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Argan
Giulio Carlo

© RCS LIBRI EDUCATION SPA


L’Ottocento
L’ARTE
MODERNA
Nuova edizione a cura di
Paola Argan, Cristina Boer
Lucia Lazotti

S ANSONI PER LA SCUOLA


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Storia dell’arte italiana

Redazione
Donata Palatresi
Progetto grafico
Le schede L’Art Nouveau nelle arti
minori, L’affiche e la grafica
Art Nouveau e Decorativismo
e spazialità nell’arte dei Nabis
R ingrazio i docenti, gli studenti e i lettori che, non
giudicando scaduto questo libro, desiderano di
conversare ancora con me di storia dell’arte, così come
e impaginazione sono state curate da Giuliana a me, scrivendolo, piaceva immaginare di conversare
Franco Malaguti D’Urso.
La scheda L’internazionalità con loro. Allora dirigeva la Sansoni Federico Gentile:
Hanno collaborato
Isabella Cavasino del linguaggio architettonico quando finalmente decisi di cedere alle sue garbate
neoclassico è stata curata
Marco Micci da Emanuela Gavilli. insistenze, gli dissi che avrei scritto il libro, non
Ricerca iconografica La scheda tematica La musica e sarebbe stato un libro di testo, non amavo quel genere
l’arte nel XIX secolo è stata curata letterario. Avrei cercato di scrivere una storia dell’arte
Daniela Cammilli da Piero Niro.
Elisabetta Carlini La scheda tematica finale per la scuola, che per me non era l’anticamera ma il
Daniela Tartaglia La nascita dell’estetica e la piano nobile della cultura.
riflessione sul bello e sul sublime
Realizzazione è stata curata da Barbara Rossi.
Thèsis S.r.l. (Firenze-Milano)
Coordinamento redazionale
Donatella Valente
D ebbo dire che fu un’esperienza eccitante; parlare
con i giovani ringiovanisce. Debbo anche dire che
ripercorrere sommariamente ma non schematicamente
Ha collaborato
Elisabetta Carlini tanti anni di ricerca e d’insegnamento è servito a
Impaginazione digitale La realizzazione di un libro
presenta aspetti complessi e chiarirmi e rinfrescare le idee: costretto a disegnare una
Antonella Montanelli
Annalisa Vincenti
richiede particolare attenzione veduta panoramica, quasi mi sorprese constatare che,
nei controlli: per questo è molto
difficile evitare completamente
nella diversità di tanti fenomeni lontani nello spazio e
Copertina errori e imprecisioni. nel tempo, tra essi c’era tuttavia una coerenza a cui non
Walter Sardonini L’editore ringrazia sin da ora contrastava, al contrario, l’assidua volontà di criticare e
chi vorrà segnalarli alle redazioni.
Disegni Per segnalazioni o suggerimenti superare il passato. Fortunatamente l’arte in Italia non
Tommaso Brilli relativi al presente volume scrivere ha avuto caratteri etnici, costanti nazionali, tradizioni
Isabella Cavasino a: Direzione Editoriale RCS Libri
S.p.A. – Divisione Education –
canoniche; e non è stata il prodotto di una connaturata
Controllo qualità fotolito Via Mecenate, 91 - 20138 Milano, creatività, tutt’altro, è sempre stata un fatto di cultura
Daniele Casalino fax 0250952613
Elaboratorio S.a.s., Firenze
sorretto da una lucida consapevolezza dei motivi, dei
modi, dei fini. Spesso ha avuto una componente
Prestampa
Fotocopie per uso personale del polemica, è sempre stata nel vivo del dibattito culturale.
lettore possono essere effettuate
Raf, Firenze nei limiti del 15% di ciascun
E sempre al centro, mai al margine, del sistema del
volume dietro pagamento alla SIAE sapere, qualche volta del potere. Ecco perché non può
Stampa del compenso previsto dall’art. 68,
Lito Terrazzi, Firenze farsi la storia d’Italia senza fare la storia dell’arte
comma 4, della legge 22 aprile
1941 n. 633 ovvero dall’accordo italiana: Leonardo o Michelangelo non sono stati
stipulato tra SIAE, AIE, SNS e storicamente meno importanti (forse più) dei papi e dei
© 2001 RCS Scuola S.p.A., CNA, CONFARTIGIANATO,
CASA, CLAAI, CONFCOM-
principi per i quali hanno lavorato.
Milano
MERCIO, CONFESERCENTI il

L
Proprietà letteraria riservata 18 dicembre 2000. ’arte è una cultura i cui concetti sono espressi in
© 2004 RCS Libri S.p.A., immagini invece che in parole; e l’immaginazione
Milano Le riproduzioni per uso differente
da quello personale potranno non è una fuga dal pensiero, è un pensiero altrettanto
Quarta ristampa avvenire, per un numero di pagine rigoroso che il pensiero filosofico o scientifico. Per
maggio 2004 non superiore al 15 % del presente
volume, solo a seguito di specifica intenderne la struttura e i processi bisogna studiare le
autorizzazione rilasciata da opere d’arte: l’arte è al livello più alto del pensiero
AIDRO, via delle Erbe 2, 20121
Milano, telefax: 02/809506, immaginativo, come la scienza al livello più alto del
ISBN 88-383-4598-8 e-mail: aidro@iol.it pensiero razionale.
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È penoso, anche un po’ vergognoso, che ai vertici della La Storia dell’arte di Giulio Carlo Argan esce
scuola italiana, quando si vuol far posto a un’altra in edizione completamente rinnovata, così da renderla
materia, lo si ritagli dal poco che è dato alla storia funzionale alle attuali esigenze della scuola.
dell’arte, o addirittura la si butti come superflua. È uno Per quanto riguarda la struttura, il testo – integrale
sbaglio grave: la storia dell’arte è indispensabile per chi e completo di ogni sua parte – è stato diviso in sette
fa studi storici e letterari, ma è utile a tutti, anche ai volumi, che includono l’Arte moderna. L’ultimo volume
futuri tecnici di una società tecnocratica. Se non altro, comprende i movimenti artistici degli ultimi tre decenni
servirà loro a non avere il feticismo della macchina e a presentati per mezzo di schede. Ogni volume
non perdere il gusto dell’invenzione che nasce dalla è stato organizzato in moduli, corredati da strumenti
critica, dal giudizio, dalla volontà di superare il passato. didattici atti a facilitarne l’uso e la comprensione.
Gli apparati didattici relativi all’Arte moderna sono

S erve a tutti, poi, conoscere


l’arte del proprio paese. È
l’arte che ha costruito le città, le
costituiti da:
– schede introduttive che hanno lo scopo di inquadrare
in modo schematico l’argomento di ogni modulo nel
città sono l’ambiente suo tempo;
dell’esistenza, si sa che il – schemi grafici di analisi strutturale che spiegano,
rapporto positivo o negativo con in base ai princìpi della percezione visiva, alcuni
l’ambiente decide della sanità aspetti costruttivi delle opere;
fisica, psichica e morale degli – itinerari didattici che costituiscono la traccia
individui e dei gruppi sociali. Lo operativa per la realizzazione di una relazione orale
stesso può dirsi del territorio, o scritta a carattere interdisciplinare;
che non è nulla di naturale o selvaggio, è il prodotto – schede tematiche, che chiariscono e sviluppano i
dell’intelligenza e del lavoro umani. Non c’è rapporto richiami interdisciplinari presenti nel testo.
senza conoscenza, è giusto che tutti conoscano
l’ambiente della loro vita. L’opera è arricchita da Strumenti per lo studio della
storia dell’arte, un volume di consultazione che contiene

D elle città e del territorio la società odierna fa un


pessimo uso: l’ambiente s’inquina e degrada, il
patrimonio culturale si deteriora e disperde. Colpa
alcuni princìpi della percezione visiva di fondamento
alle analisi strutturali, informazioni sulle tecniche
artistiche in rapporto alle opere esaminate e alle varie
dell’ignoranza del loro valore; ma i giovani della scuola, epoche e, infine, un glossario illustrato dei termini
futuri titolari e responsabili di quei fattori vitali prima tecnici. L’apparato illustrativo è organizzato in modo
ancora che culturali, debbono imparare a conoscerli. da favorire la lettura e lo studio del testo. L’obiettivo
Può darsi che questo libro qualche effetto l’abbia già di questa nuova edizione è dunque quello di far
avuto: che cosa potrei desiderare di più? proseguire il “dialogo” tra l’autore e i giovani, dando
Nello scriverlo cercai di esser chiaro, non di essere nuove sollecitazioni in sintonia con le teorie più
facile: ho insegnato per tanti anni e so che i giovani aggiornate di scienze dell’educazione e con le esigenze
hanno spesso fastidio delle nozioni ma non hanno paura della scuola reale.
e spesso hanno il gusto dei problemi. E l’arte del
passato non è un problema del passato, ma del presente.

Giulio Carlo Argan gennaio 1988 P.A., C.B., L.L. gennaio 2000
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Indice
Modulo 1 CLASSICO E ROMANTICO

Classico e romantico
SCHEDE ICONOGRAFICHE
Introduzione 4
Pittoresco e sublime 8
Il Neoclassicismo storico 11
L’internazionalità del linguaggio
architettonico neoclassico 17
Il Romanticismo storico 20

William Blake Isaac Newton Johann Heinrich Füssli L’incubo 26


Étienne-Louis Boullée Progetto per il cenotafio Claude-Nicolas Ledoux Progetto per la casa
di Newton delle guardie campestri 27
John Constable La chiusa e il mulino di Flatford William Turner Mare in tempesta 28
Francisco Goya Fucilazione 30
Jacques-Louis David Morte di Marat 33
Antonio Canova Monumento funebre
di Maria Cristina d’Austria 36
Jean-Auguste- La bagnante
Dominique Ingres di Valpinçon 40
Théodore Géricault La zattera della Medusa 42
Eugène Delacroix La Libertà guida il popolo 44
Lorenzo Bartolini Monumento funebre François Rude La Marsigliese
della contessa Zamojska 46
Camille Corot La cattedrale di Chartres Théodore Rousseau Temporale:
veduta della piana di Montmartre 48
Honoré Daumier Vogliamo Barabba 52
La critica romantica: Baudelaire
Constantin Guys Per la strada Honoré Daumier Il vagone di terza classe 54
La questione sociale
François Millet L’Angelus Camille Pissarro Sentiero nel bosco in estate 57

ITINERARIO DIDATTICO Classico e romantico: due poetiche opposte e complementari 60

A. La pittura preromantica di Füssli e Blake e la poetica del sublime 62


B. L’interpretazione del classico e le affinità stilistiche in David, Canova e Ledoux 70
C. Géricault e Delacroix, riferimenti alle fonti e nuovo rapporto con la storia 77
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Indice
Modulo 2 LA REALTÀ E LA COSCIENZA
La realtà e la coscienza
SCHEDE ICONOGRAFICHE
L’Impressionismo 86
La fotografia 88
Il Neoimpressionismo 91
Il Simbolismo 91
L’architettura degli ingegneri 93
Le possibilità edilizie dei nuovi materiali 98

Gustave Courbet Ragazze in riva alla Senna (Estate) 100


Edouard Manet Le déjeneur sur l’herbe 103
Alfred Sisley Isola della Grande Jatte Claude Monet Regate ad Argenteuil
La cattedrale 106
Pierre-Auguste Renoir Le moulin de la Galette 109
Edgar Degas L’absinthe 112
Paul Cézanne L’asino e i ladri
La casa dell’impiccato a Auvers
Giocatori di carte
La montagna Sainte-Victoire 114
Georges Seurat Una domenica d’estate Paul Signac Ingresso del porto di Marsiglia
alla Grande Jatte 122
Paul Gauguin Te tamari no atua 126
Vincent Van Gogh Ritratto del postino Roulin 129
Henri de
Toulouse-Lautrec La toilette 132
Henri Rousseau
detto il Doganiere La Guerra 135
Odilon Redon Nascita di Venere Gustave Moreau L’apparizione 137
Pierre Bonnard La toilette del mattino 139
Auguste Rodin Monumento a Balzac Medardo Rosso Impressione di bambino davanti
alle cucine economiche 141
I pittori della cerchia di Mallarmé
Edouard Vuillard Madre e bambino James McNeill Whistler Notturno in blu e oro:
il vecchio ponte di Battersea 143

ITINERARIO DIDATTICO La rivoluzione pittorica degli impressionisti


alla base della ricerca artistica moderna 146

A. La riforma della pittura e il superamento del “classico” e del “romantico” nella ricerca degli impressionisti:
la pittura en plein-air di Monet e Renoir 148
B. Cézanne indaga la struttura profonda dell’essere e la “realizza” attraverso la materia pittorica 153
C. Gauguin e Van Gogh: due poetiche che si oppongono alla società del tempo 159
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Indice
Modulo 3 L’OTTOCENTO IN EUROPA E IL MODERNISMO
L’Ottocento in Italia,
in Germania, in Inghilterra
SCHEDE ICONOGRAFICHE
L’Italia 168

Giovanni Fattori In vedetta 179

La Germania 183
L’Inghilterra 188

Il Modernismo
Introduzione 192
Urbanistica e architettura moderniste 192
Art Nouveau 203

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L’Art Nouveau nelle arti minori 204
L’affiche e la grafica Art Nouveau 207
La pittura del Modernismo 208
Pont-Aven e Nabis 214
Decorativismo e spazialità
nell’arte dei Nabis 216

Antoni Gaudí Casa Milá a Barcellona Adolf Loos Casa Steiner a Vienna 218
Antoni Gaudí Il parco Güell a Barcellona 221

ITINERARIO DIDATTICO Urbanistica e architettura moderniste 224

A. Victor Horta e la casa della borghesia industriale 226


B. Il grattacielo come “figura” urbana simbolo della potenza tecnica e finanziaria 231
C. Nel cottage di Wright il contatto diretto uomo-natura 235

Schede tematiche 239


1. La nascita dell’estetica e la riflessione
sul bello e sul sublime 239
2. Modelli stilistici e suggestioni
iconografiche per l’arte dell’Ottocento 241
3. I nodi della scienza del XIX secolo 243
4. La musica e l’arte nel XIX secolo 245
5. Esposizioni e musei nel XIX secolo 246
6. Critica e teoria dell’arte dalla fine
del XVIII alla fine del XIX secolo 248
7. Momenti della letteratura straniera
del XIX secolo 250

Indice analitico 253


 = Schede tematiche poste alla fine del volume Referenze iconografiche 256
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Modulo 1

Classico
e romantico
Classico e romantico:
le due facce della cultura fra XVIII e XIX secolo
«I termini “classico” e e al gotico. […] Sono due
“romantico” […] implicano diverse concezioni del
il riferimento a due grandi fasi mondo e della vita, connesse
della storia dell’arte: il a due diverse mitologie,
“classico” è legato all’arte del che tendono a confrontarsi
mondo antico, greco-romano, e a integrarsi quanto più si
INDICE e a quella che veniva delinea nelle coscienze,
Introduzione considerata la sua rinascita con le ideologie della
Pittoresco e sublime nella cultura umanistica del rivoluzione francese e le
Il Neoclassicismo storico XV e XVI secolo; conquiste napoleoniche,
Il Romanticismo storico il “romantico” all’arte l’idea di una possibile unità
cristiana del Medioevo e più culturale, forse anche politica,
precisamente al romanico europea».
William Blake Isaac Newton
Johann Heinrich Füssli L’incubo

Étienne-Louis Boullée Progetto per il cenotafio di Newton


Claude-Nicolas Ledoux Progetto per la casa
delle guardie campestri

John Constable La chiusa e il mulino di Flatford


William Turner Mare in tempesta Pittoresco e sublime
Francisco Goya Fucilazione «Sono dunque queste le due quasi seguendo il gusto del
categorie sulle quali si imposta “turismo” che andava
Jacques-Louis David Morte di Marat la concezione del rapporto diffondendosi. Il “sublime” è
umano con la natura, che si visionario, angoscioso: colori
Antonio Canova Monumento funebre vuole utilizzare nei suoi aspetti alle volte foschi, alle volte
di Maria Cristina d’Austria domestici e sfruttare come esangui; disegno dai tratti
Jean-Auguste- sorgente cosmica di energie fortemente incisi; gesti
Dominique Ingres La bagnante di Valpinçon sovrumane. […] Il “pittoresco” eccessivi, bocche urlanti, occhi
si esprime in tonalità calde e sbarrati, ma la figura sempre
Théodore Géricault La zattera della Medusa luminose, con tocchi vivaci che chiusa in un invisibile schema
mettono in evidenza geometrico che l’imprigiona e
l’irregolarità o il carattere delle vanifica il suo sforzo. […]
Eugène Delacroix La Libertà guida il popolo cose. […] La fattura è rapida, I due pilastri della poetica del
come non meritasse far troppa “sublime” sono stati
Lorenzo Bartolini Monumento funebre attenzione alle cose. Sempre J.H. Füssli (1741-1825) e
della contessa Zamojska preciso il riferimento al luogo, W. Blake (1757-1827)».
François Rude La Marsigliese

Camille Corot La cattedrale di Chartres


Théodore Rousseau Temporale: veduta della piana
di Montmartre

Honoré Daumier Vogliamo Barabba

La critica romantica: Baudelaire


Constantin Guys Per la strada
Honoré Daumier Il vagone di terza classe

La questione sociale
François Millet L’Angelus
Camille Pissarro Sentiero nel bosco in estate
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La pittura romantica e la storia


«Ingres, […] è non meno del procelloso di Delacroix, per cui
rivale [Delacroix] persuaso che i fatti del passato, anche
la pittura non nasce tanto dalla remoto, è come se gli
copia della natura, quanto accadessero sotto gli occhi,
dall’interpretazione della e lui stesso vi partecipasse.
storia, cioè dei maestri. […] Delacroix vuol essere, come lo
Ma il suo storicismo, che vuole definirà il suo grande amico
essere superamento della Baudelaire, il pittore del
contingenza o catarsi, non è proprio tempo; ma vivendo il
affatto un revival, così come presente, rivive il passato, lo
non lo è lo storicismo rende flagrante.»

Londra

Parigi

Roma

L’arte neoclassica e l’antico


«Assumendo l’arte greco- moderna che emula l’antica
romana come modello è nello stesso tempo arte
di equilibrio, misura, e filosofia sull’arte. […]
chiarezza, si condannano gli Indubbiamente concorre
eccessi di un’arte che aveva all’identificazione dell’ideale
la sua sede nell’immaginazione estetico con “l’antico”
e mirava a eccitarla negli altri. l’urgenza dei problemi suscitati
[…] Per Winckelmann l’arte dai rapidi mutamenti della
greca del periodo classico situazione sociale, politica,
è quella che la critica indica economica, nonché dall’ascesa
come più vicina al concetto impetuosa della tecnologia
di arte; per conseguenza l’arte industriale.»
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Classico e romantico L’attività


artistica
Col formarsi dell’estetica o filosofia dell’arte
l’attività dell’artista non viene più considera-
diventa ta come un mezzo di conoscenza del reale, di
un’esperienza trascendenza religiosa o di esortazione mora-
primaria le. Con il pensiero classico di un’arte come
mimesi (che implicava i due piani del model-
lo e dell’imitazione) entra in crisi l’idea del-
l’arte come dualismo di teoria e prassi, intel-
lettualismo e tecnicismo: l’attività artistica
diventa un’esperienza primaria e non più de-
dotta, che non ha fini al di là del proprio far-
si. Alla struttura binaria della mimesis succe-
Introduzione de la struttura monistica della poiesis, cioè
del fare artistico, e quindi l’opposizione tra la
certezza teorica del classico e l’intenzionalità
Trattando dell’arte che si è sviluppata in romantica (poetica). Nel momento stesso in
Europa e, più tardi, nell’America del Nord cui si afferma l’autonomia dell’arte si pone il
nel corso del XIX e XX secolo ricorreranno problema del suo coordinamento con le altre
spesso i termini “classico” e “romantico”. La attività, cioè del suo posto e della sua funzio-
cultura artistica moderna appare infatti ne nel quadro culturale e sociale dell’epoca.

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imperniata sulla relazione dialettica, se non Affermando l’autonomia e assumendo l’inte-
di antitesi, tra questi due concetti. Essi ra responsabilità del proprio agire l’artista
implicano il riferimento a due grandi fasi non si astrae dalla realtà storica, anzi dichia-
della storia dell’arte: il “classico” è legato ra esplicitamente di essere e voler essere del
all’arte del mondo antico, greco-romano, e a proprio tempo e spesso affronta, come artista,
quella che veniva considerata la sua rinasci- tematiche e problematiche attuali.
ta nella cultura umanistica del XV e XVI La cesura nella tradizione si determina con la
secolo; il “romantico” all’arte cristiana del cultura dell’Illuminismo. La natura non è più
Medioevo e più precisamente al romanico e l’ordine rivelato e immutabile della creazio-
al gotico. Si è proposta anche, dal Worringer, ne, ma l’ambiente dell’esistenza umana; non
una distinzione per aree geografiche: classico è più il modello universale, ma uno stimolo a
il mondo mediterraneo, dove il rapporto degli cui ciascuno reagisce in modo diverso; non è
uomini con la natura è chiaro e positivo, più la fonte di tutto il sapere, ma l’oggetto
romantico il mondo nordico, in cui la natura della ricerca conoscitiva. È chiaro che il sog-
è una forza misteriosa, spesso ostile. Sono getto tende a modificare la realtà oggettiva,
due diverse concezioni del mondo e della sia nelle cose concrete (specialmente l’archi-
vita, connesse a due diverse mitologie, che tettura, l’arredo ecc.) sia nel modo con cui se
tendono a confrontarsi e a integrarsi quanto ne prende nozione e coscienza: quello che era
più si delinea nelle coscienze, con le ideolo- il valore a priori e assoluto della natura come
gie della rivoluzione francese e le conquiste creazione ne varietur e modello di ogni umana
napoleoniche, l’idea di una possibile unità invenzione viene sostituito dall’ideologia
culturale, forse anche politica, europea. come immagine che la mente si fa di come
vorrebbe che fosse. Il fatto che il movente
La filosofia Tanto il classico che il romantico sono stati ideologico, che tanto spesso si tramuta in
dell’arte si teorizzati tra la metà del secolo XVIII e la esplicitamente politico, prenda il posto del
sostituisce alle metà del successivo: il classico principalmen- principio metafisico della natura-rivelazione
precettistiche te dal Winckelmann e dal Mengs [ Critica e così nell’arte neoclassica come nella romanti-
rinascimentali teoria dell’arte], il romantico dai fautori della ca, dimostra che esse, nonostante l’apparente
rinascita del gotico e dai pensatori e letterati divergenza, rientrano nel medesimo ciclo di
tedeschi (i due Schlegel, Wackenroder, Tieck pensiero. La differenza consiste soprattutto
[ La nascita dell’estetica], per cui l’arte è ri- nel tipo di atteggiamento (prevalentemente
velazione del sacro e ha necessariamente una razionale o prevalentemente passionale) che
sostanza religiosa). Teorizzare periodi storici l’artista assume nei confronti della storia e
significa trasporli dall’ordine dei fatti a quel- della realtà naturale e sociale.
lo delle idee o dei modelli: è infatti a partire
dalla metà del XVIII secolo che ai trattati o Pittoresco Il periodo che va all’incirca dalla metà del
alle precettistiche del Rinascimento e del e sublime: Settecento alla metà dell’Ottocento viene ge-
Barocco si sostituisce, a un più elevato livello due diversi neralmente suddiviso così: 1) una prima fase
teoretico, una filosofia dell’arte (estetica). Se atteggiamenti preromantica con la poetica inglese del subli-
c’è un concetto dell’arte assoluta, e questo nei confronti me e dell’orrore e con la parallela poetica te-
concetto non si formula come norma da met- della realtà desca dello Sturm und Drang [ La nascita
tere in pratica ma come un modo di essere dell’estetica]; 2) una fase neoclassica coinci-
dello spirito umano, non si può che tendere a dente grosso modo con la rivoluzione france-
quel fine ideale, pur sapendo che non si potrà se e con l’impero napoleonico; 3) una reazio-
raggiungerlo poiché raggiungendolo finirebbe ne romantica coincidente con l’insofferenza
la tensione e quindi l’arte stessa. borghese delle ottuse restaurazioni monarchi-
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INTRODUZIONE 5

1 2
I.1 JEAN-AUGUSTE DOMINIQUE INGRES, Ritratto I.2 ANNE-LOUIS GIRODET, Sepoltura di Atala,
di Joseph-Antoine Moltedo, 1810, olio su tela, 1808, olio su tela, 267 x 210 cm,
58 x 75 cm, New York, Metropolitan Museum Parigi, Musée du Louvre
Atala è il nome di una giovane pellerossa convertita al
cristianesimo, protagonista di un romanzo di Chateau-
briand, morta suicida per non infrangere il voto di
castità cui era legata

3 4
I.3 JOHANN GOTTFRIED SCHADOW, Le principessine I.4 BERTEL THORWALDSEN, Ganimede e l’aquila di Giove, 1817,
Luisa e Federica di Prussia, 1796-1797, marmo, marmo, altezza 93,5 cm, Copenaghen, Museo Thorwaldsen
altezza 172 cm, Berlino, Staatliche Museen zu
Berlin-Preussischer Kulturbesitz, Nationalgalerie
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6 Modulo 1 CLASSICO E ROMANTICO

che, con i moti per le indipendenze nazionali, Settecento e l’Ottocento, la pittura di Goya;
le prime rivendicazioni operaie tra il 1820 ma la sua violenza anticlassica nasce anche
circa e il 1850 circa. Questa periodizzazione dalla rabbia di vedere contrastato da una
non regge per vari motivi: 1) già verso la metà società retriva e bigotta l’ideale razionale, e
del Settecento il termine “romantico” viene come non dipingere mostri se il sonno della
impiegato come equivalente di “pittoresco” e ragione li genera e ne riempie il mondo?
riferito al giardinaggio, cioè a un’arte che non
imita né rappresenta ma, conformemente alle Il Romanticismo Con la cultura francese della rivoluzione il
tesi illuministiche, opera direttamente sulla storico nasce modello classico acquista un senso etico-i-
natura, modificandola, correggendola, adat- dalla crisi deologico, identificandosi con la soluzione i-
tandola ai sentimenti umani e alle opportu- della rivoluzione deale del conflitto tra libertà e dovere; e, po-
nità della vita sociale, e cioè ponendola come nendosi come valore assoluto e universale,
ambiente della vita; 2) la poetica del “subli- trascende e annienta le tradizioni e le “scuo-
me” e quella dello Sturm und Drang, di poco le” nazionali. Questo universalismo soprasto-
posteriori alla poetica del “pittoresco”, non vi rico culmina e si diffonde in tutta l’Europa
si oppongono ma semplicemente riflettono un con l’impero napoleonico.
diverso atteggiamento del soggetto verso la La crisi che si determina con la sua fine apre,
realtà: per il “pittoresco” la natura è un am- anche nella cultura artistica, una problemati-
biente vario, accogliente, propizio che favori- ca nuova: ricusata l’antistorica restaurazione
sce negli individui lo sviluppo di sentimenti monarchica, le nazioni debbono trovare in sé,
sociali; per il “sublime” è un ambiente miste- nella propria storia e nel sentimento dei popo-
rioso e ostile, che sviluppa nella persona il li, le ragioni di una propria autonomia e in
senso della propria solitudine (ma anche del- una radice ideale comune, il cristianesimo,
la propria individualità) e della disperata tra- l’argomento di una civile coesistenza. Nasce
gicità dell’esistere; 3) le poetiche del “subli- così, nell’ambito globale del Romanticismo,
me”, che vengono definite protoromantiche, che comprendeva la scaduta ideologia neo-
assumono come modelli le forme classiche classica, il Romanticismo storico, che le si
(caso di Blake e Füssli) e costituiscono dun- contrappone come alternativa dialettica oppo-
que una delle componenti portanti del nendo alla sconfitta razionalità la profonda,
Neoclassicismo; in quanto però l’arte classica irrinunciabile, intrinseca religiosità dell’arte.
è data come l’archetipo dell’arte, gli artisti
non la ripetono scolasticamente, ma aspirano Trasformazione Tra i motivi di quella che potremmo chiamare
alla sua perfezione con una tensione netta- delle strutture la fine del ciclo classico e l’inizio del ciclo ro-
mente romantica. e della finalità mantico o moderno (anzi contemporaneo per-
dell’arte ché giunge fino a noi) è preminente la trasfor-
L’arte Si può dunque affermare che il Neo- mazione delle tecnologie e dell’organizzazio-
romantica, classicismo storico non è che una fase del ne della produzione economica, con tutte le
una presa processo formativo della concezione romanti- conseguenze che comporta nell’ordine sociale
di posizione ca: quella, cioè, per cui l’arte non nasce dal- e politico. Era inevitabile che la nascita della
rispetto la natura ma dall’arte stessa e non soltanto tecnologia industriale, mettendo in crisi l’arti-
alla storia implica un pensiero dell’arte, ma è un pensa- gianato e le sue tecniche raffinate e indivi-
dell’arte re per immagini non meno legittimo del pen- duali, provocasse per conseguenza la trasfor-
siero per puri concetti. mazione delle strutture e della finalità dell’ar-
Così intesa, è arte romantica quella che te, che della produzione artigianale aveva co-
implica una presa di posizione rispetto alla stituito il culmine e il modello. Il trapasso dal-
storia dell’arte. Fino a tutto il Seicento c’era la tecnologia dell’artigianato, che utilizzava le
stata una tradizione “classica” assai vivace, materie e ripeteva i processi della natura, al-
che non perdeva, anzi aumentava la sua forza la tecnologia industriale, che si fonda sulla
quanto più un’immaginazione accesa (come scienza e agisce sulla natura trasformando (e
quella del Bernini) la riplasmava in forme spesso degradando) l’ambiente, è una delle
originali. Con l’antistoricismo proprio del- cause principali della crisi dell’arte. Esclusi
l’Illuminismo quella tradizione si blocca, dal sistema tecnico-economico della produ-
l’arte greca e romana si identificano con il zione, di cui pure erano stati i protagonisti, gli
concetto stesso dell’arte, possono essere con- artisti diventano intellettuali in stato di pe-
template come supremi esempi di civiltà, ma renne tensione con la stessa classe dirigente
non continuano nel presente e non aiutano a di cui fanno parte come dissidenti. L’artista
risolverne i problemi. Quella felicità creativa bohémien è un borghese che ripudia la bor-
perduta può essere evocata ed emulata ghesia, di cui disprezza il conformismo, l’affa-
(Canova, Thorwaldsen) o rivissuta come in rismo, la mediocrità culturale. I rapidi svilup-
sogno (Blake), rianimata con l’immaginazio- pi del sistema industriale, sia sul piano tec-
ne (Ingres). Può essere anche violentemente nologico sia sul piano economico-sociale,
ricusata (Courbet). Solo più tardi, con gli spiegano il continuo e quasi affannoso mutare
impressionisti, però uscirà definitivamente degli orientamenti artistici che non vogliono
dall’orizzonte dell’arte. rimanere indietro, delle poetiche o tendenze
L’ideale neoclassico non è immobile. Certo che si contendono il successo, e sono pervase
non può dirsi neoclassica, tra la fine del da un’ansia di riformismo e modernismo.
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INTRODUZIONE 7

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I.5 ANTOINE-JEAN GROS, Napoleone visita gli appestati di Giaffa, 5
1804, olio su tela, 7,20 x 5,32 m, Parigi, Musée du Louvre

I.6 FELICE GIANI, Trionfo della pace, 1811-1812, affresco,


Roma, palazzo di Spagna

6
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8 Modulo 1 CLASSICO E ROMANTICO

Pittoresco e sublime come macchie più chiare, più scure, varia-


mente colorate e non in uno schema geome-
Dire che una cosa è bella è un giudizio; la trico come quello della prospettiva classica;
cosa non è bella in sé, ma nel giudizio che la 3) il dato sensorio è naturalmente comune a
definisce tale. Il bello non è più oggettivo, tutti, ma l’artista lo elabora con la propria tec-
ma soggettivo: il “bello romantico” è appun- nica mentale e manuale e dirige così l’espe-
to il bello soggettivo, caratteristico, mutevo- rienza che la gente fa del mondo, insegnando
le, contrapposto al “bello classico” oggetti- a coordinare le sensazioni e le emozioni, e a-
vo, universale, immutabile. Il pensiero del- dempiendo anche con la pittura di paesaggio
l’Illuminismo non pone la natura come una alla funzione educativa che l’Illuminismo set-
forma o figura creata una volta per sempre e tecentesco assegnava agli artisti; 4) l’insegna-
sempre uguale a se stessa, che si può soltan- mento non consiste nel decifrare dalle mac-
to rappresentare o imitare. La natura che gli chie imprecise la nozione dell’oggetto a cui
uomini percepiscono con i sensi, apprendo- corrispondono, ciò che distruggerebbe la sen-
no con l’intelletto, mutano con l’agire (è dal sazione primaria ma nel chiarire il significato
pensiero illuministico che nasce la tecnolo- e il valore della sensazione, così com’è, ai fi-
gia moderna, che non ubbidisce alla natura ni di un’esperienza non nozionale o particola-
ma la trasforma) è una realtà interiorizzata ristica del reale; 5) il valore che gli artisti cer-
che ha nella mente tutti i suoi possibili svi- cano è la varietà: la varietà delle sembianze
luppi, anche nell’ordine morale. dà un senso alla natura come la varietà dei
Distinguendo un “bello pittoresco” e un casi umani alla vita; 6) non si cerca più l’uni-
“bello sublime” (termini che avevano già un versale del bello, ma il particolare del carat-
significato nei discorsi sull’arte), Kant distin- teristico; 7) il caratteristico non si coglie con
gue in realtà due giudizi che dipendono da la contemplazione, ma con l’arguzia (wit) o la
due diversi atteggiamenti dell’uomo nei con- prontezza di mente che permette di associare
fronti della realtà: su di essi e sulla loro rela- o “combinare” idee-immagini anche molto
zione fonda infatti la sua “critica del giudizio” diverse e lontane.
[ La nascita dell’estetica]. Naturalmente le macchie variano secondo il
punto di vista, la luce, la distanza. Ciò che la
La poetica del Il “pittoresco” è una qualità che si ripercuote “mente attiva” afferra è dunque un contesto
“pittoresco” sulla natura dal “gusto” dei pittori, e special- di macchie diverse ma in relazione tra loro: la
media mente dei pittori del periodo barocco. A teo- varietà non impedisce che le molteplici com-
il passaggio rizzarlo è stato un pittore e trattatista, ponenti della veduta concorrano a comunica-
dalla ALEXANDER COZENS (1717 circa – 1786) re un sentimento di gioia o di calma o di me-
sensazione preoccupato di dare alla pittura inglese del stizia. La poetica del “pittoresco” media il
al sentimento Settecento, prevalentemente ritrattistica, una passaggio dalla sensazione al sentimento: è ap-
scuola di paesaggisti [I.7]. I capisaldi sono: 1) punto in questo processo dal fisico al morale
la natura è una sorgente di stimoli a cui cor- che l’artista educatore è di guida ai contem-
rispondono sensazioni che l’artista chiarisce poranei. La tesi della soggettività delle sensa-
e comunica; 2) le sensazioni visive si danno zioni e, quindi, della funzione non più condi-

I.7 ALEXANDER COZENS,


Lago di Albano con Castelgandolfo
al tramonto, ante 1746,
olio su tela, Londra,
collezione privata
7
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PITTORESCO E SUBLIME 9

zionante, ma solo stimolante della natura nei


confronti del pensiero è già nella filosofia del
Berkeley*; con maggiore ampiezza di analisi
Goethe, enunciando alla fine del Settecento
la sua teoria dei colori [ I nodi della scienza]
e assumendo come oggetto di ricerca l’attività
dell’occhio invece che la luce (come Newton),
ha gettato un ponte tra lo scientismo oggetti-
vistico e il soggettivismo romantico.

La poetica La natura non è soltanto sorgente del senti-


del “sublime” mento; induce anche a pensare, specialmen-
e la piccolezza te alla trascurabile piccolezza dell’essere u-
dell’uomo mano in rapporto all’immensità della natura e
in rapporto delle sue forze. Il “pittoresco” si esprimeva,
alla natura non meno che in pittura, nel giardinaggio, I.8 JOSHUA
che in sostanza era un educare la natura sen- REYNOLDS,
za distruggere la spontaneità; ma davanti a Ritratto
di lord
monti ghiacciati e inaccessibili, al mare in Heathfield,
burrasca, l’uomo non può provare altro senti- 1787,
mento che quello della propria piccolezza. olio su tela,
Oppure, in un accesso di folle superbia, im- 111 x 142 cm,
Londra,
maginarsi un colosso, un semidio, anzi un dio National
in rivolta che suscita le forze oscure dell’uni- Gallery
verso contro il Dio creatore. Non più gradevo- 8
le varietà, ma paurosa fissità; non più concor-
dia di tutte le cose di una natura propizia, ma Il “pittoresco” Sono anche diversi i modi della resa pittori-
George Berkeley discordia di tutti gli elementi di una natura e il “sublime”: ca. Il “pittoresco” si esprime in tonalità cal-
Filosofo irlandese ribelle e infuriata; non più socialità illimitata, de e luminose, con tocchi vivaci che mettono
(1685-1753). fonti e resa
Il presupposto filosofico ma sgomento della solitudine senza speranza. pittorica in evidenza l’irregolarità o il carattere delle
della sua concezione I caratteri del “sublime” sono stati definiti cose. Il repertorio è il più vario possibile: al-
della conoscenza dal Burke (Indagine filosofica sull’origine beri, tronchi caduti, macchie d’erba e pozze
umana è che noi delle nostre idee del sublime e del bello, 1757) d’acqua, nuvole mosse nel cielo, capanne di
possediamo realmente
solo le nostre [ La nascita dell’estetica] quasi negli stessi contadini, animali al pascolo, figurine. La
percezioni e le idee anni in cui Cozens definiva il “pittoresco”: fattura è rapida, come non meritasse far trop-
che formiamo in base sono dunque queste le due categorie sulle pa attenzione alle cose. Sempre preciso il ri-
a esse. Gli oggetti quali si imposta la concezione del rapporto ferimento al luogo, quasi seguendo il gusto
esterni quindi sono
reali solo nella misura umano con la natura, che si vuole utilizzare del “turismo” che andava diffondendosi. Il
in cui noi li percepiamo nei suoi aspetti domestici e sfruttare come “sublime” è visionario, angoscioso: colori al-
come tali. sorgente cosmica di energie sovrumane. le volte foschi, alle volte esangui; disegno dai
tratti fortemente incisi; gesti eccessivi, boc-
che urlanti, occhi sbarrati, ma la figura sem-
pre chiusa in un invisibile schema geometri-
co che l’imprigiona e vanifica il suo sforzo.
Ciascuna di queste categorie ha i suoi prece-
denti storici: il bello, ormai sul punto di
scomparire, viene da Raffaello, il “sublime”
da Michelangelo [ Modelli stilistici e sugge-
stioni iconografiche], il “pittoresco” dagli o-
landesi. Oltre a Cozens, padre e figlio, che del
“pittoresco” sono stati i pionieri, appartengo-
no a questa corrente i grandi paesaggisti,
come R. Wilson e, soprattutto, J. Constable
[cfr. I.44] e W. Turner [cfr. I.45]; ma c’è anche
un pittoresco sociale, in sintonia con le tesi di
J.J. Rousseau sul rapporto di società e natu-
ra, e ha il suo massimo rappresentante in un
sensibilissimo ritrattista (influì anche su Go-
ya), THOMAS GAINSBOROUGH [I.9], interprete
della società elegante. Del mondo ufficiale fu
invece lo storico un altro grande ritrattista,
9 JOSHUA REYNOLDS [I.8], sottile scrittore d’arte
I.9 THOMAS GAINSBOROUGH, e teorico del “bello” raffaellesco, anche se
Mr and Mrs Andrews, negli ultimi anni, di fronte all’affermarsi della
1750 circa, olio su tela, poetica neoclassica del “sublime” si convertì,
118 x 70 cm, almeno a parole, a Michelangelo.
Londra, National Gallery
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10 Modulo 1 CLASSICO E ROMANTICO

La pittura I due pilastri della poetica del “sublime” so-


di Füssli, no stati JOHANN HEINRICH FÜSSLI (1741-
rigore 1825) e WILLIAM BLAKE (1757-1827). Füssli,
disegnativo svizzero di nascita e, da giovane, seguace
e fantasia dell’estremismo romantico dello Sturm und
visionaria Drang, soggiornò poi per qualche anno in
Italia studiando, più che gli antichi, i disegni
di Michelangelo e dei manieristi. Fu anche
scrittore e dell’arte antica diede giudizi op-
posti a quelli del Winckelmann, cercando
d’interpretarla non come canone, ma come e-
sperienza vissuta e talvolta drammatica. La
sua idea del “sublime” si completa con l’e-
saltazione del “genio”. Il punto di riferimen-
to era Michelangelo [ Modelli stilistici e
suggestioni iconografiche], come supremo e-
John Milton sempio dell’artista “ispirato”, che capta e tra-
Poeta inglese (1608- smette messaggi ultraterreni; ma, in realtà, al
1674). Studiò in lingua
italiana Dante, Petrarca, “genio” demiurgico preferiva il “genio”
Bembo,Tasso e fu il straordinariamente vitale di Shakespeare, ca-

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massimo esponente pace di trascorrere dal tragico al grottesco. E
della fase umanistica di Shakespeare fu il massimo illustratore. La
che in Inghilterra
precorre il sua pittura visionaria, d’una eleganza che o-
Neoclassicismo. scilla tra perfezione e perversità contraddice
Nella sua poesia cerca intenzionalmente alla tesi della razionalità,
di conciliare la propria sul piano intellettuale, e della didattica, sul
sensualità con un ideale piano morale. È un misto di rigore disegnati-
di casta purezza,
la bellezza pagana vo e di fantasia visionaria: evidentemente,
con la nobiltà del nel suo romanticismo, la fantasia non era ar-
pensiero cristiano. bitrio, aveva le sue leggi forse anche più rigi-
de che quelle della ragione [I.11].
10
La pittura Blake, che operò negli stessi anni, fu pittore I.10 WILLIAM BLAKE, La scala di Giacobbe, 1808,
di Blake, e poeta: come poeta legato alla rivelazione di acquerello su carta, 29 x 37 cm, Londra, British Museum
verità supreme Omero, della Bibbia [I.10], di Dante, di Nel suo viaggio verso la Mesopotamia Giacobbe sognò una scala che toc-
espresse per Milton* in cui vedeva i portatori di divini cava il cielo e sulla quale gli angeli salivano e scendevano
simboli arcani messaggi. Quando si varca la soglia del “su-
blime” le sensazioni dileguano e si entra in
contatto diretto, non più con il creato, ma con
le forze soprannaturali, divine della creazio-
ne. Le sensazioni, che la tradizione empiri-

stica aveva posto al principio della conoscen-


za, sono invece vane illusioni, che impedi-
scono di cogliere, espresse per segni o sim-
boli arcani, le verità supreme. Si rinuncia al-
la fisicità del colore, si preferisce il disegno
al tratto. Ma il tratto, benché nitido e duro,
non precisa la costruzione formale delle figu-
re; ne definisce, al contrario, la indefinibilità,
l’immensità, l’abbacinante e immobile imma-
nenza. Poetica dell’assoluto, il “sublime” si
contrappone al “pittoresco”, poetica del rela-
tivo. La ragione è cosciente dei proprii limiti
terreni, al di là dei quali non possono esservi
che la trascendenza o l’abisso, il cielo o l’in-
ferno. Ma soltanto dal punto di vista della ra-
gione si può porre il problema di ciò che l’ol-
trepassa. Come Füssli vive di incubi, così
Blake vive di visioni: nell’uno e nell’altro è
dominante il pensiero del passato, che però è
piuttosto mitologia che storia. Per Blake la
11 verità sta nelle coincidenze e nelle divergen-
ze tra le mitologie, che solo l’arte (non certa-
I.11 JOHANN HEINRICH FÜSSLI, Lady Macbeth afferra i pugnali, mente la scienza) ha il potere di evocare.
1812, olio su tela, 127 x 101,6 cm, Londra, Tate Gallery
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IL NEOCLASSICISMO STORICO 11

Il Proprio perché viene concepito come un u- Il Neoclassicismo storico


trascendentalismo niversale astratto il classicismo viene posto
di Michelangelo in crisi. Si ammira in Michelangelo il genio
come superamento ispirato, solitario, sublime, il demiurgo che Motivo comune a tutta l’arte neoclassica è la
del Classicismo mette in comunicazione il cielo e la terra. critica, che subito diventa condanna, dell’arte
Ma che altro è mai il trascendentalismo di immediatamente precedente, il Barocco e il
Michelangelo se non il superamento del Rococò. Assumendo l’arte greco-romana
classicismo inteso come perfetto equilibrio come modello di equilibrio, misura, chiarezza
di umanità e natura? La poetica del “subli- [I.13], si condannano gli eccessi di un’arte che
me” esalta nell’arte classica l’espressione to- aveva la sua sede nell’immaginazione e mira-
tale dell’esistenza, e in questo è neoclassica. va a eccitarla negli altri. Poiché la tecnica era
Ma poiché considera quell’equilibrio come al servizio dell’immaginazione e l’immagina-
qualcosa che non continua ed è perduto per zione era inganno, la tecnica era virtuosismo e
sempre, e non si può che rievocare, è già ro- perfino trucco. La teoria architettonica del
mantica, è già la concezione della storia co- Lodoli, la critica dell’architettura del Milizia
me revival. È vero, la poetica illuministica [ Critica e teoria dell’arte], prima ancora che
del “pittoresco” vede l’individuo integrato l’imitazione dei monumenti classici, predica-
nel suo ambiente naturale e la poetica ro- no la logica rispondenza della forma alla fun-
mantica del “sublime” l’individuo che paga zione, l’estrema sobrietà dell’ornamento, l’e-
con l’angoscia e il terrore della solitudine la quilibrio e la misura delle masse: l’architettu-
superbia del proprio isolamento; ma le due ra non deve più riflettere le ambiziose fantasie
poetiche si completano e nella loro contrad- dei sovrani ma rispondere a necessità sociali
dizione dialettica riflettono il grande proble- e quindi anche economiche: l’ospedale, l’ospi-
ma del tempo, la difficoltà del rapporto tra zio, il carcere ecc. A sua volta, la tecnica non
individuo e collettività. Constable e Turner, deve più essere estro, abilità, virtuosismo del
sulla sponda del “pittoresco”, Füssli e Blake singolo, ma uno strumento razionale, che la
su quella del “sublime” operano negli stessi società ha costruito per le proprie necessità e
anni. L’esistenza, che non si giustifica più deve servire alla società.
con una finalità oltre il mondo, deve trovare
il suo significato nel mondo: o si vive del rap- Nasce La prima Estetica è del Baumgarten [ La na-
porto con gli altri e l’io si scioglie in una re- l’estetica, scita dell’estetica], nel 1735; la relativa pro-
latività senza fine, ed è la vita, o l’io si asso- teoria dell’arte blematica avrà un largo sviluppo nell’opera
lutizza e taglia ogni relazione con ciò che è come teoria filosofica di Kant e specialmente di Hegel.
altro, ed è la morte. Nell’arte moderna la dia- della L’estetica è qualcosa di molto diverso dalle
lettica dei due termini muterà continuamen- conoscenza teorie dell’arte a cui corrispondeva una prassi
te aspetto, ma rimarrà fondamentalmente im- e che, dunque, miravano a dare norme e di-
mutata. Come la società del nascente indu- rettive per la produzione artistica. L’estetica è
strialismo, così l’arte moderna è ricerca, tra una filosofia dell’arte, lo studio da un punto di
individuo e collettività, di una soluzione che vista teoretico di un’attività della mente: l’e-
non annulli l’uno nel molteplice, né la libertà stetica trova infatti il suo posto tra la logica o
nella necessità. filosofia della conoscenza e la morale o filoso-

12 13

I.12 JOSEPH ANTON KOCH, Paesaggio eroico I.13 ANTONIO CANOVA e AIUTI,
con arcobaleno, 1815, olio su tela, 171,2 x 188 cm, Tempio di Possagno (Treviso), 1819-1830
Monaco, Neue Pinakothek
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12 Modulo 1 CLASSICO E ROMANTICO

fia dell’agire. È anche, notoriamente, la scien-


za del “bello”, ma il bello è il risultato di una
scelta, la scelta è un atto critico o razionale, il
cui punto d’arrivo è il concetto. Del bello,
però, non si può dare una definizione in asso-
luto; poiché è l’arte che lo realizza, si può de-
finirlo soltanto in quanto realizzato dall’arte.
È vero, bensì, che si distingue il bello dell’ar-
te dal bello di natura, ma le due forme del
bello sono in stretto rapporto: poiché per defi-
nizione l’arte è imitazione, non vi sarebbe il
bello dell’arte se non si imitasse la natura, ma
se l’arte non insegnasse a scegliere il bello tra
le infinite sembianze naturali, non avremmo
nozione del bello di natura. Per Winckelmann
l’arte greca del periodo classico è quella che
la critica indica come più vicina al concetto 14
di arte; per conseguenza l’arte moderna che I.14 JACQUES- ci (scuole, ospedali, cimiteri, mercati, doga-
emula l’antica è nello stesso tempo arte e filo- LOUIS DAVID, ne, porti, caserme, ponti, strade, piazze ecc.).
sofia sull’arte. Quasi contemporaneamente il Ritratto L’architettura neoclassica ha un carattere for-
Mengs [ Critica e teoria dell’arte] indica al- di Madame temente tipologico, per cui le forme rispon-
Récamier,
tri periodi o momenti della storia dell’arte co- 1800, olio su tela, dono a una funzione e a una spazialità razio-
me modelli dell’arte moderna: non è dunque 243 x 173 cm, nalmente calcolate. Il modello classico rima-
tanto importante scegliere un certo modello Parigi, Musée ne un punto di riferimento per una metodolo-
invece di un altro quanto ispirare l’attività ar- du Louvre gia progettuale che si pone problemi concreti
tistica a periodi o momenti dell’arte astratti e attuali, ma non influenza l’agire presente più
dalla storia ed elevati al piano teoretico dei che il “modello” umano di Bruto o di
modelli. Non è neppure indispensabile indi- Alessandro non influenzi le decisioni politiche
viduare precisi modelli storici. Nel di Robespierre o le strategie di Napoleone.
Giuramento degli Orazi [cfr. I.66] David si i-
spira alla morale della Roma repubblicana La classicità A trasformare il concetto di classicità, e nello
senza riferirsi, se non per via d’immaginazio- come modello stesso tempo a precisarlo, hanno contribuito
ne, all’arte romana di quel periodo. etico e sociale gli scavi di Ercolano e di Pompei, due città
Indubbiamente concorre all’identificazione romane distrutte da un’improvvisa eruzione
dell’ideale estetico con “l’antico” l’urgenza del Vesuvio (79 d.C.) e che hanno rivelato, in-
dei problemi suscitati dai rapidi mutamenti sieme con l’arredo e le suppellettili, il costu-
della situazione sociale, politica, economica, me e gli aspetti anche pratici della vita quoti-
nonché dall’ascesa impetuosa della tecnolo- diana. Si può ormai studiare anche la pittura
gia industriale. La ragione non è un’entità antica, prima nota attraverso pochi esemplari
astratta, deve dare ordine alla vita pratica e, e le descrizioni dei letterati. Con Cham-
quindi, alla città come luogo e strumento pollion, aiutando le campagne di Bonaparte
della vita sociale. La sua crescente comples- in Oriente, si scopre quasi con stupore l’altis-
sità porta all’invenzione di nuovi tipi di edifi- sima civiltà artistica dell’antico Egitto: altra

I.15 JACQUES-LOUIS DAVID,


I littori riportano a Bruto i corpi
dei suoi figli, 1789, olio su tela,
4,22 x 3,22 m,
Parigi, Musée du Louvre
15
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IL NEOCLASSICISMO STORICO 13

I.16
Tavolino da
gioco, inizi
XIX secolo,
Londra,
collezione
privata
I riquadri bian-
chi della scac-
chiera riprodu-
cono monumen-
ti tratti dalle
incisioni di Pi-
ranesi
16
componente della cultura artistica neoclassi-
ca e, specialmente, dello “stile impero”. Co-
mincia a farsi strada l’idea che la città, non

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essendo più patrimonio del clero e delle gran-
di famiglie, ma strumento mediante il quale
una società realizza ed esprime il proprio i-
deale di progresso, deve avere un assetto e un
aspetto razionali. La tecnica degli architetti e
degli ingegneri deve essere al servizio della
collettività per realizzare grandi opere pubbli-
che. I pittori, pure con l’occhio fisso alla “per-
fezione” dell’antico, sembrano soprattutto
preoccupati di dimostrarne la modernità: pre-
diligono il ritratto, con cui si studiano di defi-
nire insieme l’individualità e la socialità del-
la persona [I.14]; i quadri mitologici, in cui
proiettano nell’evocazione dell’antico la “sen- 17
sibilità” moderna e i quadri storici, in cui ri- I.17 M.-G. BIENNAIS, Lavabo, 1800-1804,
flettono i loro ideali civili [I.15, I.18]. I mobi- legno di tasso, bronzo dorato e argento,
lieri e gli artigiani, a cui si deve la diffusione Parigi, Musée du Louvre
della cultura figurativa neoclassica nel costu-
me sociale, scoprono che la semplicità co-
struttiva dell’antico si presta mirabilmente al-
la produzione già parzialmente in serie e fa- I.18 VINCENZO CAMUCCINI, L’uccisione di Cesare,
1793-1798, olio su tela, 7,07 x 4 m,
voriscono così il processo di trasformazione Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte
dell’artigianato in industria [I.16 – I.17].

18
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14 Modulo 1 CLASSICO E ROMANTICO

Nel campo architettonico si forma la nuova architetti, la colpa è della restaurazione cleri-
scienza della città, l’urbanistica. Si vuole che co-monarchica e poi della borghesia, che
la città abbia un’unità stilistica corrisponden- hanno ribadito il principio della proprietà pri-
te all’ordine sociale. L’anticipano i cosiddetti vata e della libera disponibilità, per lo più a
architetti “della rivoluzione”, in primo luogo fini di sfruttamento speculativo, dei suoli
BOULLÉE (1728-1799) [I.19, I.21] e LEDOUX urbani. La nuova scienza urbanistica non è
I.19
ETIENNE-LOUIS (1736-1806) [I.22 – I.23]; avrà il suo grandio- tuttavia esclusivamente legata alla rivolu-
BOULLÉE, so apogeo nell’ambizioso sogno napoleonico zione francese e a Napoleone, anche se per
Progetto per di trasformare non soltanto le architetture, ma molte città europee è stata studiata al princi-
il cenotafio I.20
le strutture spaziali, le dimensioni, le funzio- PIERRE-JULES pio del secolo scorso una riforma dello spazio
di Newton, ni delle grandi città dell’impero: immense urbano e delle sue strutture che si richiama
1784-1785, DELÉPINE,
penna piazze e vie lunghe e larghissime fiancheggia- Progetto di alle grandiose trasformazioni di Parigi al
e inchiostro te da grandi edifici severamente neoclassici, monumento alla tempo di Napoleone: non soltanto ogni nazio-
sfumato, per lo più adibiti a pubbliche funzioni. Il pub- gloria di Newton, ne ma quasi ogni città europea ha una fase
66 x 44 cm, incisione,
blico avrebbe dovuto in ogni caso prevalere Parigi, neoclassica, che manifesta una volontà di
Parigi,
Bibliothèque sul privato, e se il sogno di un’urbanistica Bibliothèque riforma e di razionale adeguamento alle esi-
Nationale europea rimase in gran parte nelle carte degli Nationale genze di una società che sta trasformandosi.

19 20
I.21 ETIENNE-LOUIS BOULLÉE,
Progetto di cenotafio, incisione, 63 x 39 cm,
Parigi, Bibliothèque Nationale

I.22 CLAUDE-NICOLAS LEDOUX,


Presentazione simbolica della sala
degli spettacoli attraverso la pupilla di un occhio
(teatro di Besançon), incisione, 38,5 x 25 cm,
Parigi, Bibliothèque Nationale

I.23 CLAUDE-NICOLAS LEDOUX, Veduta prospettica del


progetto di un’officina di carbonai (tratta da Claude-
Nicolas Ledoux, L’architecture, Parigi, 1804)
21

22 23
07.M01_neoclassicismo.qxd 9-11-2004 12:09 Pagina 15

IL NEOCLASSICISMO STORICO 15

Un atteggiamento Il Neoclassicismo non è una stilistica, ma u- sica di Torino manifesta piuttosto una volontà
morale nei na poetica; prescrive un certo atteggiamento, d’ordine e di simmetria che un’ambizione di
confronti dell’arte anche morale, nei confronti dell’arte e, ben- grandezza. A Roma il VALADIER (1762-1839)
ché fissi certe categorie o tipologie, consente riflette il gusto di una nascente borghesia col-
agli artisti una certa libertà d’interpretazione ta cercando di correggere i cosiddetti eccessi
e caratterizzazione. L’immagine della Milano barocchi, riducendo le scale di grandezza,
austriaca, quale si deduce dall’architettura preferendo l’eleganza al fasto e, soprattutto,
severa ed elegante del Piermarini e che si e- mantenendo il rapporto (che nel secolo scor-
stende al campo del costume attraverso la so e nel nostro fu poi brutalmente distrutto)
“modellistica” dell’Albertolli, è senza dub- tra le forme architettoniche e gli spazi aperti
bio più conservatrice che rivoluzionaria, e lo (i giardini, il Tevere, i dintorni) [I.26]. In
stesso può dirsi per la Venezia modernizzata Germania, a Berlino, SCHINKEL (1781-1841)
dal Selva; e lo dimostra il fatto che, quando è forse il primo architetto che intenda la pro-
l’ANTOLINI (1754-1842) volle dare a Milano pria funzione come quella di un tecnico rigo-
una figura “napoleonica”, mutò radicalmente roso al servizio di una società che serve, ma
la scala delle grandezze e l’articolazione de- evita di giudicare [I.27]. I suoi esordi sono
gli spazi [I.24 – I.25]. L’espansione neoclas- insieme neoclassici e romantici, ma dopo un

24 25
I.24 GIOVANNI ANTONIO ANTOLINI, Pianta generale del foro Bonaparte a Milano,
1801, incisione, 5 x 7,70 m, Milano, Civica Raccolta Stampe Bertarelli

I.25 GIOVANNI ANTONIO ANTOLINI, Progetto per la sistemazione del foro Bonaparte a Milano,
1806, incisione, Milano, Civica Raccolta Stampe Bertarelli

26 27

I.26 GIUSEPPE VALADIER, Facciata della chiesa di San Rocco, 1831, Roma

I.27 FRIEDRICH SCHINKEL, Palazzo della Nuova Guardia, 1816-1818, Berlino


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16 Modulo 1 CLASSICO E ROMANTICO

viaggio in Inghilterra, ch’era allora il paese


industrialmente più avanzato, non ha esitato
a fare del neogotico, interessato ai problemi
anche tecnici che comportava.

La scultura La scultura neoclassica ha avuto il suo epi-


di Canova, centro a Roma nella diversa interpretazione
ricerca del data del rapporto con l’antico dal veneziano
bello ideale Canova e dal danese THORWALDSEN.
attraverso Canova si era formato in un ambiente dove il
l’antico gusto del colore dominava anche la scultura
e, nelle sue prime opere romane (monumenti
funebri di Clemente XIII e Clemente XIV
[cfr. I.67 – I.68], tra 1783 e 1792), si dimo-
stra sensibile alla tradizione barocca e, spe-
cialmente, alle vibrazioni berniniane della
materia nella luce.
Fu in rapporto col Batoni, il cui classicismo
era soprattutto civile, laica moderazione degli
accessi oratori: un artista che piacque agli

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inglesi, specialmente a Reynolds. La sua
scultura è tesa ricerca del bello ideale attra-
verso l’antico, che però non è un gelido
modello scolastico ma una realtà bella e per-
duta che si spera di rianimare col proprio
calore. Si giunge al bello attraverso un pro-
cesso di sublimazione di quella che, però, al 28
principio era uno stato di violenta, drammati-
ca emozione. I.28 come una facile lusinga il rapporto che le sta-
Ancora oggi una parte della critica esalta i BERTEL tue canoviane trovano così facilmente con
THORWALDSEN,
bozzetti canoviani (in gran parte nella gipso- Le tre grazie, l’atmosfera, lo spazio della vita, ma soprattut-
teca di Possagno) per il modellato impetuoso 1821, marmo, to con l’animo di chi le guarda.
e accidentato, le impennate e gli slittamenti Copenaghen, Un mondo di “tipi” è un mondo senza emo-
della luce. Stupenda scultura, certamente, Museo zioni o sentimenti, privo di qualsiasi relazio-
ma non è lecito giudicare un artista dalle fasi Thorwaldsen ne col mondo empirico, assoluto. Non impor-
preparatorie del suo lavoro: per quanto i boz- ta che l’antico abbia avuto, un tempo, una
zetti improvvisati siano affascinanti, la vera realtà storica: nella poetica-filosofia di Thor-
scultura di Canova è quella delle statue waldsen non c’è spazio né tempo, né natura,
generalmente eseguite dai suoi collaboratori né sentimenti, ma soltanto concetti espressi
tecnici e poi accuratamente levigate e pati- in figure o soltanto figure portate all’immuta-
nate. È attraverso questo processo che bilità e universalità dei concetti [I.28]. È co-
Canova chiamava di «sublime esecuzione» me l’architettura di Schinkel, col suo calcolo
che l’opera scultoria, nata da una forte conci- preciso dei pesi e delle spinte, dei pieni e dei
tazione dell’animo e da un impulso del genio, vuoti, della qualità dei materiali.
cessa di essere un’espressione individuale, si Fondamentale per tutta l’arte neoclassica, si
costituisce come valore di bellezza, vive nello tratti dell’architettura o delle arti figurative o
spazio e nel tempo “naturali”, comunica a delle arti applicate, è l’ideazione o progetta-
chi la guarda e intende il desiderio di tra- zione dell’opera: una progettazione che può
scendere il limite individuale ed elevarsi al essere impulsiva come nei bozzetti canoviani,
sentimento universale del bello. Il processo o freddamente filologica come nel Thorwal-
elettivo non è dunque dal senso all’intelletto, dsen. Il progetto è disegno, il tratto che tradu-
ma al sentimento. ce il dato empirico in fatto intellettuale. Il
Nonostante la gloria ormai universale del gio- tratto non esiste se non nel foglio dove l’arti-
vane Canova (prediletto anche da Napoleone), sta lo traccia, è un’astrazione anche dalla sta-
già nei primi anni dell’Ottocento un critico tua antica che si copia.
tedesco, il Fernow, contrappone al bello vivo Naturalmente nell’epoca neoclassica si dà
e palpitante di Canova il neoclassicismo teo- grande importanza alla formazione culturale
ricamente più rigoroso del Thorwaldsen (a dell’artista, e questa non avviene più median-
Roma dal 1797). te l’apprendistato presso un maestro, ma in
speciali scuole pubbliche, le accademie [
La scultura di Nemmeno Thorwaldsen copia l’antico: lo Esposizioni e musei]. Il primo passo della for-
Thorwaldsen considera come un mondo di archetipi. Le mazione dell’artista è la copia al tratto di
e gli archetipi stesse figure mitologiche sono archetipi, e ar- opere antiche: dunque si vuole che fin da
dell’antico chetipi i loro attributi: si propone dunque di principio l’artista non reagisca emotivamente
ricostruire dalle tante immagini di Ermes o al modello, ma si addestri a tradurre la rispo-
di Atena i “tipi” di Ermes e di Atena. Ricusa sta emotiva in termini concettuali.
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IL NEOCLASSICISMO STORICO 17

L’internazionalità del linguaggio Il “nuovo” linguaggio classico oltrepassa le frontiere e accomuna le grandi città europee,
architettonico neoclassico che proprio in questo momento subiscono profonde trasformazioni e vanno assumendo
il tipico aspetto di grandiosità riconoscibile ancora oggi.
Il rigore e la compostezza delle forme classiche e la passione per l’antico si traducono
nella creazione o nella riscoperta di determinate tipologie architettoniche e nella loro
diffusione nel resto del mondo occidentale da parte soprattutto di architetti inglesi,
francesi e italiani.

29 30

I.29 LUIGI CAGNOLA, Arco del Sempione, poi arco della Pace, I.30 ROBERT e JAMES ADAM, Sala della biblioteca di
1807-1838, incisione, Milano, Civica Raccolta Stampe Bertarelli Kenwood House, 1768 circa, Hampstead (Londra)
L’arco del Sempione, o delle Vittorie, poi della Pace (1807-1838), si trovava Nel 1764 il conte di Mansfield incarica i fratelli Robert
al centro di una piazza d’armi tra la strada del Sempione e il foro Bonaparte. (1728-1792) e James (1732-1794) Adam di ristruttura-
Ispirato all’arco di Settimio Severo a Roma, presenta tre fornici incorniciati da re la sua residenza di Kenwood House (Hampstead, Lon-
poderose colonne corinzie sormontate da una sestiga in bronzo. Coronano il dra). Entrambi gli architetti arredatori erano reduci da
monumento quattro Vittorie a cavallo con le personificazioni dei quattro prin- lunghi viaggi in Italia, Dalmazia, Siria, Grecia, dove
cipali fiumi del Lombardo-Veneto (il Po, il Ticino, l’Adige e il Tagliamento) avevano subìto la suggestione delle rovine antiche, gre-
che e romane, di cui si ritrovano gli echi negli stucchi,
nelle pitture e negli elementi di arredo della biblioteca

I.31 JOHN SOANE,


Mausoleo per lo Earl of Chatham
(incisione tratta da Disegni
di architettura), Londra, 1793
L’inglese John Soane (1753-1837) visita
Roma e l’Italia negli anni settanta e il pro-
getto del mausoleo dedicato al conte di
Chatham risente di questa esperienza.
L’utilizzo di forme geometriche pure, cer-
chi, quadrati, triangoli, rivela l’influsso
dell’opera dell’architetto francese Ledoux
31
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18 Modulo 1 CLASSICO E ROMANTICO

32 33
I.32 THOMAS JEFFERSON, Casa Jefferson (facciata ovest), I.33 CHRISTIAN-FREDERIK HANSEN, Disegno progettuale per l’interno
1768-1775, 1796-1809, Monticelli (presso Charlottesville) della chiesa di Nostra Signora, 1829, Copenaghen
Nelle ex colonie del nuovo mondo si diffonde un linguaggio neoclassico di La cattedrale luterana di Nostra Signora, a Copenaghen, fu interamente ri-
derivazione inglese, ispirato alle architetture palladiane. Il pragmatismo a- costruita da Christian Hansen tra il 1811 e il 1829, dopo la distruzione cau-
mericano utilizza strutture classiche aumentando le dimensioni e usando i sata dal bombardamento inglese del 1807. L’interno ha una pianta basili-
materiali disponibili, così le colonne vengono riproposte in legno dipinto di cale a navata unica. Nicchie e colonne incorniciano i due ordini di finestre,
bianco. Thomas Jefferson (1743-1826) progettò la propria casa tenendo pre- da cui entra una luce uniforme che svolge un ruolo unificante e conferisce al
senti le architetture del Palladio a pianta centrale, ma usò il mattone al po- luogo una solenne maestosità
sto del marmo

I.34 DOMENICO MERLINI,


Sala da ballo di palazzo
Lazienkij, 1638-1690, Varsavia
L’edificio, eretto nel 1638-1690, nel
1775-1776 fu acquistato dal re
Stanislao Augusto e rimaneggiato
da Domenico Merlini, che trasformò
sia l’interno che l’esterno con gusto
neoclassico. L’ampio salone rettan-
golare è ornato da affreschi e qua-
drature a specchio dipinte; le grotte-
sche in stucco dorato, la balaustra
col balcone per l’orchestra e il pavi-
mento in legno ne completano la
decorazione. Alle pareti le nicchie,
incorniciate da edicole, ospitano
copie di statue antiche (l’Ercole
Farnese, sostenuto da Cerbero e da
un centauro, e l’Apollo del Belve-
dere, con ai piedi il re Mida e Mar-
sia), accentuando così il gusto roma-
no della sala

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IL NEOCLASSICISMO STORICO 19

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35
I.35 CARLO ROSSI, Palazzo del granduca Michele, 1819-1823, San Pietroburgo
Nel grande edificio, costruito dall’architetto italiano Carlo Rossi per il fratello dello zar Alessandro I, si ritrovano quella solennità e quel
rigore tipici dell’architettura neoclassica ed espressi attraverso forme semplici e pure. Rossi si occupò inoltre di modificare l’aspetto degli
edifici che si affacciavano sulla piazza circostante, ricercando un’armonia d’insieme; fu lui, infatti, a progettare anche il giardino, la
facciata sul retro e ad allestire l’interno del palazzo, contestualizzando così la sua opera

I.36 LEO VON KLENZE,


Esterno del Walhalla dei tedeschi,
1830-1842, Donaustauf
L’opera, voluta da Ludovico I di Ba-
viera, venne realizzata negli anni
trenta del XIX secolo da Leo von
Klenze; il modello cui si ispira per
questo Pantheon dei tedeschi è il Par-
tenone. Utilizza una collina come
acropoli, l’alto podio monumentale è
percorso da trecentocinquanta scalini,
alla sommità sorge il tempio neogreco
di ordine dorico, l’architrave è deco-
rato da metope e triglifi e le sculture
del frontone raffigurano scene tratte
dall’epica tedesca

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20 Modulo 1 CLASSICO E ROMANTICO

Il Romanticismo storico come un bene culturale della società intera:


al contrario è la prerogativa culturale della
classe dirigente. Più tardi si giungerà addirit-
tura alla concezione della tecnica come com-
portamento espressivo individuale.

L’architettura Il desiderio di un’arte che non sia soltanto re-


Anche nell’arte la fine dell’epopea napoleo- gotica si ligiosa, ma esprima l’ethos religioso del popo-
nica ha avuto profonde conseguenze. Alla sostituisce lo (di popolo, infatti, e non più di società par-
caduta dell’eroe segue un senso di vuoto, lo come modello lano i romantici) e restituisca un fondamento
scoraggiamento dei giovani privati del loro all’architettura etico al lavoro umano, che l’industria tende a
sogno di gloria (si pensi a Stendhal). classica meccanizzare, porta alla rivalutazione dell’ar-
L’orizzonte si restringe, ma s’intensifica il chitettura gotica, che prende come modello il
sentimento drammatico dell’esistenza. Il posto della classica. L’architettura gotica è
riflusso coinvolge anche le grandi ideologie anzitutto cristiana, la sua tendenza all’alto e
della rivoluzione. Al teismo dell’ente supre- la sua insistenza sulle verticali manifestano
mo si contrappone il cristianesimo come reli- un desiderio di trascendenza; è borghese per-
gione storica, all’universalismo dell’impero ché nasce nelle città con il raffinato artigia-
l’autonomia delle nazioni, alla ragione ugua- nato del XIII e XIV secolo; esprime non solo
le per tutti il sentimento individuale, alla sto- il sentimento popolare, ma la storia delle co-
ria come modello la storia come esperienza munità perché ogni cattedrale è il prodotto di
vissuta, alla società come concetto astratto la più generazioni; dimostra visivamente, con
realtà dei popoli come entità geografiche, sto- l’audacia e la complessità delle sue strutture,
riche, religiose, linguistiche. nonché con la varietà e la ricchezza delle sue
decorazioni, l’alto livello di esperienza tecni-
L’arte come Si ritorna all’idea dell’arte come ispirazione; ca e di gusto raggiunto dagli artigiani locali.
ispirazione, ma l’ispirazione non è intuizione del mondo Nell’architettura gotica la nuova civiltà indu-
raccoglimento né rivelazione o profezia di verità arcane, striale non vede soltanto un antecedente, ma
e riflessione bensì uno stato di raccoglimento e di rifles- la prova di una “spiritualità” che il tecnici-
sione, la rinuncia al mondo pagano dei sensi, smo moderno non dovrebbe, almeno in teoria,
il pensiero di Dio. I grandi esponenti del contraddire ma esaltare.
Romanticismo storico sono alcuni pensatori È anche a causa del suo tecnicismo spirituali-
tedeschi del primo Ottocento: i due Schlegel, stico che l’architettura gotica non è stata scon-
Wackenroder, Tieck. Dietro al loro pensiero fessata e respinta totalmente dal razionalismo
religioso c’è anche il desiderio di rivalutare illuministico. La rivalutazione del gotico
la tradizione culturale germanica, piena di comincia in Inghilterra al principio del XVIII
motivi mistici, come alternativa all’universa- secolo; il saggio di Goethe (che poi diventerà
lismo classicista. Non si tratta insomma di u- classicista) sul duomo di Strasburgo e l’archi-
na nuova, organica concezione del mondo tettura gotica è del 1772; al principio del XIX
che succeda a un’altra, scaduta, ma di un ap- secolo Hegel includerà il gotico nel suo dise-
profondimento del problema del rapporto de- gno storico dell’arte come espressione tipica
gli artisti con la società del loro tempo. Per i dell’ethos cristiano [ La nascita dell’estetica].
neoclassici l’arte era un’attività mentale di- Quella rivalutazione, peraltro, segna la rivin-
stinta da quella razionale, e probabilmente cita dell’arte nordica contro il classicismo e il
più autentica: ora si riconosce che il binomio barocco romani. Ai primi dell’Ottocento
scienza-tecnica va prendendo il sopravvento, Schinkel non soltanto ammira la sottile
così, come, dopo l’antistorico conato di re- sapienza costruttiva degli architetti gotici, ma
staurazione delle vecchie monarchie, la bor- non ha difficoltà ad ammettere che, se l’archi-
ghesia industriale ha iniziato la sua rapida a- tettura classicista era adatta a esprimere il
scesa. È appunto nei confronti di questa bor- senso dello stato, l’architettura gotica espri-
ghesia, che ormai può essere la sola commit- meva la tradizione religiosa della comunità.
tente, che gli artisti si sentono ostili, in pe-
renne polemica. Il gotico Si osserva anche che, pur sul fondamento di
D’altra parte il mondo che non soltanto è ma riflette una nuova concezione della tecnica costrutti-
vuole essere a tutti i costi moderno esercita la diversità va e di un nuovo rapporto tra lo spazio urba-
sugli artisti una forte attrazione: non possono di lingua, no e il “monumento” cioè la cattedrale, l’ar-
non rendersi conto che le tecniche industria- tradizioni chitettura gotica ha caratteri strutturali e de-
li, nonostante il loro legame con la scienza, e costumi corativi diversi in Francia, in Germania, in
costituiscono una grande forza creativa. delle nazioni Italia, in Spagna, in Inghilterra: se ne deduce
Bisogna, nel suo stesso interesse, ricusare che, all’opposto della stilistica neoclassica, il
quanto nella borghesia è grettezza mentale, gotico riflette le diversità di lingua, di tradi-
conformismo, affarismo e incoraggiare quan- zioni, di costume dei diversi paesi o, più pre-
to in essa è coraggio, genialità, spirito d’av- cisamente (giacché questo concetto si fa sem-
ventura. È facile comprendere come, nell’or- pre più forte), delle diverse nazioni europee.
ganizzazione imposta dall’industrialismo, Vi sono casi in cui alle cattedrali gotiche si
non fosse più possibile concepire la tecnica annetteva un significato non soltanto civico,

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