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TRANSITI POETICI
Volume XXXIV
Antologia
a cura di Giuseppe Vetromile
Gli Autori
Patrizia Baglione
Emilia Barbato
Giovanni Bracco
Felicia Buonomo
Laura Cingolani
Gabriella Grasso
Silvia Rosa
Carla Sautto Malfatto
Antonella Sica
Simona Volpe
Introduzione
Esiste ancora un posto dove gente indisciplinata ed egoista versa, anzi sparpaglia, la
spazzatura ad un angolo di strada, senza peraltro operare nessuna selezione ma
ammucchiando insieme rifiuti organici, carte, contenitori e lattine varie. Esiste ancora,
in qualche punto della mia zona rurale, come certamente in altre parti del nostro
amato/odiato meridione, la possibilità di cogliere nell’aria la fragranza del pane che sta
per uscire dai vecchi forni a legna di qualche contadino che, nonostante tutto, continua
imperterrito la sua attività/passione di fornaio artigianale: la domenica mattina è tutto
un tripudio di aromi, di fragranze, di profumi provenienti dalle masserie rurali; lì,
lontano dai rioni di cemento della città metropolitana, è tutto un mondo che ancora
resiste all’opprimente frenesia dell’usoegetta, dell’accaparramento a tutti i costi di
qualsiasi bene e di qualsiasi comodità, più o meno utile.
E da qualche parte ancora una donna subisce e perisce, sottomessa e imbrigliata in
abitudini secolari, che la vogliono inferiore e limitata, priva di ogni diritto. Eppure,
abbiamo eroine e scienziate, ricercatrici e astronaute, donne che con la loro
intraprendenza e la loro determinazione, hanno cambiato il mondo e dissolto ogni
pregiudizio su di loro.
Ci sono posti e tempi ancora gretti, oscuri, in cui qualcuno si prodiga per denigrare,
umiliare, torturare, offendere e persino uccidere un altro, un suo simile, un suo parente,
la moglie, l’amante, il padre, la madre, gli zii; c’è ancora chi tradisce, da qualche parte,
chi trama nell’ombra per sopraffare l’altro, per prendersi meriti non suoi; e c’è ancora
chi calpesta la libertà e i diritti degli altri, chi pretende il pizzo da onesti commercianti,
chi rapina, chi sa manipolare e plagiare il suo simile per trarne vantaggio personale. C’è
chi istiga, chi inculca sensi di colpa per ottenerne buona possibilità di gestione
personale. Esiste sempre, da qualche parte, qualcuno che ti impone subdolamente
modi di agire e linee di pensiero convincendoti che è giusto e sacrosanto, per il bene
di tutti. Esiste l’inganno, l’ipocrisia, la malafede.
Ma esiste anche, da qualche parte, ancora la bontà d’animo, il prodigarsi per gli altri,
l’aiutarsi a vicenda, l’essere consapevoli dei propri talenti, l’essere coerenti e schietti nei
confronti di tutti, il saper condividere le ricchezze della natura e rispettarle.
L’augurio è che tutti possano acquisire consapevolezza della propria umanità e del
grande valore della vita, aborrendo ogni crimine e ribellandosi ad ogni azione che possa
provocare conflitti umani e sociali.
Parole grosse, per una cultura e per una considerazione dell’essere umano che ancora
non c’è, e che forse non c’è mai stata e mai ci sarà, dacché l’uomo è animale sociale ma
che tende a prevalere sempre sugli altri, per timore che proprio l’altro possa a sua volta
sopraffarlo, per invidia, per gelosia, per antipatia, per ignoranza. È dall’assassinio di
Abele che l’uomo è in guerra. E non c’è giustificazione che tenga.
Parole grosse, certamente! Dovrà sorgere un’umanità migliore, più consapevole della
propria preziosa esistenza su questo pianeta, più incline alla convivenza e alla
condivisione dei valori e dei beni. Parole grosse, sì, forse retoriche e inutili, disperate.
Tentiamo di ricucire qualcosa, qualcosa che tenga insieme il tutto, dalla vita alla morte,
dalla fragranza del pane appena sfornato al gesto di abbandonare su un marciapiede
un cumulo di spazzatura alla rinfusa, dalle lacrime di gioia che ti dona un figlio appena
nato, al pianto di rabbia nel vedere una città bombardata e gente assolutamente
innocente, novelli Abele, soccombere ai prepotenti.
La poesia può essere questo legame, questo canto sublime e accorato che lega ogni
cosa e che mostra la nostra vera umanità.
Per questo, ringrazio ancora tutti i poeti che hanno aderito a questa mia iniziativa, e in
particolare i dieci autori di questo volume. Buona lettura!
Giuseppe Vetromile
PATRIZIA BAGLIONE
C’è un’inquietudine romantica nei versi di Patrizia Baglione, giovane poetessa del
frusinate ma già determinata nel voler farsi apprezzare grazie ad un bagaglio culturale
e poetico di indubbia consistenza. E questa inquietudine, o meglio insofferenza,
emerge dalla consapevolezza dell’asperità del mondo circostante, e finanche dei
sentimenti, quando il sogno di una realtà illuminata e avvolta dal sole dell’amore e della
schiettezza nelle relazioni umane, si scontra con il mondo dei pregiudizi e degli
stereotipi. La sua determinazione di volare in questi sogni, nonostante le burrasche della
quotidianità, prefigura il suo obiettivo personale, e poetico, costruito con un procedere
laconico ma intenso dei versi.
***
Croce
***
***
Notte di luna
***
EMILIA BARBATO
Della milanese Emilia Barbato, di origini napoletane, piace l’immediatezza del dire
poetico, essenziale nei brevi versi che, tra l’altro, custodiscono una forte allegoria nei
confronti della vita, anzi di una vita da ricostruire, un’esistenza che rinasca dai semi e
dalla terra ben preparata e nutrita. Ricorre spesso, infatti, a metafore che si rifanno alle
necessarie potature ai fini di rendere i virgulti più sani e più produttivi, in una terra
prevalentemente smossa e disordinata, se non addirittura avvelenata. Questo desiderio
di spoliazione da ogni surplus inutile, di mettere a nudo le verità e di sfrondare, potare,
gli animi affinché risorgano più schietti e genuini, è trasposta dunque nella quotidianità
delle azioni e delle relazioni, ove è proprio con la poesia che è possibile una traccia,
un’indicazione, una speranza, un rinnovamento.
Capogatto
Separo tutto,
asporto il ricordo
dell’ultima propaggine
delle tue mani nel mio corpo
moltiplicato da ulteriore nudità
e qualche menzogna,
dissipo finanche la voglia e l’ipotesi
di un uomo che mi risolva.
***
(da Il rigo tra i rami del sambuco, Pietre Vive Editore, 2018)
***
GIOVANNI BRACCO
II
III
IV
Di notte aspetto
come albero a Levante
i tuoi occhi.
VI
Febbraio
VII
VIII
Aprile
FELICIA BUONOMO
Sangue corrotto
***
Merletto
***
Oppressore
L’oppressore si diletta.
Ha battuto la mia bocca.
Non ho un compagno nella vita.
Per chi posso essere dolce?
Nadia Anjuman
Lo dico al passato?
O al domani
sempre uguale alla mia pena,
che l’entusiasmo facile
è un tentativo fallito,
***
Ostia
***
Offerta
***
Carcassa
LAURA CINGOLANI
Diciamo - Benvenuto
Vuoi un caffè
Aspettiamo che si sieda
Per sederci insieme a lui
Ci spiegherà le sue ragioni
Tiene molto a noi
Ha sempre saputo come prenderci
Dove portarci
GABRIELLA GRASSO
Ti aspetto qui
Ti aspetto qui
sono un po’ stanca io
non vado oltre
È stato un viaggio
questo radente al muro
di sciara a secco
roveti innocui
lucertole beate
nella loro indifferenza secolare
Tu vai
a conquistare il mondo
ad affrontare il drago
che senti mugugnare
nell’antro del vulcano
e vincere quella medaglia antica
che spetta a chi ha coraggio
a chi non teme pioggia né fatica
Io resto e qui mi troverai
se vuoi tornare
e ti offrirò dal mio grembiule
le more che ho raccolto lungo il muro
nelle ore silenziose del mio stare
***
***
Gli adolescenti
SILVIA ROSA
Attenta osservatrice della realtà esterna e dei mondi segreti dell’inconscio, la ferrarese
Carla Sautto Malfatto, poetessa e artista di grande valore, vincitrice di numerosi e
importanti premi letterari, sa entrare con la sua arte, il suo sguardo e il suo cuore, nel
panorama che la circonda e l’avvolge, sia che si tratti di immagini naturali, come l’abete
vecchio, che suscita in lei sentimenti di meraviglia e di compassione, sia che si tratti dei
rapporti familiari. In tutto questo, il suo impianto poetico si fonda essenzialmente sul
mistero dell’esistenza, sull’imponderabilità delle vicende umane e del destino: la
sensibilità artistica dell’autrice rafforza questa amara sensazione, invitando a
traguardare oltre la sottile filigrana della futilità delle cose e della natura, rispetto alla
consistenza e all’autenticità dell’uomo.
Gente di nebbia
d’angoscia e d’abbandono
o ad improvvisi veli
spettri ad altezza di naso.
Noi siamo lì
insondabili
gente di nebbia
dalle bocche a taglio
ermetici ricci indaffarati
sornioni e maledetti
come i gatti neri.
***
L’abete vecchio
***
Tenerezza
(inedita)
ANTONELLA SICA
È forte e perentoria, la poetica di Antonella Sica in questi versi tratti da L’ira notturna
di Penelope. La poetessa genovese, peraltro impegnatissima anche in campo
cinematografico e ideatrice e curatrice di diversi festival e rassegne artistiche e letterarie,
non lascia dunque spazi inutili nel suo dire deciso e schietto, e i versi sono modulati su
questo suo accorato dichiarare tensioni e dissidi, sgretolamenti e dissoluzioni, in un
mondo che appare calpestato e offeso, un mondo di cui fa parte anche l’umanità con
la sua carne e persino il suo spirito corrotti dal tempo e dalle ignominie che l’uomo
stesso provoca e ritorce contro la natura stessa. Ma proprio in questa realtà, dove ogni
cosa sembra inquinarsi e guastarsi, resiste la metafora di Penelope, che imperterrita
continua a tessere la sua esistenza, nonostante ogni ferita e ogni avversità, ma dando
uno sguardo di sottecchi (nella coda dell’occhio) ad un possibile futuro di riscatto.
Dissoluzione n. 1
***
Dissoluzione n. 2
***
Si è complici di un sintomo
un comune dolore d'essere
periferia abbandonata, arsa
da cemento e sterpaglia.
Amore è solo un segno
posto troppo in alto
per le mani.
SIMONA VOLPE
L’incertezza
dell’attesa nell’attesa,
la delirante speranza
riposta nell’onda breve
che immortale si sussegue.
Ridursi a (re)stare,
professando il divino
ubriaco presagio
che si fa pelle con me.
Senza più peso specifico,
forma, contorni,
divengo anima nebulizzata
dissolta nell’afa
di un agosto comprato,
così mi perdo
tra le doghe verniciate
gonfie di stagioni.
E divento battito,
chiaroscuro di notti
interminabili e assetate
che indugiano
al pontile fino all’alba.
***
E poi succede
che tenti solo un abbandono.
Parti senza un dove
e sai che in quell’andare
vorresti posare i pensieri
in un giardino pensile
vista mare
tra i rampicanti che scivolano
lungo le facciate di graffiato
di una qualche appartenenza.
Lasci loro acqua e cibo
gli insegni
a prepararsi la cena
a respirare da soli.
Sollevandoti dal Dovere
ti sorprendi a rinascere
dalla roccia carsica
rotta dal seme
e torni ad appartenerti
in modo primordiale.
Mastichi con denti nuovi
l’aria spessa
che profuma di scelte..
scaricando l’orologio
contando solo i passi.
***
Sogno
La bellezza infinita
dell’abitarti dentro;
sei quel senso
ristretto e profumato
di un sorso di caffè
che risveglia dai torpori
di un sonno leggero
sublimando il soffitto.
Così
mi slego dal tuo Io
e stringo forte
questo lembo di mattino
che mi tremola nel palmo.
Ti accarezzo
ma non sei velluto..
piuttosto
agrifoglio pungente di rubino,
mi ammacchi il respiro
scivolando
dentro un abbraccio fermo
che mi chiude a chiave il cuore,
mi dona un altro sogno
e se ne va.
Giuseppe Vetromile
Patrizia Baglione
Emilia Barbato
Emilia Barbato è nata a Napoli nel 1971 e risiede a Milano. I suoi testi sono apparsi in
diverse antologie, sulla rivista Il Segnale, Poezia di Bucarest, Immaginazione delle Edizioni
Manni e sull’Aperiodico ad Apparizione Aleatoria delle Edizioni del Foglio
Clandestino. Geografie di un Orlo (CSA Editrice, 2011) è la sua prima raccolta. Seguono
Memoriali Bianchi (Edizioni Smaher, 2014), Capogatto (Puntoacapo Editrice, 2016), Il rigo
tra i rami del sambuco (Pietre Vive Editore, 2018), Nature Reversibili (LietoColle, 2019).
Giovanni Bracco
Giovanni Bracco, nato a Polla (Sa) nel 1961. è giornalista, poeta e scrittore. Laureato
con lode in lettere all'Università di Napoli con la prima tesi assoluta sulla musica di
Nino Rota, diplomato in pianoforte al Conservatorio di Potenza. Vive a Roma dove è
capo della redazione dell’agenzia di stampa “Il Sole 24 Ore Radiocor.” Con l'editore
La Vita Felice ha pubblicato le raccolte di poesie Le grandi mani calme (2015) con
prefazione di Elio Pecora e Il nostro tempo (2017) con prefazione di Annelisa Alleva.
Ancora per La Vita Felice sono usciti, nel 2019 il libro di poesie Il mare mi ha deposto
dalla croce – Mediterraneo, nel 2020 Sull’orizzonte dei binari in fuga - Carme famigliare e, nel
2021, Urne. Con Cyberwit.net ha pubblicato Nocturnes (2021) con poesie nelle versioni
in inglese e in italiano. Ha pubblicato poesie sulla rivista Nuovi Argomenti, sotto la
direzione prima di Enzo Siciliano e poi di Dacia Maraini, e su Poeti e Poesia, diretta
da Elio Pecora. Tradotte in inglese, sue poesie sono state accolte da Blue Moon
Literary and Art Review (California) e Taj Mahal Review (India). Tradotte in spagnolo,
sono state pubblicate da Revista Literaria Alborismos (Venezuela), da Katabasis
(online), Revista Almiar (Madrid) e dalla rivista Zéjel (Siviglia).
Felicia Buonomo
Laura Cingolani
Gabriella Grasso
Gabriella Grasso, nata a Catania nel 1971, vive ad Acireale e insegna lettere. Si è
occupata di linguistica della LIS, Lingua Italiana dei Segni (Zanichelli, 1998, Del Cerro,
1999), di cui è interprete. Scrive per diversi spazi letterari, nazionali e internazionali.
La sua opera prima, Quale confine, pubblicata nel dicembre 2019 per le Edizioni Kolibris
(Ferrara), ha ricevuto un attestato di merito al Premio Lorenzo Montano 2020 e il
premio della critica nell’edizione 2020 dell’Etnabook. Un suo inedito ha vinto il primo
premio al Sonetto d’argento-Premio Jacopo da Lentini 2020.
Nel novembre del 2021 è uscito il suo secondo libro di poesie, Il Generale Inverno (ed.
Il Convivio, Castiglione di Sicilia).
Suoi testi sono stati inclusi in antologie e tradotti in inglese (trad. di Gray Sutherland,
di Ana Ilievska, di Chiara De Luca) e in spagnolo (trad. di Emilio Paz, di Antonio
Nazaro). In Secolo Donna 2021 (ed. Macabor, 2021) sono presenti sue poesie e un
contributo critico sulla sua poetica, a cura di Davide Zizza. Alcuni suoi testi, tradotti
da Ana Ilievska, faranno parte di Guide to Contemporary Sicilian Poetry: an Anthology, a cura
della Stanford University, in corso di pubblicazione.
Silvia Rosa
Silvia Rosa nasce a Torino, dove vive e insegna. Laureata in Scienze dell'Educazione,
ha frequentato il corso di storytelling della Scuola Holden. Suoi testi poetici e in prosa
sono presenti in diversi volumi antologici, in riviste, siti e blog letterari e sono stati
tradotti in spagnolo, serbo, romeno e turco. Tra le sue pubblicazioni: le raccolte
poetiche Tutta la terra che ci resta (Vydia Editore, 2022), Tempo di riserva (Giuliano Ladolfi
Editore, 2018), Genealogia imperfetta (La Vita Felice, 2014), SoloMinuscolaScrittura (La Vita
Felice, 2012), Di sole voci (LietoColle Editore, 2010 - II ediz. 2012); il volume antologico
Confine donna: poesie e storie di emigrazione (Vita Activa Nuova, 2022), di cui è ideatrice e
curatrice; l'antologia foto-poetica Maternità marina (Terra d'ulivi. 2020), di cui è
curatrice e autrice delle foto; il saggio di storia contemporanea Italiane d'Argentina. Storia
e memorie di un secolo d'emigrazione al femminile (1860-1960) (Ananke Edizioni, 2013); il
libro di racconti Del suo essere un corpo (Montedit Edizioni, 2010). È vicedirettrice della
rivista digitale "Poesia del nostro tempo", redattrice della testata online
"NiedernGasse", collabora con la rivista "Margutte", con l'annuario di poesia “Argo”
e con il quotidiano “Il manifesto”. Si è occupata del progetto di traduzione poetica e
interviste di alcuni autori argentini, dal titolo “Italia Argentina ida y vuelta: incontri
poetici", pubblicato nel 2017 in e-book (edizioni Versante Ripido e La Recherche).
La sua attività completa, qui:
https://www.larecherche.it/biografia.asp?Utente=silviarosa&Tabella=Biografie
Carla Sautto Malfatto è nata a Ferrara nel 1954. Ha conseguito numerosi premi di
podio e riconoscimenti per la poesia, la narrativa, la pittura e la grafica, tra cui la Targa
d’Argento della Presidenza della Camera dei Deputati, la Medaglia del Senato, la
Medaglia del Pontefice Francesco I, il Premio Consiglio dei Ministri, il Premio
Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Premio Unesco, Premi alla Cultura, della
Critica, della Giuria; il Premio Terme di Salsomaggiore 2002 per la pittura. È membro
di Giuria in Concorsi Letterari e lo è stata in Concorsi Artistici. Collabora con
associazioni e riviste di cultura; i suoi testi sono pubblicati su Antologie e siti culturali;
cura recensioni, prefazioni, articoli d’attualità (curiosità, folklore). In campo artistico è
apprezzata per i suoi tipici “simbolismo-surrealismo” e “reale personalizzato e
comparato”, così definiti dal critico Antonio Caggiano; diverse sue opere d’arte fanno
parte di collezioni pubbliche e private e sono riprodotte su copertina e all’interno di
riviste culturali e libri. Per molti anni ha compiuto volontariato fornendo materiale e
insegnamento artistico in scuole materne e primarie pubbliche e private, in pediatria
oncologica a Bologna, in corsi per disabili psichici. Ha pubblicato Farfalle e Scorpioni,
racconti (Este Edition, 2015) e Troppe nebbie, poesie (Edizioni Il Saggio, 2019), entrambi
pluripremiati. www.carlasautto.it
Antonella Sica
Simona Volpe
Simona Volpe, nata a Molfetta nel 1973, attualmente risiede a Martina Franca,
trascorrendo la sua vita tra la Puglia e la Toscana.
Dopo il liceo classico, si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza a Pisa, città densa di
stimoli intellettuali, dove entra in contatto con gruppi universitari di poesia e scrittura
creativa per lei molto incoraggianti.
Nella vita si occupa da circa 20 anni di management e comunicazione nel settore
medico e odontoiatrico.
Ha sempre coltivato la poesia sotto forma di potentissima terapia dell’anima, capace
di slegare dai ritmi spigolosi del quotidiano per tornare alla sera, quando il vento s’arruffa
e pesca a strascico pensieri e foglie, e si riprende il proprio tempo.
Nel 2021 ha pubblicato la raccolta poetica Occhi salvia e zafferano con Bertoni Editore.
Giuseppe Vetromile
Giuseppe Vetromile è nato a Napoli nel 1949. Attualmente svolge la sua attività
letteraria a Sant'Anastasia (Na), città in cui risiede dal 1980. Ha ricevuto riconoscimenti
sia per la poesia che per la narrativa in importanti concorsi letterari nazionali.
Numerosissimi sono stati i primi premi.
Ha pubblicato più di 20 di libri di poesie, gli ultimi dei quali sono Cantico del possibile
approdo (Scuderi, 2005), Inventari apocrifi (Bastogi, 2009), Ritratti in lavorazione (Edizioni
del Calatino, 2011), Percorsi alternativi (Marcus Edizioni, 2013), Congiunzioni e
rimarginature (Scuderi, 2015), Il lato basso del quadrato (La Vita Felice, 2017), Proprietà
dell'attesa (RPlibri, 2020), ed il libro di narrativa Il signor Attilio Cìndramo e altri perdenti
con (Kairos, 2010).
Ha curato diverse antologie, tra le quali, recentemente, Percezioni dell'invisibile, L'Arca
Felice Edizioni di Mario Fresa, Salerno, 2013; Ifigenia siamo noi (2015) e Mare nostro
quotidiano (2018) per la Scuderi Editrice di Avellino. È il fondatore e il responsabile del
Circolo Letterario Anastasiano. Fa parte di giurie in importanti concorsi letterari
nazionali. Organizza incontri ed eventi letterari, tra cui, attualmente, la rassegna Il
London Park Letterario a Sant'Anastasia.
È l’ideatore e il coordinatore del Premio Nazionale di Poesia “Città di Sant’Anastasia".
È presente in rete con diversi blog letterari (Circolo Letterario Anastasiano, Transiti
Poetici, Taccuino Anastasiano, Selezione di Concorsi Letterari), ed inoltre collabora
attivamente con altre associazioni e operatori culturali del territorio nella realizzazione
di eventi letterari di rilievo, prodigandosi anche nella ricerca di nuovi “talenti” poetici.
Indice
Introduzione Pag. 4
Patrizia Baglione “ 6
Emilia Barbato “ 9
Giovanni Bracco “ 13
Felicia Buonomo “ 17
Laura Cingolani “ 21
Gabriella Grasso “ 24
Silvia Rosa “ 28
Carla Sautto Malfatto “ 32
Antonella Sica “ 36
Simona Volpe “ 39
Giuseppe Vetromile “ 43
3 maggio 2022