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Transiti Poetici – Volume XXXV

TRANSITI POETICI
Volume XXXV

Antologia
a cura di Giuseppe Vetromile

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano


nr. 65

Copertina di Ksenja Laginja

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 2


Transiti Poetici – Volume XXXV

Gli Autori
Giuseppe Carlo Airaghi
Franca Alaimo
Sara Albarello
Leila Falà
Anila Hanxhari
Giovanna Olivari
Veronica Paredes
Margherita Parrelli
Rosaria Ragni Licinio
Valeria Raimondi
Hernàn R. Vargas

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Transiti Poetici – Volume XXXV

Introduzione

Diventa sempre più difficile parlare di cultura, di arte, di poesia, in un mondo come
quello attuale, dove le principali preoccupazioni dell’umanità sono quelle di sbarcare
in qualche modo il cosiddetto lunario, oppure di studiare il modo migliore di
guadagnare potere e soldi a scapito della povera gente, oppure ancora di arrecare danni
al prossimo, di sottometterlo alle proprie volontà e credi politici/religiosi, oppure di
muovere guerra ad altri popoli, di uccidere a sangue freddo, di colpire senza ragione,
di perseguitare i deboli ed altre nefandezze del genere.
Mi chiedo dove sia andata a finire la dignità dell’uomo, il suo valore, i suoi ideali di
giustizia, di equità e di libertà. Tutto il mondo è ormai a portata di mano, basta
“affacciarsi” alla tv per vedere in tempo reale cosa sta accadendo dall’altra parte della
terra, e non c’è mai una notizia buona, rassicurante, che ci possa rendere felici. In effetti
il mondo intero è sempre stato in perenne subbuglio, in agitazione, in fermento,
negativo o positivo che fosse; solo che non c’erano i mezzi, gli strumenti per accorgersi
cosa stesse succedendo là fuori, nella stessa ora dello stesso giorno dello stesso anno
in cui tu stavi tranquillamente cenando a casa tua con i tuoi cari. Ora il mondo delle
informazioni ci riportano, anzi ci rovesciano sul desco casalingo, brutalmente le
immagini delle guerre, dei massacri, dei femminicidi e di tante altre ingiustizie e
incoerenze pazzesche di cui è ormai piena la mente alienata di tanti personaggi che, nel
bene e nel male (ma principalmente nel male!) gestiscono le sorti di grandi masse di
umanità, impossibilitate a reagire in nessun modo.
È così nata in noi una certa indifferenza, una sorta di apatia, di rassegnazione mista ad
un egoismo che direi quasi innocente, dal momento che la lontananza di certi fenomeni
è tale che il pensiero di poter in qualche modo intervenire non ci attraversa
minimamente: “è una cosa triste, sì, ma tutto sommato non ci riguarda, possiamo
tranquillamente continuare le nostre usuali faccende”: ecco cosa veramente pensiamo,
anche se di sfuggita, mentre assistiamo a qualche episodio grave di qualsiasi natura che
il mondo delle informazioni ci propina tramite tv e altri mezzi tecnologici. Ognuno di
noi si è così rivestito di una sorta di corazza emotiva, che ci impedisce di
compartecipare empaticamente alle vicissitudini di altre persone, persino amici e
parenti, che vivono lontano da noi. Anzi, a volte sopraggiunge anche una vena di
morbosità, come quando alcuni si divertono a filmare episodi di violenza che accadono
a breve distanza, senza peraltro pensare di intervenire minimamente per risolvere in
qualche modo la situazione incresciosa. Siamo tutti omertosi, egoisti, indifferenti,
pavidi, paurosi?... Nella generalità dei casi, purtroppo penso sia proprio così. La nostra

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Transiti Poetici – Volume XXXV

è ormai un’umanità che cerca di difendersi in questo modo, astenendosi anche


emotivamente, dalle continue brutture, diavolerie e orrori che quotidianamente ci
vengono proposti, da tutte le parti del mondo!
Non resta che raccoglierci in preghiera. E la Poesia è una forma di preghiera, alla fine.
Un modo “coraggioso” di dire e di denunciare, che non fa male oggettivamente,
almeno in certi Paesi dove ancora vige un minimo di libertà di espressione (tanto, l’ha
detto un poeta!...), ma che può incidere sulla coscienza e sul cuore dei tanti, e, alla
lunga, può risvegliare qualcuno dal sonno dell’accidia e dell’inopia mentale.
Gli undici Autori qui presenti in questo 35° Volume sono Voci possenti e incisive:
sicuramente anche loro contribuiranno al fatidico risveglio di questa umanità
indolenzita e senza scheletro, nell’ottica di una speranza di un futuro migliore, speranza
che non ci deve mai abbandonare.
Ringrazio di cuore gli undici Autori di questo volume e di tutti quelli precedenti, per
aver aderito a questa mia iniziativa che, spero, possa essere di una qualche utilità.
Buona lettura a tutti!

Giuseppe Vetromile

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Transiti Poetici – Volume XXXV

GIUSEPPE CARLO AIRAGHI

L’insicurezza, o per meglio dire la consapevolezza di un diaframma sottile che separa


la realtà dalla possibilità di alternative più o meno complementari, sembra costituire la
tematica di fondo con la quale Giuseppe Carlo Airaghi, impegnato e prolifico poeta
milanese, tesse la sua tela poetica, arricchendola con indovinate metafore e richiami ai
miti classici. Si tratta dunque di una poesia del dubbio, che avvalora certe riflessioni,
certe ricerche intime sul senso della vita e che possono riassumersi proprio in questi
versi che l’autore ci propone, dove principalmente esplicita il malessere
dell’indecisione, il desiderio di lasciarsi andare seguendo la superficie della corrente,
fino ad arenarsi in un limbo pervaso, forse, da quella felicità e da quella pienezza e
certezza di vita cui tutti anelano.

Che accadrebbe se Persefone si stancasse di questo millenario andirivieni


tra la bella e la cattiva stagione, tra il suo regno ipogeo
e i continui ritorni alla terra della madre?

L’insonnia di Persefone

A tanta notte ci si rassegna a stento


persino se profuma di basilico
e di piccole rose appassite.

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Transiti Poetici – Volume XXXV

Nel giardino avanzano le ortiche


come ruggine, in silenzio,
come se ogni cura non avesse senso.
Dal fondo del giardino, oppure da un sogno
i richiami dell’allodola, dei gatti in calore,
scongiurano silenzi e indifferenze.
Oltre la cinta un filare di platani
indirizza la strada. Oppure la costeggia.
Non sono in grado di fornire risposte sicure.
Mi vergogno di queste ennesime indecisioni
che si poggiano moleste sui pensieri,
ronzii di mosche nelle orecchie.
Forse scendere in strada aiuterebbe
a capire cosa sia la vera fame
e i desideri dimenticati
e questa assenza di ambizione,
questo torpore che alimenta se stesso.
Seguire la superficie della corrente
fino ad arenarsi su qualche aiuola,
qualche parcheggio ingombro
di cicche e biglietti obliterati
dove sentire un fresco suono d’acque.
È un miracolo che di notte qualcuno
innaffi ancora i giardini.

***

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Transiti Poetici – Volume XXXV

Le mute parole irrisolte

Se di giorno mi riesce l’inganno


di notte non esiste rimedio
che silenzi questi sogni molesti.
Certe ore insonni della notte
sono pezzi di ghiaccio lasciati
a gocciolare in una ciotola bianca.
La stato liquido racchiude la memoria
della propria forma precedente
così come le mute parole irrisolte
che mi abitano dentro
sono una confessione che preme
per risolversi in un addio.

***

La preghiera perfetta

La preghiera ora è quasi perfetta.


ha l’illusione di una necessità
come una rosa richiusa
quando sanguina la notte.
Le nuvole non hanno motivo
di essere tristi, sono abituate
a questa instabilità.
Capita, sembrano dire.
Per questo motivo le nuvole ed io
siamo in aperto contrasto:
sono l'immagine della mia rassegnazione
che non sa sciogliersi in pianto.

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Transiti Poetici – Volume XXXV

***

Ascoltare la voce

Quello che vorrei dire della primavera


lo ha già detto la primavera stessa.
Senza usare sdolcinati aggettivi.
Per accoglierla è necessario avere fede
più che ragione. Ascoltare la voce
chiara, scandita nel frastuono
di questo orizzonte, di questo vento
che precipita dalle prealpi
e mi confonde. Ho l'impressione
che gli occhi non sappiano reggere
tanto fiorire, tanta vita celeste,
tanto farsi e disfarsi di nubi.
Mi smarrisco a guardarle, a guardare
i solchi inferti ai campi dall'aratro
per aprirli al dono del pane.
Impossibile pensare al solco
senza immaginare l’onda del vento
che farà traboccare il grano…

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Transiti Poetici – Volume XXXV

FRANCA ALAIMO

Vengono in mente i bellissimi versi di Spoon River di Lee Masters, leggendo questi
testi della poetessa Franca Alaimo, valente e nota autrice e traduttrice siciliana. I brani
che qui propone, infatti, sono dei quadri stupendi, dove anche il minimo particolare
assume la sua importanza, dando valore e significanza all’intero ritratto, sia che si tratti
di personaggi, sia di luoghi o di aneddoti e memorie. Ma è una Spoon River tutta
originale e profondamente legata alla geografia e alla storia locale, narrata con ricchezza
di toni e con una cadenza pacata, aderentissima al ritmo e alle atmosfere blande e solari
dei costumi mediterranei e in particolare siciliani.

(Ciccino)

Ogni mattina il garzone


dell'Antico Forno
in via dei Cappuccini
ci porta il solito filone
e una millefoglie avvolta
in un foglio di carta velina.
Appoggia la bicicletta al muro
(sul cestino in vimini una foto
di Coppi, il suo beniamino)

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Transiti Poetici – Volume XXXV

fa scivolare nella tasca dei pantaloni


qualche monetina di rame
e schizza via fischiettando
Vecchio scarpone.

***

(La matta)

La matta s'addormenta
sotto l'albero del noce,
gialla come un covone.
L'erba le cresce tra i piedi.
Animali di cieli abbagliati
e la montagna grande. I fiori
che sussultano nel vento.
Un uomo canta sul sentiero:
e se il cuore, l'amore, la vita.
L'oscurità prodigiosamente.

***

(Giovannella)

Sulla schiena le batte


il fuoco nero della treccia.
I suoi gesti accendono l'aria
di lampi di gioia.
Mi fa vedere la casa
da cima a fondo,
poi, scivolando
sul corrimano della scala,
scendiamo in cortile.
Ora guarda - mi dice,

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Transiti Poetici – Volume XXXV

pregustando
il suo coup de théâtre -
e allarga la bocca
fra il pollice e l'indice
fischiando come fanno
i ragazzi chiamandosi per strada.
Avanza sulle zampine di velluto
una tribù di gatti,
gli occhi spiritati come i suoi.

***

(le innamorate)

La sera le case basse


di corso Pisani somigliano
a un vivace colombaio
quando alla finestra
si affacciano bianche ragazze
- la carena rotonda del seno -
tubando nella gola sospiri
mentre con la coda dell'occhio
guardano se mai passa
chi le ha innamorate,
le mani nell'arancio dell'aria.
La più triste prega:
“Mio cuore, mia croce”.

***

(romanzi)

Finalmente una stanza tutta per me


(ma Virginia l'avrei letta dopo):

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Transiti Poetici – Volume XXXV

un letto, un armadio, una scrivania


e soprattutto due scaffali in legno di noce
(invece degli scatoloni di cartone)
dove allineare i libri comprati
mettendo da parte le monete
di cinquanta lire per la colazione:
i classici economici in carta grigia
della BUR e i romanzi di Dostoevskij.
Soltanto quattro metri per quattro
dove incontrare la vita
e impararne il mistero infinito.
Dove ascoltare tremando l'Idiota
che dice: Avevo baciato Marie
due settimane prima che morisse.

***

(marinai)

Andavamo al porto
(io, tre amiche, il cane).
Alle diciannove il Postale
salpava per Napoli.
La nave bianca tubava
come una colomba in amore.
Guardavamo i marinai slegare
le funi dalle bitte del pontile.
Anche per noi ragazzine
di tredici anni era tempo
di slacciare gli ormeggi
dell'infanzia, e innamorarci
di uomini che sapevano
di mare e vento salmastro.

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Transiti Poetici – Volume XXXV

Loro ci salutavano dal ponte


agitando i berretti bianchi e blu.
Il più bello era Saro:
ventanni, gli occhi chiari.

(Dalla raccolta inedita Corso Pisani)

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SARA ALBARELLO

Da Mantova la voce interessante e cristallina di Sara Albarello, poetessa impegnata e


apprezzata, vincitrice di premi importanti. La sua è una poetica che spiazza subito, in
una sorta di denuncia del falso conformismo nella vita quotidiana, di comportamenti
ipocriti specie in ambito affettivo e religioso. Con un dettato poetico originale e
leggermente tagliente, la nostra brava Autrice riesce a sintetizzare la sua idea di
trascendenza: indovinatissima la metafora dell’involucro che avvolge le parti del sé, per
indicare l’impossibilità di svestire il mistero di Dio, di renderlo cioè visibile e tangibile.

Simposio
Definiva la "legge dell'amore":
Si attiravano
Come rimostranze onorarie,
Celebravano amori compresi,
Si conturbavano e amalgavano in ricreanze corporee,
Per poi dar adito a lasciti d'amore sconfinati.
L'amore per l'altro
Parte di un tutto
Che trova casa
Dinanzi all’altare di Dio.

***

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Transiti Poetici – Volume XXXV

Il deserto dell’anima,
un vuoto esistenziale.
Nessuno conosceva la sorgente,
Tutti però credevano.
Credevano nel magistero dei cieli,
In qualcosa di più alto
Che li baciava e
Li irradiava di luce.
Un mistero che aveva il volto di Dio
Sulla pelle dell umanità.

***

Il mistero di Dio,
Insondabile
Che appare
Come un involucro tra le parti del sé,
Come nel grembo di una madre.

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Transiti Poetici – Volume XXXV

LEILA FALÀ

La sensibilità del poeta è tale da fargli accorgere del vuoto e del silenzio che regna in
noi e intorno a noi, anche quando c’è confusione di voci, posti occupati accanto a noi in
teatro o nel girovagare tra le strade affollate della città. Ma il silenzio e il vuoto denotano
anche indifferenza e ipocrisia, in molti atteggiamenti dell’attuale consesso civile. La
nostra brava autrice, Leila Falà, originaria di Ancona ma residente per lavoro a
Bologna, attua con grande eleganza e profondità di versi questa consapevolezza, da
attenta e sensibile voce poetica, incentrando il suo dettato proprio sui temi della
“mancanza” e del silenzio.

Certo

E certo il molto si sospende


tra la superficie e il fondo.
Galleggia nel precipitare.
Così ogni parola attende, sale
e piano ancora scende.
Io ci provo, intanto, prendendone una e ancora
dandole un verso e poi
trascinandola di qua e di là fino a sversarla
fino a portarla del tutto in là
per un significato, così che abbia
certificato di esistenza.
Mio. Non suo ché
lei esisteva già
a prescindere

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Transiti Poetici – Volume XXXV

***

Rumori

Ho cercato il silenzio
ho trovato suoni e piccoli rumori
e tra questi solo uno forte forte
ho girato, ho guardato
e infine ho capito
era il mio cuore che nelle orecchie frusciava
per farsi compagnia.

***

Vuoto

Sono io. Sonoro


mi porto dentro il vuoto
e forse tu lo stesso.
Conosco questa solitudine che affiora
mentre mi sei a fianco
e ti guardo stanco e sento
la tua, come la mia
interminabile in oceano.
Mi abbracci ti abbraccio
e per un attimo lo sento come
attraversato per un momento
il mare.
Questi pochi pezzi abbiamo
per un nuovo appuntamento
Unire questi pochi

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Transiti Poetici – Volume XXXV

ricominciare, andare, amare,


amare piano, andare.

(da Mobili e altre minuzie, Udine, Dars, 2016)

***

Teatro

Un uomo da solo è andato a teatro.


Non se n'è accorto nessuno
finché tre donne che gli riempivano
il vuoto di lato non
si sono spostate più in là.
Il posto vuoto ora svela
che anche prima sedeva da solo.
Lui si gira indietro, ci guarda
con tutto quel vuoto – sgomento – al fianco
e io non mi sento di sostenere
una conversazione – con gli occhi o le parole –
nonostante il suo sorriso, nonostante l’amaro che sale
a vedere la solitudine che si dichiara.
Cortesemente ricambio il sorriso. Non troppo.
Torno a guardare il palco di fronte a me.
Eppure ho male e ne capisco il perché.

***

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Transiti Poetici – Volume XXXV

Manca

Permane al fondo di ogni cosa


non detta. Appare. Scompare.
Manca. Come fondo di caffè.
Che sia una parte di te?
In una tazza. Lavata. C'era e non c'è
ciò che possa avvolgerti e salvarti.
Manchi tu a te stessa, mentre
manca lo sguardo dell'altro
senza giudizio.

Manca la forza? Il desiderio? Manca


lo stare in sé fino nel profondo.
Nella tazza vuota, anche.
Mancava sempre, anche quando c'era.
Ora si sottrae allo sguardo
sorride e chiude la porta
ti porta altrove, forse anche
a un aperitivo vuoto dove lei non c'è.
Tu, neanche.
Solo resta la mancanza.

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ANILA HANXHARI

Una poesia complessa, intrigante, quasi provocatoria, che sa essere tagliente, incisiva
ma anche accorata e delicata. Parliamo della poetica di Anila Hanxhari, di origini
albanesi ma da anni residente in Italia, ora a Milano. Organizzatrice di eventi, critico
letterario di prim’ordine e con una produzione letteraria e poetica di tutto rispetto,
Anila si è distinta in molti importanti premi letterari con la sua poesia che riflette lo
stato precario dell’uomo, della donna, dinanzi ad una società che sovente si mostra
gretta e ipocrita, ossequiosa nei confronti di un mero e asciutto formalismo, anche
religioso. Si evince anche un desiderio di affrancamento dalle pesantezze di una
quotidianità falsa e imbrigliante, una ricerca di verità nella confusione delle idee
contrastanti e dei pregiudizi incatenanti. I brani poetici di considerevole lunghezza e i
versi che si susseguono ora nervosi ora rassegnati, denotano una grande ricchezza di
contenuti e di stile.

Io so che sono la tua prediletta Dio


mi fai fare l’abitudine a ostacoli
è così, mi concedi al mulino, mi spingi alla brughiera
mi stritoli il bene, mi liberi della cinghia
mi dici pensami
lasciando la corteccia alle formiche
Scagli la pietra e nascondi l’acqua
poi tiri l’acqua e rubi la pietra
poi lanci gli occhi alimenti il fuoco
e poi sfoderi la coperta e copri la fessura

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io sono tutto ciò che l’acqua fa alla fessura


quando si è pietra
inondo nella misura in cui dieci cavalli spostano
la verità dal giudizio
Quando di notte mi ammazzano e non riesco più a dormire
perché non temo la gioia?
niente ora è più bello che librarsi
appiccare il fuoco nel nevaio e appuntare il respiro
come punte di ciliegio
e nello stesso viaggio il giardiniere
poserà l’impronta dell’albero al seme
e dirà le novità del germogliare
per conto del germoglio.
- Se fosse amore la morte andresti come sposa?
- ti prego aiutami a fidarmi
togli il cinismo agli incendiari
al sacrilegio il vizio
mandami un vento
fammi integra allo specchio
quando passerà il rospo
la rivolta della polvere
ecco regalami ai sordi
a chi sono servita
con la sorsata e la lingua
io mi vedo sul grano passato
mandala a specchio
-Tu che non temi la morte
che prediligi un posto unico una campana
una preghiera indaffarata
che tappezzi il piacere del bene
e marchi il bene e ti soprassiedi alla mente
che non ami il tradimento e la vendetta
ti vendichi del dubbio e ne dubiti
ti consoli della tua mente
che torchia e soppesa la farina

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e ti rigiri sulla buca e la adorni di orpelli


di pensieri con un groppo alla gola e meraviglia
e ci caschi come un cieco che non si ferma
prima che il bastone lo dirige figlia mia
poi ti ho compreso
sei ignara della mano che volgi e sottrai
e ho capito perché slitti
e sfoderi la neve come albero
e ridi di una neve inalberata
e ami di un fuoco alimentato
dalla tua casa
quando toccherai l’amore m’incontrerai
poi ho slacciato le scarpe, ho tolto i chiodi
ho trattato la terra come un pianoforte
e il suo contrario.

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GIOVANNA OLIVARI

Tra Genova e l’Isola d’Elba Giovanna Olivari tesse la sua delicata, gradevole ed incisiva
trama poetica, sicura del suo bagaglio culturale ricchissimo e di qualità, con escursioni
in ambiti non solo strettamente poetici, ma anche specifici come l’haiku, e poi nella
narrativa e nella favolistica. Notevole è anche la sua produzione letteraria. E dunque
notiamo, in questi suadenti brani che propone, una linea poetica riflessiva, incentrata
prevalentemente sui sentimenti, magistralmente espressi con interessanti metafore:
“M’hai presa. Anch’io palamiti / ho calato, e reti, e nasse. / Non le ho salpate. Trincee / ho alzato,
e messo paletti, / vestita di ruvida calce”.
Una dolcezza condita con una leggera ironia si snoda, fluisce tra i versi ben costruiti e
ritmati.

Non riesco più a pettinarmi

Non riesco più a pettinarmi.


Eppure corti e lisci sono
i miei capelli. Sei entrato
nei miei pensieri all’improvviso
un giorno di luglio. Venuto
dal mio passato senza memoria.
Nei miei pensieri con semplicità
ti sei infilato, e naturalezza.
M’hai presa. Anch’io palamiti
ho calato, e reti, e nasse.
Non le ho salpate. Trincee

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Transiti Poetici – Volume XXXV

ho alzato, e messo paletti,


vestita di ruvida calce.
Non riesco più a pettinarmi.
Impigliato nei miei capelli
il pensiero di te non vola
via. Nemmeno oggi che è
giornata di gran forte vento.

***

La lontananza

Tu nella tua tana


vecchio lupo
insaziato di conoscenza.
Io nel mio mare
insaziata di leggerezza
e profondità.
Lasciamo che parole senza voce
scoprano lembi di pelle.
Le scegliamo con cura
ad aprire
a fare luce.
Già paghi poi
degli sguardi
guidati per mano
attraverso le nostre ferite,
gelosi del nostro riserbo,
guardinghi
cerchiamo parole d’ombra
a coprire
a confondere.

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Transiti Poetici – Volume XXXV

Altre poi
a penetrare nell’altro.

***

Narciso

Mi specchio nel lago


m’allungo. Di cielo
uno spicchio s’allenta.
L’azzurro sussurra
altro azzurro. Di sogni
si spacca lo stagno.
E muto sembianza
non visto. Nei cerchi
del lago mi cerco.

***

Io sono il mio giardino

Io sono il mio giardino.


Olivi secolari.
Le radici, il mio nome.
Le rughe, i rami nuovi
E sono i buchi e i nodi.
Sono la vite buona
che vive e gli s’abbraccia.
Io sono il mio giardino.

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Transiti Poetici – Volume XXXV

Sono la violacciocca.
A caso, tra le pietre,
ha scelto la sua casa.
Son la bella di notte
che beve la rugiada.
Sono la passiflora
avvinta alla ringhiera.
Io sono il mio giardino.
Il bianco gelsomino
che intenso il suo profumo
regala, sol per poco.
Sono la rosa rossa
che arrampica sul muro
e lì sempre rinasce.
Io sono il mio giardino.
Sono il soffione lieve
che docile e tenace
si lascia veleggiare
per radicarsi altrove.

(da Lo specchio del mare, Progetto fotografico di Mario Pellegrini, Persephone Edizioni,
2018)

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Transiti Poetici – Volume XXXV

VERONICA PAREDES

Una brillante esposizione poetica mostra di avere Veronica Paredes, originaria


dell’Ecuador ma residente a Roma fin da piccola. Veronica Paredes è dunque un’artista
e una poetessa molto apprezzata e premiata, per la sua poliedrica attività non solo in
ambito letterario ma anche in campo sociale, organizzando varie manifestazioni di
carattere umanitario. La sua linea poetica, come negli esempi qui proposti, spicca per
la sua limpida ricerca del sentimento, della purezza e dell’amore, e per l’entusiasmo di
vivere immersi e circondati da una natura amena, laddove l’animo umano sovente
viene sminuito e oppresso dalle vicissitudini di una realtà aspra e deleteria.

Dalle labbra di Beatrice!

Di balsami profumati
colori il mio essere
e in ogni parola abbozzi
i fiori gloriosi
della mia esistenza
Se l'inferno ha messo a nudo la mia freddezza e il mio egoismo,
il paradiso ti ha mostrato le colline
del mio tenero fascino.
Morbidi, onesti e delicati i tuoi occhi e la tua bocca a
declamare la mia esistenza.

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 28


Transiti Poetici – Volume XXXV

È il mio universo
che tocca le corde delle tue dita
e delle tue rime.
Oh dolce Dante!
L'anima sospira di fronte alla sete dei tuoi versi che sono
gli almanacchi della mia vita

***

Timidi Bagliori!

Timidi bagliori si risvegliano tra aurore ammiccanti.


E in ogni verso… oro fulgido, iridescente, duttile e seducente…
È impregnato di fogli scritti, il sangue del poeta,
inchiostro che disegna ogni stazione del cuore.
Tra giochi di ambigue notti di frasi
che richiamano l'intero universo della mente... Inventa!
Eleganti bugie che coprono notti insonni di grigio acido
tristezza che battono i labirinti dell'anima...
Il poeta!... È il mago del dolore, della gioia della passione
che tra riga e riga coniuga i sogni d'amore.

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 29


Transiti Poetici – Volume XXXV

MARGHERITA PARRELLI

Canto e controcanto, domanda e risposta, o perlomeno un tentativo di risposta che


spiazza, meraviglia, imbarazza; un proseguire nei meandri delle incertezze, tra paesaggi
e luoghi rivissuti, memorie, mentre si focalizza l’immagine dell’indigenza,
dell’abbandono, dell’isolamento. Ritroviamo tutto questo nei versi di Margherita
Parrelli, poetessa che si è ristabilita a Roma dopo lunghe esperienze di vita e di lavoro
all’estero, che le hanno dato l’opportunità di indagare, con la sua grande competenza
letteraria, nella realtà dell’animo umano e in particolare nel mondo dei soprusi e delle
violenze sulle donne.

Arriva il silenzio della sera


e i parapetti stanno a guardare
sono pronti ad accomiatarsi dall’ultimo bacio
un’argilla di emozioni sotto la pianta dei piedi
La tua missione ha molti luoghi
attraversa il pianeta e vi cerca rifugio
cerca il sonno tra i portici e la spiaggia
tramuta l’inquietudine
in urgenza al vagabondaggio
in esilio escatologico
Si dispiega il paesaggio, uno solo
tra le colline e le nuvole affilate
i monti già scuri in lontananza
finché la fatica diventa forcina tra i capelli
il vicolo ti richiama e cerchi il mio braccio

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 30


Transiti Poetici – Volume XXXV

Degli anni del tuo corpo nessuno sa, neppure tu


hai sgrullato via ogni reticenza e ogni parlare
ogni angusto passaggio e con sollievo
ogni rettilineo che evade le differenze
così armato rincorri i tuoi sogni più selvaggi
Ritroviamo la piazza di Santa Maria
la casa all’ombra del brigante che visita la notte
e infiliamo il portone a testa alta
i passi sovrapposti alla scala
una memoria precisa di appartenenza
Nello zaino hai barattoli di latta un libro una penna
il coltello a serramanico un cucchiaio la borraccia
pianti la tenda dove capita sotto il pino l’abete
dipende dalla latitudine dal tramonto del sole

Heimat

***

Be quiet baby
a ogni angolo ti incontro
stai seduta a terra
con tua figlia tra le braccia
attaccata al seno
appesa al collo
nel marsupio sulla schiena
braccialetti tra le mani
me li vendi quanto costano
da chi li hai presi
tu da dove vieni e cosa fai?
Vendo braccialetti
non saprei altro.
Parlami di tua figlia

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 31


Transiti Poetici – Volume XXXV

ti compro un braccialetto due tre quattro


tutti
Avevo anch’io una figlia
capelli dorati e attimi fuggenti
la tenevo in braccio
tra le braccia magre
e i sorrisi inarcati
fai attenzione a te
ti penso, le dicevo
aveva un cavallo in cucina
e idee geniali
che non si lasciava sfuggire
Dieci euro per dieci braccialetti
vorrei sapere dove passi le notti
sotto quale coperta ti tieni nascosta
per non parlare dei sogni senza permesso
che avrai da qualche parte come me come tutti
Mi sento stritolare all’angolo della strada
santuario dove non so come iniziare a pregare

Figlie

(da Incontro, La Vita Felice, 2022)

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 32


Transiti Poetici – Volume XXXV

ROSARIA RAGNI LICINIO

Una poesia dell’urgenza: una poesia necessaria per puntualizzare, o almeno tentare di
precisare, cosa è l’io e cosa fa nel trambusto della quotidianità (“Mi fa male questo
trambusto: / schiaffi sulle orecchie e baci in volto, / la fiducia in un solo discorso.”). Sembra essere
questo il filo conduttore della poetica di Rosaria Ragni Licinio, artista poliedrica,
giornalista e poetessa di notevole levatura, meritevole di numerosi riconoscimenti, tra
i quali, recentemente, il secondo premio al concorso Marco Di Meola. È dunque una
sorta di incertezza che sprona l’Autrice a mettere ordine nel suo vissuto, rapportandosi
ad una realtà esterna magmatica e nello stesso tempo nebulosa, sfrangiata. La poesia,
come sempre, e in particolare la poesia di Rosaria Ragni Licinio, traduce questa materia
informe che è il mondo vissuto, in canto di luce e di speranza.

Quarantadue anni,
l’elmo sulla testa,
i pensieri compressi
ma mi tace la guerra.
Nel mese di marzo
dico solo quello che vedo:
l’odore del sale,
la tua finestra e
i pesci d’oro, fuori corrente.
So benissimo che si muore

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 33


Transiti Poetici – Volume XXXV

solamente d’estate
coi capelli baciati dal sole
e l’arsura che parla,
ma qualcosa mi brucia
anche il cuore,
qualcosa qui accende
un mare
di memoria e di zinco.

***

Sotto la luce della lampada


che non riposa
ho rivisto il tuo volto di carta
stropicciato
dall’inganno di averti ancora
nelle tasche dei pantaloni
o nel portafogli.
Icona dell’assenza
che tutto tace
e tutto lascia correre.

***

Benedici Dio ogni notte


senza una tregua tra la voce
e il respiro – neppure il vento lo ferma –.
Mi fa male questo trambusto:
schiaffi sulle orecchie e baci in volto,
la fiducia in un solo discorso.

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 34


Transiti Poetici – Volume XXXV

Osserva la donna muta – mi costa


troppo la parola – trasfigura l’amore, cambia
il gesto e ritorna. Mistica dell’oggetto
devo mettere ordine: disfare
i capelli e lavare le mani
e poi chiudere gli occhi.

***

Si rimane coerenti, con le mani sulle spalle


a dare pacche e la lingua tra i denti
costretta a non dire.
La rassegnazione di essere maschera
nella battaglia di tutte le mattine
la città ci mescola sui marciapiedi
e tra i vetri dei negozi, quando tutto s’avvicina
io mi allontano, restano solo grovigli di scarpe.

(Testi tratti da Interno rosso Marte, Gattomerlino/Superstripes Editore, 2021)

***

Sto tra le cose


arresa, con lo stomaco sazio
di rabbia e lo zigomo teso
qualcosa di osceno mi scivola
sulle labbra
una parola schizzata oltre i denti
l’urgenza della fine.

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 35


Transiti Poetici – Volume XXXV

Tuttavia sono sola


ma i capelli mi toccano il volto – mani
che bruciano – mi viene quasi da ridere.

(Da I cieli della preistoria. Antologia della nuovissima poesia pugliese, AA.VV., Marco Saya
Editore, 2022)

***

Questa penombra ci taglia


il volto e un’inflessione del verbo
essere viene a galla, un inciampo
sul percorso dal divano al letto
è resistere al giorno,
viatico per peccatori
con una tazza di latte
a scottare sempre le labbra,
quando cadono ali e vestiti
ma sotto le coperte si muore a metà.

(Inedito, seconda classificata al Premio Marco Di Meola 2021)

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 36


Transiti Poetici – Volume XXXV

VALERIA RAIMONDI

C’è un desiderio di rinnovamento, di ripartenza, un impeto vitale che spinge l’anima a


rigenerarsi, a ricostruire daccapo la sua storia, per una nuova evoluzione che dal mare
porti ancora alla terraferma per una nuova avventura umana, una generazione più
schietta e autentica, più luminosa e illuminata. Stiamo parlando della linea poetica di
Valeria Raimondi, da Brescia, almeno nei brani che qui propone. Una poetessa di
valore, peraltro molto impegnata e attiva nella promozione culturale e autrice di diversi
testi poetici e curatrice di interessanti antologie. Non una rassegnazione, dunque, di
fronte ad una realtà in decadimento, bensì uno sprone, un sostegno morale ed etico
nel proseguire i giorni nelle avversità come anche nelle gioie.

Generazione

Talvolta mi nascondo dentro il sonno


nell’umida gestazione dei raccolti
e lì sei tu che vieni ad incontrarmi
per nominare uno ad uno i miei dolori
Ma se ti assenti sono io che spero
si rinnovi la grazia del miracolo:
veder crescere i figli, cadere le foglie
generarsi la materia

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 37


Transiti Poetici – Volume XXXV

sebbene si sappia lo sbriciolarsi


delle ossa e della terra
l’indifferenza eterna delle acque
l’estinzione necessaria di ogni specie
Ma non finisce ancora il gioco di cercarsi
di covare uova d’altre negli specchi
per generare un seme tutto da nutrire
- un desiderio
nella spinta che poi implode
al primo battito di luce del mattino
Sei tu che ancora torni a riva
a rammentarmi che non siamo niente
ma che in quell’onda tuttavia perdura
qualcosa che somiglia a una creazione

(da Il penultimo giorno, Fara ed., 2021)

***

Resto

Ti resto accanto
anche oggi che vesto il lutto
anche nella resurrezione
anche nelle ossa ti tengo
nel passo claudicante
nell’anca che trattiene
nel respiro privo di intenzione
nelle intenzioni prive di ragione
per il poco e molto che sei stata
per il molto e troppo che ti ho amata
per le briciole di pane e l’acqua fresca
nutrimento ultimo che sfama

(da Il penultimo giorno, Fara ed., 2021)

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 38


Transiti Poetici – Volume XXXV

***

Figlio di foglia
torni polline al vento
nidazione del grembo
sangue che inonda a dirotto la vita.
Tu, mia mela spartita
mitos indiviso
mio paesaggio, mio spartito.
Gomitolo, lana di cuore
mio nocciolo, semino
brulichio di materia
desiderio, bambino.
Tu, mio allattato e mio latte
mia insonnia e mia veglia
mio dono restituito piccino.
Tu, mio tempo coagulato
mio volo atterrato
mio bimbo, mio amore
mio, mio, mio

(Per F.D.M. - Lamento di madre)

(Inedito)

***

Il Volo
(per Amelia Rosselli)

Dal grembo dissecco straripa e dissipa


il seme gettato alle ortiche dei padri

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 39


Transiti Poetici – Volume XXXV

il campo imbevuto di arsura che brucia


concezione sgravata per parte di madre.
Non avevi di donna l’ampiezza di gonne
ma il cerchio degli occhi conchiuso a spirale
e rotoli e serpi di lingua animale
una fiacca di sillabe necessarie a rifarti.
Si adirano i padri anche da assenti
Pollicina che getti manciate in avanti
e impronti anzitempo prigioni e rifugio
(ma aver vie di fuga non estingue la pena).
Da lontano i rumori copron gli spari
i tuoi versi a caduta
- versanti di bile
e sul dono ammalianti e roventi iniziali
(le scatole chiuse non hanno i rimbombi del Vuoto
- architetto ingegnoso che abbraccia le piene).
Riscriver la Storia in assenza di storia
spiegare le vele in mancanza di vento
ascendere a picco sulla linea del volo.

(Inedito)

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 40


Transiti Poetici – Volume XXXV

HERNAN RODRIGUEZ VARGAS

Dalla Colombia all’Università di Salerno, dove svolge con impegno la sua attività di
dottorato di ricerca in studi letterari, linguistici e storici, la voce poetica di Hernàn
Rodriguez Vargas ci giunge pregna di sentimento e di amore, un amore che va
considerato in tutti i suoi aspetti e forme, e come motore di vita e recupero di memorie,
di radici; un amore che è rispetto nei confronti del creato, che va considerato e
meditato nel grande silenzio che suscita meraviglia e timore. Un dettato poetico ben
costruito, con versi che scorrono fluidi e cristallini, come la purezza del suo dire.

II

Forse ci sbagliamo
di metafore, e l’amore
non era la riva, come
di una spiaggia, come di
un’isola, come un ghiacciaio,
ma il mare,
blu,
senza riva
– e questo silenzio –
Non abbiamo dovuto
aspettare al bordo
dell’abisso perché
la solitudine è la riva

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 41


Transiti Poetici – Volume XXXV

e l’orlo dell’abisso.
Forse abbiamo fatto un errore
di pronomi, quando diciamo
«tu» e poi nel dire «io»,
Quando siamo
sempre stati
il mare blu,
senza sponde
e questo silenzio.

***

XXIII

Per te, la parola «mare»


e la parola «oceano» dopo di essa,
le parole «nuvole» e «firmamento»
e le parole «blu» e «sereno».
Per te, la parola «cielo».
Così, quando dico: «Mio cielo»,
saprai a cosa mi riferisco:
ad un cielo blu,
alle nuvole bianche,
ad un mare immenso e sereno;
e ad un amore, che non sa, non conosce
nessuna fine, nessun porto, nessun punto.
Per te, la parola «destino»,
la notte di questo giorno,
e la parola «sempre».

***

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 42


Transiti Poetici – Volume XXXV

LIV

Ricorda, mio tesoro,


che l’amore è sempre pellegrino e
che non sono le anime, ma
i corpi ad essere sempre stranieri,
che la solitudine è l’unico esilio;
che non ci sono né patrie
né nazioni, ed i limiti delle mappe
sono solo immaginari, come i limiti
dei calendari
che l’unica terra che possediamo è quella
in cui balliamo; e
l’unica cosa che possediamo è la musica
che ci abita dentro;
l’amore pellegrino non s’intende di
mappe, né si interessa del nome
degli oceani che abbiamo attraversato
fino ad incontrarci;
solo sa che c’era una volta un uomo
solo, straniero, che trovò una donna
da amare e che la fece sua casa e sua
patria;
solo sa che questa donna, straniera
fece lo stesso con lui;
l’amore pellegrino, sa
soltanto una cosa, che
essersi incontrati dopo cosi
tanto è come rientrare
da un lungo esilio.

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 43


Transiti Poetici – Volume XXXV

Non passa l’ora

Stiamo qui a guardare mia cara


: stasera non passa l’ora e tu già accedi
al cono d’ombra della notte
ti prepari la vestaglia e il pettine
sei pronta ad affrontare i mille sogni
con la luna tua compagna d’avventure
Ma non passa l’ora
: si conficca la lancetta inopportuna
nel quadrante del tempo
si espande a dismisura il silenzio dietro
alla finestra
e nel buio il tictac dell’orologio
è un monito fasullo
Nessuno ha mai visto il retro del mondo
né il tempo fermo sulle labbra mentre
si pronuncia l’ultima parola
l’ultimo pensiero
Ma non passa l’ora ti dico
e tu sei già oltre
mia cara
nel luogo dove giacciono i misteri

(dalla sezione “Transiti provvisori” in Percorsi alternativi, Marcus Edizioni, 2013)

Giuseppe Vetromile

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 44


Transiti Poetici – Volume XXXV

NOTE SUGLI AUTORI

Giuseppe Carlo Airaghi

Giuseppe Carlo Airaghi è nato e vive in provincia di Milano.


Ha pubblicato le raccolte di poesia I quaderni dell'aspettativa (Italicpequod, 2019), Quello
che ancora restava da dire (Fara Editore, 2020), La somma imperfetta delle parti (Ladolfi
Editore, 2021), il poemetto Monologo dell’angelo caduto (Fara Editore, 2022) e il romanzo
I sorrisi fraintesi dei ballerini (Fara Editore, 2021).
Suoi componimenti sono inclusi in iPoet Lunario in Versi 2019 (Lietocolle, 2019) e sulle
pagine web delle riviste letterarie "Versante Ripido", "Il Punto Almanacco di poesia",
"Il raccoglitore", "LiberoLibro", "Suite Italiana", "Il Visionario", “Kult Underground”,
“Poesia Ultracontemporanea”, “Centro Culturale Tina Modotti”, “L’Estroverso”,
“L’Altrove appunti di poesia”, “Casamatta”.
Risultato finalista di diversi concorsi letterari tra i quali il “Lorenzo Montano”,
“Europa in versi”, “Terre di Virgilio”, “La Recherche”, “Poesia a Napoli”, “Versante
ripido”.

Franca Alaimo

Franca Alaimo vive e opera a Palermo. La sua prima silloge, Impossibile Luna,
Antigruppo Ediz., risale al 1991. Ad essa sono seguite altre venti, le più recenti delle
quali sono: Elogi (Ladolfi, Ed,); sacro cuore (Ladolfi, Ed.), 7 poemetti (Interno Libri, 2022).
Ha pubblicato tre romanzi, l'ultimo dei quali, La gondola dei folli, è stato editato da Spazio
Cultura. Ha tradotto dall'inglese due brevi raccolte di Peter Russell, lavorato nella
redazione di alcune riviste (L'Involucro, Spiritualità & Letteratura, La Recherche) e scritto
saggi sulla produzione poetica di vari autori: Cara, Recigno, Luisi, Loi, Fabra e i poeti
dell'Antigruppo siciliano. Ha redatto centinaia di schede critiche, prefazioni e post-
fazioni. È presente in molte antologie, riviste (Poesia di Crocetti, Atelier di Ladolfi, Il
sarto di Ulm di Macabor), quotidiani (Il manifesto, La Repubblica, La Sicilia) e settimanali
italiani. Nel 2020 è uscita un'auto-antologia di poesie scelte dalle sillogi pubblicate fra
il 1991 e il 2019, corredata di interventi critici prestigiosi (Calandrone, Fo, Gerbino,
Puccini, Romano, Rosadini e altri).

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 45


Transiti Poetici – Volume XXXV

Sara Albarello

Sara Albarello vive a Mantova.


Ama la sperimentazione letteraria e scrivere in diversi generi sia in prosa che in poesia.
Ha pubblicato diverse volte almeno una decina di lavori. Il primo libro è Disillusioni
felici (Samuele Editore, 2013), finalista al Premio Camaiore come opera prima nel 2014,
poi una poesia ha trovato la fortuna nella rosa dei vincitori al premio internazionale
"Le occasioni".
Ha ottenuto diversi riconoscimenti letterari.

Leila Falà

Nata ad Ancona, vive a Bologna dove lavora all’Università come impiegata. Attrice,
poeta e femminista, si è formata al Dams con G. Scabia e alla scuola di Teatro G.
Garrone. Si è occupata di teatro, comunicazione, marketing, È tra le fondatrici della
Biblioteca internazionale delle Donne, Bologna. Come attrice ha recitato per dieci anni
nella cooperativa Il GruppoLiberoTeatro, compagnia di ricerca di Bologna, mettendo in
scena anche propri testi. Come poeta ha fatto parte del “Gruppo 98 poesia”, è nella
redazione della rivista Voci della Luna, fa parte della SIL – Società Italiana delle Letterate e
cura piccoli eventi poetici.
Ha pubblicato le raccolte: Oggetti in È negli oggetti che ti ricerco (Mantova, Corraini 2013,
prefata da Niva Lorenzini), Mobili e altre minuzie (Udine, Dars 2015, prefaz. L.
Magazzeni), l’e-book Certe sere altri pretesti (la Recherche, 2016) e ha curato l’antologia
Della Propria voce (Bologna, Qudulibri 2016) che contiene anche una sua silloge. Ha
scritto per il teatro. La ballata Cosa farò da grande (inedito), ha vinto il premio teatrale
“Reading sul fiume” 2017. È presente nell’antologia Prontuario lirico di autodifesa muliebre
insieme ad Alessandra Carnaroli, Francesca Genti ed Anna Toscano.

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 46


Transiti Poetici – Volume XXXV

Anila Hanxhari

Anila Hanxhari è nata a Durazzo, in Albania; attualmente vive a Milano.


È poetessa, pittrice, narratrice, traduttrice e presidente dell’associazione culturale
“Italfida”, con cui ha ideato e curato diverse manifestazioni culturali e convegni
internazionali. Ѐ ideatrice del format “Poesia e Impresa”, curato per Ascom Abruzzo.
Ha pubblicato le raccolte poetiche Io tu e l’Anima (Ianieri, 1997), Assopita erba dell’est
(Noubs, 2002), Cicatrici d’acqua (Noubs, 2007, con prefazione di Giuseppe Conte),
Brindisi degli angeli (La Vita Felice, 2012, con prefazione di Maurizio Cucchi), Tiro a sorte
la libertà (Tabula Fati, 2016, con presentazione di Davide Rondoni), Amore emana (Meta
Edizioni, 2017). È presente, fra le altre, nelle antologie Nuovissima poesia italiana (Oscar
Mondadori, 2005, a cura di Antonio Riccardi e Maurizio Cucchi), La parola che
ricostruisce. Poeti italiani per l’Aquila (Tracce, 2009), e altro ancora. Sue poesie sono state
pubblicate su Specchio de “La Stampa” e numerose altre riviste. Ha vinto vari premi, tra
cui il Premio Camaiore-Proposta 2002, il premio Clemente di Leo, il Premio Matacotta
opera prima 2003, il Premio Valle Senio, il premio Poesia nella vita 2011, Premio
Bogdani Prishtina (Kosovo), premio dell'Adriatico 2019 e tanti altri.

Giovanna Olivari

Giovanna Olivari è nata e vive a Genova, ma le sue radici, da parte di padre, sono
all’Isola d’Elba nel paese di Marciana Marina. Laureata in Lettere Moderne, ha
insegnato nella Scuola Media.
Scrive poesie, haiku, racconti, favole, monologhi, pubblicati in diverse raccolte
antologiche ed e-Book, tra cui I quaderni di Erato, Voci di poesia, Luoghi di parole, Il
Federiciano 2015, Divergentemente 2015, Estemporanea 2016, Genova canta il tuo canto (Ed
Zona, 2015); Essenza di un’isola, 2017; Genoese Hours. Le ore genovesi di Henry James, 2017;
Binari InVersi 2016; Poetando 2017; Voci dall’esilio, 2020; Le Parole della Quarantena (Ed
Kanaga, 2020); Dante e noi (Ed Kanaga, 2021); Carnevale dei piedi, Antologia Realistica
Terminale (You Publy 2021); ed in riviste letterarie, tra cui Illustrati (Ediz. Logos,
settembre 2015, maggio 2016, marzo 2017); Journal of Italian Translation, Vol XIII N.1
Spring 2018, ed inseriti in rappresentazioni teatrali.
Collabora col Circolo Letterario “Banchina”. Fa parte del gruppo di Poeti di “Genova
Voci”.
Ha partecipato e partecipa a numerosi eventi, spettacoli, reading, festival, mostre.

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 47


Transiti Poetici – Volume XXXV

È del 2017 la mostra Versi Sospesi: poesie di Giovanna Olivari su cieli di Mario Pellegrini.
Ha ricevuto diversi attestati di merito, menzioni e segnalazioni. Nel 2018 il primo
premio nel Concorso “Terra SENZA Mafia” con la poesia Mafia.
Nel 2015 ha pubblicato il libro-oggetto INFERNO-INTERNO. Parole Immagini
Emozioni. Nel 2018 ha pubblicato la silloge poetica Lo Specchio Nel Mare con foto di
Mario Pellegrini, Persephone Edizioni.

Veronica Paredes

Veronica Paredes nasce in Ecuador e si trasferisce in Italia giovanissima. Vive a Roma.


Poeta e scrittrice di rara sensibilità e ispirazione, nelle sue opere alterna temi d'amore
con quelli umanitari e sociali, impegno che ha portato avanti con grande attenzione
partecipando e organizzando diverse campagne di sensibilizzazione mondiale con gli
Stati Uniti, la Spagna e l'Inghilterra.
Artista poliedrica, si è distinta anche come fotografa e photomaker dimostrando di
avere uno sguardo attento e curioso sulla vita e il mondo che ci circonda.
Nel 2018 diventa il punto di riferimento in Italia per il gruppo internazionale Millons
Missing Italia a difesa dei diritti umanitari.
Ha partecipato a diversi eventi letterari in Italia, Spagna e Sud America e oggi collabora
con Kultura Project che promuove l'arte e la cultura italiana nel mondo.
Grande consenso intorno a questa artista che mescola con successo le sue due anime
italiana e sudamericana creando un'armonia perfetta e originale.
Ha ottenuto il primo premio al Premio Letterario Cancun, Messico 2022, e al Premio
Intercontinentale Letterario Le Nuove Muse 2022 (sezione Autori stranieri).

Margherita Parrelli

Margherita Parrelli è nata a Roma nel 1967, dove si è laureata in filosofia ed è tornata
a vivere dieci anni fa, dopo quasi venti anni passati tra Gran Bretagna, Francia e
Germania. In Germania vivono il figlio e la figlia ventenni. Ha lavorato come freelance
per il Bayerischer Rundfunk, la RAI, Il Mattino di Napoli e come insegnante di italiano
alla Volkshochschule di Monaco di Baviera. Attualmente si occupa di donne vittime
di violenza con l’associazione Differenza Donna e lavora come consulente familiare.

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 48


Transiti Poetici – Volume XXXV

Ha publicato quattro raccolte poetiche: L’orizzonte tra le mani (Lieto Colle, 2011), Falling
Down (La Vita Felice, 2014), Penelope e Antigone - poemetto (La Vita Felice, 2017, primo
classificato al Premio Letterario Internazionale “Maria Cumani Quasimodo”, secondo
al Premio Nazionale Alberoandronico e messo in scena come monologo), e Incontro
(La Vita Felice 2022).
Nel 2021 ha partecipato alla mostra online Futuro - Los Angeles con un suo
componimento in italiano e inglese con un’opera dell’artista Elisabetta Diamanti.
Nel 2022 ha partecipato al “Festival della Poesia lungo la via” organizzato da Rita
Pacilio e Giuseppe Vetromile.

Rosaria Ragni Licinio

Rosaria Ragni Licinio è pittrice, giornalista e poeta. Ha fondato il lit-blog


Poesiaealtreparole e lavora in ambito editoriale. Alcune sue poesie sono presenti in
antologie e riviste sia nazionali che internazionali, come ad esempio: Amori Liquidi
(Edit@ Casa Editrice&Libraria, 2017), Metafory Współczesności (Polonia, 2018), Advaitam
Speaks Literary Vol.3-Issue 2 (India, 2019), Frequenze Poetiche (2021). È apparsa con un
componimento poetico e successivamente con la sua silloge sulla rubrica “La bottega
della poesia” di Repubblica, a cura di Vittorino Curci. È tra gli autori de I cieli della
preistoria. Antologia della nuovissima poesia pugliese, A.A. V.V. (Marco Saya edizioni, 2022).
Le sue poesie sono apparse su testate giornalistiche e blog letterari come L’Altrove,
Lankenauta, Homo Scrivens, Avamposto, Farapoesia.
Si è classificata seconda al Premio Nazionale di Poesia Marco Di Meola 2021.
Interno rosso Marte (Gattomerlino/Superstripes, novembre 2021) è la sua opera prima.

Valeria Raimondi

Valeria Raimondi vive a Brescia. Fa parte dell’associazione culturale Movimento dal


Sottosuolo. Nel 2011 esce la silloge poetica Io no (Ex-io), Thauma ediz., e nel
2014 Debito il Tempo, opera vincitrice del Premio Eros e Kaìros. Nel 2021 pubblica con
Fara ed. la silloge Il penultimo giorno. Partecipa ad antologie tematiche sui temi dei
respingimenti, delle carceri e contro le guerre. Alcuni inediti sono contenuti in Distanze,
Fara Ed. e alcune invettive nella Gazzetta dei Dipartimenti del Collage de Pataphysique.
Una decina di poesie vengono tradotte in lingua portoghese e presentate a San Paolo

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 49


Transiti Poetici – Volume XXXV

del Brasile; altrettante saranno inserite in un’antologia bilingue italo-albanese insieme


ai versi dei poeti Beppe Costa e Jack Hirschman. A giugno 2019 è ideatrice e curatrice
de La nostra classe sepolta, cronache poetiche dai mondi del lavoro, antologia di poesie
di lavoratori e lavoratrici (Pietre Vive ed.) presentata in numerose città italiane e
comparsa su riviste culturali e letterarie di Cina e Romania.
Nei primi mesi del 2020 scrive testimonianze di lavoro e di vita nella Lombardia colpita
dal Covid: Una storia sbagliata, che confluiranno in un articolo per la rivista MicroMega.

Hernàn Rodriguez Vargas

Hernan R. Vargas, di origini colombiane, è dottore di ricerca in Studi Letterari,


Linguistici e Storici presso l’Università di Salerno. Attualmente sta svolgendo il post-
dottorato presso l’Istituto Italiano per gli Studi Storici a Napoli. Dopo il dottorato di
ricerca presso l’Università degli studi di Salerno, ha scritto vari contributi sulla
letteratura italiana, l’arte e la storia. Ed oltre ancora – Más allá todavía (2019, Delta3
Edizioni) è il suo primo libro di poesie. Nel 2021 ha pubblicato il racconto per
bambini Vincenzo il bisonte, edito da “La Torre dei Venti” di Milano.

Giuseppe Vetromile

Giuseppe Vetromile è nato a Napoli nel 1949. Attualmente svolge la sua attività
letteraria a Sant'Anastasia (Na), città in cui risiede dal 1980. Ha ricevuto riconoscimenti
sia per la poesia che per la narrativa in importanti concorsi letterari nazionali.
Numerosissimi sono stati i primi premi.
Ha pubblicato più di 20 di libri di poesie, gli ultimi dei quali sono Cantico del possibile
approdo (Scuderi, 2005), Inventari apocrifi (Bastogi, 2009), Ritratti in lavorazione (Edizioni
del Calatino, 2011), Percorsi alternativi (Marcus Edizioni, 2013), Congiunzioni e
rimarginature (Scuderi, 2015), Il lato basso del quadrato (La Vita Felice, 2017), Proprietà
dell'attesa (RPlibri, 2020), ed il libro di narrativa Il signor Attilio Cìndramo e altri perdenti
con (Kairos, 2010).
Ha curato diverse antologie, tra le quali, recentemente, Percezioni dell'invisibile, L'Arca
Felice Edizioni di Mario Fresa, Salerno, 2013; Ifigenia siamo noi (2015) e Mare nostro
quotidiano (2018) per la Scuderi Editrice di Avellino. È il fondatore e il responsabile del

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 50


Transiti Poetici – Volume XXXV

Circolo Letterario Anastasiano. Fa parte di giurie in importanti concorsi letterari


nazionali. Organizza incontri ed eventi letterari, tra cui, attualmente, la rassegna Il
London Park Letterario a Sant'Anastasia.
È l’ideatore e il coordinatore del Premio Nazionale di Poesia “Città di Sant’Anastasia".
È presente in rete con diversi blog letterari (Circolo Letterario Anastasiano, Transiti
Poetici, Taccuino Anastasiano, Selezione di Concorsi Letterari), ed inoltre collabora
attivamente con altre associazioni e operatori culturali del territorio nella realizzazione
di eventi letterari di rilievo, prodigandosi anche nella ricerca di nuovi “talenti” poetici.

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 51


Transiti Poetici – Volume XXXV

Indice

Introduzione Pag. 4

Giuseppe Carlo Airaghi “ 6


Franca Alaimo “ 10
Sara Albarello “ 15
Leila Falà “ 17
Anila Hanxhari “ 21
Giovanna Olivari “ 24
Veronica Paredes “ 28
Margherita Parrelli “ 30
Rosaria Ragni Licinio “ 33
Valeria Raimondi “ 37
Hernan R. Vargas “ 41

Giuseppe Vetromile “ 44

Note sugli Autori “ 45

13 luglio 2022

I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano – nr. 65 Pag. 52

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