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Storia dellArte
Introduzione
Il presente ciclo di lezioni nato dalla coincidenza con le manifestazioni
per il 70 anniversario della fondazione della citt di Torviscosa, dal quale
tema si preso lo spunto per avviare un approfondimento tematico
sullarchitettura e sullurbanistica italiana del periodo compreso tra le due
guerre mondiali.
Nato come momento di compresenza e quindi di confronto tra le discipline della Storia, della
Filosofia e della Storia dellArte, tese a mettere in luce gli sviluppi e le contraddizioni di quegli
anni che hanno visto laffermazione e il crollo del Fascismo e le parallele esperienze
dellarchitettura italiana moderna, il ciclo di lezioni si pone come momento di riflessione critica sul
quel complesso intersecarsi di scelte politico sociali e culturali che nel loro evolversi hanno
visto da parte degli artisti una prima adesione, a volte anche sincera, agli ideali della rivoluzione
fascista, per poi stemperarsi progressivamente fino alla cocente disillusione, per arrivare in alcuni
casi alla strenua opposizione. Il coinvolgimento degli architetti e di tutta la cultura artistica italiana
di questo periodo offrono, a nostro avviso, uno spaccato particolarmente significativo della
duplice facciata con cui sia lazione politica, ma anche gli indirizzi della produzione
architettonica e le posizioni dei singoli architetti, determinano limmagine ambivalente e ambigua
di quegli anni. In questa complessa serie di fenomeni storici, per, si voluto anche cogliere
alcuni aspetti significativi ed originali di una produzione artistica che, per merito di alcune
personalit rappresentative e di alcune posizioni culturali progressiste, ha saputo proiettare lItalia
in una dimensione internazionale, raccogliendo, anche a distanza di anni dalla fine del conflitto
mondiale, nuovi spunti di interesse ed approfondimento. Il riferimento alla straordinaria figura di
Terragni dobbligo, ma da essa non vanno esclusi alcune altre personalit quali quelle di
Persico e Pagano, Michelucci, Moretti, Libera, ed altri ancora.
Premessa
Nella invitabile esigenza di sintesi e che il
percorso didattico delle scuole secondarie
superiori esige si ritenuto importante cercare un
approccio di integrazione disciplinare alle
complesse vicende che hanno scandito gli anni tra
la prima e la seconda guerra mondiale, in gran
parte coincidenti con il ventennio fascista, in modo
da dare agli allievi un quadro critico il pi ampio
possibile del contesto socio-politico e culturale che
ha determinato la nascita, laffermazione e il crollo
del fascismo, e delle coeve esperienze che si
sono sviluppate in campo artistico.
Il percorso strutturato in modo da poter attuare
una correlazione tra le idee, i valori, i miti
propugnati in quegli anni e la loro
concretizzazione pratica attraverso le opere
realizzate, in particolare quelle relative
allarchitettura e allurbanistica.
Assetto del territorio, strutture urbane e immagini
architettoniche possono diventare testimonianze
di ideali, la validit storica dei quali, per, a volte si
infrange proprio sul piano della realizzazione
pratica, dimostrandone i limiti o le qualit
attraverso la durata nel tempo e nella memoria
collettiva.
Giorgio de Chirico La ricompensa dellindovino 1913
Il FUTURISMO
Il primo segnale di un risveglio della ricerca
artistica in Italia lo si deve al Futurismo che
nasce ufficialmente con la pubblicazione
del suo Manifesto sul quotidiano Le Figaro
di Parigi, il 20 febbraio 1909, a firma di
Filippo Tommaso Marinetti. I principi
enunciati in undici punti, che seguono una
introduzione altisonante, sono rivolti
allesaltazione delle virt della temerariet,
dellenergia e dellaudacia, rivendicando la
suprema magnificenza della velocit della
macchina da corsa. Ad esse si aggiungono
lesaltazione di varie virt come il
patriottismo ed un inneggiamento alla
guerra, mentre il decimo punto chiede la
distruzione di ogni tipo di Istituzione
accademica. Lundicesimo promuove una
esaltazione della citt con le sue fabbriche,
le stazioni ferroviarie e gli aeroplani, e della
vita moderna con le sue folle agitate dal
lavoro, dal piacere e dalla sommossa. In
questa nuova esaltazione della macchina e
della velocit, quali simboli della modernit
da contrapporre al passatismo della cultura
italiana classica, maturano le opere
rivoluzionarie di Boccioni e SantElia.
Antonio SantElia - La citt nuova - 1914
Umberto Boccioni
Picasso Le Demoiselle
dAvignon - 1907
La reazione classicista
Achille Funi
Maternit 1921
Achille Funi
Il bel cadavere 1920
Felice Casorati
Lattesa - 1921
Piero Marussig
Donne al caff - 1924
Mario Sironi
Paesaggio urbano
1920
G. Pagano, G. L. Montalcini
Palazzo Gualino, Torino - 1928
Mussolini e le arti.
Pur non essendosi mai sbilanciato ufficialmente a favore di una corrente artistica o
di uno stile in particolare, cosa che ne avrebbe avvalorato il ruolo di stile fascista
decretandone contemporaneamente lunicit nel panorama artistico italiano,
Mussolini ha sempre sostenuto alcuni ideali che variavano dal richiamo a miti
passati allimmedesimazione con icone futuriste. Il mito della romanit
identificato con la grandezza dellantico Impero, lideale della modernit e della
rivoluzione rappresentata dal Fascismo stesso, o ancora il mito della
mediterraneit che richiama alla mente i paesaggi e le tradizioni italiche.
Rimbalzando di volta in volta dai fasti di un passato ormai lontano, ma che si vuole
richiamare per la sua grandiosit, ed un futuro diventato presente grazie proprio
alla rivoluzione del Fascismo, Mussolini ha costruito una serie di immagini molto
generiche, ma di forte impatto, con le quali identificare lItalia e lancora oscuro
indirizzo stilistico della sua produzione artistica. In realt, al di l di queste
indicazioni, nessun carattere specifico mai emerso, n per larchitettura n per le
arti figurative, al punto che il dibattito, nel corso delgi anni 30, si pi volte
infiammato nella ricerca dello stile fascista.
I Razionalisti
In questo panorama di grande esaltazione e
di forte ambiguit, ma ancora incerto sulle
linee artistiche da seguire, si affaccia, nel
1926, il famoso Gruppo 7, milanese,
formato dagli architetti Figini, Pollini, Larco,
Guerra, Frette, Libera e Terragni che
propugna una forma di Razionalismo in linea
con le ricerche pi avanzate in Europa.
Sono i primi laureati delle facolt di
architettura italiane (istituite con un decreto
nel 1914, che prevedeva anche la creazione
degli Istituti di Belle Arti).
Terragni,
Prog. per il Palazzo dei
Ricevimenti allE42
Roma 1937-38
Il Novocomum (1927-28)
Il Razionalismo del Gruppo 7 si pone da
subito come stile al servizio della
Rivoluzione Fascista, con lintento di
rappresentare, allinterno dellavanguardia
architettonica, letica e lo spirito
rivoluzionario dellideologia di Mussolini, per
diventare lo stile fascista, in
contrapposizione al filone classicista. La
figura pi rappresentativa quella di
Giuseppe Terragni (1904-1943), comasco,
che nel 1927 realizza il primo edificio
razionalista di un certo spessore : il
Novocomum. Contrariamente alla tradizione
classica che prevede il rinforzo degli angoli
per definire compiutamente la massa
delledificio, Terragni nega le strutture
angolari ricorrendo anche ad un gioco di
intersezioni di cilindri vetrati con la
geometria cubica delle murature portanti.
M. Piacentini Ippodromo di
Villa Glori, Roma - 1920
Lidea di una Grande Esposizione Internazionale quale vetrina mondiale delle conquiste del Fascismo viene
colta immediatamente, prevedendo che dovesse essere tenuta nel 1942, ventesimo anniversario della
conquista del potere da parte di Mussolini. Il luogo deputato a diventare sede della manifestazione viene trovato
a sud di Roma, in una zona che doveva rappresentare lelemento cardinale di un sistema che deriva dal nucleo
monumentale romano-fascista del centro antico (Fori e zona archeologica), e si proietta poi verso il mare .
La metropoli futura da Roma a Ostia sanzioner simbolicamente con il suo affacciamento sul mare nostrum
laspirazione a una egemonia sul Mediterraneo. (Sica, 1996)
Come per operazioni simili gi attuate, seppure a scala minore, tutto limpianto urbanistico dell E42 impostato
sullasse della via Imperiale che partendo da Piazza Venezia e attraversando le aree archeologiche, deve
Lo stile Littorio
La necessit di ostentazione ed esaltazione del potere, di rappresentazione retorica delle conquiste del
Fascismo, sommate ad una volont di presenza, totalizzante ed universale, del fascismo in ogni pi piccolo
fatto della quotidianit, comporter una svolta nella tipologia delle immagini e nello stile delle rappresentazioni.
Una retorica esasperata e monumentale che, nelle raffigurazioni, diventa gigantismo, dilatazione estrema nello
spazio urbano, attraverso luso caricaturale ed enfatico di simbolismi tipici dellideologia.
A conclusione di questa lezione, con un libero gioco di immagini tratte dalla realt artistica del tempo, si voluto provare a
leggere quel carattere di ambiguit che, allinizio di questa esposizione, era stato definito come caratterizzante la politica di
Mussolini, in particolare per quanto concerne i rapporti con larte. Se vero che esiste una relazione biunivoca tra la cultura di
un tempo storico e la sua rappresentazione artistica, questa relazione deve, in qualche modo, emergere anche dall apparato
iconografico del fascismo, qui riportato nei ritratti delDuce..
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