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Kitchen Sink School

Traducibile letteralmente come scuola del lavello, si tratta di un gruppo di pittori socio-realisti britannici
che si specializzò in tristi soggetti relativi alla classe operaia: soprattutto scene d’interni e nature morte di
disordine domestico e avanzi.

Il termine fu ideato dal critico David Sylvester in un articolo del numero di dicembre del 1954 del giornale
Encounter. Gli artisti principali ai quali era indirizzata la definizione erano John Bratby, Derrick Greaves,
Edward Middleditch e Jack Smith, appoggiati dalla Beaux Arts Gallery di Londra e dal critico politicamente
di sinistra John Berger. Il gruppo fu attivo negli anni Cinquanta del XX secolo. Nel 1956 questi artisti
esposero insieme alla Biennale di Venezia. Questo movimento artisti si è sviluppato in Gran Bretagna.
Con la scelta di tematiche cupe e sordide e il loro stile aggressivo sgradevole espressero lo stesso tipo di
insoddisfazione verso i valori sociali e morali della società britannica del dopoguerra che veniva espresso
anche in letteratura da scrittori e drammaturgi e nel mondo della televisione. Questo atteggiamento
comune non durò a lungo e nei tardi anni Cinquanta questi pittori presero strade diverse.

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Modernismo - una tendenza, un Paradigma nell'arte e nella letteratura del XX secolo, caratterizzato da una
rottura con l'esperienza storica - artistica precedente, il desiderio di approvare nuove non tradizionali forme
d'arte. nella seconda metà del Novecento, il Modernismo fu oggetto di critiche. Modernismo: un insieme di
tendenze artistiche nell'arte del secondo metà dell'Ottocento - inizio Novecento.

1839 nascita della fotografia -> cromatismo nella pittura->

L'Impressionismo «romantico» ( Edgar Degas, Claude Monet, Camille Pissarro)-> il Postimpressionismo


«scientifico»->Il Puntinismo (fine ottocento, Francia) - la Tecnica pittorica di Seurat: la complementarità
cromatica e la mescolanza retinica. Il Puntinismo nasce dall'Impressionismo. Georges Seurat. Il
Divisionismo (fine ottocento, Italia) nasce dal tardo Romanticismo; la tecnica moderna basata sulle leggi
della scomposizione del colore. Giovanni Segantini, Pellizza da Volpedo, e Gaetano Previati.->

Il fauvismo fu il primo movimento espressionista e la prima avanguardia artistica. Il fauvismo nacque e si


sviluppò in Francia, ma ebbe rapporti anche con altri paesi vicini, in particolar modo la Germania. Il gruppo
di artisti lavorò insieme tra il 1905 e il 1907 circa, ma la sua influenza sull’evolversi dell'arte contemporanea
fu importantissima e durevole. Henri Matisse fu il più famoso del gruppo.

Caratteristiche:

- l’uso di colori forti e audaci accostati in maniera antinaturalistica;

- forme elementari e immediati.

Il fauvismo ha eliminato l'idea che legava l'arte all'imitazione naturalistica della realtà.

L'espressionismo si sviluppò attorno al 1905 nell’atmosfera di disagio e turbamento che precedette la


guerra del 1914. Quando salirono al potere i nazionalsocialisti nel 1933, tutta l'arte moderna fu bandita
dalla Germania e i maggiori esponenti del movimento furono esiliati o fu loro vietato di lavorare.

L’espressionismo è un movimento artistico che privilegia l'aspetto emotivo della realtà. Gli artisti
espressionisti sentirono profondamente la sofferenza umana, la miseria, la violenza, la passione. Il
movimento non riguardò solo le arti figurative, ma anche la letteratura, la musica, il teatro, la scenografia e
l'architettura. Tra gli artisti espressionisti: Kirchner, Nolde, Kandinskij, Marc, Kokoshka, Kollwitz, Barlach,
Jawlensky, Schiele, e molti altri. L’espressionismo si concretizzò in particolar modo in alcuni paesi
d’Europa: in Francia con i Fauves, (le Belve), in Germania con il gruppo Die Brücke e Der Blaue Reiter e in
Austria.
Dal punto di vista pittorico l'espressionismo si presentò come una netta reazione all’impressionismo, di cui
rifiutò l’obiettività e l’ottimismo. L’espressionismo maturò in anni in cui si trasformarono i riferimenti culturali:
l’intera Europa riscoprì i suoi "primitivi" e le arti di popoli lontani (Africa, Oceania, America settentrionale ed
Estremo Oriente) soppiantarono il classicismo greco-romano.

Futurismo e Cubismo

Il passo successivo verso il rifiuto del riflesso speculare della realtà è stato compiuto nel cubismo e nel
futurismo. Queste due correnti, fiorite dall'inizio del Novecento fino alla prima guerra mondiale, hanno
mostrato come sia possibile incarnare liberamente una realtà non materiale e non soggettiva, ma già
concettuale. La tecnica della separazione dei colori e della scomposizione delle forme dai cubisti, mirava a
penetrare le sfere psicofisiche dell'essere.

Il Futurismo è un movimento artistico e culturale sorto in Italia nei primi decenni del Novecento (1909-1944
circa). Questa avanguardia artistica coinvolge tutte le arti (Pittura, scultura, letteratura, poesia, architettura,
cinema, fotografia), proponendo una visione nuova del mondo culturale, caratterizzata da uno stacco
violento con il passato. Ebbe influenza su movimenti affini che si svilupparono in altri paesi d'Europa, in
Russia, Francia, negli Stati Uniti d'America e in Asia. La denominazione del movimento si deve al poeta
italiano Filippo Tommaso Marinetti. Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini.

Il Cubismo (1908-1921) è un movimento artistico nato in Francia agli inizi del Novecento. Tra i suoi più noti
esponenti ci sono Pablo Picasso e Georges Braque. I cubisti tendono a non rappresentare la dimensione
interiore, spirituale, bensì una realtà concreta. Partendo dalle intuizioni di Paul Cézanne che vede e
riprodurre un soggetto da diverse angolazioni, i cubisti iniziarono a raffigurare i loro soggetti
scomponendoli in piani e forme geometriche e introducendo la novità della quarta dimensione, quindi di
una raffigurazione non solo spaziale, ma temporale. Uno stesso soggetto visto in contemporanea da
differenti punti di vista.

L'astrattismo è una delle principali tendenze affermatesi nella pittura e nella scultura del XX secolo è un
tipo d'arte che non rappresenta scene o oggetti riconoscibili ma al contrario è costituita da forme e colori
scelti per il puro valore espressivo. Due dei tre pionieri di questa pittura Mondrian e Malevic passarono dal
cubismo all'astrattismo, solo Kandinsky giunse all'astrattismo direttamente attraverso il colore. Nel 1910
Kandinsky dipinse un acquerello nel quale eliminò ogni riferimento al mondo esterno. Quasi nello stesso
momento la forma astratta fu teorizzata sul piano estetico.

A partire dagli anni venti del novecento l'arte astratta ha dato vita a molti movimenti che hanno coinvolto
anche gli Stati Uniti, la Russia (Larionov) e il sud America L'astrattismo va avanti nel tempo e arriva fino ai
giorni nostri cambiando pelle più volte.

L'idea che arte bellezza possano risiedere anche in assenza di forma o soggetto risale a tempi antichi a
Platone e a Socrate. Fuori dal campo della filosofia fu l'evoluzione stessa della pittura che preparò la
comparsa dell'astrattismo. L'impiego del colore divenne sempre più libero fino al trionfo del colore puro,
mentre l'oggetto dipinto venne separato dal suo aspetto reale.

Der Blaue Reiter, il Cavaliere Azzurro#Yves Klain_IKB

Si tratta di una libera associazione di artisti uniti da un intento comune, nata grazie all’incontro di Wasilij
Kandinskij e Franz Marc. Il nome del gruppo dipese dalle opere di Kandinskij, che proprio in quel periodo si
trovò a dipingere diversi cavalieri (un quadro del 1903 ha come titolo Cavaliere azzurro) e dal colore blu
che Marc riteneva il più puro in assoluto, il colore della spiritualità. Ebbe tre principali caratteristiche: Fu un
gruppo cosmopolita, Fu trasversale nelle tecniche artistiche, Attribuì al colore un valore simbolico, lottando
contro il naturalismo in favore di una liberazione delle forme e verso l’affermazione di valori spirituali. Gli
artisti del gruppo crearono un almanacco, chiamato anch'esso Der Blaue Reiter, che uscì come versione
unica nel 1912. A cinque pittori in particolare si riferisce il termine Cavaliere Azzurro: Wasilij Kandinskij,
Paul Klee, Franz Marc, Alexej von Jawlensky e August Macke. Il gruppo nacque nel dicembre del 1911 e si
sciolse nel 1914 con lo scoppio della Grande Guerra. Questo movimento tedesco ha avuto delle influenze
anche in altre parti d’Europa.

Dadaismo, Surrealismo
Il Dadaismo

Il Dadaismo o Dada è ancor prima che un movimento o uno stile, una tendenza culturale, nata a Zurigo tra
il 1916 e il 1920. Tra i suoi cardini il rifiuto degli standard artistici. Il dadaismo ha messo in dubbio e
stravolto le convenzioni dell’epoca, dall’estetica fino alle ideologie politiche; ha proposto il rifiuto della
ragione e della logica, ed ha enfatizzato al massimo la stravaganza, l’umorismo e l’utilizzo di elementi fuori
contesto e proprio per questo buffi e bizzarri.

1. Marcel Duchamp;
2. Francesco Picabia;
3. Kurt Schwitters;

Il Surrealismo

Il surrealismo è un movimento artistico del Novecento, un’avanguardia nata negli anni 20 a Parigi come
evoluzione del dadaismo, e che coinvolse tutte le arti, toccando anche letteratura e cinema; nel 1924 ne fu
scritto il primo manifesto. L’artista surrealista dipinge i propri sogni e l’inconscio. I soggetti scelti dagli autori
surrealisti si liberano dalle convenzioni sociali, stupiscono, emozionano. Magritte, Dalì, Joan Mirò sono tra i
massimi esponenti di questo tipo di arte.

Espressionismo astratto

L'action painting (letteralmente "pittura d'azione"), a volte chiamata astrazione gestuale oppure
espressionismo astratto, è uno stile di pittura nel quale il colore viene fatto gocciolare spontaneamente,
lanciato o macchiato sulle tele. Invece che applicato con attenzione. L'opera che ne risulta enfatizza l'atto
fisico della pittura stessa. Pollock in particolare mise a punto una tecnica che gli consentì di esprimersi in
totale libertà, facendo cadere gocce di vernice sulla tela stesa sul pavimento attraverso l’azione vigorosa
del suo corpo. Dal 1947 Pollock impiegò questa tecnica per produrre dipinti astratti colorati e ritmici.
L’esponente più esemplare di questa corrente è per l’appunto Jackson Pollock. Senza che si parlasse di
movimento o di scuola, il termine action painting designò l'opera di numerosissimi pittori tra i quali,
principalmente, Franz Kline, Willem de Kooning, Clyfford Still, Mark Rothko, Robert Motherwell, William
Baziotes, Philip Guston, Bradley Walker Tomlin e Jack Tworkov. Il termine venne proposto dal poeta e
critico newyorkese Harold Rosenberg, in un articolo del 1952, ma è difficile fissare una data precisa per la
nascita dell’action painting. Si tratta di un’espressione artistica nata negli Stati Uniti, ma introdotta
rapidamente a Parigi e in Europa.

L'action painting è un modo diretto di esprimere uno stato d’animo, una violenta cascata di sensazioni
cariche di energia vitale, un'esplosione violenta di una pulsione interna che non ha nulla di pianificato, che
segue in modo incontrollabile gli impulsi provenienti dal profondo dell’animo, con forti richiami
all'Espressionismo, al Tachisme e al Dadaismo.

Pop Art
Pop Art (dall'inglese popular art - public, popular art) è un movimento artistico che nato alla fine degli anni
'50 - '60 in Inghilterra e poi si sviluppa negli stati uniti e si diffonderà a livello internazionale. La pop art
indice tutto quell'universo dei mass media e delle forme audiovisive collegate - il cinema, la musica
leggera.
La pop art nasce sorse come reazione negativa all'espressionismo astratto e anche in risposta a un
periodo storico che negli stati uniti vide in un boom economico seguito alla seconda guerra mondiale, un
periodo in cui ci fu la necessità di alleviare gli animi delle persone appena uscite da un devastante periodo
di guerra attraverso una sempre più vasta offerta di prodotti. La pop art è una provocazione in risposta alla
mercificazione dell'uomo e al consumismo eletto a sistema di vita. Gli ispiratori sono riviste patinate,
televisione, pubblicità, foto.
I protagonisti della pop art: Andy Warhol; Roy Lichtenstein; Robert Rauschenberg; Claes Oldenburg,
James Rosenquist.
Il neo dadaismo è un modo di fare arte si afferma tra la fine degli anni cinquanta e l'inizio degli anni
sessanta del Novecento negli Stati Uniti.
Questo tipo di arte viene anche definita junk art. Le opere d'arte di questi artisti vengono realizzate
assemblando e inserendo nelle stesse elementi presi in prestito dalla vita quotidiana.
Robert Rauschenberg utilizza i fumetti, Jasper Johns utilizza i fogli di giornale ed entrambi uniscono alle
loro opere oggetti trovati per caso. Questa pratica del prelievo diretto di oggetti si diffonderà in fretta tra gli
artisti. Rappresenta una rivolta contro i materiali tradizionali e una dimostrazione che le opere d'arte
possono essere realizzate con le cose più umili, senza valore. Spesso aggressiva, volgare, talvolta arguta,
quest'arte proclama la sua adesione al mondo contemporaneo nelle sue manifestazioni più libere, meno
legate all'universo del gusto e della convenzionalità.
L'arte cinetica, talvolta detta anche arte programmata, è una corrente artistica nata in Europa durante gli
anni sessanta e settanta del ventesimo secolo. Tale movimento si diffonde poi negli Stati Uniti dove
prenderà successivamente il nome di Op art.
Concettualismo + Minimalismo

Si definisce arte concettuale qualunque espressione artistica in cui i concetti e le idee espresse siano più
importanti del risultato estetico e percettivo dell'opera stessa.
Il movimento artistico che porta questo nome si è sviluppato dagli Stati Uniti d'America a partire dalla
seconda metà degli anni sessanta e si è velocemente propagato in quasi tutto il mondo (Italia compresa).
Definizione
La definizione di arte concettuale nel contesto dell'arte contemporanea si deve a Joseph Kosuth che lo
utilizzò verso la metà degli anni sessanta per definire il suo obiettivo di un'arte fondata sul pensiero e non
più su un piacere estetico.
Nel 1965, infatti, Kosuth realizzò l'opera Una e tre sedie che comprendeva una vera sedia, una sua
riproduzione fotografica (a sinistra) ed un pannello su cui era stampata la definizione da dizionario della
parola "sedia" (a destra): l'artista si proponeva di richiamare lo spettatore a meditare sulla relazione tra
immagine e parola, in termini logici e semiotici.
La rarefazione dei contenuti emozionali nell'arte perseguita dagli artisti concettuali arrivò ben presto anche
a determinare la volontà di prescindere dall'opera d'arte
L'arte concettuale fu il punto d'arrivo del percorso che, dall'impressionismo in poi, aveva caratterizzato
l'evoluzione dell'arte visiva contemporanea mediante la volontà di sottrarre l'arte medesima ai vincoli
formali e culturali che ne avevano costituito la tradizione: la scelta di rinunciare addirittura all'opera dopo
aver ripudiato in sequenza il naturalismo e la mimesi (post-impressionismo e espressionismo), la
prospettiva (cubismo), il passato (futurismo), il valore venale dell'opera (dadaismo), la forma (informale),
rappresentò senza dubbio il momento più alto e, nel contempo, l'ultimo possibile offerto alla ricerca e
all'ansia di novità delle avanguardie novecentesche (non a caso l'evento forse più rilevante che seguì i
quindici anni d'oro del concettuale – dal 1965 al 1980 – fu denominato Transavanguardia e venne
caratterizzato dal ritorno all'oggetto e alla pittura). In questo senso possono essere definite "concettuali"
esperienze molto diverse tra loro ma caratterizzate comunque da un comune denominatore inequivocabile
(la Land Art, l'Arte povera, la Body Art, la Narrative Art, ecc.).
Le prime esperienze "concettuali" furono rappresentate dai movimenti Neo Dada e Minimal Art tra gli anni
cinquanta e sessanta: il primo, i cui maggiori rappresentanti, come Jasper Johns e Robert Rauschenberg,
divennero in seguito esponenti di primo piano della Pop Art, fu caratterizzato dall'uso di oggetti desunti dal
quotidiano e inseriti all'interno dell'opera d'arte. Una propensione simile distinguerà poco dopo e in senso
già profondamente concettuale anche le provocazioni neo-dadaiste di artisti italiani come Piero Manzoni,
noto per i suoi barattoli di merda d'artista, Vincenzo Agnetti, Mario Merz, Maurizio Nannucci, Giulio Paolini.
Anche la Minimal Art (Minimalismo) ebbe origine negli Stati Uniti e fu contraddistinta dalla produzione di
grandi strutture geometriche cromaticamente essenziali e ispirate a fredde modalità puramente costruttive
che privilegiavano una fruizione di stampo razionalistico, priva di concessioni all'empatia o al godimento
estetico.
Negli anni successivi le premesse poste da questi due movimenti furono ereditate e ampliate dall'arte
concettuale propriamente detta (Joseph Kosuth, Bruce Nauman, Lawrence Weiner, Joseph Beuys, Wolf
Vostell, Nam June Paik, Charlotte Moorman ecc.), dall'arte povera italiana (Alighiero Boetti, Giulio Paolini,
Mario Merz, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, Luciano Fabro, ecc.) e dalla "Narrative Art",
profondamente ispirata dallo stesso Kosuth, nella quale il lavoro degli artisti si concretizzava intorno al
dualismo narrativo rappresentato dalle immagini e dalla scrittura.
In ambito concettuale fiorirono anche due forme di azione artistica come l'happening e la performance che,
nonostante forti ed evidenti analogie, si distinguono invece per la componente d'improvvisazione anche
collettiva tipica dell'happening che non ritroviamo nella performance, più vicina alla pianificazione registica
e drammaturgica propria del teatro. Se gli antefatti storici di queste ultime esperienze furono sicuramente le
"Serate futuriste" e il dadaista Cabaret Voltaire, negli anni sessanta il compito di ereditarne la poetica
trasferendola all'interno della nuova sensibilità concettuale toccò principalmente alla Body Art,
caratterizzata dall'uso del corpo stesso dell'artista per azioni spinte a volte sino ai limiti dell'autolesionismo,
come nel caso di Gina Pane, e alla Land Art, nella quale spirito documentaristico e nesso tra azione e
territorio esplorarono inusitati ambiti espressivi con risultati artistici spesso molto convincenti (dagli
impacchettamenti del bulgaro Christo, artista proveniente dal Nouveau Réalisme, agli interventi spettacolari
dell'americano Walter De Maria, come The Lightning Field del 1977, fino alle passeggiate dell'inglese
Richard Long).
*Stati Uniti: Fluxus, l’Azionismo, Le diverse forme di Performance (Event e Happening)
Land Art e Earth Art
* Europa -Germania. Ricordiamo l’artista Beuys; -Italia. L’Arte Povera
Neoespressionismo Si tratta di un movimento principalmente pittorico caratterizzato da una sensibilità
molto soggettiva e da un crudo utilizzo dei materiali. I dipinti neoespressionisti sono solitamente di grandi
dimensioni ed eseguiti rapidamente, a volte con materiali come paglia o cocci rotti applicati alla superficie
pittorica. Si tratta di opere per lo più figurative, spesso con soggetti violenti o inquietanti, ma l’immagine a
volte si perde nella confusione della superficie pittorica. È così chiamato per il riproporsi di caratteristiche
dell'espressionismo storico d'origine tedesca. I principali esponenti di questo movimento comprendono: in
Germania Georg Baselitz e Anselm Kiefer; in Italia Sandro Chia e Francesco Clemente; negliStati Uniti
David Salle e Julian Schnabel. In Inghilterra può inserirsi in questo movimento Lucian Freud. Questo
movimento emerse nei tardi anni Settanta del Novecento. Il neoespressionismo si è diffuso soprattutto in
Germania, dove i suoi esponenti sono chiamati a volte “nuovi selvaggi”, Italia e Stati Uniti. In Italia si
sviluppò una corrente legata a questo movimento tedesco, con il nome di Transavanguardia. Anche in
Inghilterra però ci sono stati artisti che si possono inserire all’interno di questo movimento. In un certo
senso il neoespressionismo segnò un ritorno a forme più tradizionali, dopo l’anarchica sperimentazione
degli anni Settanta. Probabilmente è per questo che è stato accolto bene dai mercanti e collezionisti d’arte,
anche se la critica ha dato responsi contrastanti. Non è un caso che il neoespressionismo attecchì in
maniera particolare in Germania, dove l'espressionismo lasciò un segno indelebile e in cui i giovani artisti
sentivano ancora il bisogno di prendere le distanze dal vicino conflitto mondiale e da tutti gli orrori che
questo portò. Gli artisti di questo movimento vollero quindi porre l'accento sulla questione della
"nazionalità" come concetto legato alla storia e alla cultura tedesca.

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Ai Wei Wei è l'artista dissidente cinese, è uno dei più importanti combattenti per i diritti umani al mondo. La
sua posizione contro le strutture di potere alimenta la sua carriera e ispira la gente in tutto il mondo a
manifestare solidarietà. di Ai Weiwei Nato a Pechino, in Cina nel 1957, Ai Weiwei è cresciuto durante la
Rivoluzione Culturale. Suo padre, il poeta cinese Ai Qing, fu esiliato in un campo di rieducazione militare
per le “idee destriste” .

Nel 1981, decide di lasciare la Cina per vivere a New York, dove si innamora dell’arte concettuale di Marcel
Ducham e della Pop Art di Andy Warhol. Dopo dodici anni trascorsi negli Stati Uniti, è costretto a tornare in
Cina, per stare vicino al padre gravemente malato.

In risposta all' attuale situazione politica in Cina Ha inventato il suo trademark, il dito medio alzato davanti a
luoghi famosi o istituzioni di potere. Ai Weiwei ha sfruttato queste opportunità per illustrare il suo disprezzo
per i meccanismi dell'autorità. La sua missione era denunciare le ingiustizie del mondo.

In molte delle sue opere Ai Weiwei evidenzia come il capitalismo e il consumismo in Cina stiano
progressivamente cancellando l’eredità culturale e artistica della nazione.

Ad esempio, nell’opera Han Dinasty Urn with Coca Cola Logo l’artista “decora” un antico recipiente della
dinastia Han con uno dei simboli più conosciuti del mondo odierno.

“Avevo voglia di renderlo più attuale”, spiegherà l’artista.

Nel 2005 apre un blog in cui, oltre a parlare della sua attività artistica, commenta anche la politica cinese,
criticando e denunciando alcune scelte del governo. Il blog verrà oscurato e Ai Weiwei interrogato e
malmenato dalla polizia.
Nel 2011 l’artista viene arrestato all’aeroporto di Pechino, con l’accusa di evasione fiscale. L’artista viene
detenuto illegalmente in un luogo segreto per 81 giorni.

Nel 2014 realizza una maxi installazione realizzando con i mattoncini LEGO i ritratti di centosettantasei
perseguitati politici.

Quando l’artista chiede alla LEGO altri mattoncini per “aggiornare” l’opera, la compagnia danese vieta la
fornitura perché contra all’uso del prodotto per motivi politici. Ai Weiwei allora, citando Duchamp, pubblica
su Instagram una foto con i mattoncini LEGO buttati in un WC. Si alza un polverone tale che la LEGO deve
fare marcia indietro e rinunciare al divieto.
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Arte Contemporanea può essere definita come l’arte del nostro tempo l’arte che riflette il periodo
in cui viviamo. Lo svilupparsi del contemporaneo è rintracciato nelle trasformazioni radicali
avvenute con le avanguardie storiche nei primi del '900. Le opere emblematiche "Les Demoiselle
d’Avignon" (1907) di Picasso; “Fontana” (1917) di Marcel Duchamp. Duchamp è considerato il
padre dell’arte contemporanea.
Nel 1912 realizza "Nudo che scende le scale no. 2";
Nel 1915 si trasferisce a New York, dove divenga figura chiave dell’esperienza Newyorkese del
Dadaismo.
Nel 1917 Duchamp presenta “Fontana” un’opera che ha generato tanto scalpore quanta risonanza
nel mondo dell’arte una risonanza la cui eco sentiamo ancora oggi.
La “Fontana” di Duchamp non è un orinatorio firmato, datato e posto rovesciato su un piedistallo.
Ma cosa ha fatto sì che quell’orinatoio acquisisse lo status di opera d’arte? La risposta che ci da
Duchamp stesso è che quell’orinatoio è un opera d’arte perché così l’ha stabilito l’artista.
L’appropriazione da parte dell’artista di un oggetto ordinario - che Duchmap chiama "ready-made"
(già fatto, pronto all’uso) eleva l’oggetto comune, l’oggetto d’uso - privo di qualità e finalità
estetiche - ad oggetto d’arte.
Con Duchamp dunque l’opera d'arte può essere qualsiasi cosa e il valore di un artista non
consiste più nella sua abilità tecnica e manuale ma nelle idee che egli propone.
Il gesto di Duchamp è un gesto provocatorio e di rottura assoluta rispetto alla tradizione del
naturalismo ottocentesco. L’introduzione del ready-made estende il campo della produzione
artistica al piano filosofico e concettuale e le implicazioni e le conseguenze del gesto di Duchamp
si diramano e sono evidenti in diverse correnti ed espressioni artistiche a lui successive.
Prendiamo in considerazione il primo ready-made realizzato da Duchamp nel 1913.
Duchamp è un precursore di alcuni dei più importanti sviluppi dell’arte nella seconda metà del
‘900. Duchamp ha curato l’allestimento di due importanti mostre sul Surrealismo con artisti quali
Salvador Dalí, Max Ernst e Man Ray.
Duchamp può essere considerato come un precursore dell’Installation art che si sviluppa tra gli
anni '70 e gli anni '80 del secolo scorso. Duchamp ha utilizzato diversi pseudonimi, uno di questi
è Rrose Sélavy. Dando vita e impersonando questo alter ego l’artista utilizza il proprio corpo come
un vero e proprio medium artistico e realizza una performance anticipando di 40 anni la body art e
la performance art che si sviluppano nel mondo artistico negli anni ’60.
Oggetti scelti e riscattati dall’artista, essi diventano il centro di un mondo altro, quello dell’arte. La
pratica di appropriazione e de-contestualizzazione dell’oggetto banale e quotidiano verrà ripresa in
particolare dal movimento del Neo-dadaismo che si sviluppa alla fine degli anni ’50.
Diversi anni più tardi l’artista Alexander Caldér creerà le sue sculture cinetiche che Duchamp
chiamerà "mobiles" coniando il termine che ancora oggi utilizziamo per indicare queste sculture
dinamiche.
Negli stessi anni, in Italia l’artista Bruno Munari creava le macchine inutili (1933).
Negli anni ’60 viene coniato il termine “Arte cinetica” per indicare quelle opere che presentano
elementi dinamici che mirano a stimolare la percezione del movimento nello spettatore e ad
introdurre la quarta dimensione nell’arte.
Una forte critica che Duchamp fece all'arte del suo tempo, che egli definiva retinica era il fatto che
fosse un'arte concepita esclusivamente per compiacere l’occhio.
A questo riguardo, un’altra cosa importante da tener presente è il fatto che quest’opera non è
semplicemente da osservare, da fruire col solo senso della vista ma è un’opera che stimola lo
spettatore a ragionare, a porsi dei quesiti e a porsi la domanda più cruciale di tutte: perché questa
è arte?
Il valore dell’opera non risiede nel tecnicismo o nella maestria della sua esecuzione ma nell’idea
che ne sta alla base, nel suo concetto che diventa più importante del risultato estetico dell’opera.
Nel 1967 viene coniata da Sol LeWitt l’espressione “Arte concettuale” per indicare quelle forme
d’arte nate negli anni ’60 che valorizzano il processo e la realizzazione intellettuale dell'opera
rifiutando il valore dell’oggetto estetico.
Introducendo il ready-made, Duchamp compie un’operazione rivoluzionaria su diversi fronti e con
diverse conseguenze che concorrono a stravolgere il concetto tradizionale di opera d’arte
Rivediamoli insieme:
APPROPRIAZIONE E DE-CONTESTUALIZZAZIONE DELL’OGGETTO ORDINARIO
L’interesse dell’artista si concentra sul contingente e sul mondano. L’oggetto d’uso, ordinario,
spesso prodotto industrialmente viene de-contestualizzato e innalzato ad oggetto artistico nella
pienezza della sua presenza fisica e reale.
CREAZIONE DI UN’ARTE ANTI-RETINICA
La fruizione dell’arte non è più prerogativa esclusiva dei sensi, ma principalmente dell’intelletto
e l’esperienza dell’oggetto artistico non è finalizzata all’apprezzamento della bellezza sensibile
ma diventa un esperienza di tipo concettuale.
INSERIMENTO DEL MOVIMENTO REALE NELL’ARTE
Inserendo il movimento nell’opera, Duchamp apre anche il rapporto tra l’opera d’arte e lo spazio
reale dove essa è inserita ed in questo modo accoglie anche il caso e l’imprevedibilità come
elementi chiave nella creazione artistica.
DE-UMANIZZAZIONE DELL’OPERA D’ARTE
l’artista non è più da considerarsi solo come un artigiano e l’opera non deve essere
necessariamente realizzata manualmente dall’artista.
Dagli anni 50 in avanti, accade che le opere vengano eseguite attraverso procedimenti industriali
o tramite l’utilizzo di strumenti meccanici, a scapito dell’artigianalità.
L’impronta del gesto modellante dell’artista catturato sulla superficie dell’opera viene sostituita
dalla purezza e perfezione formale delle superfici realizzate industrialmente. È innegabile, dunque,
che Duchamp abbia spalancato un varco per lo svilupparsi dell'arte contemporanea. Ma per
quanto l’introduzione del ready-made sia stata fondamentale nel determinare una cesura rispetto
ai retaggi dell’arte moderna e rappresenti uno degli elementi chiave per lo svilupparsi del
significato e della funzione dell’oggetto artistico come lo intendiamo oggi a mio parere, il porre al
centro del discorso artistico contemporaneo una discussione ontologica sull’arte, è alquanto
anacronistico.Come abbiamo visto, Duchamp introduce per la prima volta il concetto di readymade
nel primo decennio del '900 stiamo dunque parlando di più di un secolo fa’.
Ritengo invece che, ad oggi, l’inizio dell’arte contemporanea sia da collocarsi tra gli anni '60 e gli
anni '70 del secolo scorso.
E’ in questo decennio, infatti, che si introducono due elementi che ritengo essere fondamentali per
definire l’arte del XXI secolo ovvero quella a noi veramente contemporanea:
Il primo è l’interazione e la partecipazione attiva del pubblicofondamentale all’essere stesso
dell’oggetto artistico come richiedevano le happening e le performance art che nascono appunto
in quel periodo.
Il secondo è l’utilizzo della tecnologia elettronica applicata all’arte. Se infatti nell’arte moderna era
già stato introdotto l’uso della macchina fotografica è solo alla fine degli anni ’60, con l’avvento
della video arte, che gli artisti iniziano a servirsi della tecnologia elettronica utilizzando nelle
proprie opere videoregistratori e videocamere.
Lo sviluppo tecnologico di ogni periodo storico influisce enormemente sulle diverse generazioni di
artisti, sul loro modo di vedere il mondo e di produrre arte.
Una delle caratteristiche dell’arte contemporanea di oggi, che la differenzia dalle forme artistiche
del secolo scorso è la sua sempre più crescente immaterialità che non concerne solo le singole
opere ma anche la stessa fruizione artistica.
Con l’avvento di internet si sono sviluppate declinazioni tecno-artistiche quali l’Arte Digitale, l’arte
multimediale e la Net Art che hanno posto importanti, nuovi quesiti sullo statuto dell’opera d’arte.
Al contempo, assistiamo attualmente ad una proliferazione sempre più esponenziale della
digitalizzazione dell’esperienza museale e dell’oggetto d’arte la cui recente “esplosione” è stata
una diretta conseguenza della pandemia mondiale che ha stravolto molti aspetti di tutte le nostre
interazioni.
Possiamo far risalire l’inizio di questo processo di forte de-materializzazione dell’arte
contemporanea a partire dalla perdita di un vero e proprio supporto materiale che segue lo
sviluppo dell’arte concettuale, della performance art e della video arte negli anni '60. Fatte queste
premesse, faremo iniziare la nostra panoramica introduttiva all’arte del XXI secolo a partire da
quel periodo che può essere considerato come un’importante spartiacque tra l’epoca moderna e il
mondo contemporaneo, ovvero il secondo dopoguerra.
Questo fondamentale periodo di transizione, in cui gli artisti sperimentano tecniche espressive
nuove ma sempre ispirandosi alle avanguardie storiche e continuando ad utilizzare principalmente
media tradizionali come la pittura e la scultura, ci aiuterà a capire meglio quel momento di
maggiore cesura col passato che si verifica alla fine degli anni '60 e che coinvolgerà diversi ambiti,
sia quello culturale, che sociale e politico.
Vi aspetto nel prossimo video dove parleremo della situazione dell’arte occidentale all’inizio degli
anni ’50.

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