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Storia dell’arte contemporanea 2 appunti

Dal 1900

Sigmund freud padre della psicanalisi, chiave di lettura del XX secolo, in cui il sogno
diventa un rebus colmo d’immagini ed emozioni, desideri repressi che emergono.

1900 - Vienna - artisti Klimt, Shiele, kokoskha


Klimt e kokoskha esplorano il legame tra pulsioni masochiste e sadiche, shiele indaga un
altra coppia di piaceri perversi : Voyerismo ed esibizionismo.
La tradizione classica-accademica del nudo artistico viene sostituita dal ritratto sociale, la
figura viene pervasa da un disturbo psico-sessuale.

Auguste rodin 1900 scultore che viene osservato dal pittore Matisse.
Il gusto classico di Rodin non è il solo ad emergere, infatti le sue opere esprimono un
rapporto con la materia, più naturale e autentico. Matisse sviluppa figure di pieni e vuoti,
figure sinuose che tendono a mescolarsi con lo spazio.
es. Rodin “uomo che cammina” 1900
es. matisse “la serpentina”1909

Nel xx secolo
Alcuni sviluppi hanno scosso il mondo dell’arte visiva a metà del XIX secolo :
1. L’invenzione della macchina fotografica : sviluppo del realismo in arte
2. La scoperta del mondo della matematica della geometria non euclidea : messa in
discussione della prospettiva rinascimentale, suggerendo la presenza di mondi e di
prospettive multidirezionali.
3. La navigazione verso nuovi territori : la scoperta dell’arte oltre oceano e dell’arte
africana che ispirarono artisti come Gauguin e Picasso.

Arte moderna/ avanguardia


La nascita dell’arte moderna o d’avanguardia si deve soprattutto alla scoperta di popoli
tribali che fruttavano l’arte in maniera totalmente diversa dal canone occidentale. La non
figurazione venne vista dagli artisti come gaugin come scoperta dell’origine e dello
sviluppo dell’uomo nella natura.
Nasce cosi il mito del “buon selvaggio “ che agisce secondo il proprio istinto, in armonia
con la realtà e quindi in giustizia e correttezza morale.
Il primitivismo proclama quindi la necessita di una liberazione dell’uomo dalla civiltà e
auspica un ritorno alla genuinità perduta.
Ad uno stile formale della MIMESIS si contrappone l’istinto e lo stile arcaico:
es. ritratti di donne - les demoiselles d’avignon
es. paul Gauguin : lo spirito dei morti veglia.

1905 - fauvismo
Il movimento fauves (belve) ebbe come leader Henri Matisse.
Cio che impressiona di questa libertà selvaggia è l’uso di colori puri, pennellate rapide
(che vanno in contrasto col tocco puntinismo di Seurat o con la pennellata costruttivista di
Cesanne - saint victoire).
Al salon D’automne 1905 il quadro “donna con cappello” di matisse venne acquistato da
leo Stein (collezionista americano fratello di Geltrude Stein che successivamente
comprerà il quadro les demoiselles d’avignon)
1907
Picasso rappresenta con les demoiselles d’avignon un morboso scenario. Non a caso
l’artista decide cambiare i volti con maschere a dx : modello iberico a sx: modello
africano .
Le figure vicine non condividono uno spazio o un’azione comune, non comunicano ne
interagiscono ma si relazionano direttamente con lo spettatore.
Picasso mise in risalto le pulsioni sessuali, lo sguardo delle demoiselles è rivolto
esclusivamente ad un pubblico maschile facendogli sapere che la posizione che occupano
fuori dalla scena non è più tanto sicura.
Il territorio freudiano possiamo affermare che l’opera sintetizza lo shock del bambino che è
testimone del rapporto sessuale tra i genitori.

Espressionismo tedesco
1905
Die Bruke (il ponte) è un gruppo di artisti d’avanguardia tedesca, formatosi a Dresda:
capitanato da Ernst Ludwig Kirkner.
Lo stile è basato su colori accesi, tensione emozionale, immagini violente e con una certa
influenza del primitivismo.
Le figure dei dipinti suggeriscono un “atteggiamento Blasè” ovvero una caratteristica tipica
dell’ambiente metropolitano; l’individuo sottoposto a continui stimoli in qualche modo si
abitua diventando meno recettivo, subentra un’incapacità di reagire alle sensazioni nuove
con la dovuta energia.
Naturale conseguenza è la perdita dell’essenza e del significato delle cose. Tutto diventa
opaco e si diventa insensibili.
es. Ernst Ludwig Kirkner “la strada, Dresda, 1908
Kirkner utilizza l’espediente artistico dell’astrazione per alleviare lo shock del caos del
mondo.
Franz Marc altro pittore dell’espressionismo tedesco, cerca di entrare in comunione con la
natura, escogitando un sistema simbolico del colore “sessualizzato”:
Il blu= severo e spirituale= maschile
Il giallo = gentile e sensuale = femminile
Il rosso = brutale e grave
es. “il destino degli animali, 1913” evoca una compenetrazione panteistica.

Gruppo del Cavaliere azzurro 1911-14


Il cavaliere azzurro è un dipinto di Kandinskij realizzato nel 1903.
Il punto decisivo verso l’astrazione.
Il colore puo avere degli effetti sullo spettatore:
1. Fisico : basato su sensazioni momentanee
2. psichico: dovuto alla vibrazione spirituale attraverso cui il colore raggiunge l’anima.
È un processo di Continuità ovvero da un arte figurativa tradizionale verso l’astrazione si
giunge per DECANTAZIONE (termine utilizzato in musica) cioè si parte da un elemento
comune fino a ridurlo a residio.
Kandiskjìij fa appello ad una dimensione spirituale dell’arte.

1909 Filippo Tommaso Marinetti pubblica sul “Le figaro” il manifesto di fondazione del
futurismo
Figure chiave: giacomo balla, Umberto boccioni, Carlo Carrà.
Le strategie del futurismo vertevano intorno a 2 punti fondamentali:
1. Sinestesia : rottura dei confini tra i diversi sensi
2. Cinestesia: rottura della distinzione tra il corpo fermo e il corpo in movimento.
Analogia tra significato pittori e le tecnologie della visione e rappresentazione come quelle
sviluppate dalla fotografia.
Rigorosa condanna della cultura del passato e il bisogno d’integrazione dell’arte e
tecnologie avanzate.
Il tentativo di rendere il movimento della percezione come un elemento essenziale della
rappresentazione del corpo nello spazio.
Cancellata ogni figurazione, queste opere sono dedite sia alla ripetizione di un’armatura
strutturale che articola sequenza e velocità, sia un idioma cromatico non figurativo che
abbandona ogni riferimento al colore.
Il futurismo era coinvolto nell’eredità della pittura divisionista, la frammentazione cubista
dello spazio percettivo tradizionale, l’inserimento dei tagli di giornali e la successione della
cinepresa ( ricordare le foto di e. Muybridge : cavallo in corsa e marey), una dinamica
vista e resa dal collage.

IL CUBISMO

Fino al 1907-08 le teste iberiche e africane sono state un mezzo d’ispirazione per picasso.
Dal 1911 nasce uno stile grazie a Braque ,detto cubismo, che ha come caratteristiche
l’appiattimento dello spazio visivo, riduzione del colore: tutto ocra e terre come una
fotografia che vira al monocromo.

Il cubismo si prefigge di rompere una prospettiva unica anzi adesso l’oggetto può essere
visto da qualsiasi punto, come la ricomposizione delle vedute che avremmo se ci
muovessimo realmente intorno all’oggetto, DARE UN SENSO PLASTICO ALLA FIGURA.
Picasso fu ispirato dalla lezione del’’ultimo cesanne: pitture all’aperto che riproducevano le
montagne di saint victoire. ( PROTOCUBISMO)

Per Picasso l’oggetto/rappresentazione della realtà resta importante, tradotto in termini di


pittura, non c’è più anatomia/colore verosimiglianza ma l’immagine viene costruita
attraverso i passage di luce e ombra.
- Guillaume Apollinaire, I pittori cubisti (1913)
La locuzione “papier collè” viene impiegata esclusivamente per le opere cubiste, mentre il
termine collage più generico continuava a godere di un campo semantico più esteso. I
critici e gli storici parlano di collage per creazioni che utilizzano entrambe le modalità
inventate dal cubismo: l’impiego di materiali grezzi e l’uso di carte stampate. il collage
presuppone l’incontro, prevede l’assemblaggio, implica il caso.

Guernica- Pablo picasso 1937


Durante il periodo dei regimi totalitari , intorno al 1937, Pablo picasso espose nel
padiglione della repubblica spagnola,“guernica”.
il dipinto mostra 4 donne nel panico, una casa in fiamme , altre figure scappano stravolte
dalla paura. Un soldato a pezzi giace a terra, mentre un cavallo nitrisce disperato e un toro
ci guarda con gli occhi.
Gli animali alludono alla bestialità del bombardamento, ma in questo mondo alla rovescia
possiedono anche un’umanità di cui gli esseri umani sembrano sprovvisti.
Picasso mette in scena i frammenti con una composizione piramidale di bianchi, grigi e
neri.
Ma la genialità sta nel fatto di creare non solo una distorsione cubista- surrealista ma una
forma di segno percepibile.
Il toro rappresenta la brutalità e il cavallo il popolo. L’opera di picasso è una evidente
denuncia.
CARATTERISTICHE:
a) Cubismo analitico (1907/1909):
- Rappresentazione degli oggetti da più punti di vista, con l'obiettivo di dare il senso
plastico della figura.
- Scomposizione della figura nelle sue forme originali

b) Cubismo sintetico (1910/1912): l'oggetto non è più frammentato e scomposto nelle


sue figure geometriche basilari, ma è ricostruito con l'inserimento di elementi
eterogenei (paglia,carta, cartone…) non c’è più la differenza tra figura/sfondo. Es.
arlecchino di Picasso
- Artista: Picasso
c) Cubismo orfico (1914 in poi): ricerca della musicalità, dell'armonia, degli effetti
luminosi forti
- Artista: Robert Delaunay..

Il cubismo orfico di Delaunay mira ad una pittura assoluta, che trova la sua base
nell'armonia e nel ritmo prodotti da contrasti cromatici simultanei. Importanti sono i
contatti di Delaunay con l'avanguardia tedesca, con gli artisti del Blaue Reiter
( Kandinskij, ) C'è una visione simultanea non soltanto di tutte le facce degli
oggetti che definiscono i volumi ( soluzione cubista ) ma anche la sintesi dei tempi
successivi durante i quali noi abbiamo conosciuto l'oggetto. Si tratta di uno
spazio-tempo intuitivo, che ricorda la filosofia di Bergson, e le contemporanee
ricerche dei Futuristi. 

Il cubismo orfico è un atteggiamento sacrale, che innesta sull'originario cubismo
ricerche sulla luce e sul colore, fondate su analogie con la musica che
preludono a soluzioni astratte( Orfeo era il mitico musico-poeta dell'antichità dotato
quasi di poteri magici )

Il cubismo fu il primo stile a rappresentare il paradosso di arte che appare sia


astratta che realista.

1912 : verso l’astrattismo


L’astrattismo abbandona il rapporto “mimetico” con il mondo, si avvicina per
definizione al non- oggettivo. L’astrattismo viene spesso proposto come “puro” . A
questo punto la geometria “non euclidea” interesso diversi artisti come Delaunay,
Malevic e duchamp per la sua concezione non prospettica dello spazio e la sua
idea anti-materialista della forma.

1913 Il Suprematismo : arte per arte= arrivare al grado zero. è un movimento


artistico nato in Russia che fa parte del più vasto fenomeno delle avanguardie
artistiche sovietiche attive nei primi decenni del XX secolo, è un arte che si libera
da fini pratici ed estetici
Esso fu creato dal pittore Kazimir Malevič . ”Ultima mostra futurista 0.10 (Zero-dieci)”.
Malevič sosteneva che l'artista moderno doveva guardare a un'arte liberata da fini pratici
ed estetici e lavorare soltanto assecondando una pura sensibilità plastica. Sosteneva
quindi che la pittura fino a quel momento non fosse stata altro che la rappresentazione
estetica della realtà e che invece il fine dell'artista doveva essere quello di ricercare un
percorso che conducesse all'essenza dell'arte: all'arte fine a se stessa. “arte per arte”,
attraverso l’astrattismo.
La parola suprematismo deriva dal pensiero dell'autore: secondo Malevič l'arte astratta
sarebbe superiore a quella figurativa, infatti in un quadro figurativo vediamo rappresentato
un qualsiasi oggetto o forma vivente, mentre sull'opera suprematista non c'è che un solo
elemento: il colore, che viene espresso nel miglior modo possibile .
Il suprematismo resta legato essenzialmente al nome del suo iniziatore, anche se i riflessi
della sua poetica vanno al di là dei dipinti e modelli architettonici dell'artista, influenzando
l'opera di Tatlin, Larionov e Ivan Puni.

Il costruttivismo 1913-34 è un movimento culturale nato in Russia , di poco precedente


alla rivoluzione del 1917, che rifiutava il culto dell'arte per l'arte" a favore dell'arte come
pratica diretta verso scopi sociali e politici. Il Costruttivismo come forza attiva durò fino al
1934, esercitando grande influsso sulle esperienze artistiche della Repubblica di Weimar
prima di essere rimpiazzato dal Realismo Socialista.
Il Costruttivismo può essere riconducibile a due approcci sintetizzati da due primi manifesti
pubblicati nel 1920: quello maggiormente estetizzante e astratto del Manifesto Realista di
Naum Gabo e quello più impegnato nella produzione e nella politica presente nel
Programma del gruppo produttivista, firmato da Rodčenko e dalla moglie Varvara
Stepanova (1894-1958), considerato il primo manifesto costruttivista. Aleksej Gan usò
questa parola come titolo per il suo libro ,edito nel 1922.
Il Costruttivismo rappresenta uno sviluppo, posteriore alla Prima Guerra Mondiale, del
Futurismo russo, e particolarmente dei Controrilievi di Vladimir Tatlin, che erano stati
esibiti nel 1915.
Importante è il modello “monumento alla terza internazionale”- torre di Vladimir Tatlin,
commissionato nel 1919. L’opera secondo Tatlin era : moderna cioè verità dei materiali del
tempo (costruita in ferro: rivoluzione industriale come la torre eiffel), funzionale :
monumento destinato all’amministrazione del popolo e infine, monumento pubblico : come
monumento simbolico che rappresentava il dinamismo della rivoluzione.
Controrilievo: non pittura, non scultura, essi erano “contro" le arti. Sono degli assemblages
polimaterici consapevolmente intesi come "contrattacchi", ossia come momenti di
rottura destinati a scuotere la pittura dalle fondamenta, a liberarla dalla funzione
della rappresentazione.
Costruttivismo 1913 -34
Naum Gabo e Anton Pevner affissero lungo le strade di mosca nel 1920 un “manifesto
realista” generalmente considerato il primo proclama costruttivista , i due artisti vogliono
aprire l’arte alla realtà che si incarna nel movimento.

Duchamp Ready Made 1915


Messa in discussione dell’autorialità e l’originalità dell’opera.
È arte? Prima opera di duchamp ruota di bicicletta 1913.
La fontana di Duchamp esposta a new york nel 1917:
alcuni aggettivi “immorale, volgare, un pezzo di idraulica, una scelta, rovesciamento del
significato”
R: richard, rich : ricco
Mutt. : mutter- mother - mamma e/o fabbrica dov’è stato fabbricato l’orinatoio.
Duchamp, boudelaire, courbet, Tatlin posero due modelli complementari di artista:
Il consumatore ambiguo che cerca di rinominare l’’arte all’interno dell’orizzonte della
cultura della merce, contro il produttore attivo che cerca di riposizionare l’arte rispetto alla
produzione industriale all’interno dell’orizzonte della rivoluzione comunista
Il ready made è ASSISTITO O PURO:
1. assistito: vengono apportate delle modifiche es. firma, capovolgimento dell’oggetto.
2. puro: scola bottiglie di Duchamp
Inoltre il valore di un ready made va sempre rinegoziato.

Man Ray : Cadeau 1921 (ferro da stiro con punte) è un oggetto assistito, rappresenta un
oggetto femminile in cui vengono inserite delle punte/chiodi che servono a lacerare. Da
oggetto di cura, l’oggetto viene snaturato e diventa oggetto di difesa: allegoria della
famme fatale.

Meret Oppenheim colazione in pelliccia 1936


L’oggetto peloso rimanda ad un rapporto orale. È un modo sgraziato per associare diverse
sensazioni (sinestesia) . È evidente che il tema dell’inconscio/psiche emerge a partire dal
surrealismo.

1916 DADA in europa


luogo: Zurigo
Artisti : Hugo ball, tristan Tzara, marcel janco, Hans arp.
I dadaisti mirarono a rappresentare la crisi della prima guerra mondiale e il nazionalismo,
Caratteristiche:
- Azzeramento di tutte le nozioni accademiche
- Il valore più importante è il caso
- Attribuisce un nuovo significato alle figure comuni
Autore: Marcel Duchamp (percorso individuale)
I dadaisti per definizione erano Nichilisti(dal latino classico nihil, "nulla").
I dadaisti avevano un atteggiamento genericamente rinunciatario e negativo nei confronti
del mondo con le sue istituzioni e i suoi valori.
L’opera doveva essere al tempo stesso nulla e tutto, infinita o definita.

Un’evoluzione parallela al cubismo, al dadaismo e al ready made, fu il fotomontaggio,


nato negli anni 90 dell 800. Fotomontaggio in questo momento prende il significato di
shock senza logica, di distruzione di significato, di accentuazione autoreferenziale della
dimensione grafica e fonetica del linguaggio attraverso l’enfasi della frammentazione.
Nel 1920 compito del fotomontaggio era quello di fornire alla massa, immagini didattiche di
informazione e politicizzazione.
Heartfield e krutsis diventarono dunque con il fotomontaggio i primi membri
dell’avanguardia a invocare la propaganda come modello artistico.
Essi, tentarono la trasformazione di un’estetica dell’oggetto singolo un una intera
diffusione di massa delle riviste stampate, e uno spostamento dello spettatore privilegiato
alle masse partecipative allora emergenti attraverso la rivoluzione industriale dell’unione
sovietica o di cambiamenti industriali nella Germania di Weimar.
Lavori del 1930-32

1917 Neoplasticismo - Mondrian


neoplasticismo/De Stijl: l'astrattismo è applicato non solo alla pittura, ma anche al design
e all'architettura
Dove: Olanda
Autore: mondrian, van Doesburg e Rietveld
e) Bauhaus: unione di tutti gli stilli artistici (architettura, scultura, pittura...) per la
creazione del futuro
artista: Gropius e Rietveld
forma d'arte: astratta, essenziale e geometrica, ossia l’espediente degli elementi base
della geometria, quali la linea e l’angolo retto. Sul piano cromatico e compositivo
è prevalente l’utilizzo dei soli colori primari affiancati al nero, bianco e grigio.
Il neoplasticismo nasce in antitesi agli eccessi decorativi dell’Art Nouveau.
Le forme rappresentate venivano semplificate, i volumi ridotti a pari e la visione prospettica
abbandonata. Si teorizzava in essa anche il superamento del principio cubista,
promuovendo una assoluta razionalità e purezza formale .
Mondrian ricerca astrazione e bidimensionali, abolizione dello sfondo.
Processo di decantazione dell’opera.

Piet Mondrian morì nel 1944. Ciò che caratterizza la sua arte, è quell’idea di “distruzione”
della composizione stessa. Il effetti la distruzione era sempre stata al centro stesso del
programma di Mondrian, fin da quando aveva scritto nei suoi primi testi della distruzione
della forma, del particolare dell’individualità.
La prima cosa a venire dissolta fu la bidimensionalità- per farlo reintrodusse un elemento
che aveva bandito dalla sua pittura dal 1919 e che avrebbe minato completamente
l’aspetto “classico” delle sue opere, cioè la ripetizione.
Il passo successivo, a partire dalla seconda metà degli anni 30, fu di trasformare la
“pluralità di linee” una pura scansione, una pulsazione irregolare dell’intera superficie della
tela.
Tipicamente le opere di Mondrian fanno riferimento alla “composizione a losanga” .
Mondrian aveva accettato la persistenza retinica come inevitabile effetto del ritmo di linee
che scandiva le sue tele, ma ne diffidava comunque.

Theo Van Doesburg rivista de Stijl 1917 . alla fine degli anni 20 optò per la nozione di
“arte concreta” per definire un’opera costruita con elementi puramente plastici vale a dire
piani e colori; quest’artista aveva sviluppato un’attività dadaista sotto lo pseudonimo di
I.K.BONSET confermando la possibilità, per l’arte, d’intrattenere rapporti con il reale senza
ricorrere all’imitazione. tutte le forme d’astrazione e di arte concreta giungono ad un
risultato sostanzialmente simile: il rifiuto della rappresentazione.

La specificità del gruppo de Stijl sta nell’idea che un unico principio generativo possa
essere applicato a tutte le arti senza compromettere la loro integrità, e inoltre che è
soltanto sulle basi di tale principio che l’autonomia di ogni arte può venire assicurata.
2 operazioni : 1. Elementarizzazione: scomposizione/riduzione di elementi
e 2 integrazione: l’articolazione esaustiva di questi elementi in un insieme non gerarchico
sintatticamente indivisibile.

Bauhaus 1919
La bauhaus inizio con la repubblica di weimar nel 1919 e fini per mano dei nazisti nel
1933.
Direttore della bauhaus fu l’architetto Walter gropius 1923, definì questo “vasto sistema”
con l’attività teorica di un accademia d’arte combinata con l’attività pratica di una scuola di
arti e mestieri .
1° istruzione: laboratori artigianali- scultura, carpenteria, metallo, ceramica, vetro, pittura
murale e tessuto.
2° istruzione: problemi formali e artistici: studio della natura, insegnamenti in materiali,
strumenti, costruzione e rappresentazione, teoria dello spazio, colore e composizione -
insegnati artisti come Kandinskij e Paul klee.
Nel 1925 la scuola si spostò a Dessau.
Klee e Kandinsij svilupparono una psicologia degli elementi pittorici, a volte con tendenze
più dogmatiche (Klee), combinando cosi linea e colore in una teoria generale della
composizione.1917 Neoplasticismo - Mondrian
1920-22

Vengono rivalutate l’arte primitiva, l’arte dei bambini e dei malati di mente. Queste sono
figure che sfuggono dalle catene della civiltà : attraverso una forma verbale (letteratura),
visiva ( pittura scultura ).
L’arte dei malati ad esempio viene considerata una “degenerazione “ psico- fisica.
Psichiatra : cesare Lombroso mostra tramite uno studio su 107 pazienti - “genio e follia”
1877 - la degenerazione nelle sue “assurde e oscene” forme di rappresentazione.
I modernisti più coinvolti dall’arte dei malati di mente furono Paul Klee, il dadaista tedesco
Max Enst ( 1891-1976) e Jean Dubuffet (1901-85) il fondatore francese dell’art Brut.

Talvolta Klee ingrandì gli occhi o le teste delle figure e alte altri tratti in schemi ornamentali,
come capelli e ali del suo “angelus novus”, un disegno posseduto da Walter benjamin, per
il quale era un angelo allegorico della storia vista come catastrofe..
Klee, come altri artisti che s’interessano dell’arte dei malati, voleva vedervi un’innocenza
della visione, scoprendosi solo un’intensità che spesso confina con il terrore, terrore del
soggetto perso nello spazio.
Queste prime immagini, collage, furono cruciali per la definizione d’immagine surrealista:
lautreamont è il poeta del XIX secolo eroe del surrealismo, i cui enigmatici versi - bello
come l’incontro fortiuito di una macchina da cucire e un ombrello su un tavolo di
anatomia”.

Il surrealismo

Quando: Breton, Manifesto del Surrealismo (1924) --> non politicizzato


Breton, Manifesto del Surrealismo (1929) --> politicizzato: socialista
Caratteristiche:
- Liberazione dell'individuo dalle convenzioni sociali
- Sogno, follia e ricerca dell'inconscio (influenza di Freud) come fuga dalla
realtà
- L'opera è dettata dalla psiche, dalla mente dell'autore.

Autori: vari precursori (Arcimboldo, Bosch,ecc..)


Salvador Dalì ; Max Ernst ; Renè Magritte ;

Salvator dali es. Film un cane andaluso 1925

1924
Andrè Breton da origine al surrealismo come “automatismo psichico”.
Breton diede il benvenuto a disegni automatici, dipinti di sabbia di Masson, ai quadri
di sogni sgoccciolati e spruzzati di Mirò, ai “FROTTAGES” DI Ernst.
Bretón descrive il “caso oggettivo” come punto d’incrocio di due catene causali, la
prima soggettiva, interna alla psiche umana, e la seconda oggettiva, funzione degli
eventi.
Questa congiunzione non è altro che la struttura stessa dell’inconscio: in cui il
doppio è la condizione formale delle pulsioni. La “ripetizione volontaria”( di un
evento o/e pensiero) scrive freud, rende perturbante ciò che di per se è innocuo, e
ci insinua l’idea della fatalità di una cosa o di pulsioni sessuali laddove normalmente
avremo parlato di un qualsiasi “caso”.

Oggetto come feticcio


Il manufatto tribale evoca il feticcio come oggetto rituale , con una propria vita e un valore
culturale.
Il manufatto del readymade era il feticcio del prodotto commerciale, fatto e venduto
dall’uomo stesso. I surrealisti sono i primi modernisti a studiare attentamente freud. Per
freud il feticcio è un sostituto del pene che manca alla madre. La scoperta di questa
mancanza suscita orrore nel bambino, e lo induce a rivolgersi a surrogati del pene, cioè a
feticci, per mantenere la sua fantasia di integrità corporea, di potere fallico. Secondo
Freud, il feticcio spesso suscita sia ostilità che affezione perche Al di la del desiderio
sessuale che viene trasferito su di esso , è un oggetto intenso.

Man Ray, è stato un pittore, fotografo esponente del Dadaismo.


Pur essendo un pittore è conosciuto soprattutto come fotografo surrealista, avendo
realizzato le sue prime fotografie importanti nel 1918. Sono famose le sue sculture note
come "oggetti d’affezione”: es. Cadeau 1921 è un’opera protosurrealista. È evidente un
richiamo all’organo sessuale femminile ma soprattutto vi è una doppia valenza : dal punto
di vista del rapporto con lo spettatore l’oggetto è aggressivo, ma è stato designato come
regalo: che è al tempo stesso un’offerta fatta e un debito contratto.
Allo stesso tempo ha una duplice valenza dal punto di vista della funzione: i ferri da stiro
lisciano e stirano questo invece strappa e possiede punte falliche.definito da freud come
un oggetto su cui convergono desideri conflittuali.

Meret Oppenheim 1913-85 - colazione in pelliccia


Titolo omaggio al dipinto di Edouard Manet colazione sull’erba 1862.
Colazione in pelliccia è infatti una natura morta con nudo, una spiritosa interferenza
nel rituale del te di un’oscena allusione ai genitali maschili e femminili che giocano
ambiguamente anche sull’erotismo orale.

Nel 1928 Giacometti entrò a far parte del gruppo surrealista. In questo periodo, sul
lavoro a memoria prevalgono l'immaginazione e, spesso, l'inconscio, che conducono
Giacometti alla creazione di sculture assai importanti per l'idea surrealista di oggetto
a funzionamento simbolico.
È vicino alle problematiche esistenzialistiche; non a caso della sua pittura è stato
interprete attento Sartre, che ne ha colto i riferimenti all'inaccessibilità degli oggetti e
delle distanze esistenti tra gli uomini. La scultura sembra una materia
apparentemente informe.
Le figure sono fisse, immobili rigidamente frontali: la cornice che Giacometti
costruisce attorno ad esse ha la funzione di allontanarle isolandole dallo spazio,
creando attorno ad esse vuoto.

nel 1938 si inaugura la mostra internazionale del surrealismo a parigi.


Tra le tante opere, emerge quella di Marcel Jean intitolata “oroscopo” : un manichino con
una decorazione in gesso per la base e le braccia e un orologio inserito sulla sommità
senza testa.
Negli anni 30 l’esposizione era diventata una delle forme principali dell’attività surrealista.
Gli oggetti di queste mostre erano spesso strani, ma le installazioni rimasero piuttosto
convenzionali.
Allo stesso tempo il fatto che le esposizioni del surrealismo proponessero uno spettatore
attivo e partecipativo era più vicino nello spirito a quegli esperimenti avanguardisti che a
qualsiasi forma tradizionale di esposizione con i suoi spettatori passivi e contemplativi.

Forse il contesto politico della guerra civile spagnola rese ancora più evidente il cambio di
stato sociale del surrealismo.
In ogni caso come fece notare Man Ray l’installazione di marche duchamp “1200 sacchi
sospesi al soffitto su una stufa” 1938 , distrusse l’atmosfera asettica che regnava nella
maggior padre degli spazi espositivi moderni.
Un anno dopo, 1939, con la resa della Francia al nazismo, le condizioni dei surrealisti
cambiarono ulteriormente .

René Magritte (1898-1967), grande protagonista del surrealismo, dipinse più volte
durante la sua vita il quadro con la pipa e la sua didascalia;
Il messaggio di Magritte è infondo abbastanza chiaro, ovvero: rappresentazione non
significa realtà, l’immagine di un oggetto non è l’oggetto stesso!
Foucault vide nell’arte di Magritte degli elementi ancora più rivoluzionari rispetto
all’astrattismo di Klee o Kandinskj. Apparentemente lontani, i tre artisti hanno in
comune- secondo il filosofo- l’aver scardinato il sistema gerarchico tra realtà,
rappresentazione e significato.
La riflessione di Magritte ha aperto a operazioni come quelle dell’artista concettuale
Joseph Kosuth (U.S.A. 1945) che nel ’65 espose per la prima volta l’opera Una e tre sedie,
l’accostamento di una sedia, una sua fotografia e l’ingrandimento della pagina di un
dizionario che ne dà la definizione linguistica.

LA METAFISICA in italia

Il termine "metafisica", applicato alla pittura, va inteso come "al di là della fisica"; secondo i
primi artisti metafisici, infatti, l'arte non dovrebbe avere alcun legame con la realtà, poiché
il suo scopo non è rappresentare le cose così come sono ma mostrare il lato insolito e
misterioso che si cela dietro l'apparente banalità della vita quotidiana.
Le caratteristiche chiave sono :
- Descrizione di una realtà che va al di là delle apparenze
- Senso di mistero, allucinazione, sogno
- Immagini statiche: scena fuori dal tempo
- Figura umana solo sotto forma di manichino
- Campiture di colore piatte e uniformi
- Riferimenti filosofici a Nietzsche e alla mitologia greca antica

Giorgio de Chirico (1888 - 1978 Furono due i temi più amati da de Chirico: le piazze e i
manichini.
Le piazze sono spazi indefiniti, talvolta costruiti secondo il principio della spazialità
rinascimentale, illuminati da una luce priva di vibrazioni atmosferiche, con architetture
assimilabili a volumi geometrici, il manichino rappresenterebbe i corpi mutilati dopo la
guerra, senz’anima.
Questo tipo di rappresentazione (il manichino) venne utilizzato anche da Carlo Carrà
(1881 - 1966). La sua "La musa metafisica" dipinta nel 1917.
Giorgio Morandi (1890 - 1964) dipinse nature morte in cui gli oggetti appaiono come
sagome disposte in uno spazio senza prospettiva, private del loro ruolo.

1923/24
Nuova oggettività (Neue Sachlichkeit) in Germania si affermò nel particolare clima del
primo dopoguerra (1923-24) e si concretizzò attraverso una pittura che negava ogni
partecipazione umana, come uno stato di alienazione; in altri casi si risolse in raffigurazioni
di crudele e impietosa ironia, sollecitata dalla messa a fuoco di una realtà scoperta in tutta
la sua autentica verità.
Alcuni dei più importanti artisti furono: O. Dix, M. Beckmann, Georges Grosz, Franz
Radziwill (1895-1983), Rudolf Schlichter (1890-1955), Georg Scholz (1890-1945),
Christian Schad , oppure con una più emotiva presa di contatto con la realtà come nel
caso di E. Wegner, Busak, A. Kanoldt, C. Mense, G. Schrimpf.
 Otto Dix e George Grosz
Il pittore e incisore tedesco Otto Dix combatté nella prima guerra mondiale.
Nel 1919 fu nominato assistente all'Accademia di Dresda.
Sulla sua pittura, sviluppatasi attraverso un tardo espressionismo, affioravano stimoli
dell'arte dada, ma i segni evidenti nella sua pittura suggeriscono l’esperienza bellica che
l'artista rievocò nelle 50 incisioni intitolate Der Krieg, (1932, La guerra).
George Grosz (Berlino, 1893-1959), dopo un’iniziale adesione al Dada berlinese, si diede
ad una feroce satira politica e sociale, espressa nei suoi quadri. aderì alla Nuova
oggettività, proponendo quadri dai disegni semplificati per essere più incisivi, dove sono
rappresentate le sue idee tramite le figure umane e i loro simboli (Le colonne della società,
1926, Berlino, Staatliche Museen).

La bambola oggetto- soggetto


C. Boudelaire in “morale di giocattolo” 1853 riflette sul paradosso di una figura inerte
dotata di una forza speciale, qui a vantaggio del bambino, per il quale il giocattolo
rappresenta non solo “il primo concreto esempio di “arte” ma anche il primo stimolo
metafisico.
Tuttavia questo simbolo puo diventare aggressivo, anche sadico, secondo boudelaire, se il
bambino cerca di cogliere e vedere l’anima del giocattolo, sbattendolo, pestandolo, infine
aprendolo, distruggendolo solo per scoprire la sua assoluta mancanza di anima. “questo
segna l’inizio dello stupore e della malinconia” conclude il poeta.
La bambola appare nel costruttivismo, futurismo, e Bauhaus come figura lucente, super
uomo.
Mentre nel surrealismo, nuova oggettività e dada appare come un insieme di frammenti,
parti discordanti.

1925
Il cinema d’avanguardia
Il cinema diventa estratto : elaborazione tra pittura e musica da Kandinskij a wagner.
In effetti quello che gli artisti fanno, è concepire arte e musica come unica cosa.
vikings Eggelings, sinfonia diagonale 1921-24 realizzato tramite una sequenza di
disegni che lui realizzava e poi copriva le parti che non servivano con la carta stagnola-
una sorta di sottrazione nell’addizione delle sequenze d’immagini, nel montaggio finale.
Come fece notare richter, eggelings ha cercato di scoprire le coppie di opposti: luce contro
oscurità, piccolo contro grande.
Anche hans Richter realizzò nel 1921, Ritmo 21- e poi- ritmo 23 (1923), ritmo 25 (1925).
I due artisti, erano molto vicini al movimento de Stijl, infatti teo van doesbrurg, capofila del
gruppo, fece loro visita a Berlino nel 1920.
Ludwig hirschfeld- Marck- membro della Bauhaus, realizza uno spettacolo multimediale
“sonatina di colori in 3 parti- giochi di colori riflessi” 1925, in cui venivano proiettate forme
geometriche attraverso filtri ottici su uno schermo trasparente, tutto con
accompagnamento musicale.
Latzo- Moholy nagy esponente della bauhaus nel suo “pittura, fotografia film” esprime
questa “smaterializzazione dell’arte.
Fernand Leger e dudley murphy, realizzarono nel 1924 “balletto meccanico”. Il film
inizia con un cartone animato di Charlie Chaplin, poi si sposta su una sequenza di
khaterine Murphy , ogni persona e cosa prende a girare, riprese al contrario in un
movimento delirante. Balletto meccanico diventa una danza di analogie tra geometrie
astratte, parti meccaniche, oggetti quotidiani e presenze di arti umani.
Leger fu un pioniere della pittura astratta: i suoi dipinti si basavano su aspetti della vita
moderna, infatti la tendenza di leger era quella di rappresentare i corpi come macchine,
l’ambiente urbano come panorama meccanico di prodotti e persone frammentate. Leger
rappresenta “l’effetto sorpresa”/ schock di questo spettacolo.
Sergei Esenstei (1898-1948) aveva proposto la teoria del montaggio come un sistema di
attrazioni, che porta il cinema fuori dalla pittura e musica, una teoria che mise in pratica
con la “corazzata potemkin”.

1926
L’arte dei detriti arte e vita
Kurt Schwitters fu uno dei primi importati interpreti di tale poetica. Nel 1919 optò per
designare l’insieme dei propri lavori a partire con la radice “Merz” (perduto), una sillaba
tolta dalla parola “Kommerz” che aveva casualmente tratto da una pubblicità della
kommerz bank di Hannover vista passeggiando per la sua città natale. Cosi dalla radice
Merz nascono diverse combinazioni : merzbild, merzbühne, MERZBAU( costruzione della
sua casa) . L’impiego ricorrente del termine designa l’assemblaggio a fini artistici di tutti i
materiali immaginabili. La pittura Merz si serve dunque a tutti quei materiali visibili per
l’occhio e di tutti gli strumenti utilizzabili.
Schwitters divenne amico con El lisinckij e con il costruttivismo e produttivismo russo negli
anni 20; invitò lisinskij a diventare designer e coeditore del numero 8/9 della rivista Merz
pubblicata nel 1924.
Da allora entrambi gli artisti trasformarono le loro opere da pittura, scultura fino a spazi
architettonici.
Lisinskij : stanza espositiva alla landesgalerie, Hannover 1927-28
Schwitters: merzbau di Hannover :tentativo di costruire uno spazio rituale, sotto forma di
bau- caverna cioè costruire una tana con oggetti, strutture e materiali quotidiani.
Tristan Tzara nota che schwitters raccoglieva per strada oggetti disparati e assurdi,
l’artista pero sosteneva che la materia non conta poiché ciò che conta è darle la forma.
Nel 1927 lo studio dell’artista divenne inutilizzabile e il Merzbau finì per invadere il
complesso della casa. Inoltre SCHWITTERS non mirava ad una forma completa e
definitiva, la pratica dell’opera in continua evoluzione rovescia il dogma stesso della
creazione.
Negli anni 50 l’estetica dello scarto conobbe un grande ritorno d’interesse, al punto che
negli stati uniti compare un nuovo termine per qualificare opere elaborate a partire da
materiali di recupero- junk sculpture.

Wladislaw Strzeminski, La sua ricerca pittorica, si concentra sull'unismo, teoria artistica


fondata da lui stesso, ma che non ebbe un grande successo..
Tra il 1926 e il 1929 eseguì opere basate generalmente su due colori e tonalità. In alcune
sue composizioni (1930-34) la superficie pittorica è coperta da colori vibranti che
sembrano anticipare le ricerche ottico-cinetiche. Dopo la seconda guerra mondiale S.
insegnò fino al 1950 all'Accademia di Łódź.

1933 black montain college stati uniti


poco dopo la chiusura del bauhaus a Berlino, venne aperta negli stati uniti la “black
montain college”da un piccolo gruppo di artisti tra cui Joseph Albers.
Dal 1944 al 49, Albers curò le sessioni estive con diversi artisti e scrittori anche estranei ai
suoi gusti e insegnamenti: il compositore jhon Cage , il ballerino - coreografo Merce
Cunningham , il fotografo harry Callahan.
Albers e Cage privilegiavano la “soggettività espressiva” (com’era rappresentata da alcuni
espressionisti astratti che passarono per il black montain college: de Kooning, Kline ,
Greenberg).
Latzo Moholy nagy e Albers, radicalizzarono l’insegnamento del design e del colore cosi
come entrambi conservarono la concezione del bauhaus e la trasformarono con altri
modelli di avanguardia.

1943- harlem Renaissance - movimento artistico afro-americano - America


Promosse l’esperienza dell’arte negra in varie forme d’arte :
Fattori principali
1. Grande migrazione tra le due guerre mondiali- più di due milioni di africani migrarono
dal sud rurale verso il nord urbano
2. Attivismo radicale del giamaicano Marcus Garvey 1887- 1940 e della sua UNIVERSAL
NEGRO IMPROVEMENT ASSOCIATION fondata nel 1914.
3. Altro interesse che alimentò il movimento, fu l’interesse dei modernisti europei per
l’arte africana “primitiva” e per la danza e la musica afro- americana, in particolare per
lo spiritual e il jazz.

Il fotografo James Van Der Zee il primo cronista dell’ Harlem degli anni dal 1920-1940,
realizzo le immagini più significative del periodo.
Van Der Zee realizzo ritratti di abitanti di Harlem che catturarono lo stile, l’ottimismo e
orgoglio di questa nuova identità urbana.
Il fascino della cultura afro americana crebbe a partire dal 1917 con la produzione di una
grande quantità di musica e spettacoli con argomenti e attori negri.

Dopo il crollo della borsa del 1929 venne annunciata la grande depressione - new york.
Cosi molti artisti vennero privati del sostegno economico per realizzare opere d’arte ma
alcuni ricevettero supporto dalla WPA- works project administration.
Come jabob Lawrence che nel 1940-41 realizzo il dipinto considerato uno dei più
importanti della WPA - “La migrazione del negro americano”.
Norman L. Lewis fu un altro artista che comincio a dipingere durante gli anni 30 a Harem -
dove abbandono l’immaginario realista per diventare l’unico espressionista astratto- afro
americano.
L’energia innovativa dell’Harlem Renaissance declino dopo la seconda guerra mondiale.

1945/ 46 — europa -
ARTE INFORMALE
A seguito delle enormi devastazioni e sofferenze portate dalla seconda guerra mondiale,
nemmeno gli artisti hanno più certezze.
L'informale è una concezione ribelle dell’arte che non va intesa come “non forma” ma
con il modo di intervenire direttamente sulla materia con un segno espressivo e un gesto
spontaneo.
L'informale Europeo non è una forma di astrattismo perchè la figura è ancora presente e
distinguibile. Tuttavia l'artista conserva il significato di ciò che è rappresentato, ma ne
modifica la forma secondo le proprie emozioni.
Da quì la definizione di informale, cioè di ciò che non rispetta la forma tradizionale.
È possibile fare una distinzione tra pittura materica e pittura segnica. La prima consiste
nell'accumulo di materia, la seconda è basata sull'importanza dell'impronta calligrafica. A
queste due, bisogna poi aggiungere lo spazialismo (L.fontana) L'arte informale è
considerata una tendenza rivoluzionaria perché ora l'osservatore può interagire. L'artista
desidera quindi che il suo capolavoro prenda vita ed esca dall’ordinario.

Jean Fautrier - arte informale - realizza Ostaggi tra il 1942-45 - Parigi


Realizza una serie di dipinti che chiama : Ostaggi, un nome che riflette, da una parte,
la drammatica situazione della storia nel periodo bellico, dall'altra, parallelamente, una
condizione esistenziale dell'uomo novecentesco.
La materia, che è la vera protagonista negli Ostages, è infatti capace di evocare l'idea
della carne ferita e straziata.
La serie dipinta, subisce al suo interno una evoluzione che Fautrier stesso chiama
“defigurazione”,: trattandosi della rappresentazione dei volti straziati, l’artista si allontana
progressivamente dalla descrizione fisiognomica.
Anche il rapporto diretto che l'artista instaura con l'opera, diventa una esperienza di tipo
comportamentale, e non di tipo ottico-contemplativo;
infatti l'artista non pone il quadro sul cavalletto, ma sopra un tavolo, attorno al quale può
muoversi e creare l'opera, che si configura come il risultato di varie stratificazioni della
materia e dell'esperienza.
i meriti più grandi di Fautrier sono stati quelli di realizzare un'arte di autentica, istaurando
un profondo legame su due livelli: quello dell’uomo come soggetto dell’opera. e quello
della tecnica, nel diretto rapporto che l'artista instaura con la materia.

Jean Dubuffet fa parte di quegli artisti dell’arte informale.


nel 1945 inizia il suo vero e più sentito percorso artistico, quando teorizza e introduce il
concetto di Art Brut, essa- raccoglie e idealizza l’arte dei malati di mente, i disegni
infantili, l’arte popolare.
essa introduce trasgressione e rottura nei suoi spazi culturali.
Dubuffet cercava di eliminare la differenza tra normale e anormale, attraverso i disordini
dell’immagine del corpo, Dubuffet evoca un senso schizofrenico.
La materia rimane comunque la forma principale di espressione.
“Brut” nel senso di rozza, grezza opposto a raffinata e colta.

a) Georges Mathieu
1) Spremeva direttamente di tubetti sulla tela (come Van Gogh)
2) Dipingeva il più rapidamente possibile per non dare spazio all'azione della mente
3) Importanza al gesto dell'artista (come nell'espressionismo astratto statunitense)
b) Jean Fautrier
1) Fondo della tela fatto di un impasto di colla e colore bianco, simile a intonaco, con
aggiunta di polvere di pastelli e cera
2) Soggetti macabri e inquietanti, con riferimento alle persecuzioni naziste.
c) Jean Dubuffet
Interesse per l'arte primitiva, dei malati e bambini, priva delle influenze della ragione
e della società.
a) Giuseppe Capogrossi
1) Uso di un simbolo personale: il tetradente con segno nero marcato, che denota
affermazione e forza di volontà
2) Colore netto, a campiture piene, monocromatico
b) Arnaldo Pomodoro
1) Realizza sculture in bronzo
2) Sfere aperte, all'esterno lisce e lucide, all'interno scabre e ruvide, simbolo del
contrasto presente nell'animo umano
c) Alberto Burri
1) Utilizza materiali e tecniche nuove per la scultura: sacchi di juta, catrame, prodotti
di scarto, acrovinilico su cellotex (cioè vinavil su celofan), talvolta bruciandoli.
3) Crea il grande Cretto di Gibellina, cioè ricopre le macerie della città di Gibellina
con cemento bianco, simbolo della , e poi vi scava dei solchi. E' definita anche Land
Art.
2) I materiali utilizzati non sono posti in modo casuale, e non hanno un valore di
sfida, di ribellione, di irriverenza, ma sono utilizzati con armonia, studiatezza e
geometria

Lucio Fontana (percorsi individuali)


1) Personaggio eclettico e ribelle, vicino ai giovani. Produce varie opere d’arte:
dipinti, sculture, terracotte.
Lo Spazialismo è una corrente che si interessa di esplorare lo spazio in tutti i suoi
aspetti, utilizzandolo in modo nuovo, ricorrendo a strumenti nuovi
3) Unione di pittura e scultura: taglia le tele, in modo creare un dipinto in 3D.

D) Francis Bacon (percorsi individuali)


1) Alcolizzato, disordinato, omosessuale, ribelle
2) Interesse per il corpo umano, non inteso come figura unitaria, ma disgregato in
parti e in smorfie. Per questo può essere considerato informale: l'uomo c'è, ma è
rappresentato in modo nuovo
3) Ricorso a temi sacri, come dipinti di quadri a trittico, cioè tre quadri con temi
simili, come nei trittici sacri, o di papi. Tuttavia la rappresentazione religiosa serve
per riaffermare la brutalità e la materialità del mondo, non per esaltare il sacro

Moore
1) Rifiuto della concezione classica della bellezza
2) Riferimento a arte messicana, sumera, e comunque non europea
3) Dare alle opere una forte vitalità
4) Interesse a mostrare il materiale con tutte le sue caratteristiche, e a non
nasconderlo dietro a una fine lavorazione.
b) Calder
1) Utilizzo di fil di ferro per rappresentare fari oggetti, tra cui i personaggi di un circo
2) Sculture ramificate di ferro, senza un basamento unico, ma magari appesi al
soffitto o poggianti su più piedistalli.
3) La scultura è dinamica, non fissa, e non è più simbolo di valori immutabili.
F) Bruno Munari (percorso individuale)
1) Personaggio eclettico: scrittore, pedagogo, pittore, scultore, designer
2) Carattere allegro e libero, non ribelle o tenebroso
3) Crea le Macchine Inutili, per criticare la fiducia cieca del futurismo nel progresso
4) Pedagogia: crea dei giocattoli per bambini (Scimmietta Zizì) che possono essere
modellati: è il precursore del giocattolo interattivo moderno. Inoltre crea scuole d'arte
per bambini, che lasciano grande libertà al bambino, e non gli impongono forme
canoniche
Espressionismo astratto 1946 - stati uniti
il termine “espressionismo astratto” si deve ad Alfred H. Barr Jr. che lo coniò nel
1929 a commento di un quadro di Vasily Kandinsky. Successivamente fu ripreso per
essere applicato all'arte americana degli anni quaranta dal critico Robert Coates nel
1946.
Nella sua genericità, il termine "Espressionismo Astratto" ha il pregio di evidenziare due
attributi fondamentali di tutta la corrente:
• il ruolo centrale assegnato all'individualità dell'artista
• lo sviluppo di un linguaggio pittorico di tipo astratto
l'artista, che si pone in una condizione di rischio: mette in gioco la propria esistenza
in senso psicologico e spirituale. Luogo di esistenza dell'artista e dell'arte è il
quadro: spazio libero da convenzioni estetiche, in cui l'artista convoglia le proprie
emozioni e la propria energia vitale..
Caratteristiche:
1) Grande dimensione delle opere
2) Superfici piatte, perchè c'è l'abolizione di ogni forma di profondità e prospettiva
3) Importanza data al gesto dell'artista che dipinge
4) Rifiuto di tutto ciò che era accademico (diagonali, prospettiva, pittura tonale...)
5) Gli artisti esprimono le loro emozioni (espressionismo) attraverso dei dipinti di
carattere astratto (astratto).

Color field
Autori: Rothko, Reinhardt
Caratteristiche:
1) Grandi campiture di colori monocromi
2) Espressione di emozione controllata, posata, non forte e vigorosa come nell'
Action Painting
3) Senso di staticità e di immobilità della pittura
• un indirizzo contemplativo, che si caratterizza per il rilievo dato alla componente
spirituale contemplativa del dipingere. Si manifesta attraverso enormi tele con vaste
forme fluttuanti, ampie stesure monocromatiche, che conferiscono un'atmosfera
meditativa all'ambiente in cui sono collocate. I principali interpreti sono Mark
Rothko, Adolph Gottlieb, Clyfford Still, Barnett Newman, Ad Reinhardt.
Rothko, Clyfford Still o Newman approdano al “color field” 1955 una pittura emotiva
formata da ampie stesure di colore in cui la traccia del gesto sembra avere un’importanza
meno decisiva.
M. Rothko dispone strati di colore, introduce anche il Mith-maker genere artistico che
rivela l’attenzione al “mito. tuttavia anziché illustrare le mitologie consacrate, esso crea
“nuovi miti sostitutivi”:
i soli temi validi sono quelli che hanno un carattere tragico e atemporale, in stretta
connessione con l’arte primitiva e arcaica, privilegia la superficie e forme piane del quadro
perché distruggono l’illusione e rivelano la verità .
Clyfford Still I suoi dipinti hanno un carattere visionario, accentuato dai contrasti di colore:
la forma astratta diventa una metafora per indicare un dato molto realistico, ovvero la
fusione dell’io con la natura.
Le Zip di Barnett Newman (padre del minimalismo) raddoppiano le verticali del quadro:
essi attraversano i vasti campi cromatici, ; Newman spinge la colorfield quasi al
minimalismo , Le zip tagliano e allo stesso tempo uniscono lo spazio e creando una zona
infinita.
L’arte astratta ha rappresentato in questo senso un passaggio decisivo impegnando la
pittura a esercitare, con mezzi propri, una lettura autocritica.
Il color field di Newman elimina infine ogni disegno estrinseco, contiene un mondo senza
fine, all’interno dei propri confini.
Il problema tra il “che cosa” e il “come” (prima in Kandinskij dello spirituale nell’arte) si
riaffaccia negli stati uniti negli anni 40 , i dipinti che realizza Newman in questo momento
cercano di dare forma ai sentimenti di fondo dell’uomo, di esprimere il volto
dell’inconoscibile.
Inoltre il modo di vedere il quadro “in verticale” era fondamentale per Newman - e cosi
anche le zip- le sue opere rappresentano l’asse verticale del nostro corpo, la nostra
situazione di fronte a ciò che guardiamo. Newman ci parla della “presenza” nostra e del
quadro, dello spazio e del tempo come una “sensazione” che noi stessi abbiamo, ci
coinvolge permettendoci di entrare nel sublime.

Ad Reinhardt, membro dell’AAA (american abstract artist) , dopo le sue abstract


paintings degli anni 30, adottò una tecnica più libera. Alla fine degli anni 40 i suoi quadri
sono assolutamente all-over , negli anni 60, negli ultimi suoi anni di vita, si dedicò alle
cosiddette “pitture nere” , la monocromia ebbe infatti dei seguaci, e la ricerca di purezza
essenzialità venne gettata alle ortiche.
Nonostante venisse solitamente incluso tra gli esponenti dell'Espressionismo astratto, egli
prese le distanze da essi, e divenne tra i più influenti artisti della successiva corrente del
Minimalismo.

Action painting
• un indirizzo di pittura gestuale, che si caratterizza per il rilievo dato alla
componente emotiva motoria del dipingere. Si manifesta attraverso pennellate e
sciabolate piene di energia.
• Queste sgocciolature (Dripping) e spruzzi di colore, che possono suggerire un'idea
di lotta o di danza. Principali esponenti sono Jackson Pollock, Willem de Kooning,
Franz Kline e Robert Motherwell.

Jackson Pollock
1) Uomo sregolato, ribelle, 2) Dripping: lasciava gocciolare la pittura dal barattolo o
dal pennello sulla tela orizzontale
3) Action Painting: l'opera nasce da liberi gesti dell'artista, che venivano compiuti
con tutto il braccio, 4) all-over: non esiste più un centro e una periferia della tela.
Ogni sua parte ha
uguale valore, e la tela può idealmente continuare anche oltre i suoi bordi fisici.
Jackson Pollock nel 1947 introduce in America una modifica importante ai processi
pittorici: il dripping, arte che diventa emblema dell’action painting.
(Metodo gia utilizzato dai surrealisti es. Max Ernst.)
Andrè Masson e jackson pollock pervengono all’automatismo psichico cioè liberare/
scaricare la psiche attraverso il gesto del corpo.
Il pittore non si accosta più al cavalletto, la tela si stende sul pavimento e come un rito
nativo americano l’artista cammina intorno, da tutti e quattro i lati attraverso una pittura
fluida che con l’azione del colore si modifica vivendo una vita propria.
NAMUT è un fotografo che riprende pollock nel suo fare pittorico. Le opere vengono viste
a Tokyo dando inizio al gruppo GUTAJ.
secondo Clement Greenberg, pollock introduce una struttura ancora può importante
ovvero la tecnica“all-over” che rende ogni elemento e zona del dipinto equivalente
nell’accentuazione e nell’enfasi. Secondo Greenberg le origini della tecnica all-over
risalgono alle Ninfee di Monet .
Nel 48 ,con la guerra fredda ,l’avvio del piano Marshall e i drip painting di pollock vi è un
cambio di opinione da parte dello stesso critico Greenberg. L’asse artistico si sposta da
Parigi a new york (successivo alla 2 guerra mondiale) osservando come la conquista di
leadership da parte degli stati uniti era sì dovuta alla potenza economica americana ma
ancor di più al carattere innovativo delle opere e alla qualità dei commenti critici.
Greenberg fu grande sostenitore di Pollock, il critico considerava le opere dell’artista come
grandi “matasse” in cui si perdeva il punto focale o centro competitivo dell’opera.
L’idea di pollock era quella di ricadere sull’astrazione delle immagini dell’inconscio, della
memoria (freud) o astrarre immagini archetipiche (jung) dando forma alle opere figurative
negli anni 30- 40-
Successivamente, coprì , sotto i grovigli di sgocciolature, come forma di negazione ,
quest’arte figurativa.
Secondo un altro critico T. J. Clark, l’arte di pollock fallisce sempre in se, perche la sua
capacità di continuare vacilla quando non può più immaginare un fuori dalla figurazione.
Questo accade nell’estate del 1950, quando i suoi quadri sempre più grandi e sempre più
apparentemente autorevoli, si sottomettono completamente alla metafora dell’unicità.

Pollock e De Kooning subordinano la materia pittorica a una gestualità intensa, a tratti


violenta.
De kooking dice che la rappresentazione figurativa è un modo/forma in cui si può
esprimere la gestualità e i sentimenti es. serie Women, 1953 realizza una serie di dipinti
sul tema della donna al Sidney Janis Gallery, questa serie sopraggiunse quando l’arte
astratta, che aveva rappresentato un’enorme liberazione, tendeva a trasformarsi, sotto
l’effetto della routine e del dogmatismo in un pesante sistema di regole.

Gruppo CO.BR.A. 1948-50


è stato un movimento artistico d'avanguardia europeo attivo dal 1948 sino al 1951. Il nome
fu coniato nel 1948 da Christian Dotremont, facendolo derivare dalle iniziali del nome delle
città dei vari componenti: Copenaghen, Bruxelles, Amsterdam.
La principale caratteristica del gruppo CO.BR.A risiede nella pittura semi-astratta,
utilizzando colori molto brillanti, violente pennellate e figure umane distorte, ispirate all'arte
primitiva, ed ai motivi fantastici e grotteschi caratteristici della cultura nordeuropea, molto
simile all'Action Painting americano.
Questo gruppo è considerato una pietra miliare dell'Espressionismo astratto europeo e
svolse un ruolo importante per il superamento del contrasto figurazione-astrazione tipico di
quegli anni.
Il questa luce cobra, puo essere visto come un intervento del dibattito che coinvolse Jean
Paul sarte : esistenzialismo , e Martin Heidegger: l’uomo aveva umanizzato il mondo in
modi pericolosi.

Independent Group (IG) 1952-55 - londra


è stato un gruppo di artisti inglesi attivo dal 1952 al 1955, legata all’istituto d’arte
Contemporanea (ica).
L’Independent Group era composto da pittori, scultori, architetti, scrittori e critici che
rivalutarono il modernismo e riscoprirono l'estetica dell'"oggetto trovato" tipico dei dadaisti.
Il gruppo, suscitò un rinnovato interesse nell'età post-disciplinare e fu il precursore del
movimento Pop art britannico. Il loro punto di ritrovo era l'Institute of Contemporary Arts
(ICA) di Londra, all'interno del quale tennero le loro sessioni artistiche.
Eduardo Paolozzi uno dei più influenti artisti, proiettò diverse immagini tratte da riviste
americane con l'ausilio di un episcopio. Queste figure, composte da pubblicità, fumetti e
grafiche, erano state raccolte quando Paolozzi soggiornò a Parigi dal 1947 al 1949.
Fra le varie tematiche affrontate vi fu il fascino per i mass- media, la fantascienza/
tecnologia, il design e la cultura popolare.
L’uso della riproduzione fotografica e della frammentazione della visione ricordava le
installazioni del costruttivismo, futurismo, surrealismo, il Bauhaus e il dada.
Mentre L’indipendent Group affronto il sorgere della società dei consumi- come canali
aperti al desiderio , allo stesso tempo “l’internazionale situazionista” guidata da Guy
Debord, vide nella società di massa uno “spettacolo” chiuso che aveva trasformato la
nostra stessa alienazione in tante merci di consumo.
Debord raccoglie le analisi della cultura capitalistica nella “società dello spettacolo”- una
società rivolta all’immagine e al consumo.
Programma dell'Internazionale situazionista è il creare situazioni, definite come momenti di
vita concretamente e deliberatamente costruiti mediante l'organizzazione collettiva di un
ambiente unitario e di un gioco di eventi. Le situazioni vanno create tramite la deriva, la
psico-geografia, l’urbanismo unitario e il detournement.
Letteralmente la deriva è una reinterpretazione degli spazi e simboli urbani ed è parte
della strategia centrale della pratica situazionista : il detornement significa deviare, in
questo caso deviare immagini testi e avvenimenti rubati verso punti di vista, interpretazioni
e situazioni sovversive.

Una parentesi: l’arte “sull’arte”


La nozione di “arte per arte" si sviluppa attraverso il concetto di “un’autosufficienza
dell’arte” essa viene privata di contenuti correlati con il mondo, di ogni utilità sociale,
esclusa dai rapporti con una qualunque trascendenza, per concentrarsi su se stessa.
L’astrazione contribuisce a sviluppare questo concetto, in particolare con la monocromia
considerata ultima tappa del processo di decantazione.
Robert Ryman è un artista che suggerisce un nuovo modello concettuale; egli rifiutava
ogni confronto tra soggetto e contenuto affermando che la questione non è mai cosa
dipingere ma come dipingere. Il contenuto dell’opera diventa allora l’insieme delle
procedure utilizzate. Il termine “lavoro” designa l’insieme tra l’attività artistica e il risultato
ottenuto (l’opera in se) ciò comporta ad una sconsacrazione dell’opera d’arte.
La logica del lavoro prevede l’uso da parte dell’artista di una tecnica seriale, quest’ultima
evita un atteggiamento puramente contemplativo dell’opera chiamando a se l’intera nostra
memoria, inoltre gli artisti concordano nel lasciar trasparire le manipolazioni alle quali i
materiali sono stati sottoposti.
Tra le figure più rappresentative del radicalismo astratto : la grata bidimensionale,
geometrica, ordinata afferma nel suo essere anti naturale, l’autonomia dell’arte.
Il quadrato e i suoi derivati partecipano di un’analoga valorizzazione dei segni in cui si
riconosce la modernità artistica, dal quadrato nero di malevič agli ultimate paintings di
reimhardt .
L’astrazione serve a camuffare la figurazione per meglio de- figurarla, pero nel corso dei
decenni, essa rappresentò un’opportunità come tante, un terreno di ricerca al pari di altri.
I quadri di Peter Halley “yellow prison with underground conduit” rappresentano delle
prigioni, delle celle e dei muri, cosi come l’arte sempre moribonda ma mai morta.
Gerhard Richter assegna alle opere figurative e alle opere astratte una finalità analoga :
Entrambe concorrono a una conoscenza del mondo creando modelli senza i quali
ignoreremmo tutto della realtà e saremo ancora a uno stadio animale. L’arte astratta offre
all’artista la possibilità di rendere percepibili “realta che non possiamo ne vedere ne
descrivere ma di cui possiamo intuire l’esistenza. Si è spesso portati a designare la pittura
astratta con nozioni negative: come ignoto e incomprensibile ma essa è anzi un tentativo
di preservare le ambizioni, anch’esse di varia natura, dell’arte del passato.
Ad Reinhardt, membro dell’AAA (american abstract artist) , dopo le sue abstract paintings
degli anni 30, adottò una tecnica più libera. Alla fine degli anni 40 i suoi quadri sono
assolutamente all-over , negli anni 60, negli ultimi suoi anni di vita, si dedicò alle
cosiddette “pitture nere” adottando la griglia e il monocromo.
Nonostante venisse solitamente incluso tra gli esponenti dell'Espressionismo astratto, egli
prese le distanze da essi, e divenne tra i più influenti artisti della successiva corrente del
Minimalismo.
L’antropologo francese Claude- levi -strauss fu compito dal genere della ripetizione delle
griglie e del monocromo e spiegò come la “ripetizione” del medesimo formato riguarda la
forma semplice che crea nello stesso tempo una contraddizione interna.
Anges Martin sviluppo a partire dal 1963 una tecnica per lo più oggettiva, con l’utilizzo di
griglie su tele: la griglia creò l’idea di sublime attraverso l’idea di espansione di unità senza
limiti, che è sempre in grado di generare associazioni metafisiche e trascendentali, inoltre,
Martin crea una relazione tra spirituale e materiale per generare un altro tipo di senso
detto “strutturalista”.
in altre parole, le tele si dissolvono, man mano che ci si allontana dall’opera, si crea cosi
una sorta di atmosfera luminosa che si sostituisce alla materia della griglia irregolare. Una
presenza sempre accompagnata dalla sua assenza.
Robert Ryman va nella direzione della “materia”. Ryman sfida la nozione di immensità
spaziale. Le sue opere sono viste come una serie di operazioni passate che possono
essere ricostruite nel presente.

Robert Raushenberg
Tra il 1953 ed il 1954, Rauschenberg si è mosso dai dipinti monocromatici delle serie
"White Painting" e "Black Painting", alle serie, "Red Painting”.
Rauschenberg trovava oggetti che lo interessavano per le strade di New York City e le
portava al suo studio dove potevano diventare parte integrante del suo lavoro.
Queste opere transitorie, condussero alla creazione di "Combines" realizzati intorno al
1954-62. Qui iniziò ad incorporare oggetti come sciarpe, nastri comici e parti di fasulli
cornicioni architettonici.
Uno dei primi "Combines", realizzato nel 1955, dal nome, “Bed” venne creato
sgocciolando pittura rossa attraverso un piumino. Il piumino più tardi veniva disteso e
mostrato come se fosse un'opera d’arte. più recentemente i critici e gli storici d'arte
vedono le "Combines" come portatrici di messaggi codificati.
Helsworth Kelly
Il percorso di Kelly fu simile a quello di Rauschenberg: quello di aprirsi alla non-
composizione.
Cage che nel 1949 vide le opere di Kelly parlo del “caso” come altro modo per evitare la
composizione.

Frank Stella debuttò alla mostra “sedici americani “ al MOMA nel 1959. Le sue opere
conservano le strisce delle bandiere di Johns ma abbandonano il suo simbolismo.
Pian piano le sue opere divennero degli “ibridi” ne pittura ne scultura. Il suo desiderio era
dipingere opere sulle quali “non si potesse scrivere nulla”; desiderava per parte sua
cancellare qualsiasi traccia di simbolismo.

New Dada Americano 1950/55


L'accostamento eclettico di oggetti e l'effetto di spiazzamento che ne deriva presentano
analogie con il Dadaismo, in particolare con i "ready-made" di Marcel Duchamp e i "Merz"
di Kurt Schwitters. Questo legame di parentela ha indotto a definire il lavoro di
Rauschenberg e del collega Jasper Johns "New Dada".
Il New Dada americano (il movimento ha protagonisti anche in Europa), con i suoi
maggiori rappresentanti, Rauschenberg ( vuole introdurre la vita nell’arte) e Jasper
Johns, rimane tuttavia profondamente legato all'opera e non ha la carica ironica e
dissacratoria tipica del Dada; in tali artisti l'oggetto utilizzato nel quadro ha l'evidente
oggettività della realtà viva, ma si trasforma sempre totalmente in pittura o scultura, anche
se costituita da oggetti neutri o da simboli stereo l’artista costruisce semplici artefatti che ci
propongono di vivere l’esperienza empirica di un confronto con la loro realtà fisica, inscritta
nello spazio reale in cui ci muoviamo.
Jasper Johns fu il massimo esponente del new dada americano.
I suoi combine-painting (1930 / "Bandiera", 1955; "Three Flags", 1958; "Numeri colorati",
1959) bandiere e bersagli, sono la rappresentazione di simboli propri della società
contemporanea; nel caso della bandiera degli Stati Uniti, oggetto che, avendo perso nello
stereotipo corrente la sua forza rappresentativa, egli gli fornisce una rinnovata identità. Lo
stesso lavoro compie jhons, su altre immagini banali e consuete di cui rivaluta il cliché
visivo ormai privo di contenuto, per eccessiva familiarità. La rappresentazione dell'oggetto
però coincide in toto con la pura pittura; l'oggetto diviene, sulla tela, pittura astratta e
figurativa al contempo.
Johns impiega diversi ordini di segni: visivi - verbali, pubblici e privati, simbolici e indicali
(cioe realizzati attraverso il contatto fisico come le impronte digitali e le fusioni in gesso).
Le immagini ambigue come il bersaglio o le bandiere rimandano alle provocazioni di
duchamp, in cui vi è un carattere sovversivo dell’immagine, adesso nelle opere di Johns
trattate come oggetti.
Una pittura che risulta gestuale, impersonale ma anche autoreferenziale, allusiva
dell’immagine, pittorica e letterale nell’associazione.
Nelle opere di Jhons , steimberg (critico) fa notare come vi è A.- spostamento “post-
moderno” d’interesse: dalla natura alla cultura B- vi è un’estetica dell’indifferenza:
atteggiamento senza partecipazione o anti-soggettivo.
Naturalmente il suo linguaggio di segni della cultura di massa, anticipano la Pop Art.
Pop art
È un movimento artistico si sviluppa nel mondo occidentale nel dopoguerra. In quel
periodo entrano in gioco nuovi oggetti per esempio: automobili utilitarie, poster, frigoriferi,
lavatrici, cibo in scatola, detersivi e bevande confezionate. Tutti questi oggetti diventano i
nuovi simboli della società consumistica in cui nasce la Pop art.
A differenza degli altri movimenti artistici che si sviluppano in questo periodo come per
esempio il fenomeno dell'Happening e il New Dada, la Popular Art si allontana da ogni
forma di critica e si sofferma solo sulla realtà.
Perciò l'ambiente urbano in cui questa nuova forma di espressione si sviluppa è un
ambiente caratterizzato dalla psicologia dello spreco e del consumo che portano al
mutamento della struttura sociale nei paesi industrializzati dove si sviluppa una cultura
di massa e infatti le opere non sono altro che prodotti commerciali.
Possiamo definire questa corrente artistica come arte realistica, dove la società
attraverso la comunicazione dei mass-media attribuisce un valore rassicurante nella
coscienza collettiva tramite oggetti che sono sottoposti a un processo di venerazione da
parte del consumatore.
Parallelamente si sviluppa il pensiero di Marshall McLuhan il quale sosteneva che
nell'evoluzione della comunicazione proprio i mass-media sarebbero stati fondamentali e
afferma che siano proprio gli artisti che debbano concepirne i cambiamenti.
Da un lato la creazione artistica divenne meccanica, dall'altro vennero recuperate le lezioni
delle principali avanguardie del Novecento: dalle provocazioni del dadaismo che per primo
mescolò arte e realtà, ai collage di foto o immagini pubblicitarie di sapore ancora cubista,
fino agli happening o gesti teatrali, in cui l'artista crea l'opera d'arte direttamente davanti
agli spettatori, lasciando spazio all'improvvisazione.
Il tema principale dell'arte Pop è l'angoscia esistenziale della società dei consumi, in
cui l'uomo rappresenta il consumatore. L'interesse dell'artista è rivolto alle immagini e alle
raffigurazioni della vita quotidiana dell'uomo e al mondo artificiale in cui vive costituito da
infiniti prodotti industriali d'uso comune e dai mezzi di comunicazione di massa (tv,
radio...). Nelle opere viene mostrato un mondo colorato, pieno di allegria che in realtà
nasconde l'ansia e l’angoscia.
Nelle loro opere, gli artisti pop non fanno mai trapelare un giudizio personale.Come
abbiamo già detto gli artisti Pop rappresentano spesso fotografie o riproduzioni di
materiale ricavato dai mass-media perciò sottraggono al comportamento della società i
vari codici e meccanismi per raffigurarli attraverso l’arte.
Roy Lichtenstein ad esempio, copia immagini stampate, le adatta ai parametri pittorici.
“ricompone” le immagini per sfruttarle retoricamente. Non solo le immagini appaiono
filtrate, ma il nostro modo di leggerle è diventato una specie di “scansione”.

Claes Oldenburg appartenente alla corrente della pop art.(dissacra l’opera


d’arte) La sua ricerca artistica si concentra sul consumismo nella società americana
contemporanea soprattutto per quanto riguarda quello legato al cibo. dissacra l’opera
d’arte, o meglio smonta. Lega il cibo al benessere: nella cultura americana degli anni 60
più il cibo era artificiale più era buono. Allo stesso tempo l’artista propone cibi a grandezza
dilata o ridotta per provocare nel spettatore piacere o disgusto. l’artista ideò nel 1965
( nello stesso anno in cui Warhol produce opere con la serigrafia) un museo parodistico
Miky mouse museum destinato a conservare e a presentare una simile massa di oggetti,
surrogati,fatti in fretta dall’artista.
Andy Wharol
Si occupo di riviste, giornali e pubblicità. A differenza di Lichtenstein, wharol gioca con gli
errori manuali e le sfocature tipiche delle immagini dei media. Tra il 62-63 produsse le
famose scatole della “cambpell’s soup. Le opere/immagini prodotte, si collegano con gli
eventi reali del mondo : l’immagine si divide tra “referente” oppure “simulacro”.
La ripetizione è l’aspetto fondamentale nelle opere: quando si osserva l’immagine
riprodotta infinitamente non si ha più nessun effetto.
La ripetizione in wharol serve a schermare una realtà percepita come traumatica ma in un
modo che nondimeno mira a questa realtà traumatica attraverso un incrinatura
dell’immagine, o più precisamente nell’osservatore “toccato” dall’immagine.
Il primo livello di shock viene filtrato dalla ripetizione dell’immagine, anche se questa
ripetizione produce un secondo livello traumatico. Il gioco di wahrol consiste nelle
ripetizioni che fissano il reale trauma, quelle che lo filtrano e quelle che lo producono (le
immagini producono schock e trauma)- prendere l’esterno e applicarlo all’interno. Si
giunge ad un effetto passivo. La vera preoccupazione non sono gli eventi catastrofici,
quanto piuttosto il soggetto della massa che viene coinvolto attraverso le immagini .

Gruppo GUTAI 1954 Osaka - Tokio


Il Gruppo Gutai, fondato a Osaka nel 1954 dal pioniere dell’arte astratta JiroYoshihara,
rappresenta il contributo più originale e profondo dato dalla cultura giapponese all’arte del
Novecento.
Nell’ambiente artistico dei fondatori, che oltre a Yoshihara furono artisti come Shozo
Shimamoto, Kazuo Shiraga,Saburo Murakami, Yasuo Sumi, Jozo Ukita ed altri, tutti attivi a
partire dal 1954-1955, prevale una morale espressiva di libertà estrema. Per questo,
Gutai si è espresso attraverso una pluralità di forme e generi che oltre alla pittura
informale contano esperienze sperimentali con il suono, il teatro, il film, l’installazione in
interni ed esterni e naturalmente la performance e la concettualizzazione.
Il Gutai inoltre ha saputo spostare, come forse nessun altro movimento artistico, tutto il
fuoco dell’attenzione sull’artista nella sua concretezza di essere fisico e naturale. Il senso
del concreto è racchiuso già nel suo misterioso nome, “Gutai” che secondo alcuni significa
proprio “concreto“, “concretezza”, ma che secondo la testimonianza di Shimamoto, che lo
scelse come nome del gruppo, significherebbe più precisamente “personificazione”,
“incarnazione”, proprio per sottolineare come l’identità dell’arte dipenda soprattutto dalla
presenza fisica dell’artista che genera l’opera, che esprime la propria libertà di
movimento nell’ordine e nel disordine delle materie.
Le tecniche della pittura e i virtuosismi della raffigurazione del reale, cioè la vecchia
esigenza di mimesi e di rispecchiamento del mondo, nel Gutai risultano impulsivamente
sostituite da una sensibilità compositiva radicalmente concentrata sulla fisicità dei
materiali, delle cose e degli oggetti convogliati nel processo costruttivo delle opere,
siano esse tele, azioni corporee o entità di altra natura.
L’hic et nunc, il qui e ora del Gutai è un luogo, uno spazio, un vertiginoso gettarsi nella
fisicità dei fenomeni, un gioco cinetico e interattivo fra l’artista e il mondo di cose e di
sostanze che lo circonda, come avviene per esempio nell’icona forse più famosa
del Gutai, la performance “PassingThrough”, realizzata da Murakami Saburo nel 1956, in
cui l’artista, vestito normalmente e con tanto di occhiali, si lancia attraverso una fila di tele
di cartone lacerandole a mani nude.
La sostanza prediletta della creatività Gutai è il colore, colato, sparso, battuto, esploso,
impastato come una sostanza complessa, ricca di sottintesi biologici e di echi naturalistici,
mentre gli strumenti gli arnesi, gli oggetti, gli arnesi e appunto il corpo stesso degli artisti
sono i mezzi attraverso i quali l’espressione imprime la sua energia alla materia artistica,
lasciandovi le impronte che creano l’opera. L’oggettività annega l’io, lo trascina e lo
travolge come una forza a volte sconvolgente a volte felice. La pittura è identificazione con
l’esterno, con la totalità esistenziale indifferenziata dell’io: cosmo, mondo naturale e febbre
meccanica della città moderna racchiusi nello stesso segno.
Il gruppo gutai , guardò la gestualità di pollock e ne prese le sembianze. Le loro opere e/o
azioni richiedevano la casualità e contingenza (come per pollok- gli artisti del gruppo
volevano spezzare il legame tra tela, pennello, mano, segno)

Negli anni 50 la crisi dell’arte astratta trova un riscontro esemplare nel rifiuto di un quadro
monocromo presentato da Yves Klein al Salon des Realites nouvelles; il monocromo di
Klein risultava essere un prodotto della tradizione non figurativa.
All’inizio degli anni 60 apparve chiaro che i pionieri dell’astrattismo erano scomparsi.
Mentre le forme di astrazione espressionista, volgevano verso l’accademismo, si
registrava un ritorno d’interesse per le qualità strettamente visive dell’’opera. La cosiddetta
OPTICAL ART 1970 aveva come obbiettivo quello di utilizzare tecniche più disparate,
dall’illusionismo ad altri giochi ottici; l’esponente più celebre Vasarely sognava “un’arte
sociale”, capace di soddisfare, grazie all’immedesimazione dello spettatore con il quadro
“le naturali aspirazioni dell’uomo al godimento dei sensi”, ma Vasarely contribuì a
sviluppare un’esperienza più innovatrice: quella dei “multipli”, opere originali, bi o
tridimensionali, il cui principio di fabbricazione, permette la moltiplicazione di esemplari
equivalenti. Alle creazioni di opere uniche, dotate di un’aura irripetibile, i multipli
contrappongono le “ri-creazioni”, le quali godendo della supervisione dell’artista, sono
comunque da considerarsi opere autentiche.

CINETISMO
Una delle grandi innovazioni del secolo è che l’arte si è appropriata del fattore tempo, il
cinetismo reale introduce nelle arti plastiche la realtà del movimento.
L’introduzione di un paramento temporale, ebbe un grande successo tra il pubblico, il suo
carattere ludico e seducente portano diversi artisti a concretizzare la loro arte non più sul
contenuto specifico dell’opera ma da forme in movimento presenti nello spazio.
Il suono riveste altresì un ruolo importante , Alexander Calder fu il primo ad inventare
“sculture sonore”utilizzando apparecchiature meccaniche e infine realizzando i suoi
“mobiles” strutture appese sottili che oscillavano solo con lo spostamento dell’aria, lo
stesso Duchamp valorizzò il suono. Altri artisti si interessano al suono : Jean Tinguely
espone “le mie stelle” in cui una serie di interruttori permettono ai visitatori di azionare una
serie di meccanismi che sprigionano effetti sonori. 

Max Neuhaus inventore della locuzione “sound installation”, realizza delle sculture sonore
smaterializzate, invisibili, anche se programmate per agire sulla percezione dei luoghi per i
quali sono state concepite.

La luce il più grande artista che utilizza la luce è Moholy-Nagy promosse l’utilizzo artistico
della luce reale, il tal senso rimane una delle più importati opere “modulatore spazio-luce”
1922-30 , un complesso macchinario composto da una piattaforma mobile sulla quale
sono montati fili, cornici, pannelli e grate di metallo, tutti gli elementi messi in movimento
da un sistema di ruote dentate. La luce dei proiettori illuminano i muri della sala creando
un intenso gioco di luci e ombre.
I fotogrammi sono parte della conquista, in quanto essi stessi assomigliano ad immagini
ma sono di fatto concrezioni di luce fissate su una pellicola, in base a una tecnica utilizzata
agli albori della fotografia.
Henry Fox Tarbot fu l’inventore e disponeva per primo dello strumento. Il dadaista
Christian Schad nel 1918 riprese le sue schadografie, registrazioni delle profilature opache
e delle alterazioni luminose prodotte da oggetti diversi.
Man Ray mentre stava sviluppando delle foto si accorse che nella carta sensibile un
immagine prese forma appoggiando oggetti di varia natura cosi la parte direttamente
esposta alla luce emergeva, quasi a rilievo sul fondo nero. Louis Aragon afferma che i
“RAYOGRAMMI” fanno parte dello stesso procedimento filosofico dei collage.
Dan Flavin utilizza tubi fluorescenti. Mentre questi artisti utilizzano materiali o oggetti
nuovi, altri seguono la scia di Picasso.
1960 in Europa

I Nouveaux Réalisme = nuovi approcci percettivi al reale. Può essere il corrispondente


europeo del New Dada americano:
- rifiuto della volontà di produzione dell'opera d'arte tradizionale;

- elevazione a valore estetico e artistico di oggetti comuni (ready-made).
- predilezione  dell'uso di elementi derivati dalla comunicazione di massa, fotografie, ritagli,
manifesti, ecc., rielaborate con montaggi o ricomposizioni.
In linea con tali principi il New Dada recupera l'uso dell'oggetto e dell'esperienza quotidiani
rispetto alla prevalenza dell'uso della pittura e della scultura (persistente anche
nell'informale europeo e nell'action painting americano).
Movimento artistico accentrato sull'attività critica di P. Restany, che nel 1960 riuscì a far
convergere in una comune e unitaria linea di ricerca l'apporto diverso di manifestazioni
parallele scaturite da nuove forze operanti succedute all'ultima stagione dell'astrattismo. Il
critico francese raccolse attorno a sé alcune personalità artistiche di grande impegno
(Klein, Tinguely, Hains, Rotella, Arman, Dufrêne, Raysse, Villeglé, Spoerri, César, Niki de
Saint-Phalle, Christo) operanti sul fronte di un nuovo approssimarsi percettivo al reale per
il recupero totale della realtà nella più ampia autonomia espressiva di immagine
oggettuale. Attraverso l'utilizzazione di materiali caratteristici della tecnologia moderna –
dall'oggetto di serie, nuovo o usato, ai rottami di ferro, ai tubi compressi, ai manifesti
lacerati, ai pigmenti colorati e alle vernici fluorescenti, ecc. – viene così operato il tentativo
di integrare l'opera d'arte nell'universo standardizzato creato dall'era industriale. Tappe
fondamentali di questo movimento furono i tre manifesti di P. Restany (Milano, 1960;
Parigi, 1961; Monaco, 1963), di cui il primo, Les Nouveaux Réalistes, pubblicato a Milano
nell'aprile del 1960, rimane fondamentale per la definizione del gruppo artistico, che ebbe
la sua consacrazione con la mostra (maggio 1960) alla Galleria Apollinaire. Dieci anni
dopo, nel 1970, la storia del Nouveau Réalisme si concludeva ufficialmente con la grande
rassegna a Milano, con interventi nel vivo del centro storico della città
(“impacchettamento” di monumenti da parte di Christo). Nella storia dell'arte
contemporanea il contributo dei diversi artisti del Nouveau Réalisme ha segnato un
periodo importante, le cui conseguenze hanno determinato illimitate disponibilità di ricerca.
Negli Stati Uniti l'American New Realism ha sviluppato una nuova stagione artistica,
basata sull'avventura dell'oggetto dopo il suo recupero e le esperienze maturate attraverso
il New Dada e la pop art.

Arman Tra i massimi esponenti del nouveau réalisme, vuole raccontare l'uomo attraverso
oggetti di uso quotidiano (scarpe, orologi, monete, ecc...). Per via delle molteplici tecniche
usate, Arman è considerato uno scultore-pittore.
“coller” = collere distrugge oggetti li ricompone l’azione energica e rabbiosa del
sentimento è esplicata nelle opere.
Da un rapporto stretto con la materia e le possibilità di relazione esistenziale dell'artista
con essa si è già passati così a tematiche che vedono il percorso dalla coscienza già
compiuto e profilarsi l'atteggiamento di rifiuto e di scontro diretto con la realtà sociale che
sarà tipico del fare arte successivo, delle tematiche pop, del nuovo realismo, del
concettuale.
Lo stadio finale di compressione delle carcasse di automobili e macchine di César
Baldaccini ; lo scontro delle macchine di John Chamberlain, è uno dei momenti della
verità, l'attimo in cui si realizza la potenzialità distruttiva delle macchine stesse; la
costruzione di macchine inutili, ironicamente (e drammaticamente) imitanti il movimento di
macchine funzionali è la pantomima dell'autodistruzione del bisogno e del consumo nella
società contemporanea, come avviene nell'opera di Jean Tinguely."Homage to new york”
1960.
Il campanello d'allarme dell'istinto di conservazione di fronte all'incalzare della
degradazione produttivo-distruttiva, spinge persino ad impacchettare con gesto
drammaticamente protettivo, edifici, monumenti, montagne, così come l'artista bulgaro
naturalizzato Christo (1935) che nello stesso momento rivela gli attriti che vengono a
crearsi tra gli elementi artificiali e la natura costretta a riceverli, come nel caso in cui
ricopre le scogliere di Dover o innalza il suoi "Muro di barili" nel '62, una struttura/barriera
architettonica, che alludeva al muro di Berlino recentemente eretto.
Particolare attenzione deve avergli suscitato l’opera “Pianoforte Con Feltro” di j.Beuys
1966 un pianoforte imballato appunto nel feltro di colore grigio, mentre è possibile che
Man Ray lo abbia affascinato con la sua opera “L’Enigma Di Isidore Ducasse” del 1920
Il celare l’oggetto è un fattore scatenante della filosofia artistica di Christo, in quanto
l’oggetto nascosto in realtà viene risaltato nella sua presenza o assenza di fatto alla vista,
immaginato, anelato, esaltato dal sapore enigmatico che questa operazione ci dona, Il
soggetto esiste, lo sappiamo, ma tolto al nostro sguardo rivela tutto il vuoto che lascia il
suo non esserci.
In proposito Pierre Restany scrive che "In un momento in cui l'architettura conta troppi
ingegneri o uomini d'affari e non abbastanza poeti, Christo fa parte di questi artisti che
assumono il rilancio immaginativo di questo campo.
Decollages
Il décollage è una tecnica artistica che consiste nel procedimento opposto al collage.
Invece di aggiungere degli elementi all'opera, si parte da un oggetto artistico dal quale
vengono staccate delle parti.
Tra i primi sperimentatori di questa tecnica furono Mimmo Rotella, Wolf Vostell, François
Dufrêne, Raymond Hains, Jacques Villeglé. Vi sono però opinioni discordanti su chi sia
stato realmente il primo ad utilizzarla. Il dualismo verte tra i due capisaldi di tale
sperimentazione "neo Dada", Rotella e Hains.
Esso sta a rappresentare la protesta nei confronti di una situazione sociale che ormai
"sopravvive" tra i falsi miti del consumismo nel secondo dopoguerra. Come i tagli di
Fontana, come le combustioni di Burri, come le Merda d'artista di Piero Manzoni, Rotella
utilizza il décollage per garantire ad una comunità artistico-culturale della seconda metà
del 900, un ulteriore studio concettuale, per riscoprire un'arte classica con una semplice
azione sistematica, ripetitiva, lacerante, esplicativa
Wolf Vostell decollage
(Leverkusen, 14 ottobre 1932 – Berlino, 3 aprile 1998) è stato un pittore, scultore e artista
tedesco.
Fu un pioniere della videoarte e delle installazioni, nonché una figura di riferimento
all'interno del movimento Fluxus. Pur non essendo, in questa fase, in contatto con
l'ambiente statunitense, egli introdusse in Europa una forma d'arte simile a quella che
negli stessi anni veniva elaborata da Allan Kaprow: l'happening.A Parigi, nel 1954, ispirato
da un venditore di giornali che annunciava l'incidente di un aereo
precipitato poco dopo il suo decollo, sviluppa il principio che lo
accompagnerà in tutta la sua evoluzione artistica: il Dé-coll/age:
“sun in your head” 1963 versione di decollage in cui vostell lavora
con immagini televisive e decostruite. Ci sono figure femmina ma
soprattutto l’elemento di disturbo visivo, dilata l’immagine fino a
farla diventare astratta : utilizzo dell’attenzione per manipolare i
telespettatori.
Nelle opere di vostell c’è un rifiuto alla passività.
Opera : schwarzes 1958 è un assemblaggio che funziona per
materiali presenti, con un chiaro riferimento al genocidio per gli
elementi tranne che per lo schermo che passa immagini belle/
armoniose all’interno dello taglio della tela (che chiama ferite). C’è un
atteggiamento critico connesso al mezzo televisivo come “pervasivo”.

Yves klein
Yves Klein
1) Influenza Giappone
2) Uso di colori monocromi: arancione, blu, rosa. Brevetta IKB (International Klein
Blue), in omaggio al blu utilizzato da Giotto
3) Le vide: una stanza vuota dove il visitatore poteva acquistare a peso d'oro la
sensibilità d'artista, e bere una bevanda che rendeva l'urina blu per una settimana.
4)Antropometrie: copre di vernice le donne sul corpo e poi le fa stendere sul dipinto,
che diventa un inno alla vita e alla fertilità
si muove tra sperimentalismo e spiritualismo alla ricerca di valori assoluti e universali
dell'arte e dell'esistenza. Molta parte della sua opera è dedicata allo studio del significato
simbolico del colore nella sua dimensione fisica e immateriale, con una predilezione per il
blu oltremare, che rappresenta per lui , come scrive Pierre Restany, "il supporto di
intuizioni non racchiudibili in formule" e, nella sua vicinanza all'idea del cielo e
dell'universo, il veicolo ideale di emozioni profonde a livello di intuizione e di
comunicazione. Precedentemente al '56, anno della "rivelazione" del blu, Klein aveva
realizzato oltre ad una sinfonia monotona costituita da un unico lungo suono seguito da un
silenzio.
 Klein assume il vuoto, inteso non come assenza e negatività, ma nell'aspetto di elemento
capace di generare dalla sua purezza le cose e nella sacralità in cui è considerato in
Oriente, a componente della sua opera.
L'International Klein Blue (IKB) . Una tendenza alla sintesi dell'aspirazione all'universale si
ha in Klein nella successiva scelta dei colori del fuoco: blu, rosa e oro, per formare una
trilogia espressiva di un'emozione pura capace di scaturire da un elemento fisico
altamente simbolico.
le sue celebri "Anthropometries" o "pennelli" viventi costituiti da modelle nude cosparse di
blu e fatte aderire alla carta che si impregna così del colore e della forma dei loro corpi
vivi.

Piero Manzoni =autosufficienza dell’opera/ spazio e tempo vengono ridotti ad un unica


misura cioe quella della vita dell’artista
Pietro Manzoni
1) Arte zero
1) Scrive presso la rivista Azimuth e lavora a Milano
2) L'oggetto della sua arte è l'artista. Manzoni vuole dissacrare l'artista e deridere la
sua funzione classica, non per puro umorismo, ma per far riflettere sulla vera
funzione che l'artista ha. In questo senso, preannuncia la corrente del
Concettualismo
3) Merda d'artista, Fiato d'artista, Base magica...

In un linguaggio radicalizzato in modo assoluto come spazio mentale l'artista italiano Piero
Manzoni  (1933-1963 / “Achromes" una semplice superficie bianca che determina la sua
autosufficienza , 1958-63; "Fiato d'artista", 1960;  "Merda d'artista", 1961; "Linea di
lunghezza infinita", 1963, base del mondo) attua una tabula rasa dei referenti delle
implicazioni cromatiche e materiche attraverso l'azzeramento, il monocromo bianco,    anzi
l' " achrome”. 
è in genere convenzionalmente classificato nel movimento del Nouveau Réalisme, ma
sono molte le etichette che si potrebbero applicare a questo artista sostanzialmente non
etichettabile, che capta ed esprime le istanze di rinnovamento morale e sociale degli anni
'60 nei termini di una contestazione ironica e dissacratoria che ha nel Dadaismo la sua
ascendenza più prossima.
Nella scia dei più ampi dettami dell'arte concettuale, Manzoni identifica nell'idea che
precede l'opera la vera essenza dell'opera stessa, perchè il progetto, il gioco sottile
dell'intelligenza, la formazione del pensiero sono i veri prodotti artistici, l'opera è una
traduzione materiale di un discorso e di una riflessione filosofica: Manzoni dà il suo
personalissimo contributo a rifondare il concetto di arte e di realtà azzerando tutte le
pratiche tradizionali culturali, etiche, morali, per lasciar spazio al pensiero e alla
sperimentazione più spinta.
Fortemente impressionato dall'opera di Yves Klein e dai suoi Monocromes, Manzoni
realizza nel '57 gli Achrome, nei quali il discorso intrapreso da Klein perde l'originario
significato mistico e spirituale di infinità energetica, radicalizzandosi al punto che il quadro
non è solo e semplicemente monocromo, ma addirittura è privo di colore, una superficie
grezza in gesso e caolino, dove supporto, pigmento, opera sono un tutt'uno.
Dello stesso periodo, tra il'57 e il '63, è "Merda d'artista n. 89" (1961) una provocazione ad
effetto che è ormai entrata nei miti dell'arte moderna, come la Monna Lisa baffuta di
Marcel Duchamp, dove, portando alle conseguenze estreme, al paradosso più
spettacolare, il suo discorso dirompente, Manzoni inscatola le proprie feci, le etichetta, le
firma e le espone: la firma dell'artista è in grado da sola di trasformare qualunque cosa,
anche un rifiuto biologico, in arte.
Con un chiaro legame con la Pop Art di Andy Warhol, si definisce come essenza dell'opera
d'arte l'artista stesso, la sua sola e semplice presenza, la sua firma (famosa la
performance delle Uova sode firmate, in cui il pubblico ammira e consuma sul posto
l'opera d'arte, l'uovo firmato).
La critica all'ambiente del mercato dell'arte è esplicita e feroce, in una visione del mondo
più amara e drammatica di quella che ci propone la Pop Art, il movimento a cui Manzoni è
forse concettualmente più vicino, nella quale l'impersonale obiettività dell'analisi denuncia
la spregiudicata capacità di sfruttare le debolezze di un mondo disposto a comprare tutto,
purchè firmato.
Il processo finisce per coinvolgere dunque l'uomo e tutta quanta la realtà sino alle persone
che salendo su un piedistallo "magico" divengono opere d'arte e al mondo intero che
idealmente poggiato su una base rovesciata posta da Manzoni ad Herning, in Danimarca,
diviene una grande e totale opera d'arte. "Non c'è niente da fare", dichiara Manzoni, "c'è
solo da essere, solo da vivere". Nelle operazioni che porta avanti è l'artista che conferisce,
con lucida ironia tutta mentale, la condizione di artisticità all'oggetto.
 
Più che evidente è il debito che a Manzoni deve tributare tutta l'arte dei decenni successivi
e in particolare il comportamentismo e la Body Art. La sua opera, insieme a quella di Klein,
rappresenta perfettamente il mutamento culturale avvenuto a cavallo degli anni '50 e '60
non solo nel campo delle arti ma anche in quello più generale delle tendenze sociali e del
costume. 
Tutti questi artisti condividono un’identica volontà di riferire i loro rapporti con il mondo
dell’arte, grazie ad un contatto più diretto con la vita, un’energia che la pittura e la scultura
non sembravano più in grado di assicurare.
tipati.

1959 Allan Kaprow( situazionista) inventa l’happening. Termine ricalcato


sull’etimologia del verbo “to happen”(accadere), l’artista realizza alla Reuben Gallery in
un’ora e mezza 18 happening: eventi che incarnano valori antitetici, che promuovono
l’effimero, il mutevole, il perennemente sorprendente.
Negli Stati Uniti dopo Kaprow, Jim Dine, Claes Oldenburg, Robert Whitman, Red Grooms.
La maggior parte degli Happening si svolge entro spazi culturali e si definiscono per avere
due lati differenti: 1. Sono aggressivi e provocatori ludici 2. Il corpo come protagonista
oggetto di violenze.
Joseph Beuys si mostra critico verso gli happening e le performance, colpevoli ,secondo
l’artista, di promuovere una partecipazione superficiale e di spingere lo stesso spettatore a
sviluppare un “attivismo vuoto di qualsiasi contenuto”, non smise di sostenere l’idea di una
creatività generalizzata, sinonimo di ripudio delle costrizioni sociali e di ritrovamento di noi
stessi : condizione preliminare per il risveglio dinamico delle forze che ci renderanno liberi.
Beuys ha partecipato alle esperienze del gruppo Fluxus.
Kaprow alla fine del 1957 cominciò a creare “ambienti spaziali” che chiamava action
collage. Fu mentre cercava di introdurre il suono nei suoi ambienti che Kaprow incappo
nell’happening. Kaprow chiede consiglio a cage, decidendo di accentuare la dimensione
teatrale degli eventi e il loro legame con la tradizione dadaista del collage.
“18 happening in 6 parti” : suoni elettrici e naturali , le luci alteravano un ambiente tripartito
in cui 3 uomini e 3 donne in ogni stanza compivano evoluzioni ed eseguivano una vasta
gamma di azioni sconnesse , pronunciando frasi sconnesse con un atteggiamento più
inespressivo possibile.
Questa transitorietà diventò un elemento chiave dell’idea di Kaprow.
1) Coinvolgimento del pubblico nell'opera d'arte (il pubblico deve spostare gli elementi che
compongono l'opera, o partecipare alla sua costruzione). Da ciò deriva la spettacolarità
e la teatralità dell'opera d’arte
2) Utilizzo di oggetti qualunque, come copertoni, sedie, ecc..
3) Accostamento casuale di oggetti.

Si prega di toccare- environment


Molti artisti cercavano di promuovere rapporti più diretti con la creazione artistica;
Luciano Fabro “in cubo” 1966 presenta la costruzione geometrica di un cubo completa
solo quando è lo spettatore ad entrarvici dentro: l’artista e lo spettatore sono una
componente dell’oggetto, un’articolazione indispensabile di ciò che lo fa esistere in quanto
oggetto d’esperienza estetica. La speranza di abolire i confini tra arte e la vita implicava
l’affermazione di modi di rappresentazione in grado di promuovere un’estetica della
compenetrazione.
Una serie di artisti alla fine degli anni 50 da inizio alla pratica dell’environment all’interno
della quale penetrano gli spettatori è un estensione dell’assemblage, può essere
composto da qualsiasi tipo di materiale, purché i sensi siano coinvolti, realizzato in
uno o piu spazi oppure all’aperto.

Fluxus 1961
È un movimento fondato dal lituano Georges Maciunas emigrato a new york dove
venne in contatto con un gruppo di artisti e musicisti che gravitava attorno a jhon
Cage ed a la monte Young , il termine fluxus deriva dal nome latino “fluere” : scorrere.
Maciunas associava la parola fluxus ai processi medici di evacuazione catartica ed
escrementizia e ai processi scientifici di trasformazione molecolare e fusione chimica.
Non solo, si potrebbe dire che fluxus ha un atteggiamento cataclismatico piuttosto
che utopico, perché traeva origine dall’esperienza dell’esilio, dello spostamento
involontario che gli artisti emigrati dai loro paesi devastati dalla seconda guerra
mondiale.

(inteso come "to flow", "fluire", "scorrere") Fluxus si fonda sulla sperimentazione, che
prevedeva l'inizio di azioni, senza sapere quale fosse il risultato, dando così molta più
importanza al processo di creazione che al prodotto finale.
il lato musicale e performativo era il vero leitmotiv del gruppo, fluxus significava fuoriuscire
dai luoghi usuali dell’arte come la galleria e dal sistema arte complessivamente inteso.
Nel 1964 Yoko Ono debuttò con una delle sue performance di maggior successo, Cut
Piece: seduta sul pavimento con un paio di forbici davanti a lei, istruì il pubblico
a prenderle a turno per tagliare un pezzo del suo abbigliamento.
Nam June Paik, di origini coreane, considerato il  progenitore della video arte.
 Queste tecnologie divennero il nucleo delle sue sculture, installazioni e performance, che
spaziavano da un atteggiamento austero e meditativo, a esplosioni cacofoniche e  assalti
di immagini. Nelle sue performance, Paik immergeva il pubblico in esperienze visive e
auditive.
Charlotte Moorman che ha collaborato con Paik in una serie di spettacoli musicali, tra
cui TV Cello (1971).: Paik aveva posizionato le corde dello strumento su una pila di tre
televisori in cui le diverse forme e dimensioni rispecchiavano le forme dello strumento
reale.
Fluxus ribaltava, scardinava e attaccava l’arte per come era intesa, in un atteggiamento
eternamente giovanile di guardare alla vita.
Fluxus mirava a cancellare le ultime divisioni tra il readymade ( l’oggetto d’uso o
commerciale isolato) e il vero significato del suo isolamento.
Come fece duchamp “scatola in valigia” , il gruppo fluxus istituì un nuovo paradigma:
Robert Filliou realizzò “galleria leggittima” 1962-63 il suo cappello fungeva da spazio
espositivo (istituzionale) e dall’oggetto artistico contenuto nel cappello , si passava al
corpo dell’artista (la testa) e la fusione dell’oggetto utilitario (il cappello) con la cornice
istituzionale (galleria).

Un certo numero di eventi ed happening anticiparono la creazione di Fluxus e sono oggi


considerati eventi proto-Fluxus. lo Yam, un festival lungo un mese tenutosi nella parte
settentrionale di New York e curato da George Brecht e Robert Watts nel 1963 in cui
intervennero Ray Johnson e Allan Kaprow, ed una serie di concerti tenuti nello studio di
Mary Bauermeister tenutosi a Colonia tra il 1960 ed il 1961, che videro la partecipazione
tra gli altri di Nam June Paik e John Cage.

John Cage Nel 47-48 , anche in seguito all'esperienza nella camera anecoica, compone
4'33", per
qualsiasi strumento. L'opera consiste nel non suonare lo strumento.
La sostanza esecutiva dell'opera è un'operazione teatrale più che musicale.
Il titolo dell'opera (4 minuti e 33 secondi: vale a dire 273 secondi) è forse un richiamo alla
temperatura dello zero assoluto (–273,15 °C che equivale a zero Kelvin); Cage stesso
dichiarò d'aver creato quel titolo "just for fun" - per puro divertimento - in quanto,
scrivendolo con la sua macchina da scrivere, la maiuscola del numero 4 era il segno ' e la
maiuscola del numero 3 era il segno “.
Il significato del silenzio è la rinuncia a qualsiasi intenzione. La rinuncia alla centralità
dell'uomo. Il silenzio non esiste, c'è sempre il suono. Il suono del proprio corpo, i suoni
dell'ambiente circostante, i rumori interni ed esterni alla sala da concerto, il mormorio del
pubblico se ci si trova in un teatro, il fruscio degli alberi se si è in aperta campagna, il
rumore delle auto in mezzo al traffico. Cage vuole condurre all'ascolto dell'ambiente in cui
si vive, all'ascolto del mondo. È un'apertura totale nei confronti del sonoro. Una rivoluzione
estetica: è la dimostrazione che ogni suono può essere musica. Io decido che ciò che
ascolto è musica. È l'intenzione di ascolto che può conferire a qualsiasi cosa il valore di
opera. Cage ha rivoluzionato il concetto di ascolto musicale, ha cambiato l'atteggiamento
nei confronti del sonoro, ha messo in discussione i fondamenti della percezione.
Altre immagini

L’analisi di Benjamin sottolinea la differenza tra Immagine pittorica e quella


cinematografica Avendo a modello, per quanto riguarda la pittura, Proprio le opere
dadaiste.
L’ingresso della televisione nel mondo dell’arte
trova le sue premesse nell’aspirazione a realizzare opere d’arte unita alla volontà di un
rinnovamento delle tecniche. L’idea di utilizzare la televisione pare essersi affermata prima
che tale mezzo di comunicazione fosse davvero disponibile. Wolf Vostell sostiene che : lo
schermo non è un elemento qualsiasi fra gli altri: fa si che le immagini di eventi anodini,
felici o drammatici, incidano sull’autonomia estetica dell’opera e la destabilizzino.
Nam June Paik fu uno dei primi artisti a lavorare sul mezzo in se. Nel 1963 egli presenta
una galleria Wuppertal 13 televisori, manipolazione del tubo catodico o più
semplicemente, l’aggiunta di calamite e materiale elettrico atto a produrre campi
magnetici, confondono le immagini trasmesse dallo schermo.
Nam June Paik membro del gruppo Fluxus, con “tv bra for living sculpture” 1969, Charlotte
Moorman li porta a mò di reggiseno mentre esegue un concerto con un violoncello. Paik
realizza video sculture; Buddha’s Catacombs 1974 presenta un sistema chiuso. Un
Buddha di bronzo, posto su un piccolo rialzo di terra, è seduto di fronte a un televisore. Un
po più lontano sullo stesso asse una camera posta su un treppiede e collegata al
televisore filma in permanenza la scultura. Vediamo cosi il Buddha guardare la sua stessa
immagine, messinscena moderna del narcisismo quotidiano, legittimato e valorizzato da
una tecnologia che affascina.
Anche un altra immagine paradosso di un’immagine televisiva fissa “moon is the oldest tv”
1965-66 , in una camera buia, sono montati su piedistalli identici da nove a quindici
televisori, ciascuno presenta una sola immagine, fissa: l’insieme senza raffigurarla, evoca
la luna nelle sue diverse fasi. “l’artista è entusiasta: cosi come la tecnica del collage ha
sostituito la pittura ad olio, cosi il tubo catodico ha sostituito la tela”:

Un nuovo strumento: la videocamera.


A partire dagli anni 70, il video divenne lo strumento di lavoro utilizzato per la divulgazione
di happening e performance che nello stesso momento si affermavano. Il video a
differenza del cinema non richiedeva una sala di proiezione ma poteva essere installato in
qualsiasi luogo; dopo Nam June paik, altri come shibeko kobota iniziarono ad accumulare
schermi per le installazioni e performance.
Bruce naumann realizza uno stretto corridoio in fondo al quale è installato un televisore.
Quando il visitatore vuole andare a vederlo più da vicino, avanza verso uno schermo sul
quale distingue una persona che gli volte le spalle e si allontana dalla sua andatura,
l’immagine non compare mai, come ci si aspetta bensì compare nell’angolo opposto.
Dan graham realizzo nel 1974 “present continuous past(s) dove il visitatore, uscendo
da un corridoio d’accesso, entra in una sala e si vede uno specchio in tempo reale, l’opera
è complessa perché la camera sopra lo specchio registra anche l’immagine del monitor
raddoppiando cosi la temporalita trasmessa dal circuito.

Mostrare e raccontare (film/video)


Dick Higgins, membro del gruppo fluxus, pubblica nel 1967 uno statement on intermedia
(dichiarazione su intermedia), individuando nell’intermedia art, ossia nel modo nuovo di
“porre l’accento sulla dialettica tra i media”, un punto di svolta, che cade proprio nel
momento in cui la polverizzazione delle frontiere estetiche sembra definitivamente
acquisito.
I primi film di Andy Warhol girati nel 1963, mostrano azioni elementari come dormire,
baciare, mangiare o registra una durata priva di eventi.
Christian Boltanski avrebbe voluto inserire “l’homme qui tousse”1969 tra i programmi
pubblicitari dei cinema, l’iniziativa secondo l’artista era quello di avvicinare l’arte e la vita.
I temi principali delle sue opere sono la memoria, l'infanzia, l'inconscio e la morte.
Utilizza vari materiali come vecchie fotografie, oggetti trovati, cartone, plastilina, lampade,
candele.
Una delle peculiarità di Boltanski è la sua capacità di ricreare momenti di vita con oggetti
che non sono mai appartenuti a lui, ma che egli considera come tali. Egli immagina una
vita, si riappropria di oggetti e tutti i suoi file, libri e collezioni sono depositarie di ricordi dal
forte potere emotivo. Le opere di Boltanski evocano il ricordo dell'infanzia e quello dei
propri morti, una storia personale come la storia di tutti. Tony Oursler proietta immagini sul
volto in chiffon di bambole che prendono ad animarsi, in modo strano e singolare.
La comparsa delle nuove tecnologie ha continuato, ad affascinare gli artisti che vedevano
in esse la possibilità di creare arte completamente nuova- nasce l’esperimento in art and
technology- destinato ad agevolare la collaborazione tra gli artisti e i centri ricerche dei
grandi gruppi industriali.
Bill Viola produce delle immagini in movimento, il cui effetto risulta moltiplicato dalle
imponenti dimensioni.

Il cinema e il video introducono nelle arti plastiche una temporalità che non Dra quella
liberamente scelta, del consumatore di pittura, l’immagine contemporanea si caratterista
per il suo potere generativo: non è più traccia (retroattiva) bensì programma (attivo).
Il computer offre in effetti molteplici possibilità, tanto per la creazione e manipolazione
delle immagini fisse o in movimento, tangibili o virtuali, quanto per la loro comunicazione.

La fotografia come arte plastica


La fotografia ha fatto il suo ingresso nelle arti plastiche intorno agli anni 60/70. Molti artisti
assimilano la presenza d’una mediazione fotografica nelle loro opere.
Solo negli anni 80 la fotografia entra nella galleria come arte indipendente, non solo come
testimonianza/documento/ supporto. A questo punto si apre una dicotomia tra artisti che
fanno ricorso alla fotografia(creativa) e fotografi “puri”, resta il fatto che i due gruppi
espongono in sedi diverse e divulgano con metodi diversi le loro creazioni: arte e
fotografia mantengono la loro autonomia. Se è vero che la fotografia ha fatto spesso
appello alle innovazioni pittoriche è anche vero che la pittura approfitta delle conquiste
della fotografia. Degas si ispira, in pittura, alle inquadrature messe a punto attraverso le
proprie sedute fotografiche.
Francis Bacon fu quello che seppe utilizzare la fotografia ai fini dell’esercizio pittorico, la
fotografia non lo porta a rinunciare alla figurazione.
(artisti: Robert Smithson, Jeff wall, jean- marc Bustamante, Christian Boltanski)

Un’arte postmoderna
La rappresentazione pittorica asseconda un principio di somiglianza, mentre l’immagine
fotografica è ottenuta per contatto: il flusso di fotoni registrato e fissato sulla lastra o sulla
pellicola sensibile proviene dall’oggetto stesso. Roland Barthes ritiene che la fotografia
abbia prodotto una “rivoluzione antropologica”, perché la fotografia installa non una
coscienza dell’esserci della cosa, ma dell “è accaduto cosi”, l’immagine che vediamo è
imparentata con il reportage .

Il post moderno è comparso negli stati uniti come risposta alla visione “modernista” delle
avanguardie, esso esalta la contaminazione dei generi, è un concetto vago che raggruppa
pratiche artistiche e posizioni estetiche dissimili.il Postmoderno è associato a idee
“radicali” e che, contrapponendosi, almeno implicitamente, al “Modernism”, ne spezza il
progressivo universalismo adottando strategie legate alla parodia, al pastiche, alla
citazione, in modo da reinventare il passato. Spezzare la narrazione del Moderno genera
progressivamente, anche se non con evidenza, un nuovo “stile”, che pervade il mondo
delle arti e della comunicazione. La conclusione, tuttavia, è che il Postmoderno non possa
definirsi solo come “rottura” dei fondamenti dei vari “modernismi”. La difficoltà di
restringere questo mobile e variegato insieme in una sola immagine, induce così alla
certezza che, proprio in virtù delle sue irrisolte aporie, l’epoca in cui viviamo sia nata qui: la
genesi e lo sviluppo del Moderno ha mostrato che non vi è spazio per un’astratta purezza
e che meccanico e organico, ragione e retorica, logica ed estetica, storico e antistorico,
pur opposti, e per nulla dialettici, in una società che non è, e non sarà mai, di “puri spiriti”,
hanno prodotto quella complessità che anche oggi attraversiamo, “nominandola” in vari
modi.

L’artista e il suo pubblico


Le pratiche raccolte sotto la comune denominazione di arti plastiche hanno solo
trasformato le forme proposte all’apprezzamento estetico del pubblico. DUCHAMP
sostiene che: l’artista non è l’unico a compiere l’atto creativo, in quanto lo spettatore
stabilisce il contatto tra l’opera e il mondo esterno decodificandone e interpretandone le
denominazioni profonde.
REGARDEUR= OSSERVATORE SPETTATORE
Paul Klee contrapponeva la forma, che è “fine,morte” alla formazione, la sola in grado di
rivelare la “vita”. Una parte della fortuna di Jackson Pollock deriva dalle rivelazioni sui suoi
metodi di lavoro prodotte dalle fotografie pubblicate da Hans Namuth: il dripping e la tela
coricata sul pavimento.
Coesistono due tipi di attività da parte dell’artista: le pratiche da atelier, destinate a
produrre un opera perenne, e le improvvisazioni di carattere teatrale, sempre effimere.
L’improvvisazione ha come effetto la capacità da parte dell’artista della rapidità nel
realizzare l’opera.
Le improvvisazioni dell’arte giapponese suscitavano un’ammirazione che riattivava un
repertorio di aneddoti tra i quali occupa un posto privilegiato.
Jiro Yoshihara fonda nel 1954 il GRUPPO GUTAJ, In occasione della prima mostra a
Tokyo nel 1955 Saburo Murakami aveva sbarrato la porta d’accesso alla sala con un
grande foglio di carta da imballaggio che venne strappato dal fondatore del gruppo.
Dall’altra parte Murakami aveva preparato tre cornici contenenti carta da imballaggio
spalmata, il titolo dell’opera “fare sei buchi in un istante” indica chiaramente lo statuto
dell’oggetto , testimone inerte d’una azione fugace.
Yves Klein era partito per il Giappone nel 52, egli sperimenta la tecnica del “pennello
vivente”, un modello nudo spalmato di colore blu, striscia su un foglio di carta disteso sul
pavimento, l’artista perfezionerà il suo metodo e il suo mentore Pierre Restany gli
suggerirà di chiamare queste impronte “antropometrie”.
Il gruppo Gutai, propose percorsi ed esperienze da vivere con l’intero corpo, cioè
l’elemento partecipativo dello spettatore: compenetrazione della vita nell’arte e viceversa.

Azionismo viennese 1962-65


la pratica dell'azionismo riguarda il passaggio dalla tradizionale pittura da cavalletto,
composta dai pennelli e dai colori, all'uso del proprio corpo e delle proprie azioni come
elementi espressivi. Il colore si trasferisce dalla superficie della tela a quella del corpo
umano e viene in seguito ad essere sostituito dal sangue o da altri fluidi corporali, da cibi o
da viscere di animali, in azioni che invadono lo spazio circostante, a volte scomposte e
imprevedibili, a volte progettate nei dettagli.
Mentre gli happening americani, come quelle di kaprow, dine e Oldemburg erano
concentrati sullo scontro tecnologia - corpo, gli artisti dell’azionismo viennese fin dall’inizio
erano interessanti all’aspetto rituale e teatrale, sacro e grottesco, inoltre gli azionisti
emergevano da una cultura psicoanalitica, furono influenzati tanto dal surrealismo di
Breton quanto dal “teatro della crudeltà” di Artaud.
L’azione congiunta di Hermann Nitsch, Otto Muhl e frohner nel 1962 “ l’organo di sangue”
è senz’altro, l’evento che ha fondato l’azioniamo viennese.
Il corpo viene visto come una metafora di come la società tratta l’essere umano, con le
umiliazioni, le sue sofferenze e i suoi mascheramenti.
Il colore non era solo pigmento ma soprattutto materia, tutto era materia e veniva usata
per esprimere l’alienazione.
Un azione materiale non cerca di costruire la realtà ma la rappresenta nel suo stato.
Ci sono materiali di scarto. Azioni filmate che lavorano sul tempo durata, sul positivo e
negativo.
Gunter brus la figura più complessa del gruppo. I suoi disegni sono erotici, la concezione
della sessualità e dell’esperienza corporea di Brus apre tutti i registri delle storie represse
dello sviluppo libidinale individuale e collettivo.Vally export artista che usa la sua
immagine per liberare la donna, emancipandola.
vi è uno spostamento: dall’esibizione rituale al reale registro in cui il controllo e
l’oppressione sociale sono iscritti con maggior forza nel comportamento sessuale.

Joseph Beuys è stato un artista che negli anni sessanta inventò rituali dalle consonanze
scismatiche finalizzati al ripristino dell’armonia del mondo tramite la rigenerazione del
pensiero, e per riuscirvi stabiliva nessi inattesi tra forze tradizionalmente antagoniste.
Feltro e materiali naturali caratterizzeranno le sue opere.
“scultura sociale” , auspica una società in cui l’uomo possa essere libero e creativo. Opera
d’arte collettiva.
Beuys realizza opere che si riferiscono alla spiritualità. Azioni performative che hanno un
carattere rituale.
“come spiegare l’arte ad una lepre morta” opera.
Per la sua azione “coyote. I like America and America likes me” 1974, Beuys parte in
ambulanza dalla sua abitazione, avvolto in una coperta di panno, la barella viene caricata
su un aereo della croce rossa e portato al “renè Block gallery di new york” qui incontra un
coyote; la performance consiste nella coabitazione con l’animale selvaggio. L’artista
nonostante non viva in permanenza con lo spazio chiuso, arriva comunque a stabilire
rapporti con l’animale. in definitiva l’artista si assume il ruolo di “sciamano”: vittima di ferite,
malattie lo sciamano delle società tradizionali è colui che è sopravvissuto al male e ha
acquisito attraverso le tragiche circostanze, poteri superiori.

Più o meno è l’inverso di quanto cercò di fare Gerald Gasiorowski, quando divenne Kiga
l’indiana: un caso di regressione primitivismo, sottomettendosi alla quale egli si
riprometteva di divenire un borderline.

Body art
Gli artisti della Body art scelgono di esibire la propria persona, il proprio corpo sulla scena
dell’arte, con creazioni effimere realizzate o in presenza o in assenza di un pubblico, ma
sempre in vista di uno spettatore, il corpo esibito a volte tormentato e martoriato.
La fotografia ha un ruolo fondamentale in questo senso perché testimonia la presenza di
una performance. Portare queste azioni artistiche in una scena quanto mai reale sulla
quale troneggia l’artista, attore di un’opera senza corpo, liberata dalle pesantezze
dell’oggetto che diventa arte.
L’austria all’inizio degli anni 1950 si scandalizzo dal comportamento di un giovane artista
“Arnulf Rainer” fondatore di un gruppo effimero Hundsgruppe, pur sempre artista, egli
proclamava di “disprezzare l’arte” banale surrogato in un mondo privato di legami con
valori fondamentali di natura essenzialmente metafisica. Il lavoro di Rainer consisteva nel
seppellire i suoi quadri con uno strato di pittura nera monocroma.
Altre azioni inscritte nell’ambito delle arti plastiche, nello specifico della body art sono
quelle di Gunter Brus, Otto Muhl e Hermann Nitsch che faranno parte del gruppo
dell’azionismo viennese. Il gruppo si lascia andare a un’escalation di violenze,
trasgrediscono i tabù, ricorrono alle provocazioni per scuotere il giogo di una società che
giudicano oppressiva. Rivista dedicata alla Body art “artitudes” anni 60 .
La sofferenza reale e pubblica dell’artista diventa anche un vettore di comunicazione.
Gina Pane nel corso di azioni meticolosamente preparate, si procurava ferite in ogni parte
del corpo, le sue performance hanno quasi sempre implicato una situazione esistenziale e
una congiuntura politica.
Yoko Ono coinvolge gli spettatori in un’azione nella quale l’artista chiede di avvicinarsi e
tagliare pezzi del suo vestito, essi possono appagare una comunissima fantasia per
sprofondare a quella che è più che violenza fisica, psicologica (cut piece 1964).
La donna e la sessualità occupano un posto di rilievo nell’arte soprattutto per le violenze
subite e autoinflitte: Annette Messager ha sempre ridicolizzato i tormenti e i piccoli
supplizi che si infliggono le donne alle prese con gli stereotipi- maschili- della bellezza,
anche Orlan sul filo di ripetute operazioni al volto, incarna alla lettera gli archetipi della
bellezza femminile.

Art forum: rivista


1966-69
Minimal art 1960
Tendenza sviluppatasi negli Stati Uniti: artisti come Carl Andre, Sol LeWitt, Robert Morris,
Frank Stella, Richard Serra, Dan Flavin impegnati nella creazione di dipinti o sculture dalle
forme elementari, primarie, che riducono al minimo la quantità di elementi espressivi e
decorativi. Si parla di "riduzione minimale", ma nel senso del contenuto artistico,
relativamente a lavori dove entrano in gioco oggetti al limite indistinguibili dalla realtà
quotidiana, oppure forme ed immagini con valenze anonime e impersonali, citando da un
lato i ready-made di Duchamp, che sono un punto di riferimento fondamentale per quello
che riguarda la componente concettuale di ogni operazione riduzionista, e dall'altro
Reinhardt, dal quale trae l'aspetto relativo alla riduzione purista della pittura e la sua
concezione dell'"arte per l'arte", tesa all'eliminazione di tutto ciò che viene percepito come
non essenziale.
Robert Morris ( le tre L-BEAMS. beams=travi) o Donald Judd riconobbero che la forma e le
proporzioni es. cubo, continuano ad avere un’influenza fondamentale sulle particolari
qualità dell’opera. La minima art si compone l’opera d’arte deve invece essere
autosufficiente, oggetto autonomo, oggetto singolo che afferma con il suo “essere
presente” una pienezza capace di incantare lo spettatore, di sottrarlo al flusso temporale
per proiettarlo in un presente continuo e perpetuo.

(astrattismo minimalista) Robert Morris e Donald Judd i pionieri del minimalismo,


stabiliscono che lo specific object sono oggetti tridimensionali ibridi paradossali, poiché
non possono definirsi ne pitture ne sculture.
Lo specific object consiste essenzialmente nel fatto che la definizione dell’oggetto è
sempre vera, ma dall’altro non offre nessuna nuova informazione che non fosse già
presente prima della proposizione. Pertanto, chi sapeva già cosa sia l’oggetto di cui si
parla, lo sapeva anche senza la definizione tautologica. In quanto riproduzioni a priori
rinunciano all’aura di Benjamin.
Judd e Morris utilizzarono materiali industriali

Astrazione eccentrica

Louis Bourgeois rielabora il motivo dell’oeil-sexe- (surrealismo) dal punti di vista di un


soggetto femminile, in un modo che altera lo “sguardo fallico” .
L’opera diventa un feticcio sessuale: pene o vagina, l’opera ha le fattezze dell’uno o
dell’altro organo, si carica di ambivalenza.
Alla fine degli anni 60, la Bourgeois era coinvolta nel femminismo.
Rappresentò “distruzione del padre” - di cui racconta- una grande tavola bandita , in cui
mio padre gode mentre i figli sono esasperati- .
Yayoi Kusama è stata senza dubbio tra i maggiori protagonisti di una scena artistica in cui
predominavano gli uomini, affermandosi accanto ad artisti come Allan Kaprow, Claes
Oldenburg e Donald Judd, suo vicino di studio ed affezionato amico. Nel suo percorso di
sfida di genere nella sfera artistica, la talentuosa artista giapponese non ha mai rinunciato
a combattere le sue fobie, come quella per il sesso, e ha realizzato performance uniche su
corpi di donne e uomini nudi. Tra le opere più famose di Yayoi Kusama si possono citare:

• nel 1964 presentò alla galleria di Gertrude Stein “One Thousand Boat Show“: in
quest’opera ha sfidato il patriarcato attraverso innumerevoli forme falliche;
• pois e falli ganno parte anche della sua prima performance, avvenuta nel 1966,
quando si sdraiò su un marciapiede della East 14th Street;
• un’altra performance indimenticabile, avvenuta nello stesso anno, portò scompiglio
alla Biennale di Venezia. Presentandosi senza nessun invito, Yayoi Kusama iniziò a
gettare 1.500 sfere galleggianti nei canali della città come parte dell’opera “Giardino
dei Narcisi”;
L’interesse per il mimetismo che mescola figura e sfondo, portò Kusama a utilizzare anche
pois rossi, a volte applicati sui falli, a volte da soli. Kusama interviene anche con i suoni e
le luci, faceva esperimenti con il mondo psichedelico .

Eva Hesse è stata in grado di esplorare il deterioramento della materialità e le possibilità


offerte dall'irregolarità. Spesso impostato dalla critica in una retorica minimalista, il
linguaggio visivo sembra formato da un'esistenza autonoma, stimolato dal desiderio di
creare come mezzo per costruire confini disegnando nello spazio un'ammissione
all'assurdità.

Arte povera- 1967


Il critico Germano Celant, afferma che l'arte povera si manifesta essenzialmente "nel
ridurre ai minimi termini, nell'impoverire i segni, per ridurli ai loro archetipi". Gran parte
degli artisti del gruppo, manifestano un interesse esplicito per i materiali utilizzati mentre
alcuni - segnatamente Alighiero Boetti e Giulio Paolini - hanno fin dall'inizio una
propensione più concettuale.
Durante la guerra del Vietnam, l'Arte povera si avvicinò ai movimenti di protesta a sfavore
dell'intervento degli USA: l'opera Vietnam di Pistoletto (1965, collezione Menil, Houston)
raffigura un gruppo di manifestanti pacifisti, rappresentati con delle sagome fissate ad uno
specchio, in modo tale che i visitatori della galleria si riflettessero in esso. Così facendo, la
gente diventava parte integrante dell'opera stessa, venendosi a creare una sorta di
interazione tra la creazione artistica ed il pubblico spettatore.
L'attenzione agli stili di vita delle molteplici culture diverse da quella occidentale è presente
nelle opere di Mario Merz: i suoi tanti igloo, seguono la legge di fibonacci, creati con
differenti materiali (ad esempio metallo, vetro, legno, etc.), puntualizzano la capacità di
adattamento di un popolo al suo determinato ambiente.
L'identificazione uomo - natura è uno dei temi maggiormente trattati da diversi artisti.
Molti artisti lavorano sull'idea di un'immagine stereotipata, come Ceroli (Si/No, 1963), che
tratta in modo seriale silhoutte prese dalla storia dell'arte, o insiemi di figure umane
moltiplicate o serializzate con una tecnica che ricorda il bricolage.

Già Piero Manzoni, Alberto burri ma anche Lucio Fontana, avevano partecipato ai tentativi
della neoavanguardia, di auto riflessione , purificazione e riduzione estrema. L’arte povera
tenta di nobilitare il potenziale rivoluzionario degli oggetti.
Nella “torsione” di Giovanni Anselmo si individua facilmente l’attenzione dello scultore per
l’innata forza di gravità, la resistenza della materia e la tensione come fattori che
determinano la morfologia di una scultura sospesa tra materiale e processo.
Giuseppe pedone disfa letteralmente il processo di lavorazione dell’oggetto industriale, in
questo caso una trave da costruzione, rimuovendo ogni strato fino ad arrivare all’anima più
sottile dell’albero.

Arte concettuale 1968


L’arte concettuale è nata dalla convergenza di due grandi tradizioni del modernismo, una
incarnata nel readymade e l’altra nell’astrattismo geometrico. Molti artisti a partire dagli
anni 60 passano da un mezzo all’altro, vagabondando tra opinioni estetiche divergenti o
lavorano simultaneamente sulla base di una pluralità di interessi, è quindi difficile
identificare, il loro uso del linguaggio, senza considerare anche quello della fotografia o del
video.

Il maggior esponente di questo pensiero è stato sicuramente Joseph Kosuth, che con i


suoi saggi filosofici raccolti in “Art after philosophy” dichiara apertamente come il compito
dell’artista consista nell’interrogare la natura dell’arte, come ben presenta nella serie
intitolata One and Three chairs: un oggetto (il più celebre è il caso della sedia) è realmente
esposto in galleria di fronte ad un muro (oggetto in sè); la sua rappresentazione fotografica
(immagine 1:1) e la definizione tratta dal dizionario (parola) vengono appese al muro alle
sue spalle. Con questo lavoro egli promuove una riflessione sul linguaggio e l’immagine,
sul significato che l’uomo attribuisce a ciò che per egli stesso è. Si crea un corto circuito
in cui il dubbio dell’osservatore ne fa da padrone.

Specific Object - arte concettuale


In effetti, le opere d’arte, quelle del passato come quelle più recenti, non ci pervengono
mai direttamente, nella loro nudità di un’evidenza senza parole. Paul Klee scriveva spesso
sul quadro, o al margine, il titolo dei suoi disegni. Il testo per altri è indispensabile come
magritte. M. Foucault analizzò a suo tempo la complessità dell’enunciato “questa non è
una pipa” scritto sotto la raffigurazione della pipa, è evidente che lo sconcerto dallo scarto
tra ciò che vediamo e ciò che leggiamo deriva dalla simultaneità delle due cose,
solitamente distinte. Questo “tradimento delle immagini” proietta la pittura in uno spazio in
cui il puro “retinico” non esercita più la piena egemonia. Da “M’amenez-y” di Picabia a “cet
homme est dangereux” di Hains, non possiamo fingere di ignorare la necessità di
decodificare. È a partire dagli anni 60 l’innesto massiccio dell’espressione grafica in
ambito delle arti plastiche, al punto che la parola scritta è diventata ormai la principale se
non l’unica componente dell’opera.
Art & Language è stato un gruppo di artisti britannici che nel 1968 ha iniziato a praticare
un’arte basata sul dialogo, sulla discussione, sulla didattica, ponendo le proprie basi nella
filosofia. Celebre è la loro mostra allestita in occasione di Documenta 5, in cui esposero
dei veri e propri archivi contenenti gli indici degli articoli che pubblicavano sulla loro rivista,
che il pubblico poteva consultare. In quest’opera il gesto e l’intervento del pubblico
divennero perciò essenziali. Il
concetto di fondo stava nell’intendere la stessa riflessione sull’arte come una propria forma
artisti
Robert Morris, schedario , 1962

Roman Opalka è un artista concettuale che si è focalizzato sul tema del tempo il quale,
dal 1965, sta proseguendo la numerazione da uno verso l’infinito dipingendo i numeri in
bianco sopra una tela che, inizialmente di sfondo nero, con il passare degli anni prepara
sempre più chiara; il suo obiettivo è arrivare a dipingere numeri bianchi su tela bianca.
L’opera terminerà in coincidenza con la morte dell’artista.
Roman Opalka
On Kawara, dal 1966, dipinge su una tela scura la data del giorno odierno ma, se il
quadro non viene completato entro la mezzanotte, egli lo distrugge. Ogni tela è
accompagnata da una pagina del quotidiano del giorno. Tempo privato e tempo della
storia di intrecciano anche in un altro lavoro in cui l’artista, per una decina d’anni, inviò ad
amici una cartolina che attestava il suo essere in vita; non a caso, si intitolava I got up.

Un altro importante filone dell’arte concettuale è il concettualismo fotografico, sviluppato


da artisti come Douglas hueblere , Dan Graham e John Baldessari.
La fotografia come arte plastica
La fotografia ha fatto il suo ingresso nelle arti plastiche intorno agli anni 60/70. Molti artisti
assimilano la presenza d’una mediazione fotografica nelle loro opere.
Solo negli anni 80 la fotografia entra nella galleria come arte indipendente, non solo come
testimonianza/documento/ supporto. A questo punto si apre una dicotomia tra artisti che
fanno ricorso alla fotografia(creativa) e fotografi “puri”, resta il fatto che i due gruppi
espongono in sedi diverse e divulgano con metodi diversi le loro creazioni: arte e
fotografia mantengono la loro autonomia. Se è vero che la fotografia ha fatto spesso
appello alle innovazioni pittoriche è anche vero che la pittura approfitta delle conquiste
della fotografia. Degas si ispira, in pittura, alle inquadrature messe a punto attraverso le
proprie sedute fotografiche.
Francis Bacon fu quello che seppe utilizzare la fotografia ai fini dell’esercizio pittorico, la
fotografia non lo porta a rinunciare alla figurazione.
(artisti: Robert Smithson, Jeff wall, jean- marc Bustamante, Christian Boltanski

Un nuovo strumento: la videocamera.


il video divenne lo strumento di lavoro utilizzato per la divulgazione di happening e
performance che nello stesso momento si affermavano. Il video a differenza del cinema
non richiedeva una sala di proiezione ma poteva essere installato in qualsiasi luogo; dopo
Nam June paik, altri come shibeko kobota iniziarono ad accumulare schermi per le
installazioni e performance.
Bruce naumann realizza uno stretto corridoio in fondo al quale è installato un televisore.
Quando il visitatore vuole andare a vederlo più da vicino, avanza verso uno schermo sul
quale distingue una persona che gli volte le spalle e si allontana dalla sua andatura,
l’immagine non compare mai, come ci si aspetta bensì compare nell’angolo opposto.
Dan graham realizzo nel 1974 “present continuous past(s) dove il visitatore, uscendo da
un corridoio d’accesso, entra in una sala e si vede uno specchio in tempo reale, l’opera è
complessa perché la camera sopra lo specchio registra anche l’immagine del monitor
raddoppiando cosi la temporalita trasmessa dal circuito.

Opere senza forma fissa


Process art
Molte installazioni hanno una forma definita e molti artisti sono particolarmente attenti,
come abbiamo visto, al rispetto delle condizioni che ritrasformano in opera, altri
privilegiano il processo di esecuzione o le modifiche e alterazioni dovute al tempo.
Process art, detta anche Antiform, che si è sviluppata sul finire degli anni Sessanta, nasce
in risposta alla minimal art di cui rifiuta la rigida connotazione geometrica e seriale. I
principali esponenti americani sono Robert Morris, Bruce Naumann, Eva Hesse, Keith
Sonnier, Richard Serra, mentre tra gli europei spiccano i nomi di Joseph Beuys, Barry
Flanagan. Le loro opere sono caratterizzate da un approccio di tipo concettuale, non
distante dalle coeve esperienze dell'arte povera; possono essere considerate in continua
evoluzione, tese alle sollecitazioni di nuove esperienze sensoriali mediante dall'uso di
materiali morbidi e malleabili come il feltro, la plastica e la gomma.
Richard serra ad esempio interpretò l’arte processuale, come poi avrebbe fatto l’arte site
specific, non come un modo di superare la scultura, bensì di renderla appropriata alla
moderna società industriale

Land ART
I legami tra minima artist e I land artist sono evidenti. Entrambi invitano, alla fine degli
anni sessanta, un’arte che non dipende dalla pittura o dal disegno o dall’architettura. La
mostra di fondazione del nuovo movimento riuniva in particolare Carl Andre, Robert
Morris, Sol Le Witt e Walter De Maria, Michael Heizer, Dennis Oppenheim, Robert
Smithson.
Intitolata “earthworks”(Dwan Gallery, new york, 1968), presenta opere realizzate con terra,
pietre e altri materiali naturali o documenti sulle realizzazioni direttamente effettuate sul
paesaggio. I procedimenti impiegati e le intenzioni dichiarate differiscono notevolmente da
un artista all’altro o da un’opera all’altra. Distruggere metà edificio, costruire labirinti,
spostare pietre o tonnellate di terra, incidere tracciati sono attività che polverizzano, come
ha notato “heizer” , il concetto di scultura.
Tutti gli artisti land artist, hanno utilizzato consapevolmente le possibilità del mezzo
fotografico. Queste fotografie hanno funzioni diverse: semplici documenti da far circolare
su libri e riviste, elementi di contatti didattici fatti a far comprendere l’opera e le sue
procedure. L’esempio “spiral jetty” di Robert smithson 1970 , la spirale c’è ma recarsi sul
posto non è semplice.
Walter de Maria dice “l’essenza della land art è l’isolamento”. la fotografia divenne il mezzo
esclusivo per farla conoscere.
Studiando le inquadrature per restituire il senso dello spazio, della sua immensità. Le
vedute aeree consentono una buona leggibilità dei graffissi tracciati sul terreno. A volte,
colgono l’istante esatto dell’evento, come Walter De Maria: le foto del suo “the Lightning
Field” 1977 (new mexico) offrono l’immagine del fulmine che si abbatte su uno dei 400 pali
d’acciaio predisposti per riceverlo.

Installazioni “in situ”


L’opera in situ elaborata in funzione del sito, deve essere vista sul posto per coglierne il
senso.
Daniel Buren lavora raramente nella natura, spesso espone nelle gallerie e musei. Buren
artista “ufficiale” per la Francia, apprezzato in tutto il mondo per le sue opere con le strisce
verticali alternate bianche e colorate. Buren che inizia la sua attività artistica negli anni
sessanta con tessuti a strisce colorate ha da sempre espresso il concetto del pieno e del
vuoto, e della facilità di lettura dell’opera. Dalla prima fase pittorica passando alle
installazioni in situ (nozione da lui inventata per spiegare le opere che nascono
strettamente legate alla topologia e alla cultura del luogo dove sono presentate) ha
sempre presentato le sue strisce colorate (solo colori pieni, piatti, mai con accenni di
sfumature) declinate in decine di materiali diversi.

Opere senza forma fissa


Process art
Molte installazioni hanno una forma definita e molti artisti sono particolarmente attenti,
come abbiamo visto, al rispetto delle condizioni che ritrasformano in opera, altri
privilegiano il processo di esecuzione o le modifiche e alterazioni dovute al tempo.
Process art, detta anche Antiform, che si è sviluppata sul finire degli anni Sessanta, nasce
in risposta alla minimal art di cui rifiuta la rigida connotazione geometrica e seriale. I
principali esponenti americani sono Robert Morris, Bruce Naumann, Eva Hesse, Keith
Sonnier, Richard Serra, mentre tra gli europei spiccano i nomi di Joseph Beuys, Barry
Flanagan. Le loro opere sono caratterizzate da un approccio di tipo concettuale, non
distante dalle coeve esperienze dell'arte povera; possono essere considerate in continua
evoluzione, tese alle sollecitazioni di nuove esperienze sensoriali mediante dall'uso di
materiali morbidi e malleabili come il feltro, la plastica e la gomma.

L’invisibile è reale
Alcuni artisti del XX secolo hanno concepito alcune loro creazioni in termini d’invisibilità.
La dialettica del visibile e invisibile occupò per secoli un posto rilevante nelle dispute
relative alla natura dell’arte e alla qualità dell’opera. Klein sarà uno degli artisti che non
intende esaltare il vuoto ma piuttosto propone una “smaterializzazione” dei propri quadri
monocromi. Yves Klein realizza “zones de sensibilitè pitturare immaterialle” pagabili in oro,
l’artista conserva una metà e l’altra la rilascia alla natura in luoghi dove non è più possibile
il recupero del metallo. L’immaterialità dell’opera ha come documento solo una fotografia.
Un’altra realizzazione di vasta portata in Germania, ricorre alla categoria dell’invisibile e la
mette al servizio della memoria, con gli studenti di belle arti di Saarbruken, Jochen Gerz
cominciò a disselciare di nascosto la pavimentazione della piazza del castello (stoccarda)
per incidere sui cubetti i nomi dei cimiteri ebraici presenti nel suolo germanico prima della
guerra e poi scomparsi.
Robert Barry utilizza fenomeni concreti la cui realtà sfugge a una diretta percezione
sensoriale; “Carrier wave pieces” 1968 è un’opera la cui natura è formata da una serie di
pensieri che non possono essere trasmessi ne con il linguaggio ne con l’immagine ma da
onde elettromagnetiche.
Claudio parmigiani si è chiesto se è indispensabile offrire l’arte alla vista: per il Musee
d’arte contemperai di Lione creò a suo tempo una scultura “terra” una grossa sfera alla
quale aveva applicato l’impronta delle sue mani destinata ad essere sepolta sotto terra: “la
scultura rifiuta il destino pubblico e si affida unicamente al suo destino spirituale”.
1970
Land Art- site specific
Il minimalismo diventa nel contesto della land art , in particolare nell’opera site specific, un’
alterazione di spazio e luce.
Richard serra interviene all’esterno , nella vita urbana del bronx iscrive un cerchio
sull’asfalto.
Altra opera di serra intitolata “a Roberta e Ruby” 1969-71, rappresenta una lastra di
acciaio di grandi dimensioni (2 metri e mezzo di altezza x 7 di lunghezza, spessore 2 cm),
l’opera esiste nella contraddizione tra la minaccia che l’opera si abbatta sull’osservatore e
la sensazione di smaterializzazione dell’opera. La lastra viene appoggiata nell’angolo della
galleria in cui, quindi ciò che rimane è una separazione tra ma anche un sostegno dovuto
solo all’angolo delle pareti.
Mentre l’osservatore gira attorno all’opera, vede un piano diventare una linea e
successivamente di nuovo un piano.

Michael Asher interviene all’interno, realizza alla Pomona college art gallery di Claremont,
California una struttura architettonica: divide una stanza attraverso una parete creando
cosi l’effetto di due triangoli: l’idea di Asher era di creare all’interno di questo spazio
espositivo il concetto di “entrata” forzata o meno, dal momento che la parete divisoria
creava, al contempo, un corridoio continuo: questo intervento presuppone una critica nei
confronti delle istituzioni e anche una autonomia architettonica. Il progetto poteva essere
legato all’arte concettuale.
Da rodin e poi Brancusi, l’idea di scultura da piedistallo, viene rivalutata, cosi la scultura
modernista può essere considerata una combinazione di esclusioni. Si può tenere conto
della “struttura logica” chiamata anche gruppo Klein, questo modello mostra come una
serie di termini opposti, opposizione binaria, possa essere sviluppata in un capo
quaternario senza cambiare carattere della stessa opposizione: es. paesaggio,
architettura, non architettura - scultura- non paesaggio.
La scultura modernista diventa ora la categoria che risaltava dall’opposizione del non
paesaggio e della non architettura.
Se il minimalismo produceva ancora un oggetto scultoreo, le opere site specific e gli
earthwork, abbandonando l’oggetto, ampliarono l’impegno minimalista nei confronti del
luogo.
Robert Smithson, molo a spirale, spiral jetty, 1970 realizza una spirale di 450 metri nel
Great salt Lake al Rosen Point, nello Utah.
Sempre smithson “legnaia parzialmente sepolta”1970- opera che ragiona sulla
composizione di opposizione “paesaggio e non paesaggio”- che potremmo chiamare i
luoghi marcati degli eartwork - architettura e non architettura-
L’espressione di “campo allargato” è un modo di definire questo contesto.

Hans Haacke, è un fotografo che ritrae senza alcun tono polemico o accusatorio, gli edifici
di new York. Come sostiene la critica Rosalyn Deutsche, l’artista mette a duro confronto
due tipi di spazio architettonico: l’edificio popolare delle classi povere di new york e la
lussiosa “neutralità” delle esclusive istituzioni delle arti e delle classi alte, col il loro totale
oblio della situazione della stragrande maggioranza delle persone che condividono lo
stesso spazio urbano.

Daniel Buren “photo-souvenir: pittura scultura, opera in situ, museo guggenenheim, new
York, 1971- mostra Guggenheim International exhibition :
ispirato ai tendaggi degli ambulanti scovati al mercato di Saint Pierre a Parigi − Buren ha
realizzato un opera, che sembra riportare un frammento di città all’interno e all’esterno del
museo, ma anche un segno e un simbolo riconoscibile e pop (si può far rifermento alle
bandiere di j. Johns, dove la logica interna del quadro veniva bruscamente svuotata e
disseminata in un contesto più ampio delle cornici architettoniche e politiche
dell’esposizione) che riducesse la sua pittura al grado zero e la rendesse riproducibile su
qualsiasi superficie, dalla tela al muro.
Buren con quest’opera rivela diverse componenti dell’opera: in primo luogo l’assunzione
della neutralità dello spazio in cui lo spettatore interagisce con l’opera. A questo, si
contrappone la formulazione programmatica di Buren della teoria dello spazio istituzionale,
in cui non si può concepire un’esperienza puramente visiva o puramente fenomenologica.
Il secondo limite venne rivelato quando dal modo in cui l’opera di bure creava un confronto
tra architettura del museo e l’opera scultorea.

Marchel Broodthaers è un’artista Belga, che critica il museo come istituzione in se e al


contempo critica lo sviluppo delle pratiche artistiche.
Il suo scetticismo sul museo come luogo di produzione, emerge direttamente dall idea che
una volta trasformato il senso(del museo) , farà parte di quelle cultura di produzione
industriale- l’intratteniamo, lo spettacolo, il mercato e la pubblicita.
Importante nel lavoro dell’artista è l’associazione della struttura allegorica con la
malinconia del lutto o della perdital.
Broodthaers realizza un “museo” all’interno dell’istituzione della Kunsthalle di Dussendorf,
“museo di arte moderna, dipartimento delle aquile, sezione delle figure, 1972"
mettendo in relazione più oggetti, tutti accumunati dal marchio iconografico dell’aquila, tutti
questi oggetti avevano un valore storico e artistico, altri erano assolutamente comuni
come i francobolli o le etichette di prodotti.
L’artista vide il proprio successo nel 72 e si rimise in gioco mimeticamente fondando la
propria agenzia di pubblicità, cosicché la sua opera scomparve all’interno della campagna
di pubbliche relazioni.
Broodthaers insiste che la funzione della pratica artistica che non è quella di dissolvere
l’istituzione dell’arte, ma piuttosto quella di riconoscere il limite per cui lo smantellamento
della sfera autonoma della pratica artistica è parte di una tendenza storica nel contesto
dell’avanzata del dominio della cultura industriale, che non tollera nessuna eterogeneità
nel processo di differenziazione delle varie sfere culturali.

Jasper Johns e Cy Towmbly avevano iniziato il processo di snaturamento del disegno a


favore di quello che ripeteva un grafema più o meno fisso o si avvicina alla condizione
della scrittura.
Hanne Darboven registra questi pattern delle forme collettive dell’esperienza spazio-
temporale e identifica la ripetizione automatica di un’infinità di atti esternamente identici
come matrice del disegno stesso. Questa infinità di possibilità è al centro del
Concettualismo.

Ancora più evidente è l’opera di Hans Haacke a Documenta 5, in “sondaggi”, l’opera


esprime l’estrema povertà delle esperienze spazio-temporali, psicologiche e percettivo-
fenomenologiche.

Architettura come spettacolarizzazione


L’idea di pop art riguarda un coinvolgimento artistico con la cultura di massa come era
stata trasformata dal capitalismo consumista - fu dapprima lasciata nei primi anni 50
dall’indipendent Group a Londra tra cui Richard Hamilton e Lawrence Alloway.
La superficialità delle immagini e la serialità degli oggetti nel capitalismo influenzarono
l’architettura e l’urbanizzazione.
Secondo venturi e Scott brown il design moderno mancava di “inclusione e allusione” -
inclusione di gusto popolare e allusione alla tradizione architettonica, venturi e scott
sostengono il carattere sperimentale e dunque la volontà di uscire dagli schemi rigidi della
cultura degli anni Cinquanta. Nella grande diversità di espressione un punto accomuna
senza dubbio i gruppi di architetti austriaci, inglesi e statunitensi e cioè il ricorso
all’ideologia del consumo, del ‘usa e getta’, dell’effimero e deperibile. Si afferma la
cultura di un immaginario legato ad un fine non utilitaristico che si sostituisce
all’applicazione dei criteri di efficienza architettonica: è il trionfo del senso estetico fine a se
stesso e qualsiasi materiale può diventare veicolo di espressione artistica dei nuovi valori.
L’architettura non è concepita per durare nel tempo attraverso le generazioni, ma diviene
un mezzo, uno strumento che si evolve e quindi cambia con la società.. Ed è
precisamente in riferimento alle immagini evocate dal Pop che la rivista inglese Archigram
parla di architettura, di urbanesimo, di possibili modi di vita: immagini di megalopoli, strade
e costruzioni improbabili , mobili del futuro che si muovono e si trasformano
continuamente come la ‘House of Futur’ di Alison e Peter Smithson (1956) o la ‘Maison du
Futur’ (1966-67) di d'Angela Heiter o ancora la ‘Casa Futura’ di Matti Suuronen (1968).
altre famose architetture degli anni 90 furono il museo Guggenheim di Bilbao e della Walt
Disney concerto hall di Los Angeles (frank Gehry).

La televisione come mezzo espressivo - video art


Dal 1960, la televisione era diventata il medium dominante della cultura di massa, sia
come fonte di immagini sia come oggetto da manipolare.
Wolf Vostell ad esempio usa i decollage tv e Nam June Paik utilizza il mezzo televisivo
per creare strumenti musicali elettronici sotto la scia di Cage e duchamp.

Molto spesso in Paik emerge un’altra tensione : la video art.


Paik era evidentemente contagiato dall’oscillazione tipica di Mcluhan tra atteggiamenti
mistici e paranoici di confronti dei media.
Come era lecito aspettarsi, la video art, aveva anche un lato tecnofilo. I suoi sviluppi
tecnologici comprendono l’arrivo sul mercato del videotape e di sofisticati software.
“il medium è il messaggio “ sostiene Mcluhan, il video viene usato in parte come una
continuazione dell’arte processuale altri per la performance come quelle estreme di VITO
ACCONCI o mezzi dorsalmente semplici come l’uso del ritardo nella trasmissione
dell’immagine e/o del suono come ad esempio “ il ciclo della tendina” di Frank Gillette e
Ira schneider: un gruppo di 9 monitor mostrava delle trasmissioni televisive sia in
simultanea che in ritardo di circa 10 secondi: un processo di disorientamento ulteriormente
complicato dalla rotazione delle immagini da un monitor all’altro. Questo decentramento
poteva essere sviluppato anche senza ritardo del video Come i corridoi di Bruce Nauman
1970.
Peter campus realizza attraverso il video l’opera three Transitions nel 1973, in cui sfido i
suoi spettatori a coordinare la percezione diretta da quella derivata.

L’arte femminista : Joan Jonas si faceva riprendere il volto con uno specchio che le
divideva il volto, l’idea era quella di creare un disturbo visivo in cui non si facesse una
differenza tra il lato sinistro e il lato destro.

Body art
Nel contesto della performance l’oggetto dell opera diventa il corpo dell’artista, esso viene
segnato o manipolato in un contesto pubblico o privato e poi documentato con video e
fotografie.
La body art rappresenta una esperienza liberatoria di materiali e segni, o indica un’ansiosa
mancanza di rappresentazione del corpo.
I tipi di performance riguardano:
La performance : azione : happening, nel gruppo fluxus.
Performance come task - compito : adottata dalle ballerine come Simone forti , Yvonne
Rainer e triaca bronwn .
Performance: rituale es. Joseph Beuys, gli azionisti viennesi.
Carolee Sherman fu la prima americana a estendere nei primi anni 60 il modello dell’action
performance alla body art: utilizzando “la carne come materiale”. Non fu l’unica a usare il
corpo ma altri come Yoko Ono e shigeko Kubota mettevano l’accento sull’alterazione
passiva/attiva della società.
“Cup piece” opera di Ono, invitava i partecipanti a tagliarle i vestiti.
Vito Acconci sottoponeva il corpo a regole apparentemente razionali; acconci cominciò a
segnare direttamente il suo corpo in “marchi” 1970, in cui segnava con la sua dentatura la
sua carne e successivamente l’impronta veniva inchiostrata e stampata su carta.
All’inizio le violazioni erano minime : in INSEGUIMENTO (1969) seguiva le persone finché
non entravano in spazi privati, mentre in PROSSIMITA (1970) si metteva vicino alle
persone scelte a caso in un museo finché non si allontavano.
In RIVENDICAZIONE , acconci, bendato, si acquattava in uno scantinato di Soho, munito
di un tubo di piombo e piede di porco, minacciando chiunque volesse invadere il suo
spazio.
l’Aspetto di fiducia e violazione è importante nelle sue opere.
Nel VIVAIO 1972 si sistemava una volta a settimana, sotto il pavimento rialzato della
galleria sonnabend di new york, dove spesso coinvolgeva gli spettatori nelle sue fantasie
sessuali, trasmesse per mezzo di un microfono mentre si masturbava.
Gli artisti come Acconci e burden alternano queste performance semi-masochiste a eventi
semi- sadici, ma si concentravano su atti che esponevano il loro corpo a un rischio
primario, come se le loro studiate irresponsabilità mettessero alla prova la responsabilità
degli altri.
Forse l’ambiguità del corpo come carne naturale e artefatto culturale è irriducibile, e la
body art ci mette solamente di fronte all’ambivalenza di questa situazione: sembra mettere
in scena le coppie freudiane di narcisismo e aggressività, voyeurismo ed esibizionismo,
sadismo e masochismo.

Arte femminista
Alla fine degli anni 60, il femminismo indusse a trasformare l’arte. Le donne lottarono per
un emancipazione ed indipendenza nei confronti degli uomini, cosi le artiste donne
lottarono per produrre immagini utopiche della donna separata dall’uomo e. Le
caratteristiche dell’arte femminista riguardavano il costante dialogo con altri tipi di arte, in
primo luogo, compito delle artiste fu quello di assicurarsi lo spazio per lavorare ed esporre.
Nel 1971 Miriam Shapiro e Judy Chicago diedero inizio al “feminist art program al
California institute of art di Valencia”. Nel 1972 il gruppo creò “womenhouse” uno spazio
per mostrare le opere a Los Angeles.
In questo contesto anche la performance e le installazioni avevano cambiato stile: Faith
wilding e altre svolsero una performance in cui venivano stolti lavori domestici come lavare
i piatti, stirare o semplicemente aspettare. Altre performance trattavano momenti traumatici
come lo stupro, la trappola, un immersione negli stati di ansietà.
Shapiro rivalutò differenti tecniche artistiche e artigiane come quella del cucito, che
soprannominò “femmage”.
Judy chicago elaborò “il pranzo di gala” nel 1974-79, un esempio di installazione a forma
di triangolo che funge da tavola : la cena rappresenta le donne, che nel corso della storia,
hanno preparato i pasti e apparecchiato la tavola, la Chicago metteva le donne al posto
degli “ospiti d’onore”. Il primo tavolo celebra le donne della preistoria patriarcale fino
all’antichità, il secondo dall’inizio della cristianità alla riforma, il terzo dal XVII AL XX
secolo.
Ana Mendieta associava il corpo femminile e madre natura che si può leggere in modo
ambiguo cioè come unione gioiosa e abbraccio mortale. La seconda fase dell’arte
femminista si concentra sulla relazione tra donna e corpo o donna e natura che assumeva
un aspetto trionfante e allo steso tempo depresso.
Certamente il rapporto tra il femminismo e la psicanalisi risultava ambivalente cioè, per
freud la femminilità è associata alla passività e per j. Lacan la donna è sinonimo di
“castrazione” e passività.
Secondo la psicanalista Costant Murley : la donna rappresenta l’immagine erotica mentre
l’uomo è il padrone dello sguardo.

Il conceptualismo moscovita
Intono al 1972-75 , Ilya Kabakov realizzò un grande album intitolato “dieci personaggi”.
L’idea era quella di rappresentare delle storie fittizie che pero incarnano la società
sovietica di quegli anni.
La storia più importante è quella del personaggio Primakov che si rinchiude nel suo
armadio per 6 mesi , l’armadio rappresentava il rifugio, luogo in cui nessuno poteva
disturbarlo e lui poteva immaginare di sorvolare la città.
L’arte di kabakov durante il periodo sovietico esprime un’oscillazione tra il vuoto, che
raffigura l’imprevedibile comportamento dello stato sovietico e la tana come luogo di
intimità claustrofobica.
Victor Tupitsyn ha collegato questa dialettica spaziale all’appartamento comunitario
sovietico, in cui diverse famiglie dovevano condividere lo stesso spazio.
Il concettualismo moscovita comprende un’ampia varietà di pratiche artistiche come le
opere narrative allegoriche dell’album di kabakov, questa corrente rimane un’arte non
ufficiale nell’urss.
L’estetica del concettualismo moscovita fa riferimento a linguaggi burocratici/tecnici o alle
procedure di archiviazione e indicazione come quelle adottate dall’art e linguag o le
strategie di documentazione e ricerca praticate da artisti diversi quali Hanne Darboven e
hans Haacke.

Mentre kabakov analizzava tale discorso creando fiabe intriganti sulla vita sovietica,
Bulatov e Komar e Melamid rivolgevano le loro forme direttamente a riferimenti alla
storia del realismo socialista , che nella metà degli anni 30 era la forma accettata e
ufficiale.
Bulatov ad esempio crea un forte tiramolla tra il nostro desiderio di entrare nello spazio
fisco e il divieto di farlo stabilito attraverso vari dispositivi ottici.
Cosi come domar e melamid l’immagine dello spazio pubblico rappresentato nella pittura
del realismo socialista - di cittadini gioiosi e devoti al lavori - è resa ora tramite una
contraffazione della scena di vita quotidiana.
Andri Monastryrski organizza un gruppo “azioni collettive” nel 1976: rende letteralmente il
vuoto scegliendo paesaggi vuoti come ambientazione delle sue performance, a questo si
associano le azioni “vuote” del gruppo, nel loro attaccamento a comportamenti ordinari
come camminare per andare a lavoro o fermarsi in gruppo.

Nel 1971 spazi alternativi (rivedere) capitolo 1976

Per un nuovo linguaggio


Harmony hammond (artista) negli anni 70 parla dell’astrazione dal punto di vista delle
artiste donne: essa è collegata:
1. alle procedure di lavoro tradizionali delle donne, come il cucito e l’intreccio;
2. La dimensione del corpo rappresenta in forme geometriche.
3. Animare le forme geometriche attraverso i riferimenti della pelle e di corpi viventi, di
esperienze di vita delle donne.
Viene ad identificarsi la teoria “queer”, essa sfida la pratica comune di dividere in
compartimenti separati la descrizione di una persona perché "entri" in una o più particolari
categorie definite, “eterosessuale” o donna.
Kate Millett nelle sue installazioni scultoree mette in luce la condizione della donna :
evoca costantemente geometrie di isolamento e di intrappolamento.
In “opera terminale” collega tale esperienza di alienazione all’inaspettata notorietà ottenuta
grazie alla pubblicazione del libro “politica sessuale” 1970; ciò che risulta l’opera come la
notorietà dell’artista diventa tanto pubblica quanto isolata dal resto del mondo.
Paul Thek, senza titolo, 1964 mette in risalto l’effetto nausenante della carne, contenuta
all’interno di una teca di vetro che è formata anche da strisce gialle (griglia).
Thek mette in luce l’aspetto oggettivo- soggettivo, l’opera queer di thek è sovversiva,
oggetto e soggetto sono entrambi la stessa cosa , soggetto-cosa- opera d’arte.
Il generale feticismo dell’opera costituisce un surplus di investimento emotivo la cui
incidenza e il cui significato cambiano a seconda di quale tipo di oggetto è in gioco:
religioso, erotico o pop.
Creature ardenti di Jack Smith, inscena un orgia di immagini che agiscono in favore della
libertà sessuale.
Caterine Opie nel 19993 realizza “autoritratto/incidere, una fotografia ritrae se stessa di
spalle, sulla schiena viene incisa una scena di vita familiare lesbica.
Lyle Ashton Harris insieme al fratello Thomas realizzano una serie di scatti; i lavori
dell’arte queer, compreso questo “frattellanza, incontro, eccetera”, superano i confini tra
parentela, amore, sessualità e violenza, vengono trasgrediti in modo da ridisegnare le
relazioni dicotomiche tra corpo e genere, soggetto e oggetto, astrazione e mimesi.

Mary Kelly nelle sue opere ci narra la storia di una madre in rapporto con il figlio :
L’autonomia, l’auraticità dello spazio museale viene scavalcata in favore della
rappresentazione cruda della condizione psicologica della donna: l’analisi, senza
compromessi, viene compiuta sia dal punto di vista clinico, sia da quello antropologico.
Diviso in sei sezioni, il lavoro propone una doppia lettura della condizione materna.
lo spettatore maschio,di fronte al suo lavoro, prova un senso di imbarazzo poiché entra in
contatto con un’intimità alla quale non riesce ad accedere.

Cindy Sherman Lavorando come modella per oltre 30 anni, si è catturata in una serie di
forme e personaggi che sono a loro volta divertenti e inquietanti, sgradevoli e affascinanti.
Per creare le sue fotografie, assume diversi ruoli di fotografa, modella, truccatrice,
parrucchiere, stilista e amante del guardaroba. Con un arsenale di parrucche, costumi,
trucco, protesi e oggetti di scena, Sherman ha abilmente alterato il suo fisico e
l'ambiente circostante per creare una miriade di intriganti tableau e personaggi, dalla
sirena sullo schermo al clown all'invecchiamento della socialite.

Barbara Kruger il suo lavoro è immerso nella vita di tutti i giorni, dove la quotidianità della
routine si confronta con la differenza di genere.
il raggiungimento del piacere, seppure di difficile accesso, viene sfidato e la sua ricerca
apre all’affermazione del sé. Essa sarà pienamente possibile attraverso il superamento
della differenza di genere, in un’ottica non unitaria, ma pluralista, che caratterizzerà i
decenni a seguire e a cui queste artiste, con il loro lavoro, hanno aperto la strada.

La fotografia
La fotografia intorno agli anni 70-80 viene interpretata dagli artisti post moderni non solo
come immagine “seriale”, un multiplo senza una stampa d’origine, ma anche come
un’immagine “simulacrale”, una rappresentazione senza un referente sicuro nel mondo.

Roland Bathes fu una guida cruciale, come furono Jean Baudrillard, michel foucailt e
Gilles Deleuze per il valore che diedero al “simulacro”, nozione che Baudrillard uso per
comprendere le recenti trasformazioni delle merci e Foucault e deleuze usarono per
mettere in discussioni le antiche concezioni platoniche di rappresentazione.
Nei lavori fotografici , le gerarchie di realtà e rappresentazione, di originale e copia
diventano instabili, e in questa leggera infondatezza dell’immagine c’è un sottile
sovvertimento del ruolo dello spettatore: lo spettatore talvolta è parte dell’immagine
simulacrale, il quale trasforma ll suo punto di vista.

Quando si cerca di comprendere il termine”post- modernismo” che viene usato per


identificare un epoca o per indicare un determinato stile o cultura, parliamo dell’epoca che
riflette una logica capitalistica e consumistica. In questo contesto viene messa in
discussione la figura dell’artista e l’originalità dell’arte.
Gli anni 80 non furono segnati dalla riscoperta di coscienza storica ma dalla sua erosione
in un ‘amnesia consumistica e non dalla rinascita dell’artista come genio, ma dalla morte
dell autore, inteso come unica origine di tutti i significati.

Nel mondo del capitalismo, il termine “consumo”, secondo il sociologo Francese Jean
baudrillard, accende un desiderio nel soggetto non tanto per l’utilità o per un valore
intrinseco che si ha dell’oggetto in se ma per quell’aspetto fittizio, e anche di messaggio
codificato, come una data marca accende il nostro desiderio di acquisto, non tanto per
l’utilità ma per il messaggio che invia.
L’opera d’arte in questo senso, viene messa sullo stesso piano della merce.
Artisti come Koons, Hirst, Steinbach mettono lo spettatore nella condizione di compratore.
Questi artisti celebrano la nostra idea di passione per il codice consumistico incluso in
tutti gli altri valori: valore d’uso, estetico e cosi via.
Lo stesso Allan Mchollum dirige uno studio che sta in mezzo tra una bottega e una
fabbrica, le sue opere vengono riprodotte serialmente, provocando cosi una frustrazione
piuttosto che desiderio.
Benché le condizioni economiche fossero temporaneamente mutate dopo il minicrollo del
mercato azionario del 1987, la metà degli anni 90 vide un altro ciclo di espansione
capitalista e alcuni artisti iniziarono a focalizzarsi meno sulla trasformazione dell’arte in
merce, ormai considerata un dato di fatto, e più sull’ubiquità (essere in ogni luogo ) del
design, o sul modo con cui gli oggetti o le pratiche sono spesso ricordificate.

La rinascita di associazioni artistiche politicizzate negli anni 80 riavviò l’interesse nei


confronti di alcuni precursori come la art workers’ coalition, che era stata costituita al
culmine della guerra del Vietnam per promuovere la causa di un’unione degli artisti e per
protestare contro l’assenza di artiste donne e di artisti delle minoranze nelle mostre e nelle
collezioni.
Ls politica di rappresentazione condusse anche alcuni artisti a sfruttare e imitare strategie
situazionite, in particolare il “detournement” ovvero il rimaneggiamento dei simboli pubblici
e di immagini dei media con sovversioni di significati sociali e memorie storiche.
Si vennero a creare diversi gruppi di attivisti che sfruttarono gli interventi neosituazionisti
come : ACT-UP , acronimo di aids Coalition to unleash power. I gruppi ACT UP capirono
che la guerra ideologica sull’aids si combatteva tanto attraverso i media quanto nelle
strade e con la partecipazione di artisti e registi, videomaker e architetti progettarono
manifesti ed eventi che non solo criticarono e corressero i media ma sfruttarono anche le
loro procedure e tendenze.

Molti artisti gay e lesbiche iniziarono a esporre l’omosessualità come soggetto d’arte in
modi tra loro differenti.

Felix Gonzales torres operò per un’omosessualizzazione di altre forme artistiche degli
anni 60-70.
“Senza titolo” è un opera di 300 libbre di caramelle, l’opera sfida il tbabù nel “non toccare”
in arte e tanto più il mangiare. Unisce anche suggerimenti stilistici solitamente tenuti
separati: addirittura sembra annullare, anche se solo per un momento, la vecchia
opposizione tra avanguardia e kitch.
Torres sollecita la nostra partecipazione nell’ordine non solo del consumo, ma anche dello
scambio di doni- nonostante lo spirito di offerta, quest’arte è anche permeata dal pathos
della perdita.
La sua arte si occupa della costruzione di una soggettività gay, Torres tenta di ricavare
all’interno dello spazio eterosessuale una collocazione della storia gay.

Zoe Leonard gioca sull’ambiguità/bizzaria del genere, come Torres, l’artista risponde al
bisogno non solo di criticare ciò che è dato come identità di genere e storia ma anche di
immaginare altri tipi di costruzioni. Questo può portare ad un lavoro di costruzione, di
archivio storico o invenzione storica come il lavoro di Rossella biscotti.
Cio che noi percepiamo è quella patina superficiale. Il consumo, le vicende storiche
vengono riportate dai media non tanto per farci comprendere l’orrore quanto a convivere
con esso.

Neo-espressionismo

Gerhald Richter ha un’ idea di pittura, Innanzitutto, impersonale: In quanto tale la pittura
non esprime un’opinione dell’artista sul mondo, ed è il motivo per cui tantissime delle sue
opere sono tutte lavorate sui grigi , per questo Richter lavora sulle sue opere cercando di
filtrare ogni soggettività.
Richter non può neanche essere classificato come artista figurativo, in quanto nel suo
catalogo si trovano tante opere astratte e qualche esperienza concettuale. E nell’ambito
dell’astrazione troviamo opere straordinariamente liriche come opere rigorosamente
geometriche.
Richter ha avuto nella fotografia un punto di riferimento a cui guardare sempre: come
l’immagine fotografica non crea l’immagine ma la registra, così la sua pittura diventa una
forma d’indagine sul mondo.
Uno dei cicli più importanti realizzati da Richter è quello conservato al Moma di New York
e dedicato a uno degli episodi più cupi della storia tedesca del dopoguerra: la vicenda del
gruppo “Baader Meinhof” , in Germania: gruppo che si ribellò contro lo stato tedesco
neocapitalista . Richter lo ha realizzato nel 1988, quindi oltre dieci anni dopo i fatti,
dedicato al tragico epilogo che aveva portato alla morte in carcere dei componenti della
cellula.
Sono ancora opere in bianco e nero, meditazioni scabre realizzate a partire da fotografie;
usa la pittura non per giudicare né tanto meno per assolvere, ma per disseppellire quel
nodo che stava depositato irrisolto, nel profondo della sua coscienza. Ha davanti a sé il
mistero di persone che avevano fatto una scelta di così radicale nichilismo; biografie
bruciate dall’astrazione assassina dell’ideologia.

Gerhard Richter, Confrontation 2, 1988.

Hanselm Kiefer nato nel ‘45 nella Germania post bellica, lo scenario della Berlino distrutta
segnerà per sempre e profondamente il suo percorso artistico. Ciò che caratterizzerà la
sua produzione degli anni Settanta e soprattutto degli anni Ottanta sarà il ritorno alla
pittura e alla figurazione con lo scopo ben preciso di fare un’operazione storica, utilizzando
il medium pittorico per riappropriarsi della storia recente, interrompendo, distruggendo,
eliminando, eludendo il taboo del nazionalsocialismo.
Molti artisti, diventati antifascisti dopo le leggi razziali del ‘36, sono stati considerati
erroneamente antifascisti della prima ora proprio perché si aveva bisogno dell’esistenza di
un’opposizione che di fatto non c’era. Kiefer negli anni Ottanta si pone proprio il problema
di questo taboo che secondo l’artista va spezzato.
Il primo lavoro di Kiefer è l’album fotografico Occupazioni, della seconda metà anni
Settanta, in cui si ritrae in importanti luoghi pubblici, che hanno avuto un ruolo nel periodo
della dittatura, ritto, con indosso la divisa che fu di suo padre, col braccio alzato e teso nel
saluto nazista come Hitler. l’artista si orienta anche in direzioni differenti come per esempio
verso il recupero della mitologia nordica, che era stata riutilizzata e modificata ai fini della
propaganda dal regime.
Il suo intero percorso consiste in un’assunzione di responsabilità e in un’elaborazione di
una storia che sente riguardare lui stesso, e l’intera umanità.
Lo stile di Kiefer è inconfondibile e riesce a dare un senso di soffocamento che avvolge
totalmente, carico di tensione politica. Kiefer è il pittore che meglio ha rappresentato il
fallimento storico della cultura europea. La sensazione è quella di catastrofe, le figure
sembrano inghiottite da questa quantità di materiali informi, ogni figura è prigioniera della
propria ombra che la accompagna e la parola scritta che accompagna l’immagine diventa
altrettanto importante.
il soggetto preferito dei suoi quadri è la storia della Germania Nazista, in quadri come
"Interiors" (1981), la gamma dei suoi temi si amplia per includere riferimenti alla storia
ebraica ed egizia, come nel grande dipinto "Osiride e Iside" (1985-87) .

dal 2000 l'artista è stato impegnato nella monumentale opera "I Sette Palazzi Celesti" che
ha realizzato nella navata più grande all'interno del corpo centrale dell'HangarBicocca a
Milano che ha aperto per la prima volta le porte al pubblico nel 2004.
Ispirandosi alla mistica ebraica della Cabala, il libro della vita, l'artista ha creato sette torri
monumentali in cemento armato e piombo, che simboleggiano l'esperienza mistica
dell'ascensione attraverso i sette livelli di spiritualità.
Emblemi della condizione umana, le torri di Kiefer sono insieme architetture reali, abitabili,
diroccate dal tempo e dall'incuria degli uomini e dimenticate dalla storia.

Il 1989 fu un movimento di rivalutazione della retorica su vari fronti; stava emergendo un


“nuovo ordine mondiale” come lo avrebbe definito George Bush dopo la guerra del golfo
nel 1991, un ordine principalmente americano di flussi multinazionali autorizzati di capitale,
cultura e informazione per alcuni privilegiati, ma di confini locali rafforzati per la maggior
parte degli altri.
Artisti come Gabriel Orozco o rirkrit tiravanija hanno molto in comunque: entrambi
lavorano con oggetti e luoghi quotidiani/comuni . Le fotografie rientrano in quest’arte fino a
un certo punto ma spesso sono anche residui di performance: vengono in mente i
materiali di artisti come Manzoni, oldemburg o beuys.
Questi artisti lavorano con i cliché etici, cosi Jimmie Durham ha inventato i “falsi manufatti
indiani” e Orozco teschi messicani fatti secondo gli stereotipi.
Analogia tra i teschi di Orozco e d. Hirst “per l’amor di dio”.
James luna e Jimmie Durham hanno inserito associazioni etniche in giochi sovversivi: luna
ha tradotto in pratica gli stereotipi dell’indiano guerriero, sciamano; Durham ridicolizza i
cliché primitivi. Anche David hammons fece una serie di immagini con oggetti e vanghe
“vanga con catene” 1973.
Quando rivediamo quest’arte all’inizio degli anni 90 e ci stupiamo di tante figure di psiche
frustrata e corpi feriti, dobbiamo ricordare che fu un periodo di grande risentimento e
disperazione per la persistente crisi di aids e la sconfitta dello stato assistenziale, per la
malattia che continuava a diffondersi e per la povertà crescente.

Artiste donne anni 90- 2000


Negli ultimi decenni, sono state rivolte molte critiche nei confronti di persone che hanno
seguito traiettorie diverse rispetto agli stereotipi comuni: parliamo dell’omosessualità,
dell’emancipazione della donna, la questione dell’etnia, ecc..
Tali differenze assumono un ruolo principale nell’arte degli anni 90-2000.
In particolare ci sono alcune artiste donne che hanno fatto la differenza in ambito non solo
artistico ma anche politico e sociale.
Per citarne alcune, partiamo da:
Adrian Piper che impiega delle strategie nell’ambito della performance art, della video art
e dell’arte concettuale, prendendo in analisi “patologia visiva” del razzismo, infatti, Piper
mette in scena immagini stereotipate, come il macho africano.
ciò che ne deve risultare, secondo la visione dell’artista, è questa riflessione critica non
solo dell’atteggiamento che ogni spettatore ha, nei confronti del razzismo, ma soprattuto
c’è un confronto diretto, si potrebbe definire un rapporto a specchio di ogni spettatore si
confronta con l’altro nella misura in cui non è più l’opera (che fa da tramite) a dare un
messaggio ma al contrario lo spettatore stesso.

seppur da un’altra prospettiva, il lavoro di Carrie Mae Weems , richiama l’attenzione sulla
percezione delle famiglie nere degli anni 90 , usando immagini e storie personali.
Anche la weems utilizza il mezzo fotografico, come nella serie “tavolo da cucina” 1990.
Seduti a un tavolo da cucina sotto un luce cruda, l’insieme delle immagini scorrono
accompagnate da testi narrativi in terza persona che rimuginano sulle diverse esigenze
dei desideri personali, sulle relazioni romantiche, sulle sistemazioni domestiche e sugli
obblighi di lavoro quotidiano.

Lorna simpson è interessata all’alienazione prodotta dagli stereotipi e rivendica la


condizione della donna nera, nella società. I temi principali sono “il razzismo” e il
“sessismo”.
l’artista vuole mostrare la trasformazione e rimodellare la figura della donna attraverso
degli scatti che non per forza mostrano la donna per intero ma ad esempio possono
mostrare alcuni particolari come la camicia di cotone domenicale o spesso la donna negli
scatti è presentata di spalle.
L’idea della Simpson è che tali visioni nascoste o parziali sollecitano la nostra curiosità ma
frustrano anche qualsiasi desiderio di impadronirsi delle figure attraverso dettagli feticisti o
immagini totali.

Altri artisti invece esasperano gli stereotipi fino ad arrivare a un’esplosione critica.
Rotimi- fani- Kayode originario della nigeria, africano gay, esagerò i cliché primitivi di
sessualità africana nei suoi ritratti di uomini neri seminudi, che sono mostrati dipinti, con
piume o altro genere di costume esotico “tribale”.
Yinka Shonibare nella serie di 3 fotografie “effnick” si attribuisce costumi sontuosi e poste
altezzose da gentiluomo inglese.

Louise borgeois ed Eva Hesse sono diventate veramente influenti negli anni 80-90. Artiste
di questo genere volevano portare a galla la figura della donna, attraverso l’esplorazione
del corpo e degli spazi modellati psicologicamente.
Entrambe come anche l’artista gay Robert Gober hanno sviluppato un modello di arte
come “ripetizione dell’esperienza traumatica”.
Rona pondick sembra oggettivare le fantasie infantili, es. Bocca 1993, rappresenta le
pulsioni sadiche-orali .
kiki smith evoca i soggetti madre- figlio, ma anche la “perdita”, pulsione di morte.
Infatti la Smith ha spetto colato organi vitali in materiali diversi, come cera, bronzo ecc.
Come spesso fa la borgeois, Smith evoca un assalto al patriarcato, ma mentre la borgeois
immagina che sia l’uomo ad essere distrutto, Smith si concentra su una donna violentata
e/o in lutto.
Robert gober fa anche lui dei calchi del corpo, principalmente nelle sue opere non viene
mostrata la figura per intero, maschile per lo più, ma vengono fruttate alcune parti del
corpo come le gambe, nel qualche vengono poi inseriti altri oggetti come candele e tubi.
Gober presenta queste parti del corpo per richiamare i rapporti intricati tra esperienza
estetica, desiderio sessuale e morte. Il risultato è un’esperienza perturbante che sembra
sia passata che presente, sia immaginata che reale.

Paul McCarthy attaccò le figure convenzionali dell’autorità maschile con l’aiuto di


maschere grottesche e costumi bizzarri. Usa gli strumenti come potrebbe utilizzarli un
bambino, per manipolare un mondo attraverso i giochi, per creare una fantasia. L’artista
attacca l’ordine simbolico con performance di regressione infantile.
Mike Kelley che quest’ordine è già incrinato con le sue installazioni che spesso seguono le
tracce degli interessi deviati dall’adolescente maschio.

L’arte dei primi 90 sembra pervasa da avvilimento e rigetto, di confusione e


spapagliamento, di sporco ed escrementi.
“arte abietta” è, in quanto tale, il processo che si separa dal proprio ambiente ciò che "non
sono io."
Concetto di abiezione di Kristeva è utilizzato comunemente per spiegare popolari
narrazioni culturali di orrore, e comportamenti discriminatori si manifestano in misoginia ,
misandria , l'omofobia e il genocidio .
Julia Kristeva ha sviluppato l'idea del abietto come ciò che è respinta da / disturba ragione
sociale - il consenso comune che è alla base di un ordine sociale. Il "vile" esiste pertanto
qualche parte tra il concetto di un oggetto e il concetto del soggetto, che rappresenta tabù
elementi del sé appena separato fuori in una liminare spazio. Kristeva sostiene che entro i
confini di ciò che si definisce come soggetto - una parte di se stessi - e l'oggetto - qualcosa
che esiste indipendentemente da se stessi - non risiede pezzi che una volta erano
classificati come una parte di sé o di un'identità che da allora è stato respinto - il abietta.
E 'importante notare, tuttavia, che Kristeva ha creato una distinzione nel vero senso della
abiezione: non è la mancanza di "pulizia o la salute" che provoca abiezione, ma quello che
disturba l'identità, il sistema, e l'ordine. Dal momento che l'abietto si trova al di fuori del
ordine simbolico , essere costretti ad affrontare è un'esperienza di per sé traumatico, come
con la repulsione presentato dal confronto con sporcizia, rifiuti, o un cadavere - un oggetto
che viene violentemente gettato fuori dal mondo culturale, avendo una volta stato un
argomento. Così il senso della abietta integra l'esistenza del Super-io  - il rappresentante
della cultura, dell'ordine simbolico: in aforisma di Kristeva, "A ciascuno il suo oggetto ego,
a ciascuno il suo Super-io abietta".
Dal punto di vista psicoanalitico di Kristeva, abiezione è fatto per la parte di noi stessi che
escludiamo: la madre, ’oggetto che ci ha creato, al fine di costruire un'identità. Abiezione si
verifica sul livello micro dell'essere parlante, attraverso le loro dinamiche soggettive, così
come a livello macro della società, attraverso il "linguaggio come una legge comune e
universale". Usiamo i rituali , in particolare quelli di contaminazione, per tentare di
mantenere chiari confini tra natura e della società, la semiotica e il simbolico,
paradossalmente sia escluso e rinnovare il contatto con l'abietto in atto rituale.
Il concetto di abiezione è spesso accoppiato (e talvolta confuso) con l'idea di perturbante ,
il concetto di qualcosa che è "un-home-like", o straniero, eppure familiare. L'abietta può
essere inquietante, nel senso che possiamo riconoscere aspetti in essa, nonostante il suo
essere "straniero": un cadavere, essendo caduto fuori dell'ordine simbolico, crea abiezione
attraverso la sua stranezza - crea una dissonanza cognitiva .Le radici dell'arte abietta
andare molto indietro nel tempo. Tate definisce l'arte abietta come ciò che "esplorano temi
che trasgrediscono e minacciano nostro senso di pulizia e decoro [,] particolare riferimento
alle funzioni del corpo e del corpo". Pittori esprimono un fascino per sangue molto prima
Rinascimento ma non è stato fino al dada movimento che il fascino con trasgressione e
tabu reso possibile per arte abietta, come movimento, esistere. E 'stato influenzato da
Antonin Artaud s' Teatro della Crudeltà . Il Whitney Museum di New York ha identificato
l'arte abietta nel 1993.
E 'stata preceduta da film e prestazioni dei azionisti viennesi , in particolare, Hermann
Nitsch , il cui interesse per l'idea di Schwitter di un Gesamtkunstwerk (opera d'arte totale)
ha portato alla sua creazione del gruppo di teatro radicale, noto come l'Orgien-Mysterien-
Theater . Il gruppo ha utilizzato carcasse di animali e lo spargimento di sangue in modo
rituale. Nitsch servito tempo in carcere per blasfemia prima di essere invitato a New York
nel 1968 da Jonas Mekas. Nitsch ha organizzato una serie di performance che ha
influenzato la scena radicale dell'arte di New York. Altri membri della azionisti viennesi ,
Gunter Brus , che ha iniziato come pittore, e Otto Muehl collaborato prestazioni. Le
prestazioni di Gunter Brus coinvolte pubblicamente urinare, defecare e si taglio con una
lama di rasoio. Rudolf Schwarzkogler è noto per le sue foto che trattano l'abietto. Alla fine
del 1960, la performance art diventato popolare a New York, anche da Carolee
Schneemann . Mary Kelly , Genesis P. Orridge e GG Allin hanno fatto questo tipo di arte.

Negli anni 1980 e 1990, il fascino con i Poteri dell'orrore , il titolo di un libro di Julia
Kristeva , ha portato ad una seconda ondata di artisti radicali prestazioni di lavoro con i
fluidi corporei, tra cui Ron Athey , Franko B , Lennie Lee e Kira O' Reilly . Kristeva stessa
associata esperienza estetica del abietto, come l'arte e la letteratura, con la catarsi poetica
- un processo impura che permette all'artista o autore per proteggersi dal abietta solo
immergendosi all'interno di esso.
Alla fine del 1990, l'abietto divenne un tema di radicali artisti di performance cinese Zhu Yu
e Yang Zhichao . L'abietta anche iniziato a influenzare gli artisti tradizionali tra cui Louise
Bourgeois , Helen Chadwick , Gilbert e George , Robert Gober , Kiki Smith e Jake e Dinos
Chapman , che sono stati tutti inclusi nel Whitney spettacolo 1993. Altri artisti che lavorano
con abiezione includono New York fotografi, Joel Peter Witkin , il cui libro L'amore e la
redenzione e Andres Serrano cui pezzo intitolato Piss Christ causato uno scandalo nel
1989.

L’apartheid
Il termine “apartheid” significa “separazione” e deriva dalla lingua dei boeri (o afrikaners), i
primi colonizzatori, di origine olandese, del Sudafrica, da sempre favorevoli ad una politica
razzistica. Essi costituivano la maggioranza della popolazione bianca ed ebbero, sin
dall`inizio dell`Ottocento, forti contrasti con gli inglesi, anche per una diversa concezione
dei rapporti con gli indigeni.
Benché elementi di segregazione razziale fossero stati introdotti nel Sudafrica già all’inizio
del Novecento, è nel secondo dopoguerra che l’apartheid prende definitivamente forma
con l’entrata in vigore di una serie di leggi che negano ogni diritto politico, sociale ed
economico ai neri.
Il video ricostruisce le origini di un periodo di segregazione razziale e di lotte politiche.
L’album fotografico nero 1997 di Santu Mofokeng, non è altro che un recupero di una
realtà culturale e visuale : identità africana e modernità non sono in opposizione.
Mofekeng ritrae anche sui treni affollati tutti gli individui dei diversi distretti/aree che si
riuniscono per cantare e pregare.

David goldblatt fu ad esempio il padre della fotografia documentaristica in sudafrica.


Il volume “sulle miniere” ritrae sia lavoratori bianchi che neri, e delinea il complesso mondo
minerario presentandolo sia come una configurazione sociale strutturata dall’aparheid
esemplificata nella fotografia del funerale di 58 scavatori di pozzi nel 1969.
L’artista fu il fondatore del market photo workshop nel 1989, una scuola di fotografia
multietnica.

Zwelethu mthethwa artista sudafricano più noto nel periodo post-apartheid : realizza
“interni” opere fotografiche , in cui vengono raffigurati spazi domestici modesti e
improvvisati. Secondo mthethwa il colore da dignità, perche individualizza che p anche
l’effetto della straordinaria serie di fotografie di nontsikelelo veleko intitolata “la bellezza è
negli occhi di chi guarda”.
In sudafrica dove la gente di colore era vista come non-cittadina, ai neri non era permesso
restituire lo sguardo, ma il soggetto dell’opera fotografica fissa lo spettatore come se la
restituzione dello sguardo assumesse grande intensità.

1998
Lo spazio dell’arte non è mai cosi neutrale.
james Turrell che realizzò enormi capi di luce colorata, la forma percettiva diventa sublime
per certi versi, lo spettatore non capisce l’esatta collocazione dell’illuminazione.
Peter campus e bruce Nauman usarono ad esempio la videocamera per trascinare lo
spettatore direttamente all’interno dell’opera.
Bill viola ha cercato di rappresentare e riprodurre differenti esperienze corporee; stati di
tranquillità e agitazione spesso collidono nella medesima opera es. “il sonno della ragione”

Negli anni 90 artisti come Jeff wall e Andreas gursky fanno dell’immagina un ibrido tra
pittura e fotografia.
Per wall diventa un automatismo l’utilizzo del collage e del montaggio; la frammentazione
quindi diventa sia dell’opera che del soggetto che la osserva. Quando wall espone le sue
immagini fotografiche imita l’esposizione pubblicitaria, ma anche i momenti salienti di
opere d’arte storiche del periodo neoclassico. Jeff wall realizza “la stanza distrutta” che
sembra essere l’appartamento rovinato di una prostituta, vuole evocare il dipinto di
Eugene Delacroix “la morte di sandanapalo”.
Sam Taylor wood cita dipinti storici in alcuni dei suoi lavori, i quali includono installazioni
video e sonore e grandi fotografie.
La wood è interessata alle condizioni estreme es “soliloquio”, riferimento alla morte di
Marat.

Andreas Gursky anche lui produce una sorta di tensione pittorica, lavorò a colori e
sviluppo il montaggio digitale. es. “salerno” 1990 è un vasto panorama di veicoli, contiene
e gru, merci codificate secondo i colori, una “seconda natura della distribuzione
commerciale che ha sommerso l’antico paesaggio di questo porto mediterraneo.

Il concetto di post-produzione
Questo termine sottolinea le manipolazioni secondarie come effetti speciali, montaggi ecc,
presuppone un mutamento dello statuto dell’opera d’arte in cui l’arte alta e la cultura di
massa si deridono a vicenda.
Questo modo di operare include artisti come Rikrit Tiravanija, Felix Gonzales Torres,
Pierre Huyghe, Liam Gillick, Thomas Hirschhorn, Gabriel Orozco, Phillip Parreno , tacita
Dean, Marc Dion, Sam duran ecc.
Questa manipolazione o sovrabbondanza d’informazione, o semplicemente questo
approccio assomiglia o viene ereditata dalle provocazioni duchampiane.
Anche bourriaud vede l’arte come un insieme di unita che devono essere riattivate dallo
spettatore- manipolatore.
Come nei tentativi pretendenti di coinvolgere direttamente il pubblico, c’è un rischio di
illeggibilità che potrebbe far diventare l’artista la figura principale e l’interprete primario del
lavoro.

Scultura post-moderna
Partendo dai combine painting di raushenberg, le accumulazioni di arena e le sublimi
costellazioni di martial raysse, i nuovi scultori condividono i segnali di una percezione
scultorea ormai mediata dalle forze delle merci, della pubblicità e dai dispositivi
tecnologici.
I paradigmi del collage, del montaggio e dell’assemblage e l’espansione spaziale e
quantitativa nella pop art e nel nouveau realismo diventarono il riferimento per gli artisti più
giovani degli anni 80.

In quest’epoca Christie’s e Sotheby’s rappresentano le più importanti case d’asta.


Gli stessi artisti sono degli azionisti e fanno affidamento sulle case d’asta per vendere le
proprie merci/opere.
Hirst, koons, Murakami si sono fatti strada in questo grande mercato (finanziario).
Al di la del valore artistico che le opere d’arte possono avere, il valore economico domina
l’arte.
L’opera esiste non perché c’è un artista che la crea ma perché il mercato dell’arte, le aste
comprano l’oggetto.

2009
E-flux è una piattaforma che permette agli artisti un’autonomia economica e artistica
indipendentemente dalle gallerie.
In pratica offre un database multifocale dell’arte attuale.

L’arte contemporanea, nello specifico di Pierre Huyghe o di Rirkrit tiravanija è un arte


“ospitale” nel senso che lo spettatore si trova in uno spazio reale in cui si svolgono azioni
differenti.
Uno degli aspetti più interessanti della pratica di tiravanika è chiamata “uscita dell’azione”
quando per esempio nessuna cucina è messa in atto ma i resti dell’’attività rimangono
comunque presenti : gli utensili sporchi e i frammenti di cibo vengono lasciati incrostati.

Tania bruguera nata a cuba nel 68 è un’artista che si interessa all’”arte de conducta”.
Bruguera è stata arrestata e rilasciata tre volte nel periodo compreso tra dicembre 2014 e
gennaio 2015 per aver organizzato uno spettacolo pubblico nella Plaza de la Revolución a
L’Avana.
È stata arrestata insieme a diversi altri artisti, attivisti, blogger e giornalisti cubani che
hanno partecipato alla campagna 'Yo Tambien Exijo'. La campagna è nata dopo le
dichiarazioni di Raúl Castro e Barack Obama del 17 dicembre 2014 sul ripristino dei
legami diplomatici, cosa che avrebbe posto potenzialmente fine a cinque decenni di
ostilità.
Ana Mendieta ispirazione .
Arte del comportamento, essa può essere intesa da boudrillard come “estetica relazionale.
Espressione di boudrillard “fascio di relazioni” è particolarmente adatta e utile per
esplorare la distinzione tra gli artisti europei e nordamenrica. È importante riconoscere che
le opere di arte partecipata, incluse le installazioni che incorporano i visitatori in un
ambente immerso e le azioni mettono in scena un incontro intensificato con il corpo di un
artista e/o performer, sono state parte dell’arte moderna, almeno dal 1916 quando il
cabaret voltaire dada apri le porte a zurigo

Jutta Koether è un’artista tedesca, trasferitasi a new york nel 91.


Le dinamiche della pittura della koether si ispirano, per certi versi, alla tecnica all’all-over,
le pennellate sono rapide e i colori vibranti;
si definisce una “pittura transitiva” di cui l’artista rappresenta solo un umore, instaura un
passaggio tra l’interno e l’esterno del quadro.
es. quadro lux interior- galleria regna spaulings, new york 2009- è prevalentement rosso, il
colore del sangue e della collera: il suo gesto diventa ambivalente: auto affermazione e
interpretazione.Il lavoro di Koether è anche affiliato a Martin Kippenberger . La loro
relazione è iniziata a Colonia quando lo ha intervistato per la rivista Spex . Sebbene il suo
lavoro non sia così grandioso come Kippenberger, entrambe le loro opere interagiscono
con la fitta storia della pittura europea, e più precisamente, della pittura tedesca.
Le opera di kippenberger comprendevano ibridi tra pittura e scultura. Kippenberger
rappresenta insomma un caso di frontiera, sospeso tra espressionismo e pop, ascrivibile a
una linea a volte fatta risalire a Picabia per la sua profanazione della pittura e della sua
aura.
Stephen Prina (nato nel 1954) è un artista americano. Il suo lavoro è stato classificato
come post-concettualismo e comprende disegno, pittura, scultura, fotografia, installazione,
video e film.
In Exquisite Corpse ,cadavere squisito: l’opera completa di manet , una serie iniziata nel
1988, iniziò a realizzare un dipinto della stessa dimensione e forma di ogni quadro
registrato in un catalogo del 1969 delle opere di Manet .
Prina è anche compositore e musicista.

Alta definizione delle immagini. Fatto e finzione.

La Guerra d’Iraq è l’esempio migliore per trattare questa tematica, in quanto è stata
“sceneggiata” dettagliatamente dai mass media per garantire un “consumo domestico”,
mettendo quasi da parte le immagini legate alle violenze scaturite dall’invasione, ponendo
invece note di merito alla tecnologia degli armamenti invasori, proprio come se ci si
trovasse di fronte a un videogame o a uno schermo ad alta definizione.
Thomas hieschhorn suggerisce nelle sue opere una comunità di consumatori in cui la
cultura popolare e l’aggressione militare sono apparentemente intrecciate.
es. utopia, utopia= un mondo, una guerra, un esercito, un abito 2005
E “impegno superficiale, galleria barbara gladstone, new york, 2006.
sono due mostre dell’artista svizzero Thomas Hirschhorn rappresentanti chiaramente le
modalità in cui la società, dunque i fruitori delle immagini trasmesse da televisione e
giornali, ha percepito la guerra.
Con la prima mostra è stato possibile osservare come la diffusione del motivo decorativo
mimetico abbia invaso la comunità anche nel campo della moda, proponendo look
mimetici in modo ripetitivo, abolendo così il collegamento fra mondo militare e violenza.

Differente è stata Impegno superficiale, una mostra che ha posto di fronte agli occhi del
pubblico un crudo scenario di guerra con fotografie immortalanti corpi devastati dalla
violenza, crani esplosi e parti del corpo sparse qua e là, una vera e propria
rappresentazione della realtà che nonostante il forte impatto che ha provocato
sull’emotività del pubblico ha reso giustizia alla verità nuda e cruda che è stata omessa dai
mass media.
La scelta di determinate immagini per la diffusione dell’informazione è lo strumento
perfetto per indirizzare il pubblico verso una specifica corrente di pensiero, l’immagine
legata alla guerra diventa un vero e proprio mezzo di controllo della mente dell’uomo, della
società.
Si potrebbe chiamare “etica delle immagini”, attraverso l’esplorazione e la dimostrazione di
come le immagini possono costruire il nostro rapporto con gli altri e determinare
l’esperienza di un mondo condiviso.
Infatti. Addomesticare la guerra attraverso la cultura popolare aiuta ad oscurare le sue
conseguenze reali e cosi a renderla moralmente giustificabile dai cittadini stessi.

“9 sceneggiature da una nazione in guerra” documenta 12, Kassel, germania,


È un opera realizzata da Andrea geyer, Sharon Hayes, Ashley Hunt, katya sander e David
Thorne, che propongono attraverso piccoli monitor, cuffie per il suono e sedute individuali,
le sceneggiature dedicate a 9 tipi di persone che dal loro punto di vista hanno osservato le
immagini della guerra.
In quest’opera si crea un dubbio sull’autorevolezza delle dichiarazioni individuali perche
proprio per questa esigenza della testimonianza individuale, si mostra invece l’assenza o
la presenza di un pubblico.
la testimonianza può essere rimodificata o anche finalizzata, le voci sono snaturate,
separate dai particolari individui e filtrate invece da tipi e situazioni.

Harum farocki guarda ad un altro tipo di potere delle immagini : la loro capacità di
racchiudere gli spettatori in mondi virtuali , “giochi seri 1:immersione 2009.
Farocki fa appello al “gesto dell’immagine”, con riferimento a Horst Bredekamp, ora le
definisce immagini “operative”, la cui natura non è tanto riproduttiva quanto quella di
“strumenti” d’azione.
I film, tra i suoi più famosi e su cui diversi testi del volume si soffermano, sulle immagini di
guerra, quella del Golfo o quelle simulate nei videogame o nei video di addestramento
militare, hanno fatto parlare di “immagini-bombe”, rovesciando le bombe di sola immagine
di quelli. L’operatività è senza dubbio anche uno dei concetti centrali per la riflessione sui
rivolti politici sempre rimasti centrali nel lavoro e nella riflessione di Farocki: il cinema,
l’opera, non come espressione del proprio pensiero personale, ma come “restituzione”, per
usare la formula che Georges Didi-Huberman ha ripreso da Jacques Derrida, che acquista
un duplice, se non triplice significato: restituzione alla collettività, resa pubblica e
disponibile alla conoscenza di tutti, e resa visibile, nonché restituzione al visibile di ciò che
vi si sottraeva o ne era rimosso.
 

Il cinema è il centro intorno a cui ruota tutta l’operazione complessiva di Farocki – altra
“restituzione” –, il ruolo che svolge nei processi creativi altri, quelli del video, delle
installazioni, ecc., il punto di ritorno costante dell’opera di Farocki, il suo “medium”,
potremmo dire oggi nel senso più pregnante del termine, quello dell’insieme di regole che
determinano il processo creativo. Proprio su quest’ultima questione mi si lasci deviare un
momento per poi tornare e concludere.
 

Jenny Holzer è una delle pioniere dell'arte contemporanea più apprezzate d’America, neo-
concettualismo.
dalla fine degli anni '70 questa artista si occupa di temi pubblici e privati, di corpi politici e
statali, di fatti reali e di finzione. Servendosi di aspetti presi in prestito dalla cultura dei
mass media, sin dagli albori della sua pratica artistica la Holzer provoca e sfida i
preconcetti legati al ruolo dell'arte nella società di oggi. Il suo lavoro spazia da secche e
brevi frasi a veri e propri flussi di coscienza legati alla condizione umana.I versi dei lavori
di Jenny Holzer parlano di violenza, oppressione, genere, sessualità, potere, guerra e
morte. Le modalità di comunicazione più spesso associate alle informazioni istituzionali, ai
notiziari e alla pubblicità diventano, nella sua opera, uno strumento tagliente per affrontare
questioni di natura politica e sociale.

Ai weiwei è un artista cinese che ha lavorato sulla moltitudine - l’uno e molti- fondamentale
per qualsiasi dibattito sulla globalizzazione. “semi di girasole” è un installazione di 100
milioni piccoli pezzi, riprodotti in ceramica a grandezza naturale. Ai weiwei trasporta un
significato- simbolo della civiltà avanzata, come il marchio della coca-cola, su ceramiche
antiche/tradizionali.
“Favola” anch’essa un opera installata ,realizzata per documenta 12 ,2007, giustappone
due diversi pubblici che erano in pericolo di non incontrarsi : cittadini cinesi che scoprono
una città europea e un pubblico composto da europei e americani.

Zhang huan nato nel 65, viene riconosciuto per le sue radicali performance.
es. 12 m2 nel 1994, sedette nudo per un’ora, coperto di miele e olio di pesce in un sudicio
gabinetto pubblico del suo quartiere nella parte est di beijing. Durante quest’ora, coperto di
mosche, Zhang mantenne la concentrazione e la calma associate alle performance basate
sulla resistenza degli artisti es burden e abramovic.
12 m2 dimostrò lo sviluppo irregolare delle città cinesi, dove le strutture primitive e
obsolete possono esistere a fianco di grattacieli serviti da infrastrutture urbane
completamente nuove.
Zhang ha mostrato quello che la modernizzazione cerca di nascondere : i bisogni
impellenti, la gestione dei rifiuti, ma l’opera serve anche come allegoria dei rapporti tra
presenza fisica ed emotiva e memoria retrospettiva .

2010
Ci sono due giustificazioni date più frequentemente per presentare le merci al posto
dell’arte.
1. La scelta dell’oggetto da parte dell’artista è ciò che conta per fare di quell’oggetto un
opera d’arte. - ready-made
2. Le merci diventano messaggi visivi, colmi di significati che rendono quel dato oggetto -
un simbolo/icona.
3. Ready-made umano, artiste come Cindy Sherman incarnano personaggi steriotipati,
barbara Kruger si appropria di fotografie come sfondo di incisivi testi grafici. Nasce una
3 opzione che è quello dell avatar- reale/virtuale.

Il termine Corporation/corporazione indica un gruppo organizzato.


Claire Fontaine nasce nel 2004 dalle menti creative di Fulvia Carnevale e James
Thornhill; duo nella vita e negli intenti progettuali, ma artisti già prima di incontrarsi, si
uniscono sotto la vocazione di creare un linguaggio inedito, svincolato dalle proprie
singolarità creative ed emancipato dal peso delle biografie personali. Il nome, desunto da
una nota marca di quaderni scolastici francesi, sigilla molteplici pratiche linguistiche che
spaziano dall’installazione al video alla pittura, con l’intento di attuare un ready-made
concettuale su temi quali la trasversalità culturale, l’impotenza politica e il concetto di
valore e crisi individuale nella società contemporanea-
la mostra Foreigners Everywhere da Reena Spaulings a New York, sancirà a pieno titolo il
loro ingresso nel sistema artistico professionale. Il ricordo dell’11 settembre era ancora
molto vivo e come lavoro: una scritta neon in arabo che significava ‘stranieri ovunque’; la
reazione del quartiere ebraico fu estremamente negativa. La galleria espose in la
traduzione della scritta a fianco all’opera, ma non servì. Abbiamo subito altri momenti di
censura: è successo di rado ma con violenza inaspettata. Nel 2009 la Bank of America a
Miami ha rifiutato – dopo aver inizialmente acconsentito – l’allestimento del nostro neon
“Capitalism Kills Love”… Nel 2011 la nostra performance sonora, propagata dagli
altoparlanti della fiera di Bruxelles, che forniva informazioni promozionali sulle opere in
vendita, fu fatta tacere dai galleristi dopo pochi minuti; fu un caso interessante perché
benché il tutto fosse curato dalla rivista Mousse e precedentemente approvato e
finanziato, appena messo in pratica fu bloccato per il suo potere dissacratore. Ci sono
però anche bei ricordi, come quello legato alla Nuit Blanche a Parigi nel 2011, in cui hanno
installato la serie di neon “Foreigners Everywhere” nelle lingue di tutte le etnie che abitano
Belleville, il quartiere dove abitavamo, coinvolgendo attivamente tutta la comunità; quando
scese la notte con i lampioni spenti e le sole luci delle finestre e dei due caffè c’era
un’atmosfera onirica. Le persone si sentivano rappresentate e non colonizzate dall’arte
contemporanea”

In quegli anni è di fondamentale importanza il legame stretto con Bernadette Corporation,


collettivo di artisti sito nella grande mela, con il quale nasce un vivido rapporto di
interscambio culturale sin dagli esordi; dalla loro frequentazione inizia anche la relazione
collaborativa con Reena Spaulings, galleria newyorkese e costola creativa dei
Bernardette, con la quale lavorano tutt’oggi.
“Abbiamo pochi amici intimi nel campo dell’arte, che è un luogo di grande promiscuità in
cui i rapporti sono molto casuali. Cuauthémoc Medina è un curatore e un amico con cui
abbiamo forti affinità politiche e comuni interessi gastronomici. Hu Hanru è anche un
curatore che ha un’etica affine alla nostra, apprezziamo molto il suo approccio rigoroso e
centrato sulla ricerca”
Molti sono stati i contesti geografici che hanno ospitato le performances e i lavori di Claire
Fontaine; tra questi anche il museo MUSAC di Léon, in Spagna, dove è stata possibile
grazie alla collaborazione di Mania Inès Rodriguez e Agustin Rubio, la combustione della
loro opera P.I.G.S, superando i chiari rischi di un incendio doloso all’interno di un museo. Il
loro è un percorso professionale dai tratti atipici, fatto non solo di momenti istituzionali, ma
spesso concentrato sulla creazione di opere all’uopo per contesti alternativi come luoghi
autogestiti, spazi pubblici, privati e inoltre senza tralasciare la fondamentale esperienza
della residenza d’artista.
“Non avevamo la macchina e passavamo molto tempo a piedi nello spazio pubblico a
spingere su e giù nostro figlio neonato nel passeggino su per le salite massacranti e giù
per le discese pericolose. Durante questi lenti spostamenti abbiamo potuto osservare con
attenzione chi in strada ci viveva, ci dormiva e ci lavorava. I senza tetto raccolgono lì le
lattine vuote nei secchi della spazzatura per portarle ai centri di riciclaggio in cambio di un
modesto compenso. Questi luoghi di raccolta e trattamento dei rifiuti si chiamano
‘redemption centres’. I sacchi trasparenti con cui trasportano i rifiuti ci sono parsi bellissimi
e molto interessanti. Abbiamo quindi costruito la nostra mostra conclusiva della residenza
al CCA Wattis Institute for Contemporary Art di San Franciscosospendendone diverse
centinaia al soffitto, come Duchamp aveva fatto coi sacchi di carbone all’esposizione
internazionale del surrealismo nel ’38. Lavorando sull’affinità tra il termine ready-made e
rédimé (redento) che Duchamp stesso sottolinea nei suoi scritti, abbiamo creato per le
lattine un limbo di valore quale opere d’arte. Finita la mostra hanno perso il loro status e
sono tornate ai centri di riciclaggio per rientrare nel ciclo produttivo”.
Nel 2016, grazie al curatore Pier Paolo Pancotto, espongono a Villa Medici l’opera/
denuncia– sul tema della migrazione – intitolata Camp e realizzata da una lunga catena di
fili e panni stesi fluttuanti sopra tutto il giardino esterno, una scritta neon “ma l’amor mio
non muore” e intervenendo contestualmente con tre sculture nei locali della casa-museo di
Pietro Canonica; una serie di tre personaggi che celebrano la figura dell’artista di strada.
“Ogni opera d’arte mendica (denaro, attenzione, tempo), loro lo fanno mostrando una
parentela con gli artisti di strada, e agì come una critica spietata alle bianche sculture del
Canonica di persone celebri e alle allegorie orrendamente sessiste della guerra”
Dopo vent’anni di vita Parigina, Claire Fontaine nel 2017 si trasferisce a Palermo alla
ricerca di nuova energia. A giugno di quest’anno, in occasione dell’ottava edizione di
“Viaggio in Sicilia” e a cura di Valentina Bruschi, collocano nella tenuta di Sciara nuova
dell’azienda vitivinicola Planeta un opera site-specific permanente: una scritta neon
lunga 20 metri e installata sulla facciata di un edificio rurale che guarda la valle
dell’Alcantara. Una citazione tratta dal saggio La scomparsa di Majorana di Leonardo
Sciascia “Si divertiva a versar per terra e disperdere l’acqua della scienza davanti a coloro
che ne erano assetati”, con la quale lo scrittore descrive la scomparsa dell’illustre fisico.
“Nel periplo del viaggio in Sicilia che i Planeta propongono agli artisti da loro invitati,
abbiamo visitato la casa della famiglia Majorana in cui Ettore passava le sue estati…è
stato pubblicato anche un catalogo intitolato Energia Libera che documenta questo
progetto, noi lo abbiamo vissuto come un dono a una terra che ci sta dando tanto,
speriamo che sia il primo di una lunga lista”.
 
Cao fei artista cinese, ha costruito un videogioco “second life” 2003 che simula
tridimensionalmente a livello urbano la Cina ma anche a livello sociale i rapporti tra gli
individui.
Nella realtà immersa del gioco , compiere un movimento da un luogo ad un altro risulta
istantaneo.
Cao fei da la possibilità agli utenti di costruire “un altro se” all’interno del mondo virtuale.
Il vero scopo è quello di cominciare a domarsi com’è possibile “coabitate” questi due
mondi, e soprattutto se sarà possibile, in un futuro, aver chiara questa distinzione di questi
luoghi.

The Atlas group -


È un’entità inventata da Valid Raab, che si occupava di documentare la storia recente del
libano.
Il progetto mantiene in se una tematica molto profonda ovvero quello di “alfabetizzazione
visiva”, cioè far comprendere quando l’immaginazione o l’invenzione supera la
documentazione o i fatti realmente accaduti.
The atlas group ha prodotto 3 tipi di documenti:
1. Tipo A: file che contengono documenti che produciamo o che appartengono ad
organizzazioni immaginari.
2. Tipo FD: file che contengono documenti che produciamo o che appartengono ad
organizzazioni anonime.
3. Tipo AGP: file che contengono documenti che produciamo e che attribuiamo ad Atlas
group.

Tutti questi tipi d’informazione facevano perno sulla sorprendete facilità con cui si dà
autorevolezza all’informazione.

The Yes Men

I Yes Men sono un duo di attivisti che si intromette nella cultura e una rete di sostenitori
creati da Jacques Servin e Igor Vamos .
Attraverso varie azioni, i Yes Men mirano principalmente ad aumentare la consapevolezza
su problematiche sociali e politiche problematiche. Ad oggi, il duo ha prodotto tre film: The
Yes Men (2003), The Yes Men Fix the World (2009) e The Yes Men Are Revolting (2014).
In questi film, impersonano entità che non amano, una pratica che chiamano "correzione
dell'identità". I Yes Men operano sotto la dichiarazione della missione secondo cui le
bugie possono esporre la verità. Creano e gestiscono siti Web falsi simili a quelli che
intendono falsificare, il che ha portato a numerosi inviti a interviste, conferenze e talk show
televisivi. Sposano la convinzione che le società e le organizzazioni governative spesso
agiscono in modo disumanizzante verso il pubblico. Gli oggetti di scena elaborati a volte
fanno parte dell’astuzia

Gli Yes Men spesso implementano un approccio satirico: si pongono come un'entità
potente (in genere un rappresentante o dirigente di una società o del governo) e fanno
commenti ridicoli e scioccanti che caricano la posizione ideologica dell'organizzazione o
della persona.

I Yes Men hanno fatto da portavoce per l'OMC, McDonald's , Dow Chemical e il
Dipartimento degli alloggi e dello sviluppo urbano degli Stati Uniti

Le loro esperienze sono state documentate nel film The Yes Men , [5] distribuito da United
Artists, nel documentario sulle guerre informative e nel libro The Yes Men: The True Story
of the End of the World Trade Organization ( ISBN 0-9729529-9-3 ). Andy Bichlbaum e
Mike Bonanno hanno anche diretto un film del 2009 intitolato The Yes Men Fix the World ,
presentato in anteprima al Sundance Film Festival . Nel 2009 hanno lanciato il loro canale
video online su Babelgum .
Il loro terzo film, The Yes Men Are Revolting , è stato presentato in anteprima al Toronto
International Film Festival del 2014 .
I Yes Men incoraggiano attivisti e gruppi di studenti a far sentire la propria voce attraverso
conferenze che si infrangono, creando siti Web falsi e venendo arrestati. [8]

Dow chemical 2003


Il 3 dicembre 2004, ventesimo anniversario del disastro di Bhopal , Jacques Servin è
apparso su BBC World come "Jude Finisterra", il nome del vero portavoce di Dow
Chemical, la società responsabile del disastro chimico a Bhopal, in India, il 3 dicembre
1984. Il governo indiano ha riferito che Il disastro di Bhopal divenne uno dei peggiori
disastri chimici della storia e il nome Bhopal divenne sinonimo di catastrofe industriale.
Immediatamente dopo il disastro, UCC iniziò i tentativi di dissociarsi dalla responsabilità
della perdita di gas. La Corte suprema indiana alla fine ha mediato un accordo in cui UCC
ha accettato la responsabilità morale e ha accettato di pagare $ 470 milioni al governo
indiano per essere distribuito ai richiedenti come soluzione completa e definitiva.

Sul loro sito Web Dow Chemical falso, i Yes Men affermarono che la Dow Chemical
Company non aveva alcuna intenzione di riparare il danno. La vera compagnia ricevette
un notevole contraccolpo, e sia il vero Dow che il falso Dow negarono le dichiarazioni, ma
Dow non intraprese alcuna azione reale.

Ogni museo che intende esibire una varietà rappresentativa di arte moderna e
contemporanea deve in qualche modo tener conto di tutti gli ambienti, in un unico edificio:
1. white cube : rappresenta un ambiente austero o sublimato: è lo spazio per eccellenza
dove poter esporre opere d’arte di tipo pittorico o scultoreo
2. Black cube: ambiente chiuso e buio dov’è possibile proiettare immagini, video,
installazioni.
3. Scatola grigia e art bay: è quel tipo di ambiente ibrido in cui si intende esibire una
varietà rappresentativa che sta tra la performance e lo spazio per eventi.

Intorno agli anni 70 , con il collasso dell’industria a new york, i loft industriali vennero
utilizzati come gallerie e musei o studi economici per artisti, come i minimalisti.

La seconda strada fu quella più diretta: ovvero la costruzione in toto di musei e gallerie,
come grandi contenitori ad es. il guggheneim di Bilbao progettato da frack Gehry.
Il museo di Bilbao diventa l’icona della città, leader di una città depressa o di una regione
trascurata che investe su questo simbolo architettonico.
A bilbao come al maxxi di Roma progettato da zaha Hadid, sono esempi di musei-
sculture, visivamente brillanti, tanto che gli artisti devono innanzitutto rispondere
all’architettura.
Gli spettatori non sono tanto passivi da dover essere attivati, ne tanto meno completare
l’opera dell’artista, queste ultime non sono tanto morte da dover essere rianimate , e i
musei possono ammettere sia l’intrattenimento sia la contemplazione e promuovere la
comprensione lungo il percorso.
Il compito del museo è quello di fungere da macchina spazio-temporale , trasportarci in
diversi periodi e culture.

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