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DESIGN E ARTI

Docente Giuseppe Finessi

Tot: 13 lezioni

20/11/2020

https://politecnicomilano.webex.com/politecnicomilano/ldr.php?RCID=916beddfa217dff60c087ebc4668c527

Momento al femminile

Marium Baruc_nello spazio uido 2019


Unica nel suo genere
Per lei l’arte è indecifrabile e indescrivibile qualcosa di sfuggente che non può essere toccata.
Ci si rivela come una magia alla nostra percezione, e poi scompare, sfugge e si nasconde alla vista e alla
nostra capacità di darle un signi cato. È di cile dare un signi cato
Capacità di saper cogliere e intercettare questi momenti e tradurli in queste tele squarciate, piene di vuoto
tele cariche di vuoto, impalpabili indecifrabile, squarci. Come dei diaframmi senza peso che invitano il
pubblico a camminare, la persona è portata ad avere una propria immagine, un proprio ricordo di quello
che stanno guardando.
Opere avvolgenti e coninvolgenti, si aprono alla nostra vista e alla nostra percezione

Sua Ricerca sempre verso il presente e alla contemporaneità, cogliere il movimento, il usso continuo,
l’energia che nasce dalle forme intercettate, viste.
Pratica continua di ogni giorno e ogni istante.
Ciclo di opere:Caratteristica di essere composta da resti tessili dell’alta moda, li intercetta e li appende ai
muri, sono attraversati dallo vuoto spazio e dal nostro sguardo.
Di cile da caratterizzate, destrutturati, dei disegni nello spazio
. Simili ad Andrea Anastasio,
Equivoco tra lei però gioca con il fraintendimento e la memoria. Narrazione
Il vero protagonista è il vuoto. Opere svuotate, Solo squarci. No tridimensionale, non ha ne accezione
negativa che positiva il vuoto. Esiste e va considerato, abbracciato
Limiti di tessuti.
Quest’opera assomiglia anche a una ragnatela, intercettare il vuoto, raccoglierlo, li, poco materiale. Come
uno schizzo, un accenno, sembra che stia per rompersi.
L’artista ci coinvolge, ci fa trasportare nel vuoto.
Anche i titoli, sono spesso anche in lingue diverse, conosce tante lingue, sono parole precise, delle
poesie, ci invitano a leggere l’interpretazione dell’artista.

Schizzi che si fanno rilievo su uno spazio,


interessantissimo.
Mostra memorabile a Lucerna, mostra perfetta, raro da trovare
Ha avuto molte stagioni di arti nella sua vita di artista. Lavora in questo mondo da 60 anni, tantissimi lavori
Francesco Garutti_inventario n.12

Dino Gavina, imprenditore, con lui ha fatto molto lavori, es poltrone con la coda, o tappeto gioco per
bambini che simula un animale. Ha incontrato Fronzoni, l’abito contenitore con lui
Molti suoi lavori sono omaggi alle persone, i grandi dell’arte, fa tanti omaggi.
Ha 90 anni ora

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Matteo Ragni _Segnalibro patch, De Vecchi Milano, 2004

anello, ditale segnalibro, l’immagine già dice tutto, entra nel catalogo della piccola bottega De Vecchi,

entra solo nel 2004,


lui la pensa qualche anno prima. Nella sua maturità è stato capace con il suo amico, Giulio Iacchetti, è
riuscito a fare tante piccole speciali azioni-progetti.

Generazione d’autori, i nuovi protagonisti, ha capito che non basta più disegnare un oggetto, ma bisogna
immagine un contesto di azioni-comportamento attorno all’oggetto.
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Sguardo più ampio, una visione che vada oltre al disegno del singolo oggetto. I nuovi grandi protagonisti
del design italiano.
Bisogna assumere un ruolo da registi, scegliere un bravo fotografo per la comunicazione, le stylist, gra ci,
realizzazione delle singole oepre, consulenti per materiali, niture, u ci… sistema molto complesso. Lui
governa bene tutto.
È sorprendente nella sua essenzialità. Capire qual è il ruolo del designer oggi.
Riceve il compasso d’oro per la forchetta moscardino e un altro compasso per i disegni di alcuni tombini,
sempre insieme a Iacchini.
Piccolo oggetto suggestiva per il mondo dei libri. Per leggere il libro con una mano sola.
(mostra ultrabody)

M. Ci tiene la pagina e ci agevola la lettura, ali che permettono di distendere le pagine, invenzione
tipologica di un oggetto molto piccolo. Accessorio, protesi che ci permette di intercettare un
comportamento comune. Comodità della lettura. Picca porzione di spazio, grande funzionalità e sorriso da
un oggetto molto piccolo.

F. Ricordarci che si può progettare tutto, anche intorno alle piccole necessità.
Oggetto in argento, prezioso

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Gerd Rothmann, Anelli e bracciali_1992-94


Progettista tedesco di gioielli, si lavora spesso con materiali prezioni, componente del valore economico. Il
gioiello è molto ancorato alla sua tradizione, parlano un linguaggio di altri tempi. Solo pochi riescono a
trovare altre strade. Reinterpretazione. Da 40 anni, lavora anche in Italia, grande ricerca contemporanea
del gioiello in italia. Lui cerca altre strade.
Gioielli caratterizzati, tutti hanno delle impornte, della dita e della pelle, parlano della persona che li ha
forgiati e toccati .
Ricerca provocatoria, es. Sixth Finger 1979, immagina un anello con corpo aggiunto che si inserisce tra le
tida e diventa un nuovo dito. Il Duchamp del gioiello contemporaneo.
I gioielli si rapportano in modo evidente con la persona che li indosserà, sono oggetti che parlano tramite
le impronte. Parlano di un corpo preciso. Un corpo sempre diverso.
Materiali che migliorano anche la vita della persona, grande ricerca dietro anche i materiali, trasmissione di
energia, salute.
Alba Cappellieri, molto brava in questo lavoro.

M. Una protesi, un oggetto prezioso. È importantissimo l’aspetto tattile dellìoggetto, la texture che
percpisco, l’impronta impressa nella forma.diventa prezioso. Si capisce che sono impronte di dita.
Nella seconda, ci fa capire la percezione delle nostra dita.

Memoria, traccia, impronta, memoria, suggestione, rimando al passato, un pizzico per ricordare

Io. Valorizzare il negativo della dita

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Alvar Aalto, Sanatorio di Paimio, Stanza di degenza_1929-33


Una delle opere più impronte dell’architettura moderna, parliamo di uno dei grandissimi con un lavandino,
soprattutto il disegno. Attenzione elementare, progetto di un lavandino inclinato, posizione del rubinetto
per il usso dell’acqua che colpendo la ceramica trova un piano inclinato per non far fare troppo rumore
mentre scende. Tutte le camere erano da due, due letti, due lavabi, l’attenzione è posta anche nel rispetto
dell’altro. Questo dettaglio dice tutto. Attenzione per gli altri. Piccole attenzioni, grandi risultati.
L’architettura moderna era fatta soprattutto di questo. In nite attenzioni.
Ogni dettaglio in queste camere e in questo edi cio è pensato nel dettaglio.
Si è occupato anche della decorazione dei so tti per chi doveva stare sdraiato aletto per molto tempo.
Questo edi cio è un manuale di progettazione.
È la progettazione della qualità.
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m. Grandissima attenzione e accortezza dichiarata ma in maniera sileziosa. Come si progetta il silenzio?
Così. Il progetto diventa proprio a servizio delle persone, espressione per la cura e l’attenzione per le
persone tramite i dettagli. Il progetto del silenzio, una regia nascosta.

Io. È un progetto silenzioso, non si fa notare, si usa e si capisce.

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Ilya e Emilia Kabakov, Looking up, Reading the words_munster 1997


Piccola città che ogni 10 anni ospita e accogliere un sacco di persone la più importante mostra di scultura
all’area aperta. È interessantissimo il lungo tempo, siamo abituati a tempi più brevi (esiste da quadriennale
a Roma). L’ultima nel 2017_appuntamenti con il tempo, come avrebbe detto Alighiero Boetti. Ilya e la sua
compagna Emilia Kabakov, hanno realizzato una strana altezza in mezzo al prato. Traliccio elementare con
cavi per sostenere la struttura, è una vera e propria antenna, disegni molto elementari ma comprensibili. Si
inserisce in uno spazio di prato . Bisogna sdraiarsi sotto (Castilgioni_se non siete curiosi, cambiate
mestiere). All’interno strani li metallici che compongono delle parole e leggere le parole scritte nel cielo.
“siete qui, sdraiati nell’erba, guardi il cielo saturo blu, vedi le nuvole che uttuano, è la cosa più bella che
tu abbia mai fatto e mai visto”. Non dice niente, ricorda solo quanto sia speciale quel momento in una vita
frenetica. Non abbiamo più tempo tempo per queste cose, sono momenti sempre più rari e quindi speciali.
Sovrascirve quello che potremmo pensare, è come se fosse una didascalia al nostro guardare verso il
cielo. Fermare un’immagine. Realizzazione semplice ed elementare.
Se uno non è curioso, sembrerebbe un elemento tecnico, bisogna scoprirne l’aspetto poetico, sdraiarsi e
capire, avvicinarsi. Vuole che si viva questa esperienza.
Opere che dicono tutto quello che serve.

Mario Marenco, architetto e comico, incipit bellissimo “certe volte a furia di guardare il cielo gli occhi
diventano azzurri”_libro “lo scarafo nella brodazza”.

M. Opere di punti di vista e prospettive, l’opera deve essere vista nel cielo, nel vuoto. Un monumento alle
cose semplici. È interessante la doppia struttura, l’aspetto più tecnico e la grandissima libertà intrinseca
nel messaggio.

È interessante la leggibilità del messaggio anche a seconda delle condizioni atmosferiche, come il cielo è.
Il messaggio non è mai uguale.

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Maurizio Nannucci, Si può immaginare il contrario_2000


Circa 80 anni, artista, 50 anni di lavoro. Spesso ha scritto delle frasi stupefacenti. Biennale di Venezia,
sbarco del Lido. In quell’anno scrive e usa la scritta al neon, una della sua cifra signi cativa, è molto molto
noto anche in tutto il mondo. Gli vengono chiesti degli interventi per la Biennale. Stazioni di arrivo dei
vaporetti, memoria di arrivo della banchina. Una sorta di comandamento, quasi un incipit, come la frase di
Munari “ma non si può fare in un altro modo?”. Scritte fatte per essere viste da chi arrivava dal mare.
Stimolare il pensiero a porsi in un altro modo, capacità di fermare questi pensieri fatti da poche parole, in
una suggestione molto forte, quasi un vincolo. E scriverle con la luce, illuminarle, la luce contrasta e
aggiunge visibilità, sempre componente magica e stupefacente, accende un’emozione, illumina e scalda.
Fa coincidere questo con la parola scritta, il verbo, spesso ci stimola e ci invita a ri ettere in un altro modo
su quello che sta accadendo.
Stessa frase in un altra lingua, in corsivo.(scrivere titolo)
Opera permanente al museo del 900 a Firenze, aperto da poco, tutto potrebbero essere di erente, alla ne
c’è il pallino tipo R di registrato ma con la N, alla ne. (scrivere titolo)
Altre invece con un impatto più grannde, qui la luce con i colori della natura.
Frasi lapidarie come dei piccoli comandamenti, delle suggestioni comportamentali.
Biennale di Venezia 78, aereoplanino con la scritta “immagine del cielo” come era usuale in quei tempi,
come se fosse la didascalia di quello che ognuno in quel momento stava già facendo.
Suggestione e invito, tutto si può fare in un altro modo.

M. La scritta nel buio, sembra un miraggio nel buio, l’arte che si fa parola e linguaggio.
Come degli appunti per farci ri ettere
Frasi semplici che insegnano a guardare meglio quello che si guarda
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Semplici ed e caci, ci insegnano
Tutto quello che ci circonda cambia

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Ingo Maurer,
Ha rivoluzionato tantissimo il mondo del Lighting design

Bulb, 1966
Il suo primo progetto, allusione alla lampadina tradizionale, lui la immagina racchiusa dentro una
lampadina, il paralume, base metallica che allude alla lampadina, anche il paralume. La lampada allude
alla lampadina. Lampada d’appoggio, da tavolo, sopra la calotta è ri ettente, fa in modo che non si crei
abbagliamento, il usso luminoso è direzionato verso il basso.
Il gioco di allusioni e rimando e suggestioni parte da lontano, dal 66.
Negli anni ’80 fa un’azienda con il suo nome. Negli anni i suoi sistemi di illuminazione ha cambiato il
mondo anche tramite strane suggestioni e provocazioni (umor) e grande ricerca tecnica (lampada a bassa
tensione). Ha portato le lampada a bassa tensione, lampadine disossate, senza protezione, ma non
pericolosa. È entrato nei musei e nelle case delle persone.
Guardare alla luce come alla sua stessa essenza. Dichiara un evidente amore per la lampadina, l’emblema,
l’oggetto che de nisce il mondo della luce arti ciale.

One from the heart 1989


Traliccio di li annodati metallo con un cuore rosso che scherma la lampadina

Luccellino 1992, il suo bestseller


Lampada a incandescenza , allude al mettere le ali alla lampadina spesso utilizza nomi italiani, allude
all’idea di prendere il volo

Porca miseria ! 1994,


Sistema di piatti e posate vere congelati nella loro frattura
pezzi di ceramica esplosi e congelati in una nuvola di frammenti
Come paralume, o anche foglietti come paralume, pensieri.

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Harri Koskinen, Block, Design House Stockholm 1997


Nuova generazione, allude, rimanda e dichiara l’amore per la lampadina, bloccata in due gusci che
racchiudono ed esaltano la lampadina. I due gusci sono un po’ smerigliati. Occhio vitro che congelano,
allusione al mondo del freddo e il ghiaccio, contrapposta al caldo della luce.
Prima solo lampade a incandescenza, gioco tra il calore, l’oggetto di calore che ci ricorda il fuoco, luce e
calore e suggestione del freddo, anche per il suo paese d’origine.

Queste due lampade raccontano in maniera diversa l’importanza della lampadina e della luce arti ciale.
Intervista di Marco Romanelli in Inventario n.12

M. Due tecniche comune, entrambi esaltano la lampadina, la fonte di luce arti ciale, un paralume che
possa esaltarlo. All’inizio la ripetizione, citarla, la lampadina viene sottolineata. Maurer lampade che
sembrano non avere nulla a che fare con esse. seconda, come se la lampadina galleggiasse, la bellezza
della lampadina. Viene esaltata la lampadina in modo semplicissimo.
Sembra la lampadina galleggi nel giaccio.

In entrambi i casi si evidenzia la forma della lampadina come archetipo tecnologico e proteggerla. È come
se bastasse lei e basta.
O maurer la mette su un piedistallo per evidenziare la sua forma nobile e perfetta

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Franco Albini, quartiere INA-Casa, Cesate, 1951


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Nord Italia, all’inizio era campagna, non c’era nulla. In corso il progetto delle case INA, poco dopo la
seconda guerra mondiale, Piano Marshall. Gli anni che hanno determinato il boom economico italiano.
Importante il piano edilizio, bisognava ricostruire un paese.
Piano durato 14 anni. Coinvolti i più grandi architetti italiani, mai successi prima, anche Sottsass in
Sardegna, in Calabria, a Capri, case INA. Tanti insediamenti, tanti corpi di fabbrica.
Case popolari. Due copri di fabbrica, uno di fronte all’altro e un porticato. I privilegiati avevano le biciclette.
Case su due piani. Coinvolto Gardella. Il progetto di albini si ripete 7/8 volte. Cortile ,il porticato come
collegamento. Molto Molto semplici ed economiche, c’erano maestranze semplici e manodopera
volontaria, pochi esperti. Piccole case, corpi di fabbrica su due piani, tetti a falde, piccoli terrazzini, patii.
L’insieme è notevole. Il più grande architetto italiano del 900, come l’ha de nito Mendini, 25 anni di lavoro.
Anche Ponti, Viganò. C’è anche la stazione e la ferrovia. Nella planimetria i blocchi di Albini sono in basso
a destra. Corpo più stretto e corto, un porticato. Una decina di edi ci, (tutta sulla destra). Hanno dedicato
il loro lavoro per l’edilizia popolare. Viene utilizzato un modulo, i suoi disegni sono perfetti, disegna sempre
il nord. China su carta da lucido, studio di albini, lavorano tutti col camice bianco, onorale il lavoro con un
grandissimo rispetto formale.
Tavola generale. Si pensa anche al giro del sole. Case esposte a sud, a nord non c’è neanche una nestra,
solo il portico per le bici, un piccolo spazio comune di cerniera. L’esposizione a nord è la più fredda, non
luce nobile. 4 tipi di alloggi: A, B, C, D, noi ci occupiamo del B. Per coerenza non mette da nessuna parte
le nestre a nord, perché no luce diretta, più esposta al freddo, è meglio proteggersi e non si avrebbe una
luce di qualità. Tutti gli alloggi hanno luce diretta dalla mattina e in tutti i momenti della giornata.
Tantissimo studio sulla luce.
C’è una stecca regolare fatta di alloggi tutti simili che si incastrano l’uno nell’altro. Un modulo, è possibile
che Albini si fosse ispirato agli architetti russi alla Biennale, principalmente Melnicov, aveva progettato dei
piccoli chioschi per degli spazi urbani a Mosca, immagina un modulo ad L che si incastrano fra loro,
disegnando un disegno periodico. Stecca che si allarga . Due copri leggermente aperti che permettono un
maggior quantità di luce. Corpi leggermente divaricati, per la luce e soprattutto per la vista, se le stecche
fossero parallele ci si vedrebbe in casa a vicenda. (antenna di kabacov) lo sguardi per ognuno è più ampio,
idea di regalare a tutti un pezzo di verde, ognuno aveva un pezzo di orto, un piccolo “giardino”.
Gli alloggi B sono una variante della variante A, quelli C e D sono leggermente più ampi e più tra zionali,
per famiglie più numerosi. A due camere sopra.
B invenzione che permette ad Albini di alternare di avere una stanza in più o al piano terra o al piano
superiore.
Inventario n.10_ Corrado Levi, allievo e collaboratore, apostolo di Franco Albini (ragiona su queste due
piante), “il teorema aperto” gli alloggi come un enciclopedia, tetto che uni ca l’insieme. Vede costruire ad
Albini queste case. Levi come testimone.
Sommatoria di attenzioni funzionali
Al piano rialzato uno è più grande perché ha una stanza in più, questa stanza al primo piano sarà di
pertinenza al primo alloggio B, il modulo dei due alloggi B si ripete 2 volte, di cui una con la variante
dell’alloggio di testata

I primi alloggi B (verso il basso, pianta blocchi divaricati). Pianta (esplosa) come invenzione, sommatoria di
accortezze funzionali. Il nord è sempre in alto (pensare alla luce).
Entrando subito due gradini, quota leggermente rialzata, piccolo spazio protetto da una parte di tetto, una
tettoia incorporata. Entrando un appendiabiti che crea un ulteriore ingresso/un ltro/in ingresso,
quasi un doppio ingresso.
Entrando si vede lo spazio caratterizzante una scala a chiocciola di circa 2.40 di diametro, scala molto
ambia, gradini di 1 metro, per traslochi e fruizione quotidiana, doveva servire per tutto, doveva avere una
sua dimensione e una sua nobiltà.
La scala ha un dettaglio: il primo gradino è come se fosse leggermente rovesciato su se stesso , non
posso salirci direttamente, faccio un piccolo gesto di ingresso ulteriore, privatizza ancora di più la zona,
che porta la piano di sopra, la parte privata della casa, una piccola rotazione. Il gra co ruota un po’ verso
la parete, rende l’azione più riservata. Non sono spinto a salire sulla scala, devo voler salire, piccola
rotazione del gradino che sottolinea la privacy del piano al quale porta.
La stufa dietro le scale, doveva stare in un punto di cerniera, raggiunge con il calore tutto il piano inferiore
(canna funaria). La soletta è forata, il foro dellascala è quasi quadrato su cui si inserisce la scala. Il calore
riesce anche a salire e riscalda la casa. Nel punto centrato della casa, un punto mediano.
Parte tratteggiata perché la soletta è tagliata, c’è un foro, foro quadrato dove si inserisce, si inscrive la
scala. Viene riscaldato anche il primo piano.
Soggiorno, 2 librerie tra i pilastri, la struttura è lasciata a vista e vicino scrivania per lo studio. Vetrata con
un piccolo balcanico a piano terra
Tutti gli alloggi hanno un balconcino che guarda a sud-est, tavolo per 6 persone o a volte anche 7. Qui
tutto è calcolato al cm.tra i pilastri mette altri contenitori.
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Nella cucina scala per accedere all’orto. Vediamo l’orizzonte e vediamo dalla porta nestra. Due gradini
per scendere alla parte di orto. 90 mq in totale. Non sentiamo la pressione di essere schiacciati da altre
case, possiamo guardare a sinistra e destra. Doppio a accio.
Alloggi molto piccoli per tutte le persone che devono ospitare, la parte sotto 48.50 m e il primo piano, 3
stanze con bagno e antibagno 49 m. Lo sguardo sia a destra che a sinistra, è uno sguardo positivo.
Qualità notevole dell’alloggio. Doppio a accio.

Primo piano, scala molto comoda e ampia, si arriva al punto di approdo ortogonale, non c’è nessuno
spreco di spazio. Piccolo disimpegno e accesso a tutte le stanze. No decorazione, solo funzione.
Tre camere da letto e il bagno.
Piccolo antibagno con porta che si apre verso l’esterno, all’interno no spazio, spazio ridotto. Sanitari e
vasca piccola, bagno, trasversale rispetto alla consuetudine, vicino alla nestra. Dimensioni ridotte.
Un progetto da manuale di Architettura , è pensato a tutto.
Camera matrimoniale, come tutte le camere, forme di rettangoli allungati, stanza lunghe e strette, armadio
sui lati corti , nel punto meno luminoso, non bloccare l’ingresso della luce.
Spazio per la culla, tutto a sinistra. Annulla l’angolo per una questione economica, risparmio di
costruzione
Se la camera fosse stata perfettamente ad L, rettangolo tradizionale, anche il tetto avrebbe avuto questo
disegno, lui invece ha voluto uniformare il tetto con una linea di gronda unica.
Il più grande costruttore di scale per la modernità

Sarebbe stato anche più costoso. Angolo tagliato per raccordare la linea di gronda che disegna il fronte e
il tetto lineare. Nell’altra camera due letti in linea, du stanze per letti singoli, armadio dietro la porta e
scrittoio

Primo alloggio B,
Primo alloggio: piano terra_soggiorno, zona pranzo, cucina
Primo piano_bagno, 2 stanze singole e camera matrimoniale

Secondo alloggio B,
Primo alloggio: piano terra_soggiorno, zona pranzo, cucina, stanza in più (con un uscita diretta sull’orto)
Primo piano_bagno, 1 stanze singole e camera matrimoniale

Nell’altro appartamento una diversa disposizione planimetrica. Questo era il prima alloggio B, ce ne sono
4 tipologie.

Il secondo appartamento ha la terza stanza (quella in mezzo) al piano terra. Seconda tipologia dell’edi cio
B. Con un uscita diretta all’esterno.
Alloggi con un con ne tradizionale , negli alloggi B noi si concatenato tra loro, le due camere in due
appartamenti sfalsati hanno la stessa nalità d’uso

La privacy è un tema importante, soprattutto per quanto riguarda la vista


È un alloggio speciale con una variante, Le Corbusier invece gioca più con gli incastri. Villetta Pestarini.

L’obiettivo è quello di incastrare i due alloggi e i corrispettivi due piani per alloggio. Dislocazione, incastro
tridimensionale.

Questa anomalia della casa non è rettilinea, ha uno scarto planimetrico, è questa variazione . La
smussatura, il raccordo ha anche un aspetto in più, in inverso è più di cile scaldare un angolo
Gra ni autoportanti e modulari

Rispetto alla casa tradizionale: negli alloggi B non divisione di con ne netta, un incastro di case, una
grande variante. Due case a schiera non divise in verticale ma in orizzontale, e danno la stessa funzione
d’uso. Coordinare anche l’azione delle persone.

Coordinamento della destinazione d’uso

VICO MAGISTRETTI
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I suoi oggetti sono alcuni fra i più famosi al mondo
Inizia a disegnare nel 46, nasce come architetto

Eclisse, Artemide 1965


Gianpiero Bosoni_andare a cercarlo
modularità, gure geometriche
Lampada da tavolo, lampadina al suo interno, 3 porzioni di sfere di metallo, legate insieme da un punto di
cerniera, che permette la rotazione dell’elemento interno, il paralume, caratterizzante.
Compasso d’oro 67
Piccolo difetto, essendo tutta in metallo
Si surriscaldava e se la toccava si scottava. Grande uomo elegante e brillante e disse “dopo che ti scotti
una volta te lo ricordi e non fai più”.
È comunque diventata un’icona, forse la prima icona del disgn italiano. , uno dei primi bestseller itailiano.
Disegnava tanto, piccoli schizzi, 1 solo collaboratore. Ha sempre avuto un solo collaboratore: Geometra
Montella e po. i suoi schizzi erano sempre piccoli su pezzi di carta casuali, carta di recupero, non sono
disegni fatti per essere belli. Schemi più che schizzi
Questo schema racconta l’essenza della lampada, qui versione successiva e corretta.
È stata inserita una ghiera senza scottarsi. Gioco competitivo di tre sfere di cui una seziona che diventa
base., ci son anche i disegni di brevetto.
Lo spunto di magistratti, con gismondi, il direttore di artemide, tutti dormono e tutti potrebbero avere di
una lampada per il comodino. Una lampada che alludeva alle vecchie lanterne cieche con la amma che
andava protetta con un paralume per non farla spegnere. Questo ne è lo spunto. Intuizione

M. Icona, lo conoscono tutti, il disegno semplicissimo, tre sfere


Il nome allude, il periodo in cui il mondo guardava la luna, scoperta delle spazio, suggestione

Atollo, Oluce 1977


Vince il compasso d’oro, sia in metallo e poi dopo in vetro.
Grande cupola, Ha una grande valenza scultorea, dimensione più ampia. Grande semisfera che sembra
uttuare nel vuoto, piccolo tondino metallico che la sorregge.
il usso luminoso scende verso il basso, 3 forme: cilindro, cono e semisfera. La luce colpisce il cono e fa
rimbalzare la luce, stesso angolo di entrata e di uscita e altra arriva sul piano.
Il paralume protegge, la luce colpisce il cono e fa rimbalzare la luce. L’idea iniziale prevedeva che la parte
nale de cono fosse un cilindro e andasse nella cupola. Invece sembra che la semisfera lieviti, sul cono.
Degli studenti hanno scoperto che la lampada ha proporzioni auree, magistrati dice invece che l’aveva
fatta ad occhio. Luce ltrata e schermata, paralumi geometrici, forme pure. Il primo oggetto che fa in cui la
presenza scultorea, poche parlano da solo. Per Magistrati questo aspetto era fondamentale. Nobiltà
geometrica di forme pure. Poche lampade parlano una lingua propria.

M. Figure geometriche perfette. Parabola ri ettete


Occultamento della fonte luminosa , tre ordini di ombra e tre ordini di luce
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Lampada Sonora, Oluce, 1974

Lampada da pranzo, schizzo semplicissimo, inizialmente in metallo e poi fatta in altri materiali.

La lampada doveva raggiungere almeno un tavolo di 140 cm, doveva avere quella dimensione, l’obbiettivo
era illuminare in modo perfetto il tavolo e lasciare l buio il resto. La posizione infatti è bassissima. Era la
tavola che aveva in casa. Qualità e funzione precisa, ha una presenza scultorea, volume puro. Le lampade
a sospensione sono di due tipi: quelle che si fanno sentire la presenza, le protagoniste della cena e quelle
che si nascondo. Quando non viene utilizzata è una scultora, quando si usa disegna lo spazio con la luce,
è la lampada, la luce che crea l’atmosfera.
Lo schizzo dice già tutto

progettazione del buio.


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Si crea uno spazio di luce.
È di una delicatezza palpabile, pur per le sue dimensioni.
Contrasto: un oggetto così ingombrante che sparisce nell’ombre.

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Tavolo vidun, De Padova 1986

Struttura semplice, rimando al mondo artigianale dell’ebanisteria. “Vidun” (vite in milanese) supporto del
tavolo, grande vite lettata tipica dei falegnami, sostegno a tre vie come i punti di appoggio. Regolabile
(10/15 cm), l’altezza e la funzione cambiano. Piano in cristallo per evidenziare il sostegno.

E
Letto Nathalie , Flou 1978

“ Ho messo solo il piumone ovunque”, stravolge e reinventa la tipologia del letto, il bestseller italiano.
Prende un rivestimento tessile imbottito e investe tutta la struttura, anche la testata, un ideale gigante
cuscino chiuso con dei occhetti.
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