiavone, i Palma e i Tintoretto. liberamente ai contenuti. con senzaLIBRO
a
(Approfondimenti, Video,
Sezioni Analisi Interattive ecc.)
Corrispondono all’unità minima 24.1 • Jean-A
sono richiamati nel testo
di studio del testo base e sviluppano
ntoine Watteau,
L’imbarco
La pittur
, Schloss Charlot
24.1 a in Franci
tenburg.
a
in modo completo un argomento. Negli ultim impegnative
i anni del . In partic
al 1715) il regno di Luigi carsi con olare, la mitol
gusto la fiaba, grazio ogia venn
XIV (al poter
ale andò modi dell’ambiente di e dal 1643
fe e amor
ini. Il senso sa e convenzionale, e a identifi-
ficandosi. corte del soprannatu popolata di
la pittura
di Nicolas Il favore accor e dell’Accademia re- ed emerse
l’esigenza rale, venne nin-
disegno Poussin (class dato nel Seice smaliziato di qualcosa a mancare
• pag. ica, nto al- , come scene di più legge
l’arte di Pieter 469) si affievolì, sostit misurata, fondata lanti o scorc di ro, piacevole
Paul uito sul i di vita quoti argomento pastorale, e
lore • pag. Rubens (baro dalla passione per to storico-reli diana. Le episodi ga-
gioso diven rappr
che, storic
496). I sogge cca, libera
e fondata tive. Al desid nero più mond esentazioni a sogge
he e religio tti mutarono: le narra sul co-
lontà di attrar
erio di merav
igliare e persu
ane, festos e e decora-
t-
se iniziarono zioni mitol
ogi- re e dilett
ad apparire
troppo serie barocca si are; alla magn adere subentra la
o prefe riscono la iloque vo-
di piccole spensierate nza della
dimensioni, zza e il piace pittura
affidati al re di quadr
colore lumin i
oso e alla
luce.
Ghiberti Poco più che ventenne, Ghiberti di- posarsi sulla mano dell’angelo che blocca con un gesto peren-
Il giovane scultore dimostra, tuttavia, una precoce capacità
Sacrificio di Isacco mostra qualità stilistica e grande torio il braccio di Abramo.
di unire gli elementi gotici, appartenenti alla sua formazio-
Le didascalie indicano
competenza tecnica: fonde la for- ne, e la nascente sensibilità classica, anche se questa rientra Ghiberti non mostra un’azione in atto, ma la cieca obbedien-
Le immagini sono richiamate no senza contrasti negli spazi lobati della cornice, nono-
stante la sua forma mistilinea (si tratta, infatti, di una losanga
quadrilobata) sia un motivo del tutto estraneo alla struttura
dimostrano che essi sono estranei alla tragedia che si compie
alle loro spalle. Arretrati e posti su un piano più elevato si tro-
vano, invece, i personaggi principali. I loro gesti sono rapidi e
del servo a sinistra nella formella di Brunelleschi citi esplicita-
mente un’opera del II secolo a.C., lo Spinario [2.21], più volte
replicata in Età romana e ammirata nel Rinascimento.
e collocazione attuale.
formale della scena. decisi, come sono netti gli stacchi di luce e ombra e l’aggetto Brunelleschi ha eliminato dalla rappresentazione ogni ele-
VIDEO
Tre Pietà
e architetture; la scheda Opere a confronto Il palazzo: razionalità e monumentalismo
Il palazzo,, eretto tra il 1752 e il 1774, ha forma di ret-
tangolo, al cui interno quattro bracci costruiti defini-
l’opera da un unico
giunte, sceglie
Carrara e facend
blocco di marmo
ndolo person , senza parti ag-
almente nelle
cave di
contrasto irrisolto
, cioè la tension
olo trasportare
scono altrettanti cortili. Esso,266 dunque, L’icono presenta un mesi. viag- vare verso il basso mo, e l’inerte
grafia del gra-
impianto semplice e rigoroso, secondo del Figlio le regole dicompianto della Vergine La del corpo di Gesù.
Vergine e il Figlio
deriva dalla tradizi sul corpo Pietà Bandini,
razionalità che meglio esprimono il carattere
sperbild proget- one nordica il Figlio sono la pesantezza rimasto soltant appaiono quasi
er (‘imma dei Ve- immagini di perfezi fusi nel blocco
tuale di Vanvitelli. Per lo stesso principio, la facciatagini del Vespro’), scultur dono alla realtà one che non allu- Michelangelo del marmo o sbozzato, come
collegate alla liturgia e lignee terrena, bensì aveva iniziato le ricavarvi una se fosse imposs
ha un andamento uniforme, appena da sporgen- del Venerdì Santo. Essa sione ineffab a una dimen- propria sepoltu la Pietà Bandin forma compiu ibi-
darotto
il momen ile, che può essere i per la Il marmo in molte ta.
PARTE SECONDA
Opera zoom
Madre, caratte cose visibili. Lo delle prende il posto ratto dell’art o i pezzi al banchi non
sono inquadrate da lesene. Il fulcro del vità
spressi palazzo è rap-
esasper rizzata da un’e- scultore ha ricavat tradizionalmen ista, dini, che li fece ere Francesco
ata. o Madre, che qui te restaurare allo Ban-
presentato da un vestibolo ottagonale, Michelangelo posto all’in-
realizzò sorregge, invece, occupato dalla cagni: questi ha
ricomposto le
scultore Tiberio
Cal-
CAP. 13 Il pieno
crocio dei due bracci, con spazi apertimission e chiusi, secon- una Pietà giovanile su com- aiutata da Madda il corpo del Figlio, rilavorato interam braccia
e del cardina le Bilhère scia a terra; è
lena. Cristo, privo ente la figura della di Cristo e ha
do il gusto scenografico settecentesco:sua tomba esso è circon-
nella Cappell
s de Lagraulas,
per la evidente lo sforzo di vita, si acca- risulta più piccola Maddalena che
1752-1774. Caserta.
sua corte e sede del governo. Scelse un’area presso il Reggia di Versailles (Opera zoom • pag. 509). Di respi- lineamento nel corridoio al piano sue ultime
terra, in Insieme e schema
ultimo lavoro,
Vedute del scultur e, lavorandovi
dell’Opera del
la Pietà
ro europeo è anche la compresenza di funzioni am- formare il cosiddetto cannocchiale lungheottico per anni tra
compositivo. Rondanini. Egli
palazzo con borgo medievale di Casertavecchia, che acquistò da pause[25.56]:
e ripensa si Duomo. Insieme
impost
il parco,
un nobile del Regno. ministrative, di rappresentanza e produttive. tratta di un collegamento visivo e la tra
Pietà il vestibolo d’ac-
menti: la Pietà Bandini
e schema versione, poi l’abban a una prima
Rondanini. compositivo. dona. Ne resta-
Capire l’arte ORO è un’opera mista: la versione a stampa si integra con la versione
digitale eBook+ per approfondire, sperimentare e imparare con l’interazione e la
multimedialità.
145
CAP. 6 Il Rinasc
Piero della France
Aiuta a comprendere
Dittico dei duchi
di Urbino, 1465.
Olio su tavola,
47x33 cm ciascun
144
iment
pannello.
e approfondire il testo,
Firenze, Galleria li
degli Uffizi. Pannel
o a Urbino
con Battista
o
Sforza e Federic
da Montefeltro.
PARTE PRIMA
Particolari
rendendo l’apprendimento
Trionfi.
del verso con i
-
è la modulazio
profondità; ma
delle figure in are le possenti
Il Quattrocento
proporzionale
+ ACCESSIBILE
la pittura fiam e, sia nel corso
dei suoi ta è esaltata per teologali e gli
unicor-
Il contatto con mentre Battis zioni delle virtù
di Lionello d’Est re uno dei nifica
Ferrara, alla corte potuto così affina attestano le perso no il carro.
i. L’artista aveva esentazione castità) che traina
nume rosi viagg
lo studi o e la rappr
e ni (simbolo di
della sua arte: rto tra luce e color
temi centrali hé il rappo
luminosi, nonc a raggiungerà
dei fenomeni Questa ricerc
e della forma.
NTO
della Francesca, ciazione. ca.) e APPROFONDIME
Un libro ad
6.23 • Piero
nella costruzion di Senigallia (1470 genere autonomo
Vera Croce, Annun
Leggenda della cm. Arezzo, Chiesa di San France
sco.
ri nella Madonna 47). Il ritratto come
della Francesca, Affresco, 329x19
0 i risultati più matu (Opera zoom • pagg. 146-1 ritrattistica in
Europa.
6.22 • Piero efeltro sviluppo della
Vera Croce, Sogno
di Costantino.
nella Pala Mont o [6.24- La nascita e lo
o reale. Al cen- duchi di Urbin
sco.
Leggenda della cm. Arezzo, Chiesa di San France
0 to, verso lo spazi Il dittico dei tta con-
Affresco, 329x19 limite del dipin per la luminosità pio di perfe
zontale oltre il
Alta Accessibilità:
tutto assenti, dei duch i 6.25] è un esem etrico e
nel sonno, veglia
to da due ombre sono del Dittic o rigor e volum
ntino è immerso tro, invece, le . cordanza tra la moglie Bat-
sogno all’impe- abbaglia le figure di Cristo di Urbino o e
tenda in cui Costa elo appare in accecante che Flagellazione a. Federico da
Mont efeltr
llo della me-
ie e da un servitore. L’ang contr o Mass enzio al e a quan to avviene nella nel volto dell’impe- analisi fiamming di profilo, secondo il mode
guard battaglia Similment anche qui e al punto
precedente alla la protezione di pagg. 140-141), i tratti di Giova
n-
tista Sforza sono
visti
sono semplificat
scorrerli in formato
nella , tracc e del ciclo tridim dei
l’angelo tiene rivelarne la forma logica intelligibil unificante è reso
si dispiega il
paesaggio governo
e le sue ali e da Le due guard
ie zione. Elemento cismo di Beato
Ange- Dietro di essi leggia il buon
dere translucid de e bagliori. ge la nostra perce mento al misti o all’orizzon te simbo
della logica
erso linee candi reagiscono al
fascio
qualsiasi riferi fissa le forme
,
cui sviluppo estes dall’applicazione
scorcio, attrav etrica e ha perso nale. La luce
distanza è data nsionamento
in posizione simm due diverse ire ferma e razio facendosi pura riflessione del signore. La ale, con il dime
sono disposte solido visto da lico per diven paesaggio natur
uno stesso corpo , è resa visibi
le rapporto recip
roco, plificano gli prospettica al
liquido e personalizzarli.
luminoso come , in controluce n- ne chiarifica il e, come ben esem
guardia di spalle spazio anteriorme à geometrich
posizioni. La ra; essa chiude lo nte al astratta su entit femm inili.
rmatu larme dei volti
dai riflessi dell’a l’asta perpendico ovali tipizzati
limite puntando no il piano oriz-
te, ne fissa il e portate segna
le nitide ombr
suolo, mentre
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Indice
6 METODI E STRUMENTI
APPROFONDIMENTI
˺˺ Il restauro in architettura
B– Temi e generi dell’arte 19
I generi dell’arte e le gerarchie tra le opere 19
Pittura di storia, ritratto, paesaggio,
natura morta e scene di genere 23
Il contesto storico-culturale 28
Il Rinascimento 28
Indice
4.3 Le città rinnovate 122 ANALISI INTERATTIVA
˺˺ L.B. Alberti, Chiesa di Sant’Andrea
ANALISI INTERATTIVA
˺˺ P. della Francesca,
Pala Montefeltro
7 Il Rinascimento a Padova 149
7.1 Padova, centro di studi antiquari 149 eBook+
7.2 La bottega di Francesco Squarcione 150 LINEA DEL TEMPO APPROFONDIMENTI
7.3 Andrea Mantegna 152 ˺˺ Numeri, piante, frutti, oggetti e figure
• OPERA ZOOM – Andrea Mantegna, Camera degli Sposi 157 IMMAGINI simboliche nell’arte
ESERCIZI ANALISI INTERATTIVA
˺˺ A. Mantegna, Compianto
su Cristo morto
8 Il Rinascimento nel Regno di Napoli 161
8.1 Tra Angioini e Aragonesi 161 eBook+
8.2 Antonello da Messina 163 LINEA DEL TEMPO APPROFONDIMENTI
• OPERE A CONFRONTO – Antonello da Messina e Andrea Mantegna, ˺˺ Francesco Laurana, il Rinascimento
San Sebastiano 165 IMMAGINI alla corte aragonese
• OPERE A CONFRONTO – Colantonio e Antonello da Messina, ˺˺ Il ritratto come genere autonomo
ESERCIZI
San Girolamo nello studio 166 VIDEO
8.3 Il rinnovamento del ritratto, dalle Fiandre all’Italia 168 ˺˺ A. da Messina, San Sebastiano
8
10 Il Rinascimento a Ferrara 187
10.1 La corte degli Estensi 187 eBook+
10.2 L’Officina ferrarese 187 LINEA DEL TEMPO APPROFONDIMENTI
• OPERA ZOOM – Francesco del Cossa, ˺˺ I luoghi dell’arte: le corti rinascimentali
IMMAGINI
Il Ciclo dei Mesi in Palazzo Schifanoia 190
Indice
˺˺ Michelangelo, Mosè
Indice
15 La Lombardia e l’Emilia 325
15.1 La “maniera moderna” in Lombardia 325 eBook+
15.2 Lorenzo Lotto 328 LINEA DEL TEMPO
15.3 Ferrara e la corte di Alfonso I d’Este 331
IMMAGINI
15.4 Correggio 332
• OPERE A CONFRONTO – Correggio, ESERCIZI
Le cupole di Parma: tra Rinascimento e Manierismo 334
17 Il Manierismo 345
17.1 Il contesto storico-culturale 345 eBook+
17.2 La regola e la sua interpretazione 345 LINEA DEL TEMPO APPROFONDIMENTI
17.3 La diaspora degli artisti e il Manierismo internazionale 346 ˺˺ Palazzo Vecchio e lo Studiolo
IMMAGINI di Francesco I
17.4 Il primo Manierismo a Firenze 347
˺˺ I giardini tra Quattrocento
• OPERE A CONFRONTO – Rosso Fiorentino e Jacopo Pontormo, ESERCIZI
e Cinquecento
La crisi dell’ideale classico 348
17.5 Giulio Romano e il Manierismo a Mantova 350 ANALISI INTERATTIVA
17.6 Il Parmigianino 353 ˺˺ B. Ammannati, Fontana del Nettuno
17.7 Firenze nell’Età di Cosimo I 354
• OPERA ZOOM – Giambologna, Ratto della Sabina 359
PARTE TERZA Il secolo del Barocco edatlas.it • Siti e film • Documenti dell’arte
PARTE QUARTA Il tardo Barocco e il Rococò edatlas.it • Siti e film • Documenti dell’arte
Indice
eBook+
La nascita del Rococò 512 APPROFONDIMENTI
˺˺ La grande stagione dell’artigianato
CLIL
˺˺ F. Juvarra, Hunting Residence
of Stupinigi
Il concetto di restauro
12
Le opere d’arte, siano esse dipinti, sculture o edifici, richie- resina di Niki de Saint Phalle, conservate spesso in ambienti
dono attenzione e cura affinché si conservino nel corso del esterni con importanti deterioramenti delle superfici dipinte.
tempo; tuttavia, esse possono subire danni e necessitare di Anche tra le cause esterne la casistica è ampia. Si va dagli
interventi di restauro per essere di nuovo fruite o utilizzate. effetti della devastazione delle guerre (si ricordi la distru-
METODI E STRUMENTI
Le cause di deterioramento sono molteplici e derivano da fat- zione di Palmira per mano dei miliziani dell’Isis, nel 2015),
tori strutturali dell’opera stessa o da agenti esterni. o di eventi naturali (come l’alluvione del 1966 a Firenze,
Tra i fattori strutturali si possono rintracciare la tecnica o che danneggiò molti tesori di uno dei centri artistici più im-
i materiali usati per realizzarle. La scelta di Leonardo, ad portanti del mondo), all’esposizione di statue ed edifici allo
esempio, di non dipingere la parete del Refettorio di Santa smog, capace di corrodere la composizione dei marmi delle
Maria delle Grazie, a Milano, secondo la tecnica dell’affresco, cattedrali, ad esempio, rendendoli friabili, e destinati a esse-
ma di applicare i pigmenti a secco, ha fatto sì che, già pochi re erosi dalle piogge.
anni dopo la sua conclusione, il Cenacolo risultasse danneg- Gli interventi di restauro richiedono grandi mezzi economi-
giato. In generale, le opere in legno, quali sculture o lavori di ci e organizzativi. In Italia la politica del restauro è affidata
intarsio (si pensi allo Studiolo di Federico da Montefeltro, o alle al Mibac, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Sono
tarsìe di Lorenzo Lotto), ma anche le stesse tavole di suppor- poi le Sovrintendenze regionali a gestire gli aspetti legati
to alla pittura, sono attaccabili da insetti che le deteriorano, alla programmazione e alla realizzazione delle fasi tecniche.
così come sono particolarmente sensibili alle variazioni di
umidità e temperatura, al punto da deformarsi e spaccarsi. La moderna idea di restauro
Anche le vetrate, ad esempio, sono in materiale fragilissimo. Fino alla metà del Novecento erano soprattutto gli artisti a
L’ampliarsi dello spettro delle tecniche e dei materiali nel occuparsi del restauro delle opere d’arte. Oggi la figura del re-
corso del Novecento ha aperto, inoltre, scenari inediti, a cau- stauratore è oggetto di una profonda riflessione e riforma, an-
sa dell’impiego di materiali chimici prima sconosciuti e di che a livello legislativo. In essa convergono molteplici com-
cui solo ora, a pochi decenni di distanza dalla loro invenzio- petenze, che implicano sia un’ampia preparazione culturale,
ne, si conosce il degrado: si pensi, ad esempio, alle sculture sia una conoscenza approfondita delle tecniche artistiche e
in poliuretano espanso di César, che tendono a polverizzar- delle prassi di intervento e di conservazione, nel giusto equi-
si e frammentarsi molto velocemente, o alle grandi Nana in librio tra manualità e rigore scientifico.
A.1-A.3 Leonardo da Vinci, Ultima Cena (o Cenacolo), 1495-1497. Milano, Refettorio di Santa Maria delle Grazie.
Da sinistra verso destra: particolare con la figura di Matteo prima del restauro, durante la pulitura e dopo il restauro, completato nel 1999.
Il principio fondamentale sul quale si basa il concetto moder- dividuare le prassi di intervento più adeguate eseguite poi
no di restauro è quello della conservazione, per la quale Ce- nel 1994. Ogni fase di intervento è stata gestita con l’ausilio
sare Brandi ha coniato negli anni Sessanta del Novecento la dei mezzi computerizzati e si ritiene siano state rimosse con
definizione di “restauro preventivo”. I musei e gli enti pre- cura tutte le cause del degrado (dalle ridipinture ai residui del
posti dovrebbero essere messi nelle condizioni di assicurare fumo delle candele ecc.); tuttavia sono rimasti dubbi circa
la conservazione dell’opera in modo tale da non dover proce- l’effettiva corrispondenza tra la stesura pittorica origina-
dere a un restauro, che è sempre un intervento, traumatico, e le e quella attuale: è possibile infatti che il processo natura-
che perciò dovrebbe essere attivato solo quando l’opera non è le di deterioramento del colore abbia causato la perdita dei
altrimenti leggibile o, nel caso di edifici, utilizzabile. valori cromatici autentici e che, inoltre, siano stati asportati i
E se il restauro è necessario, dopo avere eseguito le indagi- ritocchi realizzati “a secco” dal pittore, per quanto presenti in
ni preliminari per conoscere la tecnica e i materiali utilizzati numero limitato. Il restauro ha consegnato un’opera dai colo-
dall’artista, si decide come intervenire, nel rispetto di quanto ri pastello intensi, persino sgargianti: ben altro rispetto ai toni
sopravvissuto e integrando in modo reversibile e riconosci- cupi, quasi monocromatici, che hanno portato per secoli ad
bile. Si è ormai eliminata, infatti, la metodica della ricostru- associare la figura artistica di Michelangelo con una pittura
zione stilistica delle opere, ovvero il loro rifacimento, volto scultorea e austera.
a farle apparire come “probabilmente” erano. Si correrebbe Un altro restauro importante è stato quello del Cenacolo di
altrimenti il rischio di creare un falso ispirato a un’idea dell’o- Leonardo ( pagg. 256-257), avviato nel 1977 e concluso nel
pera che potrebbe non corrispondere alla sensibilità e alla maggio 1999. Come detto, l’opera era deteriorata già nel Cin-
percezione dell’autore e del pubblico dell’epoca in cui fu re- quecento. Si aggiunga il grave episodio del bombardamento
alizzata. Le opere vengono così ripulite e consolidate quasi durante la Seconda Guerra Mondiale, che ha distrutto la sala
del refettorio, lasciando fortuitamente intatta l’opera leonar-
sempre in modo che si possano individuare i segni del re-
desca. Un restauro realizzato tra il 1951 e il 1954 si era limitato
stauratore.
a ripulire il Cenacolo dalle polveri dell’esplosione. Restava la
difficile questione delle ridipinture, apportate nel corso dei
Alcuni restauri significativi secoli, realizzate con l’aggiunta di resine, cere, solventi, colle,
Negli ultimi decenni sono stati compiuti interventi di restauro stucchi, vernici, olii. Il risultato consisteva in uno spesso velo
su opere di grande rilievo: gli affreschi di Michelangelo sulla di polvere, fissato dall’umidità di condensa della parete posta
volta della Cappella Sistina a Roma, il Cenacolo di Leonardo sul lato nord; vistosi sollevamenti sul margine superiore era-
a Milano, la statua bronzea del Perseo di Benvenuto Cellini, il no poi dovuti all’eccessiva presenza di collanti, applicati per
ciclo della Leggenda della Vera Croce di Piero della Francesca far rilucere l’opera. Il restauro ha eliminato alcune vistose
nella Basilica di San Francesco ad Arezzo, gli affreschi di Giotto licenze di intervento: sono stati recuperati il manto e la veste
nella Cappella degli Scrovegni a Padova, solo per citare i casi più di Simone, ma soprattutto la giacitura originaria della testa,
clamorosi occorsi nei decenni a cavallo tra XX e XXI secolo. che Leonardo aveva voluto di tre quarti e che noi conosceva-
Il restauro della volta della Cappella Sistina di Michelan- mo di profilo; di tutti i commensali sono cambiati i tratti soma-
gelo ( pag. 274) è stato probabilmente il caso più dibattuto. tici, mettendone in luce la componente espressiva [A.1-A.3 e
In quindici anni, dal 1975 al 1990, sono stati analizzati tutti A.6]. La reintegrazione delle lacune pittoriche, eseguita ad
i possibili fattori di alterazione degli affreschi, al fine di in- acquerello (e cioè con una tecnica facilmente rimovibile, ov-
A.6 Pinin Brambilla Barcilon nella fase della pulitura A.7 Il restauro aperto della Caduta dei Giganti di Filippo Tagliolini,
durante il restauro del Cenacolo di Leonardo, 1985. compiuto nel 2015 in collaborazione con “Amici di Capodimonte Onlus”.
Milano, Refettorio di Santa Maria delle Grazie. Napoli, Capodimonte.
© Ministero per i Beni e le Attività Culturali
IL RESTAURO IN PITTURA
METODI E STRUMENTI
La prima fase di reintegrazione di un dipinto Le pennellate e le imperfezioni della superficie La figura mostra il risultato dell’operazione
prevede la stuccatura della parte mancante. Una originale vengono successivamente imitate, precedente con gesso e colla: la lacuna
volta essiccato, il gesso viene lisciato a livello usando gesso e colla diluiti in una certa quantità originaria è stata colmata, ma volutamente
della superficie pittorica con la lama di un bisturi. d’acqua. lasciata a vista.
Spesso l’integrazione del colore Il particolare mostra l’effetto a distanza La verniciatura ha la funzione di difendere il
viene eseguita con un tratteggio parallelo, dell’integrazione a tratteggio parallelo: colore dagli agenti esterni e conferire lucentezza
chiamato rigatino, che permette di distinguere allontanandosi dal dipinto, la tessitura al dipinto. La vernice ha uno spessore limitato
l’intervento realizzato. del tratteggio non si nota più. e omogeneo ed è applicata a pennello.
di degrado dell’opera
eseguita con scansione
laser 3D.
B.1 Giovanni
Andrea Sirani,
Allegoria delle tre
Arti (Pittura,
Musica, Poesia),
noto anche come
Le tre sorelle, 1663.
Olio su tela,
120,5x165 cm.
Bologna, Pinacoteca
Nazionale.
B.2 Diego Velázquez, La resa di Breda, noto anche come Le lance, 1634-1635. Olio su tela, 307x367 cm. Madrid, Museo del Prado.
dizio di grado inferiore per le opere pittoriche che si rivol- di Caravaggio, elabora una classificazione generale delle
gevano alla raffigurazione della realtà (tra cui, ad esempio, opere pittoriche fondendo informazioni sul genere e sullo
il ritratto) rispetto a quelle che si fondavano su un principio stile. La tassonomia delineata da Giustiniani riflette gli ef-
idealizzante. fetti della rivoluzione pittorica attuata da Caravaggio, cui
egli riconosce di avere messo in discussione il primato della
Tra Cinquecento e Seicento: pittura di storia e di figura rispetto a quella di oggetti come
sistemi e gerarchie nell’arte la natura morta: “ed il Caravaggio disse che tanta manifattura
Era l’avvio di un generale processo di sistematizzazione gl’era a fare un quadro bono di fiori, come di figure”.
e gerarchizzazione che, tra XVI e XVII secolo, coinvolse L’artista, quindi, avrebbe sostenuto in maniera eversiva che
l’intero ambito delle arti, portando alla determinazione di la differenza tra pitture non sta nel contenuto del quadro ma
generi canonici, ognuno caratterizzato da specifiche norme nel come si dipinge (la “manifattura”), ossia nella sola qua-
di composizione e di stile e inserito in una scala gerarchica lità pittorica.
stabilita sulla base del tema trattato. Giustiniani suddivide, quindi, la pittura in dodici generi di-
La spinta determinante giunse dalla diffusione di generi sposti secondo un ordine crescente di importanza e diffi-
inediti, derivati per “estensione” oppure per combinazio- coltà tecniche d’esecuzione:
ne di tematiche, motivi e sistemi semantici preesistenti. La lo spolvero (procedimento tecnico dell’affresco che con-
natura morta, il paesaggio e la cosiddetta “scena di ge- sente di riportare il disegno preparatorio sulla parete da
nere” incontrarono il gusto di un ampio pubblico di diverse dipingere);
classi sociali, così da favorire la trasformazione del mercato la copia di altra pittura;
artistico e lo sviluppo di nuove modalità commerciali basate la copia dal vivo;
su una stretta relazione tra le botteghe dei pittori, sempre il ritratto;
più specializzate in soggetti figurativi, e gli ambienti sociali “il saper ritrarre i fiori ed altre cose minute” ossia la natura
ai quali il prodotto era destinato (le corti, i collezionisti, gli morta;
intellettuali). la pittura di prospettive e architetture;
Tra le varie catalogazioni gerarchiche della pittura formula- il saper ritrarre “una cosa grande, come una facciata, un’an-
te dai teorici dell’epoca la più significativa è quella elabora- ticaglia, o paese vicino o lontano”, ossia la veduta e il paesag-
ta da Vincenzo Giustiniani (1564-1637) nel Discorso sopra gio, all’interno del quale Giustiniani distingue due diverse
la pittura (1620-1630). L’autore, collezionista e protettore modalità di rappresentazione: quella italiana che privilegia
la pittura “in confuso” senza attenzione ai particolari, per (1728-1779) come “il più alto compito e fulcro dell’arte”. Dal
macchie di colore, e quella fiamminga più dettagliata e mi- momento che la bellezza cui si mirava era di natura ideale e
nuziosa nella resa del reale; astratta, il paesaggio, il ritratto, la natura morta e la pittura di
le grottesche, poste a questo livello della scala per l’erudi- genere, incentrati sulla rappresentazione della realtà, erano
zione archeologica e la fantasia inventiva che presuppon- ritenuti generi minori.
gono; Il pittore inglese Joshua Reynolds (1723-1792) parlava in pro-
le battaglie e le cacce; posito di “soggetti volgari e limitati”, che si limitavano, cioè, a
il dipingere “di maniera”, cioè di fantasia, senza modello; riprodurre la bellezza accidentale di singoli oggetti presenti
il dipingere “naturale” cioè con l’oggetto davanti agli occhi; in natura, senza alcun afflato ideale e senza possibilità alcu-
la pittura che risulta della fusione dei due modi precedenti na di attingere alla dimensione universale del buono e del
ossia la sintesi tra la pittura “di maniera” e l’imitazione del- bello. Metteva, dunque, in guardia dal dedicarvisi, poiché
la natura; Giustiniani afferma che in questo modo hanno “un semplice copiatore della natura non può mai produrre nulla
dipinto i più grandi maestri quali Annibale Carracci, Cara- di grande”.
vaggio e Guido Reni, “tra i quali taluno ha premuto più nel Fu l’Ottocento a segnare un radicale cambio di passo. Quan-
naturale che nella maniera e taluno più nella maniera che nel do l’estetica romantica, in contrasto con il concetto neo-
naturale, senza però discostarsi dall’uno né dall’altro modo classico di “imitazione”, mise l’accento sulla libertà creati-
di dipingere, premendo nel buon disegno, e vero colorito, e con va dell’individuo e sull’originalità dell’opera, l’opposizione
dare lumi veri e propri”. alla precettistica accademica si fece radicale.
Il nuovo orientamento ebbe una rapida ricaduta anche sul
L’arte come espressione individuale piano tematico: il paesaggio assunse un ruolo di primo piano
e l’epilogo delle teorie estetiche dei generi nelle scelte dei pittori romantici, così come nuovo impulso
Se il periodo rococò vide un allentamento delle rigidità nor- ebbero il ritratto e la scena di genere, che si andarono a inne-
mative a favore delle categorie di grazia, leggiadria e varietà, stare nella pittura di storia.
il Neoclassicismo mantenne la gerarchia dei generi su più Qualche decennio più tardi il declino della teoria dei generi
radicali categorie estetiche. Assumendo a modello l’arte si compì definitivamente con il Realismo e l’Impressionismo
classica, all’artista era dato esprimere il proprio messaggio [B.5], che superarono ogni distinzione e gerarchia in nome
soltanto volgendo l’attenzione alla figura umana, celebra- della qualità pittorica del dipinto e dell’impressione che l’o-
ta dal pittore e teorico neoclassico Anton-Raphael Mengs pera in sé è in grado di suscitare nell’osservatore.
B.6 Agnolo
Bronzino, Ritratto
di giovane con liuto,
1532-1540.
Tempera su tavola,
98x82,5 cm. Firenze,
Galleria degli Uffizi.
B.7 Georges
de La Tour, Suonatore
cieco, 1620-1630.
Olio su tela,
86x62,5 cm.
Madrid, Museo
del Prado.
B.8 Jean-Bapitste-
Camille Corot, Ricordo
di Castelgandolfo,
1865-1868. Olio su
tela, 65x81 cm. Parigi,
Musée du Louvre.
colare messaggi ideologici, patriottici o risorgimentali. Con il le Fiandre con Jan van Eyck divenne realistico e attento alla
Realismo la pittura di storia si liberò del suo carattere retorico restituzione dei particolari fisionomici e della psicologia del
per assumere quello rappresentativo di esaltazione o denun- soggetto, sia che fosse inserito in scene sacre sia come sog-
cia della realtà sociale e politica in cui i protagonisti non era- getto isolato, visto di tre quarti a mezzo busto.
no più solo gli individui ma la collettività. In Italia, su imitazione classica, si diffuse il ritratto di pieno
Nel Novecento il genere è stato ampiamente frequentato sia profilo (Piero della Francesca), al quale si dedicarono i mag-
per la celebrazione propagandistica dei regimi totalitari, ad giori artisti del secolo, sebbene la rappresentazione statica
esempio nell’Europa nazista o in Unione Sovietica, sia, al con- della figura e la necessità di aderire al modello relegassero il
trario, come forma di denuncia dei crimini contro i diritti fon- genere in una posizione subalterna rispetto a quello storico.
damentali degli esseri umani (si pensi, ad esempio, a Guernica Nel Cinquecento si affermò il ritratto a mezza figura, rite-
di Pablo Picasso o al Trittico della Guerra di Otto Dix). nuto maggiormente adatto a cogliere più aspetti generali del
personaggio: la tipologia fu usata da Raffaello e dai Manieri-
Il ritratto sti toscani (Pontormo, Bronzino, B.6) con intenti celebrativi,
Il ritratto può essere, a seconda dei vari gradi di somiglianza, da Leonardo con significati allegorici e da Tiziano [B.4] per
realistico, ideale, simbolico e può rispondere a finalità en- ritratti di rappresentanza.
comiastiche, celebrative, simboliche oppure solo commemo- Il ritratto barocco, nel Seicento, si indirizzò su effetti di no-
rative come fu all’origine. All’interno del genere si possono biltà e grandezza pur nel rispetto della verosimiglianza: il
inoltre distinguere il ritratto singolo, il ritratto di gruppo e modello fu Bernini, attento a cogliere il movimento, la posa
l’autoritratto. e l’espressione più caratterizzanti. Ampia diffusione ebbe
La valorizzazione dell’uomo operata dalla cultura umanistica anche il ritratto a figura intera, ricco di vitalità con Rubens
favorì la rinascita del ritratto dopo che lo spiritualismo me- o aristocratico con Antoon van Dyck, mentre Rembrandt e
dievale aveva tralasciato il genere, ampiamente presente nel- Velázquez si concentrarono più sull’analisi oggettiva di ogni
la pittura classica, a favore di una rappresentazione dell’in- tratto fisionomico e psicologico.
dividuo poco vicina all’originale e sempre con una funzione Il Settecento diede luogo al ritratto di rappresentanza, a
simbolica. Nel Quattrocento, invece, il ritratto recuperò il destinazione politico-encomiastica, artificioso e scenografi-
suo originario valore documentario e commemorativo. Nel- co (Philippe de Champaigne, Hyacinthe Rigaud), o ai ritratti
arcadici, leziosi e rococò. Il ritratto realistico si mantenne nei to sia da ogni velleità decorativa, assunse una sua completa
pittori inglesi, in Francia con Jean-Baptiste-Siméon Chardin, autonomia e specificità tra il Cinquecento e il Seicento con
in Italia con Giacomo Ceruti e in Spagna con Francisco Goya. le opere dei pittori fiamminghi (Paul Bril, Pieter Brueghel) e
Durante il Neoclassicismo, pur mantenendo precise note re- italiani (Annibale Carracci).
alistiche, il ritratto venne idealizzato alla greca e rivestito di Subito apprezzato dal pubblico borghese, il genere si espres-
un alone eroico (Antonio Canova, Anton-Raphael Mengs) se in due declinazioni fondamentali: quello classicistico o
mentre il ritratto romantico, più semplificato, puntò all’ac- del paesaggio ideale (Carracci, Nicolas Poussin e Claude
centuazione dell’aspetto interiore ed espressivo dei soggetti. Lorrain) e quello d’invenzione, che utilizzava elementi reali
Il ritratto realistico, derivato da Goya, si caricò di una vio- per la costruzione di un paesaggio del tutto fantasioso e carat-
lenta espressività nelle opere di Honoré Daumier, Thèodore teristico (Salvator Rosa).
Géricault e Gustave Courbet. Sempre nel Seicento comparve la veduta, ovvero la rappre-
Nella seconda metà dell’Ottocento grande immediatezza sentazione di scorci di città, talvolta estremamente ampi,
ebbe il ritratto impressionista, che si aprì altresì al ritratto talvolta molto ristretti. Il Vedutismo si caratterizzò per la pre-
d’ambiente, colto dal vivo con Edgar Degas e poi con Henry cisione e la chiarezza della visione naturalistica, priva di ogni
de Toulouse-Lautrec e infine, con un accentuazione espres- trasfigurazione ideale. Gaspar van Wittel importò il genere
sionistica, in Vincent van Gogh, James Ensor e Edvard Munch. dall’Olanda in Italia dove nel Settecento raggiunse esiti altis-
L’intensificazione psicologica portò nel Novecento a un pro- simi con Bernardo Bellotto, Canaletto e Francesco Guardi.
gressivo distacco dall’esattezza della riproduzione per punta- Al genere del paesaggio rinviano anche i capricci, nei quali
re su valori compositivi e cromatici adatti a restituire il carat- venivano raffigurati vedute ideali e luoghi immaginari realiz-
tere in forma astratta. zati assemblando diversi edifici esistenti o d’immaginazione,
e le rovine, scorci reali o di invenzione caratterizzati dalla
Il paesaggio presenza di vestigia architettoniche, simbolo del rimpianto
Il paesaggio è la rappresentazione di una scena di realtà natu- di un mondo perduto (Giovanni Battista Piranesi, Giovanni
rale o urbana svincolata da ogni contesto narrativo. Paolo Pannini).
Così inteso il genere del paesaggio, liberatosi sia dalla tradi- Da genere di grado inferiore il paesaggio acquistò un’impor-
zionale funzione di mero sfondo su cui proiettare il sogget- tanza primaria nell’arte dell’Ottocento divenendo tra i più
B.10 Fede Galizia, Natura morta con pesche, 1607. Olio su tavola, 30x41 cm. La Haya, Collezione privata.
praticati (William Turner, John Constable, Jean-Baptiste-Ca- Solamente tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento,
mille Corot [B.8], la Scuola di Barbizon). Seguendo la sensi- con Vincent van Gogh [B.9], Georges Seurat, Paul Cézanne,
bilità romantica i paesaggi propongono una visione interio- Edvard Munch e i movimenti postimpressionistici, la pittura
rizzata della natura nella quale si riflettono il mondo interiore si è gradualmente allontanata dalla rappresentazione diretta
e sentimentale dell’artista. Fu allora che la natura, interpre- della realtà sensibile e il paesaggio ha assunto nuove conno-
tata come l’espressione del divino in terra, fu rappresentata tazioni, facendosi specchio della realtà soggettiva dell’artista
nella sua infinita gamma di manifestazioni, da quella serena e recuperando funzioni simboliche.
e intima a quella distruttrice e sublime.
Diversa è la lettura della natura da parte dei pittori realisti La natura morta
(Gustave Courbet e i Macchiaioli), i quali rifiutarono ogni
convenzione e tradizione accademica in nome di una rappre- Con l’espressione “natura morta” si intende la rappresenta-
sentazione il più possibile immediata e diretta della realtà. zione di oggetti inanimati come composizioni di fiori, frutta
L’Impressionismo, concentrandosi sulla resa pittorica degli [B.10], verdura e selvaggina, oppure vasi, libri, strumenti mu-
effetti di luce e colore, fece del paesaggio il genere più fre- sicali ecc. La natura morta come genere autonomo si viene
quentato, realizzato con la tecnica dell’en plein air. Inoltre, definendo tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento a
i temi paesaggistici si aprirono a nuovi scenari, di pari passo seguito della riscoperta della natura e della nuova esigenza di
con l’affermarsi della moderna società urbana con i suoi sim- esaltare i valori dell’imitazione della realtà naturale.
boli e i suoi piccoli riti: scorci della metropoli, con le grandi Il genere fu ritenuto di livello inferiore nella gerarchia poi-
vie e i nuovi mezzi di trasporto, vetrine scintillanti e interni ché “il pittore che rappresenta cose morte e senza movimento”
di locali, balli, parchi, fiere, fino agli edifici industriali e alle (André Félibien) era giudicato meno abile di chi dipingeva la
periferie divennero soggetti degni dell’arte, scelti per narrare figura umana in movimento; tuttavia la natura morta ebbe
con libertà e disincanto il tempo presente. da subito un grande mercato e a essa si dedicarono i maggiori
Il Quattrocento
28
Il contesto storico-culturale
PARTE PRIMA Il Quattrocento
29
Le arti: una rivoluzione graduale sentativo ed elevato. Già nelle prime elaborazioni teoriche
In ambito artistico, il Rinascimento si affermò nel XV e XVI le “arti meccaniche”, secondo l’accezione medievale, furono
secolo; esso, però, aveva già preso avvio nel secolo preceden- elevate alla dignità delle “arti liberali”, fondate su precise
te con l’Umanesimo letterario, nella Firenze del Trecento: conoscenze teoriche. La bottega divennne il luogo della spe-
qui, intellettuali come Francesco Petrarca intrapresero lo stu- cializzazione tecnica e dello scambio del sapere. Dalla metà
dio dei testi letterari e filosofici latini e greci, riconoscendovi del Quattrocento l’artista fu sempre più richiesto nelle corti,
valori morali e civili necessari alla società del proprio tempo. per le quali svolse anche incarichi diplomatici. A partire da
30 In particolare, essi ponevano l’accento sulla dignità dell’uo- Firenze, dove la fortuna politica della famiglia de’ Medici si
mo, di cui esaltavano le facoltà intellettuali e il libero arbitrio. legò alla promozione del linguaggio rinascimentale, in pochi
Il nuovo linguaggio rinascimentale scaturì dal confronto de- decenni i centri di produzione artistica si moltiplicarono in
gli artisti con una sensibilità espressiva ormai superata, quel- tutta Italia.
Oltre al mecenatismo del potere ufficiale, nell’afferma-
PARTE PRIMA Il Quattrocento
capitolo APPROFONDIMENTI
La persistenza
del Gotico 31
Gli artisti
alle corti europee
Pavia. Fondamentale in questo contesto fu la figura di Gio- veste di Gesù, ad esempio, è dipinta su lastra d’argento.
vannino de’ Grassi, attivo nel cantiere del Duomo di Milano, L’eredità di Gentile fu accolta e diffusa anche nell’entroterra
ma ricordato soprattutto come eccellente miniatore, espo- veneto da Jacobello del Fiore, Pisanello e Jacopo Bellini.
nente di un naturalismo minuzioso e di aristocratica raffina- Lasciata Venezia intorno al 1411, l’artista entra al servizio di
tezza. Questa attenzione per il dettaglio naturalistico è già Pandolfo III Malatesta, signore di Fano e di Bergamo e Brescia.
presente in opere come la Madonna degli alberelli, realizzata a Per Pandolfo, Gentile decora la Cappella di San Giorgio nel Pa-
fine Trecento da Gentile per una chiesa fabrianese. lazzo Comunale di Brescia, oggi testimoniata da pochi fram-
Gentile svolse una continua sperimentazione per esaltare menti. A Firenze, dove soggiorna dal 1420, esegue il suo capola-
la percezione della materia, sempre filtrata dalla preziosi- voro, l’Adorazione dei Magi (Opere a confronto • pagg. 70-71).
tà dell’oro. Elemento simbolico per eccellenza della pittura Nel 1425, è a Siena e a Orvieto, quindi a Roma, dove avvia la de-
medievale, l’oro viene inciso, punzonato, graffito, mescolato corazione della navata centrale di San Giovanni in Laterano. De-
a vernici: è un primo passo verso la trasformazione del fondo gli affreschi non resta oggi testimonianza perché persi durante
pittorico da piano neutro a superficie chiaroscurata. il rifacimento della basilica curato da Francesco Borromini.
1.2-1.3 •
Gentile
da Fabriano,
Polittico di Valle
Romita,
1405-1410 ca.
Tempera su tavola,
280x250 cm.
Milano, Pinacoteca
di Brera.
Veduta d’insieme
e particolare
dell’Incoronazione
della Vergine.
33
Partenza
di San Giorgio
34 L’affresco raffigurante la Partenza di San Giorgio Una “mitologia” cavalleresca
si trova sulla parete esterna della Cappella Pellegrini, che parla del presente
nella chiesa di Sant’Anastasia, a Verona.
Il tema è tratto dalla duecentesca Legenda aurea del
Esso si sviluppa sopra l’arco d’ingresso e si compone
frate domenicano Jacopo da Varagine, una raccolta
di due parti collegate: a destra è raffigurato il com-
PARTE PRIMA Il Quattrocento
OPERA ZOOM
do il simbolo della lotta del bene contro il male cipessa testimonia come nell’opera di Pi-
e degli ideali cavallereschi: San Giorgio rappre- sanello convivano soluzioni fiabesche
sentò il cavaliere nobile e puro, spinto da fermi e descrizione fedele della realtà: appe-
valori morali e dotato di coraggio, perché sorretto na visibile entro il rigido elmo, il giovane
dalla fede. Nella sua leggenda rivive la nostalgia è caratterizzato anche dal punto di vista
per il mondo cortese, raffinato ed elitario, in un psicologico. L’artista utilizza la pittura ad 35
momento storico di radicali cambiamenti. affresco per ottenere risultati di realismo
Tuttavia, Pisanello opera una scelta iconografica analitico, mentre ricorre alle incrostazio-
che fa pensare a una storicizzazione del soggetto. ni metalliche per impreziosire il racconto
Egli, infatti, non rappresenta lo scontro feroce con e bloccarlo entro un’aura senza tempo.
Accanto, particolare del viso della principessa della Partenza di San Giorgio.
1.11 • Pisanello, Tre cani da caccia, 1430-1440 ca. 1.14-1.15 •• Pisanello, Disegni preparatori per l’affresco Partenza
Penna e tracce di matita su carta, 26,6x17,5 cm. Parigi, Musée du Louvre, di San Giorgio, 1430-1440 ca. Penna e tracce di matita su carta, 26,6x17,5 cm.
Gabinetto dei disegni. Codice Vallardi, f. 2447r. Parigi, Musée du Louvre, Gabinetto dei disegni. Codice Vallardi.
L’eccellenza del disegno nell’indagine naturalistica superfici, le masse, giungendo in molti casi alla resa tattile
Della produzione pittorica di Pisanello sono giunte poche delle superfici. Egli, inoltre, ha realizzato fogli di interesse
opere di sicura attribuzione, mentre è ampiamente docu- storico e documentario, ritraendo, ad esempio, dignitari bi-
mentata la sua attività grafica. Non sempre, però, l’autogra- zantini giunti a Ferrara in occasione del Concilio del 1438.
fia dei singoli fogli è condivisa dalla critica: in primo luogo È nel disegno, dunque, che Pisanello ottiene risultati di mo-
taccuini di viaggio, repertori botanici, bestiari e raccolte di derno naturalismo figurativo, mentre nelle opere pittoriche
modelli erano assai diffusi, soprattutto in Italia settentriona- questa componente viene assorbita dallo splendore favolisti-
le, dove venivano utilizzati nelle botteghe artistiche da gene- co e irreale dello stile cortese.
razioni di pittori; secondariamente lo stesso Pisanello ebbe Le principali raccolte di disegni di Pisanello, comprendenti
numerosi seguaci e imitatori, ammirati dalla sua accuratezza anche autori della sua cerchia, sono il Codice Vallardi conser-
nell’annotare i più piccoli dettagli del mondo naturale. vato presso il Gabinetto dei disegni del Musée du Louvre a Pa-
Pisanello ha realizzato disegni in funzione preparatoria rigi e la raccolta della Biblioteca Ambrosiana a Milano.
per medaglie e opere di grandi dimensioni, ma anche disegni Il Codice Vallardi [1.11-1.12 e 1.14-1.15] comprende ben 65
come pratica autonoma, finalizzata all’indagine della real- fogli di studi preparatori per gli affreschi della Cappella Pel-
tà nei suoi aspetti particolari: egli studia il singolo elemento legrini a Verona. Essi testimoniano come l’idea progettuale
floreale o il soggetto animale, al pari della figura umana, con fosse già definita attraverso il disegno, che Pisanello utiliz-
una precisione analitica tale da isolarlo rispetto al contesto. Il zava anche per individuare la struttura portante dell’immagi-
suo è un approccio da inventario sistematico: con la penna e, ne, con un fitto tratteggio che esalta i passaggi chiaroscurali.
talvolta, l’acquerello, avvalendosi delle potenzialità descrit- Queste prove, inoltre, superano l’opera finita in quanto a fe-
tive della linea, l’artista restituisce con esattezza le forme, le deltà al vero.
L’avvio
del Rinascimento 37
2.1 • Giuliano da Sangallo, Arco di Costantino, 1485 ca. 2.2 • Francesco di Giorgio Martini,
Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana, Adorazione dei pastori, 1490 1495. Tempera su tavola.
Codice Vaticano Barberiniano Latino 4424, f. 19v. Siena, Chiesa di San Domenico. Particolare.
2.3 • Artista dell’Italia centrale, Città ideale, fine del XV secolo. Olio su tavola, 80,3x220 cm. Baltimora, Walters Art Museum.
2.6 • Sviluppo
in prospettiva
del Battistero
di San Giovanni.
2.7-2.10 ••
Ricostruzione
della tavoletta
di Filippo Brunelleschi
raffigurante
il Battistero di San
Giovanni a Firenze
e schemi che
delineano il
procedimento
della costruzione
prospettica.
AA B
B C
C
O O D O
˺˺ A Si divide la base del quadrato in parti uguali; si individua il punto di ˺˺ C Dai punti di intersezione delle rette tracciate dal punto di distanza con
fuga (O) e lo si unisce alle parti indicate sulla base. il lato verticale del quadrato, si fanno partire altrettante linee parallele
˺˺ B Si individua un punto di distanza (D) esterno al quadro (determinante al lato inferiore dello stesso. Nel trapezio, risultante dalla prospettiva
la distanza ideale dell’osservatore dal quadro), dal quale si fanno partire del quadrato, si forma automaticamente la scacchiera del pavimento in
rette indirizzate ai punti già fissati sulla base del quadrato. prospettiva.
• 1 Annunciazione • 10 R
esurrezione
• 2 Natività di Lazzaro 17 18 19 20
• 3 A
dorazione • 11 I ngresso
dei Magi a Gerusalemme 13 14 15 16
• 4 D isputa • 12 Ultima Cena
con i dottori • 13 V eglia nell’orto 9 10 11 12
• 5 Battesimo degli ulivi
di Cristo • 14 Cattura di Gesù 5 6 7 8
• 6 Tentazioni • 15 Flagellazione
nel deserto • 16 G esù dinanzi 1 2 3 4
• 7 Cacciata a Pilato
dei mercanti • 17 Salita A B C D
dal tempio al Calvario
• 8 G esù cammina • 18 Crocifissione E F G H
sulle acque • 19 Resurrezione
• 9 Trasfigurazione • 20 Pentecoste
ANALISI INTERATTIVA
• A San Giovanni • E Sant’Ambrogio
Lorenzo Ghiberti,
• B San Matteo • F San Girolamo Seconda Porta
• C San Luca • G San Gregorio del Battistero
• D San Marco • H Sant’Agostino di San Giovanni
Ghiberti Poco più che ventenne, Ghiberti di- Il giovane scultore dimostra, tuttavia, una precoce capacità
Sacrificio di Isacco mostra qualità stilistica e grande di unire gli elementi gotici, appartenenti alla sua formazio-
competenza tecnica: fonde la for- ne, e la nascente sensibilità classica, anche se questa rientra
mella [2.17] in un unico blocco, esclusa la figura di Isacco, nel gusto corrente e si risolve in citazioni antiquarie. Gotiche
ottenendo una piena unità tra figure e sfondo. Nella lavora- sono l’eleganza dei panneggi e la perizia orafa con cui sono
zione del bronzo realizza continue variazioni di superfici, con realizzati capigliature e ornamenti, così come la linea falcata
le quali ottiene passaggi chiaroscurali modulati ed effetti del corpo di Abramo e la roccia scheggiata che individua una
“pittorici”. sinuosa linea diagonale. Classici sono il nudo perfetto di Isac-
La scena è divisa da un profilo roccioso dall’andamento ar- co, derivato dalla conoscenza della statuaria antica, e la deco-
cuato, che rappresenta il “segno” portante della composizio- razione a girali dell’altare su cui si sta compiendo il sacrificio.
ne; Ghiberti, tuttavia, ne attenua l’evidenza facendolo digra-
dare verso il fondo con effetto atmosferico. Brunelleschi Nella sua formella [2.18] Filippo
L’evento culminante del racconto biblico è narrato con sere- Sacrificio di Isacco Brunelleschi divide la rappresenta-
na eleganza: ogni parte occupa un posto preciso, allo scopo zione in due parti nettamente distin-
di garantire un equilibrio complessivo. Le figure si inserisco- te. In basso, in primo piano, si trovano i servitori; le loro pose
no senza contrasti negli spazi lobati della cornice, nono- dimostrano che essi sono estranei alla tragedia che si compie
stante la sua forma mistilinea (si tratta, infatti, di una losanga alle loro spalle. Arretrati e posti su un piano più elevato si tro-
quadrilobata) sia un motivo del tutto estraneo alla struttura vano, invece, i personaggi principali. I loro gesti sono rapidi e
formale della scena. decisi, come sono netti gli stacchi di luce e ombra e l’aggetto
I personaggi sembrano ignari del dramma di cui sono parte, delle figure.
privi di qualsiasi caratterizzazione psicologica: Abramo, pur Il fulcro della composizione è collocato in alto e rappresenta
nella decisione del gesto, è atteggiato con eleganza e l’inno- uno scontro di tensioni fortissime: il fanciullo si ribella alla
cente Isacco ha un’espressione trasognata. violenza, l’angelo è colto in rapido volo e deve intervenire
Ghiberti non racconta lo sviluppo di un’azione drammatica, fisicamente a fermare il braccio di Abramo, sottolineando
non descrive un evento di cui i personaggi sono i protagonisti l’istantaneità dell’azione. La forza del suo gesto è tale da
consapevoli; egli sembra, semmai, utilizzare il soggetto per comunicare la sensazione di un “prima” e un “dopo”.
affermare un concetto sovrastorico e immutabile, per dichia- Rispetto alla composta unità di Ghiberti, Brunelleschi sceglie
rare una certezza di fede cui l’uomo non può che affidarsi. la frammentarietà, ma, al tempo stesso, porta lo sguardo a
A A/2
A/2
A
A 2A
2.22-2.23 • Filippo Brunelleschi, Spedale degli Innocenti, 1419-1444. Firenze. Veduta del fronte e ricostruzione del disegno originario
della facciata (sul disegno sono riportati i rapporti proporzionali).
Filippo borò con scultori attivi nei numerosi cantieri cittadini (il Duo-
mo, la Chiesa di Orsanmichele). Vasari lo ricorda anche come
2.3 Brunelleschi scenografo e progettista di macchinari per la festa dell’An-
nunciazione che si svolgeva ogni anno a Firenze.
Filippo di ser Brunellesco Lapi, detto Filippo Brunelle- L’attività di Brunelleschi, tuttavia, si concentrò, fin dal secon-
schi (Firenze, 1377-1446), è una figura cardine per l’avvio del do decennio del Quattrocento, sulla progettazione architet-
Rinascimento italiano. tonica e sulle riflessioni teoriche in materia: si devono a lui
Nato da famiglia fiorentina agiata (il padre era notaio), rice- la “scoperta” della prospettiva lineare, il recupero dei prin-
vette la formazione d’obbligo per i fanciulli della borghesia cìpi dell’architettura classica, l’elaborazione di un nuovo
mercantile, orientata in particolare alle nozioni di aritmetica sistema progettuale, basato sulla geometria e sulla mo-
e geometria; egli, però, sviluppò un personale interesse per dularità delle strutture.
gli studi letterari e per l’astronomia, avvicinandosi agli am- Con Brunelleschi, inoltre, la figura dell’architetto si emancipa
bienti umanistici. In questo contesto maturò la propria pas- in senso moderno, da responsabile delle pratiche di cantiere
sione per il disegno, coltivata quasi certamente con il con- a progettista, dotato di una riconosciuta dignità intellettuale.
senso del padre, che decise di inserirlo come apprendista in L’architettura è destinata, d’ora in poi, a non essere più un’at-
una bottega orafa. Qui il giovane affinò le sue abilità grafiche, tività meramente pratica, un’arte meccanica, ma a essere ri-
apprese l’arte della lavorazione a sbalzo e a cesello, acquisì conosciuta tra le arti liberali.
una prima competenza progettuale. Ed è proprio nell’ambito Brunelleschi lavorò quasi esclusivamente nel territorio di
della scultura che Brunelleschi intraprese il percorso che lo Firenze in qualità di architetto e ingegnere militare, ma sap-
portò, nell’arco di pochi anni, a una radicale revisione del lin- piamo che fu anche consulente per le fortificazioni di Pisa e
guaggio tardogotico. di Signa, per opere idrauliche nel territorio di Mantova, per il
Iscritto nel 1398 all’Arte della Seta in qualità di orefice, colla- tiburio del Duomo di Milano.
2.24-2.26 •
Filippo Brunelleschi,
Spedale degli Innocenti,
1419-1444. Firenze.
Schema dei rapporti di misura
nelle campate del portico,
particolare di un capitello
composito e di una parasta
scanalata.
2.28 •
Piazza Santissima
Annunziata.
Veduta della piazza
dal portico dello
Spedale degli
Innocenti con
vista sul nartèce
porticato della Chiesa
della Santissima
Annunziata.
VIDEO Cupola
di Santa Maria del Fiore
Santa Maria
del Fiore
a Firenze
nei possenti costoloni esterni che scaricano il peso Tra le due superfici muratorie si sviluppano corri-
sul tamburo, raccordati alla sommità dalla lanterna, doi e scale, che consentono la completa percorribi-
vera chiave di volta della costruzione. lità della cupola per lo spostamento degli operai e il
OPERA ZOOM
Il tamburo, come abbiamo visto, era già dimensio- trasporto dei materiali.
nato e non consentiva di adottare possenti pareti L’assenza di cèntine fu affrontata anche ricorrendo
piene, come, ad esempio, nel Pàntheon a Roma. a una tecnica muraria romana: quella dei mattoni
Brunelleschi progettò una cupola a doppia calotta a spina di pesce, in grado di rendere più solida la
autoportante, ovvero in grado di sorreggersi senza struttura.
il supporto di cèntine; la sua stabilità era garantita Dopo il completamento della cupola, nel 1439 Bru-
50
dalla misurazione costante della curvatura, dunque nelleschi progetta le cosiddette “tribune morte”.
2.30-2.33 •• dal calcolo matematico. Si tratta di edicole a base semicircolare, scavate da
Filippo
Brunelleschi, Le due calotte servono a dare solidità alla costruzio- nicchie centinate, inquadrate da semicolonne bina-
Cupola di Santa ne, distribuendo il peso della struttura. A quella in- te. Addossate ai lati liberi del tamburo, esse svolgo-
PARTE PRIMA Il Quattrocento
La lanterna (1436-1450)
Nel 1432 l’innalzamento della cupola era completa-
to e quattro anni dopo, nel 1436, fu indetto il con-
corso per la realizzazione della lanterna, vinto nuo-
vamente da Brunelleschi. Egli ottenne l’incarico
dimostrando che la lanterna non avrebbe fatto en-
trare acqua nella cupola e ideando le macchine per
sollevare il materiale da costruzione fino all’altezza
dovuta.
I lavori iniziarono nel 1446, anno della morte di Bru-
nelleschi, e furono completati successivamente da
Andrea del Verrocchio.
La lanterna ha la forma di un tempietto circolare,
scandito da otto paraste (A), collegate ai costoloni
A della cupola tramite otto archi rampanti (B) inter-
B vallati da aperture arcuate (C). La lanterna sosti-
C tuisce la guglia gotica, elemento di conclusione
dell’edificio e riferimento visivo a scala urbana. Ri-
spetto a quella, però, appare come un oggetto for-
malmente definito, che risponde a motivi sia for-
mali sia statici: raccoglie le tensioni dei costoloni
e, grazie alle ampie aperture verticali, lascia entrare
la luce in qualsiasi momento della giornata. La con-
clude una sfera in bronzo dorato: forma geometrica
A elementare, afferma l’avvenuto superamento della
concezione gotica dello spazio sacro come rappre-
sentazione dell’infinito.
Formalmente ispirata alla thólos greca e ingentilita
senza esuberanza decorativa da motivi tratti dal re-
C B pertorio classico, la lanterna ripropone il tema della
pianta centrale: già affrontato da Brunelleschi nel-
la Sagrestia Vecchia, nella Cappella de’ Pazzi e nella
Rotonda di Santa Maria degli Angeli, esso sarà fonda-
mentale per tutto il Rinascimento.
OPERA ZOOM
Vele
˺ E. Costoloni angolari, rivestiti 2.34-2.36 ••
esternamente in marmo bianco Filippo Brunelleschi,
˺ F. Costoloni intermedi, non visibili Cupola di Santa Maria del Fiore.
all’esterno Disegno ricostruttivo generale
˺ G. Tamburo ottagonale e particolari delle tribune morte
e dei corridoi a scale presenti
˺ H. Staffe in muratura di collegamento
tra le due calotte della cupola.
tra i costoloni
˺ I. 51
Intercapedine praticabile A
fra le due calotte
˺ L. Muratura a spina di pesce
˺ M. Oculi del tamburo
˺ N. Absidi
H
E
N
M
O
N
2.37-2.41 ••
Filippo Brunelleschi,
Sagrestia Vecchia
di San Lorenzo,
1422-1428.
Firenze, Complesso
Laurenziano.
Vano interno, sezione,
pianta, veduta interna
della cupola
e lanterna.
978-88-268-2169-6
978-88-268-2170-2
978-88-268-2171-9
978-88-268-1719-4