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Transiti Poetici – Volume XXIV

TRANSITI POETICI
Volume XXIV

Antologia
a cura di Giuseppe Vetromile

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano


nr. 39

Copertina di Ksenja Laginja

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 39 Pag. 2


Transiti Poetici – Volume XXIV

Gli Autori

Sebastiano Adernò
Anna Maria Dall’Olio
Laura D’Angelo
Sabrina De Canio
Rita Greco
Mauro Macario
Antonella Rizzo
Lorenzo Spurio
Loretta Stefoni
Adriana Tasin

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Transiti Poetici – Volume XXIV

Introduzione

Chi semina bene raccoglierà buoni frutti: i vecchi proverbi non si smentiscono mai,
perché sono l’espressione di anni, se non di secoli, di comprovati comportamenti
umani e sociali, in conseguenza dei quali gli effetti sono poi così facilmente prevedibili.
E poi ancora, aggiungerei: non fare del male agli altri se non vuoi essere ripagato con
la stessa moneta, il quale detto è riconducibile al grandioso comandamento di Gesù
“ama il prossimo tuo come te stesso”, che, anche al di là di ogni implicazione religiosa
di stampo cattolico-cristiano, è senz’altro un elemento fondamentale del buon vivere
e del buon rapportarsi con gli altri, civilmente e nel rispetto dei diritti e dell’esistenza
altrui, in una società, come quella attuale, in cui purtroppo prevale l’egoismo,
l’indifferenza, la parziale o a volte completa ignoranza dei principi fondamentali
dell’etica e del comportamento sociale. Viviamo oggi in un contesto civile che, forse,
proprio “civile” non lo è, ma è esattamente il contrario, dalle piccole situazioni ai
grandissimi quadri globali a livello nazionale e continentale. Un esempio valga per tutti:
il problema dei rifiuti e del loro smaltimento. Nel nostro piccolo, è facile osservare
come, in alcune realtà cittadine locali, non ci sia ancora nessuna consapevolezza e
educazione nel trattamento dei rifiuti, e molti ancora non sanno come va effettuata
una giusta ed efficace raccolta differenziata, non riuscendo a separare (o non volendolo
addirittura fare!) un avanzo di cibo da una lattina di birra. Vi è poi la triste e cattiva
abitudine di deporre pacchetti e buste di immondizie lungo i margini delle strade, di
lanciare fuori dai finestrini delle auto cartacce e altri piccoli rifiuti. Tutto ciò è segno
evidente della poca attenzione e importanza che l’uomo medio pone riguardo
all’ambiente e alla natura in cui egli stesso è immerso. Estendendo questa disattenzione
su scala mondiale e planetaria, ne sortisce il generale depauperamento delle risorse,
l’inquinamento, il degrado ambientale.
È questione di cultura, senza alcun dubbio. E bisogna seminarla bene, questa cultura.
Cercare quanto più possibile, a cominciare dalla famiglia e dalla scuola, di invertire la
rotta illustrando e insegnando, mostrando ed esercitando le modalità e i
comportamenti più consoni ed adeguati in merito alla salvaguardia dell’ambiente e
della natura.
La Poesia, come le altre branche della cultura e dell’attività artistica, può essere
certamente d’aiuto in questo campo. Pur non volendo distinguere particolari filoni nel
fare poesia, in quanto la buona poesia, la poesia di qualità, prescinde da ogni sorta di
contenuto, tuttavia è ammirevole come moltissimi autori producano scritti poetici che

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Transiti Poetici – Volume XXIV

hanno per argomento l’ambiente e la natura, descrivendone, sì, le meraviglie e le


bellezze, ma anche denunciandone lo scempio e la cattiva gestione.
Chi semina bene, e con la poesia si può certamente seminare bene, anche attraverso
allusioni e metafore, può salvare il mondo!
Sono convinto che la Poesia sia un seme fecondo che potrà far rinascere nel cuore e
nella mente degli uomini, una maggiore consapevolezza della realtà materiale e
spirituale in cui tutti siamo immersi, e che ci nutre e ci sostiene.
Un sentito grazie a tutti gli Autori che mi affidano i loro testi poetici per la realizzazione
di questo mio progetto antologico senza termine, e un grazie particolare ai dieci
validissimi poeti di questo 24° Volume.

Giuseppe Vetromile

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SEBASTIANO ADERNO’

Siciliano di Avola, Sebastiano Adernò è un pregevole poeta che si impegna tantissimo


per l’affermazione della cultura letteraria in tutti gli ambiti sociali e tramite ogni
modalità artistica. Autore di diverse pubblicazioni e premiato in numerosi e importanti
concorsi nazionali, partecipa attivamente a eventi letterari di prestigio, organizzando
egli stesso interessanti iniziative in tal senso. Ci propone qui alcuni brani della sua
scrittura poetica, dove si nota la sua laconicità quasi epigrammatica nel considerare e
riflettere sul senso dell’esistenza quotidiana. Una poesia che ha un suo segreto motore
lirico, in grado di suscitare nel lettore spunti di ulteriore ricerca su di sé e sulla vita.

È un calendario cane.
Un lunario indaffarato.
Il tempo passa senza
voltarne i giorni, l'aria.
Si scrive
per tirare in campi lunghi
ciò che resta intermittente.
O son due giri di chiave
contro il foglio di cento niente.

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Transiti Poetici – Volume XXIV

***

Suonato
dalla vista più alta
del dispregio,
del mio nome
resta poco più di una parola.
La linea spezzata
dalla fatica di un tempo
di larga ferita.
Un ponte crollato
tra testa e cranio.
Pena sulle spalle,
spada nella pelle.

***

Sei l'acqua dolce


di un battesimo alla foce.
Sei luce che assolve
e battezza fuori dalle acque.
Non sono impermeabile
alle frange d'oceano
che ti battono sulle palpebre.

***

Fiore di luna che danzi sull'acqua


semplice incanto di una notte d'estate,
aspetti la più piccola stella

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Transiti Poetici – Volume XXIV

ANNA MARIA DALL’OLIO

Da Pistoia, l’originalissima voce poetica di Anna Maria Dall’Olio, un’autrice poliedrica


e colta, redattrice di rubriche letterarie per svariate testate e webzine italiani ed esteri,
nonché vincitrice di diversi concorsi letterari. La particolarissima estensione della sua
poesia performativa avvolge e coinvolge il lettore in un universo visivo e figurativo
fatto di suoni e di colori, di stati d’animo e di improvvisi guizzi emotivi; una poesia
fortemente espressiva, fondata sulla parola e sul gioco tra queste, in varie forme e
modalità allitteranti e onomatopeiche.

Appunti d’iperestetica

bello giusto utile oltre oltre oltre …


grandine, le immagini gocciano
gocciano
gocciano
la diagnosi, anestesia da estasi,
l’arte penetra l’etere del mondo
il pianeta s’annuvola di bello
bellezza a rivoli sul commerciale,
l’esperienza estetica odierna
non più ancorata all’arte
vibra oltre il limite, tende all’al di sopra,
infine libera da lacci
libra la modernità liquida

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Transiti Poetici – Volume XXIV

oscilla in continuo oltre andare,


l’autore finora demiurgo
dissolto nelle collaborazioni
attende metamorfosi impreviste
ora dinamico lo spettatore,
vesti sguardi scambiati
(destinatari interagenti)
sempre si modella l’opera d’arte,
piovono nel lavoro estetico
arte artisti e ricezione dell’arte,
di fronte al frutto del lavoro estetico
l’arte non fugga non s’apparti
sia bene produttivo utile
suggerisca esperienze consapevoli,
l’etica fiorirà da forma
l’etica salverà il sentire.

***

Homo videoludens

spazio
steso lungo tempo che gocciola denso
sì simile simulacro librasi
libero liberamente
anema e core

(torna a terra!)

la sostanza non è reale


è visivo/virtuale
pure il sistema è particolare
reticolare!

Fuor da sé jouer non fa per tre

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Transiti Poetici – Volume XXIV

s’allontana
si discorsivizza
si banalizza

ruolo è dato
il gioco si gioca il jouer
mondo è mutato

loop s’avvita s’avvince loop

natoperfetto ora s’annuvola


s’avvolge in voluta di riflesso
pianto di luci fatto liquido
fiore petroso schiuso al dentro

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Transiti Poetici – Volume XXIV

LAURA D’ANGELO

Una giovane ma già promettente poetessa, da Termoli, è Laura D’Angelo. Si è fatta


apprezzare in vari concorsi letterari importanti ed inoltre partecipa attivamente ad
eventi e rassegne di carattere letterario e poetico. La sua poesia è generalmente
riflessiva, volta ad interrogare il mondo e sé stessa sui divari e sulle nequizie purtroppo
esistenti e che pregiudicano l’autenticità e la schiettezza dei sentimenti. Il suo è anche
un canto d’amore, con note di accorato rimpianto per un tempo, un’epoca che disperde
facilmente nel vento i valori fondamentali dell’esistenza.

Libro a metà

Indolente, con un libro


lasciato a metà,
mi chiedevo perché non
mi amavi.
Chiedevo agli angoli
delle case, dove cercare
le risposte,
la bambina che ero,
il tempo rappreso
in una scritta sul muro,

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Transiti Poetici – Volume XXIV

sbiadita al sole
che invecchia
le parole dei giochi.
Dormivo il sonno dei poeti
di chi è assorto
per essere sveglio
nei sogni di qualcuno,
mentre alle domande
ora che ieri è lontano
lasciavo due labbra
incaute di ingenue
tenerezze,
e non lo sapevo
che agli occhi gonfi
gli sguardi riservano
il velo delle lacrime,
mentre sveglio
nei miei sogni
ancora l'amore
profondo, grande,
come un fiore
senza acqua,
senza cura,
nel vuoto che era,
e nulla più.

***

Il vento disperde

Il vento che disperde le tracce


degli uomini, degli imperi, delle lacrime,
dei fiori, dei ti amo, dei per sempre,
si insinua tra le pietre delle case,
agli angoli dei muri e dei palazzi,

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Transiti Poetici – Volume XXIV

dove canti di culla si legano


a vecchie nenie o melodie,
e non sai se è una preghiera
o un soffio di tempo,
e non sai se questa immensità
dilegua nella ricerca
di un presente che sia
ancora, come polvere
in una soffitta, nel mio
nel tuo pianto.

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Transiti Poetici – Volume XXIV

SABRINA DE CANIO

Da Piacenza, dove è condirettrice generale del Piccolo Museo della Poesia Chiesa di
San Cristoforo, Sabrina De Canio si prodiga nella diffusione e nell’accoglienza di eventi
e incontri letterari di elevato spessore, con particolare riferimento al mondo della
poesia. Poetessa di grande talento ella stessa, nonché esperta traduttrice, è voce
apprezzata e rinomata non solo in Italia ma anche all’estero. Ci propone qui alcuni
brani della sua produzione poetica, dove emerge la vena di dolore per lo scorrere
inesorabile del tempo che separa e disperde ogni cosa: il suo è un canto accorato teso
al recupero del momento, dell’hic et nunc, in un mondo che procede verso il mistero.

(da Libera nos a malo)

Pane

Vorrei tenere insieme tutti i pezzi


come il raspo fa con gli acini,
e non perdere né gli anni né gli amici,
né gli amanti a lungo amati,
continuare a sentire il profumo
del bucato di mia madre
e del latte a colazione.
Ma questa vita ad ogni morso

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Transiti Poetici – Volume XXIV

è un pane che si sbriciola,


se l’appoggi un attimo
qualcuno che sparecchia
se lo porta via.

***

L’oscurità della tana

Camicia sgualcita
nel giorno di festa
respingo
le promesse sincopate dell’alba
nascondo
il mio nome
quando mi chiami
cerco
l’oscurità della tana
mentre fuori pascolano
assetati
vampiri diurni.

***

Luna

Luna orbitante
luna serena
luna grande
di grazia piena
esci dall’acqua
bagnata di luce
canta il silenzio
la tua voce.
Posi e riposi

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Transiti Poetici – Volume XXIV

senza destino.
Luna intrappolata
galleggi iridata
sulla pena del mondo.
Secca e dura
nuda in vetrina
ora cresci
semi di lino.

***

Stanotte

Stanotte
questo cielo piatto di cartapesta
trafitto e puntellato
da qualche sparuta luce,
questo lago di sabbia e fango
che ribolle
dalle profondità ai miei piedi,
pare stiano per scomparire in un gorgo
perché qualcuno ha tolto il tappo.

***

(Inediti)

Secca
come gli alberi d'inverno
sto ma non riposo
seguo le direzioni
di fratelli

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Transiti Poetici – Volume XXIV

dalle innumerevoli dita


verso il nulla
il cielo
il mistero
continuo il viaggio
fino alle radici.

***

Dalit tea

Pesante il cesto
di foglie leggere
leggero il mio cesto
per la scuola di un figlio.
Quante foglie
ancora
prima di sera
e il mio sandalo vola
giustizia di suola
in faccia al potente
da chi non ha niente.

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Transiti Poetici – Volume XXIV

RITA GRECO

Rita Greco, da Mesagne, in provincia di Brindisi, è un’interessante voce poetica ma


anche attrice di pregio, nonché ottima organizzatrice e promotrice di eventi culturali
di rilievo, tra i quali il rinomato Premio Letterario “Città di Mesagne”. La sua linea
poetica, come traspare dai brani che seguono, si struttura essenzialmente su un canto
di velata denuncia di comportamenti particolarmente egoistici e superficiali, da parte
di una società quotidiana che predilige l’isolamento. La consapevolezza di questi stati
d’animo amaramente guardinghi si apre però a brevi ma intensi momenti in cui è
possibile recuperare guizzi di sentimenti e abbracci di umanità.

Si danno le spalle per tutto il giorno


ognuno intento al proprio solco
marciando risoluti al soldo del dovere.
La sera li chiude
allo stesso tavolo
più dei coltelli
che sminuzzano il cibo
sono armi gli occhi
che guardano nel piatto.
Solo di notte

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Transiti Poetici – Volume XXIV

resiste una traccia


quando lui nell’instante
in cui riemerge dal sonno
trovandola
la abbraccia.

***

Prima che il giorno accada


saremo abbondantemente nati.
Viaggiavamo sul ciglio del dirupo
come affacciati a una finestra
stringiamoci, mi hai detto,
cos’altro ci resta?

***

Mai, non saprai mai del tuo andirivieni


non devi saperlo
misericordiosa è la distanza
suolo-precipizio lunare
tutto pupilla divaricata al buio.
Guarda
ho un cratere nella testa
a te fu detto
ecco una fiammella
a te, ignaro, fu data l’eruzione
guarda
ho il cuore liquido
e mi scorre in ogni direzione.

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Transiti Poetici – Volume XXIV

***

Bisogna aspettare
allenare la pazienza
abitare la faticosa sedia della pausa
dignitosamente immobili
superstiti indecisi se vivere
sia ancora un miracolo
o una punizione.
Come un giocattolo rotto
mi assedia il tempo perduto
e non mi rimedia quello che resta
le facce sgargianti delle possibilità
attorno alle mie mani incapaci.

(Inediti)

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Transiti Poetici – Volume XXIV

MAURO MACARIO

Una vita dedicata all’arte, al teatro, alla regia, ma anche alla saggistica e alla poesia:
Mauro Macario non è certamente da meno del suo grande Papà Erminio. E quando il
fervore, l’entusiasmo, la professionalità, lo studio e la frequentazione assidua del
mondo creativo in tutti i suoi aspetti e comparti sono così grandi e coinvolgenti, non
può sortirne che una personalità completa dall’animo sensibile ed empatico. Lo
ascoltiamo qui, nei brani poetici che propone, dove emerge tutta la sua spiccata
propensione alla riflessione sul senso dell’esistenza, sulla precarietà della vita, sulla
memoria come valore da preservare.

Picnic

Io sono uno che va per tombe


è una mia abitudine solitaria
una cupa seduzione
quando mi sento troppo vicino
a bussare a quelle porte
cerco la famiglia perduta
iena che razzola tra i resti
per cibarsi d’amore
ma non solo
anche gli sconosciuti mi attirano

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Transiti Poetici – Volume XXIV

sguardi che hanno capito al momento dello scatto


che quell’immagine sarebbe finita qui
fiori secchi misurano il tempo dell’abbandono
una desolazione ventosa mi straccia come un pezzo di carta
che rotola via
provo pietà per me
per l’oblio che attraversa questo cimitero
so che non c’è più nessuno
uno sguardo nella necropoli sotterranea
farebbe vomitare anche la statua
di quell’angelo che occhieggia dietro una lapide
meglio sarebbe un bel falò
come nelle feste di paese
allora sì che si andrebbe in cielo con la bicicletta
come in Miracolo a Milano
eppure mi sento a casa
quasi cercassi
una misteriosa relazione fra tutti questi nomi
distanti tra loro
più lontane sono le date
più immagino le passioni che li hanno sconvolti
magari portati sotto i miei piedi
un colpo di pistola alla tempia
un amplesso di troppo
un addio che il cuore non ha retto
scelgo con cura la giornata di maltempo
un pomeriggio grigio nuvoloso senza pioggia
è l’ideale
mi siedo sulla tomba di chi ho amato di più
e parlo parlo parlo come fa tutto il mondo
per non morire tra spezzoni di memorie riesumate
che potrei toccare nella loro fisicità qui sulle dita
sono un vecchio proiezionista che non cambia film
finché la pellicola salta e il custode sta per chiudere
è stato un bel picnic
le domande e le risposte di un ventriloquo

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Transiti Poetici – Volume XXIV

che raccoglie le voci e le fa sue


occhi larghi per trattenere tutti in un solo sguardo
un bambino capriccioso che chiede l’impossibile
e sta per piangere
poi s’impunta si fa forza e ributta dentro la sua angoscia
per non dare soddisfazione a nessuno
neanche al destino.

(da Alphaville, puntoacapo editrice, 2020)

***

I vecchi

Si fermano per strada


come colti da malore
girando piano il capo
per guardare le ragazze
tra la folla del mattino
sono i vecchi
con la borsa della spesa
e la vita trascinata
a passi corti da pinguino
le ossa fanno male
ma peggio stanno gli occhi
che scandagliano quei corpi
con l’odore del ricordo
vorrebbero spogliarli
succhiare la giovinezza
e non morire più
malinconici vampiri sdentati
che muti gridano
l’età nascosta
di un sogno acerbo

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Transiti Poetici – Volume XXIV

dentro la carcassa
una megera a fianco
con l’alito di cipolla
impietosa li strattona
e in polvere li riduce
al sole d’inverno

(da Silenzio a Occidente, Liberodiscrivere, 2007)

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ANTONELLA RIZZO

Antonella Rizzo, romana, ha una personalità artistica di spicco, ricca e poliedrica;


esplica i suoi notevoli talenti in ambito poetico, letterario, narrativo, giornalistico, ed
inoltre la sua attività poetica è impreziosita dalla sua grande caratteristica performativa.
Organizzatrice di eventi importanti e ideatrice di premi letterari, ha pubblicato diversi
testi poetici. La sua linea poetica si contraddistingue per una spiccata spontaneità del
dire, per una schiettezza del dettato, e nella forma e nel contenuto, laddove i pregiudizi
e gli stereotipi contaminano l’autenticità del fluire esistenziale.

(Da Plethora, Nuove Edizioni Aldine, 2016)

Tristemente mi annoia

Tristemente mi annoia
la composizione e l'antefatto
di un giorno deciso dal rullo
incessante che macina
e decide se destinarmi
alle macerie o a una consegna
più che divina, immeritatamente.
Sto bene col gatto sul letto
non è la lusinga

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Transiti Poetici – Volume XXIV

che solleva il corpo dall'ansia


vedere riflessa un'immagine
ancora e finora piacente.
Dei mali del mondo mi assolvo
e mi reggo ancorata con garbo
al possesso violento e al sarcasmo
della tua solitudine.

***

Chincaglierie

Dio sono una ladra!


Mi fanno gola persino le carestie.
Ma quale accontentarsi di suture
che lasciano sfregi a vista
piaghe da legionari.
Quella miseria di buona fattura
merda inutile senza fede
pare non mi giovi.
No. Non m'appartiene.
Ladra di avanzi e bottoni
sandali, compassi, giarrettiere.
Guanti da esplorazione
spille da balia, spugne di mare,
analgesici e gros-grain.

***

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Transiti Poetici – Volume XXIV

(Da A quelli che non sanno che esiste il vortice, Lavinia Dickinson edizioni, 2019)

Come un meccanismo infallibile


di cambi d’abito e parole
ancora mi diverto a dondolare
sopra i tacchi immaginando
un copione a Earl’s Court, la mia isola.
Ho dato il mio frutto al mondo
non è stato facile
la notte vigilo ed il giorno
è una pena insopportabile.
Non posso legarmi più di un mese
senza avvertire la morsa della solitudine
prima di uscire penso mille volte
al cielo fuori dalla mia casa
e ho paura di ascendere, di non reggere.
So che se avrò fortuna perderò il treno
o farò tardi all’appuntamento
e avrò un motivo per non sopportarmi.
Ho sempre abortito ogni grumo di vita
i miei sono embrioni non esseri
atomi di folla, persone in vitro
niente di compiuto da dichiarare.
Solo la tensione dell’attesa, il contatto
quello fatale che incatena l’anima
poi la fuga dolorosa e scalza
come nei sogni ad occhi aperti
la cura apparente della persona
il culto raffinato dell’incerto e del vago
sforzarsi di non provare nausea
ricambiare sorrisi con suppliche
tentativi disperati di apparire candida.
In realtà sono troppi gli spiriti che mi circondano
ed a ognuno mi sono promessa
a quelli che non sanno che esiste il vortice

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Transiti Poetici – Volume XXIV

a quelli malati che vorrebbero una scala


per essere inseriti nella corte di Lucifero
figure esili in cerca di un dramma solido.
Una specie di Santeria governata da draghi e vergini
ma sono sola a domare il circo tragico
del senso di colpa atavico, stretto come una dote
e le figurazioni che crollano dall’alto
come pezzi di vetro che si schiantano e feriscono
un corpo che si immagina immortale
rimane incagliato al largo del mare gelido
con i cristalli tra le ciglia, sui polsi, le natiche
cammina e sanguina, come la sirena di Andersen.

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Transiti Poetici – Volume XXIV

LORENZO SPURIO

Figura di spicco nel panorama letterario marchigiano e nazionale, Lorenzo Spurio, da


Jesi, è valente poeta, scrittore e critico letterario, con un’intensa attività di promozione
culturale che esplica con grande impegno e professionalità, indagando con attenzione
i fermenti e le iniziative culturali e letterarie a livello nazionale, assicurando la sua
preziosa presenza e collaborazione in tantissimi eventi e premi letterari. La sua è una
poesia intensa, con contenuti filosofici, ricercata ma anche fluida, dal tono leggermente
classicheggiante, attenta alle vicissitudini della società e della storia.

Ausculti il tempo che precede (Ad Antonia Pozzi)

Non chiedere crisantemi


ora che abbracci l’invisibile;
le rose stingono la solitudine
la noia è trafitta da spine.
Quando il giorno è tinto di notte
la campagna assiste
agli accadimenti più crudeli.
Quante falene opacizzano l’aria
mentre la stella più luminosa
di colpo digrigna i denti.

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Transiti Poetici – Volume XXIV

Mi figuro quando cercavi


la nutrita polpa del vuoto
e vivevi di macigni e negazioni,
di quando la borragine
in una pozza d’acqua
marciva tossendo sfinita.
Guardo le tue forti radici
che svettano in vortici d’aria,
abbracci i torti corpi proibiti
e le pervinche, fisse, a guardare
attonite i cicli interrotti.
Combatti gli occhi persi
e le smunte spalle d’avorio
con lo scibile più profondo.
Se parli di te, confessi il lutto
di giornate abiurate alla gioia.
Il nulla odora di grigio
ma illumina aneliti di fuga
quando, severa, compi
la scelta della terra.

(da Pareidolia, The Writer, Marano P., 2018)

***

Pareidolia

Mentre la sera divenne torbida di palpiti e boscaioli


(F. G. LORCA, Poeta en Nueva York)

Se la notte s’avvera
io non so il suono pesante
e i tralicci di angoscia verde
che recide di netto
quando siede sul trono del buio.
Io cercavo di afferrare

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Transiti Poetici – Volume XXIV

una forma, creare una geometria


con angoli flosci e rette svanite
ma il bonario abete che danza,
ora veleggia in un mare afflitto.
Riconosco quel che uno
immagina del già esperito
ma annullo me stesso e
sbraito negli attimi ineguali.
La cavalletta che vedo ben salda
senza fine appare e scompare
dove s’àncora quando so
che pure esiste e non c’è?
Le stelle son compagne di falene,
meduse telluriche e barbe di allori
nella notte che annuncia sé stessa
e riscopre il bivio di ieri.

(da Pareidolia, The Writer, Marano P., 2018)

***

Re Mida di tela

A Iqbal Masih

Fili pregiati per tappeti mobili,


le tue dita minute e abili
hanno forgiato nelle ore lunghe
pavimenti infiniti di tela.
Aladino ne farebbe vettura
nei cieli perlati d'oriente
per correre tra declivi d'aria,
risalire, sfidare le nebbie
e lambire le cuspidi delle stelle.

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Transiti Poetici – Volume XXIV

Hai intrecciato per una vita trame,


lavoro fiaccante e infanzia legata
tra tendaggi e drappi di fosca vigilia.
Chi costruisce nello spazio, come te,
trasforma materia – sei re mida di tela.
Dal giogo, la fuga dal padrone insolente;
tappeti e pashmine, veli del Kashmir
Ora cuci lacerti di nuvole
col sole che ti procura fili d'oro.

(Inedito)

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Transiti Poetici – Volume XXIV

LORETTA STEFONI

Da Civitanova Marche, la gradevolissima Voce di Loretta Stefoni, poetessa sensibile e


preparata, vincitrice di numerosi e importanti premi letterari nazionali; attiva anche
nella promozione culturale sul suo territorio, ha fatto parte di Giurie in rinomati agoni
poetici come il notissimo “Città di Porto Recanati” fondato dal compianto Renato
Pigliacampo. La poesia di Loretta Stefoni è delicata e melodiosa, volta a trattare temi
intimistici ma anche sociali, ed è permeata da una leggera vena di ammirazione per la
natura, da riflessioni profonde sulla vita e sui sentimenti, nell’attesa di un futuro sempre
più radioso e colmo di speranze.

Vanno lenti i giorni


tra singhiozzi di tempo
e sussulti di petto.
Graffia l'unghia del destino
quasi a voler grattare via la noia
e sono soffi di luna
a portare formiche sulla pelle.
La notte è già negli occhi
sulla volta del cielo ben tesa
e uno strappo di pensieri
lacera quel drappo scuro.
Stride il ricordo
come verme rassegnato

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 39 Pag. 33


Transiti Poetici – Volume XXIV

all'adunco becco arreso.


Sanguina un'alba ferita
laddove forse la terra,
la sabbia o il mare
di te mi parleranno
… di te che sarai vento,
di cirri e nembi pieno,
a muovere il bianco
di quel respiro azzurro
che lo sguardo ancora accoglie.

***

Ti sfoglia il mio pensiero


quasi fossi un libro.
Conosco bene tutte le tue pagine
con le mie note a margine.
Dei nostri dialoghi
a memoria ho imparato
ogni singola parola
per trattenerti ancora sulle labbra.
Ma sei come l'eco
… solo un ritorno di voce.

***

S'adagia il respiro
col suo bisogno d'aria
al di là della bocca.
La porta non ha vie di fuga,
non dà riposo la sedia,
né la finestra luce.
È un'assurda prigione

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 39 Pag. 34


Transiti Poetici – Volume XXIV

questa mancanza di spazio


che al chiuso si soffre.
Si prega e s'impreca
… a tentoni si avanza
nel respiro che stagna
laddove ingrassa il tarlo
che rode il domani
come legno di croce.

***

Resta ben poco a darci alla testa


quando negli occhi c'è ancora la voglia
di andare avanti
nel cerchio distratti da quelle lancette
che il perno fissa
– chiodo che inchioda l'ali che tarpa. –
Ci si guarda intorno,
ma non si sa più di chi sono i volti.
Dietro l'angolo l'affanno della gola
e il vento a farci spazio nelle vie
… vie laddove
la distanza è un fiato che scompare.
Intanto è già ieri l'oggi
e fugge l'istante nel colorare la notte
là nel cielo dove una falce di luna
miete perfida i sogni.
Ma a darci speranza
una vita che ancora ci aspetta
e allunga la mano
lontana dall'incendio di un tramonto
che avvampa come brace
al respiro del destino.

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 39 Pag. 35


Transiti Poetici – Volume XXIV

ADRIANA TASIN

Adriana Tasin, trentina di Madonna di Campiglio, giunge da pochi anni alla poesia,
dopo un’intensa attività di scrittrice, ma già con ottimi risultati e apprezzamenti,
nonché una interessante pubblicazione di esordio con l’importante casa editrice
puntoacapo. Il suo talento poetico è subito evidente in questi brani a seguire che ci
propone, dove si afferma la sua linea poetica fondata essenzialmente su una ricerca di
valori di libertà e di realizzazione dei propri obiettivi esistenziali: il mare, il mistero
delle sue profondità, si contrappone alla laconicità e al pragmatismo (E dicono casa alla
casa mare al mare…), e da qui il suo canto di accorata consapevolezza.

Sirena

Poi c’è il mare


che mi sfinisce
per quanto è lungo e largo
e va giù. Senza misura.
Sono assente dall’abitare
la terra; come acqua
che sta alla conca delle mani,
ai fondali.

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 39 Pag. 36


Transiti Poetici – Volume XXIV

Ma la casa sta nel cerchio esatto.


Nel golfo.
Resta slargo di ogni distacco.
Lì il mio sguardo s’infiltra
e m’avvicina. Come sirena.

Le parole cadono sul foglio.


Prime nate.
Rimangono lì, senz’ombra,
in bellavista a dire.
Traslocano il mondo a ogni
principio.
[Miracoli avvengono
in spazio breve
mentre vado al sonno]
Dicono di me
che spesso non so
e me ne sorprendo.
A ogni cosa mettono
un nome solo.
Ché solo quello invoca
e chiama.
E dicono
casa alla casa
mare al mare
vento al vento e
figlio al figlio
che non è più mio.

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 39 Pag. 37


Transiti Poetici – Volume XXIV

Non credo tornerò su.


Non ci sarà modo
di tornare a galla.
Comunque non risalirei del tutto.
Non come prima.
Non tra le creature evanescenti
che passeggiano sul ponte
da prua a poppa
con cappelli stravaganti
e mani di cenere.
Svenando linee esatte potrei
farmi faro,
cercarlo nella culla.
Ma non ho passi per
scostare la tenda,
e dentro, temo,
vedrei solo il vuoto.

(Inediti)

***

Parola prima

Madre,
parola prima,
che ho attesa senza udire.
Non è per me l’ora di creare
in questa vita.
Forse rinascerò figlia.

(da Il gesto è compiuto, puntoacapo Editrice, 2020)

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Transiti Poetici – Volume XXIV

Il casto racchiude le sue cose necessarie in un quaderno di cielo


e vive d’aria e muore in dissolvenza
tra le braccia della terra
senza chiedere riscatto né compenso alcuno
non ha una recita che dalla bocca possa fuggire per il mondo
non ha uno schema da seguire lungo il marciapiede obbligatorio
si disveste d’ogni anatema e scioglie l’oracolo in burla
il parsimonioso ha poche mani e pochi occhi
: gli basta un tozzo di pane e un’ala di poesia
per volare alto su tutto l’universo

(da Inventari apocrifi, Bastogi, 2009)

Giuseppe Vetromile

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 39 Pag. 39


Transiti Poetici – Volume XXIV

NOTE SUGLI AUTORI

Sebastiano Adernò

Sebastiano Adernò è nato ad Avola (Siracusa) nel 1978. Si è laureato in lettere moderne
a Milano con un iter formativo in Storia e Critica delle Arti e una tesi in Storia e Critica
del Cinema. Nel 2010 vince il Premio “Ossi di Seppia” e si classifica terzo al Premio
di poesia “Antonio Fogazzaro”. Dopo la sua opera prima Per gli anni a venire
(LietoColle, 2011), ha pubblicato Kairos (Fara Editore, 2011). Fa parte del collettivo
“Ultranovecento” creato da Simone Zanin che realizza libri d’artista con cui ha
pubblicato una plaquette, Abissi non richiesti (2011) impreziosita da un’opera di Marco
Baj. Nel 2012 è uscita una raccolta di testi civili dal titolo In luogo dei punti per Thauma
Edizioni e un romanzo, Luci sulle lucciole (Edizioni Montag) di cui è co-autore insieme
al filosofo Leonardo Caffo. Per la Nuova Editrice Magenta, sempre nel 2012, ha
pubblicato la raccolta Ossa per sete. Successivamente ha partecipato al progetto di Nuova
Vandea (2013), un piccolo compendio di Resistenza edito da officineultranovecento.
Notevole, negli ultimi anni, la sua attività come artista visivo, con numerose
partecipazioni a eventi, reading e festival.

Anna Maria Dall’Olio

Esperantista, è laureata in Lingue e in Lettere con borsa di studio estiva (Corso di


Lingua e Cultura Portoghese) presso la Facoltà di Lettere di Lisbona.
Articolista in 3 lingue, ha curato rubriche per la rivista indiana “Message of Humanity”
e per i webzine italiani “Incontrosaperi.it” e “Antichecuriosità.co.uk”. Ha altresì
collaborato al periodico esperantista “Kontakto”.
Ha partecipato a 4 edizioni della Fiera “Più libri più liberi” di Roma, a 2 edizioni del
“Festival internazionale delle Letterature” di Milano e alla 25a edizione del Festival
“Parole Spalancate” di Genova. Nel 2018 ha vinto il 3o premio del Concorso
internazionale “FEI” per la traduzione in esperanto di “Su una sostanza infetta” di
Valerio Magrelli. Nel 2005 ha vinto il 2o premio del Concorso internazionale "Hanojo-
via Rendevuo", patrocinato dal governo vietnamita, accanto a molti altri
riconoscimenti ottenuti in Italia nel corso della sua carriera.

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 39 Pag. 40


Transiti Poetici – Volume XXIV

La pubblicazione più recente è Evoluzioni (2019), preceduta da: Segreti (2018), Sì shabby
chic (2018), L’acqua opprime (2017), Fruttorto sperimentale (2016); Latte & limoni (2014),
L’angoscia del pane (2010), e Tabelo (2006), dramma in lingua esperanto. Recensioni e
articoli di critica sono stati raccolti in Le sirene di cartone di Anna Maria Dall’Olio (2017).

Laura D’Angelo

Nata nel 1986, si laurea con lode in Lettere classiche e Filologia classica, e consegue
un Dottorato di ricerca in Studi Umanistici. È autrice di articoli per riviste culturali
online e accademiche. Partecipa a convegni internazionali, concorsi letterari e di poesia,
ottenendo riconoscimenti e premi, tra cui il primo posto sezione “Poesia” al Premio
letterario “Putignano racconta”, Storie dalla pandemia (ed. 2020), Menzione speciale al
Concorso Internazionale di Poesia “Ut pictura poesis” (ed. Fuerteventura 2020),
secondo posto al Premio Internazionale “Lettera d’Amore” Torrevecchia teatina,
edizioni 2017 e 2020, Premio speciale edizioni 2018 e 2019. I suoi interessi spaziano
dalla scrittura scientifica a quella creativa. Suoi testi poetici sono raccolti in antologie,
quaderni di poesia e blog letterari. Cura presentazioni di testi e autori, ed è giurata di
un premio letterario di narrativa nazionale. Ha pubblicato il volume di prose poetiche
Sua maestà di un amore (Scatole Parlanti, 2021).

Sabrina De Canio

Sabrina De Canio, di Piacenza, è poetessa, traduttrice, condirettrice generale del


Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo di Piacenza e direttrice dell’area
internazionale del museo, l’unico museo della Poesia al mondo. Nel settembre 2019
ha vinto il primo premio assoluto al Festival Internazionale di Poesia “La piuma di
Zivodrag Zivkovic”, a Zenica, in Bosnia Erzegovina e, in quello stesso contesto, è
risultata la migliore poetessa italiana del 2019. Le sue poesie sono state pubblicate su
antologie e riviste letterarie internazionali. Nel 2020 è stata pubblicata Libera nos a malo,
silloge poetica in edizione bilingue (italiano e bosniaco).

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 39 Pag. 41


Transiti Poetici – Volume XXIV

Rita Greco

Rita Greco è nata nel 1979 a Mesagne (Br), dove vive. Scrive poesie fin da giovanissima
e, soprattutto negli anni dell’adolescenza, ha partecipato a diversi concorsi letterari,
vincendone alcuni. Nel 2007 ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie Perché ho
sempre addosso un cielo (Il Filo Edizioni).
Per un lungo periodo si è dedicata al teatro, diplomandosi, con il massimo dei voti,
come attrice professionista presso la Scuola d’arte drammatica della Puglia Talìa.
Ha portato in scena, tra gli altri, reading poetico-musicali su Tagore e Neruda.
Ha condotto laboratori di teatro-poesia nella scuola primaria.
Di recente un suo testo è stato pubblicato sul blog Rai Poesia, curato da Luigia
Sorrentino.
È vicepresidente dell’associazione culturale “Solidea 1 Utopia”, con la quale dal 2009
realizza eventi teatrali e letterari sul territorio, tra cui il Premio letterario nazionale
“Città di Mesagne”, giunto alla XVIII edizione.

Mauro Macario

Mauro Macario è nato a Santa Margherita Ligure nel 1947. È poeta, regista, saggista.
Ha frequentato la Scuola del Piccolo Teatro di Milano sotto la direzione di Giorgio
Strehler e Ruggero Jacobbi. È stato regista in cinema e in televisione (RAI) per molti
anni. Ha curato la regia e l’interpretazione di Una stagione all’inferno di A. Rimbaud, e di
Alma Matrix del suo Maestro e amico Léo Ferré. Ha pubblicato 10 libri di poesia: Le
ali della Jena (Lubrina editore, 1990); Crimini naturali (Book, 1992); Cantico della resa
mortale (1994); Il destino di essere altrove (Campanotto, 2004); Silenzio a Occidente
(Liberodiscrivere, 2007); La screanza (Liberodiscrivere, 2007, Premio Eugenio Montale
Fuori di casa 2012); Metà di niente (puntoacapo editrice, 2014, Premio Lerici Pea 2015);
Le trame del disincanto (puntoacapo editrice, 2017); Alphaville (puntoacapo editrice,
2020). Ha scritto il romanzo Ballerina di fila (Aliberti, 2004, prossima ristampa con
puntoacapo editrice). È antologista. In Francia è stato tradotto nel volume La débacle
des bonnes intentions (La rumeur libre, Vareilles, 2016). È presente in numerose antologie
in Italia e all’estero. Partecipa a Festival di Poesia in Italia, Francia, Spagna.

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 39 Pag. 42


Transiti Poetici – Volume XXIV

Antonella Rizzo

Antonella Rizzo è nata a Roma nel1967. È poeta, scrittrice, giornalista, performer,


attiva nel campo dell’intercultura e della letteratura di genere. Ha pubblicato: Il sonno di
Salomè (Edizioni Tracce, 2012); Confessioni di una giovane eretica (Lepisma Edizioni, 2013);
Cleopatra. Divina Donna d'Inferno (Fusibilia libri, 2014); Iratae, pièce teatrale con Maria
Carla Trapani (Fusibilia libri, 2015); Plethora (Nuove Edizioni Aldine, 2016); A dimora
le rose (Edizioni Croce, 2018); A tutti quelli che non sanno che esiste il vortice (Lavinia
Dickinson, 2019). È stata tradotta in albanese, arabo, inglese, polacco, romeno; i suoi
testi sono presenti in molte Antologie di Poesia contemporanea. È organizzatrice di
eventi culturali di carattere nazionale e internazionale, cortometraggi, pièces teatrali, in
collaborazione con artisti visivi e musicisti. Ha conseguito Premi nazionali e
internazionali ed è giurata in diversi Concorsi letterari. È ideatrice e responsabile del
Premio letterario “Antica Pyrgos”.

Lorenzo Spurio

Nato a Jesi nel 1985), è poeta, scrittore e critico letterario. Per la poesia ha pubblicato
Neoplasie civili (2014), La testa tra le mani (2016), Le acque depresse (2016), Tra gli aranci e la
menta. Recitativo dell’assenza per Federico García Lorca (2016; 2020) e Pareidolia (2018). Ha
curato antologie poetiche tra cui Convivio in versi. Mappatura democratica della poesia
marchigiana (2016, 2 voll.) e Sicilia: viaggio in versi (2019). Per la narrativa ha pubblicato
tre raccolte di racconti: La cucina arancione (2012), L'opossum nell'armadio (2015) e Le due
valigie e altri racconti (2018). Intensa la sua attività quale critico con la pubblicazione di
saggi in rivista e volume, approfondimenti, prevalentemente sulla letteratura straniera,
tra cui le monografie su Ian McEwan e il volume Cattivi dentro: dominazione, violenza e
deviazione in alcune opere scelte della letteratura straniera (2018). Si è dedicato anche allo studio
della poesia della sua regione pubblicando Scritti marchigiani (2017) e La nuova poesia
marchigiana (2019). Ha tradotto dallo spagnolo racconti di César Vallejo e Juan José
Millás e una selezione di poesie di Niní Bernardello e Dina Bellrham, quest’ultime
confluite in Le iguane non mi turbano più (2020). Presidente dell’Associazione Culturale
Euterpe di Jesi e Presidente di Giuria in vari concorsi di poesia, tra cui il Premio
Letterario “Città di Chieti”; ha ideato e presiede il Premio Nazionale di Poesia “L'arte
in versi”. Ha vinto vari premi letterari sia per la poesia che per la saggistica.

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Transiti Poetici – Volume XXIV

Loretta Stefoni

Loretta Stefoni è nata e vive a Civitanova Marche. Nel 2010 incomincia a scrivere le
sue prime liriche, partecipando poco più tardi a competizioni letterarie sia nazionali
che internazionali. Poetessa pluripremiata, annovera diverse presenze sul podio e tra i
primi posti ne ricordiamo solo alcuni: Premio Letterario Internazionale “Europa”
(2013), Lugano (CH); Premio Letterario Internazionale “Il Molinello” (2014),
Rapolano Terme (SI); Premio Letterario Nazionale “Alberoandronico” (2017), Roma.
È socia di associazioni culturali e di accademie; nel 2012 ha ricevuto dal Centro Studi
Accademia Intern.le “Giacomo Leopardi” di Reggio Calabria il Premio alla Cultura
“Giovanni Paolo II”, mentre nel 2019 è stata membro di giuria del Concorso
Internazionale di Poesia “Città di Porto Recanati”. La pubblicazione della sua silloge
Memorie di petali in volo, Tindari Edizioni (Patti, 2012) ha rappresentato l'esordio in
campo editoriale. Sue poesie sono state inserite nel III° volume “Lettura di Testi di
Autori Contemporanei” (Edizi. The Writer, 2019) di Nazario Pardini e in antologie di
diverse case editrici, tra cui la Aletti Editore che ha pubblicato una sua lirica,
scegliendola per un progetto culturale multimediale, nella collana “Alessandro
Quasimodo Legge I Poeti Italiani Contemporanei” (2019).

Adriana Tasin

Adriana Tasin, nata a Tione di Trento, vive e lavora a Madonna di Campiglio, dove
insegna scienze matematiche e naturali. Dal 2011 al 2014 ha frequentato corsi di
scrittura creativa tenuti da Giulio Mozzi, c/o “Teatro Spazio 14” a Trento. Nel 2017
ha frequentato la Scuola di scrittura “Virginia Woolf” a Padova, presso “Lìbrati”. Si è
dedicata per molti anni alla prosa e solo negli ultimi anni ha focalizzato l’attenzione
sulla produzione poetica. Ha ottenuto importanti riconoscimenti sia in ambito
narrativo che poetico. Suoi testi appaiono in riviste, antologie e blog letterari. Nel
gennaio 2020 ha pubblicato la sua raccolta poetica d’esordio, Il gesto è compiuto, con
puntoacapo Editrice; la raccolta ha avuto riscontri positivi risultando, oltreché finalista
in diversi premi (Chiaromonte Gulfi, Il Convivio, Le Pieridi), vincitrice nella sezione
Opera Prima del Premio Cecco d’Ascoli 2020.

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 39 Pag. 44


Transiti Poetici – Volume XXIV

Giuseppe Vetromile

Giuseppe Vetromile è nato a Napoli nel 1949. Attualmente svolge la sua attività
letteraria a Sant'Anastasia (Na), città in cui risiede dal 1980. Ha ricevuto riconoscimenti
sia per la poesia che per la narrativa in importanti concorsi letterari nazionali.
Numerosissimi sono stati i primi premi.
Ha pubblicato più di 20 di libri di poesie, gli ultimi dei quali sono Cantico del possibile
approdo (Scuderi, 2005), Inventari apocrifi (Bastogi, 2009), Ritratti in lavorazione (Edizioni
del Calatino, 2011), Percorsi alternativi (Marcus Edizioni, 2013), Congiunzioni e
rimarginature (Scuderi, 2015), Il lato basso del quadrato (La Vita Felice, 2017), Proprietà
dell'attesa (RPlibri, 2020), ed il libro di narrativa Il signor Attilio Cìndramo e altri perdenti
con (Kairos, 2010).
Ha curato diverse antologie, tra le quali, recentemente, Percezioni dell'invisibile, L'Arca
Felice Edizioni di Mario Fresa, Salerno, 2013; Ifigenia siamo noi (2015) e Mare nostro
quotidiano (2018) per la Scuderi Editrice di Avellino. È il fondatore e il responsabile del
Circolo Letterario Anastasiano. Fa parte di giurie in importanti concorsi letterari
nazionali. Organizza incontri ed eventi letterari, tra cui le rassegne letterarie Il London
Park Letterario a Sant'Anastasia, in collaborazione con Vanina Zaccaria, e Un caffè da
Mancini presso la Libreria Mancini di Napoli in collaborazione con lo scrittore Gennaro
M. Guaccio.
È l’ideatore e il coordinatore del Premio Nazionale di Poesia “Città di Sant’Anastasia".
È presente in rete con diversi blog letterari (Circolo Letterario Anastasiano, Transiti
Poetici, Taccuino Anastasiano, Selezione di Concorsi Letterari), ed inoltre collabora
attivamente con altre associazioni e operatori culturali del territorio nella realizzazione
di eventi letterari di rilievo, prodigandosi anche nella ricerca di nuovi “talenti” poetici.

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 39 Pag. 45


Transiti Poetici – Volume XXIV

Indice

Introduzione Pag. 4

Sebastiano Adernò “ 6
Anna Maria Dall’Olio “ 8
Laura D’Angelo “ 11
Sabrina De Canio “ 14
Rita Greco “ 18
Mauro Macario “ 21
Antonella Rizzo “ 25
Lorenzo Spurio “ 29
Loretta Stefoni “ 33
Adriana Tasin “ 36

Giuseppe Vetromile “ 39

Note sugli Autori “ 40

19 aprile 2021

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 39 Pag. 46

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