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COLAZIONE SULL’ERBA
Dipinto respinto dal Salone a cui era destinato, venne quindi esposto al “Salone dei rifiutati”
(Napoleone III per placare le polemiche).
Personaggi: 2 uomini vestiti modernamente che discutono fra loro insieme ad una donna
nuda, mentre un’altra donna si trova nello sfondo della scena nell’atto di uscire dalla pozza
d’acqua nella quale ha fatto il bagno (modelli reali: fratello, cognato e modella nota).
Modelli ispiratori:
Concerto campestre, Tiziano (inizialmente attribuito a Giorgione):
- ambientazione nella natura
- iconografia: due uomini intenti a conversare con due donne nude
Giudizio di Paride, incisione di Raimondi da Raffaello:
- stessa posa dei 3 personaggi della conversazione
- sguardo rivolto allo spettatore
- verga del personaggio sulla destra (prima era una canna)
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La Colazione sull’erba non fu criticata soltanto per l’immoralità del soggetto, ma anche per
la composizione e lo stile del dipinto. CRITICHE “TECNICHE”:
Composizione gioco di triangoli intrecciati e sovrapposti: non si riesce, però, a
distinguere alcun tipo di gerarchia, che invece questo tipo di composizione
triangolare dovrebbe garantire mancanza di unità compositiva ed infatti i
personaggi non dialogano tra di loro (incertezza direzione dito dell’uomo sulla
destra: forse non indica neppure la modella nuda).
Assenza di prospettiva
Mancanza di unità stilistica
- osservazione en plein air, ma dipinto in studio
- stile indefinito con pennellate a macchie trattamento “a bozzetto”, che contrasta
però con il virtuosismo tecnico con cui è riprodotta la natura morta in primo piano in
basso a sinistra.
Novità dell’opera: trattamento dei personaggi attraverso la quasi completa abolizione del
chiaroscuro colori piatti e figure senza densità né volume.
Lo stile “scandaloso” ed immorale di Manet, inaugurato dalla “Colazione sull’erba”, rese il
pittore il principale punto di riferimento di tutti i giovani pittori antiaccademici.
Colazione sull’erba – Olympia – Il balcone
1867 Manet apre la sua personale mostra in contrasto con l’Esposizione universale.
Non partecipò, però, alle mostre organizzate dagli impressionisti a seguito dell’associazione
nella “Società anonima dei pittori, scultori, incisori…” realizzata nello studio del fotografo
Nadar nella Parigi del 1874.
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OLYMPIA
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AMMIRAZIONE PER LA PITTURA SPAGNOLA
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BAR DELLE FOLIES-BERGÈRE
Opera che maggiormente testimonia l’avvicinamento di Manet all’impressionismo
(realismo impressionismo): la tavolozza si schiarisce, le composizioni diventano naturali
e la pennellata appare spezzata, “a macchie”.
Al centro della scena si trova una barista (personaggio realmente esistito) dietro al bancone
di un frequentato caffè parigino, intenta a servire un cliente che è possibile intravedere dal
riflesso dello specchio sullo sfondo. La barista svolge lo sguardo direttamente
all’osservatore, che è quindi portato a identificarsi simbolicamente nell’uomo riflesso dallo
specchio, per cui l’opera d’arte si configura come un prolungamento della realtà.
Precursore dello stile impressionista: sembrano convivere due ispirazioni artistiche
opposte e complementari. Contrasto natura morta vs folla riflessa nello specchio:
1. Natura morta molto realistica, come nella “Colazione sull’erba”; pennellata solida
e sicura, che crea riflessi di luce sulla buccia dei frutti, così come su vetri e cristalli.
2. Folla riflessa nello specchio è appena tratteggiata attraverso pennellate rapide che
costituiscono macchie di colori vibranti di luce e dinamismo.
Prevalenza di tinte chiare e luminose. Visione “istantanea”, nonostante sia dipinta in studio.
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IMPRESSIONISMO
Nel 1874 apre nello studio parigino del fotografo Nadar l’esposizione della “Società
anonima di pittori, scultori, incisori…”, in aperto contrasto con l’Esposizione universale. Le
opere esposte rompono definitivamente i rapporti con la tradizione accademica del Salon.
Stile innovativo, caratterizzato da pennellate veloci e da colori luminosi e vibranti.
Il termine “impressionismo” è stato coniato dal critico Leroy che riferendosi al dipinto di
Claude Monet Impressione: Levar del sole ne criticava la semplicità e l’incompiutezza,
tanto da associarlo ad una carta da parati al suo stato iniziale.
La definizione passa poi alla storia dell’arte ed il gruppo organizza ben 8 mostre,
esposizioni nelle quali figuravano i principali esponenti: Monet, Renoir, Pissarro, Sisley ed
il classicista Edgar Degas, mentre Manet non partecipò mai, nonostante sia considerato il
“padre” e precursore dell’impressionismo.
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LA GRENOUILLÈRE
Ricerche en plein air degli anni ’60 di Monet e Renoir in questa località balneare sulla
Senna, nei pressi di Parigi.
Ciò che contraddistingue queste opere da ogni pittura en plein air precedente è la
pennellata a tratti e l’assenza del chiaroscuro e dei colori neutri opere molto
luminose, soprattutto nei riflessi variabili degli alberi sull’acqua.
Le figure sul molo sono appena accennate, così come le case in secondo piano.
Interesse per la luce e per l’acqua principale novità dello stile impressionista.
Importanza della resa del colore e del suo rapporto con la luce. Il colore locale, cioè
quello che caratterizza un oggetto, è sempre rapportato a ciò che lo circonda: per questo
motivo i bagnanti talvolta assumono sfumature azzurre, poiché questo colore è determinato
dalla luce ed è vincolato al riflesso della realtà circondante acqua, elemento dinamico in
costante evoluzione, in grado di riflettere il colore degli oggetti e creare stupefacenti effetti
di luce (elemento ricorrente nelle opere impressioniste).
Monet, Bagnanti a La
Grenouillère
Tavolozza accesa e vibrante.
Pennellate spezzate ed espressive.
Renoir, La Grenouillère
Tavolozza calda ed armoniosa.
Pennellata elegante.
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TEORIE IMPRESSIONISTE SUL COLORE
Attenzione degli impressionisti alla percezione del colore, sempre influenzato dall’ambiente.
Essi sperimentano l’uso del colore locale, ossia quel colore che contraddistingue un
oggetto, che viene inevitabilmente influenzato dai colori che lo circondano e dalle
particolari condizioni di luce che caratterizzano un istante.
Teoria delle ombre Renoir “le ombre non sono mai nere, la natura conosce solo colori
ed il bianco ed il nero non fanno parte di essi”.
Utilizzo di soli colori puri, non mescolati in nessun modo con il nero: in molte opere
impressioniste sono del tutto eliminate le tinte neutre, che spengono la luminosità del colore .
Per questo motivo nella Donna con il parasole Monet dipinge l’ombra del braccio della
donna con una tinta giallastra (riflesso del sole), mentre le ombre dell’abito bianco di un
azzurro intenso (riflesso del cielo limpido).
Utilizzo di vivaci contrasti cromatici per rendere l’intensità degli effetti di luce: uso di
colori complementari, che hanno l’effetto di esaltarsi a vicenda.
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IMPRESSIONE, LEVAR DEL SOLE, MONET
Monet rappresenta il porto di Le Havre attraverso rapide pennellate, con gli edifici e le navi
sullo sfondo appena accennati. Totale assenza dei margini degli oggetti e del chiaroscuro,
tanto che l’opera appare come un bozzetto.
Economia di dettagli: Monet realizzò un’estrema sintesi e rese sulla tela esclusivamente la
sua personale percezione visiva l’assenza di un soggetto preciso sposta l’attenzione
sulle suggestive atmosfere luminose dell’alba, caratterizzate dal contrasto fra tinte calde
e tinte fredde rispettivamente del sole e degli edifici sullo sfondo.
Divisione incerta tra le due tinte, come viene evidenziato dal cielo e dallo specchio d’acqua
aspetto del paesaggio pronto a mutare con il sorgere del sole.
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CLAUDE MONET
Formazione en plein air presso Boudin.
La pittura di Monet rappresenta le principali caratteristiche dell’impressionismo:
Immersione nell’atmosfera circostante
Abolizione del chiaroscuro e della prospettiva
Attenzione alla luce e ai colori puri
Pennellate spezzate
Un uomo e tre donne dal volto indistinto si trovano in un giardino fiorito. È una giornata di
sole e i raggi luminosi sono filtrati dai rami degli alberi, i quali hanno un colore locale
tipicamente influenzato dai colori circostanti e dalle condizioni di luce. Le ombre non sono
più rappresentate usando il nero, che sottrae luminosità, ma sono invece colorate. Il
fogliame e i fiori sullo sfondo sono appena accennati attraverso pennellate veloci e spezzate.
Economia di dettagli: Monet rende solo la sua personale impressione della scena.
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REGATE AD ARGENTEUIL, MONET
Dipinto che testimonia maggiormente la svolta impressionista di Monet, con il totale
abbandono di elementi tradizionali per porre l’attenzione su elementi come l’acqua che,
grazie al suo dinamismo, è in grado di riflettere la luce e la natura circostante.
L’opera è estremamente sintetica: Monet rappresenta lo scorrere della Senna attraverso
poche pennellate, descrivendo i riflessi delle grandi vele e delle abitazioni nei pressi.
Assenza del chiaroscuro e della prospettiva, ambientazione estremamente naturale.
Riproduzione sincera della visione di un momento: contrasti fra l’azzurro dell’acqua, il
bianco delle vele e l’arancio delle case appare molto naturale e luminoso.
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RUE MONTORGUEIL A PARIGI, MONET
Dipinto realizzato in occasione della festa “della
pace e del lavoro”, per enfatizzare l’entusiasmo
patriottico per l’Esposizione universale di
Parigi. Monet assiste alla manifestazione da un
balcone (punto di vista rialzato): la scena è
estremamente caotica e risulta difficile
discernere i volti dei vari partecipanti;
riconosciamo, però, i tre colori della bandiera
francese, presente in ogni direzione. Attraverso
la pennellata spezzata Monet suggerisce il
movimento del corteo, così come la verticalità
degli edifici, che appaiono quasi mossi in queste
condizioni atmosferiche. Anche qui viene quindi
rappresentata la personale percezione dell’artista,
che coglie attraverso il suo dipinto un istante
momentaneo, cercano di rappresentare la
sensazione inafferrabile (in quanto astratta) della
festa cittadina, della partecipazione gioiosa delle
persone, della confusione della folla, del ripetersi
dei colori francesi.
PITTURA IN SERIE
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Progressivamente il soggetto perde d’importanza per lasciare posto allo studio della luce,
dei colori e della percezione personale. Sono gli anni in cui il gruppo degli impressionisti
si è disgregato e si stanno intraprendendo nuovi percorsi artistici.
Monet realizza le serie (pioppi, covoni, cattedrali, ninfee), gruppi di opere che condividono
lo stesso soggetto, ma rappresentato in diversi momenti della giornata, studiandone gli
effetti delle variazioni di luce (così come era stato per Le Gare di Saint-Lazare).
Passaggio soggetto rappresentato: scorrere dell’acqua scorrere del tempo.
COVONI
Solidi semplici di fieno inseriti in una natura pianeggiante: azzerato ogni problema di
rappresentazione, Monet si concentra sul divenire delle condizioni atmosferiche ed il
conseguente variare dei colori. Attenzione sul trascorrere del tempo, vero protagonista.
Monet non dipinge i covoni, bensì come lui vede e percepisce i covoni in un determinato
istante: non è un lavoro rapido ed immediato, bensì richiede uno studio dettagliato.
Anni della casa di Giverny, periodo nel quale era stata diagnosticata a Monet la cataratta,
ma ciò non gli impedì di continuare a ritrarre il suo giardino, che conosceva a memoria, con
la tipica vegetazione che si riflette su un piccolo specchio d’acqua. Progressivamente i suoi
dipinti diventano dei “pattern” quasi astratti, opere in cui viene escluso persino il cielo,
per cui restano pochissimi elementi che collegano il dipinto alla realtà (ponte giapponese,
tronchi d’albero, sponde del laghetto animato dalle ninfee.
LE CATTEDRALI DI ROUEN
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Sole mattutino Al tramonto In pieno sole
Nebbia e foschia mattutina. Luce più calda. Dettagli più evidenti.
31 tele che ritraggono la facciata gotica della cattedrale francese in diversi momenti del
giorno e condizioni atmosferiche. Il punto di vista leggermente angolato conferisce
maggiore profondità all’edifico ed il taglio estremamente ravvicinato è una particolarità
compositiva di queste opere: sicuramente influenzato dalla fotografia, questo taglio
ravvicinato include solamente il portale e le due torri della cattedrale, con piccole porzioni
di cielo. Uso di colori complementari che, accostati in maniera diversa, rendono
efficacemente le diverse armonie cromatiche che caratterizzano i diversi momenti della
giornata, senza dover ricorrere alla rappresentazione di elementi naturali.
Eccezionalità: rendere i diversi momenti della giornata e le diverse condizioni atmosferiche
senza inserire elementi naturali né alcun tipo di indizio meteorologico e/o stagionale.
PIERRE-AUGUSTE RENOIR
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Fin dalle origini Renoir è stato protagonista della corrente impressionista: a differenza di
Monet, però, Renoir si concentrò prevalentemente sulla figura umana, soprattutto quella
femminile (ne loda la grazia, la gioia e la sensualità). Nonostante la formazione presso
l’Accademia delle Belle Arti, rifiutò sempre l’impostazione accademica. L’amicizia con
Monet, Sisley ma anche Zola, Manet e Degas ha sicuramente influenzato il suo percorso
artistico. Entrò a contatto anche con la scuola di Barbizon e con Courbet, di cui riprese la
pennellata larga e pastosa. Alla fine degli anni ’60 lavorò fianco a fianco en plein air con
Monet a La Grenouillere (tavolozza calda e armoniosa, pennellata elegante).
ALTALENA
Opera che offre un chiaro esempio dell’inquadratura di
Renoir, caratterizzata da un taglio fotografico (ricerca di
“istantaneità” tipica degli impressionisti). L’opera
sembra catturare in uno scatto una conversazione tra più
personaggi, in cui soltanto la ragazza dell’altalena è
l’unica a distogliere gli occhi dall’uomo di spalle,
probabilmente intento a parlare. Tutti i personaggi,
compresi quelli soltanto appena abbozzati sullo sfondo,
sono vestiti secondo la moda del periodo.
Renoir riproduce virtuosamente i raggi luminosi che
penetrano attraverso la chioma degli alberi, creando
macchie luminose di colore chiaro sul terreno e sui
vestiti dei personaggi. Pennellata ampia ed armoniosa.
RITRATTO DI MADAME
CHARPENTIER CON LE FIGLIE
Lodato dalla critica per:
Pennellata vivace
Grazia
Armonia
Particolari apprezzamenti
dell’impressionista Camillo Pissarro.
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Renoir vive nei pressi del Moulin de la Galette, affollato locale di Parigi allestito in un
vecchio mulino, che consisteva principalmente in un capanno coperto con un palco per
l’orchestra e un giardino all’ombra di grandi alberi, luogo di aggregazione in cui si era soliti
ballare e divertirsi. Renoir osservò per svariati mesi il clima gioioso e spensierato di quel
luogo, realizzando en plein air studi e bozzetti, per poi sviluppare la propria opera in studio
(troppo difficoltoso realizzare tutto en plein air per il disordine dovuto all’affollamento).
L’opera, esposta alla terza mostra impressionista del 1877, raffigura un avvenimento di
tutti i giorni, un gioioso e soleggiato pomeriggio di festa nell’affollato locale parigino.
No disegno preparatorio, realizzato in studio dopo numerosi bozzetti en plein air.
Al colore è affidata:
Costruzione delle figure
Rappresentazione della luce e dell’ombra
Resa del clima di allegria e benessere
La luce protagonista della scena è diffusa e filtrata dalle chiome degli alberi, che creano
effetti di ombre a macchie sul terreno e sugli abiti dei personaggi (cfr. Altalena, Renoir), a
contrasto con la brillantezza di bicchieri, lampadari e colorito dei personaggi: in questo
contrasto fra zone d’ombra e zone di luce “a macchie” si genera dinamismo (es. coppia
danzante sulla sinistra). Luci ed ombre sono mutevoli, rese attraverso pennellate sottili.
Opera molto curata e studiata, frutto di un lungo lavoro: Renoir lavora ad ogni singola
espressione facciale e studiò lo spazio in modo da conferirgli maggiore profondità
attraverso l’alternarsi di più piani, come testimoniano le diagonali delle panchine ed il
tavolino sulla destra in primo piano.
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Ispirazione all’opera precedente del Ballo al Moulin de la Galette. Tra i personaggi che
figurano nel dipinto di riconoscono molti volti di amici di Renoir e anche la sua stessa
compagna. La composizione è costruita sulla diagonale suggerita dalla balaustra che parte
in alto a destra per terminare in basso a sinistra.
Oltre la terrazza e gli alberi circostanti è possibile scorgere la Senna e le vele bianche delle
imbarcazioni: prevale il colore bianco della tovaglia, degli indumenti dei personaggi e delle
vele in lontananza. I personaggi sono colti in un momento di quotidianità e le loro
espressioni sono minuziosamente studiate, così come le loro pose: superamento dei limiti
dell’impressionismo attraverso uno studio organizzativo e compositivo dell’opera.
Il particolare delle bottiglie che riflettono i colori circostanti rivela un’attenta osservazione
en plein air, ma l’esecuzione in studio.
LE GRANDI BAGNANTI
Modelle dalla posa rilassata in un
ambiente aperto. Il corpo delle bagnanti,
che richiama quello di dee e ninfe della
mitologia rinascimentale, è
accuratamente studiato, come
testimoniano numerosi bozzetti. Il
disegno è evidente e sicuro (cfr. Ingres)
e torna il chiaroscuro per modellare i
corpi delle figure. È possibile ancora
scorgere la pennellata impressionista,
ma relegata allo specchio d’acqua sullo sfondo, che perde quindi di centralità e serve solo ad
esaltare la grandiosità dei corpi delle fanciulle.
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EDGAR DEGAS
Outsider rispetto al movimento impressionista, a partire dal rifiuto della definizione
“impressionista” alla quale preferì sempre “artista indipendente”.
Elementi di distacco dall’impressionismo:
Non rifiuta le tinte neutre in favore del colore puro
Non è un paesaggista, né lavora en plein air
Rappresentazione di interni (non natura), luce artificiale (non naturale)
Composizione attenta e studiata (non pennellata libera e spontanea)
Incontro con Ingres chiaroscuro, prospettiva e disegno preparatorio.
Viaggio in Italia e studio dei pittori rinascimentali; soggiorno a Firenze, ospite presso la zia
per cui realizza il RITRATTO DELLA FAMIGLIA BELLELLI:
L’opera rappresenta la zia con il marito, patriota napoletano esiliato a Firenze, e le due
figlie. Particolare attenzione e cura, lavoro di 9 anni. Ritratto generale “ufficiale” di
sostentamento dei pittori. Si ispira alla ritrattistica tradizionale, ma novità riguardo
l’attenzione all’aspetto psicologico. Protagonista è la zia baronessa, dal severo vestito nero
e dallo sguardo distante, posta in lontananza dal marito, dipinto sulla destra seduto di spalle
con aria impassibile: evidente relazione fredda e distaccata tra i due. La figlia maggiore (a
sinistra) ha già acquisito l’imperturbabilità dei genitori, mentre quella più piccola
contrasta con i restanti personaggi per la sua innocenza puerile.
Contrasto nero-bianco dei vestiti e dei grembiuli delle figlie (chiaro-scuro dei macchiaioli
toscani). Impressione di veridicità: mobili, arredamento e vestiario tipici del tempo.
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Anni ’60 Degas inizia a frequentare l’ippodromo, ai tempi luogo di socializzazione, e a
ritrarre le corse dei cavalli.
BALLERINA DI 14 ANNI
Unica scultura (modellazione in cera) che Degas rese
pubblica.
Verismo estremizzato:
Pelle colorata con tonalità naturali
Capello, nastro, tutù e scarpe vere
Tratti somatici estremizzati: esagera la fronte
bassa e il mento prominente (“scimmia
ripugnante” molto criticata anche perché non
fatta unicamente di cera)
L’opera è considerata una delle prime sculture
polimateriche della storia.
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CLASSE DI DANZA
Rappresentazione della vita delle ballerine
dell’Opera, ai tempi ragazze di bassa
estrazione sociale in cerca di un sicuro
guadagno.
Ancora una volta Degas rappresenta un
momento comune e banale, ovvero la
conclusione di una lezione di danza.
Punto di vista ribassato, come scorcio
fotografico da una posizione in disparte.
Pose spontanee delle ragazze: si grattano
la schiena, si fanno aria con il ventaglio, si
sistemano l’acconciatura.
Informalità della situazione manico
della scopa sulla sinistra, annaffiatoio e
cagnolino.
Prospettiva decentrata, sottolineata dall’andamento obliquo delle assi del parquet.
Al centro della sala c’è il maestro isolato, rappresentato nuovamente con un tratto sicuro e
definito attraverso il chiaroscuro (Degas, a differenza degli impressionisti, non lo
abbandonò). Largo uso delle tinte neutre, accenni di colori solo nei fiocchi delle ballerine.
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ASSENZIO
Protagonista è una donna dagli abiti
appariscenti ma vecchi, seduta con
indifferenza accanto ad un uomo
all’interno di un locale parigino, quasi
avesse perso ogni speranza e si fosse
rassegnata a questa amara conclusione.
Come nel Ritratto della famiglia
Bellelli, anche qui i volti dei personaggi
sono estremamente eloquenti (grande
capacità di introspezione psicologica):
Lei confusa e malinconica,
assorta nei suoi pensieri mentre
fissa il bicchiere di assenzio,
bevanda verdastra fortemente
alcoolica (modelli reali Degas
dovette giustificarsi ricordando
che si trattava solo di modelli,
non di veri alcolizzati);
Lui perso nell’osservazione
della finestra, la cui tendina è
visibile nel riflesso dello
specchio alle spalle dei personaggi.
Staticità dei personaggi giornale sul tavolo fa presagire la lunga durata della loro
permanenza nel caffè. Scorcio quasi fotografico di un osservatore probabilmente posto in
disparte, un testimone seduto ad un tavolo vicino.
Composizione costruita su linee oblique (ispirazione giapponese) descritte dai tavolini che
costruiscono una doppia diagonale: Degas richiama l’andamento incerto e zigzagante
proprio degli alcolizzati.
Pennellata ampia ed elegante. Tonalità cromatiche neutre, nessun colore squillante tipico
degli impressionisti. Degas fornisce un esempio di Realismo quasi letterario (amico Zola).
LA TINOZZA
Ultimi anni serie di nudi femminili presi di
nascosto nel momento intimo della toeletta (visioni
“dal buco della serratura”).
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Organizzazione spaziale decentrata, chiaroscuro tratteggiato, virtuosismo nella tecnica del
pastello (l’Étoile).
LA FINE DELL’IMPRESSIONISMO
La progressiva notorietà acquisita a seguito del succedersi delle mostre impressioniste fa,
però, sentire la mancanza di una comune base teorica e, soprattutto, di un leader: Manet,
considerato dai più il capostipite del movimento, non partecipò a nessun esposizione.
I dissapori nel gruppo, legati anche alle diverse estrazioni sociali, portarono infine
all’effettiva conclusione dell’Impressionismo come corrente unitaria.
IL GIAPPONISMO
Prime apparizioni nell’Esposizione universale di Londra ed, in pochi anni,
la passione per il gusto giapponese dilagò: il Giappone divenne una
presenza fissa alle Esposizioni universali.
GIAPPONISMO = indica non solo la “moda giapponese”, ma anche la
forte influenza del linguaggio stilistico nipponico in altri sviluppi artistici.
ÉMILE ZOLA, MANET l’artista colloca alle spalle del letterato
una selezione di riproduzioni giapponesi, a testimoniarne l’interesse.
LA GRANDE ONDA DI
KANAGAWA, HOKUSAI
Prevalenza dell’elemento naturale
protagonista acqua e il suo movimento,
con le imbarcazioni in totale balia del
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mare e il vulcano che resta sullo sfondo, elemento onnipresente delle 36 vedute del monte
Fuji.
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