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02/03/2021
Il corso affronterà i cambiamenti artistici avvenuti tra la fine dell’ ‘800 e il ‘900.
La capacità di comprensione è importante nell’analisi di un lavoro artistico,
essere in grado di rilevare le caratteristiche formali, stilistiche e tecnico-
materiali è importante perché quelle radicali trasformazioni artistiche partono
dalla messa in discussione di alcune tecniche tradizionali. Se c’è qualcosa
che l’arte del ‘900 mette in campo con una straordinaria ampiezza, libertà e
grandissima felicità espressiva è la messa in discussione dell’opera d’arte in
quanto pittura o scultura, realizzata attraverso materiale di tipo tradizionale (-
pittura- olio su tela, acrilico su tela, tempera, ecc…, -scultura- bronzo, gesso,
marmo).
I collage cubisti o i ready-made di Duchamp sono tecniche, introdotte dagli
artisti più di un secolo fa, che non hanno nessun tipo di riscontro con le
tecniche dell’arte precedente. Bisogna, quindi, capire all’interno del lavoro
artistico o del percorso degli artisti quanto è stata importante anche
l’introduzione delle nuove tecniche, come il collage o dei cosiddetti
environment(arte ambientale).
essere quello di una prostituta e non quello della donna di colore ad essere
merce di scambio nei rapporti di tipo sessuale. Questo sconvolge
completamente un modo di vedere, coinvolgendo e rendendo partecipe chi
osserva in un modo completamente diverso. Quindi anche quest’opera di
Manet destò scandalo; c’è questo passaggio dalla mitizzazione alla
sfrontatezza con cui questa donna è semplicemente una donna e non una
dea. Peraltro, riprende anche una di quelle fotografie che le prostitute stesse
si facevano fare per raggiungere nuovi clienti.
Altro scandalo. Questo è il ready-made di Marcel Duchamp, dal titolo
Fontana. Marcel Duchamp sarà uno di quegli artisti che ci porterà via un po'
di tempo quando parleremo del Dadaismo, corrente artistica d’avanguardia
alla quale appartiene. Duchamp avrà un ruolo importante anche per i
successivi sviluppi del surrealismo. Questo suo ready-made destò scandalo;
l’artista progettò l’opera con una serie di espedienti fondamentali. L’opera,
che è un orinatoio rovesciato, presenta una scritta “R. MUTT 1917”, ovvero
pseudonimo. Duchamp faceva parte della Society of Independent Artists di
NY, città nella quale Duchamp si trasferisce (siamo in piena prima guerra
mondiale, Duchamp aveva già iniziato a fare la spola tra Parigi e New York,
conosceva la situazione artistica newyorkese). Presenta quest’opera in
occasione di una mostra organizzata dalla Society of Independent Artists; per
partecipare a questa mostra bastavano sei dollari, le restrizioni non erano
particolarmente severe, eppure questo lavoro fu giudicato scandaloso, e per
questo rifiutato. Per procurarsi una testimonianza e una datazione di
quest’opera, l’artista la fa fotografare da Alfred Stieglitz (fotografo e gallerista)
e il documento fotografico viene pubblicato su una rivista, edita proprio per la
circostanza, intitolata “The blind man” (L’uomo cieco). La rivista porta in prima
pagina questa foto, e la questione dell’uomo cieco è legata all’atteggiamento
di quella che Duchamp definirà “arte retinica”, che sollecita soltanto lo
sguardo senza porci nessun tipo di domanda. In questo numero della rivista
(dove era presente la foto) l’artista fa scrivere ad una critica, Louise Norton,
delle cose, in un articolo intitolato “il caso R. Mutt”.
Norton scrive: “Che il Signor Mutt abbia fatto con le sue mani la Fontana o
no, non ha nessuna importanza. È lui che l’ha scelta. Ha preso un articolo
comune della vita di tutti i giorni e lo ha sistemato in modo che il suo
significato utile scomparisse, con il titolo “nuovo e nuovo punto di vista”. Ha
creato un nuovo pensiero per questo oggetto”.
Questa riflessione concertata e questa presentazione, voluta da un Duchamp
che si era nascosto dietro allo pseudonimo, ci mostrano una serie di
connotati di questo scandalo organizzato. Questo tipo di lavoro, più che
offrirsi ad una fruizione di tipo estetico, ci pone delle domande, agisce su un
piano di tipo intellettuale. Domande come “che cos’è l’arte? Come la
conosciamo? Chi decide?” saranno centrali per il lavoro di Duchamp e per lo
sviluppo dei ready-made.
Duchamp era anche un pittore. Apparteneva ad una numerosissima famiglia
di artisti, quello che crea lo fa con determinate intenzioni che chiariremo più
avanti.