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DA CHE ARTE STAI RIASSUNTO LIBRO

Ci sono varie ipotesi che definiscono la nascita dell’ARTE CONTEMPORANEA in diversi momenti.
Una delle ipotesi è quella in cui l’arte contemporanea iniziò a seguito della RIVOLUZIONE FRANCESE nel
1789, ma senza dubbio l’arte Ottocentesca è molto lontana dal nostro gusto o ideale di arte
contemporanea.
Durante il 19° secolo, però, a seguito della nascita della fotografia che inizia a RAPPRESENTARE LA REALTÀ,
l’arte sembra invecchiare di colpo. Nonostante la fotografia non sia ancora arte, è una qualcosa che si
diffonde rapidamente a cui gli artisti si devono adattare.
Nascono così gli IMPRESSIONISTI intorno al 1860 che ragionano in termini di LINGUAGGIO, LUCE e
STRUTTURA DEL DIPINTO. Non rappresentano più gli stessi soggetti quali nudi, interni, paesaggi e natura
morta in quanto non è più l’elemento centrale dell’opera, ma si concentrano sulla RIPETIZIONE,
introducendo un elemento fondamentale: IL TEMPO.

CLAUDE MONET (IMPRESSIONISTA) realizza 31 dipinti della CATTEDRALE dallo stesso punto di
osservazione, raffigurando come cambia l’effetto della LUCE a seconda delle ore del giorno e dalle varie
condizioni meteorologiche. Si nota anche come la cattedrale risulti tagliata e quindi non sia perfettamente
inquadrata.
Realizzò la serie, composta da 48 dipinti, delle cattedrali
tra il 1892 e il 1894. L’idea fu conseguente alla sua
ricerca sulla luce. Probabilmente Monet nel realizzare i
suoi lavori volle superare la visione da cartolina della
cattedrale. L'inquadratura è obbliqua: l’artista evita
accuratamente la ripresa centrale fotografica che
potrebbe bloccare la composizione riducendone la dinamicità. È stata considerata l’invenzione della
fotografia che ha condizionato il taglio del dipinto.
l tempo è presentato da Monet come una sommatoria di momenti: esso è ancora un tempo misurabile,
oggettivo, scandito dagli orologi e dai calendari, ma gli effetti del tempo su di noi sono invece imprevedibili
e come tali totalmente soggettivi.
EDOUARD MANET (PREIMPRESSIONISTA): subì diversi tentativi di CENSURA. A parte le varie critiche per la
ragazza nuda, presenta diversi aspetti INNOVATIVI legati alla città, in quanto tutto è più moderno, anche i
rapporti tra uomo e donna
“Olympia” 1863

Una giovane donna priva di abiti è distesa su un letto rivolta verso il fronte del
dipinto. Il suo viso non rivela alcuna emozione e lo sguardo acuto è puntato in
avanti. La protagonista indossa solamente alcuni gioielli, orecchini di perla e un
bracciale. Intorno al collo poi è annodato un laccetto nero e sottile. Ai piedi porta
un paio di zoccolette gialle mentre tra i capelli spunta un’orchidea rossa. Il braccio
sinistro è piegato e sostiene il busto, invece la mano destra copre il pube della
ragazza.

A destra del dipinto, una donna di colore guarda la protagonista porgendo un mazzo di fiori avvolto in una carta
bianca. Accanto a lei poi un gatto nero alza la coda e guarda con sospetto in avanti. Il materasso è coperto da
lenzuolo bianco sgualcito mentre grandi cuscini sostengono il busto della giovane. Sotto di lei inoltre spunta un telo
giallo decorato con motivi a fiori. L’ambiente è minimamente descritto e molto sobrio. A sinistra, si individuano un
paravento marrone e una tenda verde scostata in alto.
Olympia era un soprannome molto comune riservato alle cortigiane nell’Ottocento. Il gatto nero era un simbolo
erotico legato alla sessualità femminile. Inoltre, la serva che porge un mazzo di fiori espone l’offerta di un cliente.

Manet fece riferimenti diretti però a opere del passato. Il dipinto, quindi, offrì molti aspetti provocatori nei confronti
di coloro che sostenevano la tradizione accademica e la morale borghese.

“Colazione sull’erba” 1862-1963

Una donna completamente nuda siede tranquilla al cospetto di due borghesi in


abito scuro e ci guarda. Le sue gambe raccolte fanno da appoggio al braccio destro
sollevato verso il viso in una posizione naturale e disinvolta. Un uomo siede dietro
di lei e conversa piacevolmente con una espressione pensierosa. Il convitato di
destra, invece, è disteso con la gamba sinistra verso la donna e il ginocchio destro
piegato, con in mano un bastone. I tre, infatti si sono fermati nel bosco per
riposarsi durante una passeggiata.

A fine 800, PARIGI era la GRANDE METROPOLI EUROPEA: nasce il CINEMA, nasce la prima tecnologia
architettonica (TORRE EIFEL) e si afferma l’ART NOUVEAU, che si affiancò alla PITTURA IMPRESSIONISTICA
e POSTIMPRESSIONISTICA.
Quest’ultimo movimento è un’evoluzione dell’IMPRESSIONISMO, in quanto anch’essi continuavano a non
interessarsi al soggetto, ma alla STRUTTURA del quadro, ripetendolo il più possibile, ma RIFIUTANDO la
sola IMPRESSIONE VISIVA.
Ormai la pittura non era “una finestra sul mondo” ma diventò “una finestra nella mente e nell’anima
dell’artista”.

PAUL CEZANNE: maestro del POSTIMPRESSIONISMO, si impegnò infatti nel recuperare la forma
attraverso una ricerca di progressiva semplificazione della figura. Operò una scomposizione progressiva
delle forme che lo portò a dipingere nature morte e paesaggi con figure umane semplificate e ridotte a
forme geometriche. Il colore venne utilizzato dal maestro per definire i volumi.

La montagna Sainte-Victoire è uno dei temi più frequentemente trattati dal pittore, fonte inesauribile di
ispirazione per l'artista francese.
La ricerca di sintesi si fa ancora più forte nella serie di dipinti dedicati alla montagna di Sainte-Victoire
realizzati durante l'ultima fase dell'attività dell'artista:

La montagna Sainte-Victoire, 1904 - 1906


Il primo piano è occupato da una fascia di vegetazione colorata di grigio
e nero. Si osservano poi abitazioni e natura alternati con verde
brillante e ocra. Questi due colori creano un contrasto di temperatura
che movimenta la pianura fino al monte. La prospettiva aerea induce
un cambiamento dei toni in profondità. I colori diventano meno saturi
fino al grigio ai piedi della Montagna Sainte-Victoire. Il monte infine è
interamente dipinto di azzurro, blu lumeggiati con il bianco.

Il pittore osservò il monte sempre dalla stessa angolazione. Variò invece il modo di rappresentare il
paesaggio. Cézanne utilizzò, oltre che pennelli, anche spatole per creare campiture di colore più nette e
geometriche. La profondità è descritta attraverso la prospettiva di grandezza che riduce le dimensioni
delle forme in profondità. Inoltre, agisce la disposizione delle forme lontane verso l’alto del dipinto. Si
coglie anche l’utilizzo della prospettiva aerea che rende più azzurre le
parti in lontananza come la Montagna Sainte-Victoire. La prospettiva di
sovrapposizione alterna la visione di alberi e case verso l’orizzonte.

Cézanne volle rappresentare nei suoi dipinti l’essenza della realtà,


attraverso l’adozione di una prospettiva multifocale, che scompone e
ricompone l’immagine del mondo secondo i diversi punti di
riferimento. Per questo, egli pervenne alla concezione della quarta
dimensione, quella temporale. E, dopo di lui, e per sua ispirazione,
anche Pablo Picasso, fondatore del Cubismo, si ricollegò alle nuove teorie scientifiche, in particolare dalla
relatività di Einstein, sviluppando una concezione artistica inedita del rapporto spazio-tempo.
SEURAT IMPRESSIONISTA

VAN GOGH IMPRESSIONISTA: intendeva sublimare i propri tormenti nella professione artistica, per
riscattare la straziata insoddisfazione che lacerava il suo animo e per trovare la propria strada nel mondo.
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Vicini al 900, la FOTOGRAFIA ed il CINEMA sono nuovi linguaggi dell’arte.
All'arrivo delle AVANGUARDIE STORICHE (ESPRESSIONISMO, FUTURISMO, DADAISMO, ASTRATTISMO,
SURREALISMO) a partire dal 1909 (pubblicazione MANIFESTO FUTURISTA), l’arte introduce diverse novità:
vengono usati materiali che sono più vicini alla realtà, anche per creare un'opera, cambia quindi il
GIUDIZIO poiché chiunque può pensare di fare arte, togliendo l’obbligo di doverla CREARE
MANUALMENTE.

MARCEL DUCHAMP ESPRESSIONISMO, CUBISMO, DADAISMO, SURREALISMO:


“Funtane R. Mutt” 1917

READY-MADE: avvalora la TEORIA DEL CONTESTO, secondo la quale tutto ciò che sta
dentro un luogo autorizzato come un museo, è arte. E si inizia a considerare arte
anche oggetti di uso quotidiani, ovvero senza essere obbligati a creare manualmente
un’opera.

“Nudo che scende le scale” 1912

Ricorda le invenzioni dinamiche futuriste. Con questo dipinto si mise in opposizione con gli artisti
cubisti con i quali condivideva le teorie fino a quel momento. Duchamp non adottò, però, del tutto
l’ottica futurista. L’artista non formalizzò il suo lavoro con uno stile preciso. Il suo atteggiamento fu
piuttosto quello di rifiutare qualsiasi convenzione portando avanti una continua ribellione creativa.

Ad un certo punto la CAPITALE DELL’ARTE si sposta da Parigi a NEW YORK. Gli artisti si
rifugiano negli STATI UNITI che nonostante la partecipazione alla guerra, non
combatterono nel loro territorio già in continua evoluzione: nuovi musei, nuovo collezionismo, nuovi
grattacieli ed un GOVERNO che supportava la produzione di CULTURA ED ARTE.

EDVARD MUNCH ESPRESSIONISMO


“Malinconia” 1891
“L’urlo” 1893

Ispiratosi a una mummia ritrovata in Perù il messaggio che Munch ci ha voluto dare emerge
già nel nome della tela, L'urlo, titolo che dà alla luce lo spirito dell'artista. Il protagonista
della scena è, infatti, proprio l'uomo urlante, nel quale Munch infonde tutto il suo crudo
stile pittorico. Il suo grido, lancinante e unico nel trasferire angoscia allo spettatore, sembra
con la sua sonorità deformare l'innaturale paesaggio, composto da un cielo striato da
venature color rosso sangue e da un mare nero e oleoso. Le tinte sono irreali e non
rispettano, se non parzialmente, i colori reali del paesaggio naturale. Il colore dell’acqua è
l’unico ad essere rispettato, se pur nel suo blu forte e profondo. Il sentiero e il parapetto in
legno sono di un marrone molto saturo. Il cielo e le nuvole poi sono rappresentati con linee
curve e disorientanti di colore arancio e ocra.

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Per AVANGUARDIA si intendono quegli artisti o movimenti che tendono a ROMPERE GLI SCHEMI del
passato.
Avendo visto la crisi dei linguaggi tradizionali già nella seconda metà dell’800, possiamo affermare che con
l’AVANGUARDIA, si ha una rottura definitiva.
All'inizio del 900, il primo movimento fu l’ESPRESSIONISMO TEDESCO iniziato in GERMANIA nel 1905, la
quale si esprime in MANIERA FIGURATIVA nella PITTURA ed è caratterizzato dalle SPERIMENTAZIONI DEL
CINEMA D’ARTISTA. È quella corrente artistica che mira a esaltare il lato emotivo della realtà che ci
circonda.
In Italia L’AVANGUARDIA nacque nel 1909 in seguito alla PUBBLICAZIONE DEL MANIFESTO FUTURISTA, a
cui seguono molte idee ma poche opere.

TOMMASO MARINETTI: è il fondatore del FUTURISMO. È un genio della comunicazione e della


pubblicità.
Il FUTURISMO nasce con una serie di AFFERMAZIONI SCIOCCANTI (“noi vogliamo distruggere i musei”
ecc.) la quali lasciano spazio a varie interpretazioni. In realtà il movimento vuole guardare oltre
l’INTERPRETAZIONE DELLA REALTÀ. Vede la possibile realizzazione di un mondo TECNOLOGICO in cui le
opere debbano dare un senso, anche provocatorio, con spunti di modernità: il teatro si trasforma in
performance senza senso.
Dal 1909 al 1916, ovvero dalla pubblicazione del MANIFESTO, alla morte di UMBERTO BOCCIONI, è una
fase MOVIMENTISTICA e SPERIMENTALE.
Fu caratterizzata da un forte legame con la cultura POST-CUBISTA.
Nel frattempo, in Olanda (PAESI BASSI), nasce il movimento DE STIJL in seguito alla pubblicazione del
MANIFESTO DEL NEOPLASTICISMO PITTORICO che descrive la loro forma d'arte: astratta, essenziale e
geometrica.
La PITTURA ASTRATTA entra in contrapposizione al REALISMO FIGURATIVO (rappresenta la realtà nei suoi
aspetti concreti, con la forma che gli oggetti hanno in natura).
La seconda fase del FUTURISMO, dal 1929 al 1939, fu molto più legata alle idee del SURREALISMO.

Il DADAISMO nasce in Svizzera, ai tempi neutrale nella Prima guerra mondiale e si sviluppa tra il 1916 e il
1922, ha interessato soprattutto le arti visive, la letteratura, il teatro e la grafica ed è caratterizzato dal
RIFIUTO DEGLI STANDARD ARTISTICI, andandoci addirittura CONTRO (ARTE CONTRO ARTE). Ha inoltre
proposto il RIFIUTO della RAGIONE e della LOGICA, ed ha enfatizzato la stravaganza, l'umorismo, la
libertà espressiva e la derisione. Gli artisti dada erano volutamente irrispettosi, stravaganti, provavano
disgusto nei confronti delle usanze del passato; ricercavano la libertà creativa per la quale utilizzavano
tutti i materiali e le forme disponibili.
Il SURREALISMO nasce ufficialmente nel 1924 in seguito al MANIFESTO di André BRETON a Parigi,
invitando tutti gli artisti ad ACCOGLIERE TUTTE LE AVANGUARDIE. Vuole esprimere una realtà DIVERSA,
fatta di SOGNI ed IRRAZIONABILITÀ col lo scopo di rivelare gli aspetti più profondi della PSICHE. Vengono
usate le figure con lo scopo di fare emergere altri pensieri, mai razionali e quindi liberi. È un’evoluzione del
DADAISMO.
FRIDA KHALO SURREALISTA PAG. 144
“La colonna spezzata” 1944

MAN RAY DADAISMO, SURREALISMO: (uomo raggio)

ANDRE BRETON DADAISMO, SURREALISMO: dopo averlo L’interpretazione dei sogni di FREUD, trovò
inaccettabile il fatto che il sogno e l'inconscio avevano avuto così poco spazio nella civiltà moderna e
pensò, quindi, di fondare un nuovo movimento artistico e letterario in cui essi avessero un ruolo
fondamentale.

PIET MONDRIAN: FONDATORE DEL DE STIJL o NEOPLASTICISMO. I suoi quadri sono complessi,
nonostante il loro aspetto “semplice”. Consistono in LINEE PERPENDICOLARI ed i colori PRIMARI (ROSSO,
GIALLO E BLU) usati, assieme al BIANCO, NERO e GRIGIO, sono il risultato di una RICERCA DI EQUILIBRIO E
PERFEZIONE.
“Composizione con rosso, giallo e blu” 1929

GIACOMO BALLA FUTURISMO, PITTURA FIGURATIVA:


UMBERTO BOCCIONI: studiò con Balla che gli fece conoscere l’IMPRESSIONISMO, aderì al
FUTURISMO e ne fu uno dei leader ed infine si avvicinò alla SPERIMENTAZIONE CUBISTA, ricercando una
sintesi tra tempo, spazio, forma, colore e tonalità, sia per la pittura che per la scultura.
Come gli altri FUTURISTI anche Boccioni metteva alla base del suo lavoro la convinzione che l’arte deve
rappresentare il movimento. Anzi il reale stesso, secondo i futuristi, è comprensibile solo in stato di moto.
Elaborò così il concetto di “plasticismo simultaneo”.
“La città che sale” 1910
Il titolo dato al dipinto da Umberto Boccioni rivela il suo interesse nei confronti della rappresentazione sintetica delle
forme in movimento.

In primo piano è rappresentato un cavallo, per quasi tutta la metà destra


del dipinto. L’animale trascina un peso legato a delle briglie. Alcuni operai
davanti a lui, di fianco e dietro assecondano e incitano il movimento in
avanti. Di fronte a questo cavallo si trovano altri due cavalli uno bianco e
uno rosso. Un operaio, a sinistra, frena, invece, il cavallo bianco che si trova
opposto a quella in primo piano. Sullo sfondo ferve l’attività degli operai e si
intravedono altri cavalli che portano avanti i carichi. L’edificio, ancora in fase
di costruzione è circondato dalle impalcature e svetta su tutte le figure.

È un dipinto che si ispira alla costruzione di una centrale elettrica nella periferia di Milano.

Per raffigurare lo spostamento e la rapidità del movimento i pittori futuristi ricorsero alla fusione fra
soggetto e ambiente. Occorreva creare una visione simultanea delle figure e delle loro rappresentazioni
nella parabola di movimento nello spazio circostante.

Stati d’animo – Gli addii (seconda versione) 1911


Emerge lampante l’influenza cubista. Accanto alla locomotiva a vapore
posta al centro della tela, di cui riconosciamo il volume della caldaia e il
numero di serie, sulla destra troviamo dei vagoni ferroviari pressoché
trasparenti e intersecati tra loro. Invece a sinistra, si distingue
chiaramente un traliccio della corrente elettrica e le ondulazioni della
collina, immagini del paesaggio colte dal finestrino del treno. Nella
sezione inferiore, scorgiamo molteplici sagome intente ad abbracciarsi,
ritratte da diverse angolazioni.

Dunque, ecco la simultaneità della visione e la sovrapposizione


degli elementi, rese attraverso la scomposizione cubista e la
compenetrazione dinamica tipica del Futurismo.

Stati d’animo – Quelli che vanno prima versione 1911


Appaiono colori vividi stesi con lunghe pennellate, tutte da sinistra
verso destra, quasi a voler suggerire il movimento con la direzione e
l’inclinazione della linea. Vi è malinconia in chi parte, ma prevale la
proiezione in avanti nel futuro, la spinta verso il proprio obiettivo.
Nella parte superiore della tela si notano delle case e posti alla
medesima altezza si riconoscono tre volti, rassomiglianti a dei riflessi.

“Forme uniche nella continuità dello spazio” 1913


La scultura rappresenta una figura umana mentre avanza nell’ambiente. Rappresenta
dinamicamente la sua aerodinamicità nell’aria. Le parti del corpo diventano spazi concavi e
convessi. Sono, comunque, ancora riconoscibili per via della posizione che ricorda una persona
che sta compiendo un ampio passo. Le gambe, infine, sono trasformate in scie di bronzo lasciate
dietro di sé dall’arto in movimento.

“La carica dei lancieri” 1915 , rappresenta l’interpretazione di Umberto Boccioni di un’azione bellica della
Prima Guerra Mondiale.
Presenta una composizione di linee scure che delimitano forme frammentate. Al
centro, prevalgono spesse linee oblique orientate nel medesimo senso. A destra, si
colgono poi linee curve mentre a sinistra e in basso sono dipinte campiture
circolari. Al centro dell’immagine è possibile identificare un gruppo ordinato di
soldati che procedono a cavallo verso sinistra con le lance abbassate. In basso, in
prossimità dell’angolo sinistro, i soldati nemici sono addossati al bordo del dipinto.
Nello sfondo, si intravedono stralci di carta stampata.

FORTUNATO DEPERO

MARCEL DUCHAMP: pensa, provoca, elude e si nasconde dietro l’opera per affermare la PROPRIA
Identità. Massimo esponente del DADAISMO.

Duchamp impersona il suo alter ego Rrose Sèlavy , foto scattata da MAN RAY

L.H.O.O.Q. o “La Gioconda con i baffi” 1919 (PAG. 33)


SALVODOR DALÌ: Quando nel 1929 aderisce al gruppo surrealista ne dà un'interpretazione
assolutamente personale, da lui stesso definita “metodo paranoico-critico”, consistente nel
trasmettere all'osservatore i conflitti psicologici più intimi nella speranza di strappargli una risposta
empatica.
“Il grande masturbatore” 1929

“Persistenza della memoria” 1931


All’interno di un paesaggio fantastico sono disposti alcuni oggetti
irreali. Dominano la scena alcuni orologi molli. Pur segnando ancora il
tempo, sembrano aver perso la loro solidità. Sopra al parallelepipedo
dipinto a sinistra, un orologio è poggiato per una metà sul piano. Sopra
di esso, si è appoggiata una mosca che crea una lunga ombra verso le
dodici. La metà inferiore, invece, pende mollemente lungo il fianco del
solido. Un altro orologio, con la cassa però chiusa, è poggiato più a
sinistra: su di esso alcune formiche, grandi e piccole, creano un motivo
decorativo. Verso il bordo posteriore del solido, un esile tronco morto
si alza verso il cielo e un suo ramo di ulivo sostiene un altro orologio
che pende verso il basso. Sul terreno, un essere mostruoso composto
da un grande occhio chiuso, con lunghe ciglia, sopracciglia e la lingua al di fuori porta come una groppa un altro
orologio. Verso il fondo dello spazio rappresentato, si apre uno specchio d’acqua. A destra, alcuni faraglioni
avanzano verso l’acqua. A sinistra, invece, è dipinto un piano geometrico che avanza verso la riva. Il cielo è limpido e
privo di nubi. Si può immaginare che gli orologi molli rappresentino la relatività della percezione temporale. La
scogliera che si osserva a destra esiste davvero in Spagna.

L’artista si trovò ad osservare una fetta di formaggio che si stava sciogliendo al sole. Questa visione gli
ispirò l’idea degli orologi molli che subito dipinse sulla tela. È dipinta con uno stile estremamente
realistico: per questo si ha una sensazione di smarrimento di fronte all’immagine surreale.

Dalí intendeva mostrare che il trascorrere del tempo, misurabile da un punto di vista scientifico, è invece
variabile nella percezione umana e nella memoria. Per questo, nel quadro, tre orologi sono molli, perché
simboleggiano una condizione mobile, incontrollabile, non ferrea; essi rappresentano, insomma, l’aspetto
psicologico del tempo. Il quarto orologio coperto di formiche (una sorta di riproposizione in chiave
moderna della vanitas nelle nature morte seicentesche) rappresenta invece il tempo misurato dagli
strumenti, il tempo oggettivo che corrode e consuma, come appunto stanno facendo le formiche sopra di
esso. L’occhio addormentato simboleggia, invece, lo sguardo delirante del sogno, quello generato
dall’inconscio, che sottrae alla realtà quotidiana.

Primo cilindro cromo-olografico. 1973


L’ologramma (ritratto) della rockstar Alice Cooper teneva in mano una
scultura a forma di cervello arricchita da un’éclair al cioccolato e
gremito di formiche. Ciò che ha spinto l’artista spagnolo verso gli
ologrammi era la capacità di rendere tridimensionale l’immagine
conferendogli movimento ponendola allo stesso piano dello
spettatore. In questo modo si veniva a creare una sorta di legame tra
artista, opera e pubblico.

BRUCE NAUMAN: è tra gli artisti più importanti e rivoluzionari della seconda metà del Novecento, sempre
alla ricerca di nuove forme artistiche da sperimentare. Attivo a partire dalla fine degli anni Sessanta, si
occupa di fotografia, performance e video-installazioni evidenziando il problema della violenza come
disumanità. Nauman fu tra i primi a sperimentare la tecnica delle immagini in 3D realizzando nel 1968 la
serie di ologrammi Making Face.
Making face 1968

PABLO PICASSO: crea il quadro che apre la nuova stagione della cultura
CUBISTA, ma non lo si può identificare in una sola corrente artistica.
Nei suoi quadri, le immagini si compongono di frammenti di realtà, visti tutti da
angolazioni diverse e miscelati in una sintesi del tutto originale. Nelle opere di
Picasso, infatti, l’oggetto viene rappresentato da una molteplicità di punti di vista, così
da ottenere una rappresentazione “totale” dell’oggetto che ingloba tutte le possibili sfaccettature.
Il CUBISMO rompe la convenzione sull’unicità del punto di vista: introduce nella rappresentazione il
tempo, una variabile che prima era assente. Con Picasso, la dimensione spazio-temporale entra di diritto
nell’arte. Nasce così una nuova pittura in cui lo spazio e il tempo si fondono in una stessa rappresentazione
che fornisce una visione simultanea della realtà in tutte le sue sfaccettature.
È la dimensione temporale che Picasso introduce nell’opera, un’intuizione sviluppata anche dai surrealisti e
dai futuristi con la resa del movimento. In forme uniche della continuità nello spazio, BOCCIONI traspone
l’idea picassiana nella scultura, cercando di modellare la fluidità e la continuità del movimento. L’artista ci
offre una dimensione temporale diversa da quella concepita da Picasso, non più la simultaneità, ma
l’istante: la figura è congelata nel momento in cui è in procinto di muoversi, la falcata ampia e fiera, il piede
appoggiato ma sollevato allo stesso tempo, l’attimo fuggente.
“Le Demoiselles d'Avignon” 1907
Sono cinque ragazze che si propongono alla vista dell’osservatore. Sono disposte
frontalmente e mostrano in modo sfacciato la loro nudità. Si pongono inoltre come
modelle e la loro posizione prende direttamente in considerazione l’esistenza di
qualcuno che le sta osservando. Lo sfondo infine è rappresentato da zone frammentate
di diversi colori che si integrano con quelle dei corpi delle ragazze. È considerato il primo
dipinto cubista di Picasso. Le figure femminili citano forse Le Veneri della tradizione
classica.

I volti hanno lo scopo di catturate in maniera più efficace lo sguardo di colui che guarda.
Inoltre, le protagoniste non stabiliscono un contatto visivo fra loro e sembrano concepite per rappresentare figure
isolate e non parte di un unico spazio.

Secondo alcuni ricercatori, invece, la deformità potrebbe rimandare alle complicazioni della sifilide: i volti deformati
delle protagoniste ricordano proprio le conseguenze della malattia al tempo non curabile e letale.

“Guernica” 1937 In seguito al bombardamento di Guernica, crea un'opera con lo scopo di far conoscere la
storia.
La lettura di Guernica procede da destra a sinistra per adeguarla alla sua
collocazione all’ingresso del padiglione spagnolo. n alto a destra una
donna ferita alza le braccia al cielo, tra le case in fiamme. Alla sua sinistra
poi una figura spettrale tiene in mano una lampada ad olio. In basso
avanza trascinandosi una donna svestita. Al centro della grande tela un
cavallo avanza verso destra ma volta la testa a sinistra e nitrisce
terrorizzato. Sotto gli zoccoli dell’animale il cadavere di un soldato giace in
basso con una ferita sulla mano sinistra. La mano destra impugna una
spada dalla lama spezzata. Dalla stessa mano però sorge un fiore. In alto brilla una lampadina alimentata
elettricamente e diffonde la sua luce nel buio. Nell’opera è raffigurata una madre che stringe il figlio neonato. Sopra
la donna compare infine un toro, simbolo del suo sacrificio nell’arena durante la corrida e della Spagna. La scena
ricorda una natività sconvolta dal bombardamento. Tra i due animali è dipinta una colomba, simbolo della pace
ormai ferita.

L’AVANGARDIA si concentra anche sulla FOTOGRAFIA, non con lo scopo di rappresentare la realtà ma di
usare la FOTOGRAFIA come strumento tecnico che permette di sperimentare, creando effetti pittoreschi.
Nel frattempo, nel 1919, si forma la BAUHAUS, una scuola FUTURISTICA che dura fino al 1933, anno in cui
fu chiusa a causa dei NAZISTI.
In Russia, nel 1917, si forma il SUPREMATISMO che puntava all’ASTRAZIONE PURA.
Al contempo, si faceva strada anche la PITTURA FIGURATIVA in contrasto con la PITTURA ASTRATTA.
Nacque quindi la METAFISICA che significava immaginare in un TEMPO SOSPESO qualcosa di analitico e
freddo.

GIORGIO DE CHIRICO: dipingere non significa andare contro l’avanguardia, ma era un modo per
usare gli strumenti passati nel nuovo contesto di modernità. Studia il SIMBOLISMO, frequenta l’ambiente
SURREALISTA e crea il movimento METAFISICO.

“L’enigma dell’ora” 1911


Cinque archi sovrastati da una loggia che continua ai lati del dipinto. Al centro
dell’opera, sulla parete del porticato, è fissato un orologio che segna pochi
minuti alle 15. Uno zampillo d’acqua sgorga da una vasca di forma
rettangolare che si trova sulla pavimentazione di fronte all’arcata centrale del
porticato. Nella scena si scorgono tre figure umane. Quella più evidente si
trova a sinistra, in posizione stante, coperta da una lunga tunica bianca.
Un’altra figura è seminascosta nell’ombra del secondo arco a partire da
destra. Una terza poi si intravede appena nel loggiato, a sinistra, mentre si
affaccia in controluce. Sulla parete posteriore del porticato si aprono due
finestre quadrangolari parzialmente coperte dagli archi. Infine, le lunghe ombre dell’edificio e della figura umana
bianca si proiettano verso destra. Dalle aperture dell’architettura e oltre la copertura si intravede un cielo azzurro.
Rappresentazione asincrona rispetto all’ora segnata dall’orologio e alle ombre rappresentate che sono tipiche di
un’ora più tarda del pomeriggio. I colori del dipinto sono prevalentemente caldi e terrosi tranne il cielo.

Nelle scene dipinte da De Chirico si colgono inoltre molti riferimenti al passato classico soprattutto nei
contenuti e nei riferimenti architettonici. La sua figurazione però è distante dal REALISMO già a partire
dalla ricostruzione spaziale che spesso utilizza diversi punti di vista all’interno della stessa scena
rappresentata.
Il tempo sembra sospeso e le atmosfere sono cristallizzate dalla totale assenza di movimento. Le figure
sono ridotte all’essenziale grazie a un procedimento di sintesi.
“Le muse inquietanti” 1917
Una grande piazza è raffigurata come un palcoscenico teatrale. L’effetto infatti è quello di
un palco inclinato verso il pubblico e rialzato verso il fondo. In primo piano, a sinistra, si
trova una strana figura composta da un basamento circolare, il fusto di una colonna un
busto scolpito e coperto da una tunica e la testa di un manichino da sartoria. A destra,
invece, si trova un’altra forma che ricorda una persona seduta. L’abito scende a terra
formando quattro pieghe volumetriche che ricordano il fusto della colonna di sinistra. Le
parti che rappresentano le braccia, poi, sono unite sulle gambe e sembrano conserte. Il
torace, infine, è aperto e mostra un’apertura scura mentre al posto della testa vi è il
pomello di un manichino. Di fronte ad esso una scatola decorata con forme triangolari è
dipinta in obliquo. Tra i due manichini si trova un palo infisso sulle assi. Appoggiata alla
statua seduta, alla sua destra, si trova una maschera tribale. In secondo piano, più
arretrata si può osservare una terza statua, in ombra, con fattezze umane ma con la
stessa testa arrotondata. Sul fondo, si riconoscono il castello estense di Ferrara, a destra. Sulla sinistra invece, si
riconosce una fabbrica con due ciminiere. Giorgio de Chirico abbandona il linguaggio sperimentale dei futuristi
rivolto a celebrare la velocità e la complessità del mondo moderno, per recuperare classicità. Nella Metafisica, viene
celebrata l’immobilità della tradizione e delle opere da museo. Caratteristiche della pittura metafisica sono le
citazioni classiche che si concretizzano con forme statuarie. Infatti, la base del manichino di destra ricorda il fusto di
una colonna. Sul busto di pietra è scolpito un abbigliamento che ricorda le statue greche.

CARLO CARRÀ: FUTURISTA alle origini, diventa METAFISICO e finisce col ritorno alla pittura tradizionale, ma
asciutta e sintetica.
“Donna al balcone” 1912
Si definisce arte concettuale qualunque espressione artistica in cui i concetti e le idee espresse siano più
importanti del risultato estetico e percettivo dell'opera stessa.
In Italia si sviluppa anche una CORRENTE ASTRATTA: nel 1930 la galleria Il Milione di Milano, ospita diversi
artisti lombardi (pag. 54). Porta gli artisti ad esaltare le peculiarità dell'arte che siano inaccessibili alla
meccanicità, ovvero un'interpretazione del reale soggettiva, propria ed esclusiva dell'artista.
Nasce in Europa l’ARTE INFORMALE a partire dalla fine degli anni 40: ha lo scopo di interpretare le
inquietudini della guerra ed è un'arte che non ha forma, è astratta. Si dipinge senza forma, cioè senza
avere già l'opera in mente, ma improvvisando in base alle emozioni, senza figure riconoscibili, senza
prospettiva né geometria; i colori ed i materiali sono i veri protagonisti sulla tela. Risultano meno evidenti
i cambiamenti nella scultura.
L'ARTE FIGURATIVA (riguarda la rappresentazione di immagini riconoscibili del mondo intorno a noi a volte
fedeli e accurate, a volte altamente distorte) si inizia a dipanare, a causa delle dittature, come una sorta di
CONTRO AVANGUARDIA.

Finita la guerra, in Italia si sviluppa una nuova scuola cinematografica, il NEOREALISMO, il cinema della
realtà.

RENATO GUTTUSO NEOREALISTA: siciliano, diventa l’artista di riferimento del Partito Comunista pag. 59
“Crocifissione” 1942

“La Spiaggia” 1955


GIULIO TURCATO ASTRATTISMO INFORMALE
In seguito al MANIFESTO DELLO SPAZIALISMO di FONTANA, nasce un nuovo concetto rivoluzionario: lo
spazio.

LUCIO FONTANA: definisce la propria opera come “concetto” poiché l’opera viene dal pensiero, dalla
teoria e dal ragionamento, non dalla manualità e “spaziale” poiché lo spazio diventa più ampio e ne
influenza la produzione. Passa attraverso l’INFORMALE, utilizzando pezzi di vetro, sassi ecc. Per poi
diventare l’artista dei tagli, buchi e dello spazio.
“I tagli nella tela” 1965
Netto taglio incisivo che apre una finestra verso l’infinito, una fessura verso lo
spazio e il tempo. Con un unico gesto egli colpisce il telaio e lì vi racchiude il gesto
compiuto, l’atto di violazione, l’istante puro e semplice. Egli risponde al bisogno di
creare un’arte estesa oltre ai limiti della tela o della singola scultura: distruggere
dunque, per costruire qualcosa di nuovo.

Un’arte si astratta, ma che aveva una ricerca ben precisa da portare avanti:
la necessità di superare l’arte del passato, facendo “uscire il quadro dalla cornice” per creare nuove forme
d’arte.
ETTORE COLLA ASTRATTISMO
Il termine POP ART, ovvero arte popolare, viene usato per la prima volta a LONDRA nel 1955: è un'arte che
si riconosce per i soggetti tratti dalla vita quotidiana e dal mondo della comunicazione in un'epoca piena di
cambiamenti.
L'effettiva definizione però arriva dall’America grazie ad Andy Warhol. Siamo ad un punto in cui non c’è
differenza tra un’opera da museo e un ritaglio di giornale o un’oggetto quotidiano ed il ritratto di qualcuno
famoso.
Marilyn Monroe, 1967
Alla base delle sue operazioni artistiche vi fu la trasformazione in icona di un
prodotto commerciale o di un prodotto mediatico. In questo caso, l’attrice
Marilyn Monroe, si può intendere come un prodotto mediatico in quanto diva del
cinema hollywoodiano e mondiale.

Il movimento si diffonde anche in Francia nel 1960, chiamato NUOVO


REALISMO ma si differenzia dal fatto che, nonostante utilizzino gli stessi materiali, hanno lo scopo di
contrastare il CONSUMISMO; infatti, pensano che il riutilizzo di un oggetto per produrre arte possa
portare più valore all’oggetto stesso, in quanto potrebbe durare per sempre.
Fino all’avvento della Pop Art negli anni Sessanta, il fumetto veniva comunemente considerato come una
popolare forma alternativa di comunicare, in modo sintetico e semplice, un racconto anche complesso.
Fu l’artista Roy Lichtenstein ad unire per la prima volta l’arte pittorica al disegno commerciale,
trasformandolo così in forma d’arte: quando espose nel 1962 con una personale a New York le sue prime
opere al pubblico, contaminò ufficialmente il linguaggio artistico con stili presi dalla cultura popolare ed è
questo il momento in cui la sua fama si legò indissolubilmente a quei frammenti di fumetti riprodotti in
grande scala.
La pop art americana è il principale punto di raccordo tra arte e fumetto, ma è negli ultimi tempi che le
contaminazioni tra questi due generi si sono fatte sempre più frequenti, con risultati molto diversi fra loro.

ROY LICHTENSTEIN POP ART: Lo stile si definisce intorno al 1961 proprio con la scoperta del fumetto,
che per lui significava un nuovo modo di comunicare.
“The ring (engagement)” 1961
Scena di fumetti estrapolata dal loro contesto: erano semplicemente dipinte
con colori ad olio stesi senza sfumature.
“Viip” 1962

La tipica retina tipografica che l’autore utilizza per dare le variazioni del colore
sarà il tratto distintivo della sua arte, che inizia ad utilizzare nei primi anni
Sessanta con Viip o Ziing.
“Whaam!” 1963

“Hopeless” 1963
L’artista prendeva una scena di un fumetto e la estrapolava dal suo contesto, e così
quella scena prendeva un altro significato perdendo quello originale.

Anche in Italia si affermano la POP ART e il NUOVO REALISMO: finalmente l’arte parla
una lingua comune.

MIMMO ROTELLA NUOVO REALISMO, POP ART: prende dei manifesti di film in programmazione ed utilizza
una tecnica chiama “decollage”

ANDY WARHOL POP ART, ARTE MODERNA:


“Campbell’s soups Cans ” 1962

Pag. 104

RICHARD EMILTON fondatore POP ART:


“Just what is it that makes today’s homes so different so appealing” 1956

pag. 93

KEITH HARING POP ART: l’arte doveva comunicare a una quantità di persone più ampia e non solo a quella
ristretta élite che poteva permettersela e capirla. Faceva parte di un movimento di artisti che cercavano di
fare arte al di fuori del sistema delle gallerie e di espandere la street art a New York. Nacque così nel 1980
il famoso The Times Square Show, influente mostra d’arte collaborativa che fece riconoscere per la prima
volta al mondo dell’arte l’esistenza dell’underground.
1985

L'ARTE CONCETTUALE si afferma nello stesso periodo della POP ART. Si sente il bisogno di stravolgere il
linguaggio, di smaterializzare l’opera, superare il limite, con dei significati, che per chi non capisce, avrà
l’impressione che sia solo una provocazione. Non avendo una data di inizio precisa possiamo dire che inizia
con le opere di MANZONI e KLEIN.
PIERO MANZONI NUOVO REALISMO:
“Achromes” 1957-63
Sono chiamati in questo modo perché tutti bianchi, quindi “prive di colore”. Alcuni Achromes
sono costituiti da tele raggrinzite e immerse nel gesso o nel caolino liquido (una creta molto fine
usata per la porcellana) e poi lasciate asciugare

“Merda d’artista” 1963

Volle sostenere che essere artisti vuol dire trasformare in arte tutta la propria vita,
escrementi compresi, ma soprattutto, acutamente, egli denunciò il perverso
meccanismo di un’arte divenuta mercato di firme prestigiose (un tema, a dire il vero,
ancora attualissimo). E se la firma qualifica l’opera, attestandone l’originalità e
garantendole un valore, allora ecco che qualunque oggetto firmato, anche una scatoletta
di escrementi, poteva diventare un capolavoro.

YVES KLEIN BODY ART, NUOVO REALISMO


La teoria dell’ARTE CONCETTUALE la troviamo anche nel MINIMALISMO: si usano forme semplici, si
possono delegare altre persone per la realizzazione dell’opera (industria design) quindi si usano materiali
di tipo industriale ed edilizio (legno, ferro, plastiche, luci, vernici ecc.) ed alla base dell’opera c’è il
ragionamento e l’intenzione teorica.
MINIMALISTI:
Carl Andre
Dan Flavin
Donald Judd
Sol LeWitt
Robert Morris
FRANK STELLA

JOSEPH KOSUTH ARTE CONCETTUALE: richiama l’oggetto reale, la rappresentazione e la definizione.


Pag.113 La definizione di arte concettuale nel contesto dell'arte contemporanea si deve a lui
“One and three chairs” 1965

L'ARTE POVERA è un movimento artistico sorto in Italia nel 1967. Viene anticipato da FONTANA, BURRI ed
altri. CELANT pubblica il MANIFESTO DELL’ARTE POVERA.
Per gli artisti dell’ARTE POVERA, l'obiettivo era quello di superare l'idea tradizionale secondo cui l'opera
d'arte occupa un livello di realtà sovratemporale e trascendente. Nato a metà anni 60 in Italia, come
ribellione all'arte tradizionale, in contrapposizione alla modernizzazione e al consumismo della società.

MICHELANGELO PISTOLETTO ARTE POVERA:


“Il presente - Uomo di fronte” 1961
Le caratteristiche essenziali dei Quadri specchianti, che l’artista stesso
individua, sono principalmente: la dimensione del tempo, non soltanto
rappresentata, ma realmente attiva; l’inclusione nell’opera dello spettatore
e dell’ambiente circostante, che ne fanno “l'autoritratto del mondo”; la
congiunzione di opposte polarità (statico/dinamico, superficie/profondità,
assoluto/relativo, ecc.), costituite e attivate dall'interazione tra l’immagine
di natura fotografica e ciò che avviene nello spazio virtuale generato dalla
superficie specchiante; il non essere più un'illusoria finestra aperta sul
mondo, come nella concezione del quadro affermatasi con la prospettiva
rinascimentale e conclusasi con le avanguardie storiche del Novecento. A
differenza di tale prospettiva, rivolta esclusivamente in avanti, il Quadro
specchiante offre ora una duplice prospettiva rivolta sia di fronte che alle
nostre spalle, costituendo un varco attraverso il quale l'ambiente in cui esso
è esposto si prolunga nello spazio virtuale dell'opera, una porta che mette in comunicazione arte e vita.

GIULIO PAOLINI ARTE POVERA: le sue opere trattano principalmente temi classici e riflessioni sulla
prospettiva, per questo si distacca dagli altri artisti del movimento ed è stato spesso indicato come l’uomo
senza presente.
“Disegno geometrico” 1960

Paolini partecipa ma non aderirà mai effettivamente al movimento:


Riproduzione fotografica in bianco e nero del dipinto “Ritratto di giovane” di Lorenzo Lotto.
Si impossessa del quadro, lo riproduce e re intitola con lo scopo di
modificare il concetto di AUTORE che diventa anche SPETTATORE, in
quanto l’opera si completa attraverso quest’ultimo.

ALIGHERO BOETTI ARTE POVERA:


“Lampada annuale” 1966
Quest'opera simboleggia l’arte che si completa soltanto in determinate circostanze.

Nei primi anni 70, si sviluppa in America la LAND ART che fu caratterizzata dalla volontà
degli artisti di USCIRE DAI MUSEI e GALLERIE per riscoprire il paesaggio e gli spazi
naturali.

WALTER DE MARIA LAND ART:


“Lightning field” 1977

ALBERTO BURRI ARTE POVERA, NUOVO REALISMO


Fino agli anni 70, le artiste femmine erano poche e sconosciute. Con l’arrivo
degli anni 80 e 90, le donne riuscirono ad emergere e ad affermarsi;
Anni 70:

MARINA ABRAMOVIC BODY ART PAG. 147


Rhythm 0 (Ritmo 0), 1974.
Performance. Napoli, Galleria Morra. Il tavolo.

GINA PANE BODY ART

Con la definizione di LAND ART si intendono operazioni artistiche che, a partire dal 1967-68, in particolare
negli Stati Uniti d'America, nei crocevia di New York e nei luoghi sconfinati dell'Ovest americano, sono
realizzate da un gruppo di artisti, che si autodefiniscono fanatici della natura, delusi dall'ultima fase del
MODERMISMO e desiderosi di valutare il potere dell'arte al di fuori dell'ambiente espositivi e anche delle
aree urbane, intervenendo direttamente nei territori naturali, negli spazi incontaminati come i deserti, i
laghi salati, le praterie, ecc., facendo emergere le dissonanze dell'epoca contemporanea.

ANA MENDIETA: mette il suo corpo al centro della ricerca artistica. A metà fra Land e Body Art la sua
poetica artistica si ispira a suggestioni antiche, creando un legame fra il corpo umano e la natura
primordiale

FLUXUS: è un network internazionale di artisti, compositori e designer conosciuti per aver mescolato negli
anni 60 diversi media e diverse discipline artistiche lavorando nel campo della performance, del Neo-
Dada, del rumorismo, nelle arti visive, nella pianificazione urbanistica, nell'architettura, nel design e nella
letteratura.
YOKO ONO FLUXUS: provocatoria e socialmente impegnata, è uno dei simboli dell’arte concettuale e del
fermento culturale tipici degli anni 60.
“Apple” 1966

Anni 80:
CINDY SHERMAN ARTE CONCETTUALE

Nel frattempo, nella metà degli anni 60, in Italia nacque la TRANSAVANGUARDIA (In Europa conosciuto
come NEOESPESSIONISMO) che si attesta come una reazione visiva a un'epoca di crisi economica, politica,
ideologica e sociale, nella quale viene ribaltata completamente la fiducia ottimistica nel progresso e nelle
istituzioni affermatesi in precedenza.
5 giovani artisti dipingono soprattutto immagini FIGURATIVE e contribuiscono al rilancio dell’arte italiana
nel mondo: aderiscono ad un recupero della manualità che permette loro di essere più spontanei rispetto
ad altri mezzi espressivi, come la fotografia e il video. Attraverso una grande varietà di mezzi tradizionali, e
in modo particolare la pittura, questi artisti si avvalgono di una gestualità artigianale, più emotiva e
istintiva.
TRANSAVANGUARDIA:
SANDRO CHIA: BMW M3 GTR Art Car del 1992 decorata da Sandro Chia in mostra al BMW Museum

FRANCESCO CLEMENTE
ENZO CHUCCHI
NICOLA DE MARIA

MIMMO PALADINO

Ciò che collega le loro opere è il primato della soggettività dell’artista, che attua una ricerca individuale e
libera. Quindi la pittura torna come protagonista proponendo la contemporaneità come un mix di
linguaggio tradizione e postmoderno.
Gli anni 80 sono visti come l’era del POSTMODERNO. Le caratteristiche più importanti sono il citazionismo
e l’ironia: si ha nostalgia dell’arte tradizionale, ma la si guarda con un'ottica moderna; infatti, vengono
prese le idee e le immagini e vengono RICONTESTUALIZZATE.

Nel film “I predatori dell’arca perduta” di SPIELBERG, l’ambientazione nell’ormai passato 2019, è
caratterizzata da una varietà di epoche mischiate tra loro.
Negli anni 80, in Italia, in seguito al secondo boom economico, si afferma il MADE IN ITALY, in ambito,
soprattutto della MODA, ma anche del CINEMA.

I NEUEN WILDEN, o NUOVI SELVAGGI, sono un gruppo di artisti NEOESPRESSIONISTI tedeschi, attivi negli
anni 80 a Berlino e in Germania. Rappresentano l'equivalente della TRANSAVANGUARDIA italiana.
La Germania negli anni 80 è simbolo della cultura europea.
Gli anni 80 sono caratterizzati anche dalla STREET ART evoluzione del GRAFFITISMO, nata grazie a
FRANCESCA ALINOVI, critica e docente, in seguito ai suoi studi ed alla sua PEFORMANCE ART: riusciva a
portare l'arte della strada nei luoghi più accademici della cultura. Anche nell'estetica è anticonformista e
originale: sono gli anni del post-punk e la critica riconosce l'importanza dello stile anche nel proprio
abbigliamento. È il trionfo dell'underground, delle controculture giovanili che finalmente trovano in
Francesca una lettura nuova e mai scontata.

La STREET ART comprende le forme d'arte realizzate in luoghi pubblici, come muri.

BANSKY STREET ART: è considerato oggi uno dei maggiori esponenti della STREET ART nonostante sia
riuscito a rimanere anonimo.

“Ballon girl” 2002

“Sweeper” 2006

JEFF KOONS NEO-POP


GLOBALIZZAZIONE
Dagli anni ’90-2000 la geografia dell’arte cambia, diventa globale: progressivamente nelle grandi mostre,
vediamo essere invitati artisti internazionali da aree geografiche prima escluse.

Michelangelo Bastiani: Nelle sue opere colpisce la dimensione estetica realizzata attraverso un uso
impeccabile e allo stesso tempo seduttivo della multimedialità. Lo spettatore percepisce nella loro
realizzazione l’utilizzo di strumenti non tradizionali (installazioni su grandi schermi, video proiezioni
interattive, video e monitor led) ma non li considera estranei al processo artistico, non se ne allontana anzi
ne è catturato, incantato, rapito.

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