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Dal 1900
Sigmund freud padre della psicanalisi, chiave di lettura del XX secolo, in cui il sogno
diventa un rebus colmo d’immagini ed emozioni, desideri repressi che emergono.
Auguste rodin 1900 scultore che viene osservato dal pittore Matisse.
Il gusto classico di Rodin non è il solo ad emergere, infatti le sue opere esprimono un
rapporto con la materia, più naturale e autentico. Matisse sviluppa figure di pieni e vuoti,
figure sinuose che tendono a mescolarsi con lo spazio.
es. Rodin “uomo che cammina” 1900
es. matisse “la serpentina”1909
Nel xx secolo
Alcuni sviluppi hanno scosso il mondo dell’arte visiva a metà del XIX secolo :
1. L’invenzione della macchina fotografica : sviluppo del realismo in arte
2. La scoperta del mondo della matematica della geometria non euclidea : messa in
discussione della prospettiva rinascimentale, suggerendo la presenza di mondi e di
prospettive multidirezionali.
3. La navigazione verso nuovi territori : la scoperta dell’arte oltre oceano e dell’arte
africana che ispirarono artisti come Gauguin e Picasso.
1905 - fauvismo
Il movimento fauves (belve) ebbe come leader Henri Matisse.
Cio che impressiona di questa libertà selvaggia è l’uso di colori puri, pennellate rapide
(che vanno in contrasto col tocco puntinismo di Seurat o con la pennellata costruttivista di
Cesanne - saint victoire).
Al salon D’automne 1905 il quadro “donna con cappello” di matisse venne acquistato da
leo Stein (collezionista americano fratello di Geltrude Stein che successivamente
comprerà il quadro les demoiselles d’avignon)
1907
Picasso rappresenta con les demoiselles d’avignon un morboso scenario. Non a caso
l’artista decide cambiare i volti con maschere a dx : modello iberico a sx: modello
africano .
Le figure vicine non condividono uno spazio o un’azione comune, non comunicano ne
interagiscono ma si relazionano direttamente con lo spettatore.
Picasso mise in risalto le pulsioni sessuali, lo sguardo delle demoiselles è rivolto
esclusivamente ad un pubblico maschile facendogli sapere che la posizione che occupano
fuori dalla scena non è più tanto sicura.
Il territorio freudiano possiamo affermare che l’opera sintetizza lo shock del bambino che è
testimone del rapporto sessuale tra i genitori.
Espressionismo tedesco
1905
Die Bruke (il ponte) è un gruppo di artisti d’avanguardia tedesca, formatosi a Dresda:
capitanato da Ernst Ludwig Kirkner.
Lo stile è basato su colori accesi, tensione emozionale, immagini violente e con una certa
influenza del primitivismo.
Le figure dei dipinti suggeriscono un “atteggiamento Blasè” ovvero una caratteristica tipica
dell’ambiente metropolitano; l’individuo sottoposto a continui stimoli in qualche modo si
abitua diventando meno recettivo, subentra un’incapacità di reagire alle sensazioni nuove
con la dovuta energia.
Naturale conseguenza è la perdita dell’essenza e del significato delle cose. Tutto diventa
opaco e si diventa insensibili.
es. Ernst Ludwig Kirkner “la strada, Dresda, 1908
Kirkner utilizza l’espediente artistico dell’astrazione per alleviare lo shock del caos del
mondo.
Franz Marc altro pittore dell’espressionismo tedesco, cerca di entrare in comunione con la
natura, escogitando un sistema simbolico del colore “sessualizzato”:
Il blu= severo e spirituale= maschile
Il giallo = gentile e sensuale = femminile
Il rosso = brutale e grave
es. “il destino degli animali, 1913” evoca una compenetrazione panteistica.
1909 Filippo Tommaso Marinetti pubblica sul “Le figaro” il manifesto di fondazione del
futurismo
Figure chiave: giacomo balla, Umberto boccioni, Carlo Carrà.
Le strategie del futurismo vertevano intorno a 2 punti fondamentali:
1. Sinestesia : rottura dei confini tra i diversi sensi
2. Cinestesia: rottura della distinzione tra il corpo fermo e il corpo in movimento.
Analogia tra significato pittori e le tecnologie della visione e rappresentazione come quelle
sviluppate dalla fotografia.
Rigorosa condanna della cultura del passato e il bisogno d’integrazione dell’arte e
tecnologie avanzate.
Il tentativo di rendere il movimento della percezione come un elemento essenziale della
rappresentazione del corpo nello spazio.
Cancellata ogni figurazione, queste opere sono dedite sia alla ripetizione di un’armatura
strutturale che articola sequenza e velocità, sia un idioma cromatico non figurativo che
abbandona ogni riferimento al colore.
Il futurismo era coinvolto nell’eredità della pittura divisionista, la frammentazione cubista
dello spazio percettivo tradizionale, l’inserimento dei tagli di giornali e la successione della
cinepresa ( ricordare le foto di e. Muybridge : cavallo in corsa e marey), una dinamica
vista e resa dal collage.
IL CUBISMO
Fino al 1907-08 le teste iberiche e africane sono state un mezzo d’ispirazione per picasso.
Dal 1911 nasce uno stile grazie a Braque ,detto cubismo, che ha come caratteristiche
l’appiattimento dello spazio visivo, riduzione del colore: tutto ocra e terre come una
fotografia che vira al monocromo.
Il cubismo si prefigge di rompere una prospettiva unica anzi adesso l’oggetto può essere
visto da qualsiasi punto, come la ricomposizione delle vedute che avremmo se ci
muovessimo realmente intorno all’oggetto, DARE UN SENSO PLASTICO ALLA FIGURA.
Picasso fu ispirato dalla lezione del’’ultimo cesanne: pitture all’aperto che riproducevano le
montagne di saint victoire. ( PROTOCUBISMO)
Il cubismo orfico di Delaunay mira ad una pittura assoluta, che trova la sua base
nell'armonia e nel ritmo prodotti da contrasti cromatici simultanei. Importanti sono i
contatti di Delaunay con l'avanguardia tedesca, con gli artisti del Blaue Reiter
( Kandinskij, ) C'è una visione simultanea non soltanto di tutte le facce degli
oggetti che definiscono i volumi ( soluzione cubista ) ma anche la sintesi dei tempi
successivi durante i quali noi abbiamo conosciuto l'oggetto. Si tratta di uno
spazio-tempo intuitivo, che ricorda la filosofia di Bergson, e le contemporanee
ricerche dei Futuristi.
Il cubismo orfico è un atteggiamento sacrale, che innesta sull'originario cubismo
ricerche sulla luce e sul colore, fondate su analogie con la musica che
preludono a soluzioni astratte( Orfeo era il mitico musico-poeta dell'antichità dotato
quasi di poteri magici )
Man Ray : Cadeau 1921 (ferro da stiro con punte) è un oggetto assistito, rappresenta un
oggetto femminile in cui vengono inserite delle punte/chiodi che servono a lacerare. Da
oggetto di cura, l’oggetto viene snaturato e diventa oggetto di difesa: allegoria della
famme fatale.
Piet Mondrian morì nel 1944. Ciò che caratterizza la sua arte, è quell’idea di “distruzione”
della composizione stessa. Il effetti la distruzione era sempre stata al centro stesso del
programma di Mondrian, fin da quando aveva scritto nei suoi primi testi della distruzione
della forma, del particolare dell’individualità.
La prima cosa a venire dissolta fu la bidimensionalità- per farlo reintrodusse un elemento
che aveva bandito dalla sua pittura dal 1919 e che avrebbe minato completamente
l’aspetto “classico” delle sue opere, cioè la ripetizione.
Il passo successivo, a partire dalla seconda metà degli anni 30, fu di trasformare la
“pluralità di linee” una pura scansione, una pulsazione irregolare dell’intera superficie della
tela.
Tipicamente le opere di Mondrian fanno riferimento alla “composizione a losanga” .
Mondrian aveva accettato la persistenza retinica come inevitabile effetto del ritmo di linee
che scandiva le sue tele, ma ne diffidava comunque.
Theo Van Doesburg rivista de Stijl 1917 . alla fine degli anni 20 optò per la nozione di
“arte concreta” per definire un’opera costruita con elementi puramente plastici vale a dire
piani e colori; quest’artista aveva sviluppato un’attività dadaista sotto lo pseudonimo di
I.K.BONSET confermando la possibilità, per l’arte, d’intrattenere rapporti con il reale senza
ricorrere all’imitazione. tutte le forme d’astrazione e di arte concreta giungono ad un
risultato sostanzialmente simile: il rifiuto della rappresentazione.
La specificità del gruppo de Stijl sta nell’idea che un unico principio generativo possa
essere applicato a tutte le arti senza compromettere la loro integrità, e inoltre che è
soltanto sulle basi di tale principio che l’autonomia di ogni arte può venire assicurata.
2 operazioni : 1. Elementarizzazione: scomposizione/riduzione di elementi
e 2 integrazione: l’articolazione esaustiva di questi elementi in un insieme non gerarchico
sintatticamente indivisibile.
Bauhaus 1919
La bauhaus inizio con la repubblica di weimar nel 1919 e fini per mano dei nazisti nel
1933.
Direttore della bauhaus fu l’architetto Walter gropius 1923, definì questo “vasto sistema”
con l’attività teorica di un accademia d’arte combinata con l’attività pratica di una scuola di
arti e mestieri .
1° istruzione: laboratori artigianali- scultura, carpenteria, metallo, ceramica, vetro, pittura
murale e tessuto.
2° istruzione: problemi formali e artistici: studio della natura, insegnamenti in materiali,
strumenti, costruzione e rappresentazione, teoria dello spazio, colore e composizione -
insegnati artisti come Kandinskij e Paul klee.
Nel 1925 la scuola si spostò a Dessau.
Klee e Kandinsij svilupparono una psicologia degli elementi pittorici, a volte con tendenze
più dogmatiche (Klee), combinando cosi linea e colore in una teoria generale della
composizione.1917 Neoplasticismo - Mondrian
1920-22
Vengono rivalutate l’arte primitiva, l’arte dei bambini e dei malati di mente. Queste sono
figure che sfuggono dalle catene della civiltà : attraverso una forma verbale (letteratura),
visiva ( pittura scultura ).
L’arte dei malati ad esempio viene considerata una “degenerazione “ psico- fisica.
Psichiatra : cesare Lombroso mostra tramite uno studio su 107 pazienti - “genio e follia”
1877 - la degenerazione nelle sue “assurde e oscene” forme di rappresentazione.
I modernisti più coinvolti dall’arte dei malati di mente furono Paul Klee, il dadaista tedesco
Max Enst ( 1891-1976) e Jean Dubuffet (1901-85) il fondatore francese dell’art Brut.
Talvolta Klee ingrandì gli occhi o le teste delle figure e alte altri tratti in schemi ornamentali,
come capelli e ali del suo “angelus novus”, un disegno posseduto da Walter benjamin, per
il quale era un angelo allegorico della storia vista come catastrofe..
Klee, come altri artisti che s’interessano dell’arte dei malati, voleva vedervi un’innocenza
della visione, scoprendosi solo un’intensità che spesso confina con il terrore, terrore del
soggetto perso nello spazio.
Queste prime immagini, collage, furono cruciali per la definizione d’immagine surrealista:
lautreamont è il poeta del XIX secolo eroe del surrealismo, i cui enigmatici versi - bello
come l’incontro fortiuito di una macchina da cucire e un ombrello su un tavolo di
anatomia”.
Il surrealismo
1924
Andrè Breton da origine al surrealismo come “automatismo psichico”.
Breton diede il benvenuto a disegni automatici, dipinti di sabbia di Masson, ai quadri
di sogni sgoccciolati e spruzzati di Mirò, ai “FROTTAGES” DI Ernst.
Bretón descrive il “caso oggettivo” come punto d’incrocio di due catene causali, la
prima soggettiva, interna alla psiche umana, e la seconda oggettiva, funzione degli
eventi.
Questa congiunzione non è altro che la struttura stessa dell’inconscio: in cui il
doppio è la condizione formale delle pulsioni. La “ripetizione volontaria”( di un
evento o/e pensiero) scrive freud, rende perturbante ciò che di per se è innocuo, e
ci insinua l’idea della fatalità di una cosa o di pulsioni sessuali laddove normalmente
avremo parlato di un qualsiasi “caso”.
Nel 1928 Giacometti entrò a far parte del gruppo surrealista. In questo periodo, sul
lavoro a memoria prevalgono l'immaginazione e, spesso, l'inconscio, che conducono
Giacometti alla creazione di sculture assai importanti per l'idea surrealista di oggetto
a funzionamento simbolico.
È vicino alle problematiche esistenzialistiche; non a caso della sua pittura è stato
interprete attento Sartre, che ne ha colto i riferimenti all'inaccessibilità degli oggetti e
delle distanze esistenti tra gli uomini. La scultura sembra una materia
apparentemente informe.
Le figure sono fisse, immobili rigidamente frontali: la cornice che Giacometti
costruisce attorno ad esse ha la funzione di allontanarle isolandole dallo spazio,
creando attorno ad esse vuoto.
Forse il contesto politico della guerra civile spagnola rese ancora più evidente il cambio di
stato sociale del surrealismo.
In ogni caso come fece notare Man Ray l’installazione di marche duchamp “1200 sacchi
sospesi al soffitto su una stufa” 1938 , distrusse l’atmosfera asettica che regnava nella
maggior padre degli spazi espositivi moderni.
Un anno dopo, 1939, con la resa della Francia al nazismo, le condizioni dei surrealisti
cambiarono ulteriormente .
René Magritte (1898-1967), grande protagonista del surrealismo, dipinse più volte
durante la sua vita il quadro con la pipa e la sua didascalia;
Il messaggio di Magritte è infondo abbastanza chiaro, ovvero: rappresentazione non
significa realtà, l’immagine di un oggetto non è l’oggetto stesso!
Foucault vide nell’arte di Magritte degli elementi ancora più rivoluzionari rispetto
all’astrattismo di Klee o Kandinskj. Apparentemente lontani, i tre artisti hanno in
comune- secondo il filosofo- l’aver scardinato il sistema gerarchico tra realtà,
rappresentazione e significato.
La riflessione di Magritte ha aperto a operazioni come quelle dell’artista concettuale
Joseph Kosuth (U.S.A. 1945) che nel ’65 espose per la prima volta l’opera Una e tre sedie,
l’accostamento di una sedia, una sua fotografia e l’ingrandimento della pagina di un
dizionario che ne dà la definizione linguistica.
LA METAFISICA in italia
Il termine "metafisica", applicato alla pittura, va inteso come "al di là della fisica"; secondo i
primi artisti metafisici, infatti, l'arte non dovrebbe avere alcun legame con la realtà, poiché
il suo scopo non è rappresentare le cose così come sono ma mostrare il lato insolito e
misterioso che si cela dietro l'apparente banalità della vita quotidiana.
Le caratteristiche chiave sono :
- Descrizione di una realtà che va al di là delle apparenze
- Senso di mistero, allucinazione, sogno
- Immagini statiche: scena fuori dal tempo
- Figura umana solo sotto forma di manichino
- Campiture di colore piatte e uniformi
- Riferimenti filosofici a Nietzsche e alla mitologia greca antica
Giorgio de Chirico (1888 - 1978 Furono due i temi più amati da de Chirico: le piazze e i
manichini.
Le piazze sono spazi indefiniti, talvolta costruiti secondo il principio della spazialità
rinascimentale, illuminati da una luce priva di vibrazioni atmosferiche, con architetture
assimilabili a volumi geometrici, il manichino rappresenterebbe i corpi mutilati dopo la
guerra, senz’anima.
Questo tipo di rappresentazione (il manichino) venne utilizzato anche da Carlo Carrà
(1881 - 1966). La sua "La musa metafisica" dipinta nel 1917.
Giorgio Morandi (1890 - 1964) dipinse nature morte in cui gli oggetti appaiono come
sagome disposte in uno spazio senza prospettiva, private del loro ruolo.
1923/24
Nuova oggettività (Neue Sachlichkeit) in Germania si affermò nel particolare clima del
primo dopoguerra (1923-24) e si concretizzò attraverso una pittura che negava ogni
partecipazione umana, come uno stato di alienazione; in altri casi si risolse in raffigurazioni
di crudele e impietosa ironia, sollecitata dalla messa a fuoco di una realtà scoperta in tutta
la sua autentica verità.
Alcuni dei più importanti artisti furono: O. Dix, M. Beckmann, Georges Grosz, Franz
Radziwill (1895-1983), Rudolf Schlichter (1890-1955), Georg Scholz (1890-1945),
Christian Schad , oppure con una più emotiva presa di contatto con la realtà come nel
caso di E. Wegner, Busak, A. Kanoldt, C. Mense, G. Schrimpf.
Otto Dix e George Grosz
Il pittore e incisore tedesco Otto Dix combatté nella prima guerra mondiale.
Nel 1919 fu nominato assistente all'Accademia di Dresda.
Sulla sua pittura, sviluppatasi attraverso un tardo espressionismo, affioravano stimoli
dell'arte dada, ma i segni evidenti nella sua pittura suggeriscono l’esperienza bellica che
l'artista rievocò nelle 50 incisioni intitolate Der Krieg, (1932, La guerra).
George Grosz (Berlino, 1893-1959), dopo un’iniziale adesione al Dada berlinese, si diede
ad una feroce satira politica e sociale, espressa nei suoi quadri. aderì alla Nuova
oggettività, proponendo quadri dai disegni semplificati per essere più incisivi, dove sono
rappresentate le sue idee tramite le figure umane e i loro simboli (Le colonne della società,
1926, Berlino, Staatliche Museen).
1925
Il cinema d’avanguardia
Il cinema diventa estratto : elaborazione tra pittura e musica da Kandinskij a wagner.
In effetti quello che gli artisti fanno, è concepire arte e musica come unica cosa.
vikings Eggelings, sinfonia diagonale 1921-24 realizzato tramite una sequenza di
disegni che lui realizzava e poi copriva le parti che non servivano con la carta stagnola-
una sorta di sottrazione nell’addizione delle sequenze d’immagini, nel montaggio finale.
Come fece notare richter, eggelings ha cercato di scoprire le coppie di opposti: luce contro
oscurità, piccolo contro grande.
Anche hans Richter realizzò nel 1921, Ritmo 21- e poi- ritmo 23 (1923), ritmo 25 (1925).
I due artisti, erano molto vicini al movimento de Stijl, infatti teo van doesbrurg, capofila del
gruppo, fece loro visita a Berlino nel 1920.
Ludwig hirschfeld- Marck- membro della Bauhaus, realizza uno spettacolo multimediale
“sonatina di colori in 3 parti- giochi di colori riflessi” 1925, in cui venivano proiettate forme
geometriche attraverso filtri ottici su uno schermo trasparente, tutto con
accompagnamento musicale.
Latzo- Moholy nagy esponente della bauhaus nel suo “pittura, fotografia film” esprime
questa “smaterializzazione dell’arte.
Fernand Leger e dudley murphy, realizzarono nel 1924 “balletto meccanico”. Il film
inizia con un cartone animato di Charlie Chaplin, poi si sposta su una sequenza di
khaterine Murphy , ogni persona e cosa prende a girare, riprese al contrario in un
movimento delirante. Balletto meccanico diventa una danza di analogie tra geometrie
astratte, parti meccaniche, oggetti quotidiani e presenze di arti umani.
Leger fu un pioniere della pittura astratta: i suoi dipinti si basavano su aspetti della vita
moderna, infatti la tendenza di leger era quella di rappresentare i corpi come macchine,
l’ambiente urbano come panorama meccanico di prodotti e persone frammentate. Leger
rappresenta “l’effetto sorpresa”/ schock di questo spettacolo.
Sergei Esenstei (1898-1948) aveva proposto la teoria del montaggio come un sistema di
attrazioni, che porta il cinema fuori dalla pittura e musica, una teoria che mise in pratica
con la “corazzata potemkin”.
1926
L’arte dei detriti arte e vita
Kurt Schwitters fu uno dei primi importati interpreti di tale poetica. Nel 1919 optò per
designare l’insieme dei propri lavori a partire con la radice “Merz” (perduto), una sillaba
tolta dalla parola “Kommerz” che aveva casualmente tratto da una pubblicità della
kommerz bank di Hannover vista passeggiando per la sua città natale. Cosi dalla radice
Merz nascono diverse combinazioni : merzbild, merzbühne, MERZBAU( costruzione della
sua casa) . L’impiego ricorrente del termine designa l’assemblaggio a fini artistici di tutti i
materiali immaginabili. La pittura Merz si serve dunque a tutti quei materiali visibili per
l’occhio e di tutti gli strumenti utilizzabili.
Schwitters divenne amico con El lisinckij e con il costruttivismo e produttivismo russo negli
anni 20; invitò lisinskij a diventare designer e coeditore del numero 8/9 della rivista Merz
pubblicata nel 1924.
Da allora entrambi gli artisti trasformarono le loro opere da pittura, scultura fino a spazi
architettonici.
Lisinskij : stanza espositiva alla landesgalerie, Hannover 1927-28
Schwitters: merzbau di Hannover :tentativo di costruire uno spazio rituale, sotto forma di
bau- caverna cioè costruire una tana con oggetti, strutture e materiali quotidiani.
Tristan Tzara nota che schwitters raccoglieva per strada oggetti disparati e assurdi,
l’artista pero sosteneva che la materia non conta poiché ciò che conta è darle la forma.
Nel 1927 lo studio dell’artista divenne inutilizzabile e il Merzbau finì per invadere il
complesso della casa. Inoltre SCHWITTERS non mirava ad una forma completa e
definitiva, la pratica dell’opera in continua evoluzione rovescia il dogma stesso della
creazione.
Negli anni 50 l’estetica dello scarto conobbe un grande ritorno d’interesse, al punto che
negli stati uniti compare un nuovo termine per qualificare opere elaborate a partire da
materiali di recupero- junk sculpture.
Il fotografo James Van Der Zee il primo cronista dell’ Harlem degli anni dal 1920-1940,
realizzo le immagini più significative del periodo.
Van Der Zee realizzo ritratti di abitanti di Harlem che catturarono lo stile, l’ottimismo e
orgoglio di questa nuova identità urbana.
Il fascino della cultura afro americana crebbe a partire dal 1917 con la produzione di una
grande quantità di musica e spettacoli con argomenti e attori negri.
Dopo il crollo della borsa del 1929 venne annunciata la grande depressione - new york.
Cosi molti artisti vennero privati del sostegno economico per realizzare opere d’arte ma
alcuni ricevettero supporto dalla WPA- works project administration.
Come jabob Lawrence che nel 1940-41 realizzo il dipinto considerato uno dei più
importanti della WPA - “La migrazione del negro americano”.
Norman L. Lewis fu un altro artista che comincio a dipingere durante gli anni 30 a Harem -
dove abbandono l’immaginario realista per diventare l’unico espressionista astratto- afro
americano.
L’energia innovativa dell’Harlem Renaissance declino dopo la seconda guerra mondiale.
1945/ 46 — europa -
ARTE INFORMALE
A seguito delle enormi devastazioni e sofferenze portate dalla seconda guerra mondiale,
nemmeno gli artisti hanno più certezze.
L'informale è una concezione ribelle dell’arte che non va intesa come “non forma” ma
con il modo di intervenire direttamente sulla materia con un segno espressivo e un gesto
spontaneo.
L'informale Europeo non è una forma di astrattismo perchè la figura è ancora presente e
distinguibile. Tuttavia l'artista conserva il significato di ciò che è rappresentato, ma ne
modifica la forma secondo le proprie emozioni.
Da quì la definizione di informale, cioè di ciò che non rispetta la forma tradizionale.
È possibile fare una distinzione tra pittura materica e pittura segnica. La prima consiste
nell'accumulo di materia, la seconda è basata sull'importanza dell'impronta calligrafica. A
queste due, bisogna poi aggiungere lo spazialismo (L.fontana) L'arte informale è
considerata una tendenza rivoluzionaria perché ora l'osservatore può interagire. L'artista
desidera quindi che il suo capolavoro prenda vita ed esca dall’ordinario.
a) Georges Mathieu
1) Spremeva direttamente di tubetti sulla tela (come Van Gogh)
2) Dipingeva il più rapidamente possibile per non dare spazio all'azione della mente
3) Importanza al gesto dell'artista (come nell'espressionismo astratto statunitense)
b) Jean Fautrier
1) Fondo della tela fatto di un impasto di colla e colore bianco, simile a intonaco, con
aggiunta di polvere di pastelli e cera
2) Soggetti macabri e inquietanti, con riferimento alle persecuzioni naziste.
c) Jean Dubuffet
Interesse per l'arte primitiva, dei malati e bambini, priva delle influenze della ragione
e della società.
a) Giuseppe Capogrossi
1) Uso di un simbolo personale: il tetradente con segno nero marcato, che denota
affermazione e forza di volontà
2) Colore netto, a campiture piene, monocromatico
b) Arnaldo Pomodoro
1) Realizza sculture in bronzo
2) Sfere aperte, all'esterno lisce e lucide, all'interno scabre e ruvide, simbolo del
contrasto presente nell'animo umano
c) Alberto Burri
1) Utilizza materiali e tecniche nuove per la scultura: sacchi di juta, catrame, prodotti
di scarto, acrovinilico su cellotex (cioè vinavil su celofan), talvolta bruciandoli.
3) Crea il grande Cretto di Gibellina, cioè ricopre le macerie della città di Gibellina
con cemento bianco, simbolo della , e poi vi scava dei solchi. E' definita anche Land
Art.
2) I materiali utilizzati non sono posti in modo casuale, e non hanno un valore di
sfida, di ribellione, di irriverenza, ma sono utilizzati con armonia, studiatezza e
geometria
Moore
1) Rifiuto della concezione classica della bellezza
2) Riferimento a arte messicana, sumera, e comunque non europea
3) Dare alle opere una forte vitalità
4) Interesse a mostrare il materiale con tutte le sue caratteristiche, e a non
nasconderlo dietro a una fine lavorazione.
b) Calder
1) Utilizzo di fil di ferro per rappresentare fari oggetti, tra cui i personaggi di un circo
2) Sculture ramificate di ferro, senza un basamento unico, ma magari appesi al
soffitto o poggianti su più piedistalli.
3) La scultura è dinamica, non fissa, e non è più simbolo di valori immutabili.
F) Bruno Munari (percorso individuale)
1) Personaggio eclettico: scrittore, pedagogo, pittore, scultore, designer
2) Carattere allegro e libero, non ribelle o tenebroso
3) Crea le Macchine Inutili, per criticare la fiducia cieca del futurismo nel progresso
4) Pedagogia: crea dei giocattoli per bambini (Scimmietta Zizì) che possono essere
modellati: è il precursore del giocattolo interattivo moderno. Inoltre crea scuole d'arte
per bambini, che lasciano grande libertà al bambino, e non gli impongono forme
canoniche
Espressionismo astratto 1946 - stati uniti
il termine “espressionismo astratto” si deve ad Alfred H. Barr Jr. che lo coniò nel
1929 a commento di un quadro di Vasily Kandinsky. Successivamente fu ripreso per
essere applicato all'arte americana degli anni quaranta dal critico Robert Coates nel
1946.
Nella sua genericità, il termine "Espressionismo Astratto" ha il pregio di evidenziare due
attributi fondamentali di tutta la corrente:
• il ruolo centrale assegnato all'individualità dell'artista
• lo sviluppo di un linguaggio pittorico di tipo astratto
l'artista, che si pone in una condizione di rischio: mette in gioco la propria esistenza
in senso psicologico e spirituale. Luogo di esistenza dell'artista e dell'arte è il
quadro: spazio libero da convenzioni estetiche, in cui l'artista convoglia le proprie
emozioni e la propria energia vitale..
Caratteristiche:
1) Grande dimensione delle opere
2) Superfici piatte, perchè c'è l'abolizione di ogni forma di profondità e prospettiva
3) Importanza data al gesto dell'artista che dipinge
4) Rifiuto di tutto ciò che era accademico (diagonali, prospettiva, pittura tonale...)
5) Gli artisti esprimono le loro emozioni (espressionismo) attraverso dei dipinti di
carattere astratto (astratto).
Color field
Autori: Rothko, Reinhardt
Caratteristiche:
1) Grandi campiture di colori monocromi
2) Espressione di emozione controllata, posata, non forte e vigorosa come nell'
Action Painting
3) Senso di staticità e di immobilità della pittura
• un indirizzo contemplativo, che si caratterizza per il rilievo dato alla componente
spirituale contemplativa del dipingere. Si manifesta attraverso enormi tele con vaste
forme fluttuanti, ampie stesure monocromatiche, che conferiscono un'atmosfera
meditativa all'ambiente in cui sono collocate. I principali interpreti sono Mark
Rothko, Adolph Gottlieb, Clyfford Still, Barnett Newman, Ad Reinhardt.
Rothko, Clyfford Still o Newman approdano al “color field” 1955 una pittura emotiva
formata da ampie stesure di colore in cui la traccia del gesto sembra avere un’importanza
meno decisiva.
M. Rothko dispone strati di colore, introduce anche il Mith-maker genere artistico che
rivela l’attenzione al “mito. tuttavia anziché illustrare le mitologie consacrate, esso crea
“nuovi miti sostitutivi”:
i soli temi validi sono quelli che hanno un carattere tragico e atemporale, in stretta
connessione con l’arte primitiva e arcaica, privilegia la superficie e forme piane del quadro
perché distruggono l’illusione e rivelano la verità .
Clyfford Still I suoi dipinti hanno un carattere visionario, accentuato dai contrasti di colore:
la forma astratta diventa una metafora per indicare un dato molto realistico, ovvero la
fusione dell’io con la natura.
Le Zip di Barnett Newman (padre del minimalismo) raddoppiano le verticali del quadro:
essi attraversano i vasti campi cromatici, ; Newman spinge la colorfield quasi al
minimalismo , Le zip tagliano e allo stesso tempo uniscono lo spazio e creando una zona
infinita.
L’arte astratta ha rappresentato in questo senso un passaggio decisivo impegnando la
pittura a esercitare, con mezzi propri, una lettura autocritica.
Il color field di Newman elimina infine ogni disegno estrinseco, contiene un mondo senza
fine, all’interno dei propri confini.
Il problema tra il “che cosa” e il “come” (prima in Kandinskij dello spirituale nell’arte) si
riaffaccia negli stati uniti negli anni 40 , i dipinti che realizza Newman in questo momento
cercano di dare forma ai sentimenti di fondo dell’uomo, di esprimere il volto
dell’inconoscibile.
Inoltre il modo di vedere il quadro “in verticale” era fondamentale per Newman - e cosi
anche le zip- le sue opere rappresentano l’asse verticale del nostro corpo, la nostra
situazione di fronte a ciò che guardiamo. Newman ci parla della “presenza” nostra e del
quadro, dello spazio e del tempo come una “sensazione” che noi stessi abbiamo, ci
coinvolge permettendoci di entrare nel sublime.
Action painting
• un indirizzo di pittura gestuale, che si caratterizza per il rilievo dato alla
componente emotiva motoria del dipingere. Si manifesta attraverso pennellate e
sciabolate piene di energia.
• Queste sgocciolature (Dripping) e spruzzi di colore, che possono suggerire un'idea
di lotta o di danza. Principali esponenti sono Jackson Pollock, Willem de Kooning,
Franz Kline e Robert Motherwell.
Jackson Pollock
1) Uomo sregolato, ribelle, 2) Dripping: lasciava gocciolare la pittura dal barattolo o
dal pennello sulla tela orizzontale
3) Action Painting: l'opera nasce da liberi gesti dell'artista, che venivano compiuti
con tutto il braccio, 4) all-over: non esiste più un centro e una periferia della tela.
Ogni sua parte ha
uguale valore, e la tela può idealmente continuare anche oltre i suoi bordi fisici.
Jackson Pollock nel 1947 introduce in America una modifica importante ai processi
pittorici: il dripping, arte che diventa emblema dell’action painting.
(Metodo gia utilizzato dai surrealisti es. Max Ernst.)
Andrè Masson e jackson pollock pervengono all’automatismo psichico cioè liberare/
scaricare la psiche attraverso il gesto del corpo.
Il pittore non si accosta più al cavalletto, la tela si stende sul pavimento e come un rito
nativo americano l’artista cammina intorno, da tutti e quattro i lati attraverso una pittura
fluida che con l’azione del colore si modifica vivendo una vita propria.
NAMUT è un fotografo che riprende pollock nel suo fare pittorico. Le opere vengono viste
a Tokyo dando inizio al gruppo GUTAJ.
secondo Clement Greenberg, pollock introduce una struttura ancora può importante
ovvero la tecnica“all-over” che rende ogni elemento e zona del dipinto equivalente
nell’accentuazione e nell’enfasi. Secondo Greenberg le origini della tecnica all-over
risalgono alle Ninfee di Monet .
Nel 48 ,con la guerra fredda ,l’avvio del piano Marshall e i drip painting di pollock vi è un
cambio di opinione da parte dello stesso critico Greenberg. L’asse artistico si sposta da
Parigi a new york (successivo alla 2 guerra mondiale) osservando come la conquista di
leadership da parte degli stati uniti era sì dovuta alla potenza economica americana ma
ancor di più al carattere innovativo delle opere e alla qualità dei commenti critici.
Greenberg fu grande sostenitore di Pollock, il critico considerava le opere dell’artista come
grandi “matasse” in cui si perdeva il punto focale o centro competitivo dell’opera.
L’idea di pollock era quella di ricadere sull’astrazione delle immagini dell’inconscio, della
memoria (freud) o astrarre immagini archetipiche (jung) dando forma alle opere figurative
negli anni 30- 40-
Successivamente, coprì , sotto i grovigli di sgocciolature, come forma di negazione ,
quest’arte figurativa.
Secondo un altro critico T. J. Clark, l’arte di pollock fallisce sempre in se, perche la sua
capacità di continuare vacilla quando non può più immaginare un fuori dalla figurazione.
Questo accade nell’estate del 1950, quando i suoi quadri sempre più grandi e sempre più
apparentemente autorevoli, si sottomettono completamente alla metafora dell’unicità.
Robert Raushenberg
Tra il 1953 ed il 1954, Rauschenberg si è mosso dai dipinti monocromatici delle serie
"White Painting" e "Black Painting", alle serie, "Red Painting”.
Rauschenberg trovava oggetti che lo interessavano per le strade di New York City e le
portava al suo studio dove potevano diventare parte integrante del suo lavoro.
Queste opere transitorie, condussero alla creazione di "Combines" realizzati intorno al
1954-62. Qui iniziò ad incorporare oggetti come sciarpe, nastri comici e parti di fasulli
cornicioni architettonici.
Uno dei primi "Combines", realizzato nel 1955, dal nome, “Bed” venne creato
sgocciolando pittura rossa attraverso un piumino. Il piumino più tardi veniva disteso e
mostrato come se fosse un'opera d’arte. più recentemente i critici e gli storici d'arte
vedono le "Combines" come portatrici di messaggi codificati.
Helsworth Kelly
Il percorso di Kelly fu simile a quello di Rauschenberg: quello di aprirsi alla non-
composizione.
Cage che nel 1949 vide le opere di Kelly parlo del “caso” come altro modo per evitare la
composizione.
Frank Stella debuttò alla mostra “sedici americani “ al MOMA nel 1959. Le sue opere
conservano le strisce delle bandiere di Johns ma abbandonano il suo simbolismo.
Pian piano le sue opere divennero degli “ibridi” ne pittura ne scultura. Il suo desiderio era
dipingere opere sulle quali “non si potesse scrivere nulla”; desiderava per parte sua
cancellare qualsiasi traccia di simbolismo.
Negli anni 50 la crisi dell’arte astratta trova un riscontro esemplare nel rifiuto di un quadro
monocromo presentato da Yves Klein al Salon des Realites nouvelles; il monocromo di
Klein risultava essere un prodotto della tradizione non figurativa.
All’inizio degli anni 60 apparve chiaro che i pionieri dell’astrattismo erano scomparsi.
Mentre le forme di astrazione espressionista, volgevano verso l’accademismo, si
registrava un ritorno d’interesse per le qualità strettamente visive dell’’opera. La cosiddetta
OPTICAL ART 1970 aveva come obbiettivo quello di utilizzare tecniche più disparate,
dall’illusionismo ad altri giochi ottici; l’esponente più celebre Vasarely sognava “un’arte
sociale”, capace di soddisfare, grazie all’immedesimazione dello spettatore con il quadro
“le naturali aspirazioni dell’uomo al godimento dei sensi”, ma Vasarely contribuì a
sviluppare un’esperienza più innovatrice: quella dei “multipli”, opere originali, bi o
tridimensionali, il cui principio di fabbricazione, permette la moltiplicazione di esemplari
equivalenti. Alle creazioni di opere uniche, dotate di un’aura irripetibile, i multipli
contrappongono le “ri-creazioni”, le quali godendo della supervisione dell’artista, sono
comunque da considerarsi opere autentiche.
CINETISMO
Una delle grandi innovazioni del secolo è che l’arte si è appropriata del fattore tempo, il
cinetismo reale introduce nelle arti plastiche la realtà del movimento.
L’introduzione di un paramento temporale, ebbe un grande successo tra il pubblico, il suo
carattere ludico e seducente portano diversi artisti a concretizzare la loro arte non più sul
contenuto specifico dell’opera ma da forme in movimento presenti nello spazio.
Il suono riveste altresì un ruolo importante , Alexander Calder fu il primo ad inventare
“sculture sonore”utilizzando apparecchiature meccaniche e infine realizzando i suoi
“mobiles” strutture appese sottili che oscillavano solo con lo spostamento dell’aria, lo
stesso Duchamp valorizzò il suono. Altri artisti si interessano al suono : Jean Tinguely
espone “le mie stelle” in cui una serie di interruttori permettono ai visitatori di azionare una
serie di meccanismi che sprigionano effetti sonori.
Max Neuhaus inventore della locuzione “sound installation”, realizza delle sculture sonore
smaterializzate, invisibili, anche se programmate per agire sulla percezione dei luoghi per i
quali sono state concepite.
La luce il più grande artista che utilizza la luce è Moholy-Nagy promosse l’utilizzo artistico
della luce reale, il tal senso rimane una delle più importati opere “modulatore spazio-luce”
1922-30 , un complesso macchinario composto da una piattaforma mobile sulla quale
sono montati fili, cornici, pannelli e grate di metallo, tutti gli elementi messi in movimento
da un sistema di ruote dentate. La luce dei proiettori illuminano i muri della sala creando
un intenso gioco di luci e ombre.
I fotogrammi sono parte della conquista, in quanto essi stessi assomigliano ad immagini
ma sono di fatto concrezioni di luce fissate su una pellicola, in base a una tecnica utilizzata
agli albori della fotografia.
Henry Fox Tarbot fu l’inventore e disponeva per primo dello strumento. Il dadaista
Christian Schad nel 1918 riprese le sue schadografie, registrazioni delle profilature opache
e delle alterazioni luminose prodotte da oggetti diversi.
Man Ray mentre stava sviluppando delle foto si accorse che nella carta sensibile un
immagine prese forma appoggiando oggetti di varia natura cosi la parte direttamente
esposta alla luce emergeva, quasi a rilievo sul fondo nero. Louis Aragon afferma che i
“RAYOGRAMMI” fanno parte dello stesso procedimento filosofico dei collage.
Dan Flavin utilizza tubi fluorescenti. Mentre questi artisti utilizzano materiali o oggetti
nuovi, altri seguono la scia di Picasso.
1960 in Europa
Arman Tra i massimi esponenti del nouveau réalisme, vuole raccontare l'uomo attraverso
oggetti di uso quotidiano (scarpe, orologi, monete, ecc...). Per via delle molteplici tecniche
usate, Arman è considerato uno scultore-pittore.
“coller” = collere distrugge oggetti li ricompone l’azione energica e rabbiosa del
sentimento è esplicata nelle opere.
Da un rapporto stretto con la materia e le possibilità di relazione esistenziale dell'artista
con essa si è già passati così a tematiche che vedono il percorso dalla coscienza già
compiuto e profilarsi l'atteggiamento di rifiuto e di scontro diretto con la realtà sociale che
sarà tipico del fare arte successivo, delle tematiche pop, del nuovo realismo, del
concettuale.
Lo stadio finale di compressione delle carcasse di automobili e macchine di César
Baldaccini ; lo scontro delle macchine di John Chamberlain, è uno dei momenti della
verità, l'attimo in cui si realizza la potenzialità distruttiva delle macchine stesse; la
costruzione di macchine inutili, ironicamente (e drammaticamente) imitanti il movimento di
macchine funzionali è la pantomima dell'autodistruzione del bisogno e del consumo nella
società contemporanea, come avviene nell'opera di Jean Tinguely."Homage to new york”
1960.
Il campanello d'allarme dell'istinto di conservazione di fronte all'incalzare della
degradazione produttivo-distruttiva, spinge persino ad impacchettare con gesto
drammaticamente protettivo, edifici, monumenti, montagne, così come l'artista bulgaro
naturalizzato Christo (1935) che nello stesso momento rivela gli attriti che vengono a
crearsi tra gli elementi artificiali e la natura costretta a riceverli, come nel caso in cui
ricopre le scogliere di Dover o innalza il suoi "Muro di barili" nel '62, una struttura/barriera
architettonica, che alludeva al muro di Berlino recentemente eretto.
Particolare attenzione deve avergli suscitato l’opera “Pianoforte Con Feltro” di j.Beuys
1966 un pianoforte imballato appunto nel feltro di colore grigio, mentre è possibile che
Man Ray lo abbia affascinato con la sua opera “L’Enigma Di Isidore Ducasse” del 1920
Il celare l’oggetto è un fattore scatenante della filosofia artistica di Christo, in quanto
l’oggetto nascosto in realtà viene risaltato nella sua presenza o assenza di fatto alla vista,
immaginato, anelato, esaltato dal sapore enigmatico che questa operazione ci dona, Il
soggetto esiste, lo sappiamo, ma tolto al nostro sguardo rivela tutto il vuoto che lascia il
suo non esserci.
In proposito Pierre Restany scrive che "In un momento in cui l'architettura conta troppi
ingegneri o uomini d'affari e non abbastanza poeti, Christo fa parte di questi artisti che
assumono il rilancio immaginativo di questo campo.
Decollages
Il décollage è una tecnica artistica che consiste nel procedimento opposto al collage.
Invece di aggiungere degli elementi all'opera, si parte da un oggetto artistico dal quale
vengono staccate delle parti.
Tra i primi sperimentatori di questa tecnica furono Mimmo Rotella, Wolf Vostell, François
Dufrêne, Raymond Hains, Jacques Villeglé. Vi sono però opinioni discordanti su chi sia
stato realmente il primo ad utilizzarla. Il dualismo verte tra i due capisaldi di tale
sperimentazione "neo Dada", Rotella e Hains.
Esso sta a rappresentare la protesta nei confronti di una situazione sociale che ormai
"sopravvive" tra i falsi miti del consumismo nel secondo dopoguerra. Come i tagli di
Fontana, come le combustioni di Burri, come le Merda d'artista di Piero Manzoni, Rotella
utilizza il décollage per garantire ad una comunità artistico-culturale della seconda metà
del 900, un ulteriore studio concettuale, per riscoprire un'arte classica con una semplice
azione sistematica, ripetitiva, lacerante, esplicativa
Wolf Vostell decollage
(Leverkusen, 14 ottobre 1932 – Berlino, 3 aprile 1998) è stato un pittore, scultore e artista
tedesco.
Fu un pioniere della videoarte e delle installazioni, nonché una figura di riferimento
all'interno del movimento Fluxus. Pur non essendo, in questa fase, in contatto con
l'ambiente statunitense, egli introdusse in Europa una forma d'arte simile a quella che
negli stessi anni veniva elaborata da Allan Kaprow: l'happening.A Parigi, nel 1954, ispirato
da un venditore di giornali che annunciava l'incidente di un aereo
precipitato poco dopo il suo decollo, sviluppa il principio che lo
accompagnerà in tutta la sua evoluzione artistica: il Dé-coll/age:
“sun in your head” 1963 versione di decollage in cui vostell lavora
con immagini televisive e decostruite. Ci sono figure femmina ma
soprattutto l’elemento di disturbo visivo, dilata l’immagine fino a
farla diventare astratta : utilizzo dell’attenzione per manipolare i
telespettatori.
Nelle opere di vostell c’è un rifiuto alla passività.
Opera : schwarzes 1958 è un assemblaggio che funziona per
materiali presenti, con un chiaro riferimento al genocidio per gli
elementi tranne che per lo schermo che passa immagini belle/
armoniose all’interno dello taglio della tela (che chiama ferite). C’è un
atteggiamento critico connesso al mezzo televisivo come “pervasivo”.
Yves klein
Yves Klein
1) Influenza Giappone
2) Uso di colori monocromi: arancione, blu, rosa. Brevetta IKB (International Klein
Blue), in omaggio al blu utilizzato da Giotto
3) Le vide: una stanza vuota dove il visitatore poteva acquistare a peso d'oro la
sensibilità d'artista, e bere una bevanda che rendeva l'urina blu per una settimana.
4)Antropometrie: copre di vernice le donne sul corpo e poi le fa stendere sul dipinto,
che diventa un inno alla vita e alla fertilità
si muove tra sperimentalismo e spiritualismo alla ricerca di valori assoluti e universali
dell'arte e dell'esistenza. Molta parte della sua opera è dedicata allo studio del significato
simbolico del colore nella sua dimensione fisica e immateriale, con una predilezione per il
blu oltremare, che rappresenta per lui , come scrive Pierre Restany, "il supporto di
intuizioni non racchiudibili in formule" e, nella sua vicinanza all'idea del cielo e
dell'universo, il veicolo ideale di emozioni profonde a livello di intuizione e di
comunicazione. Precedentemente al '56, anno della "rivelazione" del blu, Klein aveva
realizzato oltre ad una sinfonia monotona costituita da un unico lungo suono seguito da un
silenzio.
Klein assume il vuoto, inteso non come assenza e negatività, ma nell'aspetto di elemento
capace di generare dalla sua purezza le cose e nella sacralità in cui è considerato in
Oriente, a componente della sua opera.
L'International Klein Blue (IKB) . Una tendenza alla sintesi dell'aspirazione all'universale si
ha in Klein nella successiva scelta dei colori del fuoco: blu, rosa e oro, per formare una
trilogia espressiva di un'emozione pura capace di scaturire da un elemento fisico
altamente simbolico.
le sue celebri "Anthropometries" o "pennelli" viventi costituiti da modelle nude cosparse di
blu e fatte aderire alla carta che si impregna così del colore e della forma dei loro corpi
vivi.
In un linguaggio radicalizzato in modo assoluto come spazio mentale l'artista italiano Piero
Manzoni (1933-1963 / “Achromes" una semplice superficie bianca che determina la sua
autosufficienza , 1958-63; "Fiato d'artista", 1960; "Merda d'artista", 1961; "Linea di
lunghezza infinita", 1963, base del mondo) attua una tabula rasa dei referenti delle
implicazioni cromatiche e materiche attraverso l'azzeramento, il monocromo bianco, anzi
l' " achrome”.
è in genere convenzionalmente classificato nel movimento del Nouveau Réalisme, ma
sono molte le etichette che si potrebbero applicare a questo artista sostanzialmente non
etichettabile, che capta ed esprime le istanze di rinnovamento morale e sociale degli anni
'60 nei termini di una contestazione ironica e dissacratoria che ha nel Dadaismo la sua
ascendenza più prossima.
Nella scia dei più ampi dettami dell'arte concettuale, Manzoni identifica nell'idea che
precede l'opera la vera essenza dell'opera stessa, perchè il progetto, il gioco sottile
dell'intelligenza, la formazione del pensiero sono i veri prodotti artistici, l'opera è una
traduzione materiale di un discorso e di una riflessione filosofica: Manzoni dà il suo
personalissimo contributo a rifondare il concetto di arte e di realtà azzerando tutte le
pratiche tradizionali culturali, etiche, morali, per lasciar spazio al pensiero e alla
sperimentazione più spinta.
Fortemente impressionato dall'opera di Yves Klein e dai suoi Monocromes, Manzoni
realizza nel '57 gli Achrome, nei quali il discorso intrapreso da Klein perde l'originario
significato mistico e spirituale di infinità energetica, radicalizzandosi al punto che il quadro
non è solo e semplicemente monocromo, ma addirittura è privo di colore, una superficie
grezza in gesso e caolino, dove supporto, pigmento, opera sono un tutt'uno.
Dello stesso periodo, tra il'57 e il '63, è "Merda d'artista n. 89" (1961) una provocazione ad
effetto che è ormai entrata nei miti dell'arte moderna, come la Monna Lisa baffuta di
Marcel Duchamp, dove, portando alle conseguenze estreme, al paradosso più
spettacolare, il suo discorso dirompente, Manzoni inscatola le proprie feci, le etichetta, le
firma e le espone: la firma dell'artista è in grado da sola di trasformare qualunque cosa,
anche un rifiuto biologico, in arte.
Con un chiaro legame con la Pop Art di Andy Warhol, si definisce come essenza dell'opera
d'arte l'artista stesso, la sua sola e semplice presenza, la sua firma (famosa la
performance delle Uova sode firmate, in cui il pubblico ammira e consuma sul posto
l'opera d'arte, l'uovo firmato).
La critica all'ambiente del mercato dell'arte è esplicita e feroce, in una visione del mondo
più amara e drammatica di quella che ci propone la Pop Art, il movimento a cui Manzoni è
forse concettualmente più vicino, nella quale l'impersonale obiettività dell'analisi denuncia
la spregiudicata capacità di sfruttare le debolezze di un mondo disposto a comprare tutto,
purchè firmato.
Il processo finisce per coinvolgere dunque l'uomo e tutta quanta la realtà sino alle persone
che salendo su un piedistallo "magico" divengono opere d'arte e al mondo intero che
idealmente poggiato su una base rovesciata posta da Manzoni ad Herning, in Danimarca,
diviene una grande e totale opera d'arte. "Non c'è niente da fare", dichiara Manzoni, "c'è
solo da essere, solo da vivere". Nelle operazioni che porta avanti è l'artista che conferisce,
con lucida ironia tutta mentale, la condizione di artisticità all'oggetto.
Più che evidente è il debito che a Manzoni deve tributare tutta l'arte dei decenni successivi
e in particolare il comportamentismo e la Body Art. La sua opera, insieme a quella di Klein,
rappresenta perfettamente il mutamento culturale avvenuto a cavallo degli anni '50 e '60
non solo nel campo delle arti ma anche in quello più generale delle tendenze sociali e del
costume.
Tutti questi artisti condividono un’identica volontà di riferire i loro rapporti con il mondo
dell’arte, grazie ad un contatto più diretto con la vita, un’energia che la pittura e la scultura
non sembravano più in grado di assicurare.
tipati.
Fluxus 1961
È un movimento fondato dal lituano Georges Maciunas emigrato a new york dove
venne in contatto con un gruppo di artisti e musicisti che gravitava attorno a jhon
Cage ed a la monte Young , il termine fluxus deriva dal nome latino “fluere” : scorrere.
Maciunas associava la parola fluxus ai processi medici di evacuazione catartica ed
escrementizia e ai processi scientifici di trasformazione molecolare e fusione chimica.
Non solo, si potrebbe dire che fluxus ha un atteggiamento cataclismatico piuttosto
che utopico, perché traeva origine dall’esperienza dell’esilio, dello spostamento
involontario che gli artisti emigrati dai loro paesi devastati dalla seconda guerra
mondiale.
(inteso come "to flow", "fluire", "scorrere") Fluxus si fonda sulla sperimentazione, che
prevedeva l'inizio di azioni, senza sapere quale fosse il risultato, dando così molta più
importanza al processo di creazione che al prodotto finale.
il lato musicale e performativo era il vero leitmotiv del gruppo, fluxus significava fuoriuscire
dai luoghi usuali dell’arte come la galleria e dal sistema arte complessivamente inteso.
Nel 1964 Yoko Ono debuttò con una delle sue performance di maggior successo, Cut
Piece: seduta sul pavimento con un paio di forbici davanti a lei, istruì il pubblico
a prenderle a turno per tagliare un pezzo del suo abbigliamento.
Nam June Paik, di origini coreane, considerato il progenitore della video arte.
Queste tecnologie divennero il nucleo delle sue sculture, installazioni e performance, che
spaziavano da un atteggiamento austero e meditativo, a esplosioni cacofoniche e assalti
di immagini. Nelle sue performance, Paik immergeva il pubblico in esperienze visive e
auditive.
Charlotte Moorman che ha collaborato con Paik in una serie di spettacoli musicali, tra
cui TV Cello (1971).: Paik aveva posizionato le corde dello strumento su una pila di tre
televisori in cui le diverse forme e dimensioni rispecchiavano le forme dello strumento
reale.
Fluxus ribaltava, scardinava e attaccava l’arte per come era intesa, in un atteggiamento
eternamente giovanile di guardare alla vita.
Fluxus mirava a cancellare le ultime divisioni tra il readymade ( l’oggetto d’uso o
commerciale isolato) e il vero significato del suo isolamento.
Come fece duchamp “scatola in valigia” , il gruppo fluxus istituì un nuovo paradigma:
Robert Filliou realizzò “galleria leggittima” 1962-63 il suo cappello fungeva da spazio
espositivo (istituzionale) e dall’oggetto artistico contenuto nel cappello , si passava al
corpo dell’artista (la testa) e la fusione dell’oggetto utilitario (il cappello) con la cornice
istituzionale (galleria).
John Cage Nel 47-48 , anche in seguito all'esperienza nella camera anecoica, compone
4'33", per
qualsiasi strumento. L'opera consiste nel non suonare lo strumento.
La sostanza esecutiva dell'opera è un'operazione teatrale più che musicale.
Il titolo dell'opera (4 minuti e 33 secondi: vale a dire 273 secondi) è forse un richiamo alla
temperatura dello zero assoluto (–273,15 °C che equivale a zero Kelvin); Cage stesso
dichiarò d'aver creato quel titolo "just for fun" - per puro divertimento - in quanto,
scrivendolo con la sua macchina da scrivere, la maiuscola del numero 4 era il segno ' e la
maiuscola del numero 3 era il segno “.
Il significato del silenzio è la rinuncia a qualsiasi intenzione. La rinuncia alla centralità
dell'uomo. Il silenzio non esiste, c'è sempre il suono. Il suono del proprio corpo, i suoni
dell'ambiente circostante, i rumori interni ed esterni alla sala da concerto, il mormorio del
pubblico se ci si trova in un teatro, il fruscio degli alberi se si è in aperta campagna, il
rumore delle auto in mezzo al traffico. Cage vuole condurre all'ascolto dell'ambiente in cui
si vive, all'ascolto del mondo. È un'apertura totale nei confronti del sonoro. Una rivoluzione
estetica: è la dimostrazione che ogni suono può essere musica. Io decido che ciò che
ascolto è musica. È l'intenzione di ascolto che può conferire a qualsiasi cosa il valore di
opera. Cage ha rivoluzionato il concetto di ascolto musicale, ha cambiato l'atteggiamento
nei confronti del sonoro, ha messo in discussione i fondamenti della percezione.
Altre immagini
Il cinema e il video introducono nelle arti plastiche una temporalità che non Dra quella
liberamente scelta, del consumatore di pittura, l’immagine contemporanea si caratterista
per il suo potere generativo: non è più traccia (retroattiva) bensì programma (attivo).
Il computer offre in effetti molteplici possibilità, tanto per la creazione e manipolazione
delle immagini fisse o in movimento, tangibili o virtuali, quanto per la loro comunicazione.
Un’arte postmoderna
La rappresentazione pittorica asseconda un principio di somiglianza, mentre l’immagine
fotografica è ottenuta per contatto: il flusso di fotoni registrato e fissato sulla lastra o sulla
pellicola sensibile proviene dall’oggetto stesso. Roland Barthes ritiene che la fotografia
abbia prodotto una “rivoluzione antropologica”, perché la fotografia installa non una
coscienza dell’esserci della cosa, ma dell “è accaduto cosi”, l’immagine che vediamo è
imparentata con il reportage .
Il post moderno è comparso negli stati uniti come risposta alla visione “modernista” delle
avanguardie, esso esalta la contaminazione dei generi, è un concetto vago che raggruppa
pratiche artistiche e posizioni estetiche dissimili.il Postmoderno è associato a idee
“radicali” e che, contrapponendosi, almeno implicitamente, al “Modernism”, ne spezza il
progressivo universalismo adottando strategie legate alla parodia, al pastiche, alla
citazione, in modo da reinventare il passato. Spezzare la narrazione del Moderno genera
progressivamente, anche se non con evidenza, un nuovo “stile”, che pervade il mondo
delle arti e della comunicazione. La conclusione, tuttavia, è che il Postmoderno non possa
definirsi solo come “rottura” dei fondamenti dei vari “modernismi”. La difficoltà di
restringere questo mobile e variegato insieme in una sola immagine, induce così alla
certezza che, proprio in virtù delle sue irrisolte aporie, l’epoca in cui viviamo sia nata qui: la
genesi e lo sviluppo del Moderno ha mostrato che non vi è spazio per un’astratta purezza
e che meccanico e organico, ragione e retorica, logica ed estetica, storico e antistorico,
pur opposti, e per nulla dialettici, in una società che non è, e non sarà mai, di “puri spiriti”,
hanno prodotto quella complessità che anche oggi attraversiamo, “nominandola” in vari
modi.
Joseph Beuys è stato un artista che negli anni sessanta inventò rituali dalle consonanze
scismatiche finalizzati al ripristino dell’armonia del mondo tramite la rigenerazione del
pensiero, e per riuscirvi stabiliva nessi inattesi tra forze tradizionalmente antagoniste.
Feltro e materiali naturali caratterizzeranno le sue opere.
“scultura sociale” , auspica una società in cui l’uomo possa essere libero e creativo. Opera
d’arte collettiva.
Beuys realizza opere che si riferiscono alla spiritualità. Azioni performative che hanno un
carattere rituale.
“come spiegare l’arte ad una lepre morta” opera.
Per la sua azione “coyote. I like America and America likes me” 1974, Beuys parte in
ambulanza dalla sua abitazione, avvolto in una coperta di panno, la barella viene caricata
su un aereo della croce rossa e portato al “renè Block gallery di new york” qui incontra un
coyote; la performance consiste nella coabitazione con l’animale selvaggio. L’artista
nonostante non viva in permanenza con lo spazio chiuso, arriva comunque a stabilire
rapporti con l’animale. in definitiva l’artista si assume il ruolo di “sciamano”: vittima di ferite,
malattie lo sciamano delle società tradizionali è colui che è sopravvissuto al male e ha
acquisito attraverso le tragiche circostanze, poteri superiori.
Più o meno è l’inverso di quanto cercò di fare Gerald Gasiorowski, quando divenne Kiga
l’indiana: un caso di regressione primitivismo, sottomettendosi alla quale egli si
riprometteva di divenire un borderline.
Body art
Gli artisti della Body art scelgono di esibire la propria persona, il proprio corpo sulla scena
dell’arte, con creazioni effimere realizzate o in presenza o in assenza di un pubblico, ma
sempre in vista di uno spettatore, il corpo esibito a volte tormentato e martoriato.
La fotografia ha un ruolo fondamentale in questo senso perché testimonia la presenza di
una performance. Portare queste azioni artistiche in una scena quanto mai reale sulla
quale troneggia l’artista, attore di un’opera senza corpo, liberata dalle pesantezze
dell’oggetto che diventa arte.
L’austria all’inizio degli anni 1950 si scandalizzo dal comportamento di un giovane artista
“Arnulf Rainer” fondatore di un gruppo effimero Hundsgruppe, pur sempre artista, egli
proclamava di “disprezzare l’arte” banale surrogato in un mondo privato di legami con
valori fondamentali di natura essenzialmente metafisica. Il lavoro di Rainer consisteva nel
seppellire i suoi quadri con uno strato di pittura nera monocroma.
Altre azioni inscritte nell’ambito delle arti plastiche, nello specifico della body art sono
quelle di Gunter Brus, Otto Muhl e Hermann Nitsch che faranno parte del gruppo
dell’azionismo viennese. Il gruppo si lascia andare a un’escalation di violenze,
trasgrediscono i tabù, ricorrono alle provocazioni per scuotere il giogo di una società che
giudicano oppressiva. Rivista dedicata alla Body art “artitudes” anni 60 .
La sofferenza reale e pubblica dell’artista diventa anche un vettore di comunicazione.
Gina Pane nel corso di azioni meticolosamente preparate, si procurava ferite in ogni parte
del corpo, le sue performance hanno quasi sempre implicato una situazione esistenziale e
una congiuntura politica.
Yoko Ono coinvolge gli spettatori in un’azione nella quale l’artista chiede di avvicinarsi e
tagliare pezzi del suo vestito, essi possono appagare una comunissima fantasia per
sprofondare a quella che è più che violenza fisica, psicologica (cut piece 1964).
La donna e la sessualità occupano un posto di rilievo nell’arte soprattutto per le violenze
subite e autoinflitte: Annette Messager ha sempre ridicolizzato i tormenti e i piccoli
supplizi che si infliggono le donne alle prese con gli stereotipi- maschili- della bellezza,
anche Orlan sul filo di ripetute operazioni al volto, incarna alla lettera gli archetipi della
bellezza femminile.
Astrazione eccentrica
• nel 1964 presentò alla galleria di Gertrude Stein “One Thousand Boat Show“: in
quest’opera ha sfidato il patriarcato attraverso innumerevoli forme falliche;
• pois e falli ganno parte anche della sua prima performance, avvenuta nel 1966,
quando si sdraiò su un marciapiede della East 14th Street;
• un’altra performance indimenticabile, avvenuta nello stesso anno, portò scompiglio
alla Biennale di Venezia. Presentandosi senza nessun invito, Yayoi Kusama iniziò a
gettare 1.500 sfere galleggianti nei canali della città come parte dell’opera “Giardino
dei Narcisi”;
L’interesse per il mimetismo che mescola figura e sfondo, portò Kusama a utilizzare anche
pois rossi, a volte applicati sui falli, a volte da soli. Kusama interviene anche con i suoni e
le luci, faceva esperimenti con il mondo psichedelico .
Già Piero Manzoni, Alberto burri ma anche Lucio Fontana, avevano partecipato ai tentativi
della neoavanguardia, di auto riflessione , purificazione e riduzione estrema. L’arte povera
tenta di nobilitare il potenziale rivoluzionario degli oggetti.
Nella “torsione” di Giovanni Anselmo si individua facilmente l’attenzione dello scultore per
l’innata forza di gravità, la resistenza della materia e la tensione come fattori che
determinano la morfologia di una scultura sospesa tra materiale e processo.
Giuseppe pedone disfa letteralmente il processo di lavorazione dell’oggetto industriale, in
questo caso una trave da costruzione, rimuovendo ogni strato fino ad arrivare all’anima più
sottile dell’albero.
Roman Opalka è un artista concettuale che si è focalizzato sul tema del tempo il quale,
dal 1965, sta proseguendo la numerazione da uno verso l’infinito dipingendo i numeri in
bianco sopra una tela che, inizialmente di sfondo nero, con il passare degli anni prepara
sempre più chiara; il suo obiettivo è arrivare a dipingere numeri bianchi su tela bianca.
L’opera terminerà in coincidenza con la morte dell’artista.
Roman Opalka
On Kawara, dal 1966, dipinge su una tela scura la data del giorno odierno ma, se il
quadro non viene completato entro la mezzanotte, egli lo distrugge. Ogni tela è
accompagnata da una pagina del quotidiano del giorno. Tempo privato e tempo della
storia di intrecciano anche in un altro lavoro in cui l’artista, per una decina d’anni, inviò ad
amici una cartolina che attestava il suo essere in vita; non a caso, si intitolava I got up.
Land ART
I legami tra minima artist e I land artist sono evidenti. Entrambi invitano, alla fine degli
anni sessanta, un’arte che non dipende dalla pittura o dal disegno o dall’architettura. La
mostra di fondazione del nuovo movimento riuniva in particolare Carl Andre, Robert
Morris, Sol Le Witt e Walter De Maria, Michael Heizer, Dennis Oppenheim, Robert
Smithson.
Intitolata “earthworks”(Dwan Gallery, new york, 1968), presenta opere realizzate con terra,
pietre e altri materiali naturali o documenti sulle realizzazioni direttamente effettuate sul
paesaggio. I procedimenti impiegati e le intenzioni dichiarate differiscono notevolmente da
un artista all’altro o da un’opera all’altra. Distruggere metà edificio, costruire labirinti,
spostare pietre o tonnellate di terra, incidere tracciati sono attività che polverizzano, come
ha notato “heizer” , il concetto di scultura.
Tutti gli artisti land artist, hanno utilizzato consapevolmente le possibilità del mezzo
fotografico. Queste fotografie hanno funzioni diverse: semplici documenti da far circolare
su libri e riviste, elementi di contatti didattici fatti a far comprendere l’opera e le sue
procedure. L’esempio “spiral jetty” di Robert smithson 1970 , la spirale c’è ma recarsi sul
posto non è semplice.
Walter de Maria dice “l’essenza della land art è l’isolamento”. la fotografia divenne il mezzo
esclusivo per farla conoscere.
Studiando le inquadrature per restituire il senso dello spazio, della sua immensità. Le
vedute aeree consentono una buona leggibilità dei graffissi tracciati sul terreno. A volte,
colgono l’istante esatto dell’evento, come Walter De Maria: le foto del suo “the Lightning
Field” 1977 (new mexico) offrono l’immagine del fulmine che si abbatte su uno dei 400 pali
d’acciaio predisposti per riceverlo.
L’invisibile è reale
Alcuni artisti del XX secolo hanno concepito alcune loro creazioni in termini d’invisibilità.
La dialettica del visibile e invisibile occupò per secoli un posto rilevante nelle dispute
relative alla natura dell’arte e alla qualità dell’opera. Klein sarà uno degli artisti che non
intende esaltare il vuoto ma piuttosto propone una “smaterializzazione” dei propri quadri
monocromi. Yves Klein realizza “zones de sensibilitè pitturare immaterialle” pagabili in oro,
l’artista conserva una metà e l’altra la rilascia alla natura in luoghi dove non è più possibile
il recupero del metallo. L’immaterialità dell’opera ha come documento solo una fotografia.
Un’altra realizzazione di vasta portata in Germania, ricorre alla categoria dell’invisibile e la
mette al servizio della memoria, con gli studenti di belle arti di Saarbruken, Jochen Gerz
cominciò a disselciare di nascosto la pavimentazione della piazza del castello (stoccarda)
per incidere sui cubetti i nomi dei cimiteri ebraici presenti nel suolo germanico prima della
guerra e poi scomparsi.
Robert Barry utilizza fenomeni concreti la cui realtà sfugge a una diretta percezione
sensoriale; “Carrier wave pieces” 1968 è un’opera la cui natura è formata da una serie di
pensieri che non possono essere trasmessi ne con il linguaggio ne con l’immagine ma da
onde elettromagnetiche.
Claudio parmigiani si è chiesto se è indispensabile offrire l’arte alla vista: per il Musee
d’arte contemperai di Lione creò a suo tempo una scultura “terra” una grossa sfera alla
quale aveva applicato l’impronta delle sue mani destinata ad essere sepolta sotto terra: “la
scultura rifiuta il destino pubblico e si affida unicamente al suo destino spirituale”.
1970
Land Art- site specific
Il minimalismo diventa nel contesto della land art , in particolare nell’opera site specific, un’
alterazione di spazio e luce.
Richard serra interviene all’esterno , nella vita urbana del bronx iscrive un cerchio
sull’asfalto.
Altra opera di serra intitolata “a Roberta e Ruby” 1969-71, rappresenta una lastra di
acciaio di grandi dimensioni (2 metri e mezzo di altezza x 7 di lunghezza, spessore 2 cm),
l’opera esiste nella contraddizione tra la minaccia che l’opera si abbatta sull’osservatore e
la sensazione di smaterializzazione dell’opera. La lastra viene appoggiata nell’angolo della
galleria in cui, quindi ciò che rimane è una separazione tra ma anche un sostegno dovuto
solo all’angolo delle pareti.
Mentre l’osservatore gira attorno all’opera, vede un piano diventare una linea e
successivamente di nuovo un piano.
Michael Asher interviene all’interno, realizza alla Pomona college art gallery di Claremont,
California una struttura architettonica: divide una stanza attraverso una parete creando
cosi l’effetto di due triangoli: l’idea di Asher era di creare all’interno di questo spazio
espositivo il concetto di “entrata” forzata o meno, dal momento che la parete divisoria
creava, al contempo, un corridoio continuo: questo intervento presuppone una critica nei
confronti delle istituzioni e anche una autonomia architettonica. Il progetto poteva essere
legato all’arte concettuale.
Da rodin e poi Brancusi, l’idea di scultura da piedistallo, viene rivalutata, cosi la scultura
modernista può essere considerata una combinazione di esclusioni. Si può tenere conto
della “struttura logica” chiamata anche gruppo Klein, questo modello mostra come una
serie di termini opposti, opposizione binaria, possa essere sviluppata in un capo
quaternario senza cambiare carattere della stessa opposizione: es. paesaggio,
architettura, non architettura - scultura- non paesaggio.
La scultura modernista diventa ora la categoria che risaltava dall’opposizione del non
paesaggio e della non architettura.
Se il minimalismo produceva ancora un oggetto scultoreo, le opere site specific e gli
earthwork, abbandonando l’oggetto, ampliarono l’impegno minimalista nei confronti del
luogo.
Robert Smithson, molo a spirale, spiral jetty, 1970 realizza una spirale di 450 metri nel
Great salt Lake al Rosen Point, nello Utah.
Sempre smithson “legnaia parzialmente sepolta”1970- opera che ragiona sulla
composizione di opposizione “paesaggio e non paesaggio”- che potremmo chiamare i
luoghi marcati degli eartwork - architettura e non architettura-
L’espressione di “campo allargato” è un modo di definire questo contesto.
Hans Haacke, è un fotografo che ritrae senza alcun tono polemico o accusatorio, gli edifici
di new York. Come sostiene la critica Rosalyn Deutsche, l’artista mette a duro confronto
due tipi di spazio architettonico: l’edificio popolare delle classi povere di new york e la
lussiosa “neutralità” delle esclusive istituzioni delle arti e delle classi alte, col il loro totale
oblio della situazione della stragrande maggioranza delle persone che condividono lo
stesso spazio urbano.
Daniel Buren “photo-souvenir: pittura scultura, opera in situ, museo guggenenheim, new
York, 1971- mostra Guggenheim International exhibition :
ispirato ai tendaggi degli ambulanti scovati al mercato di Saint Pierre a Parigi − Buren ha
realizzato un opera, che sembra riportare un frammento di città all’interno e all’esterno del
museo, ma anche un segno e un simbolo riconoscibile e pop (si può far rifermento alle
bandiere di j. Johns, dove la logica interna del quadro veniva bruscamente svuotata e
disseminata in un contesto più ampio delle cornici architettoniche e politiche
dell’esposizione) che riducesse la sua pittura al grado zero e la rendesse riproducibile su
qualsiasi superficie, dalla tela al muro.
Buren con quest’opera rivela diverse componenti dell’opera: in primo luogo l’assunzione
della neutralità dello spazio in cui lo spettatore interagisce con l’opera. A questo, si
contrappone la formulazione programmatica di Buren della teoria dello spazio istituzionale,
in cui non si può concepire un’esperienza puramente visiva o puramente fenomenologica.
Il secondo limite venne rivelato quando dal modo in cui l’opera di bure creava un confronto
tra architettura del museo e l’opera scultorea.
L’arte femminista : Joan Jonas si faceva riprendere il volto con uno specchio che le
divideva il volto, l’idea era quella di creare un disturbo visivo in cui non si facesse una
differenza tra il lato sinistro e il lato destro.
Body art
Nel contesto della performance l’oggetto dell opera diventa il corpo dell’artista, esso viene
segnato o manipolato in un contesto pubblico o privato e poi documentato con video e
fotografie.
La body art rappresenta una esperienza liberatoria di materiali e segni, o indica un’ansiosa
mancanza di rappresentazione del corpo.
I tipi di performance riguardano:
La performance : azione : happening, nel gruppo fluxus.
Performance come task - compito : adottata dalle ballerine come Simone forti , Yvonne
Rainer e triaca bronwn .
Performance: rituale es. Joseph Beuys, gli azionisti viennesi.
Carolee Sherman fu la prima americana a estendere nei primi anni 60 il modello dell’action
performance alla body art: utilizzando “la carne come materiale”. Non fu l’unica a usare il
corpo ma altri come Yoko Ono e shigeko Kubota mettevano l’accento sull’alterazione
passiva/attiva della società.
“Cup piece” opera di Ono, invitava i partecipanti a tagliarle i vestiti.
Vito Acconci sottoponeva il corpo a regole apparentemente razionali; acconci cominciò a
segnare direttamente il suo corpo in “marchi” 1970, in cui segnava con la sua dentatura la
sua carne e successivamente l’impronta veniva inchiostrata e stampata su carta.
All’inizio le violazioni erano minime : in INSEGUIMENTO (1969) seguiva le persone finché
non entravano in spazi privati, mentre in PROSSIMITA (1970) si metteva vicino alle
persone scelte a caso in un museo finché non si allontavano.
In RIVENDICAZIONE , acconci, bendato, si acquattava in uno scantinato di Soho, munito
di un tubo di piombo e piede di porco, minacciando chiunque volesse invadere il suo
spazio.
l’Aspetto di fiducia e violazione è importante nelle sue opere.
Nel VIVAIO 1972 si sistemava una volta a settimana, sotto il pavimento rialzato della
galleria sonnabend di new york, dove spesso coinvolgeva gli spettatori nelle sue fantasie
sessuali, trasmesse per mezzo di un microfono mentre si masturbava.
Gli artisti come Acconci e burden alternano queste performance semi-masochiste a eventi
semi- sadici, ma si concentravano su atti che esponevano il loro corpo a un rischio
primario, come se le loro studiate irresponsabilità mettessero alla prova la responsabilità
degli altri.
Forse l’ambiguità del corpo come carne naturale e artefatto culturale è irriducibile, e la
body art ci mette solamente di fronte all’ambivalenza di questa situazione: sembra mettere
in scena le coppie freudiane di narcisismo e aggressività, voyeurismo ed esibizionismo,
sadismo e masochismo.
Arte femminista
Alla fine degli anni 60, il femminismo indusse a trasformare l’arte. Le donne lottarono per
un emancipazione ed indipendenza nei confronti degli uomini, cosi le artiste donne
lottarono per produrre immagini utopiche della donna separata dall’uomo e. Le
caratteristiche dell’arte femminista riguardavano il costante dialogo con altri tipi di arte, in
primo luogo, compito delle artiste fu quello di assicurarsi lo spazio per lavorare ed esporre.
Nel 1971 Miriam Shapiro e Judy Chicago diedero inizio al “feminist art program al
California institute of art di Valencia”. Nel 1972 il gruppo creò “womenhouse” uno spazio
per mostrare le opere a Los Angeles.
In questo contesto anche la performance e le installazioni avevano cambiato stile: Faith
wilding e altre svolsero una performance in cui venivano stolti lavori domestici come lavare
i piatti, stirare o semplicemente aspettare. Altre performance trattavano momenti traumatici
come lo stupro, la trappola, un immersione negli stati di ansietà.
Shapiro rivalutò differenti tecniche artistiche e artigiane come quella del cucito, che
soprannominò “femmage”.
Judy chicago elaborò “il pranzo di gala” nel 1974-79, un esempio di installazione a forma
di triangolo che funge da tavola : la cena rappresenta le donne, che nel corso della storia,
hanno preparato i pasti e apparecchiato la tavola, la Chicago metteva le donne al posto
degli “ospiti d’onore”. Il primo tavolo celebra le donne della preistoria patriarcale fino
all’antichità, il secondo dall’inizio della cristianità alla riforma, il terzo dal XVII AL XX
secolo.
Ana Mendieta associava il corpo femminile e madre natura che si può leggere in modo
ambiguo cioè come unione gioiosa e abbraccio mortale. La seconda fase dell’arte
femminista si concentra sulla relazione tra donna e corpo o donna e natura che assumeva
un aspetto trionfante e allo steso tempo depresso.
Certamente il rapporto tra il femminismo e la psicanalisi risultava ambivalente cioè, per
freud la femminilità è associata alla passività e per j. Lacan la donna è sinonimo di
“castrazione” e passività.
Secondo la psicanalista Costant Murley : la donna rappresenta l’immagine erotica mentre
l’uomo è il padrone dello sguardo.
Il conceptualismo moscovita
Intono al 1972-75 , Ilya Kabakov realizzò un grande album intitolato “dieci personaggi”.
L’idea era quella di rappresentare delle storie fittizie che pero incarnano la società
sovietica di quegli anni.
La storia più importante è quella del personaggio Primakov che si rinchiude nel suo
armadio per 6 mesi , l’armadio rappresentava il rifugio, luogo in cui nessuno poteva
disturbarlo e lui poteva immaginare di sorvolare la città.
L’arte di kabakov durante il periodo sovietico esprime un’oscillazione tra il vuoto, che
raffigura l’imprevedibile comportamento dello stato sovietico e la tana come luogo di
intimità claustrofobica.
Victor Tupitsyn ha collegato questa dialettica spaziale all’appartamento comunitario
sovietico, in cui diverse famiglie dovevano condividere lo stesso spazio.
Il concettualismo moscovita comprende un’ampia varietà di pratiche artistiche come le
opere narrative allegoriche dell’album di kabakov, questa corrente rimane un’arte non
ufficiale nell’urss.
L’estetica del concettualismo moscovita fa riferimento a linguaggi burocratici/tecnici o alle
procedure di archiviazione e indicazione come quelle adottate dall’art e linguag o le
strategie di documentazione e ricerca praticate da artisti diversi quali Hanne Darboven e
hans Haacke.
Mentre kabakov analizzava tale discorso creando fiabe intriganti sulla vita sovietica,
Bulatov e Komar e Melamid rivolgevano le loro forme direttamente a riferimenti alla
storia del realismo socialista , che nella metà degli anni 30 era la forma accettata e
ufficiale.
Bulatov ad esempio crea un forte tiramolla tra il nostro desiderio di entrare nello spazio
fisco e il divieto di farlo stabilito attraverso vari dispositivi ottici.
Cosi come domar e melamid l’immagine dello spazio pubblico rappresentato nella pittura
del realismo socialista - di cittadini gioiosi e devoti al lavori - è resa ora tramite una
contraffazione della scena di vita quotidiana.
Andri Monastryrski organizza un gruppo “azioni collettive” nel 1976: rende letteralmente il
vuoto scegliendo paesaggi vuoti come ambientazione delle sue performance, a questo si
associano le azioni “vuote” del gruppo, nel loro attaccamento a comportamenti ordinari
come camminare per andare a lavoro o fermarsi in gruppo.
Mary Kelly nelle sue opere ci narra la storia di una madre in rapporto con il figlio :
L’autonomia, l’auraticità dello spazio museale viene scavalcata in favore della
rappresentazione cruda della condizione psicologica della donna: l’analisi, senza
compromessi, viene compiuta sia dal punto di vista clinico, sia da quello antropologico.
Diviso in sei sezioni, il lavoro propone una doppia lettura della condizione materna.
lo spettatore maschio,di fronte al suo lavoro, prova un senso di imbarazzo poiché entra in
contatto con un’intimità alla quale non riesce ad accedere.
Cindy Sherman Lavorando come modella per oltre 30 anni, si è catturata in una serie di
forme e personaggi che sono a loro volta divertenti e inquietanti, sgradevoli e affascinanti.
Per creare le sue fotografie, assume diversi ruoli di fotografa, modella, truccatrice,
parrucchiere, stilista e amante del guardaroba. Con un arsenale di parrucche, costumi,
trucco, protesi e oggetti di scena, Sherman ha abilmente alterato il suo fisico e
l'ambiente circostante per creare una miriade di intriganti tableau e personaggi, dalla
sirena sullo schermo al clown all'invecchiamento della socialite.
Barbara Kruger il suo lavoro è immerso nella vita di tutti i giorni, dove la quotidianità della
routine si confronta con la differenza di genere.
il raggiungimento del piacere, seppure di difficile accesso, viene sfidato e la sua ricerca
apre all’affermazione del sé. Essa sarà pienamente possibile attraverso il superamento
della differenza di genere, in un’ottica non unitaria, ma pluralista, che caratterizzerà i
decenni a seguire e a cui queste artiste, con il loro lavoro, hanno aperto la strada.
La fotografia
La fotografia intorno agli anni 70-80 viene interpretata dagli artisti post moderni non solo
come immagine “seriale”, un multiplo senza una stampa d’origine, ma anche come
un’immagine “simulacrale”, una rappresentazione senza un referente sicuro nel mondo.
Roland Bathes fu una guida cruciale, come furono Jean Baudrillard, michel foucailt e
Gilles Deleuze per il valore che diedero al “simulacro”, nozione che Baudrillard uso per
comprendere le recenti trasformazioni delle merci e Foucault e deleuze usarono per
mettere in discussioni le antiche concezioni platoniche di rappresentazione.
Nei lavori fotografici , le gerarchie di realtà e rappresentazione, di originale e copia
diventano instabili, e in questa leggera infondatezza dell’immagine c’è un sottile
sovvertimento del ruolo dello spettatore: lo spettatore talvolta è parte dell’immagine
simulacrale, il quale trasforma ll suo punto di vista.
Nel mondo del capitalismo, il termine “consumo”, secondo il sociologo Francese Jean
baudrillard, accende un desiderio nel soggetto non tanto per l’utilità o per un valore
intrinseco che si ha dell’oggetto in se ma per quell’aspetto fittizio, e anche di messaggio
codificato, come una data marca accende il nostro desiderio di acquisto, non tanto per
l’utilità ma per il messaggio che invia.
L’opera d’arte in questo senso, viene messa sullo stesso piano della merce.
Artisti come Koons, Hirst, Steinbach mettono lo spettatore nella condizione di compratore.
Questi artisti celebrano la nostra idea di passione per il codice consumistico incluso in
tutti gli altri valori: valore d’uso, estetico e cosi via.
Lo stesso Allan Mchollum dirige uno studio che sta in mezzo tra una bottega e una
fabbrica, le sue opere vengono riprodotte serialmente, provocando cosi una frustrazione
piuttosto che desiderio.
Benché le condizioni economiche fossero temporaneamente mutate dopo il minicrollo del
mercato azionario del 1987, la metà degli anni 90 vide un altro ciclo di espansione
capitalista e alcuni artisti iniziarono a focalizzarsi meno sulla trasformazione dell’arte in
merce, ormai considerata un dato di fatto, e più sull’ubiquità (essere in ogni luogo ) del
design, o sul modo con cui gli oggetti o le pratiche sono spesso ricordificate.
Molti artisti gay e lesbiche iniziarono a esporre l’omosessualità come soggetto d’arte in
modi tra loro differenti.
Felix Gonzales torres operò per un’omosessualizzazione di altre forme artistiche degli
anni 60-70.
“Senza titolo” è un opera di 300 libbre di caramelle, l’opera sfida il tbabù nel “non toccare”
in arte e tanto più il mangiare. Unisce anche suggerimenti stilistici solitamente tenuti
separati: addirittura sembra annullare, anche se solo per un momento, la vecchia
opposizione tra avanguardia e kitch.
Torres sollecita la nostra partecipazione nell’ordine non solo del consumo, ma anche dello
scambio di doni- nonostante lo spirito di offerta, quest’arte è anche permeata dal pathos
della perdita.
La sua arte si occupa della costruzione di una soggettività gay, Torres tenta di ricavare
all’interno dello spazio eterosessuale una collocazione della storia gay.
Zoe Leonard gioca sull’ambiguità/bizzaria del genere, come Torres, l’artista risponde al
bisogno non solo di criticare ciò che è dato come identità di genere e storia ma anche di
immaginare altri tipi di costruzioni. Questo può portare ad un lavoro di costruzione, di
archivio storico o invenzione storica come il lavoro di Rossella biscotti.
Cio che noi percepiamo è quella patina superficiale. Il consumo, le vicende storiche
vengono riportate dai media non tanto per farci comprendere l’orrore quanto a convivere
con esso.
Neo-espressionismo
Gerhald Richter ha un’ idea di pittura, Innanzitutto, impersonale: In quanto tale la pittura
non esprime un’opinione dell’artista sul mondo, ed è il motivo per cui tantissime delle sue
opere sono tutte lavorate sui grigi , per questo Richter lavora sulle sue opere cercando di
filtrare ogni soggettività.
Richter non può neanche essere classificato come artista figurativo, in quanto nel suo
catalogo si trovano tante opere astratte e qualche esperienza concettuale. E nell’ambito
dell’astrazione troviamo opere straordinariamente liriche come opere rigorosamente
geometriche.
Richter ha avuto nella fotografia un punto di riferimento a cui guardare sempre: come
l’immagine fotografica non crea l’immagine ma la registra, così la sua pittura diventa una
forma d’indagine sul mondo.
Uno dei cicli più importanti realizzati da Richter è quello conservato al Moma di New York
e dedicato a uno degli episodi più cupi della storia tedesca del dopoguerra: la vicenda del
gruppo “Baader Meinhof” , in Germania: gruppo che si ribellò contro lo stato tedesco
neocapitalista . Richter lo ha realizzato nel 1988, quindi oltre dieci anni dopo i fatti,
dedicato al tragico epilogo che aveva portato alla morte in carcere dei componenti della
cellula.
Sono ancora opere in bianco e nero, meditazioni scabre realizzate a partire da fotografie;
usa la pittura non per giudicare né tanto meno per assolvere, ma per disseppellire quel
nodo che stava depositato irrisolto, nel profondo della sua coscienza. Ha davanti a sé il
mistero di persone che avevano fatto una scelta di così radicale nichilismo; biografie
bruciate dall’astrazione assassina dell’ideologia.
Hanselm Kiefer nato nel ‘45 nella Germania post bellica, lo scenario della Berlino distrutta
segnerà per sempre e profondamente il suo percorso artistico. Ciò che caratterizzerà la
sua produzione degli anni Settanta e soprattutto degli anni Ottanta sarà il ritorno alla
pittura e alla figurazione con lo scopo ben preciso di fare un’operazione storica, utilizzando
il medium pittorico per riappropriarsi della storia recente, interrompendo, distruggendo,
eliminando, eludendo il taboo del nazionalsocialismo.
Molti artisti, diventati antifascisti dopo le leggi razziali del ‘36, sono stati considerati
erroneamente antifascisti della prima ora proprio perché si aveva bisogno dell’esistenza di
un’opposizione che di fatto non c’era. Kiefer negli anni Ottanta si pone proprio il problema
di questo taboo che secondo l’artista va spezzato.
Il primo lavoro di Kiefer è l’album fotografico Occupazioni, della seconda metà anni
Settanta, in cui si ritrae in importanti luoghi pubblici, che hanno avuto un ruolo nel periodo
della dittatura, ritto, con indosso la divisa che fu di suo padre, col braccio alzato e teso nel
saluto nazista come Hitler. l’artista si orienta anche in direzioni differenti come per esempio
verso il recupero della mitologia nordica, che era stata riutilizzata e modificata ai fini della
propaganda dal regime.
Il suo intero percorso consiste in un’assunzione di responsabilità e in un’elaborazione di
una storia che sente riguardare lui stesso, e l’intera umanità.
Lo stile di Kiefer è inconfondibile e riesce a dare un senso di soffocamento che avvolge
totalmente, carico di tensione politica. Kiefer è il pittore che meglio ha rappresentato il
fallimento storico della cultura europea. La sensazione è quella di catastrofe, le figure
sembrano inghiottite da questa quantità di materiali informi, ogni figura è prigioniera della
propria ombra che la accompagna e la parola scritta che accompagna l’immagine diventa
altrettanto importante.
il soggetto preferito dei suoi quadri è la storia della Germania Nazista, in quadri come
"Interiors" (1981), la gamma dei suoi temi si amplia per includere riferimenti alla storia
ebraica ed egizia, come nel grande dipinto "Osiride e Iside" (1985-87) .
dal 2000 l'artista è stato impegnato nella monumentale opera "I Sette Palazzi Celesti" che
ha realizzato nella navata più grande all'interno del corpo centrale dell'HangarBicocca a
Milano che ha aperto per la prima volta le porte al pubblico nel 2004.
Ispirandosi alla mistica ebraica della Cabala, il libro della vita, l'artista ha creato sette torri
monumentali in cemento armato e piombo, che simboleggiano l'esperienza mistica
dell'ascensione attraverso i sette livelli di spiritualità.
Emblemi della condizione umana, le torri di Kiefer sono insieme architetture reali, abitabili,
diroccate dal tempo e dall'incuria degli uomini e dimenticate dalla storia.
seppur da un’altra prospettiva, il lavoro di Carrie Mae Weems , richiama l’attenzione sulla
percezione delle famiglie nere degli anni 90 , usando immagini e storie personali.
Anche la weems utilizza il mezzo fotografico, come nella serie “tavolo da cucina” 1990.
Seduti a un tavolo da cucina sotto un luce cruda, l’insieme delle immagini scorrono
accompagnate da testi narrativi in terza persona che rimuginano sulle diverse esigenze
dei desideri personali, sulle relazioni romantiche, sulle sistemazioni domestiche e sugli
obblighi di lavoro quotidiano.
Altri artisti invece esasperano gli stereotipi fino ad arrivare a un’esplosione critica.
Rotimi- fani- Kayode originario della nigeria, africano gay, esagerò i cliché primitivi di
sessualità africana nei suoi ritratti di uomini neri seminudi, che sono mostrati dipinti, con
piume o altro genere di costume esotico “tribale”.
Yinka Shonibare nella serie di 3 fotografie “effnick” si attribuisce costumi sontuosi e poste
altezzose da gentiluomo inglese.
Louise borgeois ed Eva Hesse sono diventate veramente influenti negli anni 80-90. Artiste
di questo genere volevano portare a galla la figura della donna, attraverso l’esplorazione
del corpo e degli spazi modellati psicologicamente.
Entrambe come anche l’artista gay Robert Gober hanno sviluppato un modello di arte
come “ripetizione dell’esperienza traumatica”.
Rona pondick sembra oggettivare le fantasie infantili, es. Bocca 1993, rappresenta le
pulsioni sadiche-orali .
kiki smith evoca i soggetti madre- figlio, ma anche la “perdita”, pulsione di morte.
Infatti la Smith ha spetto colato organi vitali in materiali diversi, come cera, bronzo ecc.
Come spesso fa la borgeois, Smith evoca un assalto al patriarcato, ma mentre la borgeois
immagina che sia l’uomo ad essere distrutto, Smith si concentra su una donna violentata
e/o in lutto.
Robert gober fa anche lui dei calchi del corpo, principalmente nelle sue opere non viene
mostrata la figura per intero, maschile per lo più, ma vengono fruttate alcune parti del
corpo come le gambe, nel qualche vengono poi inseriti altri oggetti come candele e tubi.
Gober presenta queste parti del corpo per richiamare i rapporti intricati tra esperienza
estetica, desiderio sessuale e morte. Il risultato è un’esperienza perturbante che sembra
sia passata che presente, sia immaginata che reale.
Negli anni 1980 e 1990, il fascino con i Poteri dell'orrore , il titolo di un libro di Julia
Kristeva , ha portato ad una seconda ondata di artisti radicali prestazioni di lavoro con i
fluidi corporei, tra cui Ron Athey , Franko B , Lennie Lee e Kira O' Reilly . Kristeva stessa
associata esperienza estetica del abietto, come l'arte e la letteratura, con la catarsi poetica
- un processo impura che permette all'artista o autore per proteggersi dal abietta solo
immergendosi all'interno di esso.
Alla fine del 1990, l'abietto divenne un tema di radicali artisti di performance cinese Zhu Yu
e Yang Zhichao . L'abietta anche iniziato a influenzare gli artisti tradizionali tra cui Louise
Bourgeois , Helen Chadwick , Gilbert e George , Robert Gober , Kiki Smith e Jake e Dinos
Chapman , che sono stati tutti inclusi nel Whitney spettacolo 1993. Altri artisti che lavorano
con abiezione includono New York fotografi, Joel Peter Witkin , il cui libro L'amore e la
redenzione e Andres Serrano cui pezzo intitolato Piss Christ causato uno scandalo nel
1989.
L’apartheid
Il termine “apartheid” significa “separazione” e deriva dalla lingua dei boeri (o afrikaners), i
primi colonizzatori, di origine olandese, del Sudafrica, da sempre favorevoli ad una politica
razzistica. Essi costituivano la maggioranza della popolazione bianca ed ebbero, sin
dall`inizio dell`Ottocento, forti contrasti con gli inglesi, anche per una diversa concezione
dei rapporti con gli indigeni.
Benché elementi di segregazione razziale fossero stati introdotti nel Sudafrica già all’inizio
del Novecento, è nel secondo dopoguerra che l’apartheid prende definitivamente forma
con l’entrata in vigore di una serie di leggi che negano ogni diritto politico, sociale ed
economico ai neri.
Il video ricostruisce le origini di un periodo di segregazione razziale e di lotte politiche.
L’album fotografico nero 1997 di Santu Mofokeng, non è altro che un recupero di una
realtà culturale e visuale : identità africana e modernità non sono in opposizione.
Mofekeng ritrae anche sui treni affollati tutti gli individui dei diversi distretti/aree che si
riuniscono per cantare e pregare.
Zwelethu mthethwa artista sudafricano più noto nel periodo post-apartheid : realizza
“interni” opere fotografiche , in cui vengono raffigurati spazi domestici modesti e
improvvisati. Secondo mthethwa il colore da dignità, perche individualizza che p anche
l’effetto della straordinaria serie di fotografie di nontsikelelo veleko intitolata “la bellezza è
negli occhi di chi guarda”.
In sudafrica dove la gente di colore era vista come non-cittadina, ai neri non era permesso
restituire lo sguardo, ma il soggetto dell’opera fotografica fissa lo spettatore come se la
restituzione dello sguardo assumesse grande intensità.
1998
Lo spazio dell’arte non è mai cosi neutrale.
james Turrell che realizzò enormi capi di luce colorata, la forma percettiva diventa sublime
per certi versi, lo spettatore non capisce l’esatta collocazione dell’illuminazione.
Peter campus e bruce Nauman usarono ad esempio la videocamera per trascinare lo
spettatore direttamente all’interno dell’opera.
Bill viola ha cercato di rappresentare e riprodurre differenti esperienze corporee; stati di
tranquillità e agitazione spesso collidono nella medesima opera es. “il sonno della ragione”
Negli anni 90 artisti come Jeff wall e Andreas gursky fanno dell’immagina un ibrido tra
pittura e fotografia.
Per wall diventa un automatismo l’utilizzo del collage e del montaggio; la frammentazione
quindi diventa sia dell’opera che del soggetto che la osserva. Quando wall espone le sue
immagini fotografiche imita l’esposizione pubblicitaria, ma anche i momenti salienti di
opere d’arte storiche del periodo neoclassico. Jeff wall realizza “la stanza distrutta” che
sembra essere l’appartamento rovinato di una prostituta, vuole evocare il dipinto di
Eugene Delacroix “la morte di sandanapalo”.
Sam Taylor wood cita dipinti storici in alcuni dei suoi lavori, i quali includono installazioni
video e sonore e grandi fotografie.
La wood è interessata alle condizioni estreme es “soliloquio”, riferimento alla morte di
Marat.
Andreas Gursky anche lui produce una sorta di tensione pittorica, lavorò a colori e
sviluppo il montaggio digitale. es. “salerno” 1990 è un vasto panorama di veicoli, contiene
e gru, merci codificate secondo i colori, una “seconda natura della distribuzione
commerciale che ha sommerso l’antico paesaggio di questo porto mediterraneo.
Il concetto di post-produzione
Questo termine sottolinea le manipolazioni secondarie come effetti speciali, montaggi ecc,
presuppone un mutamento dello statuto dell’opera d’arte in cui l’arte alta e la cultura di
massa si deridono a vicenda.
Questo modo di operare include artisti come Rikrit Tiravanija, Felix Gonzales Torres,
Pierre Huyghe, Liam Gillick, Thomas Hirschhorn, Gabriel Orozco, Phillip Parreno , tacita
Dean, Marc Dion, Sam duran ecc.
Questa manipolazione o sovrabbondanza d’informazione, o semplicemente questo
approccio assomiglia o viene ereditata dalle provocazioni duchampiane.
Anche bourriaud vede l’arte come un insieme di unita che devono essere riattivate dallo
spettatore- manipolatore.
Come nei tentativi pretendenti di coinvolgere direttamente il pubblico, c’è un rischio di
illeggibilità che potrebbe far diventare l’artista la figura principale e l’interprete primario del
lavoro.
Scultura post-moderna
Partendo dai combine painting di raushenberg, le accumulazioni di arena e le sublimi
costellazioni di martial raysse, i nuovi scultori condividono i segnali di una percezione
scultorea ormai mediata dalle forze delle merci, della pubblicità e dai dispositivi
tecnologici.
I paradigmi del collage, del montaggio e dell’assemblage e l’espansione spaziale e
quantitativa nella pop art e nel nouveau realismo diventarono il riferimento per gli artisti più
giovani degli anni 80.
2009
E-flux è una piattaforma che permette agli artisti un’autonomia economica e artistica
indipendentemente dalle gallerie.
In pratica offre un database multifocale dell’arte attuale.
Tania bruguera nata a cuba nel 68 è un’artista che si interessa all’”arte de conducta”.
Bruguera è stata arrestata e rilasciata tre volte nel periodo compreso tra dicembre 2014 e
gennaio 2015 per aver organizzato uno spettacolo pubblico nella Plaza de la Revolución a
L’Avana.
È stata arrestata insieme a diversi altri artisti, attivisti, blogger e giornalisti cubani che
hanno partecipato alla campagna 'Yo Tambien Exijo'. La campagna è nata dopo le
dichiarazioni di Raúl Castro e Barack Obama del 17 dicembre 2014 sul ripristino dei
legami diplomatici, cosa che avrebbe posto potenzialmente fine a cinque decenni di
ostilità.
Ana Mendieta ispirazione .
Arte del comportamento, essa può essere intesa da boudrillard come “estetica relazionale.
Espressione di boudrillard “fascio di relazioni” è particolarmente adatta e utile per
esplorare la distinzione tra gli artisti europei e nordamenrica. È importante riconoscere che
le opere di arte partecipata, incluse le installazioni che incorporano i visitatori in un
ambente immerso e le azioni mettono in scena un incontro intensificato con il corpo di un
artista e/o performer, sono state parte dell’arte moderna, almeno dal 1916 quando il
cabaret voltaire dada apri le porte a zurigo
La Guerra d’Iraq è l’esempio migliore per trattare questa tematica, in quanto è stata
“sceneggiata” dettagliatamente dai mass media per garantire un “consumo domestico”,
mettendo quasi da parte le immagini legate alle violenze scaturite dall’invasione, ponendo
invece note di merito alla tecnologia degli armamenti invasori, proprio come se ci si
trovasse di fronte a un videogame o a uno schermo ad alta definizione.
Thomas hieschhorn suggerisce nelle sue opere una comunità di consumatori in cui la
cultura popolare e l’aggressione militare sono apparentemente intrecciate.
es. utopia, utopia= un mondo, una guerra, un esercito, un abito 2005
E “impegno superficiale, galleria barbara gladstone, new york, 2006.
sono due mostre dell’artista svizzero Thomas Hirschhorn rappresentanti chiaramente le
modalità in cui la società, dunque i fruitori delle immagini trasmesse da televisione e
giornali, ha percepito la guerra.
Con la prima mostra è stato possibile osservare come la diffusione del motivo decorativo
mimetico abbia invaso la comunità anche nel campo della moda, proponendo look
mimetici in modo ripetitivo, abolendo così il collegamento fra mondo militare e violenza.
Differente è stata Impegno superficiale, una mostra che ha posto di fronte agli occhi del
pubblico un crudo scenario di guerra con fotografie immortalanti corpi devastati dalla
violenza, crani esplosi e parti del corpo sparse qua e là, una vera e propria
rappresentazione della realtà che nonostante il forte impatto che ha provocato
sull’emotività del pubblico ha reso giustizia alla verità nuda e cruda che è stata omessa dai
mass media.
La scelta di determinate immagini per la diffusione dell’informazione è lo strumento
perfetto per indirizzare il pubblico verso una specifica corrente di pensiero, l’immagine
legata alla guerra diventa un vero e proprio mezzo di controllo della mente dell’uomo, della
società.
Si potrebbe chiamare “etica delle immagini”, attraverso l’esplorazione e la dimostrazione di
come le immagini possono costruire il nostro rapporto con gli altri e determinare
l’esperienza di un mondo condiviso.
Infatti. Addomesticare la guerra attraverso la cultura popolare aiuta ad oscurare le sue
conseguenze reali e cosi a renderla moralmente giustificabile dai cittadini stessi.
Harum farocki guarda ad un altro tipo di potere delle immagini : la loro capacità di
racchiudere gli spettatori in mondi virtuali , “giochi seri 1:immersione 2009.
Farocki fa appello al “gesto dell’immagine”, con riferimento a Horst Bredekamp, ora le
definisce immagini “operative”, la cui natura non è tanto riproduttiva quanto quella di
“strumenti” d’azione.
I film, tra i suoi più famosi e su cui diversi testi del volume si soffermano, sulle immagini di
guerra, quella del Golfo o quelle simulate nei videogame o nei video di addestramento
militare, hanno fatto parlare di “immagini-bombe”, rovesciando le bombe di sola immagine
di quelli. L’operatività è senza dubbio anche uno dei concetti centrali per la riflessione sui
rivolti politici sempre rimasti centrali nel lavoro e nella riflessione di Farocki: il cinema,
l’opera, non come espressione del proprio pensiero personale, ma come “restituzione”, per
usare la formula che Georges Didi-Huberman ha ripreso da Jacques Derrida, che acquista
un duplice, se non triplice significato: restituzione alla collettività, resa pubblica e
disponibile alla conoscenza di tutti, e resa visibile, nonché restituzione al visibile di ciò che
vi si sottraeva o ne era rimosso.
Il cinema è il centro intorno a cui ruota tutta l’operazione complessiva di Farocki – altra
“restituzione” –, il ruolo che svolge nei processi creativi altri, quelli del video, delle
installazioni, ecc., il punto di ritorno costante dell’opera di Farocki, il suo “medium”,
potremmo dire oggi nel senso più pregnante del termine, quello dell’insieme di regole che
determinano il processo creativo. Proprio su quest’ultima questione mi si lasci deviare un
momento per poi tornare e concludere.
Jenny Holzer è una delle pioniere dell'arte contemporanea più apprezzate d’America, neo-
concettualismo.
dalla fine degli anni '70 questa artista si occupa di temi pubblici e privati, di corpi politici e
statali, di fatti reali e di finzione. Servendosi di aspetti presi in prestito dalla cultura dei
mass media, sin dagli albori della sua pratica artistica la Holzer provoca e sfida i
preconcetti legati al ruolo dell'arte nella società di oggi. Il suo lavoro spazia da secche e
brevi frasi a veri e propri flussi di coscienza legati alla condizione umana.I versi dei lavori
di Jenny Holzer parlano di violenza, oppressione, genere, sessualità, potere, guerra e
morte. Le modalità di comunicazione più spesso associate alle informazioni istituzionali, ai
notiziari e alla pubblicità diventano, nella sua opera, uno strumento tagliente per affrontare
questioni di natura politica e sociale.
Ai weiwei è un artista cinese che ha lavorato sulla moltitudine - l’uno e molti- fondamentale
per qualsiasi dibattito sulla globalizzazione. “semi di girasole” è un installazione di 100
milioni piccoli pezzi, riprodotti in ceramica a grandezza naturale. Ai weiwei trasporta un
significato- simbolo della civiltà avanzata, come il marchio della coca-cola, su ceramiche
antiche/tradizionali.
“Favola” anch’essa un opera installata ,realizzata per documenta 12 ,2007, giustappone
due diversi pubblici che erano in pericolo di non incontrarsi : cittadini cinesi che scoprono
una città europea e un pubblico composto da europei e americani.
Zhang huan nato nel 65, viene riconosciuto per le sue radicali performance.
es. 12 m2 nel 1994, sedette nudo per un’ora, coperto di miele e olio di pesce in un sudicio
gabinetto pubblico del suo quartiere nella parte est di beijing. Durante quest’ora, coperto di
mosche, Zhang mantenne la concentrazione e la calma associate alle performance basate
sulla resistenza degli artisti es burden e abramovic.
12 m2 dimostrò lo sviluppo irregolare delle città cinesi, dove le strutture primitive e
obsolete possono esistere a fianco di grattacieli serviti da infrastrutture urbane
completamente nuove.
Zhang ha mostrato quello che la modernizzazione cerca di nascondere : i bisogni
impellenti, la gestione dei rifiuti, ma l’opera serve anche come allegoria dei rapporti tra
presenza fisica ed emotiva e memoria retrospettiva .
2010
Ci sono due giustificazioni date più frequentemente per presentare le merci al posto
dell’arte.
1. La scelta dell’oggetto da parte dell’artista è ciò che conta per fare di quell’oggetto un
opera d’arte. - ready-made
2. Le merci diventano messaggi visivi, colmi di significati che rendono quel dato oggetto -
un simbolo/icona.
3. Ready-made umano, artiste come Cindy Sherman incarnano personaggi steriotipati,
barbara Kruger si appropria di fotografie come sfondo di incisivi testi grafici. Nasce una
3 opzione che è quello dell avatar- reale/virtuale.
Tutti questi tipi d’informazione facevano perno sulla sorprendete facilità con cui si dà
autorevolezza all’informazione.
I Yes Men sono un duo di attivisti che si intromette nella cultura e una rete di sostenitori
creati da Jacques Servin e Igor Vamos .
Attraverso varie azioni, i Yes Men mirano principalmente ad aumentare la consapevolezza
su problematiche sociali e politiche problematiche. Ad oggi, il duo ha prodotto tre film: The
Yes Men (2003), The Yes Men Fix the World (2009) e The Yes Men Are Revolting (2014).
In questi film, impersonano entità che non amano, una pratica che chiamano "correzione
dell'identità". I Yes Men operano sotto la dichiarazione della missione secondo cui le
bugie possono esporre la verità. Creano e gestiscono siti Web falsi simili a quelli che
intendono falsificare, il che ha portato a numerosi inviti a interviste, conferenze e talk show
televisivi. Sposano la convinzione che le società e le organizzazioni governative spesso
agiscono in modo disumanizzante verso il pubblico. Gli oggetti di scena elaborati a volte
fanno parte dell’astuzia
Gli Yes Men spesso implementano un approccio satirico: si pongono come un'entità
potente (in genere un rappresentante o dirigente di una società o del governo) e fanno
commenti ridicoli e scioccanti che caricano la posizione ideologica dell'organizzazione o
della persona.
I Yes Men hanno fatto da portavoce per l'OMC, McDonald's , Dow Chemical e il
Dipartimento degli alloggi e dello sviluppo urbano degli Stati Uniti
Le loro esperienze sono state documentate nel film The Yes Men , [5] distribuito da United
Artists, nel documentario sulle guerre informative e nel libro The Yes Men: The True Story
of the End of the World Trade Organization ( ISBN 0-9729529-9-3 ). Andy Bichlbaum e
Mike Bonanno hanno anche diretto un film del 2009 intitolato The Yes Men Fix the World ,
presentato in anteprima al Sundance Film Festival . Nel 2009 hanno lanciato il loro canale
video online su Babelgum .
Il loro terzo film, The Yes Men Are Revolting , è stato presentato in anteprima al Toronto
International Film Festival del 2014 .
I Yes Men incoraggiano attivisti e gruppi di studenti a far sentire la propria voce attraverso
conferenze che si infrangono, creando siti Web falsi e venendo arrestati. [8]
Sul loro sito Web Dow Chemical falso, i Yes Men affermarono che la Dow Chemical
Company non aveva alcuna intenzione di riparare il danno. La vera compagnia ricevette
un notevole contraccolpo, e sia il vero Dow che il falso Dow negarono le dichiarazioni, ma
Dow non intraprese alcuna azione reale.
Ogni museo che intende esibire una varietà rappresentativa di arte moderna e
contemporanea deve in qualche modo tener conto di tutti gli ambienti, in un unico edificio:
1. white cube : rappresenta un ambiente austero o sublimato: è lo spazio per eccellenza
dove poter esporre opere d’arte di tipo pittorico o scultoreo
2. Black cube: ambiente chiuso e buio dov’è possibile proiettare immagini, video,
installazioni.
3. Scatola grigia e art bay: è quel tipo di ambiente ibrido in cui si intende esibire una
varietà rappresentativa che sta tra la performance e lo spazio per eventi.
Intorno agli anni 70 , con il collasso dell’industria a new york, i loft industriali vennero
utilizzati come gallerie e musei o studi economici per artisti, come i minimalisti.
La seconda strada fu quella più diretta: ovvero la costruzione in toto di musei e gallerie,
come grandi contenitori ad es. il guggheneim di Bilbao progettato da frack Gehry.
Il museo di Bilbao diventa l’icona della città, leader di una città depressa o di una regione
trascurata che investe su questo simbolo architettonico.
A bilbao come al maxxi di Roma progettato da zaha Hadid, sono esempi di musei-
sculture, visivamente brillanti, tanto che gli artisti devono innanzitutto rispondere
all’architettura.
Gli spettatori non sono tanto passivi da dover essere attivati, ne tanto meno completare
l’opera dell’artista, queste ultime non sono tanto morte da dover essere rianimate , e i
musei possono ammettere sia l’intrattenimento sia la contemplazione e promuovere la
comprensione lungo il percorso.
Il compito del museo è quello di fungere da macchina spazio-temporale , trasportarci in
diversi periodi e culture.