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PAUL KLEE

(1879-1940)
Fu uno dei docenti del Bauhaus,e sicuramente uno tra i più attivi e originali. Il suo linguaggio originale
si ispira all’arte dei Primitivi italiani e al fascino esotico del Nord Africa: viaggio in Tunisia nel 1914,
come successe a Delacroix, scopre il fascino del colore e resterà segno indelebile per sempre.
Si avvicina al Dadaismo, al surrealismo, Cavaliere Azzurro passando dal realismo all'astrattismo con
grande disinvoltura e coerenza.
Come un grande lavoro sul linguaggio espressivo, si concentra sul tema della spiritualità e sul
conflitto anima-corpo.
Importante nell’elaborazione del suo linguaggio la discendenza da una famiglia di musicisti e la
passione e conoscenza per la materia. La conoscenza di così tanti mezzi espressivi porta Klee ad
elaborare un linguaggio primario ed essenziale.
Klee parla di una tragedia della spiritualità come della più profonda tragedia dell’uomo: allude qui al
conflutto delcorspoe lo spirito: “ognuna delle due parti, accorgendosi dell’altra, prende coscienza della
propria tragica incompiutezza”.
Dopo il ’14, oltre al suo interesse per il colore, Klee prende a rappresentare squarci di realtà in chiave
bidimensionale, attraverso campiture geometriche e irregolari.

Il soggetto delle sue opere era il mondo, se pure non quello visibile. Un interesse quindi per il colore,
per il segno e il messaggio che questi riescono a comunicare.
Emerge dalle campiture un segno sottile ed elegante ed un intento evocativo intenso. L’insegnamento
incoraggia Klee a teorizzare la sua concezione di arte che non è quella di imitazione ma di creazione di
un mondo nuovo che trova le proprie radici nella realtà. Seleziona immagini come uccelli, case, lettere,
numeri, di forte potenza evocativa.
🎨
​ ​Ambasciatore d’autunno (1922)
Il titolo ci aiuta a leggere questa opera indefinibile, tra
l'astratto e il figurativo, con l’allusione al passaggio delle
stagioni. Il colore arancione dell'ovale che cattura la nostra
attenzione, della tipica tonalità delle foglie d’autunno,
compone il profilo di un albero: come una chiave
interpretativa che ci guida nell’intrico regolare di segmenti
geometrici. La disposizione architettonica dei riquadri
costituisce un fattore rassicurante assieme alle cromie:
ritmo, equilibrio e armonia di forme e colori. Nulla di
caotico. Era un artista metodico. Attinge alla tradizione
dell’Estremo Oriente e in questa opera è evidente.

Nel 1933 lascia la Germania per sfuggire al Nazzismo e si rifugia nella natìa Svizzera, ma qui una rara
malattia lo porterà alla morte nel 1940. Questo stato provoca un cambiamento nella sua arte, perché
straziato dal dolore e consapevole di essere vicino alla morte. La linea di contorno si ispessisce e utilizza
materiali grezzi ( “Morte e fuoco”). Le sue ultime opere hanno un carattere meno costruito, in cui le
ampie campiture di colore sono profilate da una linea spessa e scura, talvolta accompagnata da segni
o simboli (egualmente spessi e scuri) che si dispongono sulla superficie come lettere di un alfabeto
misterioso. A questi si aggiungono a volte anche dei piccoli segni e simboli riconoscibili: animali,

🎨
soggetti botanici.
​ Ad Parnassum (1932)
I modelli di riferimento sono l’arte bizantina, quella
primitiva e la creatività infantile. Iconografia: paesaggio
interiore.
L’opera risente del viaggio di Klee a Ravenna dove viene
ispirato dalla brillantezza dei mosaici di età bizantina.
Raffigura un paesaggio essenziale, costruito da poche
sagome riconoscibili (sole, montagna, porta), ma
soprattutto dalla combinazione di luce e colore.
Permane l’aspetto bidimensionale per ribadire l’alterità
della dimensione artistica rispetto alla realtà. Lo spazio
dell'arte è lo spazio del pensiero e del sogno: trasformato in specchio della realtà sarebbe riduttivo. Il
dipinto raccoglie molti aspetti della sensibilità di Klee: la semplificazione iconografica che trae spunto
dalla realtà, assume un carattere essenziale affine alla creatività dei bambini.
Il titolo, come spesso avviene nelle sue opere, offre un percorso di lettura. Il profilo monte Parnaso,
affiancato dal disco giallo/arancione del sole, rappresenta un traguardo per l’iniziato che varca la porta
regolare, evocatrice di classicità. Al tempo stesso, il monte suggerisce l’idea del tetto diuna casa,
evidenziando le capacità immaginative della mente umana. Insistenza rapporto
immaginazione-realtà-immagine.
La linea retta che prende avvio dalla porta, addentrandosi verso un ipotetico fondo, dà l’idea di
profondità, annullata dalla pienezza della composizione. Crea una atmosfera di sogno, che si adatta al
tema dell’opera, connesso al mito delle Muse. La trama fittissima lascia vibrare i colori.

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