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LA POP ART

La Pop Art nasce in Inghilterra nel ‘56 con la mostra “This is Tomorrow” allestita in una galleria a
Londra. Pop art è il nome una delle più importanti correnti artistiche del dopoguerra. Nata in
Inghilterra intorno agli anni '50,  troverà il suo più pieno sviluppo a New York a partire dagli anni
'60. Il suo nome deriva da "popular art" ovvero arte popolare: non intesa come arte del popolo o
per il popolo ma, più puntualmente, come arte di massa, cioè prodotta in serie. E poiché la massa
non ha volto, l'arte che la esprime deve essere il più possibile anonima: solo così potrà essere
compresa e accettata dal maggior numero possibile di persone.In un mondo dominato
dal consumo, la Pop art respinge l'espressione dell'interiorità e dell'istintività e guarda, invece, al
mondo esterno, al complesso di stimoli visivi che circondano l'uomo contemporaneo: il cosiddetto
"folclore urbano". È infatti un'arte aperta alle forme più popolari di comunicazione: i fumetti,
la pubblicità, i quadri riprodotti in serie. Il fatto di voler mettere sulla tela o in scultura oggetti
quotidiani elevandoli a manifestazione artistica si può idealmente collegare al movimento
svizzero Dada, ma completamente spogliato da quella carica anarchica, provocatoria e critica.
I maggiori rappresentanti di questa tendenza sono tutti artisti americani: Andy Warhol, Claes
Oldenburg, Tom Wesselmann, James Rosenquist, Roy Lichtenstein ed altri. Con sfumature
diverse, gli artisti ripresero le immagini dei mezzi di comunicazione di massa, del mondo del
cinema e dell'intrattenimento, della pubblicità. La Pop Art infatti usa il medesimo linguaggio della
pubblicità e risulta dunque perfettamente omogenea alla società dei consumi che l'ha prodotta.
L'artista, di conseguenza, non trova più spazio per alcuna esperienza soggettiva e ciò lo configura
quale puro manipolatore di immagini, oggetti e simboli già fabbricati a scopo industriale,
pubblicitario o economico. Questi oggetti, riprodotti attraverso la scultura e la pittura, sono
completamente personalizzati. 

Riassumendo si può dire che la pop art abbia documentato la cultura popolare americana,
trasformando in icone le immagini più note o simboliche tra quelle proposte dai mass media.  

Il maggiore rappresentante di questa corrente è Lichtenstein.

Roy Lichtenstein è nato a New York nel 1923 da una famiglia come tante.
Ha cominciato a disegnare e a dipingere per gioco, ritraendo spesso i musicisti jazz che amava
ascoltare nei teatri di Harlem.
Si è anche iscritto ad una famosa scuola d’arte, la School of Fine Arts della Ohio State University,
dove ha potuto seguire i corsi di arte di un famoso professore.
Nel 1945, dopo la guerra, alla quale aveva partecipato attivamente in Europa, si trasferì a Parigi.
In questo periodo ha dipinto opere prevalentemente geometriche, ispirate al cubismo che aveva
sempre ammirato. Fino al 1951 ha insegnato alla scuola d´arte che aveva frequentato da giovane.
La sua prima mostra personale è stata proprio nell´Ohio.
I suoi dipinti non erano facili da capire: erano un misto tra il cubismo e l´espressionismo, ma poi
cominciò a spingersi verso uno stile sempre più libero e senza regole.
Creò, così, “assemblage” di oggetti in legno e quadri espressionisti, scegliendo in genere soggetti
americani, come cavalli, cavalieri e indiani. Nel 1956, Lichtenstein realizzò una vignetta umoristica
quasi per gioco, che riproduceva una banconota da dieci dollari della stessa forma rettangolare di
quella vera, come se fosse un falso. Era un segnale indicatore che gli mostrava come sarebbe
stata la sua arte futura. Fu solo nel 1961 che Roy decise che tipo di artista sarebbe stato.
Decise di insersi all´interno della Pop Art, utilizzando le immagini della pubblicità dei prodotti che le
persone consumano, scegliendo, per riprodurle, il mondo del fumetto e della tecnica della stampa
industriale. Le immagini dei fumetti più conosciuti vengono ingigantite e modificate da Lichtenstein
attraverso la pittura a olio direttamente sulla tela, attraverso una tecnica che, però, rende quella
stessa vignetta irriconoscibile fuori dalla sua storia originale. Nell´autunno del 1961, così, alcune
sue opere vennero presentate in una famosa galleria di New York, dove Lichtenstein farà una
mostra personale l´anno successivo e dove incontrerà anche Andy Warhol, il grande ispiratore
della Pop Art. Durante gli anni Sessanta partecipò a tante e importanti esposizioni personali e
collettive e, nel frattempo, si dedicò a tempo pieno alla pittura: a New York, a Pasadena, a Parigi,
Los Angeles, Torino, e poi Minneapolis, Amsterdam, Londra, Berna e Hannover.
Realizzò, inoltre, sculture di ceramica; paesaggi; dipinti di architetture monumentali e dipinti con
immagini degli anni Trenta; fu una produzione molto vasta che sarà esposta in importanti musei
americani, come il Los Angeles County Museum, il Salomon R. Guggenheim e il Metropolitan
Museum a New York. Nel 1970 dipinse quattro grandi murali di “pennellate” per l’Università in
Germania, e venne nominato membro di un’importante Accademia delle Arti e delle Scienze. Era
diventato molto importante.
Negli anni successivi sperimentò nuove tecniche artistiche: fece quadri con illusioni ottiche
(Specchi) e altre opere surrealiste, futuriste, espressioniste.
Altre mostre che celebravano la sua arte continuarono negli anni Ottanta e Novanta, negli Stati
Uniti, in Europa, e in Giappone.

Morì il 29 settembre del 1997 a New York.

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