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IL NOVECENTO DELLE AVANGUARDIE

STORICHE
UN SECOLO DI GRANDI SPERANZE E DI STRAORDINARIE DELUSIONI

LE AVANGUARDIE STORICHE
Le esperienze artistiche dei primi anni del Novecento maturano in un contesto
generale più che mai ricco di incertezze e contraddizioni. Il panorama culturale
internazionale di quel periodo è animato da movimenti tra loro molto diversi
che condividono una tendenza comune: un’esplicita e radicale volontà
innovatrice. Si apre così quella che più tardi sarà definita la stagione delle
avanguardie, un fenomeno eterogeneo e composito, trasversale alle arti e alla
letteratura.
Il termine avanguardia deriva dal linguaggio militare dove è utilizzato per
indicare la prima linea che avanza sul campo di battaglia, quella che per prima
si getta all’attacco del nemico, che apre la strada al grosso dell’esercito.
La parola è stata quindi acquisita dalla storia dell’arte per indicare una serie di
nuovi linguaggi che nascono e si affermano in Europa nei primi anni del ’900.
Linguaggi in alcuni casi anche molto diversi tra loro, che hanno però in comune
un sentimento rivoluzionario nei confronti della tradizione e l’obbiettivo di
porsi in avanti, proprio come l’avanguardia militare, rispetto alle esperienze
del secolo precedente. Per distinguerle da quelle sviluppatesi nel Secondo
dopoguerra le avanguardie primo-novecentesche sono definite
retrospettivamente storiche.
I movimenti d’avanguardia si contraddistinguono per la presenza di gruppi
organizzati di artisti e intellettuali, la stesura di manifesti programmatici,
l’intensa attività editoriale (soprattutto riviste), la multidisciplinarità e
l’aspirazione internazionale.

Caratteristiche
- Rompere con il passato, superare la tradizione;
- Spinta alla modernità, all’innovazione, capacità di adattarsi al dinamismo
e alla velocità di un’epoca in via di sviluppo tecnologico senza modificare
la propria arte;
- Nuova concezione dell’arte: no stereotipi o luoghi comuni, non deve
sottostare alla legge del mercato ma deve essere provocatoria,
scandalosa, deve spingere ad agire e reagire;
- Presentarsi come gruppo organizzato: “-ismo”, prima idea centrale;
- Manifesti con programmi espliciti;
- Legame con i movimenti politici: futurismo italiano – fascismo,
futurismo russo e surrealismo francese – anarchismo/comunismo;
- Ricerca sperimentale in ambito artistico e letterario.

IL CUBISMO (1907-1914)
LA RIVOLUZIONE DELLA FORMA

Dove: Parigi, Francia


Quando: 1907, anno in cui Picasso dipinge Les demoiselles d’Avignon e in cui si
tiene la retrospettiva dedicata a Cézanne al Salon d’Automne parigino
Maggiori esponenti: Pablo Picasso e George Braque
Il Cubismo può essere definito come un percorso di pensiero e ricerca che
procede parallelamente all’Espressionismo. Se quest’ultimo è una costola del
simbolismo – a sua volta di natura romantica – il movimento cubista è
fortemente personalizzato e si esprime con immediatezza con la mediazione
della ragione: il Cubismo si forma quindi su tutto ciò che è razionale.
Il nome del movimento deriva dall’uso cubista di scomporre la realtà in piani e
volumi elementari (assimilabili a cubetti, appunto). Riprendendo alcuni
commenti negativi di Matisse, il critico Louis Vauxcelles, che già aveva coniato
in senso dispregiativo il termine Fauves, definì ironicamente alcuni paesaggi di
Braque come composti da banali cubi. Fu così che anche il Cubismo, come già
l’Impressionismo, una volta assunto il nome che gli era stato attribuito per
scherno, ne fece la bandiera della più grande rivoluzione artistica del secolo.
Caratteristiche
 Il cubismo è un’avanguardia ma non ha un manifesto programmatico.
 Il movimento si forma come una ricerca quasi scientifica, ma al
contempo si avvicina sempre di più all’idea di rendere difficoltoso
all’osservatore capire cosa sta vedendo: siamo noi che con un lavoro
mentale dobbiamo ricostruire l’immagine parzialmente o
completamente destrutturata che l’artista ci propone. La produzione
cubista non è un’imitazione fedele della realtà, bensì vuole portare
all’estrema sintesi dell’oggetto, che viene fatto esplodere e poi
ricomposto. Ne consegue che si può guardare l’opera in qualsiasi modo e
qualsiasi posto: i cubisti ci mostrano in un’unica opera dei soggetti da
numerosi punti di vista ve non solo; infatti viene rappresentato anche il
loro meccanismo interno, fatto da parti normalmente non visibili.
 Adottano nuove tecniche: il papiers collés (carte incollate, Braque) e i
collages (incollaggi, Picasso). Nel primo caso vengono applicati sulla tela
ritagli di giornale e di carta da parati di varie qualità e colori, mentre nel
secondo si utilizzano materiali eterogenei quali stoffa, paglia, gesso o
legno. In questo modo i due artisti tentano di scindere la forma dal
colore, utilizzando magari un ritaglio di stoffa (dunque un puro colore)
per definire un oggetto di tutt’altra natura (dunque una pura forma)
 Il cubismo di declina in tre fasi distinte e successive l’una all’altra:
1907/1909, protocubismo o cubismo primitivo: fase della ricerca. In questa
fase si ha la massima ed evidente semplificazione della realtà, tutto è
estremamente geometrizzato in modo razionale. Si ha una moltiplicazione dei
punti di vista che accentua l’impressione che l’immagine venga distrutta.
1909/1911, cubismo analitico: in questa fase gli artisti, oltre a prediligere la
natura morta e il ritratto rispetto al paesaggio, rinunciano all’uso del colore:
esso è ritenuto un elemento di distrazione per ricostruire l’opera. Le loro
immagini “analitiche” appaiono, infatti, come il risultato di un complesso
procedimento di scomposizione e ricomposizione che le rende quasi
irriconoscibili.
1912/1914, cubismo sintetico: fase della sintesi. È così chiamata per la scelta di
giustapporre o sovrapporre parti distinte di una rappresentazione in un’unica
sintesi compositiva, che risulta più essenziale rispetto a quella proposta nei
dipinti della fase precedente.

IL FUTURISMO (1909-1944)
FORME UNICHE DELLA CONTINUITÀ NELLO SPAZIO
Dove: Parigi, Francia
Quando: 20 febbraio 1909, anno in cui Marinetti pubblica il Manifesto del
Futurismo sul quotidiano francese Le Figaro
Manifesti: A questo manifesto, che elenca i principi cardine del movimento, ne
seguiranno altri come Il Manifesto dei pittori futuristi e Il Manifesto tecnico
della pittura futurista, pubblicati nel febbraio 1910 a Milano e firmati da
Boccioni o ancora Il Manifesto tecnico della scultura futurista pubblicato l’11
aprile 1912 sempre da Boccioni. In ambito letterario nasce il Manifesto tecnico
della letteratura nel quale Marinetti detta i criteri di una nuova forma
letteraria, intervenendo sulle regole stesse della scrittura
Maggiori esponenti: in letteratura Filippo Tommaso Marinetti, in pittura
Umberto Boccioni e Giacomo Balla, in architettura Antonio Sant’Elia
Il Futurismo è un movimento d’avanguardia che si rivolge a tutte le arti (dalla
pittura al cinema alla fotografia) e che propone una visione nuova del mondo
culturale, caratterizzata da uno stacco netto e violento con il passato. Il primo
impegno futurista è quello della distruzione dei vecchi valori e delle vecchie
concezioni. “Mito del progresso” ed “elogio della velocità” sono le parole
chiavi di questo movimento.
Caratteristiche
 Il futurismo individua lo spazio urbano come luogo emblematico della
vita moderna e fa della “città nuova”, tecnologica, aggressiva, rampante
l’oggetto privilegiato del suo interesse.
 I soggetti prediletti dagli artisti futuristi sono le automobili, le industrie,
le folle agitate o gli aeroplani, simbolo di una società in rapida
evoluzione.
 Gli artisti futuristi, per rendere l’idea del dinamismo e del movimento,
tendono a deformare le immagini, come se fuggissero via nel momento
in cui lo spettatore presta loro attenzione.
 Abolizione della prospettiva tradizionale e moltiplicazione dei punti di
vista finalizzate a esprimere il dinamico interagire dell’immagine con lo
spazio circostante.
 Uno dei punti chiave del movimento futurista è l’esaltazione del
moderno, con le sue automobili, le industrie e gli aeroplani, unito alla
glorificazione del patriottismo, del militarismo e della guerra. Altro punto
cardine è il valore dato all’irruenza, anche violenta purché finalizzata a
segnare un definitivo stacco con la cultura del passato, considerata
noiosa, borghese e sorpassata. Non a caso nel manifesto si parla di
“coraggio, audacia, ribellione come elementi essenziali”.
 L’aggressività alla base del movimento futurista, l’esaltazione dello
spirito patriottico e della guerra (“sola igiene del mondo”) rendono
possibile il matrimonio con la neonata ideologia fascista.
 In letteratura Marinetti lancia le sue “parole in libertà”: cioè testi con
parole disposte senza alcun legame grammaticale-sintattico tra loro.
Altra caratteristica della letteratura futurista è l’esasperato uso delle
onomatopee per esprimere il rumore legato al movimento dei mezzi
meccanici (es. il tatatata delle mitragliatrici).
 Tipica del movimento è anche la tecnica del “fotodinamismo futurista”,
del regista Anton Giulio Bragaglia. La tecnica, grazie e lunghe esposizioni
fotografiche di soggetti in movimento, permetteva di ottenere effetti
particolari che miravano a restituire nella foto il dinamismo del soggetto
ritratto.
 Il futurismo è scandito tradizionalmente in due momenti: la fase
antecedente la Prima Guerra Mondiale, che vede il movimento
svilupparsi nella città di Milano ed una seconda generazione futurista,
nata dopo il conflitto, che vede gli artisti concentrarsi intorno a Roma
anche in settori precedentemente ignorati come quello della tipografia,
della pubblicità e della moda, con gli stravaganti panciotti disegnati da
Depero o l’“anticravatta metallica”, creata da Di Bosso e Scurto.

Cubismo e Futurismo a confronto


A livello tecnico, molti critici hanno rilevato importanti analogie tra la pittura
futurista e il cubismo, nonostante i futuristi criticassero la staticità delle opere
cubiste in contrapposizione alla dinamicità delle loro realizzazioni.
I futuristi inoltre rifiutano di fare uso della prospettiva canonica, da un unico
punto di vista, decidendo invece di adottare una prospettiva con molteplici
punti di vista, per porre lo spettatore al centro della chiave interpretativa e
accentuare il dinamismo delle forme. Mentre i cubisti scomponevano le
immagini e le ricomponevano in una nuova rappresentazione, facendo in
modo che quell’immagine venisse contemplata da tutte le angolazioni
possibili, i futuristi facevano qualcosa di simile, partendo però da un concetto
diametralmente opposto, ossia intersecare oggetti differenti in un ‘unicum’.
Entrambi i movimenti trovavano fondamento nella simultaneità della visione: il
cubismo nella visione delle diverse angolazioni di un oggetto, il futurismo nel
suo movimento ed eterno divenire.

Il dinamismo in Boccioni e Balla


Il movimento è alla base di ogni rappresentazione futurista ed è reso dagli
artisti secondo varie tecniche.
 BOCCIONI E IL DINAMISMO PLASTICO
A differenza di Giacomo Balla, interessato al principio ottico della persistenza
delle immagini sulla retina, Boccioni è attratto dal motivo della durata,
concetto temporale che comprendere il passato, il presente e il futuro.
 BALLA, IL FUTURISTA DEL DINAMISMO E DEGLI EFFETTI DI
LUCE
La pittura di Balla si caratterizzò per la precisione e un’impostazione della tela
molto vicino all’impostazione fotografica: come in una sequenza di
fotogrammi l’artista fissa sulla tela le singole fasi – impercettibili all’occhio
umano – di cui si compone un movimento. Questa tecnica è chiaramente
visibile, ad esempio, nel Dinamismo di un cane al guinzaglio (1912).
IL DADAISMO (1916-1922/23)
ARTE TRA PROVOCAZIONE E SOGNO

Dove: Zurigo, Svizzera (Cabaret Voltaire)


Quando: febbraio 1916
Maggiori esponenti: Marcel Duchamp e Man Ray

IL SURREALISMO (1924-1946)
L’ARTE DELL’INCONSCIO

L’ASTRATTISMO (1909-)
OLTRE LA FORMA

LA METAFISICA (1917-)

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