1° premio
Collana
I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano
n. 67
a cura di Giuseppe Vetromile
1
Motivazione
C’è qualcosa di indefinibile che colpisce e coinvolge il lettore quando si trova dinanzi ad
un’opera d’arte considerevole e che, appunto, ha tutte le buone caratteristiche, formali,
tecniche e di contenuto, in base alle quali si può dire che è effettivamente un lavoro
significativo, valido, importante. Questo qualcosa deve essere un’onda anomala in grado
di investire totalmente chi sta di fronte all’opera d’arte, interessandone i segreti anditi del
cuore, della mente e possibilmente degli altri sensi. In poesia questo coinvolgimento del
lettore è essenziale, e non parliamo solo di contenuti e significati, ma anche delle modalità
espressive, della padronanza del lessico e delle figure retoriche, dell’originalità e della
potenzialità del dettato poetico.
La Giuria di questa seconda edizione del Premio Silloge Transiti Poetici ha dunque
individuato, tra i 229 lavori pervenuti, proprio la silloge Il giardino dell’attesa, risultata poi
della poetessa vicentina Stefania Bortoli, ritenendola meritevole di ottenere il primo
premio.
Si nota subito la compattezza del lavoro, suddiviso nei dieci testi che, pur autonomi nei
contenuti, contribuiscono a realizzare un insieme poetico di grande resa, e di pensiero e di
dettato concettuale e stilistico. L’io narrante si pone al di fuori del quadro complessivo,
pur rimanendo attento alla realtà che lo circonda e lo attraversa: non si tratta di
estraneamento o distacco dal contingente, bensì di una presa di posizione precisa e
altamente escatologica: “In un’altra parte del tempo / aspettava una rosa purpurea d’aprile”. Il filo
conduttore che tiene saldamente collegate tra di loro le dieci composizioni è dunque
questo soffermarsi in uno spazio metaforicamente rappresentato dal giardino, per
antonomasia luogo di serenità e di gioiosità pervaso da umori, sentori, profumi, luci e
colori che inondano di pace l’anima, dove c’è da “attendere” che cosa? La lettura attenta
della silloge porta a realizzare che questa attesa non è una passiva e rassegnata
considerazione dell’inanità di certe azioni o di certi tentativi di “cambiare il mondo”
(“Dietro le dune, / spostate dal vento notturno, / non c’era più orizzonte.”), bensì suggerisce
elementi di riscatto e di incitamento verso (ancòra) possibili mete di bene-essere, stante
l’attuale situazione di alta e generale ignavia nei confronti di un’umanità continuamente
denigrata e umiliata. Per il recupero di tali valori è necessario uno scavo coraggioso nel
proprio io, che l’autrice attua in una poesia che può essere esemplare per il lettore e per
tutti noi, come efficace via da seguire, partendo ognuno di noi dal proprio fatidico giardino
dell’attesa: luogo dell’anima eccelso, dove il silenzio filtra ogni scabrosità sonora ed ogni
frastornante disturbo proveniente dalla realtà esterna, così pedissequamente monotona da
distrarci deviando il nostro perenne cammino verso l’equilibrio e il miglioramento: “Libera
i tuoi occhi che vedono / l’ombra più scura / dove è intensa la luce”. La parola poetica è il tramite
fondamentale e direi quasi l’unico in grado di rivelarci la profondità magmatica e informale
del nostro pensiero e del nostro subbuglio interiore, che acquista chiarezza e potenzialità
espressiva nel silenzio meditativo, quasi ascetico, senza tempo e senza spazi, del “giardino
dell’attesa”: “Finalmente il giardino dell’attesa / è solitario – vuoto / Custodisce la mia solitudine /
2
allargando le braccia”.
Ricco di rimandi e di citazioni coerenti e autorevoli, Il giardino dell’attesa si presenta come
un poemetto altamente propositivo per i contenuti, espressi con un dettato poetico intimo,
confidenziale e liricamente gradevole.
Giuseppe Vetromile
3
IL GIARDINO DELL’ATTESA
Si era addormentata
fuori dal tempo l’anima perduta
Dentro l’inconscio sogno
come profondo sonno
cieco
senza sogni
***
4
In lontananza,
lo sguardo attonito della madre
depose le lacrime
e strinse la Paura dei figli.
Dietro le dune,
spostate dal vento notturno,
non c’era più orizzonte.
Senza un abbraccio
lasceremo qualche segno d’artiglio sulla sabbia.
Qualche segno d’artiglio sulla sabbia: il corsivo rimanda al verso della poesia Grande Numero
di Wislawa Szymborska, (La vita dura qualche segno d’artiglio sulla sabbia), da La gioia di scrivere.
***
A gennaio
il seme è fiducioso
e riposa nel gelo della notte
sotto la neve
Ai luoghi imprevedibili
si radica la parola poetica
immergendosi - nell’avventuroso intreccio -
alle voci della terra
***
Il soffio di un respiro
come una lama tagliava
l’ultimo silenzio di neve…
***
6
***
***
Amica mia
dei nostri trent’anni liberi e confusi,
a lungo ti ho attesa.
Talvolta nei sogni notturni
venivi a trovarmi
ma l’immagine si ritraeva
dissolvendo al risveglio
i passi dell’assenza.
***
7
a S.S.
1marzo 2022
***
8
inghiottite nei pregiudizi
nel gorgo d’acqua opaca.
Fronde dei salici: il corsivo rimanda alla poesia Alle fronde dei salici di Salvatore Quasimodo,
da Giorno dopo giorno.
***
Cara gratitudine,
nei giorni del tardo inverno
ti rigeneri in ombra
9
Stefania Bortoli è nata a Thiene (Vi). Laureata in Pedagogia all’Università di Padova con
una tesi di Estetica e Psicoanalisi, ha insegnato Lettere al Liceo Artistico di Nove. Vive a
Pove del Grappa (Vi).
Ha pubblicato le sillogi poetiche: Voci d’assenza (Editrice Artistica Bassano, 2012), opera
segnalata al Convegno Internazionale di Poesia a cura di “Anterem” e Menzione di merito
al Premio Nazionale di poesia “Achille Marazza” (2013). Con la promessa di dire (Book
Editore, 2016) con la quale ha ottenuto la Menzione d’onore al XXXII° Premio Lorenzo
Montano (2018).
Ha avuto diversi riconoscimenti in concorsi letterari di rilievo: segnalazione per “Una
poesia inedita” al Premio Lorenzo Montano, nelle edizioni XXI°, XXIV°, XXXI° e
XXXV°.
1° Premio Silloge Transiti poetici 2022 con “Il giardino dell’attesa”.
Partecipazione a vari reading tra i quali “Panorami Poetici” a cura di Samuele Editore
(2021) e “Notturni DiVersi” a cura di Porto dei Benandanti (2022).
Alcune poesie sono state presentate in occasione di reading e sono presenti su siti web:
“Blanc de ta nuque”, “Perìgeion”, “Di Sesta e di Settima Grandezza - Avvistamenti di
poesia”, a cura di Alfredo Rienzi, “Le Antologie di Transiti Poetici”, curate da Giuseppe
Vetromile.
Ha partecipato alla realizzazione dei seguenti Libri d’artista: Orizzonte terraaqueo -
laboratorio di Lettura e Scrittura Poetica di Artémis – Pittori in Acqua. (2008); Il colore del
disgelo, con Graziella Da Gioz (2017); Scrive come la luce dentro l’oscurità del bosco, con Anna
Bello per Libri di versi 14 (2022).
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