Sei sulla pagina 1di 50

NOME SOCIETÀ

Schede dell’opera
All'attenzione di: Rossana Conoscitore
Preparato da: Alexandra Duncea
FANCIULLE
SULLA RIVA DEL
SENNA (GUSTAVE
COURBET )

Nel dipinto sono rappresentate


due giovani donne che riposano
sdraiate sulla riva erbosa del
ume. Le ragazze indossano ampi
abiti dai tessuti gon e decorati e
una di loro porta un grande
cappello. La giovane tiene sul
grembo un mazzo di ori di
campo., mentre la sua compagna
fi
fi
fi
viene rappresentata
profondamente con le braccia
distese oltre la testa. Le fronde di
grandi alberi coprono la vista del
paesaggio mentre a sinistra
scorre l’acqua della Senna.
Sull’angolo in alto, si intravede la
riva opposta che separa l’acqua
dal cielo.
Interpretazioni e simbologia
Apparentemente, il soggetto di questo dipinto appare
ordinario e ricorda una scena osservabile in qualunque
parco cittadino. Quando comparve in pubblico, a metà
Ottocento suscitò però un forte scandalo soprattutto
tra gli intellettuali benpensanti. I motivi che
scandalizzarono la critica borghese sono anche le
caratteristiche che resero il dipinto un’opera di rottura
con la tradizione accademica.
Per prima cosa il soggetto del dipinto non è storico o
mitologico. Quindi la scena è ambientata nella realtà
del tempo e in una zona esistente quale un parco della
Senna. Poi, per sottolineare la volontà di rappresentare
il quotidiano, Courbet dipinse due giovani abbigliate
con abiti alla moda corrente, Inoltre le loro posizioni
scomposte e sgraziate rivelano che si tratta di ragazze
del popolo e non personaggi importanti socialmente.
Anche il taglio della scena risulta innovativo. Le
protagoniste infatti non sono in posa, anzi sembra che
Courbet abbia osservato di nascosto le giovani in un
momento di intimità.

Per prima cosa il soggetto del dipinto non è storico o


mitologico. Quindi la scena è ambientata nella realtà
del tempo e in una zona esistente quale un parco della
Senna. Poi, per sottolineare la volontà di rappresentare
il quotidiano, Courbet dipinse due giovani abbigliate
con abiti alla moda corrente, Inoltre le loro posizioni
scomposte e sgraziate rivelano che si tratta di ragazze
del popolo e non personaggi importanti socialmente.
Anche il taglio della scena risulta innovativo. Le
protagoniste infatti non sono in posa, anzi sembra che
Courbet abbia osservato di nascosto le giovani in un
momento di intimità.
NOME SOCIETÀ

LA COLAZIONE
SULL’ERBA
( EDOUARD
MANET)
Lo scandalo che provocò l’esposizione del dipinto di Édouard Manet,
Colazione sull’erba, fu dovuto alla presenza, contemporanea, di un nudo
femminile e di borghesi abbigliati con abiti contemporanei.

Édouard Manet, Colazione sull’erba, 1862-1863, olio su tela, 208 x 264,5


cm. Parigi, Musée d’Orsay
Indice

Descrizione
Una donna completamente nuda siede
tranquilla al cospetto di due borghesi in
abito scuro e ci guarda. Le sue gambe
raccolte fanno da appoggio al braccio
destro sollevato verso il viso in una
posizione naturale e disinvolta. Un
uomo siede dietro di lei e conversa
piacevolmente con una espressione
pensierosa. Il convitato di destra,
invece, è disteso con la gamba sinistra
verso la donna e il ginocchio destro
piegato.

Tiene nella mano sinistra un bastone


DESCRIZIONE
da passeggio. I tre, infatti si sono
fermati nel bosco per riposarsi
durante una passeggiata.
Nell’angolo a sinistra, sotto forma di
natura morta, si trovano i resti del
pranzo. Un cestino contenete
qualche frutto e del pane è poggiato
sugli abiti femminili. Indietro, poi,
una seconda donna in sottoveste, si
sta bagnando in un laghetto che
occupa tutto il secondo piano. A
destra una barchetta è posata a riva,
mentre, tra gli alberi al centro, si
intravede il paesaggio in
lontananza. Un uccellino, forse un
fringuello, aleggia in alto, tra i rami.

La storia
L’interesse di Manet nel rinnovare la pittura scardinando la
tradizione accademica fu di modello al gruppo di artisti in
ascesa in Francia. Il suo dipinto intitolato La colazione
sull’erba, fu progettato sulla base di opere rinascimentali.

Suscitò immediatamente reazioni scandalizzate per via della


donna nuda accomodata tra due uomini. Gli abiti
contemporanei dei due personaggi non giusti cavano la nudità
della donna come un riferimento mitologico. La scena divenne,
quindi, una rappresentazione di una situazione imbarazzante
di due borghesi seduti all’aperto al cospetto di una donna
svestita.
fi
OLYMPIA
Olympia di Édouard Manet è un celebre dipinto dallo
stile rivoluzionario che

suscitò un grande dibattito in occasione della sua


esposizione al Salon di
Parigi del 1865.
Édouard Manet, Olympia, 1863, olio su tela, 130,5 x
190 cm. Parigi, museo
d’Orsay

DESCRIZIONE
Una giovane donna priva di abiti è
distesa su un letto rivolta verso il
fronte del dipinto.

Il suo viso non rivela alcuna


emozione e lo sguardo acuto è
puntato in avanti.

La protagonista indossa solamente


alcuni gioielli, orecchini di perla e
un bracciale. Intorno al collo poi è
annodato un laccetto nero e sottile.

Ai piedi porta un paio di zoccolette


gialle mentre tra i capelli spunta
un’orchidea rossa. Il braccio sinistro
è piegato e sostiene il busto, invece
la mano destra copre il pube della
ragazza.

DESCRIZIONE
A destra del dipinto, una donna di
colore guarda la protagonista
porgendo un mazzo di ori avvolto in
una carta bianca. Accanto a lei poi un
gatto nero alza la coda e guarda con
sospetto in avanti.

Il materasso è coperto da lenzuolo


bianco sgualcito mentre grandi
cuscini sostengono il busto della
giovane. Sotto di lei inoltre spunta un
telo giallo decorato con motivi a ori.

L’ambiente è minimamente descritto


e molto sobrio. A sinistra, si
individuano un paravento marrone e
una tenda verde scostata in alto.
fi
fi
INTERPRETAZIONI E SIMBOLOGIA
Manet nel dipinto Olympia propose
una nuova interpretazione del nudo
femminile, un genere appartenente
alla tradizione della pittura
occidentale.

L’artista infatti ricorse ad una


rappresentazione diretta e priva di
compromessi con la morale borghese
dell’epoca.

La prostituta è quindi rappresentata in


modo prosaico senza veli, anche
sicamente, e con un linguaggio crudo.

Al posto del nudo idealizzato, Manet


propose una immagine fredda e
realista di una giovane cortigiana. La
sua gura in ne non è rivisitata con
fi
fi
fi
ltri mitologici, allegorici o simbolici
ma rappresenta solo una prostituta
nuda. Anzi, la posa che la tradizione
classica assegna a Venere viene qui
destinata alla rappresentazione del
meretricio.

Olympia infatti era un soprannome molto comune


riservato alle cortigiane nell’Ottocento. Il gatto nero poi
era un simbolo erotico legato alla sessualità femminile.
Inoltre la serva che porge un mazzo di ori espone
l’offerta di un cliente.

Alcuni dettagli chiariscono inoltre il contesto del dipinto.


Le lenzuola sono sgualcite e indicano che la ragazza
passa molto tempo adagiata. L’orchidea rossa fra i
capelli è un segno di sensualità. Anche i gioielli
indossati senza troppa raf natezza segnalano la vita
pubblica della giovane.
fi
fi
fi
Il bar delle Folies-Bergère di Edouard Manet
La cameriera attende stanca e malinconica che termini
la serata a Il bar delle Folies-Bergère. Il dipinto che
celebra le notti della borghesia parigina è l’ultima
grande opera di Edouard Manet esposta al Salon del
1882.

Edouard Manet, Il bar delle Folies-Bergère, 1882, olio


su tela, 96 x 130 cm. Londra, The Courtauld Gallery

Quello che a prima vista sembra l’interno di


un semplice bar è in realtà l’istantanea di
DESCRIZIONE
un locale di appuntamenti di ne
Ottocento. In primo piano la cameriera è
ferma e in piedi. Si trova dietro al bancone
delle Folies-Bergère, il locale trasgressivo e
alla moda di Parigi. Davanti a lei sono
poggiate sul marmo bottiglie di champagne
e di birra. Su di una alzata sono esposti dei
fi
mandarini mentre due rose sporgono da un
calice. Nonostante la folla che pare
animarsi alle sue spalle la cameriera è
l’unico personaggio veramente reale. Infatti
dietro di lei è posto un grande specchio che
occupa tutta la parete.

La folla dei clienti che si vede è solo il


ri esso di ciò che sta di fronte alla
cameriera. Manet nel ri esso
rappresenta l’interno del locale e
descrive il contenuto delle sue serate. In
alto a sinistra una acrobata è in piedi sul
trapezio. Sotto di lei un borghese con
cilindro sta conversando con una
donna. A destra della cameriera un altro
uomo di mezza età e dall’aspetto molto
distinto è raf gurato con una giovane. In
realtà non stanno conversando, è in
corso una trattativa per la prestazione
della ragazza.
fl
fi
fl
SIMBOLOGIA Nella rappresentazione della vita serale
alle Folies-Bergère di Edouard Manet non vi è alcuna
condanna morale. L’artista stesso era solito
frequentare il locale. Come in atri dipinti del maestro la
motivazione a voler raf gurare questa realtà è piuttosto
l’intenzione di descrivere la vita reale. Il cliente e la
prostituta conducono una trattativa non troppo velata.
La giovane acrobata intrattiene il pubblico con le sua
prestanza atletica e la sua bellezza. Il pubblico di clienti
si diverte e beve mentre la cameriera, annoiata, stanca
e malinconica attende che il suo lavoro nisca.
L’interno stesso del locale, tutti i suoi avventori sono
rappresentati attraverso un ri esso. Pare infatti che non
siano nemmeno reali ma l’illusione di un momento
fugace che svanisce in un lampo. Una volta terminata
la serata di tutta la confusione e degli incontri non
rimarrà che una sala vuota sistemata dalle cameriere.
fi
fl
fi
LA STORIA
Il bar delle Folies-Bergère fu realizzato in studio sulla
base di
molti bozzetti preparatori eseguiti all’interno del locale.
A
posare per il personaggio della cameriera fu Suzon una
delle
bariste de Il bar delle Folies-Bergère. Il dipinto fu
esposto al
Salon del 1882 ed è l’ultima grande opera del maestro.
L’opera
di Manet venne acquisita grazie alla donazione di
Samuel
Courtauld nel 1934.

IMPRESSIONE,
SOLE NASCENTE
di Claude Monet venne esposta, con altre, in occasione della mostra del 1874 presso lo studio del fotografo
Nadar.
Claude Monet, Impressione, sole nascente, 1872, olio su tela, 50
x 65 cm. Parigi, Musée Marmottan

Descrizione
La veduta dipinta da Claude Monet mostra
il porto di Le Havre in lontananza, avvolto
nella nebbia, al mattino presto.

Si individuano, infatti, anche se con fatica,


le gru, le ciminiere e i pennoni delle navi
ormeggiate che si confondono
nell’atmosfera opaca del crepuscolo.

Sull’acqua del bacino, che occupa


interamente la larghezza del dipinto,
galleggiano in primo piano tre piccole
imbarcazioni mentre il sole color arancio si
alza all’orizzonte.
Il cielo è infuocato dai colori del sole che si
ri ettono sulla super cie del mare.

SIMBOLOGIE
Impression, soleil levant è il titolo originale, in lingua francese del celebre dipinto di Claude
Monet. In italiano il titolo originale è stato tradotto in vari modi quali, Impressione, sole nascente, Impressione,
levar del
sole o Impressione del sole che sorge. In inglese, invece, l’opera è conoscouta come Impression,
Sunrise.

Nel dipinto, si possono vedere, a sinistra la


sagoma del Quai au Bois mentre a destra il Quai Courbe che è ancora in costruzione. L’apertura centrale
corrisponde alla chiusa transatlantica al bacino dell’Eure. In primo piano poi, le piccole imbarcazioni sono forse
quelle dei
contrabbandieri che rientrano dopo l’attività
notturna.

I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione Impressione, sole nascente di Claude Monet si
trova a Parigi, esposto al Musée Marmottan con numero d’inventario 4014. Eugène e Victorine Donop di
Monchy donarono il il dipinto di Claude Monet al musée Marmottan di Parigi che lo acquisì il 23 maggio del
1940.

CAMPO DI
PAPAVERI DI
CLAUDE MONET
La pittura en plein air fu l’attività principale di Claude Monet durante il suo
soggiorno ad Argenteuil tra passeggiate nei campi e corsi d’acqua.
fl
fi
Campo di papaveri è un dipinto dalla composizione molto attenta e
controllata.

Claude Monet, Campo di papaveri, 1873, olio su tela, 50 x 65 cm. Parigi,


Musée d’Orsay

Un campo di papaveri a sinistra e un


prato a destra.

DESCRIZIONE
In mezzo una donna fende l’erba
alta riparandosi con un parasole.

La segue un bambino, abbigliato alla


moda dell’epoca, che si vede appena
tra l’erba alta.
Più in alto, sulla sinistra, un’altra
signora accompagnata anche lei da
un bambino, osserva in basso.

All’orizzonte, al sommo del pendio,


una corona di alberi e cespugli
incorona il verde del prato.

In mezzo, poi, si intravede una


abitazione di campagna. Il cielo è
ampio e denso di nuvole che
sembrano correre spinte dal vento.

Sembra di percepire l’odore dell’erba


calda e secca e il vento caldo estivo
scorrere tra le fronde lontane.

LA STORIA
Claude Monet negli anni tra il 1861 e il
1865 soggiornò ad Argenteuil.

Sulle rive della Senna, a poca distanza


da Parigi, Monet ebbe l’occasione di
trarre ispirazione dai paesaggi di
campagna e dagli specchi d’acqua.

Campo di papaveri fu realizzato en plein


air studiando le atmosfere luminose
della Regione.

Durante la prima esposizione del


gruppo di artisti, in seguito de niti
impressionisti, nel 1874 Campo di
papaveri venne esposto insieme
a Impressione, sole nascente.

LA STAZIONE DI
SAINT-LAZARE DI
CLAUDE MONET
La stazione di Saint-Lazare di Claude Monet
documenta l’interesse dei cittadini di Parigi nei
confronti della crescita delle infrastrutture cittadine.

Claude Monet, La stazione di Saint-Lazare, 1877, olio


su tela, 75, 5 x 104
cm. Parigi, musée d’Orsay
I COMMITTENTI E LA STORIA
fi
Il dipinto di Claude Monet si trova al Museo d’Orsay di
Parigi. Altre tre versioni della stessa opera sono
conservate in altri musei nel mondo.

DESCRIZIONE
Nel dipinto di Monet è rappresentato il
tratto di arrivo dei binari della stazione
di Saint-Lazare di Parigi.
Al centro sono visibili le motrici che
avanzano verso la stazione e passano al
di sotto del ponte di comando.

Tra i fumi e i vapori si intravedono poi i


grandi palazzi della città. In ne, sulle
banchine di affollano i viaggiatori.

L’immagine mette in evidenza la


struttura in vetro e metallo della
stazione che crea un ambiente
organizzato secondo linee ortogonali.

Oltre le grandi vetrate si intravede il


cielo.

La Gare Saint-Lazare è il titolo originale, in lingua


SIMBOLOGIE
francese, del dipinto di Claude Monet, tradotto in
italiano come La stazione di Saint-Lazare.
fi
Claude Monet si occupò anche di vedute urbane.

Infatti, nel 1877, tornato a Parigi dopo il suo


soggiorno ad Argenteuil l’artista condusse la sua
ricerca sul comportamento della luce, in città. Fa parte
di questo lavoro La stazione di Saint-Lazare.

La modernità delle strutture metalliche della


stazione e il vapore emesso delle locomotive sono i
soggetti principali del dipinto.

Monet nel dipingere la hall della stazione si


concentrò in particolare sulla rappresentazione dei
vapori e dei fumi che saturano l’ambiente e
modi cano la luce che ltra dalle vetrate. La
struttura in vetro e acciaio della stazione diventa così
una moderna cattedrale tecnologica.

LA STORIA
Monet iniziò a dipingere gran parte delle vedute
ferroviarie e gli interni della stazione a partire dagli ultimi
mesi del 1876. Il pittore però datò i dipinti nel 1877.
fi
fi
Nel 1877 Claude Monet era già un artista, di 37 anni,
dallo stile maturo e risolto in chiave impressionista.
Nell’insieme ritrasse la realtà della via ferrata urbana
con quasi dodici dipinti. Quattro dipinti ritraggono la
hall della stazione e sono solo leggermente diversi tra
loro. Le altre raf gurano i treni che transitano tra le
abitazioni delle periferie di Parigi. Una delle versioni
della hall si trova al Fogg Art Museum di Cambridge e
alla National Gallery di Londra.

Al termine del soggiorno


Nell’intenzione di cogliere la frenesia
a Argenteuil passato a dipingere la
metropolitana Monet dedicò un periodo,
da ne 1876 a parte del 1877, allo studio
campagna en plein-air, Monet si
della stazione di Saint-Lazare, molto
stabilì a Parigi, nel quartiere di
frequentata dai viaggiatori francesi. La
Nouvelle Athènes. L’artista colse
stazione si trovava proprio nei pressi della
fi
fi
così l’occasione di osservare e
residenza di Monet che si concentrò su
rappresentare vedute urbane di
questa struttura a causa del suo impatto
sul tessuto sociale dell’epoca. Infatti in
grande modernità. Nello stesso
seguito alla sua costruzione si determinò
tempo trovò modo di
un notevole sviluppo immobiliare. Secondo
sperimentare nuove soluzioni utili
i cronisti del tempo, rappresentò il
per portare avanti la sua ricerca
fenomeno di mercato edilizio più
importante dell’Ottocento.

impressionista.
LA CATTEDRALE DI
ROUEN IN PIENO
SOLE

di Claude Monet Nel 1892 Claude Monet si trasferì a Rouen dove dipinse La cattedrale di Rouen in pieno sole.
Nella città dell’Alta Normandia il maestro realizzò in due anni 48 dipinti dedicati alla facciata della cattedrale.
Claude Monet, La cattedrale di Rouen in pieno sole (La cathédrale de Rouen. Le portail et la tour Saint-
Romain, plein soleil), 1893, olio su tela, 107 x 73 cm. Parigi, Musée d’Orsay

DESCRIZIONE
Nel dipinto La cattedrale di Rouen in
pieno sole, Claude Monet raf gura la
facciata dell’edi cio religioso. In basso
si apre l’ampio portale centrale
af ancato da due minori. In alto è
visibile il grande rosone. Si notano
quindi gli alti pilastri e le guglie
sovrastanti. Le torri laterali poi sono
intuibili oltre il bordo della tela.

La cattedrale di Rouen è considerato uno dei più


SIMBOLI E
importanti monumenti gotici della Francia.

INTERPRETAZIONI
Claude Monet decise così di condurre la propria
ricerca luministica su tale monumento icona
nazionale.

L’idea di realizzare una serie di dipinti dello stesso oggetto fu conseguente alla sua ricerca sulla luce.

Probabilmente Monet nel realizzare i suoi lavori volle superare la visione da cartolina della cattedrale.

Molti critici hanno tentato di dare una spiegazione della sua scelta di rappresentazione seriale.

È stata considerata l’invenzione della fotogra a che ha condizionato il taglio del dipinto (Adorno).

Inoltre il fatto che la Cattedrale sia rappresentata solo in parte è forse da collegarsi ad alcune discipline
loso che.

Infatti secondo tali interpretazioni il sapere non si esaurisce con la sola scienza ma deve essere integrato dalla
coscienza umana.

Forse la serie delle cattedrali di Monet ha ispirato il pensiero del losofo Henri Bergson (Argan).

STORIA E COMMITTENTI
L’opera appartiene alla serie di
vedute della cattedrale di
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
Rouen che Claude Monet
dipinse con il variare di ore e
condizioni meteorologiche. in
particolare La cattedrale di
Rouen in pieno sole appartenne
alla collezione del conte Isaac de
Camondo di Parigi. Lo Stato la
acquisì nel 1911 in qualità di
legato del conte a favore del
Museo del Louvre. Dal 1947 al
1986 fu esposta alla galleria Jeu
de Paume e in ne dal 1986
destinata al musée d’Orsay di
Parigi.

LO STAGNO DELLE
NINFEE, ARMONIA IN ROSA
DI CLAUDE MONET
Lo stagno delle ninfee, armonia in rosa, dipinto da Claude Monet, riprende un ponte ad arco presente in
alcune incisioni del famoso artista giapponese Hokusai. Nel suo giardino di Giverny il maestro impressionista
creò un ambiente ideale dove trovare ispirazione per i suoi dipinti.

Claude Monet, Lo stagno delle ninfee, armonia in rosa (Le bassin aux nymphéas, harmonie rose), 1900, olio su
tela, 90 x 100 cm. Parigi, Musée d’Orsay

DESCRIZIONE
Il suggestivo ponte ad arco traversa lo
stagno delle Ninfee con una sola
campata.

Sull’acqua che scorre verso il fronte del


fi
dipinto la vegetazione palustre brilla
sotto i raggi del sole che penetrano tra le
fronde.

I ori delle ninfee sono rosa e spiccano


chiaramente tra il verde delle foglie.

Sulla riva la vegetazione è alta e si


confonde con le foglie dei salici che
pendono in basso.

Il sole, ltrato dalle foglie crea zone di


luce.

I ri essi si alternano all’ombra creando


un intenso alternarsi di colori sull’acqua e
sulle rive.

I committenti
Lo stagno delle ninfee,
armonia in rosa (Le bassin
aux nymphéas, harmonie
rose) il 21 novembre 1900 fu
fi
fl
fi
acquistato da Durand-Ruel. Il
conte Isaac de Camondo lo
acquistò quindi il 22
novembre 1900 e lo conservò
no al 1911. Passò quindi al
Museo del Louvre con la
donazione del conte e fu
esposto a partire dal 1914.

Dal 1947 al 1986 fece parte


delle opere della galerie du
Jeu de Paume di Parigi.

Quindi fu assegnato al Musée


d’Orsay.

LA STORIA Il quadro intitolato Lo stagno delle ninfee, armonia in rosa (Le bassin aux nymphéas, harmonie
rose) fu dipinto da Monet nel suo giardino a Giverny. Il maestro visse 43 anni nella sua residenza in Normandia
e vi dipinse la serie delle ninfee che lo hanno reso celebre.

Nel giardino erano presenti molte varietà di ninfee e altra vegetazione.

Sulle sponde crescevano salici piangenti, altri alberi e molti ori. Claude Monet si occupava in prima persona
della cura del giardino che era un vero e proprio teatro verde e offriva molti spunti per la sua pittura. In seguito
per aggiungere un ulteriore motivo di ispirazione Monet fece costruire un ponte in stile giapponese. Il suo
amore per la cultura del Giappone era inoltre testimoniato dalla presenza di peonie e bambù.

LA LEZIONE DI
DANZA
La luce ri essa dai corpi in movimento delle ballerine fu uno dei temi prediletti da Edgar Degas. La scuola di
danza documenta un momento di pausa dietro le quinte di un teatro.

Edgar Degas, La scuola di danza, 1873-1876, olio su tela, 85 x 75 cm.

Parigi, Musée d’Orsay


fi
fl
fi
La scena è ambientata in una grande sala, con il pavimento coperto da un parquet di legno e le pareti
decorate da eleganti lesene di marmo.

DESCRIZIONE
Quella che sembra essere una grande porta
aperta lascia intravedere un secondo ambiente
attiguo e una nestra dalla quale si scorge un inde nito scorcio di Parigi.

Alcuni critici, tuttavia, ritengono che questa grande apertura luminosa sia, in realtà, uno
specchio che ri ette la luce proveniente dalla nestra della parete frontale.
fi
fl
fi
fi
Se è pur vero che la grande cornice architettonica, con la mensola sovrastante, non è propria di uno specchio,
ma è tipica di una porta, l’immagine risulta, effettivamente, ambigua: d’altro canto, gli impressionisti amavano
molto i giochi ottici e visivi come questo, e la scelta di Degas di non rendere evidente la natura del rettangolo di
luce potrebbe essere stata intenzionale.

Ricordiamo che il primo obiettivo degli


impressionisti era quello di creare delle
“impressioni”.

L’artista scelse di ritrarre il momento in cui una ragazzina sta


provando dei passi di danza sotto l’occhio attento del suo maestro.

I contemporanei dell’artista vi potevano riconoscere Jules Perrot,


che era stato uno dei più famosi ballerini dell’età romantica.

Perrot è appoggiato a un alto bastone, che gli serve per battere il


tempo e per correggere linee e postura delle sue allieve.

Le altre ballerine, disposte in semicerchio, osservano la compagna


o parlottano distratte, attendendo il proprio turno.

Ogni loro gesto, apparentemente marginale o secondario rispetto


all’effetto complessivo della scena, è invece indagato con grande
attenzione.

SIMBOLOGIA
La scuola di danza è una
immagine che ritrae un
momento delle prove
dietro le quinte. Nei
dipinti di Degas le
ballerine sono studiate e
ritratte mentre
interpretano diverse
posizioni. Nel dipinto le
danzatrici si riposano e si
sistemano tutù e
scarpette. Al centro del
gruppo si trova l’anziano
maestro che attende di
riprendere la lezione.

STORIA
Edgar Degas amava ritrarre danzatrici
e cavalli. Infatti, il suo interesse era
quello di rappresentare il
comportamento della luce su soggetti
in movimento. L’occasione per
studiare dal vero la luce della danza fu
concessa a Edgar Degas nel 1867 da
un amico che lavorava al teatro
dell’Opera di Parigi.

L’ASSENZIO DI
EDGAR DEGAS
L’assenzio di Edgar Degas è un noto dipinto dell’artista francese conosciuto anche come I bevitori di assenzio
che documenta una triste realtà dell’epoca.

Edgar Degas, L’assenzio (L’absinthe), 1875 – 1876, olio su tela, 92


x 68 cm. Parigi, Museo d’Orsay


Due avventori sono seduti ai tavolini di un caffè. La protagonista è una giovane donna vestita con pesanti abiti
che la coprono totalmente e un cappellino alla DESCRIZIONE
moda. Un paio di scarpette decorate con occhi
bianchi spuntano poi dal bordo inferiore della gonna.

Sul tavolino, di fronte alla protagonista, è posato un calice che contiene una bevanda di colore giallo
chiaro. Nel tavolino di sinistra si trova poi una bottiglia trasparente e vuota posata su un vassoio di metallo.
Accanto alla donna, a destra, un uomo in abiti scuri fuma da una pipa e guarda oltre il bordo del dipinto. Dietro
i due personaggi si ri ettono sullo specchio le loro ombre.


La bevitrice sembra persa nel vuoto e mostra
un’espressione triste e sofferente. Anche la sua
posizione suggerisce abbandono e depressione.

Infatti il busto è leggermente piegato in avanti e le spalle sono cadenti.


fl
fi

In ne in primo piano sul tavolino di sinistra si legge la rma dell’artista scritta in prossimità dell’archetto di un
violino. Inoltre un giornale arrotolato intorno ad un bastone di lettura è poggiato tra i piani dei due tavolini.

• Edgar Degas non si limitò alla


rappresentazione di natura e paesaggi come
INTERPRETAZIONI E
molti artisti impressionisti. L’artista infatti è SIMBOLOGIE
noto per i suoi dipinti che ritraggono le
ballerine nei teatri. Altra sua passione
furono anche i cavalli che diventarono
fi
fi
soggetto delle opere. Il dipinto
intitolato L’assenzio, conosciuto anche
come I bevitori di assenzio, ritrae invece gli avventori di un caffè parigino. L’artista
inoltre dipinse la vita cittadina e molti
interni di locali nei quali si svolgevano
spettacoli e ritrovi mondani.

La vita sociale e mondana dei Parigini si


svolgeva al chiuso di locali notturni o dei Cafè.

Inoltre gli stessi artisti erano soliti ritrovarsi per discutere all’interno di questi locali dove si
portava avanti quindi la vita artistica e
culturale. Il locale rappresentato è il celebre “La Nouvelle Athènes”, situato in place Pigalle a
Parigi molto frequentato dalla comunità
bohème della città.

I COMMITTENTI
Il dipinto partecipò alla seconda esposizione impressionista del 1876 con il titolo di Dans un café. Un capitano
inglese di nome Henry Hill la acquistò esponendola nella sua abitazione a Brighton. Hill morì nel 1892 e la
famosa casa d’aste Christie’s vendette il dipinto per 150 sterline. L’assenzio nel 1893 passò poi in altre
collezioni, Arthur Kay di Glasgow, Martin et Camentron di Paris e di Alexandre Reid. Il conte Isaac de
Camondo di Parigi acquistò poi l’opera nel 1893 e nel 1911 la donò al Comune di Parigi che la destinò al
museo del Louvre no al 1947. Passò poi alla galerie du Jeu de Paume. In ne nel 1986 l’opera giunse al
Musée d’Orsay al momento della sua costituzione.

LA STORIA
Degas, nato nel 1834, realizzò la sua opera tra il 1875 –
1876, al’età di circa 41 – 42 anni. Espose quindi il dipinto alla seconda mostra impressionista con il nome di
Dans un café. Nel 1892, in seguito alla vendita all’asta di Christie’s alcuni galleristi londinesi indicarono il dipinto
come L’assenzio per sottolineare l’aspetto più crudo e realistico dell’opera. Infatti la dipendenza dalla bevanda
aveva creato molti problemi a Parigi, soprattutto tra la gente del popolo.

L’ASSENZIO
Il secondo titolo dato al dipinto indica i protagonisti come
bevitori di assenzio, una sostanza alcolica molto diffusa
alla ne dell’Ottocento.

Il liquore ad alta gradazione era un macerato di varie erbe


tra le quali l’assenzio maggiore (Artemisia absinthium).

Il medico francese Pierre Ordinaire fu l’inventore della


bevanda che divenne in seguito nota anche con il
soprannome di Fée Verte (la Fata Verde) per via del suo
colore. Ordinaire fuggì in Svizzera, a Couvet nel 1792 per
fi
fi
fi
via della Rivoluzione francese e in questa località si iniziò a
produrre la bevanda come rimedio per vari mali.

Molte distillerie iniziarono così a distillare il macerato che


divenne una bevanda alla moda sul nire dell’Ottocento.

Infatti i consumatori erano soliti accompagnare il consumo


con riti sociali e varie modalità. Normalmente si serviva
con una zolletta di zucchero e acqua ghiacciata. Lo
zucchero era posto sopra il calice e diluito lentamente con
l’acqua. Questo metodo rendeva la bevanda bianca e
lattiginosa sprigionando gli aromi dei componenti vegetali.

La Grenouillère è il soggetto delle omonime tele su olio realizzate dai due maestri dell’impressionismo, Pierre-
Auguste Renoir e Claude Monet, nell’estate del 1869. I dipinti rappresentano uno step fondamentale per lo
sviluppo delle peculiarità del movimento artistico che caratterizzeranno il decennio successivo. I due artisti,
legati da una profonda amicizia, si recarono presso Bougival, un pittoresco villaggio in riva alla Senna a poca
distanza da Parigi. L’isolotto di Croissy, dotato di un ristorante all’aperto allestito su una piattaforma
galleggiante ormeggiata, era la principale attrazione naturalistica del sito, immerso in una vegetazione
rigogliosa.

Tuttavia, questa non fu l’unica circostanza nella quale il complesso balneare ispirò i pittori. Infatti a più riprese
entrambi ritornarono, come testimonia l’opera Bagno sulla Senna di Renoir del 1869 conservata al Museo
Puskin di Mosca.

La Grenouillère: le af nità e le dissonanze di Renoir e


Monet

La Grenouillère, Claude Monet, 1869

La Grenouillère, Pierre-Auguste Renoir, 1869


fi
fi
Sebbene il punto di vista sia pressoché

Tuttavia la differenza sostanziale tra i


identico, Monet predilige la veduta
due dipinti risiede nella vibrazione e
d’insieme rivelando
nella distribuzione della luce. Mentre
più elementi dell’ambiente
nella Grenouillére di Monet l’isola e il
naturale circostante. La presenza
primo piano in ombra, sono
umana risulta abbozzata
controbilanciati dalla piena luminosità
sommariamente tramite tratti che
dello sfondo, in quella di Renoir la sua
suggeriscono le forme e i vestiti delle
omogeneità uni ca lo spazio. La
persone. Invece, Renoir adotta un focus
super cie dell’acqua e i giochi di ri essi
ravvicinato nel quale domina il Camembert,
sono colti dal pittore parigino
ossia l’isolotto centrale. Ciò gli consente di
attraverso larghe pennellate
orizzontali che de niscono aree
focalizzarsi sull’integrazione del paesaggio
ombreggiate e luminose dal
con le gure, meglio delineate, attraverso
forte cambiamento cromatico. Al
un gioco formale di linee orizzontali e
contrario, i toni pastello più chiari che
verticali rotto dalle barche.

riempiono la composizione di Renoir,


sono stesi con tocchi più minuti e
distinti.
fi
fi
fi
fi
fl
BALLO AL MOULIN
DE LA GALETTE DI
PIERRE-AUGUSTE
RENOIR
La vita degli artisti parigini di ne Ottocento, le modelle e i giovani dell’epoca sono documentati nei dipinti di

Pierre-Auguste Renoir come Ballo al Moulin de La galette.


fi
Pierre-Auguste Renoir, Ballo al Moulin de la Galette, 1876, olio su tela, 131 x 175 cm. Parigi, Musée d’Orsay

Ballo al Moulin de la Galette documenta


DESCRIZIONE
un momento di vita dei giovani parigini
riuniti nel celebre caffè di Montmartre.

Alcuni giovani danzano altri conversano


seduti ai tavolini. In primo piano lo
stesso Renoir siede ad un tavolino con le
sue modelle e gli amici. Il dipinto cattura
un’istantanea del momento allegro della
vita mondana frequentata da artisti,
intellettuali e parigini qualunque. Le
donne esibiscono acconciature alla moda
dell’epoca, nella danza le gonne si
sollevano, svettano sulla massa dei
clienti i cappelli a cilindro degli uomini.
COLAZIONE DEI
CANOTTIERI DI
PIERRE-AUGUSTE
RENOIR
Una icona della pittura impressionista è sicuramente Colazione dei Canottieri di Pierre-Auguste Renoir. I

personaggi raf gurati sono amici e conoscenti del maestro messi in posa per un dipinto dal signi cato
universale.
fi
fi
Pierre-Auguste Renoir, Colazione dei Canottieri, tra il 1880 e il 1881, olio su tela, 130,2 x 175,6 cm.
Washington, The Phillips Collection

Sotto ad un dehors i canottieri e i loro


DESCRIZIONE
amici sono riuniti intorno ad un tavolo. Il
gruppo ha appena terminato di pranzare
e sulla tovaglia rimangono stoviglie e
avanzi di cibo. I giovani conversano e si
godono l’atmosfera calda del pomeriggio
mentre la Senna, in basso a sinistra, è
percorsa da piccole imbarcazioni dalle
vele bianche. In primo piano una ragazza
gioca con il suo cagnolino osservata da
un canottiere. Un altro giovane si porge
verso la ragazza elegante seduta al
tavolo. Un altro canottiere con la barba si
riposa appoggiato alla balaustra a
sinistra. Altri due giovani sono seduti al
tavolo in secondo piano mentre due
gruppi di amici si intrattengono a destra
e sul fondo.

I COMMITTENTI
Durante la prima esposizione dell’opera nel dicembre del 1923 Colazione dei canottieri fu af ancato da La
neige à Louveciennes e Les rives de la Seine di Sisley. Duncan Phillips comprese che il dipinto di Renoir era
quello più ammirato. Il collezionista fu così entusiasta di acquisire il dipinto da destinare alla sua Galleria. La
sua felicità è infatti testimoniata da una lettera che scrisse al suo tesoriere da Parigi. Il collezionista considerò il
dipinto una grande opportunità di crescita per l’istituzione. Colazione dei Canottieri di Pierre-Auguste Renoir fu
acquisita presso The Phillips Collection di Washington nel 1923.

INTERPRETAZIONI E SIMBOLOGIE
I modelli che si prestarono per la composizione del dipinto erano amici e colleghi di Renoir. La ragazza in primo
piano a destra è Angèle, una delle più note modelle del maestro. Alle sue spalle, in piedi, si trova il signor
Maggiolo, un giornalista. Il giovane vestito da canottiere seduto sulla sedia posta al contrario è il pittore
Gustave Caillebotte. Di fronte a lui, poi Aline Charigot, futura moglie di Renoir, gioca con il suo terrier. Il
canottiere robusto che si appoggia a sinistra alla ringhiera è Alphonse Fournaise Jr, il glio del proprietario del
ristorante. L’uomo rappresentato di schiena con cappello e abito marroni è il barone Raoul Barbier, un ex
uf ciale di cavalleria. La giovane con la quale dialoga è forse la glia del proprietario Alphonsine Fournaise.
Barbier è seduto al tavolo con l’attrice Ellen Andrée rappresentata mentre beve.
fi
fi
fi
fi
Le bagnanti di Pierre-Auguste Renoir è un dipinto che testimonia l’interesse del pittore verso le atmosfere
calde e assolate del Mediterraneo.

Pierre-Auguste Renoir, Le bagnanti, 1918-1919 circa, olio su tela, 110 x 160 cm. Parigi, museé d’Orsay

DESCRIZIONE
In primo piano, due giovani
donne nude sono adagiate
su un telo disteso sull’erba.

Nell’angolo in basso a
sinistra è posato un
cappellino decorato. Poco
sopra, un cuscino dal tessuto
disegnato con immagini di
ori sorregge il busto di una
delle due giovani. In
lontananza, sulla destra, si
vedono poi altre tre gure
femminili che sono
impegnate nel bagno.

Intorno alle giovani si


intravedono alcuni ulivi.

INTERPRETAZIONI E SIMBOLOGIA
Secondo i curatori del Musée d’Orsay di Parigi, Renoir concepì una visione atemporale della natura, nella
quale non compaiono riferimenti storici. Infatti, i corpi delle donne non sono coperti da abiti tipici del tempo e
intorno a loro non compaiono oggetti o arredi della vita quotidiana.

La natura dipinta da Renoir ricorda quella del paesaggio mediterraneo che risale alla tradizione classica
dell’Italia a della Grecia Antica. Questi territori, nell’ambito della cultura umanistica, erano considetati “il
paradiso degli de i”. Renoir dichiarò quindi di voler dipingere gure immerse in un paesaggio idilliaco,
atemporale, che rimanda alla memoria dei luoghi caldi e assolati del mediterraneo.

LA STORIA
Pierre-Auguste Renoir dipinse Le bagnanti custodite al museé d’Orsay di Parigi intorno al 1918-1919 circa. Il
pittore francese era nato nel 1841, quindi realizzò l’opera in età molto avanzata, verso gli 80 anni.
fi
fi
fi
Gli storici dell’arte indicano Le bagnanti, ospitate al museé d’Orsay di Parigi, come il testamento pittorico
dell’artista. Infatti, questo termine, viene utilizzato solitamente nella storia dell’arte per indicare un’opera
importante dipinta dall’artista poco prima della sua morte. Renoir morì nel dicembre 1919 ad un anno circa
dalla realizzazione del dipinto.

Le cinque modelle ritratte da Renoir nel dipinto intitolato Les baigneuses posarono tra gli ulivi del grande
giardino delle Collettes. La proprietà faceva parte della residenza di Renoir a Cagnes-sur-Mer nel Sud della
Francia.

L’atmosfera carica di colore e luce della scena, secondo gli storici, testimonia il piacere di dipingere che non
abbandonò mai Renoir, nemmeno negli ultimi anni di vita. La gioia che il pittore riusciva a trarre dalla sua
attività creativa compensò infatti le sofferenze della lunga malattia.

LA CASA
DELL’IMPICCATO DI
PAUL CÉZANNE
La casa dell’impiccato è un dipinto di Paul Cézanne realizzato negli anni della sua adesione all’Impressionismo.

Paul Cézanne, La casa dell’impiccato, 1873, olio su tela, 55 x 66 cm.

Parigi, musée d’Orsay

• Al centro del dipinto è raf gurata


una semplice casa di campagna. La
DESCRIZIONE
facciata è alta e stretta e la porta, in
basso, è spostata verso destra. Due
nestre sono visibili in alto. A destra
e a sinistra, si notano i tetti di altre
case. In primo piano, una strada di
montagna è ritagliata tra i prati. Di
fronte alla casa, si alzano due alberi
fi
fi
spogli. Tra lo spazio delle due case,
si vede, in lontananza, un altro
centro abitato e, quindi, delle
colline all’orizzonte. In ne, a
sinistra, al di sopra del tetto delle
case, ondeggiano due piccoli
alberelli.

INTERPRETAZIONI E
SIMBOLOGIA
Il titolo dell’opera
contribuisce a chiarire
l’atmosfera triste del
dipinto. Infatti,
l’assenza di gure
umane e gli alberi
spogli creano un clima
di inquietudine e
desolazione.

LA STORIA
• Cézanne, in quegli anni, lavorò a anco dell’amico
fi
fi
fi
Camille Pissarro nella regione del Pontoise e di
Auvers-sur-Oise. Nel dipinto La casa dell’impiccato,
gli storici ritrovano molte in uenze del maestro
impressionista. Al tempo, quest’opera di Cèzanne,
non ottenne molti riconoscimenti. Fu, comunque, la
prima che l’artista vendette ad un collezionista.

BAGNANTI DI
PAUL CÉZANNE
Bagnanti di Paul Cézanne è uno dei primi dipinti dell’artista realizzato durante gli anni di collaborazione con il
gruppo dei pittori impressionisti.

Paul Cézanne, Bagnanti, 1874 – 1875, olio su tela, 38,1 x 46 cm . New York, Metropolitan Museum
fl
• Alcune gure di donne sono disposte lungo i
bordi di un ume. I corpi delle bagnanti
sono nudi. Inoltre una di loro è immersa con
DESCRIZIONE
le gambe all’interno dell’acqua. A sinistra,
una ragazza è distesa mentre altre due sono
in piedi e sollevano il loro braccio
portandolo indietro. Tra queste una giovane
è seduta di schiena mentre sulla riva
opposta, a destra un’altra sembra in
procinto di entrare in acqua.

• Dietro la ragazza con i capelli lunghi e rossi, a sinistra un telo bianco è steso contro un
grande albero a protezione della loro nudità.

Sulla riva opposta, poi oltre il corso d’acqua,


corre una strada bianca che con na con
alcuni alberi. Tra di essi vi sono dei cipressi
che si alzano sottili verso il cielo. Un esile
albero è dipinto su un lembo di prato a
destra e uno dei suoi rami sembra creare
una croce con il cipresso della riva posta. Il
cielo è azzurro, attraversato solo da leggere
nubi bianche.

INTERPRETAZIONI E SIMBOLOGIE
• Alcuni critici fanno notare la dif coltà che Paul Cézanne ebbe nel rappresentare il corpo femminile. Le gure
delle bagnanti, infatti sembrano sgraziate è un po’ goffe. Probabilmente l’artista fece ricorso anche a ricordi di
gure femminili appartenenti alla tradizione pittorica.

• Paul Cézanne replicò più volte il soggetto di bagnanti nella sua carriera pittorica e questo dipinto è una delle
prime versioni.

Cézanne dimostrò quindi di essere interessato al nudo femminile ma non lo padroneggiò mai in piena libertà.
Infatti le sue opere che raf gurano questo soggetto progredirono lentamente e Cézanne rivelò di sentirsi a
disagio nel dipingere la gura.

• Per facilitare questa operazione così l’artista ricorse all’immaginazione e all’osservazione di opere classiche e
rinascimentali. L’elemento più replicato e ripreso dall’artista è la diversa disposizione dei corpi e la loro postura.
Nel corso del tempo le diverse varianti acquistarono però maggiore luminosità su ispirazione delle esperienze
dei colleghi impressionisti.

LA STORIA
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
• L’opera risale agli anni 1874-1875. Nel 1874 Paul Cézanne prese parte alla prima esposizione dei pittori
impressionisti presso lo studio del fotografo Nadar.

Nonostante la contrarietà espressa da Manet nei


confronti della sua pittura, l’artista vendette anche alcune opere. Invece Pissarro lo incoraggiò a
partecipare e lo sostenne anche successivamente. La critica, anche quella vicina agli impressionisti, non
apprezzò i dipinti di Cézanne e li condannò duramente.

L’artista però non si scoraggiò e grazie al ricavato di opere come La casa dell’impiccato decise di proseguire
con la pittura.

GIOCATORI DI CARTE DI PAUL CÉZANNE


Giocatori di carte di Paul Cézanne sembra essere la rappresentazione di una scena tipica dei bistrot. In realtà
la scelta del soggetto non fu un elemento importante nella ricerca del maestro francese interessato invece a
sempli care l’apparenza della realtà.

Paul Cézanne, Giocatori di carte (Les joueurs de cartes), 1890-1895, olio su tela, 47,5 x 57 cm. Parigi, Musée
d’Orsay

DESCRIZIONE
I due giocatori impegnati nella partita a carte
sono isolati dagli altri clienti del locale. I due
uomini sono forse contadini e uno dei due
probabilmente si chiamava Alexandre, il
giardiniere della tenuta del padre dell’artista a
Jas de Bouffan. Sono seduti ad un semplice
tavolo di legno sul quale è appoggiata una
bottiglia di vino chiusa da un tappo di sughero.

I Giocatori di carte indossano semplici abiti ma


dignitosi. Il signore di sinistra indossa una
giacca ed un cappello. Mentre valuta
attentamente le sue carte fuma da una pipa. Il
giocatore di destra invece pare più giovane e
veste in modo più disinvolto. Intorno a loro si
osserva la boiserie del locale cioè la
decorazione delle pareti in legno e i vetri di una
porta.

LA STORIA
• Cézanne creò cinque dipinti con lo stesso
tema. L’opera esposta presso il Musée
d’Orsay è particolarmente sobria. Evidenzia
bene infatti i risultati della ricerca
fi
dell’artista. Nel museo di Aix-en-Provence era
esposta un’opera dei fratelli Le Nain
intitolata proprio I giocatori di carte. Forse
l’artista ne fu ispirato per realizzare i dipinti
della serie.

MONTAGNA SAINTE-VICTOIRE DI PAUL CÉZANNE


La Montagna Sainte-Victoire fu un soggetto dipinto più volte da Paul Cézanne che studiò a fondo il paesaggio
riducendolo progressivamente a forme geometriche semplici.

Paul Cézanne, La Montagna Sainte-Victoire, 1902-1904, olio su tela, 73 x 91,9 cm. Philadelphia, Museum of
Art

DESCRIZIONE
La pianura si estende in
basso no ai piedi
della Montagna
Sainte-Victoire. In primo
piano una la di alberi e
cespugli copre
parzialmente il borgo, Si
intravedono infatti piccole
case dai tetti spioventi.

Sull’orizzonte si alza lo
sperone del monte rivolto
verso destra.

LA STORIA E I COMMITTENTI
• Cézanne dipinse molte vedute intitolate La montagna
Sainte-Victoire. Il pittore osservò il monte sempre dalla
stessa angolazione. Variò invece il modo di
rappresentare il paesaggio.

• Dallo studio dell’artista l’opera passò dal 1907 al 1936 nella collezione di Ambroise Vollard che
acquistò l’opera direttamente dall’artista. L’opera venne poi acquisita da Paul Rosenberg e venduto
alla città di Philadelphia dalla collezione George W. Elkins il 7 luglio 1936.
fi
fi

Potrebbero piacerti anche