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ARTE CONTEMPORANEA

INTRODUZIONE

Anish Kapoor – Discesa al limbo, 2004 (Porto):


buco nero, spazio colorato con un colore
intenso.
L’arte contemporanea pone spesso domande. Ci
si chiede “Questa è arte?” Lo scopo delle sue
opere è giocare sul concetto di percezione e di
potenzialità visive à per sviluppare un senso di
curiosità e per interrogare. Così si trasforma un
luogo à che è uno spazio con caratteristiche ben
precisa, con una personalità e identità ben
precisa.
 

“Ma è arte questa?” domanda che si pone il filosofo Arthur Danto (Dopo la fine dell’arte,
l’arte contemporanea e il confine della storia).
L’arte contemporanea chiude un certo tipo di arte e apre altre sperimentazioni che
aprono un altro mondo. Le avanguardie sono l’inizio di questa sperimentazione (1905).
Danto si interroga intorno all’opera di Christofer Sperandio e Simon Grennan – We got it
(1993) à opera d’arte relazionale (crea un rapporto con le persone) -> è la creazione di
barrette di cioccolato (mangiabili), perché si considerano opera d’arte? Cambiano i
parametri e gli schemi per considerare un oggetto opera.

Marcel Duchamp – Scolabottiglia (1915): primo readymade


(termine che nasce dal contesto della moda): oggetto
comune, prelevato dal contesto quotidiano, viene mutata la
sua funzione originaria per portarlo nel mondo dell’arte.

Anche le avanguardie della pittura rivoluzionano il modo di fare arte. Roger Fry in Un
saggio di estetica (1909) dice “L’arte non è ricerca di bellezza o copia del mondo esterno,
ma serve a esprimere l’emozione dell’artefice e a trasmetterla al riguardante mediante i
suoi mezzi specifici (e storicamente accertati): linea, composizione, colore.” -> esprime
concetti fondamentali:
·      l’arte non è ricerca di bellezza o copia del mondo esterno (non è puro racconto);
·      l’arte esprime l’emozione dell’artefice (non visibile, è dentro la mente e l’anima);
·      l’arte si esprime con i suoi mezzi specifici: linea, composizione e colore.

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Roger Fry - Fiume con pioppi (1912): sommarietà
nel dipingere per esprimere le sue emozioni e
sensazioni à immediatezza del gesto. Fry esprime
serenità ma anche inquietudine.
Gli impressionisti non sono moderni come i pittori
delle Avanguardie, sono gli ultimi pittori realisti: la
loro è una pittura descrittiva, c’è un interesse
visivo (come si percepisce visivamente la luce),
non è una percezione emotiva. Il vero salto verso
la modernità si ha quando i pittori non dipingono
quello che vedono ma ciò sentono.
Si parte dal simbolismo e dal post-impressionismo.
 
Il primo momento di cesura sono le Avanguardie.
Il secondo momento di cesura sono le Neo Avanguardie (seconda metà del ‘900, 1963/4)
-> gruppi di movimenti artistici che raccolgono lo spirito dell’avanguardia (ricerca
sperimentale); si punta sempre di più sul concettuale. “L’idea in sé stessa, anche se non
realizzata visualmente è un lavoro d’arte tanto quanto un prodotto finito… Le idee
possono essere espresse con numeri, fotografie o parole o in qualsiasi modo scelto
dall’artista, dato che la forma non è importante.” Sol Lewitt – Paragraph on Conceptual
art 1967 (Art Forum) -> non solo sono cambiati i parametri di fare l’arte, ma si può fare
arte anche solo in maniera concettuale con le idee. Un’espressione di questo è la
fotografia. Si predilige il progetto piuttosto che la realizzazione.
 
I parametri di giudizio sono diversi e cambiati: nel contemporaneo cambia il concetto di
arte. Novità tecniche (materiali e modi di rappresentazione).
“È arte ciò che gli uomini chiamano arte” Dino Formaggio – L’arte (1914-2008) à
Formaggio dice che non esiste una definizione univoca. È arte quando viene accettata dal
sistema dell’arte: critica, musei, altri artisti, collezionisti, gallerie.
 

J. M. Basquiat – Do Not Revenge (1982) Creatività


non è artisticità -> tutti possiamo essere artisti.
L’artisticità si distingue per:
- intenzionalità,
- riconoscibilità da parte del sistema dell’arte.

Per giudicare l’artisticità bisogna:


1. tenere conto del periodo storico e la società che la interpreta,
2. che l’opera abbia una sua astanza,
3. guardare alla finalità del manufatto.
Noi studiamo storia dell’arte, è necessario un minimo di distanza storica per dare un
giudizio valoriale all’arte o ad alcune opere.

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Giulio Carlo Argan -> necessità del giudizio di valore à arte coincide con la storia dell’arte
(idea di distanza storica).
L’opera d’arte dura nel tempo à il suo valore permane, supera il tempo -> concetto di
astanza di Cesare Brandi -> “forma”, ciò che differenzia la linguistica dell’opera visiva,
insieme al suo essere al di sopra della temporalità -> valore universale, al di sopra delle
circostanze della contemporaneità deve aver valore per tutti gli uomini (dialoga con tutte
le epoche) à oltre alla contingenza.
Kubler -> dice che l’opera d’arte è inutile à l’utilizzo non deve essere la finalità, è utile
solo in senso estetico e non pratico.
 
Bruno Munari – Tavola rotonda fuori dal tempo e dallo spazio 1971: mostra come l’arte
ha assunto forme diverse dal ‘500 à cambia il concetto di arte.
 
Riassumendo: ci sono dei parametri per formulare un giudizio di valore?
§  Un’opera è un’opera d’arte quando ha avuto la sua importanza nella storia (Argan).
§  Un’opera d’arte è portatrice di un messaggio che va oltre la contingenza. (Brandi).
§  L’opera d’arte si distingue da qualsiasi altro oggetto o attrezzo creato dall’uomo per la
sua finalità (Kubler).

I CARATTERI DELL’ARTE CONTEMPORANEA

1.     Cambiamento della pittura e della scultura (tipiche forme d’arte)

Maurizio Cattelan – Senza titolo (1993):


dipinto che rivoluziona, riprende i tagli nella
tela di Fontana e la simbologia di Zorro à
arte post-produzione: unione di citazione di
arte alta e arte bassa à dagli anni ’90 à opere
che riprendono l’arte precedente, il già fatto,
unendole a forme di arte bassa
contemporanea.
Citano cose già fatte. (es: Douglas Gordon,
Tiravanija)

Maurizio Cattelan – Il Gallerista (1995): unione di


performance e pittura (Massimo de Carlo) à
riflessione sul mercato dell’arte e sull’icona del
gallerista.
Cattelan realizza le sue opere con un azzeramento
della pittura tradizionale à parte dalle Avanguardie:
nella pittura astratta (non racconta più) à riflette sul
fare arte (Fontana e Mondrian).
 

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Jessica Stokholder – Senza titolo (2011): unisce e
a s s e m b l a m a t e r i a l i p l a s t i c i , g i o c a s u l c o l o re à
trasformazione anche della scultura. Il primo artista ad
assemblare materiali diversi è Picasso à Picasso – Violino
1915 à corrispettivo nella tridimensionalità del collage.

Pistoletto – Venere degli stracci (1975): opera


famosa dell’arte povera (nasce nel 1967) à
materiali poveri (scarti) à unione di una copia
della scultura iconica della Venere di Milo unita a
dei rifiuti della società. L’arte povera nasce come
rifiuto della società consumistica, vuole
sensibilizzare sull’importanza del preservare (non
solo come icone, come fa Warhol) il passato e
dell’ecologia.
 

2.     Nuovo modo di fruizione dell’opera d’arte


Supera il concetto di visione di opera d’arte e si inizia a vivere il concetto di “esperienza e
coinvolgimento.

Olafur Eliasson - The weather project (2005):


opera che ha inaugurato alla Tate di Londra, ha
riprodotto un sole e la nebbia di Londra.
C’è una componente citazionista: William Turner.

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Già negli anni ’70 le opere diventano spazi in cui entrare e sentire.

Gianni Colombo – Topoestesia (1976): arte cinetico-processuale:


effetto di amplificazione percettiva e tempo lungo di fruizione à
esperienza unica e irripetibile: pavimento inclinato, buio e luci
stroboscopiche.

Kurt Schwitters – Merz Bau (1923): è un dadaista,


inventa un’arte ambientale in cui inseriva oggetti
materiali che incontrava quotidianamente per strada.

3.     Contaminazione di forme diverse di espressione


Contaminazione con cinema (video) e teatro: body-art e performance.

Marina Abramović – The artist is present, Moma, (2010): sedersi davanti a un tavolo per
la durata di tutta la mostra senza reazioni ed emozioni.
La performance nasce negli anni ’60.

Pino Pascali – Vedova blu (1969): scultura di un ragno (materiale domestico) blu, con cui
le persone potessero interagire.

Hugo Ball – Cabaret Voltaire (1912): è un poeta che fonda il dadaismo, faceva azioni
performative: lettura di un documento che decretava la morte della borghesia (e quindi
dell’arte tradizionale).
Un altro esempio sono le serate performative dei futuristi.
 

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4.     Uso di oggetti dalla quotidianità
Uso dei materiali quotidiani, in opere e installazioni.

Felix Gonzales Torres – Untitled (Aparacion)


(2005): arte relazionale à riutilizzo, citazioni e
forte coinvolgimento del pubblico (non solo
l’entrata in uno spazio) ma il visitatore è invitato a
fare un’azione. È una risma di copie di fotografie
che le persone possono prendere. L’opera d’arte
è l’operazione/atto che l’artista ha immaginato.
Lo scopo è comunicare che il mercato dell’arte
non è sempre necessario (è troppo invadente) à
al posto di vendere le opere le mette a
disposizione del pubblico à concetto utopico:
arte per tutti. Ognuno può portare a casa
qualcosa di bello.

Felix Gonzales Torres – Installazione (2000): installazione con un


mucchio di caramelle colorate, sono la rappresentazione dell’AIDS.
Viene rappresentata una metafora del contagio: una cosa bella
trasmette una cosa brutta.

Warhol – Brillo Box (1964): riproduzioni di scatole del supermercato (comunicazione


bassa, popolare), materiali poveri.
 
5.     Contaminazione: tra arte e architettura

Anish Kapoor – Cloud Gate, Chicago


(2004-06): cambia il concetto di scultura e
monumento: scultura pubbliche non
celebrative di un personaggio, ma rende
unico il luogo e la città.

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Vladimir Tatlin – Monumento alla Terza Internazionale
(1919 – 1920): esponete del cotruttivismo; ricerca di
contaminazione dell’arte con l’architettura; progetto di un
edificio che si voleva creare. Utopia: vuole rappresentare la
limpidezza degli uffici della rivoluzione à voleva utilizzare
vetro e ferro e una rotazione.
 

6.     Uso delle nuove tecnologie


Feng Mengbo – Long March: Restart 2008: videogioco interattivo per fare arte nel
Moma.

Nam June Paik – Magnet Tv, 1965: esponente della videoarte. Creazione di opere video
utilizzando il televisore e un magnete che disturbava il tubo catodico e creava forme.

Luigi Veronesi – Film astratto, 1940: colorava la pellicola creando video in movimento
come dipinti astratti in movimento.

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SIMBOLISMO

La scoperta che porta al centro di una nuova visione del mondo in campo scientifico ma
anche artistico è la scoperta dell’inconscio da parte di Sigmund Freud. Nel 1899 pubblica
l’interpretazione dei sogni

In arte si sviluppa la corrente Simbolista o Ideista.


nel 1888 Edouard Dujardin estende alla pittura le regole della letteratura simbolista: il
rifino del naturalismo sostituito da un linguaggio riduttivo sintetico, fondato sull’uso della
linea e del colore -> evidente nella pittura di Puvis de Chavennes e di Paul Gauguin.
Nel manifesto “Le Symbolisme en peinture: Paul Gauguin”, il critico Albert Aurier
distingue tra ideismo e idealismo assimilando quest’ultimo al realismo: pur guardando
soggetti differenti, arte realista e idealista erano comunque funzionali a una
rappresentazione imitativa del mondo. Non c’è la realtà, ma c’è un’idea -> l’idea
dev’essere rivestita di forme sensibili. Il pittore idealista non può ancora staccarsi dalle
immagini e dalle forme, usandole però in un modo illusionistico. Lo scopo della pittura
idealista è quindi quello di esprimere delle idee attraverso un linguaggio particolare, non
soltanto con la rappresentazione diretta, ma anche illusionistica, di oggetti. Molto spesso
queste pitture fanno rimando alla mitologia e alle storie carolinge.

Idealismo e ideismo sono due cose diverse: l’idealismo è assimilabile alla pittura realista,
mentre fideismo è assimilabili al simbolismo.

Idealismo:
La Libertà che guida il popolo, Delacroix
Rivoluzione francese. Si tratta di un fatto
realmente accaduta, ma attraverso una metafora

Ideismo:
Le Cattive Madri, Segantini
Donne che rifiutano la maternità.
Per Segantini la neve simboleggi la morte.

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Vengono pubblicati diversi manifesti:

- 1886: Moréas pubblica Manifesto del Simbolismo -> “il termine simbolismo è il solo
capace di disegnare l’attuale tendenza dell’arte basata sul carattere simbolico”
- 1884: Huysmans pubblica à rebours in cui interpreta il periodo in termini di decadenza
e indica come padri della nuova estetica Baudelaire, Verlaine e Mallarmè -> una poesia
che non descrive.
Il pittore ideista si serve degli oggetti come “segni” utili a evocare l’idea che intende
esprimere. Il linguaggio pittorico simbolista è composto solo da linee, forme e colori utili
a tale scopo ed è quindi possibile un’alterazione delle componenti formali, grafiche o
cromatiche dell’opera.

Tra i primi esempi di pittura simbolista abbiamo alcuni pittori francesi.


Gustave Moreau è un pittore che afferma di credere solo a ciò che non vede e
unicamente a ciò che sente. Decide quindi di dipingere unicamente soggetti letterali.
Non ci sono soggetti che descrivono il contesto reale politico e sociale del mondo, ma
c’è un’evasione dalla realtà e un focus su temi letterali per entrare nell’interiorità
dell’uomo.

Edipo e la sfinge (1864)


Confronto tra la razionalità, rappresentata da Edipo,
un essere umano, e l’irrazionalità rappresentata dalla
sfinge, che ha sembianze di donna. Nel dipinto sono
presenti tanti oggetti che alludono a qualcos’altro. In
basso troviamo un piede che fuoriesce dalla terra ->
rappresentazione del Golgota, e quindi della morte di
Cristo.
Ci sono oggetti che rimandano alla classicità, come
l’urna posata su una piccola colonna, anche questa
come rappresentazione della morte.
Il paesaggio è puramente accessorio, sembra una
scenografia, non ha alcun tipo di vitalismo e
descrizione realista. Rimanda molto ai paesaggi di
sfondo di Leonardo Da Vinci.

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L’apparizione (1874-1876): Salomè danza davanti al re e
chiede la testa di Giovanni Battista, rappresentata come
un’apparizione, è circondata da un’aureola. La
rappresentazione dell’ambientazione è molto particolare:
attraverso un’incisione con scalpello, riesce ad evocare uno
spazio chiuso e la sua profondità senza però descriverlo -> lo
spazio non è vero, potrebbe essere ovunque. Il corpo di
Salomè invece ha ancora impronta classicista.

Odilon Redon è un grandissimo inventore di immagini e creature -> “questi disegni erano
al di fuori di tutto: per la maggior parte andavano oltre i limiti della pittura, introducevano
un fantastico molto particolare, un fantastico di malattia”.
Ragno che piange (1881): viene rappresentata la testa di Giovanni Battista appoggiata
su un piatto, con delle zampe per farlo diventare un ragno. Il quadro è ispirato alle
Metamorfosi di Ovidio.
Il Buddha (1905): una pittura sfumata, non dettagliata, evocativa, che viene messa sulla
tela senza il disegno preparatorio. In questo quadro solo la testa del Buddha ha un
disegno preparatorio. Questi rimandi orientali segnano l’allentamento dall’occidente ->
no all’ortodossia religiosa, sì al sincretismo.

Giovani Fanciulle sulla sponda del mare (1879)


Pierre Puvis de Chavannes, appresenta ragazze
classicizzanti, dalle quali non si può risalire al
periodo storico di cui fanno parte. Le donne in
questo caso sono angelicate e non è ben chiaro
cosa stiano facendo, regalando al dipinto un
senso di mistero e di ambiguità. Non c’è una
prospettiva rinascimentale, il dipinto risulta piatto
-> sia il paesaggio che le figure femminili
risultano ritagliate, sintetizzate.

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Sainte Geneviève veglia su Parigi
addormentata
In questo dipinto sono presenti delle allusioni
prospettiche (costruzioni ecc), nonostante ciò lo
sfondo è piatto e semplice, sintetico -> non ci
sono particolari inutili; tutto è scelto
accuratamente, dal velo della Santa al vaso
affianco ai suoi piedi.
La luna, presente nel quadro, è un soggetto
molto evocato dai pittori simbolisti, in quanto
evoca un’atmosfera di mistero.

Jean Delville, pittore Belga, dipinge nell’amore delle anime (1900) Paolo e Francesca,
che vengono trascinati verso le fiamme dell’inferno.

Piet Mondrian, prima dell’astrattismo, inizia come simbolista e dipinge l’evoluzione


(1910), un dipinto ispirato alla teosofia. Sia il dipinto di Delville che quello di Mondrian
sono dediti a questa scienza.

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PAUL GAUGUIN
Benché si formi con gli impressionisti, più tardi si dedicherà alla pittura simbolista,
spostandosi dalla Provenza e dalla Bretagna, dove conosce Van Gogh.
“l’arte è un’astrazione: traetela dalla natura, sognando davanti a essa. È il solo mezzo per
salire verso Dio, facendo come il nostro divino maestro, creare” (lettera a Schuffenecker).

La visione dopo il sermone (1888):


viene rappresentata una scena tra
realtà e finzione. La realtà è
rappresentata dalle donne vestite in
abiti Bretoni, mentre la fantasia è
rappresentata da un racconto
biblico, ovvero la lotta dell’angelo
con Giacobbe. Lo sfondo è tutto
rosso, richiama un’immagine
drammatica e bellicosa, e coinvolge
tutta la scena, compreso lo
spettatore. Il colore rosso è usato
proprio come simbolo: la tranquillità
delle donne è solo apparente, è
come se Gauguin ci dicesse che il dramma dell’uomo è comune a tutti. L’opera è piatta,
non c’è prospettiva, c’è una minima idea di spazio rappresentata dalle figure, dipinte più
grandi in primo piano e più piccole verso la fine -> idea di prospettiva verso l’alto, come
nelle pitture Giapponesi.

La belle Angèle (1889)


La ragazza viene rappresentata all’interno di uno spazio
reale delineato da un semicerchio circondato da uno
sfondo non identificato. Lo sfondo allude al Giappone e
ai popoli oltreoceano, ad identificare la sua brama di
raggiungere luoghi diversi e lontani dalla Bretagna.

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Il Cristo giallo (1889): immagine panteista che vuole unire la religiosità cattolica ad una
religiosità naturalista.

In questi anni Van Gogh dipinge insieme a Gauguin.


Autoritratto (1888): si dipinge dopo essersi tagliato un orecchio in seguito ad una lite
con Gauguin. Vincent è più libero rispetto a Paul, tendendo quasi all’espressionismo.

Da dove veniamo, chi siamo, dove andiamo? (1897): tanti elementi che ricordano i
luoghi della sua vita. Sintesi degli elementi della sua pittura, ricerca di una spiritualità
sincretista. Il dipinto vorrebbe rispondere alle grandi domande dell’uomo -> sono
presenti delle persone che comunicano, parlano, tramandano cultura e storia e persone
che non ascoltano -> uomo anziano che non ascolta perché la vecchiaia non è più
orientata verso il futuro, ma verso il passato.

Paul Gauguin fa scuola ad altri pittori -> nonostante poi si trasferisca, lascia alle spalle un
gruppo di allievi: gruppo che cerca di riscoprire la natura e l’uomo, con la sua volontà di
esprimersi. Questi allievi daranno vita al gruppo dei Nabis -> circolo pseudo-religioso,
formato da letterati ed artisti. Il poeta che raccoglie questo gruppo è Paul Ranson -> Paul
Sérusier - Ritratto di Paul Ranson in tenuta nabi (1890)

Tutti questi artisti decidono di vivere fuori dalla città, in una regione boschiva al di fuori di
Parigi, di vivere in comunità, mangiare vegano e vegetariano.

Paul Sérusier - Il Talismano (1888): dipinto a olio su una


scatola di sigari. Rappresenta il superamento della pittura
impressionista verso una pittura espressionista -> non è una
pittura naturalistica, ma va a rappresentare i sentimenti del
pittore. Nonostante il soggetto sia molto vicino a quelli
impressionisti, non si coglie lo stesso clima di serenità: il
contrasto del quadro non gli conferisce tranquillità. La pittura
impressionista è infatti una pittura tonale, è presenza una
omogeneità dei toni.

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Paul Sérusier - L’incanto al bosco sacro (1892):
rappresentazione della vita all’interno dei boschi dei Nabis. È
presente un sacerdote che presiede una cerimonia, con dietro
delle donne con abiti non consueti al tempo -> non hanno il
busto stretto in vita, in quanto questi artisti contrastano il modo
di vestire del 1800, in segno di libertà.

Maurice Denis - Le muse (1893): ha uno stile di


pittura diverso dal quello di Sérusier, e si avvicina più
al liberty. Il dipinto racconta lo stile di vita dei Nabis,
reso particolare però da una decorazione liberty ->
non funzionale alla descrizione ma usato solo come
elemento decorativo: il pavimento (più che un suolo
boschivo sembra rappresentare un tappeto) , gli abiti
e i loro tessuti. Decorazione di tipo fitomorfo, ovvero
ispirato alla natura.

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SECESSIONI DELL’IMPRESSIONISMO: il mondo interiore (da Klimt a Matisse)

La prima secessione nasce a Monaco del 1892 -> è importante per l’arte contemporanea
perché è proprio in ambito secessionista che si formano molti artisti come Kandinskij.
Monaco è il luogo di novità.
La seconda secessione nasce a Vienna del 1897
La terza secessione è quella di Berlino nel 1898

Le secessioni sono caratterizzate da una pittura simbolista -> si racconta della dimensione
dell’inconscio, dimensione non visibile del reale.
La figura di riferimento della secessione di Monaco è Franz Von Stuck -> pittura con
componente simbolista, con rappresentazione di figure letterarie.

Franz Von Stuck - Il Peccato (1893) ->


rappresentazione di Cleopatra, circondata da un
grosso serpente attorcigliato al suo corpo. Il viso è
completamente oscurato, nascosto nell’ombra a
rappresentare la maleficità di questa donna; in
contrasto con il corpo chiaro, a rappresentare la
bellezza fisica della donna in contrasto con la
bruttezza dell’animo.
Il quadro è circondato da una cornice, considerata
parte dell’opera come in molti dipinti del periodo
delle secessioni. Il quadro era collocato all’interno
della villa di Von Stuck, progettata da lui medesimo
-> gli artisti creano un mondo artificiale attore alla
loro vita, in quanto l’artificio è un posto migliore
rispetto a quello in cui vivono.

Nascono le arti decorative, che rimandano al classicismo. Nella villa di Von Stuck, tanti
elementi rimandano all’arte classicista e rinascimentale (es. soffitto a cassettoni). Tutte le
decorazioni al suo interno sono state interamente realizzate dall’artista.

Franz Von Stuck - Autoritratto nello studio (1896): rappresentazione di se stesso che
dipinge, all’interno della propria abitazione.

Un’altro aspetto molto importante delle secessioni, è il fatto che si presentano come delle
organizzazioni che curano tutti gli aspetti della loro attività, curano anche la
comunicazione -> tra i primi artisti che danno vita a collane di libri e riviste, per
comunicare a quante più persone possibili la loro visioni e la loro arte.

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Franz Von Stuck - Salomè (1906): per il pittore la donna è malefica. In
questo dipinto Salomè rappresenta la danza sfrenata della donna.
Come nel Peccato, il corpo della donna è luminoso, accattivante,
mentre la testa è reclinata e rimane all’oscuro ad identificare l’oscurità
e la cattiveria di questa donna. Sullo sfondo del quadro è presente un
servitore che porta su un vassoio la testa del Battista.

Franz Von Stuck - Pietà (1891): in


questo quadro, simile a quello di
Mantegna per la posizione in cui è
posto il Cristo, si coglie facilmente il
senso del dolore -> le mani sul volto
di Maria e il corpo di Cristo freddo e
molto realistico, si vede molto
l’aspetto umano di Gesù. Si coglie
molto il senso della morte, più che
quello della spiritualità.

La secessione più conosciuta è quella Viennese (1897), in quanto si identifica


immediatamente con la figura di Gustave Klimt, e rivoluziona di più lo stile pittorico,
grazie proprio a questo artista.
Gli artisti si formano in accademia, ma poi si allontanano, in quanto si sentono più vicini al
clima simbolista e meno a quello descrittivo tipico del 1800.

Joseph Maria Olbrich - Palazzo


della Secessione (1897-98): il
palazzo spicca per la sua diversità
rispetto agli altri palazzi che
uniscono classicismo e rinascimento.
È uno stile geometrico, con quasi
totale assenza di decorazioni
rinascimentali e barocche, per far
spazio decorazioni innovative vicine
allo stile Liberty. La progettazione
dell’edificio è in mano a Klimt.
All’ingresso dell’edificio si legge la
scritta “primavera sacra” -> primavera come rinascita, novità.

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Come per la secessione monacense, quella viennese ha la propria rivista, Versacrum, che
ha una grafica ben precisa -> rimando alla prima data dalla figura femminile con le rose
nei capelli.

Lo stesso Klimt dipinge il manifesto per la prima mostra della


Secessione nel 1898.
È rappresentata una scena ispirata alla tauromachia, Teseo che
lotta contro il minotauro, a rappresentare il nuovo che combatte
contro il vecchio. È poi rappresentata la Dea Atena, volta a
rappresentare la protezione verso la Secessione. Al centro è
presente un vuoto -> rappresenta il futuro ancora da scrivere, il
futuro dell’arte che si deve ancora compiere.

Gustave Klimt - Medicina (1900): dipinto realizzato per


l’università di Vienna che, non apprezzandolo, lo fa sparire. Klimt
infatti, nella rappresentazione della medicina, inserisce la morte
rappresentata da teschi, la malattia dei corpi nudi, un turbinio di
figure per dar il senso di sofferenza -> in primo piano spicca la
figura della donna che rappresenta la medicina e che ha la cura
e la salvezza dalla morte.

Con la Secessione si raggiunge


dell’esposizione come un’arte totale,
studiata nella sua totalità. Si inizia
anche uno studio sull’allestimento
delle mostre.
Lo scopo di queste esposizioni era
quello di distaccarsi dalle Accademie
e di promuovere il concetto di arte
per l’arte.

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Gustav Klimt - Fregio di Beethoven: si
trova all’interno del Palazzo della
Secessione. È un fregio decorativo e non
un dipinto. Rappresenta l’arte matura di
Klimt, estremamente sintetica ed
essenziale, quasi geometrizzava. Le figure
sono valorizzate nell’aspetto disegnativo.
Il fregio racconta il viaggio dell’artista alla
ricerca della poesia, dell’arte, per arrivare
ad abbracciare l’arte (l’abbraccio è
mistico, le figure poggiano i piedi
sull’acqua, a simulare la rinascita della nuova arte). Il coro che affianca l’abbraccio
rappresenta l’inno alla gioia di Beethoven.

Il viaggio del poeta passa però attraverso dei


perigli. Le figure femminili presenti all’interno del
quadro non sono solamente angelica, ma sono
anche quelle maligne (Cleopatra, in questo caso
rappresentata come una donna brutta), che portano
l’uomo alla perdizione.
Quello che colpisce della pittura di Klimt sono i
dettagli, puramente decorativi e non descrittivi ->
arte per l’arte

Max Klinger - Beethoven: è uno sculture tedesco che partecipa però alla secessione
Viennese. Beethoven siede su un trono imponente, pesante. Questa scultura è concepita
come opera d’arte totale -> ogni elemento ha uno scopo preciso.

Klimt durante il suo periodo pittorico si evolve, passa dal disegno ottocentesco del corpo
della donna, ad un disegno più moderno, sintetico ed espressivo.
es. Giuditta I (1901) vs Giuditta II (1907). Nella Giuditta II c’è un allentamento dalla
verità di un personaggio, dalla realtà del ritratto, assomigliando più ad una caricatura.

Gustav Klimt - Le tre età della vita (1905): le tre figure sono un corpo caricaturato,
denaturalizzato -> non c’è attenzione alle proporzioni o alla realtà della pelle. Segna
quindi la modernità.

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Nei ritratti di Adele Bloch-Bauer (1907) il corpo scompare, unito allo sfondo.
L’ultima secessione è quella di Berlino (1898), alla quale confluiscono artisti provenienti da
tutta Europa. Spicca Arnold Bocklin, pittore Svizzero.

Arnold Bocklin - Lisola dei morti


(1880): vengono poi realizzate altre
versione, una delle quali possedute da
Hitler, cosa che porterà il pittore alla
censura.
Il dipinto originale viene commissionato
da una nobildonna tedesca che
desiderava un dipinto per sognare.
Rappresentazione quasi Dantesca di
Caronte che trasporta le anime dei
morti in quest’isola cimiteriale, con cipressi e architetture che ricordano molto il Cimitero
degli Inglesi in Toscana. Per lui il sogno è un guardare oltre la morte, rappresentato nel
quadro con la luce oltre i cipressi.

Arnold Bocklin - Risacca (1879): sirena imprigionata su una roccia. Il quadro fa trasparire
un senso di paura, di rischio, di mistero.

Un’altro pittore importante per la Secessione di Berlino è Eduard Munch, pittore


Norvegese, di Oslo. Un pittore dalla vita complicata, perde prima la sorella e poi la
madre, entrambe per malattia.

Eduard Munch - Fanciulla Malata (1885-86): la ragazza dipinta è la sorella, con accanto la
madre. Munch rappresenta il male di vivere, la difficoltà dell’esistenza, c’è il senso di
malessere dell’uomo.

Eduard Munch - Pubertà (1895): rappresenta il momento


particolare della vita della donna in cui da fanciulla diventa donna, e
perde la spensieratezza di bambina. Questa condizione di
inquietudine è data sia dalla ragazza che si copre il pube e sia
dall’ombra scura e spaventosa proiettata sulla parete, incombete e
quasi personificata.

Nella pittura di Munch c’è una sintesi, una semplificazione della


figura.

19
LE CONSEGUENZE DELL’ESPRESSIONISMO

Nel momento in cui si scavalla il secolo, questo allentamento da un’arte espressiva, si


esprime in modo più specifico nelle avanguardie artistiche, dette anche avanguardie
storiche. Le avanguardie storiche sono quelle che prendono avvio nel 1905 con la
fondazione dei Fauves, in Francia, e i Broque, a Berlino.
Avanguardie -> movimenti che guardano al futuro, che sono più avanti rispetto agli altri.

Henri Matisse è il maggior esponente dei Fauves.


Lusso, calma e voluttà, 1904-05: Il colore è posto sulla
tela utilizzando dei tratti simili a puntini allungati. Lo
scopo della sua pittura non è dedita, come nel
puntinismo, a cercare la luce, ma usa la tecnica per
rappresentare un aspetto più interiore -> si serve di
colori non reali, che non corrispondono alla natura, ma
che esprimono i sentimenti. Questo è un dipinto che
non rappresenta un semplice paesaggio, ma cita una
visione bucolica di donne sulla riva del mare.
Rappresenta la fuga dalla città verso luoghi incontaminati, in cui c’è un maggior contatto
con gli elementi naturali -> rimando alla pittura di Gauguin.

Henri Matisse, La danse, 1909.


L’apice della sua ricerca
possiamo trovarla in
quest’opera. Estremizza
l’uscire dei canoni tradizionali
dell’arte stravolgendo l’idea di
spazio (immagine piatta),
rendendo sempre più sintetica
la forma (no descrizione dei
corpi) e deformazione dei
corpi finalizzata a
rappresentare qualcosa che si
immagina. Non c’è niente di
reale in quest’opera -> è una
danza immaginata dall’artista. Una danza che è musicalità, ritmo. È un’opera che va già
verso l’astrattismo -> non ha la finalità di descrivere qualcosa che si vede, ma di evocare
qualcosa che si pensa (alla bellezza, alla musica).

I colori di queste neo avanguardie sono colori vivaci, che rappresentano la gioia di vivere
nelle società lontane dalle grandi città. Applicano questo linguaggi espressivi anche a dei
ritratti di persone.

20
Differenza tra i Francesi e i Tedeschi: Van Dongen, tedesco, utilizza colori più cupi, mentre
Derain, francese, utilizza colori più vivaci. I difetti della pittura diventano parte del
linguaggio artistico.

Il maggior esponente della corrente Tedesca è Kirchner.


Riprende il tema della nudità come Matisse, un grande tema
della storia dell’arte, ma con uno stile sprezzante e un po’a
aspro. Le figure sembrano quasi schematizzate all’interno
della natura (rimando alle Grandi bagnanti di Cezanne).
È una natura che accoglie e culla l’uomo.

La città invece è vista con dei colori piuttosto scuri.


Il tram, segno di modernità, viene rappresentato come una sorta
di prigione in cui le persone rimangono intrappolate. Le nuvole
sullo sfondo sono molto inquietanti, sembrano quasi bombe.

21
ANTILLUSIONISMO: DA CEZANNE A PICASSO

Gli elementi della pittura espressionista Francese sono presenti, con tecniche diverse,
anche nel cubismo.
Antillusionismo -> non si rappresenta la realtà tramite la visione, ma la pittura cubista è
una lettura della realtà, una rappresentazione più mentale, concettuale.

Uno dei più grandi quadri dell’avanguardia è Les


Demoiselles d’Avignon, 1907, di Pablo Picasso.
Il 1907 è la data che si usa come inizio del cubismo,
nonostante questa sia un’opera protocubista, ovvero che
precede il vero e proprio cubismo di Braque e di Picasso ->
non c’è ancora il raggiungimento della rappresentazione
frammentaria del periodo analitico e sintetico del cubismo.
Les Demoiselles d’Avignon sono un quadro con una storia
molto importante e con un soggetto riconoscibile, delle
prostitute. In un primo momento Picasso aveva pensato di
inserire nel dipinto anche degli uomini, i clienti di queste
donne. Dipinto che traduce visivamente l’inconscio, le emozioni, tutto l’aspetto
dell’essere umano -> rappresentazione della complessità umana.

Ha delle fonti iconografiche che lo riconducono al passato. Es Il giudizio di Paride di


Rubens.

L’altro punto di riferimento delle Demoiselles


d’avignon è Le Grandi Bagnanti di Cézanne, 1898.
Cézanne è il pittore che segna il passaggio verso le
avanguardie. Le citazioni di questo dipinto è
evidente nelle figure nude di donne tutte insieme.
Nel dipinto di Picasso l’azzurro dello sfondo è un
richiamo allo spazio aperto delle grandi bagnanti
di Cézanne, così come anche la natura morta in
primo piano. Le donne di Picasso non sono quindi
donne realistiche, ma sono rielaborazioni a
posteriori di altre opere.

All’interno del dipinto di Picasso ci sono altri elementi, come la presenza delle maschere
africane -> aspetto molto importante per Picasso. La vista di queste maschere per Picasso
è qualcosa di molto significativo -> le maschere sono usate da Picasso per veicolare un
messaggio attraverso un’immagine vivida e potente, ma non naturalistica. La maschera
veniva usata nelle culture africane per rappresentare ciò che non era rappresentabile in
natura e venivamo utilizzate in danze e cerimonie per mandare via gli spiriti, erano
strumenti, e anche Picasso si serve delle maschere come uno strumento.
Picasso, come tutti gli artisti dell’avanguardia, si sentono in grado di poter offrire una
lettura di come è fatto l’uomo.

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Una delle scoperte recenti è la fotografia. Troviamo un taglio fotografico nel quadro
Funerali di Omans di Cpurbet -> figure tagliate.
Un taglio di tipo fotografico possiamo ritrovarlo anche nell’Olympia di Manet -> in questo
dipinto la donna nuda è priva di emozione, è solo un pezzo di carne, sintesi di un corpo
umano. Questo quadro viene reinterpretato anche da Cézanne nella Moderna Olympia
del 1859.

Cézanne è un pittore che attraversa il simbolismo,


guarda all’impressionismo e poi sfocia nel
protocubismo. Il suo è un impressionismo
materico, il pennello costruisce la forma. Il
superamento dell’impressionismo avviene con il
dipinto La route tournante, in cui il pittore non è
interessato a rappresentare l’atmosfera e gli effetti
atmosferici dell’immagine e ritorna l’uso del
disegno -> le costruzioni e la casa sono dipinte
come se fossero degli elementi rigidi, semplificati e
seguono la teoria di Cézanne secondo cui la realtà
è fatta di forme solide: cilindro, cubo e sfera.

In Donna con caffettiera, 1890-95, Cézanne ritrae la madre in


maniera geometrica. Il busto e le braccia sono cilindriche, squadrate
e la caffettiera anche.

I giocatori di carte, 1890-92.


I due uomini sono dipinti in modo cilindrico.
La bottiglia è il punto focale dell’immagine.
La capacità di saper rendere la
tridimensionalità è data dalla sua capacità
pittorica.

Negli ultimi anni della sua vita dipinge ossessivamente


Mont Saint Victorie, raggiungendo quasi l’astrazione.
Utilizza una pennellata costruttiva, che definisce le
forme senza un disegno, ed è una fase che poi
interesserà molto Braque e Picasso.

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L’ opera di Cézanne è quella in alto a sinistra,
dove è presente ancora un aspetto
naturalistico, nonostante ci sia già la
semplificazione delle forme. Le case di Cézanne
che erano quasi dei cubi, in Braque e Picasso
diventano del tutto delle forme geometriche.

Con il cubismo si giunge a una radicale trasformazione del linguaggio artistico.


Le cause sono molteplici e si possono riassumere nell’idea che nell’uomo del XX secolo
cambia completamente la propria sensibilità a seguito degli sviluppi scientifici e filosofici
-> in più ci sono i fattori delle scoperte scientifiche e filosofiche.
Cambiamento epocale nella comprensione della natura della materia in seguito alle
scoperte scientifiche- > Darwin pubblica L’origine della specie nel 1859. A metà dell’800
vengono scoperti i cromosomi e nel 1905 Einstein pubblica la teoria della relatività, in cui
viene introdotta la temporalità come elemento importante per la comprensione dello
spazio. Lo spazio non è misurabile in modo definitivo ma dipende dalla situazione in cui ci
troviamo. Queste teorie mettono in crisi l’uomo ottocentesco. Crollano le certezze della
religione cristiana: 1899, Freud pubblica l’interpretazioni dei sogni.
Si passa da un’idea statica del mondo a una concezione dinamica della materia e di un
mondo in costante mutamento.
1895: invenzione del cinematografo dei fratelli Lumière, invenzione che influenzerà molto
il mondo artistico -> evoluzione della fotografia. Le avanguardie sperimentano anche il
cinema, per confluire poi negli anni ’60 nella video arte.

Questa complessità della realtà viene rappresentata da Braque e da Picasso quasi


applicando una teoria -> non è sbagliato affermare che l’arte contemporanea è un’arte
filosofica.
Applicano l’idea che è possibile rappresentare la verità della realtà attraverso la pittura,
però per realizzare ciò non ci si può accontentare di una rappresentazione basata sulla
visione: la realtà per essere rappresentata deve essere vista da tutti i punti di vista (la
figura umana, ciò che sta dietro la figura umana e ciò che sta dentro; realtà psicologica,
inconscio). Il cubismo non è semplicemente vedere tutte le facce della realtà, ma è
vedere tutto ciò che sta dentro la realtà -> c’è una parte materiale e immateriale.

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Un esempio è il Ritratto di Ambroise Voillard di Picasso: lo
scopo del quadro non è quello di rappresentare il critico d’arte
nella sua realtà, quanto la complessità della sua figura nello
spazio. I colori sono pochi e cupi, in quanto i colori donano al
dipinto troppa emotività.

Nella fase più avanzata del cubismo, inseriscono la


realtà dentro la co posizione. Inseriscono pezzi di
legno, pezzi di tappezzeria. Come nel caso di
Natura morta con sedia impagliata di Picasso in cui
l’artista inserisce una corda che fa da cornice al
quadro, la corda è la stessa della sedia
rappresentata. Cita un giornale, la carta da
giornale, attraverso il carattere tipografico. Faranno
poi delle opere tridimensionali unendo dei pezzi di
materiali insieme.

C’è poi un altro tipo di cubismo che si definisce eretico, o orfico (coniato da Apollinaire,
definendoli orfici facendo riferimento al mito di Orfeo, perché vedeva in questi artisti un
aspetto più emotivo rispetto al cubismo di Braque e Picasso). Gli esponenti sono
Delauney, Léger e un giovane Duchamp: componenti di tipo più emotivo e psicologico.

Questa componente emotiva si riconosce nell’utilizzo del


colore.
La tour Eiffel di Delaunay è una rappresentazione della città di
Parigi che sembra sprofondare su se stessa. La tour Eiffel,
simbolo della città, è di colore rosso a dare un senso di
emotività. Volontà di rappresentare il senso dell’emotività
dell’uomo che vive nella società contemporanea, che viene
fagocitato dalla voracità della città.
Forme scomposte secondo la tecnica cubista.

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Fernand Léger è un pittore molto impegnato dal punto di vista politico, fon datore del
movimento machinisme (movimento che contrastava l’uso delle macchine nell’industria
meccanica).

Partita di carte, Fernard Léger, 1917


Gli uomini che giocano a carte
rappresentati dall’artista ricordano degli
ingranaggi, dei macchinari -> riduzione
dell’uomo a macchina.

26
LA VISIONE DINAMICA NELL’ARTE: IL FUTURISMO

A milano è presente la più grande collezione d’arte dedicata al futurismo, al Museo del
‘900 -> sono presenti opere permanenti e opere in prestito da collezionisti privati. Al
Museo del ‘900 è presente anche Lucio Fontana.

L’avanguardia futurista nasce dopo il Cubismo, nel 1909, quando esce il primo manifesto
letterario del futurismo, scritto da Filippo Tommaso Marinetti.
I principi che si leggono all’interno del Manifesto sono:
- Porre al centro dell’arte il dinamismo
- L’accettazione della modernità
- L’interesse per l’automobile
Questa accettazione del dinamismo non è una questione puramente sociale, ma riguarda
sia le invenzioni tecnologiche e sia il pensiero filosofico di quegli anni -> molti artisti
facevano riferimento a Henry Bergson, citato spesso in vari manifesti del futurismo. La sua
idea era quello di un mondo dinamico e non statico, visione colta maggiormente dai
Futuristi rispetto ai Cubisti. Alcuni scritti di Bergson vengono tradotti in Italiano e
pubblicati nel 1909, stesso anno della pubblicazione del Manifesto. Nel 1911, poi, il
filosofo partecipò a un convegno filosofico a Bologna, in cui parla delle sue idee tra cui in
particolare l’intuizione.
Bergson in “Materia e memoria”, 1896, sostiene che la memoria, il ricordo, fa si che la
nostra percezione del mondo, associ continuamente la comprensione del presente con il
passato -> quando noi vediamo qualcosa o incontriamo una persona, la nostra memoria
interviene a farci capire meglio cosa abbiamo di fronte. La nostra concezione del presente
è in continuo movimento, influenzata da immagini mnemoniche (immagini che richiamano
il passato).
Il maggior esponente del Futurismo in arte è Umberto Boccioni.

A destra, La
signora
Massimino
(donna alla
finestra),
1907-08.
A sinistra La
strada entra
nella casa,
1911.

Boccioni, tra il 1908 e il 1911 cambia totalmente stile. Nel primo rappresenta la madre
con una tecnica divisionista di Segantini e Previati, che erano i maestri di Boccioni: al
tempo era considerata la tecnica per eccellenza. Tra il primo e il secondo dipinto c’è
qualcosa di nuovo che interviene a far cambiare la tecnica pittorica -> il Cubismo.

27
Boccioni conosce la pittura Cubista durante i suoi viaggi a Parigi; non si avvicina al
cubismo di Braque e Picasso ma a quello di Léger e Delaunay. I futuristi però trasmettono
un contenuto diverso da quello cubista, ovvero il dinamismo, la velocità intesa come
slancio vitale della società del mondo contemporaneo.
Questo dinamismo, oltre che dallo stile, è rappresentato da una diversa posizione
dell’oggetto: in La Strada entra nella casa sono riconoscibili i cantieri, i muratori, i mezzi
di trasporto, le illuminazioni, le case che quasi sprofondano -> idea di dinamicità e
compenetrazione delle forme per cui il corpo della donna viene compenetrato con le
immagini di questa città. La donna viene circoscritta da questo dinamismo, c’è addirittura
un cavallo con il suo cavaliere che camminano sulla schiena della donna affacciata alla
finestra.

Nell’opera Materia del 1912, troviamo un rimando al Ritratto di Ambrouse Volllard di


Picasso.
In Picasso, però, l’unico colore che si concede l’artista è il rosa del viso e il bianco, ovvero
la luce che contribuisce a creare la scomposizione della forma.
Nel caso di Boccioni la luce non da soltanto luminosità all’opera, ma crea degli elementi
dinamici all’opera. C’è un’idea prospettica per cui le mani della donna sono più grandi
rispetto al viso. I futuristi sono interessati ad altre invenzioni di tipo tecnico, come la
fotografia e il cinema: l’errore che da sproporzione a ciò che sta davanti rispetto a ciò che
sta dietro è un errore tipico dello schermo.

28
Rissa in galleria, 1910.

Forze di una strada, 1911

Due opere con due stili diversi a distanza di un solo anno: Rissa in galleria infatti è dipinta
con la tecnica divisionista, mentre Forze di una strada è realizzato con una scomposizione
cubista -> i fasci di luce all’interno di quest’opera sono luci artificiali, date dai fari delle
automobili; i futuristi infatti rigettano la luce naturale della luna, prediligendo la luce
artificiale dei lampioni, delle torce, della macchine. Anche in Rissa in galleria la luce è
artificiale, data dall’illuminazione del bar.
Nel manifesto letterario di Marinetti si racconta di una sua intuizione avuta durante un
incidente automobilistico, in quel momento capisce la potenza della velocità, di una
macchina che si muove veloce lungo le strade.

La città che sale, 1910-11


Dipinto estremamente importante. Sullo sfondo vediamo la città che sale (città che sale in
altezza, stavamo iniziando a costruire i primi palazzi in altezza), mentre sul davanti
vediamo il dinamismo delle persone e del cavallo -> movimento triangolare e gambe non
ben percepibili perché si moltiplicano per la velocità della corsa nello spazio.

29
Gli stati d’animo, 1911.
Per spiegare visivamente, attraverso le opere,
l’idea di dinamismo si può prendere il trittico
degli Stati d’animo di Boccioni: tre momenti
in cui l’artista vuole rappresentare il saluto tra
chi prende il treno e l’accompagnatore.
Scene rappresentate non in maniera
descrittiva, ma viene rappresentato il
dinamismo che mette insieme corpi, spazio e
oggetti e l’atmosfera della scena.

Gino Severini, The Boulevard, 1911.


Severini è un pittore che sta a Parigi e
questo dipinto di un Boulevard Parigino è
una sua interpretazione del cubismo:
frammentazione della forma ma con un
colore estremamente vivace e un taglio
dell’immagine che da l’idea di dinamismo.
Severino è il punto d’accordo tra i futuristi
italiani e la Francia.

Ciò che sappiamo di Severini in questi anni si basa sugli scritti della sua biografia “Vita di
un pittore”, dove racconta dell’influsso delle idee di Bergson e dell’influsso delle correnti
artistiche precedenti sul Futurismo -> tutti i gruppi e le correnti del passato (Monet,
Cézanne, Matisse, i Fauves ecc) confluiscono nel Futurismo.

Invito ufficiale della prima mostra dei futuristi: 1912.


Nel momento in cui pensano un nuovo movimento
artistico, mettono al centro la comunicazione, l’immagine
che si vuole al movimento e alla mostra, alla compattezza
del gruppo. Decidono di presentarsi a Parigi, centro
dell’arte, e “sfidare” i Cubisti nella galleria d’arte
Bernheim-Jeaune. Curano nel dettaglio la veste grafica
dell’invito, non mettendo i loro dipinti ma i loro volti e
nomi (Marinetti, Russolo, Severini, Carrà e Boccioni).
Mettono i volti perché non si propongono solo come
pittori, ma come veicolatori di idee nuove. Curano non
solo la mostra ma anche le serate Futuriste: concerti ecc.
La mostra viene esportata anche in Germania, dove viene
curata meno l’aspetto comunicativo e dove riscuoteranno
poco successo e a Londra, dove invece verranno acclamati.

30
Tra i pittori che partecipano al Futurismo c’è anche Carlo Carrà,
anche se non parteciperà alle mostre perché non totalmente
convinto di far parte del gruppo. Nei suoi quadri ci sono
riferimenti a soggetti o situazioni contemporanee, della loro
epoca, come in questo caso in cui viene rappresentato il famose
locale di Milano, Biffi.

Carlo Carrà è anche il principale esponente


dell’interventismo: apertura del futurismo alla politica,
partecipazione dei futuristi alla guerra (molti di loro
moriranno in guerra, tra cui Boccioni).
Nell’opera Manifestazione interventista, 1914, c’è
l’esaltazione del regno d’Italia e l’esaltazione della
guerra: presenza di temi futuristi (strada, sport, velocità) e
di frasi inneggianti alla guerra.
Collage futurista: quello che viene inserito all’interno del
collage racconta qualcosa della contemporaneità, sono
propositivi, e sono da leggere in parallelo alle parolibere
(componimenti poetici visivi realizzate dai poeti e dagli
artisti futuristi).

Un altro esempio di dinamismo è quello di


Giacomo Balla con Bambina che corre sul
balcone, 1912.
È un dinamismo leggermente diverso da
quello di Boccioni, perché molto più legato alla
dimensione tecnica del movimento e
all’invenzione tecnologica della fotografia.
Balla studia il movimento da un punto di vista
tecnico: nel dipinto c’è la figlia di Balla che
corre sul balcone e per rappresentare il
movimento da sinistra a destra, moltiplica il
corpo della ragazza.
Balla non usa la tecnica del cubismo come gli
altri futuristi, ma quella del puntinismo come
Matisse.

31
Questa moltiplicazione del corpo in
movimento veniva già sperimentata alla
fine del ‘800 in fotografia da quella che si
definisce cronofotografia, inventata dal
fotografo Inglese Edward Muybridge,
specializzato in una fotografia che
riprendeva le corse dei cavalli: non è altro
che una fotografia che moltiplicava
l’immagine.

Giacomo Balla, Dinamismo di un cane al


guinzaglio, 1912
Donna che porta cane al guinzaglio:
moltiplicazione delle gambe di lei e del
cane e della coda.

Quest’opera ha un corrispettivo nella


fotografia di Giulio Bragalia, Il pittore
futurista
È una foto dinamica di Giacomo Balla
assieme al dipinto donna con
cagnolino. La foto dinamica
contribuisce a creare l’effetto molto
particolare dello sfumato. Questa foto
viene realizzata con un apertura del
diaframma molto ampia, tempo lungo,
in modo che la pellicola assorba la luce
che emana dai soggetti fotografati per
un tempo lungo.

Questo modo di fare fotografia viene messo in relazione anche alla radiografia, come se
la scia lasciata dal corpo fosse qualcosa di misterioso e insondabile.

32
Giacomo Balla, Linee andamentali +
successioni dinamiche, 1913.
Le opere più mature di balla sono
molto più grafiche di quelle di
Boccioni e lasciano percepire la
scansione del movimento all’interno
dello spazio.
Quest’opera rappresenta un volo di
rondine attraverso la finestra. Non
c’è solo la scansione del volo, ma
anche la sintesi del volo attraverso
delle linee andamentali: come se
ricostruisse graficamente il volo.

Umberto Boccioni, Fusione di testa e di finestra, 1912.


Opera scultoria ormai distrutta. Si vede molto bene
compenetrazione tra il soggetto davanti alla finestra e la
finestra stessa.

Nel 1912 Boccioni pubblica il manifesto tecnico della scultura:

33
Medardo Rosso, Ecce Puer, 1906.
Uno scultore che aveva iniziato ad intuire la possibilità di unire
l’atmosfera con la figura umana è stato appunto Medardo
Rosso.
Ecce Puer è una scultura in creta rivestita in cera. La scultura
rappresenta un bambino dietro la tenda: compenetrazione tra
corpo e ambiente.
Boccioni nel suo manifesto cita Medardo Rosso come
l’esempio da seguire per eseguire la scultura futurista.

Umberto Boccioni, Forme uniche della continuità nello


spazio, 1913.
Rappresenta il corpo di un uomo che si muove nello
spazio, e dallo spazio viene assorbito e addirittura
modificato. Ciò che muove e trasforma il corpo umano è
il dinamismo della società che permea e trasforma la vita
dell’uomo -> in questo dinamismo c’è tutta la
componente della scoperta scientifica che ha portato a
far capire che l’essere umano e la sua materia non è
statica ma è dinamica.

Auguste Rodin, L’homme qui marche, 1884-85.


uno dei primi innovatori che aveva iniziato ad inserire lo spazio
all’interno dell’opera.
In Boccioni c’è una citazione di quest’opera, ma anche in Marcel
Duchamp quando rappresenta Nudo che scende le scale.

34
Alberto Giacometti, L’homme qui marche, 1961.
Riprende l’opera di Rodin in un clima filosofico
completamente diverso: quello dell’esistenzialismo.
Rappresenta un uomo scarnificato che cammina ->
rappresenta il senso di desolazione che prova chi ha vissuto
il dramma della guerra, della seconda guerra mondiale.

35
LE ORIGINI DELL’ASTRATTISMO

La consapevolezza dell’autonomi valore creativo del linguaggio visivo non è stata una
scoperta dell’astrattismo:
- la cultura artistica romantica distingueva tra imitazione e creazione valorizzando
quest’ultima;
- Il simbolismo considerava compito dell’arte indagare ciò che è oltre il sensibile;
- Il neo-impressionismo studiava il segno, la pennellata divisa, i rapporti tra i colori
indipendentemente dalla rappresentazione;
- Gauguin scoprì che il mare si poteva dipingere di rosso;
Tutte queste ricerche erano segnali di un processo di distacco dalla raffigurazione reale.

Nell’ambito delle avanguardie ci sono molti artisti che


sperimentano e che arrivano quasi a degli elementi astratti.
Robert Delaunay nel 1912 dipinge Dischi simultanei.
Comincia a sperimentare, assieme alla moglie Sonia, un uso
del colore per trascrivere gli effetti della luce. Si serve di
dischi di alluminio che mette in posizioni particolare in modo
che Vega colpito dalla luce, e inizia a pitturare lo spettro di
luce che e deriva.
Non si può definire un’opera puramente astratta in quanto è
la rappresentazione di qualcosa che il pittore sta guardando,
ovvero la luce.

Anche Giacomo Balla nel 1914 dipinge Mercurio che passa


davanti al sole visto dal telescopio, servendosi appunto di un
telescopio e osservando gli astri celesti. Nel tentativo di
rappresentare gli astri arriva a degli esiti vicini all’astrazione.
Le linee verticali e curve sono un tentativo di rappresentare il
movimento degli astri visti dal telescopio. Anche in questo
caso è una rappresentazione di qualcosa di visivo.

Sempre balla nelle Compenetrazioni iridescenti del


1914, dirige completamente con forme astratte,
rappresentando però sempre qualcosa di visibile: i
riflessi della luce contro degli specchi.

36
Vasilij Kandinskij dipinge il riflesso di ciò che sente
attraverso una forma astratta.
Nel 1906 dipinge Coppia a cavallo con la tecnica del
puntinismo -> guarda alle ricerche del post
impressionismo e di Matisse.

Nel 1909 la sua indagine comincia andare sempre più verso la


pittura espressionista.
In Quadro con arciere troviamo elementi espressionisti quali la
figurazione, dipingere cose che il pittore vede, che esistono,
cose materiali: cavallo, case, persone.

Nel 1909 lascia la città di Monaco e si rifugia


alle porte di Monaco, nella natura, a Murnau
assieme alla compagna e ad un’altra coppia di
artisti russi, Alexander Javlenskij e la moglie.
Paesaggio a Murnau -> colori totalmente
irrealistici, espressione delle sue emozioni.

Kadinskij inizia progressivamente ad


abbandonare la figurazione.
Nel dipinto Ognissanti. Impressione, 1911 è
ancora presente un bagliore di figurazione ->
rappresenta una processione, si intravede infatti
una croce e le persone che camminano nel
paesaggio astratto.

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In questo periodo fonda il gruppo Blaue Reiter
(Cavaliere Azzurro) assieme ad un altro amico e
artista Franz Marc. Questo gruppo di artisti
segue un tipo di pittura espressionista, quindi
molto colorata e vivace.

La copertina della rivista del Blaue Reiter è ideata


e dipinta dallo stesso Kandinskij nel 1912.
È l’amore di Kandinskij per i cavalieri e la
passione per il cavallo di Marc.

Il Blaue Raiter non è solo un gruppo di pittori, ma è allargato anche a musicisti; l’aspetto
della musica diventa un ambito importante all’interno di questo gruppo, soprattutto per
Kandiskij che ha un amore per la musica sin da prima di iniziare a dipingere: musica stesa
come opera d’arte totale, emozionate e emotiva. Questo amore per la musica si rifletterà
molto nella pittura di Kandiskij.

Primo acquerello astratto, 1910-13.


Nel 1910 scrive nel suo saggio Lo
spirituale nell’arte la necessità
dell’artista di esprimere i sentimenti
attraverso i colori e le forme -> spiega
che per rappresentare le emozioni, che
lui chiama necessità interiori, è
sufficiente utilizzare i colori e associare i
colori a certe forme. Ad esempio il
giallo lo associa a forme ovali e da
senso di gioia.
Il rosso invece, colore che ricorda il
sangue e la drammaticità, viene
associalo al quadrato, a delle forme
spigolose. Il blu invece è associato al cerchio, che è il simbolo dell’infinito. Il suo è quindi
un lavoro sistematico, messo in relazione anche agli studi un compositore russo che
associava le note e il suono di un certo strumento ad una determinata emozione ->
musica che influenza le opere.

38
Kandinskij realizza Improvvisazione 26
contenuta - fuga, 1914 dopo aver
ascoltato una composizione di
Schoenberg.
Schoenberg fa un tipo di musica basato
sulla dissonanza: note isolate una
dall’altra, lunghi o improvvisi.
Kandinskij riesce ad interpretare
attraverso le forme e i colori questo tipo
di note, dove si ha un sottofondo di
note che creano una composizione più
amalgamata e ogni tanto delle note più
isolate, qui rappresentate da fasci neri e
segni rossi che definiscono momenti
precisi all’interno della composizione.

Nel 1917 succede qualcosa di dirompente nell’Europa dell’est: rivoluzione russa. Gli artisti
russi che avevano lasciato la patria per dirigersi in altre parti d’Europa sentono il dovere di
tornare in Russia per servire durante la rivoluzione, tra cui anche Kandinsky. Tornando in
Russia entra in contatto con gli organi rappresentativi dei soviet e gli viene affidato un
incarico di tipo amministrativo nel dipartimento didattico, ma la sua esperienza sarà molto
deludente in quanto la rivoluzione non da molto sostegno alle arti.

In Russia ritorna a rappresentare i soggetti tipici


della tradizione Russa: le favole, reinterpretate però
con un nuovo linguaggio e la pittura su vetro.

Nuvola d’oro, 1918.


È un dipinto su vetro, come secondo la tradizione
russa.

Dopo il periodo in Russia è costretto a lasciare la patria e torna in Germania, dove gli
viene chiesto di insegnare al Bauhaus -> questa scuola aveva lo scopo di formare
professionisti (insegnamenti sia teorici che pratici). Venendo a contatto con pittori astratti
più geometrici diventa anche lui astratto geometrico, anche se non del tutto -> è come se
la sua pittura si raffreddasse, le emozioni vengono congelate dalla geometria. Durante gli
anni di insegnamento scrive Punto, linea, superficie in cui analizza gli aspetti legati alla
composizione: attenzione alla geometrizzazione della forma.

39
Nel bianco (composizione), 1920.
Composizione che richiama la Russia (colore
bianco = Russia)

Giallo, rosso, blu, 1925


Dipinto ispirato alla musica di Bach.
Giallo e blu in rapporto al rosso: il sole e la
luna si ritrovano tra il giorno e la notte.
Nascita misteriosa del rosso dalla
tendenza simultanea dall’allontanamento
e l’ascensione simultanea del giallo e del
blu.
In questo dipinta teorizza la nascita del
colore: creazione di varie tonalità
partendo dai colori primari.

Il compositore Alexander Skrjabin realizza uno studio basato


sull’unione delle note ai colori. Molto probabilmente è stato il
punto di partenza per le indagini sul colore fatte da
Kandinskij. Skrjabin fa una cartella in cui suddivide colore,
effetto, colore ed equivalente strumentale. Es: nero, eterno
silenzio, colore più povero del suono, completo riposo finale.
Azzurro, pace tristezza non umana, flauto.

Negli ultimi anni della sua vita, quando si


trasferisce a Parigi, sparisce via via il colore.
Trenta, 1937.
Dipinto ispirato ai vetrini delle analisi
biologiche, riferimento alla biologia, ma i
critici e gli storici dell’arte ci hanno visto
anche una vicinanza a Mirò.

40
Paul Klee, pittore di ordine Svizzera, dopo la formazione a Zurigo decide di raggiungere
Kandinsky a Monaco e entra a far parte del Cavaliere Azzurro, ed inizia a sperimentare
un’essenzialità della forma che preannuncia l’astrattismo. Diversamente da Kandinsky,
guidato dall’emozione, Klee è più riflessivo e vicino alla poesia, è molto meno immediato.
Non fa delle improvvisazioni come Kandinsky: le sue opere sono costruite ed equilibrate,
con una componente fantasiosa e poetica. Era molto interessato ai disegni dei bambini e
a raggiungere una rappresentazione elementare.

Cupole rosse e bianche, 1914.


Visione di un paesaggio Marocchino, al quale Klee è
molto legato. Rimane affascinato dai paesaggi luminosi
colpiti dal sole e dall’astrazione e organizzazione quasi
geometrica del paesaggio: sia del paesaggio costruito
che di quello naturalistico, dai colori della terra.

Strada principale e strade laterali, 1929


Anche in questo caso è un’astrazione. È qualcosa di visto e di reale
ma rivisitato e non quello che lui vede in un determinato momento.

L’attività che Klee fa al Bauhaus non è di tipo teorico ma di tipo pratico, perché lavora nel
laboratorio di tessitura assieme ad un gruppo di artiste donne e trova un grande
riconoscimento da parte loro. Anche lui studia in modo prettamente geometrico,
perdendo la poesia tipica delle sue opere.
I suoi disegni vengono utilizzati per i primi studi di tessitura e di disegni astratti per
tessuto: fino ad allora i disegni dei tessuti prendevano spunto dalla natura, dai fiori ecc.
Questi esperimenti di disegni astratti per tessuti non prenderanno però piede nel mercato
e serviranno prettamente per mobili all’interno della stessa Bauhaus.

41
Aggiungere lezione 18-10

42
DADAISMO E SURREALISMO

Dadaismo e surrealismo sono due avanguardie legate tra di loro, molti artisti dadaisti
sono confluiti infatti nel surrealismo.
Il Dadaismo è, insieme al costruttivismo, l’avanguardia che sperimenta di più l’aspetto
tecnico del fare arte, sia dal punto di vista degli oggetti ma anche delle tecniche e delle
fenomenologie. Il movimento Dada nasce durante la prima guerra mondiale, in Svizzera.
Molti artisti dei paesi francofoni confluiscono a Zurigo dove, nel 1916, viene inaugurato al
Cabaret Voltaire, un gruppo di artisti che ha in se una matrice anarchica. Gli artisti vivono
autonomamente e hanno come riferimento il cabaret, nonostante non sviluppino un clima
comunitario. La società Zurighese in quegli anni è una società multietnica.
Il primo nucleo di questa corrente è formata dal poeta Tristan Tzara e dalla moglie, che si
recano a Zurigo per dar vita alle prime manifestazioni di confronto con altri artisti.
Il principio cardine di questo gruppo è il caso, la casualità -> il caso come una sorta di
regola che determina anche l’origine dell’opera d’arte. Tzara scrisse una famosa ricetta
per comporre poesia; dice che per comporre una poesia è sufficiente prendere delle
parole o lettere tratte da un testo, ritagliarle, metterle in un sacco, scuoterlo e poi
rovesciarlo: così nascerà una poesia che assomiglia al poeta e al suo animo. Jean Arp
realizza dei collage utilizzando proprio questa tecnica.

La principale novità dal punto di vista tecnico e poetico è l’operato di Marcel Duchamp.
Durante lo spettacolo “impressions d’Afrique”, Duchamp vede in scena degli oggetti
apparentemente senza senso, che non hanno alcuna utilità pratica, che servono
solamente a donare meccanicità alla scena. Da qui nascerà poi l’idea del ready-made di
Duchamp.

La prima opera (Ruota di bicicletta) nascerà nel 1913 quando, come


disse Duchamp stesso, l’artista ebbe l’idea di attaccare una ruota di
bicicletta su uno sgabello da cucina. Il termine ready-made viene
dal pret-à-porter della moda -> vestiti già pronti come le opere
d’arte già pronte, il ready-made non prevede nessuna modifica da
parte dell’artista.
Ruota di bicicletta è un ready-made assistito, ovvero dato
dall’assemblaggio di due oggetti, mentre l’opera “lo Scolabottiglie”
è un ready-made puro in quanto non si ha l’intervento dell’artista.
Qual è il senso del ready made? Si tratta di oggetti banali e anche
non particolarmente belli dal punto di vista estetico formale. La scelta del ready made
non dipende da un diletto estetico ma si fondava su una reazione di indifferenza visiva
unita all’assenza totale di buono o cattivo gusto. Si tratta di una anestesia totale.
L’oggetto di Duchamp non ha quindi valore sul piano estetico. Anestesia totale è non
dare valore emotivo ed emozionale all’opera, non viene veicolato un significato dentro
l’opera. Il valore artistico sta nell’azione svolta dall’artista che sposta l’oggetto o crea
delle connessioni tra oggetti.
43
Con il tempo, il ready made diventa sempre più sofisticato.
Ad esempio, nel 1919, Duchamp realizza LHOOQ, prendendo la
grande opera di Leonardo -> rappresenta l’umanità persa dai
soggetti che vengono riprodotti troppe volte. Qui il ready-made
è il dipinto della Gioconda.
Andy Warhol seguirà l’esempio e il concetto di Duchamp della
disumanizzazione del soggetto ritratto.

Nel tempo trascorso degli stati uniti, Duchamp conosce il


fotografo Man Ray, che si unirà al Dadaismo, dando però
un’interpretazione diversa da quella dell’artista. Man Ray infatti
usava gli oggetti per ricercarne l’aspetto emotivo, per divertire,
far riflettere l’osservatore -> opposto di Duchamp che invece
rifiutava l’aspetto emotivo dell’opera.

Nell’opera “Cadeu”, il quale titolo fa a pugni con l’opera d’arte,


c’è un senso di ostilità nell’oggetto -> il ferro da stiro, di solito
piatto per eliminare le pieghe, ha dei chiodi che lacerano il
tessuto. Gli oggetti innescano ricordi del passato e paure
inconsce.

Nell’”Oggetto indistruttibile” Man Ray racchiude il suo bisogno


di tenere l’amore attaccato al tempo. L’occhio sulla lancetta del
metronomo è quello di una famosa modella e attrice dell’epoca,
ex amante del fotografo -> l’oggetto indistruttibile in questione
è proprio l’amore, incastonato nel tempo.

l’Enigme di Isidore Ducasse è ispirato alla morte


suicida di, appunto, Isidore Ducasse, un giovane
poeta. Il suicidio è un enigma per chi lo vede
dall’esterno.

44
SURREALISMO

L’oggetto surrealista è invece una oggettificazione delle forme dell’inconscio.


Gli oggetti surrealisti sono stati oggetto di una grande e importante mostra a Parigi, dove
sono state riprodotte le stesse vetrine di un’esposizione del 1936.

Oggetto invisibile, Giacometti -> rappresentazione di un’opera antica che


tiene in mano un oggetto invisibile.

Nella scultura di Giacometti è ricorrente il tema della sessualità, maschile e femminile.


Chiama i suoi oggetti surrealistici “oggetti a funzionamento simbolico” -> oggetti che
hanno un meccanismo concettuale simbolico e che abbiano un significato simbolico.
La sessualità per i surrealisti è molto importante perché, come il momento del sogno è il
momento in cui si liberano gli aspetti inconsci, così anche nel momento dell’atto sessuale
prevalgono azioni inconsce.

Schiaparelli collabora con molti artisti surrealisti, tra cui Dalì, per dar vita a quella che è la
moda surrealista.

La dimensione del ready-made ha un valore rilevante anche nella moda più recente,
come in Andy Warhol.

45
METAFISICA E RITORNO ALL’ORDINE: VALORI PLASTICI, NOVECENTO E REALISMO
MAGICO

La metafisica è una avanguardia? No, l’ultima avanguardia fu il surrealismo. Si tratta di un


movimento artistico che nasce nel periodo delle avanguardie ma si costituisce come anti
avanguardia in quanto non realizza contenuti nuovi, di rottura con l’arte accademica
precedente ma si concentra sull’arte passata e in particolare quella classica.
L’artista metafisico per eccellenza è Giorgio De Chirico che negli anni ‘10 inizia a
realizzare a Ferrara i primi dipinti metafisici. Sviluppa il gruppo della Metafisica solamente
attorno al 1916-17 quando, ricoverato in un ospedale a Ferrara con il fratello Savinio,
incontra altri artisti, in particolare futuristi, sconvolti e delusi dalla crudeltà della guerra e
dal desiderio di interventismo. Tra questi ci sono Carlo Carrà, Giorgio Morandi, De Pisis,
Mario Sironi. Tutti questi artisti si rivelano interessati dal ritorno all’ordine. A partire dal
movimento della metafisica nascono altri gruppi nell’Italia centrale a Roma e nell’Italia
settentrionale a Milano. Si ritorna alla figurazione, a un’arte realizzata sulla tela e senza le
innovazioni avanguardiste. Valori Plastici, Novecento e Realismo magico sono i gruppi di
ritorno all’ordine in Italia.

Nel 1918 De Chirico si sposta a Roma dove promuove la rivista Valori Plastici che rimane
attiva tra 1918 e 1922 e a cui collaborano molti artisti d’avanguardia come Carrà e Soffici.
Il fratello di De Chirico, Savinio, fu teorico del ritorno all’ordine nonché egli stesso un
artista. Nella copertina della rivista si vede un’opera di Picasso, pittore d’avanguardia
internazionale che attorno al 1914 attraversa un momento di ripensamento della pittura
d’avanguardia e torna alla figurazione. La corrente era anti modernista, sostiene
classicismo e arcaismo per arrivare a una pittura solida e plastica, estranea ai problemi
della vita moderna. In generale fu un passaggio che interessò molti artisti anche
internazionali tra 1916 e 1918. Picasso durante il suo soggiorno italiano, tra Roma e
Napoli realizza, nella città partenopea delle scenografie per i balletti di Diaglilev come
Parade. Fonte di ispirazione per Picasso furono, in vista del ritorno alla figurazione, il
paesaggio la tradizione Napoletana. In Parade, opera di circa sei metri per tre, sullo
sfondo si può osservare il Vesuvio e, verso lo spettatore un’arcata che richiama all’arte
46
classica. Altro aspetto che suggerisce come Picasso abbia guardato alla tradizione e al
folklore italiano sono le maschere. Egli stesso, nel suo ritorno all’ordine, realizza dei ritratti
aventi a soggetto il figlio o autoritratti nelle vesti di arlecchino: figura che rappresenta il
buono e il negativo e la complessità dell’anima umana.

Il ritorno all’ordine è per Picasso un’occasione per approfondire lo studio della figura
femminile resa rispettando la plasticità dei corpi, una volumetria che mancava dalle sue
ricerche cubiste.

Un altro artista interessato al ritorno alla solidità è


Giacomo Balla che, tra l’altro, fu uno dei massimi
sostenitori del futurismo e tentò con Depero di
sviluppare il secondo futurismo. Nel 1914 esce il
manifesto della seconda costruzione futurista
dell’universo ma si tratta di un futurismo più
volumetrico, plastico. Fuoco d’artificio nel 1917 è
sempre una scenografia realizzata per Diaghilev.

Anche Derain che arriva dal cubismo affronta il tema della commedia
dell’arte influenzato anche dal grande maestro Picasso. Un esempio
sono le maschere del 1920.

La pittura di De Chirico come cambia rispetto alla metafisica degli anni 10?
Il periodo ferrarese di De Chirico vede l’introduzione, nei soggetti tipici della sua
metafisica come le piazze, elementi dell’arte classica come le statue.

In Piazza d’Italia del 1915 inserisce nella


solitudine della piazza l’ermafrodito: una
scultura di epoca ellenistica. Il paesaggio fa
emergere aspetti interrogativi circa il senso
dell’esistenza e delle cose, lo spettatore è
posto di fronte a enigmi. Ci sono errori
nell’applicazione della prospettiva
rinascimentale, le linee di fuga vanno verso
più punti e non uno solo. Altro aspetto che
rende l’osservatore ancora più spaesato di
fronte all’opera sono le ombre di cui non si
scorge chiaramente la fonte. In piazza d’Italia
l’ombra generata dall’edificio sulla destra sembra non colpire la statua che, invece,
rimane illuminata. Anche il porticato è chiaro ma in un antro scuro.

De Chirico vuole indagare il mistero del dramma moderno in ogni suo aspetto e per farlo
sembra voler andare oltre l’oggetto stesso. L’artista si pone nella posizione del genio in
solitudine, che vede la sua arte come una missione (indagare il mistero della realtà) ma
47
non viene capito. L’artista accusa l’avanguardia di essere rimasta alla dimensione dei
sensi, superficiale a differenza dell’approccio metafisico è intellettivo. Il tentativo di uscire
dalla dimensione del soggetto per dilagare nell’universale era stato portato avanti anche
dagli astrattisti come Malévic o Mondrian. Questa dimensione che sta al di sopra dei
sensi (metafisica) non implica necessariamente la novità e l’avanguardia ma era presente
anche nell’arte del passato che presenta dei valori eterni. Savinio traduce la riflessione
pittorica della metafisica su valori plastici.

Canto d’amore, 1914


Ci sono una serie di oggetti - che tra l’altro sono uno dei
punti di forza delle opere di De Chirico, si pensi alle varie
formine a forma di pesce o conchiglia che compaiono
nelle sue opere- legati ai porticati tipici di Ferrara che
presentano uno stile di tendenza rinascimentale.
Nell’opera c’è un busto classico: un Apollo, un guanto
(riferimento a Poe) e sullo sfondo il treno che passa e
rende il movimento dell’attualità bloccato.

Interieur metaphisique a la grand usine, 1916


De Chirico inserisce nell’opera elementi completamente estranei tra
di loro: bastoncini di caramelle affiancati a squadre (oggetti di tipo
geometrico), un quadro che come una finestra su una fabbrica (in
contraddizione rispetto al superamento del quadro finestra posto in
essere dall’avanguardia astratta tipo Kandinskij) e una seconda
finestra, questa volta reale, che apre sullo sfondo in cui si scorge un
edificio rosso.

Ettore e Andromaca, 1917


I manichini vengono introdotti da de Chirico a partire
dal ritorno all’ordine. Questi rappresentano una
proiezione dell’umano nell’oggetto, un lato nascosto
delle cose, dotate di una vita umana. L’artista si ispira al
mondo classico, i due soggetti oggetti sono inseriti in
un paesaggio misterioso, piatto, le ombre sono casuali
e non seguono una sola fonte di luce. I parallelepipedi
dovrebbero evocare dei palazzi ma non ci
assomigliano. Le cose evocate ma non scritte
emettono un mistero, l’enigma metafisico.

48
Il grande metafisico, 1917
Un grande manichino composto da oggetti diversi mentre
l’architettura sullo sondo è meno anonima delle piazze realizzate negli
anni 10. C’è sempre un senso di mistero dettato dalle ombre senza
riferimento. La piazza ricorda un palcoscenico, la pavimentazione
sembra legno più che terra o ghiaia, si tratta di un altro modo per
allontanarsi dalla realtà.

De Chirico complica la realtà, non si accontenta della sua dimensione sensibile. La


considerazione del classicismo vuole puntare sulla “perfettazione” dell’arte e sollevarla ai
destini che le sono segnati. Essere classici non significa realizzare opere classiche in senso
stretto ma creare qualcosa che va oltre il tempo. La classicità non è citazione di forme pre
stabilite e precedenti ma il raggiungimento di una forma adatta alla realizzazione del
proprio pensiero attraverso l’arte.

Il fantastico, in senso non razionale, è rivelazione oltre l’apparenza, fantastico è metafisica


e tutto ciò che continua l’essere. Lo strumento per raggiungere il fantastico è l’ironia che
consente al pittore di rivelare, far affiorare, i valori plastici che la banalità del reale
nasconde. L’ironia non è superficialità ma atteggiamento di distacco basato sul
raggiungimento dell’incongruenza che sta nel reale. Andare oltre le cose fisiche, non si
parla di inconscio ma di intelletto e mondo delle idee, passare sopra la realtà. La
metafisica indaga il senso nascosto delle cose attraverso lo studio del mistero che sta
nelle cose semplici attraverso il fantastico e l’ironia.

Temi principali:

49
De Chirico, Enigma di un pomeriggio
d’autunno, 1910
De Chirico, Partenza degli argonauti,
1922
I colori cambiano radicalmente nelle due
opere, in enigma di un pomeriggio
d’autunno sono freddi e piatti mentre nel
dipinto del 1922 sono vivaci, il terreno
inoltre è naturalistico e non ricorda più un
palcoscenico. Altro aspetto che colpisce
(in termini di differenza) sta nella
rappresentazione del cielo che nella prima
opera è pulito, vitreo, mentre nella
partenza degli argonauti è atmosferico e
segnato da nuvole che sembrano avere
una propria massa, sono quasi plastiche e
suggeriscono l’atmosfera. I personaggi
sono diversi, nella prima opera le persone
sono piccole e abbozzate mentre nella
seconda i copri sono atletici e volumetrici
compreso quello dell’anziano. Si perde il
senso del mistero nell’opera tardiva
rispetto a quella giovane. Nell’enigma del
pomeriggio d’autunno la statua di spalle,
la vela sullo sfondo e le tende che
riempiono i portali dell’architettura (ritorna il tema El palcoscenico) rendono l’immagine
misteriosa. Nell’opera del 1922 la vela è piccola, sullo sfondo, ma non coperta dal muro.

50
Il periodo del ritorno all’ordine: 918

Alcuni elementi preesistenti come scatoleo manichini sono arricchiti.


In “le muse inquietanti” del 1918 la statua classica è fusa al
manichino, antico e moderno si fondono, la fabbrica si sposa con il
palazzo di Ferrara e quindi la traduzione.

Nel “figliol prodigo” del 1919 si assiste all’incontro tra il manichino,


che è il figlio, reso in modo volumetrico ed evoluzione del classico
manichino composto di squadre e righelli e la scultura che però è
vestita in modo contemporaneo. Lo sfondo è descritto, più
comprensibile rispetto a quelli delle sue opere più giovani, le nuove
striate suggeriscono una specifica atmosfera. Il palazzo richiama
uno stile rinascimentale e non una struttura vagamente classica. De
Chirico scalda le opere, porta in loro un po’ di realtà.

Su Valori Plastici, nel 1919, De Chirico parla di ritorno al mestiere.

51
Carlo Carrà, l’artista della manifestazione interventista, cambia radicalmente il suo modo
di dipingere. Guarda indietro già a partire dal 1915 alla pittura primitiva, proprio nel
contempo prende forma il secondo futurismo di Balla e Depero che lui stesso rinnega.

L’ovale delle apparizioni, 1918. Nell’opera sono diversi i


riferimenti all’arte di de Chirico: dalla contrapposizione della
statua e del manichino alla formina sul lato destro. Sullo sfondo,
a rompere la visione di un cielo plumbeo che dirama solitamente
in piccola parte verso toni più chiari, un palazzo si staglia come
una direttrice verticale. Nell’ultimissimo piano si intravede
l’albero di una barca, altro elemento che ricorre in alcune opere
del maestro metafisico. La pavimentazione su cui prendono
forma le componenti principali dell’opera ricorda il legno del
palcoscenico. La statua mischia alla classicità del materiale e al
panneggio i segni della modernità: racchetta e pallina da tennis.

La musa metafisica, 1918


In quest’opera, oltre ai vari riferimenti alle opere di de Chirico,
c’è anche un riferimento alla guerra: Istria con un bersaglio
nella cartina. Tutto è molto volumetrico come vuole il ritorno
all’ordine.

Madre e figlio, 1917


Anche in questo caso la struttura del palcoscenico che taglia lo
spazio, i manichini vestiti alla moda del tempo sono tutti richiami
al maestro.

52
L’estremo risultato del ritorno all’ordine in Carrà si ha in opere
come le figlie di Lot del 1919. Il tempietto sullo sfondo
richiama quello della città ideale, il taglio delle rocce e la
posizione delle figure, il volume dei corpi ricorda l’arte latina
del 300. Nella “parlata su Giotto e Paolo Uccello” tratta gli
artisti Carrà trattagli artisti del primo rinascimento e dice che
l’arte contemporanea dovrebbe trarre ispirazione dalla pittura
italiana delle origini. La tela ricorda nei temi e nelle sembianze
l’affresco.

Sempre su questa linea d’onda è il Pino sul mare del 1921.


L’opera è sintetica e spoglia, il senso di mistero è suggerito dalla
grotta caverna squadrata e dal cavalletto che fa trasparire un senso
di solitudine e ancestralità.

Giorgio Morandi, Natura morta 1918


Gli oggetti sembrano sospesi in una scatola
In Natura morta metafisica del 1918 ritornano
aspetti tipici dell’arte di de Chirico come il
manichino che appare tuttavia molto più
geometrico di quello del maestro.

Quando l’artista inizia ad intervenire in maniera


evidente sulla consistenza e volumetria delle
forme si assiste al ritorno all’ordine. Nelle nature
morte inzia ad essere poi indagato il viene tema
del tempo, come influisce sugli oggetti.
Nella Natura morta del 1929 sugli oggetti sembra
essersi accumulato uno strato di polvere, queste
opere si aprono anche a indagini psicologiche.
Dubliners?

53
Filippo De Pisis, Natura morta isterica, 1919
La prospettiva inganna, alcuni elementi sembrano visti dall’alto mentre
il primo piano, registro inferiore, suggerisce una rappresentazione sia
frontale.

Il ritorno all’ordine è un percorso puramente artistico, frutto della rottura con la fiducia nel
progresso che si manifesta a cavallo della fine della guerra. Quest’arte plastica e figurativa
riceve gli apprezzamenti del fascismo che divenne, nel corso del decennio, sempre più
invasivo sulla cultura. A Roma Valori Plastici, a Milano il gruppo del Novecento guidato da
Margherita Sarfatti (amante del Duce) sono movimenti che si pongono come l’arte
propria del fascismo. Le opere d’avanguardia vennero condannate dal regime fascista, ma
soprattutto nazista anche nazista (arte degenerata), come bolsceviche. In Italia figure
come Bottai sostennero le avanguardie anche se negli anni 30 prevalse la figura di
Farenacci e quindi la linea figurativa. Non mancano di nascere comunque delle correnti
diverse da quella plastica e figurativa, in italia ad esempio prende piene negli anni 30
l’astrattismo.

Il realismo magico di Felice Casorati Ritratto di


Silvana Cenni, 1922 Volumetria e plasticità a cui si
aggiunge il senso di magia. Massimo Bontempelli
era uno scrittore di racconti e coniò il termine
realismo magico in cui questo aggettivo segue una
linea più emotiva rispetto alle opere di De Chirico
che erano di matrice intellettuali. Il senso mistico
viene suggerito dagli occhi chiusi e dalla chiesa
sullo sfondo. Un altra opera che fa trasparire una sorta di misticismo è
l’attesa (Casorati) del 1919 in cui la donna, priva di cappelli, siede in una
sala vuota che ricorda i refettori dei monasteri.

Arturo Martini – Busto di ragazzo, 1921 à richiamo alla geometria e


alla semplificazione di Donatello.

Arturo Martini – L’amante morta, 1921 vuole evocare (Villa Necchi-


Campiglio) la scultura del ‘300. L’opera è in pietra, non è definita
morta in quanto opera funeraria ma a causa dell’abbandono da cui
traspare un senso di solitudine e misticismo..

54
Arturo Martini – La convalescente, 1932 à richiama. tecniche
passate: scultura in pietra.

Arturo Martini – Il figliol prodigo, 1926. L’opera è tema biblico e


sintetizzata in un linguaggio che richiama l’antico. Martini si dedica
anche al monumentale, negli anni ’30 collabora molto con
l’architettura pubblica di regime.

55
IL DOPOGUERRA: L’INFORMALE IN EUROPA

Con l’informale si ha un tessuto comune che unisce varie artisti.


L’informale si definisce secondo alcuni canoni:
- Orizzontalità: la tela o il supporto dell’opera (tavole o carte) non ha più una dimensione
verticale, ma può essere lavorata a terra. In questo modo l’artista esercita una sorta di
atto performativo (es. Jackson Pollock)
- Basso materialismo: riduzione a una figurazione elementare regressiva, talvolta
addirittura infantile o a materiali primari. Si utilizzano delle forme creative che non
hanno sovrastrutture, è tutto basato sull’istinto.
- Pulsazione: l’opera si definisce come un “campo” nel quale e sul quale l’artista agisce.
L’artista non si limita a raccontare qualcosa, ma agisce.
- Entropia: nella teoria dell’informazione indica la trasformazione dell’ordine in disordine.
Maggiore è l’entropia (ciò che impedisce la chiarezza e l’univocità del messaggio),
minore è la quantità di informazione. Le opere hanno molteplici messaggi e possono
dialogare direttamente con lo spettatore. L’opera è autonoma, vive per se stessa e
addirittura al di là della volontà dell’artista.
Quando ci troviamo di fronte alle opere informali, ognuno la interpreta in modo diverso
dall’altro. Più informazioni ci sono all’interno dell’opera, e più caotica è.

Dal punto di vista didattico, troviamo 3 tipologie all’interno delle quali si inseriscono gli
artisti informali:
- Segno: nel “campo” dell’opera prevale il segno a volte anche sotto forma di scrittura
inventata, non riconoscibile -> non lettere dell’alfabeto, ma un segno riconoscibile per
quell’artista.
- Gesto: a prevalere è la gestualità del segno tracciato dall’artista con il pennello o
direttamente con il colore. Il gesto prevale nell’action painting americana.
- Materia: l’opera è realizzata con spesso strato di pittura, mista a terra e colla, o con
materiali non tradizionali (es. tuta, cellophane, caolino ecc).

I primi artisti che raggiungono questo tipo di pittura sono i francesi Jean Fautrier e Jean
Dubuffet. Sono artisti che si rifanno anche all’espressionismo, ma diversamente da questa
corrente artistica, loro proiettano qualcosa all’interno della visione per arrivare ad una fase
embrionale -> partono dall’osservazione del mondo esterno, per arrivare a rappresentare
il loro interno, elementi che appartengono la loro corpo. Sono presenti infatti forme che
che ricordano gli embrioni, le cellule, la nascita della materia.

Jean Fautrier, Gli alberi, 1943


È un’opera ispirata all’esterno, ma che rappresenta
qualcosa d’interno: una caverna o una parte del
corpo dell’artista.

56
Ciò che interessa a questi artisti è l’origine della materia, anche della materia di cui è fatto
l’uomo.
Durante la seconda guerra mondiale c’è un crollo di fiducia nei confronti del progresso e
della razionalità dell’uomo -> durante la guerra gli artisti vanno verso una regressione a
una forma più elementare, esistenziale dell’uomo; si ricercano i problemi primari. Nell’arte
di questi artisti la fisicità diventa un tema principale.

Jean Fautrier, Testa d’ostaggio, 1944


L’opera ricorda un cervello. Fautrier viveva vicino ad un centro
di detenzione di ostaggi a Parigi, e per rappresentare il senso
di drammaticità delle condizioni di vita di questi uomini non
sta a descrivere i loro volti o i loro corpi, ma descriva la
materia di cui sono fatti che accomuna tutti questi uomini: il
cervello. Il punto di partenza di tutti gli uomini è la loro
materia, la loro fisicità.

Jean Dubuffet, Paesaggio biondo, 1950


Anziché descrivere il paesaggio, inserisce
sulla tela frammenti di natura: terra, sabbia e
foglie incollate con la Vinavil, scoperta
proprio in quegli anni.
Dubuffet da vita all’art brut, arte brutta, in
cui si regredisce a una fase elementare, non
acculturata.

Jean Dubuffet, Supervielle, 1945


Una delle opere più figurativa, in cui riprende gli errori
prospettici dei disegni dei bambini e di quelli dei malati
mentali. Si serve di questo linguaggio perché ritiene che sia
l’unico modo per ricominciare.

57
Jean Dubuffet, Jardin Mouvementé, 1955
Dubuffet è un grande sperimentatore e
utilizza anche tratti del mondo naturale, che
siano vegetali oppure animali. Come in
quest’opera in cui realizza un collage
utilizzando ali di farfalle. Nonostante dai
colori possa sembrare un’opera allegra, è in
realtà molto macabra perché utilizza animali
morti, nascondendo un senso di tristezza,
delusione e sconfitta dell’uomo.

Dagli anni sessanta, Dubuffet diventa un’artista molto interessante anche dal punto di
vista dell’arte ambientale: arte su cui si può camminare.

Jean Dubuffet, Ambiente, Otterlo


Non c’è una forma geometrica, ma un informe. È realizzato
totalmente in cemento: anziché dipingere l’opera, la scolpisce
e da la possibilità allo spettatore di camminarci sopra, di
viverla fisicamente.

In Germania abbiamo invece l’artista Otto Schultze.


Nell’opera Wols, Gennaio 1946, si ispira ai graffiti preistorici,
ai segni tracciati dagli uomini primitivi nelle caverne. Anche lui
graffia la superficie, incidendo dei segni.
Anche in quest’opera c’è un racconto germinale, primario,
istintivo.

Un altro esempio è Hans Hartung, la cui pittura è di


tipo gestuale, a differenza di Schultze che rientra più
nel materico.

58
In Spagna troviamo Antoni Tapies, fondatore di una
rivista neo-Dada. Tapies guarda soprattutto alla
pittura di Dubuffet, ed è estremamente interessato
alla materia.
L’opera Grande Pittura infatti è un’opera molto
materica. La materia viene disposta sulla superficie e
poi graffiata con un punteruolo. Si notano anche
delle crepe dovute alla Vinavil, che una volta
essiccata può creare una forma diversa: casualità. Anche lui si ispira ai graffiti degli uomini
primitivi e li reputa molto importanti per esprimere concetti importanti a livello
elementare.

In Italia troviamo invece Lucio Fontana, che diventa poi il maestro di tanti italiani. Durante
la guerra Fontana è in Argentina dove, assieme ai suoi allievi, scrive il Manifesto Blanco
nel 1946 -> manifesto che avvia lo spazialismo.
L’interesse per lo spazio è un interesse che Fontana porta avanti da quando era giovane.
Nel 1948 torna in Italia, nel suo studio che è stato completamente bombardato, ed entra
in contatto con gli artisti Milanesi, i nucleari, il cui interesse principale era il nucleo,
l’origine della materia.

Lucio Fontana, Concetto Spaziale, 1952


Opera molto materica, in cui lo spazio è lo
spazio dell’infinitamente piccolo, ovvero il
nucleo.
Sono presenti dei buchi a rappresentare lo
spazialismo, l’idea di andare oltre la
superficie della tela. È la prima volta in cui
l’artista buca la tela per mostrare ciò che sta
dietro. L’opera d’arte diventa un oggetto da
aprire tramite questi buchi.
Lo spazio di fontana è sia l’infinitamente
piccolo che l’infinitamente grande, il nucleo
e l’universo. La tela non è sufficiente per
spiegare il mondo.

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Nel 1949 realizza il suo primo ambiente alla Galleria del Naviglio.
Ambiente spaziale a luce nera, 1949, riprende i buchi realizzate nelle tele, è come se si
entrasse all’interno di uno di quei buchi. Utilizza carta pesta, colori fosforescenti che si
illuminano tramite la luce di wood.
Non ha più avuto possibilità di fare ambienti fino agli anni 60.

Lucio Fontana è però molto conosciuto per i suoi


tagli.
Con Attese, 1960, realizza un’opera gestuale in cui il
gesto è germinale, creativo e apre in modo molto
chiaro la tela verso uno spazio altro. Lo spazio non è
il muro dietro all’opera, ma una tela nera posta dietro
alla tela principale.
L’idea è quella di rappresentare un tempo dilatato,
che va dal presente verso l’infinito. Il concetto di
eternità, per Fontana, è un’idea di un presente
illimitato, un equilibrio statico; non esiste l’eternità
ma solo un presente illimitato.

La sua idea di illimitato presente viene fisicamente e visivamente espressa nel 1966 alla
biennale di Venezia, dove realizza una sala completamente bianca piena di buchi e di
tagli. Il taglio è un’evoluzione del buco -> il buco rappresenta l’infinitamente piccolo,
mentre il taglio rappresenta l’infinitamente grande.

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INFORMALE NEGLI USA

L’informale negli Stati Uniti è definito anche come espressionismo


astratto o Action Painting.
Gli artisti Statunitensi vogliono distaccarsi dalla pittura Europea,
creando una pittura totalmente americana. Questo gruppo di artisti
facevano parte dell’”American Scene”. La loro pittura ha uno
scopo politico e sociale, con lo scopo di mettere in evidenza lo
stile di vita Americano.
Grant Wood, Gotico americano, 1930
Il dipinto raffigura due contadini, con la loro fierezza di essere parte
del mondo americano.

John Steuart Curry, Tornado in Kansas, 1929


Rappresenta una famiglia che scappa dal disastro atmosferico quale il tornado. C’è quindi la
rappresentazione della civiltà rurale americana, la famiglia e il lavoro nei campi.

Thomas Hart Benton, Affreschi della new school, Attivtà della città con la metropolitana, 1930.
Rappresenta il dinamismo delle metropolitane americane.

L’artista di punta dell’American Scene è Edward Hopper.


Lo stile di Hopper si nutre della conoscenza delle avanguardie europee. Nella matrice della
pittura di Hopper c’è la pittura di De Chirico: racconto ovattato e silenzioso della realtà. Hopper
racconta molto anche il senso di solitudine e isolamento di molti Americani, soprattutto di quelli
che vivono lontano dalle città.

Edward Hopper, Gas, 1940.


In questo dipinto si rivede un po’ il
surrealismo.

Edward Hopper, Nottambuli, 1942.


La luce nei suoi quadri ha molta
importanza. Va ad illuminare
determinati dettagli così da creare
soggezione e lasciare che l’osservatore
si immedesimi nella scena dipinta.

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Edward Hopper, Sole Mattutino, 1952.
La donna guarda fuori dalla finestra in una stanza completamente spoglia, solo con la luce del
mattino che sembra scaldare l’ambiente, rappresenta lo stato di solitudine dell’uomo e della
donna.

Un altro tipo di pittura di questo periodo è quella di Ben Shahn.


In Shahn è molto più esplicito il contenuto sociale della sua pittura.
Come nel dipinto La passione di Sacco e Vanzetti, che raffigura il
funerale dei due rivoluzionari che sono andati contro il governo.

Anche in America, la seconda guerra mondiale segna una cesura.


Nasce la New York School, definita da Clement Greemberg -> è una
pittura spontanea, basata sulla dimensione di libera creazione. Gli
artisti si staccano completamente dalla pittura Europea, per creare un
loro linguaggio.

Meyer Shapiro in Il valore liberatorio dell’avanguardia scrive:


“La rivendicazione di questo carattere personale e spontaneo stimola inoltre pittori e scultori a
inventare nuove tecniche realizzative, sia per quanto riguarda la manualità che il “trattamento
dell’opera”, atte a esaltarne la dimensione di libera creazione. Da qui la grande importanza
attribuita al segno, alla pennellata, al tratto, alla goccia di colore, alla matericità, alla superficie
della tela come texture e campo operativo, anche in quanto tracce e impronte dell’intervento più
personale dell’artista. L’opera d’arte diventa così un universo dotato di un ordine particolarissimo,
che è possibile cogliere a partire da qualsiasi prospettiva.”

Il gruppo dell’Action Painting all’interno della New York School nasce grazie all’iniziativa di alcuni
artisti, tra i più importanti Pollock, ma anche grazie alla mostra “Art of this Century” tenuta a New
York nel 1942. La mostra era organizzata da Peggy Guggenheim, il padre era collezionista d’arte
delle avanguardie Europee, mentre lei era più legata agli artisti della sua generazione: gli artisti
della New York School. Peggy cresce circondata dall’arte avanguardista e sposa un pittore
surrealista.
Con questa mostra lei vuole esporre al pubblico le opere degli artisti della sua generazione
ancora sconosciuti come Pollock, Hoffman e Still, accostandoli ad artisti europei più conosciuti
come Kandinskij, Duchamp, De Chirico. Con questa galleria c’è un nuovo modo di esporre le
opere coinvolgendo lo spettatore.

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Nello stesso anno Marcel Duchamp espone a
New York creando una mostra molto
particolare.
Le opere della mostra si vedono come
attraverso una ragnatela. Le opere esposte non
sono solamente surrealiste, ma anche astratte.

Gli espressionisti astratti Americani, guardano proprio alla pittura surrealista più astratta Europea
come quella di Mirò. Uno tra tanti è Sebastian Matta, che tende ad andare verso all’astrazione,
nonostante ci sia comunque un rimando a degli elementi figurativi.

Joan Mirò, Notturno, 1940

VS

Sebastian Matta, Invasion of the Night, 1941

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Le opere degli artisti americani generalmente sono più grandi rispetto a quelle degli artisti
europee, anche e soprattutto grazie alle committenze: gli americani avevano case più spaziose e
avevano bisogno di tele più grandi per riempire lo spazio a disposizione.

Nella pittura c’è qualche riferimento al


surrealismo, ma solo come stile, in quanto i
dipinti americani non nascono dall’inconscio.
Nelle prime pitture, Pollock studia i pittori
europee, e fa rimando a loro all’interno dei suoi
dipinti. Nel dipinto Pittura scenografica (1942),
troviamo riferimenti alla pittura del Picasso di
Guernica o delle metamorfosi: figure morbide,
flessuose. I segni che si trovano all’interno del
quadro non rimandano però alla pittura
europea, bensì ai disegni rituali che gli indiani
d’America disegnavano sulla sabbia.

Un altro riferimento a Picasso lo troviamo nel quadro Mask


del 1941. Qui il riferimento è decisamente più esplicito,
sembra infatti una delle maschere dipinte da Picasso
stesso.

C’è però un momento nella vita di Pollock che lo porterà ad


intraprendere lo stile che adotterà nella sua fase più matura.
L’artista abbandona New York e si trasferisce al mare, a nord
della metropoli con la moglie: qui cambierà completamente il
proprio stile e raggiungerà il Gripping: una tecnica casuale e
performativa. Pollock si muoveva attorno alla tela, giocava con
essa. Il pennello veniva imbevuto di colore, che poi veniva
lasciato cadere sulla tela in modo apparentemente casuale, ma
che in realtà ha dei ritmi molto specifici. C’è quindi sia casualità
che composizione, che deriva dall’atto performativo che il
pittore fa realizzando l’opera.

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Jacskon Pollock, Pali Blu, 1953

Quella di Pollock è una pittura che cattura e avvolge lo spettatore, basata sulla sovrapposizione di
vari strati di colore. C’è un creare una struttura che trasmetta assonanza, in quanto è possibile
cogliere al suo interno un certo ritmo, un pattern ricorrente e definito.
Caratteristica della sua pittura è anche l’All Over, ovvero la copertura totale della tela, non lascia
spazi vuoti.

Nonostante quando va vai da New York, Pollock rimanga molto isolato, resta comunque un punto
di riferimento per tutti gli artisti che lavoravano attorno a lui: Willem De Kooning, ad esempio, si
ispira a Pollock e anche in lui si trovano elementi simili a quelli di Picasso, tra cui l’impegno
dell’artista a denunciare fatti storici del tempo (così come Picasso ha fatto con Guernica). Willem
De Kooning va quindi verso la dissoluzione della forma. In molte opere è molto più astratto, in
alcune opere non è presente nessun elemento figurativo, ma è pura astrazione, puro movimento
interno all’opera.

Due donne in campagna, 1954: dissoluzione della


forma delle due donne. Il dipinto indaga la violenza
sulle donne e lo sfruttamento delle donne nei campi. Il
lavoro che abbruttisce le persone e disintegra i corpi.
Potrebbe esserci rimando alle spigolatrici di Millet, in
cui le donne che lavorano nei campi sembrano vecchie
per l’effetto del sole sulla pelle per varie ore al giorno.

Un altro artista è Franz Kline, che attraverso i suoi dipinti vuole comunicare la forza del gesto.
Kline aveva la capacità di dosare gli equilibri all’interno della composizione, utilizzando pochi
segni in tele enormi.

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Barnett Newman è molto astratto. Prima
dipinge la tela completamente di un colore, per
poi passare sopra con un altro colore lasciando
solo uno spiraglio del vecchio colore. È come se
fosse una porta, uno spiraglio, attraverso il
quale si può passare oltre.
Es. Ornement VI, 1948

Uno dei più forti artisti assieme a Pollock, è Mark Rothko, la


cui pittura non è definibile Action Panting -> non è una pittura
espressiva e nasce da dimensioni più spirituali. All’inizio della
sua carriera ci sono dei rimandi alla classicità, al surrealismo e
a Picasso.
Presto la sua ricerca si presenta attraverso un colore più
diffuso, diluito. Non utilizza pennello, lascia che il colore si
muova sulla tela inclinandola, muovendola: le sfumatura non si
definiscono attraverso il pennello dell’artista, ma dal
movimento della tela.
Le geometrie di Rothko non sono geometrie segnate
dall’artista, ben definite, bensì sono geometrie create quasi
casualmente dal movimento del colore.
Così come la pittura di Pollock, la sua invoglia l’osservatore ad
entrare nel dipinto.

Anche Clifford Still utilizza il colore diluito muovendo la tela, in modo tale
che si creino geometricità poco definite.

Sam Francis invece getta il colore sulla tela: forte gestualità. Lavora
prima la tela a terra e poi la solleva, a creare le sgocciolature.

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Robert Motherwell ritorna invece ad usare il
pennello, invece di gesti casuali. Non c’è gestualità
ma la definizione di un segno che si ripete nei suoi
quadri.
Nell’opera La Danza, 1952, c’è un rimando a Matisse.

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RAPPRESENTARE L’INVISIBILE: ASTRATTISMO GEOMETRICO

L’astrattismo geometrico è l’altra anima dell’astrattismo, ovvero un astrattismo che trae il


punto di partenza dall’osservazione e dall’esperienza della realtà ma che poi raggiunge
degli esiti geometrici, più freddi e per nulla emotivi ed emozionali.
Confluirà poi nell’astrattismo concreto degli anni ’50, che fa nascere le forme
direttamente nella mente dell’artista senza passare dall’osservazione e dall’esperienza
della realtà.
Si può capire questo passaggio attraverso Piet Mondrian.

Piet Mondrian è un pittore che, fino ai 30 anni, si occupa di temi come paesaggi, motivi
naturali e ritratti. Nelle sue prime opere però si osserva già un’attenzione alla dimensione
esperienziale della realtà, non puramente visiva, che lascia emergere l’esperienza
dell’artista di fronte alla realtà e non si limita solo ad una descrizione di ciò che vede.

Paesaggio, 1907.
Il paesaggio è chiaramente
rappresentato con uno stile
espressionista d’aria tedesca,
in linea a Bruche o Munch. È
quindi un paesaggio che da
conto del senso di cupezza e
malinconia. Non è un dipinto
naturalistico in quanto i colori
non sono quelli di un
paesaggio reale.

Evoluzione, 1910
La formazione di Mondrian prende il via dal
proprio interesse culturale nei confronti della
teosofia.
In questo dipinto rappresenta il momento della
meditazione e della contemplazione. Nel primo
pannello c’è una giovane donna rappresentata in
modo estremamente sintetico che con gli occhi
chiusi guarda verso l’alto -> prima fase della
contemplazione legata alla materia. I capezzoli
della donna sono rappresentati a forma di triangoli che guardano verso il basso, verso la
materia.
Nel secondo pannello la donna ha gli occhi completamente sbarrati -> momento della
contemplazione, momento massimo della meditazione. I capezzoli guardano verso l’alto.
L’ultima fase è quella dell’equilibrio, rappresentato dalle due stelle gialle e dai capezzoli
che hanno la forma di rombi, a rappresentare l’equilibrio tra cielo e terra.
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Nel 1917 fonda il movimento neoplastico che ha un organo ufficiale nella rivista De Stijl.
Nella rivista si legge: “la vita odierna dell’uomo si allontana poco alla volta dalle realtà
naturali per diventare sempre più una vita stratta. L’attenzione vitale si concentra sempre
più sulle realtà interiori. Quale pura rappresentazione dello spirito umano, l’arte si
esprimerà in forma purificata, vale a dire astratta”.
Nel pensiero di Mondrian c’è, almeno in partenza, una forte componente spirituale.

Dune, 1909.
Durante la sua vita si confronta con vari stili.
In questo dipinto utilizza la tache, questa
macchia che riprende il divisionismo, alla
maniera di Matisse.

Mondrian tocca anche il cubismo in Albero


grigio, 1911.
Riproduce lo stesso albero in vari stili.
Questa riproduzione tende al cubismo. I rami
non sono contorti ma compenetrati, i colori
non sono più i colori espressionisti, ma quelli
del cubismo sintetico.

Melo in fiore, 1912.


Albero stilizzato a tal punto da creare una
composizione di linee curve e linee rette.
Il punto centrale di Mondrian sono le linee
rette. All’interno di questo dipinto si riesce a
vedere l’ortogonale, ovvero l’incrocio in cui si
incontrato linea verticale e orizzontale e in cui
si determina il punto -> chiave per capire la
costruzione del mondo.

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Il momento in cui si esplicita in modo decisamente più chiaro la fase astratta è il 1914.
Nello spiegare questo tipo di opere Mondrian fa riferimento ancora una volta alla teosofia
e a degli elementi rappresentati in maniera simbolica.

Composizione in ovale, 1914.


Secondo la teosofia, l’ovale rappresentava l’infinito.
La composizione sta tutta all’interno dell’ovale, la restante
parte della tela è vuota, grigia, come a rappresentare la
complessità dell’universo. Inoltre, i bordi non sono finiti,
l’ovale non è inscritto completamente all’interno della tela.

Mondrian vuole circoscrivere una realtà immaginata dall’artista, al di fuori dalla realtà
della vita e in alcuni punti lui immagini che il neoplasticismo si possa estendere oltre la
tela, in altri momenti della vita.

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