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1.

Kehinde Wiley#surrounded by nature#comouflage for

Smithsonian's National Portrait Gallery

Kehinde Wiley (Los Angeles, 1977) è un artista americano. Legittimo discendente di una serie di storici ritrattisti come Reynolds, Tiziano
o Ingres, nelle sue grandi tele, racchiuse in cornici luccicanti e barocche, immortala personaggi di colore. Uomini di strada o star della
contemporaneità, sono sempre rappresentati in pose maestose su sfondi colorati e intricati con evidenti riferimenti alla pittura
rinascimentale e barocca ma anche all’architettura islamica e al design africano. Tra questi sicuramente quello più conosciuto, che gli
ha portato grande notorietà, è il ritratto di Barack Obama. Grazie a questo dipinto, realizzato nel 2018 e conservato nella National
Portrait Gallery di Washington, Wiley è diventato il primo pittore afroamericano a entrare nel museo.

ROUSSEAU, Henri (detto il Doganiere)

Pittore francese (1844-1910). Arte naïf, Postimpressionismo, Primitivismo; arte primordiale, dal disegno schematico,
senza prospettiva aerea.

Il sogno/ L’Incantatrice di serpenti”, 1907

2. Vik Muniz#mosaic of the people#tradition and innovation

Franz Mayer & Co. (Mayer & Co. di Monaco) è un'azienda tedesca di progettazione e produzione di vetrate colorate,
che è attiva in quasi tutto il mondo da oltre 170 anni. L'azienda era molto popolare durante la fine del XIX e l'inizio del
XX secolo, ed era il principale fornitore di vetrate per le grandi chiese cattoliche romane.

Vik Muniz è un artista brasiliano classe 1961, da vent’anni, però, vive e lavora negli States. Vik
Muniz ama “dipingere” utilizzando zucchero, burro di arachidi o cioccolata liquida per poi passare ad oggetti di più
grandi dimensioni come computer o telefoni. L’arte del riciclo, appunto. Perfect Strangers - murales a mosaico
dell'artista Vik Muniz sulle pareti della 72nd Street Subway station della metropolitana a New York.
Antoni Gaudí ( 1852 - 1926) [è stato un architetto spagnolo, massimo esponente del modernismo catalano].

Il Parco Güell è un parco pubblico a Barcellona. Ideato come complesso urbanistico della città di Barcellona. Gino
Severini (1883-1966) Palazzo delle Poste di Alessandria, in Piemonte.

Jackie Chang (1963-), il mosaico murale In Other Words (2003)

Stephen Johnson, il collage murale realizzato sulle pareti della Dekalb Avenue, Subway Station, a Brooklyn.
3. Steve McCurry#photographic portrait#sight

John Deakin, Francis Bacon, 1952

Steve McCurry (1950) è un fotografo statunitense che ha spaziato con i suoi reportage in più
generi.

Ragazza afgana (o Afghan girl) è una celebre fotografia scattata da Steve McCurry nel 1984
in un campo profughi di Peshawar, ritrae un'orfana dodicenne pasthun. L'immagine
divenne una sorta di simbolo dei conflitti afgani degli anni ottanta.

4. Mark Wallinger#titan's soul birth from the past


Le immagini diventano strumenti per educare riflettendo: proprio in quest'ambito è straordinario osservare la
produzione artistica realizzata tra il 1991 e il 2016 dall'inglese Mark Wallinger.

Tiziano Vechelio - Ritratto di Jacopo Sannazaro -- Ritratto di un giovane con un guanto

Mark Wallinger (1959) è uno dei principali artisti contemporanei del Regno Unito. L'artista, il cui lavoro comprende
pittura, scultura, incisione, fotografia, film e video, performance. Wallinger pone grandi domande sull'identità e sulle
strutture del potere sociale, culturale e politico. Il suo lavoro ha affrontato la religione, ha riflettuto sulla teoria della
relatività di Einstein e sui concetti di Freud sulla natura della mente umana.

L'opera Genius of Venice, 1991, presenta una serie di pagine del catalogo della mostra della Royal Academy 1983 –
1984 "The Genius of Venice 1500 – 1600", uno spettacolo di successo di maestri veneziani. Sono esposte sette
riproduzioni del catalogo della mostra, ciascuna racchiusa tra vetri e illuminata da dietro da una luce notturna
tremolante per rivelare la presenza di un'immagine sul retro. Queste giustapposizioni ci incoraggia a guardare le cose
da nuove angolazioni, così come spesso rivela quanto possa essere difficile separare il reale dall'immaginario.

5. Helen Marshall#portrait of memory#photographic mosaic

Helen Marshall è un'artista visiva britannica che lavora con la fotografia e i nuovi media. È nota soprattutto per il suo
approccio socialmente impegnato e partecipativo alla creazione di opere d'arte pubbliche che sono conservate in
collezioni pubbliche e private. L'installazione performativa, situata all'ingresso della BBC, riproduce un ritratto del
soldato James Ernest Beeney (1893-1916) su un grande tappeto fotografico. L'opera è stata commissionata per
commemorare tutte le vittime della prima guerra mondiale. Per creare quest'opera, l'artista ha utilizzato 30.000
fotografie scattate durante la Grande Guerra. L'opera offre un'immagine collettiva, composta da migliaia di storie
diverse, che potrebbe essere riconosciuta come una grande comunità; è un "monumento condiviso della memoria";
è una lente d'ingrandimento graduale che ci permette di osservare le immagini a scala macroscopica o microscopica.

GEORGES SEURAT E IL PUNTINISMO

Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte


Georges Seurat (1859-1891) è stato un pittore francese precursore del puntinismo. La tecnica del puntinismo consiste
nell’accostare sulla tela tanti piccoli punti di colore puro in modo da creare a distanza la mescolanza voluta e la
vibrazione stessa dalla luce. Seurat fondava il suo metodo su una rigorosa giustificazione scientifica con l’obiettivo di
rappresentare secondo ragione.

6. Reflecting of the art history with Damien Hirstre and Ai Weiwei

Il Pointillisme di Georges Seurat, con la sua texture pittorica divisionista, precede di Mickey di Damien Hirst del 2012
(fig. 6). Per Hirst, Mickey Mouse diviene un'immagine collettiva, così come era stato, precedentemente, per le
versioni iconiche proposte da Andy Warhol. Hirst inserisce dodici dischi all'interno della sua composizione astratta
sono . Grazie a questi semplici cerchi colorati crea un'immagine "neutrale" che il fruitore riconosce in pochissimi
secondi. L'immagine di Mickey Mouse è infatti radicata nell'immaginario collettivo. L'opera di Hirst è stata riprodotta
anche in una serie di T-shirts create dalla maison Marc Jacobs, che si configura come una produzione di multipli.
Un'industria dell'arte crescente, quella della moda, che chiama gli artisti a lavorare per coinvolgere il maggior -
miglior - numero di destinatari.

Damien Steven Hirst (1965) è un artista e imprenditore britannico, capofila del gruppo conosciuto come YBAs (Young
British Artists). Il tema principale del lavoro di Damien Hirst, è l’esplorazione della morte, e lo ha sempre affrontato in
modo originale e unico. Attraverso le sue installazioni, ha cercato di mostrare i diversi aspetti della morte, svelandola
attraverso una chiave diversa, in quanto fase stessa e ultima della vita di ognuno di noi. La fragilità della vita e
l’inevitabilità della morte sono alla base del contrasto che ispira l'artista. Le opere di Damien Hirst sono molto
controverse.

La prima opera realizzata con un animale è stata The physical impossibility of death in the mind of someone living,
1991. Damien Hirst ha comprato uno squalo tigre lungo 4 metri. Hirst aiutato dal collezionista e pubblicitario Charles
Saatchi ha esposto il suo animale nel 1991, quest’opera è passata alla storia;

Un’altra opera che ha fatto il giro del mondo per la sua assoluta follia e genialità è For the Love of God, morte
brillantinose. Un teschio umano fuso in platino con denti veri, puliti da un dentista e poi attaccati al teschio ricoperto
di diamanti; così l’artista ha comunicato il suo concetto di morte;

Hirst non è famoso solo per le opere di animali imbalsamati: legato all’informale e alla pop art, è diventato celebre
anche per le sue opere Spin Paintings, realizzate dipingendo su superfici circolari in rotazione, come il vinile nel
giradischi.

Study of Perspective - White House (2017) di Ai Weiwei (fig. 6), realizzato per il
marchio d'arte contemporanea The Skateroom su tre tavole a tiratura limitata. L'immagine - che si caratterizza per il
gesto irriverente della mano in primo piano, che mostra il dito medio alla Casa Bianca - viene tagliata e scandita
come un trittico. Un oggetto utilizzato da un pubblico molto giovane, che viene trasformato in un multiplo della
nostra era, un gadget prezioso destinato a una comunità globale e coinvolge un pubblico più ampio.
Ai Weiwei 1957 è un artista, designer, attivista, architetto e regista cinese.

La casa di produzione di skateboard Skateroom ha collaborato con due artisti del calibro di Ai Weiwei e Shepard
Fairey aka Obey per delle tavole in edizione limitata. Create in edizione limitata di 666 esemplari, questi skate sono
stato chiamato “Studio della prospettiva – La Casa Bianca, 2017”. Ai Weiwei è un artista dissidente che lotta per i
diritti civili contestando il governo cinese, finendo persino in carcere per questo. Un artista che diventa ambasciatore
di Amnesty International, impegnato a denunciare il dramma dei migranti attraverso le sue opere. Dal 1981 al 1993
vive a New York dove si innamora dell’arte concettuale di Marcel Duchamp e della Pop Art di Andy Warhol. In molte
delle sue opere Ai Weiwei evidenzia come il capitalismo e il consumismo in Cina stiano progressivamente cancellando
l’eredità culturale e artistica della nazione. Ad esempio, nell’opera Han Dinasty Urn with Coca Cola Logo (1994 – foto
sopra) l’artista “decora” un antico recipiente della dinastia Han con uno dei simboli più conosciuti del mondo odierno.

7. Maurizio Cattelan# people dressed as museum#ART BRAND

Un altro esempio è serie Museum League realizzata da Maurizio Cattelan (1960-) (fig. 7): una serie di sciarpe che
richiamano i più famosi musei d'arte contemporanea del mondo, un accessorio che il visitatore può indossare con
l'in tento di creare una sorta tifoseria dei vari musei. Non stiamo parlando di quadri o di sculture, ma stiamo
cercando di comprendere comportamenti e operazioni nuove nel panorama odierno del mondo dell'arte, che escono
dagli schemi e dalle logiche del passato.

Maurizio Cattelan - Artista italiano (n. Padova 1960). Ironico, anticonformista, provocatorio, famoso: Maurizio
Cattelan è uno degli artisti più noti nel panorama dell’arte contemporanea. Formatosi autonomamente, ha iniziato la
propria carriera alla fine degli anni Ottanta. Le sue opere, che prendono forma da oggetti e persone del mondo reale,
costituiscono il frutto di una operazione dissacrante nei confronti di arte e istituzioni. In Senza titolo (1986),
considerato dai più una sorta di manifesto del suo lavoro, ha squarciato la tela in tre punti, per poi incidervi una Z di
Zorro alla maniera di L. Fontana. Alla Biennale di Venezia, nel 1997, ha presentato invece un fachiro sepolto con le
sole mani in evidenza. Trasferitosi a New York, ha ottenuto popolarità internazionale con Nona ora, una statua di
cera raffigurante papa Giovanni Paolo II colpito da un meteorite (opera esposta alla Royal Academy di Londra nel
1999).

1. Maurizio Cattelan, Comedian (La banana), 2019,

“la banana appiccata al muro con lo scotch” (120.000 dollari).

Quest’opera che ha fatto il giro del mondo, ora già non esiste più (almeno non nella sua versione originale). Se non ci
fosse stato il mondo del web solo pochi eletti avrebbero avuto modo di vederla. Ma ecco che in suo aiuto è arrivata la
tecnologia: la fotografia, i social network e i mass-media, hanno tenuto in vita l’opera, rendendola immortale.

La banana di Cattelan è un’opera che contiene dentro di sé il processo di deterioramento, morte, sparizione, oblio; è
un’opera che diventa chiave dei lettura della nostra società attuale, in cui l’arte è spesso qualcosa di effimero,
passeggero, che fa il giro del mondo senza muoversi tra i vari musei, e gallerie, e che contiene per sua natura il
deterioramento.

2. Maurizio Cattelan, L.O.V.E. (Il dito), 2010, Piazza Affari, Milano


Questa è una scultura di una mano col dito medio eretto; è collocato: davanti a piazza affari a Milano, il centro
dell’economia italiana. Da una parte il capitalismo, dall’altra, l’arte. L’opera di Cattelan ricorda il murales che realizzò
Diego Rivera al Rockefeller Plaza di New York. Rivera nel suo murales disegnò la lotta tra capitalismo e comunismo,
inserendo nel murales un ritratto di Lenin. I Rockfeller pagarono l’artista… e poi cancellarono l’opera. Un gesto che ha
integrato il senso dell’opera, dimostrando come l’arte contemporanea sia in continuo divenire, e ogni opera diventa
punto di partenza per nuove riflessioni.

3. Maurizio Cattelan, A perfect day, 1999

Maurizio Cattelan è noto anche per le sue performance artistiche. A Perfect Day è una di queste. In occasione di una
mostra ha incollato al muro il suo gallerista con del nastro adesivo. I visitatori quindi si sono trovati di fronte una
persona “appesa” come un dipinto. Il giorno non fu propriamente “perfetto” per il performer che, dopo qualche ora,
perse i sensi e venne tirato giù per essere condotto al pronto soccorso.

4. Maurizio Cattelan, La Sesta Biennale di Caraibi, 1999

Cattelan non finisce mai di stupire. Nel 1999 ha organizzato una finta Biennale ai Caraibi, con tanto di budget,
catalogo, lista di artisti e una conferenza stampa. Ovviamente la Biennale non era mai esistita. Giornalisti e invitati
vennero a conoscenza dell’insesitenza dell’evento solo dopo essere giunti sul luogo prefissato. In questo caso,
potremmo tirare in ballo Dalì, quando disse: il surrealismo sono io.

5. Maurizio Cattelan, Lavorare è un brutto mestiere, 1993

Nel 1993 Cattelan viene invitato a partecipare alla 46° Biennale di Venezia. Cattelan ha affittato lo spazio ad
un’agenzia pubblicitaria che ha usato gli spazi per promuovere un profumo. Praticamente è riuscito a mettere
insieme nel modo più evidente Arte e Marketing.

Nella moda la prima esponente d'avanguardia del '900 è la pittrice Sonia Delaunay.

Sonia Terk Delaunay nacque in Ucraina nel 1885, dopo la sua formazione artistica a San Pietroburgo, si spostò a
Parigi nel 1906 e iniziò a dipingere sotto l'influenza di Van Gogh e Gauguin, concentrandosi soprattutto sullo studio
del colore. Tessuti adoperati dalla designer per la realizzazione dei suoi abiti furono disegnati da Sonia a partire dagli
anni '20 del XX secolo e continuò a progettarli anche dopo la chiusura della maison, fino alla metà degli anni '60. Gli
Abiti simultanei vengono ispirati a Sonia dal movimento del cubismo orfico, in cui l'importanza dei rapporti
geometrici si unisce inscindibilmente al dinamismo del colore. Il principio giuda alla base della creazione di questi
abiti è la giustapposizione di colori contrastanti e l'assemblaggio di tessuti diversi. Gli abiti simultanei sono costituiti
da forme semplici e taglio dritto per far risaltare il colore, che è il protagonista indiscusso delle creazioni di Sonia. I
tessuti sono caratterizzati da texture vivaci raffiguranti composizioni di rettangoli, cerchi, figure geometriche regolari
e irregolari, linee e macchie di colore. gli abiti di Sonia Delaunay e gli altri prodotti di sartoria basati sulla teoria del
contrasto simultaneo. Il contrasto simultaneo, teoria sviluppata da Michel Eugène Chevreul, è un effetto ottico che si
raggiunge accostando colori contrari per accentuarne la brillantezza.

Giacomo Balla (1871-1958) e Fortunato Depero (1892-1960) nel Manifesto del vestito antineutrale (1914).

8. Atsuko Tanaka#GUTAI#ELECTROMORPHISM
Atsuko Tanaka (1932 – 2005) è stata un'artista d'avanguardia giapponese. È stata una figura centrale della Gutai Art
Association dal 1955 al 1965. Tanaka ha creato diverse opere iconiche come Electric Dress (1956), Bell (1955) e Pink
Rayon (1955). I suoi esperimenti artistici hanno contribuito a radicalizzare ulteriormente l'arte Gutai. Le opere di
Tanaka sono state presentate in tutte le mostre tenute da Gutai dal 1955 al 1965. Electric Dress è un vestito di 200
lampadine e fili elettrici, del peso di oltre 50 kg. Tanaka si è ispirata alle insegne al neon di Osaka, riflettendo così il
mutevole paesaggio urbano del Giappone del dopoguerra. Inoltre, con la creazione dell'abito elettrico, Tanaka ha
ripensato in modo critico i limiti che la moda pone al corpo femminile. Moda e arte sono sempre in connessione.

Gutai: DESCRIZIONE GENERALE

Dopo la seconda guerra mondiale, molti giovani artisti in Giappone si sono impegnati a ripensare le tradizioni
artistiche e visive che avevano ereditato. Nel 1954 fu fondato a Osaka un gruppo d'avanguardia noto come Gutai Art
Association. La Gutai Artists Association ha prodotto lavori sperimentali utilizzando materiali e tecniche insolite come
lanciare bottiglie di vernice, lottare nel fango e rompere schermi di carta, spesso in ambienti non tradizionali come
all'aperto e sul palco.

Work (Bell), 1955 è una scultura concettuale interattiva che Tanaka ha descritto come "dipingere con il suono".
Adagiato sul pavimento, l'opera consiste in una serie di campanelli elettrici attaccati a una lunga corda. Alla fine di
ogni ora, un gallerista preme un pulsante, azionando una serie di campanelli elettrici acuti che suonano in sequenza
in tutto lo spazio espositivo.

Work (Pink Rayon), 1955

Composto da cento metri quadrati di viscosa rosa. Il tessuto è installato ad un'altezza di 30 centimetri dal suolo. Il
rosa piercing era un vero "colore shock" degli anni Cinquanta. Il lavoro cambia con il vento e il sole. E il lavoro stesso
cambia le persone.

performance: Nam June Paik è stato un artista statunitense di origine sudcoreana. Ha lavorato in diversi ambiti
artistici, ma il suo nome è soprattutto legato alla videoarte, di cui è stato uno dei pionieri. Shigeko Kubota era un
videoartista, scultore e artista d'avanguardia giapponese, che viveva principalmente a New York City. È stata una dei
primi artisti ad adottare la videocamera portatile Sony Portapak nel 1970.

Lawrence Charles Weiner è stato un artista concettuale statunitense. Insieme a Sol LeWitt, Dennis Oppenheim e
Joseph Kosuth fu uno degli esponenti principali dell'arte concettuale. Dall'inizio degli anni settanta Weiner realizzò
grandi installazioni a parete.

9. Robert Indiana (1928-2018) è stato un artista, scenografo e costumista statunitense, associato al movimento della Pop Art

Marshall McLuhan, nel suo libro Understanding Me dia. The Extensions of Man (1964), stabili una distinzione tra
"media caldi" e "media freddi", a seconda del grado di coinvolgimento di chi ne fruisce: basso per i "media caldi", che
richiedono una limitata partecipazione del pubblico; elevato per i "media freddi", che comportano invece un
coinvolgimento attivo da parte degli spettatori. Lo stesso McLuhan, in un suo libro precedente, The Gutenberg
Galaxy: The Making of Typographic Man (pubblicato nel 1962), aveva descritto come l'evoluzione delle tecniche di
codifica verbale - dalla scrittura alfabetica alle presse tipografiche fino ad arrivare ai media ettronici - abbia un
impatto sulla nostra stessa organizzazione cognitiva. Un esempio: nell'illustrazione che mostra la celebre parola LOVE
di Robert Indiana (1928-2018) campeggiare in carattere tattili, materici, dal modulo alfanumerico che si "neutralizza"
per divenirne versatile e adattabile a una moltitudine di sculture e installazioni site-specific (fig. 9).

9. Johannes Gutenberg, invention of mobile type printing around 1450#Robert Indiana's (1928- 2018) LOVE 1965
10. Ezio Gribaudo(1929-2022)#passage of time #evolution - Flani bianchi di Gribaudo -> Concettoualismo di Joseph
Kosuth (1945)
11. Mauro Pallotta (MAUPAL)#superhero# humaneness ->->street art ->ritratti di David Hockney (12)+ iPad ->>
Laocoonte di Damien Hirst (13)
MATERIALI E TECNICHE DI EZIO GRIBAUDO

Assemblaggio/Bronzo/Carta/Carta buvard/Classicismo/Collage

Il collage consiste nel realizzare un disegno o meglio un’immagine attraverso materiali vari modellati e

riportati su un supporto e fissati a questo tramite un collante. Per Gribaudo il collage, usatissimo sin dai

primi anni, è una vera propria alchimia figurativa, dove si uniscono linguaggi plurimi, diversissimi, fatti di

luci ed ombre che rendono viva e sempre originale questa tecnica. Spesso utilizza anche le cosiddette

“cartacce”, scarti tipografici sui quali venivano realizzate prove di stampa successive che con l’uso

l’accumulavano e sovrapponevano scritte, immagini tra più svariate ma ricche di fascino e perfette per

fantasiosi e surreali collage.

Colori ad olio/Combustione/Flano

il flano è lo speciale tipo di cartoncino, resistente al calore, che si modella su una pagina di composizione

per rilevarne l’impronta. In essa verrà colto del piombo fuso al fine di ottenere una forma compatta e

stampabile. Nei primissimi anni sessanta Gribaudo dal giornale risale dalla pagina stampata al flano, cioè

alla matrice, ne esalta la suggestione, lo rende elemento base per una visione di forme, per una nuova

possibilità d’immagine. In tal modo, questo ready-made tecnologico è ispirato al mondo industriale della

tipografia e della comunicazione.

Frottage Derivata dal verbo francese frotter (strofinare), è una tecnica a ricalco che consiste nel mettere in

evidenza la trama di un oggetto (come ad esempio una moneta) e di rilevarne i contorni e i rilievi. Ricoperto

con un foglio di carta sottile l’oggetto prescelto, vi si disegna con una matita o un pastello. Il rilievo del

supporto si imprime in questo modo sul foglio di carta.

Graffito è una tecnica antichissima, e consiste nell’incidere con uno strumento appuntito una superficie

Incisione in incavo

Questa tecnica, detta calcografia, prevede l’incisione a rovescio di matrici in metallo (una lega di piombo e

antimonio o lastrine di rame o di zinco) inizialmente in maniera diretta, per mezzo di una punta di acciaio, il

bulino, successivamente in modo indiretto, tramite l’uso di acidi.

Inchiostri tipografici/ Intaglio del legno/ Intaglio del polistirolo/ Juta/ Logogrifo/ Luce/ Metallogrifo/ Monocromo/
Sabbia/ Saccogrifi

14. David LaChapelle (1963) è un fotografo e regista statunitense. È stato attivo nei campi della moda, della
pubblicità e della fotografia d'arte. Noto per il suo stile di stampo surreale e spesso caricaturale, ha prodotto anche
foto di nudo maschile e femminile.
David LaChapelle, Intervention (2003) è una citazione tra sacro e profano in un'America che lotta con i conflitti di
classe e di genere: due poliziotti sono pronti a perquisire una prostituta in piedi faccia al muro; Gesù di Nazareth
appare, misericordioso, al centro del la scena, dividendola e interrompendo la sequenzialità dell'azione.

LaChapelle, Jesus is my Homeboy (2003), ci porta ad azionare la nostra "time machine" per guardare con occhi
diversi la sua rivisitazione meticcia dei dodici apostoli.

15. Arshile Gorky#elastic abstractionism e organized forms (astrattismo elastico e forme organizzate)

Arshile Gorky (1904-1948) è stato un pittore armeno naturalizzato statunitense, esponente dell'espressionismo
astratto.

Una celebre opera pittorica di Arshile Gorkyl, Organization (1933-1936), caratterizzata


dall'ominide (figura antropomorfa) al centro della composizione, anticipi gli alien bodies che iscriverà Piero Manzoni
nelle sue opere pittoriche (la metà degli anni cinquanta).

16. Piero Manzoni (1933-1963) è stato un artista italiano, famoso a livello internazionale per la sua Merda d'artista
che fu venduta a peso d’oro (1961).

Piero Manzoni nacque nel 1933 da una nobile famiglia. Lucio Fontana, il fondatore dello Spazialismo, era amico della
sua famiglia.

I suoi primi dipinti raffiguravano degli ominidi stilizzati dalle grandi teste e con antenne. Nel 1957 cominciò a
produrre Achromes, testure pittoriche in bianco influenzate da Burri e Klein. Queste estese superfici sono impregnate
di colla e caolino, un'argilla bianca usata per produrre ceramiche. Insieme a Lucio Fontana e ad Enrico Baj espose nel
1958, iniziando poi una collaborazione coi pittori Enrico Castellani e Agostino Bonalumi.

Nel 1959 creò la rivista Azimuth e l'omonima galleria d'arte. Manzoni in questi anni maturò uno stile sempre più
radicale.

Dal 1959 ideò una serie di lavori ed eventi provocatori:

-Una serie di linee inserite in contenitori cilindrici, di cui la più lunga, 7200 metri.

- "Sculture viventi" cioè corpi di persone firmati e definiti opere d’arte (tra cui anche Umberto Eco);
- "Fiato d’Artista" cioè palloncini gonfiati dall’artista (un refiremento a Marcel Duchamp "L'aria di Parigi");

- "Scultura nello spazio" - una grande sfera di gomma sollevata da getti d’acqua;

- "Base magica", un piedistallo firmato che eleva ad opera d’arte chiunque ci salga sopra;

- "Base del Mondo", un piedistallo capovolto installato in Danimarca che trasforma l’intero mondo in una scultura.

Nel 1960, alla Galleria Azimuth di Milano Piero Manzoni propose una delle sue performance più celebri. La
"Consumazione dell’arte dinamica del pubblico – divorare l’arte". L'artista firmò con l'impronta del pollice alcune
uova sode che vennero poi mangiate in loco dal pubblico partecipante.

Nel 1961Manzoni presenterà la sua opera più famosa "Merda d'artista", cioè barattoli pieni dei suoi stessi
escrementi. Realizzate in novanta esemplari, le scatolette di merda d’artista furono vendute a peso d’oro, segno di
quanto l’arte abbia la caratteristica di poter trasformare tutto in oro. Questa fu una delle opere più rivoluzionari
dell’arte contemporanea, un gesto che riprendeva un po' Duchamp con la sua "Fontana" e anche Malevich con il suo
"Quadrato Nero". Usando le armi dello humor, e muovendosi sul registro del grottesco e della caricatura, Manzoni
delegittima l’arte intesa come oggetto di mercato e, di conseguenza, come valore capitalistico. Tenta di rompere
definitivamente il rapporto opera-firma-valore, cercando di farci intendere come ogni operazione artistica sia di per
sé mistificatoria.

Oggi Piero Manzoni è ricordato come uno dei precursori dell’Arte Povera e dell’arte Concettuale, un protagonista
dell’avanguardia internazionale. L'artista morì giovanissimo, a soli 29 anni per un infarto che lo colpì nel suo studio
milanese nel 1963. Negli ultimi anni aveva abusato di alcol e fumo.

17. Marcel Duchamp# ready-made # dada change function

Marcel Duchamp (1887-1968) è uno degli artisti più importanti dell’intera storia dell’arte, creatore di "ready-made".
Pioniere dell’arte concettuale, anticipatore di tendenze che sono ancora attuali, esponente del dadaismo, la sua arte
si caratterizza per una profonda ironia.

1913, Duchamp presenta una comune Ruota di Bicicletta su un piedistallo dando così vita al ready-made, aprendo le strade
all’arte concettuale.

1914 -1964, Scolabottiglie;

1919, Il ready-made è L.H.O.O.Q. è riproduzione fotografica della celebre Gioconda di Leonardo, alla quale l’artista ha aggiunto
dei baffi e un pizzetto.

1917, Il ready-made Fontana e si tratta di un comune orinatoio da parete ruotato di 90 gradi, posto su una base e firmato
R.Mutt.

la Society of Independent Artists aveva organizzato una fiera di artisti indipendenti in cui qualsiasi artista, pagando una cifra di 6
dollari, poteva esporre liberamente. la Fontana di Duchamp non fu esposta perché considerata non arte. In seguito l’opera,
fotografata da Alfred Stieglitz, fu pubblicata sulla rivista Blind Man, accompagnata da due articoli che ne ribaltavano le accuse, e
poi sparì definitivamente. La Fontana di Duchamp tornò alla ribalta negli anni ’50.

Rrose Selavy è più che uno pseudonimo è un vero e proprio alter-ego, infatti non compare unicamente come firma ma anche
fotograficamente, scattate dall’amico fotografo Man Ray.

Tra i lavori firmati dalla Selavy c’è Belle Helaine, eau de voilette (1920), una boccetta di profumo il cui unico esemplare per anni è
stato parte della collezione d’arte privata di Yves Saint-Laurent. Tale lavoro è strettamente connesso all’opera Air de Paris (1919),
consistente in un ampolla contenente l’aria di Parigi.

1915 -1923, Grande Vetro, – opera incompiuta


Marcel Duchamp dal 1946 al 1966 lavorò a Étant donnés un’installazione per il Philadelphia Museum of Art, per sua volontà resa
nota solo dopo la sua morte.

Dell’opera di Marcel Duchamp sono state fatte diverse interpretazioni. Ad esempio, Il concetto di ready-made che trasforma
oggetti privi di valore in opere preziose, riprende l’antico mito alchemico della trasformazione del piombo in oro. Alcune opere
hanno un preciso significato simbolico: lo Scolabottiglie (1914), è una metafora dell’albero della vita, mentre il Grande Vetro, è
una metafora della pietra filosofale.

18. Nathan Sawaya# lego pixel# new medium

Due diversi esempi iconografici rivisitati della Mona Lisa di Leonardo da Vinci, 1503

Marcel Duchamp, L.H.O.O.Q. è un ready-made rettificato realizzato nel 1919


dall'artista dadaista Marcel Duchamp/ Nathan Sawaya, Mona Lisa, esposta alla mostra "The Art of the Brick", San Diego, 2016

Nathan Sawaya (1973-) è un artista americano che conosciuto per il suo lavoro con i mattoncini LEGO standard. New
medium: Il LEGO diventa il "mosaico della nostra era".

19. ridondanza prospettica della figura umana/ forma piramidale rovesciata/moduli ripetitivi

Gilbert & George, Death, from Death Hope Life Fear (1984)

Il celebre duo costruisce l'immagine secondo il modello della piramide rovesciata, seguendo una composizione
modulare inscritta in una griglia che ricorda le vetrate delle cattedrali gotiche, che rievoca dunque una convenzione
di tipo medioevale.

Gilbert Prousch (1943) e George Passmore (1942), sono due artisti che lavorano insieme come il duo di arte
collaborativa Gilbert & George. Vivono e lavorano insieme a Londra. I loro seguaci: Tracey Emin, i Chapman Brothers.
Il loro motto: Art for all ( "l'arte è di tutti"). L'obiettivo principale del loro lavoro è quello di produrre un'arte di forte
impatto comunicativo, volta al superamento delle tradizionali barriere tra arte e vita e ad analizzare in profondità la
condizione umana. Indagano le paure, le ossessioni, e le emozioni; i temi forti quali sesso, razza, religione e politica. Il
rifiuto degli artisti di firmare individualmente le opere e l'adozione della "firma comune" Gilbert & George: è una
profonda revisione dei concetti di identità e di individualità.

20. # disguise the story# "fun-citationism"


uno dei celebri ritratti di Gian Lorenzo Bernini viene
ristudiato da Murakami e Abloh, e in esso vengono inscritti nuovi oggetti, intuitivamente riconoscibili: un cerchietto
per capelli con le orecchie di Mickey Mouse e uno smiley. Emerge un gioco di immagini remote, che ritornano a
esistere in un nuovo codice linguistico.

Giovan Lorenzo Bernini (1598-1680) è stato uno scultore, urbanista, architetto, pittore, scenografo e commediografo
italiano. Artista poliedrico e multiforme, Bernini è considerato il massimo protagonista della cultura figurativa
barocca.

Takashi Murakami (1962-) è un artista, scultore e pittore giapponese. Uno degli artisti più noti nel panorama
internazionale. Virgil Abloh (1980-2021) è stato un designer, stilista, direttore artistico e imprenditore statunitense.
Direttore artistico di Louis Vuitton dal 2018 fino alla prematura scomparsa avvenuta nel 2021, Abloh ha anche
fondato Off-White, azienda d'abbigliamento di lusso italiana con sede a Milano, di cui ricopriva il ruolo di
amministratore delegato. Muore all'età di 41 anni, a causa di cancro.

21. RAOUL HAUSMANN#DADA#

Raoul Hausmann (1886 - 1971) - Pittore austriaco, figura centrale nel movimento dadaista a Berlino. Nel 1917
l'artista entrò a far parte del movimento "anti-arte". Hausmann ha scritto un Manifesto del movimento. In questo
periodo la base del suo lavoro sono i collage. Inoltre, l'artista è diventato famoso per gli scandalosi assemblaggi,
creati da oggetti già pronti (L'assemblaggio è una forma d'arte che prevede la combinazione di diversi elementi
tridimensionali, molto spesso oggetti trovati, in un unico insieme), ma dopo che Dada ha cessato di esistere,
l'artista è tornato a forme d'arte più tradizionali: la fotografia e il disegno. Fino alla fine della sua vita l'artista
continua a fotografare e pubblicare.

Raoul Hausmann (1886-1971) nella celebre scultura in titolata The Mechanical Head,
ovvero The Spirit of Our Time (1920 circa)

Raoul Hausmann (1886-1971), The Mechanical Head, ovvero The Spirit of Our Time (1920 circa) - la nuova immagine
dello spirito contemporaneo nell'umanità. The Mechanical Head diviene un simbolo della capacità dell'uomo di
assimilare le scoperte della scienza moderna. Hausmann fa il suo formula del ready-made e il concetto di "arte visiva
estesa" che andava in quel periodo sviluppando la nascente industria cinematografica. Non a caso in questi anni film
importantissimi per la storia del cinema - come Il mostro di Frankestein (1920) di Eugenio Testa, e Frankenstein
(1931) per la regia di James Whale - riscoprono, a un secolo dalla pubblicazione del romanzo, il protagonista del
celeberrimo Frankenstein, or The Modern Prometheus di Mary Shelley (1818).

Joan Fontcuberta, l'atore drl libro "La furia dell'immagini", ha definito la nostra era dei new media digitali come"post-
fotograficha".

Raoul Hausmann (1886 - 1971) - Pittore austriaco, figura centrale nel movimento dadaista a Berlino. Nel 1917
l'artista entrò a far parte del movimento "anti-arte". Hausmann ha scritto un Manifesto del movimento. In questo
periodo la base del suo lavoro sono i collage. Inoltre, l'artista è diventato famoso per gli scandalosi assemblaggi,
creati da oggetti già pronti (L'assemblaggio è una forma d'arte che prevede la combinazione di diversi elementi
tridimensionali, molto spesso oggetti trovati, in un unico insieme), ma dopo che Dada ha cessato di esistere,
l'artista è tornato a forme d'arte più tradizionali: la fotografia e il disegno. Fino alla fine della sua vita l'artista
continua a fotografare e pubblicare.

Dadaismo

•È una tendenza più che un movimento, una rivolta totale contro ogni aspetto della civiltà occidentale, da
distruggere per poi ricostruire.

•Il manifesto Dada, redatto da Tristan Tzara, viene pubblicato nel 1916: L'opera d'arte non deve più rappresentare
bellezza, che è morta, non deve essere né gaia, né triste, né chiara, né oscura; la critica è inutile, può essere solo
soggettiva.

•Caratteristiche

•Arte come composizione causale, gioco, pervasa da nichilismo.

•Gusto per il paradosso e il non senso; ironia, interesse per il linguaggio infantile, la provocazione; ideale anarchico.
Movimento eterogeneo.

•Nuove tecniche e nuovi materiali: collage, fotomontaggio, composizione tipografica

•L'arte non esiste, tutto è arte, qualunque oggetto costruito dall'uomo; conta lo shock che causa nello spettatore.

•Il movimento dada è già finito nel 1922-23; molti artisti passano al surrealismo (Max Ernst), all'astrattismo (Hans
Arp), o cessano l'attività.

•Dadaismo svizzero (1916-1920) - Cabaret Voltaire a Zurigo, un ritrovo di giovani di sinistra, contrari alla guerra.

•Dadaismo statunitense (1917 - Si diffonde a New York, ma non prende una forma strutturata. Nel 1915: a New
York; Alfred Stieglitz, fotografo e mercante d'arte, apre la Galleria 291 (291, Fifth Avenue Quinta Strada). Duchamp,
Picabia, Man Ray, MortonSchamberg, Arthur Dove.(tema della macchina intesa come prodotto della tecnica umana).
Nascita ufficiale nel 1917, quando viene organizzato il Salone degli Indipendenti alla Great Central Gallery. Duchamp
invia Fontana.

•Dadaismo tedesco 1918-–Berlino, Hannover, Colonia.

•Dadaismo berlinese - A Berlino, la scena artistica è dominata dalle ricerche espressionistiche e astrattiste,
rinnovamento politico, Repubblica di Weimar. Nel 1918 nasce il Club Dada. Si associano R. Hausmann, e George
Grotz. Ha un orientamento politico marcatamente comunista. Palese atteggiamento di critica nei confronti della
società contemporanea, che sarà poi proseguita dalla Nuova oggettività. Tra il 1919 e il 1920 pubblica un manifesto,
codificando la poetica dadaista.

•Dadaismo ad Hannover - Hannover, Kurt Schwitters (1887-1948).

•Dadaismo a Colonia - A Colonia: gruppo formato da Max Ernst, J. T. Baargeld nel 1918. Arp e Ernst si trasferiscono
poi a Parigi e aderiscono al Surrealismo.

•Dadaismo francese (1919-1920) - Parigi: nel 1920 Tristan Tzara e Picabia, Marcel Duchamp e. Forti tensioni tra gli
animatori del gruppo.

Il dadaismo ha avuto un impatto significativo sul surrealismo, sull'espressionismo astratto e sull'arte concettuale.
Marcel Duchamp (1887-1968). Duchamp era conosciuto come il re degli scandalosi. Nel 1913-1917 un nuovo termine
è apparso nella storia dell'arte, “ready-made”; è stato utilizzato per la prima volta da Marcel Duchamp. Alle sue
mostre ha iniziato a esporre oggetti ordinari come oggetti d'arte. Strappato all'ambiente familiare, un oggetto
acquista lo status di opera d'arte solo perché è stato scelto per questo ruolo dall'artista. La semplice idea di Duchamp
- non creare un nuovo prodotto, ma cambiare il contesto di uno esistente. Nel 1913, The Bicycle Wheel fu esposta a
New York. Nelle mostre successive, il pubblico ha visto "L'essiccatore per bottiglie" (1914). Nel 1917, Marcel Duchamp
espose La fontana. Questa volta, l'opera d'arte si è rivelata un normale orinatoio con la firma falsa dell'artista. Ora è
considerato una svolta fondamentale nell'estetica, perché il gesto di Duchamp ha dimostrato che un artista non deve
creare nuovi oggetti: è sufficiente trovare già pronto.

Dobbiamo pensare al concept, all'idea, come a una grande piattaforma nel la quale agiscono di concerto le
"immagini" che vincolano artista nell'arredo di un "ambiente" spaziale.

Negli ambienti virtuali della rete i milioni di iscritti dei vari social media, con i loro "like" determinano il successo delle
immagini condivise. In una mostra, la piattaforma è determinata dalle modalità con le quali vengono allestite le
opere, dal montaggio dei contenuti e dall'appeal che essa è in grado di esercitare.

Un aspetto importante riguarda la capacità dell'opera di suscitare nel fruitore il desiderio di mettersi in gioco: una
"play-art" che sviluppa gli intermedia descritti negli anni sessanta da Dick Higgins. Il termine indica la sovrapposizione
di forme espressive e discipline artistiche diverse, che porta allo sviluppo di aree intermedie (per esempio tra pittura
e teatro, disegno e poesia).

Le famose Flux boxes degli anni sessanta, opera di George Maciunas (1931 1978) e di George Brecht (1924-2008),
con le loro "istruzioni per l'uso" anticipavano la moderna "play-art". Maciunas e gli artisti che aderirono alla corrente
artistica di Fluxus si servirono del concetto del ready-made per rivolgere il proprio progetto a una "cultura di massa".
Dal punto di vista esecutivo i ready-made sono realizzati utilizzando oggetti "nonsense" come dadi, birilli, biglie, carte
da gioco, valigette ventiquattrore, scatole, sedie, che gli artisti reinterpretano in una critica del processo di
commericalizzazione dell'opera d'arte.

Gli elementi che caratterizzano l'" arte-divertimento" descritta da Maciunas troveranno significativi sviluppi nella
storia dell'arte dell'ultimo Novecento e ancor più negli anni Duemila, sino ai nostri giorni. Fluxus (Ben Patterson,
George Brecht, William De Ridder, Yoko Ono) riuscì a unire "arte applicata readymezzata" con le "arti uditive".

Se Giorgio Vasari (1511-1574), ai suoi tempi, aveva di scriminato nettamente tra "arti maggiori" (architettura, pittura
e scultura) e "arti minori", o "arti applicate", le sperimentazioni sinestetiche di tutto il Novecento hanno aperto la
strada a una nuova idea di arte, che può oggi essere intesa come un processo di navigazione sensoriale a 360 gradi.

22. MORTON SCHAMBERG#TIME MODERN PICTORIAL ASSAMBLY

Morton Livingston Schamberg è stato un pittore e fotografo statunitense di origini ebree e tedesche, esponente del
modernismo. Fu uno dei primi artisti americani a sfruttare le qualità artistiche dei soggetti industriali.

Morton Schamberg - formerly Machine (MACCHINA) - 1916 - Yale University Art Gallery.

Dal Dadaismo di Marcel Duchamp arriviamo anche al Precisionismo, un movimento modernista consolidatosi in
America tra il 1920 e il 1930, di cui fece parte tra gli altri il pittore Morton Schamberg (1881-1918) (fig. 22). Il
Precisionismo ha rivestito un ruolo importante nella crescita del settore grafico-pubblicitario. Le opere precisioniste
si caratterizzano per la ricercata perfezione pittorica, la meticolosità nella resa del dettaglio la nitidezza compositiva
delle forme geometriche, oggetti d'uso comune, numeri, che le compongono. In una delle sue ultime opere, Painting
(Formerly Machine), del 1916, conservata presso la Yale University Art Gallery, Schamberg si ispirò, di fatto, a un
ready-made. L'artista trasporta nella bidimensionalità pittorica l'oggetto tridimensionale.

23. ALBERTO GIACOMETTI#DOMESTIC BODY

La donna cucchiaio, 1926-1927

Alberto Giacometti (1901-1966) - Scultore svizzero, uno dei principali rappresentanti del modernismo europeo.
Celebre per le sue esili e filiformi figure umane in bronzo, create dopo la seconda guerra mondiale. I primi lavori di
Giacometti furono influenzati dal cubismo e negli anni '20 dal surrealismo, per poi trovare il suo personalissimo stile.

Femme cuillère (Donna cucchiaio, 1927) (fig. 23), della Fondation Alberto ed Annette Giacometti a Parigi, opera dalla
rilevante valenza simbolica circa il nuovo ruolo che la donna va assumendo nella società post-moderna. Alberto
Giacometti fonde l'oggetto domestico con la forma umana. Una addizione "oggetto + corpo", nella quale si vede il
grande sforzo dell'artista per arrivare a una semplificazione primitiva della materia scultorea.

24. ALBERTO GIACOMETTI#VIBRANT SKIN SLIM

A partire dagli anni Trenta, le sue sculture abbandonarono la superficie liscia per assumere una
consistenza grumosa, simile a sabbia bagnata. Nel 1945, l’artista comincia a scolpire la sua personale visione del
mondo realizzando le sue famose figure allungate, nel 1946 e 1947. In questo periodo nascono le lunghe figure
filiformi di donna, forme fragili e dai contorni frantumati, dove lo spazio circostante sembra corrodere le figure. Tra il
1948 e il 1956 la sua fama si afferma in tutto il mondo.

Il pensatore (1880) di Rodin trasla in scultura ciò che la pittura impressionista aveva sperimentato
su tela. È un'immagine che rappresenta la condizione dell'uomo moderno attraverso il "non-finito". Rodin operava
tecnicamente per "sottrazione" ed è questo uno dei motivi per cui le sue sculture si rivela no fortemente tattili,
palpabili, così come accadrà, più tardi, con le sculture di Alberto Giacometti (1901-1966) (fig. 24).

25.HANS ARP#SOFT CLOUD# Alvar Aalto# Il vaso Savoy


Il vaso Savoy di Alvar
Aalto è la quintessenza del design scandinavo. Progettato nel 1936, viene presentato per la prima volta
all’Esposizione Universale di Parigi nel 1937. Hugo Alvar Henrik Aalto è stato un architetto, designer e accademico
finlandese, tra le figure più importanti nell'architettura del XX secolo.

Hans Jean Arp (1887 - ) Pittore, poeta e scultore francese. E’ stato un grande artista, poliedrico e versatile, autore di
opere di grande importanza nel periodo in cui si diffuse la corrente dell’arte moderna che spazia dal cubismo al
surrealismo.

Per evitare di dover combattere nella prima guerra mondiale scappò in Svizzera e nel 1916 a Zurigo fondò con altri
artisti il Dadaismo. Dopo il conflitto mondiale andò in Germania e insieme a Johannes Theodor Baargeld e Max Ernst
fondò il nucleo dadaista di Colonia.

Negli anni Trenta si avvicinò al movimento astrattista e nel 1932 prese parte alla fondazione di Abstraction-Creation.

Hans Jean Arp ha sperimentato forme nuove dell’arte figurativa utilizzando i collages, i papiers déchirés e frammenti
e pezzi di materiali diversi fra loro. Come altri appartenenti al mondo delle arti moderne, Arp ha sviluppato il concetto
di inventare nuove realtà rinunciando a riprodurre la realtà già esistente. Molti suoi lavori erano frutto del caso, come
ad esempio il lasciar cadere piccoli pezzi di carta e poi decidere di fissarli come erano caduti.

Gli anni Trenta furono dedicati prevalentemente alla scultura utilizzando materiali molto diversi tra loro per dare vita
a oggetti dalle superfici levigate e dai volumi rigorosi. Sperimentò anche l’uso di forme espressive plastiche in una
costante ricerca di nuove forme e materiali. Alcuni suoi lavori di questa fase hanno come tema quello dell’erotismo

come Concrétion humaine del 1935

Nel 1953 realizzò Pastore di Nuvole

Nel 1964 - L’idolo del Conigli

La legge del caso


La realtà materiale è la sola che gli esseri umani avvertono perché è l’unica che si manifesta in forme concrete e
tangibili. Hans Arp ha provato, attraverso la sua spontanea creatività, a ricercare l’essenza spirituale della realtà. E’
un concetto che appartiene alla scuola dadaista di cui Arp è stato un grande esponente: affidarsi alla casualità per far
fuoriuscire l’inconscio dell’uomo senza dare spazio alla razionalità. La legge del caso è una corrente di pensiero
appartenente anche ai gruppi di avanguardia che diedero vita alla scuola dei surrealisti e degli espressionisti astratti.

Spazialismo Tendenza artistica (detta anche movimento spaziale), è un movimento artistico nato nel 1946, fondato
da Lucio Fontana in Argentina in gemellaggio con la Galleria del Cavallino di Venezia. A sua volta, questa galleria
aveva stretto un forte legame con la Galleria Apollinaire di Milano, già galleria di Fontana. (➔) con il Manifiesto
blanco, stilato a Buenos Aires nel 1946, in cui si auspica un’arte integrale che rifiuti l’immagine naturalistica e si serva
di media quali la luce, il suono, il vuoto spaziale.

Romeo: Tengo particolarmente a ricordare il ruolo avuto nello sviluppo di una nuova concezione delle arti da
movimenti come il MAC (Movimento d'Arte Concreta). Nato a Milano nel 1948, ricordiamo, tra i tanti artisti che vi
aderirono, Gillo Dorfles (1910-2018), Lucio Fontana (1899-1968), Ettore Sottsas (1917-2007), Bruno Munari (1907-
1998), Atanasio Soldati (1896-1953).

Il Movimento voleva a fare riflettere gli artisti su un nuovo modo di intendere l'arte, che superasse la netta
separazione tra pittura, scultura, architettura, decorazione, e così via. Nel maggio del 1947 era uscito il Primo
manifesto dello Spazialismo, a firma di Beniamino Joppolo, Lucio Fontana, Giorgio Kaisserlian, Milena Milani. È di
appena quattro anni più tardi, del 1951, il Manifesto tecnico dello Spazialismo.

Il modo di intendere l'allestimento sia totalmente mutato. Ogni opera ha bisogno del suo spazio, della sua area e
generalmente non deve entrare in conflitto con quelle di altri. Dall'allestimento di tipo orizzontale si è passati, a
partire dagli anni dieci per arrivare agli anni settanta del Novecento, a intendere l'opera d'arte come oggetto da
studiare e costruire in uno spazio di tipo gravitazionale, sospeso.

26. MAN RAY#MAGNETISM

Una chiave, come quella di Man Ray (1890-1976), che sfruttando l'elettromagnetismo esercita una forza d'attrazione
visiva capace di aprire la nostra mente a nuove idee (fig. 26).

Man Ray, nato Emmanuel Radnitzky, è stato un pittore, fotografo, regista e grafico statunitense esponente del
Dadaismo.

Man Ray, nato Emmanuel Radnitzky (che è di origine ebrea) (1890 –1976), è stato un pittore, fotografo, regista e
grafico statunitense esponente del Dadaismo. E' conosciuto soprattutto come fotografo surrealista, avendo realizzato
le sue prime fotografie importanti nel 1918.Emmanuel nasce a Filadelfia da una famiglia di immigrati russi di origine
ebraica. 1912 inizia a firmare le sue opere con lo pseudonimo “Man Ray”, che significa uomo raggio. Acquista la sua
prima macchina fotografica nel 1914, per fotografare le sue opere d'arte. Nel 1919 dipinge le sue prime aerografie,
immagini prodotte con un'aeropenna, uno strumento di ritocco di uso comune per un grafico disegnatore. A New
York, con Marcel Duchamp formò il ramo americano del movimento Dada che era iniziato in Europa come un rifiuto
radicale dell'arte tradizionale. Nel 1921 Duchamp e Man Raye tornano a Parigi. Il successo Parigino di Man Ray è
dovuto alla sua abilità come fotografo, soprattutto di ritrattista. Nel 1922 Man Ray produce i suoi primi fotogrammi,
che chiama rayographs (rayografie), ovvero immagini fotografiche ottenute poggiando oggetti direttamente sulla
carta sensibile. Nel 1924 nasce ufficialmente il surrealismo, Man Ray è il primo fotografo surrealista. Si innamora
della famosa cantante francese Kiki de Montparnasse, che divenne la sua modella fotografica preferita. Insieme a
Jean Arp, Max Ernst, André Masson, Joan Miró e Pablo Picasso, fu rappresentato nella prima esposizione surrealista
alla galleria Pierre a Parigi nel 1925. Nel 1934, la celebre artista surrealista Meret Oppenheim, conosciuta per la sua
tazza da te ricoperta di pelliccia, posò per Man Ray. All'epoca utilizzò sistematicamente per primo la tecnica
fotografica della solarizzazione. Lo scoppio della seconda guerra mondiale obbliga Man Ray, che è di origine ebrea, a
rientrare negli Stati Uniti. In questo periodo insegna fotografia e pittura in un college, espone in varie mostre le sue
fotografie. Finita la seconda guerra mondiale Man Ray ritorna a Parigi, dove vivrà fino al giorno della sua morte,
continuando a dipingere e a fare fotografie.

27.GEORGE CONDO#CUBIST CARTOONISM ->MICKEY MOUSE (1928)&JERRY MOUSE (1940)

L'antropomorfismo cubista ritorna nel linguaggio odierno del cartoonismo, come attesta l'opera pittorica di uno degli
artisti più rivoluzionari di questi ultimi anni: George Condo (1957-). (fig. 27) Nel dipinto The Pilot (2012), l'artista
inscrive nella composizione una sovrapposizione cubista di forme autonome che richiamano, nello strabismo di
occhi, orecchie e bocca, i protagonisti del mondo dell'animazione per bambini.

George Condo faceva parte della scena artistica selvaggia degli anni ’80 a New York. George Condo (nato nel 1957) è
un artista visivo contemporaneo americano che lavora con i mezzi di pittura, disegno, scultura e incisione. Il
condominio mescola gli input dei maestri della storia dell’arte – come Velasquez, Manet e Picasso – con elementi
della Pop Art americana. Distorce e rinnova questo materiale in modo che risalti e diventi suo: una sorta di strano
ibrido che offusca i confini tra il comico e il tragico, il grottesco e il bello, il classico e l’innovativo. Come parte della
selvaggia scena artistica di New York nei primi anni ’80, Condo era vicino a pittori come Jean-Michel Basquiat e Keith
Haring e lavorava per la fabbrica di Andy Warhol, applicando polvere di diamante alla serigrafia. Il lavoro di Condo è
nelle collezioni permanenti del MoMA, del Whitney Museum, del Solomon R. Guggenheim Museum e del
Metropolitan Museum of Art di New York, della Broad Foundation di Los Angeles, della Tate Gallery di Londra, del
Centre George Pompidou di Parigi e dell’Astrup Fearnley Museo d’Arte Moderna di Oslo, tra gli altri. Ha ricevuto un
Academy Award dall’American Academy of Arts and Letters (1999) e il Francis J. Greenberger Award (2005).
Condominio vive e lavora a New York City.

28. JUAN GRIS# TWO DIMENSIAL COMPOSITION

Juan Gris (1887-1927) Natura Morta (Violin and flask on a table), 1913 -->

Fernandez Arman (1928 2005) Burned violin (1966) (fig. 28).

29. GEORGE BASELITZ# CONJUCTION

August Rodin (1840-1917) Il Pensatore, 1903 --> Georg Baselitz (1938-) in Dunklung Nachtung Amung
Ding (2009)

<--> Cody Choi, The Thinker, 2015


30. FRITZ KOENIG# BIGA BIGA

Grosse Biga è una scultura monumentale di Fritz Koenig. La scultura di bronzo è stata creata nell'anno 2000. Si trova
a Monaco di Baviera davanti alla Alte Pinakothek nel quartiere di Maxvorstadt. Biga è un carro a 2 ruote usato nella
Roma antica.

Fritz Koenig (1924 - 2017), è stato uno scultore, politico, disegnatore, pittore, artista visuale e medaglista
tedesco

31. MARINO MARINI# ANTROPOMORPHUS INTRO-SUBSTANCE.

Marini (1901-1980) (fig. 31)- Marino Marini è stato un artista, scultore, pittore, incisore italiano.

32. HENRY MOORE#FAMILY GROUP

Family Group è una scultura di Henry Moore. Era la sua prima scultura in bronzo su larga scala e il suo
primo grande bronzo con fusioni multiple. Realizzato per la Barclay School di Stevenage, si è evoluto dai
disegni negli anni '30, passando da una serie di modelli alle fusioni in bronzo negli anni 1950-1951.

Henri Moore (1898-1986) (fig. 32) Henry Moore è stato uno scultore e pittore inglese. Henry Spencer Moore è
conosciuto per le sue sculture in bronzo semi-astratte di dimensioni monumentali, che si trovano in tutto il mondo
come opere d’arte pubblica. Periodi: Arte moderna, Modernismo

33. GENERATION# DECOMPOSITION

Michelangelo Buonarroti (1475-1564) Michelangelo Pistoletto Contatto (2007), Otto Rank il saggio II
Doppio, del 1914); Mark Wallinger, in Ego (2016)

Michelangelo Olivero Pistoletto (1933 --) è un artista, pittore e scultore italiano, animatore e protagonista
della corrente dell'arte povera.

34. MICHELANGELO PISTOLETTO#REFLECTION OFENG HISTORICAL MOMENT


Michelangelo Pistoletto, Venere degli stracci, 1967, Calco di Venere classica in cemento, stracci,
mica, cm 150 x 280 x 100 Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli

Michelangelo Pistoletto, One and One makes Three

35. ROBERTO CUOGHI # STAIRWAY SHROUD

“Imitazione di Cristo”, l'opera di Roberto Cuoghi che ha stupito tutti alla Biennale 2017
Roberto Cuoghi (1973-) – Artista multimediale italiano. Tra i più interessanti esponenti della ricerca artistica italiana
contemporanea, provocatorio manipolatore di mezzi espressivi eterogenei (fotografia, videoinstallazione, pittura,
disegno, musica ed elaborazioni sul suono), la sua produzione - variegata al punto da apparire composta da cicli a sé
stanti - è sostanziata dai temi dell’identità, del mutamento e dell’inarrestabile incedere del tempo. Artista estremo, le
sue opere – da Il coccodeista (1997), The Goodgriefies (2000), le Mappe e i Quadri Neri (dal 2002), fino alle opere
sonore Mbube (2005), Mei Gui (2006) e Šuillakku (2008-10) e alle sculture della serie dei Pazuzu (2008) – incarnano le
inquietudini della modernità, talora trascolorate attraverso antiche simbologie quali quelle dell’impero assiro.
Presente a manifestazioni quali Manifesta 4 a Francoforte sul Reno (2002) e alla Triennale di Torino al Castello di
Rivoli (2005), a mostre collettive quali quelle tenutesi al Centre Pompidou di Parigi (2004) e al Macro di Roma (2009),
oltreché alla Biennale del 2009, nell’edizione del 2017 ha esposto al Padiglione Italia con A. Husni-Bey e G. Andreotta
Calò, affrontando i temi dell’immaginario e del fantastico con l’installazione Imitazione di Cristo, in cui prosegue la
sua ricerca sulle proprietà metamorfiche dei materiali.

36. MA JUN# CHANEL APPLIED ART PERFUME

Un altro esempio è quello della casa di produzione di orologi Swatch, che in occasione della 57a Biennale d'Arte di
Venezia ha commissionato a lan Davenport un'installazione di grandi dimensioni per il Padiglione Giardini e in
parallelo il design di un orologio prodotto in edizione limitata numerata. L'artista cinese Ma Jun (1974-) produce
ceramiche che fondono la tradizione con l'idea del prodotto di consumo, utilizzando per le sue sculture oggetti e
forme immediatamente riconoscibili -dal flacone di Chanel No. 5 a un computer Mac - che decora dipingendole
all'interno (fig. 36).
37. YVESKLEIN# IKB l'International Klein Blue (IKB)#20TH CENTURY TEOPHY
Wassily Kandinsky (1866 - 1944), Espressionismo, Der blaue Reiter (1911)

Nel 1960 Yves Klein brevettò presso l'INPI (Institut national de la propriété industrielle) di Parigi la formula di una
tonalità di blu di sua invenzione, l'International Klein Blue (IKB), che da quel momento utilizzò sulle superfici più
diverse, oggetti e corpi: il colore diventa neutrale, universale. Tra le opere più famose di Klein ricordiamo la Vittoria
di Samotracia (1962) (fig. 37), scultura readymadizzata impregnata dall'IKB e le innumerevoli performance che hanno
precorso la Body art, tra tutte Blue Women Art (1962): un'orchestra che suona una musica sinfonica, coro e
orchestrali in abito da sera, modelle che si ricoprono totalmente di colore con spugne imbevute di IKB, come se si
insaponassero, per imprimere poi la forma del proprio corpo sulla tela. Klein stesso è il direttore di questa
operazione collettiva, che rende il pubblico spettatore del pro cesso creativo che sta dietro le opere. I quadri che ne
risultano sono la trasposizione sulla tela della materialità dei corpi e hanno un forte impatto visivo.

Yves Klein (1928-1962) è stato un artista concettuale francese, un artista zen, straordinario personaggio artistico ed
umano, uno dei principali rappresentanti del Nouveau Rèalisme, il cui percorso originale anticipa la Body art e gli
happening. La sua carriera artistica si caratterizza per l’estrema brevità: lavorò alle sue opere solo dal 1954 fino alla
morte. La sua arte si caratterizza per una continua ricerca spirituale personale come modo di espressione la sua arte.
Klein gioca con lo spazio circostante al fine di creare un’arte che coinvolga attivamente il pubblico e lo renda
partecipe in prima persona dell’opera d’arte stessa. Si collega all’esperienza immediata, che coinvolge a 360° lo
spettatore, che sarà poi tipica della scena artistica degli anni ’60.
Klein segue le orme di Kazimir Malevič e Aleksandr Rodčenko e si dedica principalmente a tele monocrome.
Ossessionato dal colore blu, Klein mise a punto la formula chimica di una precisa, vibrante tonalità di questo colore, il
blu che verrà da lui stesso brevettato sotto il nome di International Klein Blue (IKB). Il blu-azzurro nella psicologia del
colore rappresenta il colore spirituale, racchiuda un significato altamente simbolico. Esprime un'idea di purezza, il
veicolo per esprimere emozioni, intuizioni, stati mentali profondi. Con il suo colore Klein ha realizzato circa duecento
tele monocromatiche, lisce o con materiali naturali (come sassi e spugne) applicati in rilievo.
Klein fu affascinato dalla nozione di infinito e di assoluto, cercò di capire come questi due concetti si relazionassero
con il concetto di spazio. Klein vede il vuoto come purezza, catarsi, valore sacrale. Nel 1958, allestisce una sua
personale dal titolo "Le vide" (il vuoto), e fa trovare ai visitatori una galleria completamente vuota, con pareti
assolutamente spoglie, dove lo spazio è "sensitivizzato" esclusivamente dalla sua presenza.
Nel sua opera Yves Klein Klein usò vari linguaggi molto diversi tra loro: il fuoco di un lanciafiamme, la pioggia
battente per ottenere determinati effetti o "pennelli umani" (Anthropometries), corpi nudi di modelle immerse nel
colore e poi fatte sdraiare sulla tela. Per Klein tutto
ruota intorno ai concetti di vuoto, sensibilità, immateriale, illuminazione. Le due principali tappe di questo percorso
esoterico sono rappresentate dal colore blu e dal fuoco, che sono di pari importanza e tra loro interconnesse.
La missione di Klein era diffondere sensibilità artistica nel mondo.

Yves Klein, pittore e artista sperimentale francese. Lui è una delle figure più influenti dell’arte europea nel
dopoguerra, ma nonostante entrambi i suoi genitori fossero pittori, non ebbe una formazione artistica. Pensate che
per quasi tutta la sua vita si guadagnò da vivere come istruttore di judo, disciplina orientale di combattimento che
apprese in Giappone. Klein iniziò a esporre quando aveva circa trent’anni, a metà degli anni Cinquanta, e lo fece con
dipinti in cui la tela era coperta da un unico colore uniforme, principalmente il blu, che l’artista chiamava
“International Klein Blue”. Egli utilizzò poi questo stesso colore anche per altre opere come sculture e rilievi di spugna
su tela. L’artista spiegò la sua teoria della pittura monocroma come sforzo di liberare il colore dall’emozione
soggettiva, attribuendogli così un’importanza quasi spirituale. Klein si spinse anche oltre, utilizzando delle tecniche
decisamente originali come l’azione della pioggia su un foglio, l’uso di un lanciafiamme o le impronte del corpo
umano e arrivò perfino a realizzare una “mostra del vuoto” presentando una galleria vuota e semplicemente dipinta
di bianco. La scultura che vedete qui, realizzata nel 1962, è in resina sintetica sostenuta da un blocco di pietra
tramite un tubo metallico. Riproduce una delle più grandi icone dell’arte, la Nike di Samotracia, conservata al museo
del Louvre ma chiaramente non è una rappresentazione fedele. Le forme sono semplificate e la statua è interamente
ricoperta da un colore blu oltremare che modifica le ombre e la percezione dei volumi. Ci troviamo spiazzati da
questo colore così forte associato a un’opera che generalmente siamo abituati a vedere chiara come il marmo. Il blu
qui domina, comanda, è il padrone assoluto, uscendo vincitore anche dal confronto con capolavoro come la Nike di
Samotracia. Klein rivoluzionò la scena artistica degli anni Sessanta, ma la sua fu una carriera fulminea, una meteora
che si spense nel 1962 con la morte dell’artista per infarto a soli 34 anni. Una curiosità: Klein fu un artista veramente
originale. Tra le sue idee più geniali c’è la stampa di un quotidiano per un solo giorno, Dimanche. Le journal d’un seul
jour, pubblicato il 27 novembre 1960 e distribuito nelle edicole. Questo strano giornale era composto da quattro
fogli interamente scritti dall’artista, trattando le tappe principali della sua “rivoluzione blu”. In prima pagina
campeggiava il celebre fotomontaggio di Klein che sta facendo un salto nel vuoto, un salto simbolico verso la
dimensione dell’immaterialità.

NATO IL 28 APRILE 1928, IL PITTORE E ARTISTA PERFORMATIVO NIZZARDO GUIDÒ IL MOVIMENTO DEL NOUVEAU RÉALISME,
ANTICIPANDO LA BODY ART, LA MINIMAL ART E LA POP ART. ECCO DIECI DELLE SUE OPERE PIÙ NOTE

Nato a Nizza il 28 aprile del 1928 da due genitori pittori (una espressionista e informalista, l’altro postimpressionista e figurativo), Yves Klein si avvicinò alla pittura, alla
musica, allo sport: i più appassionati ricorderanno che entro i 25 anni era già cintura nera di judo di quarto grado (morirà nel 1962, a soli 34 anni). Diventato celebre per le
sue tele monocrome, Klein pose le basi per la body art, la minimal art e secondo alcuni critici anche per la pop art. Non a caso, Klein disprezzava le convenzioni e affermava
spesso di voler “uccidere” l’arte tradizionale, cosa che difatti cercò sistematicamente di fare con la propria pratica artistica. Vediamo ora, attraverso dieci significative opere,
l’evoluzione del suo stile e della sua crescente influenza nel mondo dell’arte e, oggi, del design.

1. YVES PEINTURES 1954

Yves Peintures

Uno dei primi atti pubblici di Yves Klein fu la pubblicazione del libro d’artista Yves Peintures nel novembre 1954. Parodiando un catalogo tradizionale, il libro presentava
una serie di monocromi tutti diversi legati alle varie città in cui aveva vissuto nella sua (ancor breve) vita. Quando Klein si rese conto che gli spettatori passavano da una tela
all’altra come davanti a carta da parati, decise di dedicarsi per sempre a un solo colore: il blu. Così era nato un mito.

2. IKB: INTERNATIONAL KLEIN BLUE 1957

International Klein Blue (IKB)

La mostra Proposte Monocrome, Epoca Blu realizzata alla Galleria Apollinaire di Milano nel 1957, presentava 11 tele blu identiche, disposte a 20 centimetri l’una dall’altra.
Questi non erano normalissimi blu industriali: Klein aveva usato un pigmento oltremare sospeso in una resina sintetica chiamata Rhodopas, creando un effetto ottico che
conservava in modo straordinario la brillantezza del blu. Le tele avevano prezzi diversi, dato che secondo Klein ogni dipinto, nonostante avesse lo stesso aspetto, avrebbe
avuto un impatto unico sull’acquirente. Le vendite gli diedero ragione, e la mostra fu un successo: poco dopo la prima mostra, l’artista depositò una “busta Soleau” (una
specie di pre-brevetto francese) per la sua ricetta ponendo sopra il suo sigillo, e questo colore sarebbe diventato celebre come International Klein Blue (IKB). Ospitata
nuovamente alla Galleria Iris Clert nel maggio 1957, l’esposizione “blu” fu celebrata con 1001 palloncini blu e l’invio di cartoline blu con i francobolli IKB che Klein aveva
fatto accettare (probabilmente corrompendo dei funzionari) dal servizio postale.
3. IL VUOTO 1958

Yves Klein, Vuoto

Mentre il suo disprezzo per le convenzioni lo avvicinava progressivamente all’astrazione, la passione per il judo e il Giappone lo fecero accostare all’essenzialità buddista. È
così che alla Galerie Iris Clert di Parigi, nel 1958, Klein scelse di non mostrare assolutamente nulla: nella galleria era rimasto solo un grande armadio, vuoto, e ogni superficie
era stata dipinta di bianco. Per la serata di apertura c’era un’elaborata procedura di ingresso, che portava i segni della sua firma cromatica: la finestra della galleria era dipinta
di blu, una tenda blu era appesa nell’atrio d’ingresso, dove stavano due guardie repubblicane, e venivano serviti cocktail blu. Non è neanche da chiedersi come sia andata:
tremila persone hanno fatto la fila per entrare in una stanza vuota.

4. ANTROPOMETRIE
Yves Klein, Antropometrie

Nonostante i dipinti Klein fossero colorati in modo uniforme, sperimentò vari metodi per applicare la vernice: passò dai pennelli prima ai rulli e alle spugne, creando una
serie di superfici variegate, poi a donne nude ricoperte di vernice blu e trascinate/adagiate sulle tele. Klein definì questo primo approccio alla body art con pennelli
viventi Antropometria. La performance cominciò ad acquisire sempre più spazio nel suo coté artistico, incluse delle “registrazioni” realizzate sfrecciando sotto la pioggia a 70
miglia all’ora con una tela legata al tetto della sua auto.

5. LA SINFONIA MONOTONA

Yves Klein, The Monotone Symphony

A volte la creazione stessa dei dipinti antropometrici è stata trasformata in un appuntamento di arte performativa: nel 1960, un pubblico in abiti formali osservò le modelle
dipingere le tele con i propri corpi mentre un ensemble strumentale suonava The Monotone Symphony, melodia composta dallo stesso Klein nel 1949. Quest’ultima
consisteva in una singola nota ripetuta.

6. ZONE DI SENSIBILITÀ PITTORICA IMMATERIALE 1959

Yves Klein, Zone di sensibilità pittorica immateriale

In questa performance, realizzata per la prima volta nel 1959 ad Anversa e replicata fino al 1962, Klein vendette spazi vuoti della città in cui si trovava di volta in volta in
cambio di oro, così da far sperimentare a ciascun acquirente il suo Vuoto in cambio di un certificato di autenticità. Come seconda parte dell’opera, eseguita alla presenza di un
critico d’arte, se l’acquirente avesse acconsentito a dare fuoco al certificato, Klein avrebbe buttato metà dell’oro nel fiume e ripristinando l’ordine naturale alterato vendendo
il vuoto. Klein uso l’altra metà dell’oro ricavato dalle vendite per creare una serie di opere a foglia d’oro, che, insieme a una serie di monocromi rosa, iniziarono ad arricchire
nuovamente la sua palette monocroma.
7. PITTURE DI FUOCO 1961

Yves Klein, Pitture di fuoco

Come conseguenza del suo afflato performativo e sperimentale, Klein creò nel 1961 le Pitture di fuoco, tele con motivi di fuliggine ottenute bruciando il tessuto con il gas.
Gli anni dopotutto sono quelli della fondazione del Nouveau Réalisme, il gruppo artistico creato dal critico d’arte Pierre Restany per “percepire il reale in modi nuovi”.
Spesso questo movimento è considerato la “pop art francese”.

8. SALTO NEL VUOTO1961

Yves Klein, Salto nel vuoto

Klein è anche noto per un avanguardistico fotomontaggio del 1961, originariamente pubblicato nel libro dell’artista Dimanche: qui sembra saltare da un muro verso la strada,
a braccia aperte, come per schiantarsi. Questa foto, a parere di Klein, era la prova della capacità umana di intraprendere viaggi “lunari” senza tecnologia, denunciando
ironicamente gli sforzi della NASA per le vere spedizioni lunari come un gesto arrogante e folle.

9. EX VOTO A SANTA RITA

Yves Klein, Ex voto a Santa Rita

Invitato a decorare nel 1959 il Teatro dell’Opera di Gelsenkirchen (in Germania) con una serie di grandi murales blu, Klein celebrò l’incarico e il suo successo nel 1961
recandosi a Cascia, in Italia, per collocare un’ex voto nel monastero di Santa Rita. “Possa tutto ciò che emerge da me essere bello“, si dice abbia pregato. L’offerta ha preso
la forma di una piccola scatola di plastica trasparente con tre scomparti, di cui uno riempito con pigmento IKB, uno con pigmento rosa e uno con foglia d’oro all’interno. Il
container è stato riscoperto solo nel 1980.

10. NIKE DI SAMOTRACIA IN BLU

Yves Klein, Nike di Samotracia in blu

Oltre all’arte dichiaratamente pittorica, durante la sua carriera Klein si dedicò a una serie di opere al confine tra pittura e scultura. Prese dei calchi in gesso di famose sculture,
come la Nike di Samotracia (1962) e la Venere di Milo, e le ricoprì con il suo International Klein Blue; ha dipinto nello stesso modo un globo, ha attaccato spugne su tele e
piatti dipinti del suo blu e così via. Molte di queste opere furono successivamente prodotte come multipli di edizione dopo la sua morte, e sono ancora in circolo. Morto nel
1962, Klein non riuscì mai a realizzare il suo Obelisco blu, che però è stato inscenato postumo nel 1983 a Place de la Concorde, a Parigi.
* IKB: INTERNATIONAL KLEIN BLUE

1957 la mostra Proposte Monocrome, Epoca Blu realizzata alla Galleria Apollinaire di Milano, presentava 11 tele blu
identiche che avevano prezzi diversi, dato che secondo Klein ogni dipinto, avrebbe avuto un impatto unico
sull’acquirente. Le vendite gli diedero ragione, e la mostra fu un successo. Ospitata nuovamente alla Galleria Iris Clert
nel maggio 1957, l’esposizione “blu” fu celebrata con 1001 palloncini blu e l’invio di cartoline blu con i francobolli IKB.

* IL VUOTO

1958 una sua personale dal titolo "Le vide" (il vuoto), alla Galerie Iris Clert di Parigi. Klein scelse di non mostrare
assolutamente nulla. Ogni superficie era stata dipinta di bianco, la finestra della galleria era dipinta di blu. Una tenda
blu era appesa nell’atrio d’ingresso, dove stavano due guardie repubblicane, e venivano serviti cocktail blu. Tremila
persone hanno fatto la fila per entrare in una stanza vuota.

*ANTROPOMETRIE

Klein sperimentò vari metodi per applicare la vernice: passò dai pennelli prima ai rulli e alle spugne, poi a donne nude
ricoperte di vernice blu e trascinate/adagiate sulle tele. Klein definì questo primo approccio alla body art con pennelli
viventi Antropometria. La performance cominciò ad acquisire sempre più spazio nel suo lavoro artistico, incluse delle
“registrazioni” realizzate sfrecciando sotto la pioggia a 70 miglia all’ora con una tela legata al tetto della sua auto.

* LA SINFONIA MONOTONA

1960 A volte la creazione dei dipinti antropometrici è stata trasformata in un appuntamento di arte performativa: un
pubblico in abiti formali osservò le modelle dipingere le tele con i propri corpi mentre un ensemble strumentale
suonava The Monotone Symphony, melodia composta dallo stesso Klein nel 1949. Quest’ultima consisteva in una
singola nota ripetuta.

* ZONE DI SENSIBILITÀ PITTORICA IMMATERIALE

1959 in questa performance, realizzata per la prima volta nel ad Anversa e replicata fino al 1962, Klein vendette spazi
vuoti della città in cambio di oro, così da far sperimentare a ciascun acquirente il suo Vuoto in cambio di un
certificato di autenticità. Come seconda parte dell’opera, eseguita alla presenza di un critico d’arte, se l’acquirente
avesse acconsentito a dare fuoco al certificato, Klein avrebbe buttato metà dell’oro nel fiume e ripristinando l’ordine
naturale alterato vendendo il vuoto. Klein uso l’altra metà dell’oro ricavato dalle vendite per creare una serie di opere
a foglia d’oro.

* PITTURE DI FUOCO

1961 le Pitture di fuoco, tele con motivi di fuliggine ottenute bruciando il tessuto con il gas. Sono gli anni quelli della
fondazione del Nouveau Réalisme. Spesso questo movimento è considerato la “pop art francese”.

* SALTO NEL VUOTO

1961, un avanguardistico fotomontaggio: qui Klein sembra saltare da un muro verso la strada, a braccia aperte,
come per schiantarsi. Questa foto, a parere di Klein, era la prova della capacità umana di intraprendere viaggi
“lunari” senza tecnologia, denunciando ironicamente gli sforzi della NASA per le vere spedizioni lunari come un gesto
arrogante e folle.

* EX VOTO A SANTA RITA

1959 Klein invitato a decorare il Teatro dell’Opera di Gelsenkirchen (in Germania) con una serie di grandi murales blu,
Klein celebrò l’incarico e il suo successo nel 1961 recandosi a Cascia, in Italia, per collocare un’ex voto nel monastero
di Santa Rita. L’offerta ha preso la forma di una piccola scatola di plastica trasparente con tre scomparti, di cui uno
riempito con pigmento IKB, uno con pigmento rosa e uno con foglia d’oro all’interno. Il container è stato riscoperto
solo nel 1980.

* NIKE DI SAMOTRACIA IN BLU

durante la sua carriera Klein si dedicò a una serie di opere al confine tra pittura e scultura. Prese dei calchi in gesso di
famose sculture, come la Nike di Samotracia (1962) e la Venere di Milo, e le ricoprì con il suo International Klein Blue;
ha dipinto nello stesso modo un globo, ha attaccato spugne su tele e piatti dipinti del suo blu e così via.

Yves Klein - parallelismo'

Nam June Paik è stato un artista statunitense di origine sudcoreana. Ha lavorato in diversi ambiti artistici, ma il suo
nome è soprattutto legato alla videoarte, di cui è stato uno dei pionieri. Shigeko Kubota era un videoartista, scultore e
artista d'avanguardia giapponese, che viveva principalmente a New York City. È stata una dei primi artisti ad
adottare la videocamera portatile Sony Portapak nel 1970.

IL TEMA DEL VUOTO

* Ad Reinhardt, è stato un pittore statunitense, tra i maggiori esponenti dell'Espressionismo astratto e del
Minimalismo.

*Ellsworth Kelly è stato un pittore e scultore statunitense, tra i primi più noti esponenti dell'Hard edge painting e del
Minimalismo.

*Lawrence Charles Weiner è stato un artista concettuale statunitense. Insieme a Sol LeWitt, Dennis *Oppenheim e
Joseph Kosuth fu uno degli esponenti principali dell'arte concettuale. Dall'inizio degli anni settanta Weiner realizzò
grandi installazioni a parete.

*Donald Clarence Judd è stato un artista statunitense. Il suo nome è spesso associato al minimalismo. È considerato
uno degli artisti più significativi del XX secolo. Le sue idee radicali e il suo lavoro continuano a influenzare i campi
dell'arte, dell'architettura e del design. abc-strutture

*Mel Bochner (1940) è un artista concettuale americano, uno tra i primi ad avere introdotto nel 1960 la lingua in un
campo visivo.

*Robert Barry è un artista statunitense. Robert Barry partecipa fin dagli anni '60 alle più importanti mostre dell'arte
concettuale. Le sue opere consistono in installazioni o performance. Nel 1969 organizza una mostra che consiste nel
chiudere la galleria per la durata della mostra stessa.

*Sir Michael Craig-Martin CBE RA è un artista concettuale e pittore contemporaneo di origine irlandese. È noto per
aver promosso e adottato i giovani artisti britannici, molti dei quali ha insegnato, e per la sua opera d'arte
concettuale, An Oak Tree. È Professore Emerito di Belle Arti presso Goldsmiths.

*James Turrell è un artista statunitense, i cui lavori vertono principalmente sulla percezione della luce e dello spazio.
Da oltre mezzo secolo dedica la sua vita allo studio delle modalità di percezione umana della luce in ambienti
controllati o in condizioni di alterazione percettiva.
38. GEORGE SEGAL# DISTRIBUTION OF THE ACTING
George Segal, Donna che si lava i piedi in un lavandino (1964)

George Segal (1924-2000) è stato uno scultore statunitense. Divenne molto famoso per i suoi calchi scultorei in gesso
monocromo. Fu uno dei più importanti esponenti della Pop art. Le sue sculture a grandezza reale (calco dal vero)
rappresentano semplici atti di vita quotidiana. Dal 1976 ottenne commissioni pubbliche per opere di bronzo che
affrontarono temi d'impegno sociale e politico (In memory of may 4, 1970 Ken State: Abraham and Isaac, 1978,
Princeton, New Jersey; The gay liberation, 1980, New York). Proseguì nel suo impegno artistico realizzando ancora
importanti opere monumentali: The Holocaust (1984, San Francisco), The fireside chat, Breadline e Rural couple per il
F. D. Roosevelt memorial (1997, Washington).

Nelle installazioni di George Segal (fig. 38), che mostrano una serie di azioni come sospese in un preciso momento, il
tempo si ferma. Così avviene per esempio in Woman Washing Her Foot in a Sink (1964), uno dei tanti suoi ambienti
domestici, nei quali i corpi dei personaggi (calchi in gesso monocromi) diventano simbolo delle abitudini e
dell'umana intimità. Dell'o pera fanno parte un lavabo, un corpo femminile perfettamente immobile, un piede
sollevato sopra il catino, e una sedia che sembra quasi invitare chi guarda a entrare dentro la scena.

39/ 40 MARINA ABRAMOVIC AND ULAY, THE ARTIST IS PRESENT, 2010/ HERMANN NITSCH# SPIRITUALISM#
SHAREHOLDING OF FAITH

La Body art

Marina Abramović (1946-)

Allan Kaprow (1927-2006)

Hermann Nitsch (1938-)

James Nares

Andy Warhol (1928-1987)

41/42. SOL LEWITT design from torah ark , 2001/ FRANK STELLA hyena stomp, 1962
SOL LEWITT # community symbol# sew wounds/ FRANK STELLA#
minimal art/ chromatic scale

la Minimal art Richard Wollheim (1923-2003) Sol Lewitt (1928-2017) (fig. 41) e Frank Stella (1936-) (fig. 42),

Nel 1965, il filosofo dell'arte inglese Richard Wollheim (1923-2003) diede vita alla Minimal art, movimento cui
aderiranno tra gli altri Sol Lewitt (1928-2017) (fig. 41) e Frank Stella (1936-) (fig. 42), con le loro accese composizioni
cromatiche a fasce geometriche. Le immagini diventano acidi, psichedelici, sperimentale.

Nel 1969 l'uomo sbarca sulla luna. Sono anni di profonde e rapide trasformazioni economiche e sociali; in Italia la
crescita industriale delle grandi città del Nord offre lavoro a milioni di persone, in particolare migranti arrivati dal
Mezzogiorno negli anni cinquanta. Si trasformano la cultura e il costume. I consumi crescono. La canzone Come è
bella la città (1969) di Giorgio Gaber descrive con velata ironia la visione ottimistica di quegli anni:

"Com'è bella la città com'è grande la città com'è viva la città com'è allegra la città. Piena di strade e di negozi e di
vetrine piene di luce con tanta gente che lavora con tanta gente che produce. Con le reclames sempre più grandi coi
magazzini le scale mobili coi grattacieli sempre più alti e tante macchine sempre di più".

Nel 1961 Gino Severini pubblica un articolo per certi versi profetico, dal titolo Macchine epoca industriale e arte, in
cui ravvisa i rischi di una dipendenza dalla tecnologia. Scrive Severini: "Io vedo che al progresso della scienza e
dell'industria non è corrisposto un uguale progresso morale. Così l'uomo si è disumanizzato, spersonalizzato,
meccanizzato. Invece di dominare la macchina è divorato dalla macchina...".

Floor Burger (1962), una delle prime sculture morbide di Claes Oldenburg (1929) si appropria di uno dei simboli di
quella società per rappresentarne il consumismo, come fa nello stesso anno Andy Warhol con Campbell Soup Cans,
lattine di zuppa prelevate direttamente dagli scaffali del supermercato.

43. Getulio Alviani, Textura vibratile, esagoni e 2 cubi verticali, 1972

Bruno Munari Enzo Mari, il Gruppo T e il Gruppo N, GRAV (Groupe de Recherche d'Art Visuel), Getulio Alviani (1939-
2018) (fig. 43). Olo Jemma (1932-2016), pseudonimo di Paolo Colaiemma (fig. 88), impiegherà l'alluminio con un
chiaro riferimento alla catena di montaggio industriale.

Sono gli anni in cui l'industria automobilistica italiana compete a livello internazionale grazie al design sinuoso ed
elegante della Pininfarina, azienda fondata a Torino nel 1930. La Cisitalia 202 (lanciata nel 1947) sarà la prima
automobile a ottenere un posto al MoMA di New York e negli anni sessanta Sergio Pininfarina (1926-2012) disegna
per l'Alfa Romeo modelli di enorme successo, tra gli altri la Spider "Duetto", la Fiat 124 Sport Coupé, la Lancia Flavia
Coupé.

Nel 1963 uscirà nelle sale cinematografiche 8½ di Federico Fellini. Mimmo Rotella (1918-2016) si appropria delle
immagini felliniane e dei volti delle stelle del cinema di Hollywood, che rielabora nei suoi decoupage (manifesti
strappa ti, sbiaditi dal tempo e dall'umidità, in cui le icone finiscono per evaporare).
44. IVANO FABBRI # KINETIC SELFIE # STEAL

Ivano Fabbri ioo3I - Inox Aisi 304 Celer, 2013

Il lavoro di Ivano Fabbri mostra una profonda attitudine sperimentale. Esso si configura come una elaborazione
successiva di quelle poetiche che, al sorgere degli anni Sessanta, si concretizzano in opere e oggetti il cui presupposto
è la sintesi fra estetica, scienza e tecnologia. L’accoglimento delle fisiologie intrinseche a materiali poveri come il
metallo, è l’elemento che congiunge la pratica dell’artista bolognese a quella del conterraneo Getulio Alviani. Tutti e
due sono attratti dalla luminescenza del metallo, le cui vibrazioni creano nuovi percorsi visivi.

L’attitudine di Ivano Fabbri al rigore progettuale deriva da quello che è stato il lavoro di tutta la sua vita: la
progettazione di interni. Parallelamente al lavoro nel campo del design industriale e dell’arredamento, l’artista porta
avanti una sua ricerca nell’ambito delle arti visive, prima dipingendo, e poi concentrandosi sui metalli. I due percorsi,
che rappresentano una costante del suo operare, si sviluppano in perfetta coerenza. L’arte, così come la
progettazione per l’industria, l’architettura e il design, sono vissute dall’artista non come alternative, ma come
necessità di sperimentare e verificare concetti affini. In entrambe è preminente l’indagine attorno agli infiniti effetti
ottico-luminosi scaturiti dall’incidenza della luce sulla superficie lavorata dell’acciaio. L’opera di Fabbri si
contraddistingue proprio per l’importante approfondimento delle tematiche legate alla luce, al suo diverso comporsi
e realizzarsi nello spazio. In tal senso il lavoro di Alviani è per lui un imprescindibile punto di riferimento anche se,
intorno agli anni Novanta, il nostro artista rivela un rinnovamento dei mezzi che lo pone quasi in antitesi con la
poetica del Maestro.

l’arte cinetica, optical art <-> Sperimentazioni concretiste degli anni Cinquanta<-> primi decenni del Novecento:
l’esperienza dell’avanguardia futurista e dadaista ed infine con le poetiche di certi costruttivisti russi e del Bauhaus.

Le superfici in movimento di Ivano Fabbri (1956-) (fig. 44), il quale trasla per la generazione dei Millenials le immagini
della Optical art: le sue opere in acciaio inox presentano spirali modulabili. Quando l'acciaio è lucido l'immagine di
chi osserva l'opera viene riflessa e replicata dalla superficie metallica in una serie di micro selfie.

45. DAVID NASH # INTERMITTENT SOLIPS # PROJECTION OF SHADOWS

David Nash (1945-) (fig. 45), nelle sue sculture crea una sorta di equivalenza con i selfie: nella
sua installazione Pyramid, Sphere, Cube (1997-1998) le forme tridimensionali suggerite dal titolo, scolpite in legno
crepato e annerito, sono riportate a carboncino su grandi fogli di carta bianca esposti sulla parete retrostante.

46. RENATO GUTTOSO/GIUSEPPE PELLIZZA DA VOLPERO

Nel 1972 Renato Guttuso (1911-1987) dipinse i Funerali di Togliatti: l'affollato corteo raffigurato (composto da ritratti
di uomini politici e del mondo della cultura dell'epoca) è dominato dal colore rosso, soprattutto quello delle
bandiere, simbolica espressione di sacrificio. Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868-1907), nel celebre Il Quarto Stato
(1901), che segna l'epoca del progressivo avanzamento del proletariato, era riuscito a creare un corteo della vita
senza inscrivere nel dipinto alcuna bandiera (fig. 46).
Renato Guttuso (1911-1987), all'anagrafe Aldo Renato Guttuso, è stato un pittore e politico italiano, protagonista
della pittura neorealista italiana che si espresse negli artisti del Fronte Nuovo delle Arti, senatore dal 1976 al 1983.

Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868-1907) è stato un pittore italiano, dapprima divisionista, poi esponente della
corrente sociale, autore del celeberrimo Il quarto stato, divenuto simbolo della questione operaia, a partire dall'XIX
secolo in poi con la seconda rivoluzione industriale.

47.# ANIMAL MAN INTEGRATION/ Joseph Beuys&Arte Povera

La performance dal titolo I like America and America likes me (1974) (fig. 47) apre il dibattito sul rispetto della natura
e sul futuro del pianeta, e influenza non soltanto l'Arte Concettuale ma anche la strada che seguiranno gli artisti
poveristi italiani. Beuys passò tre giorni consecutivi in compagnia di un coyote, in una piccola stanza della René Block
Gallery di New York. Aveva con sé una coperta di feltro e il suo bastone da sciamano.

Joseph Beuys: Integrazione tra uomo e animale

Joseph Beuys (1921-1986) è stato un pittore, scultore e performance artist tedesco. Le sue opere hanno segnato le
linee fondamentali dell’arte visiva del dopoguerra. È stato un artista le cui vicende biografiche hanno influenzato
pesantemente il suo lavoro: facente parte della gioventù hitleriana, sopravvive allo schianto al suolo di un
bombardiere, venendo salvato da un gruppo di nomadi tartari che lo curano facendo ricorso a della medicina
tradizionale antica. Il suo percorso creativo caratterizzato da una ricerca di un’armonia tra natura, ecologia, pace e
arte, tanto da spingere i critici a dargli l’appellativo di sciamano dell’arte.

Periodi: Neo-Dada, Arte concettuale, Arte moderna, Ecovention, Fluxus

Seguace: Nam June Paik, Andy Goldsworthy, Bill Viola,

Influenzato da: Rudolf Steiner, Carl Gustav Jung, James Joyce, Novalis

Come spiegare la pittura a una lepre morta

Dusseldorf, 1965

Beuys, da solo dentro la galleria vuota (e il pubblico all’esterno), con il viso cosparso di miele e foglia d’oro tiene in
braccio una lepre morta a cui spiega i dipinti appesi alle pareti. La performance rappresenta un invito a godere
dell’arte in una modalità più istintiva, slegata dai principali contesti sociali in cui l’arte viene solitamente fruita.

Abito in feltro

100 esemplari,1970

è l’opera più iconica di Joseph Beuys, realizzata in 100 esemplari. L’abito-scultura interamente realizzato in feltro, un
materiale che rappresenta per l’artista un elemento salvifico, in grado di proteggere e guarire il corpo dell’uomo. La
sua natura anonima di una divisa, fa pensare a qualcosa di drammatico e richiama alla mente i campi di
concentramento.

“La rivoluzione siamo noi”

Fotografia, 1972
Nella famosa fotografia Beuys procede con passo deciso e sguardo fiero verso lo spettatore indossando la sua solita
“divisa”: cappello in feltro, giubbotto, stivali e borsello a tracolla. Oggi questa foto è considerata l’immagine-
manifesto della vita e dell’opera di Beuys e viene esposta ricordando il motto dell’artista, «Everybody is an artist»,
che invita ogni essere umano a coltivare la propria vena creativa per contribuire al miglioramento della società.

“I Like America And America Likes Me”

Galleria René Block di New York, 1974

La performance più emozionante di Beuys. L’artista si fa rinchiudere per diversi giorni in una gabbia insieme a un
coyote. Con sé tiene soltanto una coperta di feltro e un bastone che definisce “euroasiatico”. L’obiettivo di Beuys è
quello di instaurare un rapporto di fiducia tra lui e l’animale, simbolo di riconciliazione tra l’uomo e la Natura, ma
l’opera può anche essere letta in senso politico, come un rito di riconciliazione tra gli americani del presente e i loro
antenati, perseguitati e rinchiusi nelle riserve, simboleggiati dal coyote in cattività.

L'arte povera è un movimento artistico sorto in Italia nella seconda metà degli anni sessanta del Novecento al quale
aderirono autori di ambito torinese.

Il nome “Arte Povera” fa riferimento sia ai materiali che gli artisti poveri adoperavano (ovvero materiali umili, come
cartapesta, ferro di recupero, stracci, oggetti riciclati, legna, terra, plastica e così via). l’Arte Povera si impose come
grande movimento artistico internazionale (tanto che oggi è considerata la più importante avanguardia italiana della
seconda metà del Novecento nonché l’ultimo movimento italiano ad avere una forte rilevanza mondiale), e le opere
dei poveristi oggi si trovano nei maggiori musei del mondo. Il merito principale dei poveristi è stato quello di ampliare
le possibilità della pratica artistica aprendo l’opera a materiali che prima di allora non erano mai stati presi in
considerazione.

48. LORENZO PUGLISI <--> CARAVAGGIO/FRANCIS BACON

Francis Bacon (1909-1992) è stato un pittore irlandese. È noto per le sue immagini crude e inquietanti. Focalizzati
sulla forma umana, i suoi soggetti includevano generalmente crocifissioni, ritratti di papi, autoritratti e ritratti di
amici intimi, con figure astratte a volte isolate in strutture geometriche.

Periodi: Surrealismo, Espressionismo, Cubismo. Distorsione, frammentazione, isolamento dell'immagine sono i mezzi
pittorici che in un nesso complesso di associazioni e operando su varie fonti (poesia, dramma, dipinti di altri autori,
fotografia) creano presenze angosciose, aggressive e violente. La ricerca di B. legata con il nichilismo,
l'esistenzialismo, la psicanalisi. Oltre che di numerosi ritratti e autoritratti, è autore tra l'altro, delle seguenti opere:
Three studies for figures at the base of a Crucifixion, 1944, Londra, The Tate Gall.; Study after Velasquez's portrait of
Pope Innocent X, 1953, New York, coll. priv.; After Muybridge - Study of the human figure in motion, 1965,
Amsterdam, Stedelijk Mus.; Triptych inspired by the Oresteia of Aeschylus, 1981, Londra, Marlborough Coll.

Lorenzo Puglisi ( 1971) è autore di una pittura caratterizzata dall'utilizzo diffuso del colore nero per creare uno sfondo
di buio assoluto, dal quale sprigionano fiotti di luce definendo i volumi, i volti, le parti del corpo, ispirate a Caravaggio
-->

49. LUCIANO FABRO

l'Italia d'oro (1971)


Luciano Fabro (Torino, 1936 – Milano, 2007) è stato uno scultore e scrittore italiano, artista concettuale. La serie
Italia (dal 1968), che propone l'immagine della penisola in posizioni e materiali diversi (bronzo, vetro, pelliccia, cuoio,
oro ecc.) ironicamente allusivi alla situazione politica ed economica del paese.

Il mondo dell'arte, negli anni settanta, appare stanco di misurarsi con l'opera d'arte idealmente intesa soltanto come
descrizione. Gli artisti ricorreranno così a soluzioni concettuali, elaborando nuove poetiche artistiche. Ne risulteranno
opere di forte pregnanza simbolica, come l'Italia d'oro (1971) di Luciano Fabro (1936-2007) (fig. 49), parte di una
serie di lavori dedicati al nostro Paese, che riflettono sulla sua evoluzione storica e sociale.

È anche il periodo in cui il mondo internazionale dell'arte è pronto ad accogliere soluzioni alternative all'Arte
Programmata e all'Arte Povera: nasce e si afferma la Pop art.

50. Mario Schifano# Ai Weiwei

L'Italia conosce diverse stagioni della Pop art. Si pensi a Mario Schifano (1934-1998), che nell'opera Coca cola (1972)
conservata presso il Mart di Rovereto, carica questo celebre marchio di altri significati: il logo del brand americano è
racchiuso in una forma ovaloide dipinta di rosso e contornata da una striscia bianca che facilmente lo spettatore
associa a quello di un'azienda italiana: la Barilla. Nel 1971, il pacchetto di maggioranza dell'azienda venne venduto
dai fratelli Barilla a una multinazionale statunitense. Con la parola TUTTO, che inscrive nell'o pera, l'artista sembra
voler fare un preciso riferimento al dominio esercitato in quegli anni dagli States sui mercati occidentali. Possiamo
comparare l'opera di Schifano con una più recente di Ai Weiwei (1957-), intitolata Urn of the Han Dynasty with the
Coca Cola logo (1994) (fig. 50). L'opera, un'urna molto antica su cui campeggia in rosso il marchio della Coca Cola,
mette a confronto la cultura tradizionale cinese e la cultura occidentale, in particolare americana, che si è andata
affermando in modo sempre più preponderante anche in Cina.

51. FOOD--> Daniel Spoerri<--> Paolo Caliari

Daniel Spoerri, 1930 (età 92 anni) Romania; è un danzatore, pittore e coreografo rumeno naturalizzato svizzero.
Periodo: Nouveau Réalisme

Cena in casa Levi di Paolo Caliari detto il Veronese

Paolo Caliari, detto il Veronese, (1528- 1588), è stato un pittore italiano del Rinascimento, cittadino della Repubblica
Veneta attivo a Venezia e in altre località del Veneto. Periodi: Rinascimento, Manierismo, Pittura veneta

52. STREET ART / JEAN MICHEL BASQUIAT /KEITH HARING

In America tra gli anni settanta e ottanta si assiste a una forme crescita economica, cui corrispondono rapidi muta
menti sociali. A New York si passa dalla leggendaria Factory di Andy Warhol per arrivare alla Street art di Jean
Michel Basquiat (1960-1988) e di Keith Haring (1958-1990), che segna una generazione alla ricerca di nuove forme
simboliche.
Haring crea una ripetizione continua dei suoi personaggi, senza descriverli nel dettaglio ma
tracciandone il contorno. Le sue stilizzate forme evocano il suono, il movimento, l'azione familiari a tutti gli abitanti
della città moderna. Totem (1989), opera conservata al MoMa di New York, stabilisce un rapporto evocativo con la
storia: è una sorta di sarcofago egiziano nel quale vengono inscritti i simboli tribali delle nuove generazioni. Il
linguaggio cambia rapidamente e si adatta a esprimere la sete di fantasy dell'ultimo Novecento.

Keith Haring è uno dei maggiori artisti pop di sempre, emblema dell’arte visuale post-pop art, ma è stato molto di
più. I suoi disegni racchiudono tutti i principi fondanti della vita umana: l’amore, la morte, la vita, la paura, la pace, la
felicità, la gioia e il sesso. ..., ma anche e temi scottanti della sua epoca, quali il capitalismo, il razzismo, l'ingiustizia
sociale, l'apartheid, il riarmo nucleare, la droga e l'AIDS. Lavorò anche in ambiti umanitari, dedicando molte sue
opere a ospedali, organizzazioni di beneficenza e orfanotrofi. Haring perseguiva un modello di «arte per tutti»,
desiderando di mettere le proprie opere a disposizione del più grande pubblico possibile; Nel 1986 venne aperto Pop
shop a SoHo, si tratta di un punto vendita di gadget e magliette ritraenti le sue opere. Keith Haring ha creato un
linguaggio visuale universalmente riconosciuto del XX secolo. Le sue opere sono popolate da personaggi stilizzati e
bidimensionali, quali bambini, cani, angeli, mostri, televisori, computer, figure di cartoon e piramidi; iconico, in tal
senso, è l'utilizzo di colori molto vividi: il giallo, il verde, il blu e il rosso, sempre delimitati da una spessa linea nera o
bianca. Nessun riflesso e nessun gioco di luci e contrasti: solo la forza di una figura che domina la scena. Keith Haring
abbia disegnato un po’ su tutto: su muri, carrozzerie di automobili, teloni in vinile, capi di abbigliamento, carta,
plastica recuperata dagli scarti, e tela.

Jean-Michel Basquiat (1960-1988) è stato un writer e pittore statunitense. Esponente della graffiti art e del
neoespressionismo, Basquiat è stato uno dei maggiori artisti del XX secolo. È riuscito a portare, insieme a Keith
Haring, il graffitismo americano dalle strade metropolitane alle gallerie d'arte.

Luogo di esposizione: UCCA Center for Contemporary Art

Influenzato da: Andy Warhol, Pablo Picasso, Cy Twombly, Robert Rauschenberg, Jean Dubuffet.

La vita di Basquiat fu breve ma piuttosto intensa. Arrivò rapidamente al successo, diventando protagonista della
scena artistica di New York. Nel 1987 iniziò a collaborare con il suo idolo, l'artista Andy Warhol. Ma allo stesso tempo
perse velocemente il controllo sull’utilizzo di sostanze stupefacenti, cosa che gli risultò purtroppo fatale a soli 27 anni
(un’overdose di droghe miste (oppio-cocaina)). Le opere di Basquiat spingono lo spettatore a riflettere su l’ipocrisia
capitalista e l’esistenzialismo, e sono cariche di figure stridenti e colori accesi. Gli esseri antropomorfi di Basquiat
sono molto espressivi. I colori, puri e squillanti, vengono utilizzati dall’artista in maniera molto istintiva e lo stesso
modo di dipingere di Basquiat non suggerisce nulla di razionale. Un tassello fondamentale nella produzione di
Basquiat è sicuramente il rapporto con Andy Warhol. La loro amicizia fu molto profonda sia a livello umano che a
livello artistico. Collaborarono insieme su diversi progetti, ad esempio la serie Collaborations del 1986, e allestirono
insieme una mostra, sulla cui locandina compaiono entrambi nelle vesti di due avversari in un incontro di boxe.
Jean-Michel Basquiat morì a soli 27 anni per un'overdose di droghe miste (oppio-cocaina)).

53/54. VITO ACCONCI# JASPER JOHNS# ALIGHIERO BOETTI

Vito Hannibal Acconci (1940-2017) è stato un designer, architetto del paesaggio e performance artist statunitense
attivo negli ambiti della performance art e dell'installazione. Acconci si può definire un artista multiforme e versatile,
è riuscito a entrare nella storia con il suo stile provocatorio, ma anche sensibile al rapporto tra ambiente esterno e
interno e tra artista e pubblico. La carriera artistica di Vito Acconci è ampia e annovera molte opere sia di arte
performativa che di installazioni.

Vito Acconci, Instant House,1980 | installation art, performance art, arcology

Mettendo insieme scultura ed installazione, Vito Acconci realizza la Instant House. Nel 1980 quest’opera era
anch’essa provocatoria e consisteva in un’altalena, sulla quale si sedevano gli spettatori, e che attivava un
meccanismo che chiudeva l’altalena dentro quattro pannelli, creando una piccola cabina. All’interno era
rappresentata la bandiera USA e all'esterno quella dell’URSS.

La bandiera diventa così un espediente per esplorare i temi dell'identità e dell'appartenenza ideologica, un vessillo
plurisemantico, che diversi artisti utilizzeranno per esprimere concetti diversi. Cito due esempi: l'opera pittorica
Three flags (1958) di Jasper Johns (1930-), dove la bandiera americana, ripetuta tre volte e che occupa l'intera
superficie del quadro, diventa ridondante, espressione di un potere radicato e simbolo di una forte appartenenza
identitaria; e Mappa (1971-1973) di Alighiero Boetti (1940-1994), che ricrea appunto una mappa geopolitica del
mondo cucendo. insieme le bandiere che identificano i diversi Paesi, restituendoci una sorta di istantanea
immediatamente leggibile della situazione politica dell'epoca (fig. 54).

Jasper Johns 1930 (età 92 anni) è un pittore e scultore statunitense, considerato uno dei maggiori esponenti del New
Dada insieme all'artista Robert Rauschenberg. Periodi: Espressionismo astratto, Neo-Dada, Pop art, Arte moderna

Alighiero Boetti (1940-1994) è stato un artista italiano, ha fatto parte del gruppo Arte povera.

55. NANDA VIGO (1936-2020), è stata una designer italiana.

56. MARICO MORI

Mariko Mori è un'artista giapponese. Ispirata alla pop art europea, fece ampio uso di tecnologia e fotografia.
57. REBECCA HORN
Rebecca Horn (Michelstadt, 24 marzo 1944) è una scultrice, regista e performance artist tedesca, famosa soprattutto
per le sue estensioni corporali, opere che consistono in prolungamenti di parti del corpo, la più famosa delle quali è
ritenuta essere Einhorn (Unicorno), un vestito dotato di un lungo corno che si proietta in alto partendo dalla testa, e
Pencil Mask (Maschera di matite), una maschera con diverse matite che ne fuoriescono.

Negli anni '70 si avvia anche una ricerca sullo spazialismo della figura umana, anche grazie all'idea della
body extension portata avanti da Rebecca Horn. Il corpo viene trasformato e amplificato attraverso una serie
di protesi (cyborg), come si vede nell'opera “Mechanical Body Fan” (1973-1974). Si tratta dello stesso concetto da cui
nasce il personaggio Edward Scissorhands. La ricerca artistica rimane comunque basata su un intento giocoso,
come si può osservare nei baloons di Jeff Koons.

58. JEFF KOONS

Balloon Dog , (Magenta) 1994-2000/ Rabbit, «Coniglio» Rabbit è una serie del 1986 di tre sculture identiche in acciaio
inossidabile di Jeff Koons. Una delle edizioni di Rabbit è l'opera più costosa venduta all'asta da un artista vivente,
essendo stata venduta per 91,1 milioni di dollari a maggio 2019.

Jeff Koons (1955 - ) , è un artista statunitense noto per le sue opere di gusto kitsch, che illustrano ironicamente
l'american way of life e la sua tendenza al consumismo. Viene inoltre considerato un'icona dello stile neo-pop e
riconosciuto fra gli artisti più ricchi del mondo.

59. DANIEL LISMORE

“EXTRATERRESTRIAL ODYSSEY”, Venice Biennale. Special Participation: Daniel Lismore, 2017

Giocosità che entra anche nella sfera del fashion grazie al lavoro di Daniel Lismore, che indaga i temi dell'identità e
dell'alterità, lavorando anche attraverso la rielaborazione grafica (digitale e stampa 3D) della propria figura.
Daniel Lismore 1984 (età 37 anni), è uno scultore, designer e attivista britannico di tessuti. Descritto da Vogue
Magazine come "L'abbigliamento più eccentrico d'Inghilterra", è meglio conosciuto per il suo vistoso senso
dell'abbigliamento che serve una forma di dichiarazione, scultura e persino armatura.

60. LeeWan

Temi rielaborati, attraverso lo stereotipo, anche dall'opera “For a better tomorrow” (2016-2017) di Lee Wan.

Biennale di Venezia 2017| Lee Wan che si è inventato un’equazione per calcolare
esattamente quanti minuti al giorno lavoriamo per mangiare

61. Fatma Burak

Fatma Bucak, invece, analizza il tema della memoria e della percezione del reale con l'installazione “Enduring
nature of thoughts” (2018). Lo spazio viene scandito da decine di bacinelle disposte secondo principi euritmici ,
collegate da cavi elettrici (cordoni ombelicali), e il suono delle gocce d'acqua che cadono (tramite stereo)
scandiscono il tempo.

62. Maurits Cornelis Escher (1898 – 1972), è stato un incisore e grafico olandese/ Yoann Bourgeois tentative
approaches to a point of suspension

La spazialità viene scandita e analizzata anche nelle opere di Maurits Cornelis Escher, con le sue disorientanti
litografie. In opere come “Up and Low” (1947) costruisce una prospettiva che sovverte i canoni del Rinascimento,
anche utilizzando molteplici punti di fuga. Si tratta di un gioco che mette in discussione la percezione
architettonica del fruitore: nella composizione le geometrie si fanno neutralizzanti, costruendo una perfetta
mimesi dell'oggetto, del corpo e dello spazio.

L'opera di Escher è costituita in gran parte da xilografie, soprattutto litografie e mezzetinte, frutto di un’indagine di
differenti campi di studio, dalla geometria alla cristallografia, fino alle leggi della percezione visiva, interessi a cui
l'artista si dedica sin dalla giovinezza. Maurits, deludendo le aspettative paterne, agli studi di ingegneria preferisce
l’illustrazione dimostrando una spiccata capacità disegnativa, per poi focalizzare le sue ricerche sulla struttura dello
spazio, sulla tassellazione del piano, sulle illusioni ottiche e geometriche.
La dispersione sensoriale, con la perdita dell'equilibrio, si ritrova anche nell'installazione “La mécanique de
l'historie, un tentative d'approche d'un point de suspensione” (2017) di Yoann Bourgeois. Ogni successione
dello spazio-tempo viene rotta dai performer che, camuffati da statue, si spostano nell'ambiente costruito attorno a
loro, salendo per delle scale e cadendo, costantemente.

63. Giulio Paolini (1940-) è un artista, pittore e scultore italiano, la cui produzione si inscrive in un ambito di ricerca di
matrice concettuale. Vive e lavora a Torino.

Giulio Paolini/Requiem, 2003 - 2004/GAM Galleria d'Arte Moderna, Torino

Le opere di Giulio Paolini sono come specchi attraverso i quali l’arte riflette su se stessa. Con coerenza, fin dalle opere
realizzate alla metà degli anni Sessanta, l’artista rivolge la propria attenzione alle basi materiali del fare artistico, al
luogo dell’atelier e all’occasione della mostra, quali condizioni attraverso le quali l’arte si realizza e si mette in scena.
Nel lavoro di Paolini spesso ricorrono citazioni: l’artista utilizza frammenti estratti dal grande catalogo della storia
dell’arte, così come riposiziona in nuovi contesti le proprie opere.

Un equilibrio armonico viene invece definito da Giulio Paolini, che costruisce ambienti in grado di guidare lo sguardo
dello spettatore verso nuove dimensioni spaziali. L'autore afferma che “l'artista non è fuori 'dal mondo' ma neppure
'nel mondo'”.

Nell'illustrazione a lui dedicata, mi sono concentrato sulla forma del cubo, smontato nei singoli quadrati che ne
compongono le facce, che vanno a inscriversi nell'angolo formato dall'incontro di due pareti e del pavimento,
ricreando in quell'angolo la forma del cubo originale, con un gioco di illusione ottica proposto anche nella mostra
antologica "Giulio Paolini (1960-1972)" svoltasi nel 2013 alla Fondazione Pra da, a Milano, a cura di Germano Celant.
Anche qui troviamo una resa dello spazio che si allontana dai canoni codificati dal Rinascimento per proporre nuovi
equilibri e prospettive.

64. Mimmo Paladino/ Paolo Uccello/ Marino Marini

Nelle sue sculture Mimmo Paladino (1948-) indaga la meccanica del rapporto tra le forme. I suoi lavori fon dono
spesso elementi figurativi di periodi e culture diverse, che l'artista rielabora caricandoli di nuove energie concettuali,
come ben esemplifica Zenith (1999): una statua equestre in cui un grande cavallo di bronzo - dalle gambe e dal collo
lunghissimi e stilizzato fino a farne un elemento "neutrale" - è cavalcato da un dodecaedro di alluminio, in un
incontro tra passato e presente, per forme e materiali. È interessante nota re come l'indagine dell'aspetto meccanico
dell'assemblaggio di cavallo e cavaliere sia un tema che ritorni nei secoli: lo si riscontra, per esempio, nell'affresco di
Paolo Uccello (1397 1475) dedicato a Sir John Hawkwood (1436), nel Duomo di Firenze; o ancora, diversi secoli più
tardi, nella scultura in gesso di Marino Marini (1901-1980) Il pellegrino (San Giacomo a cavallo) (1939) (fig. 64).

65.

Il dodecaedro, forma poliedrica dalle origini antichissime, si trova tra l'altro descritto nel libro De Divina Proportio ne
da Luca Pacioli (1445-1517), illustrato da sessanta tavole tratte da disegni di Leonardo da Vinci. Questa figura
geometrica compare spesso anche nella vasta produzione grafica di Escher; in tempi a noi più vicini, ritorna come
modulo costitutivo della colossale installazione ambientale Cloudy Dunes. When Friedman meets Bucky on Air-Port-
City (2011), pro gettata da Tomás Saraceno (1973-) per il MACRO di Roma e composta da 500 dodecaedri realizzati
con 18 chilometri di tubi bianchi per cavi elettrici; per arrivare alle costellazioni che compongono l'installazione di
Kiki Smith (1954-) intitolata Rogues Stars (2012), esposta per la prima volta alla Peace Gallery di New York (2014) e
successivamente nel Padiglione Centrale alla 57a Biennale d'Arte di Venezia (2017) (fig. 65).

66. Umberto Boccioni

Umberto Boccioni (1882 – 1916) è stato un pittore, scultore e scrittore italiano, esponente di spicco del futurismo.
L'idea di rappresentare visivamente il movimento e la sua ricerca sui rapporti tra oggetto e spazio hanno influenzato
fortemente le sorti della pittura e della scultura del XX secolo.

L'uomo va verso il futuro e sceglie come andarci. Lo dimostra con chiarezza Umberto Boccioni (1882 1916), nella
celebre Forme uniche della continuità nello spazio (1913), opera che anticipa forme espressive destinate ad avere
grande successo fino ai nostri giorni, nell'odierna industria del la comunicazione visiva (fig. 66). Boccioni applica alla
scultura le teorie sul movimento e la velocità sviluppate dal Futurismo: i volumi si spezzano in forme spigolose,
arrivando quasi a una sintesi tra il corpo umano e la macchina, alla ricerca di una resa "sintetica" del movimento.

67/68. Brian Donnelly/ Fortunato Depero

Brian Donnelly, conosciuto professionalmente come Kaws, è un artista e designer americano. Il suo lavoro include
l'uso ripetuto di un cast di personaggi e motivi figurativi, alcuni risalenti all'inizio della sua carriera negli anni '90,
inizialmente dipinti in 2D e successivamente realizzati in 3D/Fortunato Depero è stato un pittore, scultore, designer,
illustratore, scenografo e costumista italiano. Fu uno dei firmatari del manifesto dell'aeropittura e rappresentante del
cosiddetto secondo futurismo.

La serie robotizzata denominata Companion (1999), dello statunitense Brian Donnelly (1974-), alias KAWS (fig. 67),
assorbe nella cultura della Pop art figure fumettistiche che ricordano la ricerca portata avanti da Takashi Murakami.
In questi lavori il mondo dei comicse dei manga viene riproposto in chiave cibernetica, rielaborando l'idea del
giocattolo animato così caro a Fortunato Depero (fig. 68). KAWS contrassegna gli occhi, e a volte le mani, delle sue
sculture con delle X; divide spesso a metà i suoi piccoli robot, mostrando personaggi come Mickey Mouse o
Pinocchio, Snoopy o Astro Boy per metà "vestiti", con attributi che li rendono immediatamente riconoscibili, per
metà "sezionati" come in una raffigurazione anatomica.
69. Roy Lichtenstein

Roy Fox Lichtenstein è stato un artista statunitense, tra i più celebri esponenti della Pop Art.

Superman, nasce nel 1933 (anche se il successo mondiale arriva soltanto cinque anni più tardi); Spider-Man fa la sua
apparizione nel 1962. Questi supereroi entrano poco a poco a far parte dell'immaginario collettivo. Si sviluppa cosi
una mitologia contemporanea che in certo modo rielabora le figure eroiche dei poemi epici dell'antichità, da Achille
a Ulisse; si creano anche nuove cifre linguistiche, codici visivi che trovano riscontro nelle espressioni artistiche che si
vanno affermando negli anni sessanta.

Roy Lichtenstein (1923-1997) dare voce a un nuovo ruolo della pittura applicata alla grafica (fig. 69). Le sue vignette,
le sue nuvole, rendono evidente come l'immagine contemporanea sia totalmente mutata. Lichtenstein immette nei
quadri il pixel inteso come elemento di texture, avvalendosi di una tecnica che dall'uso del retino tipografico
(caratterizzato da contorni netti e campiture piatte di colore) si sposta rapidamente negli anni settanta al retino
stocastico (o retino FM, che permette di riprodurre le sfumature). In lavori grafici come Hommage & Picasso (1973)
Lichtenstein giustappone all'immagine di una natura morta, in primo piano, un ritratto picassiano che si configura
come il riflesso di una donna in uno specchio. L'artista utilizza qui un'alternanza di pixel e di superfici colorate fluide
continue, fondendo l'immaginario identico di Picasso con il mondo del fumetto.

70. Mark Leckey

Mark Leckey è un artista contemporaneo britannico. I suoi oggetti artistici e video, che incorporano temi di nostalgia
e ansia e attingono a elementi della cultura pop, abbracciano diverse opere e mostre.

Mark Leckey (1964-) con il suo Inflatable Felix (2014) (fig. 70) esposto in occasione del Frieze Art Fair di Londra
(2015), propone una macro visione del giocattolo: l'opera è infatti la riproduzione in grande scala e in versione
gonfiabile del celebre gatto Felix (personaggio dei cartoni animati nato nel 1917): lo spettatore era attratto dalla
morbida figura del gatto, che invitava a toccarlo e a tornare per un momento bambini.

71. Wael Shawky

Wael Shawky è un artista egiziano. Basato su lunghi periodi di ricerca e indagine, il lavoro di Wael Shawky affronta le
nozioni di identità nazionale, religiosa e artistica attraverso film, spettacoli e narrazioni. Shawky incornicia la cultura
contemporanea attraverso l'obiettivo della tradizione storica e viceversa.
Il giocattolo diventa medium per educare, come un cantastorie d'altri tempi. Un esempio è quello rappresentato
dell'egiziano Wael Shawky (1971-) (fig. 71) con il film di animazione Cabaret Crusaders, una trilogia che parla delle
crociate dal punto di vista arabo. L'ultimo film della serie, The Secrets of Karbala (2015), affronta il tema del conflitto
secolare tra sciiti e sunniti. Il film è interpretato da centinaia marionette in vetro soffiato, realizzate a Murano da
Adriano Berengo, su disegno dello stesso Shawky.

Nel corso del Novecento la storia dell'animazione è stata articolata e complessa, segnata dall'invenzione di
personaggi dapprima disegnati su fogli acetati e poi realizzati in forma digitale grazie all'uso del computer. Uno dei
film d'animazione che, tra i tanti, ha segnato un nuovo modo di concepire la costruzione di uno storyboard è dato dal
celebre Toy Story - Il mondo dei giocattoli (1995) con la regia di John Lasseter. Questo film consolidò un'alleanza tra
la Walt Disney Pictures (1983) e la Pixar Animation Studios (1983), di cui Steve Jobs fu uno dei fondatori e produttore
esecutivo di alcuni dei film di maggior successo, anche di incassi.

Il tema delle possibilità tecniche offerte dalla cibernetica e lo sviluppo dell'intelligenza è al centro dei film di Stanley
Ku brick 2001: Odissea nello spazio (1968), Arancia Meccanica (1971, Il dormiglione (1973) di Woody Allen, indaga
questioni analoghe: il rapporto tra il cervello umano e l'intelligenza artificiale, la possibilità dell'ibernazione e della
clonazione umana, il tema della memoria.

72. Marta Minujín (1943-) è un'artista concettuale e performativa argentina.

L'importanza della memoria collettiva si occupa il film Fahrenheit 451 (1966) di François Truffaut, un dramma
distopico che immagina l'esistenza di una dittatura decisa a distruggere tutti i libri esistenti, così soggiogare
definitivamente la popolazione. L'unica speranza è rap presentata dagli "uomini libro", che cercano di preservare il
contenuto dei libri imparandoli a memoria.

Il tema della memoria e della censura tornano nella gigantesca installazione-monumento dell'argentina Marta
Minujín (1943-) intitolata The Parthenon of Books (2017), presentata a Kassel, in Germania, in occasione di
Documenta 14 (fig. 72).

73.

Con Dennis Oppenheim (1938-2011) la carta di una serie di libri diventa una dentiera - o forse un apparecchio

ortodontico - in Upper Cut (2000-2001) E ancora, con Alicia Martin (1964-) ci troviamo
sommersi, nel senso letterale del termine, da cascate di libri , mentre nel caso di Enrico Castellani
(1930-2017) la cellulosa assume la forma di stratificazioni che ricordano notebook e libri con pagine da sfogliare (fig.
73).

74. Christo intitolata

Christo intitolata Package on Wheelbarrow (1963), MoMA di New York (fig. 74).

75/76. Alexander Calder /William Kentridge

Alexander Calder (1898-1976) (fig. 75). Nato in una famiglia di artisti, nel 1919 Calder si laureò in Ingegneria
meccanica allo Stevens Institute of Technolgy. Calder è celebre soprattutto per l'invenzione delle sculture cinetiche,
che Marcel Duchamp chiamò mobiles. Nel 1926 a Parigi crea Cirque Calder, un circo in miniatura con animali,
domatori, acrobati realizzati in legno, fil di ferro, che l'artista stesso animava grazie a congegni meccanici.
Quest'opera ricorda i carillon, un tempo a corda, oggi a batteria, che sorvegliano i sonni dei piccini nelle loro culle, e
anticipa la ricerca di un altro protagonista del XXI secolo, il sudafricano William Kentridge (1955-) (fig. 76).

William Kentridge (1955) è un artista sudafricano. Noto per i suoi disegni, incisioni è conosciuto soprattutto per i suoi
film di animazione creati da disegni a carboncino. Lavora anche con stampe, libri, collage e scultura. [William-
Kentridge,-Il-cavaliere-di-Toledo-(2012),-Naple].

Calder realizzò anche sculture fisse su larga scala (che Jean Arp defini stabiles). A Montreal, in Man (1967), troviamo
un esempio di come il ferro possa essere utilizzato per sculture di grandi dimensioni. Negli anni successivi diversi
artisti si sono cimentati in opere costruite come ingegnosi meccanismi, macchine disparate, che aprono una
riflessione sul nostro tempo, come ad esempio l'installazione Meta-Maxi (1986) di Jean Tinguely (che ricorda la
pellicola Time Modern, del 1936, con un grandioso Charlie Chaplin nei panni di un operaio manutentore).

77. Mario Merz Mario Merz è stato un artista, pittore e scultore italiano, esponente della corrente dell'arte povera.

L'igloo di Merz dal titolo From Continent to Continent (1985).

Si assiste così a una compromissione tra design e arte che avvicina geometria e aritmetica. La geometria e
l'aritmetica sono due elementi fondamentali per circoscrivere e sezionare il campo d'azione e di conseguenza, il
ritmo della nostra percezione visiva. Mario Merz (1925-2003) (fig. 77) ha realizzato una serie di lavori ispirati alla
sessione di Fibonacci.

78. Rebecca Warren (1965-)

Rebecca Jane Warren è un'artista visiva e scultrice britannica. È particolarmente nota per le sue opere in argilla e
bronzo e per le sue vetrine disposte. L'artista attualmente vive e lavora a Londra.

L'eccesso di materia scompare e l'immagine diventa manieristicamente sottrattiva, elegantemente formale nella
torsione di corpi appena accennati. È il caso dell'artista inglese Rebecca Warren (1965-), che nelle sue figure
abbozzate riesce a esprimere una forte carica sensuale e una vivace gestualità. Untitled (2003) dal punto di vista
iconografico appare davvero vicina alla figura languidamente adagiata della Notte (1526 1531), realizzata da
Michelangelo Buonarroti per la tomba di Giuliano de' Medici, presso la Sagrestia Nuova della chiesa di San Lorenzo a
Firenze (fig. 78).

79. Lorenzo Quinn

Lorenzo Quinn è uno scultore ed ex attore italiano contemporaneo.

Il tema del cambiamento climatico ritorna nell'opera Support (2017), grande installazione ambientale realizzata da
Lorenzo Quinn (1966-); due gigantesche mani escono dalle acque del Canal Grande di Venezia a sostenere le mura
dell'Hotel Ca' Sagredo (fig. 79).

80. Rene Magritte, La voce dell'aria, 1931

Rene Magritte (1898- 1967), Periodi: Surrealismo, Dadaismo, Arte moderna

81. Arnaldo Pomodoro, Pomodoro's Great Sphere, 1998, o Sfera con sfera, conosciuta anche come la sfera di Pomodoro è
una serie di sculture in bronzo. Ci sono un certo numero di sculture che possono essere visti in molte parti del mondo.
Arnaldo Pomodoro è uno scultore e orafo italiano. È considerato uno dei più grandi scultori contemporanei italiani, molto noto ed
apprezzato anche all'estero.

82/83. Eva Kot'átkova/ Andrea Abbatangelo

L'arte contemporanea ci rappresenta, racconta il nostro tempo e l'evoluzione dell'uomo, un processo inarrestabile.
Dobbiamo provare a liberarci dalle celle che ci imprigionano, come ha cercato di fare l'artista ceca Eva Kot'átkova
(1982-) con le sue installazioni e performance. Nel progetto immersivo The Dream Machine is Asleep (2018) la
Kot'átkova esplora il tema del sonno e dei sogni, affrontando le pulsioni e le ansie dell'uomo contemporaneo (fig.

82).

Lo Xennial Andrea Abbatangelo (1981-) in Calsans (2017) si interroga pirandellianamente sul tema dell'identità
doppia: l'opera è un vaso in terracotta con due volti speculari, i profili dei visi riconoscibili in silhouette (fig. 83).

Andrea Abbatangelo (1981-) è un artista che lavora nei campi estesi della fotografia, della performance, della
scultura, della land art e dell’installazione. Nelle prima serie di lavori ho esplorato le relazioni ed i conflitti tra la
Tradizione e la Modernità, il Nord e il Sud del Mondo, e la Violenza nel tardo capitalismo. Negli ultimi cinque anni ho
lavorato sul tema della complicata ed antagonistica relazione tra Performance e la sua documentazione e sulle forme
di auto-rappresentazione;vive e lavora a Londra (Regno Unito).

84. Andy Warhol David LaChapelle

Gli anni novanta, gli anni della Generazione X, che vede l'affermarsi di nuove immagini-icona, dalla Marilyn Monroe
di Warhol (fig. 84) a Pamela Anderson.

L'artista che più di tutti è espressione di queste trasformazioni è David LaChapelle. Nelle sue fotografie, fotogrammi
in cui il tempo e il movimento sono come sospesi, LaChapelle rielabora elementi simbolici del passato, che pur
restando chiaramente riconoscibili assumono nuove valenze iconografiche, come si riscontra in The Beatification: I'll
Never Let You Part for You're Always in my Heart (2009), rielaborazione del celebre Ritratto dei coniugi Arnolfini
(1434) di Jan van Eyck (1390-1441), o in My Own Marilyn (2002), un viso che ricorda immediatamente la celebre
attrice benché abbia tratti scolpiti dalla chirurgia estetica.

85. Oskar Schlemmer (1888-1943)


L 'idea di opera d'arte come totale, interattiva e capace di coinvolgere tutti e cinque i sensi venne ipotizzata per la
prima volta da Oskar Schlemmer (1888-1943) (fig. 85), esponente di punta del Bauhaus. La ricerca di Schlemmer si
incentra sulla questione del rapporto tra il corpo umano e lo spazio costruito in cui si questo si muove, che
Schlemmer elabora secondo precisi schemi geometrici. I suoi interessi spaziano dalla grafica applicata al design, dalla
scenografia alla coreografia. I personaggi delle sue performance vengono costruiti, montati e vestiti come astronauti-
burattini di una nuova era spaziale. L'esempio più celebre è certo quello del celebre Balletto triadico, di cui
Schlemmer ideò la coreografia e i costumi, che andò in scena il 30 settembre del 1922 a Stoccarda, con musiche di
Paul Hindemith. Possiamo farci un'idea dello spettacolo grazie al cortometraggio girato nel 1970 da Marianne
Hasting, Franz Schömbs e Georg Verden, che ricostruirono l'intero balletto e i costumi dell'epoca. Il balletto rivela il
genio visionario di Schlemmer: gli interpreti si muovono a scatti, meccanicamente, mascherati da costumi che
ricordano delle sculture e che sono ingombranti al punto che chi li indossa quasi sparisce. I performer diventano così
strane mutazioni di oggetti famigliari (imbuti, bottiglie, sfere).

86. HENRI MATISSE (1869-1954), Periodi: Fauves, Impressionismo, Arte


moderna, Postimpressionismo, Modernismo, Neoimpressionismo

Henri-Émile-Benoît Matisse è stato un pittore, incisore, illustratore e scultore francese. Matisse è uno dei più noti
artisti del XX secolo, esponente di maggior spicco della corrente artistica dei Fauves.

In MATISSE vs LONG MAN OF WILMINGTON (fig. 86) tento di analizzare l'immagine della forma umana sotto un
duplice aspetto: per rapporto a uno spazio naturale (in costruzione) e in uno spazio inteso come luogo della me
moria. Nel primo caso ho preso ad esempio Henri Matisse, che inserisce le sue figure danzanti su un terreno
naturale, creando un cerchio (che simboleggia un atto tribale). Nel secondo esempio, la forma asessuata del geoglifo
noto come "The Long Man" (Wilmington, Inghilterra) può essere considerata una rappresentazione delle tracce
lasciate dall'umanità sull'ambiente.

L'uomo lungo di Wilmington è una figura sui pendii vicino a Wilmington, nell'East Sussex, in Inghilterra. The Long
Man è alto 72 m, tiene due "doghe" ed è progettato per apparire in proporzione se visto dal basso. un'indagine
archeologica del 2003 ha mostrato che la figura potrebbe essere stata tagliata nel XVI o XVII secolo d.C.

87. L'ultima illustrazione è per me fortemente simbolica, illustra il nostro tempo e forse più precisamente la
necessità manifestata da tantissimi artisti di ricercare un dialogo tra storia e natura. Ho preso spunto dal modello per
un monumento esposto recentemente alla Fondazione Prada a Venezia alla mostra "Machines à penser" (curata da
Dieter Roelstraete), realizzato da tre artisti norvegesi: Marianne Bredesen (1982-), Siri Hjorth (1986-) e Sebastian
Makonnen Kjølaas (1985-) (fig. 87). Si tratta di una divertentissima mano fischiettante, un'opera sinestetica (la figura
umana è rappresentata solo da una mano e da una bocca, dalla quale escono note di Bach). Dedicata al filosofo
austriaco Ludwig Wittgenstein (1889 1951), l'opera, recentemente costruita nei pressi della baita del filosofo, nel
villaggio di Skjolden, è uno dei più grandi monumenti sonori al mondo.

88.
Credo che le comparazioni visive, smontando e mettendo a confronto forme e figure di epoche e culture diverse,
possano aiutarci ad arrivare a immagini libere e a comprendere l'impulso dietro le scelte fatte dagli artisti. Questo
vale anche per i colori che hanno utilizzato per rivestire le loro opere e dare immagine ai ricordi e alle emozioni.
Scomporre gli elementi costitutivi di un'opera d'arte, indipendentemente dal fatto che si tratti di un quadro, di
una scultura o di un'installazione, permette di arrivare a un'analisi che "neutralizza" l'opera stessa, facendo così
emergere le sue caratteristiche specifiche e particolari.

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