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NUMERO 476.

GIUGNO 2021

LU O G H I

LIBERI
S TI LI

TUTTI
FANTA S I E
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Human Design
Da oltre ottantacinque anni progettiamo ceramiche in cui tecnica e innovazione sono al servizio
delle persone. Perché il vero design nasce sempre attorno alle emozioni di chi lo vive
marazzi.it
Floor: Oltre - Puro Marazzi Antibacterial Technology
Walls: Crogiolo Rice
Kitchen: Grande Stone Look Gris du Gent
Inquadra il QR Code,
guarda il video e scopri il mondo
#TruetoFood fino all’essenza del gusto.
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ARCHITECTURAL DIGEST E D I TO R I A L E

QUELLI CHE CAMBIANO


D I E M A N U E L E FA R N E T I

Non è una classifica. E però, se un giornale pubblica un Gallerie al confine tra diverse discipline e mestieri. Social
elenco, per quanto ampio sia, si prende la responsabilità media, persino il gaming. Delle persone che qui lavorano,
delle sue scelte: che è poi il nostro mestiere, perché sulla il cui pensiero sta cambiando radicalmente il modo di con-
carta (al contrario di quanto avviene nel mondo digitale) cepire il progetto e di raccontarlo: sono le loro le 100 sto-
lo spazio non è infinito, ed editare vuol dire appunto de- rie che pubblichiamo questo mese.
cidere cosa mettere in pagina e cosa no, prendendosene
responsabilità ed eventualmente meriti. È una lista per sua stessa essenza non definitiva, per-
ché traccia un territorio che si trasforma di continuo, i
In questa prima edizione italiana di AD 100, format confini sono mobili o neanche esistono. Ma è un tenta-
molto popolare presso alcune delle nostre edizioni inter- tivo di disegnare una mappa per cominciare a orientarsi
nazionali, abbiamo quindi fatto delle scelte. Con un’avver- in questo nuovo paesaggio, e un utile strumento di lavo-
tenza. Non volevamo, come avviene altrove, mettere in fila ro per chi è a caccia di talenti.
i migliori designer, architetti e professionisti dell’arredo –
di queste liste ne sono state compilate a sufficienza e bene. E un game changer è senza dubbio Francesco Risso,
Abbiamo piuttosto riflettuto sul fatto che, essendo anche direttore creativo della maison Marni, che nel suo lavoro
il settore di cui si occupa AD immerso in una radicale tra- usa libertà e poesia, come chi conosce le regole e per questo
sformazione, avesse senso lavorare su un elenco di perso- può permettersi di infrangerle. È quello che fa anche nella
ne che, in forme e discipline diverse, stessero cambiando sua casa, tutta dipinta a mano, a tinte accese, nel corso del
le regole del gioco: 100 game changers. lockdown. Giusto il tempo di pubblicarla nel servizio di co-
pertina di questo numero che probabilmente è già cambia-
Piattaforme multimediali. Digital art, Nft. Diversità, ta – per inseguire lo spirito del tempo, o il prossimo sogno.
inclusività, sostenibilità. Video-making. Stampa 3D. Ar- D’altronde, parafrasando, non si entra mai due volte nel-
chitettura green, e perché no flower design. Do It Yourself. la stessa casa.
Courtesy Polimoda

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carodirettore@ad-italia.it @efarneti Ad Italia @ad_italia @ad_italia Ad Italia

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ARCHITECTURAL DIGEST INTRO

GIUGNO 2021 «Il segreto di una cena ben riuscita è invitare


persone con argomenti diversi, ma che pensi
SOMMARIO possano fare progetti assieme»
A pag. 146

Galleria

96 I L M A R E
V E RT I CA L E
Un hotel storico, una collezio-
ne di suite d’autore e un tesoro
che, a Ravello, hanno in pochi

105 I S P I R A Z I O N I
Il nuovo, il classico, le reinter-
pretazioni in 27 proposte

116 L A N O S T R A
O A S I P R I VATA
Una nuova idea di “pool house”
che mette in dialogo benesse-
Tabula rasa, pag. 166 re, immagine e sostenibilità Il mare verticale, pag. 96

Case
Speciale
122 A M A N O L I B E R A 154 U N A D O P O
Spazi «riscaldati con l’istinto» L’A LT R A
nella casa di Francesco Risso, Epoche e mondi diversi: un mix
direttore creativo di Marni molto londinese, ma secondo
un’estetica personalissima
136 T R A I L PA L A Z Z O
E IL CIELO 166 TA B U L A R A S A
Essenza francese, Art Déco e Un appartamento milanese
Bauhaus in un appartamento senza più identità riacquista
nel cuore di Parigi storia (e sentimento) 182 4 0 A N N I I N S A L A
DA P R A N ZO
146 T R A C C E

Cover di Francesco Dolfo. Immagini: Helenio Barbetta, Davide Lovatti, Luca Merli
Prosegue il viaggio di AD attra-
Un interno primi ’900 nella Mi- verso gli ambienti domestici e il
lano che cambia. E dettagli che mutare del gusto. Con le imma-
raccontano storie di amicizia gini più belle dell’archivio

AD 100:Game Changer 2021


40 B I T A R T 56 F O T O G R A F I A 65 G A L L E R I E 76 G A M I N G
L’impossibile che diventa visi- Gli scatti che nell’ultimo anno Un diverso approccio all’arre- Universi digitali in cui trasfor-
bile grazie alla tecnologia ci hanno colpito di più damento e all’ornamento marsi in designer, giocando

43 D I G I TA L 58 3 D P R I N T 68 F R O N T I E R E 78 I N S TA G R A M
FA C T O RY Dai prototipi ai palazzi Invasioni di campo tra arte, I profili da non perdere, scelti
Creare esperienze moda, social network dai nostri esperti digital
60 C O S T R U I R E
47 V I D E O M A K I N G SOSTENIBILE 70 A U T O P R O D U Z I O N E 81 L A N U O VA
Il nuovo racconto della realtà Abitare rispettando il pianeta Creatività libera SCENA
18 nomi d'autore
50 I N T E R I O R 62 F L O W E R 74 NEW
DESIGN DESIGN CRAF TSMANSHIP 92 O T T O M A E S T R I
Sette autori di spazi speciali A partire dalla natura Lavorare a mano Gli innovatori per definizione

30
www.baxter.it
ARCHITECTURAL DIGEST INTRO

HO VISTO CASE

UN GIORNO, AD ATENE
Marirosa Toscani

a cura di Federica Clari

«Ormai ho 90 anni e non giro più nelle case degli altri per era stato un ballerino e che era un mentore. Nei giorni che
lavoro. Ed è una fortuna visti i tempi tristi di forzata chiu- trascorsi con lui ebbi modo di conoscere e apprezzare la sua
sura che stiamo vivendo, anche se restare con le mani in mente brillante, la sua cultura e la conoscenza della storia
mano mi è sempre risultato faticosissimo». dell’arte, un grande amore per il bello e un gusto raffina-
Marirosa Toscani, primogenita dello storico reporter to anche nelle scelte più eccentriche. Tutto, all’interno dei
del Corriere della Sera Fedele Toscani e sorella di Oliviero, 700 metri quadrati della villa, era posizionato con estrema
con il marito Aldo Ballo rivoluzionò il mondo della foto- cura, i pieni e i vuoti si sposavano nel modo che mi aveva-
grafia industriale. È autrice di storie di case indimentica- no insegnato a Brera, la luce naturale si rifletteva sul mar-
bili. «Sono cresciuta a Milano», racconta, «parlando di fo- mo bianco e illuminava con sapienza ogni opera e ogget-
tografia e respirando iposolfito, il liquido che si usa in ca- to: era il parco giochi perfetto per un fotografo! Fu un ser-
mera oscura per fissare le immagini. Ho iniziato ad aiuta- vizio divertente e di grande impatto (“La casa delle mera-
re mio padre in agenzia e diventare reporter è stato natu- viglie”, Casa Vogue, gennaio 1979). Trovo che questo scat-
rale. Ero donna, fotografa e portavo i pantaloni: pratica- to risulti ancora molto moderno nonostante abbia più di
mente una rarità negli anni ’50!». quarant’anni. È ciò che lo rende speciale e che, in generale,
Per questa rubrica, Toscani ha scelto di raccontare uno rende speciale una fotografia: il suo essere testimonianza
scatto della casa di Alexander Iolas. «Il Ballo», come lei di un ambiente ma scissa dal momento in cui è stata scat-
chiama il marito Aldo, «non amava viaggiare, quindi an- tata, come un frammento senza tempo che riflette armo-
dai da sola ad Atene. Di Iolas, il proprietario, sapevo che nia e passione più che moda o ricchezza».

Marirosa Toscani, classe 1931, ha dato vita nel 1953 con il marito Aldo allo Studio Ballo+Ballo,
bottega fotografica sperimentale diventata punto di riferimento creativo negli anni più vivaci del design mondiale.

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ARCHITECTURAL DIGEST INTRO

MORE OR LESS?

IL VUOTO SOTTO LA SEDIA


di Francesco Bonami

Sant’Agostino definiva il vuoto come il niente dotato di che a prescindere dalle sue dimensioni, materiale e per-
spazio, ma mai si sarebbe immaginato che molti seco- sonalità riesce a darci un’idea di qualcosa che tutti co-
li dopo un giovane americano di nome Bruce Nauman, nosciamo e del quale spesso dimentichiamo l’esistenza.
destinato a diventare uno dei più importanti artisti del Il grande artista è quello che sa prendere anche il detta-
ventesimo secolo e una sorta di Sant’Agostino dell’arte glio più insignificante di qualcosa di personale, tipo le
contemporanea, forse senza nemmeno conoscere quel- scarpe (vedi van Gogh) o, appunto, la propria sedia o ad-
la frase avrebbe creato fra il 1965 e il 1968 una piccola dirittura solo lo spazio che ci sta sotto, e lo fa diventare
opera destinata a diventare uno dei punti di riferimento qualcosa di universale. Perché potrei scommettere che
dell’arte concettuale e minimalista. non esiste un individuo al mondo che non si sia mai se-
Il titolo è A Cast of the Space Under My Chair, la for- duto su una sedia almeno per un attimo.
ma dello spazio sotto la mia sedia. La scultura è un pic- Ma non finisce qui. Nauman porta alla nostra atten-
colo blocco di cemento abbastanza timido. Sicuramen- zione tutto quello che c’è e che non vediamo, ovvero lo
te senza la presenza di un David di Michelangelo. Di- spazio, il vuoto senza il quale le cose sarebbero un uni-

©Kröller-Müller Museum/© Tom Haartsen: contact Pictoright


ciamo che se nel caso dello scultore fiorentino il mar- co blocco rendendo l’esistenza molto pesante. In Asia il
mo nobilitò il nome del soggetto, con Nauman è il tito- concetto di vuoto è comune e necessario, serve a respi-
lo che dà all’apparentemente insignificante cubetto di rare. In Occidente ce lo dimentichiamo e dimenticando
cemento una sua misteriosa, mistica nobiltà. Allo spa- il vuoto e lo spazio dimentichiamo di respirare e la realtà
zio, questa cosa dalle possibilità infinite, vengono dati diventa soffocante. Il cubo di cemento è quindi un picco-
con la parola “sotto” dei confini, dei limiti ai quali con lo monumento alla necessità dell’invisibile di esistere e
la parola “mia” viene data un’identità che con la parola farci esistere, un po’ come gli occhiali da sole che l’uomo
“sedia” acquista una dimensione universale. Qui Bruce invisibile si mette per far capire che c’è. La sedia e tante
Nauman ci fa capire in cosa consistono una vera opera altre cose esistono perché sotto di lei non c’è nulla – o
d’arte e un grande artista. La vera opera d’arte è qualcosa meglio, c’è questo nulla riempito di spazio.

Francesco Bonami, critico e curatore, per AD scrive del filo sottile che unisce (o separa) arte e arredo. Interrogandosi
sul diverso significato degli oggetti, opere o mobili. E dello spazio che li definisce. Come la scultura di Bruce Nauman.

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BREM
CALORIFERI PER L'ARCHITETTURA

DIRET TORE CREATIVE & ART DIRECTION


Emanuele Farneti Davies Costacurta Guido Tamino

Vicediret tore Digital Assistant Ar t Director


Alessandra Pellegrino Daniela Sesenna

Editor-at-Large
Francesca Santambrogio

UFFICIO CENTRALE

Caporedat tore Caposervizio


Ruben Modigliani Elena Dallorso

Photo Editor Grafica


Federica Clari Michela Buzzoni

Segreteria di redazione
Maria Grazia Cecconello

HANNO COLLABORATO: Francesco Bonami, Ana Cardinale, Roberto Cotroneo, Marta Galli,
Umberta Genta, Paolo Lavezzari, Marco Morello, Romana Petri, Alessia Pincini

TRADUZIONI: Stephen Piccolo, REVISIONE TESTI: Studio Diwa

FOTOGRAFIE DI: Helenio Barbetta/Living Inside, Francesco Dolfo, Davide Lovatti, Luca Merli,
Matthieu Salvaing, Rachael Smith/Living Inside, Max Zambelli, Alberto Zanetti

ILLUSTRAZIONI DI: Manuele Fior

EDITORIAL ADVISOR Ettore Mocchetti

EDIZIONI CONDÉ NAST S.p.A

Managing Director NATALIA GAMERO DEL CASTILLO


Chief Operating Officer DOMENICO NOCCO
Chief Revenue Officer FRANCESCA AIROLDI

Vice President GIUSEPPE MONDANI, Consumer Marketing Director ALESSANDRO BELLONI


Circulation Director ALBERTO CAVARA, HR Director CRISTINA LIPPI
Production Director ENRICO ROTONDI, Financial Controller LUCA ROLDI
Controller CRISTINA PONI, Digital Director ROBERTO ALBANI
Digital CTO MARCO VIGANÒ, Enterprise CTO AURELIO FERRARI,
Social Media Director ROBERTA CIANETTI, Digital Marketing Manager GAËLLE TOUWAIDE
Insight & Data Marketing Manager TERESA ROTUNDO, Head of Digital Video RACHELE WILLIG

Advertising sales
Sales & Marketing Advisor ROMANO RUOSI
Fashion, Luxury, Beauty Sales Director, Vanity Fair & Vogue Lead MICHELA ERCOLINI
Bizfitech, Cpg, Media/Entertainment & Auto Sales Director, GQ Italia & Wired Italia Lead LORIS VARO
Home & Travel Sales Director, La Cucina Italiana, AD Italia e CN Traveller Italia Lead CARLO CLERICI
Cnx Italia Director VALENTINA DI FRANCO, Account Strategy Director SILVIA CAVALLI
VELETTA design Davide Diliberto Digital & Data Sales Director MASSIMO MIELE, Advertising Marketing Directo RAFFAELLA BUDA
Regional Sales Director ANTONELLA BASILE, Beauty Director MARCO RAVASI
Fashion & International Director MATTIA MONDANI, Account Strategist AD CARLO CLERICI
Advertising Manager CRISTINA RONCAROLO
Tutto assolutamente imprevedibile e nuovo.
Questo è davvero un bel modo di essere diversi. Sede: 20123 Milano, piazzale Luigi Cadorna 5 - tel. 0285611 - fax 028055716
Padova, c/o Regus Padova Est, Sottopassaggio Mario Saggin 2 - tel. 0285611 - fax 028055716
Bologna, c/o Copernico, Via Altabella 17 - tel. 0285611 - fax 028055716
Roma, via C. Monteverdi 20, tel. 0684046415 - fax 068079249
COLLEZIONE CALORIFERI E SCALDASALVIETTE Parigi/Londra, 3 Avenue Hoche 75008 Paris tel. 0033153436975

Redazione: 20123 MILANO — Piazzale Cadorna 5 — Tel. 0285611 — Fax 0285612698

BREM SRL - OSIO SOTTO / BERGAMO


TEL.035.482.3636 / www.brem.it
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Color Collection,
colours and surfaces
for contemporary living
ARCHITECTURAL DIGEST

Cento nomi, cento storie: Virgil Abloh Fornasetti


Pag. 68 Pag. 68
è la selezione, firmata
AD Italia, dei talenti che, Animal Crossing Michele Foti
in un anno di disruption, Pag. 76 Pag. 48

stanno cambiando Pierre Banchereau Fuseproject


il mondo del progetto, Pag. 62 Pag. 59

e il modo di raccontarlo Beniamino Barrese Gallery FUMI


Pag. 48 Pag. 65
A cura di Marco Morello e Alessia Pincini

Giuseppe Bavuso Duccio Maria Gambi


Pag. 92 Pag. 71
GAME CHANGERS Tiarra Bell

Francesco Binfaré
Pag. 81

Pag. 92
Alexandra
Daisy Ginsberg

GISTO
Pag. 86

Pag. 90

Massimiliano Bomba Michael Gittings


Pag. 47 Pag. 82

Brutgroup Pierre Gonalons


Pag. 79 Pag. 54

Carwan Gallery Luke Edward Hall


Pag. 65 Pag. 50

Natsai Audrey Chieza Dale Hardiman


Pag. 86 Pag. 82

Antonio Citterio Kyoko Hashimoto


Pag. 92 e Guy Keulemans Pag. 82

Alexis Christodoulou Porky Hefer


Pag. 41 Pag. 74

Defhouse Marlène Huissoud


Pag. 68 Pag. 74

Giuliano Andrea ibiyan


dell’Uva Pag. 50 Pag. 81

Demodern Pao Hui Kao


Pag. 44 Pag. 88

Dimorestudio James Kerwin


Pag. 52 Pag. 56

Rodolfo Dordoni Krista Kim


Pag. 92 Pag. 40

Bianca Felicori Wally Koval


Pag. 78 Pag. 79

Miguel Flores-Vianna Kueng Caputo


Pag. 56 Pag. 68
AD 100

Max Lamb Elaine Yan Ling Ng Adam Št ch


Pag. 75 Pag. 84 Pag. 78

Luisa Lambri Harry Nuriev Studio KO


Pag. 56 Pag. 76 Pag. 54

Fernando Laposse Objects of Studiolabo


Pag. 75 common interest Pag. 72 Pag. 44

Audrey Large Ruben Ortiz Studio Pesca


Pag. 88 e Katty Schiebeck Pag. 78 Pag.43

Piero Lissoni Andrea Pecora Paloma Strelitz


Pag. 92 Pag. 47 Pag. 86

Locatelli Partners Simone Pedretti Superchief Gallery


Pag. 59 Pag. 74 Pag. 66

Azuma Makoto Hannes Peer Yuichi Tamaru


Pag. 62 Pag. 51 Pag. 63

MANIERA Pierre Marie Nicolò Terraneo


Pag. 66 Pag. 68 Pag. 48

Marco + Maria Piraccini + Potente The Sandbox


Pag. 48 Architettura Pag. 60 Pag. 44

Mario Cucinella Davide Piscitelli Emily Thompson


Architects Pag. 58 Pag. 90 Pag. 63

MASA Post Disaster Maryam Turkey


Pag. 65 Rooftops Pag. 90 Pag. 81

Carlo Massoud Davide Rapp unPIZZO


Pag. 71 Pag. 47 Pag. 75

Léa Mestres Redecor Patricia Urquiola


Pag. 88 Pag. 76 Pag. 92

Paul Milinski Andrés Reisinger Milla Vaahtera


Pag. 40 Pag. 40 Pag. 74

Lewis Miller Rooms Studio Vincent Van Duysen


Pag. 63 Pag. 70 Pag. 92

Monogrid Rossana Orlandi Voll Arkitekter


Pag. 43 Gallery Pag. 65 Pag. 60

MycoWorks Marcin Rusak Feng Chen Wang


Pag. 68 Pag. 72 Pag. 84

Paola Navone James Shaw Kelly Wearstler


Pag. 92 Pag. 75 Pag. 51

Erez Nevi Pana Six N. Five Seungjin Yang


Pag. 71 Pag. 41 Pag. 70

NEWU Snøhetta Zhang Zhoujie


Pag. 43 Pag. 60 Pag. 84
ARCHITECTURAL DIGEST

1. Andrés Reisinger Case da un’altra dimensione vendute all’asta, cortometraggi


Buenos Aires/Barcellona di guerre epiche tra oggetti ribelli, paesaggi disseminati
di arredi, interni invasi dalla vegetazione. Forme stravolte,
colori ipnotici, l’impossibile che diventa visibile quando
Ha sdoganato nel design la tenden-
za degli Nft, le creazioni di bit con la fantasia si combina con gli strumenti della tecnologia
annesso certificato di proprietà. Le
sue proposte di arredo dalle forme
aggrovigliate hanno reso, al termine

BIT ART
di un’asta, quasi mezzo milione di
dollari. Qualche mese prima, Hor-
tensia, una sedia di petali, da mo-
dello 3D era diventata un oggetto
reale in edizione limitata.

2. Paul Milinski
Melbourne

La natura non resta ai margini, s’insinua ne-


gli spazi interni, li connota e quasi li fagocita,
con armonia. I paesaggi diventano case e cose,
tra sedie e tavoli sospesi sull’acqua, una Spa
arrampicata su più livelli di una montagna,
giardini interni sospesi sul soffitto, una doccia
dentro un bosco. L’artista australiano interpre-
ta la sostenibilità come un ribaltamento logico:
da obiettivo è già contesto.

3. Krista Kim
Toronto

Perché accontentarsi di vendere un singolo


oggetto digitale formato Nft quando si può
proporre un’intera casa virtuale? L’impresa
è riuscita, per la prima volta in assoluto, alla
fondatrice del Techism, un movimento che ri-
conosce alla tecnologia la dignità dell’arte.
La Mars House, arredata con echi zen, è stata
comprata per oltre 500 mila dollari.

40
AD 100

4. Alexis Sospeso tra il commerciale e lo sperimentale, I suoi lavori ispirano tranquillità e un lieve
tra il canonico e le avanguardie, mantiene un senso di nostalgia. Lo conferma Homesick, una
Christodoulou linguaggio espressivo anticonvenzionale. Di serie di paesaggi venduti su Nifty Gateway,
Cape Town/Amsterdam recente ha aperto uno studio in Olanda, è tra il negozio virtuale di riferimento degli Nft.
i pionieri e i migliori interpreti globali della Backyard (nell’immagine) è stato comprato per
modellazione in 3D applicata all’architettura. 17 mila dollari.

5. Six N. Five
Barcellona
All images courtesy of the artists

Se vendere oggetti Nft sa già di consue- animano all’interno di una villa e comin-
tudine, c’è chi mette all’asta i protago- ciano a fare a pezzi gli arredi snob. Sono
nisti digitali di un cortometraggio. Non tre minuti di allegro caos firmati da uno
uno qualunque, ma The Revolt: la rivolta dagli studi più inclini alla provocazione,
di una lampada pacchiana, uno stendi- il più abile a mostrare il design da pro-
biancheria, una piscina gonfiabile, che si spettive inconsuete.

41
via Solferino 22, Milano
ARCHITECTURAL DIGEST AD 100

Organizzano eventi virtuali, inventano mondi da vivere con un casco sul naso, da esplorare
dal monitor di un computer o con uno smartphone. Riducono le distanze, avvicinando pubblici
un tempo lontani. Sono studi di progettazione sui generis: non creano cose, ma esperienze

DIGITAL FACTORY
7. Monogrid
Firenze/Milano

Uno studio che crea esperienze interattive, un Fino a costruire dimensioni parallele, come
gruppo di ragazzi che sa disegnare orizzonti per il progetto Life in Vogue: una cosmogonia
tramite le possibilità della tecnologia. Che nel- di ambienti d’autore esplorabili a 360 gradi,
le loro mani è uno strumento versatile con cui accessibili tramite un ascensore che conduce
spaziare dagli eventi digitali alle installazioni, a giardini, paesaggi sull’acqua, interni lumi-
dalla realtà virtuale a quella mista e aumentata. nosi ed eleganti.

6. Studio Pesca
Milano 8. NEWU
Milano/Roma

Nato in lockdown, è formato da un


gruppo tutto al femminile di under
30: «Perché», si legge nella presen-
tazione, «siamo fermamente convin- Hanno trasformato il cantante Achille Lauro in un avatar
te che comunicare oggi è un gioco (foto) che interagisce con i fan e riportato in vita Miche-
da ragazze». I servizi spaziano dal langelo, che chatta con i visitatori del sito del museo
Carlo Piro

graphic design all’art direction, fino dell’Opera del Duomo di Firenze. Il loro motto è «Nuovi
ai contenuti. Dedicando un’estrema spazi, nuove idee»: usare la tecnologia per unire fisico e
cura estetica a ogni progetto. digitale, per legare passato e futuro.

43
ARCHITECTURAL DIGEST AD 100

9. Studiolabo
Milano

Il Fuorisalone è uno dei momenti più


dinamici e affollati di Milano. Messo
in pausa dalla pandemia nella versione
fisica, è stato trasportato in digitale da
questo studio specializzato nel «design
della comunicazione». La piattaforma
Fuorisalone.it ha ospitato le ultime due
edizioni virtuali della kermesse alternan-
do anteprime di prodotto, tavole rotonde,
webinar e molti eventi. Dando al pubbli-
co una sensazione di continuità con il
passato che sta per ritornare.

«La realtà è
quella che
noi riusciamo
a far passare
per tale»
ENNIO FLAIANO

10. Demodern 11. The Sandbox


Amburgo/Colonia Hong Kong

Ritrovarsi in uno showroom interat- Se il mondo reale non basta più, c’è
tivo, collocare mobili al suo interno, questa sua appendice virtuale. Uno
scegliere tra centinaia di combina- spazio tridimensionale, dove com-
zioni possibili: Ikea Immerse cambia prare un terreno e utilizzarlo per
l’esperienza d’acquisto attraverso la ospitare eventi di bit. Una proposta
Andrea Russo

realtà virtuale. Un esempio di «im- immobiliare sui generis che ha già


mersive storytelling» ideato da un’a- tentato oltre 5 mila investitori, di-
genzia tedesca specializzata nella sposti a spendere in tutto più di 20
comunicazione digitale. milioni di dollari.

44
Italian Masterpieces
Coupé De Luxe letto design by GamFratesi
Grant pouf design by Tristan Auer
poltronafrau.com
ARCHITECTURAL DIGEST AD 100

Sono artisti giovani e visionari. Lavorano spesso per la moda, ma sono in questa selezione
perché hanno dimostrato una spiccata sensibilità per i luoghi e le cose. La loro tavolozza
è la realtà, catturata e messa in mostra, con poesia, nel riquadro luminoso di uno schermo

VIDEO MAKING
12. Andrea Pecora 13. Davide Rapp
Milano Milano/Parigi

Regista con il sangue misto di Sarde- to un cortometraggio che racconta una


gna e di Sicilia, territori che ha reso coppia di senza fissa dimora nei giorni
protagonisti di vari progetti, due dei di vuoto del lockdown di Milano. Sa
quali distribuiti dal National Geo- spaziare tra architetture urbane e na-
graphic. Nella primavera 2020 ha gira- tura, tra documentari e pubblicità.

Ha una consapevolezza, anzi una conoscenza accade-


mica dei temi che tratta: oltre a essere un videoartista
insegna Interior Design al Politecnico di Milano. Il suo
esordio alla regia coincide con il documentario Peter Da-
ler (nell’immagine), dedicato agli oltre 40 anni di carriera
dell’architetto Axel Müller-Schöll.

14. Massimiliano Bomba


Milano/Roma

È conosciuto soprattutto per i suoi lavori nel mondo del-


la moda, per le collaborazioni con alcuni tra i principali
brand del lusso. Il suo stile è caratterizzato da un’este-
tica tra il fotografico e il pittorico, ispirata al cinema eu-
ropeo. Una sobrietà venata di eleganza che dà spessore
anche ai contenuti più commerciali.

47
ARCHITECTURAL DIGEST AD 100

15. Marco + Maria


Milano/New York

Ovvero Marco Adamo Graziosi e Maria legati a serie televisive di Netflix a film come
Host-Ivessich, diade di registi che ha condivi- Am I Wasting My Time? (nell’immagine), sot-
so il set con icone della moda, su tutti Karl La- to l’ala di Vogue. Varie traiettorie con lo stesso
gerfeld, celebrità quali Kanye West, top model fulcro che li qualifica: una modernità anticon-
da Gigi Hadid fino a Mariacarla Boscono. Nelle venzionale, una ricchezza visiva che racconta
loro collaborazioni hanno spaziato tra progetti lo stile per ellissi e suggestioni.

16. Michele Foti


Milano

I suoi lavori sembrano venire dal


passato, d’altronde spesso utilizza
nastri o miniDv come supporti per
registrare. Soluzioni che scortano la
memoria, e la nitidezza, indietro di
almeno un quarto di secolo. Le ar-
chitetture che cattura, come quelle
di Seul, paiono più vere perché ri-
avvicinate al loro tempo originale.
I suoi video sono viaggi al quadrato:
nei contenuti e nei mezzi adoperati
per raffigurarli.

17. Beniamino 18. Nicolò Terraneo


Barrese Milano
All images are courtesy of the authors

Milano

Il suo primo lungometraggio, La Un campione di immediatezza. Lui


scomparsa di mia madre, è stato pre- stesso definisce il suo linguaggio
sentato al Sundance Film Festival. come «semplicità di concetto e bru-
Il corto 21 novembre 2020 (nell’im- talismo esecutivo». Intende arrivare
magine) racconta la figura di Beppe al pubblico senza troppi filtri, con
Modenese, fondatore del sistema qualche nota stridente che calamiti
moda in Italia. Alterna intimismo e l’attenzione. All’attivo ha esperienze
piglio documentaristico, si ispira al a Londra nella fotografia, prima an-
teatro e a dovunque abiti l’arte. cora come fashion editor.

48
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ARCHITECTURAL DIGEST

Nell’anno della pandemia, questi sette autori hanno avuto la capacità di immaginare
interni che valorizzano al massimo gli ambienti domestici, il senso di intimità e protezione.
Facendo così nascere progetti che già portano dentro il senso del domani

INTERIOR DESIGN
20. Giuliano Andrea dell’Uva
Napoli

In lui due anime. Quella solare, che incornicia segni del tempo nelle architetture e la storia del
lo spettacolo del Mediterraneo in bianche pare- design negli arredi. Calda sofisticatezza, che si
ti abbacinanti, e quella riflessiva che fa i conti ritrova in questo appartamento all’interno del
con la patina dell’esistenza. Che cerca, sotto gli palazzo settecentesco Oneto Maglione, nel cen-
strati di vernice, affreschi e tinte originarie per tro di Napoli: uno spazio vibrante di contrasti e
unire memoria e contemporaneità, portando i colori. Come la vita.

Miguel Flores-Vianna, Matthieu Salvaing, Helenio Barbetta/Living Inside, The Ingalls


19. Luke
Edward Hall
Londra

Par te sempre da un bozzet to,


con il colore come fonte di ispi-
razione. A poco più di trent’anni,
è un’icona di stile: ha una capacità
unica di rendere gli ambienti teatra-
li, tanto seducenti e curati nel det-
taglio da suscitare meraviglia. No
alle mezze misure, perché il mondo
è ricco e strabiliante, e così sono gli
interni e i decori ideati per case, ho-
tel e bar. Anche quelli del suo Cot-
swolds Cottage nella campagna del
Gloucestershire: all’esterno, l’ar-
chetipo della casa rurale di mattoni.
Dentro, l’universo estetico di Hall.

50
AD 100

21. Hannes Peer


Milano

Non apprezza il minimalismo, lo consi-


dera una mancanza di personalità. Tra
i maestri ama Carlo Mollino, per l’im-
pareggiabile capacità di mescolare stili
e culture tra loro diversissimi. Progetta
interni dalla personalità forte, che en-
fatizzano quella dei committenti. Spazi
densi ed eclettici, con un mondo in ogni
ambiente, in cui uso meticoloso di mate-
riali e finiture, citazioni di design d’auto-
re, presenze scultoree e un controllo sa-
piente della luce disegnano scenografie
perfette. Come accade nella zona dining
di Casa Leone, a Milano, dalla bellezza
misurata e austera.

«Spazio, luce, ordine.


Sono cose di cui gli
uomini hanno bisogno,
come hanno bisogno
di pane o di un posto
per dormire»
LE CORBUSIER

22. Kelly Wearstler


Los Angeles

Amata dallo star system e definita dal New di esprimersi in arditi abbinamenti cromatici
Yorker “grande dame” degli interni della West e materici così come in sobri accostamenti.
Coast, deve il suo successo alla sovrappo- Nelle stanze della sua casa di vacanza a Mali-
sizione audace degli stili. Poliedrica e visio- bu, una villa modernista anni ’50, trova spazio
naria, valorizza l’esistente con interventi e anche il design italiano, con sedute di Ignazio
arredi sorprendentemente eclettici, capaci Gardella e Afra e Tobia Scarpa.

51
ARCHITECTURAL DIGEST AD 100

23. Dimorestudio Grazie al loro modo di pensare gli interni, Emi- ti elementi che si ritrovano nel nuovo appar-
liano Salci e Britt Moran hanno fatto dimen- tamento di Emiliano Salci: stampe animalier,
Milano
ticare il minimalismo, riportando sulla scena una squisita selezione di arredi e oggetti e una
Andrea Ferrari

– con cura filologica – spazi signorili e distin- palette borghese «ma con un twist alla Dimore»
tamente italiani, ricchi velluti, sete, damaschi, personalizzano un’architettura anni ’40 avvolta
legno e ottone, toni di colore avvolgenti. Tut- da un’atmosfera crepuscolare.

52
ARCHITECTURAL DIGEST AD 100

24. Studio KO
Parigi/Marrakech

Leggere il contesto, interpretarne lo spirito e far


vivere i luoghi. Neo-brutalisti e glamour, filo-
logici ed elegantemente esotici, Karl Fournier
e Olivier Marty usano spazio, luce e materia-
li per creare narrazioni finemente cucite sulle
personalità e le abitudini dei propri commit-
tenti, dando vita a interni tesi tra un sofisticato
minimalismo e un lusso discreto. Ne è esempio
questo appartamento nel quartiere parigino di
Saint-Germain-des-Prés. «Studio KO non è uno
stile, ma un modo di pensare», dicono. E tutto
il loro lavoro lo dimostra.

«Gran parte 25. Pierre Gonalons


del carattere Parigi
di ogni uomo può
essere letto
nella sua casa»
JOHN RUSKIN

Il favoloso mondo del designer


francese (che vanta fiere origini ita-
liane) è fatto di attente e colte giu-
stapposizioni, diventate sua cifra e
suo successo. Passato e classicità
François Halard, Stephan Julliard

negli interni, innovazione nelle col-


laborazioni con marchi di arredi di
alta qualità. In Francia ha fondato
il brand Maison Ascète, in Italia è
direttore artistico della galleria bo-
lognese Paradisoterrestre. In equi-
librio elegante tra i due Paesi del
cuore; «Radicalmente contempora-
neo», come ama definirsi. Nella foto,
i raffinati interni con boiserie della
sua casa fuori Parigi.

54
ARCHITECTURAL DIGEST AD 100

26. Miguel Architetture periferiche, palazzi che si arrendono al tempo,


Flores-Vianna dettagli in apparenza marginali: sono questi gli scatti che negli
Buenos Aires/Londra ultimi dodici mesi più ci hanno colpito per la loro forza narrativa

FOTOGRAFIA
Noto per le sue sfarzose immagini
di interni (il libro Haute Bohemians
27. James Kerwin
è stato nominato “Design book of Norwich
the year” dal New York Times), ha
sentito il bisogno di alleggerirsi. Di
mettere da parte l’attrezzatura per
raccontare gli ambienti come fareb-
be chiunque di noi, tramite la lente
del suo telefonino. Il risultato è A
wandering eye: travels with my pho-
ne, volume all’altezza delle raccol-
te degli scatti posati per qualità e
intensità. La prova che l’occhio e la
mano contano più dello strumento.

Non è il primo e non sarà l’ultimo


a raccontare l’architettura in ab-
bandono, lo sfascio dei luoghi, la
decadenza di ciò che precipita nel
dimenticatoio. Questo fotografo gi-
ramondo si è specializzato nell’este-
tica del disfacimento e l’ha portata
avanti con coerenza quasi ossessiva
negli ultimi sette anni. A distinguer-
lo è l’impronta della post-produ-
zione, la ristrutturazione visiva che
dedica alle immagini. La capacità
di ripristinare gli antichi fasti con

Courtesy the Artist, Galleria Raffaella Cortese, Milano and Thomas Dane Gallery
lampi di luce e colori che ravvivano
universi appassiti.

28. Luisa Lambri


Como/Milano

Fino a settembre è in mostra al Pac di Un racconto di ritagli di architettu-


Milano con Autoritratto, mostra foto- re periferiche: una finestra illumina-
grafica che non vede protagonista il ta dal sole, i riflessi proiettati su una
suo volto, però è come se lo facesse. parete, scampoli di mondo esterno
Le opere esposte trasmettono uno intrappolati nel filtro di una tenda.
sguardo personalissimo sui soggetti L’effetto generale è una cosmogonia
scelti: non persone, ma cose, anzi loro autonoma, basata sull’intima centra-
frammenti, porzioni, spigoli. lità dell’accessorio.

56
ARCHITECTURAL DIGEST

Non solo avanguardie, prototipi, promesse che un giorno, forse, verranno mantenute. All’inizio
è stata una tecnica per creare oggetti in scala ridotta, oggi viene usata per realizzare interi
palazzi. In cemento oppure in materiali antichi, capaci (anche) di dare un tetto a chi non ce l’ha

3D PRINT

29. Mario Cucinella Tecla, fusione delle parole «Technology» e al centro le risorse del passato. La casa è sorta
«Clay» (argilla), è il primo modello di abita- a Massa Lombarda, in provincia di Ravenna,
Architects zione stampata in 3D adoperando terra cruda come frutto di una collaborazione con l’azien-
Bologna/Milano locale. Un materiale facile da trovare, naturale, da Wasp di Massimo Moretti, pioniere di que-
Jago Corazza

a chilometro zero, pertanto parecchio rispet- sta tecnologia. Con una superficie all’incirca
toso dell’ambiente. Un esempio di come l’in- di 60 metri quadrati, il progetto ospita arredi
novazione permetta di recuperare e rimettere anch’essi realizzati in terra locale.

58
AD 100

30. Fuseproject
San Francisco

La stampa 3D per il sociale: lo stu-


dio, creato negli Usa dal designer
svizzero Yves Béhar, ha collaborato
con l’associazione senza scopo di
lucro New Story per mettere la tec-
nologia a disposizione dei senza-
tetto. Il progetto pilota ha previsto
la realizzazione di un primo lotto di
case nello Stato di Tabasco, in Mes-
sico. Ogni abitazione ha richiesto
all’incirca 24 ore complessive ed è
andata a famiglie a basso reddito,
che vivono guadagnando meno di 3
dollari al giorno.

«L’oggetto
dell’arte non
è riprodurre
la realtà, ma creare
una realtà della
stessa intensità»
ALBERTO GIAC OMET TI

31. Locatelli Partners


Milano

3-D Housing 05 è stato il primo proget- che fa da orto. L’abitazione può esse-
to in Europa di casa 3D stampata nel re demolita e ricostruita usando i suoi
luogo finale del suo utilizzo. Un pro- stessi detriti, portando il concetto di
totipo di 100 metri quadrati è sorto a economia circolare nell’immobiliare.
Milano in piazza Beccaria, composto E c’è già un’evoluzione in fase di stu-
da una zona giorno e una notte, una dio: l’idea è salire in verticale, raggiun-
cucina, un bagno e un tetto abitabile gendo i 10 metri di altezza.

59
ARCHITECTURAL DIGEST AD 100

Abbiamo selezionato edifici o aree cittadine nati nell’ultimo


biennio che quasi non inquinano, anzi che provvedono in totale
autonomia al loro fabbisogno energetico. Perché sono esperimenti
riusciti di un abitare rispettoso del pianeta e delle sue risorse

COSTRUIRE
32. Piraccini
+ Potente SOSTENIBILE
Architettura
Cesena
33. Voll Arkitekter
Trondheim

Lo studio è specializzato negli edifi-


ci cosiddetti nZEB (nearly zero ener- Il nome, tradotto dal norvegese, già la colloca e la de-
gy building), in grado di limitare al scrive: Mjøstårnet è la torre del Lago Mjøsa, il principale
massimo il loro fabbisogno energe- bacino d’acqua dolce del Paese nordico. L’edificio, con
tico. La loro Fiorita Passive House i suoi 85 metri abbondanti distribuiti su 18 piani, è la
è stata la prima multi-residenza in costruzione in legno più alta al mondo. La riprova che ci
Italia ad avere una struttura por- si può avvicinare al cielo attraverso materiali sostenibili,
tante in legno lamellare, mentre il avvalendosi di risorse e fornitori locali. La torre ospita
progetto Casa Z (nella foto) mira ad aree pubbliche e altre private: uffici, appartamenti, un
azzerare le emissioni inquinanti. hotel, un ristorante e una piscina.

34. Snøhetta
Oslo

Non un edificio singolo, ma un intero quartie-


re sostenibile, dominato dalle note verdi degli
alberi e dal blu del Danubio che gli scorre intor-
no. Ecco il Budapest South Gate Masterplan, il
progetto vinto dallo studio Snøhetta per riqua-
lificare un’area di 135 ettari a pochi chilometri
dal centro della capitale ungherese. Abitato so-
prattutto da studenti, sui tetti dei palazzi alter-
na giardini e pannelli solari, ha un impianto di
depurazione dell’acqua e per il riscaldamento
usa l’energia geotermica.

60
60 cm

SMALL COMFORT AUTO


SIZE SILENCE CAPTURE
ARCHITECTURAL DIGEST

Innovare, partendo da ciò che da sempre esiste: la natura. Leggendone i cicli


e le regole ed esaltando l’armonia intrinseca dei fiori con canoni decorativi inediti.
Dalle macro composizioni ai mini bouquet in magico equilibrio

FLOWER DESIGN
36. Pierre
Banchereau
Parigi

Scenografo, artista, designer, è il di-


rettore creativo di Debeaulieu, ate-
lier e boutique che crea composizio-
ni floreali come meravigliose nature
morte. E fa sbocciare spazi, spesso
legati al mondo del fashion. Come
per la sfilata di Jil Sander a Santa
Maria Novella per Pitti Uomo 2020:
morbide colline arancioni di migliaia
di fiori di calendula messicana.

Shiinoki Shunsuke /AMKK, Irini Arakas Greenbaum, Noboru Murata, Alessandro Garofalo

35. Azuma Makoto


Tokyo «Con la libertà,
i libri,i fiori
Il suo AMKK è un centro di sperimentazio- stenza, come gli abissi marini o la stratosfera.
ne sulla scultura botanica. Collocando la sua Con Frozen Flowers ha portato enormi bouquet e la luna,chi non
pratica in un territorio più unico che specia- di fiori freschi nelle gelide terre della penisola di potrebbe
lizzato, l’artista ha spesso sfidato i suoi ama- Notsuke, Hokkaido, immortalandoli ricoperti essere felice?»
ti fiori ponendoli in situazioni e geografie da cristalli di ghiaccio. Generando, ancora una
altre, dove la natura non ne permette l’esi- volta, uno spettacolo mai visto prima. OSCAR WILDE

62
GALLERIA

38. Yuichi Tamaru


Tokyo/Milano

Approccio, poesia e delicatezza giapponesi. È fiero nipote di un’azienda di pro-


gettazione del paesaggio e manutenzione del verde, Green Wise, nata nel 1905
e dal 2019 con sede anche in Italia. Il suo Kukido (“Via dello Stelo”) è uno stile
di composizione che esalta la forma spontanea di tutte le parti del fiore, anche
danneggiate o appassite, e che espone specie locali e stagionali in equilibrio sui
gambi, ricurvi e girati in direzioni diverse. Una tecnica premiata con il Good
Design Award: perché la bellezza non è controllo, nemmeno sulla natura.

37. Lewis Miller


New York

Impara il rispetto per la natura nella campagna califor-


niana, dove nasce. Studia orticoltura e landscape design
a Seattle e oggi ha una boutique che vanta una clientela
d’eccezione a New York. I suoi Flower Flash appaiono a
sorpresa, strabilianti. E sono realizzati all’alba, con fiori
di recupero. Il primo, al John Lennon Memorial, era un
mandala che incorniciava la parola Imagine; questo, nel
West Village, è dedicato a Tony Duquette. Ogni elemento
del paesaggio metropolitano (compresi i cestini dei rifiu-
ti) può accogliere le composizioni; tutte naturalmente di
grande successo sui social.

39. Emily Thompson


New York

Fiori, semi, baccelli ma anche animali e og-


getti, per creare composizioni che parlano di
ikebana e perfezione, tra contrasti e giustappo-
sizione di elementi. Presenze dall’aura eterea: è
(stata) una scultrice e si vede. Per la passerella
AI 20-21 di Jason Wu, ha creato un’elaborata e
quasi impalpabile foresta di rami di melo, in-
fiorescenze di mimosa ed eucalipto, orchidee.

63
Design Castello Lagravinese Studio

Meda • Milano • Italy


ceppi@ceppisrl.com • www.ceppisrl.com
ARCHITECTURAL DIGEST AD 100

Il design come una forma d’arte. Tavoli, sedie, vasi come sculture. Qui è dove si promuove,
nel mondo, un diverso approccio all’idea di arredamento e di ornamento

GALLERIE
41. MASA
Città del Messico

Una galleria nomade dedicata al collectible design e all’arte, fonda-


ta da Héctor Esrawe, Age Salajõe, Brian Thoreen con Isaac Bissu e
Roberto Diaz. Le mostre sono in luoghi dimenticati o abbandonati
della città: lo scorso anno Recover/Uncover, sulle contraddizioni
intrinseche nella tassonomia, si è svolta in uno spettacolare edi-
ficio di inizio ’900 nel quartiere di San Miguel Chapultepec (in
foto); The Last Tenant, appena conclusa, in una villa modernista.
«Il desiderio è al centro di questa avventura». Si vede.

40. Rossana 42. Gallery FUMI


Orlandi Gallery Londra
Milano/Porto Cervo

Game changer antesignana, scopri-


trice di talenti diventati celebrità,
la sua galleria è un luogo di riferi-
mento per il design internazionale.
Oggi è impegnata anche con il pro-
getto RoGUILTLESSPLASTIC, che Sam Pratt e Valerio Capo hanno
promuove il recupero creativo della creato una galleria di (ricercato) de-
plastica, anche con un concorso di sign – la prima a Shoreditch – nel
idee. Nella foto: Arsenio Rodriguez, 2008. In piena crisi, hanno vinto la
Queen Ro, 2019. scommessa grazie a talento e cura
e oggi, nella nuova sede di Mayfair,
continuano a credere nell’artigiana-
Genevieve Lutkin, Giorgos Sfakianakis, Courtesy Gallery FUMI

to di alta qualità, tra nuove tecniche


e antiche lavorazioni. In foto: Johan-
nes Nagel, Potential Vessel IV, 2018.

43. Carwan Gallery


Atene

Fondata a Beirut e ora al Pireo, deve la sua originalità


alla promozione e produzione di pezzi a firma di progetti-
sti dal Medio Oriente. Tra i rappresentati da Nicolas Bel-
lavance-Lecompte e Quentin Moyse oggi anche designer
di altre geografie, dai linguaggi aperti e multiculturali se-
condo lo spirito senza confini della galleria.

65
ARCHITECTURAL DIGEST AD 100

44. MANIERA
Bruxelles

Architettura e arte insieme, per arredi e


complementi su commissione. L’approc-
cio era inedito, per una galleria: da lì, il
successo di Kwinten Lavigne e Amaryllis
Jacobs, coppia nella vita e nel lavoro. In
foto: Anne Holtrop, tavolo della Caillois
Series; Studio Mumbai/Bijoy Jain, Bam-
boo Study II; Bernard Dubois & Isaac Rei-
na, Lampe (dalla mostra In Huib Hoste’s,
Knokke, 2020).

45. Superchief Gallery


New York/Los Angeles/Miami
Jeroen Verrecht

Questa galleria, fondata da Edward Zipco e dedicato agli Nft. Con un servizio di consulen-
Bill Dunleavy e conosciuta a livello interna- za che assiste i collezionisti dalla valutazione
zionale, lavora dal 2015 con gli artisti digita- alla sistemazione a casa del proprio prezioso
li. Ma non è questo l’aspetto eccezionale. La acquisto. In foto: James Jirat Patradoon, Infer-
novità è che è il primo spazio fisico al mondo no, Superchief Gallery LA, 2019.

66
OUTDOOR LIVING

STAY TU NE D
#ARGO CO LLECT I O N
DE S IGN ED BY LU DOVI CA + RO B ERTO PA LOM BA www.t al en t i srl .com cus to m e rs e r v i ce @ ta le n t is rl.co m
ARCHITECTURAL DIGEST AD 100

46. Pierre Marie Invasioni di campo, collaborazioni tra discipline vicine oppure, almeno
Parigi in apparenza, molto distanti. Il progetto comunque al centro, mentre
incontra la moda, si addentra in spazi inediti, esplora i social network
Un artista nel senso contemporaneo
del termine, capace di spaziare tra i

FRONTIERE
territori espressivi, una nuova star
del design secondo molti critici. Più
umilmente, lui si definisce un orna-
mentist, per quella sua passione di
ornare, di decorare tutto ciò che gli
capita, senza limitazioni. Dalla tap-
pezzeria, con fantasiosi motivi bota-
nici, ai carré in seta per Hermès. Ha Tra nostalgia
aperto una galleria vicino Pigalle,
visitabile su appuntamento. e tecnologia

Funghi utilizzati come materie pri-


me per realizzare accessori di lusso,
mattoni in grado di trasmettere un
senso di leggerezza, eredità recu-
perate e tramutate in nuove storie.
Avanguardie, cortocircuiti narrativi,
idee che diventano cose.

47. Defhouse
49. FORNASET TI
Milano Milano

L’archivio Fornasetti comprende


Oltre 500 metri quadrati divisi tra un corridoio zeppo di scritte fo- circa tredicimila creazioni. Nicolas
sforescenti, una veranda con una vasca idromassaggio, una zona Ghesquière, direttore artistico del-
le collezioni donna di Louis Vuitton,
living con un soffitto di nuvole di neon, arredi rétro e un trionfo ha pescato in questo immenso pa-
di cromie sulle pareti. Un’estetica a metà tra il lusso e il pop. Ecco trimonio di memoria del design per
la collezione autunno-inverno 2021,
la prima concept house abitata da talenti di TikTok, Instagram e riprendendone l’universo visivo e la
YouTube. Non un set, ma un luogo fisico in cui esprimere libera- profondità artistica.
mente il proprio talento digitale.
50. KUENG CAPUTO
Zurigo

48. Virgil Abloh Lovis Caputo e Sarah Kueng, anime


dello studio di design che porta i loro
Chicago cognomi, hanno lavorato per Fendi a
una collezione di pezzi in materiali
in apparenza inconciliabili: pelle e
mattoni. Un modo per affermare che
per la creatività non esistono barrie-
re fisiche, né concettuali.
L’impresa vera è riuscire a stargli dietro. Fon-
datore del brand di street fashion Off-White, 5 1 . M YC OWO R K S
che ha anche la sua collezione home, direttore San Francisco

artistico dell’uomo di Louis Vuitton, artefice di In tanti hanno provato a realizzare


una linea per Ikea e di collaborazioni plurime materiali naturali, privi di elementi
con Vitra (nella foto). Ogni progetto con una plastici e che non coinvolgono ani-
©Studio des Fleurs

mali. Questa start-up ha centrato il


sua cifra stilistica peculiare e tanto estro, qua- traguardo partendo dai funghi. Dal
si a sembrare, ognuno, l’emanazione di menti successo dell’operazione è nata la
collaborazione con Hermès per una
differenti. Abloh è un game changer per la sua borsa della collezione accessori au-
poliedricità e incessante dedizione al lavoro. tunno-inverno 2021-22.

68
Hishi by Chiara Andreatti

potocco.it
ARCHITECTURAL DIGEST

La creatività, libera da costrizioni e limiti, e l’invenzione. Di tecniche costruttive,


processi, materie. Per ritrovare ogni volta l’emozione. Una pratica di conoscenza
del mondo e il veicolo di un messaggio universale di bellezza, critica, etica

AUTOPRODUZIONE
53. Seungjin Yang
Seoul

La fascinazione per i balloon subli-


mata in una nuova e personalissi-
ma forma di scultura attraverso un
processo sperimentale iniziato nel
2013 e messo a punto nel tempo
dal designer coreano. Oggi la serie
Blowing conta sedute di diverse
forme e colori: allegre sì, e solide.
I palloncini sono gonfiati, rivestiti
da otto strati di resina epossidica e
quindi assemblati.

52. Rooms Studio


Tbilisi «Un designer
dovrebbe sapere
Guram Kapanadze, Dor Kedmi

che gli oggetti


Nata Janberidze e Keti Toloraia sono le fonda- mix tra cultura asiatica ed europea, rilettura possono diventare lo
trici dello studio di product e interior design contemporanea di forme e tecniche della tradi- strumento di un rito
georgiano più riconosciuto a livello interna- zione locale. Tutti i loro oggetti sono edizioni esistenziale»
zionale. Un successo di estetica e processo: im- limitate e trovano spazio anche in residenze,
patto grafico, influenza sovietica dall’infanzia, spazi di hospitality e retail da loro progettati. ET TORE SOT TSASS

70
AD 100

54. Erez Nevi Pana


Tel Aviv

Il suo lavoro è militanza e mostra al mondo 55. Duccio


l’eticità di un approccio vegano al design: se Maria Gambi
il legno è vegano, non lo è una sedia di legno
Firenze
su cui sono applicate resine con ingredien-
ti animali. Lavora luffa, bambù, sale, con un
Raffinato progettista tra arte e de-
linguaggio quasi mistico, e il suo recente The sign, lavora la materia con consa-
Banana Project incarna un approccio “Grow It pevolezza prediligendo materiali di
recupero, come il cemento da edifici
Yourself”: foglie e steli, usati come materiale smantellati e cantieri in corso. Ma
da costruzione, sono ricavati da piante di ba- non solo. L’Envers (2020) indaga la
relazione tra naturale e artificiale at-
nano coltivate dal designer israeliano in modo traverso l’uso del colore sulla super-
responsabile e 100% sostenibile. ficie dell’onice bianca del Messico.

56. Carlo
Massoud
Beirut

I suoi oggetti, realizzati grazie a


tecniche e tecnologie sperimentali,
mettono insieme critica sociale ed
estetica ludica: è la sua cifra, per-
sonalissima. A volte lavora insieme
alla sorella ceramista, Mary-Lynn,
come in Chair-ry, una seduta mo-
dellata in argilla e finita con strati di
cemento, che nasce libera da vincoli
di proporzione e dimensione. «Non
sapevamo a priori il risultato finale:
questo è l’aspetto davvero sorpren-
dente del processo. Una sequenza
di tentativi ed errori seguita da una
grande scoperta».

71
ARCHITECTURAL DIGEST AD 100

57. Objects
of common interest
New York/Atene

Oggetti (e installazioni) di interesse comune,


li definiscono gli architetti Eleni Petaloti e Le-
onidas Trampoukis, fondatori dello studio.
L’architettura come approccio si rivela nel-
le loro esplorazioni del mondo del prodotto,
mai industriale. Forme semplici, geometrie e
innesti che sorprendono, riusciti azzardi nella
continua ricerca della morbidezza, sia essa for-
ma o qualità materica: come nei loro Standing
Stones, gonfiabili monolitici in plastica biode-
gradabile dalla compostezza quasi solenne.

«Se uno pensa che


decidere quale
mestiere vuole fare
da grande significhi
automaticamente
trovare un posto,
sbaglia. Il proprio
spazio, uno se
lo deve ritagliare,
con passione
e ostinazione»
ENZO MARI

58. Marcin Rusak


Londra

Foglie e fiori, tutti salvati dai tanti scarti quo- deperibili cristallizzati in argilla e gommalac-
Mathijs Labadie

tidiani dei fiorai, sono intrappolati con grazia ca, esalta una bellezza imperfetta e rappre-
in arredi e complementi dalla pregiata fattura senta un paradosso: come creare oggetti dal
artigiana: è il lessico inconfondibile del desi- valore estetico ed emozionale cui rimanere
gner polacco, figlio e nipote di vivaisti. La se- per sempre legati, quando ogni cosa, per na-
rie di vasi Perishable, realizzata con materiali tura, è destinata a estinguersi?

72
Armchairs Twist - Castello Lagravinese Studio. Bookcase Macao, Coffee tables Ninfea- Designer Maurizio Manzoni cantori.it
ARCHITECTURAL DIGEST

Ripensare tradizioni antiche, nobilitare materiali umili e locali o recuperarli dall’oblio,


offrendo loro una seconda chance di vita e identità. E lavorare a mano, con calma
e dedizione, per dare forma a un’idea che migliori il presente. Con cultura e responsabilità

NEW CRAFTSMANSHIP
60. Milla Vaahtera
Helsinki

Partire dall’arte e dalla poesia dei mobile e componenti possano esibire le tracce dell’ar-
proseguire con naturalezza e rigore nella pro- tigianalità e, ben venga, dell’errore. Accogliere
gettazione di lampade che sono anch’esse e accettare, nella materia come nella natura
sculture astratte, mobili sì, ma funzionali. E umana: «Ho imparato a improvvisare per ri-
dedicarsi anche ai gioielli, con il vetro soffia- spettare la natura mutevole del vetro. Il vetro
to dai maestri finlandesi nel villaggio di Nuu- è come me, spontaneo e organico», afferma la
tajärvi e l’ottone lavorato a mano: perché i designer/artista.

59. Porky Hefer


Arles

Dal Sudafrica, uno dei più interessanti creativi


del suo continente. Disegna e realizza forme
organiche su ogni scala, tra arte e architettura,
con una forte sensibilità ai problemi dell’in-
quinamento da microplastiche. «The bigger
the better», dice, e Buttpuss è di certo grande,
per la sua dimensione e ancor più per il signifi-
cato: un impressionante polpo fatto di migliaia
di filtri di sigarette per mostrare i possibili se-
gnali del Plastocene.

61. Marlène 62. Simone


Huissoud Pedretti
Parigi/Londra Trento

Innovazione come studio di un mon- A 23 anni ha fondato un atelier dove


do altro, quello degli insetti. Please si lavora il legno pietrificato, forma-
Stand By è un progetto elaborato tosi milioni di anni fa e tra le rocce
dalla designer con il supporto di più spettacolari del pianeta. In Val
biologi: strutture/rifugi per farfalle, Rendena, la materia prima prove-
api e vespe di Londra, in materiale niente dalle foreste dell’Indonesia
organico e con colori per loro attra- si trasforma in arredi: come la pan-
enti. Per proteggere la biodiversità. ca Triga, disegnata da Luca Sartori.

74
AD 100

63. unPIZZO 64. Max Lamb


Cantù Londra

Tra i primi designer a sperimentare


con attenzione e successo nel mon-
do dei materiali e delle tecniche
“non standard” nella produzione
di arredi. Processi della tradizione,
materie anche nuove o rinnovate
nell’uso. Come una seduta di glu-
lam, legno lamellare fibro-rinforzato
Trame contemporanee, storia antica. Nel loro solitamente impiegato come mate-
riale da costruzione in architettura.
laboratorio artigianale, Agnese Selva e Bettina
Colombo disegnano e lavorano con passione e
tenacia ricercando nuove applicazioni del tra-
dizionale pizzo di Cantù, reinventato da loro in
formato XL. Nel 2016 il debutto al Salone del
Mobile di Milano e da lì il loro lavoro ha con-
tinuato a trovare consensi e applicazioni nei
prodotti di brand italiani di design. Intrecci su
misura per sedute e complementi, tende, arazzi
Courtesy of Thomas Joseph Wright - Penguins egg, courtesy Gallery FUMI, courtesy James Shaw, Marco Reggi, Antonia Steyn, Elina Simonen, Nicola Scuri

e tappeti, tutti sempre elegantissimi.

65. Fernando Laposse


Città del Messico/Londra

Innovare con un’inedita artigianalità, che magari aiuti


anche a creare nuove economie e finanzi strategie so-
stenibili. Il designer messicano tratta materiali umili e
naturali per convertirli in oggetti originali e dalla fattu-
ra sorprendente. Come The Dogs, panche realizzate a
mano – dalla raccolta al prodotto finito – in fibre ottenu-
te delle foglie di agave a fine vita. Un progetto circolare
che impiega succulente piantate per riforestare aree se-
mi-desertiche, così restituite ai villaggi indigeni. Design
endemico, lo definisce Laposse.

66. James Shaw


Londra

Pensare alla plastica e poi ripensarla e nell’immaginario comune del “riciclo”,


riplasmarla. Nel 2013 il suo progetto di in termini di forme e colori. Plastic Ba-
tesi al Royal College of Art, un estru- roque Chair del 2020, per esempio, è in
sore di plastica riciclata, fece clamore polietilene ad alta densità di recupero,
e oggi è diventato suo fedele alleato ha il fascino di un oggetto imprevedi-
di lavoro e inconfondibile cifra dei bile, è solida, strappa un sorriso e fa ri-
suoi oggetti. Che non rientrano certo flettere. Attivismo come progetto.

75
ARCHITECTURAL DIGEST AD 100

Aiutano a improvvisarsi designer


di habitat improbabili o dimore
da sogno, trasformano lo
shopping in un viaggio ludico.
Universi digitali in cui non
esistono soltanto le skin
griffate, ma interi ambienti
da costruire e arredare

GAMING
68. Animal Crossing
Kyoto

Il New York Times l’ha definito il gioco approvare un mutuo da un bancario


perfetto per l’epoca del coronavirus. con l’aspetto di un procione, l’attività
Mentre i lockdown condannavano preferita da milioni di persone è stata
all’esilio domestico, questa variopin- arredarsi una casa di bit, perfezionan-
ta utopia cartoonistica consentiva di done i dettagli. Il design è diventato
rifugiarsi virtualmente su un’isola un piacere per chi non l’aveva mai
paradisiaca. Qui, dopo essersi fatti considerato tale.

69. Redecor
Helsinki
67. Harry Nuriev
Mosca Courtesy di Nintendo, Reworks e Crosby Studios

L’applicazione, già scaricata oltre 5 milioni


di volte, consente di cimentarsi con l’interior
Il designer russo ha lanciato il progetto Crosby
design, decidendo l’aspetto di un ambiente, i
Studios Home, che prende in prestito scenari, lo- suoi elementi d’arredo, tessuti, colori e mate-
giche e motori grafici dei videogiochi. Tramite riali, ciascuno esaltato da un realismo quasi
fotografico. Nulla di particolarmente innovati-
internet si accede a un appartamento virtuale, vo, se non fosse per la variabile dell’elemento
se ne percorrono le stanze usando il mouse, si social: si può partecipare a varie «challenge»
quotidiane, sfidando a colpi di creatività gli
scoprono i singoli oggetti che le arredano e li si altri membri della community e sentendosi
possono anche comprare. apprezzati per le proprie intuizioni stilistiche.

76
ARCHITECTURAL DIGEST

Alta divulgazione, spirito enciclopedico (e un tocco di ironia) a misura di social. La scelta,


tra le migliaia di profili del settore, di quelli più interessanti secondo i nostri esperti digital

INSTAGRAM
70. Bianca Felicori
@forgotten_architecture

Nel traffico delle storie confusio-


narie, inquinate dalle faccine e
deturpate dagli effetti visivi postic-
ci, questo account è una sosta di
quiete. I contenuti effimeri e le im-
magini fisse hanno l’autenticità del
passato, una patina storica che non
ha bisogno di filtri o forzati abbel-
limenti. Il tema è quello che si può
immaginare: costruzioni dimentica-
te o sconosciute, paesaggi ed edifi-
ci che sembrano di un altro mondo,
più che di un altro tempo. L’autrice,
una giovane architetta, considera
questa collezione uno spazio di ri-
cerca, un archivio della memoria.

71. Adam Štěch 72. Ruben Ortiz


@okolo_architecture e Katty Schiebeck
@somewhereiwouldliketolive

Un atlante del Modernismo, un ca- Fotografo lui, interior designer lei.


talogo su display di interni ed ester- Assieme raccolgono luoghi da so-
ni firmato da uno dei giovani curato- gno dove sarebbe meraviglioso
ri e teorici più apprezzati nel mondo abitare. A scorrere la selezione è
del design. Destinazioni e deviazio- difficile dargli torto, a prescindere
ni, tra l’Europa e oltre. Con un uni- dai gusti. Ci sono le ville affacciate
co hashtag che si ritaglia una riga sull’acqua o i rifugi nei boschi, torri
nel profilo: #architecturehunting. urbane, serre e altre magnifiche fu-
La caccia è aperta. ghe per gli occhi.

78
AD 100

73. Wally Koval


@accidentallywesanderson

Sfiora 1,5 milioni di follower, ha riscos- Dagli storici bagni termali di Buda-
so talmente successo da diventare un pest (è concesso vederci un omaggio
libro, la cui prefazione è stata firmata al grand hotel del film) ai fari austriaci
da Wes Anderson in persona. D’altron- accesi di bianco e di rosso, arrivando a
de, il profilo è un ensemble di atmosfere parchi acquatici in Thailandia. Sempre
che sembrano uscite da una qualsiasi ai limiti del kitsch, con consapevole e
delle pellicole del visionario regista. garbata ironia.
All images are from IG pages. Fotografie di Bassi Progetti © Enrico Rizzato, Adam Štěch, 2017, Antoine Bruy, Neima Pidal & Rhian

74. Brutgroup
@brutgroup

Massicci blocchi di cemento, alveari di finestre,


architetture che al vuoto preferiscono il pieno,
forme appuntite e spigolose. Così esagerate
nella loro propensione al grigio, nella scarsa
tolleranza verso altre sfumature di colore, da
diventare attrattive anziché respingenti. Dietro
l’account c’è un gruppo di appassionati del Bru-
talismo, che accettano proposte per espandere
il panorama degli eccessi di materia.

«Se le persone capiscono,


non c’è niente da spiegare.
Se non lo fanno,
non serve spiegarlo»
JEAN PROUVƒ

79
LIGHT.
LASCIATI
ILLUMINARE
DALL’ARIA.
Grazie alla nuova tecnologia
Multi Air di Falmec, Light ha un corpo
aspirante ultracompatto, racchiuso
da un vetro fumé e da due profili
in alluminio anodizzato nero
con illuminazione led integrata.
Con Light, design e performance
non sono mai stati così leggeri.
ad Designwork / image Nudesign - Eye
falmec.com
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Mentors/1. Elementi di freschezza e originalità


nei profili (al femminile) individuati da Wava Carpenter,
nuova curatrice responsabile di Design Miami/

SEGUENDO
IL CROMOSOMA X 75. ibiyan
Montréal

Elodie Dérond e Tania Doumbe Fines lavorano in sim-


biosi, come evoca il nome del duo nella lingua Batanga
del Camerun. Africa subsahariana ed ergonomie “altre”
portate in Québec in arredi fatti a mano con il pensiero ai
linguaggi degli avi. Come la sedia Elombe 002.

76. Maryam Turkey


New York

Irachena di origine, gli sgabelli Oikos sono fatti con la


“sua” argilla di carta riciclata, intonaco e resina: sem-
bra ceramica. L’ispirazione del progetto, che ha la forma
di una casa con mura e finestre, è il coprifuoco: quello
dell’infanzia a Baghdad e quello di oggi.

Nella sua vita professionale, i ruoli di forme, con sviluppi inediti. «Mi aspet-
direttrice editoriale di Pamono, piat- to che queste giovani donne si faccia-
taforma e-commerce dedicata a pezzi no strada in questo mondo, ognuna a
unici sia vintage sia contemporanei, suo modo. La qualità del loro lavoro è
e di consulente curatoriale di Design eccezionale. Sappiamo che i lavori di
Miami/. E fondatrice, insieme ad Anna collectible design riescono o fallisco-
Carnick, di Anava Projects, agenzia de- no in base alle storie che raccontano:
dicata a supportare il “design for good”. ecco, queste creative stanno aprendo la
Profonda esperta del progetto con- porta a narrazioni nuove e interessanti.
temporaneo, Wava Carpenter indivi- Credo, inoltre, che il mondo del desi- 77. Tiarra Bell
dua oggi quattro ragazze dalle origini gn da collezione abbia a oggi mostrato
Philadelphia
e influenze eterogenee e cosmopolite, un inaccettabile livello di diversità – in
con il Nordamerica a far da centro. Tut- quanto dominato quasi esclusivamente
Martien Mulder

Il suo studio: Bellafonté. Dalla Rhode Island School of


te agli inizi delle loro carriere, stanno dagli europei e soprattutto uomini. Le Design, una giovane talentuosa con diverse partecipa-
zioni a mostre internazionali. Hull Cabinet, di rovere o
dimostrando tenacia e capacità tecnica cose stanno cambiando, ma non abba- frassino, ha una forma continua che stupisce per la qua-
nel lavorare e creare a mano materiali e stanza velocemente». lità delle lavorazioni, a mano e a macchina.

81
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Mentors/2. I nomi scelti da Simone LeAmon, curatrice


capo di architettura e design contemporaneo alla
National Gallery di Victoria, reinventano la tradizione

RILEGGERE 78. Michael Gittings

LA STORIA Melbourne

Maker e designer – con un passato da costruttore di tetti


–, ha una grande tecnica nella lavorazione dei metalli.
Con passione per la storia del design del XX secolo, crea
arredi scultorei donando alla materia texture inattese:
Crinkle Side Table è di acciaio inox.

Makiko Ryujin/Courtesy of the Artist and Gallery Sally Dan-Cuthbert, Sydney, Kyoko Hashimoto, courtesy of Dale Hardiman
79. Kyoko Hashimoto
e Guy Keulemans
Sydney

Coppia nella vita e nel lavoro, indagano le implicazioni


economiche, politiche ed ecologiche dei materiali, usan-
doli per produrre oggetti e gioielli sofisticati. La serie di
anelli Bioregional mescola l’argento a carbone, guscio
d’ostrica, corallo, sabbia e spugna.

Ha dedicato oltre venti anni di lavoro al plessa relazione che abbiamo con il
design, da progettista e da docente uni- Modernismo: i suoi pezzi squisitamente
versitaria, a Melbourne. Ha curato le confezionati sono espressione di critica
ultime due edizioni della National Gal- alla produzione industriale di massa».
lery of Victoria Triennial e molte mo- Creando collezioni in grado di
stre, tra cui Lucy McRae: Body Architect raccontare storie, la coppia Hashimo-
(2019). Ed è appassionata cacciatrice di to-Keulemans «indaga le complessità
talenti del suo continente. della catena di approvvigionamento dei
I nomi da lei selezionati sono materiali, mettendo in evidenza una or-
espressione di cambiamenti in sfuma- mai consolidata dipendenza dalla glo- 80. Dale Hardiman
ture diverse del mondo del progetto balizzazione, sia per la produzione sia
Melbourne
australiano, sempre aperto e pronto ad per la distribuzione dei beni quotidiani.
accogliere la creatività nel senso più Dale Hardiman, infine, è un protagoni- È imprenditore e co-fondatore di collettivi. Lavora per la
ampio del termine. Michael Gittings sta, changer e portavoce in azione nella serie (per il suo marchio Dowel Jones) e per il fuori serie,
anche sui temi del riutilizzo dei materiali. La seduta è
trasforma di sua mano i metalli in sor- locale scena creativa; un riferimento per parte della serie The Nature of an Island, realizzata in-
prendenti arredi, mostrando «la com- la comunità dei designer». sieme al ceramista James Lemon.

82
PH BERNARD TOUILLON

R A FA E L BY PA O L A N AV O N E S H O W R O O M M I L A N O / R O M A / C O R T I N A D ’A M P E Z Z O
V I T E R B O / L O N D R A / PA R I G I / C A N N E S / C O L O N I A
– S H O P O N - L I N E S U S H O P. E T H I M O . I T
ETHIMO.COM
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Mentors/3. Dai tessuti del futuro all’uso degli algoritmi:


la selezione di Beatrice Leanza, direttrice del MAAT
di Lisbona, grande esperta del panorama cinese

NOVITÀ,
CONFERME 81. Elaine Yan Ling Ng
Hong Kong

Formatasi a Londra in Design for Textile Futures, ha fon-


dato The Fabrick Lab: il suo metodo porta la biomimetica
al centro, per dedicarsi alla ibridazione di artigianato e
tecnologia. CArrelé è una serie di materiali da costruzio-
ne realizzati con gusci di uova.

82. Zhang Zhoujie


Shanghai

Nel 2010 ha fondato il suo studio multidisciplinare, pio-


nieristico nella creatività digitale. Tweening Birds è una
scultura di acciaio inox derivante da un algoritmo ed è
formata da complessi frammenti di superfici ricurve, con
un lato specchiante e uno satinato.

Un’italiana nel mondo, a Pechino per conoscenze high tech e saperi comuni,
oltre 17 anni prima di tornare in Euro- in una pratica che viene guidata da inar-
pa. Ha lavorato per Ai Weiwei, diretto restabile innovazione, esplorazione del
la Beijing Design Week in tre edizioni, patrimonio culturale, soluzioni sosteni-
co-fondato The Global School (primo bili e smart». Zhang Zhoujie, con il Di-
istituto indipendente di design nella gital Lab che porta il suo nome, esplora
Repubblica Popolare Cinese). Ha cura- il design parametrico confidando che
to le edizioni 2014, 2016 e 2018 di Across gli oggetti nel mondo digitale possano
Chinese Cities, evento collaterale della evolversi come fossero parte della natu-
Biennale di Venezia di Architettura. ra: il risultato, arredi e installazioni che 83. Feng Chen Wang
I nomi che segnala sono forti, già risultano da logica, varietà e imprevedi-
Shanghai/Londra
consolidati (anche a livello internazio- bilità. Feng Chen Wang è in prima linea
nale) rispettivamente nei settori dei ma- nella nouvelle vague della moda di ori-
Valentina Sinis

Made in China fuori dagli stereotipi, dal RCA di Londra


teriali da costruzione, del digitale, della gine cinese. Un blend di tradizione arti- alla sua prima sfilata nel 2016. È finalista al Woolmark
Prize 2020 con una collezione sostenibile, in cui la lana
moda. Elaine Yan Ling Ng traccia il fu- gianale orientale e ispirazione in linee è tinta a mano con pigmenti estratti da piante utilizzate
turo del textile design perché «fa unire unisex funzionali e mai scontate. nella medicina tradizionale cinese.

84
making
places
calming

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ricco di piante?
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Mentors/4. Per Deyan Sudjic, direttore emerito del Design


Museum di Londra, la nuova scena britannica
è fatta di voci attente al pensiero consapevole

SCIENZA, NATURA,
SPAZIO CONDIVISO 84. Paloma Strelitz
Londra

Architettura come azione e risorsa, ne sono esempio gli


spazi espositivi del Goldsmiths Centre for Contemporary
Art. Ha lasciato lo studio Assemble, ma non l’impegno
nella progettazione come strumento di inclusione e mi-
glioramento: si dedica all’imprenditoria sociale.

Phil Sharp, Jim Stephenson, Oskar Proctor, preparatory sketch by the artist, 2020. © Dr. Alexandra Daisy Ginsberg
85. Natsai Audrey Chieza
Londra

Originaria dello Zimbabwe, è fondatrice di Faber Futures,


laboratorio di biodesign (tutto femminile) che si dedica
alla ricerca e messa a punto di materiali e processi so-
stenibili. Voce d’eccellenza sul ruolo trasformativo del
design nello sviluppo equo.

Menti coinvolte nella ricerca e nello svi- Non una opzione pratica, quindi, ma
luppo con uno sguardo puntato al do- un rimando a quanto di sbagliato stia-
mani, alle urgenze della società e della mo facendo sulla Terra».
natura. Le scelte di uno dei più influenti Illuminata designer e speaker, Na-
curatori di architettura e design a livello tsai Audrey Chieza studia gli impieghi
mondiale ricadono su personalità impe- della biofabbricazione (per esempio l’u-
gnate in prima linea nella costruzione so di batteri per la colorazione dei tessu-
di un futuro inclusivo e responsabile. ti) al fine di generare modelli scalabili
Come nel caso di Alexandra Daisy per un futuro sostenibile.
Ginsberg: «Quando il Design Museum Anche il terzo nome è femminile, 86. Alexandra Daisy Ginsberg
le ha chiesto di contribuire alla mostra Paloma Strelitz: architetto, co-fondatri-
Londra
dedicata alla vita su Marte, la sua pro- ce di uno collettivi più innovativi della
posta non rimandava a una soluzione scena anglosassone (e oltre), è stata elet- Pluripremiata per i suoi contributi nei settori della bio-
high tech, o alla colonizzazione: sug- ta da Sadiq Khan come design advisor logia sintetica e dell’arte, ripensa il design nel contesto
dell’emergenza climatica, per l’uomo e la natura. Pollina-
geriva di utilizzare le piante, e la loro per Londra insieme a 50 progettisti di tor è un’installazione e una piattaforma online per Eden
vita, per creare una nuova atmosfera. grande valore (tra cui David Adjaye). Project, giardino botanico in Cornovaglia.

86
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Mentors/5. Nina Yashar, gallerista e mecenate, vede


nei confini sfumati tra arte e design gli orizzonti del
cambiamento: anche e soprattutto per le giovani leve

GUARDARE
OLTRE 87. Audrey Large
Eindhoven

Giovane francese, lavora con il PLA (acido polilattico),


polimero termoplastico biodegradabile, utilizzando la
stampa 3D. Definisce una nuova materialità attraverso
l’uso di tecniche di produzione cinematografica, mani-
fatturiera e digitale. MetaBowl #10 è del 2020.

88. Pao Hui Kao


Eindhoven

Artista, designer e ricercatrice, taiwanese di origine. Con


carta, acqua e colla di riso realizza oggetti, sculture e
installazioni che sorprendono per resistenza e durabilità.
Come la collezione Paper Pleats, che comprende sedute,
tavoli, divisori e una lampada, tutti riciclabili.

Da attenta talent scout collabora con in discussione la natura degli oggetti,


progettisti che sono agli inizi delle loro soprattutto nella loro nuova dimen-
carriere. Negli spazi della galleria Ni- sione digitale. Mi sono subito inna-
lufar di Milano, infatti, eccellenza del morata del suo approccio progettuale
design da collezione su scala internazio- e della sua estetica, barocca ma anche
nale, trovano spazio le creazioni uniche iper-contemporanea.
sia di maestri sia di promettenti talenti. Di Pao Hui Kao mi hanno affasci-
I nomi scelti hanno in comune la nato le opere eteree, al contempo in-
Brica Wilcox, courtesy Nilufar Gallery

formazione accademica, completata novative e tradizionali, che attraverso


nella fucina multidisciplinare della l’uso di un materiale ordinario assu- 89. Léa Mestres
Design Academy Eindhoven. «Tra i mono un’estetica straordinaria. Léa
Parigi
molti giovani designer che apprezzo, Mestres mi colpisce per la poetica ca-
Audrey Large, Pao Hui Kao e Léa Me- ratterizzata da colori gioiosi e da for- Dopo la formazione a Eindhoven, ora nella città di origi-
stres sono progettiste d’avanguardia me potenti, importanti e iconiche, che ne con il suo studio. Dà vita a un mondo originale ispira-
to a Niki de Saint Phalle per le silhouette felici e a Wen-
che, sono certa, faranno grandi cose in lasciano spazio a immaginari ironici e dell Castle per l’asimmetria e la tensione negli oggetti.
futuro. Audrey mette incessantemente che sconfinano tra scultura e design». Arredi come sculture, per mano di una designer.

88
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Mentors/6. Federica Sala, curatrice milanese, ha indicato


questi talenti italiani impegnati su più fronti: ricerca
personale, impegno sociale, ripartenza dopo la pandemia

LA FORZA
DEL DIALOGO 90. Davide Piscitelli
Londra

“Hyperobject explorer” tra l’individuale e il collettivo. È


assistente alla ricerca per Forensic Architecture, agenzia
che indaga crimini di guerra e violazioni dei diritti usan-
do l’architettura e nuove tecnologie di investigazione.
Ratione Soli sono rocce virtuali per nuovi spazi (virtuali).

91. GISTO

Jessica Soffiati, Premio Impresa 4.0 edizione 2021, design by Studio GISTO. Foto Diego Mayon, Alice Caracciolo
Milano/Treviso

Dal 2010 Alessandro Mason, Matteo Giustozzi e Alice


Cazzolato intersecano design e ricerca con focus su so-
stenibilità e circolarità. Per il Premio impresa 4.0, basi in
marmo da lastre di scarto, lavorate da realtà artigiane,
sorreggono un meccanismo eolico di alluminio.

Collabora con istituzioni e fondazioni molto diversi. Sono convinta che i col-
private, archivi, aziende e magazine lettivi siano il futuro. Penso a Post Di-
per sviluppare contenuti con il design e saster Rooftops: una piattaforma con
l’arte al centro. A suo avviso, è l’unione baricentro spostato a Sud, che durante
e la comunione di intenti che può fare i mesi di pandemia è riuscita a portare
la forza e la differenza, nel progetto. avanti dei progetti usando i tetti degli
E anche nel cambiamento. edifici. Davanti alla paralisi di molti
«Ci troviamo davanti a una nuova luoghi della cultura, un’iniziativa ricca
generazione di designer e artisti che, di pensiero progettuale. GISTO, studio/
oltre ad avere un’impostazione multi- laboratorio con sede tra Milano e Tre- 92. Post Disaster Rooftops
disciplinare o, come si autodefinisce lo viso, unisce l’approccio teorico a quello
Taranto
stesso Davide Piscitelli “antidisciplina- pratico lavorando su idee ecosostenibi-
re”, basano la loro pratica creativa sul- li con il supporto di importanti istitu- Piattaforma di ricerca e curatela fondata da Grazia Map-
la ricerca. Ricercatori, quindi, prima di zioni internazionali tra cui la Biennale pa, Gabriele Leo, Gabriella Mastrangelo, Peppe Frisino.
Sui tetti della città – spazi liberi da definizioni normative
tutto che spesso fanno parte di gruppi in di Architettura di Venezia, la Biennale – organizzano performance collettive per la costruzione,
cui i componenti provengono da mondi di Saint-Étienne e quella di Lubiana». condivisione e de-centralizzazione della conoscenza.

90
ARCHITECTURAL DIGEST AD 100

E infine, i game changer per definizione, protagonisti e snodi


decisivi per progetti e produzione. In primo piano nell’ultimo anno,
in quelli prima, e ­ c’è da scommettere ­ in quelli che verranno «Non c’è design
senza disciplina,
non c’è disciplina
senza intelligenza»
OTTO MAESTRI MASSIMO VIGNELLI

93. Giuseppe 95. Antonio Citterio


Bavuso Milano
Seregno Nel 2020 il suo studio ha compiuto
50 anni; 20 quello di architettura e
Dall’architettura al design, fino interni con Patricia Viel. Un’espe­
alla progettazione biomedica. Una rienza costruita su rigore e consa­
pratica paziente che nel tempo ha pevolezza, disegnando arredi e spa­
saputo veicolare l’innovazione – nei zi secondo funzione e proporzione.
materiali, nelle tecnologie – con un Custodendo in forme calibrate l’evi­
linguaggio essenziale ed espressivo. denza della verità.

94. Francesco 96. Rodolfo Dordoni


Binfaré Milano

Antonio Campanella, Isabella De Maddalena , Stefano Ferrante ,Giovanni Gastel, Thomas Seear Budd, Massimiliano Sticca
Milano In modo olistico, disegna prodotti
singoli, collezioni e gli spazi intor­
Il suo contributo nello sviluppo di no agli oggetti. Mantenendo sempre
modelli chiave del progetto italiano una visione lucida del rapporto tra
e un approccio personale al de­ forma e uso e un metodo che co­
sign come forma di arte e di poesia. niuga solidità classica, razionalità,
«Oggi mi conoscono per i divani, eleganza e fascino per l’arte e il sa­
che sono il mio divertimento». pere manuale.

97. Piero Lissoni 99. Patricia Urquiola


Milano/New York Milano
Architetto, designer e art direc­ In evoluzione e rivoluzione. Sempre.
tor dalla creatività instancabile, Con curiosità e audacia. Da allieva
che persegue equilibrio e armonia di un maestro a riferimento di stile
a ogni scala del disegno. Con una come Achille Castiglioni, ha porta­
poetica distintiva che imprime in to il colore e le forme organiche nel
linee calme la forza della coerenza. design. In lei, tutte le declinazioni
«Progettare è una parte veramente del progetto: dall’architettura agli
importante della mia vita». allestimenti, alla direzione artistica.

98. Paola Navone 100. Vincent


Milano Van Duysen
Anima eclettica e avanguardista – Anversa
aderisce al gruppo Alchimia a fine
anni ’70 –, si muove libera e disin­ Un’analisi midollare dello spazio, la
volta tra architettura, design, in­ sua, che si esprime per volumi mo­
segnamento, la direzione artistica. nolitici, linee ortogonali, materiali
Sperimentando con entusiasmo, ol­ tattili, dall’architettura all’interior,
tre le norme e i limiti; della geogra­ al product design. Alla ricerca della
fia, ma anche del comune pensiero. bellezza senza tempo.

92
The preferred Italian
bespoke kitchens of
Michelin-starred Chefs,
even in your home.

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Swing System,
forgiata per durare
nel tempo
L’elemento sorpresa ha il suo peso spe- il ‘fattore stupore’, perché la nuova cu-
cifico nel progetto di Swing System, de- cina Swing non solo si discosta voluta-
sign R&D SCIC e Ser-John & Co. A pri- mente da mode temporali, ma anche da
ma vista sembra un soggiorno, uno stu- un imprinting industriale. È evidente
dio oppure una stanza dove custodire l’abilità manuale che la consacra a du-
oggetti da collezionare. Invece, apren- rare nel tempo, specie in alcune lavora-
do o spostando un’anta, si rimane me- zioni complesse da realizzare con mac-
ravigliati nel trovare inaspettatamente chinari, possibili solo utilizzando colla,
Swing System mostra tutte la sue qua- un frigo oppure un forno, tanto che ciò morsetti, presse e carta vetrata. Le ma-
lità arredative, svelando la cucina solo
nel momento in cui viene aperta l’anta che sembrava essere un mobile in re- niglie in noce a tutt’altezza, ad esem-
che la nasconde. altà è una cucina. Ma non finisce qui pio, sono massellate tornite e integrate
Cura e ricerca dei dettagli sono ele-
mento distintivo della cucina Swing,
come l’uso della pietra granito dalle
speciali doti estetiche e materiche.

nell’anta con un motivo che permette


di muovere le composizioni su più li-
velli, mantenendo un profilo continuo
che esalta la natura plastica della su-
perficie rigata. Le ante diventano un
elemento stilistico e compositivo, gio-
cano con gli spessori e con la rigatura
verticale della superfice, che aiuta a
perseguire il concetto di ‘continuum’
nascondendo gli stacchi e sottoline-
ando il principio di sistema boiserie
con ‘sorprese a scomparsa’. Un altro
aspetto insolito e importante di Swing
risiede nella profondità dei suoi modu-
li, disponibile nelle micro size da 180
Nico Abbruzzese - @nicosdao, Larus Miani, Broggi - @broggi1818

e 130 mm in aggiunta alle tradiziona-


li da 350 e 600 mm. E anche nella se-
rie di serrandine scorrevoli inseribili
a piacere in un secondo momento, da-
to che il mobile è predisposto ad ac-
coglierle su ogni mensola con l’inseri-
Nessun riferimento temporale mento di un fissaggio magnetico, mo-

o elettrodomestico a vista: dificando così facilmente il look com-


plessivo. Completano Swing soluzioni
la nuova cucina by SCIC retroilluminate e la scelta del granito
per il top: pietra dalle eccezionali ca-
dichiara la propria vocazione ratteristiche meccaniche, ignifughe e
idrofughe, qui reinterpretata con una
artigianale al di là delle mode macchia aperta tipica dei marmi.
ARCHITECTURAL DIGEST

Testo di Elena Dallorso


Foto di Davide Lovatti
Un hotel storico con quarantatré finestre come occhi
sul golfo, un’antica tradizione di ospitalità, una collezione
di suite d’autore e un tesoro che, a Ravello, hanno in pochi

IL MARE VERTICALE
GALLERIA

« È S TAT O P A L A Z Z O AV I N O
A D A D AT TA R S I A G L I S P A Z I
DELLA COSTIERA,
E NON IL CONTRARIO»
mariella av i n o

a sinistra L’ingresso di Palazzo Avino, a 350 me-


tri sul livello del mare. sot to I giardini solarium,
parte del Clubhouse by the Sea. pagina prece -
dente La piattaforma di accesso al mare, riser-
vata esclusivamente agli ospiti dell’hotel.

Cosa manca a Ravello? La domanda sa di Palazzo, è partita per dotare il suo hotel di
provocazione, perché la risposta più scon- un Clubhouse by the Sea, ovvero una villa
tata è “niente” in un posto in cui il paesag- a Marmorata (distante da Ravello un bre-
gio e la natura danno spettacolo da sem- vissimo tragitto in navetta) con una pic-
pre. Eppure. La sua posizione sullo spero- cola piscina, giardini solarium delimitati
ne roccioso che divide la valle del torren- da balaustre in marmo e muretti a secco e,
te Dragone da quella del torrente Regin- soprattutto, piattaforme di accesso al ma-
na, a un’altitudine di 350 metri, garantisce re a disposizione degli ospiti.
una delle viste più belle sul golfo ma tiene La geografia della Costiera è vertica-
il mare lontano. le, gli spazi si conquistano da secoli ricor-
È da questa domanda che la fami- rendo a stratagemmi architettonici co-
glia Avino, proprietaria dell’omonimo me terrazze, scale, gradini, dislivelli, sia

97
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

a sinistraL’immobile storico di Palazzo Sasso, ri-


salente al XII secolo, dal 2013 ha preso il nome di
Palazzo Avino. sot to , dall ’ alto L’interno visto dal
basso, con la copertura vetrata. La camera Ac-
quamarine Deluxe disegnata da Cristina Celesti-
no sul tema del corallo, acquamarina e sabbia.

O R G A N I Z Z AT O C O M E U N R I A D ,
IN CUI TUTTI GLI AMBIENTI
R U O TA N O I N T O R N O A U N A
C O R T E I N T E R N A , I L PA L A Z Z O
H A S U G G E S T I O N I O R I E N TA L I

all’esterno sia all’interno degli edifici.


Palazzo Avino non fa eccezione. «La
struttura si è adattata agli spazi e non
il contrario», racconta Mariella Avino,
managing director dell’hotel dal 1997,
due anni dopo che la famiglia lo aveva
comprato decretandone la rinascita. Al
tempo si chiamava ancora Hotel Palum-
bo e della sua vecchia gloria (aveva ospi-
tato, tra i molti, anche Humphrey Bo-
gart e Gina Lollobrigida durante la re-
alizzazione del film il Il tesoro dell’Afri-
ca, o Ingrid Bergman e Roberto Rossel-
lini al tempo della loro scandalosa sto-
ria d’amore) era rimasto ben poco, tran-
ne un’atmosfera un po’ fuori dal tempo
che è quella che ancora oggi si respira.
«Il progetto di recupero, portato
avanti dall’architetto Rino Gambardel-
la, è stato ovviamente conservativo»,

98
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

sopra La Belvedere Suite è parte della specia-


le collection di Cristina Celestino. I lampadari
Venini sono riedizioni di Carlo Scarpa. a sinistra
Nei giardini con vista sul mare, l’area benesse-
re/Spa ha idromassaggio, sauna, bagno turco e
una piscina esterna affacciata sul golfo.

prosegue Mariella, «dato che il primo


nucleo del palazzo risale al XII seco-
lo. Noi abbiamo voluto il più possibile
utilizzare i materiali locali, come il cot-
to, di cui nell’antichità erano fatti tutti
i balconi e i colonnati, e le ceramiche».
Quarantatré le finestre ad arco a se-
Q U A R A N TAT R É F I N E S T R E sto acuto che bucano le facciate rosa per
AD ARC O A SESTO ACUTO guardare fuori – tante quante le camere
B U C A N O L E F A C C I AT E R O S A – e far entrare dentro il paesaggio, rifles-
PER GUARDARE FU ORI so dalle armadiature specchiate. «Negli
E FA R E N T R A R E D E N T R O I L interni prevale il bianco, per non preva-
PA E S A G G I O , R I F L E S S O D A L L E ricare o offendere mai la bellezza e la luce
A R M A D I AT U R E S P E C C H I AT E di quello che c’è fuori», spiega Mariella.

100
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

sot to , dall ’ alto La camera Acquamarine Delu- a destra La piscina bordo mare del Clubhouse
xe della speciale collection disegnata da Cristi- by the Sea, a disposizione esclusiva degli ospiti
na Celestino, con un’ampia finestra ad arco con dell’hotel. La villa ha una piccola piscina, giardi-
vista mare e balcone alla francese. L’area relax ni solarium e una piattaforma di accesso al mare.
(con Jacuzzi e zona pranzo) della Belvedere Suite. Sulla terrazza si trova anche un piccolo ristorante.

I colori della Costiera (corallo, acquama-


rina e sabbia) sono il leitmotiv della cap-
sule collection di suite (mutuando il con-
cetto dalla moda) disegnate per Palazzo
Avino da Cristina Celestino, e inaugu-
rate in piena pandemia, dopo l’apertu-
ra, nel 2019, del Pink Closet, la boutique
dell’albergo.
«Ci piaceva portare un po’ di quel
mood in hotel», dice Mariella Avino:
«Un tocco glamour, ma una continua
attenzione alla tradizione locale». Or-
ganizzato come un riad, in cui tutti gli
ambienti ruotano intorno a una cor-
te interna, che oggi ha una copertura
in cristallo che ne permette l’uso an-
che nelle stagioni più fredde, il Palazzo
ha suggestioni orientali. I pavimenti in
marmo giocano con la tridimensionali-
tà grazie ai colori (verde e oro), che len-
tamente digradano verso il bianco. Per
non offendere la famosa luce magica.

102
A L C E N T R O D E L L E T U E E M OZ I O N I

B E AT . S P I R I TO G I OVA N E E G R A N D E P E R S O N A L I TÀ .

BEAT è la cappa sospesa di Faber che dona nuova personalità alla tua cucina. Le sue linee semplici ed essenziali
la rendono così versatile da integrarsi abilmente in qualsiasi ambiente, esaltandone lo stile. Al gusto estetico
unisce grandi prestazioni, minima rumorosità e una perfetta illuminazione del piano di lavoro. Il meglio, per farti
vivere nuove emozioni.

Disponibile in quattro sofisticati colori con finitura opaca: nero, grigio scuro, bianco, blu polvere.
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

GIARDINO
INTERNO
Un polpo, Quasi
È il crisantemo il protagonista del
di profilo un origami
tessuto jacquard Kiku di Dedar, un
fiore carico di simbolismi, che viene
storicamente associato alla famiglia
imperiale giapponese ed è anche
motivo tradizionale delle cinture
«obi» di kimono e vesti cerimoniali. In effetti la sedia Tako disegnata da
Naoto Fukasawa per Maruni un po’
al mollusco assomiglia: sinuosa e
avvolgente, con un’unica linea che
collega lo schienale alle gambe.

ISPIRAZIONI: GIAPPONE

POETICO
ORIENTE Ha la forma di un ōgi, il ven-
taglio giapponese pieghevole,
A cura di Francesca Santambrogio
la lampada da tavolo Sukato di
Testi di Elena Dallorso e Ruben Modigliani
Elsa Pochat per Roche Bobois.
Con struttura in metallo e pa-
ralume in carta plissé.

Minimalismo, simbologia, incanto


in cinque proposte che ci proiettano
in un mondo e in una cultura lontani

«In Giappone
la bellezza
è iniziatica,
la si merita,
è il premio
di una lunga e
talvolta penosa
ricerca, è finale
intuizione,
Materiali dinamici
Andrea Ferrari per Dedar

TERZA DIMENSIONE
possesso
La console Aria, riedizione di un classico di Rena Dumas (fondatri-
ce dello studio RDAI) in partnership con The Invisible Collection, geloso» Le pieghe danno vita alla tridimen-
sionalità della carta da parati Hika-
ri di Wall&decò (collezione Essen-
ha una forte identità strutturale che risponde al desiderio della de- FOSCO MARAINI
tial Wallpaper). Donando materici-
signer di mobilità e trasformazione dei materiali attraverso il tempo. tà e corpo alla superficie.

105
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

LE BASI DELLA
«Nel profondo GEOMETRIA

dell’inverno I geometrici sono tessuti indoor/

ho finalmente outdoor pensati da Rubelli come un


insieme in cui ogni elemento può
dialogare e interagire con gli altri:
imparato come Pitagora, decorativo, che si
ispira a uno scudo miceneo; o Eu-
che c’era in reka, materico, con la bellezza di un
tessuto artigianale.

me un’estate
invincibile»
ALBERT CAMUS

Piccola isola
Il legno proviene solo da zone soggette a rimboschimento. L’acciaio
inox è quello nautico, le tinte soltanto naturali: l’azienda brianzola
Annibale Colombo firma Coriandolo, divano tre posti per esterni.

ISPIRAZIONI: OUTDOOR

LE NUOVE
APERTURE Dormire
sotto le stelle
Una bici compatta a cui si aggancia la
Love-cabin di Hermès, un mini-cara-
van con struttura in legno e allumi-
nio, maniglie rivestite in pelle e can-
vas bivouac impermeabile, tessuto
riciclato (naturalmente della mai-
son): la seduta interna si trasforma
in un letto matrimoniale.

Un fuori che rimane intimo grazie a strutture,


idee e materiali cocoon. Per praticare
la libertà anche dentro i confini domestici

53 bottiglie
La tela della lounge chair del-
la serie The Desert di Ferm Li- PA U S A B E N E S S E R E

ving è ricavata dalla tessitu-


Hut, progetto di Marco Lavit per
ra della plastica riciclata di Ethimo, è una struttura in legno che
53 bottiglie. Una sostenibili- accoglie e protegge come un nido,
trasformando il relax in una pratica
tà che non fa rimpiangere al- rigenerante. La seduta è completata
cun altro materiale. da cuscini che sostengono il corpo.

106
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

«E questa
nostra vita,
via dalla
folla, trova
lingue negli
alberi, libri
nei ruscelli,
prediche
nelle pietre,
FIBRA SOSTENIBILE

e ovunque Sognare Venezia


L’ispirazione per la collezione
Rivestita con un tessuto Jacquard che ricorda i riflessi della Lagu-
Éléments Terre di Métaphores è il
mondo naturale e la sua costante il bene» na (e i bagliori dell’oro e dei lapislazzuli), la chaise-longue Virna La-
evoluzione. Con una radice storica:
disegni e motivi provengono dall’ar-
WILLIAM SHAKESPEARE goon disegnata da Simone Ciarmoli e Miguel Queda per Uno Con-
chivio della filiera tessile Hermès. tract è realizzata in legno con finitura in ottone spazzolato.

I S P I R A Z I O N I : N AT U R A

CREATIVITÀ
INNATA
Google

Gaelle Le Boulicaut per Metaphores, Andy Liffner per Moroso, Valentina Sommariva per Uno Contract
Earth
Antropico Entropico è il tritti- L A TAV O L A

co di tappeti di Roberto Siro- DEGLI ELEMENTI

ni per Nodus che scompone e


La collaborazione tra Ginori 1735 e
riassembla in modo entropico Cassina continua con la collezione
immagini satellitari, generan- Gli alberi, le rocce, gli animali, l’acqua, la di piatti e sottopiatti Le Monde de
Charlotte Perriand decorata a ma-
do nuovi paesaggi. terra sono fonti d’ispirazione di un design che no e ispirata alle fotografie con te-
ma naturalistico scattate dalla Per-
guarda alle origini per immaginare il futuro riand negli anni 1933-1934.

Forza
primigenia

Design by Nature è il progetto di ri-


cerca (che include mobili, oggetti e
tessuti) del duo svedese Front pro-
mosso da Moroso che indaga la for-
za creativa dei sistemi naturali.

108
RGIA
LE
NSHOWER
E 310
ccia di felicità.
zanti docce
ve funzionalità
he.it

NOI DONIAMO
na doccia GROHE e
plash! Così facendo
più vulnerabili e le
ere accesso a servizi
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021 GROHE donerà € 1,00


ostegno dell’iniziativa Make
F. Per saperne di più, visita
ash. L’UNICEF non sostiene
marchio, prodotto o servizio.
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

LUCE, ALLUMINIO
E LEGGEREZZA
«Compiti
Levante di ADL (brand del grup-
dell’architetto:
po Boffi|DePadova) è un sistema
di pannelli in alluminio, senza parti conoscenza
in vetro, pensato per filtrare luce e
connessioni visive. Un modo di divi-
dere gli spazi che per la prima volta
dell’uomo,
può essere utilizzato anche outdoor. immaginazione
creatrice,
bellezza,
libertà
delle scelte»
LE CORBUSIER
Costruire la consapevolezza
Lo Swiss Architectural Award promuove progetti attenti alle questio-
ni etiche. Vincitore dell’ultima edizione è lo studio Bruther: qui il loro
centro Saint-Blaise per sport e cultura, a Parigi, struttura “aperta”.

I S P I R A Z I O N I : P R E N D E R E S PA Z I O

A TUTTO
VOLUME
Miraggi
Centinaia di tubi metallici a se-
zione quadrata accostati tra lo-
Ognuno a

Arseni Khamzin per lambert&fils,Enrico Cano per Bruther/Swiss Architectural Arward


ro formano Paravent, di Lam-
bert & Fils: elemento divisorio suo modo
monolitico che, visto frontal-
mente, diventa trasparente. In La linea asimmetrica e il comfort

vendita online su adorno.design


Geometrie pure o fluide. Elementi – pareti, della poltrona Fried Egg (Warm
Nordic) di Hans Olsen, del 1956, so-
mensole, divisori – che delineano ambienti e no un invito a sedersi in mille mo-
di diversi. Un oggetto rivoluziona-
funzioni. Micro o macroarchitetture da vivere rio che oggi è tornato in produzione.

PA E S A G G I O C O N F I G U R E

Lo scultore Alex Pinna si muove in un


territorio che sta tra arte e design, e ap-
partiene a entrambi. Nel suo progetto più
recente con la galleria milanese Dilmos,
9 am e 2 pm, esili sagome umane abita-
no console piramidali da fissare a parete:
oggetti che con un gioco di scala diven-
tano scenografia astratta e metafisica.

110
ADV fotograph.it

STANLEY carpet
BEVERLY modular sofa

GORDON PLAZA chandelier


COCO coffee table, lamp table

GORDON table lamp, floor lamp


dvhomecollection.it MILANO / LONDON / MIAMI / LOS ANGELES / NEW YORK / MOSCOW / KIEV / SHANGAI / DOHA / DUBAI / BAKU
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

VA R I A Z I O N I
«Per me i colori SU TEMA

sono degli La poltrona MAgriT TA, disegna-

esseri viventi. ta dall’architetto e pittore italo-ci-


leno Sebastián Matta, è un omag-
gio al Surrealismo e a Magritte. Og-
Sono loro getto scultura ironico, nella versio-
ne originale è in verde. Oggi Gufram
i veri abitanti la propone anche in rosso e giallo.

dello spazio»
YVES KLEIN

Valori cromatici
Sessant’anni fa nasceva Rosenthal Studio-line, collezione della sto-
rica manifattura tedesca dedicata al design d’avanguardia. Per ce-
lebrare l’anniversario vengono rieditati 60 vasi, in 12 nuovi colori.

ISPIRAZIONI: COLORE

QUESTIONE
DI SFUMATURE
Sapere
alchemico
Venini ha una palette di 125 tonali-
tà, definite da dosaggi precisi di mi-
nerali. Tra queste il rosso sangue di
bue, qui abbinato al rosa cipria nel
vaso Veronese: colore antico per ce-
Storia rivisitata, pezzi ironici e rivoluzionari, lebrare i 100 anni della fornace.
citazioni colte. Un intero arcobaleno
per definire la palette del nostro tempo

À rebours
Per la collezione di superfi-
Federico Cedrone per Alpi

ci lignee French Palette, di Al- NERO, ROSSO,


pi, Piero Lissoni si è ispirato M U S TA R D & B R O N Z O
alla pittura francese del primo
’700. Tonalità leggere e lumino- Sono le nuove tonalità in cui Oluce
ripropone la lampada Coupé di Joe
se: «Ho trattato il legno come Colombo (progetto del 1967), oggi
se fosse un affresco», spiega. nella inedita versione “mini”.

112
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

ISPIR AZIONI: #ADIMAGINE


Il cambiamento
L’ORO AZZURRO su scala domestica
(e mini)
La nuova gamma di miscelatori Vital di
Franke ha un sistema di filtrazione radi­
calmente innovativo, che permette di ave­
re acqua pura dal miscelatore di casa gra­
Due progetti che, in modo diverso, tutelano
zie a un elemento dall’ingombro minimo.
e proteggono la purezza preziosa dell’acqua È Vital Capsule, filtro dalla tecnologia bre­
vettata – premiato nel 2019 col Red Dot De­
sign Award – che trattiene dall’acqua ol­
tre il 99% dei batteri e dei virus, filtrando
ruggine, sedimenti e microplastiche, sen­
za però rimuovere i sali minerali. Un pro­
getto che inoltre è 100% sostenibile: Vital
Capsule, in plastica e fibra di cocco, è rici­
clabile in ogni sua parte.

Miscelatore Vital di Franke dotato del filtro


sot to
brevettato Vital Capsule, il sistema di depurazio­
ne dell’acqua più piccolo e avanzato al mondo.

Sole, sale, energia: un circolo virtuoso «Più ci saranno


gocce d’acqua
È del neozelandese Henry Glogau, recentemente laureato alla Royal Danish Academy di
Copenhagen, il progetto scelto tra i 2.079 sottoposti alla giuria del Lexus Design Award pulita, più il
2021. È un distillatore solare portatile che utilizza energia solare e acqua di mare per pro­
durre acqua potabile pulita, utilizzando il sale rimanente per la creazione di elettricità.
mondo risplenderà
Fondendo la produzione locale delle risorse con l’architettura della comunità, questa so­ di bellezza»
luzione a bassa tecnologia funge anche da riparo comune dal sole. MADRE TERESA DI CALCUTTA

sopra Il progetto Portable Solar Distiller di Henry Glogau, vincitore del Lexus Design Award 2021.

114
Troppo bello
per tenerlo
chiuso.
Un Liebherr è elegante e senza tempo grazie
al nostro design minimalista, alla nostra
concezione di luce innovativa e ai com-
ponenti premium in vetro e acciaio. Il vero
protagonista della vostra cucina per estetica
e funzionalità. Scoprite la nuova gamma su
home.liebherr.com/innovation2021

Raffreddare e Congelare

IRBdi 5180 - Serie


www.bsdspa.it/novita-liebherr-2021
ARCHITECTURAL DIGEST

Un padiglione lineare pieno di verde e di particolari sofisticati. Scriveva il critico d’arte John Ruskin
Con una grande piscina. Una nuova idea di “pool house” che «l’architettura è l’adattarsi delle for-
me a forze contrarie». Un adattamen-
che mette in dialogo benessere, immagine e sostenibilità to che spesso diventa la sfida che ren-
derà il progetto più entusiasmante. Per

LA NOSTRA Gianluca Zollino, architetto e co-foun-


der dello studio bolognese Rizoma Ar-
chitetture, ideare la piscina di una villa

OASI PRIVATA seicentesca immersa nei morbidi pen-


dii dell’Appennino tosco-emiliano si è
rivelato una sfida di questo tipo. Il pro-
Testo di Umberta Genta. Foto di Max Zambelli
getto iniziale, evocazione di un’orange-
rie articolata su una struttura in vetro
e acciaio in stile Liberty, non incontra-
va l’autorizzazione comunale, in quanto
“non abitabile”. Ma come spesso accade

sot toUno scorcio della piscina con acqua a


32°. Sdraio Aydon con seduta in tessuto Parade
di Alessandro La Spada per Visionnaire. Tavo-
lo Breeze in legno iroko naturale di Visionnaire.
GALLERIA

«L A CASA-PISCINA È UN
ORG ANO VIVO CHE C ONSUMA
E C R E A E N E R G I A : A R R I VA
A UN DISPENDIO MINIMO
Q U A N D O N O N U T I L I Z Z ATA »
gianluca zollino

a sinistra e sot to Due spazi esterni della casa


allestiti con poltrone, daybed e tavolini Farnese
di Samuele Mazza per Visionnaire, con struttu-
ra principale in rattan naturale nero, imprezio-
sito da legature in cuoio e midollino.

nella gestazione creativa, la sinergia con nordeuropea, la nuova struttura ospita


la committenza — una coppia italo-fran- un piccolo appartamento e una piscina
cese appassionata di piante e giardini — termale di 90 m², punteggiata da oasi di
ha fatto superare le difficoltà ripensan- piante tropicali. Dotata di tutti i comfort
do il progetto in modo radicale: perché di una Spa professionale, la casa-piscina
non creare una casa a tutti gli effetti, un è concepita come «un organo vivo: con-
segno contemporaneo in dialogo con la suma e crea energia (attraverso una pen-
villa, che presentasse come elemento do- silina fotovoltaica utilizzata come par-
minante una spettacolare piscina indoor? cheggio), arriva a un dispendio minimo
Evoluzione della classica pool hou- quando non utilizzata e consuma quello
se e improntata su forme che rivisitano che serve per il miglior comfort di chi la
la semplicità funzionale dell’architettura vive», spiega Zollino, che sin dall’inizio

117
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

a sinistra Poltrona Poule in legno iroko e corda sot toRiflessa nell’acqua, una serie di lampa-
di lino e divanetto Kathryn, entrambi di Giusep- dari Brunilde di Alessandro La Spada e Samue-
pe Viganò. Tavolini Breeze di Manzoni Tapinassi. le Mazza. In questa pagina, tutto Visionnaire.

«IL GIOCO DI EQUILIBRI


T R A N AT U R A C I R C O S TA N T E
E AVA N G U A R D I A N A S C E
D A M AT E R I A L I E D E T TA G L I
S T U D I AT I A D H O C »

ha concepito la luce naturale come l’ele-


mento cardine del progetto, amplifican-
dola mediante i lucernari ottenuti dalla
struttura a falde slittanti del tetto.
L’equilibrio tra spazio domestico e
avanguardia tecnologica nasce da ma-
teriali e dettagli studiati in maniera sar-
toriale, «come il sistema di ventilazio-
ne naturale che, grazie alle tecnologie
bioclimatiche, cambia l’aria garanten-
do una temperatura costante», illustra
l’architetto; un “abitare secondo natu-
ra” che si rispecchia nell’elegante décor
del giardino, articolato sui pezzi della
collezione Outdoor di Visionnaire, rea-
lizzati con fibre lavorate a mano secon-
do la tradizione artigianale del made in
Italy, come il rattan naturale e la canapa
intrecciata. Poltrone e daybed utilizza-
ti con fluidità sia negli spazi outdoor sia
negli interni, dove invitano al relax do-
po un tuffo nel blu ottanio della piscina.

118
AD × CIBELLE

Il nuovo lusso? Nasce in


Puglia e vive nel mondo

Se pensiamo ad Andria, la prima cosa che “Il ricamo come mezzo per comunicare
ci viene in mente è la magistrale bellezza attraverso i miei prodotti”
di Castel del Monte, fatto costruire da Fe-
derico II di Svevia per ospitare le sue feste Raffaella Gemiti è la founder del proget-
e oggi raffigurato sulla moneta da 1 cente- to. Ha appena 23 anni, ma sente forte il
simo. La sua posizione e forma ottagonale legame con la sua terra. La sua intrapren-
richiamano da subito lo sguardo di ogni vi- denza l’ha spinta a lasciare il calore della
sitatore. Ed è in questa cornice salda di va- Puglia per esaudire i suoi sogni: studia-
lori e di emozioni che nasce Cibelle, mar- re e ampliare le sue competenze nel set-
chio orgogliosamente pugliese. I prodotti tore della moda. Ma acquisire know how
con il loro mood allegro, festoso e versati- può fare solo da miccia se la passione è
le si adattano sia ad occasioni di feste ele- forte: così torna nella sua Andria, sicura
Alcuni filati d’autore realizzati dal- ganti che a contesti quotidiani, in qualsiasi del nuovo bagaglio culturale.
la 23enne Raffaella Gemiti: la sua parte del mondo, da una villa a Capri a un E lì trova l’ispirazione: il corredo, la non-
iniziativa imprenditoriale alimen-
ta il sogno di combinare storia e in- attico a New York fino a uno yacht di lusso na, il ricamo, i pranzi in famiglia. Tut-
novazione in prodotti belli e green. che attraversa l’oceano. to parla della sua storia, personale e
familiare, ma tutto appartiene anche al-
la storia di tante famiglie lontane e vicine.
Grazie alla pluriennale esperienza dell’a-
zienda di famiglia nel settore tessile, Ge-
mitex S.p.A., Raffaella inizia a fare ricer-
che e poi a selezionare tessuti sostenibili e
naturali. Non importa se in un college ol-
treoceano o su una spiaggia a pochi passi
da casa, quando si ferma, quello che la ri-
porta a casa è un filo delicato tra le mani
esperte di sua nonna.”

“Affinché si possano creare delle cose


nuove, bisogna riuscire a cogliere il bel-
lo di ciò che è stato fatto”

Riparte dalla tradizione dei corredi, col-


lezione di biancheria per la casa che ve-
niva data in dote alle donne pronte a Cibelle lancia una linea
innovativa di tessili che
In tutte le foto: Tovaglia e tovaglio- combina sostenibilità,
lo Gioia, 100% Lino ricamato, Made
in Puglia. Filati di 100% cotone makò
usati per i nostri ricami.
ricercatezza e amore
per i preziosi filati
della propria famiglia

pronunciare il fatidico sì. E quindi parte


per un viaggio senza valigie, quello nella
storia della sua famiglia. A condurla è la
nonna che le mostra i ricami di un tem-
po, le lenzuola a lei donate in dote, le to-
vaglie, le federe. Testimonianza di un la-
voro certosino, di amore per la cura del-
la casa e per la propria sfera personale.
Cibelle è quindi questo: sostenibilità,
lusso, innovazione ma anche tradizione
e famiglia. Con i suoi tessuti e filati pre-
giati, incastonati a formare un ricamo,
crea opere d’arte uniche e senza tempo.
La sfida è mantenere uno sguardo glo-
bal partendo da una produzione local.
Dai castelli e chiese che svettano all’oriz-
foto: Simone Tadiello, location: Masseria Potenti

zonte alle luminarie che impreziosisco-


no le notti di festa. E poi ci sono le storie
di quella Puglia fatta di incontri, di cene,
di pranzi con parenti, amici, uniti davan-
ti a una tavola per il sano gusto di condi-
videre la passione per la buona cucina.
Sono queste le storie che raccontano i fi-
lati di Cibelle: storie di amore, passione
e viaggi sparsi per il mondo.
www.cibellexperience.com
A MANO

LIBERA

In principio è stata una tenda, poi una parete. Poi Francesco Risso,
direttore creativo di Marni, ha dipinto tutto il suo appartamento milanese:
«La ricetta è semplice: riscaldare gli spazi con l’istinto»

Testo di Ruben Modigliani


Foto di Francesco Dolfo
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

La casa di Francesco Risso, direttore creativo di Marni, è in


un bel palazzo milanese dei primi del Novecento. La facciata
è tutto un rincorrersi di timpani, lesene, festoni, come se vo-
lessero far dimenticare con la loro abbondanza la cadenza im-
placabile delle finestre. Una volta entrati nell’appartamento
l’impressione si moltiplica, ma come attraverso lo specchio di
Alice: perché qui la decorazione diventa vorticosa, un fuoco
d’artificio che frulla insieme le grotte di Lascaux, gli anni ’70
ma anche l’Art Déco, il palazzo di Cnosso, i libri di fiabe, l’ar-
tigianato tibetano e la Op Art, il design storico e quello rivo-
luzionario. Senza mai perdere il filo, anche cambiando strada
in corso d’opera. «Sono in quella casa da dicembre, e da allo-
ra c’è stata una continua evoluzione», spiega Risso. «Ci sono
stanze che avrò fatto ridipingere sette volte. Sempre guidato
dall’istinto, da quella sensazione che ti arriva da quelle quat-
tro mura che hai intorno».

L’istinto. È quello che gli ha fatto scegliere questo posto: «Mi


è piaciuto il suo andamento strano, a ferro di cavallo, non il
classico corridoio su cui si affacciano tutte le stanze. Mi ha
fatto pensare alle case di Genova, la città dove sono cresciu-
to: deliranti, di imprinting classico però piene di irregolari-
tà. Una sensazione di ritorno alle origini. Cerco sempre un po’
quella memoria: alla fine, sono un grande appassionato delle
case genovesi.Anche da fuori, questo è un edificio fantastico:
curatissimo ma con la patina del tempo. Sono due giochi che
vanno in parallelo». Il processo di decorazione totale è ini-
ziato subito: «Quando ho messo i miei cactus nel salotto mi
sembrava di essere a Santa Fe.Abbiamo fatto di tutto per to-
gliere quell’effetto e creare un ambiente un po’anni Trenta. →

a destra Nella camera principale, letto e specchio di Gabriella Crespi. Credenza anni ’20 con vasi di
Hugh Findletar e sculture di Harley Weir. Lampada anni ’60. pagine precedenti Nello “studio rosso”,
tela di Betsy Podlach, poltrona di Viggo Boesen e divano di Jørgen Høj del 1968. Sala da pranzo:
tavolo di Martino Gamper, sedie Luisella di Franco Albini e Franca Helg, e chiavarine originali.

126
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

sopra Sopra due mobili da ufficio d’epoca, due sculture di cani (la chiara del 1890, l’altra del 1920). In mezzo, un lavoro
su carta di Jean Cocteau. a destra Ai lati di un grande specchio realizzato da Nanda Vigo, due sedute del Settecento
che Risso ha voluto rivestire in mongolia verde. Il motivo decorativo della parete prosegue sui tappeti, dipinti a mano.

128
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

Abbiamo cercato di incupire tutto perché forse prima c’era


troppo colore. È stata un’evoluzione». Parla al plurale perché
la pittura delle pareti è stata realizzata insieme a Ludovica
Saviane, genovese anche lei, che decora ambienti per lavoro,
e una comune amica («Loro sono state velocissime, io all’ini-
zio un po’ meno»). Così i «colorini anni ’50» dell’appartamen-
to sono diventati ocra, azzurri, rossi, verdi. E si sono riempi-
ti di pattern uno diverso dall’altro. «Non mi piacciono le co-
se“leccate”. Una parete dipinta in modo piatto mi fa venire
la tristezza, l’ansia. Ho bisogno di umanizzare tutto quello
che incontro. Lo faccio anche con i vestiti: nel mio guardaroba
niente rimane intatto, è tutto rotto, strappato, vissuto. Sono
l’opposto della precisione.All’inizio Ludovica era terrorizza-
ta, questa è una casa di una certa importanza. Gliel’ho detto
in tutti i modi: doveva andare a mano libera. Perché la ricetta
è proprio quella, riscaldare gli spazi con l’istinto».

Tutto è nato durante il lockdown, da alcuni dettagli: «Ho ini-


ziato con le tende, poi le prime pareti. Alla fine mi sono fatto
prendere la mano e ho deciso di dipingere tutta la casa». L’ul-
timo passo, anche se non previsto, di un progetto di decorazio-
ne totale che si è rivelato liberatorio.Anche l’arredamento se-
gue la stessa logica/non logica,intuizioni cromatiche,funziona-
li, concettuali. «Prendi il divano in salotto: sono partito dal co-
lore.Volevo un divano nero. Doveva dare una sensazione più di
squat che di casa elegante. Quattro metri divisi in moduli, line-
ari e chunky. Stride un po’ in una sala così, con porte altissime,
aria istituzionale. Mi piace proprio per questo, perché ti dà la
voglia di non essere troppo composto». Per quello che riguarda
il design,Risso preferisce cose a cui il tempo abbia dato un po’→

a destra Per la cucina, set di tavolo da pranzo e sedie disegnato da Anders Berglund e Hans Johansson
per HI nel 1966. A parete, un motivo che rielabora elementi da carta da parati anni ’20. L’allestimento
delle piante è curato da Flores di Paola Fieschi e Marilena Capuzzi; sono forniti da loro anche
tutti i grandi cactus presenti nella casa, i cui vasi in terracotta sono realizzati su disegno di Risso.

130
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

di patina: «Sono aperto, vado dalla preistoria agli anni ’70.Tra i


contemporanei ammiro molto il lavoro di Martino Gamper,del
resto anche lui è uno che stravolge oggetti del passato. Prende,
distrugge,rimonta.Questa cosa mi piace molto».Come Gamper,
anche Risso sperimenta modalità d’uso,nuove idee:«Voglio po-
ter stare per terra, seduto su un divano, sdraiato su un tavolo e
sapere che comunque va tutto bene». La casa per lui è un luogo
da condividere. Come ha fatto per la presentazione online della
collezione Marni A/I 2021,quando ha trasformato tutti gli am-
bienti in un grande set, con modelle e performer: «È stato emo-
zionante, per i musicisti che da un anno non suonavano in pub-
blico ma anche per noi. Un circo: i mobili tutti spostati, in cuci-
na c’era un pavimento d’erba vera. Ma alla fine non è stato così
diverso da come vivo la mia casa ogni giorno, ogni sera».

È sempre l’idea di libertà che lo ha guidato nella scelta dei


mobili e degli oggetti, molti provenienti dalla galleria di Nina
Yashar («Un’amica di cui ho sempre ammirato il gusto»), al-
tri – come la chaise-longue vagamente antropomorfa e sur-
realista che tiene in camera – realizzati dallo scenografo Ma-
rio Torre. Libertà dalle regole imposte, cercando equilibri per-
sonali. Con qualche punto fermo: per esempio la luce, che va
benissimo quando è naturale. Ma quando è artificiale non de-
ve mai essere troppo forte: «È venuta mia mamma a trovarmi
per qualche giorno, le luci del corridoio – rosse, che le accen-
di e non vedi niente – l’hanno fatta ammattire». Se gli si chie-
de se ha già dei piani su come potrebbe essere questo appar-
tamento in futuro, Risso risponde di no. «Chissà, quando rico-
minceremo a uscire e ci saranno the Roaring Twenties proba-
bilmente dovrò ripulire tutto e diventerà bianco.Vedremo». ○

a destra In un angolo della camera di Risso la chaise-longue/scultura Divorgia di Mario Torre, autore
anche del tavolino/colonna in legno e cemento. Anche le tende sono state dipinte dal padrone di casa.
pagine precedenti Il soggiorno, col divano vintage de Sede. Al centro, tavolo di Martino Gamper
e vaso in cemento di Mario Torre. Sopra al camino, vaso di Hugh Findletar e opera di Mat Collishaw.

134
Essenza francese, tocchi di Berlino e di Vienna.Art Déco e Bauhaus. Un ambiente
pieno di luce, di dettagli, di riferimenti dosati con sicurezza. Di fronte, il cuore di Parigi

Tra il Palazzo

e il cielo
Testo di Ana Cardinale
Foto di Matthieu Salvaing
ARCHITECTURAL DIGEST

«APPENA VISTO
L’APPARTAMENTO ABBIAMO
DECISO CHE SI DOVEVA
RIPENSARE TUT TO. PERÒ
MANTENENDO IL CARAT TERE
DELL’EDIFICIO: PAVIMENTI,
STUCCHI, CAMINI»

Gli architetti Yann Le Coadic e Alessan-


dro Scotto hanno fondato lo studio parigi-
no che porta il loro nome nel 2001, giova-
nissimi. Negli anni hanno avuto la fortu-
na di potersi confrontare con progetti fuo-
ri dal comune, come questo appartamen-
to disegnato per Carlos Couturier, mes-
sicano e fondatore della catena di bouti-
que-hotel Grupo Habita, che sognava da
tempo un pied-à-terre a Parigi. Sempre
alla ricerca di nuovi talenti, Couturier ha
fatto conoscere molti architetti affidando
loro la progettazione dei suoi alberghi nel
mondo. L’eleganza discreta di Le Coadic e
Scotto era nel suo radar da tempo, e lo stu-
dio ha lavorato al progetto come se fosse
un abito, concentrandosi sul look e affi-
nando i dettagli: non è un caso, visto che i
due architetti, che hanno progettato bou-
tique per Nina Ricci, Rochas, Boucheron
e Aurélie Bidermann, sono vicini al mon-
do della moda. «Carlos Couturier è venu-
to a trovarci una quindicina di anni fa, ma
era troppo presto... Qualche tempo dopo è
tornato per affidarci il progetto del suo ap-
partamento parigino. Gli è piaciuto il no-
stro lavoro e ha deciso di fidarsi completa-
mente di noi, dandoci carta bianca», rac-
contano gli architetti.

L’appartamento è nel complesso ar-


a sinistra Il soggiorno col lampadario sopra Il mobile bar, protagonista
chitettonico di Palais-Royal, dove hanno Bauhaus (Zeitlos, Berlino) e i tavolini – anche se defilato – del living, è un
abitato la regina madre Anna d’Austria anni ’40. Per il divano, velluto Dedar. progetto di Le Coadic-Scotto. Realiz-
pagina precedente Lo studio/sala zato in rovere naturale, l’esterno è in
e poi i duchi d’Orléans, le cui sale oggi da pranzo col tavolo realizzato su di- nichel lucidato, una delle molte super-
ospitano il Consiglio di Stato ma anche il segno. I giardini di Palais-Royal. fici specchianti di questo ambiente.

139
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

sotto Il soggiorno ha due grandi fi- a destra Attorno al coffee table in


nestre affacciate sul giardino e specchi palissandro, due divani Jansen rivesti-
su tre pareti: luce pura. Da qui la scelta ti in velluto (Dedar). A sinistra dello
di non mettere tende all’interno, solo specchio, una scultura dell’artista te-
gli scuri in legno laccato. In primo pia- desco Meuser. Il tappeto, realizzato su
no, una poltrona Art Déco proveniente su disegno degli architetti, è un omag-
dal mercato Paul-Bert, una delle sezio- gio all’installazione di Daniel Buren
ni più raffinate del Marché aux Puces. presente nel primo cortile del palazzo.

«ABBIAMO CERCATO
DI RICREARE UN APPARTAMENTO
PARIGINO DEI PRIMI DEL X X
SECOLO, MA I TOCCHI METALLICI
RICORDANO PIÙ LO SPIRITO
VIENNESE O LO STILE BAUHAUS.
È COME SE AVESSIMO DEFINITO
UN ASSE PARIGI-BERLINO»

140
pagina seguente, in alto Una del-
le camere per gli ospiti dimostra l’at-
tenzione ai dettagli che caratterizza
l’intero progetto. Il gioco chiaro/scuro
delle pareti, ripreso dalle tende come
a disegnare un orizzonte; il contrasto
tra blu lucido e azzurro opaco; il ritmo
creato dalle cerniere dei pannelli die-
tro al letto, tutte ante che nascondo- teatro della Comédie-Française (dove ha le ordinate file di tigli del giardino. Quan-
no armadiature. Copriletto Le Monde
Sauvage, sedia d’epoca in stile Thonet.
lavorato a lungo Molière con la sua com- do gli architetti sono entrati la prima vol-
pagnia). Un luogo importante della sto- ta hanno trovato uno spazio di 140 metri
ria francese, della vita parigina. E pieno quadrati con soffitti alti tre metri e mezzo.
di magia, perché incornicia un rettango- E che aveva bisogno di lavori importanti
lo di giardino che è un’oasi di pace nel ma da condurre col massimo tatto: «Ab-
cuore della città, un privilegio raro. È per biamo deciso che si doveva ripensare tut-
questo che è sempre stato amato da arti- to. Però mantenendo il carattere dell’edifi-
sti come Colette o Jean Cocteau, che han- cio: pavimenti, stucchi, camini». L’idea di
no vissuto qui. base, da subito, è stata creare un ambiente
elegante, caldo e confortevole secondo gli
L’appartamento è esposto a sud e co- standard della sensibilità contemporanea,
glie anche il minimo raggio di sole. Dal- dove mettere en majestŽ mobili e oggetti
le sue finestre lo sguardo abbraccia tutte di epoche diverse. Il punto di partenza è

141
ARCHITECTURAL DIGEST

stato individuare materiali, colori e super-


fici da utilizzare, un aspetto che Le Coa-
dic e Scotto seguono sempre con attenzio-
ne meticolosa. Come, in una fase successi-
va, creare il gioco di accostamenti tra stili
anche lontani tra loro. Un approccio che
spiega bene il loro modo di lavorare: non
si lasciano condizionare da vincoli este-
tici superficiali ma cercano di individua-
re la vera essenza delle cose. Amano tutto
ciò che è ben progettato, ben strutturato,
con linee semplici e forti. Seguono un’idea
di classicismo senza tempo. «In termini di
atmosfera, abbiamo cercato di ricreare un

sotto Per la cucina sono state scel-


te piastrelle di cemento. Zona pranzo
informale con panca e tavolo su dise-
gno. Le sedie, in stile Thonet, vengono
da un antiquario di Berlino. Piano cot-
tura La Cornue. pagina accanto La
camera del padrone di casa. La testata
del letto è un pezzo originale anni ’20.
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

sotto Nell’ingresso, poltrona e porta- appartamento parigino dei primi anni del
ombrelli dal Marché aux Puces. In fon-
do al corridoio le camere degli ospiti. XX secolo, ma i tocchi metallici ricordano
più lo spirito viennese o lo stile Bauhaus.
È come se avessimo definito un asse Pari-
gi-Berlino», spiegano.

Il tono viene definito già dall’ingres-


so, sobrio, elegante e illuminato da un
lampadario antico ma dalla linea sem-
plicissima. Di fronte, passata una porta
a vetri, si accede a uno studio che è an-
che sala da pranzo: il piano della scriva-
nia si apre raddoppiando la superficie e ri-
velando un interno verde brillante, che si
intona a quello più scuro delle pareti, oc-
cupate da un grande mobile-vetrina dove
sono esposti libri e opere d’arte. A destra
c’è la cucina, illuminata da un grande lu-
cernario, che è stata completamente ridi-
segnata. A sinistra invece c’è il soggiorno
con le sue pareti gris de Paris, tutto gioca-
to su contrasti tra superfici opache e luci-
de che evocano i tetti di zinco della città: è
il centro dell’appartamento, che si riflette
all’infinito in due grandi specchi fronteg-
gianti. La zona notte, più privata, è un de-
dalo di corridoi che portano a camere con-
fortevoli e raccolte. Spazi definiti da det-
tagli di sobria raffinatezza: le porte nasco-
ste, le armadiature, i materiali dei rivesti-
menti. Elementi riuniti con un profondo
senso dell’equilibrio e che creano un’ele-
ganza naturale, fuori dagli schemi. ○

Immagini Living Inside


IL SOGGIORNO, CON LE SUE
PARETI GRIS DE PARIS, È
TUT TO GIOCATO SU CONTRASTI
TRA SUPERFICI OPACHE
E LUCIDE: È IL CENTRO
DELL’APPARTAMENTO, CHE SI
RIFLET TE ALL’INFINITO IN DUE
SPECCHI FRONTEGGIANTI

in alto Sopra al camino del soggior-


no, specchio con cornice in foglia d’o-
ro bianco. Applique BFA Créations.

a destra Lusso e ordine per il bagno


padronale, interamente rivestito in
marmo e con armadiature “tecniche”.
TRACCE
Un interno primi ’900 dall’arredamento eclettico (con misura) e pieno di dettagli
che raccontano storie di amicizia.A Porta Venezia, cuore della Milano che cambia

Testo di Marta Galli


Foto di Alberto Zanetti
CASE

«DA VENDITORE DI NOTIZIE


QUALE SONO, LA COSA CHE
PIÙ MI PIACE È ANDARE
A CACCIA DI STORIE. PERCIÒ
AMO IL VINTAGE E GLI OGGET TI
CHE MI SANNO CAT TURARE
CON LA LORO NARRAZIONE»

Il mezzo è il messaggio. Lo sanno bene i


maestri della comunicazione e Paride Vi-
tale di comunicazione due o tre cose le sa:
ha un modo di codificare le informazioni
che le rende immediatamente compren-
sibili e la sua casa non fa eccezione alla
regola. Parla da sé. Dentro è un distilla-
to delle esperienze e degli incontri privati
e professionali che, in fin dei conti, sono
nella sua biografia quasi sempre sovrap-
ponibili. Originario di un paese adagiato
in una conca dell’Alta Valle del Sangro in
Abruzzo, Paride è arrivato a Milano equi-
paggiato di una sorta di elevata sensibilità
alle promesse della vita; che lo ha trasfor-
mato prima in un organizzatore di eventi
e oggi in un imprenditore a tutti gli effetti.

Qualche tempo fa ha lasciato l’appar-


tamento dei suoi “anni giovanili” – da lui
convertito nell’ultimo periodo in una ve-
ra e propria party house – per insediarsi in
un elegante edificio anni Venti che guar-
da su una fontana a esedra, incorniciata
da tigli e carpini. Quasi nulla lo ha segui-
to da una casa all’altra, eccezion fatta per
un mobile bar Tiki, lo stile “hawaiano” di
moda negli anni ’50, pronto ad accogliere
gli ospiti all’ingresso. «È un gin bar», pun-
tualizza il padrone di casa illustrando l’ar-
tiglieria: «Gin Mare, Botanic, Martin Mil-
ler’s, Engine, Tatsumi… e naturalmen-
sopra Nell’ingresso, poltrone Pro- Sotto l’opera Soft Drinks di Liu Bolin, te PariGin: il blend personalizzato è un re-
menade (Gebrüder Thonet Vienna) e lampada Atollo (Oluce) e collezione di galo dei ragazzi dell’ufficio». Sull’etichet-
lampada Callimaco (Artemide). A pa- Mao in ceramica. a destra Tavolo da
rete lavori d’arte contemporanea e cal- pranzo (disegnato dall’altro padrone di ta è ritratto il soggetto dell’originale dono,
co XL del naso di Paride Vitale crea- casa, Ugo Morosi) con top in onice e il quale comunque nasconde anche qual-
to da Studio Job. pagine precedenti base in ottone, realizzato da Sonzogni
Divano Lucrezia (B&B Italia/Maxal- Marmi. Sedie di Willy Rizzo, vintage, e che bottiglia di vodka per gli incontenta-
to) e Tavolo con ruote (FontanaArte). poltroncine Seletti Wears Toiletpaper. bili – l’importante è spillare buonumore.

148
ARCHITECTURAL DIGEST

«L’UNICO CAMBIAMENTO
STRUT TURALE CHE HO FAT TO
È STATO ABBAT TERE IL MURO
CHE DIVIDEVA LOUNGE
E SALA DA PRANZO, COSÌ
DA AMPLIARE LA ZONA
DEDICATA ALLA CONVIVIALITÀ»

«Quasi tutto quello che ho in questa casa


è riconducibile a due cose: l’Abruzzo e gli
amici», sintetizza mentre passa in rasse-
gna le suppellettili: svariati accessori pop
nati dalla collaborazione tra Job Smeets e
Seletti, una riedizione del cactus disegna-
to nel ’72 da Drocco e Mello per Gufram,
opere di Matteo Fato, Stefano Cerio e Ta-
rin, e un modello in scala del dito medio di
Maurizio Cattelan che troneggia in piaz-
za Affari; già trasformata da Paride in lu-
na park di paese per gli eventi durante la
Design Week. Anche questo è un regalo,
dello stesso Cattelan, che si era presenta-
to per giocare a burraco stringendo cham-
pagne in una mano e il mini monumento
nell’altra (e quattro candele in tasca per ri-
costruire le dita mancanti).

L’oggetto più amato nell’apparta-


mento pare essere il grande divano in vel-
luto verde a cui i due Jack Russell di ca-
sa, Ettore e Ornella, volentieri si ancora-
no – come del resto vi si ancorava la so-
cialità che animava questo salotto pri-
ma della pandemia e che, presumibil-
mente, presto tornerà a fiorire. La costru-
zione del décor è cominciata proprio da
qui. «L’unico cambiamento strutturale è
stato abbattere il muro che divideva loun-
ge e sala da pranzo, così da ampliare la zo-
na dedicata alla convivialità», racconta.
Questo è un luogo di connessioni, e Pari- sopra Il mobile bar anni ’50 in stile lo spazio è reso scenografico dal con-
de ha due o tre regole anche a questo pro- “hawaiano” è uno dei pochi arredi che trasto tra la parete dipinta in rosso e
arriva dal precedente appartamento di le altre, rivestite in carta da parati dal
posito. «Otto è il giusto numero di perso- Paride Vitale. Alla parete, stampe ese- motivo classico (Marly, Colony) co-
ne da mettere a tavola. Al centro si fa ac- guite a mano realizzate in occasione me anche l’armadio, che si mimetizza.
della personale di Maurizio Cattelan Poltroncina e console vintage. Nel cor-
comodare chi sa gestire i due lati e ai la- alla Kunsthaus di Bregenz (2008). a ridoio: lampada Jobby the cat, Seletti,
ti opposti coloro che è meglio non stiano sinistra In una delle camere da letto, design Studio Job.

151
a sinistra, dall’alto Sotto Aquila,
lavoro di Stefano Cerio, due lampade
Street Lamp Dining Gold di Studio Job
(Seletti); l’orso è il simbolo di PARCO
1923, marchio di profumi creato da Pa-
ride Vitale e Ugo Morosi. Pipe Table di
Studio Job e poster dell’installazione
America di Maurizio Cattelan.

vicini; per questo il tavolo (realizzato su


misura) è stretto e lungo. Il segreto di una
cena ben riuscita è invitare persone con
argomenti diversi, ma che pensi possano
fare progetti assieme».

Appesa dietro al divano la fotografia


dell’artista dissidente cinese Liu Bolin –
mago del camouflage – sovrasta la schiera
di Mao in ceramica policroma: un mezzo
busto, diversi a figura intera, in abiti civili
o in alta uniforme. «Come in ogni dimora
signorile c’era una stanza cinese, qui an-
che io ho il mio angolo cineserie», com-
menta beffardo. Lo fa sorridere vedere
giustapposte contestazione e propagan-
da politica, così sottilmente veicolata da
inoffensivo bric-à-brac. Potenza del mes-
saggio. «Da venditore di notizie quale so-
no, la cosa che più mi piace è andare a cac-
cia della storia che c’è dietro. Perciò amo
il vintage e gli oggetti che mi sanno cattu-
rare con la loro narrazione prima che con
l’estetica». A proposito di storie: per farlo
innamorare di questo appartamento era
bastato portarlo sul balcone affacciato su
una zona della città dal melting pot affa-
scinante e fargli osservare, nei contorni
degli edifici stagliati contro il cielo, il se-
gno della Seconda guerra mondiale. «Do-
ve sorgono le costruzioni anni Settanta
è dove sono cadute le bombe; i palazzi
storici sono i sopravvissuti al conflitto»,
chiosa: «Vedi, ti senti dentro alla storia».
È tempo per gli ospiti di andare e Paride ci
accompagna alla porta, sopra la quale tro-
neggia l’effigie di un orso bruno. Marsica-
no, ovviamente. ○
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

sopra Al desk vintage, sedia Seletti Wears Toiletpaper. Lampada Monkey Lamp di Marcantonio (Seletti). Ritratto
dei Kennedy comprato a un mercatino. Copriletto realizzato con sciarpe da tifoseria su idea di Maurizio Cattelan.

153
Prima un piano, poi un secondo, infine due dimore per farne una intera, accostando epoche
e mondi diversi. Un mix molto londinese, ma secondo un’estetica personalissima

Una dopo
l’altra
Testo di Paolo Lavezzari
Foto di Rachael Smith
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

sopra Paravento giapponese Edo (XVIII secolo) e divano in velluto Métaphores di Droulers Architecture, come
l’ottomana. a destra Tavolo Regency ridipinto da Andrea Bizzarro (Hook Design). Pannelli giapponesi Edo (inizio
XVIII secolo). pagine precedenti Sulla libreria su disegno applique Mid-Century di Svend Aage Holm Sørensen.

156
CASE

a sinistra, dall’alto Dalla sala da


pranzo la scala che unisce i tre pia-
ni. La boiserie su misura da Papers
& Paints nasconde ampie armadiatu-
re. Stuoia Tuareg in paglia decorata in
pelle di cammello. a destra Scrivania
e sedie stile Luigi XVI, fine XIX seco-
lo. Paravento Edo, XVIII secolo.

Da lassù, dalla piccola nuvola sopra Ken-


sington («my little cloud», come Cécile
Gavazzi definisce il suo appartamento che
va dal terzo al quinto piano di due edifi-
ci a schiera vittoriani), la vista spazia li-
bera sulle guglie delle chiese, i platani e
i sottostanti tre bei giardini di Cornwall
Gardens. «Ultimi piani così luminosi», di-
ce, «non si trovano facilmente a Londra,
dove di solito è tutto un po’ più piccolo
e scuro». È una luce quasi mediterranea,
che per associazione rimanda alle origini
francesi della mamma di Cécile e alle va-
canze in campagna, da piccola, quando,
proprio come ora, «tutto ciò che possia-
mo sentire è il canto degli uccelli».

A Londra dal 1989, Cécile e il marito


Roberto Daccò si sono trasferiti nel 2000
in quella che allora era una semplice nu-
voletta a due piani. «All’inizio abbiamo
comprato il quarto piano e poi il quinto.
Abbiamo cominciato a vivere con due cu-
cine, era tutto un po’ patchwork».
Poi, vent’anni di work in progress e di
allargamenti hanno fatto lievitare la nu-
vola fino a essere una casa con cinque ca-
mere da letto per i coniugi e i loro tre figli.
«Prima si è aggiunto il terzo piano e infi-
ne un monolocale – ora accoglie l’ingres-
so, la cucina e una zona “break shot” con
piccolo tavolo – al quarto piano del palaz-
zo accanto, che ha un minuscolo ascenso-
re», ricorda Cécile. «Fino a quando non è
nata mia figlia, 14 anni fa, non l’avevamo:
tre gravidanze su per le scale e con le borse
della spesa sono state impegnative».
È a questo punto che è sorta la ne-
cessità di una grande ristrutturazione
«per unire i tanti spazi in un unico appar-
tamento con tutto un suo “flow origina-
le”», oltre, va detto, a riorganizzare le →
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

sopra Libreria di Vinycomb Bate; tappeto e vasi di Guinevere Antiques, Londra. a sinistra Il salotto aperto sui
Cornwall Gardens. pagine precedenti Il salotto. I bordi del divano di Droulers Architecture sono stati immersi nel tè
nero per un effetto antico, espediente imparato dalla madre, autrice degli interni dell’hotel Villa d’Este a Como.

163
CASE

«LA CASA DI CÉCILE È QUELLA


DI UNA DONNA SPESSO
IN VIAGGIO, CHE TORNA
SEMPRE CON QUALCOSA
E NON HA PAURA A MISCHIARE
IL PANNELLO GIAPPONESE
CON LA CARTA DA PARATI
DI IDARICA GAZZONI»

tante collezioni che Cécile alimenta con


frequenti acquisizioni. «Le cose stavano
diventando frenetiche. Avevo bisogno di
aiuto per combinare i diversi elementi».
Per ideare e realizzare «in ogni detta-
glio» il vasto progetto Cécile ha chiama-
to le amiche di sempre Nathalie e Virginie
Droulers, un’autorità nel campo. «Ci co-
nosciamo fin da ragazzine», ricorda Virgi-
nie, «ci siamo incontrate di nuovo a Lon-
dra quando lei è andata a viverci». Tra lo-
ro, oltre all’amicizia, corre un rapporto
che va oltre quello committente-fornito-
re. «C’è grande rispetto fra noi», spiega
Nathalie. «Stimo molto le scelte estetiche
di Cécile, noi le abbiamo semplicemente
valorizzate. La sua è la casa di una don-
na spesso in viaggio, che torna sempre
con qualcosa e non ha paura a mischiare
il pannello giapponese con la carta da pa-
rati di Idarica Gazzoni».

La padrona di casa, che conferma –


«Mi piace il lavoro di brainstorming, di co-
creazione» –, ha peraltro un background
“genetico” importante, se si considera che
le seterie Gavazzi furono dal ’700 e per buo-
na parte del ’900 il più importante impor-
tatore di seta dalla Cina e dal Giappone.
Immagini Living Inside. Produzione Serena Fokschaner

E oggi, con il suo brand Morpho + Lu-


na, Cécile realizza elegantissimi pigiami
di seta, nonché una inedita collezione di
homewear, il tutto adesso toccabile con
mano nel nuovo spazio in via Melegari
4, a Milano. «Ho un mio gusto definito,
ma sono molto aperta a “bounce ideas”.
È così che realizzo anche le mie collezio-
sopra Il rosso squillante di un antico a destra La camera da letto padrona- ni, lavorando con artisti, stampatori e ri-
kilim acquistato a Tangeri illumina il le, con carta da parati Tree of Life e lino camatori. Una cosa è certa, lo scriva: sen-
disimpegno accanto alla sala da pran- Mughal Damasc (sulla testiera) di Arju-
zo dove Cécile Gavazzi ha collocato un mand’s World. Andrea Bizzarro ha di- za gli input di Nathalie e Virginie questa
pianoforte verticale. segnato il comodino rivestito di lino. casa non l’avrei mai fatta». ○

164
Tabula Una casa senza più identità riacquista
storia (e sentimento) grazie a un architetto
che inventa il “falso”, per amore del vero
Rasa Testo di Elena Dallorso
Foto di Helenio Barbetta
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

a sinistra Tavolo Butterfly e sedie Alea (Hannes Peer per SEM-Spotti Edizioni Milano). Lampadario Paysage di Hannes
Peer (6:AM - Bespoke Glass). sopra Letto e comodino su disegno. Biancheria Once Milano. Lampada di Gaetano Sciolari.
pagine precedenti Divani Camaleonda di Mario Bellini (B&B Italia) e anni ’80 di de Sede. Vasi Ceramiche Milesi.

169
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

Se l’edificio è Art Déco, se è a Milano, zo- rivestimenti materici grazie alla finitura
na Porta Romana, enclave architettonica di resina cementizia grezza a muro che ha
in cui quasi ogni casa risponde a uno stes- i toni caldi delle rocce, e la centralità del-
so codice estetico, le aspettative si creano. la cucina, fondamento della cultura par-
Invece quello che ha trovato Hannes Peer tenopea. «Il mio lavoro procede normal-
dietro la porta dell’appartamento acqui- mente per stratificazioni, correndo sulla
stato dal suo amico e cliente Roberto Or- linea sottile tra la storia e le sue reinter-
tello, amministratore delegato del brand pretazioni, ma qui non c’erano tracce si-
di moda N°21, e dalla moglie Natalia, ex gnificative da conservare, né eredità da
modella, sommelier e anima del labora- proteggere: era una tela bianca su cui po-
torio Signor Lievito, che produce pane e ter inventare tutto. Inebriante per un ar-
dolci con un lievito madre antico di 120 chitetto, ma anche un’enorme responsa-
anni, è stato il risultato di una «violentis- bilità, che presume una fiducia totale da
sima ristrutturazione anni ’80, in cui per- parte del committente», dice Peer. «Per e
fino la pianta era stata girata di 45 gradi». con Roberto non ero al primo progetto,
Non era sopravvissuto niente, neppure i avendo disegnato per N°21 spazi in tutto
pavimenti sotto strati di parquet. il mondo, compresi 1.500 metri quadrati
«Non mi era mai capitato di dover partire di uffici e showroom a Milano, ma era la
da zero, ma è stata l’opportunità per da- prima volta in cui mi mettevo a disposi-
re vita a una sorta di “falso storico” che zione per la sua casa, quella in cui voleva
fosse convincente e restituisse alla casa vivere con la sua famiglia. Il primo dise-
la sua identità», racconta l’architetto. Co- gno è stato un colpo: tutta la superficie era
minciando, appunto, dal pavimento, in tracciata in rosso (demolizione) e in gial-
cui una palladiana grigia molto Milano lo (ricostruzione). Ho dovuto chiederglie-
inizio ’900 è l’eco contemporanea (grazie lo: “Sei proprio sicuro di volerlo fare?”».
a un cordolo in travertino Noce) di quel- Lo spazio che è nato, letteralmente
la, originale, trovata nell’androne del pa- dal nulla, è vitale ed eclettico, organiz-
lazzo. E “ripristinando” le inglesine, ossia zato su una pianta a L dove, con fluidi-
le traversine orizzontali dei serramenti tà, le diverse funzioni si distribuiscono su
in legno di betulla moganato come quel- una superficie di quasi 200 metri quadra-
le che Rudolf Schindler aveva utilizzato ti. L’andamento curvo dell’ingresso, rive-
nelle sue ville di Los Angeles. stito interamente dalla boiserie, crea una
Un occhio a Frank Lloyd Wright e specie di attesa prima che la vista si al-
Ray Kappe per il loro rapporto con la na- larghi sul living, il pranzo e la cucina vis-
tura, e un omaggio alle origini dei padro- à-vis, e le due zone conversazione in se-
ni di casa, Napoli e la Lettonia, sono sta- quenza, separate da una libreria in betulla
ti il tema dell’intervento di Peer: uno cha- moganata e ottone su disegno di Hannes
let urbano (ispirazione: lo chalet di Bal- Peer. Sono moltissimi, al di là dell’inter-
thus a Rossinière, in Svizzera) con gran- vento strutturale, i pezzi firmati dall’ar-
di boiserie in betulla moganata che evo- chitetto. Come il grande lampadario Pay-
cano i boschi lettoni (e i disegni di Robert sage realizzato insieme a 6:AM - Bespoke
Mallet-Stevens per Villa Cavrois a Croix), Glass di Murano che sembra una cascata

a destra Cucina custom in ottone e marmo Rosso Levanto, design Hannes Peer. Elettrodomestici Miele.
Sgabelli Cesca (Knoll), lampadario custom in stile Stilnovo. Sull’isola, vaso in vetro soffiato
disegnato dall’artista Luca Rossire. Il progetto della boiserie moganata è di Hannes Peer.

170
ARCHITECTURAL DIGEST

di vetro lucido e opaco sopra al tavolo da


pranzo Butterfly e alle sedie Alea prodotte
da SEM-Spotti Edizioni Milano.
«È su questo spazio che è avvenuto
l’unico “scontro” con Roberto», ricor-
da Peer. «Io lo avevo disegnato aperto,
continuo; lui, che cucina tanto e in mo-
do professionale, chiuso e separato dal re-
sto della casa. Per fortuna la tecnologia
delle nuove cappe aspiranti lo ha, alla fi-
ne, convinto. Ho vinto io, ma la battaglia
è stata dura». Commenta Roberto Ortel-
lo: «Da partenopeo, la cucina per me è il
vero focolare domestico, il posto in cui si
trascorrono i momenti più importanti e
dove si costruisce e si fortifica la famiglia.

«NON MI ERA MAI CAPITATO DI


DOVER PARTIRE DA ZERO, MA È
STATA L’OPPORTUNITÀ PER DARE
VITA A UNA SORTA DI “FAL SO
STORICO” CHE RESTITUISSE
ALLA CASA LA SUA IDENTITÀ»
sopra Poltrona in pelle di Percival Antonio Citterio (B&B Italia) cuscini
Lafer, Brasile anni ’70. Coffee table ricamati di Lindell & Co. a sinistra
in ceramica di Roger Capron. Lam- La libreria/divisorio in betulla e otto-
pada da terra Fantasma di Tobia Scar- ne di Hannes Peer. Piatti Fornasetti e
pa per Flos, 1961. Sul divano Diesis di scultura congolese di fine XIX secolo.

173
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

sotto Nella cucina realizzata su dise-


gno di Hannes Peer in ottone e mar-
mo Rosso Levanto, lampadario in sti-
le Stilnovo e sgabelli Cesca di Knoll. Il
soffitto, come in tutto l’appartamento,
è dipinto trattato col rivestimento in
resina Patina di Kerakoll.

All’inizio la soluzione con cucina aperta


non mi convinceva, a poco a poco però
mi sono lasciato persuadere dall’architet-
to. Certo, prima di arrivare alla versione
attuale siamo passati per una lunga se-
quenza di disegni e varianti». La cucina
è, al di fuori della facile metafora, il vero
cuore della casa. D’oro, in questo caso: la
finitura dei mobili in ottone spazzolato a
mano assorbe e restituisce la luce, cari-
candola di bagliori caldi. I piani di lavoro,
anche quello dell’isola centrale dove la fa-
miglia fa colazione, sono in marmo Rosso
Levanto, per sottolineare la matericità di
ogni scelta. Di cui la massima espressione
è la gigantesca parete di mattoni in cot-
to crudo che include il camino, realizza-
ta dalla Fornace Bernasconi trasforman-
do un materiale rustico in presenza raffi-
nata: ruvida, scenografica, è la sorpresa
che accoglie chi entra subito dopo la pa-
rete curva dell’ingresso.
Nel gioco dei riferimenti d’autore il
nome che Peer ripete con più convinzio-
ne è quello di Georgia O’Keeffe, e del suo
Ghost Ranch ad Abiquiú, vicino a Santa
Fe: colori, materia e legame con la terra
che, trasportati e tradotti in un linguag-
Immagini Living Inside. Styling Chiara Dal Canto

gio urbano diversissimo, hanno avuto co-


me risultato questa casa. «Abbiamo affi-
dato a Hannes un grande compito: rac-
chiudere i nostri desideri nel luogo più
importante della nostra vita», dice Ro-
berto Ortello. La riuscita del compito è
stata certificata dai bambini, come rac-
conta Peer: «Dopo un giorno era come se
avessero vissuto in questa casa da sempre.
Questo, per me, è stato il più gratificante
dei risultati».○
LA FINITURA DEI MOBILI
DELLA CUCINA IN OT TONE
SPAZZOLATO A MANO
ASSORBE E RESTITUISCE
LA LUCE, CARICANDOLA
DI BAGLIORI CALDI

in alto Tavolo da pranzo Butterfly in


legno laccato, design Hannes Peer per
SEM-Spotti Edizioni Milano, come le
sedie Alea. In fondo si nota la struttura
del camino in mattoni di cotto crudo
realizzati a mano dalla Fornace Ber-
nasconi.

a destra La libreria su disegno di


Hannes Peer, in betulla moganizza-
ta e ottone, funge da divisorio in sala.
Sui piani sono disposte una collezione
di piatti Fornasetti, un’antica scultura
africana e l’opera Ego in vetro di Mu-
rano di Ursula Huber.
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ARCHITECTURAL DIGEST CASE

N E L L O S T I L E D I C A S A R I S S O ( PA G .1 2 2 )

APPOGGIO MORBIDO
Quattro sedute, un cuscino e un oggetto di compagnia
dalla forte personalità ma dal guscio soffice
A cura di Francesca Santambrogio. Testi di Elena Dallorso e Ruben Modigliani

CIPRIA SEDIA RON RON


Edra, Fernando e Humberto Campana Draga & Aurel, Umberto Mascagni Gufram, Marion Baruch

Su una struttura invisibile in metallo sono fissa- Disegnata da Umberto Mascagni negli anni ’50, Un pet inanimato che offre compagnia e soddi-
ti nove cuscini indipendenti rivestiti in morbidis- questa seduta è stata reinterpretata da Draga & sfazione. Un pouf/non-pouf con un’anima morbi-
sima pelliccia ecologica rosa. Proprio come i piu- Aurel con un rivestimento di pellicce di seconda da di schiuma di poliuretano rivestita in eco-pel-
Federica Lissoni per Draga & Aurel

mini da cipria, da cui il divanetto prende il nome. mano e gambe applicate in fusione di bronzo. liccia. L’effetto zoomorfo è completato dalla coda.

N E PA L TIBET GREY ELETTRA


Baxter, Paola Navone Sitap Arflex, B.B.P.R.

La struttura della sedia è essenziale, per lasciare L’effetto fluffy di questi cuscini della linea Haute Datata 1954, Elettra è un classico dell’office. Stile
il palcoscenico all’esuberante rivestimento di se- Couture evoca calde atmosfere invernali, ma le ca- intramontabile e proporzioni eleganti che si adat-
duta e schienale: in soffice mongolia, disponibile ratteristiche termoregolatrici del loro rivestimento tano a ogni ambiente. Il rivestimento può essere in
nei colori bianco, cammello o blu. li rendono adatti anche alla bella stagione. tessuto, pelle e pelliccia naturale.

177
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

N E L L O S T I L E D E L L ’ A P P A R TA M E N T O A P A L A I S - R O YA L ( P A G . 1 3 6 )

HAPPY HOUR
Estetica moderna e citazioni rétro: sei mobili bar che, con
eleganza, disegnano un nuovo modo di vivere la convivialità

CLUB VICTOR T R A FA L G A R
Armani/Casa Opera Contemporary, Castello Lagravinese Gianfranco Ferré Home

La base in metallo, con elementi incrociati, ricorda Un pezzo lineare e prezioso: le due ante, intera- Gioco di materiali che evoca l’Art Déco più linea-
gli antichi arredi pieghevoli da campo. Ma il gioco mente lavorate a rilievo, sono separate da una fa- re: il rivestimento in pelle crea un motivo finestra-
dei materiali è estremamente lussuoso: paglia in- scia in ottone che crea un armonioso contrasto to, le sottili gambe della base in ottone satinato
tarsiata per l’esterno, lacca per l’interno. materico. Disponibile in noce canaletto o frassino. diventano motivo decorativo. Rigore ed eleganza.

SKYLINE GINZA HOST


Natuzzi, Marcel Wanders Longhi, Alessandro La Spada Giorgetti, Adam D. Tihany

Top in granito nero, elementi laterali a specchio, Bastano poche linee per disegnare uno skyline sti- La colonna del mobile, rivestita in pelle, ha un bor-
ripiani in larice per bottiglie e bicchieri. E nel cor- lizzato nelle ante in vetro riflettente e nella base in do in noce canaletto e piano in legno con inserto
po centrale spazi e cassetti per riporre tutto quel- metallo bicolore (oro chiaro/cromo nero). L’interno in marmo e cassetto estraibile; il carrello può an-
lo che può servire a un padrone di casa-barman. è in radica lucida con illuminazione Led. che essere usato separatamente. Dettagli di stile.

178
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

N E L L O S T I L E D E L P R O G E T T O D I H A N N E S P E E R ( PA G .1 6 6 )

NEO-CLASSICI
Variazioni impeccabili e contemporanee (una ha più
di cinquant’anni ma non li dimostra) sul tema del divano

SQ UARE GRO UND MONDRIAN HAPPY


De Padova Poliform, Jean-Marie Massaud Flexform, Antonio Citterio

Le linee squadrate della base vengono ammorbi- Una struttura sospesa minimale pensata per acco- La morbidezza dei cuscini in piuma e lo schienale,
dite dalla seduta, disegnata da cuscini super soft gliere elementi diversi: cuscini di varie dimensioni, in cordoncino di cuoio intrecciato a trama larga su
imbottiti in piuma d’oca. Un classico dal look lie- braccioli, schienali (anche in legno e attrezzati con un telaio in metallo, bilanciano il rigore della base.
vemente vintage, quel tanto che basta. mensole). Per un sistema versatile e sofisticato. È privo di braccioli, sostituiti da elementi a rullo.

TORII CORONADO PA U L
Minotti, Nendo B&B Italia, Afra e Tobia Scarpa Molteni&C, Vincent Van Duysen

Il nome è quello dei portali dei santuari shintoisti, Presentato nel 1966, è il debutto di una tecnologia Eleganza e razionalità per questo programma com-
che questo divano evoca con la sua base leggera e rivoluzionaria (poliuretano schiumato a freddo in posto da divani lineari, composizioni angolari, chai-
con dettagli costruttivi legati alla tradizione giap- stampi). Oggi è un classico: trait d’union fra tradi- se-longue e isole. Il segno distintivo è la profondi-
ponese. Semplicità con dettagli preziosi. zione, con il suo capitonné stilizzato, e modernità. tà della seduta, pensata per il massimo comfort.

180
AD × DUKA

Il potere
rigenerante
di acqua
5000 new

È un restyling nella forma e nella sostan- e inserito all’interno del profilo di scor-
za quello rivelato dalla nuova cabina doc- rimento orizzontale, insieme a rotel-
cia acqua 5000 new di duka, espressio- le con cuscinetti a sfera regolabili in al-
ne di elegante minimalismo e raffinatez- tezza, così da eliminare ogni attrito re-
za tecnica. Una soluzione d’arredo capa- stando però nascosto e lasciando le su-
ce di valorizzare l’ambiente bagno o wel- perfici uniformi dall’esterno. Le versio-
lness associando un design pulito e li- ni a parete di acqua 5000 new sono dota-
neare a prestazioni elevate di comfort, te di profilo di compensazione con rego-
Con profili a parete o senza profi- igiene e salubrità. Strategiche le modifi- lazione micrometrica, che permette al-
li, la cabina doccia acqua 5000 new che. Il sistema Automatic Close & Stop, la lastra di vetro di essere adattata fino a
di duka ridisegna la flessibilità del-
la stanza da bagno donando nuova che assicura ottima mobilità della porta 25 mm, non alterando mai l’aspetto este-
funzionalità. e chiusura agevolata, è stato migliorato riore della cabina. Cura e pulizia sono
facilitate dall’assenza di ostacoli a rilievo
con il sistema di incollaggio a raggi UV,
duka reinterpreta la cabina senza viti, di alcuni componenti. Agevo-
doccia più iconica della sua lano una profonda igiene un sistema di
sganciamento del vetro e l’apertura tota-
produzione per offrire soluzioni le della cabina, grazie a maniglie ergo-
nomiche montate su profilo magnetico,
d’arredo estetiche e tecnologiche nella maggioranza delle soluzioni. Ed an-
altamente performanti che il possibile deposito di sporco è ri-
dotto al minimo con il nuovo gocciolato-
io formato da un sottile profilo di allumi-
nio, con al suo interno una guarnizione in
PVC facilmente removibile, applicato sen-
za sporgenze sul margine inferiore del ve-
tro. In abbinamento, il nuovo profilo an-
tiallagamento offre una migliore protezio-
ne dagli schizzi d’acqua. Design e persona-
lizzazione su misura rimangono in primo
piano con le differenti finiture disponibi-
li dei profili Cromo/Argento Lucido, Look
Acciaio Inox, Nero e dei nuovi vetri Nubes
e Parsol grigio con Privé in antracite e con
serigrafia antracite sul bordo superiore.
AD — 247
DICEMBRE 2001
Pag. 185, foto Massimo Listri
Tra funzione
e scenografia:
l’arte della
sala da pranzo

Prosegue il viaggio per ambienti della casa con


cui celebriamo i primi 40 anni di AD. Protago-
niste di questa seconda puntata sono otto sale
da pranzo memorabili, scelte dal nostro archi-
vio per raccontare l’evoluzione degli stili e dei
gusti. Spazi“tecnici” e di rappresentanza, dove
celebrare i riti della convivialità. Insieme a que-
ste immagini c’è la pagina che un’autrice italia-
na di talento ha scritto per noi: la vita di una fa-
miglia vista attraverso questa stanza speciale.
Il tempo che passa, ritrovato attorno a un tavolo.

Artworks Ricerca di
Luca Merli Marco Paltrinieri
AD — 20
GENNAIO 1983
Pag. 45, foto Pascal Hinous
AD — 273
FEBBRAIO 2004
Pag. 93, foto Massimo Listri
AD — 69
FEBBRAIO 1987
Pag. 54, foto Massimo Listri
AD — 353
OT TOBRE 2010
Pag. 198, foto Reto Guntli
AD — 316
SET TEMBRE 2007
Pag. 342, foto Xavier Béjot
AD — 380
GENNAIO 2013
Pag. 153, foto Christophe Roué
AD — 7
DICEMBRE 1981
Pag. 70, foto Jaime Ardiles-Arce
AD Portfolio

«Il sottobosco delle sedie


e dei tavoli in una tipica sala
da pranzo crea un mondo
brutto, confuso, inquieto.
Volevo ripulire tutta
quella baraccopoli di gambe.
Volevo rendere la sedia
di nuovo una cosa sola» L’ex garage di una casa a Beverly Hills trasformato in un giardi-
(eero saarinen) no d’inverno con gusto eclettico e sicuro. Sulla tavola, antiche
ciotole cinesi, vetri veneziani, finti coralli e cristalli di rocca.

Doghe in sicomoro e pannelli di specchio creano una boiserie In una villa nelle Marche, la decorazione fine Ottocento di un
contemporanea e illusionistica in questo progetto parigino di maestro del trompe-l’oeil, Egidio Coppola, disegna un Eden
Jacques Grange che reinventa atmosfere giapponesi. che incornicia arredi d’epoca. Uno spazio dedicato alla gioia.

Firmata da Alessandro Mendini (autore anche del tavolo con Nel rigore di questa residenza piena d’arte a Mosca, progetto
piano multicolore), una palazzina nel Casertano diventa sceno- firmato da William Sawaya, le fasce del grande tavolo ripren-
grafia eclettica e sorprendente. Mosaico realizzato da Bisazza. dono i colori dell’opera di Peter Halley a parete.

In una casa sotterranea, costruita a ovest di Parigi negli anni Mix di epoche e stili per l’atelier di Elsa Schiaparelli, a Parigi:
’70, gli ambienti sono tutti sormontati da volte e prendono lu- candelieri a gocce, stucchi, un tappeto disegnato da Léger. Il
ce da aperture sul soffitto. L’arredamento è sulla stessa lun- tavolo, XXI secolo, è una creazione di Vincent Darré.
ghezza d’onda dell’edificio, con pietre miliari di un design rivo-
luzionario: dal Pedestal Table di Eero Saarinen (Knoll) alla pol- In questo interno newyorkese disegnato da Angelo Donghia
trona Up di Gaetano Pesce (B&B Italia). la geometria dello spazio e delle sedie di Brno di Mies van der
Rohe (Knoll International) è spezzata dal piano del tavolo in
pietra, realizzato su disegno e lasciato volutamente “grezzo”.
di Romana Petri

La prima memoria è il carrello. Quello che ve- Ricordo le sale da pranzo nelle giornate estive.
niva spinto a mano ed era quasi sempre do- Le finestre restavano aperte e le tende volavano
rato e con due ripiani in vetro. Me li ricordo in quel silenzio, in quella disabitata solitudine.
tutti così. Sembrava che nelle sale da pranzo Sembrava assimilassero tutti gli umori dei com-
quell’oggetto non potesse mancare. In genere mensali che se ne erano appena andati via. Sì,
accompagnato anche da un mobile bar tutto perché la sala da pranzo era luogo che si riem-
specchiato, spesso un’angoliera. A volte anche piva di tutti insieme e che di tutti, nello stesso
specchiato dentro, così, quando veniva aper- momento, si svuotava. Immagini cinematogra-
to, le bottiglie si triplicavano. A me piaceva fiche, come La famiglia di Ettore Scola, ci han-
mettermi seduta in terra con gli sportelli aper- no regalato scorci indimenticabili, luci e om-
ti e vedere tanto a sinistra che a destra due in- bre, le dolcezze e i conflitti, i bambini che alla
finiti eserciti composti di tante me. tavola non arrivavano nemmeno con il naso e
Il carrello portavivande all’ora dei pasti arri- poi diventavano ragazzi, e poi uomini e donne
vava dalla cucina. A cose fatte, invece, resta- accanto a chi nel frattempo si era fatto vecchio.
va nella sala da pranzo, spesso con dei centrini Nella sala da pranzo ci si cresceva più che nelle
all’uncinetto che ne coprivano i ripiani. Accan- altre stanze, perché lì c’era il confronto, lo stare
to a una parete. Al centro della sala un tavolo e tutti insieme. Forse sarà stato quello stare tutti
sopra un lampadario. A casa mia no, mia ma- intorno allo stesso tavolo, a portata di sguardo.
dre ha sempre odiato le luci centrali. Solo abat- Ai tempi della sala da pranzo ancora divisa
jour. E la sala da pranzo si divideva dal salotto dal salotto dalla porta a vetri, i miei genitori,
con una porta spesso a vetri, ma di quelli am- proprio lì, in casa, organizzarono il loro pranzo
brati che non lasciavano vedere dall’altra par- di nozze. Una cerimonia veloce in chiesa, con
te. Le due stanze sono state separate a lungo, pochi intimi, e poi il pranzo a casa. Un tempo
poi un giorno la famosa porta divisoria venne anche la cucina italiana era poco variegata. Si
lasciata aperta. Il passo successivo fu breve: le mangiavano sempre le stesse cose, quelle re-
due stanze divennero una. Si poteva stare in sa- gionali. Di domenica, a fine del pranzo, su quel
lotto e a tavola senza che i due luoghi fossero famoso carrello arrivavano i dolci comprati in
separati. C’era chi mangiava e chi guardava la pasticceria. A me piaceva la tavola a fine pasto,
televisione. E per un po’ è andata avanti così, quella devastata. E poi, arrotolando sotto i pol-
fino a che sono arrivate le pareti colorate: una pastrelli un po’ di briciole, mi mettevo a guar-
rosso pompeiano, un’altra celeste, poi un rosa dare i due quadri appesi alle pareti: una natu-
antico. Certi verdini… Si sentiva nell’aria che il ra morta e dei cavalli spaventati sotto un tem-
passo sarebbe stato breve. Il salotto stava per porale. Ne ho visti anche nelle sale da pranzo
diventare luogo da lasciare in ordine. Per “tutti altrui. Se non erano cavalli erano cani da cac-
i giorni” si sarebbe passati a consumare i pran- cia. Mi ha sempre molto affascinata guarda-
zi e le cene nell’abitabile cucina. re il tavolo da pranzo e le sue sedie, quando
La sala da pranzo era un luogo abitato solo la sala era vuota. Chi era quel tavolo? Era for-
nell’ora dei pasti. La famiglia si riuniva intor- se un silenzioso custode? E di cosa? Leggen-
no al tavolo, e lì si profilavano momenti allegri, do Estinzione di Thomas Bernhard ne ho avu-
oppure desolati e silenziosi, spesso litigiosi. Poi to la conferma: «I tavoli delle sale da pranzo
più nulla. Tutto continuava nelle altre stanze. non parlano, ed è un bene, perché se parlas-
Lì si sarebbe tornati al momento del languo- sero verrebbero in breve tempo fatti a pezzi da
re a orario fisso: le 13 in punto e le 20 in punto. coloro che debbono sedervisi».

Romana Petri, scrittrice, traduttrice e critica, collabora con Io Donna, La Stampa, Il Venerdì di Repubblica
e il Corriere della Sera. I suoi romanzi sono tradotti in molti Paesi. L’ultimo è La rappresentazione (Mondadori).
ARCHITECTURAL DIGEST ENGLISH TExTS

P. 1 3 6

ENGLISH Between the palace


and the sky
TEXTS French essence, touches of Berlin and Vienna. Art
Déco and Bauhaus. Facing the heart of Paris

Words Ana Cardinale — Photos Matthieu Salvaing

The architects Yann Le Coadic and Alessandro Scot-


to founded their Paris-based architecture firm in 2001,
at a very young age. The duo have created boutiques
for fashion brands like Nina Ricci, Rochas, Bouche-
P. 1 2 2 ron and Aurélie Bidermann, as well as many unusual
projects, like this apartment designed for Carlos Cou-
Freehand turier, the Mexican founder of the boutique hotel chain
First a curtain, then a wall. Then Francesco Risso, cre- Grupo Habita.
ative director of Marni, painted his entire flat in Milan The apartment faces south, receiving abundant
natural light. When the architects first arrived they
Words Ruben Modigliani — Photos Francesco Dolfo found a space of 140 sqm with high ceilings. Extensi-
ve work had to be done, but with restraint: «We realized
The home of Francesco Risso, creative director of Marni, that everything had to be revised, but the character of
is in a handsome Milanese building from the early 20th the building had to be conserved: floors, stuccowork,
century. The façade has complex decorations, and on- fireplaces». The basic idea was to create an elegant,
ce inside the impression is the same, but even wilder: warm, comfortable house, in keeping with contempo-
a dizzying myriad of references and images. «I’ve been rary standards.
here since December, and the house is constantly evol- The tone is set right from the understated but ele-
ving», Risso says. «I let myself be guided by instinct, by gant entrance, with a simple antique chandelier. Pas-
sensations». Instinct played a role in the choice of the sing through a glass door, one arrives in a studio that is
apartment itself: «I liked its strange horseshoe layout, also a dining room: the desktop opens to double its sur- Vintage office
furniture in
without the classic corridor leading from room to room. face, revealing a bright green finish inside that blends Francesco Risso's
It reminds me of houses in Genoa, my hometown, be- with the darker hue of the walls, occupied by a large ca- Milanese home.
The study/dining
cause it is rather delirious». binet-showcase. To the right, the kitchen has been com- room in the Paris
The process of total decoration began imme- pletely redesigned, and is brightened by a large skylight. apartment.
diately. The painting of the walls has been done to- On the left stands the living area with gris de Paris wal-
gether with the decorator Ludovica Saviane and a mu- ls, linking up with the zinc rooftops of the city: this is the
tual friend. The idea was to tone down the brighter center of the flat. The bedroom zone has a maze of corri-
hues, shifting towards deeper shades of ochre, blue, dors leading to comfortable, cozy personal spaces. The
red and green. Along with many patterns. «I don’t like rooms are full of exquisite, quietly refined details: hid-
“perfection”, I like to humanize everything, even when den doors, wardrobes, facing materials. Everything has
it comes to clothing. Nothing should remain intact, fi- been arranged with a profound sense of balance, to cre-
nished. The opposite of precision». ate a natural, unconventional mood of elegance.
It all began during the lockdown, from certain de-
tails: «First the curtains, then some of the walls. In the
end, I just decided to repaint the entire house». The fur- P. 1 4 6
nishings reflect the same illogical logic, a matter of in-
tuition. «Take the sofa in the living area: I began with the Traces
color. I wanted black. More like a squat than an elegant
home, in contrast with the pomp of the very high doors». An early 20th-century interior, full of details that tell
When it comes to design, Risso prefers things that bear stories of friendship. At Porta Venezia in Milan
the signs of time: «I’m open to anything, from prehistory Words Marta Galli — Photos Alberto Zanetti
to the 1970s. Among the contemporaries, I very much
admire the work of Martino Gamper, and in fact he too The medium is the message. Masters of communica-
likes to disrupt objects from the past». tion know this, and Paride Vitale is no exception: he has

195
ARCHITECTURAL DIGEST ENGLISH TExTS

a special way of encoding information for immediate next door, which has a tiny lift», Cécile says. «Until my
comprehension. His house reflects his personality and daughter was born, 14 years ago, we didn’t have that
background, first as an organizer of events, and now as part: three pregnancies, up and down the stairs with
a full­fledged entrepreneur. Some time ago he moved groceries, were quite an effort».
into an elegant building from the 1920s with a view of a At that point the need arose for a major renova­
fountain and trees. Almost nothing made the move wi­ tion, «to unite the many spaces into a single house with
th him, except for a Tiki bar cabinet that welcomes gue­ its own “flow”», and to reorganize the many collections
sts at the entrance. Cécile constantly expands with new acquisitions. «I ne­
«Almost everything links back to two factors: my eded help to put the puzzle together». She called on li­
native Abruzzo, and friends», the owner says, as he felong friends Nathalie and Virginie Droulers, experts
shows us various items: pop accessories from the col­ on such projects. The relationship goes beyond friend­
laboration between Job Smeets and Seletti, a reissue ship, extending to a series of aesthetic affinities. Cécile
of the cactus designed in ’72 by Drocco & Mello for Gu­ confirms this: «I enjoy brainstorming, in a spirit of co­
fram, works by Matteo Fato, Stefano Cerio and Tarin, a creation», and she has an important “genetic” back­
scale model of Maurizio Cattelan’s finger at Piazza Affa­ ground for the task: the Gavazzi company was the le­
ri in Milan. The favorite piece would seem to be the big ading importer of silk from China and Japan from the
green velvet sofa. The construction of the décor began 1700s to the 1900s.
precisely from that point. «The only structural change Today, with her brand Morpho + Luna, Cécile crea­
was to remove the wall between the lounge and the di­ tes elegant silk nightwear and homewear collection, on
ning room, to encourage socializing», Paride says. «Ei­ view at Via Melegari 4 in Milan. «I have my own precise
ght is the perfect number for dining at the table. At the tastes, but I am always open to new ideas. Without Na­
center you can place people who are able to deal wi­ thalie and Virginie I could never have made this house».
th both sides, while at the opposite ends you put the
guests who should preferably be kept somewhat apart;
this is why the custom table is long and narrow».
P. 1 6 6
Behind the sofa hangs a photograph by the dissi­
dent Chinese artist Liu Bolin, over a throng of color­
ful ceramic statuettes of Chairman Mao: a bust, full
Tabula rasa
figures, in various types of clothing. Vitale fell in love A house without identity gains history (and feeling)
with this apartment when he went onto the balcony, thanks to “falsification for the sake of truth”
overlooking a lively part of the city. «There are buil­
Words Elena Dallorso — Photos Helenio Barbetta/Living Inside
dings from different eras, a feeling of being inside hi­
story», he says. We are in Milan, at Porta Romana, where the buildings
have a vivid aesthetic code to be respected. But when
Hannes Peer walked into the apartment purchased by
P. 1 5 4
his friend and client Roberto Ortello, Ceo of the fashion
brand N°21, and his wife Natalia, owner of the Signor
One by one Lievito workshop that produces natural baked goods, he
saw the results of «a violent renovation from the 1980s,
First one floor then another, uniting dwellings to cre- which even disrupted the layout». Nothing was left of
ate one large unit, combining different eras and worlds the original flat, not even the floors.
Words Paolo Lavezzari — Photos Rachael Smith/Living Inside «I’ve never had to start from scratch, but this was
a chance to create a sort of “historical fake” that could
Cécile Gavazzi calls her apartment on three levels over­ restore the identity of the site», the architect says. He
looking Cornwall Gardens in Kensington «my little began with the floor, in a very Milanese early 20th­cen­
In the hall of Paride
cloud». It is filled with an almost Mediterranean bright­ tury gray, based on the original materials still found in
Vitale's home, ness. In London since 1989, Cécile and her husband Ro­ the building’s lobby. Influences for the reinvented in­
Promenade armchairs berto Daccò moved in 2000 into what was a simple du­ teriors came from Rudolf Schindler, Frank Lloyd Wri­
(Gebrüder Thonet
Vienna) plex. «At first we bought the fourth floor, then the fifth. ght and Ray Kappe, with an eye on the relationship with
and Callimaco lamp We were living with two kitchens, in a sort of patchwork nature. The result is an urban chalet of sorts, with large
(Artemide).
In the London layout». Twenty years of work in progress have produ­ mahogany­finish birch paneling, raw resin cement for
apartment a ced a bigger cloud, with five bedrooms for the couple the walls in warm stone colors, and a central kitchen.
bookcase designed
by Droulers
and their three children. «First we added the third floor, The space created literally from nothing is vital
Architecture. and then a studio flat on the fourth floor of the building and eclectic, with a fluid L­shaped layout in an area of

196
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M ix up y ou r s e n s e s !
ARCHITECTURAL DIGEST ENGLISH TExTS

almost 200 square meters. The completely paneled cur-


ved entrance lures the gaze into the living, dining and ki- PUBLISHED BY CONDÉ NAST
tchen area, with two conversation zones separated by Chief Executive Officer Roger Lynch
a bookcase in birch and brass designed by Hannes Pe- Global Chief Revenue Officer & President, U.S. Revenue Pamela Drucker Mann
U.S. Artistic Director and Global Content Advisor Anna Wintour
er. Apart from the structural renovation, there are many
Chief of Staff Samantha Morgan
individual pieces created by the architect. Like the lar- Chief Data Officer Karthic Bala
ge Paysage chandelier made together with 6:AM-Be- Chief Client Officer Jamie Jouning

CONDÉ NAST ENTERTAINMENT


spoke Glass of Murano, like a cascade of glass over
President Oren Katzeff
the Butterfly dining table and the Alea chairs produced Executive Vice President–Alternative Programming Joe LaBracio
Executive Vice President–CNÉ Studios Al Edgington
by SEM-Spotti Edizioni of Milan. In the game of remar- Executive Vice President–General Manager of Operations Kathryn Friedrich
kable references, the name Peer repeats is that of Geor-
CHAIRMAN OF THE BOARD
gia O’Keeffe, and her Ghost Ranch near Santa Fe: colors Jonathan Newhouse

and materials that suggest a bond with the earth, tran- WORLDWIDE EDITIONS
slated into a very different urban language. France: AD, AD Collector, Glamour, GQ , Vanity Fair, Vogue, Vogue Collections,
Vogue Hommes
Germany: AD, Glamour, GQ , GQ Style, Vogue
India: AD, Condé Nast Traveller, GQ , Vogue
Italy: AD, Condé Nast Traveller, Experienceis, GQ , La Cucina Italiana,
Traduzione per AD Italia a cura di Transiting sas Vanity Fair, Vogue, Wired, Frame Condé Nast Experience Store
Japan: GQ , Rumor Me, Vogue, Vogue Girl, Vogue Wedding, Wired
Mexico and Latin America: AD Mexico, Glamour Mexico, GQ Mexico
and Latin America, Vogue Mexico and Latin America
Spain: AD, Condé Nast College Spain, Condé Nast Traveler, Glamour, GQ ,
Vanity Fair, Vogue, Vogue Niños, Vogue Novias
Taiwan: GQ , Interculture, Vogue
United Kingdom: London: HQ , Condé Nast College of Fashion and Design,
Vogue Business; Britain: Condé Nast Johansens, Condé Nast Traveller,
Glamour, GQ , GQ Style, House & Garden, LOVE, Tatler, The World of Interiors,
Vanity Fair, Vogue,Wired
United States: Allure, Architectural Digest, Ars Technica, basically,
Bon Appétit, Clever, Condé Nast Traveler, epicurious, Glamour, GQ , GQ Style,
healthy ish , HIVE, Pitchfork, Self, Teen Vogue, them., The New Yorker,
The Scene, Vanity Fair, Vogue, Wired

PUBLISHED UNDER JOINT VENTURE


Brazil: Casa Vogue, Glamour, GQ , Vogue
Russia: AD, Glamour, Glamour Style Book, GQ , GQ Style, Tatler, Vogue

PUBLISHED UNDER LICENSE OR COPYRIGHT COOPERATION


Australia: GQ , Vogue, Vogue Living
Bulgaria: Glamour
C O M U N I C AT O S I N D A C A L E
China: AD, Condé Nast Center of Fashion & Design, Condé Nast Traveler,
Milano, 14 maggio 2021 GQ , GQ Style, Vogue, Vogue Film, Vogue Me
Czech Republic and Slovakia: La Cucina Italiana, Vogue
Ancora tagli. Condé Nast Italia ha dichiarato 26 giornalisti in esubero – più Germany: GQ Bar Berlin
di un terzo del totale in organico – all’interno di una vasta riorganizzazione Greece: Vogue
internazionale, dai contorni indefiniti e senza che un piano editoriale preci- Hong Kong: Vogue
so sia stato condiviso con le redazioni. Un’operazione condotta su organici Hungary: Glamour
già ridotti all’osso e professionisti che durante lo stato di emergenza hanno Iceland: Glamour
dimostrato grande senso di responsabilità verso i lettori e l’azienda. Queste Korea: Allure, GQ , Vogue
strategie, per noi non condivisibili, mettono a repentaglio testate che, negli
Middle East: AD, Condé Nast Traveller, GQ , Vogue, Vogue Café Riyadh, Wired
anni, hanno saputo raccontare i cambiamenti sociali e civili e le eccellenze
italiane. Togliendo voce a chi, attraverso i nostri periodici e siti - Vanity Fair, Poland: Glamour, Vogue
Vogue Italia, L'Uomo Vogue, GQ, AD, Wired, La Cucina Italiana e Traveller – Portugal: GQ , Vogue, Vogue Café Porto
ha trovato uno spazio per raccontare la sua storia. Romania: Glamour
Russia: Tatler Club, Vogue Café Moscow
Per questo i giornalisti Condé Nast, dopo aver appreso le intenzioni dell’a- Serbia: La Cucina Italiana
zienda nell’assemblea dei giornalisti, hanno immediatamente proclamato South Africa: Glamour, Glamour Hair, GQ, GQ Style, House & Garden,
una giornata di sciopero, oggi 14 maggio 2021, dichiarato lo stato di agi- House & Garden Gourmet
tazione e affidato al Cdr un pacchetto di altri quattro giorni di astensio- Thailand: GQ , Vogue
ne dal lavoro.
The Netherlands: Glamour, Vogue, Vogue Living, Vogue Man, Vogue The Book
A noi giornalisti della Condé Nast non sfugge certo la difficile congiuntu- Turkey: GQ , La Cucina Italiana, Vogue
ra in cui si trova il mercato editoriale, aggravata anche dalla pandemia. Tut- Ukraine: Vogue, Vogue Café Kiev
tavia, di fronte agli incredibili sforzi di tutti, che hanno garantito l’uscita
di prodotti editoriali di qualità e lo sviluppo di nuove opportunità di busi- Condé Nast is a global media company producing premium content with
ness, la risposta è una riorganizzazione che si concretizza, ancora una vol- a footprint of more than 1 billion consumers in 31 markets. condenast.com
ta, in tagli. Una decisione che risulta incomprensibile, alla luce delle di-
chiarazioni dell’azienda di voler investire sui talenti interni e di voler adot-
tare un atteggiamento socialmente responsabile, attento alle disuguaglian-
ze e all’inclusione. Direttore Responsabile: Emanuele Farneti. Copyright © 2021 per le Edizioni Condé Nast. Registrazione
del Tribunale di Milano n. 98 del 7.3.1981. La Edizioni Condé Nast S.p.A. è iscritta nel Registro degli
Noi crediamo che esista un’altra via per far tornare i conti e che passi dal- Operatori di Comunicazione con il numero 6571. Tutti i diritti riservati. Spedizione in abbonamento postale
- D.L. 353/03 Art. 1, Cm. 1, DCB - MI. Distribuzione per l’Italia: SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A. via Bettola
la salvaguardia degli attuali organici e dal loro coinvolgimento in progetti 18, 20092 Cinisello Balsamo (Mi), tel. 02660301, fax 0266030320. Distribuzione Estero Sole Agent for
che valorizzino la storia di Condé Nast in Italia. Perché, come abbiamo di- Distribution Abroad A.I.E. - Agenzia Italiana di Esportazione SpA, via Manzoni 12, 20089 Rozzano (Milano)
mostrato, sappiamo fare bene il nostro lavoro, garantendo ai nostri tanti af- tel. 025753911. fax 02 57512606. www.aie-mag.com. Stampa: Elcograf S.p.A. Verona - Printed in Italy. Numeri arretrati € 10,00.
fezionati lettori un’informazione competente e innovativa. Al contrario, oggi Inviare importo a IeO Informatica e Organizzazione Srl Ufficio Arretrati, a mezzo c/c postale n. 56427453, tel. 039.5983886 - fax
si profila la scelta di andare verso testate uniformate a livello internaziona- 039.9991551 - e-mail: arretraticondenast@ieoinf.it. Per spedizioni all’estero maggiorare l’importo di € 2,50 per le spese postali.
le, con spazi sempre più ridotti per i contenuti locali. Un indirizzo che con-
testiamo, convinti che un buon servizio a chi ci sceglie, in edicola o in rete,
sia dare spazio alla sua storia.
Per questo chiediamo di ritirare gli esuberi, di fare chiarezza sul piano edito- ACCERTAMENTI
DIFFUSIONE STAMPA
riale e, in generale, sul futuro di Condé Nast Italia, e di coinvolgere i giornali- CERTIFICATO N. 8797
sti in processi decisionali che non possono essere calati dall’alto. DEL 05-05-2021
ARCHITECTURAL DIGEST L ’ U LT I M A P A G I N A

COME UN ROMANZO
DI ROBERTO COTRONEO

«Lei sa che i luoghi mentali con il passare degli anni con- quanto dovrebbe. Lei dovrebbe imparare a non aver paura
tano assai di più di quelli reali?», mi domandò quella don- del futuro», concluse sorridendo.
na, una psicologa che mi aveva ascoltato con pazienza per I luoghi mentali sono innanzi tutto le case. E spesso
tutto il tempo, in quell’ambulatorio freddo dove ero anda- sono case che attraversi, che hanno la stessa consisten-
to per chiedere aiuto. za dei sogni. Case che ricordi. Case che tornano nei libri,
«Lei ha avuto solo una crisi di panico. Non stava male, a pezzi, come il vestito di Arlecchino: una stanza è quella
è la sua mente che costruisce troppe fantasie». dei nonni, quella in fondo al corridoio di quando eri pic-
Non mi sono mai sentito fantasioso. Ma appena dice- colo, un’altra l’hai vista passando con il treno, da una fine-
vo a qualcuno che il mio mestiere era quello dello scritto- stra accesa. E avevi fatto caso a pochi dettagli e a un’om-
re, prima o poi venivo investito dalle fantasie degli altri. bra appena dietro il vetro. Un corridoio viene da un vec-
Come gli ipocondriaci che appena trovano un medico, a chio film, la luce di un soggiorno era di una pensione con
una cena, oppure sul sedile di fronte del treno, cominciano le volte a crociera e il mattone vivo. E gli oggetti, i mobi-
a elencare tutti i malanni, passati, presenti e futuri: quelli li, li assembli, tutti assieme, come si fa quando confondi i
peggiori, perché quelli temuti. romanzi che hai letto, quelli che hai scritto, quelli che de-
«È un po’ come mettere ordine in casa. La casa è il po- vi ancora scrivere.
sto dove si raccolgono le cose, il posto da cui vuoi fuggire, «Lei ha mai sognato case che non ha mai visto?».
quello in cui vuoi rientrare appena puoi. Quello che vuoi «Sogno continuamente case che non conosco», rispo-
cambiare, o altrimenti quello che vuoi lasciare come è sem- si: «quando mi sveglio mi chiedo dove siano, e da chi mi
pre stato, e guai a spostare un oggetto. Ci sono le case tue, arrivano. Forse le persone che non ci sono più ci raccon-
le case che hai abitato. Ci sono le case che hai visto, e per- tano di case che avremmo potuto vivere. E ce le mandano.
sino quelle che non hai visto. Dove non sei mai entrato. E Come una fotografia».
ci passi davanti, e osservi le finestre e ti chiedi cosa c’è ol- «Le arreda lei?», mi chiese con curiosità.
Illustrazione di Manuele Fior

tre l’inquadratura di quel muro, che mostra mezzo quadro, «No, le lascio così. Se posso, se lo trovo, mi porto via
un vaso di fiori, un frammento di tavolo. La luce azzurrina anche un libro, o un oggetto. Ma la mattina, quando mi
della televisione che illumina uno specchio che non riflette sveglio, non so mai dove sia finito».

Giornalista, fotografo, scrittore e critico letterario, Roberto Cotroneo ha diretto per molti anni le pagine culturali
dell’Espresso. Questo mese è in uscita Loro, il suo nuovo romanzo pubblicato da Neri Pozza.

200
www.frigo2000.it

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