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Édouard Manet

Riccardo Rollo 5^Als Foto di Nadar


La vita
o Édouard Manet nasce a Parigi il 23 gennaio 1832.
La sua famiglia è benestante: il padre è un giudice mentre la madre è
figlia di un diplomatico.

o Sin da giovane ha la passione per l'arte e vorrebbe intraprendere la


carriera artistica, ciò non gli viene però permesso dal padre, che nel
1839 lo iscrive al Collège Saint Rolin.
I risultati scolastici del giovane sono però scarsi, per cui il padre
sceglie per il figlio la carriera nella Marina militare.
Il giovane Manet, però, non supera le prove per accedere
all'Accademia Navale ed è per questo motivo che si imbarca come
mozzo a bordo di una nave.

o La sua carriera sui mari dura poco, ma gli basta per convincere la
famiglia ad assecondare le sue passioni. Inizia così a frequentare a
diciotto anni l’atelier del pittore Thomas Couture, celebre ritrattista
francese, esponente della pittura accademica. Pur non amando lo stile
del maestro, Manet segue il corso per sei anni, acquisendo le basi e le
tecniche tradizionali. Manet polemizza con il maestro: non accetta la
rigida postura con cui i modelli vengono ritratti tradizionalmente, la
considera innaturale e ridicola; così, in aperto contrasto con
l’insegnante, decide di dipingere i suoi soggetti in pose quotidiane,
per ottenere una resa più realistica. “Il bevitore di assenzio” (1858-1859)
Ne è un esempio il quadro “Il bevitore di assenzio”. olio su tela 181 x 106 cm. Custodito nel
Fonte: dueminutidiarte.comminutidiarte.com Ny Carlsberg Glyptotek, Copenaghen.
o Il suo stile si formò sulla conoscenza delle opere d’arte dei grandi maestri del passato che ebbe modo
di studiare nel corso dei suoi numerosi viaggi che lo portarono in Olanda, Italia, Austria e in Germania,
analizzando e ammirando lo stile tonale di Giorgione, Goya, Velazquez, Tiziano e i pittori olandesi del
1600. Il suo stile pittorico fu influenzato anche dalla conoscenza delle stampe giapponesi.

o Dal 1856 studia presso l’Accademie dove conosce anche celebri artisti e numerosi intellettuali. Grazie
alla pittrice francese Berthe Morisot, entra nella cerchia dei pittori impressionisti, stringendo amicizia
con Edgar Degas, Camille Pissarro, Claude Monet, Alfred Sisley, Pierre-Auguste Renoir, Paul Cézanne.

o Nel 1862, alla morte del padre, egli riscuote una grande eredità che gli permette di vivere bene e di
dedicarsi per tutta la vita all'arte. In questi anni partecipa alle discussioni degli impressionisti
mostrando nei confronti del gruppo un atteggiamento sostanzialmente disinteressato. Manet, infatti,
non volle mai essere identificato col gruppo degli impressionisti, né partecipò mai alle loro
esposizioni. Nonostante il suo manifesto distacco verso il movimento, egli è ad oggi considerato come
colui che ha contribuito alla sua nascita. Fu lui infatti che per primo uscì dagli atelier per dipingere la
realtà così come appariva all’occhio, ritraendola dal vero, all’aperto. E fu lui che rinnegò per primo
l’uso tradizionale del chiaroscuro e della prospettiva, mostrando al mondo che un altro modo di fare
arte fosse possibile. Manet attribuiva all’arte il compito di rappresentare la realtà così come si
presenta. Difendendo il principio della libertà espressiva dell’artista, dipinse opere assolutamente
rivoluzionarie per l’epoca che suscitarono scandalo presso i suoi contemporanei.
In questo periodo realizza una delle sue opere più famose, "Le déjeuner sur l'herbe", che suscita
numerose polemiche, perché giudicata scandalosa.
L’opera viene rifiutata con decisione dagli accademici
perché ritenuta sconveniente, ma trova spazio nel Salon
des Refusés nel 1863, aperto per la prima volta. Si tratta
di un circolo alternativo che Napoleone III aveva
istituito appositamente per quegli artisti non
propriamente canonici, come Édouard Manet. Peccato
che nemmeno al Salon dés Refusée l’opera trovò
consenso positivo adeguato ed è facilmente intuibile
capirne il motivo. Infatti, la tela mostra una perfetta e
tipica situazione borghese, il rito della colazione, con
una sola eccezione, più che evidente e più che insolita:
la donna in compagnia dei due uomini borghesi è
completamente nuda e fissa direttamente negli occhi lo
spettatore. La sua rappresentazione è troppo realistica
e non di tipo mitologico perché il nudo è inserito in un
contesto contemporaneo in cui i personaggi raffigurati
erano immediatamente riconoscibili.
L’intento dell’artista, attraverso la nudità, è quello di
indicare il passaggio dalla pittura del passato a quella
del presente.

Fonti: biografieonline.it
www.artspecialday.com
“Le déjeuner sur l'herbe” ( Colazione sull’erba)
olio su tela 208x264 cm Museo d'Orsay, Parigi

o Nel 1865 finisce di dipingere "Olympia" che si rifà alla “Venere di Urbino” di Tiziano, dipinto che
viene esposto al Salon generando giudizi ancora più negativi.
Olympia può essere considerata una
trasposizione dell’opera del passato in
versione moderna. Questo quadro ha
suscitato non poche critiche, e non solo a
causa della completa assenza di vestiti della
donna ritratta, che non ha niente di
mitologico in cui i dettagli ne dichiarano
l’identità. Il mazzo di fiori probabile dono di
un cliente, il nome Olympia, uno pseudonimo
molto in voga tra le prostitute dell’Ottocento,
ma soprattutto lo sguardo provocatorio che la
donna lancia agli osservatori dell’opera.
In Olympia dominano le pennellate veloci e
colori duri e profondi; il corpo della ragazza,
poi, viene messo in risalto grazie alla luce
dura e fredda che avvolge l’intera
composizione proclamandone l’appartenenza
al mondo reale.

Fonti biografieonline.it
www.artspecialday.com
"Olympia” 1863 olio su tela 130x190

Musée d'Orsay, Parigi

o Nel 1866 il Salon rifiuta le opere di Manet a causa dello scalpore che aveva provocato.

o Manet si colloca in una posizione solitaria, sia per la sua arte innovativa che per la sua ostinazione nel
credere che le opere dovessero essere esposte al Salòn ritenendolo la via ufficiale per affermarsi nel
panorama artistico nazionale. Mentre i critici denigravano le sue opere, un folto gruppo di giovani
pittori lo adorava per quel suo nuovo stile. Ispiratore degli Impressionisti, rifiuta questa etichetta,
sebbene ne sostenga l’arte.
o Manet non rimase indifferente allo stile che egli stesso aveva contribuito a far nascere e, dal 1873 in
poi, sono evidenti nei suoi quadri le influenze della pittura impressionista. Il tocco diviene più simile a
quello di Monet, così come la scelta di soggetti urbani. Egli, tuttavia, conserva sempre una maggior
attenzione alla figura e continuerà sempre ad utilizzare il nero come colore, cosa che gli impressionisti
non fecero mai. Ne sono esempio: “Sur la plage”e “Bar aux Folies Bergèr”

Nel dipinto appaiono la moglie di Manet, immersa nella


lettura di un libro, e il fratello, che osserva l’orizzonte. La
scena evoca una certa malinconia, come se le due persone,
benché vicine, siano invece assai lontane con la mente e il
pensiero. Bellissimo il contrasto fra i neri e i grigi degli
abiti, colori che Manet utilizza di rado, e che vengono
distribuiti sulla tela con agili pennellate, le quali entrano in
contrastano con il contesto in cui sono immersi i due
personaggi. La realizzazione del quadro avvenne in plein
air come attestano i granelli di sabbia inglobati nel colore.

Fonte: cultura.biografieonline.it

“Sur la plage” (“Sulla spiaggia”) 1873 olio su tela 60x73,5 cm


Musée d’Orsay, Parigi
La scena è ambientata in un bar in gran voga in quell’epoca a
Parigi; la prima impressione è quella di trovarsi di fronte ad
una scena convenzionale, in cui la cameriera al centro del
dipinto ci guarda assorta. Sul bancone, Manet dipinge sulla
sinistra varie bottiglie di champagne e birra, mentre sulla
destra vi sono un bicchiere con delicati fiori dai colori pastello
e un vassoio colmo di mandarini.
Su quello stesso bancone si appoggia la cameriera, che
ascolta mesta l’avventore del bar, visibile nel riflesso dello
specchio alle spalle della ragazza. Lo specchio occupa tutto lo
sfondo e ci mostra il locale affollato e inondato dalle luci dei
lampadari. La gente assiste allo spettacolo che si sta
svolgendo nella sala, come testimonia il dettaglio delle
gambe di un trapezista nell’angolo in alto a sinistra.
Attraverso l’espediente dello specchio, l’osservatore del
quadro si trova catapultato all’interno della scena, come se
fosse l’avventore del bar a cui si rivolge la cameriera.
Quegli occhi dicono tutto, raccontano di sogni svaniti e di
speranze attaccate ad un filo. Suzon, la cameriera, instaura
con lo spettatore un sottile dialogo muto, fatto di un incrocio
“Bar aux Folies Bergèr”(“Il bar delle Folies Bergèr”)1881 olio su tela di sguardi. In mezzo a tanto rumore, vero protagonista è il
silenzio.
96x130
Fonte: www.geometriefluide.com
The Courtauld Gallery, Londra

o Nel 1881 Manet inizia ad avere i primi riconoscimenti dal suo Paese, infatti è insignito della Legion
d’Onore dalla Repubblica francese e premiato presso il Salon.
o Manet viene colpito dall'atassia locomotoria, una grave malattia che il 6 aprile 1883 si aggrava al punto
che gli viene amputato il piede sinistro. Dopo una lunga agonia, Ėdouard Manet muore il 30 aprile 1883
all'età di 51 anni.
Fonti: cultura.biografieonline.it libreriamo.it/arte www.lundici.it lacapannadelsilenzio.it

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