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DICEMBRE 2023
NEL SEGNO
D E L L’A R T E
Athena
paolasorio.com
makethatstudio.com
Sommario
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60
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2 7 Editoriale
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Note 85
Galleria 46
di stile Il tempo delle mele
Natura, storia, arte e bellez-
Foto: Mattia Iotti; Simon Watson; courtesy Iwan Baan
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ARCHITECTURAL DIGEST INTRO
Sommario
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136 124
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Case
Cover: Simon Watson. Foto: Stephen Kent Johnson; De Pasquale + Maffini; Ruy Teixeira
108 164
Riannodare fili Piano sequenza
Un posto lontano da tutto, Da tabula rasa a contenito-
una castellana femminista, re universale d’arte e di vita:
una famiglia creativa: così è ri- 136 l’appartamento di Maite e Pao-
nato Borgo Adorno Miti greci lo Bulgari a Madrid
Il colore, gli dèi, l’Odissea, l’e-
124
terno presente sono la materia
Buen retiro prima della dimora di Alekos
L’ultimo progetto di Oscar Nie-
meyer ricomincia a vivere a
Ilhabela. Una finestra rotonda
Fassianos. Un’opera totale
150
Backstage In copertina:
Nel salottino del ca-
stello di Borgo Ador-
e un mondo al di là I tre segreti Idee, oggetti, materiali ispira- no, sofà ot tocente-
ti alle case di questo numero sco e poltroncina Lui-
Un letto king-size, bagni e di- gi Filippo. Alla parete
vani separati: Ryan Lawson 1 2 3 Nuovo classico
Miti al femminile di Cle-
men Parrocchetti.
trasforma un loft a Manhattan 1 6 3 Happy hour
in un capolavoro di décor 1 7 5 Superfici
1 7 6 Dieci domande
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photography by Andrea Ferrari
www.baxter.it
BALLOTON LUCE
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NEL SEGNO
DELL’ARTE
Francesca Santambrogio
Head of Editorial Content AD Italia
Ho un viaggio in mente, andare in Argentina, attraversare il Par- luogo dove “tornare” e negli anni ’50, dalla già caotica Milano,
co Nazionale Perito Moreno ed entrare nella Cueva de las Manos. era approdata al Castello di Borgo Adorno, a Cantalupo Ligure, e
Quelle mani rosse e nere mi hanno sempre emozionato. Sono un lo aveva trasformato nel suo museo personale. La galleria privata
segno di tredicimila anni fa che oggi leggiamo come segno d’ar- di Oscar Niemeyer invece è a Ilhabela, un’isola incantata a nord
te. Noi e l’esperienza artistica. Noi e questo numero che chiude il di San Paolo, immersa nella luce dove risplende una vita d’incon-
2023 e che abbiamo voluto dedicare interamente al piacere, al bi- tri, qui una lampada di Guido Gambone, là una scultura di Pau-
sogno di vivere insieme al genio dei pittori, degli scultori, degli lo Pires, più in là una sedia di Lina Bo Bardi. E a Lina Bo Bardi
architetti, dei designer. L’arte dilata la mente e lo spazio. L’arte si è ispirato Ryan Lawson per lo spazio del loft di James LaFor-
e siamo altrove. E dunque siamo nel Laboratorio dei Cerchi, do- ce e Stephen Henderson, a Chelsea. Ma di tutte le sedie di queste
ve nascono da oltre un secolo le straordinarie scenografie dipin- pagine, vorrei la sedia rossa con spalliera a profilo di dio greco,
te a mano dell’Opera di Roma. Ma ci sono anche i teatri domesti- disegnata da Alekos Fassianos per la sua casa a pochi minuti da
ci e uno di questi è lo studio di Gianni Berengo Gardin, che il ma- Atene, dove, tra pochi mesi, nascerà il figlio di sua figlia Viktoria.
estro della fotografia italiana ha trasformato in un autoritratto. In fondo anche l’appartamento in un palazzo inizio Novecen-
Se penso a Gianni penso alla sua amicizia, anche professionale, to a Madrid è una dimora di famiglia, nel senso che tutti gli artisti
con Renzo Piano, e di Piano è stato appena inaugurato a Ginevra nella collezione dei padroni di casa, Maite e Paolo Bulgari, nasco-
il Science Gateway del CERN, dove la scienza è esposta come fos- no uno dall’altro, dal XVI secolo a oggi. Per scoprire il talento che
se arte. Due forme di sapere, che fino al XVIII secolo erano unite li contiene tutti siamo andati a Barcellona, nello studio di Horacio
Ritratto: Giampaolo Sgura
e che poi ingiustamente hanno preso strade diverse. Volessi risen- Pérez-Hita, tra i massimi esperti dell’arte di incorniciare un’ope-
tirle una accanto all’altra, una mano sull’altra, andrei in Austria, ra. Non importa il valore del dipinto, gli Arlecchini di Picasso, le
sul lago di Zell e guarderei ammirata quella meravigliosa machi- Pitture Nere di Goya, il disegno di un bambino. Ognuno ha diritto
ne à habiter, piccola e complicatissima, capolavoro di Rem Ko- alla sua cornice. Adesso che ci penso, ho l’impronta della mia ma-
olhaas. Un ritorno allo spazio domestico dopo quasi trent’anni. no accanto a quella di mia figlia. Sono tutte e due blu. In cornice,
Anche Clemen Parrocchetti, signora e artista, aveva cercato un sono l’arte che guardo quando mi sveglio ogni mattina. ○
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GQ, Vogue Czech Republic and Slovakia: Vogue,
Wired Greece: Vogue Hong Kong: Vogue,
DIRITTI SIAE: Pag. 129 ©Lina Bo Bardi by SIAE 2023; Pag. 88 ©Alighiero Boetti by SIAE 2023; Pag. 73 ©Marcel Breuer by SIAE 2023; Vogue Man Hungary: Glamour Korea: Allure,
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Pag. 88 ©Pierre Jeanneret by SIAE 2023; Pag. 23, 66 ©Judd Foundation by SIAE 2023; Pag. 88 ©Robert Indiana Vogue Portugal: GQ, Vogue Romania: Glamour
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Indipendenza 23 B/C - 00185 Roma - tel. 0285611 - fax 028055716 DEL 08-03-2023
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ARCHITECTURAL DIGEST
L A S CATO L A MAGICA
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GALLERIA
In un ex pastificio ottocentesco nel cuore più antico di Roma dal 1900 si costruisce la meraviglia
testo Laura Leonelli produzione e styling Francesca Santambrogio foto Simon Watson
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
in alto , da sinistra
Elementi di scenografia di Scenografia. Il magazzino, diretto da Anna
un futuro spettacolo. Accanto, il costume del Biagiotti, conserva oltre 70.000 costumi,
cavallo, riproduzione di quello disegnato da dai primi del ’900 a oggi. pagina accanto
Picasso per il balletto Parade nel 1917. Uno degli artisti del Laboratorio dei Cerchi
Il magazzino costumi occupa il primo, il secondo dipinge in piedi, cioè all’italiana, una scenografia
e parte del terzo piano del Laboratorio di del balletto Il lago dei cigni.
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crediti
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
sot to , da sinistra
Una scenografia, ispirata di Scenografia, detto Laboratorio dei Cerchi,
a Degas. Gli artisti del Laboratorio del Teatro perché affacciato su via dei Cerchi, accanto
dell’Opera realizzano in grande i bozzetti alla chiesa di Santa Maria in Cosmedin, era alla
degli scenografi, dividendo la tela in quadrati fine dell’800 un pastificio. Nelle fondamenta
di un metro quadro l’uno e dipingendo in scala è stato ritrovato uno dei più importanti mitrei
il disegno. L’edificio che ospita il Laboratorio di Roma, dedicato al culto del dio Mitra.
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venga
Armchairs Twist - Castello Lagravinese Studio. Bookcase Macao, coffee tables Ninfea-sul sito Maurizio
Designer eurekaddl.sbs
Manzoni cantori.it
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
All’incontro era arrivato puntualissimo e aveva bussato a vent’anni, allievo dell’ormai leggendario “Primo cor-
con una certa esitazione. Armando Pasti era venticin- so sperimentale per aiuto scenografi realizzatori”, e og-
quenne nei primi anni ’60 ed era un giovane artista di gi responsabile del Laboratorio di Scenografia e del suo
via Margutta con molto talento e un amore speciale per ineguagliabile patrimonio.
Cézanne e Matisse. Per raggiungere il luogo più segre- Bisogna avere visione, appunto, per tradurre su im-
to del Teatro dell’Opera di Roma aveva percorso la sa- mense superfici i bozzetti degli scenografi e immagina-
lita lungo la chiesa di Santa Maria in Cosmedin, quella re “in piano” i volumi, le fughe, i giochi d’ombra e di lu-
che ospita nel suo portico la Bocca della Verità. Quindi ce, che gli spettatori vedranno in verticale. Bisogna ave-
aveva aperto la grata di ferro di un enorme ascensore, re visione quando si mescolano i colori e si legano alla
era salito all’ultimo piano, il quarto, e finalmente si era colla di coniglio, tutto fatto “in casa”, per intuire le ve-
trovato di fronte a una porticina «che immaginavo fosse lature che distese sul tulle daranno poi l’impressione di
di un ufficietto e invece improvvisamente mi si è aperto un’infinita e soprannaturale profondità. Ma bisogna an-
il mondo», racconta il grande scenografo, allievo di ma- che avere visione per intravedere negli spazi di una vec-
estri e maestro di allievi che a loro volta oggi trasmetto- chia fabbrica in disuso il luogo dove ogni giorno pren-
no il sapere più antico del teatro: la scenografia dipinta, de vita l’anima del teatro, quella magia che apre la sca-
detta “all’italiana”. Rifacendo tola scenica e ci porta in una
lo stesso percorso, arriviamo foresta incantata, un mare in
anche noi di fronte a quel fati- tempesta, un palazzo, un de-
dico ingresso e Danilo Manci- serto, un tramonto. L’edificio
ni, che di Maurizio Varamo è in via dei Cerchi, occupato og-
stato allievo, come Varamo fu gi dal Laboratorio, era in origi-
allievo di Pasti, a sua volta di- ne quello del pastificio Panta-
scepolo del leggendario Etto- nella, nato alla fine dell’Otto-
re Rondelli, socchiude l’uscio cento su un’area che fatichia-
e sorride, lui consapevole, noi mo a immaginare industriale
non ancora, dello spettacolo tanto è ricca di tesori archeolo-
che ci aspetta. Davanti ai no- gici. Dall’alto della magnifica
stri occhi splende l’immen- terrazza di milleduecento me-
so salone, ventitré metri per tri quadri che circonda la sala
quarantaquattro, del Labora- pittura vediamo il Circo Mas-
torio di Scenografia del Tea- simo, il Colle Palatino, il Cu-
tro dell’Opera di Roma, unico polone, il Tevere. Alla fine de-
teatro, insieme al Massimo di gli anni ’20 quella costruzione
Palermo, a vantare una simi- aliena al fascino di Roma e de-
le meraviglia all’interno delle stinata a essiccare la pasta, con
sue maestranze. una climatizzazione dunque
A terra, sotto la volta a ca- ideale, sembrò perfetta per ac-
priate in cemento armato, pro- cogliere, oltre la falegnameria
gettata dall’architetto futurista Clemente Busiri Vici nel e il laboratorio scenografico, anche il magazzino costu-
1931, si stende il fondale della prima edizione della To- mi, oggi diretto da Anna Biagiotti. Tutti sono passati di
sca, gennaio 1900, ed è la scena del primo atto nella qui, Picasso, Prampolini, de Chirico, Chagall, Guttuso,
chiesa di Sant’Andrea della Valle. Accanto, tra luci not- Manzù, Turcato, Burri, in tempi recenti anche Weiwei,
turne, riverbera la scenografia de Il lago dei cigni, ispi- e poi registi come Visconti e Zeffirelli, e proprio Zeffi- Assistente alla produzione: Giovanni D’Odorico Borsoni
rata all’Isola dei morti di Böcklin. Ai bordi, e sono più relli un giorno chiamò Armando Pasti a Cinecittà, dove
di duecento metri quadri per ogni tela, due ragazze, una nel 1963 stava girando La Bohème. Una scena era previ-
romana, l’altra cinese, allieve di uno stage di sei mesi, sta alle Tuileries, ma i costi di produzione non permet-
dipingono alcuni dettagli e in mano hanno l’acrobati- tevano le riprese a Parigi. Nessun problema, Armando
co “pennello da tiro”, un’asta lunghissima con una piat- dipinse in una sola notte, e da solo, il gigantesco fonda-
tina di peli di cinghiale «perché la pittura scenografi- le del giardino, tra fontane, alberi, fiori, cielo, nuvole.
ca all’italiana, la nostra, si fa in piedi ed esige un’abili- Il cinema aveva chiamato in aiuto il teatro. E la pittura,
tà, una velocità, ma soprattutto una visione diversa da che del teatro è compagna fedele, aveva superato come
tutte», spiega Danilo Mancini, che in teatro è arrivato sempre i limiti imposti dalla realtà. ○
sopra All’ultimo piano del Laboratorio di Scenografia posano Armando Pasti e Danilo Mancini. Sono due generazioni
di grandi maestri uniti dall’amore per il loro lavoro e dall’impegno a preservare la bellezza di un mestiere unico al mondo.
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TAVOLO SHANGAI LIMITED EDITION - SEDIA VITTORIA
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
ESPORRE L’INVISIBILE
testo Alessandra Laudati
Immagine: © Renzo Piano
Quali sensazioni proverebbe Leonardo da Vinci – lui, pittore e superati i limiti determinati da una presupposta incomunicabi-
scienziato che con il suo genio creativo ha dimostrato che non lità tra queste due discipline.
c’era differenza tra i due maggiori campi dell’espressione uma- «Un tempo scienza voleva dire solo “sapere” e il sapere del-
na, l’arte e la scienza – se si trovasse a camminare nei tunnel di le belle arti fino al ’700 non era separato dalla scienza, come i
un luogo dove la scienza è esposta come se fosse un’arte? Que- grandi artisti del passato hanno dimostrato. Le Wunderkam-
sto spazio è il Science Gateway di Ginevra, luogo dove sono stati mer, le camere delle meraviglie, in Europa erano i musei privati
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
passo dal più grande acceleratore di particelle del mondo. Al Science Gateway si ha davvero la possibilità di andare al-
Il progetto è dell’architetto Renzo Piano: un portale sulla ri- la scoperta dell’universo e della sua evoluzione, comprendere i se-
cerca, un “ponte” di vetro per collegare spazi e idee, esperti e vi- greti della natura, rendere visibile l’invisibile, celebrare l’inventi-
sitatori, curiosità e conoscenza. Forme ispirate ai tunnel sotter- va e la creatività, due doti dell’uomo senza le quali né scienza né
ranei dell’acceleratore che nell’architettura del progetto di Piano arte esisterebbero. ○
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
Il tempo cambia velocemente sullo Zeller See, in Austria. All’al- megaprogetti dello studio di Koolhaas, OMA (Office for Metropo-
ba, la nebbia si alza dal lago, insinuandosi nel tranquillo villaggio litan Architecture). Questa struttura, relativamente piccola – cir-
sulla sua sponda occidentale. Il sole di mezzogiorno attraversa le ca 278 metri quadri –, si colloca senza dubbio tra i più grandi inve-
nuvole, luci e ombre giocano in chiaroscuro sul paesaggio alpino. stimenti dell’architetto in termini di tempo per metro quadro. Ko-
Una breve pioggia pomeridiana bagna la valle, ma c’è il sole: i tet- olhaas ha presentato personalmente in municipio il suo progetto
ti luccicano e la superficie del lago splende. per la casa. «L’architetto del Comune lo ha definito l’edificio più
È quello che si ammira dalla Austrian House, l’ultima casa importante di Zell am See dopo la chiesa», ricorda il cliente. «E
ideata da Rem Koolhaas. È la prima dimora che disegna da qua- San Ippolito fu costruita nel 1215».
si trent’anni: la Maison à Bordeaux era stata ultimata nel 1998, e Se la si guarda per la prima volta dalla città, la casa sembra
prima c’erano state la Dutch House nel 1995 e Villa dall’Ava nel marmo bianco che sporge dal fianco della collina. Dopo una nevi-
1991. Tutte considerate capolavori. Realizzata in stretta collabora- cata, è quasi invisibile. Inserita tra due tozzi edifici alpini, lungo un
zione con l’architetto Federico Pompignoli, questa casa segna una viale stretto, la struttura occupa una zona ripida, larga poco più di
svolta sorprendente nella carriera di uno dei progettisti più celebri 12 metri, l’ex cortile laterale della dimora accanto. È una stretta tor-
al mondo. La pianificazione della casa è iniziata una sera a cena, re che si innalza dalla strada. «Come può una casa sotterranea far
sei anni fa. Il cliente aveva appena rivelato di possedere un minu- entrare la luce del giorno e avere delle visuali, che sono essenziali
scolo, e forse non edificabile, terreno collinare vicino alla sua cit- per vivere?», domanda Koolhaas, riassumendo la contraddizione
tà natale, e Koolhaas, incuriosito dalla sfida, aveva già un proget- alla base del progetto: i complessi livelli sovrapposti della struttura.
to in mente. È stato un sollievo, ricorda il cliente, rispetto ai soliti In superficie, il cemento bianco della casa ha una finitura lucida,
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ARCHITECTURAL DIGEST CASE
«Quello che mi ha
attratto di questo
progetto è stato il sito,
piccolo e stretto:
qui sarebbe
impossibile creare
una casa grande»
Re m Ko o l h a a s
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I told the stars about you.
paolocastelli.com
ARCHITECTURAL DIGEST CASE
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STOCKHOLM COLLECTION,SPA SINK AND BATHTUB,
INVISIBILE MIRROR, BASIC.2 SHOWER SYSTEMr55
ARCHITECTURAL DIGEST CASE
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ARCHITECTURAL DIGEST
Gianni Berengo Gardin, uno dei grandi maestri della fotografia italiana, ritrae il luogo
dove giorno dopo giorno ha raccolto la vita, i viaggi, i ricordi, il lavoro
Ritratto: Paolo Angelini
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GALLERIA
«Troppe cose da fotografare in questo posto! Sono stato in prodotti culturali, luoghi animati dalla presenza dell’a-
sempre un collezionista di tutto: giocattoli, vecchie navi, nimo umano, sempre con occhio ironico e partecipe sui
oggetti kitsch, popolari e di poco valore che mi ricordas- fatti della vita, molto spesso catturando momenti partico-
sero i servizi fotografici appena conclusi». lari abbinati al desiderio di mostrarne sentimenti e valo-
Così racconta Gianni Berengo Gardin camminan- re, riuscendo molto spesso a contribuire nel far conoscere
do tra i tanti oggetti disseminati nel suo grande spazio. problemi sociali del mondo contemporaneo, come le fo-
C’è ancora la camera oscura dove ha stampato le sue fo- to nei manicomi al tempo di Franco Basaglia o le Gran-
to in bianco e nero, c’è il suo immenso archivio di provi- di Navi a Venezia.
ni, due milioni, i 264 libri suoi e quelli di tanti altri foto- Una vita scandita da incontri spesso iniziati per lavo-
grafi. Poi tanti Buddha, 100 statuine di una processione ro e poi trasformatisi in profondi legami di amicizia: in-
in Puglia, piccoli oggetti di latta, barche di legno vene- tellettuali, artisti, architetti, fotografi hanno in qualche
ziane, un elenco infinito di opere d’arte di amici: Mario modo influenzato le sue scelte, il suo stile.
Ceroli, Adolf Vallazza, Ugo Nespolo, la raccolta dei tan- Bruno Zevi ha creato nel 1965 l’occasione per il suo
ti premi e lauree ad honorem ricevute nel corso di ses- primo libro fotografico: Venise des Saisons con testi di
sant’anni di lavoro. Giorgio Bassani e Mario Soldati. Rifiutato da editori ita-
Perché per sessant’anni Berengo Gardin è andato in liani perché mostrava una Venezia insolita, invernale, po-
giro per il mondo a scattare, la cultura e il territorio per i co conosciuta, in bianco e nero, durante una mostra orga-
libri del Touring Club Italiano, le fabbriche Brionvega e nizzata da Zevi all’Istituto di Architettura di Londra, Be-
Olivetti per citarne alcune, quando le aziende investivano rengo Gardin fu intercettato da un editore svizzero che gli
sot to Il laboratorio di falegnameria dove Berengo Gardin ha costruito i modelli delle barche, per lo più della tradizione veneziana. Sulla parete,
gli attrezzi ben ordinati e, a destra, una parte dell’archivio delle stampe. pagina accanto Gianni Berengo Gardin ritratto da Paolo Angelini
nel suo studio a Milano. In primo piano, le opere dell’amico scultore altoatesino Adolf Vallazza; sono realizzate usando il legno bruciato dal sole
e dalla neve di vecchi masi. Ben visibili le travi delle capriate, elementi amati da Berengo Gardin perché ricordano le case di campagna.
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ARCHITECTURAL DIGEST
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GALLERIA
propose di fare un libro con tutte le foto della mostra, pro- io abbia fatto sono state le foto per il libro sui manicomi
prio le foto in bianco e nero che nessuno voleva. Con Ce- Morire di classe con Franco Basaglia. Mentre invece Elliot
sare Zavattini ha poi svolto un’interessante ricerca, Den- Erwitt mi ha mostrato la via da percorrere per dedicarmi
tro le case, degli italiani, un reportage per testimoniare i al racconto della vita quotidiana con occhio ironico e par-
cambiamenti della società nostrana, argomento insolito tecipe sui fatti della vita».
per quegli anni. La passione per la professione di reporter nasce an-
Con Renzo Piano è stato un sodalizio ventennale. A che dall’iniziativa di uno zio che viveva in America. «Zio
lui non «interessava il lavoro finito ma voleva fotografa- Fritz mi mandava libri di fotografia americana, che in Ita-
re gli operai, la vita dentro l’opera», spiega Berengo Gar- lia non erano ancora conosciuti, insieme ai preziosi rulli
din. Ricorda poi come Federico Zeri scrivesse sempre re- delle prime pellicole Ansco da 400 Asa, che mi permise-
censioni bellissime sul suo lavoro: «Forse la sua casa ro- ro di riprendere al meglio le atmosfere di una Venezia so-
mana, piena di sculture strepitose ma che conservava in prattutto invernale, brumosa, notturna. Ho capito che si
un angolo un tavolo pieno di cose kitsch, di poco valore, poteva fare un lavoro importante di documentazione, foto
ha influenzato il mio piacere per la raccolta di oggetti non di impegno culturale e sociale nel raccontare le persone».
importanti ma per me belli e di poco costo. A ogni servizio Sempre fedele alla sua Leica e alla pellicola, racconta
fotografico ricercavo un oggetto che mi ricordasse quel lo sgomento provato vedendo, tempo fa, il cartello pub-
medesimo progetto, forse anche perché ho poca memoria blicitario di una macchina fotografica digitale: “Non pen-
quindi per ricordare ogni lavoro trattenevo un ricordo». sare, scatta!”. Proprio il contrario del suo: «Prima penso
«Un lavoro molto doloroso ma forse uno dei più utili che e poi forse scatto». ○
sopra Un’abitudine passata di Gianni Berengo Gardin era fumare la pipa, soprattutto tabacco inglese. Una barca in legno costruita da lui.
Le poltrone disegnate da Charles Eames dove ama riposare. Nella libreria, i suoi 264 libri e una parte dei 600 volumi di fotografie
di reportage. pagina accanto Sul muro, litografia di Renato Guttuso con un dettaglio dei funerali di Togliatti. Sulla colonna, una raccolta
di ex voto comperati in giro per l’Italia e, a destra, una scultura in legno di Mario Ceroli. Sul tavolo, vecchie macchine fotografiche,
un Mao Tse-tung in ceramica, un vaso sempre in ceramica e un disegno di Ugo Nespolo.
NOTE DI
STILE
Ispirazioni, accostamenti,
dialoghi e contrasti
per quattro diverse stanze
della convivialitˆ
a cura di Martina Lucatelli foto Mattia Iotti
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SPECIALE
CLASSICO CONTEMPORANEO
Dall’alto, in senso orario: piatti in porcellana smaltata Floema di Giorgetti; brocca Rocks VII
in vetro di Driade; penna Meisterstück Classique di Montblanc; tavolo Kensington di Poli-
form; sedia Ginevra di Cattelan Italia; lampada a sospensione Lustre Volubile N°306 in bron-
zo di Hervé Van Der Straeten. Pagina accanto: bicchiere Rocks III di Driade; tovaglietta Sa-
teen Gold di Rivolta Carmignani; posate Rundes Modell di Alessi; segnaposto in bronzo Dior
Maison x Osanna Visconti; mobile bar Tako di Conte; busta e carta da lettere di Pineider;
paravento di Porada modello Hilton 2-3. Tessuto di fondo Khaima M1 terracotta di Lelièvre.
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ARCHITECTURAL DIGEST
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SPECIALE
CROMORAMA
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ESOTICO DOMESTICO
Dall’alto, in senso orario: bicchieri (parte di un set da sei), modello Jai di Giberto Venezia;
piatto da portata Willow Bough (con palme) e sottopiatto Sandra Woven (set di 2) di Maison
Flâneur; set di piatto fondo e piano Eden in porcellana di laDoubleJ; vassoio in rattan di In-
dia Mahdavi; sedie Sienna di Bonacina. Pagina accanto: tovagliolo Leopard Touch Brown
di Lisa Corti; set di posate in bambù di Lorenzi Milano; lampada Bulles XL 5 di Reflex; ta-
volo da pranzo Page di Armani Casa; brocca Dandy di Nason Moretti. Tessuto di fondo Fra-
mings di Zimmer + Rohde.
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Foto: Andrea Avezzù per Giberto Venezia ARCHITECTURAL DIGEST
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SPECIALE
ARCHITECTURAL DIGEST
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SPECIALE
TAV O L A D ’ A R T I S TA
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LA VETRINA MUSEALE PER OPERE D’ARTE
OTTART.IT
VETRINA PANDORA, DESIGN RITSUE MISHIMA
Photo © Enrico Fiorese — Gallerie dell’Accademia di Venezia / su concessione del Ministero della Cultura
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
Nell’amato Palazzo
Butera di Palermo,
il lavoro Ceiling #100
(2018), in pastello
steso a mano.
Nel 1992 è stato selezionato per il Turner Prize, nel 2011 la Ta- omaggio ai 10 anni del ristorante di Brendan Becht, crocevia di
te Britain gli ha commissionato un intervento in una sala di 450 creativi e intellettuali.
metri quadrati, ha esposto nei più importanti musei del mondo, Becht – discendente da una famiglia di collezionisti e una vi-
Foto: David Tremlett
dal MoMA al Centre Georges Pompidou, ma è soprattutto in Ita- ta precedente spesa nel mondo come chef di Gualtiero Marchesi
lia che i suoi wall drawing – spesso in pastello spalmato diretta- – ogni sei mesi chiama un artista diverso a creare opere site-spe-
mente coi palmi delle mani – hanno colorato e rivalutato archi- cific su una parete del ristorante, e le opere precedenti vengono
tetture. Incontriamo il grande artista inglese David Tremlett a coperte, intervento dopo intervento. Se quei muri potessero par-
Milano, ha appena finito un lavoro all’interno di Zazà Ramen in lare... Però, parla David Tremlett.
ad: Come hai cominciato a fare arte? «L’arte è uno dei modi
dt: Ho studiato scultura e ancora oggi vedo le mie opere come più intelligenti, più rapidi
sculture in 3D. Viaggiavo molto, dall’America all’Africa all’O-
riente, e mi sono accorto che andavo sempre a caccia di edifici ed economici di riqualificare
in rovina, poi cercavo il proprietario per chiedere il permesso un’architettura o un’area
di fare un intervento artistico – sono contrario alla rude intru- di poco interesse»
sione dei graffittari. Desideravo dare nuova vita alle architet-
ture dismesse. Il primo intervento è stato in Texas, a fine anni D av i d Tr e m l e t t
’70, un’opera semplice, naïf. Hanno cominciato a chiamarmi
le gallerie e poi mi ha chiamato Tadao Ando per fare un’opera che era abbandonato. Oppure a Ghizzano ho trasformato una
a Naoshima, all’hotel Benesse House che stava progettando. via in un’opera e altri artisti sono stati chiamati a fare lavori si-
ad: Tante tue opere sono in Italia, soprattutto nelle Langhe. Tra le te-specific, così quello che era un paese di vecchietti oggi ha ri-
prime, famosa è la Cappella del Barolo a La Morra realizzata storanti, bed & breakfast, piste ciclabili, turismo. A Ghizzano
con Sol LeWitt nel 1999. sto lavorando sulla facciata di oltre 200 metri di una discarica
dt: L’imprenditore Ceretto aveva nel podere una chiesetta mai che credo sarà la più grande d’Italia e fornirà energia al paese.
consacrata che utilizzava come deposito agricolo e mi ha ad: Come mai lavori tanto in Italia?
chiesto se avessi voglia di lavorarci. Allora ho chiamato Sol dt: Sono arrivato per la prima volta nel 1974 e mi sono innamorato
e gli ho detto: «Tu sei del Paese e delle persone.
più bravo in esterno, io Infatti ho deciso di do-
farò l’interno», al tempo nare a Palazzo Butera
non facevo ancora opere di Palermo, acquista-
all’aperto. Ottavio Mis- to da Massimo e Fran-
soni ha anche disegnato cesca Valsecchi, tutto il
con me un abito talare mio archivio, in modo
da esporre nella chiesa. che chiunque possa con-
E da quel momento il de- sultarlo: altri importan-
posito è diventato un’at- ti musei mi hanno chie-
trazione internazionale. sto di donarlo ma so che
ad: È vera la storia che Ceret- sarebbe finito in scato-
to vi abbia promesso una le stipate in una cantina.
bottiglia di vino a setti- ad: In quasi cinquant’anni
mana a vita? di carriera la tua arte è
dt: Avevamo fatto il lavoro cambiata?
praticamente gratis, in dt: Sì, soprattutto di recen-
amicizia, e quando ha te. Durante la pandemia
visto il risultato ci ha fat- ho speso circa sei mesi
sopra Una delle due opere che compongono BBZR23, l’intervento site-specific di
to questa promessa. Sol Tremlett nel ristorante Zazà Ramen di Milano, per celebrarne i 10 anni di attività.
riordinando tutto il mio
è mancato ma io conti- archivio (Tremlett lavo-
nuo a ricevere 52 botti- ra da solo, non ha nem-
glie all’anno. Ora però gli ho chiesto se può mandarmi un vi- meno una segretaria,
no più leggero del barolo, come un dolcetto o un barbera... ndr) e dipingendo. Questa riorganizzazione mi ha fatto co-
ad: Che rapporto hai con l’architettura? minciare anche a creare in maniera più sistematica, ora par-
dt: Nella maggior parte dei casi si tratta di luoghi semi-abbando- to disegnando su dei fogli delle griglie di base, come si vede
nati o chiese dove si celebra una messa all’anno, io li rinnovo nell’opera che ho realizzato qui da Zazà. Sono sempre stato
e così la gente comincia a venire. Mi sembra di dare una se- interessato alle composizioni geometriche, non riesco a esse-
conda chance a questi posti, anche se a volte sono interventi re Pollock che fa i dripping, io devo lavorare sulle forme, con-
temporanei, oppure dopo mesi di intemperie possono svani- cepisco i miei progetti come delle architetture.
re. In Africa rifaccio spesso le mie opere perché il clima locale ad: Di recente hai anche cominciato a utilizzare il carbone al posto
le sbiadisce. Ma vedo i miei interventi come sculture funzio- dei pastelli e delle vernici.
Foto: Mattia Mognetti
nali, oggetti piuttosto che illusioni ottiche. L’attitudine a de- dt: Era un materiale che usavo da giovane, per un semplice mo-
molire e costruire ex novo è dovuta spesso a una questione di tivo: per mantenermi lavoravo come meccanico di auto due
profitto, mentre l’arte è uno dei modi più intelligenti, rapidi giorni alla settimana, per cui era un materiale a disposizione.
ed economici di riqualificare. Ad esempio, questa estate ab- Ma puzzava, era industriale e “sporco”, quindi avevo smesso.
biamo inaugurato a Perugia una casa per artisti in un edificio Ora l’ho ripreso! ○
70
Nuova gamma di lavastoviglie DW60.
Qualità ecosostenibile.
Non solo le lavastoviglie DW60 sono progettate per offrire Con le nuove funzioni come l’AutoDose o la modalità
un pulito superiore e per essere ecosostenibili, ma sono UV Cleanse, che permette un’igiene superiore grazie
anche durature nel tempo. Infatti, ogni apparecchiatura all’utilizzo dei raggi UV, non sarete più costretti a scegliere
viene testata per l’equivalente di 20 anni di normale utilizzo. tra alte performance di lavaggio e rispetto per l’ambiente.
In Italia con
72
GALLERIA
sopra Horacio Pérez-Hita. sot to Vista dello studio. Su un tavolo da architetto del XIX secolo una fotografia del Teatro Español di Barcellona
nel 1972 e un’altra di Nick Waplington. I tavoli da lavoro sono stati recuperati dall’edificio industriale del 1859. Poltrona Wassily di Marcel Breuer.
73
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
sopra Intorno al tavolo in pino del XIX secolo due poltrone in rovere del 1940, quattro sedie in ferro cromato e pelle del 1930
e una lampada di design degli anni ’30 circa. È in questa stanza che Horacio Pérez-Hita riceve i visitatori.
74
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
76
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
A FUTURA MEMORIA
testo Patrizia Piccinini
sotterraneo proget-
tato da Wutopia Lab
di Shanghai a Chan-
gchun, un vero e pro-
prio esperimento ipo-
geo. a d e s t r a Il Ri-
chard Gilder C en-
ter for Science, Edu-
cation and Innova-
tion, firmato Jeanne
Gang, è un’espansio-
ne dell’American Mu-
seum of Natural Hi-
story a New York.
80
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
82
La nuova
dimensione della
conservazione.
Un Monolith è molto più di un frigorifero, di
un congelatore o di una cantina vini. Grazie
ai materiali di pregio, alle funzioni innovative
e al design elegante e senza tempo, diventa
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Raffreddare e Congelare
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#calacatta900
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
85
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
La mela che cade. E poi la legge della gra- Pienza (oggi l’azienda di vini biologici Fab-
vitazione universale. Un’intuizione epoca- brica Pienza, ndr). Anni dopo, abbiamo in-
le, quella di Isaac Newton, fatta all’ombra vestito sui terreni vicini, compresa una se-
di un melo. Se la storia insegna che dall’o- colare residenza rurale. Da lì, l’idea di un
zio possono nascere grandi idee, qui a Ca- piccolo boutique hotel dal lusso discreto,
sa Newton, nuovo progetto ricettivo nel curato nei minimi dettagli».
cuore della Val d’Orcia, la slow life è l’uni- Tre anni di cantiere e Casa Newton,
co concetto di vita da portare avanti. sotto la guida di Bertherat-Kioes, con l’ar-
«A 25 anni mi sono trasferita qualche chitetto Jacopo Venerosi Pesciolini e il pa-
mese a Firenze per imparare l’italiano, in- esaggista Luciano Giubbilei, prende for-
namorandomi della Toscana», racconta ma. «La dimora fu costruita da Gervasio
Antonie Bertherat-Kioes, architetto e inte- Newton e terminata nel 1846. Lui e i suoi 10
rior decorator svizzera. «Dodici anni fa io fratelli e sorelle erano lontani eredi di Isaac sopra , da sinistraL’infinity pool, completamente
e mio marito Philippe abbiamo realizzato Newton», spiega la proprietaria. L’hotel è ricostruita, mantiene la stessa superficie dell’o-
riginale, ed è rivestita in piastrelle di cotto etru-
un sogno di gioventù comprando una casa un omaggio al luogo e a chi ci ha abitato: sco realizzate manualmente. Parete in tessuto
con vigneto tra le colline che circondano le 11 camere dall’interior ricercato hanno i Dedar, coppia di sedie Ico Parisi degli anni ’50.
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
nomi degli 11 Newton. «Volevamo che fos- rivisitato con un disegno moderno. I tes- sopra Armadio della suite Sofia su disegno di
se una casa per gli amici, in francese “la suti artigianali alle pareti scaldano gli am- Bertherat-Kioes. Lampada Servomuto, letto
Elite, parete in tessuto di Chiarastella Cattana.
maison des autres”, un posto accogliente bienti, dove spiccano gli arredi disegna- sot to Stampa Robert Indiana, opera su carta
dove ritrovare l’equilibrio». L’impresa non ti da Bertherat-Kioes. Il modernariato si di Alighiero Boetti. Sedie Committee Pierre
Jeanneret (Cassina).
è facile. «Per prima cosa, ho recuperato gli mescola a pezzi contemporanei, alle ap-
spazi, disegnato una scala che collegasse i 3 plique anni ’70, ai tessuti Dedar e alle ico-
piani dell’edificio principale, la storica Vil- ne di design. Tante le opere, selezionate
la Newton, un nucleo centrale con 9 came- dagli stessi proprietari: Fontana, Carla
re», spiega l’architetto. Al piano terra tro- Accardi, Giosetta Fioroni, Ed Ruscha e Jo-
viamo le due suite con outdoor semi-pri- seph Kosuth, fino all’opera site-specific di
vato, la lounge, un salotto con camino e Ugo Rondinone, un megalite di oltre cin-
un bar. Al primo piano, 3 stanze affacciate que metri all’ingresso di Fabbrica Pienza.
sulla terrazza e una piccola biblioteca, do- Arte e natura, in un’unica “casa”. Con
ve c’è l’unica tv del complesso. Al secondo la bella stagione, si fa il bagno nella pisci-
piano, altre 4 camere. Le 2 restanti junior na a sfioro proiettata verso l’orizzonte di
suite sono ricavate dagli ex annessi coloni- terrazze a balze e di vigneti. A colazione
ci, che si sviluppano intorno alla vecchia e al lunch, si assaporano i piatti realizzati
aia, oggi un giardino spontaneo. Fuori, con i prodotti dell’orto. In autunno, quan-
il rosso cantoniera contrasta con il verde do fuori il paesaggio si imbrunisce, nei sa-
curato dal paesaggista Giubbilei, che ha re- lotti di Casa Newton si accendono i cami-
staurato il giardino antico e aggiunto una ni, e i racconti della caccia al tartufo nei bo-
pergola con vista sul Monte Amiata. schi diventano argomenti di conversazione
L’interior punta su materiali loca- davanti al fuoco. Pronti a rallentare il pas-
li, come i pavimenti in cotto variegato, so, una mela alla volta. ○
88
AD × LG
PRODOTTO AD ARTE
testo Elena Dallorso e Valentina Raggi
Disegno culturale
Modulnova
91
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
Tempo creativo
Breguet
Dopo New York e Seoul, Breguet ha fatto tappa a Londra nel prosieguo del suo tour di
promozione e dialogo con l’arte come official partner della fiera internazionale Frieze. Il
progetto, curato da Somi Sim, coinvolge a ogni edizione due artisti che lavorano sul tem-
po, indagato ogni volta da una prospettiva diversa, individuata studiando l’heritage e il sa-
foto: courtesy Breguet
voir-faire unici della storica maison Breguet. Dopo Orbital Time e Streaming Time, a Frie-
ze Londra la mostra di Breguet ha avuto come tema Resisting Time, con incredibili opere
sopra Nello stand di Breguet a Frieze Londra, la dell’artista concettuale tedesca Hanne Darboven (1941-2009) e dell’artista francese Julien
mostra Resisting Time curata da Somi Sim ospi-
ta anche i collage realizzati dall’artista Julien
Coignet, che lavora sulla stratificazione di flyer e carte scovati nel quotidiano su piccoli col-
Coignet, che catturano attimi e temi universali. lage (in foto), che poi “esplode” in grandi quadri. Prossima mostra a Frieze Los Angeles.
92
AD × NH COLLECTION
All’insegna di un lusso chic ed euro- accoglienti sale lounge con caminetto e piacevo-
peo, l’hotel offre 288 camere con ar- li aree salotto, oltre a spazi di lavoro con arredi
redamento moderno mid century.
eleganti e una sala riunioni premium per mee-
ting di lavoro fino a 30 persone. Al piano inferio-
re, invece, ci sono le lussuose strutture per il fit-
ness, con attrezzature ultramoderne per un alle-
namento al top. Socializzare è il mantra della cit-
tà, ed ecco che al MAD Bar lo si può fare in per-
fetto mood newyorchese, così come ci si rilassa
in compagnia con la cucina italiana contempo-
ranea del Serafina, uno dei brand di ristorazio-
ne più amati della città. E non è mica tutto. New
York è una città con infinite opportunità di sva-
go: il Guest Relations Manager dell’hotel selezio-
na e prenota i migliori spettacoli e attrazioni, il-
luminando i secret place della metropoli.
Se non vuole passare dal sito può usare uno dei seguenti due contenitori di
links, gli unici aggiornati 24/24 ore e con quotidiani e riviste
https://www.filecrypt.cc/Container/3CC24754F6.html
https://www.keeplinks.org/p17/642593d829c5a
Senza il suo aiuto, purtroppo,presto potrebbe non trovarli più: loro non avranno più nulla da
rubare, e lei più nulla da leggere. Troverà quotidiani, riviste, libri, audiolibri, fumetti, riviste
straniere, fumetti,riviste, video per adulti, tutto gratis, senza registrazioni e prima di tutti gli
altri, nel sito più fornito ed aggiornato d'Italia, quello da cui tutti gli altri siti rubano soltanto.
Troverà inoltre tutte le novità musicali un giorno prima dell'uscita ufficiale in Italia, software,
apps, giochi per tutte le console, tutti i film al cinema e migliaia di titoli in DVDRip, e tutte le
serie che può desiderare sempre online dalla prima all'ultima puntata.
IMPORTANTE
Si ricordi di salvare tutti i nostri social qui di seguito elencati, perchè alcuni di essi
(soprattutto Facebook) potrebbero essere presto chiusi, avranno TUTTI il nuovo indirizzo aggiornato:
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Ritorno a Venezia
San Marco Group
Foto: ©Daniela Droz e Tonatiuh Ambrosetti (1); Matteo De Fina, courtesy Fondazione Giorgio Cini (1)
permetterne la fruizione anche agli ipo-
vedenti. L’iniziativa è frutto della part-
nership tra Fondazione Cini e San Mar-
co Group per valorizzare l’eredità del ter-
ritorio in cui è nata l’azienda di pitture e
vernici per l’edilizia, che sostiene anche
la digitalizzazione di un corpus di volumi
della biblioteca – tra cui ricettari del colo-
re del XVI secolo e due incunaboli rari – e
il restauro del seicentesco Il sogno di Gia-
cobbe di Valentin Lefèvre. Tutte e tre le
iniziative sono basate su borse di studio.
L’arte può stancare (vedi il passo lento da mostra, o la maratona culturale). Ma ha anche
bisogno di riflessione, contemplazione, assimilazione. Così, già nel 1992, il marchio fran-
cese di arredi da giardino par excellence, Tectona Paris, ha pensato a sedute per i musei,
che dialogano con le collezioni come se ne facessero parte, e solide per accogliere migliaia
di visitatori. Visione, intuizione. Questa risposta a una necessità ha creato negli anni una
collaborazione iniziata con la panchina di Andrée Putman per il CAPC Musée d’Art Con-
temporain de Bordeaux. Da allora, una galleria di arredi in legno e mostri sacri: la Grande
Écurie, realizzata per Versailles, Muse di Isabelle Baudraz che popola il Museo Naziona-
le Picasso, Glenwood 180 modello “british” in teak che da quarant’anni offre relax al mu-
seo Rodin, Plateforme 10, firmata da Pierre Charpin per il distretto museale di Losanna.
94
PRENOTATE
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CONSULENZA
Le finestre scorrevoli senza telaio del produttore Svizzero Sky-Frame si integrano senza
soglia e senza rilievi nel loro ambiente. Gli spazi interni si trasformano in spazi esterni
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
WINE CONNECTION
testo Alessandra Pellegrino foto Lucas Possiede
LIMITED EDITION A N I M A C O M P E T I T I VA
Celebrazione Ritorno alle origini
DARK LADY
prima edizione limitata – di soli 50 esemplari – della su-
persportiva MC20. La carrozzeria, un guscio che brilla al
Foto: courtesy Maserati
99
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
GREEN WASHING
conserva l’equivalente di 30 giorni di de-
tersivo liquido. E poi, lampade Led Uv-C
che sanificano l’acqua, controllo da re-
moto (per avviare, arrestare o mettere in
La lavastoviglie 2.0 esiste e utilizza materiali durevoli pausa i programmi) grazie alla connes-
Foto: courtesy Asko
nel tempo, brevetti per il risparmio di acqua sione Wi-Fi e all’app ConnectLife, carico
ed energia, e indovina persino quanto detersivo serve su 4 livelli e cesti flessibili e robusti in ac-
ciaio rivestito di nylon. Green washing.
testo Elena Dallorso In senso letterale. ○
101
AD × CYBEX
Dimore lombarde
stile e bellezza senza confini
Sopra, il fasto e la ricchezza di arre- Il fascino della Lombardia non ha limiti di Monza, con la Villa Reale, i Giardini e
di e decorazioni del Palazzo Ducale di stagione, tempo e colori: una terra an- il Parco rappresenta un complesso d’ine-
di Mantova.
tica e moderna allo stesso tempo, con la stimabile valore storico, monumentale e
grande Milano al centro da dove, in po- architettonico. Le sontuose sale proget-
chi giorni, si esplorano i più incantati an- tate dal Piermarini hanno ospitato re e
goli regionali tra monti, laghi e città d’ar- dignitari e accolgono splendidi pavimen-
te che sprigionano un fascino sempiter- ti in marmo e a parquet, fastose decora-
no. A due passi dal capoluogo, la Reggia zioni in stucco e ad affresco, boiseries
oltre agli eleganti arredi storici degli ap-
partamenti dei sovrani Umberto I e Mar-
gherita di Savoia, chicca delle oltre 700
stanze del luogo. Non meno ricco di char-
me e storia è Palazzo Ducale a Mantova,
che con i suoi quasi mille ambienti tra
torri, strade, cortili e giardini, è il più
grande complesso architettonico-muse-
ale italiano. La sua storia coincide con
quella dei Gonzaga, che ne fecero la pro-
pria residenza dal 1328 al 1707. Tra i ca-
polavori, il ciclo di affreschi del Pisanel-
lo, la Camera Picta di Andrea Mantegna e
i dipinti barocchi di Pieter Paul Rubens.
Sul lago di Como, autentica gemma d’arte
è Villa Monastero a Varenna, ex monaste-
ro del XII° secolo che accoglie una Casa
Museo con decorazioni e mobili origina-
ri, e un giardino botanico d’incompara-
bile valore. Poco più in là, set di film ko-
lossal, c’è il più maestoso balcone laria-
no, Villa Balbianello, romantica dimora
settecentesca che nei secoli ha ospitato
la crème dei viaggiatori e letterati euro-
pei. Sul sito “in-lombardia.it” si trovano
tutti gli eventi e le esperienze della Re-
gione suddivisi per stagione.
Cantalupo
Ligure
Il Castello di Borgo Adorno,
a Cantalupo Ligure, domina
la Val Borbera. Difendeva
la Via del Sale, che portava
dal mare alla pianura. La vista
spazia dalle Alpi Marittime
al gruppo del Monte Rosa.
108
Nel salottino,
sofà ottocentesco
e poltroncina Luigi
Filippo. Alla parete
Miti al femminile di
Clemen Parrocchetti.
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ARCHITECTURAL DIGEST CASE
sopra Nella cappella, un bozzetto rappresenta Caterina Fieschi Adorno, la santa di casa. L’opera di Clemen Parrocchetti
è stata poi realizzata per decorare un’edicola votiva in un boschetto di querce ai piedi del castello.
pagina accanto Una stufa Becchi, valida fonte di calore nelle stagioni fredde. Il rosso delle mattonelle del pavimento,
trattate a cera naturale. Madia cinquecentesca e grande tavolo rotondo dell’Ottocento.
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ARCHITECTURAL DIGEST CASE
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ARCHITECTURAL DIGEST CASE
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ARCHITECTURAL DIGEST CASE
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ARCHITECTURAL DIGEST CASE
a destra La camera
da letto di Clemen
Parrocchetti circondata
dalle sue opere degli
anni ’60, periodo ancora
legato all’impostazione
classica dell’Accademia
di Brera. Sul cassettone
genovese del ’700 un
presepe in legno realizzato
sempre dall’artista come
una quinta teatrale. Le
tende sono vecchi mezzeri
rivisitati da Clemen.
116
ARCHITECTURAL DIGEST CASE
118
ARCHITECTURAL DIGEST CASE
All’ultimo piano, pavimento in cotto con mattonelle più piccole come si conveniva per le stanze
di servizio. Armadi conservano documenti risalenti al Cinquecento sulla storia dei feudi locali.
pagina accanto L’arredo è volutamente eclettico: la poltroncina Luigi Filippo è accanto al sofà ottocentesco
su cui spicca il trittico Miti al femminile, una creazione degli anni ’80 di Clemen Parrocchetti.
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ARCHITECTURAL DIGEST CASE
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ARCHITECTURAL DIGEST B A C K S TA G E
NUOVO CLASSICO
ABCD F I N E S E AW E E D ALBERTO
Azucena Timorous Beasties Francis Sultana
La storica poltrona di Caccia Dominioni viene oggi Parte della collezione Oceana dedicata alle bellez- Alberto è un candelabro, in bronzo bianco o ver-
aggiornata. Si distingue per piccole ruote frontali ze sottomarine, questa carta da parati è un giardi- de patinato, parte della Capri Collection ispirata
che la rendono facile da spostare e piedini poste- no di flora acquatica, con disegni realizzati a ma- all’arte e alla cultura dell’isola dove Sultana ha di
riori di forme geometriche architettoniche. no e stampati su finto camoscio. recente firmato il nuovo hotel La Palma.
Grande classico, la stufa rivestita in ceramica co- Questo armadio dipinto del XVIII secolo, in stile Parte della Cromie collection vol. I, la sedia è inta-
lorata con base in ghisa ha focolare Thermofix®, palladiano e di dimensioni imponenti, è adattato gliata con finitura lucida noce canaletto e vernice
sistema a doppia combustione e, nella versione a mobile da cucina, con piano a frontone e cornice bronzata e ha schienale e seduta imbottiti, rivestiti
Elsa New, può canalizzare l’aria in più ambienti. modanata, otto ante e macchina caffè incorporata. in tessuto. Esiste anche con braccioli.
123
BUEN L’ultimo progetto di Oscar Niemeyer
ricomincia a vivere. Una finestra
rotonda e un mondo al di là
Ilhabela
La facciata, nell’azzurro scelto da
Niemeyer, e la finestra rotonda, sua
cifra. Questo l’ingresso dell’ultima
casa disegnata dal maestro.
RETIRO testo
foto
Valentina Raggi
Ruy Teixeira
Cuore della casa, la sala ospita un divano con cuscini africani e,
ai lati, due side table di Martin Eisler, come le sedie a destra. Accanto
a sgabelli etnici, un tavolino di Roger Capron. A parete, da sinistra,
dipinto di Lore Koch, scultura di Paulo Nazareth e tela di Celso Renato.
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ARCHITECTURAL DIGEST CASE
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ARCHITECTURAL DIGEST CASE
AR Arquitetos ha deciso di mantenere questa particolare struttura che serviva un tempo come
parcheggio auto di fronte a casa. pagina accanto Tra la villa e la spiaggia c’è il giardino, progettato da
Burle Marx e “restaurato” dal landscape designer André Paoliello. Tavolo in legno di Hugo França.
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ARCHITECTURAL DIGEST CASE
sopra Una delle due stanze da notte, con letto di Pierre Chapo, copriletto in tessuto Boro giapponese
e applique di Charlotte Perriand. Al muro, appendini di Georges Jouve e arazzo precolombiano.
pagina accanto La veranda è arredata con grandi vasi in argilla di Bahia e il pavimento è in cemento
color sabbia. Si intravede in interno la lampada da tavolo di Guido Gambone.
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MITI GRE CI
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Atene
La casa di Alekos Fassianos, uno dei più famosi
artisti greci, acquistata da lui nel 2000, è stata
ridisegnata da Tassis Papaioannou. Su tre piani, nel
verde, è la dimora della figlia Viktoria. La scaletta
in ferro disegnata da Fassianos, come la grondaia
a forma di drago, porta a una terrazza panoramica.
pagina accanto Calda estate di Alekos Fassianos.
139
ARCHITECTURAL DIGEST CASE
Potremmo chiederci cosa c’entra una lattina di Coca-Cola nel mon- illuminano il pulviscolo dell’aria, Alekos si affaccia alla finestra del
do antico di Alekos Fassianos. Invece il senso c’è, perché tagliando suo studio ad Atene e quasi non crede ai suoi occhi, occhi di bam-
e modellando quella laminetta leggera uno dei più originali e cele- bino antico, perché vede passare tra la folla un ciclista che fuma
bri artisti greci aveva creato la corona nuziale per la futura sposa. e che ha il volto di Hermes. E nell’attimo in cui inizia a disegnare
Mitologia moderna, piegata dalla bellezza della mitologia classi- quell’apparizione miracolosa, ecco che il vento scompiglia i capel-
ca. E così, con il passo lieve di una divinità, in una giornata di sole li del messaggero degli dèi e li unisce alle spire di fumo della sua
quando i colori splendono, l’oro scintilla e soffia benevolo il vento, sigaretta. «Gli dèi sono tra noi, diceva mio padre, vivono nei no-
entriamo nella casa che raccoglie oggi la memoria di quest’uomo stri corpi, respirano la nostra aria, contemplano il nostro cielo, e
arcaico e contemporaneo, ateniese e parigino d’elezione. A qua- non sono ombre degli inferi, ma vibrano di colori accesi, il rosso,
ranta minuti circa dal centro della capitale, nel quartiere di Eka- il blu, il giallo, il verde», prosegue Viktoria.
li, tra volumi in pietra e cemento modernista, riscritti pochi anni Di rosso e di blu vibra non solo la pittura di Fassianos, ma
fa dall’architetto Tassis Papaioannou, ci accoglie Viktoria Fassia- ogni dettaglio della sua casa. Tutto è creato dalle mani dell’artista
nos, figlia di Alekos e adesso re- «e anche in questo mio padre ri-
sponsabile del suo archivio. Non cordava Ulisse, che aveva creato
è una casa-museo, nonostante il suo letto nel tronco di un ulivo
ogni presenza parli del talento secolare e sarà quel gesto, quella
del padre, scomparso a ottanta- tecné intima che lega un uomo a
sei anni nel 2020, ma è una casa una donna, a rivelarlo a Penelo-
aperta, quotidiana, dove Viktoria pe». Alekos non si è fermato al
vive con il marito e dove tra qual- talamo nuziale ma è andato ol-
che mese nascerà il loro primo fi- tre, a cominciare dalle “portatri-
glio, Nikolaos, nome che porta in ci di luce”, le lampade, che l’ar-
sé la parola “nike”, vittoria, e al- tista ha disegnato a forma di co-
lora tutto torna. La vita continua. lombe, come le colombe che tra-
Per Fassianos, pittore, scul- smettono agli uomini il volere di
tore, designer, costumista e sce- Zeus. La spalliera in legno delle
nografo del teatro di Epidauro, sedie rosse è un profilo anch’esso
vivere voleva dire creare con ogni divino che guarda oltre il soffit-
materiale che la natura e la storia to e si apre alle nuvole. Le mani-
gli mettevano tra le mani, «e per glie delle porte sono piccole on-
questo mio padre sentiva una vi- de perché la mano si adatti senza
cinanza fortissima con Picasso, e fatica, quasi nuotando, e persino
non a caso erano nati entrambi la scaletta che porta alla terrazza
il 25 ottobre», racconta Viktoria. panoramica si chiude nel volto
La prima materia, anzi la “ma- ieratico di due misteriose divini-
teria prima” che Alekos scopre tà, memoria della pittura vasco-
è l’eterno presente della grecità. lare. E dalla pittura dei vasi gre-
Alekos era nato ad Atene nel 1935, ci, Fassianos aveva ripreso la flu-
suo padre era musicista e compo- idità delle linee che tratteggiano
sitore, sua madre filologa di gre- i corpi e i loro panneggi. Nel suo
co antico, lingua che parlava cor- essere artista totale, Alekos pre-
rentemente. L’Odissea è il libro di sopra Un cavallo tra le nuvole, visto da una delle terrazze della casa. parava i colori e disegnava anche
famiglia, Ulisse l’eroe, e la nostal- i suoi abiti, larghi, comodi, «di
gia di casa sarà il sentimento che accompagnerà l’artista nel suo tessuto leggero d’estate, pesante d’inverno, ma il modello era lo
esilio a Parigi, dal 1966 al 1974 negli anni oscuri della dittatura dei stesso. Mio padre aveva creato anche l’abito da sposa di mia ma-
colonnelli. A dodici anni Fassianos suona il violino, a diciasset- dre e lo aveva ricamato di piccoli uccelli e figure di draghi», con-
te dipinge ed è allievo dell’Accademia di Belle Arti. A influenzar- tinua Viktoria. Amava anche cucinare, Alekos, e della tavola tra-
lo e plasmarlo come argilla saranno anche la spiritualità del non- dizionale greca aveva una visione arcaica e salutista, pochi ingre-
no, sacerdote, che gli apre le porte dell’arte bizantina, e il corag- dienti, torte salate e polpette. Se mai dovessimo immaginare un
gio dello zio, ucciso dai tedeschi durante la seconda mondiale per banchetto tra gli dèi dell’Olimpo, sarebbe questo il menù e Fas-
aver dipinto messaggi di resistenza sui muri di Atene. In tempo di sianos si sarebbe seduto accanto alle divinità preferite, Persefo-
pace la patria diventa ispirazione felice e feconda. Nel 1963 Fas- ne, dea della primavera, e Atena, dea delle arti e della sapienza.
sianos torna a casa, dopo aver studiato per tre anni l’arte della li- E non è detto che a quest’uomo che parlava in greco antico non
tografia a Parigi. Un giorno di inizio estate, quando i raggi del sole sia successo davvero. ○
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L’ingresso della camera
da letto di Viktoria Fassianos
con il classico motivo del
profilo intagliato nel legno,
caro all’immaginazione
di suo padre. pagina accanto
Disegni e bozzetti, conservati
nell’archivio Fassianos.
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I tre segreti
New York
Nel living, divano vintage in
lino Clarence House, quadri di
William Ronald (a sinistra) e
Tom Levine. La parete divisoria
è utilizzata come quella di una
galleria con i ganci per i quadri
di Josef Hoffmann della Neue
Galerie. pagina accanto La console
con i piedi ad artiglio in pietra è
uno degli arredi acquistati dalla
proprietà di John Richardson.
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L’area soggiorno
della camera degli
ospiti. Divani
e poltrone vintage
dei proprietari,
tavolino vintage
in sughero della
Galleria Dobrinka
Salzman. Lampadario
Floatation di
Ingo Maurer. Alla
parete un disegno
tridimensionale su
carta di uno degli
amici della coppia.
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Ispirati da Agnes Martin, i pannelli murali dipinti
a strisce formano un pattern geometrico in cucina.
Tavolo gotico inglese in noce proveniente dalla
proprietà di Mario Buatta. Tappeto portoghese
Art Déco. pagina accanto Le librerie a incasso sono
state installate dal precedente proprietario, il pittore
Tom Levine. Lampade Bola Disc di Pablo Lighting.
venga sul sito eurekaddl.sbs
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sopra La suite principale è caratterizzata da un antico arazzo con motivi naturalistici. Panca vintage in noce.
Lampadario LUdish di Lumfardo, Los Angeles. Come copriletto un Suzani turco.
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CASE
sopra La camera degli ospiti è dipinta di un giallo intenso; la testata è rivestita di un antico Suzani turco. Gli arredi artistici sono
un insieme di objets trouvés, dipinti di amici e studi di ritratti anonimi di inizio ’900. Le lampade sul comodino sono cinesi, vintage.
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sopra LaForce (a sinistra) e Henderson (a destra) sui loro divani rivestiti con un tessuto Pierre Frey a righe. I pannelli
alle loro spalle sono tessuti di Romani acquistati a un’asta della proprietà di John Richardson. pagina accanto Il guardaroba di LaForce
ha armadi in stile di Le Corbusier, un daybed in rattan di Bielecky Brothers e lampadari in legno vintage (Avery & Dash).
ispirato a Scarpa per una serie di interventi vibranti. «James e Ste- Hoffmann sulla parete divisoria nel living, rivestita di kilim, è fa-
phen sembravano entusiasti», dice a proposito della particolare cile sostituire i quadri. E dice che il successo della casa si deve alla
palette, che elimina le pareti bianche a favore di una tonalità che volontà di LaForce e Henderson. «Quando hai clienti sofisticati,
chiama «crema di funghi». Su questo sfondo neutro, i tocchi di co- puoi proporre idee più grandiose e riferimenti più esoterici», dice.
lore audaci catturano lo sguardo, che si tratti delle righe sulle tavo- Dal canto loro, LaForce e Henderson sono entusiasti di questo
le in legno dipinte a mano su una parete della cucina, della libre- “corso accelerato” in décor. «Ryan è molto simile a noi, non è al-
ria rossa sospesa nello studio, o dei grandi pannelli in tessuto nel tezzoso o artificioso», afferma Henderson. «Ti parla di bricolage,
living. A dispetto di quel che potrebbe sembrare, spiega Lawson, poi un minuto dopo ti cita Lina Bo Bardi». Sono riferimenti che la
queste scelte audaci fanno riposare lo sguardo, «lo liberano dalla coppia ora può condividere con gli amici, che dormono nella su-
necessità di guardare le cose piccole». ite degli ospiti o sul daybed nello studio. Alcune sere il loft ospita
E i tesori da scoprire sono davvero tanti. LaForce e Henderson anche più di 100 persone per cause progressiste e creative. Ma al-
sono collezionisti appassionati, si entusiasmano allo stesso modo tre volte quel brusio si riduce a un sussurro, LaForce si rilassa nello
per un oggetto scovato in un mercatino o un pezzo di design. Le studio mentre Henderson cucina. Quando la cena è pronta, si rifu-
loro console vintage con piedini ad artiglio provengono dalla col- giano in soggiorno per un po’ di relax davanti alla TV, ognuno sul
lezione del biografo di Picasso John Richardson, il tavolo in stile proprio divano, con il piatto fra le mani, fianco a fianco, felici. ○
neogotico era di Mario Buatta. I divani vintage rubano comunque
la scena grazie ai tessuti vivaci scelti dalla coppia. Le opere d’arte,
invece, sono di dimensioni ridotte. In un salottino, decine di ope-
re, molte anonime, altre di amici, formano una composizione af- «Ryan è molto simile a noi,
fascinante. («Un grande spazio le avrebbe sminuite, le abbiamo non è altezzoso o artificioso.
usate come una carta da parati, dal pavimento al soffitto», ricorda Ti parla di bricolage, poi un minuto
Lawson). «Abbiamo ideato un appartamento che fosse bello, e so-
lido, ma che li incoraggiasse a cambiare le collezioni nel tempo», dopo ti cita Lina Bo Bardi»
afferma Lawson, sottolineando che, grazie alle viti per foto di Josef Stephen Henderson
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unicef.it/shapethefuture
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Prendere decisioni è parte della tua quotidianità. Non tutte le scelte che fai, però, hanno lo
stesso impatto: alcune possono raggiungere traguardi incredibili. Unendo le tue forze con
quelle dell'UNICEF sarai protagonista di un cambiamento per le generazioni future.
HAPPY HOUR
DISCO R E V O LV E R B O W L LIFETIME
Belloni Studio Bitossi/Paul Smith Giorgio Collection
Un tavolino da salotto con una complessa struttu- Progettata dal designer di origine svizzera Chri- Lampada da tavolo rétro con struttura in ottone
ra in noce canaletto che sorregge il piano in mar- stoph Radl per Bitossi, la collezione Revolver (va- bronzato con lo stelo ritorto e paralume in seta
mo Cremo delicato, disponibile anche in altre ti- si, coppe e ciotole) si sviluppa in un gioco di fasce pregiata. Ne esiste anche una versione da terra.
pologie di marmo o in vetro. incise. Disponibile su paulsmith.com. Disponibile su artemest.com.
C A P R I PA L A Z Z O A M A R E P O S T S PA R K A S S E CUSHY
Christian Fischbacher Gebrüder Thonet Vienna Etro Home Interiors
Jacquard a rombi giganti di ispirazione marinara Progettato da Otto Wagner nel 1906 per la Cassa Divano, poltrona, chaise-longue e pouf con linee
con i contorni bianchi che creano l’effetto di una di Risparmio Postale di Vienna, ha una struttura morbide, colori vibranti, pelli e tessuti naturali, co-
corda attorcigliata per la capsule collection di tes- ergonomica in faggio massello curvato ed elemen- me Pluma (in foto), per valorizzarne l’appeal con-
suti firmata da Giuliano Andrea Dell’Uva. ti in metallo. Oltre allo sgabello, una poltroncina. temporaneo. Il design è di Marco De Vincenzo.
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Madrid Piano
In sala, divano su disegno di Pablo Paniagua in tessuto Fortuny. Tavolo danese in palissandro di Severin Hansen per Haslev (anni ’60) con intarsio
in ceramica Royal Copenhagen. Vaso in vetro Val Saint Lambert, disegnato da Samuel J. Herman e Louis Leloup (1975). Lampada in ottone dorato e globi
di vetro opalino, acquistata a Milano (Officina Antiquaria). Vaso in porcellana di Anversa anni ’30. Sulla parete a destra, opere di Marco Abbamondi su
una console di Pablo Paniagua e, a sinistra, crocifissi spagnoli anni ’50. In primo piano, chaise longue di Pablo Paniagua. Al centro opera di Karen Knorr.
Da tabula rasa a contenitore universale d’arte e di vita:
l’appartamento di Maite e Paolo Bulgari è espressione
di una poetica che gioca con i contrasti. Come in un film
testo Elena Dallorso foto Germán Saiz
sequenza
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sopra , da sinistra Nella zona pranzo anonima degli anni ’60 realizzata
opera di Luis Feito. Tavolo Cidonio con frammenti di ceramica antica.
di Antonia Astori (Driade) del 1969 pagina accanto La cucina è
e divano-panca di Pablo Paniagua. stata progettata dallo studio
Poltrone danesi in teak. Lampada di Pablo Paniagua e realizzata
in vetro di Murano di Carlo Nason in legno di quercia tinto tabacco,
per Mazzega, anni ’70. Pareti del evitando sempre qualsiasi
corridoio tappezzate con tessuto eccesso o capriccio decorativo.
in lana e lino. Come elemento Anche le maniglie in bronzo
decorativo, una scultura spagnola sono su disegno dello studio.
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Di solito è quello che si va cercando, di solito si inventano so- pagina accanto Il letto, rivestito in velluto verde,
è dello studio Pablo Paniagua, così come la
luzioni architettoniche per enfatizzarne anche il minimo rag- lampada in bronzo martellato e nichelato.
gio. E invece la luce, nel grande appartamento all’ultimo piano Il comodino e la sedia di Jean Royère sono pezzi
della collezione di Paolo e Maite Bulgari.
di un palazzo d’inizio XX secolo incastrato fra il Museo del Pra- La lampada da terra è un pezzo italiano in ottone
do e il parco del Retiro, è il contraddittorio con cui si è dovuto e metallo laccato nero degli anni ’50.
confrontare l’architetto e designer Pablo Paniagua nel ripensar-
lo da zero per Maite e Paolo Bulgari. «Prima di loro l’aveva abi-
tato una gallerista madrilena», racconta Paniagua. «Era pensa- dell’incalmo, in cui non vengono utilizzati stampi e i diversi co-
to come un’estensione dello spazio pubblico, un white cube aset- lori sono fusi separatamente e poi uniti) un accostamento che in
tico un po’ anni ’90 che era lontanissimo dall’idea che avevano altri casi si direbbe ardito, ma non qui, dove l’oscurità è un col-
i nuovi proprietari: una casa che potesse accogliere, assorbire e lante emotivo che serve ad accostare stili ed epoche lontane, in
mettere in dialogo i loro moltissimi e diversissimi pezzi d’arte e un contesto quasi religioso. Nel soggiorno, come nel corridoio,
che esprimesse al massimo il loro senso estetico e li facesse “vi- per esempio, si è cercato di contrastare la grande quantità di lu-
brare”. L’altro punto era la luce: troppa quella che entrava dalle ce che entra dalle finestre rivestendo le pareti con tappezzeria in
grandi finestre. Non abbiamo mai pensato che una sovraesposi- rafia Jim Thompson color carbone e coprendo il pavimento in ro-
zione fosse il cammino da intraprendere». vere con tappeti in seta e bambù color verde foglia scuro. In que-
Così, al posto del cubo bianco, le pareti hanno acquistato sto modo, la vivacità del colore delle opere d’arte e dei pezzi de-
matericità e colori che smorzano e controllano la luce ingloban- corativi viene messa in risalto.
do, in modo organico, le opere d’arte: rafia, lino, lana, verde bo- «Siamo abituati a considerare le opere come pezzi da espor-
sco, terra, crema. Un viaggio iperbolico nella storia della pittura re», spiega Paniagua, «ma qui il senso è un altro, ha a che vedere
e della scultura, dal XVI secolo a oggi (da Karen Knorr a Gio Pon- con il puro godimento della bellezza e della vita, concetto chiave
ti, da Günther Förg ad anonimi surrealisti degli anni Cinquanta, da cui è partito il progetto». Progetto che prende ispirazione, an-
fino alla capsule di vasi in vetro Cloudy Butterflies creata da Clau- zi, che ha un intrinseco legame con il mondo del cinema e della
dia Schiffer per Vista Alegre con la tecnica artigianale medievale narrativa, ambiti professionali in cui si muove Maite Carpio, la
padrona di casa, giornalista, regista e produttrice indipendente.
sot to Nell’ingresso, credenza realizzata da
«I drastici contrasti cromatici tra le pareti delle diverse stanze so-
Amedeo Cassina nel 1957 per un cliente privato, in no espressione di una poetica drammatica, come se le zone scure
acero dorato con gambe dotate di tappi in bronzo e quelle chiare fossero scenari in cui accadono cose diverse», com-
color canna di fucile e il piano in marmo di Carrara.
Sopra, tre pezzi della collezione Cloudy Butterflies menta l’architetto. La casa stessa è un punto di incontro costante:
di Claudia Schiffer per Vista Alegre. attori, registi e scrittori animano le serate della coppia quando si
trova in città, sfruttando la centralità dell’indirizzo ma anche l’e-
strema privacy, garantita dalla cortina verde di magnolie e gelso-
mini che avvolge la terrazza dell’attico con vista sulla città.
Organizzato secondo la planimetria classica di inizio No-
vecento (un ingresso, un corridoio su cui si aprono tutte le stan-
ze e un grande soggiorno), l’appartamento ha mantenuto anche
nel suo rifacimento l’austerità originaria: «Nei rimaneggiamen-
ti successivi aveva perso ogni caratterizzazione, dalle cornici di
porte e finestre ai pavimenti, ma non siamo caduti nella trappo-
la del falso storico, in questo caso non si è trattato di recuperare
nulla, anche perché non c’era più nulla da recuperare», spiega Pa-
niagua. «Non abbiamo voluto inventare, ma partire da una tabu-
la rasa che accogliesse arte, artigianato e arredi scelti o disegna-
ti uno per uno, diversi e complementari, secondo la regola det-
tata dai padroni di casa del “todo cabe”, ovvero contiene tutto».
Così in soggiorno divani dello studio di Pablo Paniagua ri-
vestiti con tessuti Fortuny o Loro Piana dialogano con un tavo-
lo danese in palissandro Haslev, disegnato da Severin Hansen
negli anni ’60, con un piano intarsiato in ceramica Royal Co-
penhagen sul quale è appoggiato un vaso in vetro belga di Val
Saint Lambert, disegnato da Samuel J. Herman e Louis Leloup
nel 1975, frutto di una fortunata ricerca nel negozio di antiquaria-
to madrileno El 8. Da un’altrettanto fortunata ricerca provengo-
no i mobili da giardino disegnati da Adolphe Chanaux e Jean-Mi-
chel Frank negli anni ’30, parte di una collezione privata france-
se, poi accuratamente restaurati in Spagna da artigiani esperti.
Puro godimento. ○
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Scan &
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continuità tra pareti e porte. La scelta di possibi- bassorilievo dello strato di legno nobile, noce o ro- mensionale grazie ai pannelli decorativi della col-
lità e stili è ampia, tra legno, finiture in lacca, det- vere, che genera una trama varia e personalizzabi- lezione Lineadeko in multistrato di betulla firmata
tagli lineari e modanature. le. Nella foto la finitura Rovere Ca’ Pisani. da Inkiostro Bianco e Lucchesedesign.
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Il sistema di pannellature modulari per rivestimen- La boiserie realizzata in noce nazionale di rigorosa Si può posare verticale e orizzontale la boiserie in
ti murali ha struttura portante in alluminio e accia- linearità estetica è adatta ad avvolgere ogni am- legno di noce Le Righe, che crea effetti ottici che
io zincato. I pannelli esistono in legno, ceramica, biente della casa. Attrezzata, può essere declina- animano qualunque superficie, che sia domestica,
specchio o rivestiti con tessuti della collezione. ta per uso cucina o per il living. di hospitality o lavorativa.
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PA C
GKE
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1. Qual è il vostro concetto di felicità?
DE
Il nostro concetto di felicità è, ovviamente, quello che hanno
tutte le altre persone. Quindi amare ed essere amati, stare be-
ne e continuare a fare ciò che ci piace, che è esattamente quel-
lo che stiamo facendo in questo momento.
2. Qual è la vostra più grande stravaganza?
N
A
Non siamo particolarmente stravaganti. Ma sicuramente ci
piace collezionare porcellane e ceramiche giapponesi. In que-
DOM
sto momento, per esempio, siamo a Tokyo e saltiamo da un ne-
gozio all’altro alla ricerca del miglior artigianato.
3. Qual è il vostro stato d’animo attuale?
Pensiamo che, considerando tutto quello che sta succedendo
nel mondo, sia inevitabile essere riflessivi, il che non signifi-
ca che non ci stiamo divertendo e così via. Il riferimento è, ov-
viamente, a ciò che sta accadendo in Medio Oriente, alla guer-
ra. Ma anche il nostro interesse generale per l’ecologia... siamo
sempre spinti a pensare all’impatto del design sull’ambiente.
In definitiva, il nostro lavoro è una pratica che si colloca tra le
materie prime e la loro trasformazione in prodotti desiderabili.
4. Qual è la qualità più sopravvalutata?
La coerenza assoluta. È estremamente importante essere aper-
ti a cambiare opinione. Non è un segno di superficialità. Se si
vuole davvero fare qualcosa di innovativo, è necessario segui-
re un processo e rimanere aperti al fatto che il risultato finale
possa cambiare a seconda del percorso.
5. Quali sono le frasi che continuate a ripetere?
“Perché no?”. Ci aiuta a pensare che dovremmo riconsiderare
cose che diamo per scontate. Credo che il design abbia il ruolo
di mettere in discussione la realtà, e la domanda “perché no?”
è fondamentale per capire e ci aiuta a rimanere vigili e a ren-
derci sempre conto che tutto può essere ripensato.
6. Quale talento vorreste avere?
Ci piace scrivere, ma vorremmo essere molto più abili. Dopo
aver vissuto per molti anni nei Paesi Bassi, abbiamo iniziato a
scrivere in inglese, ma ci piacerebbe, anche in questa lingua,
saperlo fare meglio. Inoltre, Andrea ha iniziato da poco a pren-
dere lezioni di pianoforte e vorrebbe essere molto più bravo di
quanto sia al momento.
7. Se aveste la possibilità di cambiare qualcosa di voi stes-
si, cosa scegliereste?
Andrea l’altezza, perché lui non è così alto. E nel mio caso, a
volte sono impulsivo. Quindi vorrei evitare di essere così.
8. Se dopo la morte doveste reincarnarvi in una persona o
in una cosa, quale scegliereste?
Simone Farresin e Andrea Trimarchi, ovvero Da due anni viviamo con un cane. Si chiama Terra e lo amia-
FORMAFANTASMA, sono paladini mo tantissimo. E penso anche che sia così fortunato perché lo
della progettazione responsabile. trattiamo con un tale rispetto che ci piacerebbe molto, un gior-
Dal 2009 il duo sviluppa un approccio critico
Illustrazione: Cecilia Carlstedt
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venga sul sito eurekaddl.sbs
FINE JEWELRY