Sei sulla pagina 1di 1

DADA

Il movimento dadaista ha origine a Zurigo nel 1916, dove Hugo Ball aprì un ritrovo di giovani intellettuali ribelli: il
Cabaret Voltaire. Questo fu possibile perché negli anni della prima guerra mondiale la Svizzera era rimasta una terra
neutrale in cui trovavano possibilità di libertà ed espressione artisti, politici, letterati accomunati dal rifiuto morale del
conflitto militare. Questo nuovo gruppo di artisti era caratterizzato da un atteggiamento di protesta intellettuale
contro i miti della ragione, e del positivismo, caratteri che avevano segnato il secolo precedente. Essi non erano
portatori di una nuova verità, bensì portatori di dubbio e di un’energia che era allo stesso tempo capace di distruggere
e in grado di creare continuamente. Ebbe ampia diffusione anche nel resto dell’Europa (soprattutto in Germania e poi
a Parigi). Un gruppo dallo spirito simile a quello dadaista nacque contemporaneamente anche a New York dove nel
1921 Marcel Duchamp e Man Rey fondarono appunto il New York Dada. Marcel Duchamp, francese, fu probabilmente
la figura più importante di questo nuovo panorama (grazie anche al quale si riuscì a creare un ponte tra New York e
Parigi), la sua produzione si può dividere negli ambiti dei dipinti (dove attua una sovversione dei temi della pittura
classica), degli oggetti comuni (ossia i ready-mades, che indagano sul quesito della necessità dell’intervento manuale
dell’artista), degli oggetti in movimento (che trattano il concetto di percezione soggettiva del significato di un’opera)
e in fine delle installazioni ambientali (dove indaga lo spazio e l’ambientazione). In Germania il Dada assunse un
carattere anche politico in relazione alla situazione del paese che stava vedendo mano a mano affermarsi la figura di
Hitler, per esempio in John Heartfield con ‘’Adolfo il superuomo ingoia oro e dice sciocchezze’’, altro esponente
principale fu Kurt Schwitters che nella sua ricerca artistica utilizzò per le sue opere i materiali più diversi, tratti dalla
sua esistenza quotidiana.

SURREALISMO
Teorico del surrealismo, fu André Breton, poeta, saggista, critico d’arte. Rimase fortemente influenzato dalla lettura
de “L’interpretazione dei sogni” di Freud, dalla precedente esperienza dadaista e dalla metafisica. Vengono firmati
due manifesti, uno nel 1924 e uno nel 1929, nel primo viene espressa l’importanza del sonno, dell’inconscio, mentre
nel secondo l’autore cerca di coniugare a tali pensieri il pensiero del comunismo, causa delle successive scissioni
del gruppo. Scopo del surrealismo era quello di rendere manifesti i contenuti dell’inconscio, di fondamentale
importanza è il cosiddetto ‘’automatismo psichico’’, ossia il lasciare che lo strumento utilizzato disegnasse senza
un progetto precostituito, questo fu possibile anche grazie a mezzi scoperti dal Dada (come per esempio il collage
o il fotomontaggio). La prima mostra collettiva del gruppo surrealista si svolse nel 1925 a Parigi, vi esposero diversi
artisti tra cui Max Ernst e Juan Mirò. L’opera di Ernst è caratterizzata dalla frequente associazione di elementi
disparati e da una sperimentazione di tecniche come il frottage e il grattage volta a ottenere una pittura evocativa
e ricca di dettagli casuali. Mirò, dopo una prima fase cubo-realista si dedicò alla ricerca di forme primitive, su sfondi
privi di prospettiva, con paesaggi al limite tra reale e fantasioso, esasperando sempre maggiormente la
semplificazione. Le due figure più discusse e celebri furono però Renè Magritte e Salvador Dalì. Magritte, un
apparente comune borghese, segnato da trauma infantile della morte della madre, tendeva a coniugare il macabro
e l’umorismo. Denominatore comune delle sue opere è inoltre la volontà di esprimere l’impossibilità di
rappresentare o esprimere attraverso il linguaggio la realtà (come nel celeberrimo ‘’L’uso della parola I’’). Dalì,
sicuramente un personaggio più eccentrico, che fu criticato da Breton di produrre arte per soldi (per questo, oltre
che per problemi di natura politica, venne estromesso dal sodalizio), utilizzava una pittura di tipo realistico per
rappresentare le immagini dell’irrazionalità.

Potrebbero piacerti anche