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ZAQBOOR
Silloge di poesie
Collana
I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano
n. 52
1
Introduzione
La poesia riesce sempre a trovare spiragli e vie inaspettate, per cantare al mondo intero il
senso dell’esistenza così come viene percepito dall’autore, in termini di materialità e
corporeità ma anche e forse soprattutto in termini spirituali e psichici. Il panorama e il
tempo che fluisce ineluttabile, sono elementi che suggeriscono riflessioni, che incitano
domande alle quali il poeta tenta di dare le proprie risposte o motivazioni d’essere.
La visione del mondo, fisica o anche psicologica, sociale, religiosa, spirituale, viene
elaborata dal poeta, il quale poi costruisce, o meglio ricostruisce, questa visione dotandola
di luci, suoni, prospettive, speranze, dolori e anche speranze, in un quadro complesso,
articolato e delicato, unico nel suo genere perché è unica e originale la visione filtrata
dall’autore.
In questa prospettiva si colloca il mondo poetico dell’iraniana Elham Hamedi, artista a
tutto tondo, la quale ci offre una visione particolarmente elaborata della sua realtà, che
oltre ad aderire pienamente alla situazione storica contingente, assume sicuramente una
validità considerevole anche in ambito antropologico e psicologico generale.
La sua poesia, infatti, si frammenta e si ricostruisce continuamente, e come i tasselli di un
puzzle gigantesco, raggiunge la compattazione del quadro solo al termine, quando l’azione
propositiva dei suoi versi afferma e conferma l’idea generatrice, il suo progetto poetante.
E così, Elham Hamedi costruisce il suo mondo poetico riempendolo di figure simboliche
apparentemente inanimate, come strade, grattacieli, manichini, vetrine, terre e pietre, ma
anche utilizza parti del corpo che, staccate, indipendenti, acquistano vita propria, soffrono,
si dolgono, cercano orizzonti di libertà e di affrancamento dalle costrizioni di una
quotidianità derelitta e opprimente. La metafora di queste parti del corpo indipendenti
l’una dall’altra e che restano comunque vive e riflessive, capaci di esprimere il loro dolore
e la loro speranza, è evidente: il corpo della società, pur dilaniato e costretto entro confini
e limiti di precario equilibrio esistenziale, si suddivide in infiniti tasselli autonomi, in
minimondi completi e consapevoli, realizzando in tal modo quel sogno di libertà e di
apertura che all’intero corpo era negato. Emblematica è poi la descrizione dell’uccello
Zaqboor (prima poesia), un volatile originario proprio dell’Iran, che trova il suo modo
originalissimo per fuggire e salvarsi dai predatori, saltellando e zigzagando sul terreno.
Una poesia dunque dai contenuti fortemente simbolici e metaforici, che si snoda attraverso
visioni e storie frammentate, colme però di una umanità dolorante e desiderosa di aperture,
di sbocchi liberatori, come di un ruscello che impetuosamente cerca di raggiungere il mare.
La poesia è un modo di dire le cose del mondo e della storia, un modo onesto e sincero,
che offra spunti di riflessione e che raggiunga direttamente il cuore e l’anima dell’altro,
coinvolgendolo e suggerendogli realtà altre, diverse dalle proprie, e per questo la poesia è
“ponte” tra culture diverse, tra visioni del mondo diverse. E la poesia di Elham Hamedi è
anche tutto questo!
Giuseppe Vetromile
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Zaqboor (*)
(*)
The Zaqboor or Podoces pleskei (scientific name: Podoces pleskei) is a bird of the crow family.The Zaqboor is the "national
bird of Iran", (the only native bird of this country) and the exclusive species of Lut desert. Zacboor lives only in desert and
semi-desert areas of eastern and southeastern Iran (Sistan and Baluchestan province and ten other provinces).This bird is very
different from its other relatives named crows: Including being grounded so that he prefers running to flying even when he
feels threatened, having a good voice.The long, strong, black legs of this bird are suitable for running fast among bushes, and
its long and curved tip legs for digging the ground. Zaqboor is a shrewd and somewhat secretive bird, which makes it difficult
to observe in nature.
This bird runs in the form of zigzags on the ground among the bushes in times of danger. Both male and female birds sing.
This song is monotonous.
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Zaqboor (*)
(*)
Lo Zaqboor o Podoces pleskei (nome scientifico: Podoces pleskei) è un uccello della famiglia dei corvi. Lo Zaqboor è "l'uccello
nazionale dell'Iran", (l'unico uccello nativo di questo paese) e la specie esclusiva del deserto di Lut. Lo Zaqboor vive solo nelle
aree desertiche e semidesertiche dell'Iran orientale e sudorientale (provincia del Sistan e del Baluchestan e altre dieci province).
Questo uccello è molto diverso dagli altri suoi parenti chiamati corvi, come ad esempio il fatto di essere messo a terra in modo
che preferisca correre invece di volare, anche quando si sente minacciato, avendo una buona voce. Le zampe lunghe, ricurve,
forti e nere di questo uccello sono adatte per correre veloci tra i cespugli e per scavare nel terreno. Lo Zaqboor è un uccello
scaltro e alquanto riservato, il che rende difficile osservarlo in natura.
Questo uccello corre a zigzag sul terreno tra i cespugli nei momenti di pericolo. Sia gli uccelli maschi che le femmine cantano,
ed è una canzone piuttosto monotona.
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The mannequins are on strike
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Donate!
Countrymen!!
Your body parts fit in a postcard!
Donate!
Your body parts will be more alive near inanimate the nature
Donate your feet to the borders!
They may be able to cross barbed wire
Maybe you can touch Dante's imaginary paradise
Insert your hearts into the dolls' chests!
In childish legends, your dream pulse will be faster
Donate your eyes to the sky!
Maybe you can experience the vastness of the earth for once
Your body parts fit in a postcard!
Donate!
There is no safe place here for the interconnected limbs of a human being
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Donare!
Cittadino!
Le parti del tuo corpo entrano in una cartolina!
Donare!
Le parti del tuo corpo saranno più vive vicino alla natura inanimata
Dona i tuoi piedi alle frontiere!
Potrebbero essere in grado di attraversare il filo spinato
Forse puoi toccare il paradiso immaginario di Dante
Inserisci i tuoi cuori all’interno delle bambole!
Nelle leggende infantili, il battito dei tuoi sogni sarà più veloce
Dona i tuoi occhi al cielo!
Forse puoi sperimentare la vastità della terra per una volta
Le parti del tuo corpo entrano in una cartolina!
Donare!
Non c'è un posto sicuro qui per le membra interconnesse di un essere umano
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7
Remove the corpses!
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Rimuovere i corpi
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One way Street
The sound of the heart is not heard in the screams of the street
The sound of a heart falling in the direction of a skyscraper
And the four roads are constantly honking for your paralyzed foot
Your imagination is like a one-way street
Someone is coming back from this street like crazy
Someone whispers a non-existent elegy consisting of all aspects of you
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Senso unico
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Wrong land
Where are my missing fragments?
have you any news about my lost toe?
My toe walked on the shore of your land?didn’t it?
Did the sun put a wreath on its head with my lacquered nails?
Here my lips suffer from the wound of laughter
Here my feet are anxious for a wrong move in foot dance
A dance that is forbidden for our hidden bodies
Here my feet are anxious
For the wrong dance
In celebration of imperfect human
Wild man
Wrong man-the wrong designs of creation -
Here I am
A girl from the wrong land
I'm hanged every second
From the dry trees of my land
Another wrong green symbol that bury us in yellow
My face is red every moment
From the slap of the bridesmaids who mistakenly put a crown of thorns on the bride
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Terra sbagliata
Dove sono i miei frammenti mancanti?
hai notizie del mio dito perso?
Il mio dito ha camminato sulle sponde della tua terra? non è vero?
Il sole gli ha messo una ghirlanda in testa con le mie unghie laccate?
Qui le mie labbra soffrono la ferita del riso
Qui i miei piedi sono in ansia per una mossa sbagliata nella danza del piede
Una danza vietata ai nostri corpi nascosti
Qui i miei piedi sono in ansia
Per il ballo sbagliato
In celebrazione dell'umano imperfetto
Uomo selvaggio
Uomo sbagliato - i disegni sbagliati della creazione -
Eccomi qui
Una ragazza della terra sbagliata
Rimango impiccato ogni secondo
agli alberi secchi della mia terra
Un altro simbolo verde sbagliato che ci seppellisce nel giallo
La mia faccia diventa rossa ogni momento
Dallo schiaffo delle damigelle che per errore hanno messo una corona di spine sulla
sposa
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Nausea of "being"
I will revolt
I will break
all the laws of coexistence with inanimate nature
I will revolt
With the same imperfect arms and legs
With the same inverted implications of "being"
"Being" No
nausea of "being"
And constantly chewing on "non-existence”
I will revolt
I will catch the human soul
From this permanent swamp
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Nausea di "essere"
Mi ribellerò
romperò
tutte le leggi della convivenza con la natura inanimata
mi ribellerò
Con le stesse braccia e gambe imperfette
Con le stesse implicazioni invertite di "essere"
"Essere" no
nausea di "essere"
E masticando costantemente la "non esistenza"
mi ribellerò
Catturerò l'anima umana
Da questa palude permanente
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Theft of eyes
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Furto di occhi
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Elham Hamedi was born in 1967 in Iran - Shiraz.
She is a multimedia Artist, Poet and international
curator, a permanent member of the Iranian Visual
Arts Scientific Association, a master of arts research
graduate of Yazd University and a bachelor of
radiology from Shiraz University. She is a designer of
the “Aghrabeh” literary and artistic magazine. Some
of her paintings and installations have been inspired
by the fragments of organs and their interactions with
inanimate objects. In her paintings, she tries to make
a connection between painting and medical topics
related to the body. This intertextual relationship is
associated with psychoanalytic topics and
psychoanalysis is considered to be the link between
the two areas of Hamedi's education. she has held several solo exhibitions and group
exhibitions in Iran and abroad. Her collection of paintings have been reviewed by four
Iranian critics in “Sokhan”, Cultural and Artistic Magazine Issue 34, 2018. Her works also
have been reviewed by Rocco Zani an Italian critic in “WordNews” 2021. She is
collaborating on Maurizio Esposito’s project at Dialogue magazine. Some of her poems
have been published in Italian in Giuseppe Vetromile’s Poetic Transits.
Recently she has started a joint project as a curator between Iranian artists and Italian
artists called SYMBIOSIS. This project proposed by Mr.Antonio Sammartano an artist
and curator.
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Elham Hamedi è nata nel 1967 a Shiraz. in Iran. È un'artista multimediale, poetessa e
curatrice internazionale, membro permanente dell'Iranian Visual Arts Scientific
Association, laureata in ricerca in arti alla Yazd University e laureata in radiologia presso
l'Università di Shiraz. È designer della rivista letteraria e artistica “Aghrabeh”. Alcuni dei
suoi dipinti e installazioni sono stati ispirati dai frammenti di organi e dalle loro interazioni
con oggetti inanimati. Nei suoi dipinti, cerca di stabilire una connessione tra pittura e
argomenti medici legati al corpo. Questa relazione intertestuale è associata a temi
psicoanalitici e la psicoanalisi è considerata il collegamento tra le due aree dell'educazione
di Hamedi. Ha tenuto diverse mostre personali e collettive in Iran e all'estero. La sua
collezione di dipinti è stata recensita da quattro critici iraniani in “Sokhan”, Rivista
Culturale e Artistica Numero 34, 2018. I suoi lavori sono stati recensiti anche da Rocco
Zani un critico italiano in “WordNews” 2021. Sta collaborando al progetto di Maurizio
Esposito sulla rivista Dialogo. Alcune sue poesie sono state pubblicate in italiano su
“Transiti Poetici” di Giuseppe Vetromile.
Recentemente ha avviato un progetto congiunto come curatrice tra artisti iraniani e artisti
italiani chiamato SYMBIOSIS, progetto proposto da Antonio Sammartano artista e
curatore.
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Giuseppe Vetromile è nato a Napoli nel 1949. Svolge la sua attività letteraria a
Sant'Anastasia (Na), città in cui risiede dal 1980. Ha ricevuto riconoscimenti sia per la
poesia che per la narrativa in importanti concorsi letterari nazionali. Numerosissimi sono
stati i primi premi.
Ha pubblicato più di venti di libri di poesie, gli ultimi dei quali sono Cantico del possibile
approdo (Scuderi, 2005), Inventari apocrifi (Bastogi, 2009), Ritratti in lavorazione (Edizioni del
Calatino, 2011), Percorsi alternativi (Marcus Edizioni, 2013), Congiunzioni e rimarginature
(Scuderi, 2015), Il lato basso del quadrato (La Vita Felice, 2017), Proprietà dell'attesa (RPlibri,
2020), ed il libro di narrativa Il signor Attilio Cìndramo e altri perdenti (Kairos, 2010).
Ha ideato e gestisce il sito “Transiti Poetici” (https://transitipoetici.blogspot.com/), sul
quale pubblica recensioni e note di lettura di libri di poesia e di narrativa.
Ha curato diverse antologie, tra le quali, recentemente, Percezioni dell'invisibile, L'Arca Felice
Edizioni di Mario Fresa, Salerno, 2013; Ifigenia siamo noi (2015) e Mare nostro quotidiano
(2018) per la Scuderi Editrice di Avellino. Attualmente sta curando l’Antologia Poetica
Virtuale Transiti Poetici in più volumi (ogni volume comprende dieci Autori; al momento è
giunto al XXVIII Volume). È il fondatore e il responsabile del Circolo Letterario Anastasiano.
Fa parte di giurie in importanti concorsi letterari nazionali. Organizza incontri ed eventi
letterari, anche in diretta video. È l’ideatore e il coordinatore del Premio Nazionale di
Poesia “Città di Sant’Anastasia" (giunto alla XVIII Edizione). È l’ideatore e conduttore
della Rassegna “Il London Park Letterario”, che si svolge con cadenza mensile a
Sant’Anastasia (Na) con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale. È presente in rete
con diversi blog letterari (Circolo Letterario Anastasiano, Transiti Poetici, Taccuino Anastasiano,
Selezione di Concorsi Letterari), ed inoltre collabora attivamente con altre associazioni e
operatori culturali del territorio nella realizzazione di eventi letterari di rilievo,
prodigandosi anche nella ricerca di nuovi “talenti” poetici.
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Nota
La traduzione in italiano è stata realizzata dalla stessa autrice. Sui testi in italiano, è stato eseguito un
leggero lavoro di editing da parte del curatore del presente Quaderno.
Pubblicato da
© Circolo Letterario Anastasiano, 25 agosto 2021
Quaderno n. 52
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